ANNO XXVI. Capodistria, 1 Aprile 1892. N. 7 LA PRO DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. DIETA PROVINCIALE Terza seduta. Parenzo 12 marzo, presenti 24 deputati. Aperta la seduta alle ore 10 a. m., il segretario on. Vergottiui legge il protocollo della prima seduta. L' on. don Volarich parla in lingua slava a lungo e finalmente pronuncia accentuatamente i due noti versi Va fuori d'Italia, Va fuori stranier. 11 presidente dopo averlo già richiamato all'argomento, minaccia di levargli la parola; don Volarich continua fra 1' agitazione della Camera e nuove minaccie del presidente. Il commissario governativo constata il fatto d'aver esso salutata la Dieta alla sua apertura, tanto in lingua italiana quanto in lingua slava, respinge le insinuazioni dell' on. don Volarich intorno al contegno di parzialità che avrebbe tenuto esso comm. governativo per gli avversari dell' on. Volarich e del suo partito. Il presidente saputo dal comm. governativo che 1' on. Volarich ha parlato di cose estranee ed offensive, lo ammonisce. Dopo di che il protocollo è approvato, e viene approvato anche quello della seconda seduta. Primo punto dell' ordine del giorno. Comunicazioni. Il presidente partecipa la costituzione delle varie commissioni nominate nell' antecedente seduta — che i vescovi di Parenzo e Veglia si sono scusati di non poter intervenire alle sedute dietali; che l'ou. Stangher fu impedito di intervenire alle sedute, fin ora, per malattia — che furono presentate varie istanze e furono assegnate alle rispettive commissioni — che la relazione agraria è in corso di stampa. — Propone che la "Relazione della giunta provinciale sul progetto di ferrovia a scartamento ridotto Trieste-Parenzo, sia passata per esame e riferta alla commissione finanziaria. L' on. Laginja parla in lingua slava, dopo di che la proposta del presidente viene accolta. Continuano le comunicazioni, e viene portata alla commissione politico-economica per esame e riferta, la domanda di autorizzazione del Tribunale prov. di Trieste, a continuare la procedura, durante l'attuale sessione dietale, contro il deputato don Matteo Mandich, redat- tore della "Nasa Sloga», per delitto contro la sicurezza dell' onore mediante stampato previsto ai §§ 407 e 493 C. P., sopra querela privata di don Giovanni Mizzan, parroco di Corridico. Il commissario governativo risponde all' interpellanza rivolta all' imp. governo dall'on. Flego e compagni nellft seduta del 12 novembre 1890, relativamente all' amministrazione boschiva, ed una maggiore correntezza degli organi governativi nell' assegno delle legna ai comunisti del Carso, ed al contributo dei fondi dello Stato per la fissazione dei piani economici di usufruizione e per la sorveglianza boschiva. Il presidente annunzia che dall' on. Volarich e compagni gli venne presentata la seguente interpellanza I diretta all'imp. governo: 1. Come giustifica la sua ingerenza a danno e soppressione del glagolito e della nostra lingua nazionale nella liturgia divina ? 2. Come giustifica il sequestro dei nostri giornali nella Provincia, quando discutono questo vitale argomento della nostra nazionale esistenza? 3. È disposto l'eccelso i. r. governo di riparare dal proprio lato al finora ingiustificato suo agire ? L' on. Volarich motiva la preletta interpellanza in lingua slava, tanto a lungo che il presidente lo prega in avvenire di attenersi alle forme parlamentari d' uso, più spiccie ; l'interpellanza viene passata al commissario governativo. Secondo punto dell' ordine del giorno. ad a) Riferisce per la commissione finanziaria l'on. Dr. Stanich, colle proposte finali : Piaccia all' ecc. Dieta di approvare il resoconto del fondo "Depositi e denari altrui, per l'anno 1890 col complessivo introito di f. 275,320,— y2 coli' esito di f. 22,971,,62 e cou un civanzo di f. 252,348,38. Aperta la discussione, nessuno prende la parola. Il conto resta quindi approvato. La minoranza però si astiene dal votare. ad b) Riferisce ancora 1' on. Stanich, colla finale proposta : "Piaccia all'eccelsa Dieta approvare il conto consuntivo del fondo delle Confraterne localizzate dell'Istria ex veneta per l'anno 1890, con un introito di fiorini 69,379,32 l/2 e con un esito di f. 61,564,66 '/2 e quindi coii 1111 civanzo di cassa di f. 7814,66, da riportarsi nel conto dell'anno 1891, assieme alle restanze dei capitali attivi riavuti ed ammontanti: a) in fondi pubblici a f. 647,100 V) in altri a f. 31,500, assieme f. 678,900. Aperta da discussione prende la parola l'on. Volarteli — parla a lungo in slavo. Dopo ciò il conto è approvato. — La minoranza non vota. ad c) Riferisce sempre 1' on. Stanicb, colla proposta cbe la Dieta approvi il conto consuntivo per l'anno 1890 e quello di previsione per l'anno 1892 del fondo pensioni degli impiegati provinciali. Il conto consuntivo presenta nell' attivo un risultato finale di f. 8,362,63'/2. Il conto di previsione prelimina: a) per interessi sopra obligazioni dello Stato fior. 388, b) quale contributo dal fondo provinciale f. 3,112 assieme f. 3,500. Aperta la discussione, nessuno prende la parola, e i conti restano approvati. La minoranza si astiene. ad d) Riferisce l'on. Dr. Vergottini colla seguente proposta : "Piaccia all'eccelsa Dieta di prendere notizia della gestione dell' Istituto di credito fondiario del Margraviato d'Istria per l'anno 1890, e del suo progressivo sviluppo.. Aperta la discussione prende la parola l'on. Jenko. Parla in sloveno fra la disattenzione della Camera. Dopo ciò il conto resta approvato, meno che dalla minoranza. ad e) Riferisce ancora l'on. Vergottini che conchiude : "Piaccia all'eccelsa Dieta di prendere a grata notizia la gestione dell' Istituto di credito fondiario del Margraviato d'Istria per l'anno 1891, fatto riflesso in ispecial modo al progrediente sviluppo ed allo stato in cui trovasi il fondo di riserva,. Nessuno prende la parola, il conto resta approvato — meno che dalla minoranza. ad f) Riferisce 1' on. cav. Babuder. ooila proposta: "Voglia l'eccelsa Dieta approvare il conto consuntivo dol fondo scolastico provinciale per l'anno 1890 coli'introito di f. 155,386,01 e con altrettanto esito; e quindi con un contributo minore del preventivato dal fondo provinciale di fiorini 15,694,99., Nessuno prende la parola e il conto resta approvato — la minoranza sempre si astiene. ad g) Riferisce ancora V on. cav. Babuder colla proposta : "Voglia l'eccelsa Dieta approvare il couto consuntivo del fondo generale di pensione pei maestri delle scuole popolari per l'anno 1890, coli'introito di fior. 18,154,09 e coli' esito di f. 13,696,53 l/2 e quindi con un civanzo di f. 4457,55 l/r „ Il conto resta approvato, meno che dalla miuo-rauza, senza discussione. ad li) Riferisce 1' on. Dr. Bubba colle proposte : "Piaccia all'eccelsa Dieta deliberare: L Viene accordata la sanatoria ai sorpassi che di confronto al conto di previsione per l'anno 1890 si presentano alle rubriche I, II, V, VIII, IX, XII, XIII e XIV per il complessivo importo di fior. 216,049^52; II. Viene approvato il conto consuntivo del fondo provinciale per l'auno 1890 eoa un introito di fiorini 588,323,69 V2 e con un esito di f. 590,715,52 risultandone un'eccedenza nella spesa di f. 2391,82 V2 già coperta col civanzo residuato dall'anterione gestione amministrativa del 1889. III. Viene incaricata la Commissione di finanza ad apporre al couto la clausola di omologazione.. Aperta la discussione, prende la parola l'on. Vo-larich, che parla in croato. — Infine il conto è approvato — la minoranza si astiene. ad i) Riferisce l'on. Dr. Venier, colle proposte : "Piaccia all'eccelsa Dieta deliberare: I. Viene accordata la sanatoria pei sorpassi che nel conto consuntivo del fondo agrario provinciale dell'anno 1890 si riscontrano alla rubrica III eoa soldi 1, alla rubrica IV con fior. 100, alla rubrica VI con fior. 29, alla rubrica IX cou f. 350. II. Viaue approvato il conto stesso con un introito di fior. 10,149,96 con un esito di fior. 9576,82 quindi con uu civanzo di fior 573,14., Aperta la discussione, prende la parola l'on. Man-dich, iu croato. Il conto resta quindi approvato — meno che dalla minoranza. ad 1) Riferisce 1' on. Bubba colle proposte : Piaccia all' eccelsa Dieta : I. Di prendere a notizia il conto consuntivo del fondo di esonero del suolo dell'Istria per l'anno 1890 prodotto dalla Giunta provinciale colla relazione 1 agosto 1891 N. 4481 ; II. Di approvare il conto stesso per l'anno 1890 con uu introito di f. 224,643,22l/2 e con un esito di f. 193,444,30 V2 e quindi con un civanzo finale di f. 31.198,92 da essere riportato nella futura gestione., Nessuno prendendo la parola, si passa alla votazione, ed il conto è approvato — meno che dalla minoranza. Essendo P ora tarda, il presidente annunzia la prossima seduta per martedì prossimo, 15 corr., alle ore 10 l/2 aut., e leva la seduta. * * * Quarta seduta, Parenzo 15 marzo, presenti 24 deputati. Aperta la seduta alle ore 10 '/2 a. m., viene letto ed. approvato il protocollo della precedente. Primo punto dell' ordine del giorno. Il presidente si esprime come segue: In seguito ad informazioni esattamente attinte, io devo- altamente deplorare che oratori della minoranza, nell' ultima seduta, valendosi d'un idioma, che non è quello della Dieta ed ignorato dalla massima parte dei Deputati, abbiano usato espressioni molto sconvenienti e ledenti il decoro e 1' autorità della Camera, e devo poi specialmente biasimare quegli che lo fece all' indirizzo dell' illustrissimo sig. commissario governativo; A quello poi di loro, al quale non piace che il capitano prov. sia presidente del consiglio agrario prov., pel qual posto lo ritiene inetto, mi limiterò osservare, che il capitano prov., nè chiese, nè desiderò tale posto, che gli venne dalla Sovrana fiducia ; per cui se l'on. na è pur tanto malcontento, deve anche sapere cui rivolgerci per dimostrarlo. Il presidente comunica che vennero presentati vari atti. In causa di malattia, l'on. Scampicchio chiede un permesso per tutta la sessione. — Il permesso è accordato dalla Camera. L'on. Laginja ha presentato due interpellanze, una diretta al Governo, l'altra alla Giunta prov. La prima verte sul modo di conferimento degli stipendi e sussidi scolastici dal fondo provinciale dell'Istria, colle domande : I E noto all' imp. Governo che dell' importo di 7000 fiorini incirca che la Giunta provinciale dell'Istria distribuì a titolo di sussidi scolastici nell' epoca dal principio dell'anno 1891 al 24 febbraio 1892 non venne dato neppure un soldo a studenti di quei ginnasi, studiosi e studiose di quelle sezioni delle scuole magistrali nelle quali si può apprendere la lingua croata, rispettivamente slovena quale lingua d'istruzione? II. Se ciò gli è noto finora, è disposto 1' eccelso Governo di prendere a notizia le suesposte circostanze ed adoperarsi affinchè tale inaudita posposizione della nazionalità della maggioranza della popolazione di questa provincia abbia un termine? II presidente invita l'on. Laginja a leggere la sua interpellanza. On. Laginja — Dà lettura d' un lungo scritto in lingua slava. L'interpellanza è poi passata al commissario governativo per le sue attribuzioni. Il presidente legge indi il petito della seconda interpellanza, diretta alla Giunta che suona : I. — Perchè V inclita Giunta prov. dell' Istria accorda i sussidi anche a studenti del cui progresso non è sicura, dal momento che deve sospenderne il pagamento per classificazione deficiente come ad otto studenti del ginnasio di Capodistria? II. — Perchè la Giunta prov. nega i sussidi a scolare frequentanti la sezione slovena del preparandio di Gorizia, di affatto buoni costumi e progresso negli studi ? III. — Perchè la Giunta prov. trascura nel conferimento degli stipendi e sussidi scoi, gli istriani studenti del ginnasio croato di Fiume, quando le consta che nei ginnasi istriani non può impararsi la lingua croata e che al ginnasio di Fiume si impara tanto l'italiano quanto il croato, e che quel ginnasio viene frequentato da studenti la maggior parte poveri e degni di ajuto? Anche a questo punto il presidente invita 1' on. Laginja a leggere la sua interpellanza. On. Laginja — Pronuncia dapprima alcune parole in slavo, poi dà lettura del solo petito dell'interpellanza in lingua slava. Il presidente passa l'interpellanza alla Giunta prov. perchè decida se vuole rispondere subito, o dichiari se si riserva di farlo in altro momento. On. Dr. Cleva, Assessore — Constatato che l'interpellanza presentata dall'on. Laginja e consorti è estesa esclusivamente in lingua slava, senza che nè la motivazione nè il petito — meno quella parte preletta dall'on. presidente — siano accompagnati da una traduzione in italiano, ha l'onore di dichiarare, a nome della Giunta prov., che non risponde. Il presidente annunzia ancora che dall' on. Flego e consorti tu presentata un' interpellanza al Governo in oggetto della nomina del medico comunale pel circon-condario sanitario Pinguente-Rozzo, colle domande: 1. — Per quali motivi venne imposto quale medico comunale pel circondario sanitario Pinguente-Rozzo persona che non venne accettata dal comitato sanitario? IL — Per quali motivi viene tollerato tale illegale stato di cose, essendo notorio che l'imposto medico non disimpegna uè può disimpegnare il proprio munere come di dovere? III. — Per quali motivi 1' ecc. Luogotenenza non revoca la nomina del medico in parola, ristabilendo così l'ordine legale delle cose ? Passato 1' atto all' On. Flego — Ne dà lettura in lingua croata. L'interpellanza è poi passata al comm. gov. Lo stesso on. Flego ha prodotto un' altra interpellanza alla Giunta prov., il cui petito consuona perfettamente col su riportato. L'interpellanza è quindi passata alla Giunta prov., la quale, per voce dell' on. Cleva, dichiara, come sopra, di non rispondere. On. Laginja — Domanda la parola per fare una proposta sul Regolamento. Il presidente interpella la Camera se è intenzionata di accordare la parola all' on. Laginja per fare la sua proposta. La proposta casca. Secondo punto dell'1 ordine del giorno, ad a) Riferisce per la commissione scolastica 1' on. cav. Babuder. "Voglia l'ecc. Dieta elevare in via di grazia l'assegno di pensione pel maestro Beniamino Bariseli da tre a sei ottavi dell' emolumento da lui ultimamente goduto., La proposta resta accolta ad unanimità. ad b) Riferisce ancora l'on. Babuder colla proposta': "Piaccia all' ecc. Dieta di assegnare, in via di grazia, al già maestro Giorgio Maglich una pensione annua di f. 200 equivalente a fior. 5 in più di tre ottavi dell'ultimo stipendio da lui goduto.. La proposta è accolta a unanimità senza discussione. ad e) Riferisce sempre l'on. Babuder, che da ultimo propone: "Piaccia all'ecc. Dieta di passare all'ordine del giorno sull' istanza di Antonia vedova del maestro Zez di Pola, diretta ad ottenere 1' ulteriore godimento del sussidio di educazione per la figlia Maria., La proposta è accolta ad unanimità, senza discussione. ad d) Riferisce ancora l'on. Babuder: "Piaccia all'ecc. Dieta di passare all'ordine del giorno sull'istanza del maestro pensionato Alberto Trombetti, per un ulteriore aumento graziale della sua pensione., Aperta la discussione prende la parola in lingua slava 1' on. Volaricli e presenta una proposta alla presidenza. Il presidente. L'on. Volaricli ha prodotto uno scritto clie sembrerebbe una proposta, ma siccome questo è concepito in una lingua che io non sono al caso di portare alla trattazione e discussione della Camera per la legale pertrattazione, non posso nemmeno averlo in alcun riflesso, a quindi non mi resta altro che invitare quei signori che intendono di accogliere la proposta della commissione scoi, a volerlo dimostrare col levarsi. La proposta è accolta a maggioranza. ad è) Riferisce l'on. Babuder: "Piaccia all'ecc. Dieta di passare all'ordine del giorno sull'istanza per aumento di pensione in via di grazia del maestro Francesco Tribusson., La proposta è accolta, senza discussione all'unanimità, ad f) Riferisce l'on. Babuder: "Piaccia all'ecc. Dieta di passare all'ordine del giorno sulP istanza della maestra pensionata Antonia Tribusson per aumento graziale della pensione a lei assegnata.. La proposta è accolta, senza discussione, all'unanimità. Terzo punto dell'ordine del giorno, ad a) Riferisce per la commissione politico- economica l'on. avv. Costantini. "Voglia l'eccelsa Dieta deliberare, di passare all' ordine del giorno sul ricorso di Giorgio Stefanich e consorti presentato eec. contro il conchiuso della Giunta provinciale ecc., con cui venne deuegata l'istituzione di un consiglio d'amministrazione pel comune censuario di Bescavalle., Aperta la discussione, nessuno prende la parola: la proposta commissionale è quindi approvata all' unanimità, ad b) Riferisce per la commissione come sopra l'on. Costantini. La commissione politico-economica propone alla Dieta : "Di passare all'ordine del giorno sul ricorso ecc. di F. Buoncompagno e consorti contro la deliberazione della rappresentanza comunale di Orsera ecc., concernente la contrazione di uu mutuo di fior. 14,000 nominali in obbligazioni dello Stato per la costruzione di un nuovo edificio scolastico in Orsera, pel restauro della casa parrocchiale di Fontane e pel pagamento del debito del comune censuario di Orsera, nonché l'imposizione delle addizionali per la graduale estinzione del mutuo stesso., Aperta la discussione, prende la parola l'on. La-ginja — che parla lungamente iu croato. Nessun altri prendendo la parola, e riuunziandola lo stesso relatere si passa ai voti e la proposta de la commissione viene accolta. ad e) Riferisce per la stessa commissione l'on. avv. Fragiacomo, e propone : "Di approvare il progetto di legge con cui vengono stabilite le norme fondamentali par la regolazione dell'azienda di cura e per la emanazione di un Regolamento di cura per il circondario di cura di Lussin-piccolo e Lussingrande quale viene proposto dalla Giunta., La legge resta approvata iu seconda e anche in terza lettura. ad d) Riferisce per la stessa commissione 1' on. Doblanovich e propone : La Giunta provinciale ha presentato alla Dieta il progetto di legge sull'imboschimento del Carso delle isole del Quarnero. "Piaccia all'ecc. Dieta approvare il progetto di legge come presentato dalla Giunta provinciale.. La legge resta approvata anche in terza lettura. ad e) Riferisce per la detta commissione 1' on. Costantini sulle varie domande di separazioni di comuni, e si pregia di proporre all' eccelsa Dieta la seguente risoluzione : "Resta incaricata la Giunta provinciale di procedere ad una revisione delle attuali circoscrizioni dei comuni locali dell'Istria, e di presentare conseguentemente nella prossima sessione dietale un progetto di legge per quelle eventuali modificazioni nella organizzazione presente, che fossero maggiormente richieste dalle condizioni generali dei singoli comuni, con riguardo pure alle varie domande di separazione e divisioni prodotte., Aperta la discussione prende la parola iu appoggio 1' on. Babuder. Nessun altri prendendo la parola, e rinunziaudola lo stesso relatore, il presidente mette a voti la proposta commissionale che viene accolta all' unanimità. Esaurito così l'ordine del giorno, il presidente dichiara chiusa la seduta. --—sws—-- ILTon. si d.à q.m.£irtiere Il nostro periodico, che esce ogni quindici giorni, non può dare notizie fresche, e rendiconti dell'operato dalla Dieta; e se per officio siamo indotti a dirne qualche cosa, arriviamo con l'ultima corsa. Ci è però concesso di gettare qualche sguardo retrospettivo, e di riassumere l'operato, con un giudizio complessivo che rischiari, come si dice, al lettore, la situazione. E questo intendiamo di fare quindi innanzi modestamente. Quest'anno si è avuta intanto una novità. Nei singoli Comitati che devono apparecchiare i rispettivi lavori non si è nominato nessuno della minoranza. Benissimo, ecco la parola d'ordine. Ai nemici non si dà quartiere. Finché c' era speranza che qualche concessione potesse dare occasione all' applicazione del do ut des, finché si poteva nutrire la speranza, vana a dir vero e illusoria, di far persuasa la minoranza che tutti siamo Istriani, e che il ben essere della Provincia deve stare sopra i partiti; finché si poteva ragionevolmente credere che un' opposizione leale, derivante da fede uei principi, e non da picca sistematica di voler tutto demolire, e ricostruire sconoscendo le ragioni etnografiche e storiche, che un' opposizione leale, dico, avesse, come da per tutto, a rendere più vigorosa. e attenta 1' amministrazione provinciale, finché insomma tutto questo si poteva sperare e credere il sistema seguito prima, se da alcuni fu detto debolezza, anche da altri poteva essere con opposti criteri giudicato. Non oggi però ; dopo le recenti prove e i fatti che agitarono la povera Provincia : ogni arrendevolezza sarebbe viltà. Signori della minoranza, volete essere Croati, Sloveni, tutto fuorché Istriani ? padronissimi in casa vostra, ma chez nous no ; nell' Istria non vi si dà quartiere. Ciaramellate pure nei vostri dialetti, discutete, sofisticate quanto volete, che già nessuno v' intende. Usate pure d'un diritto che le leggi vi concedono, mutate la Dieta in un' anticamera di Babilonia, come avete tentato di fare, non pare così facilmente, alla Dieta dell' Impero ; ma nei comitati almeno non ci avete ad entrare : i panni vanno lavati in famiglia. E questo intendiamo di fare non già abusando del numero, ma per necessità e con la coscienza di compiere un sacrosanto diritto. Perchè 1' esperienza ha largamente dimostrato che la minoranza non è entrata pel passato nei singoli comitati con la buona intenzione di mettere in comune le idee, e di avere per fine ultimo il bene della Provincia; ma soltanto •coll'intenzione di mettere ostinatamente bastoni alle ruote, e di buttare all' aria tutto, pur di croatizzare l'Istria come si è fatto nella Dalmazia. Ma a questo, speriamo, non ci riusciranno mai; e benissimo fece adunque la Dieta ad escludere la minoranza dai comitati. Non è abuso, ripeto ; nel caso nostro è l'uso di un diritto. Si metta la minoranza d'accordo col passato e col presente dell' Istria ; solo allora sarà il caso d'intenderci e di usare coi rappresentanti della campagna slava dell'Istria tutti quei riguardi necessari, affinchè possano meglio tutelare gì' interessi dei loro clienti. L'esperienza però ci ha dimostrato che ben altro hanno pel capo quei signori. Non sono Istriani, sono stranieri. Ripetiamo anche noi quel po' d'italiano con cui spropositando un deputato slavo ha voluto infarcire un suo discorso; ina ci permettiamo di modificarlo e di adattarlo ai casi nostri in senso accomodato, appunto come fanno i Reverendi sul pergamo. Va fuori dell' Istria Va fuori o stranier. Non piace ai Liburni ed agli Isolani 1' attuale stato di cose ? Vogliono una grande Croazia ? S' accomodino ; ma allora vadano a dire le loro ragioni altrove; l'Istria geografica ne può far senza, e si ridurrà ben volentieri tra il Timavo, il Monte Maggiore e il Quarnero ne' suoi naturali confini. A loro la grande Croazia, a noi la piccola Istria, parva sed apta nobis. Si può essere più giusti, più moderati di così? Que' signori ci vogliono trascinare su di un terreno sdrucciolevole ; sostengono perfino la parte barbina di accusatori, e giuocano di sottointesi. Noi semplicemente e schiettamente vogliamo essere Istriani, non Croati, non Sloveni ; e combattiamo con tutti i mezzi legittimi quelli che vogliono rimanere nell' Istria stranieri. Ed è a questi nemici, a questi stranieri che non diamo oggi quartiere ! Semper ego --—-- 3>T otizie La Dieta di Trieste nella sua seduta del 25 marzo votava le seguenti proposte : 1. Sulla base del § 19 della Legge fondamentale dello Stato del 21 decembre 1867, è affermato nuovamente il diritto della stirpe italiana che fa parte dell'Austria a che lo Stato fondi uua Università di studi con lingua d'insegnamento italiana; 2. in forza di questo diritto, e con riflesso alle dichiarazioni fatte dal Governo nella seduta dietale del 12 ottobre 1869, alla deliberazione presa dal Consiglio della città di Trieste in data 7 maggio 1887, e del disegno di legge dal Governo presentato alle Camere legislative sull' ordinamento degli studi politico-legali e sugli esami di Stato per cui non è mutato il punto VII della legge 2 ottobre 1885 B. L. I. N. 172, è chiesta al Governo imperiale la istituzione a Trieste di uua Università di studi con lingua d'insegnamento italiana, o almeno di una Facoltà legale con lingua d'insegnamento italiana; 3. iu relazione con le dichiarazioni fatte dal Governo nella Dieta triestina dell' anno 1869, è chiesto pure che fino ad esaudimento integrale del voto formulato al punto 2, sia facilitato per disposizioni ministeriali il riconoscimento in Austria di studi percorsi e di diplomi conseguiti all'estero, e segnatamente nelle regie Università e nelle scuole regie d'ingegneri del regno d'Italia ; 4. la Giunta provinciale è incaricata di avanzare in questi sensi petizioni alle Camere legislative dello Stato e all' imperiale Governo. Questo voto sarà confermato dalla nostra Dieta cou una risoluzione analoga. L'assemblea generale della Società Alpina delle Giulie ha deliberato la sera del 28 marzo in Trieste, che il prossimo convegno estivo abbia luogo a Capodistria nel venturo giugno ; uno dei direttori della società il sig. Nicolò Dr. Belli presente all' assemblea ebbe occasione di ringraziare per la scelta fatta ; e noi siamo lieti di ripetere i ringraziamenti certi d'interpretare i sentimenti dei concittadini che procureranno di fare la migliore accoglienza ai gentili ospiti. ____s^sara^gvs?^)-———■ Cose locali La sera del 22 decorso, il podestà dimissionario convocò in obbedienza alla legge la rappresentanza co- nmnale coli' invito di eleggere il podestà e la deputazione comunale; comparvero quei rappresentanti che non mancarono mai nelle antecedenti sedute, più uno, assente in . passato, in tutto diecinove ; due erano assenti ; gli altri che mancarono sempre, anche questa volta si dichiararono impediti, e per tal modo impedirono che la seduta sia legale e si possa costituire l'esecutivo. Il podestà ringraziò i comparsi, deplorò lo stato di cose in cui si era arrivati constatando che non essendo stato possibile costituire 1' esecutivo iu seno alla attuale rappresentanza, era riservato alle autorità superiori disporre secondo la legge per il governo del comune. La rappresentanza comunale sarà dunque sciolta e indette nuove elezioni ; tutte cose, queste, che costano perdite di tempo fatali, spreco di denari, e, peggio, sono origine inevitabile di dispiaceri, iu aggiunta alla buona dose di quelli che ci amareggiano la vita. E per quali ragioni ? — Non facciamo recriminazioni ed esortiamo i concittadini a non farne, nella lusinga che alla nostra città sia risparmiata, in questi momenti, una lotta elettorale che potrebbe condurci iu un mare di guai ; e che, accomodate le parti, sia presto rieletta una rappresentanza che sappia governare con saggia economia i nostri interessi. •--——^^SXSi^®- Appunti bibliografici Fra scuola e casa. Bozzetti e Racconti di Edmondo de Amicis. Milano. Treves 1892. Un volume di pagine 435. Yale lire quattro. I libri del De Amicis non si discutono più; si accettano. Ogni nuova sua opera è un avvenimento nel mondo letterario ; e, dicendo de' suoi volumi, la critica ormai non ha a compiere che l'officio suo migliore: ammirare. ISon dunque analisi minute, non questioni di parole ; meglio giova penetrare nel pensiero dell' artista, seguirlo nello svolgimento di quello, trasfondersi nell' animo di lui, e dare, se possibile, nuova vita e nuova luce al concetto: solo in questo modo la critica crea, e va di un passo con 1' arte drammatica che rende il pensiero del poeta e ne rileva recondite bellezze. II libro s'intitola — Fra scuola e casa — ed è come 1111 corollario di Scuola e del Romanzo d'un maestro. Il De Amicis per iscrivere que' due libri avea raccolto tante osservazioni, tanti studi dal vero, che, tornandoci sopra, trovò ancor tanta materia tra mani da comporre nuovi bozzetti e novelle disseminate già nei giornali e che ora rivedono, raccolti in un volume, la luce. Avvenne a lui, passi il paragone, come ad un cuoco esperto, -che, fornito il piatto forte ha ancor tanta pasta da comporre nuovi manicaretti, non già di roba avanzata, ma tutti nuovi e squisiti. E ciò avviene in lui pel grande spirito di osservazione, pel coscien- zioso apparecchio, e specialmente pel suo vivere in arte non già a voli di fantasia, alla caccia di sensazioni fugaci, ma con la pensata ricerca di forti impressioni, onde la materia artistica è sempre in lui frutto di riflessione. Ogni suo libro rispecchia quindi uno stato dell' animo suo ; il libro è lui.. Perciò soldato ha scritto i Bozzetti militari; più tardi i Viaggi; uomo maturo e padre di famiglia le sue ultime opere che trattano di scuola. Padre amoroso ha studiato i suoi figli, ha vissuto con loro tra scuola e casa, ed ha descritto il piccolo mondo dei fanciulli ; Fra Scuola e Casa, non è adunque un titolo pur che sia; è un fatto. Nessuno meglio di lui nella letteratura contemperanea ha messo in pratica il grande precetto del Manzoni : Ci penso. Quasi direi che lo ha completato. Non solo ci pensa su', ma cerca tutte le occasioni che forniscano nuova materia al pensiero. Qui senza questioni di scuola abbiamo quindi il reale ; abbiamo il vero, ma vivificato sempre dall' affetto, da un'aspirazione continua al bene, da un' anima che lavora, ama e crede, e alla quale nella vecchiezza (sono sue recenti parole) „ splenderà quel sorriso queto e sereno che è come 1' alba di una giovinezza mova e che tempera l'amarezza dell' addio con la tacita promessa — non per sempre."1) Ho detto che non voglio, non posso analizzare ; pure toccherò singolarmente di questi bozzetti, ma solo per collocarli nella miglior luce, e richi»-mare l'attenzione del lettore alle particolari bellezze. Il librajo dei fanciulli. Povero martire ! comincia cosi; ed anche il lettore alla chiusa del bozzetto ripete — povero martire! effetto questo dell' umorismo che ci fa ridere e pensare insieme, e fa travedere nel comico la compassione. Il riso poi è irresistibile, la macchietta del povero librajo è schizzata con qnattro tratti franchi di matita; il tipo è colto a volo e riprodotto con la trovata del fischio che è l'espressione abituale della pazienza, e del ritornello — Sono cani — sintesi del giudizio letterario e pedagogico di un certo libro giallo. Un dramma nella scuola. Dramma a tinte forti : Argomento l'eterna infedeltà dell'eterno femminino, ma purificato dall' ambiente ; una scena dove niente seduce, e scusa la colpa, e dove l'effetto morale è pieno, commovente per via della vittima: una cara bambina che è una miniatura coi più delicati colori. E quanto è simpatica quella buona maestrina, e quanta profonda conoscenza dimostra, nell'autore, del cuore umano in generale, ') Illustrazione popolare. 13 marzo 1892. e della donna in particolare per la felice trovata della maestra la quale guarda sempre in faccia la madre spietata e mondana, simulando di non vedere e di non ammirare la ricchezza e l'eleganza del suo abbigliamento. Eguale sicurezza di tocco si trova nei bozzetti — Latinorum — Ai fanciulli del Rio della Piata. — Il Professor Padalucchi — Un poeta sconosciuto — La scuola in casa ; benché il professore rapenti un pochino la caricatura, e il poeta sconosciuto si maravigli egli stesso di trovarsi in compagnia non adatta tra tanti figliuoli. Tutti tutti però fanno ridere, ma anche pensare; come il poeta sconosciuto con la bocca di pesce luna, "una cosa buffa e triste ad un tempo . . . una miserevole immagine dell'uomo che corre dietro ad un' illusione. „ Ma la mia ammirazione, oltreché per — Un dramma nella scuola — la riserbo specialmente per le due altre novelle — Amore e ginnastica — e — La Maestrina degli operai. Nella prima la comicità è perfetta e farebbe ridere Schopenhauer in articulo mortis. La Pedani, don Celzani, il direttore, imitazione felice del conte zio del Manzoni, sono tutti tipi di primo ordine ; ed eccitano il più festevole riso : se anche qualche volta 1' autore si lascia andare a qualche frase arrischiatella, lo fa cou tanto garbo che anche il più severo moralista sorride alle scappatelle perdonabili del buon figliuolo. Il De Amicis poi ha anche il merito di essersi introdotto nel juondo scolastico, riportandone quel tanto di sciènza senza ombra di pedanteria che basta a conservare un giusto criterio nel giudicare delle più importanti questioni. Così a proposito di ginnastica l'autore parla bene per bocca del suo ingegnere, dove condanna le esagerazioni di chi riduce la ginnastica "che dovrebbe essere un sollievo dello spirito a un artificio teorico che occupa e affatica la mente come un altro studio qualunque» (pag. 171). Chi l'avrebbe mai detto che anche la ginnastica dovesse essere guastata dalla regnante pedanteria, e che col bastone Jàger si avesse a torturare il cervello dei figliuoli tale e quale come coi ragionamenti in aritmetica e con la famosa a-nalisi logica e grammaticale? La Maestrina degli operai è poi la novella che destò in me la più profonda impressione. Si tratta d'una scuola serale nel suburbio di Torino, dove concorrono ragazzi, giovani ed anche uomini che hanno lavorato tutto il giorno nelle officine, e ci si sente un incognito indistinto di sapone, d'olio, d'untume, di grassi, di pipe e di mozziconi di sigaro. E ad evangelizzare tutta quella gente, usa a bazzicare taverne e peggio, è mandata una buona ed inesperta maestrina, a cui tocca sentire e vedere cose di fuoco, passaudo però sempre in mezzo a quel fango, come la colomba del diluvio. Nessun aiuto le viene dalle compagne ; il bidello, a parole un ammazzasette, si tiene al largo per paura di una coltellata ; le altre maestre attendono ai fatti loro, e più a quelli degli altri; la maestra Mazzara specialmente, un bel tipo comico che ha sempre cento faccende sulle braccia ; la sbraghessona si direbbe da noi. Tra gli scolari poi, scappaforche quasi tutti, c' è Saltafinestra sfuggito e temuto da tutti per la sua ferocia che è venuto a bella posta a scuola per conquistare la maestra, e finisce col-l'innamorarsi da vero, diventa il suo difensore, si busca una coltellata, e muore tra un bacio caritatevole della buona maestrina mandata a chiamare dal parroco, e un bacio al crocifisso. Saltafinestra è un tipo di giovane corrotto; che pure ha qualche lampo di luce in fondo all' anima nera. Nello studio di questo carattere il De Amicis ha fatto forse le prime prove pe' suoi futuri lavori socialistici ; Saltafinestra prelude al 1. Maggio, romanzo atteso. E che profonda conoscenza del cuore umano vi dimostra il De Amicis ! Senza alcuno sforzo, senza idee preconcette di scuo'a, senza 1' affettazione che tante volte si riscontra nei moderni novellieri di voler studiatamente far professione di verismo, di simbolismo, sminuzzando e anatomizzando una passione con la più stramba licenza di stile e di lingua, il De Amicis con arte semplice e sublime nello stesso tempo descrive le conseguenze di quello strano risveglio della virtù, gli effetti della vita nuova in un cuore guasto dal vizio, e traviato per mancanza di educazione. Ed ecco il vero vero, ecco il reale che non rimesta nel fango pel gusto di rimestare, ma per mostrare umanamente possibile al traviato il ritorno sulla via del bene. Non forza irresistibile (meno forse rare eccezioni); chi travia esce di via; tutta la novella del De Amicis contiene adunque un' alta idealità, dimostra la via smarrita non perduta; la conclusione, la morale che viene spontanea da questa novella, e certo anche dal futuro romanzo sarà: Amiamo, educhiamo. E il vero socialismo. E tutto ciò, lo ripeto, coi mezzi più semplici. Quando il De Amicis ci descrive Saltafinestra maravigliato, confuso, della resistenza trovata nella buona maestrina, e sbalordito quasi per un nuovo aspetto dell' amore ; quando ci fa sentire la voce angosciosa e supplichevole del notturno assalitore gridar dietro alla tremaute ragazza: "Mi per- doni, sono stato un vigliacco. Non lo farò mai più; 10 giuro sull'anima mia,, allora un bene stupendo ci esce di bocca, deponiamo il libro inneggiando al trionfo dell' arte vera e della virtù ; allora riconosciamo il De Amicis grande scrittore, pensatore profondo e poeta. In tutta 1' arte contemporanea non ho mai letto pagine così stupende come quelle (572. 573) dove è descritta questa trasformazione di Saltafinestra. Udite il De Amicis. "Nonostante 11 suo orgoglio selvaggio, nato come quello dei pochi compagni della sua tempra da una prepotente e indeterminata ambizioue, e da una coscienza confusa di facoltà non comuni, soffocate dalla povertà e dall' ignoranza, egli principiava a riconoscere vagamente in lei qualche cosa di superiore a sè che lo umiliava senza inasprirlo. Egli prese a seguitare attentamente con 1' occhio e col pensiero tutti gli atti di lei, e le espressioni del viso e dell'accento; quasi cercando il perchè dell' effetto che gli facevano, come si cerca ciò che vuol dire una musica. „ Segue il De Amicis descrivendo lo sforzo del giovinastro per ribellarsi a sè medesimo, e il tentativo di collocare la pura immagine della maestrina tra le abituali e sozze sue fantasie. "Ma per quanto facesse, conchiude l'autore, la sua figura (della maestra) finiva sempre con sollevarsi dall' ombra e dalla mota in cui si sforzava d'immergerla, e gli si ripresentava sempre così, come appariva dietro a quel tavolino, con quella fronte bianca, con quella grazia fanciullesca, con quella timidità dignitosa, con quel non so che di strano e soggiogante, di cui non poteva comprendere la vera essenza, e che insieme gli piaceva e lo stizziva, lo maravigliava, lo avviliva, lo ammansava ; gli faceva all' uscita, sputar delle bestemmie più grosse e delle oscenità più brutali, come per rieccitare la forza della sua natura contro 1' ammollimento che si sentiva entrare nel sangue.» Lo stile e la lingua sono ali" altezza del concetto. I periodi sono naturalmente lunghi, ma senza contorsioni ; le parole molte, ma molte perchè molte le cose da dire; non sinonimie, non doppioni, tutto sta necessariamente al suo posto. E quando lo studio è più profondo, quando la commozione è grande, allora è un succedersi di periodi larghi larghi che si svolgono naturalmente senza arruffio di incisi, di complementi, di subalterni : arcolai dello stile vecchio; allora le parole si seguono, s'incalzano, vengono giù come chicchi di grandine saltellanti, picchiettanti ; e il lettore si sente trasportato, rapito, contento di quella foga, che lo trasporta, di quella forza che lo solleva e lo trascina leggero leggero, contento perchè nella corsa ha avuto agio di vedere ogni cosa, e, deposto il libro, tutto vede dinanzi netto, limpido nella memoria. Così si ha a scrivere per Dio ! E quando penso che si compilano da certi dotti pedanti antologie ai giovanetti italiani, rimpinzate di squarci del Castiglioni, del Casa, del Bembo, del Bartoli ; del Bresciani tra i moderni, con la pensata esclusione del Manzoni e della sua scuola, e sono condannato io pure all' improba fatica di far pescare una magra ideuzza in un mar di arruffate parole, allora, mi viene quasi voglia di dare ragione a quel Tedesco, che mi diceva a Vienna non aver noi una sintassi, o che i nostri scrittori sono sgrammaticati e parolai. Esagerazioni, d' accordo. E se l'accusa avea un tempo un fondo di vero, oggi non regge dopo gli splendidi esempi della scuola manzoniana. E quanto allo studio dei classici certo sarebbe eresia volerli escludere ; solo voleva dire essere ingiustizia e pedanteria ridicola finire col Leopardi, come se la lingua nostra non fosse sempre viva e quindi di necessità obbligata ad assumere, con prudenza, nuove forme a significare il nuovo pensiero. E tornando al De Amicis, ecco un libro, conchiuderò, da presentarsi nelle scuole a modello. Con lo studio degli antichi e dei vecchi conserveremo l'italianità della forma, la ricca movenza e la varietà del periodo italiano, la versatilità del pensiero, e quella dignitosa aristocraticità che si addice ai libri più gravi ; col De Amicis e con molti altri moderni si provvederà secondo il giusto desiderio del Bonghi a rendere sempre più popolare la nostra letteratura. E più popolare non solo nel senso più ovvio nei libri di amena lettura, ma anche pei gravi che trattano di scienze, di storia; chè le movenze sciolte del pensiero tralucente dalla elegante semplicità della forma renderanno sempre più accessibile la scienza. L'odi profanimi vrdgus et arceo nel nostro finisecolo è una frase rettorica. Oggi che si traveggono nuove battaglie e nuove conquiste dei piccoli e dei diseredati nel secolo futuro, più vera, più umana è la sentenza del Tommaseo, espressa con la sua solita arguzia d'antitesi : Amo il volgo profano e l'avvicino. Un mirallegro al De Amicis che vive tra scuola e casa, e tanto e sì allegro e caro popolo avvicina. P. T. --.--—-- PUBBLICAZIONI Aristide Gabelli, periodico didattico-letterario, si pubblica a lassano due volte il mese.