ANNO XXII. Capodistria, 1 Febbrajo 1888. N. 3. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso k Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale »i stampano grv tritamente. — Lettere e denaro franco alla Sedazione. — Di numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Lutti vecchi e nuovi „L' imperatore Massimiliano d'Austria e il conte di Gorizia avevano conchiuso un patto, in forza del quale, caso mai quest' ultimo venisse a morire senza discendenti, i beni di lui sarebbero passati alla casa d'Austria. Or accadde che nel 1500 il conte Leonardo di Gprizia morì per l'appunto senza lasciare alcuno del sangue che ne raccogliesse il retaggio, onde Massimiliano, secondo l'accordo, s'impossessò della contea di Gorizia. La repubblica veneta sorse tosto a reclamare dicendo, che l'accordo non teneva, per la ragione che il Goriziano era della chiesa di Aquileja, di cui i conti erano vassalli ; e che siccome ella era sottentrata nei diritti dei patriarchi, così appartenevale anche quel feudo tanto maggiormente che i conti ne avevano ricevuto l'investitura dalla repubblica. Per tutta risposta, Massimiliano mandò dei rinforzi nella contea ; poi, premendogli andare a prendere la corona imperiale a Roma, domandò alla repubblica gli concedesse il passo attraverso gli stati di lei. La repubblica glielo negò, e Massimiliano le dichiarò senz' altro la guerra." Cosi il Cavalli lucidamente con poche parole nella sua — Storia di Trieste a pagina 107. È questa l'origine della guerra tra l'Austria e Venezia, durante la quale guastadori e predoni arrecarono gravi lutti alla nostra provincia e all' Italia tutta. E poiché la Provincia, succeduta all'Istria del Kandler, ha per iscopo, (senza perciò trascurare il presente, e di parlare del movimento letterario) di tenere vivo 1' amore agli studi della storia, che è maestra sempre di vita, così ci occupiamo oggi di questo punto di storia, corredandolo di nuovi documenti che gentilmente ci furono forniti. E prima di tutto giova notare come la favilla che destò così grande incendio a Cambrai, a danno della repubblica veneta, sia appunto per parte dell'Austria la successione alla contea di Gorizia, per giuste ragioni reclamata dalla repubblica. A ciò si aggiunga il desiderio nell' austriaco di rettificare i confini del suo possesso nell' Istria, o meglio di possederla tutta fino al mare, poiché già ne teneva la parte montuosa e Trieste. Queste ragioni, o non si conoscono, o appena sono accennate in confuso da molti storici. Il più importante fatto di tale guerra fu la presa di Trieste nel 1508, operata dal generale Girolamo Contarmi. Trieste obbligata a capitolare e a pagare grossa taglia dovette quindi giurar obbedienza e fedeltà al doge. „Gl'Istriani, scrive il De Franceschi, diedero in questa guerra belle prove di valore e fedeltà a Venezia. Il Contarini, annunziando al podestà e capitanio di Capodistria Ettore de Ca' Tajapiera, la presa di Trieste, licenzia, encomiandoli, il corpo d'uomini di Capodistria, guidati dal loro comandante Giov. Andrea Zarotti, e le cernide (milizia provinciale), sotto il loro capo Marco de Veggia, e ringraziando il podestà dell' ottimo favore e soccorso prestato in quella spedizione" (pag. 273). Attestati di benemerenza s'ebbero pure in tale occasione Muggia, Pirano ; e il Codice diplomatico istriano reca molti documenti attestanti le imprese dei nostri in detta guerra. Mancavano documenti che provassero la partecipazione di Cittanova ; ma il buon Verginella, testé immaturamente estinto, ci mandò i seguenti, che ci affrettiamo di pubblicare con religioso rispetto, come il suo testamento : . . . M D Hier.us Contarenus pro.oris Classis M.s et guerre tamq. frat. car.mo p.ch. lo exercito d.la Ill.ma Si.ria se troverà doman sotto Trieste, et necessario sia la provisione di q.llo mazor mimerò di guastatori possibile, et cognoscendo poterne haver di qu.sto loco qualche parte, prego Y M che subito eseguite la presente, vogli far chiamar sui deputati et farne comandare q.sti più se poi, ina vegnino senza arme, ma sibln con zaponi et bailli, que.ti se troveranno. Questi V. M. farà cum la prudentia sua venir a q.sta imp.sa dove spero lia-veremo p.sto Victoria quanto più n.o de p.sone di fanti armati che se potrà perchè ne sentiremo utilità non pizola, et ri.vuto q.sti sum certo che Y. M. ne vorà riportar laude et commendatione jux. et Coni, consueto suo. Doman è necessario et.m far pr.sion d. q.sta Cità a far del pan p.la zente p.fata. Prego dica V. M. q.to che se voglia efethuar in ziò et far sì che domane sia mandata da quel locho qualche bona quantità, stando q.sto rango su bona parte sop. la diligentia d.la Y.a M.a Quei pan sia boni et d pezo convenientemente si che la zente p.fata no. habino scusa de lamentarse, et li merchatanti ne guadagni onestamente, e no. resti la M Y.a de far tal provizione si per doman che per li altri zorni mandandolo de dì in dì secondo che sarà certo la farà, sapendo q.lla de quanta importancia sia dicto pan. Et insieme fazi portar ordinariamente d. zorno in zorno d.l Yin Carne Salata formagi, et altre cose simili che del tuto se farà guadagno no. picolo et se tegnirà dicto campo fornito al bisogno de frumento et farina. No se ne t.vando di li da poter seguitar V. M. me ne darà avviso acio che io possa proveder, ma no restino .... che se habi el pan ut sup. e spedendo subito subito guastadori si eh. domatimi sieno . . . plura a V. M me ne raccomando. Hieronimus Cont.o p.or Classis. M.o g.roso D. Fantino Viano Dig.mo pod.ti Hemoniae uti fra. car.mus. In questo documento si possono subito fare due considerazioni di genere differente. La prima è faceta, ma non meno vera perciò. Se nella prima parte il documento è un po' oscuro, e coi soliti tratteggiamenti che arruffano il senso, in materia di pane il Contarini parla con insolita chiarezza, e lo stile va via liscio. È il caso di dire — pan fa la guerra. Il Contarini poi, o non sapeva il noto proverbio — A Cittanova chi non porta non trova — o il proverbio, come è più probabile, nacque in tempi posteriori, quando le guerre e le pestilenze desolarono la povera città. Sta adunque il fatto che Cittanova col suo ricco e fertile territorio era in grado di fornire il pane nel 1500 ad un'armata. Se qualche dubbio sembra avere il Contarini pel vino e per la carne salata, non dubita punto pel pane. Ecco adunque come una vecchia carta ammuffita ci può mettere sulla buona via per conoscere le condizioni di una città, di un territorio, e rettificare proverbi e combattere pregiudizi. La seconda considerazione è grave pur troppo. Guastatori e predoni vennero adunque da Cittanova ad abbattere le mura e gli edilizi di una città istriana: così tristi correvano allora i tempi. Mi rammento che quando, fanciullo, moveva la domenica a San Giusto, la mia attenzione era rivolta ad una grande lapide nera in una vecchia muraglia, e sulla quale si leggeva un' iscrizione, che, secoudo la chiosa del babbo, rammentava quelle mura distrutte dai Veneziani. ') Non so perchè; ma alla mia mente immaginosa quella lapide produceva un senso d'indefinita malinconia; ed anche oggi, lontano, al ritorno di quelle memorie, sento suonare nell' orecchio i versi del poeta : I fratelli hanno uccido i fratelli Questa orrenda novella vi do. Pur troppo le conseguenze di quei patri lutti durano tuttora. Trieste, divisa dalle città sorelle, ebbe una storia a parte, e quasi perdette la sua impronta di cittiTfstriana. E per questo anche oggi, non è sentita come vorrei, o almeno non apparisce dal comune parlare, la unione intima della capitale con la provincia istriana ; e si fa quasi uno sforzo per credere che un triestino sia anche istriano. Non è molto che mi avvenne di leggere in un giornale dell' Istria una biografia dell'illustre Kan-dler, in cui si diceva che egli era nato bensì a Trieste, ma che potea considerarsi Istriano pel suo amore alla provincia, e per averla tutta visitata. Concetto erroneo, conseguenza storica delle passate discordie. Il Kandler deve prima di tutto e semplicemente considerarsi quale istriano, perchè nato a Trieste città istriana. Tali differenze non si notano così di frequente in altre regioni italiane. Il Manzoni per esempio fu milanese; ma spesso è chiamato in Lombardia il gran lombardo, solo per la ragione che fu di Milano. Si dimentichino adunque le memorie delle passate discordie, si combattano radicalmente togliendo dal parlar comune le forme consacrate dall' uso, e lavoriamo viribus unitis. Non tanto gl'Istriani si trattengano ad ascoltare il suono gradito ed argentino delle campanelle della parroc- ') Se la memoria non m'inganna, quella lapide è ora nel Museo Winchelmann accanto al mìo brutto San Giusto. chia; ma tendano spesso l'orecchio al suono grave e solenne del campanone di San Giusto lontan lontano sulle acque del golfo. Quando senza tante divisioni storiche, senza arcaici confini, una sola aula accoglierà a Trieste tutti i deputati provinciali, solo allora sarà compiuta l'unità naturale dell'Istria!! Tornando al documento di Cittanova, aggiungo qui la copia d'altre carte estratte dall'archivio comunale di Cittanova, provanti 1' esecuzione degli ordini del Contarmi. Li infrascripti sono liomeni con zaponi mandati al impiexa di Trieste de Coni.do del Chia.mo Hier.o Contarmi Dig.mo Provveditor de larmata, li quali se portano adi p.o Marzo 1508, e sono questi cavati p. boletini jux. al consueto . . . Dome.go Bruscheto — Martin de Castua — M Zambaleger de Spalato — Jeronimo Nardi veronese — Joan de Zara —- Biaxio de Parenzo — Biaxio de Zara — Francesco de Canovo da Cavodistria — Jeronimo di X Zaniui. De la Villa de Vertenegio Oreste Sandri — Lucha de Zara — Martin Zapa-dor — Polo de Rizinague —- Autonio de Villanova. De Dajla. Tomaso Striganes Nota che tutti li predicti haveno de subvention lire tre p. uno de la Coin.ta Ne fu questa la sola spedizione ; altre ne avvennero nello stesso anno 1508 e che per brevità tralascio. Solo dirò che nel 25 Luglio furono spediti altri 190 operavi a Trieste. E così pure negli anni seguenti 1509, 1510 da Cittanova partirono varie schiere d'armati e di guastatori per Trieste, Raspo, Mocò, pel campo e per vari altri luoghi dell'Istria. Nel Giugno del 1509 poi da Cittanova partirono IL inude de persone di 10 liomeni l'una, in tutto 140 individui metà erano de Cittanova e metà de Verteneglio: altra prova questa che non tanto al basso era a quei tempi la piccola città. E il Verginella aggiunge — 1509 9 ottobre. In pesta data trovo una lista di 206 persone, dette Romeni de la tera, quindi si può giudicare tutti gli atti alle armi. E chi lia avuto la pazienza di leggere tutto pesto nelle carte ammuffite di Cittanova non è più; e perciò, dai vecchi ai nuovi lutti passando, con animo commosso (e ricordando pure il bravo Anteo che fu mio carissimo scolaro), consacro queste poche linee alla memoria del bravo Verginella, rapito così presto all'amore de' suoi cari e dell'Istria. Lusingando non poco il mio amor proprio, così mi scriveva nel passato Novembre — L'opera sua — «Del decadimento dell' Istria — mi è molto impressa, avendo io avuto moltissime volte prove dai documenti del XV secolo in poi che i suoi . . . giudizi erano fondati." — E ciò mi consola non poco, perchè in quell' occasione io fui frainteso, e quasi quasi accusato di leso amor patrio. Ma la verità si fa strada; e i documenti del Cesca e di altri recenti scrittori mi diedero ampia ragione. Non perciò credo di aver fatto gran cosa; e se mai, ecco qui il Verginella il quale mi dà una lezione indiretta di modestia — Io che scrivo, non sono uno scienziato, ma un debole artista che animato d' amor patrio, faccio quello che posso, e quindi non dubito del suo compatimento. — Oh si si, anima buona e modesta! Per tornare utili al proprio paese non occorre essere aquile; e nel giorno delia gran resa dei conti nessuno sarà giudicato alla misura dei propri talenti, ma dell'uso ne avrà fatto al bene della patria e della società. Quanti giovani e vecchi ci sono nell' Istria che meglio potrebbero usare del tempo, rovistando tra le vecchie carte, con poco intelletto anche, ma con amore, anziché strofinare i tavoli dei caffè, o combattere con sole chiachiere i Croati. I Croati studiano oggi, studiamo anche noi. Spesso un vecchio documento, sia pure di poca importanza, può mettere un uomo di studio sulla via di qualche scoperta, o almeno di utili indagini. Possa l'esempio del compianto Verginella eccitare molti a fare altrettanto. P. T. PER ANTEO DE' MARCHESI GRAVISI Portole, 13 gennaio 1888. (ritardata) In questo periodico, al quale il vostro povero morto aveva dato il suo cuore e che da ventidue lunghi anni è il depositario di tutto quanto concerne il nobile passato dell'Istria, permettete che io vi preghi di accogliere questa lettera del compianto signor Anteo. La quale, oltre dimostrare la grande competenza eh' egli aveva in fatto di storia patria, rafferma anche 1' affetto vivissimo eli' egli portava al suo paese. Omaggio quindi di gratitudine dovuta alla memoria di lui, che simili studi coltivava non per vanità, ma unicamente allo scopo di rendersi utile alla patria. Eccovi in due parole 1' occasione di questa lettera. Cercavo notizie di Vicardo, signore feudale in Istria, vissuto nel secolo decimoterzo. Leggendo i documenti del Carli che trovansi nel volume quinto delle sue „Antichità italiche," mi accadde di vedere l'impronta di un sigillo che appartenne a codesto Vicardo e che il Carli ebbe da Girolamo Gravisi. Senza dubbio, esclamai, il sigillo esiste ancora; e sta nell' archivio domestico de' signori Marchesi Gravisi fra le tante cose rare che conserva. E scrissi al signor Anteo, pregandolo volesse compiacersi a darmene novella. Vedete la risposta. „Non sono stato sollecito a rispondere alla sua lettera, perchè entrato in convalescenza dopo oltre quaranta giorni di malattia, non mi sentivo di porre le mani tra le carte vecchie, e più ancora di leggere con attenzione i caratteri spesso indecifrabili di quelle carte. Lo faccio ora, ina col dispiacere di non poter appagare, come avrei desiderato, alla sua dimanda. È vero che il proavo di mio padre, Girolamo Gravisi, avesse avuto un sigillo di Vicardo Signore di Pietrapelosa e comm' ella dice di Grisignana ; ciò lo assicurano, oltre il Carli nell' Appendice delle sue «Antichità italiche," anche le lettere autografe dello stesso dirette al succitato Gravisi. Ma il cimelio ch'ella vide disegnato tra i documenti dell'Appendice carliana col titolo: S. VICARDI DE PETRAPILOSA sarà stato, almeno io lo suppongo, regalato dallo stesso Gravisi al Carli, che avendo scritto su quel feudo istriano se ne servì come lo accenna il disegno dell'Appendice. E che il Gravisi abbia soccorso il Carli in molte delle sue opere, anche con scritti propri firmati da quest' ultimo, sono testimonianza le oneste dichiarazioni dello stesso Gian Rinaldo e le lettere autografe di lui che conservo tra altri cimelii carliani, tra cui una tabacchiera di tartaruga a cerchi d' oro con suvvi un bel ritratto in miniatura del celebre giustinopo-litano ; tabacchiera che questi inviò al Gravisi per riconoscenza dei molti e importanti servigi ricevuti dall' amico e parente affezionato. Chi poi fosse Vicardo di Pietrapelosa, donde venisse e che interesse abbia per la storia istriana, ella a quest' ora avrà forse messo in luce. Il Dr. Kandler lo accenna nella breve serie dei Signori di Pietrapelosa; breve serie che deve essere aumentata, non essendo possibile ammettere una reggenza del castello-dimora anche dei patriarchi, senza ammettere \ina continuità di Signori, che principiarono dal secolo XII (o forse prima) e vanno fino al 1440, cioè fino a che il castello fu dato in premio a Nicolò Gravisi fu Vanto da Pirano col titolo di marchese, per aver egli salvato Padova alla Serenissima. Eppure anche sopra questo avvenimento (non lo dico veh ! per gloriuzza retrospettiva di prosapia) gli storici non sono tra loro concordi ; v'ha chi parla di una Porta di Padova, chi di uu sestiere, chi della intera città ; v' ha chi dice che Nicolò Gravisi salvò Padova assieme ad altri valorosi istriani non nominati dagli storici, e che in questa città si conserva ancora il nome Gravisi corrotto iu altro che lo avvicina; altri invece dicono che Padova fu salvata (per una congiura tramatale) da Gio. Bortolo Simionati, il quale perciò fu premiato (Fera, Stor. ecc. T. X, p. 150). Le ripeto senza gloriuzze retrospettive di prosapia io sto colla tradizione e credo in verba alla Ducale Francesco Foscari 10 marzo 1440 che dichiara Padova salvata da Nicolò Gravisi fu Vanto da Pirano — unde dici potest ipsam Civitatem Paduae prò ipsius Nicolai fide et industria sub nostra Republica conservatala esse. — La congiura (conspirationem della Ducale) sarebbe avvenuta addì 16 marzo 1435 e scoperta nel giorno seguente del 17; così leggo in calce di uno spoglio storico ; anzi le trascrivo una nota fatta da Girolamo Gravisi che forse le potrà servire : „Forse (il Gravisi mette in dubbio il soggetto della congiura) forse per la congiura di Marsilio XIV da Carrara, che, dopo la tragica scena succeduta in Venezia a Francesco VII detto il luniore o Novello, il quale fu decapitato li 17 gennaio 1406, — erasi rifugiato in Milano presso Filippo Maria Visconti, e di là tentò di sorprendere la città di Padova con una congiura tramata pel giorno 15 marzo 1435, scoperta nel giorno seguente dei 17 e per la quale fu fermato a Forni nel Comune di Rozzo nei Sette Comuni (un Rozzo nei Sette Comuni?) fu premiato Nicolò Gravisi del feudo etc. — Marsilio fu fermato da un certo Nicolò Cerato o da Cera, e li 23 di marzo fu fra le colonne (a Venezia in piazzetta tra Marco e Todero?) decapitato. Ma il Gravisi aggiunge a questa nota: „I1 mio sospetto è falso, perchè Giovanni Bortolo Simionati scoprì in Padova la congiura e perciò fu premiato." Verci Stor. ecc. To. X, p. 150. Dunque il premio a Nicolò Gravisi di cui parla con tanta precisione e prolissità la Dncale Foscari? Il fatto del dono dei castello di Pietra-pelosa col titolo di marchesato concesso al Gravisi prò se et heredibus e tuttora goduto (i fondi cou le ville, non il castello che è oggi una pittoresca rovina) che cosa è desso questo fatto? — Sarebbe forse Nicolò Cerato e G. Bortolo Simionati quelli che arrestarono il fuggitivo cospiratore, e Nicolò Gravisi invece il vero scopritore della congiura ? La nota di Girolamo Gravisi dice che il Cerato arrestò il fuggitivo (Marsilio XIV da Carrara) ma non parla di premio; dice ancora che il Simionati fu il vero scopritore della congiura, e che fu premiato, ma non dice di quale premio {e il dirlo era assai importante). E se il Simionati avesse avuto Pietrapelosa pel grande servigio reso alla Republica di Venezia come non annunziarlo ? È ben vero che la prima notizia data da Girolamo Gravisi è distrutta dall' altra. Ma dell' una non si conosce la fonte da cui fu tratta ; dell' altra la si conosce, ma può essere messa in dubbio, perchè il Verci è storiografo, benché noto, poco esatto e senza lume di critica. Quanto a me sto fino a prova contraria sul documento della Ducale Foscari, mai smentito da chicchessia in tanto volgere di anni e me ne consolo, pensando che fu un valoroso istriano, diciamo pur anco che furono dei valorosi istriani quelli che salvarono Padova alla Republica di Venezia. Perdonerà la mia tiritera ; ne incolpi Vicardo di Pietrapelosa e il suo sigillo. Anteo Gravisi, Capodistria, 30 decembre 1886 Con mesto affetto io saluto pertanto il gentile spirito di lui, e eh' egli preghi da Dio un avvenire men tristo al nostro paese. G. V. LA PROPAGANDA DELLE CASSE RURALI Riportiamo dall' Agricoltore Veronese dell'11 novembre p. p. con alcune abbreviazioni l'articolo che col suddetto titolo vi pubblica l'avvocato Rodolfo Laschi. Dopo aver accennato all'infaticabile apostolato del fondatore delle Casse rurali italiane dott. Leone Wollem-borg nel Veneto, in Lombardia, in Toscana, in Piemonte, l'avvocato Laschi così segue: «Precedette la firma dell'atto costitutivo, steso gratuitamente dal notaio Moronati, una brillante conferenza dello stesso dott. Wollemborg, appositamente intervenuto, il quale rispondendo ad alcune giudiziose obbiezioni, mosse dall'egregio Siudaco sig. Benati, ebbe poi campo di indicare oltre che l'indirizzo delle Casse rurali e gli scopi economici che si propongono, l'intento moralizzante da loro solendidamente raggiunto, col togliere le gelosie, ravvivare i vincoli di fratellanza fra gli abitanti del Comune, interessarli alla trattazione degli affari comuni e col trarre da questo stesso interessamento lo stimolo alla più scrupolosa onestà nei reciproci rapporti d'interesse. Del modo di funzionamento delle Casse rurali già altra volta ebbe ad occuparsi questo giornale : non sarà però fuori di luogo ricordare come il loro organismo, ben diverso dai complicati meccanismi di certe banche, che troppo spesso dimenticano lo scopo in nome del quale sono sorte, s'ispiri alla maggior semplicità, tanto da farle dire, con felice denominazione, una famiglia allargata. Un Consiglio d'amministrazione, scelto dall' assemblea dei soci, che isolatamente solo nell'usura troverebbero un beu caro aiuto nei loro bisogni chiede in loro nome il credito ad un istituto Bancario, ad una Cassa di risparmio o ad un privato, e ne offre in garanzia la responsabilità illimitata dell' intiera associazione. La somma richiesta i cui limiti vengono di anno in anno fìssati dall' Assemblea stessa, viene poi ripartita in prestiti ai soci che ne fanno domanda all' apposito Consiglio di sindacato, cui spetta vagliare i motivi per cui il prestito vien chiesto ed accordarlo interamente o ridotto, avuto riguardo alle garanzie reali o personali che il socio è in grado di offrire. Il tasso d'interesse del prestito accordato è di poco superiore a quello che la Cassa rurale deve pagare ai suoi sovventori di capitale, e la differenza serve a coprire le poche spese d'amministrazione, essendo le cariche gratuite, ed a costituire un fondo di riserva, il quale può essere aumentato anche a mezzo di depositi da parte di soci, e che serve specialmente a far fronte alle perdite che potessero derivare dalla mancanza di pagamento alla scadenza di prestiti ; questi poi sono rinnovabili di tre in tre mesi, ma non possono mai oltrepassare un certo limite di tempo fissato ordinariamente in un anno. Ecco ciò che a tutta prima sembra costituire il maggior pericolo per l'esistenza della Cassa rurale : la responsabilità che per la insolvenza di un socio incombe a tutti gli altri soci, in parti eguali di fronte alla società, e solidamente di fronte ai terzi. Ma in realtà questo pericolo è assai raro e la pratica di beu 250 Casse nelle provincie renane e di più che 30 oramai in Italia lo conferma ; nessun protesto vi si verificò finora e questa è la prova migliore della bontà intrinseca di queste Casse e dell'alta moralità che presiede alla loro istituzione. Questo del resto facilmente si spiega colla considerazione che ciascun socio è interessato a sorvegliare colui che, ha ottenuto il prestito, che è un suo vicino, o che almeno abita nel suo stesso Comune, poiché tale è la condizione per divenire socio, e questa sorveglianza reciproca sprona i renitenti, mentre l'idea del danno che si riverserebbe su tutti i soci e quindi sopra se stessi, li fa essere onesti se non per altro, per proprio tornaconto. Oltre di ciò il socio offre già le maggiori garanzie di moralità se fu accolto nel seno della associazione e se ciò non bastasse ha il campo, la casa, gli istrumenti di lavoro o la fideiussione di un altro socio, che garantiscono a sufficienza la Cassa per l'importo che ha dato a prestito e le olirono modo coi pronti mezzi di esecuzione, derivanti dall'obbligazione cambiaria, di realizzare in breve tempo il suo credito. Che se nella peggior ipotesi 1' associazione non potesse riavere la somma mutuata, piccolo sarà il danno che i soci avranno a risentire, sia perchè il fondo di riserva in parte potrà, come fu detto, .supplirvi, sia perchè la somma, già dai Sindici ridotta in proporzione alle forze economiche del richiedente il prestito, si ridurrà a poca cosa, quando venga ad essere ripartita egualmente fra tutti i soci. Tale in breve l'organismo delle Casse rurali di prestiti, tali le norme principali sulle quali si regge pure la Cassa di Bussolengo, di cui per ora fanno parte solo 25 soci, ma che ne conterrà ben presto molti di più, se la società di M. S. nel cui seno è sorta supera i 150 soci : frattanto esaurite le pratiche legali, col 1 gennaio p. v. la Cassa comincierà le sue operazioni ed è a sperarsi che trovi nelle Banche e nei capitalisti | tutto l'appoggio che si inerita. Ci è grato riportare qui, ad esempio di quanti amano veramente il loro paese, i nomi di quei benemeriti che maggiormente si adoperarono per questa utilissima istituzione: sono i signori Motta Ugo e Nereo Barbieri, Presidente il primo, Segretario il secondo della Società di M. S., Motta Scipione, Attilio Barbieri, Rossignati Giuseppe e Milani Natale. Il sindaco del paese, vari membri della Giunta ed il medico comunale l). Dclfìti, col prendere parte alla festa inaugurale, dimostrarono tutto il loro interessamento per la nascente istituzione ; nè mancarono gli auguri del Clero nella persoua del Rev. Curato don Mazzi, lieti se ciò potrà essere prodromo di una larga ed efficace opera di propaganda a favore delle Casse rurali da parte del Clero più illuminato, come avvenne nella Provincia di Belluno e altrove. Alla Cassa cooperativa di prestiti di Bussolengo l'espressione della nostra più viva simpatia ed i voti più cordiali di vita prospera e feconda, nonché 1' augurio di poter presto servire ad esempio ai vari centri della provincia nostra, dove la proprietà divisa meglio consiglia questo sistema di associazione e dove le angherie dell'usura più imperiosamente ne reclamano la benefica azione." *) Società della pesca e piscicultura marina, Tale è il nome della Società che va ora a costituirsi ed il cui scopo è quello di promuovere ed incoraggiare l'incremento della pesca e delle industrie affini, onde raggiungere una più intensa ma razionale utilizzazione del mare e migliorando ad un tempo le condizioni dei pescatori. All' uopo della definitiva costituzione di questa Società ebbe luogo la sera del 28 gennaro p. d. alle ore 7 nella sala minore della Borsa una publica adunanza sotto la presidenza del sig. Angusto cav. Alber de Glaustatteu, presidente del locale Governo marittimo. Aperta la seduta, il cav. Alber annuncia aver egli l'onore di presiedere 1' odierna seduta destinata alla discussione ed approvazione dello Statuto sociale. 11 referente sig. Ebner de Ebenthal, permettendo esser egli pronto a dare qualsiasi informazione che gli venisse richiesta, passa alla lettura dello Statuto sociale che viene ad unanimità e quasi ad acclamazione adottato. Il cav. Pazze propone, e l'assemblea adotta quindi, un atto di ringraziamento alla solerte Commissione per gli studi fatti in argomento e per la compilazione dello Statuto. Dopo di ciò in seguito a proposta del sig. Pazze, si passa alla nomina della vappresentanza sociale, a far parte della quale riescono eletti i seguenti Signori : presidente : Alber de Glaustàtten cav. Augusto, vice - presidente : Dimmer cav. Francesco e Osnaghi Ferdinando; (*) Itibliogrntiii: L. Wollemborg-. La prima Cassa di prestiti italiana. Padova, Penada 1883 — Le casso cooperative (conferenza). Padova, Penada 1884. — L'ordinamento delle Casse di prestiti. Padova. Drucker e Tedeschi 1884. — Prof. Vigano F. : Banche popolari a responsabilità illimitata. Milano 1885. — Prof. Salviani G-. li. : La cooperazione rurale nel Veneto. Padova 1887. — Brugnatelli, Favini, Valentini : Manuale per la istituzione delle casse rurali di prestiti. Milano, Bonelli 1887. — La cooperazione rurale (Periodico): Anni 1885-86-87. Padova, Penada. direttore-segretario: Hiitterott Giorgio; direttore-cassiere: Nicolich Paolo Stefano ; direttori - consiglieri : Allodi Rodolfo, Artelli cav. Filippo, Burgstaller Giuseppe, Ebner Natale, Giaia Giovanui, Krausenek Dr. Gustavo, Krisch cav. Antonio, Perhanz Giovanni, Stossich prof. Michele, Valle Antonio, Vierthaller Augusto, Viscovicli conte Francesco; revisori: Budinich Clodoveo e Begno Antonio. Il Presidente cav. Alber ringrazia quindi i presenti del nuovo voto di fiducia data a lui ed a' suoi colleghi, annunciano lietamente che già a quest' ora ascendono-al ragguardevole numero di 1043, senza contare i componenti la marina di guerra e del Lloyd che fra breve senz' altro s'inscriveranno. Dopo ciò 1' adunanza è sciolta. (Indipendente) 4 o tizi e La dieta provinciale nella seduta del 17 dicembre p. d. sopra proposta della commissione di finanza, esternando il suo plauso, ha nominato 1' egregio Dr. Andrea Amoroso a direttore stabile dell'istituto di credito fondiario provinciale; nella seduta susseguente, in relazione alla accennata nomina, il presidente capitano provinciale comm. Vidulich ha comunicato la segueute lettera del Dr. Amoroso : Eccelsa Presidenza! „ Soddisfo ad un dovere porgeudo all'eccelsa dieta prov. le mie più distinte grazie pella seguita mia elezione a direttore stipendiato dell' Istituto di Credito fondiario pel Margraviato d'Istria; e'vl aggiungo altresì la più positiva assicurazione cbe non ometterò ogni mio migliore studio e fatica per rendermi meritevole della fiducia che con tale elezione venne in me riposta. Ottemperando poi al disposto dell' articolo 52 dello Statuto dell' Istituto di Credito fondiario, depongo nello stesso tempo l'attuale mia carica di Assessore provinciale." „Con particolare ossequio ecc." Pcu^enzo, 18 decembre 1887. Poscia contiuò il presidente : „A merito precipuo delle persone che da noi vennero elette al governo dell' Istituto, fu ben iniziato ed altrettanto ben continuata l'azione sua, da poter far apprezzare in provincia e fuori l'utilità dell' istituzione e la regolarità del suo funzionamento, così da portarla a quel grado di sviluppo che oggi ha raggiunto, che è pegno di suo consolidamento, e che infonde speranza di vedere per opera sua constantemente aumentato ed assicurato il credito dell' Istria. Tributando il giusto e ben meritato encomio agli ononevoli Membri della Direzione dell' Istituto già in antecedenza uominati dall' ecc. Dieta, i quali continuano nelle loro funzioni, il completamento della Direzione stessa colla nomina del Direttore retribuito fissata dallo Statuto, tende non ad altro che a dare alla Direzione, con una maggiore libertà di movimento, anche una maggiore stabilità nelle sue operazioni. La nomina a Direttore del dott. A. Amoroso, co- wsciuto qui e fuori pella sua probità, onestà e fermezza li carattere, per le sue vaste cognizioni, per la locale ranoscenza delle varie parti della provincia, per le sue personali relazioni, specie a Trieste, centro degli affari imministrativi ed economici, arreca pertanto lustro e ecoro e vantaggio all'Istituto, in modo che la sua nomina ci rende sicuri del suo continuo prosperamento. Al plauso generale con cui verrà accolta la nomina predetta del dott. Amoroso, non posso però fare a meno li unire una nota dolente, che erompe dall' animo mio i da quello dei suoi Colleghi della Giunta prov., dalla piale egli va a sortire per incompatibilità di posizione, [emori sempre e riconoscenti della valente e zelante «operazione nella missione nostra da lui continuamente restataci pel corso di più di venti anni, noi, al vivo ammarico che proviamo pel suo distacco, abbiamo fede i trovare lenimento nel vicendevole amico sentimento, h' egli vorrà serbarci anche in seguito, e nella certezza le all' occorenza, egli ci sarà sempre largo di provvido onsiglio ed appoggio." La dieta accolse con applausi queste parole che no 1' espressione sincera dei sentimenti dell' on. capi-ino provinciale e dei colleghi, e dei sentimenti di tutti comprovinciali. — Il gruppo locale di Pirano della Società Pro patria rane disciolto dall' Autorità politica col seguente Dereto : Alla Spettabile Direzione del gruppo locale della Società „Pro patria" Pirano L'eccelsa i. r. Luogotenenza con venerato dispaccio i gennaio a. c. N. 33-P ha trovato di sciogliere, in se al § 24 della legge 15 novembre 1867 13. L. N. 14, la Società Pro patria ; e ciò per i seguenti motivi : L' aver dato alle stampe presso G. Caprin in ieste, da parte della Direzione della sunnominata ìeietà il componimento poetico del dott. Fragiacomo lino Pro patria" il quale forma parte integrale del [ramma festivo che la Società stessa quale editrice nò di emettere e che venne sequestrato dall' i. r Mura di Stato, e con decisione dell' i. r. Tribunale «viiciale in Trieste quale giudizio di stampa dd. 20 tembre p. p. N. 1495 dichiarato costituire il suo te-ire gli elementi del crimine ex § 65 a C. P. risulta ■e una dimostrazione politica oltrepassante in tal lio la sfera d'attività della Società designata dallo liuto. Contro tale decisione resta libero a codesta spettile Direzione d'interporre il ricorso all'i, r. Ministero D'interno entro 60 giorni decombili dal giorno dei-intimazione del presente decreto per tramite dello rente. In pari tempo, giusta il § 25:2 della suddetta je resta sospesa, come già quest'oggi telegraficamente unicato, l'attività del Gruppo locale di Pirano della ietà Pro patria. Finalmente si partecipa avere in una 1' eccelsa i. Luogotenenza dichiarato che pello scioglimento della Società, rendersi superflua una decisione sul gravame, che si riverte cogli allegati, prodotti da codesta spettabile Direzione contro il decreto capitanale 8 dicembre p. p. N. 324-P. Capodistria, 15 gennaio 1888. L'i. r. Capitauo distrettuale Bosizio m. p. Si è costituita la Giunta speciale per Trieste della Esposizione internazionale di musica che s'inaugurerà in Bologna il 1 maggio p. v., in occasione delle feste per 1' ottavo centenario di queir Università. Si compone del sig. maestro Giuseppe Rota presidente, e dei sigg. Dr. A. Boccardi, G. Caprin, maestro A. Cremasclii, maestro L. De Berto, prof. C. Piacezzi, C. Schmidl, maestro G. Sinico e maestro L. Ventura. Questa Giunta ha publicato un appello che ci fu cortesemente rimesso, ma che per difetto di spazio, non possiamo pnblicare. Il senatore Francesco Carrara, l'insigne criminalista, è morto iu Lucca sua città natale nell' età di 82 anni la sera del 15 gennaio. Era professore e lustro dell'università di Pisa, ed il suo nome gode non solo in Italia ma in ogni paese civile, una grande rinomanza pel valore delle sue opere, delle quali notiamo le principali: ,1 lineamenti di pratica legislativa penale ; il programma del corso di diritto criminale; gli opuscoli di diritto penale; i pensieri sul progetto di codice penale italiano." Ricordiamo il glorioso fatto di Dogali con devoto omaggio ai cinquecento prodi morti per la patria, e tra le molte manifestazioni con le quali ne venne celebrato l'anniversario in ogni luogo del regno d'Italia, non sappiamo fare a meno di riportare questa commemorazione delle quali abbiamo letta la descrizione nella Perseveranza del 27 gennaio, e che si può citare quale esempio della educazione nazionale : „Gli allievi dell'istituto dei ciechi, di propria iniziativa, unirono le loro piccole offerte affine di far celebrare nell'oratorio dell'istituto, nell'anniversario del fatto di Dogali, un ufficio funebre iu suffragio dei caduti in quella infausta e gloriosa giornata, dicendo : Noi non possiamo offrire il nostro braccio per la patria; preghiamo almeno per quelli che eroicamente morirono per essa. " Dobbiamo ringraziare tutti i nostri corrispondenti che ci scrissero e quei giornali che si associarono al nostro dolore per la morte del nostro compianto collega. In particolare poi manifestiamo la nostra riconoscenza alla spett. redazione dell'/s