Anno I Capodistria, 1 settembre 1941-XIX N. 1 QUINDICINALE DEL FASCIO DI COMBATTIMENTO „NAZARIO SAURO" I CADUTI PER LA PATRIA SONO PRESENTI Venticinque anni da! sacrificio di Hazario Sauro Non è a caso che abbiamo scelto questa data per uscire per la prima volta con questo nostro giornale" che assume questa qualifica non tanto per la sua veste tipografica più o meno giornalistica, quanto per la tenacia e la volontà che lo hanno creato, tenacia e volontà che rimarranno sempre le stesse e anzi aumenteranno sempre più per il maggior progresso della presente pubblicazione. Oggi iniziamo il nostro primo numero ricordando Nazario Sauro al cui nome eroico si intitola il nostro Fascio di Combattimento che fiero del suo Martire, afferma ancora una volta la sua strenua volontà di Vittoria per f Italia di Mussolini. * * * Il poeta ha cantato Sauro come il simbolo dell' ardente amor patrio, lo storico gli ha dato il nome di Eroe, premio e ricompensa maggiore a chi, senza nulla chiedere, dà alla Patria l'olocausto della propria vita. Il popolo ne ha fatto un dio tutelare, il marinaio lo ha santificato e lo invoca nel!' ora della procella, l'uomo lo ha trasfigurato creando di lui l'emblema del sacrificio. La Sua terra che lo venera ed onora, che lo canta ed esalta con l'orgoglio e la fierezza creati dal Suo nome, lo ha celebrato nel XXV annuale della morte con l'austerità che si addice ai nostri tempi e con quella particolare commozione che prende chi conosce il valore incommensurabile di chi cade combattendo per un'idea. Nazario Sauro si è formato intorno alla Sua morte un alone di epopea : la Sua morte sola è una epopea di gloria. La Sua è la poesia del martirio, è la Urica sublime della morte per la Patria. Venticinque anni or sono il picchetto di sbirri dell'Impiccatore che gli strozzò nella gola l'ultimo Suo grido eroico „ Viva l'Italia, pensò che con Sauro moriva il fervore e la passione istriana : questa passione invece si animò di più, rinnovala ta in nuova luce, finché l'Italia di Vittorio Veneto non raggiunse la nostra terra a redimerla dal giogo straniero. Parla l'avv. Ruzzier Al suo fianco il Federale dell'Istria Innanzi a quell'Adriatico che fu tutto Suo, innanzi a quel mare guardato dal Monumento che lo ricorda ai posteri, Sauro è apparso nella Sua luce di gloria il 10 agosto a salutare la Sua Capodistria, a benedire la Sua terra. Dopo che il Vescovo diocesano Eccellenza Mons. Antonio Santin ebbe impartito la benedizione del Monumento aderendo così al desiderio dei familiari e dei dirigenti del nostro Fascio e il Cons. Naz. Nicola Benagli, Segretario Federale dell' Istria, ha evocato il Suo nome e il popolo tutto ha elevato la voce a rispondere ^Presente", abbiamo visto attraverso le nebbie de! passato, stagliarsi ne! cielo, imponente nella sua maschia figura di marinaio, Nazario Sauro, il violatore di Parenzo e di Pirano, l'intrepido navigatore dell'Amarissimo. E quando il silenzio di tutti ha raccolto la voce del commilitone del Martire Avv. Puzzier, più vivo che mai abbiamo sentito lo spirito di Sauro nei nostri cuori e con impeto Io abbiamo invocato a vegliare sui destini d'Italia, che oggi si compiono ne! clima terribile e santo della guerra. Il mistico silenzio della sera faceva più austera la Sua celebrazione, la voce chiara e prorompente dell' oratore richiamava alle menti la vita la morte la gloria di Sauro. Sull' onda azzurra una corona di alloro veniva deposta per ricordare il poeta dell' abisso, il dominatore della costa istriana. Il marinaio che guarda fiso al mare latino dall' alto de! monumento, la gloria marinara che sta per spiccare il volo alle nuove vittorie della Patria, si son fatti carne quel giorno ; l'attimo semplice e sublime eternato nel bronzo, della madre che rinnega il figliolo pur di salvarlo, tutto il marmoreo monumento si sono animati. Era in essi lo spirito vivificatore dell' Eroe immortale, era in essi la passione del Suo ultimo sospiro, era in essi lo spasimo della Sua morte gloriosa. Nessuno sì è dimenticato di Sauro quel giorno, nessuno ha mancato alla Sua memoria. Ogni cuore ha avuto un palpito, ogni mente un ricordo Le mille voci dei nostri padri e dei nostri figli che combattono, si sono unite nel terso cielo di agosto in una suprema invocazione di Vittoria che il Dio giusto assegnerà alla nostra gente. F. A. „|| popolo italiano, guidato dal Duce che lo rende invincibile, avverte in questo momento la certezza della sua missione e la grandezza del suo destino". Visite del Prefetto Il Prefetto dell'Istria. Eccellenza Renzo Chierici, accompagnato dall'Ispettore Federale della I Zona, ha visitato il Fascio e il Comune di Monte di Capodistria ricevuto dal Segretario Politico e Podestà camerata Anteo Scampicchio che gli ha riferito esaurientemente sulla situazione della zona in merito all'economia e con particolare riguardo ai più impellenti bisogni della popolazione rurale. Il Prefetto ha ricevuto tutti i capivilla della regione interessandosi sui raccolti e sulla produzione agricola in corso chiedendo pure ad essi quali sarebbero i bisogni che devono essere al più presto esauditi. Accompagnato dal parocco ha visitato la chiesa da poco restaurata. Ha dato disposizioni per l'immediata esecuzione dei lavori di una bella fontana nella zona di Gasòn raccogliendo l'acqua purissima che scaturiste da due vicine fonti sorgive. Oggi siamo in grado di comunicare che gli ordini del Prefetto sono stati immediatamente eseguiti in modo che ora, a costruzione avvenuta, la fontana dà da bere a circa 800 persone. Visitato il Comune di Maresego l'Eccellenza Chierici ha disposto la definitiva solida sistemazione di un ponte tristemente conosciuto dai villici (vedi autocarro precipitato nel sottostante torrente, vedi donna che guadando il torrente stesso viene travolta ed uccisa). Dei lavori si è occupato immediatamente il Consorzio per la Trasformazione Fondiaria dell'Istria che ha iniziato già le prime operazioni per la costruzione del punte. Il Prefetto ha ancora ordinato che si inizi subito la costruzione di un ponte nella Val Dragogna, sogno accarezzato per decenni dalla popolazione di quei luoghi che deve compiere chilometri e chilometri di strada per raggiungere la nostra città dato che bisogna girare (tutta la vallata Si potranno inoltre intensificare maggiormente i contatti tra il Comune di Buie e il nostro divisi dal torrente Dragogna e si avrà infine una più rilevante produzione agricola dato che molti contadini possiedono campi oltre la Dragogna e li lasciano incolti perchè per andare da un campo alla propria abitazione hanno da compiere 10-12 ore di cammino. Nella frazione idi Roici esisteva una vasca ove gli abitanti prelevavano l'acqua per bere e per lavare e dove si abbeveravano pure gli animali. Il Prefetto ha interessato il Genio Civile di Pola atìinchè venga eseguito il lavoro per la costruzione di una fontana e di un abbeveratoio e per la filtrazione dell'acqua non potabile. TACI ! Ogni notizia giova al nemico. GERARCHI IN VISITA ALLA COLONIA DELLA CIL Sul vasto prato di Sèmedella che accoglie giornalmente i giovani della Colonia elioterapica della G.I.L. «Nazario Sauro», spessa volte hanno sostata i gerarchi provinciali e locali nonché un Ispettore del P.N.F. da Roma. Il Segretario Federale, il Prefetto, il Segretario Politico hanno ripetutamente visitato la colonia rendendosi conto del suo ottimo funzionamento elogiando il direttore e vigila- trici che danno tutta la loro opera per la miglior riuscita di questa tanto utile attività del Regime. I gerarchi si sono sempre intrattenuti cordialmente con i giovani del Littorio offrendo ad essi dolci e caramelle. Pochi giorni fa l'Ispettore del Partito Giorgio Suppej ha ispezionato la nostra colonia porgendo il suo vivo elogio ai dirigenti per la pulizia, l'ordine, la disciplina che regnano ovunque. L'Ispettore Suppiej era accompagnato nella sua visita dal Vice Comandante della G.I.L. istriana, col. Pietro Graziotto. fi Prefetto tra le bimbe della Colonia Ispezioni del Segretario Federale Il cons. naz. Nicola Benagli, Segretario Federale, ha isipezionato i Fasci di Combattimento di Capodistria, Isola e Pirano dando disposizioni per un severo controllo del mercato ortofrutticolo e del mercato de! pesce. Il Segretario Federale si è interessato dei problemi dell'alimentazione facendo notare ai Segretari Politici l'utilità di arrestare ogni attività di accaparratori di generi razionati. Ha disposto una severa sorveglianza del mercato e dei negozi da parte degli squadristi e dei fascisti che non guarderanno in faccia nessuno e colpiranno chiunque non sarà in linea con le direttive del Partito. Il soldato combatte- duramente sui fronti della guerra ed è giusto che il fascista dia tutta la sua opera e il suo braccio al P.N-F. La patria si tradisce in tanti modi ma il più ributtante e vile e quello che riassume in sè disobbedienza ed indisciplina è la sottrazione dei viveri di prima necessità al fabbisogno normale della popolazione. Non si chiama far la spia, nel senso vile della parola, denunciare agli organi competenti colui, che in barba agli ordini del Duce e del Partito, fa il comodacelo suo, pensando solo alla sua pancia dimenticando che il popolo italiano ha bisogno di mangiare per fare la. guerra, ha bisogno di mangiare sia pure pane e polenta per vincere que-questa guerra totalitaria che sarà il trionfo dei popoli giovani. Tutti coloro che hanno saputo essere indecentemente egoisti devono essere smascherati, segnati a dito e denunciati. Più traditore dt costoro è il fascista che per bisogno di quieto vivere, (*per scarsa spina dorsale O per apatia non denuncia quei nemici della Nazione che devono essere definitivamente colpiti dalla legge. SIA DI ESEMPIO AGLI ALTRI Il Segretario Federale ha adottato il provvedimento dell'espulsione dal P.N.F. nei riguardi di tre fascisti con la motivazione: «Non ha mantenuto fede al giuramento prestato». Essi sono: Vattovani Lino per aver venduto clandestinamente generi soggetti al tesseramento con maggiorazione di prezzi, e per accaparramento di generi alimentari tesserati. Parenzan Ercole per sottrazione di merci tesserate, al consumo normale. Romano Domenico per favoreggiamento iieli' accaparramento ed occultamento di merci tesserate. L' ORA PRESENTE Come è vissuta dal Fascio Femminile di Capodistria In prima linea nel fronte di resistenza interna vivono le donne istriane, eredi di una lunga tradizione di fierezza e di amor patrio, fisicamente e spiritualmente sane, espressione di una razza dura e ferace come la terra delle rive adriatiche. Capodistria, antica avanguardia d'Italianità non smentisce, nell'ora presente, le sue millenarie virtù che il Fascio provinciale e locale potenziano in un silenzioso e tenace fervore di opere. Le madri e le spose che hanno offerto alla Patria i loro affetti più grandi, si affiancano alle giova-nette in una diuturna opera di sacrificio serenamente accettato cooperando alla Vittoria che sarà totalitaria appunto perchè totalitaria fu la lotta. La vita della donna a cui sempre la natura affidò i compiti più impegnativi, anche se svolti in umiltà tra le pareti della casa, acquista oggi un ritmo di forza. Le energie non sciupate in un femminismo nervoso e sterile, ma equilibrate ed organizzate, si concentrano in vista dei superiori fini nazionali. La donna fascista compie silenziosamente i suoi doveri: lavoro e casa, ponendo in essi vigile attenzione, perchè tutto renda, nulla si sprechi, di energia e di materiale, perchè le più piccole cose acquistino* il massimo valore. Nelle ore di sosta, con fresche, inesauribili risorse, suggerite dalla comprensione delle esigenze attuali, la donna presta la sua attività nelle Organizzazioni, nell'assistenza ai Combattenti e alle loro famiglie, ai feriti di guerra e nella Mobilitazione Civile, con la coscienza di affiancare il suo combattimento alle lotte ardue del fronte. Basta scorrere con l'occhio le relazioni mensili sull'attività del nostro Fascio, entrare nelle case beneficate, osservare il movimento di un giorno di lavoro in sede, per farsi un'idea della molteplicità ed intensità di mansioni che dirigenti e collaboratrici assolvono. Ogni richiesta è ascoltata, ogni problema risolto, ogni attività proseguita con impegnativo interesse. Vi sono giornate in cui la sede si trasforma in laboratorio dal quale escono corredini, pacchi tipo per i combattenti, pacchi dono per i feriti. Madrine delle famiglie di richiamati e di Caduti, visitatrici infaticabili entrano nelle case rendendosi conto dei bisogni singoli, confortano, lasciano cadere la parola necessaria a sollevare un'angoscia, a calmare un'attesa, a riaccendere una fede. Visitatrici ospedaliere nell'Ospedale civile del luogo e nell'Ospedale militare di Valdoltra svolgono il compito delicatissimo e difficile dell'assistenza morale ai degenti. Dal gennaio ad oggi le visitatrici dei feriti di guerra, irrcoUaboraziane con l'Ufficio notizie, hanno compiuto con assiduità l'opera di assistenza richiedente, oltre ad una preparazione spirituale particolarissima, tatto, serenità, diligenza. Lettere di degenti, convalescenti e dimessi, di famiglie lontane, testimoniano, con espressioni di gratitudine e di fede, il valore di questa missione che solo la donna può esercitare. Molto si è fatto e molto si farà in ogni sezione: Massaie, Operaie, assistenza alla madre e al fanciullo. Da questo sguardo generale all'organizzazione del nostro Fascio Femminile, ogni iscritta potrebbe trarre un incitamento a collaborare intrav-vedendo in quanti ed estesi campi la donna può e deve portare il suo contributo. Alle fasciste capodistriane suggeriamo un monito che deve essere fede e regola di vita: Lavorare per Vincere. prof Ornella Puglisi LA SQUADRA DI PALLACANESTRO ai Campionati Nazionali dell' 0. N. D. Non ci sembra inutile ricordare ancora oggi il magnifico comportamento della squadra feminile dell'O. N.D. ai campionati nazionali di pallacanestro di Varese: specialmente perchè, siamo certi che c'è sempre qualcuno a Capodistria che non ha nemeno sentito ricordare questo avvenimento sportivo o perchè la sua mente non è portata alle astruserie La squadra di pallacanestro dell'O.N.D. dei tempi e dei risultati che gli atleti si conquistano negli stadi, oppure perchè non ha letto in quei giorni i quotidiani per rendersi conto di ciò che faceva la nostra squadra in quella importante competizione agonistica. • Le brave cestiste locali non si sono fermate alla prima vittoria sui campi varesini ma, fiere del primo duro combattimento riuscito vittorioso, hanno proseguito con tenacia affermandosi pienamente. Duri colpi hanno subito le forti compagini veneziane, napoletane, bo- lognesi dalle nostre atlete che, solo nella finalissima, hanno dovuto cedere la palma della vittoria alla squadra di Milano che, perdente alla fine del primo tempo, seppe nella ripresa trovare l'energia per strappare alle i-striane il successo. Le nostre giovani non speravano tanto però: tra tutte le squadre presenti a Varese, la nostra era l'unica rapresentante di un Dopolavoro comunale ed era partita quindi poco favorita, dato che molti credevano che senza allenatori di classe e senza grandi fendi non si può riuscire nello sport. Ecco data invece dalle nostre cestiste una solenne smentita a quell'errata convinzione; si vince con la volontà e con la tenacia, con l'assiduità e la disciplina. Il collaudo delle capacità della squadra locale si potè constatare sul nostro campo sportivo di Santa Chiara ove abbiamo visto piegarsi con punteggi schiaccianti tutte le rappresentative di pallacanestro istriane, e ancor di più si vide chiaramente l'efficienza della nostra squadra al raduno interfederale di Fiume ove le giovani ebbero l'onore e la sodisfazione di potersi fregiare del titolo di campione interfederale di pallacanestro dell'O.N.D. Qualcuno tra la folla degli sportivi capodistriani, ha sperato quel giorno e forse lo hanno sperato pure le nostre cestiste, che sulle azzurre maglie del locale Dopolavoro sarebbe stato molto bello veder spiccare lo scudetto di campione d'Italia. Stimolata da questa mira, e ancor più dalla volontà di imporsi a qualunque costo e far brillare il nome della nostra città nei primi posti della classifica, la squadra azzurra ha dato tutto il meglio di sè stessa, rivelando capacità di gioco e tecnica non comuni, cattivandosi la simpatia di tutti gli sportivi presenti agli incontri di pallacanestro i quali hanno spesse volte fatto tifo per le bionde ed animose istriane. E' indiscutibile il fatto che essere arrivate seconde significa già una vittoria piena. Se poi si pensa che il successo è mancato per due soli canestri, vediamo che il valore delle cestiste deve essere pien.-im nte riconosciuto. Liete delle affermazioni di ieri, le dcpolavoriste Zanchi, Bran-dolin, Parovel, Scocchi, Ramani, Ben-ci, Stradi, Reichstein continuano con laboriosità e metodo gli allenamenti sicure che in un prossimo domani il primo posto che sembrava irraggiungibile e che invece fu sfiorato con facilità, potrà essere conquistato da loro ad onore della nostra Capodistria. Giubileo di un lavoratore capadistriano. Il camerata Vittorio Vascotto ricorda oggi il suo cinquantesimo anniversario di lavoro. In questo periodo di tempo egli ha dato tutta la sua laboriosa attività nel!' industria tipografica in cui continua i! suo lavoro fattivo. Al bravo camerata vada 1' alala augurale. IL PROBLEMA DELLA SCUOLA La Scuola Materna «Regina Margherita» di Capcdistria ha la sua storia: nel 1939 infatti, come tutti ricordano, venne celebrato il centenario della sua fondazione. L'asilo d'infan-fanzia sorse dopo la sopressione del monastero di S. Biagio, e la calle incassata tra le mura delle case venete del rione si animò da allora ogni giorno per le voci giovanili e per la santa allegria dei bimbi. Nobili capodistria-ni aiutarono sempre l'asilo e tra i primi l'Avv. Antonio de Madonizza, il Conte Giuseppe del Tacco e i conti Francesco e Marianna Grisoni. Conducendo una vita serena, grazie ai molti benefattori, l'asilo giunse all'anno 1870 in cui, per assoluta mancanza di feudi, i battenti si chiusero ai bimbi per non riaprirsi che tre anni dopo per l'interessamento del Podestà di allora Dott. Cristoforo de Belli. Nel 1926 assumeva li nome della prima Regina d'Italia, Margherita di Savoia, tramutandoi poi il nome di asilo in quello di Scuola Materna secondo i dettami della Carta della Scuola che ha orientato verso mete maggiori l'industriosità e lo studio delle nuove generazioni. Chi leggerà quanto stiamo per scrivere oggi non si renderà conto forse di tutto quanto vorremmo dire: non tutti conoscono la vita della Scuola Materna e s'interessano del modo come essa conduce la sua esistenza. La Scuola .ospita circa 150 bambini, pochissimi dei quali hanno la possibilità di frequentarla gratuitamente mentre tutti gli altri bimbi pagano una lieve quota mensile che pur rappresenta un sacrificio per molte famiglie. In tutti gli altri asili esiste una refezione di cui fruiscono tutti piccoli scolari, mentre nel nostro l'anno scorso si ebbe la refezione solo in merito all'interessamento dell'Eccellenza il Prefetto dell'Istria il quale dispose che venisse fornita la refezione ai piccoli durante il periodo invernale. La Scuola difetta inoltre di materiale da medicamento, ha riscaldamento scarso, materiale didattico insignificante. Le insegnanti sono assunte in via del tutto provvisoria e non hanno un vero e proprio stato giuridico, con un com- " penso minimo. Speriamo che nessuno ci rimproveri di scoprire piaghe cittadine: sono proprio le piaghe che bisogna guarire invece, perchè il sano non ha bisogno di cure. Noi sappiamo che queste condizioni alquanto tristi sarebbero eliminate se la Scuola venisse assorbita dall'Opera Nazionale Assistenza all'Italia Redenta. Ecco che a questo punto ci sarà chi obbietterà che Capodistria è troppo italiana per aver bisogno dell'assistenza di un Ente creato appunto per italianizzare le regioni di confine e quelle abitate da alloglotti. Le famiglie dei bambini e le persone di buon senso non mancheranno di rilevare l'utilità dell'assorbimento della Scuola Materna da parte del- rO.NA.I.R. MATERNA „R. MARGHERITA" Si mettano in testa gli eterni ob-biettatori e coloro che contraddicono sempre per partito preso, che Capodistria non perde nulla della sua anima Italiana con questa opera, non viene assolutamente toccato alcun sentimento patriottico cittadino. A ragione Capodistria va fiera della sua Scuola Materna in cui vissero più generazióni di figli della nostra città, ma oggi i pregiudizi di qualcuno e le questioni morali portate in campa da un altro, devono sparire, devono assumere il ruolo di cose di secondaria importanza di fronte agli impellenti bisogni che ha la scuola. Oggi per sostenere la scuola ci si basa sopratutto su aiuti di fortuna; è ormai svanito anche il ricordo delle elargizioni di qualche anno fa ed è utile e doveroso provvedere energicamente perciò, a che la scuola non chiuda come nel lontano 1870 i suoi battenti per mancanza di mezzi. L'unica soluzione è quella che la scuola entri a far parte dell'O.N.A. I.R. Speriamo che venga studiata e accettata questa unica soluzione dalle autorità cui questa iniziativa compete. Le direttive del Regime in merito all'allevamento dell'infanzia non possono essere seguite dalla nostra scuola in considerazione delle sue particolari condizioni attuali.. Il compito della Scuola Materna è quello di e-ducare i corpi e gli spiriti dei giovanissimi al lavoro fecondo, agli studi del domani per servire quell'Italia futura che sarà loro. Solo con una soluzione esatta del problema impostato si potranno raggiungere gli scopi necessari alla vita della scuola: e siamo certi che molti deporranno le proprie fisime per approvare in pieno quanto verrà fatto nella Scuola Materna diretta e sostenuta da un Ente di importanza notevole come è «L'Italia Redenta».— Il nuovo mercato all' ingrosso. Secondo gli ordini impartiti dalla Federazione dei Fasci dell'Istria, nella nostra città sorgerà imo dei tre grandi mercati all'ingrosso per i prodotti ortofrutticoli : attraverso il nostro mercato dovranno passare tutti i prodotti occorrenti al fabbisogno locale e della zona oltre a quelli che devon essere esportati nelle altre Provincie. E' stato' designato un direttore di mercato che ha il compito della regolazione dei contratti di compravendita e che fornirà f produttori del «foglio di mercato*» per il trasporto fuori provincia . Coloro che non intendono per varie ragioni passare per il locale mercato con i propri prodotti potranno esportarli dalla nostra provincia sempre previa autorizzazione della Federazione dei Fasci. Il Fascio di Combattimento «Nazario Sauro» e il Comune si sono interessati ai lavori di recitazione del mercato, lavori che saranno ultimati nel più breve tempo possibile. I NUOVI CANTIERI CAPODISTRIANI Mentre esce questo nostro primo numero, i dirigenti della Società S. A. Cantieri Capodistriani hanno già comunicato al Se gretario Politico che fra giorni avranno inizio i lavori per 1' impianto dei Cantieri nella vasta zona sottostante il Belvedere. Il nostro giornale informerà in seguito i cittadini dell'andamento dei lavori e del loro progresso. Per quanto possiamo finora informare, i cantieri, raggiunto lo sviluppo completo daranno lavoro a centinaia ai operai con un benessere sempre maggiore tra la popolazione, Il cantiere comprenderà sei scali dai quali scenderanno in mare annualmente circa 30 velieri di medio tonellaggio. I consiglieri delegati e i dirigenti dei cantieri oltre ad essere ottimi cittadini, sono pure squadristi e fascisti dì vecchia data: questa è la miglior garanzia che i loro operai non saranno ^fruttati ma a-vranno al contrario tutto il loro appoggio e il loro conforto in esecuzione delle direttive del Duce nei riguardi del popolo lavoratore. „L' ITALIA CONTRO LA RUSSIA" Ad iniziativa della locale Sottosezione dell' 1. N. C. F. si tenne nella Sala Magna del R. Liceo Ginnasio una conferenza sul tema „L' l'alia contro la Russia", oratore il prof. Domenico Venturini. Il pubblico ha seguito con interesse la interessante tesi svolta dal camerata Venturini. Nel prossimo numero daremo ampia relazione della conferenza. CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE La morte del fascista GIUSEPPE NORBEDO È deceduto a 59 anni il camerata Giuseppe Norbedo stimato ed apprezzato da tutti i cittadini e da tutti i fascisti per la sua opera attiva e laboriosa verso il Partito. Egli resse per diversi anni il Gruppo Rionale Fascista F. Giachin di Valdoltra come Fiduciario. Durante i| periodo squadrista ebbe a subire diverse angherie dai comunisti che più volte gli danneggiarono la proprietà perchè non volle aderire al!e loro idee. Ai funerali era presente il Vicecomandante della G1L per il Segretario Politico olt'e a gran folla di cittadini. Ai lati della bara prestavano servizio d'onore gli Avanguardisti Moschettieri: seguiva il feretro il gagliardetto del Fascio scortato da squadristi e giovani della G 1 L. Direttore responsabile il Segretario Politico Bruno Boico.