FOBBLIOITA (prezzi per mm d'altezza, larghezza 1 colomia): commerdall L. 1.50 — flnanzlan, legall, cronaca L. 2.50 — Concesslonarla escluslva UNIONE PUBBLIOITA ITALIANA 8. A. LDBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 17 aprile 1943-XXI SI PUBBLICA OSNI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 - Semestrale L 13 - Sostenltore L. 1000 Spedizione in abbonamento postale II» Gruppo — UN NtJMERO CENT. 6 O DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLPOVA 12 — Tel. 2196 It ddint€iUa Le previsioni ed i calcoli che si sono affacciati al prin-cipio dell'anno chiamaiio alia ribalta, e sotto riflettori di-versi, il grande ma spesso sconosciuto protagonista del dramma contemporaneo: I'l-talia. Di quest'ltalia, che Seeon do il calendario roosevel-tiano della guerra doveva es-sere giä invasa e distrutta e cacciata dal Mediterraneo, ancora in piedi salda e com-battiva e per di piü presente sulle coste africane per as-solvere, insieme con la sua alleata, il compito essenziale per I'Asse che e quello di mantenere il blocco del Me-diten-aneo. Quest'ltalia, che si preve-deva pronta a un crollo rapid© per le sue limitatissime risorse, stupisce il mondo. I quotidiani italiani hanno ri-portato il commento di un giomale britannico nel quale, tra molte scordature e inge-nuita, si notavano anche delle cose, consapevoli o no, ma giuste; come ad esempio: che ritalia ha la migliore inge-gneria navale del mondo, che il nostro popolo, quando e mosso da un'intima propul-sione ideale, trova delle energie insospettate, che le risorse materiali del Paese sono incredibilmente esigue in pro-porzipne dei nostri «giaci-menti» ideali, psicologici e in-teifettüäii. Puö sembrare for-se una nota detrattiva, ma si ha peraltro la conferma di un dato di giustizia che, comun-que si svolgano le cose e co-munque si voglia giudicare d i questa guerra, resta im-pellente e dominante: I'ltalia ha diritto a uno spazio materiale e morale che finora le e stato conteso, senza dub-bio ostacolato, dal gioco delle forze storiche e naturali. E questa e la ragione di tante virtu. L'ltalia infatti, in base alle sue risei-ve e fonti di pos-sibilita fisiche e tecniche, ri-conferma, nell'acre svolgi-mento di questo cruciale periodo storico, generöse ca-pacita e prowidenzialmente tempestive inventive capaci di utile superamento in ogni situazione critica. 1 neniici ed i neutrali, i quali nell'arduo problematico governo che la guerra impo-ne giorno per giorno, ora per ora, giudicano dei nostri limiti o delle nostre sofferen-ze, dovrebbero mutare il loro punto di vista e considerare soprattutto quello di cui l'ltalia e riuscita a non limitar-si, a non soffrire, a non man-care. Uno dei primi problemi che s'impone all'indagine e quello alimentai-e. Che noi ci limitiamo non e un mistero per nessuno. Rarefazioni di generi, discipline severe, la- boriosa disciplina dei prezzi pongono il Paese sul piano della virile austerita. Ma chi non resterebbe meravigliato pensando che Tltalia, impor-tatrice di prodotti e generi alimentari per peixentuali imponenti, e riuscita ad aste-nersi e resistere sia pure con patente sacrificio? La nostra situazione e oggi in modesto ma innegabile miglioramento. L'Europa supplisce al blocco di tutte le vie d'alimento esteriore con gli scambi interni e la stretta compensa-zione da popolo a popolo ha cooperato alia vita di tutti. Ma noi non saremmo in gra-do di sostenerci se negli anni prebellici lo sfruttamento piü approfondito delle nostre risorse rurali non avesse solle-vato il livello della nostra ca-pacita lavorativa e produtti-va. E talvolta, noi stessi sia-mo al disotto della valutazio-ne proporzionale degli sforzi che I'immane guerra c'imp'o-ne giorno per giorno. Questa che combattiamo non e una guerra romantica, ma una guerra dura, grigia, assidua logoratrice d'energie, un impiego illimitato di forze e di mezzi. 1 bollettini, pur nella loro sobria inquadratu-ra, non ci lasciano force in-travedei'e qualche volta come le forze del mare, del cielo e della terra subiscano questo implacabile logorio, I'impe-gno assiduo, la estenuante vi- gilanza richiesta dal terribi-le compito bellico? Da questo abbozzo di con-sidei-azioni risulta evidente che il Paese sopporta uno sforzo iperbolico, non sem-pre registrabile mentre tutti i valori sono in gioco. Coste e basi innumerevoli, sponde e terre d'oltremare, armate dell'esercito e dell'in-dustria vicine e lontane, ovunque l'ltalia e presente, ivi e presente la volonta e il sacrificio scrive la sua parola valevole. L'ltalia e sul proscenio per-che la svolta degli aweni-menti sembra voler fare della nostra Patria I'epicentro del famoso «secondo fronte» e tutti concordano nell'idea che il fianco meridionale del-I'Asse poti-ebbe costituire il punto d'attacco delle forze anglo-americane. In considerazione appunto di questo schieramento avan-zato e vulnerabile ma tenace, b. vera Europa riconosce al-I'ltalia una sua superiore ca-pacita di lotta e di sacrificio. Senza grandi riserve, senza privilegi di natura ma con un ingente patrimonio di vir-tü, l'ltalia resta un caposaldo non indegno della propria storia e della propria missio-ne di civilta alia quale e stata chiamata nel tempo dei tempi e alia quale non si e mai sottratta, neppure nelle epoche di decadimento politico e di apparente oscuramento. Gio^an BaMisla Foniana La guerra aero-navale Affermare che I'attuale guerra verra wiiita sul mare iion puö nž deve stupire. Cio emerge dalla considerazione degli sviluppi del precedent« contlit-to mondiale e da un suo raf-fronto con la contesa che oggi si ccmbaUe. Dall'esame delle due conflagrazioni — pur attra-verso le note^'oli diversita che pcssono risocantrarsi nell'aspet-to dei due urti — inequivoca-bilmente appare quale peso de-cisivo possa avere una superio-ritä sul inari — sia essa aerea 0 navale — ai fini del raggiun-gimento del succes&o finale. Nel conflitto 1914—1918, dopo che gli eserciti delle potenze. in lolla si furono assestati sulle posizioni ragglunte nella prima mcvimeiitata fase dell© ostilita, fronteggiandosd lungo una linea ininterrotta dalla Manica al Mar Nero, la lotta assunse sempre pill il caratlere di una guerra di materiali e di logoramento, nella quale soprattutto assunse tondamentale importanza lapos-sibilita di disporre e rinnovare tutti quei inezzi che gli urti in-eessanti contiinianiente diatrug-gevano. A tal fine, qualora si consider,i che le nazioni in guerra non erano atfatto indipendenti dal punto di vista economico generale e delle materie prime in particolare, decisivo era il possedere il dominio dej mari, di que'i mari che costituivano e cosH'tuiscono le direttrici segui-to in pace ed in guerra dad traf-fici europei. Fisonomia ben differente dalla staticita della guerra di po-sizione che ha caratterizzato il conflitto 1914—1918 ha assunto I'attuale. Pur tuttavda, nono-stante la grandiosita degli urti terrestri e delle conquiste territorial!, apjjare evidente che, in definitiva, anche I'attuale guerra trovera la propria soluzione sul mare. Guerra marittima, infatti, e quella che si combatte perche la ix)sta in palio e costituita cssenzialmente dal raggiungi-mento della libertä dei mari — per una delle parti in lotta — dal perpetuarsi di un petere egemonico su dj essi — per I'altra. Guerra marittima, giacche via mare pervengono alia Gran Bretagna ed alle forze anglo-americane nel Nord Africa i rifornimenti di materiali ed uomini che hanno consentito in una prima fase di resistere e successi'vamente di esplicare il loro sfor/.o cffensivo; via niaro affluiscono i rifornimenti alle nostro eroiche truppe che in Tunisia, sostenuto il duro urto angloamericano, mantengono quelle posizioni decisive per il domini<7 del Canale di Sicilia e quindi del Mediterraneo; ed ancora sul mare si combatte la lotta per il predominio del Pa-cifico. Guerra marittima, infine, giacche sugli oceani, giorno per giorno, ora per ora, si svolge una continua oscura lotta tra le flotte sottomarine del Tripar-tito e quelle mercantili degli angio-sassoni, un aspro duello che deciderä del successo finale del conflitto. I due confUtti hanno percio nel mare — il quale tanta parte degli attuali teatri di guerra rappresenta — un elemento coinune. La guerra sui mari altuale differisce, perö, dalla preceden-to per I'introduzicne di un nuo-vo elemento di capitaJe dmpor-tanza e di peso decisivo sulle sorti della lotta: I'aereo. L'arma aerea, che giä aveva fatto la sua apparizione nello scorso conflitto, limilando perö la sua funzione — nel campo-della lotta sui mari — alia ri-cogniizione, ha visto moltiplicare enormemente la sua efficienza e la sua possibilitii d'impiego e d'azione. La ricognizioue aerea ^ ora una funzione sussidiaria svolta dal velivolo che vede j suoi cömpiti aosurgere a ruolo di primissinio piano nel quadro vasto e complesso della contesa sui mari, e si affianca al sora-mergibile nella lotta contro il navigliio anglo-americano. L'evoluaione subita negli Ultimi cinqiiant'anni da i mezzi d t lotta impiega'inelle guerre marinare si puö dire sia passata attraverso tre fasi caratterizzate dairimpiego
  • a allaj marina da guei-aa, e che questa con la notevo-3e vulnerabilita del siio navi-glio di superficie dovesse ne-cessarinmente risultare in con-cliaioni d'inferioritä manifesta xißi confronti deiraerouautica. Nulla di piu ©rrato. Tre anni n; mezzo di conflitto stanno a •iliniostrare quale vitale impor-lanza ai fiui del raggiungdmen-)o della vittoria finale abbia ii , I'altore niarittimo. Iv'aereo ha imposto si una ladicale trasformazione delle concezioni' prevalent! preceden-icmente iu tema di guerra navale. Ha radcloppiato I'efficacia 'ofticacia dell'offesa aerea Indubbiamente ha ]>09to tecndci « stati niaggiori di fronte a pro-lilemi la cul importanza uon puo niiscotioäcersi, nia che in gran parte hanno trovato la loro soluzione. Si ö cosl provveduto iilla duplice difesa attdva e passiva delle navi con 1 mezzi pill diversi ed efficienti: dalla reazione aerea alia difesa con-.iraerea, dalle nebbie artificiali alia \'arie forme di protezione — diremo cosi — statica del ■Jiaviglio da guerra contro bombe e siki ri. Senza dubbio, anche in que-sto campo della lotta, la miglio-re difesa 6 risultato essere co-stituita anoora dall'altacco, azio-iie aerea soprattutto, particolar-siiente efficace nel portare colpi mortali alle basi fisse (campi d'aviazione) e mobili (portae-reii), anticipando il tempo al-I'awersario e distruggendo le piste di decollo e i>onti di lan-cio. Emerge a questo riguardo la iiecessita di una continua ed •intinia collaborazione Ira aero-nautica e marina, in talune po-, lenze realizzata con la costitu-«ione di un'aeronautica della imarina. Opportune sarebbe al-Iresi accennare al problema o di nave nelle flotte ita-llana e germanica. Ragioni d i brevltä iinpediscouo nna dif-^hisa disamina, per cui ei si li-imiterä a dire che ciö non de ve 'li'nidurre ad illazioni circa nna inferiorita dltalia e Germania in tale settore, giacchč la ca-renza di portaerei h largamente lüompensata dalla favorevole si-Itnaziono geografico-strategica ■flelle ■äw jwtenze che vede I'l-lälta protendepäi nel bacdiio uiediterraneo in guisa da agiro •da gigantosca nave portaerei, <*jn la qiiale le numerose basi AbbMimo p@irso l<ß guerir<ß? Secondo la propaganda ne-mica, e secondo quegli scon-siderati che alia stessa fanno grand'eco, noi avremmo gia perduto la guerra. II dilemma lanciato da Casablanca (oio resa incondizio-nuta o distruzione*) ha lor sciato in veritä credere prima ai popoli anglosassoni, poi ai quattro gonzi che noi la-cciumo a piede libero forse nnicamente per il sollazzo det cittadini, che V Asse fosse or-mai in prodnto di essere cla-morosamente battuto. Diversi mesi sono passatt dal criminoso convegno di Casablanca, ma, per quanto ci si sforzi, non vediamo come la fine dell'Asse possa ri-tenersi non solo sicura ma addirittura imminente. Pariare come hanno parlay-to Roosevelt e Churchill a Casablanca e senza dubbio estremamente facile. Per es-si, poi, e semplicemente naturale. I fantocci numero uno (Roosevelt) e numero due (Churchill) dell'internaziona-le giudaica non avrebbero, in-fatti, potuto esprimersi diver-samente. Alia scuola ebraica si e molto esigenti e gli allievi po-co diligenti vengono senza re-missione eliminati, prima di essere loro assegnati cdmpiti di secondaria importanza. Ne tutto funziona secondo schemi e principi che hanno trovato nei secoli larga e, molte volte per la troppa dab-benaggine dei popoli cristia-ni, fortunata appUcazione. Era per conseguenza per-fettamente logico che il com-portamento dei figuri riuniti-si a Casablanca non dissen-tisse minimamente dagli in-segnamenti ricevuti. L'arma della menzogna e ritenuta dagli ebrei la piu importante arma da adoperare ai fini del successo; si spiega quindi perche anche oggi essi, a mezzo dei loro principali esponenti, ne fac-ciano largo uso.. «0 capitolazione senza con-dizioni o annientamento totale:»: dilemma evidentemen-te di natura estrema, dilemma che pud essere posto ad un contendente completamen-te assediato e senza nessuna possibilita di ripresa e reazione, oppure gia esausto e prossimo al definitivo tra-collo. La situazione deU'Asse non e — e i nostri nemici sono certo i primi ad esserne con-vinti — classificabile nel sen-so anzidetto. L'Asse, pur avendo incas- Anche se ci dovessimo la-sciar trasportare a fare un esame minuzioso delle singole posizioni, delle perdite doe subite dall'Asse e di quelle inf litte ai nostri avversari, il passivo, nel complesso, non risulterebbe di certo a nostro s f avore. Va a questo proposito te-nuto presente che il Giappo-ne non conduce una guerra a se. La collaborazione dei Pae-si del Tripartito e la piu com-pleta che si possa immagina-re: essa quindi opera non solo sul piano politico-economi-co-culturale, ma anche e soprattutto su quello specifica-tamente militare. Pertanto un indirizzo come quello deliberato dai pontefici massimi a Casablanca si di-mostra privo di senso alcuno, in primo luogo perche non tiene conto di una situazione di fatto assolutamente indi-scutibile, secondariamente perche trascura I'esistenza di un elemento formidabile nel gioco delle forze in campo. Per scendere ai particolari si dovrebbe ora fare un cen-no alia lotta sottomarina, che viene tanto dall'Italia, dalla Germania che dal Giappone condotta con un ritmo sem-pre piu incalzante e con ef-fetti e risultati concreti sem-pre pill impressionanti (si dovrebbe aggiungere che i nostri nemici sperano di fiac-carci sul terreno morale; ma a questo punto si dovrebbe pure concludere che e proprio da questo presupposto che essi sono partiti per conce-pire la nota deliberazione. Ed e infatti a codesto criteria che risponde il programma dei bombardamenti sulle no-stre popolazioni civili). Ora, ci si chiede, hanno essi raggiunto il loro scopo? Š possibile che lo raggiun-gano ? I fatti rispondono recisa-mente di no. Ed e per lo meno da scartare I'ipotesi che essi, anche intensificando al massimo le loro piratesche azioni, riescano ad intaccare il morale del po-polo italiano piu di quanto siano riusciti a fare sin qui, ossia ne piinto ne poco. Ragion per cui I'ultima parola nella guerra che i nostri nemici intenderebbero risol-vere a loro vantaggio a buon mercato, puntando su un col-lasso morale del popolo, e ancora alle armi, e non v'e, a tutt'oggi, proprio alcun se-rio motivo per credere che queste siano a noi sfavore-voli. All'attuale periodo contras-segnato da uno sforzo tre-mendo del nemico, rivolto in particolare contro di noi, in quanto esso non ci perdona di esserci rivelati di una tempra assai piu dura di quello che esso non osasse neppure lontanamente sup-porre, farä sicuramente se-guito, a tempo opportuno, un'adeguata risposta. Non abbiamo nelle nostre mani, fino a questo momento, nemmeno una carta di meno di quelle che possono dispor-re i nostri avversari. Le ri-serve e le risorse dei popoli dell'Asse e del Tripartito sono immense. Gli stessi nemici avranno modo di consta-tarlo. Domenico Yanelli He complesso offensive, e la cuni colpi, e pur avendo at- . . .' , traversato una fase di asse-■Qermama dominare inoontra- ____ ^tata le coste europee dal Mar Glaciale Artico al Golfo di Bi-scaglia, al litorale francese me-fliterraneo. 11 possesso virtuale della pe-nisola scandinava e dello Jutland, delle oosto francesi della Manica e del versante atlantico inette infatlii a disixxsizione del Reich un iniinterrotto snsseguir-si di aeroporti dai quali I'offe-sa aerea dell'Asse puö portarsi «ui convogli e sui complessi da suerra iiaviganM nel Mediter-raneo e neirAtlantico, agglnn-^endo i propri temibili effetti a •quelli gift notevolmente effi-caci dei mezzi navali da superficie e snbacquei. Tutto ciö mentre le navi da !>>iiii(:aglia ed il naviglio sottile -vegliano lungo le migMaia di chilometri di coste dominate dall'Asse, e, nel Pacifico, la formidabile flotta aero-navale nip-ponica infligge colpi mortali all© marane britannica e statu-r.itense. T1 carattere spiccatamente aggressive dell'azione condotta su stamento indubbiamente difficile, non e, in base al quadro generate deUa guerra, in condizioni peggiori che non siano quelle del nemico. tutti i mari dalle forze del Tri-l)artito mostra come, ancbc' alia flotta navale di superficie inferiore per tonnellaggio, sia possibile prevalere sui niari colmando il divario del Potenziale navale con una manifesta superioritä aeronautic« e sottomarina. Sottomarini ed aerei, siluran-ti di fuperfioie e mezzi d'assal-to sono lo strumento col quale, pur attraverso dure prove, le ix>tenze del Tripartito forgiano pezzo per pezzo Timmancabile vittoria, mezzi diversi di lotta, xmica arma mossa da un'unic-a volonta: la stessa volonta indo-niabile che anima i eombattenti delle nazioni amiche, la stessa TOlonta che e nel cuore di tutti gli Italian!, Tedeschi e Nipponi-ci: la volontä di vincere! Enrico Zenoglio ti I s Nuovi mezzi motorizzati dell'Asse giä in linea HELITTI COMUMISTI II BAlC4il Saveta V. era una giovane donna di venticinqiie anni cha aveva perduto il vuirito e viveva sola con la madre in una modesta ca-setta della rtffione del P. (Bal-cani). P. ha un raggruppamento (Ii eajie e capanne di postori sper-dute sopra la nioniagna eosparsa di sassn e mucchiata di eespugli-La casa di Saveta era poco di-Ktante dal gran comando comuni-sta (tutti i coviandi di quel geliere sogliovo essere sojna gli alti monti per essere piii garantiti contro I'azione viilitare) a cui fa-cilmente potevano giungere noti-zie vere o false che Ui riguarda-vano. La giovane. vedova, nota per la sua bellezza, interessava ai componenti dell'todred* c qualchv partigiano le aveva fatto deV.e proposte che essa aveva respinto anche perche, volendo dopo la perI dita del marito trovare ancora mm sistemazione per la vita, aveva dato qualche speranza ad altro giovane. (Ma quello non era comii-nista.) Bisogiutva quhidi soppri-merla. E poiche funzionava rego-larmente il tribunale era neeessa-rio trovare una scusa sufficiente. Questa venue trovatu quando si seppe che un'altra persona, egual-mente in vista nei dintomi, era stata uccisa. Si fece circolare la voce ehe I'autrice del delitto era la vedova la quale fu, per conseguenza, chiamata a comparire dirmami ai gn'itdiet. Qitattro ar-vuiti che le portarono I'invito, rivolto anche alia madre, prima di accompaffnarle di fronte a gli im-proi-i-isati magntdrati, devastarono regolarmente Vabitazione. Le due donne accusate di omi-cidio furono subito sottoposte ad un interrogatorio. La giovane ri-spose di non sajter niente, ne pote farla parlare la madre che ebbe ordine di convincerla. Furono rinchiuse dentro una prigione in-sieme ad altri che erano prigio-nieri di guerra, -presunti malfat-tori. iviputati di varii reati e co-munque destinuti ad eSsere giu-shziati. Li rimasero fino alia notte. Ver.so le ventitre i quattro armati che avevano fatto la cat-tnra chiamarono le due donne e le fecero xiscire dalla slanza. Ubbi-dirono piangendo, immaginando che dovevano essere condotte alia morte. Vennero condotte iu una loca-litä fuori mano. Le poverette tre-mnvano dalla paura e dal freddo. La vccchia cerco di impietosire i band iti dicendo che anch'essi avevano mamma e sorelle e non dovevano fare del male senza motivo. — tSappiaino noi il motivo — rispose uno — e tu sai il perche» — disse rivolto a Saveta che non rispose. Si adirb I'uomo e la afferrb per un braccio per scuo-terla daU'intontimento in cui era. Forse era suo proposito, forse si accorse allora delle qualita fisiche della giovane donna: certo e che la trascind distante per violentarla. Saveta reagiva; chiamati, inter-vennero altri due in aiuto mentre uno solo custodiva la vecchia. Fu, in tal modo, facile ai tre riit-scire nell'intento mentre la mamma piangeva desolata. Segu'i il tumo del custode della madre. Fu un contatto violento, di sprezzo, non 'privo di schiaffi, calci, graf-fi. La disgraziata gronda/va san-gua da tutte le parti del corpo mentre, con selvaggio sadismo, i barbari esecutori le strappavano i c(opelli neri e buttandoli sulla ne- mmm--~-'mmmm%mmmmmmmmmmmmmm*mmmmmmm»mmmmmmmm» Civiltä comunista. Resti uma-ni, frutto di esecrandi delitli, trovati in un bosco bera. II tempo passava, ed essa apertamente si doleva della per-dita della figlia e della sva in-giusta fine. II tribunale seppe di queste lacrime e decise di disfarsi anche della genitrice. Fu prelevata infatti di notte dalla sua abitazione, portata nel luogo dove la figlia era stata uccisa e II fu fat ta morire con un colpo di calcio del fu/nle alla nuca. Era il mese di febbraio del X9i2. Leonardo Paradiso COLORI asciutti - ad olio - smalti - vernici a smalto - pennelli e tutti gli utensili per pittori - stucco pervetrai - ecc. — polete acqui-stare a prezzi vantaggiosi presso: Fr. 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Di questa rinascita e del conseyuente interessamento si investigano, con diverso acu-me, i moventi ed i fini: ed ecco chi si compiace di assistere al fatale ricorso di un moderno umanesimo; chi vede de-finirsi i caratteri di una ci-vilta originale, nella quale appunto tentano una supre-ma rivincita le forze dello spirito; chi anche, prendendo 1'avvio dalla quotidiana dram-maticiiä della nostra storia, giustifica quest'entusiastico riproponimento d'ideali sotto la specie di una reazione al-Vimplacabile meccanicita e grandiosita degli eventi. Non sta a noi entrare in giudizio: ci mancherebbe, tra 1'altro, la necessaria autorita e competenza. Soltanto ci siamo proposti di fare nostro questo rilievo e di sottoUneare con compia-cimento, una volta ancora, come la cultura italiana stia davvero combattendo — su un dignitoso piano ideale — la sua battaglia. Ognuno avverte — cid e soprattutto notevole — che quest'ansiu non si giustifica come risultato di una posizio-ne passeggera ne, tanto meno, interessata: chi abbia una qualsiasi capacitä d'intuito sente che qualcosa sta matu-rando in fondo alle coscienze, qualcosa di decisivo che — una volta liberatosi dalle sco-rie del contingents — si of-frirä in tutta la sua interez-za innovatrice. Intanto — ed e questo in definitiva I'argomento che ci impegna — una parola affio-ra da ogni lato, con ostinata insistenza quanta piu vivo e il fermento: poesia. Miracolosa ci sembra I'ap-parizione del termine, fresco ed antico, eterno. II fatto e che tutti in questo scorcio di secolo ventesimo — il secolo delle macchine e delle scienze, il secolo di ferro e fuoco e sangue, — abbiamo avvertito ad un tratto un sentimento strano, quasi un'angoscia, un deside-rio di bellezza, di semplicita, un'insoddisfazione d'ideale: abbiamo intuita urgente la necessita, per la vita stessa del nostro spirito, di una voce di poesia, a qualunque co-sto, al di sopra di ogni irri-mediabile decadimento d'illu-sioni. Ä, questo, un elemento di conforto, un atto — direm-mo — d'orgoglio superbo: una testimonianza della vita-litä del nostro spirito — poi-che noi sappiamo corns questo fenomena, almeno in forma cost evidente ed estesa, sia soltanto nostro, un inoppu-gnabile titolo di superiorita per la nostra civiltd mediter-1-anea. Poesia: ecco il termine che tutto gixtstifica e riassume. Ogni arte, in suo vxyme, sta vivendo la propria, primavera: una, primavera inaspetta-ta, improvvisa, quasi vio-lenta. Non staremo a ripetere —• tanto si sono affermati con strana simultaneita e con ple-biscitaria adesione — i nomi dei poeti dell'etä nostra; nem^ meno tenteremo di investiga-re sulle possibilita notevoli del nuovo teatro, teatro di poesia, teatro — come si usa dire — dei giovani; neppure tesseremo I'elogio della nostra narrativa migliore, hen salda nelle sue risorse di stile e C0S1 evidentemente ispi- rata da un magico soffio di poesia; lasceremo pure di trattare della nuova pittura, come della musica, della scul-tura e cosl via. Non e questo il nostro ar-gomento: e poi, si finirebbe lontano, smarriti nella /j-am-mentarietd dell'analtsi. Basti ripetere che risveglio culturale c'e, e non soltanto a parole. Ma, come in tutte le cose, ogni novita, ogni indirizzo originale, ogni sovvertimen-to di vaLori presuppone nu-merosi pericoii, a volte di tale natura e portata da indur-re a dubitare dell'opportunita del movimento stesso. Nel caso particolare si pu-trebbe chiedere se I'arte nuova, che si viene creando in virtii di un immane travaglio di coscienze, non presenti conftni troppo nstretti, limitati ad una aristocrazia intel-lettuale, tncapaci di espan-dersi e liberare gli spazi al volo. Insomma, per intenderci, questo desiderio di poesia, che appare scoperto e pun-gente — come dicemmo — in ogni arte, ha possibilita di far presa suU'animo delle moltitudini, di imporsi imme-diatamente, di uscire dalle biblioteche, dagli scrittoi, dalle scuole? Vi e un segno di universitd, di immortalita? Ma ancora siamo giunti ad un punto oscuro: troppo facile sarebbe rispondere affer-mativamente o negativamen-te, dal momento che sono in gioco le imponderabili forze dello spirito. I fatti, tuttavia, la realta concreta d'ogni giorno ci in-ducono a credere e a sperare. In modo troppo evidente e violento e nato in tutti, improvvisa, una sete di bellezza, un desiderio di chiarita, un'angoscia di fede smarrita. E ancora una volta I'arte e chiamata ad interpretare le passioni dei tempi, a dire la parola che plachi le ansie, a vivificare e ad immortalare — con la magica espressione del genio — la meschina, mortale fatica quotidiana degli uomini. Ecco perche ci ribelliamo se qualcuno, spesso a scher-mo 0 a giustificazione della propria ignoranza, pretende di ammonire che mentre in-furia la bufera non avrebbe-ro ragione di. esistere le di-seussioni, i tentativi, i fer-menti culturali ed artistici. Tutto sta nel rendersi conto che la guerra non si pud buttare in moneta spicciola, con una somma di cannoni o di carri armati: guerra e anche umanitd, e sofferenza, e travaglio spirituale, e affer-mazione di civiltd, e ansia di vita, e aspirazione d'immor-talita, e rinnegamento della cronaca minuta e umiliante. E quale altra cosa, se non I'arte, potrd interpretare tutto cid? Domani — un giomo vidno 0 lontano, non conta — la tempesta sard plačata, la nuova giustizia detterd la legge, i cannoni cesseranno di tuonare e i motori di rombare. Allora I'umanitd si voU gerd ai stun migliori, ricerche-ra se stessa nelle ereazioni dello spirito, si entvsiasmerd alle affermazioni del genio: allora scocchera Vora dell'arte. Ma non e possibile atten-dere, inerti o rassegnati, quel-I'ora: occorre prepararla, de-limitame le aspirazioni, trac-ciame gli indirizzi. La pace e una conquista, un risultato, non un comin-ciamento o un qualunque dato di fatto: bisogna esserne degni e darle un volto e in-tuime le necessitä. Si presenteranno, lo sappiamo, problemi enormi di portata e infiniti di numero: responsabilita sovrumane si offriranno, dedsioni impla-cabili presenteranno caratte-re d'urgenza e di necessita. Ma tra tutti, osiamo dire fondamentale, si imporrd il problema dell'arte che e, in definitiva, I'aspetto piu nobile e piu significativo di una civiltd. V. B. (N. d. R.) — Condividiamo pienamente I'opinione del ca- no quindi, nel campo specifi-co del giomalismo, settima-nali riviste e periodici, anche tendenzialmente politici, a scritti van di critica, di po-lemica, di letteratura ecc. non deve stupire alcuno e tanto meno scandalizzare i purtroppo ancor numerosi benpensanti, che spesso gri-dano al sacrilegio se vedono apparire, a fianco di un ar-ticolo di carattere politico o Carlo Conte — Pierino Milano — Galleria dell'Annunciata merata V. B., che cioe anche in guerra, e soprattutto in questa che esprime — porta-to al parossismo — I'eterno conflitto tra i valori insop-primibili dello spirito e la materia renitente e bruta, si debba non soltanto non tra-scurare ma potenziare al massimo I'attivita artistico-culturale, onde far si che la nazione sia intimamente com-patta e sicura sia sul fronte di guerra che sul fronte interno delle lettere e delle ar- ti. L'accoglienza che prodiga- gnandola alia storia. sociale, uno scritto altrettan-to esauriente di cultura. E necessario convincersi che la guerra guerreggiata, per esse-re totalitaria e vittoriosa, ha bisogno di appoggiarsi a un fronte culturale e artistico egualmente integro e intran-sigeirte: soltanto nella conti-nuita della nostra tradizione di nazione all'avanguardia del pensiero europeo e mon-diale affonda il genne di quella civilta awenire che il sangue consacrera, conse- E LUCCIO NELLA BARBA Tante primavere sono dun-que trascorse senza che io mi accorgessi che c'erano i prati disseminati di lucciole che intrecciavano danze nelle sere e nelle notti tepide? Certo e che stasera, nell'af-facciarnii alia finestra, mi e parso che si creasse un im-prowiso legame fra il pre-sente e la mia fanciullezza. Mi apparve come uno spetta-colo mirifico il risplendere delle lucciole che accendeva-no fra I'erba palpiti di luce. Uscii e corsi nel prato. Un usignolo lanciava nella notte il suo canto di primavera. Mi fermai sul limitare ed attesi; attesi che in me si placasse la fanciullesca curiosita dello spettacolo. Poi, come da un lontano mondo, parve riemergere la cantilena dolce dei giomi andati, quando nelle sere tiepide, coi capelli sciol-ti sulle spalle e le mani pic-cine tese nel buio, andavo in cerca delle lucciole, rincor-rendole e imprigionandole. Mi avevano detto ch'era necessario cantare a bassa voce e eon plana insistenza la me-lodia conosciuta: «Lucciola, iucciola vien da me — ti daro pane da re.. .> Io credevo fermamente nella necessitä di questo canto. Non ammettevo che le lucciole potessero avere cosi poco tessero mancai'e d'astuzia al punto da farsi carpi re da mani estranee, senza palpito di poesia. Avevo una sottile voce tre-niula: incidevo nella notte un pallido filo d'argento. Io non so bene come con-siderassi allora le lucciole: certo qualcosa che non era precisamente di questo mondo, che favoleggiava nella nostra vita con un aspetto in-cantato, quasi ad alleggerirci del peso materiale quotidian© ed a farci partecipi di una sfera alata, senza sostanza. Camminavo in punta di piedi, trattenevo il respiro e solo sussmravo il ritornello d'obbligo: «Lucciola, Iucciola vien da me.. Spesso la lucciola fuggiva imbizzarrita fra I'erba, oppure s'alzava troppo alta per le mie possibilita; allora — mi dissero — bisognava cantare ancora per allettarla di piu. Ed ecco che il palpito lucente ripiegava tosto il suo volo, finche il cavo trepidante delle manine tese lo faceva suo e il cuore s'inondava di tenerezza e di riconoscenza. Non sapevo se gridare o tace-re, se ridere o piangere: ero tutto un tumulto e una festa. Mio cugino, che prendeva le cose un tantino piü prati-camente, mi raggiungeva im- spirito d'indipendenza o po- ponendomi di far passare nel- le sue man!, che erano raccol-te a guscio, la lucciola impri-gionata. E io mi perdevo subito nel nuovo sogno, a riu-correre im'altra lucciola, piü lucente della prima, piü gaia ed incauta. Tanti anni sono passati e mi paiono tutti spenti, come assonnati. E forse perche ora non v'e luce nelle vie e alle finesti-e delle case, forse perche c'e maggiore silenzio, im silenzio opaco, intorpidito dall'attesa del domani, forse perche io stessa sono appesa ad un filo di speranza, effimero e potente come il fascino di im sogno, forse per tutto questo le lucciole stasera fanno sa-gra nel prato. .. ti daro pan da regina, lucciola, lucciola niaggiolina!» fi venuta la bestiola lucente a rifugiarsi nella mia mano: mi e sembrato un com-penso per la mia conservata illusione. Palpitava dolcemen-te, facendo supporre un lieve lampo smeraldino nella scintilla. Non avevo mai saputo come fossero fatte le lucciole, neanche allora, quando — finite di imprigionarle — andavo ad immergerle tutte nella folta barba dorata dello zio che stava spiando la nostra caccia dalla porta del giardino. Non avevo mai visto come fossero fatte le lucciole. Lo zio rideva, col suo spon-taneo riso bonario, facendo sobbalzare la barba intrisa di piccoli bagliori scintillanti. Mio cugino dava in chiassose esclamazioni di gioia e io guardavo di soppiatto quel gaio altemarsi di luci, cui il groviglio peloso attribuiva aspetti di filigräna trinata. E tutte le sere Io zio fingeva fiorpresa per quell'innesto lu-minoso nella sua barba, tutte le sere rideva giocondo e pa-temo al nostro gioco inno-cente. Poi, sempre, mi chiedeva: «Perche non ridi anche tu?> e tosto districava le bestiole, con un lieve senso di fastidio. C'erano dei controsensi che io non riuscivo allora a definire, ma che percepivo con I'istinto. Io non potevo d'improwiso considerare le lucciole come degli insetti ba-nali e fastidiosi, quando poco prima avevo trepidato per la loro cattura, avevo fatto ricorso alia poesia per attirarle nelle mie mani protese. Restavo per questo sempre un po' delusa e, quando per gli altri I'awentura era finita, io continuavo con la mia fantasia ad estasiarmi e a do-lermi per la sorte delle lucciole ed a fare supposizioni sui loro notturni vagabondaggi. Di li a poco si andava a letto e io mi perdevo subito in so-gni svagati, ebbri di dolcezza e di chiarita lunare. Vedevo prati ingemmati di lucciole, sui quali tante bimbe dagli abitucci fluttuanti cantavano in coro e tendevano le brac-cia. Ed ecco che le lucciole s'immergevano nei capelli di-sciolti, tutti biondi e soffici, che ne restavano illuminati mirabilmente, e le bimbe si davano la mano e improwi-savano un girotondo con le testoline scintillanti nel prato oscxu^o. Stasera le lucciole sono tor-nate a far sagra fra I'erba odorosa, ed io, che per tante primavere i»vevo scordato il sogno della fanciullezza, mi sono ritrovata bambina, con un canto malinconico sulle labbra e I'anima appesa ad un filo di speranza. Ful grata anche ai lunghi anni spenti che avevano con-giunto la mia vita di ieri col mio risveglio di oggi: tm risveglio che, pur conservando la freschezza dell'infanzia, pone sulla mia grande pena d'affetto uno scintillio minuto ed incerto, la gemma impre-cisa del sogno. Pia MoreHi RIIIFILIETTORIE UNA STORIA D'AMORE Quest'ultimo lavoro cameriniano conforta la nostra fidueia nella graduate, anche se lenta, ascesa della produzione cinematografica nazionale. Ancora una volta Camerini (quello, per inttnderci, non de ;I promessi sposi», ma di giomata. Sono elencati tutti i concorrenti che hanno totallzzato fino ad un minimo dl 25 punti. punti 44: Cap. Magg. Perotti Emidio, punti 41: Art. Lorenzini Lindo, Art. Palmieri AttUio, punti 40: Geniere Bonfatti Luigi, punti 39: Sold. Cicerone Eude, punti 38: Geniere Goldoni Imer, Art. Bisconti Pompilio, Vcsq. Borgnia Ezio, Cap. Magg. Benvenuti Walter, punti 37: Cap.le Stradolini Odero, Art. Bovo Virginio, Geniere Ligabue Rosolino, Geniere Savio Primo, Art. Palmieri Giuseppe, Art. Piva Giovanni, Cap. Magg. Grigolato Giuseppe, punti 36: Cap.le Monticelli Flaminio, Ai't. Saluzzo Rocco, Cap.le Berardi Primo, C. N. Co-metti Serafino, Serg. Ramondel-11 Umberto, Geniere Badiali Ismeno, punti 35: Serg. De Simone Antonio, Geniere Ferrari Renato, Geniere Dalla Riva Emidio, punti 34: Cap. Magg. Tenan Gibeardo, Vcsq. Bernini Vitalia-no, Vcsq. Berti Osvaldo, Cap. Magg. Mauri Emilio, Serg. Zanellato Umberto, Serg. Magg. Fornaciari Tullio, Sold. Baraccani Artenisio, punti 33: Art. Medici Ezio, Cap. Magg. Passalacqua Angelo, Sold. Barone Umberto, Serg. Bemini Giustino, Art. Pompeo Domenico, Cap. Magg. Bastianuto Gino, punti 32: Art. Tomei Tommaso, Cap.le Di Cosimo Umberto, Maresc. Scaglione Salvatore, Geniere Tramontana Silvio, Cap. Magg. Remi Remigio, Cap.le Sa-botelli Luigi, Art. Cola Arman-dQ, Cap.le Angelotti Giuseppe, Geniere Padovan Mario, Art. Cicconi Nello, Carab. Paolotti Onofrio, Art. Pesaresi Luigi, punti 31: Cap. Magg. Vescovi Giuseppe, Art. Vettorato Adelmo, Cap. Magg. Cantero Espedito, Art. Tosato Bruno, Serg. Magg. Munaro Domenico, Cap.le Pani Antonio, Serg. Pecorari Geo, Serg. Magg. Sciotti Vittorino, Geniere Picciali Giuseppe, Sold. Brandl Franco, Cap. Magg. Bolognini Ugo, Art. Paolorossi Giuseppe, Cap.le Massaccesi Greste, punti 30: Geniere Maiorana Giuseppe, Art. Grassi Alesssan-dro. Geniere Parmigiani Giuseppe, Art. Ceccani Dino, Art. Fab-bri Enzo, Geniere Ciccocioppi Pasquale, Geniere Vittadello Armando. Cap.le Bernecoli Gino, punti 29: Cap.le Revelant Giuseppe, Cap.le Pinchi Renato, Geniere Idalgo Vera(nesi, Art. Ballanti Dante, Art. Cesetti Nicola, Mitr. Rovognolo Carlo, punti 28: Orlandini Enrico, Art. Sciaboni Bernardino, Conf. Silenzi Stanislao, Cap.le Dalla Costa Iginio, Sold. Finiti Fernando. punti 27: Cap.le Schiavon Ugo. Geniere Schattin! Mario, Genie, re Gallerani Paolo, Cap.le Donati Nicola, Sold. Morandini Rino, Art. Testolin Lindo, punti 26: Serg. Gussetti G. Batta, Maresc. Manetti Luigi, Serg. Cossettlni Pletro, Sold. Go-bassi Diego, Cap.le Di Stasio Gaetano, Conf. Pizzidar Valentino, C. N. Pisani Guido, Art. Bellotto Gino, Sold. Ferri Paolo, Art. Merlcco Carlo, Sold. Sommacal Giovanni, punti 25: Cap.le Pez Giovanni, Cap.le Baldln Tarqulnlo, Cap.le Benedettl Augusto, Cap.le Frattale Mario, Sold. Olmeda Claudio, Cap.le Gerla Mario. CINEMATOGRAFI dl L U B lAMA Rappresentozloni: giorni (exlivi alle ore 10.00, 13.30, 15.30 e 17.30 - giorni feriali alle ore 14.00 e 17.30 SLOGA La vita e I'opera del Pontefice „Pastor flngelicus" E un film realizzato dal Centro Cattolico Cinematografico per il Giubileo Episcopale di Pio XII. MATICA Rapprescntazioni giornalmente alle ore 15.00, 17.00 e i».!5 Giorni feriali alle 15.00 e (iomenica alle 10.30 la bellissima altrice LA JAiNA in II CUORI IN BURRASCA" alle 17.00 e lÖ.OO Carlo Ninchi e Dina Sassoli in un film commovenle e appas-sionante .LA MORTE CIVILE it UNION ..Quattro passi fra le nuvole" Gino Cervi ed Adriana con Bennetti Rappresentazioni: giorni feriali alle ore 13.30, 17.30 e 19.30; giorni fesUvi alle ore 10.80, 15.30, 17.30 e 19.30. MOSTE Maria Denis e Leonardo Cortese in una storia d'amore „AMORE CANTA" ed il film tratto dal romanzo di E. Salgar!: „LA FIGLIA DEL CORSARO VERDE" con Doris Duranti e Fosco Giachetti EODELJEVO Marika Köck nella sua grande inlerpre-tailone: „RAGAZZA INOIAVOLATA" ed un film giallo „GUANTO VERDE" Ca^ä «C^mOllCi» Jlukiana E.SERCIZIO DI PRIMO RANGO NÄL CBNTRO DBJLA CITTA — RITROVO DI PUBBUCO DIBTINTO — mt-VIZIO INAPPUNTABILE. — OIORNAU ■ RTVISTV. — OIORNALMENTB CONCRRTI POMBRIDIANI I miALL Albergo Slon T.1.36.» lUBIANA ^ Caffe e ristorante di primissimo ordine. 100 camere. - Appartamenti com bagno. Unico V JlistacaHtc liaUuM \ la Lubiana — Via Arlella Rea 16 ♦ i » Cuclna Italiana • Ottimo trattamento • ; Pregtati vini italiazi • Pasto Lire 14-— : Mbrica sapene, candeie e prodotti chifnici Dolnicar i Richter Lubiana