ORGANO DELL* UNIOME ANTIFASCISTA ITALO-SLAVA PER 1L CIRCONDARIO DELL* ISTRIA IN QUESTO NUMERO POTRETE LEGGERE: 1. pagina: a) Primo giorno rli scuola 1>) Comíerenze aimuali di i * a ri i I o c) La guerra por la difesa della œgkratizia e della veril à» 2. pagina: a) 15(1 milla persone a Doilemjske Toiplice b) Condannati «|li ineemdiarj di Saliveilla e) Che rosa deve ron í enere un rogolamento tarif far i 3. pagina: a) Per la miigliore difesa 1j) Sul ipoteniziamento deil porto di Fiume e) Sovro.mi zazioné do Romania 4. pagina: a) Nolizie sportive i*. mpeizione — Reidaziorae — ammiín. tV'lta Sanitario 26 - Capodis,tria tel. 128 ANNO V. No. 259 Capodîsiria, Lunedi 8 setiembre 1952 5 Din. - 10 LIHE ABBONAMENTI: T. L. T. Zona Ju-gcislsjva e nelLa R. F. P. J. Anno dim. 250.— sem. dim. 130.— Sped, in -c. c. (postale. PRIMO SIDRNO DI SCU0LÄ LA POUT/GA ESTERA DELLA REPUBBUCA JUGOSLAVA AHORNO AL PETROLIO PERSIANQ Oggi, nelle scuole della nostra zona, iniziano le lezioni del nuovo anno scolastico. Ed e un grande avve-niménto. Non solo per i piccini che varcano per la prima volta la soglia di un aula scolastica, ma per i geni-tori, per noi tutti. Perche i bimbi sono un patrimonio prezioso, sono l orgoglio e la speranza di tutta la nostra societá. A loro sará affidato il compito di continuare la nostra opera, loro saranno i difensori delle nostre conquiste, le conquiste della lotta rivoluzionaria delle nostra cías-se operaia. A nessun membro della nostra collellivita e indifferenle come i bimbi sono educati ed istruiti nelle nostre scuole. Se oggi i nostri lavoratori amministrano e dirigono le loro fabbriche, se hanno la parola decisiva su tutti i problemi della vita económica e sociale, non possono cortamente disinteressarsi di un fallare casi importante nella formazio-no della futura generazione quaVe la scuola. Questa cura particolare per le nostre scuole il potere popolare Vha sempre avuta. A costo di grandi sa-crificJ, in questi sette anni, sono state create le condizioni materiali piíi idonee perche fosse rimediata una delle pin gravi ingiustizie consúmate dal fascismo sulla nostra gente. Oggi nessuna madre della nostra zona e in trepidazione per i propri piccini. l a madre slovena sa che il suo bimbo entrera nella propria scuola na-zionale e sludierá nella propria lingua materna. Cosí la madre italiana, cosí la madre croata. Ma non e solo questo. NellfP nostra scuola non ce piu posto per Veducazione di parte, tendenziosa. La nostra scuola non ha da islruire ed educare dei serví di un regime, non ha da elevare giovani schiavi di una ideología brutale f;he divide gli uomini secondo la raz-za, la lingua e la religione, che giusti-fica il delitto, che esalta Voppressio-ne e la divisione in classi. La nostra é una scuola moderna. E9 al servizio 11 giorno prima, tra grida di giu-bilo nelle cittá, crollava la «formi-dabiley) armata di aotto milioni di baionettey> proclamata demagógicamente ai quattro venti dallo «stori-coy> balcone di Palazzo Venezia. Vitalia fascista t— stato di oppressione nazionale e sociale, dittatura del capitalismo piu. reazionario — crollava sotto il martellare dei popoli liberi, dilaniata alVinterno dalla naturale resistenza del proprio popolo che al-Voppressione ed alio sfruttamento op-poneva la lotta silenziosa delle bat-taglie cospirative. 11 9 setiembre, nella nostra regio-ne, sotto l'impeto travolgente della nostra gente, vessata, sfruttata, irrisa per due decenni, cadevano i presidí badogliani e fascisti. La marea, armata di roncóle, di falci, forche, di fucili da caccia e di qualche rara carabina eliminava per sempre quel-lo che fu Vodiato potere fascista. E accanlo alVuomo del contado, op-presso per secoli nazionalmente e socialmente, combatteva Voperaio italiano di Rovigno, di Isola, il conta-diño di Valle, cui lo sfruttamento fascista aveva stillato ogni goccia di sudare. S'erano trovati per secoli as-sieme a piangere la comune miseria. Uodio nazionale, seminato ad arte, non era riuscito a separarli ed ora Vitaliano, il croato e lo sloveno si ritrovavano assieme, armati, dinanzi al comune nemico. La linea di lotta e di fratellanza del P. C. J., portata in queste terre dai primi comunisti, dai primi repartí partigiani a gli albor i del 1942, trionfava nella prassi. II 9 setiembre 1943 non rappresen-to per noi ne un punto di partenza ne un epilogo, esso fu un naturale trapasso dalla pluriennale lotta antifascista cospirativa e dalle prime a-zioni partigiane alV aperta incurre-zione armata di tutto il popolo. Sor-ser n i battaglioni, le brigate e le di-visioni che conlinuarono la lotta contro Voccupalorc germánico. Essa fu dura o cruenta. Molti, i migliori, la-sciarono la loro vita sulle pietraie del Carso, nei boschi della Slovenia e del Gprski Rotar, nelle imboscate deiristria bassá, nei quotidiani scon-Iri con il nemico, ma il loro sangue fu pegno di vittoria e della liberta che, appunto per questo, oggi e la cosa pin cara che possediamo. Essa e stata conquístala con il sangue dei nostri migliori compagni. Nei mentre ricordiamo questa data, cara ai nostri cuori per quello che ci ha portuto, riconfermiamo ancora una volta la nostra decisione di essere priynli a. difenderc le conquiste che da essa sono scaturite: la liberta nazionale, la fratellanza, la democra-zia del popolo, il socialismo. Ribadiamo questa nostra decisione alVattuale imperialismo italiano al quale le date delV'8 e del 9 setiembre 1943 nulla hanno insegnalo e che ribalte le orme dei suoi predecessori in camicia ñera. La ripetiamo ai suoi alleati «di sinistra» che del marxismo-leninismo fauno oggetto di feroce inganno delle masse lavoratrici italiano, prívate dei frutti del loro 9 setiembre in seguito alia política ser-rile agli inleressi di Mosca del par-tito cominformista italiano. Come nella lotta, la nostra mano e tesa, ma non a costo della nostra liberta e del nostro avvenire. Non si possono calpestarc le ossa dei nostri morti, i nostri inenarrabili sacrifici, sostenuti. nella lotta e nei periodo postbellico. Non si puo calpestare la nostra coscicnza di classe, giá sfruttata e oppressa, assurta oggi a parí roña della propria economía e del proprio stato, in sostanza, del proprio avvenire. del progresso dell umanitá ed inse-gna ai bimbi a pensare liberamente, a battersi per la giustizia e la veritá. La nostra scuola e al servizio del popolo lavoratore! Al popolo lavora-tore devono rispondere gli insegnanti delle nostre scuole ed a nessun al-tro. Essi lo sanno e nulla tralascie-ranno perche i giovani a loro affi-dati crescano degni della nostra época, degni delle grandi conquiste so-cialiste. Quelli che di tutto cid non si rendevano conto e preferivano ser-vire altri padroni e non la classe la-voratrice se ne sono andati, se onesti non hanno che da rimpiangere di a-ver perduto Voccasione di formarsi essi stessi, insegnando, e divenire uomini liberi, combattenti sul grande fronte del progresso umano. Gli altri hanno dimostrato giá l’an-no scorso di amare questa nostra scuola moderna. 1 risultati registrati alia fine dell’anno scolastico parlano eloquentemente. In tulle e tre le scuole nazionali il progresso e stato molto evidente e non rimane che a perseverare. Le condizioni esistono tulle ed i nostri insegnanti non a-vranno difficoltá a continuare nei proprio elevamento professionale ed ideológico. Vero e che molti son giovani, privi di esperienza, ma le Asso-ciazioni degli insegnanti dovranno proprio per questo svolgere quel grande ruolo che loro spetta per lo scambio delle esperienze fra gli insegnanti, per daré ai piu giovani una conoscenza sempre piii profonda su tullí i problemi, per remlerli sempre piu temprati nella loro difficile opera di educatori. Sopratutto noces-sari a e la ciliar ificazioie nei campo filosofiQO. Ogni traccia di misticismo, di preconcetti, ogni faisitá scientifica e storica deve essere barulita dalle nostre aule scolastiche. Uamore pa la scuola deve venire in espressione anche nelVaspetto esteriore delle nostre scuole. Il bravo insegnante saprá attirare tutta la popolazione del villaggio e della cit-tadina perche Vedificio sin pulito, Xorlo ed il giardino scolastico curato, le aule addorne. 1 bimbi senti-ranno di avere nella scuola una se-conda casa, frequenteranno con placeré le lezioni se i nostri insegnanti sapranno suscitare in loro una continua insaziabile curiositá e non li annoieranno con lezioni pesanti, fat-te solo di parole, parole, astratte, ande. Per questo non si lasci ammuffi-re nei laboratori e nei gabinetli il ma-teriale didattico, non si stanchino gli insegnanti di far esperintenti pratici, di portare i ragazzi direttamente neh la natura per studiarla, nelle fabbri-che e nei cantieri per conoscere gli oggetti ed il procedo di produzione. I bimbi appartengono alia scuola anche quando sono finite le lezioni. Non tutte le famiglie sono in grado di seguirli abbastanza. Ci pensi l insegnante, chieda Vaiuto e la collabo-razione delle organizzazioni che si interessano delVinfanzia, organizzi nei doposcuola una maniera sana di svago e di istruzione. Quante cose il ragazzo non puo apprendere e svi-luppare in iscuola! Lo si aiuti perche possa farlo nelle ore libere. I nostri insegnanti tutte queste cose le- sanno. Dobbiamo noi, tutta la societa, continuamente aiutarli nella loro delicata o, non facile opera. Essi hanno nelle loro mani un delicato e Scnsihile materialc umano da plasmare. Siamo sempre vicini alie nostre scuole ai, nostri insegnanti. Espri-niiamo loro il riconoscimento sociale della loro opera, dei loro sacrifici e della fatica per fare dei nostri figli degni cittadini del nostro libero paese. M.A. Piü stretia collaborazione con le nazioni limítrofe fllMniREVOlE OSTINnZIONE di MossaM e dei oazionaiisti Il recente viaggio di una delegazio-ne dei nostri deputati popolari in Grecia, dopo la visita di un gruipipo di parlameintari greci in Jugoslavia, l’annuneio di una iprossima visita di deputati turchi, la conclusione dol-l’aocorido jugo-austríaco di Bad Glei-chetiberg sui terreini di confine i sul piccolo trafilen di frontiera (dopo il viaggio in Jugoslaviia dell ministro do-gli Esteri di Vianina Gruber) sono altrettante taippe sulla via di una maggiore, pip intensa e piü larga col-laborazione internazionale e della cómame esigenza dii salvaguardare la pare nei delicato settore dei lia lean i, attraverso il Tatforzamrento delle capacita dIfrn.-ive contro la minaccia di una aggressione. La política estera della Jugoslavia non e determínala da moventi con-tingenti, ni; da speeulazioni sulla par-tieolare situazione attuale in campo initermazionale, ¡ma da prineipi gene-rali fondamentaíli. Si tratta quindi »li lina poliliea a largo respiro, il cui presuipposto piü importante e permanente i: il principio dello staibiRmien-to di rappnrti democraliri Ira tutti i popoli, del piü completo rispetto di questi rapiporti e della piü larga eol-laborazione política, económica e cultúrale tra i vari par-i, ¡nidipendeinte-meinte dal loro ordinamento interno. La cooren te fedelti a questo principio, rapipresenta un importante fait-tore di pare o perianto lo stabiilimein-to di amichevnli rapiporti tra la Tur-ehia, la Grecia, e l’Aiustria da una parte e la .Jugoslavia del!'altea, quale risultato della nostra política estera ¡-pirata a tale principio, e in definitiva un for-te contributo alia salvaguardia della pace nei Balcani. Non i: injportante elle la comune volonta di un gruippo di paiesi »li salvaguardare la propria indipendenza e la propria liberta, sia espresisa in un patio militare o di altro genere. Multo piü importante e che tra questi paesi vi sia la piü completa e sincera fidueia, nonché il vivo desiderio di migliorare ed appirofond.ire im ogni campo i loro raipporti. Inovitaibilmen-te, nei momento del perieollo, essi .saranno Lauco a Raneo. Nella mfotuta in cui miígliorano spstanzialmcnle c si ampliano i raipporti tra i paesi amanti della pace, si scoraggia l’ag-______ ^ fio NOTIZIE DA TUTTO IL MONDO LOiN'BRA — A unai msíMfeBlazior ire üierea ávoilltsai .siuHLaeircipointo di Fairlnterciugh, ¡un aacciia DH 110, ctelpn aiwir iréigigiiumbo la vreíoeltá s.u-peirBonica di 1120 ichitameilir.i eflil’oira. c i'lmipriovv.iBia/manite acciptpiato al cfinliro delTaerodromo .a utn’aJltezza dii 60 metó 'dali ¡siuolo. Si contorno 25 viilltima tria ¡gld ¡sipeitteteirii p;iü diue marrjbni dieili’eqiuliipajggio. TRIESTE — Iginfetó hcintio eippiic-ctlto :¡l duoicio aililliinjgneislso della sede dteil Mavrmemito iSocialle Itlali-amio di Tirieata I danini aimimoinitano' iai 250 milla lire. Non 'vi isono ¡statte vitti-mie. CiAIiRO — lili igelneirale Nagib ha proiciediuito atl'L’ainrielsitio dir irentarf'ue alte ipérseinaliiltá id'elli imonldo político eigleiairto tira ¡le ¡qiulaili ¡iil seigretarlo dell Waf'd, Sairah Eli Diim. gressoro e diminuscono consegucnte-mente le possibilita di una aggressione. Sotto questo aspetto, l’attuale stato dei rapporti ¡tra la Jugoslavia e i paesi vicini, non íacenti parte del hlooeo soviético, costiluisce una sonora sconfitta della política di pres-sioni, di provoca'zionii e di intimida-zioni, seguita da Moisca megli ultimi quattro anni per isolare il nostro paese. I risultati raggiranti dalla política estera jugoslava nei miglioramento dei rapporti con alermi paesi vicini, l’accordo jiugo-aiustriaeo di Riid Glei-ehenberg e ravvio a soihtzione di al-cuine questioni greoo-jugoslave, stan.no inoiltre a d,¡mostrare come tutti i pro-blcmi controversi possano essere fácilmente risolti, quando si é ainimati da sincero ed amiehevde desiderio di collaborazioine. Nessun acoordo é iuvece possibile quando manca questo desiderio da una parte. Cosí e per la questione di Trieste in particolare e per i rapporti italo-jiugoslavi in generale. La ipreca- ricta di questi rapporti non puo espere modifícala dalla sola buona vo-1oírla della Jugoslav,ia, la quale non è responsabile di questia anomalía nei complesso delle sue relazioni con i paesi vicini non eominformisti. Non si potra raggiungere Tauspicata di-stensione nei rapporti Ira le due re-pubbliohe adriatiehe, finché nella vi-ciina penisola non verra meno la pre-concetta osti! i ta contro la Jugoslavia, non cadranno le assurde pretese del vecolrio imperialismo italiano, non sará posta al bando la pratiea delle man ovne ricattaitorie e non si rico-noseerà l'importante ¡ruolo della Jugoslavia per la difesa della pace in questo settoTe d’Europa. Gli ultimi avvenimenti, in relazio-ne al positivo svil-upipo delle relazioni Ira il nostro paese e i suo vicini, conform ano, in definitiva, l’importante aippoggio dato dalla Jugoslavia agli sforzi generali de.lil’umanità per man-teuere la pace e per sviluppare sempre, sia per aiupiezza che per conte-nuto, la pacifica collaborazione intor-nazionale. Renzo Franchi . ■v; àiï&r. ri “ 111#^ ,í- TOH I PROVOCATORI! Il non troippo inatteso rifiuto di Mossadegh di accettaTe le proposte angio-américane per la soluziorie della icomitroveiîsia sul petrolio, conclude la fase di intensa attività diplomática, iniziatasi nei primi giorni dello scorso agosto. Come è noto, il sette agosto, Mossadegh indirizzava alla Gran Bretagna una nota diplomática con cui dichiarava di essere pronto a riprendere i negoziati can l’ccAnglo-Inamdan Oil Company» sulla questione del risarcimento dei danni alla compagina. Il presidente persiano chie-deva inoltre che l’Amglo-lrauian pa-gasse immediatamente i dieci milioni di sterline che deve alla Persia, e che il governo di Lomdra sbloccasse tutti i crediti iraniani ¡presso le hanche inglesi. La nota persiana dava il via a eon-sultaizioni tra Lomdra o Wasliington per concordare un attoggi amento comune e ad una serie di inconlri a Teherán Ira i raippresentanti dipilo-matioi britannico e americano e rap-presentanti del governo di Mossadegh per consentiré agli oecidentali di sag-giare il terreno in vista della presen-lazione di nuove proposte per la so-luzione della controversia del petro-lio. Tala proposite vennero preséntalo uffi-ciosamente a Mossadegh il 27 agosto e succeasivametite, in forma uffi-ciale, il 30 agosto, insieme ad un mes-saggio di Truman e di Churchill. La sera dello stesso giorno, dopo il col-loquio con Middileton e Ilemderson ed una seduta del gabinetto, Mossadegh annunciava dalla radio di Téhéran che il suo governo non poteva accet-tare le proposte anglo-americane. La rispos ta officiale a queste proposte verra pero data dal parlamento persiano, le cui due camere sono State convócate da Mossadegh per il dieci e il 13 setiembre. La controversia anglo-irariiana è a questo punto giunta ad una fase parti col arm en te delicata e, sotto molti aspeitti, decisiva.. Di qui probabilmen-te il motivo per cui Mossadegh ha t ARCIVESCOVI E VESCOV1 FASCISTI La guerra "per la giustizia e la verita' La “Intelligente“ collaborazione fra la chiesa e lo stato fascista Oigigii' maintielffliaimo la prorasisisla' -faitita nlsll eiimero preqedenite, osisia di formiw! la iprova diocumnleaitata del ianaltiismio f aisle iistai ad aidid'irit.tura iguerrieiro idlellTamcdViascoivo di Gari-iziia Mairig'Otltii. A qiuieisito ipu'nito giova riieoirdiare e iprecilsiaire: 1.) dhe. il Margoititi (icbnltienraineo di Miu'sisoiliini, af pani dii Rino Alasiai, oefelhraitiasiimo di-ireitltioirie die «11 .Piaeollo» di Trieste) quale ipriinlcipie. aincii'V'eisco'vo dii Go-miiziia era il 'mletropoliiba dii moinis. iSanitin e dieigli ¡altrii vesiooivi idefla inictslhra Relgiioue ,e. percio icoliui ohe idiavia il itanlo ed imipaintirva die diiij't-tiilvie ailiFelpiisicoipalto giSuliiarao peir «ila .imltellilgieinitle icioillaboraiziioinie fra la Ohiielsa e lo istalto fasdiiaba», corllabo-raziione ohe qiui ida n,oi ,s!i els.tiriinse-oaivia, meilla delliititucisa oipara di ,s,na- I maesfri della falsificazione e deli’odio Osservando la terrificante fotografía pubblicata in seconda pagina dalla niiova edizione del giornale di Rina Alessi nei suo numero del 3 corr. ci siamo detti: «Toll, finalmente anche il giornale del grande e fedele amico di Mussolini — ora divenuto terziano frahcescano e percib pentito degli inf initi mali, r ovine e lutti cut ha dato il suo generoso contributo con la crimínale e forsennata propaganda da lui svolta durante la era imperiale del littorio — si è deciso a pubblicare una documentazione degli orrori ed abbrobri dei campi della morte di Arbe, di Dachau e di altre localité ugualmente famigerato dove il sadismo sanguinario, feroce c criidele del nazifascismo ha cércalo uno sfogo al suo odio contro Vuma-ritá che ha sacrificato al Moloh di Hitler e Mussolini trenta milioni dei suo¡. csseriyy. In un serondo tempo ci siamo cilio-rG se questa non fosse la documentazione dello stato di miseria, di ab-brutimenlo e di trogloditismo in cui vivono o si moltiplicano nella «Italia degli Eroi e dei Santiyy, nella «Italia maestra di civiltà e di vero progresso nei mondo» intere popolazioni della Lucania, della Calabria, della Basilicata e di altre regioni dello stivalo-ne, nonché dei diniorni di Roma dei Cesari, dei Papi e. di De Gasperi. Fu solamente loggendo la didasca-lia, chiarificatrice delVarcano, che ahbiamn potato apprendere come la fotografía, — attraverso i «sapienti» (ma in veritá troppo mani fest i) truc-chi dei maestri in materia del «Giornale di Trieste» — rappresenti le sembianze, rese terrificanti con ri-tocchi ed altri espedienti, dei mem-hri della famigiia salita in questi giorni agli «onoriyy della citazione fra gli avvenimenti intern azi on ali, merer la grottesea montâtura di un modesto episodio in zona di confine, al mi fondo sta il contrahbando. Basta infatti la lettura del seguen-te titolo su quattro colonne, pubbli■ cato a grossi caratteri dal precitato organo di Rino Alessi, per formarsi una idea delle nberrazioni di cui sono capad coloro nelle cui vene scorre tuttora il sangue avvelenato di odio razziale fascista: «Una delle piu clamor ose evasioni della térra istriana. Come una mi-grazione bíblica i fuggiaschi nelVal-ba piovosa. Marito e moglie, sei figli, un carro attrezzi, cinque bovini, una capra e cinque oche. Solo la botte con la biancheria rotolo verso i pie-di della sentinella jugoslava.» Meno male che la «migrazione bíblica y>non é avvenuta via mare, diversamente chissá quante colonne di piombo sarebbero State impiegate per descrivere le onde delVAdriático che (Segue in IV pag.) CcunfUoM di In Trieste, dove, col beneplácito degli «slramaledelti» inglesi, la Juo-ruscita dei rigurgiti di fogna del . fascismo, é stata festeggiata dai ca-merati vecchi e nuovi con gli assas-sinii a colpi di coltello degli ope-rai in tula lungo il Corso; con le rafjiche di mitra contro i circoli di cultura popolare che hanno tróncalo la piovarje esistienza di Einilia Passerini. In Trieste, dove ad iniziativa del primo magistrato ciltadino, la lep-paglia f\ascisla ha potuto fornire nei marzo scorso un nuovo saggio delle sue «prodezze» e dei suoi «ardimen-ti» i.\:l vecchio e nuevo stile crimínale, In Trieste, dove la pa-esenza e la aberrante retorica fascista degli ex gerarchi Anfuso, De Marsanich, Delcrctx et. simiM sono stali salutc-ti con tripudio di canti fascisti e di saluti romani dai camerati vecchi e nuovi. In Trieste, dove i detentori irre-dentisti di depositi di armi, di mu-nizioni e di esplosivi sono usciti dalle aule dei tribunali gloriosi e trionfanti di ogni hegge e con supremo scorno della giustizia. In Trieste, dove la presenza e Vasssurdo mostruoso id)i imnenare una campagna di proteste per una lapide bilingüe che ricorda i no mi dei caduti italiani e slpveni; fornendo cosí una nueva lampante dimostra-zione della profondilá dell’odio razziale inocúlate dall'irredejitismo, reso piü acuto e uelenoso dal lastimo. In Trieste, dove, attraverso ¡a elencala serle di fatli ed episodi (a . prescindere di tanii altri ugnal-niente significativi) si é formato nuovamhnte un clima di intolleran-za nazionale e di provocazioni típicamente fasciste, non poteva mte-glio essere celebrato l’arrivo dei 21 m.ppresentanli del governo di Roma «faro luminoso dtslla civiliá e del progresso nei mondo» nei G.-M.A. di Trieste, se non offrendo un saggio del come il fascismo irir-slino, peggioralo dalVirredenlismo, sappia mantenersi coerente e fedele alie «glorióse» tradizioni che risal-gono ancora alVepoca delle «epi-clie» imprese e gesta dello squa-drismo comándalo da Francesco Giunta. Questa. la cornicc storica e questo il clima lócale in cui si é mo-turata alie ore 21.15 del g. 1 corr. la crimínale impresa del procúralo incendio alia porta d’entratn del-Vlslituto Técnico Commerciale Slc-veno, cosparsa di benzina. I rappresentanti dell’«Italia degli Eroi e dei Sanli» possono senürsi fien di un simile saluto al loro ar-rivo da parte della «ardimentosa, fiera ed indómita gioventñ italiana di Trieste» che richiama al loro ricordo, con le nuove jiamme, quel-le piü luminose c splendenti del Balkan e di innumeri altri edifici e case degli odiati slavi. ¡zio'nialiizzaziionb idieille genfi silavie, at-'Isra-vielríso gilí aitlti del culto e la mis-siome ipastaralle del clero alto e bais-iso; 2.) che ,i due te-rzii del g.riegge della andhidiocesi di Gorizia, affi-fidiato ¡alie cune del MargoMit, ©rano ¡skwanii; 3.) che Tare. Mamgoitti, dcipo la riimoizioinie d¡el vescovo Fo-igair e1 silmo aillo, iinseidiiaimenito di ¡momis. Sainitiin nelle dioieeisi riiunite ¡di TTieisíOe ¡e CapoldüiSitirla, ossia per oílitire idüie alranii, ha daten',uito il go-vemo a!nicihe dii q'ueisitie ¡coime ammi-niiisitina'toire aipolstalico; 4.) che ill s-e-imlnlEirio imaiggiore d'i Gomilzia, da cui ¡uisciilvainlo itiultti i predi per la cu-ira id’a'niiimie delle geiniti caittaliche, della noEitin» Regióme, eirá alie direit-ite dlipenldleinlzie ¡de:l Margoibti sltteissa, il quale, per imprimare uin eariatitie-,re lulniiibario all'lla formiazioinlé iitaliamia-¡falscilsíta id'ed nuovi preiti, giá aveva inivalno prelueso, durante la ipreseinea iin Triaste dal ivaslcovo Fogar, la oeinilir.aliizizazi'omie idiei comal teologiici dei ¡chitar,iicii. iPretmaaso un itamit», eococi alia «Gincolsine Rilservata» che puó defi-¡niirsi atoriioa ¡poilahé ct oifflre u,n i¡n-idiiae ¡ailg¡ntiifiiic¡a!üiivo dell ¡cliitaa politi-co-treUÉfoOo fóirmatosii, durante la «fel'fldiicai» era mussolmiana, nella inolstina Reigiane maneé la voloint'ero- ' sa, emUiuGiiaGitiiicai ed «itnilieiWiigi&ríbe col-1 albo raíz iiomei» coi geiraiichi, fascisti, dciTane. Miairigoi'.ltii, del \'ei3c. San-itilni, deMlamimiiniiSitiraitarfe apoisto-liico ¡Siiroitliic ie die¡l loro seguito. II dioicumeimnito' parta la data, del 26 lluigliiio 1640, é usicito dalla resii-idenza dii Gociizla idii + Cario, Arci-¡viasiocivo, ¡eld é ¡milito,!,silo «¡Urna parola al nci3t.ro claro heiliTora pirieseinte.« Premeisiso clhe «dopo l’entrata in guerra dell’Italia, ha voluto seguiré atteniamente la condotta dei suoi sacerdoti di fronte ai nuovi problemi pastoraü», monas. Mairgoit-ili .si vede «coslrelto a lamentare non poche incomprensioni nei la-voro richiesto dal momento storteo led, in certi casi, perfino una passivitá che non dovrebbe riscon-trarsi fra i pastori di an.j¡a¡s». Rálevalto quiinldi che «ogni dome-nica tutti i repartí del nosro glorioso esercito, come é naturale, per dei buoni cattolici nei clima del fascismo, desiderano recarsi alia chiesa per soddisfare il precetto festivo» 11 Mangclliti alüerma che gli «sono stali denuncian dei casi che lo hanno afflitto. In alcuni luoghi, pur trovandosi in chiesa, insieme ai jedeli allogeni d,el luego, solduii in buon numero, oltre a molla giover.-lú del Littorio (lojnmata comí «f sa ¡día «figli de,lilla ¡luipa», ¡d'¡a «ibalüila,» e día «aivanguiíaildiisili» isloveimi, da «piic-oqle © gravan! italila.nie.» siovenie) non si psnsava a lerpre per essi un breve discorso in italiano». Aidldqeiaaita qiuelsla grave ¡colpa ai ciuraltori diilniiima «al¡'. o gene,», ossia sloveme, muras. ¡M¡mr(g¡o't.tii .prosfguac «Tutti i nostri sacerdoti sanno bc-ne che cesa avvierie ora in Italia, do, con la vittoria dellft sue artni, unitamente alia sua potenlie Allea-ta, una pade duratura ed un assetto stabile che garantisca tale pace; oppure mai una parola di approva-zione ai Capi o di elogio ai bravi soldati, mai un’esp;pssione che di-mostri un poco di ,entusiasmo o, almeno, la fidueia nell’aiulo celeste, mai un invito a pregare per la villoría. Nulla contro, siamo d’accor-do, ma nulla pro: Silenzio, assen-teismo, passivitá. El troppo poco per noi, sacerdoti ed anche per diei (Segue in IV pag.) preferito lasciare ai due rami del parlamento la responsaibilila di ri-'pon-dere officialrrouiíe alie, proiposte oe-ci.dentaili. La deoisione, del presidente persignó in talle sen so, riflette la sua difficile, posizione derivante da due oppoisle esigenze, iniconeili aibifli tra loro,. Da una piarte Tintramsigenza dei nazionalisti ad oltranza — quelli stessi che lo scorso lucilo lo hanno riporitato di forza all potere e che no¡n intendono accefctare aleiin com-proinesso eon la Grain Bretagna — llalli a,lira la nacessita di sanare in c] 11 a le i te modo, e nei piü hreve tempo possihilé, la situazione aeonomieo-finanziaria del paese, che diviene Ogni giorno piü grave, per la man-eanza dall’unica vera fon te di intro-iti: Findustria del petrolio. Malgrado tutto, la prima esigenza c ancora la piü forte. La parola d’or-diíie della completa indipendenza de.l-1 Tran e ancora sostonuta validamente dalle masse popolari a 18 mesi di distanza dal eolpo di pistola che ue-cise Tex presidente Ali Razmara. Onella dei nazionalisti persiami é una fanática ostinazione che puo sembrare. irragionevole alia sólita opinione pulibliea dei co»idetti be,npensanti, ma elie iuvece e sempilieeimente ammire-vole. Non vi e dubbio clic die,tro questa intransigenza naziona,lista, in quanto diretta euntro gli oecidentali, si muoc vano gli agent! sovietiei del partito Tudeh, ma seml>ra, per il momento, abbastanza certo che questi potranno liberamente aigire fintanto che la loro attivitá sará positiva nei senso che si svoiligerá entro i lim i ti del mo vi-mento nazionailista per rindipendenza del paese. Tutta via, il perieolio del Tudeh, alio stato potenziaJe, rimane, considerate lo difficoltá interne del paese. Gli oecidentali, che non manca no occasione per soltolineare questo perico] o, dehbono quindi aiutare la Persia a superare le sue attuali difficoltá, ma senza condizioni, accettando cioe realistieamente lo stato di fatto deirindipendenza persiana e delila na-zionalizzazione delTindustria del petrolio. Le proposite attuali invece pre-vedono la concessione di un modesto aiuto da parte degli Stati Uniti, solo a eoindiziome che i dirá gen ti persiani aceettino una soluzione di compro-messo sulla base della coílJahorazione con rorganizzazione dell’Anglo - Iranian Oil Company per la vendita del combustibile. Bisogna che Londra e Washington comprendano che la soluz?ione della vertenza del petrolio deve essere ri-eercata nei riconoscimento piü completo detl diritto dei persiani di di-sporre liberamente del loro petrolio. La speculazione della Gran Bretagna di attendere che la situazione interna della Persia diventasse tanto grave da eostringere Mossadegh ad accettare le condiizioni di Londra, si e dimostra-ta, poco lungimiTante e anche perico! osa. Bisoigna rinunciare ai veccdii ed anti- deimoeratici diritti, accettare la reailtá della situazione ed aiutare il popolo persiano, nell nome del. progresso e del diritto di ogni populo alia propria indipendenza. NELLE ORGANIZZAZIONI DEL PARTITO DI PIRANO LE COMFERENZE ANNUALI E L’EMULAZIONE PRECONGRESSUALE Dopo che nella seduta plenaria del C. C. del P. C. della Jugoslavia del 27 maggio 1952 venne deciso che il 19 ottobre corr. anno si terrá il VI Congrcsso del P. C. J. gli organi del Partito del distretto e deHa cittá in-dirizzarono rattivitá delle organizzazioni di base del Partito alia prepa-razione delle conferenze annuali nelle quali vengono eletti i segrelari ed i sostitutii deJ'Je stesse ed i delegati per la conferenza distreltuale del Partito. Inoltre Porganizzaizionie di base del Partito, dopo la decisione del Comí-talo Gittadino, si preparano per la conferenza cittadina del Partito che si terrá ¡I 21 c. m. Quest’anno le conferenze annuali delle organizzazioni d:i base del Par-tito e degli organisimi superiori del Partito assumono Tin carattere di ri-levante importanza perche si svolgo-no ne.l periodo preparatorio del VI congresso ed a seguito di un periodo di rilovante rafforzamento del modo di avanguardia del Partito tra le masse lavoratrici in lotta ner l’cdificazio-ne socialista, nonché periodo del fio-riré del nuovo timo - socialista — di democrazia del nostro paese, ca-raíteriz^aío dalla gestione operaia del-Tccoiiio'nniia. Tu'ttoeio smaschcra co-stan temen te i presuinti soeiailisti e il f rosunto socialismo nellTJRSS. Con l’inizio dei preparativi per lo conferenze annuali deillle organizzazioni di baso del Partito, lia cominciato la gara di emulazione in onore al VI Congrcsso del P. C. J. Percio le organi zzia z,ion i di base inlr a mesero una vasta attivitá moibiilita loria in vari posti di lavoro per comprendere le piu larghe miassc in questa prepara-zionc prcicongressuale, e qui .si rilleva di falto che il Congresso del Partito non e solo il congresso dei suoi mera-bri, ma il congresso di tutto il popóle. Fra le vario organizzazioni di base che cosa sta facundo questa Nazio-. del Partito della cittadina, nella pre-ne per raggiungere le sue mete, per ?ia raz ione delle conferenze annuali del assicurare alVEuropa ed al mon- Partito, le migliori si sono dimosEra- te quelle dei nostri maggiori collet-t i vi di lavoro e precisamente dei Can-ticri Piranesi e della fabbrica ex Sail-vetti. I membri del Partito dei Cantieri Piranesi neJle riunioni p.repara-toric per la conferenza lian no diseus-so profondamente sulTatlivitá d’avan-guardia svoilta dal Partito nei collet-tivo. In questa oecasione è stata nomínala una commissi one per la cornil il a z i o ne della relazione annuale del lavoro svoilto, rdlazione che verrá presen tata alia conferenza dell’orga-nizzazione d¡ Partito che si terrá il giorno 10 c. m. ed alia quale sono stati invitati a partecipare gli opérai del CGilleltiyo, sopratutto i migliori. I comunisti nei Can ti ere, in vista del Congresso, hanno mobil i la to tutto il resto dei lavoratori .attraverso la filíale sindacale per poter in questa gara di emulazione superare per intensity di lavoro i risultati raggiunti nelle preeedenti gare di emulazione. Pure nella fabbrica ex Salvetti tutto il collcttivo di lavoro è altivo in Que-Ja gara di emulazione, promossa du] Partito, ed i risuiltati si rilevano dalia reailizzazione dei piani mensili di produzione e dalle 60 ore di lavoro volontario giá eompintre in onore n) VI Congresso. L’organizzaziene del Partito sta ultimando i preparativi per la conferenza di Partito in cui verrá dimostrato a tutti gli opérai del eollettivo il lavoro svolto dai membri del Partito im seno al eollettivo stesso. Anche nelle altre organizzazioni di base del Partito i preparativi pro-ecdono con intenisitá. Si sono rilevate pm.re delle deficenze in questi preparat i vi. in particolare sul problema deilla tempestivitá nell’affrontare questo grande compito che ha per principio la mobilitazione delle larghe masse. In questo senso le organizzazioni di Partito della cooperativa dei searáeatori portuaJi e del Comitato popolare cittadino e di qualche altra organizzazione potevano fare molto di piü. Si deve eliminare l’abitudine di attendere gli ultimi giorni per intensificare rattivitá preparatoria. NELL'ANNIVERSARIO DELLE BRIGATE SLOVENE 150.000 persone al raduno di Dolenjske Toplice Autobus e corriere da Capodistria - Treno spéciale da Trieste Un papoilo ohe ha comhattuto per ];i prcpiiia liberta e cihe ha sapillo éoinqoiiotorsela a prezzo di enormi sa-crifici rievooa con partieolare solo nnita e fiereziza le date ohe xicor-dE.no croiesta sua latía per gli ideali di giustizia. Una di qneste date yerra rievocata idal poipolo della Sloveni a iil 14 scitteniíbre. In questo giorno tutta la Sloiyenia eommemorera la costitu-zionc deilile prime quattro brigate del-reseréjito di liberazione: la Tomšičeva, la Gubčeva, la Cankarjeva e la Šercerjeva. A Toplice, nel Dolenjsko avrarzmo luoigo domenica prossima so-lenmi manifestaizionr alie quali inter-verrano gli ex eombaltenli ed attivi-fli, le famiglie dei cadnli, gli invalidi ed i coiileifctivi di lavoro di tu/tita la Sloveni a. Tutti coloro che presero parto alia lotta di liberazione, si riuniranno nuovaimente in questa lo* calila slorica del Dolenjsko, per trie-vocare il 10 amniver&ario della eosti-tiizione delle prime brigate panti* giane. ;,i"i dh^nii 10 anni fa, Quando il popolo slo-veno viveva i momenti piü difficili della sua slonia, nel Dolenjsko veni-vano costituite le prime quattro brigate slovene, cine i primi repartí ar-mati organizzati dalla rivoilta che si era giá estesa a tullo il popolo. e,' quiaini pes-stigna e che, .com l’aiggiiuina di qualehe lape&a, sr poltirelbibe porbaire a um li-rvella piü comlfiaicenlbe aglii soapi del negoiziia. :I'n inlegolziio veinlde-adll’.ingrasiso e a;l minlulto e funlzíana pune día rajpprie-iseln|ban¡te. I risulbati canisegiuiilbi dal giioirmo della sua apertura sono no-¡teivali e isi ipreivede dhe mel fiutaro saraninia anioowa tmilglliolri. Par oirá vi sono irappreiseinitate ¡Be fatabiriche ex Amipeiieia, Anrtlgomii, Salveltti, Baseg-gio e De Lalnlglialdie ed a quasite si -aggiuiilgerarfin» alibre, come la «Vi-hoi» iche ha igia dato la propriia aidie-siloime, prolblalbillmeinlbe lia Firiulctas, eiac. Bisoiginia motare paró, che carte ‘iimiprese a proprio, idanimo noml sen-taño la doviulba corrnprenisione per queata teidiavole in.Lziei‘Jiv.a. P. Z. Sulla .negalbivBi mianlbre Saiim Gio-vamnli (ha amimiesso. apertamemltie d:i aiviar Lnioeinidiiialbo il cavorne di pa,glia dal Gajak, per sua espresso oirdi-n.e, poSiche egli voileva imciassiare i soldi de,ll’alsisfcuraE.iane. Bunamibe 14 esciusiaiomi del test!, Boimaiazia Emilio, dilohiara che il Buzzer in canceire, alicuimi gilormi dopo il .suo armasto e prima dii asise,Tie in- ferrogaito idlatt funiziamairi degli Affa-ni Dnitsmii, gilíii avesva dichtairaito' di ensere lui l’aiultcire deiM’iinoendiio doloso, coimpiiutoi lira; coirireiittà com il Risldiisiôvtiic e il Sain. GJi allbri teiati moim hlanno porta-to alaun, eEiemiiinio niuoivo, La requilaitoirlia de! Piulbblico Ac-ciuisEitca-e ie lie arrilnghe. delta dlifesa samo., labatie prciniu.niciaje mel pomertig-grilo di giioviedi. La sentenza è la seguente: iBuzzer Giiacomo' ,ai 20 afimi dli careare e 4 a'mnii peiridiia diiiribti civi-'11, Feiebiii Fieltro, (idem), Sairrn Emii-lio a 19 amni dii earcetre: e 3 ammi perldiita dei .diiribbi crirvüli, Radislov'é Pieliiro .a 18 anrni dli caircare e 3 anni p. d. c., Vembič Amboin a 1,6 animi e 3 ammi p. d. c. Gli ümputati in btoc-ico al paigalmenlto di 869.000 dinairi di dammi alia icooperaitilvai «,22 diilcem-ibire.» dli iCiibtahova. Gojak Anitonlio a 6 animi di cancere, Sain.' Giovanni a 5 ammi di caroere e 2 ,amni di perdita diirtltibi ciilviiili. GM limput.atii Sain Vit-itariok D'ulslsi GioyEinmi, Mil® Romamo, o Veirbiiič iSamito Sieno sta ti ses oditi da oig/mi liimipuitaizioime. 7 siui&tani \ndi' emuta&lotot frMCaKfri&SMClfe Anche la popol.alziiome ed 1 co’kit-itiv.i di SiccioHie' hainino voluito diarie iil proprio contribut'd c,Ti;m,u!i"Ci'o,ne soicïal'iBba in corso malla moisra zona din amare al VI Canigregso deti PC J. L’aiZiiüirue dii lavaro voliolntaitio è isibaita diireitlta a»a rilpalraziome dellie Eittrade del iSiacdolano che le initem-perie avevaino ridotlto in, precamie .comldiziiami. Casi, aocamto ailla ripa-rlaiziome del tiratto d-i atraída nazio-tn.ale dhle laitltravehsa lia valle di Sic-cloilie e, qmasli teRmimali-a dalla «Slo-Vielniia Casita», amehe un gruppo, di 35 isSciciolainii ha voliuito mipiarare i due icihidomettri del,La, sltiraida che oanigiluinigono Sango e Cédate. Al lavara pairtacipáiviamo tin. gran parte gill albil taniti che aittra,vers ano qiuoltidianiame,n(te la predelita sit radia e q.uiiinidli direlttairmeinite imteires-aati alia islua iriiparaziome, L’a'zitone di lavioiro è dluraita tire giiíotrmi con oirca 500 cure di lavoro volonfario. Dobbiiamo isoltltoiliimeiaire din modo, pax-itiicodare il’iabn(eigajz!ioine dti alctuni opérai delle Saline che si sionoi re-calti atl laVioro voilomttiario prima, di inliziiaire ,11 libro normale itiumo dii la-varo alte Saline. Unlallltiro igruppo di 15 persane e can 200 are dli laiv.oro volomtario ha ripariaito la sibradia Sorgo—Pa,rezago, ideltita ,anlche Ralbo di Spaccia-isot'ti. ^ Niel memlbre siortlviaimo è to oorts,a utn’a,litra aziame, coindatita dai coope-naitoiri dti San Omíotfriio, per la rtpa-raziiio.nie della sltraida che dalla valle pointa al'.ia seide1 del loro collettivo,. Stoorai i co'cpe,rtaitcri hiamno effetua-to a tale acopo 600 ore d'i lavaro vo-lonitairio. In unía ri'uitíiione ideilla filiale sim-daciale dalla Mmiieira tim oui le miae-.stramize hanna dato l’áinidlitrtiizzo, ed cielito la icamimilssione per leiabora-ziiame del ireigalaimenlt.o tarififario, gli oipe.raii si san,o imipeignatti, ira l'alita), aid «niigieine, col lavoro vo-loinibania, un palcasiaeniico mella Casa idetl Miniatoire sul quale poitranno svoi’igereii le malmiifeisltaiziiomi aultu-nali alrltiisbiche.. M’ B. LE CALUNNIE E LA VERITA' SULLA BRIGATA CAPODISTRIANA AffaaDtandasi alia íimastra di una delte oaise di piazza Tartini a Pira-no, l’oictchio viiianlei 'atltiirato siubito dalla selva di .allbsni e vale delle mabolbariche, aitbraiocate nel porto. Soma deeimie e deicine d’Lmbaroazio-ni, isiUlile quiali viene traspórtalo, tullbo, o quasi, il fabbiisoigno del ciir-oanldalrio, per quiamito conoeme i oamibulsibilbilb i censal!, L materiali da coi'lbruiaLone ecc. Pirano è q.uim-d>i per eacieilitemiza il cem'bro de,i traf-iiiici mamlibtimi, nom solo d,a ora, mía da SieJctotld e l¡a, sua atoria è onusta dli riioomdii dti vita mardmaira, commérer, letite per lia siupremazia del mare ccinitro te altere «ilttadiime colstiere e canltro Veinlelzila. E’ matuiralia quiimlli che .in Pii,ramo afeitar la isiua isedle l’AGMARIT, l’a-genizila tramite la quale si svolgie tiuiltto ill moiviiimento del,lie me.rcl, via mana, da e rptstr lia zolnia. Essa dliispo-nie idli 5 limbarcaziomi ptroprite, che hsiimio ,una poirltiata dii circa 800 ton-neillliate, due dielte qualli sono state ¡ui bimlamplnite laicquis'tate a|l|L’astera Pctildhè comí quesbe imbairciaziohi prcjpiiiiie TegeinlzLa moini x,iiasiœ a soid-dl'Bfeire lie1 tridhliieisibe, essa imgaggiia (isiecoindb la neoesisità) altre imibar-calaiomi, ehe, in numéro di 21, so,no relg.'Eltraite pmasiso; i oompairtimsniti mlairitltiimi di Púnanlo- e Triesite, dla’mdo casi lavoro e pane e cenblniaiia di mialraltltilmi, Nel 1951, tnaimite l’atgenzia sano sítate tnaapoirtalte, ■ vïa maire, com-ptelsisiiivameinite 63.955 toininellaite di pmeœci,. Nel primo iseimeistfene di quest lamino, to islaguito alla rtoirga-nizzaziomie diel .siiHtemia eiconomico, il ¡mjovimenitio imariittimo, isi è. ai-qiuisir.ito ailllemltiaito, rlpreinidenldo quota naglii ulitiimli mesi. I-n msissima viene tinasipolrltàte a Trieste1 eid a Pola, il siale pmcldoltto a Skiciiote. I tiiasporti da Pola riigiuardamio imviece: .gtr.aina-gilie, ociribone, icemenlto', siaibb'ia, eoc. Le tarlifife pnatiiioalte sono più che baisisie. In iccinifrcinto a quelle pirabi-ceite iniellla RPFJ isono del 30—40 % infettliort, par cui nieglii ulitimi tempi iniuimeirosi sipadliltoiri delle R. P. dii Grolaizia isi isono rivalti lall’aigeiniziia llhiedendo sichiiairiimenti in mérito. Una proposita taiinigihiiera è ataba faltta ail’AGMARIT, qiueilla cioè d,i assumerai tiultto iil itraffiico del ciar-boime dell’ARSA, Veirso- i porfi della REiriulbbùicia Itailliainla. Puirtroppo maimaano' 1e imibatncaizionii conve-nienltameinlte atitirsazate. Quelle asistenti rtcíhfiieldüiniO! speise tiroippo anexase 'per ill loir,o aidaibtamemlto, per cui non si fà nulla per il metmento. Iin seguilto,; coin la tniaititiiivtaiztoinie della minielria dii Sicicioile, taie prclble-ma isi fiairà aiciultoi. Pfemoio si dovrehbie pensare in tempo' a prowedersl di un natamlte che abtaia poico pescag-gio e che trasponte 40 o 50 vagoni dii carbone .allia volite. Di cio melttiia-mo sull’awiso la idilrezione' dell’a-genlziiai. La vita inlterna dial collleititLvo è • arimaniica, n-ôln vi-sdmo oonürasti, ad eiooaaiioine dit un marittiimo soiver-ohio adoratoirie idi Bacco, che, per daciisiiiome dell canHiglio, dperaib, è stato alloinltanalbo in queisti giarnii. Il coinisigii'o opeiraiio si rtunsce seconda te nacasSiltà ,e, purtmoippo, ill presildeinlte non puô quasi ]maà par-teiaipare perché in navigazione. I problemi venigono risal® in comuine dali dime ooirmiltati. Il Sieiguito âllia si- rteraalziome dei posti dii Qiavolro, il personale .airrmimMirabirvo dall’iaaien-da è stato diminiuito di 5 umita, o dato che idue alitai 'elementi abban-donano il isieiwiiizio, .all’topresa nécessita un contaibite ed un’ammini-sltratrice oapaci. Nell'agricoltura del Distretto di Buie Le conseguenze della siccità non destano preoccupazioni Poichè la siiiceiità si è faite »entire nelila nasitna zona, pairticolaTmen-te nel distretto di Bute, abfctiamo volïutto veldere quali mie isono State l,e iconsaguenize e quali te miisiure tenldienlti ad otvviarle. iSiia da painte degli organi dal Co-miàbalto popolare distretfuade che da parte delile cootparaitiilwe agricole e di istinlgolli agr.icoltoiri, ci è stialto-astsiiduMbo che ila sitoalzione non s.i presenta ttale da causare serie preoicciupalzILoniU Llanlniata mel ®uo instemte .mon riauit'a idelle migltori appuinho, pelrichè la siieiaità ha iinfluilbo im modo, senSâtoile sulUa prdduSlome de.i foira'ggi e del grahatiuroo. Peir quanto niguarda i faraggi, lia siitua-zione è isemlsibiilimemte miglioraiba in: seigiuito alite ultime plaggie che dia-ramno un buoin paséalo e in qual-ohe htoigio addirllttuira ancoira, un raccolito di fiienoi. Inblltre la ptio-g-gîa e il icliimia mitte sono sitalti sifrut-■taltii idati noisbri’ aiglricallbari per la dial «iclinqiuamitinoi» che rap-mtieirà una salida base par l’ali-meintazicinie del heatialme nel mesi intveirnaii. < Taie rrtiigiioiramlento nella situa-zioinie aliiimemitare dal bastíame ha avuito i suoii rifltassi antche sul mércalo, dello istasiso. AlH’iulitima fiera di Buiie1 isi è notólo 'dlifaitti Che il nostro a@riico|]/tare non vende il be-st'iame a qualsiasi prazzo, belmchè l’offerta tala, maiggiotre, idellla rLchie- La isicarlSa praduzione del grano-furco víteme coimpensiaita da un itauom iraccotlto di frumento tanto più che da no,i 11 granoiburco', ec/me coilltura .aigrlicola, ireLaitiiviaimenite al frumento e alia vilte, è poico, sviluippato. La aua mancanza lintfiluiirà sull’alileva- memlho idei stuitoi, ma andhe qiuiesto, inie#a nbatra elcomomia aigricolia, non1 iarvra un peso impoirtainite In compleSBo, l’aninialta niella nostra zorna non e sibaba, del fuitito rosea sperle per gli agrilcolitorii sih,i-istraiti, ma inemmeno tale da diastaire serie preoccupaiziioini. Nella Brigata giovanile del lavoro «Ivam Regent» si somo imliltrati, quam-do questa venne formata, amehe dei nemici del nostro popolo che ternta-rono di portare disordine e confusio-me nelle file della giovenlü coseiente e sana. E' doveroso (precisare che que-sli giovan.i — istigati ed avvelenati dallo sciovinismo c dalTiitrealentUrno italiano tentarono fin dai primi giorni, quando la brigata ha dovulo affrontare le diffieolta iniziali, di ap-profittare di ció per fare sulnlola-menite opera di «.persuasione» ira i brigadieri, incitandoli a tornare a casa con il pretesto che il vil,to era catiteo, che non sarehbero corri-p ust e paghe e eento altre menzogne. Pió di un giovane, data la sua sear-sa coscienza política, non ha saiputo comprendere quale era la essenza di quest opera di «persuasione», laseiam-dos¡ iperció influenzare. L'orgainlzza-zione idi base del Partito nella brigata ha saputo, con rap,poggio (dei mi-gliori giovani della brigata, che vigi-lavano sul comporta,mentó e sull’ope-rato dei disgregatori, stroncare le loro trame. Anche qiui fra gli elementi pió aperos!, (na,tu raímente in apparenza) si CHE COSA DEYE CONTENERE UN REGOLAMENTO TARIFFARIO gCuadfy capacUsfaianfi Benché non sia la stagione delle prime gemme e dei primi jiori, a Capodistria un cuculo esiste e gioca a cucü con i numtprosi passeggeri degli autobús. Prima non c’era, poi c’era, poi era sparito, poi l’avevano rimesso ed ora di riuovo non c’é piü. Non avíete indovinato di che si tratta? E’ l’orologio grande della stazione autocorriere che, a quanto sembra, deve essere di marca origínale svizzera. In compenso c’é l’altopar-lante, molto sonoro, che dall’itine-rario della mia passeggiata ha falto sparire la stazione autocorrie-re , , , Entro la ftoe ideil imetse di setiembre ¡buititie te alziende ecomömtche do-vxaintno, pórtame ai tenmime la elabo-raizione dei megolamenlti tariff ari in ammonia aU’Onditnainiza siuilía siuiddi-visionie del foinldo paghe e alie iisitru-zioni emanate in prqpoisiito. Enitro lo sbe/sso termine i negolamenti do-vranno lassere .esamánati dai canisi-tgl’i cpeirai de,lila aziiamda e appro-vati dalle icompetanlti d/íxeizioni s,to-dacali. In base al lavoro tsiinoira avolito, possiiamo ,aff,armare che le commis-sioni inicarioate idelPeHaboiraziome del iregolameiniti mom hJanino slbudia-to a fornido tiuitlte le dilspoisitziioini che iregolano la materna,. Afáinlobé i ,r,agol£\meati taráffari albbislno una coinipiliazione corri-ispoimdentie aille däspoislziami fegaili, liimiardhiamo isllouni ipuniti iche ti me-(golameinlti isitieslsii devano' oanlianieirie: 1. ) Niedrilnitrofliuziane del meigollia-menlto idovrà -essieire seignaita l’imte-stbazianie idelil’.azieinida alia qiuate ai ráferlsioe e l’oingalno siiinidacaile che 10 approVa. In segiuiito isii meniaíone-rá lo scopo idiel iregoiliamieinlto ,che è qnelllo idii istuldldivIicOerie1 giiustamente 11 fanldo paghe siu práincilpi uiguali s:i¡a peni ¡gli ope,raii ohe par igüii impiega-ti, a ciaisiouno seieoinldo quianlto dà alia colletltíviitá. La parte iinitriodiuittiva dial mego,latmeinto deve áínoltre fis-siahe la pemsonla competente ad as-siumeme nuava mamioldopera, a sud- . dividiere i ¡porta ¡di lavoro, a crearme dei innovi, a isitabilire le tariffe pe/r iglii stessi e a dieciidere l’eífet-tuaiziqine del lavotro straordinaräö e iln quiadie jrmitsiuira,. 2. ) La seconda, parte dovrá .spe-cúficaire le tariff,e. Doivranma in primo liuogo lelsEfere «sattamente indi-caiti lin clifre till fondo paghe mensi-le o ammiuale pianificata per Pazien-d'a, quünd'i rbuititi i paigiamenti to base al'.’art. 17 ,e 18 deil’crd. sulla sud-divieione dè'l fondo paghe e, in cifre, il fonda paghle netto chie verra idiiatmilbuülío pieir ,i poisiti di lavoro in Ibaise .alla itariififa prevista da cia-•siciuin pdsltoi. Taie t,air if-fa- idave conte,meire .anche ,gl’ii limporti -che per il dato ipoElto ldi iltavorp' -apparteinigotna peir l’abjiiiità profiesaioinale, irleispoin-salbiHiiità ,e icanidiilziom d,i lavoiro. Neil-le coinldilziani di lavoro' va compreso anlche ml iloigorto isiuperiiioire ai normale del vestiario e delle oallizatunie, qiuatoma inoin isilstno di priiprieltà de:l-llazisinldia. 3. ) Il iteirizo csip'îtqilb del regoiamen-tq diOivrèfalbe tinidiiaarn il mlatado con il qiuaile' vieirirà determiimato il trendi jmemiio siutli laviaro. a,) CM mejil’,atzienida determina e calleóla île norme di llavoro, il perioldo della lioiro . diuirata e qiuiainldo e a quali comidizio-inii le isitease. péisscinio esisere cambíate. b) Cofna is.i) .¡mistura il rendimiento istuil 'Javora. c) Tiuttaciô che è I'nidispensa-Ibiile afifinchè agir ope,rail sia quanto più ohiaro il metodo di pagamemito, iin baise al a’en-dimeinito ¡s,la .per i gnuppi che per i sjœjgpi. 4. ) Il ciapiitoiio, qiuartio comterrà le ilndjcazicini ¡riiguairidianti il pagamento, dieigli cipe.rai1 diuiranüe le in/teiririu-Ziiani dal lavoiro. A 4 allie pnopasito è nec,e)Sisiarto pretciisaire tin modo défit aigilli,ato che casa si initende peir to-terruizlcine .del" iliaivcira ;noin dayuta .El'i’ciperaiia, quart!cire glti venrain-tno pagaifc e' im ' quale pencembuate, nell caso, che allô isiteissö man siia stia-to- Etaseginaito uin alltro lavoiro. N.elilo vütmo im;ido bilsiotgna indica,re i lavo,ni iche un, operate è in .dovere di alslsluimersi >qua,lora per ‘Cause di f c»r- zia maigigiare il isiuo lavaro venga i.n-•betaroiUta, ¡e. par qiuainto1 (temipo è i,n. daveme . -,d,i SMotlIgeire1' il , lavoiro aias,e-ginatogJii. 5. ) fl icapiiltoik» segiuanite comterrà le idiispcisiiziiani sul .ooiniteggio- e il pa-..galmelnto ideii .gualdiaigni, «icé se g,l,i opelrali le (gli iimipiiagati. rilcevenanno Laicccinto sulla, proprtiia paga menSi-lie, quanlda e án qiuale misaría, tri-speittivc(lnieinlte quand», verra effet-fulalta il loomiteigigia e, il paigamento finale idagili atiplanldli meinisili. lin, quels,toi «apiltcilo saranno indi-oati puire i meEz:i finianlzlairi che rap-prelseinterannO' il fondo, pa,ghe di ni-ise,rva ideliriazienda, previisto peir i premi ai- irazioinalizzaltari, aiglii opérai ed agi! irapiegatil meriifcevold. V-einrà iinoiltire inldii'oaito corne si dii-stirilbuirà ,1'uitile isitraoirdinario del-l’azienldia ciioè qiuella parité deU’utti-le che va ad aiumeinitaire1 ill fornida paghe, qiualora taie parte non venga ictailcoiaitai e pagata regola,nmente ailla fiine idel tmeisie. Si idovrà ,poi precisaría ,il ipletrüod» di oiociu.pazione dopo il quale ,u,n ope/raio ha diritto ailla parlteciilpaizicine aliBuitile e in q nie misara. 6. ) Quart» capitolo dovrebbe itrait-tare idell’aiacumiuiiaziomie e deli’uso che 'ai foira défila ri,ser va del fondo peighe, cioiè im ch'3 modo ,s,i 'accumula, quand,o e quale parte deil’ec-oeideintza (dieil fornido paghfe normale viene convogliata nel fonda di r.i-seirv.a, ;iin .q.uali oaisi isi adoprerà taie fondo- per aumentare i guadagni de,i idiiipenideinitii :e a quali scopi verra deivoiSutta Ueveintualie ,p£inte non tutbi-lizzata del fondo paghe. 7. ) Arigomento di que,sito, capitolo saranno, i diir.i.tti dei lavoraitari al ricoriso jeontro 1 le de .isionii idlell’a-ztendía quialora tali dirltti non sia-no icomitemiutii ne.i cajpMoli preoadeq-t ti. Nal parre i ferma,ni del ricoriso d,a iparite idieil lavoratoire non bisogna dilmemltilcare di parre aincihe ,i te:r-mini ,dii .evalsione idel ricomso da painte1 dell’azianda. 8.) La parte cnnlciuisiya del rego-laimeimto teriiffamo ooiniberrà île idi-aP'OiS'ilzioinli elullliá isiua valiidità ci'oié sulla data dielil’anlttrata in viigarie' e isulla sua idiunaita. ¡Inoltre tíhi e in quale caso ha .il idtiritta di cihieldeirne la vairiaiziiiome. Il iregoilamenito .tariff-ario nisuilte-irá c.((mprenlsiiibite ni lavioiratomi quia-loir.a eilüia islu,a ©lab,o,razióme parteen-' pi itiutto il eoilleititilvo ,di lavoir»,. Viceversa lalciune comimiiiasiiomii e di,re-zicini delle f iliali stodaicajii non han-no initereslsato, il ooi'.llettivi. a tale iri-guardio idi modo che anche la discussion©, tonto neccssaila nella ste-i'.t¡ c del iregoiamento e particolas . mente nella siis'ematizzazione dei poisti di lavoir»,, non ha avuto luo-go. Poico, isarjs.0 deilla realita ha di-mcls-traiío 11 cotUertitiivo dellil’Arrigoni di Isoila che, nellia iri'unioine canv.o-cat,a per inldiinilzzaire i iavori siul re-g,alarmen», Itartiífario, ha dato ,a q,ue-sta un’iiimpoirltaniza pari a quel,la dii urna sempLice iriunione slnldaicale. Nellie iriuinioini dav.e sviluipipatnrii la più vaslta idiiHciuËlslo.ne ed dí riispeit-t,o ,dlella idiemoicirfeitteatá delle ideetalo-ni del icollieittiva. I idiirettoni nom devano Gifotnzainsi ,dii ¡evítame itali rtumio-n:i, come iin qiualohe caso è giá suic-ceisso, ma derramo iteinerie presente che anche petr iqtueisito compilto grava siu loro la maspanisabiliità moraile € imatbeiriialle isiiia dinianlzi aille propri©, maesltranize iche ailla coiltetUvità. I coilteittiilvii idi lavotro e ogni singólo opemaio devano tener pues,emite che ill tetro daveme non è is,o,lo Toperas i-itá partsoinale, ma anche dii initeires-samsi oodl,etitivamemlbe di tuitti i pro-ibllíemi inenertti l’aizienda. C. S. paecondeivano gli aiwersari, che si era-no intrufolati mella brigata per scin-derla. Essi erano ooscienti delle proprie azkxni, poichè, richiamati dalla organizzazione dei Partito, mon si sono più fatti vedere al lavoro. Simu-iavamo indisposizioni, andavano alla visita medicâ, ecc. Tuttociô duré una set t i ni aua. Dopo tagliaromo la corda, per eontinuiare a casa l’opéra .iniziata sul canliere di lavoro. Ora si mettono a contatto con varie perso.ne ed anche cou i famigiliari dei brigadieri della n ostra brigata, per riemp.irc loiro la testa di tutti1 le menzogne pos-sibili. Ci è risultato infatti che la nostra brigata è in cativa lune nel distretto di Capodistria proprio per col [)a loro. Non apipena i giovani délia nostra brigata sono venu t i a cono-sceniza di eiô, hanno unanimaimente sbugiarda.to le fa’lsità diffuse. Nella oonferenza tenutasi giorni or sono, gli stessi brigadieri hanno dichiaraito che ( losi o v ieil Floriano, Dugan Silvano e Bacoi B,runo hanno tentato ogni mezzo per indurli ad abbando-naro la brigata, eoc. Ciô spiega perché nella brigata capod'ietriana la si-tuazione iniiziale non fosse delle mi-gliori. Oggi la situazioine è diversa. La brigata eapodistriana è diiventata la mi-gliore del settore Vrhnika—Logatec. Domenica sooraa è stata amehe pro-clamata brigata ,TassaIto una seconda voiltia, poichè nella terza deeade ha su p e ralo la norma di lavoro dei 23,5 %. E’ qnesto un note,vole progresse comseguito. Ma ituttavia i giovani di Capodistria non vogliono fer-marsi a questo piunt-o, essi manter-ranno la promessa faibta alla p'artem-za, cioè di ritornare coin la, qualifica deMa migliore brigata. Gildo Baruca «ttlumti» Sono diventaii l’argomento del giorno, ¡a Capodistria questi fas-tidiosi mussatü perché, dice la gente, ci sono state ogni anno le zan-zare, ma come quest’anno é qual-cosa incredibile. Provate a prendere un bastone con sovrapposta in cima úna sca-tolétta con un po di olio e a dar loro ila caceta sul soffitto dellcn stanza. Ne pigliereie a decine, ma nonostantie le finestre ermetica-mente chiuse, veV.a notte il rotizio terribile vi a esto a ¡isolo- dte'l maridlicinie, ■táralo ipJccci’ia che u suo irao-me non é .rápcc-taito día si'jciunia calrtia geográfica. Alcuine clEiae- ¡nulsteiiche coBtnuliite in pi-eitiá dsiv-oir-aitia, un oenitiiniaiio di vi'iti nádese mu-lia sea,lisia teeinra mos-¡sifccia, una deoi.na di veechá oiliivi, ipiarnte- da fiico, oiipreisA e moüti a-ibeti. Cosí ai presentava una voltea 'i’iiniseiniaíiuria. üiggiii imalito, é camibda--to i,n quieisteo piocolo peiazo di tieinra lilnisüiniueiticsi .a, ierro di ©avallo ¡fina lo azziuirTO tílsi miaré ed -girigiioire delle piel tre. Sano- rliimyati -glii aheiti, saino rjmislati. amlahie ,i piqcollü acogí i co-Pem'ji día fiiltiti claspiuigl’i idli g;iinepro e nxivo, quatíi a protegg-exe anche nei ■fuiiuro Túnseiniaitiuira dal fresco mia-esitnale estivo- ie> -da!,lia boina e- dallo iS-ci-ra-oco iinivernlaije. Ma é spairiito in parte iil -vieindie dalle viiliii:, d'eli ci-ipmiai e ideli idiic-hi. S-eimbina, quiain-do TcIsEielnvii da loinltiaino-, che que! gx,i-gio d-elle ciaive di piedra aia pene-trato lino al imane. Ma non é cosí. Si, iil colioine igniigio é sae¡so alia sipiiagigia «alacian,do- il v-end-e dluini t,arrapo, ma -con liai idlilffaneinaa che mioin sarao- s-tati i saMi a id-argü qu-el ooloirie girligiiio, ma id ,cerne-rato. ..y podio doive priiima ii c-iptrelssi s-pan-d-e-vara» ii-1 ilioiro proíiuimo, dov-e matu-na/va I’iurvia le l’oiiivo, ona si s-lancia-nio le imimtmise isiafie iin oe,mentó ar-malto meUlie qualii- isi colslnuiscono i MAS pe,r ¿a moistra marina da guerra. IL VASCELLO ALATO UV CERTI SCHERZI IN CECOSLOVACCHIA 11 ministro cecoslovacco della sicurezza nazionale, Karol Baci-lek, in un discorso indirizzato agli impiegati del suo ministero ha elencato una serie di sabo-taggi con i quali gli organi della «sicurezza» si incontrano ogni giorno. Fra i casi da lui elenca-ti caratteristici sono quelli di Nirzan e di Nehval. Nella cooperativa di Nirzan dei «nemi--i» hanno trafugato le cinghie di trasmissione di tutte le trebbia-trici, mentre nei campi di Nehval hanno confuto in térra delle tierghe di ferro per danneggiare in queslo modo le macchme le-gatrici. Lo aíbibiatmot oissieinv-aito al suo primo v-iagg.io di previa. Non si diifle-reniziarva laifíaititoi da- quel-le a-ltre diac.i-ne ich-e quasito cainifiieirie ave-va giá canisegniaitó alia manirá marina,. Gli mainiciaiva s-olitainto il nume.ro ai ,1a-ti. Tuit-ti qiu-ellli che lavoirain-o me! oainlbierie airipeíitaivaino ains-ioisii il riu-mcire dieii mcitoiri, peir veldere soleare la idUts-elhsisai laazurira. E pensavainb. Sara tuliito -a pois-to? Clhi siará i! viín,-ciltclrie? Si, p-emché pcir qgui n-aivie s-i ccinldluioe -uiniai piloc-ola balitagili-a. Non é quieist-o un litigio fra diuia- nemiicii, ma u-na -lcuta c-he somge cosí fra friaibellli, fma. i mi-gil,iiar.i compaignii di lav-ciro: ííi.q i Imeinlbri dielila ooimmiiis-s-ione cihie sasiume ,1a nave in, con-segima -e qiuieilCii che rhiamno ccistru.i-ta. Ma, rucnoGitañile l’amiciizlia, man asálsite perdono, non cii s-i rispaaimiia. A-i ouaboidi dial nositro maire biiso-gma coiniseiginiaire -una nave c-he n-oin avrá i! mínimo -diáe-tto, im qua-nto aniahe 1-a piü piiicicoila dlilsiaitenaioinie o -ineisat-teizz-a nella lavoriaz-ione po-treltíbe, ;in oaisio di gue-nra, costare la vita degü luomini che s'airainino a bcirld» diellia sltesisia. Ed é perició che chii aiasiuime- -lia ¡nave la oias-eirva seru-poiloisameinilie- per -travarv-i il mínimo enrcirie, imeinibr-e gllii opar-aii dian-n-o Mtlto sie- isitasai ipeir avene la v.iit-toriiai, par eissere lomo i vitit-oiniosi, aiffi.nlohe il «nemiiicoi», capiiloila-nido diohiiar.i: «Pireihdiamo- iin conisegna; la -niave é a poisitcn». Eoco- perché i val ti dlag-li oipeiraii -e degil-i ingegineirii, clhe, dalla -riva s-eiguo-mo gli ulltiimi pmeipairiaitlilvli pem 1-a- ¡pialnteniz-a del «incrve-lli-ino-», sano pian! d’ainisia, eic-> co peiiicihé gli oparai n-eill-e -hail-is piem un iistenlte idapangano iil maribeilo, la per,faria¡tiriiae, lanreisitiaino la ciiinco-ilaire e iteniddmo 1’oireciC'hio: si accen-d-e-xá il motare «al primo c-clpoi»? Al romibo -dell matóme lai -bala r.i-n-Itirona. Aiauni -is/t-anitii e -la na/ve scom-pare. UN PUGNO DI ESPLOSIVO Quandiainidoilo come fila qiuasi fos-se uin falco airoiriazanite, sanza vo-lleir'e, afclbiaimo peinsato al -ruolo che qu-eislt-a niavi -avneibbero In cas-o d-i giuieiroiai. La nloitisina- ooiata, tuiiba- goflfi e iinlsieinaitiuirle, ils-ol® e sicoigli, -s-ambr-a faitltia apppista pelr inasicoihdiére, pex rehidex-e- liiruvtiisilbil'i qivi:i:iiL vaoaelli, meinltire esis-i- selnilbirano. dieisitiiniaiti alia miiigliiore e piü feidiel.e difesa. E -come urna volta le bairohe d-e-gli anticihi usieoicichi, cosí ogigi £is:s.i iinl piano gioinn-o sa-itareibbeiro da.i loiro raaisicoin/diiigíli, oeteti dalle pie-traiie di qiuia-licihe inisiemsliiu-ra,, dag.li sicoigli ooisipairis-i dii giineipro -e,^ cor-relnldo alla 'vetocitá di 40 e p-sú m-i-g-Lia, aiprimelbíbeiro -il flu-ooo dei liciro icahnioini, lliainceireibbe.ro i siluri, se-miinandio pánico- -e cciprendo col tumo dleille ¡elsplolsiioii le rniatvl del ne-miico laiitacianibe. E ceritamembe- gli amm-iragili, nemicii, siciusandpsii della peiridiiitia di naivi- e iui(4aniini, comuni-icheir-ebbieiro al prcpniio c-oimaindio lo sitesBo- meisisiagigio- che a siuo t-e-rrjpo - quel ivacicihio ic-ommioldio-ro v-e-ne.zi-a-no avevia- iniviato al Seiniaito, quanido lo -scoin-t-rio con lie n-a-vi uscoicche gli avev-a mainlda-bo- in fornido al mame quaitt-ro- grand-i gal-ere: «Eissi sono coime un u-omo che ha solo pugni e inop -corpo. Ci i-nifeirgomo -c-oi pi, ma ,noii -no-n sii-am-o- -capa-di di -coilpirl-i». Solo clhe, -a idif-feireinizia idi- qiua’ili d agí i ulsioocidhi, qiueisit-i «pugni» sono piani dli acras île -e di itriitoiio -e |pi:nri6 • isarelfclbexO' mointaili. (DELLE CI-FRE NON SI PARLA E’ facile parllaire- co-n un¡ mina-tome di Bor, dii Trepče, -di Tr'bo-vlje o di iBialn-aviiči, can- u-n |meioc-aniioo d-el-la «.Pr-v-oimiajiska» e con uin fomdi.to-,r-e idé-Lla fiemriieir-a di Z-e-niíca -o d,i S1-s-ak. Tutto qiuell-o -che- eisisii conipio-,no puó -esiser-e calcolato in cifre: tanite itanneliaite di rame o di ferro ifuiso, itantti -vagoni d-i canbrlne, ilamiti torni. E anche la loro, arte cd U lo- laivoma poelsono -eisiseir-e v-aúuita-ti e .cialllcolaiti iin¡ cifire. -Ma dn qu-ss-ta dlnisiemaitluina, in qu-este igrEindi halls in -cem-erutoi nom è cios-i. La cifra, il numéro, qiueisito- E-pecchio- idlegli sfiom-zi -um-alnii, -qui -non viene pmeinun-cilalto-. Iil itolnnell-a-gigio, ,i,l calibro-, la vellocliltà, il iniuimiuro d-agli öbiattiivi ooistruiihi, il inuimiemo ideill-e ar-e-inor-ma, tutte qiuieisite cede is-o.no b-aa chiluisie megli laimaidi f-eirtro- e diet-ro uinl EoinriKio »oirtdiaile che vu-ol dire: «Di qu-eisitio- -e mom si- paila.». E se gli lU-omiini dii qiu-es-to cia-ní,líeme sono siiilleniziioisii, e si B;a ii',1 piem-ché, peir quamito iriiguiar/d-a- le naivi che-cosit-riuiiscoino ,ail d! isatto. dii queate fíupcllia idii cem-enito, ic-oin lomo* polrelt-e faciilmenite diilslout-eire di uin’altma -i:n-sieniaibura, id-ove ivtoamanlte -si .trova il germe dieiU’-ai'.itiuale caniti-er-e, -e •nella qiuiallle- ilavoiraivaino pneprio qu-eigli Kt-essi u-oimiinii -ccm i' quali c-g-gi ci liiniooinitaüiamo in queiste hail-lis dii -cementa. -Qlueiat’alKir-a li-nisemai'.iuira -sli tmoivaiv-a -a Lissa-, a Comaissia e vi si il-avomaiv-a- lallloiriqiu-ando s-i -uidiva--no Bulle m-asibrie -ailitu-re i co-lpi- del fucile pairltigiiaino. Molit! di eissii ri-parav-ano giiioaino. -e notbe, seniza- respiro, -can gilí annesi piü primitiv i1, qualsii con le sole mani mude, ttuitte qiujelle iniavi di icui idlisponeiva la mar rima pamtigisina, le ina-vi ccm le q-ua-li sanio sitial ti pombalti -a Liisisa -e di úl a -Bari deaime -dii migli-aiia idii uioimii-ni in -eisiiilli'o1, ¡n-alv.i che- hanino trasipo-nt-a-to día LiSis-a alia terraferma cemtii-naila dii ivagomi idii vi-ver,1, sitima, imiu-niiziomi, lintíiumeiniti, icaizaitúre e mi-id'icilnialii.. Glli uo-mimi -che oggá co-isitiriuiisic-omo i MAS, in quegl.i animi difffiiiciili c-ompiivaimo milraooli: -con !|e sole (mani poiritavaino- >a iseicico la miatvi, loa-mlbia-vialno le palribi laiwairi-ate, rilpairavano i f-orii c-a-usati da-gli ®co-gli ie dlallie girainialte neimiïch-e e ,s-o-gmawiaino- la liiibentà, Biclgnlavsimo; un canlbiexe dove da loro capacilà di maesltiri miaivialii avrei’dtle tr-ovslto vita in imaivi 'be,lfle -e ve'.io-cii, che come g-aibibii-alni avrebbeiro sibtrlaive-rsato con fiieneizziai ái -noisibro m-atre1. E -il .loro isiolgno- sii è a-vveraSo. Pe-xció quainldio da urna nave in' viaggio vterso iSpalato pieina di sole, veirsio Raig-uisia amtica, oppure verso Fiume hrulic-ar.lde dii lavc-ro, -vedir-elte ti incisitri. MAS paElsare v-elo-icii, ilaBciamldiO idii-eitro a se -un arg-emiteo Siálico, alloxa ricordiaibevii che su di u-n molatiro- is-oitatitioi dell morid,icine eisiEltie- un'iinls-emiEltluiria itiamto piccola d-a leisisere lignoit-a- alie cante g-eogra-filche e- che- ¡melle halls di cemento armato, cclsitiruite mella s.tessa, lavo-xaino uomlnii -che megli an-ni di guerra hanno s-alv-aito con le proprie mani - -diese tarnte vita pre-zio.se e che oggi d-amno ai marinai riel no-tro paesie d vascelli che ci custodi--soomo la- icalsia, l’oirig-oigtoi-o, la- dibe-rtà. A. Ungaro Prete rapinatore impiccato a Capodistria La perpetua del párroco di Ospo rinvenuta strozzata nei proprio letto - Scoperto che il mandante di questo truce delitto era don Francesco Tomaz, il tribunale di Capodistria lo condannava a morte. - Il vescovo di Cittanova si rifiutava di assistere alla fúnebre cerimonia adducendo che "le emorroidi non gli permettevano di cavalcore“. li de&imo- anniuzis-ciûa ddta Maûna da iufy&S'tava LA MARINA DA GUERRA JUGO SLA VA CELEBRA IL lo'SETTEM-BRE IL DECIMO ANNIVE.RSARIO DELLA SUA FOiN-DAZIONE. MENTRE 10 ANNI FA LA FIAMMA DELLTNSURREZIONE POPOLARE DIVAMPAVA IN TUTTO IL PAE SE, NASCEVA NEL PORTO DI PODGORA IL PRIMO REPARTO DI MAPT'T\ r,T OUELLA MARINA PARTIGIANA CHE HA INFERTO COLE! M «RTALI ALLE UNITA’ NAZI-FASCISTE NELL’ADRIATICO LIBERANDO UN’ISOLA DOPO T/ALTRA. OGGI LA NOSTRA MARINA DA GUERRA, POTENZIATA DA MODERN-I MEZZI, ISTRUISCE I SUO-I'. QUAiDRI, COME SI VEDE NELLA FOTOGRAFIA, PER LA VIGILE DIFESA DELL’ADRIATICO 8 SETTEMBRE 1943: SI SBÄNDÄ L’ESERCITO ITALIANO IN JUGOSLAVIA veki anací del hdstro fuese i panipni itaiiani »ei Baleari Dicipo la icadluita id-elPI-talia faisci-islta, .i iscilidaiti idie’illasexciiito iita-liamo -meii Balaam abbamdanairono le gpair-miig.ioni ed i presidí della Datoaziiiau A -oaloinine le a gruppa i miliitairi Ei avviciilnlavanio 'alia icos,t,a ne¡lja spexa-nza -dii tero,vare un mezizo d’im-baxco che li po-rlt-aisse in Italia, a casa. II 10 settembre 1943 le vie di Zaira enramo gremite di soldati s-bamidati, sez’a-rmi. I parltdg'i-ani da-l-ImiEbi -racools-ero i loro fuciiti, chie-.stiro loiro-: «Volelt-e- nt-iitormare in Italia o res taire ccm moi a combátete,re conlbro i teeldeisichi?». U-na pa-nte -restó. So-rsero im s-eguito i balíltalglícmi partigiiamii «Maititeoltteii», «Garibaldi», «Fraitelii Bainldiíeira» -e «MaUrélu», quinldi le Ibr-igate «Garib-aildá» e ftlMial'.lteoItlÜ»! limifime la -divisiiome «ftealia». A ZElr-a si racco-l-sera c.i-rc-a 120 solM'aiti italá-a-nd -deciisi a lotitaire contro i teld-eiachi a frameo dei pamti-giani dalm-aiti. Formairono un proprio- baltt-agli-oin,e che íu i-mqua-draito nell’umiitá ¡pairti-grama zaraitin-a. Da ¡sol-i isicellsaro il comandante, ,iil ca-pitano- d’aviaizione Martinelli. Súbito dapo Ja -s.u-a formazione, -bat-taigliane ¡iltialiamo prende va postal orne preEis-o Koizina-, Eira, ne-i pia-ni iimpeldiiire Tenltira-ta dei tedes-chi nella eiltlta di Zara,. Questo «buon servo di Dio», co-scienziosamente unto e bisunto con i Lubiaua, composta da Perme, Polak, Podmilščak e Rozman, JJati i precedenti ed i risultati del-ruitiina ediziome, gl i origanizzaitori tlovranno rivodere le prossime edi-ziomi, che dotvrammo effettuarsi durante la staigione piri elemente e do-vranino curare di piri 1’organizzaziome stessa, che quest’anno e stata piut-tosto difettosa. Ila lasciato molto a desiderare specialmente il servizio d’nndine ed il servizo dei giudici di gartii oabato nel pomer.iggio si é dispu-tato il campiomato .della Sloveni a i,n monta,gnta sul percorso Bled—^Pokljuka di km 16. Mamcanti alPaptpello Petrovič, non ancora rientrato da Pa-rigi, ed Apollonio e Brajnik, ritar-dati da incidenti nel viaggio di t,ra-sferi,mentó da Capodistria a Bled, il campiiomato ha perduto molto del suo interesse. Comunque la corsa é stata eoimbattiutissima ed ha lauréalo vincitore il caimpiome jugoslavo Pored-ski, rivelatosi in questa oecasione pure un’üttimo soalatoire, qualita, queista, ,.• ima la isqiuadira ida Zaigaíb/ri'av po-i, di minuto lilm imilniui.tiq, itiufite ils aililire. Cihiiu-■dieiviaino ¡lia seiriie la Proleter di Ca- pad'isltx'ia, ;e la sguadi'a dli Trieste. Gia diopoi lili ©rimo giro Aiphllg.mo veniva lecBifcrieitto a fenmarsi p i: IVm-go'lfaim'emilo- deil cdhilbiia Oampe-^neli, eivdidelmteminieCie nan aidai'i'.o a 3;i».Ue terreino. Caimlbllava la bioistetta e rliiplrendeiva coin ¡uin g.'.ro di v i acd©. Pero lun’iwgiuia'le ducotetente' fenitava Brajnik, a! quale Atpolloinio, a. m l fuoiri gara, paiSB,a,va ileiEl.amente la biicicleitfca. A1 seislfo giro- ii r.'tiro, petoclhe spume, te niuoiva b’lctedr./lta aVuia dia Bmaj/nik faceva le bi-zzr. Con- ¡il rliitiiro deli favoirliti la lotta par il priimoi poisito si cirwcueriveiva alia forte rapiprieiseinitativa di Za-gahrd'a, di Lubiaina e di KI,agenta!. Gl’i izalga'b/rasi, con un aaici/a;?. ■stfioirtzo, iriiulsiciiwano aid acquiisiiare im vamtiaglg'io d;i oltr-e ciiniqule milnufi in qhaitltiro g.iir'i. Quest.:) vantaggio ri-sulitava poii dtacteivo agill-etlfeilSi de,l pialzizameinlto fiinladie, ainlche pe-rche ia sqiuialdlna dli1 Lulbiiaina, icioime gia ac-oaruniato, veniva cioEitreiiifa ai nLiro;. Nielia 'kitita par le piaEze d’otnene avava la megliio il Klageniurt, che si imipoin'ava sui/la isqiuiadira poles,e e su quella triiasitinla, da quale, do-po uin’ilnifeiltoe pairtenza ed il rit'j-i'io id! Ritasidi, si i"i.mei'-lieva ntile-Voiimiente, tanita db' ¡miniaaqiiaire da vùiaitnioi gli aàpïrainli alie prime po- sizipnlii., Diopo' q.uasla stobtuinaita, prova I cÜU dlail'la, Priola iieir f«n(t«raiMio di pirenideirBii. la -riv i nr: I,ta domenica pirofiefima a Polla. I riiSiuitati : Campiionio'tioi deTa RP dlellia Slo-venlila in eclliita Bledi—Pokljuka: 1. POREDSKI MILAN, Zaigabria, che ha icCgnpiiuito :i 16 kim del per-coixeo- in 5,2’'39”. 2. Polak Sirečko, Lqlbiana, a 1”. 3. Perne Yinfco, Luibiana, mello eitesisS tempo. 4. Sirom! Giiloiyamtni, Pola, a 50”. 5. Bajc Alojz, Nuova Goriizia, a 1*58”. 12. ilioiruzainic Pietno, «la vcrii-tá e la giunt-izia'» a/btraverso «11 co-raiggio e 1.a g-einernaiitá'». gotti — i sacerdoti sanno anche o debbono sácere che parole imp.fa-denti e legyerle, frasi fuori luoqo, e qualche volta Voslinalo silenzio da-vanti ai fati che parlano e dicono le benemerenze dell’Ettercito e della Nazione, potrebbero essere ri-presi severamente ed anche punir ti. «Forse potevamo riassumere queste Nostre esortazioni in una sola: Amare la Patria da veri Cattolici, da veri sacerdoti e, da figli amo-revoli, servirla. «Arriarla nei suoi Capi forti e ge-nerosi, nel suo Esercito invitto. Questo lo comprendanno specialmente i sacerdoti, che anche nell'a-mor di Patria devono daré l’-esem- pio». Riohiama/nidio in tal mctdo i suoa saicerldclti alio «eratusiais-mio pea 1a /guerra per la1 gliusliizia e la- ve,lili a», sca'beinaita ida Hi'tleir e ¡da M-usisollnl, i! -miebrolpcll'ilta Maiigobtli, jfrapoiriíiva aniohe le norme par il eaHeobisimo: «Se nella scuola - ««¡i praclaimaiva — deve insegnare il Catechismo in italiano, il sacerdote huono e ze-7arate é sempre líelo di jarlo, anche se quella non é la lingua sua nativa, pur di parlare di religione e di insegnare le veritá eterne (carica7.ioine, superata la soogliera, si arena suilla sabbia. 11 giorno dopo, sem/pre con vento di scÎroceo, partiamo c, con aie une sosie, giungiamo alla sera a Paren,zo. AH’Hotel Parentino i nostri_____________ equi- pa'ggi danino spcltacolo nel 'bailo della raspa originale che susicita l’ilarità del pubblioo. Al bailo una conosoenza: Ljubo, l’anfitrione parentino, uomo di grandi qualita at'leliiclie e fedele adoratore di B-iceo. L’uíifioiale di rolta della dP 3», stretla amieizia ern Ljubo, divenne pure lui adoratore di Baceo, al quale sacrifico tanti calici da dover essere trasportato a Ijordo a braccia. 1 rascorsi due giorni meiia-vi'gliosi a Parenzo. si ñiparle sabato 23. Poco fuori d U.mago, il ti moni ere delía «P 3» s’adidormeinta, e, per poco, non manda la barca fuj&iIí scogili. A Salvore un forte borino c’impedisce di proseguiré. Al'le ore 18, cálmate le furie del vento, con due es terne bórdate rien-triaimo nel porto di partenza. i L ISTE RO ch> A» íííwMí Anion Pavlovič Čekov (1860 -1904), celebre novelliere e drammaturgo, serittore fecondissimo, è Vultimo rappresentante della letteratura classica russa del XIX secolo, Vultimo dei cri-tiči realisti. Con la sua prosa sferzante e piena di ironico furore, egli flagella ogni mentalità retrograda, il dominio della casta corrolla e Vassolutismo zarista. Il presente raceonto apparliene al primo periodo creativo delVautore e condanna le superslizioni, che tanto erano radicate fra il popolo della sna terra e che erano il frutto deli’ignoranza ni cui venivano lasciati i popoli dell’ex impero degli zar dalla classe allora dominante. La sera de.1 primo giorno di Pasqua, il copsigliere effettivo di Stato, Navaigilu, idi ri torno ida .al-ouinie visito, iprese nel salone l’eilenco sul quiale av,e-vano Eippcrïto la firma i visit,atar!, ed entro nel suo studio. Tolled čil rpastxano -e berat« nu soaso di -aeqiua mineraile, per maggiore c- 0:11 o.! i t à ■ .-(Irai ii noll’aimpia 'P o! í roña e dmeoimiiiciö a leggere i nami sul foigtlïo. 'G'iuinl'O iCoM’oioohio: a niela delila Junga sfiliza di firme, trasali dalla sorpresa e, eran in ivolto- un grande stup-ore, fece serieehiolare le dita. (í Ancora ! » - disse idamdosi urna maniata sul ginooßhio. «Str an o ! Ancora costil i! Ma ©hi idiiavolo sairá questo Dedju'k'ov! Ancora !» Fra le me lite firme c’era anche quella ,di un cerato Dcdjukov. Ghi dia-volo fosse que! tale, Nava «i n non lo sapeva. Cerco di ricordare ,i suoi eono-scontii,. i .parent! e i subalterni, riandó col pen-siero al piú lontano passato, ma non riusci a t'roivarc un solo lióme che isomigliasse a Dodjukov. Piú «tramo ancora : lo seoinoseiuto a veva .aippo-sto iimimancahilmente, ¡negli ll 1-1. i mi tredioi anni. la sua firma per il Natale e per ¡la Pasqua. Clii fosse- costui, da dove veni- c. cosa voiîieisse, ne Navagin, -né sua magüe, nè 1" use i ere lio sapo vano. «Si ra.no ! « - - peivSava Navag-in, cam minando ne rvo.-inncii t (- su e giù per lo studio. «Tutto ciô è in rom ¡ireri-i !ri,i e c strano! Un vero enigma! Biso-ignarehbe ehiecLerlo al portiere» cselamô poi ad alta voce. «Diabólicamente strano! Eli, ma alla fine riuaoirô a supere chi sia costiui! Senti, Gregorij» — dis-e rivoilto all Use i re che era éntralo nel frattempo — «quel tale Dediju¡kov ha finmato di mu-ovo! L’hai visto tu?» «Affiatto.» «Anidiiamo, via, guarda qui il ,suo nome! Ció significa che egli è stato gió mal salome, no?» «Impoœibiile. Le laissicuro che non s’é visto!» «E «ante ipnó aver .lasciato -la sua firma se non è stato qui?» «Mali, idili lo sa?» «Corne, obi lo sa? Allora tu stai a sbadigliare giù nelPatri-o! Suvvia, cerca di nioardare. Forse qualche farestiero ti sfugge ora dalla mente ... riiletti !» «No, vostra eaeelllenza, qui non c’è stato alcuno scomosoiuto. Vennero i nostri idipendenti, sua eocellenza la baronessa, i preti con la croce, ma ne«-nu mitro ...» «Significa che eali ha finmato di nascosto!» «Non saprei, ma quel Dedjukov qui non c’è stato! Potrei giuranlo d¡-nanzi aH’icona . ..» «Strano, incomprensibile, fan-ta-sti-co ! » — disse Navagin. «E sopratutto ridiicolo! Un tale viene qui ad apiporre la sua firma da oltre tredici anni e tu non -riesci absolutamente a sa-pere ehi egli sia. Non sará uno scherzo? Forse qualche diipenidenile, per fare lo apiri toso, avrà mosso assieme alia sua, la firma di Dedjukov.» Na vagi n ai mise a oescrivare la firma di Dedjukoiv. Era una scrittura a letter-e ampie e ardite, lutta volteggi -e svolazzi, come si usava un tempo, per mulla isiimile alie altre. Seguiva i m mr d i atañiente la firma del secretario particolarc del go.vernatore Stukiin, persona timiida e pusillanime, i-he sarebbe merlo ti i jiaura dono uno selrerzo cosí temerario. «Que! misterioso Dedjukov lia finmato un’altra volta» — disse Nava «i n allá moiglie, entrando nella sua -tanza. «Aneoira non riese o a sapere ehi sia costui!» La «ignora Na.vagino-vma si ocouipava di spiritismi e poroió cssa riusciva a aplegare con facilita qualiiasi fenómeno n,atúrale, fosee esso coimprensi-biilej o no. «NuiIJa di strano» disse. «Tu non vu-oi credere, ma do te l’ho giá detto e lo ripeto : nella natura ci son o tante cose sopirannatiurali, che i! noistro debole ¡ntcllctlo non riuscirà mai a comprendere ... S’io fossi in te evadiere! i,l suo ap,irrito e gli chicderci cosa vogliiia ...» «SpiÓ'Ochezze, tutle Gcl'ooohezze ! » /Navaigin ¡non er,a .siipcrebiziosio, ma il fenómeno appariva cosí misterioso che, lentamente, ¡nella sna mente i-nconiincSroino a farsi strada diavolerie di ogni genere. Ogni seria pemsava e sompre piú si comvimcieva che lo .seonosciuto Dedjukov foíase lo spirito di qualche dipen/dente, morto chissá quando, get-tato sul laetrico dai suoi antenati, che si vendicasse sui discendenti... Forse era un párente del rararel'lierr, licemziato da ¡Navagim slesso o di qualche ragaziza da lui isedot'ta ... Per lutta la notte Navagim continuó a seorgere nel sonrio il vecchio cd allampr-iato dipenden,t- nei'la sua loigora divisa, dal volto giallo come il limóme, dai capel!! irsnti c dagli occhi vi-trei, II diipendemte parlava con voce repolcrale c minaiceiava col dito ossuto. Poco mancó che Navagin non si bnscasse una commoizione celébrale. Per due set timone non cpri liooca e rimase pemsieroso e riservato. Infime riusci a dominare úl suo soetticismo e, finalmente, disse sordamente alia moglie : «Sina, evoca il Dedjukov!» La signora se ue ral,legró, fece portare il foiglio e il vassoio, fe-ce eeideire arca,nlo a sè il marito e si mise a eom'piere le salite cerimanie. Dedjiukov non si fece atitrindere a lungo . .. «Di che liai bis-ogno?» — chiese Navagin. «Di preg-hiere ...» — rispóse il vassoio. «Ch i Coral i da vivo?« «Uno che a.vova ;p ecc ato . ..» «Fceo, vedi?» rnomio.ró la moglie. «E tu non volevi credermi!» Na/vagiiu parló a lungo con Dedjiukov. Evocó gli spiriti di Ñapóleone, Anniba'.-e, Askoeenskij, di sua zia Olandiia Saksarovna e tutti gli riaposero, brevemente si, ma cuaurientemente e persuasivamente. Per quattro ore combinó cose da pazz.i col vassoio e poi s’addormentó ¡tiranqui!lamente, felice di aver fatito conosccnza con un modo a lui prima sconosciuto. Dopo questo primo esperimento, s'interessó giornalmente alio spitirismo e volle spieigare anche ai suoi dipenideinti tibe nella natura vi sono eose so'prailil atu rali e miracolose, di eni i sapicnti si stanno o ¡cu «ira n do ida un bel pezzo. Hipnotismo, il imedianismo, lo spiritismo, la quarta diimeinsione ed altre chimeje del genere Poccuparano talmente, che ida allora, per tutto il santo gromo, fra la sorpresa della ©omisoirte, non faeeva che leiggere apnscoli spiritici e ocicuiparsi del vassoio, -dei giri del tavolo o deU’intenprctrazume dei fenoimemi della matura. Anche i ano! subalteirni si oocuparorao di scienze óoeullte e can tanto fervore che il -vécelao usciere impazzi c spedi un giorno uino strano telcgramima: «Dairimferno, mdniiste.ro deille finanze. S-ento eascmii trasformato in spirito imipnro. Gh,e faref Risp-osta pagata. Vassiüj Kriinolinskij.» Dopo aver consúltalo -centinaia di o.pusco'li spiriticii, Navagin sentí la neceas!tá di serivere qualcosa anche luí. Cimque mesi impiegó a raocoigliiere il materiale e intime campóse un saggio stujpendo, dal tálolo: «La mia oipinione». Finito lo senilito, decise di upcdirlo aid una rivisla qpiiritica. Egli ricorda molto Lene il ,giorno da luí stahilito per conseg/nare il manoscritto. Navagin ricorda che in quelFindimenticahile gioimata,' nel suo ■-tulio, «i trova-vano vi-cino a luí il seig.retario, che s.tava tra.criveiido in bella copia il .manoi'jcritto, e il suddiaeono della >parrocebia, convoca!o per-un aliare urgente. Egli guairdava aifettuasaimente il suo figiüoletto paffuto e gras-sottello, sorridev-a felice... Ranimenta amelle che díase' ail segretario: «Filip'O Scrgijeijic, sara meglio «pedirlo per ir.aceonramdala. E’ meglio cosí...» — e alzando Jo aguardo sul diácono: «L’ho falla chiamare pe/un pifare magante, aun ico mió. Devo mandare unió fi.gli-o ,ail ginnasio e mi oceorre il certific-ato di na-selta ... Posso averio prima?» «V a-bene, e-'ice V.en za » — diese il suddiaeono, i-ni dliii a-.n dos i — «va heme! Comprendo ...» «Sara pocpibiile averio per domani ?« «Va ben-e, eeoellenza. Stia tranquillo I Damani sara pronto. Anzi, la prego, mandi quialeumo a fin-rail- ¡lo i¡n cliicsa, prima dei ve.-pri. lo saró la. Faccáa eluiedcre di Dedjukav. lo sono...» «'Coime?!» gridó il consigliere di stato impa,11 ¡dorado. /- «T)( djnkov.» «Lei Navagin. eile dei bun Ici sarebbe, dnnqrae. Dedjukov»? — chiese sgramando gli acchi «Esa!taimente, Dedjukov ! » «Lei... lei, lia lifecra-lio la sua firma qui da moi, nel salone?» «Precisamente» - disse il suiddiaco.no confuso. «Quando passiamo di qui coin lia croce, ere: ’’un/I!. h-'i'i:i sempre il mio nome nelle ease delle fami-glie pur distirale ... Mi place fare cos! .. . Appemia scorgo il foglio nel salone sono teníalo a■ scrivenvi il mio nonne.» Mnto, come alilur.jnato, senzu nulla ecmpVera d ere. nulla sentiré, Navarin cammimaiva su e giù per la-stanza. T-o-cicô le tendine della porta, agitó tre volte eon la deslra, come uina comparsa da rivista che veda unía ballerina, fiacbiëittô per un pó, rise coime um pazzo, indicó col dito lo spazio... «Reme, e-rceIleniza upodiró subito il mainosoritto» disse il secretario. Quaste párele seoæero Navagin da queLlo stato ipnotioo. Guardó coime inebetito il seigretario e il rradidiacono, gli ritornó la memoria e, fuori di se dall’.ira. batió i piiedl -ral pavimento e disse con voce sorda, ma forte: «Lxa trami ! Laeciatemi in .pace, d'ieo! Che volete da me? Non saprei.» Il s ogret ario e il suiddiacono abba-ndonaro la stanza ed erano giá sulla via, ma Navagin comtinuava- a battere i piedi a terna e gridava: «Laiscíatenii in pace! Cosa volete da me? Non -saprei! ... Laisciameti in Lo stesso Paro — approfitlando del fatto che i terreni da lili posseduti si trovavano lunga la linea di demar-cazione e che percio giornalmente e senza formalitá alcana poteva passa-re dalla zona B alia zona A e viceversa ! mitre attendere ai lavori dei campi, si dedicara anche al con-trabbando. Essendo risultato un tanto alie nostre autoritá (cui era stato riferito che, tra le altre merci, il Paro ave va contrabbandato 7 hiciclette, poi vendóte a prezzi speculativi nella nostra zona) ni data 1 agosto u. s. venne disposto il suo ferino. L istruttorio, esperita nei suoi con-fronti, non raggiunse le prove certe, percw egli venne rilasciato verso la (me del mese. 11 Paro, che si sentina colpevole, clie. nmesso n piede libero, giudicava di averia scappata bella per questa volta pensó bene di cambiare aria poiche sulla sua coscienza gravara il peso di cipe che, se non oggi, doman, avrebbero poluto essere accer-tale e punite a norma di legge. Xlilla quindi d¿ piá logico e fa-per luí di caricare sul carro agrícola, assieme agli attrezzi del la-voro, , vestiario e gli indumenti suoi famighari; ,1, aggiogare al car-.. c.“¿ íar seguiré allro be- i ame per il pascóla, vareando, poi, ,. P','n ,h tlmi<‘ oltre volte, la linea Oí demarcazione, indislurbato, assie-me "sh "Uri eomponenti la famiglia. Ecco quindi a che cosa si riduce e come „ e svolta l„ «migrazione bi-bhca del manto e della moglie, dei suoi figh, del carro attrezzi, di cingue bovini, della capra e delle cingue oche» sulla u adórnale di nesle» e gh nltri organi della stam-pa reazionaria e kominformista han-no fabhnrato una lunga e nutrita se-no. di gud.li. de-" COnst?tare ¡}oi luale corrispon “ ro" 1,1 re(dtá Mia la fotogra fia accennata in principio, da cu ■ppanrebbe che i membri della 7a mi gli a laro siano usciti dai campi 7 ¡¿Ttr ; deU“ fame di Arbe o Pircóla i ’"31" tener , 0nl° deüa : ( 7, z i,la essi P°rtat° “I r'""" " zona E, cio'e del carro dei naque bovmi, degli attrezzi> ¿a cor l Tttta < l vestiari°’ della pe-7X °Che- Íl IUÍ ™l°'e in riore ad "r 6 Certamente infe-d un mil,one e mezzo di lire. na cu, non e tutto, il Paro ner ,íe7emz-COn !r ,"miglia alle «¡erad I •-ecuzioni di cui sono oggetto eli tí"* — E, ridottfJTa Pt Z '- miSe"Z nhbandonato in '■ =0,i0; 24 ', frumento, 30 oh une 7T'J ^ * granoturco, ott, o, vmo ed un vieneto stromaneo dura quasi matura ru7X,qrTo dÍ PÍÜ l°gico e na-f míh,n l Pr -° ® ‘Uttn la fuuiigUa uno Tato I dl0"n,,lC di TrÍeSte>> in T T ", dmutri*'°ne terrifican-te, scalzi ed avvolti da slracci. Direttore rresponsabile CLEMENTE SABATI Stampedo pressa lo stab i!, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzaia pace (Traduzione di B. A.)