ANNO XV. Capodistria, 1 Marzo 1881. N. 5 LA VINO DELL' ISTRIA / Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ANNALI ISTRIANI del Secolo decimoterzo. 1210. 1210. Alcuni giustinopolitani giurano a Ditterio Bo-nafonte loro podestà di voler prestarsi a condurre il nuovo marchese d'Istria in Capodistria e a dare ad esso, anco coli'appoggio de' loro amici, aiuto e consiglio, perchè conseguisca il suo diritto in essa Città. Marnano : „Ann. del Fr." To. I, pag. 224. Il patriarca Volchero si porta in Istria in qualità di marchese, entra anzitutto in Capodistria ov' è accolto con dimostrazioni di benevolenza e di rispetto : ricevuto dai cittadini il giuramento di fedeltà egli inalza la città nel posto di Fola a capoluogo della Provincia ed a residenza del governo civile: manda in sua vece a governo dell'Istria Ermano de Arcano di Moruzio, col titolo di marchese; Capodistria vieta l'entrata in città ed ottiene che quind' innanzi la reggenza della Provincia non venga affidata se non a Friulani o ad Istriani e che non possano i reggitori e podestà delle Terre grosse durare in carica oltre un biennio. Lirutti: „Not. del Pr. To. I, pag. 81, e To. [V, pag. 226. - Kandler : „Indicaz." Pag. 26. - Marnano : Ann. del Fr. To. I. pag. 223. - e „L'Istriau Ann. II. pag. 192. Volchero, patriarca di Aquileia e marchese d'Istria, investe del castello di Carcauce ser Gavardo de' Gavardo da Capodistria, prode condottiero nella battaglia contro Lodovico duca di Baviera. Naldini: „Corograf. di Capod " Pag. 418. 1210. — Capodistria. Bonifacio, abitante in Porta Buserdaga, ed Ottone di lui genero vendono col consenso delle loro mogli Wilpurga e Wicella al monastero di San Nicolò di Rialto una vigna situata in loco Salmaza presso il convento dei Santi Nicolò e Apollinare (Oltra) ; testimoni alla vendita Ditterio Bonafonte podestà di Capodistria ed il podestà del marchese d'Istria domino Almerico. „Cod. Dpi. Istr. Capodistria, novembre. Giovanni Girgilia del fu Caprisano, abitanti in Parta Biisserdaga vende al monastero di San Nicolò del Lido 1210. in Rialto una sua vigna situata presso il convento dei Santi Nicolò e Apollinare d'Oltra. „Cod. Dipi. Istr." 1210. — Aquileia, 18 dicembre. Il patriarca Volchero stipula alcuni patti col comune di Pirano. Pirano promette di voler essere sempre pronto ai servigi del patriarca; il patriarca poi promette di non entrare nel castello di Pirano con più di dieci soldati senza un espresso permesso dei consoli dei luogo. Vulvigno signore di Pietra Pelosa giura l'osservanza dei sanciti patti. Joppi: „Agg. al Cod. Dipi. Istr. Pag. 13 e seg. 1211. — Capodistria. Il vescovo Assalone investe la famiglia de'Verzi della decima di Pominiano, Antignano e Costabona. Naldini: „Corograf. di Capod." Pag. 124 e 428. - e Kanoìer: "Indicaz.„ Pag. 26. 1211. — Il patriarca Volchero introduce molti miglioramenti nel marchesato d'Istria: provvede alla sicurezza delle strade, mitiga le gravezze dei comuni, concede loro immunità, redintegra molte chiese ridotte in cattivo stato, proibisce agli abitanti in certi tempi la navigazione a fine di promuovere l'agricoltura. „L'Istria." Ann. I. pag. 130 e seg. 1211. — Aquileia. L' abbadessa di S. Maria investe don Adalpero pievano di Pirano e suoi successori della chiesa di San Basso, situata tra Pirano e Strugnano, e dei beni a lei spettanti coll'obbligo dell'annua e perpetua contribuzione di cento libbre d'olio. Cod. Dipi. Istr., - Atti mss. dei vescovi di Capodistria. 1211. — Il patriarca Volchero manda in soccorso di Ottone IV un corpo di Friulani ed Istriani, capitanati da Artuico, signore di Varmo. Marnano: Ann. del Fr. - To. H, p. 227. 1211. — Il patriarca Volchero, marchese d'Istria, investe Monfiorito, Galvano, Nassinguerra I e Sergio primo della famiglia de' Castropola di Sissan, Turtiglian e Turrimboragio (Torre Boragine presso Rovigno) col mero e misto impero, li crea suoi vassalli, dà loro diritti in Valle, Rovigno, Due Castelli e San Vincenti, li fa suoi Ricarii (vicarii e giudici). Kandler: Indie. Pag. 26, - Not. St. di Pola. Pag. 167, 188 e 298, - e L'Istria. Ann. IV, p. 132. (Continua) O* ; ■ I reclami contro la nuova tariffa di classificazione per l'imposta fondiaria Parenzo, 20 Febbraio 1881 Ne' passati giorni fu presentato al Consiglio dell'Impero un progetto di legge concernente la fissazione della somma totale dell'imposta fondiaria, della quale accenno ai punti più salienti. Dal 1 Gennaio 1881 pel corso di 15 anni continui la cifra dell' imposta suddetta viene fissata a 37.000.000. Non è più a pagarsi l'addizionale straordinaria stabilita al punto 5.° della Sovrana Patente 10 Ottobre 1819, restando però ferma la disposizione con cui si accordava ai possessori di fondi il proporzionato diffalco per interessi delle passività gravitanti sui fondi stessi, e ciò fino a tanto che rimanga in vigore la patente sull'imposta di rendita dei 29 Ottobre 1819. Seguita la commisurazione della nuova imposta fondiaria, si accordano le seguenti facilitazioni contribuenti, a carico dei quali essa venisse aumentata. Dal 1. Gennaio 1881 fino alla compiuta procedura sui ricorsi saranno da pagarsi, l'imposta eguale a quella del precedente anno 1880 più un importo non oltrepassante il 10% di questa; dopo compiuta la procedura sui ricorsi, e fissata definitivamente la quota dell'imposta, sarà da pagarsi l'imposta vecchia, il 10% come sopra, e quindi d'anno in anno lina decima parte del residuo importo. Queste facilitazioni non si estendono ai casi nei quali l'aumento d'imposta dipenda da cangiamenti di possesso avvenuti dopo il 18S0. È a ritenersi che questa legge, salva qualche modificazione, sarà in breve votata dalle Camere, o t;he andrà subito attivata. Epperò è di mestieri, come già dissi altra volta, che in Istria ci si apparecchi onde presentare in tempo utile gli eventuali reclami. In tutte le altre Provincie dell' Impero si formarono, o sono in formazione dei consorzi di possidenti; alcuni protestano contro alle tariffe fissate dalla Commissione centrale, altri avversano la legge qui accennata, chi non vuol saperne affatto nulla di riforma, chi domanda facilitazioni maggiori, diminuzioni, e così via. Qui da noi nessuno si muove, eppure ne vale la pena, che, stabilita una volta definitivamente l'imposta, si dovrà sopportarne il peso, se anche grave, ^e anche ingiusto perchè non proporzionato al peso ad altri imposto. ! aiitetfcnqtf') 7 / ■ I Non è già da ricorrere ad agitazioni, ma unicamente a studio, e studio serio. Questo, a mio vedere, non può da singoli farsi, perchè mancano loro i mezzi e le vie a procurarsi i dati necessari per riconoscere se la rendita fu esattamente rilevata, se, a causa della non troppo felice misura di istituire commissioni d'estimo soltanto per distretti politici, siansi poi colle tariffe e colla classificazione dei fondi danneggiate alcune località a vantaggio di altre. La procedura sui reclami può offrire occasione e mezzo a riparare simili eventuali difetti. Chi dovrebbe pertanto occuparsene di proposito sarebbero i Comuni. Questi col mezzo delle mappe, e degli estratti sommari della vecchia operazione catastale, sarebbero in grado di fare i necessari confronti colle risultanze della nuova operazione, e, conoscendo da vicino le condizioni de' singoli comuni censuari, riuscirebbero a formarsi il giusto criterio, se sia, o no, da farsi un richiamo fondato. Il singolo contribuente, lasciato a se solo, può o per ignoranza, o per la credenza, non sempre fuor di ragione, invalsa sulla inutilità di rimostranze in materia d'imposta, tacere e danneggiarsi, o, per contrario presentare ricorsi infondati dettati da caparbietà, o suggeritigli da chi per causa di lucro si serve astutamente di lui. Noi, lo dissi già, non abbiamo denari a gittare via, e ricordiamo eh.» la moltitudine di rimostranze destituite di fondamento, portano di solito seco il triste effetto di rendere inutili anche le più fondate e giuste. Si occupino perciò di questo interessantissimo affare i Comuni, e ne avranno merito e riconoscenza. Ad avviare a questo studio, che, per sortire utile deve essere seriamente fatto, pubblico una tabella di confronti tra la estensione e la rendita secondo il vecchio ed il nuovo catasto, notando però che nei dati relativi al vecchio, ci può essere corsa qualche leggiera inesattezza, a causa degli annuali cambiamenti. Il confronto è fatto per distretti politici, mancando i dati per istituirlo regolarmente per Comuni censuari; ciò che sarà possibile di farsi soltanto in seguito, dopo che saranno intimati ai singoli contribuenti i rispettivi fogli di possesso. E non pertanto si potrà desumerne, dove, e su di che convenga fare maggiore attenzione. Così p. e. nel distretto di Pisino la rendita del nuovo catasto è superiore a quella del vecchio per fiorini 65577, e la mi sembra soverchia, dirimpetto specialmente a quella degli altri distretti. Non posso però celare che questa rendita avrebbe aumentato ancora di qualche migliaio di fiorini, se la Commissione centrale avesse fatto, come da taluno erroneamente fu supposto, per tutti una uguale riduzione di quelle tariffe, che erano state proposte dalle nostre Commissioni distrettuali. Da quello che posso, gli altri facciano il resto. (Vedi tabella a pag. 86.) La questione fillosserica La Questione Fillosserica nel 1880. — Ricordi di viaggio in Liiiguadocca e Guienna di Alberto Dr. Levi ; rassegnati alla deputazione centrale della I. E. Società agraria di Gorizia nella seduta del 16 dicembre 1S80. — Gorizia, Tip. Paternolli 1880.*) Recatici la stessa sera a Cette, dove pernottammo, ne ripartimmo il mattino seguente (21 Settembre) per Béziers, il cui circondario è tuttavia uno dei centri principali della produzione e del commercio vinicoli dell'Hérault, perchè l'ultimo visitato dalla fillossera la quale non vi fece la sua apparizione che da soli 3 o 4 anni, e dove CI Gl'tl (lei ta opportunità di vedere applicati gl'insetticidi in vaste proporzioni. Giuntivi in un' ora circa di ferrovia, dopo breve riposo, movemmo verso Capestang che dista 12 chilometri circa da Béziers, per risitarvi la tenuta del sig. Jaussan a Baboulet, il quale possiede 90 ettari di vigne piantate con vitigni indigeni iu terreno argillo-sabbioso, mobile e fresco. Il sig. Jaussan sì tosto si accorse tre anni or sono della presenza della fillossera nelle sue vigne, prese a trattarlo col solfuro di carbonio alla doso di 25 a 30 grammi per metro quadrato, seguendo le istruzioni pubblicate in tale proposito dalla Società della ferrovia Paris-Lyon-Mediterrané. Egli valuta le spese di coltivazione a franchi 600 e quelle del trattamento col solfuro di carbonio a franchi 250 l'ettaro, per cui calcolando sopra una rendita media di 70 ettolitri per ettaro e sul prezzo di franchi 20 all'ettolitro, gli rimane ancora un benefizio di 290 franchi per ettaro. Le vigne del sig. Jaussan conservano tuttavia un florido aspetto e la primiera feracità, quantunque gli originari focolari d'infezione, non peranco completamente estinti, sieno sempre facilmente riconoscibili a primo aspetto- Varrà l'insetticida a preservarle ancora a lungo dalla sorte comune? Il tempo solo potrà risolvere con sicurezza tale quesito. Prossima alla tenuta del sig. Jaussan, giace la bella e vasta possessione del sig. Teissomiière, Presidente del Sindacato dei negozianti di vino di Parigi, in luogo detto la Provenquière. a quasi eguale distanza fra Béziers e Narbonne. Essa consta di 157 ettari di terreno, di cui 125 piantati a vigna con vizzati indigeni, e la fillossera non vi esisteva ancora nel 1877. Il sig. Teissonnière, divenuto agricoltore da breve tempo, utilizzò nell'esercizio di questa industria lo spirito intraprendente e calcolatore del commerciante. Appena si avvide due anni or sono che la fillossera era penetrata nelle sue vigne, incominciò a trattarle col solfocarbonato di potassio, valendosi a tal uopo degli apparecchi di distribuzione della Società Mouillefert e Hembert, nella quale è largamente interessato. Egli adopera il solfo- carbonato alla dose di 60 grammi per ceppo sciolti in 20 litri d'acqua, cui fa seguire un secondo innaffiamento con altri 5 litri di acqua pura. Il successo fin qui ottenuto dal sig. Teissonnière è veramente splendido; le sue vigne risaltano in mezzo alle circostanti che stanno morendo, per rigoglio di vegetazione, bel colorito del fogliame e abbondante fruttificazione. I suoi Aramon gli diedero anche in quest' anno non meno di 180 ettolitri di vino all'ettaro. La spesa del trattamento ascese a 250 franchi l'ettaro, non compresa la concimazione suppletoria nè il fitto degli apparecchi di distribuzione. Il trattamento col solfocarbonato di potassio varrà di certo a prolungare la vita delle sue vigne. Ma quando cOll'estendersi dell'infezione, che data appena da due anni, le fillossere si saranno moltiplicate a dismisura, se non nelle sue vigne, certo iu quelle dei suoi vicini, quando &ÌY avanguardia d'oggi seguirà domani il grosso dell'esercito, l'insetticida varrà esso a preservare tuttavia le sue vigne dalle devastazioni del parassita ? Il sig. Teissonnière lo crede fermamente. Se il tossico, dice egli, è capace di uccidere le sentinelle, avanzate, esso ucciderà del pari anche le grosse falangi (lis gros bataillons per servirmi delle sue proprie espressioni), che loro succederanno nell'attacco. — Ma, obbiettiamo noi, se il veleno perviene facilmente a distruggere il piccolo numero d'invasori che si trova in sui primordi dell' infezione, raccolto sulle raflichette più giovani e superficiali, potrà esso egualmente penetrare alla voluta profondità quando quel ninnerò, ingrossato a dismisura per effetto della prodigiosa fecondità dell'insetto, avrà invaso anche le radici più grosse e più profonde? E se riesce a un organismo vigoroso di cicatrizzare facilmente un piccolo numero di punture, potrà un organismo indebolito da così fatti ripetuti e incessanti attacchi cicatrizzare egualmente la vasta piaga fattagli da miriadi di pungenti ferite ? La stessa notte ripartimmo da Béziers per Bordeaux, dove giunsimo il giorno appresso (22 Settembre) di buon mattino per portarci difilato a Margaux, nel centro di quella plaga privilegiata dei celebri vini da pasto che portano il classico nome del Médoc. — Bordeaux è il capoluogo della Gironda, terra di predilezione della vite e sede di quelle celeberrime vigne (crfts) note ai buongustai sotto i nomi di Chàteau Margaux, Chàteau Laffitte, Chàteau Léoville, Chàteau Latour, Chàteau-La-Rose e via dicendo. In questo dipartimento esistevano prima della malattia 150 mila ettari di vigna, in cui oggi due terzi sono infetti e un terzo completamente distrutto. Risulta infatti da una recente relazione del Dottor Micé, Presidente della Società d'agricoltura della Gironda, che nel circondario di Libourne la fillossera esiste in tutte le Comuni, in quello di Bordeaux (riva destra) parimenti in tutte, in quello di Réole in 95 Comuni sopra 102, in quello di Blaye in 45 Comuni su 56; che tutte le 6 isole più importanti del fiume Garonne albergano la fillossera: che nel Médoc il circondario di Lesparre conta 22 Comuni fillosserate sopra 27, il circondario di Bordeaux (riva sinistra) 120 sopra 137 e il circondario di Bazas 14 notoriamente fillosserate (fra cui quella del celebre Sauterne) sopra 46. Il sig. A. Lalande, Console Austroungarico, gran proprietario nel Médoc ed uno dei principali negozianti di vino di Bordeaux, in una sua Tabella di confronto tra la estensione e la Distretto di Classificazione Superficie soggetta all'ini H < H O Arativi Orti Vigne Diminuzione Aumento Prati Diminuzione Aumento Pascoli Diminuzione Aumento Boschi Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Capodistria vecchio nuovo 32618 35124 486 1098 2506 612 14112 16689 317 1174 2577 857 64489 47367 218 160 17122 58 22095 36579 2151 742 Lussino vecchio nuovo 23553 28373 159 596 4820 437 120 376 1407 201 255 394 86472 81165 1104 1243 5306 1461 47116 47657 1432 848 Parenzo vecchio nuovo 45329 48920 1438 379 3590 541 7232 8315 992 660 1082 1268 33411 16729 421 1579 16681 442 46381 58110 240 1277 Pisiiio vecchio nuovo 33580 35100 45 58 1520 13 11818 15967 853 123 4148 870 67731 50794 196 566 16936 1230 24740 41639 104:3 1035 vecchio 4(3050 1568 — — 2814 1241 — — 46061 396 9280 187 36965 _812 Pola nuovo 47489 1595 1439 27 3980 1416 1166 175 36781 209 — — 43297 648 Volosca vecchio nuovo 11135 11738 441 1213 603 772 19102 16844 942 1588 2257 954 59756 43607 514 444 16149 70 41174 57956 1573 1217 Totale . . vecchio nuovo 192267 206747 937 139 14479 802 55201 62174 952 362 6972 1010 357921 276445 1249 1001 81476 248 218474 285241 515 967 lettera del 10 Novembre 1879 al giornale Za Gironde, valutava il danno causato dalla fillossera al raccolto di vino di quello stesso anno nel Bordelese a 200 mila barriques o tonneaux, rappresentanti un valore di 80 a 100 milioni di franchi (!) Vedasi da ciò quanto sia grave il male anche nella Gironda, quantunque il clima più umido e nebbioso di questo dipartimento rallenti, qui più assai che nel mezzodì della Francia, la marcia progressiva dell'insetto. I viticoltori della Gironda non si perdono però di coraggio e si accingono alla lotta, provando tutti i mezzi suggeriti dalla scienza e sanciti dalla esperienza altrui. Dove vi è acqua in abbondanza e il terreno si presta abbastanza bene, ricorrono alla sommersione: altrove si appigliano al trattamento col solfuro di carbonio o col solfocarbonato di potassio per prolungare almeno l'esistenza dei loro preziosi vizzati ; ma nel dubbio che tali spedi enti valgano a conservare durevolmente la vita e la fertilità delle loro vigne, si mettono fin d'ora in grado di sfidare ogni contrario evento col-l1 allestire intanto numerosi vivai di viti americane resistenti al parassita per innestarvi sopra le varietà paesane che hanno fatto la loro fortuna e la riputazione mondiale dei loro vini impareggiabili. Il faut, scrive il sig. Skawinski, uno dei più intelligenti viticultari e proprietario nel Médoc, peti à pcu s'hahiteur à entendre prononcer le mot de plants américains. Peut-ètre ce remède sera-t-il un jour plus pratique, et e'est à lui que nous aurions alors à nous adresser. ') Dans la Gironde, ripete alla sua volta il già citato sig. A. Lalande, il parali probable qu'on devra rendita secondo il vecchio ed il nuovo catasto. posta fondiaria ® a ~ 2 -2 Diminuzione Aumento Paludi Diminuzione Aumento Totale Diminuzione Aumento Rendita fi a r-j CD 3 s *3 5 3 Q Osservazioni Jugeri 1 Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri Klaf. Jugeri 5 i Klaf. Jugeri Klaf. fiorini s. fior. 8. 14484 527 22 929 22 929 133337 135760 565 1574 2423 2009 284277 300866 — 16589 - Gli arativi, orti e vigne furono uniti insieme, non potendosi dalle indicazioni del vecchio catasto rilevare precisamente l'estensione di ogni singola coltura, nè farne quindi il confronto. Le diminuzioni figurano nella prima colonna trasversale, gli aumenti nella seconda. 540 1016 178 962 178 962 157263 157751 902 650 487 1348 120828 98720 61 22108 61 11729 1037 712 1235 671 51 522 980 133067 133311 562 746 244 184 349292 354228 96 4935 04 — — 256 94 — — 138126 631 — — 195638 31 — — 16898 1592 267 424 11 330 143768 606 5641 1575 261216 — 65577 69 — )- 123 Il 243 — 132016 460 306 950 220976 56 — — 6331 1436 160 442 36 799 131709 1110 — — 226454 — 5477 44 — 131169 270 1021 - 608 122773 20 14237 20 16781 1244 — — — — 130147 1262 — — 108536 — — — — 1114 1337 — — 824980 190 — — 1.293786 64 — — 66767 452 1841 279 724 542 832449 1148 7469 958 1.350020 — 56233 36 surtout employer les cépages américains cornine porte-greffes pour conserver à nos vins le caractère particulier de délicatesse et de charme que leur donnent les raisins de ce pays-ci T). Visitati fra il 22 e il 23 Settembre tutti i grands erus del Médoc dove ferveva in allora il lavoro della vendemmia, al momento di prendere comiato dall'egregio sig. Skàwinski, che volle colla più squisita cortesia esserci guida e compagno in codeste interessanti peregrinazioni, ci giunse la sconfortante notizia che a Senilhac nel basso Médoc, Comune di Saint Estephe, dove s' impiegò da un anno il trattamento col solfuro di carbonio e col solfocarbonato di potassio, si era manifestata in quei giorni una nuova grande invasione di fillossere! Rientrati a Bordeaux la sera del 23 Settembre, dopo aver visitate per via le vigne del sig. Lawton alla Cruse sommerse mediante pompa centrifuga a vapore che attinge l'acqua direttamente dalla Garonna, ne ripartimmo la stessa notte per restituirci ciascuno ai patri lari, animati dal vivo desiderio di poter utilizzare a benefizio del nostro paese le molte cose da noi vedute ed apprese in questo viaggio interessante ed istruttivo. Nei cenni che precedono, procurai di riferire colla scrupolosa esattezza del cronista quanto di più interessante vidi e udii nel percorrere i paesi i più fillos-serati d'Europa. Ma ognun comprende di leggieri come la sintesi delle impressioni esercitate sui sensi e sull'intelletto da tanta varietà di oggetti e tanta diversità di opinioni non si possa facilmente rendere con parole, come non è sempre dato infondere altrui le convinzioni profonde^ che restano scolpite nell'animo di chi subì e sintetizzò quelle impressioni. Mi limito perciò a dar espressione al mio intimo convincimento col formulare le seguenti conclusioni : 1. La vite europea (V. vinifera) è destinata a perire sotto gli attacchi della fillossera. La invasione del parassita, nei rari paesi tuttavia immuni da questo terribile flagello, è unicamente questione di tempo. Se la Phylloxcra, la Doriphora, la Schezoneura lanigera hanno potuto varcare l'Oceano e stabilirsi in Europa; se dopo avere invaso la Francia e le serre d'Inghilterra, il pestifero afide della vite ha saputo iu pochi anni spargere le sue colonie in Austria, in Ungheria, in Germania, nella Svizzera, nella Spagna, in Portogallo e in Italia; se nella Francia meridionale, dove l'infezione è più vecchia, miriadi di fillossere scorrazzano sul suolo delle vigne e svolazzano per l'atmosfera, e non vi ha quasi ragnatela in cui non si trovino accalappiate in buon numero le alate; chi non vede la possibilità, anzi la probabilità, che il microscopico insetto, quasi granello di sabbia, trascinato dal vento cada col pulviscolo che si depone sui vagoni delle ferrovie, sulla tolda delle nari, sulle merci e sugli abiti dei passeggieri che transitano per quelle infestate contrade, e che ogni mezzo di comunicazione divenga in tal guisa veicolo d'infezione per i paesi tuttavia esistenti da tanta calamità? E a che giova in tal caso interdire l'importazione di piante vive e di magliuoli, visitare a tal'uopo bagagli e merci alla frontiera e fidare nell'efficacia preservativa delle rigorose disposizioni della Convenzione di Berna, contro cui già si elevano i più clamorosi reclami da parte degli orticultori di Francia, di Germania e dell' Austria? 2. L'insuccesso dei così detti trattamenti et estinzione applicati fino dagli anni 1874 e 1875 mediante esuberanti dosi di solfuro di carbonio e corrispondente ingentissima spesa, prima a Klosterneuburg in Austria, poi a Pancsova in Ungheria, i quali non valsero nè a sopprimere quei primi focolari d'infezione, nè ad impedire la diffusione del male in altri numerosi vigneti dello stesso Arciducato d'Austria, della Stiria e dell'Istria nella Cisleitaua. e nei principali centri di produzione vinicola della Transleitana, quali Franzensdorf, Peer, Kascliau, Szatmar-Németi, Nagy-Kàroly, Debrec-zin, Ménes-Gyork, Cserzegh-Tomaj, Keresd, Beregszàsz, Szendroe, Bèkés-Csaba, Pest, Werschetz, Veszprim, Weisskirchen, Stuhlweissenburg, Hegyallia (la patria del celebre Tokay), Presburgo e la Croazia; — l'inefficacia dei tentativi fatti in questa stessa via nel dipartimento della Còte d'Or fino dall'anno 1878 con una spesa valutata da Ladrey, Direttore della Stazione enologica di Dijon. nel suo Rapporto al Ministro di agricoltura, a non meno di 1300 franchi per ettaro; — il procedere a saltelloni della fillossera in Italia, che, combattuta con enorme dispendio, ma non doma, a Valmadrera e ad Agrate in Lombardia, apparisce improvvisamente minacciosa a Riesi (Provincia di Catal-nisetta), poi a Ritiro (Provincia di Messina) e finalmente a Porto Maurizio (Provincia di Genova), quasiché le sue colonie avessero nel breve volgere di 2 o 3 anni potuto trapiantarsi dalle Alpi al Lilibeo ; — l'esempio stesso della Svizzera, dove consimili trattamenti estintivi eseguiti nel 1875 a Pregny presso Ginevra sopra soli 4 ettari con una spesa di 110.000 franchi, ed a Co-lombier nel Cantone di Neuchatel nel 1877 colla spesa di franchi 6.75 per ogni vite malata '), e ripetuti poi negli anni successivi con corrispondente dispendio all'apparire di ogni nuova macchia fdlosserica, non giunsero ad estinguere il male, che si manifestò anche nell'estate dell'anno presente con l'improvviso appari-mento di 14 nuovi punti d' attacco in prossimità di quelli distrutti l'anno scorso, nonché colla inaspettata comparsa avvenuta nel Luglio e nell' Agosto p. p. di altri nuovi focolari d'infezione fuori della zona da prima infetta e precisamente nei territori di Saint-Blaise, di Trois-Rods e di Hauterive (Neuchatel), e a Grand-Sa-connex (Ginevra); — finalmente la osservazione fatta da Balbiani e confermata da Thénar rispetto alla resistenza dell'uovo invernale alla azione del solfuro di carbonio che è la sostanza generalmente impiegata nei trattamenti estintivi (il qual fatto basterebbe tino ad un certo punto a spiegare l'insuccesso di simili espedienti); - sconsigliano così in Francia ed in Ispagna3), come nell' Austria-Ungheria ed in Italia, dovunque, in una parola, le condizioni climatiche, orografiche, o colturali non si oppongano alla soverchia moltiplicazione o alla facile e rapida disseminazione dell'insetto, sconsigliano, ripeto, di applicare ulteriormente alle vigne tìllosserate tali rimedi eroici che non contano neppure un sol caso di successo, che esauriscono fra trattamenti e indennizzi le finanze dello Stato, che provocano con fallaci lusinghe e amari disinganni il malcontento dei viticultari, e mercè i quali, com' ebbi a dirlo altra volta4), V uomo si sostituisce all' insetto per anticiparne unicamente l'opera di distruzione. (Continua). ') Rapporta de la Commission adoiinistrativg de l'assui-aate mutuelle contro le PliyHoxeraa "encnatel sur Texercici.' 1879 — Neuchatel ISSO pag. 25. 11 trattamento Mounier, tanto decantato presentemente nella Svizzera, che consiste nell'impiego della Neolina unita a piccola quantità di anidride solforosa liquida della Ditta Raoul Pictet e Comp., consta, per confessione dello stesso inventore, la bagatella di franchi 5500 l'ettaro, non compresa la mano d'opera! — Roulet. Commissario fillosserico a Neuchatel, ne valuta invece il eosto a franchi 20.000 l'ettaro, non comprese le spese di scasso del terreno.— Rapporta ecc. p. 21. 2) Seduta 15 febbraio 1877 della sessione annua generale della Società degli agricoltori di Francia. 3) Chez nous, affermava il sig. Paul Oliver al Congresso di Lione, cornine en Espagne, le mal se propage par de nombreui essaiinages et sur de vastes surfaces ; commènt dès lors pouvait-on esperei' l'éteindre par des traitements d'extinction. En ailmettant que l'on re'ussisse ici, il envahira par cent autres points là bas. Ce proeédò est donc condamné en France tout aussi bien qu'en Espagne, et avec d' autant plus de raison que nulle part on ne peut citer aucun resultat favorable à son actif, tandis qu'au contraire, en hàtant la mort de la plupart des souches traitèes. et faisant perdre des récoltes sur pied à la veille des vendanges, il a jetè du discrédit sur le solfure de carbone ... Le sulfure de carbone au Congrès international de viticulture tenu à Lyon les 12, 13 14 septembre 1880. — Rapporteur general M. Paul Oliver de Collioure — Perpignan 1880 pag. 5 e 6. 4) I Congressi di Montpellier e le peregrinazioni nei dintorni — negli Annali di viticoltura ed enologia italiana, fascicolo 33 del 1875. — Vedi pure Atti e Memorie dell'I. R. Società agraria di Gorizia — 1874 — pag. 346. SAN VINCENZO IN PRATO E LE BASILICHE ISTRIANE *) Traversato un cortile, e passati sotto ima tettoja si entra nella basilica. Quale spettacolo! Qua e là immensi fornelli sotto ai quali si vedono certe fiam- melle azzurrine, livide, color di rame che si aggirano, si appuntano, s' inseguono ; da per tutto il terreno è ingombro di fiaschi, di storte, di lambicchi: si crede di essere in mezzo alla città di Dite, e si aspetta di veder sorgere di momento in momento fuori d'un arca la maestosa figura di Farinata. Pure così ridotta e sconvolta la vecchia basilica innalza, tuttora dopo tanti secoli, le annerite sue mura sostenute dalle colonne svelte e diritte ; e il visitatore può quindi ricostruirla nella sua fantasia. La pianta è di perfetta basilica a tre navi di mediocre grandezza, più piccola delle nostre istriane. Gli archi sono nove, e le colónne che li sostengono dieci : le due ultime saranno state addossate al maro. I due ultimi archi verso la porta furono accecati e così anche l'opposto vicino all'abside. E dico ciò perchè fu scritto e ripetuto che San Vincenzo in Prato e tipo di perfetta basilica, avendo nove archi, nove finestre, nove altari. Quanto agli altari scartiamola subito, così dicasi delle finestre. E il numero nove era sacro e simbolico per sè stesso. Vedremo a suo luogo in quale conto si debba tenere questo canone di architettura. L'antichità di San Vincenzo si può provare con altri argomenti: la pianta a tre navi, la ristrettezza dell'abside, i bei capitelli di molte colonne, che poggiano sul plintol) o sopra le quali si svolge immedia-diatamente la colonna, senza il dado2) soprapposto dell'Enfrasiana di Parenzo, che è forma più tarda ed indica influenza bizantina. Ma l'attenzione del visitatore è rivolta tutta ai capitelli di ordine corintio, abbastanza bene conservati e che arieggiano quelle di San Lorenzo: tolto probabilmente dall'antico Fanum Iovis ricordato dal Giulini. Non tutti però; alcuni sono di forma assai scadente, accusano l'epoca di decadenza, e presentano il lombardo. Si vede sempre un certo buon gusto, un amore dell'ordine e dell'euritmia non sentito più tardi. I capitelli corintii si veggono di fatto sempre nello stesso ordine l'uno riscontro all'altro, alternati con quelli di barbara fattura con disposizione simmetrica, e non alla rinfusa, come si usò più tardi prendendo qua e là da altri edifizi a caso. Parmi che questi capitelli siano il più sicuro indizio dell'epoca di costruzione, non troppo antica per la presenza dei capitelli di bassa fattura; ma neppure dell'epoca bizantina o lombarda per la notata simmetria: e la mancanza del dado sopra il capitello. ') Qui a comodo di ogni ordine di lettore si dà spiegazione di qualche vocabolo non tanto d'uso comune ; plinto è modanatura di forma quadrata, sulla quale poggia la colonna di tutti gli ordini classici. Qualche volta si fece rotonda; ma dà ai nervi ai puristi. 5) Quadrato di pietra sopra il capitello, su cui si svolge l'arco. Spesso porta incisa una croce o il monogramma del fondatore dell'edilizio. Forse non si andrebbe lontano dal vero supponendola eretta o negli ultimi anni del secolo V. o nella prima metà del seguente. Anche la ristrettezza dell' abside induce a credere ciò ; la cripta par certo fattura più tarda, quando ri furono collocati dall' arcivescovo An-gilberto i corpi dei santi Quirino e Nicomede ') il coro antico dovea essere più basso e breve come meglio si dimostrerà nel raffronto con quello di Parenzo. L'abside sarà stato certo un tempo decorata con marmi preziosi e dipinti come nelle basiliche nostre; ma non ne rimane alcun vestigio : solo apparisce tutt'ora nell'alto un ovale; Ma l'ovale risultante da due segmenti di cerchio che si tagliano in due punti, accenna il passaggio dalle forme lombarde alle archiacute, e si vede nelle vecchie chiese lombarde2). È dunque un avanzo della decorazione posteriore monacale, e non dovrà certo riprodursi. Ancor un'occhiata all'esterno. Ma difficilmente si può cogliere l'assieme ; il terreno è tutto ingombro di magazzini, di laboratoi, di corpi di fabbrica aggiunti, bisogna aggirarsi per un labirinto di ortaglie e di officine. L'abside antica è per metà nascosta dall'addossata sagrestia monacale; ci si vede però già la tendenza al lombardo e a quelle decorazioni in terra cotta che furono poi una specialità di detto stile. Degno di nota vi è pure un artifizio del simbolismo cristiano. Le finestruole che hanno l'apparenza come di tanto bocche di forno nella parte superiore della tribuna, sono tutte divise in scompartimenti a tre a tre; altro esempio dell'uno e trino del poema dantesco. Queste nicchie o finestruole presero un più largo sviluppo più tardi nello stile lombardo; quindi quella lunga serie di archi che si svolgono sulla facciata, e ai lati di tutto P-etufizio, come in una chiesa di Como, nel Duomo di Lodi, nelle cattedrali lombarde di Piacenza, Modena, Cremona a semplice decorazione; o forse, azzardo un' ipotesi, a campo di fantastiche processioni, o di misteri celebrati lassù al popolo raccolto nella piazza soggetta o nel sagrato. Tutto sommato adunque San Vincenzo in Prato sotto ogni aspetto s edilìzio degno di essere restaurato e restituito al culto; e l'opera non sarà certo difficile coi mezzi dei quali può disporre la ricca capitale lombarda. Il compito principale dell'architetto sarà levare il lombardo e ridarò all'edilìzio la decorazione primitiva basilicale. Ho detto dcWarch itetto ; videat Consules per non cascare in mano dcìT Ingegnere. in. Che nell' Istria siano sorte a' tempi passati molte ricche ed eleganti basiliche, non recherà meraviglia quando si pensi alle floride condizioni del paese ai ») Giulini. tom. I. 228. 2) Una si vede in San Basiano di Lodi vecchio, eccellente modello di stile lombardo, con nel mezzo uno spavento di Padre Eterno. tempi romani e relativamente sotto il dominio dei Greci. La provincia che già possedeva molti monumenti tra i quali alcuni di primo ordine, come l'anfiteatro di Pola, i tempi di Giove e di Nettuno a Parenzo, il Campidoglio a Trieste, certo poteva vantare anche molti tribunali o basiliche civili, le quali furono più tardi convertite in chiese cristiane, o prese a modello di nuovi sacri edifizi. Si rammenti pure che l'Istria per la sua posizione, lontana dalla via tenuta dai barbari, non fu soggetta a devastazioni e rovine come il vicino Friuli; che sotto l'imperatore Giustiniano godè d'invidiabile prosperità, e che i Greci, eredi delle tradizioni romane, erano impegnati a mantenere il lustro ed il decoro di questa non ultima tra le italiane province. E lo potevano e vollero farlo ; che le sorti dell'impero non volgevano sì al basso nel V e VI secolo. Poi l'Istria col mare aperto dinanzi si trovava sulla via di Costantinopoli volta nella parte più meridionale ad oriente, e poteva ritenersi dai nuovi Cesari un possesso sicuro e necessario, si direbbe, con frase moderna ad aiTotondare l'impero e assicurarne i confini. Nè intendo di asserire con ciò che l'Istria si ritenesse fuori dei confini segnati da Augusto e un possesso illirico orientale; accenno solo al fatto della libera via pel mare ; mentre tra l'Istria e Roma si spingeva, cuneo fatale! su 11'aperto Friuli la dominazione barbarica. Solo più tardi, accortisi gì' Istriani come da Costantinopoli spirasse altro vento, e che i suoi Cesari non erano degni rappresentanti della grandezza romana, per non perdere le antiche tradizioni, cominciarono un po' a pensare alla loro casa con la propria testa, e un po' guardarono alla nuova Roma, a Venezia, che rannodava i vincoli con 1' antica madre. (Continua). P. T. Nel dì 19 decorso cessò di vivere a Trieste MASSIMILIANO D'ANGELI. Uomo di mente e di cuore, consacrò trent'an-ni della sua vita in servigio della patria; dieci dei quali (1868-78) come podestà, riconfermato tre volte, e lo fu anche la quarta nel 1879; ma la sua nomina non s'ebbe la superiore sanzione. I vincoli d'intimo affetto, che legano l'Istria a Trieste, le incessanti attestazioni, che nelle più critiche emergenze, ella riceve dalla sua opera filantropica, impongono alla nostra popolazione, oltre il sacro dovere di gratitudine, anche quello di cogliere ogni occasione per esternarle col fatto i sentimenti della sua più viva simpatia. CAPODISTRIA Tipografia di Carlo Priora. Fu quindi con vera espansione d'animo, che rappresentanze di municipii, di istituti, di società, di corporazioni; nonché buon numero di privati, accorsero da tutta la provincia ai funerali, dimostrando in pari tempo la stima in cui anche {dagli istriani era tenuto 1' egregio trapassato, la cui azione ebbe parte precipua nel miglioramento civile del suo paese. Giammai Trieste vide tanta ressa di popolo riunito nel più sincero cordoglio; e questo concorso straordinario di un popolo è documento solenne, che l'ottimo cittadino avea ben meritato della patria. ZSTotizie Togliamo dal sunto del verbale della seduta tenuta dalla Giunta Provinciale in Parenzo li 21 Ottobre 1880, che si trova inserito nell'Osservatore Triestino del 22 febbraio p. p., i seguenti deliberati: In seguito alla rinuncia del sig. Capitano provinciale Dr. Francesco Vidulich, viene delegato quale rappresentante della Giunta provinciale nell'i, r. consiglio scolastico provinciale l'assessore scolastico provinciale Dr. Giovanni Canciani. Deliberandosi di non entrare nell' esame del preliminare contratto, col quale la Rappresentanza comunale di Decani si è impegnata di cedere ad un' impresa rappresentata dall'ingegnere Dr. Buzzi la giornaliera quantità di 20,000 metri cubici d'acqua, presa alle sorgenti del fiume Risano, allo scopo dell'approvigio-namento della città di Trieste, verso un determinato compenso, se prima non si abbia ottenuta una prova che gl'interessi economici della valle non rimangano da ciò pregiudicati, e che il quantitativo d' acqua riservato alla valle, effettivamente ci sia, e basti poi a sopperire ad ogni più largo bisogno di quelle popolazioni pegli scopi agricoli, della pastorizia e domestici, e così pure che, permessa la progettata escavazione di nuove roie e regolazione delle roste dei molini, possano essi funzionare anche nei tempi di eccezionale scarsezza d'acqua; si cede la relativa domanda della Podestaria di Decani, assieme alle pervenute controproteste, all'Eccelsa i. r. Luogotenenza, per l'avviamento della relativa procedura a norma della legge prov. 28 Agosto 1870 sull'uso e condotta delle acque. Ci scrivono da Venezia, che si stanno pubblicando in quella città le opere dell' illustre pittore Carpaccio, gloria istriana. Ne daremo in seguito più estese notizie. Nicolò de Madonizza edit. redat. responsabile.