L' ASS0C1AZI0KE per un anno anticipati f. 4. Del titolo di Santa Maria Assunta in Cielo dato a molte Chiese. II giorno del passaggio da questa vita alla celeste fu considerato dagli anlichi cristiani sicconie giorno nel quale coininciava la vera vita, alla quale la terrena non era che preparazione; le feste in onore dei martiri si tennero nella ricorrenza del giorno di loro felice pas-saggio. Gli antichi cristiani celebravano come festa propria della Beata Vergine, il giorno della sua assunzione al Cielo, e questa si fu la festa maggiore in onore della Madre di Dio; il di cui culto fu unito a quello di Dio medesimo. Le prime chiese formate (non intendiamo delle cap-pelle di devozione) anzi per dirlo piu esattamente le prime basiliche dei cristiani, quando ebbero liberta di esercizio e di formazione delle chiese, erano tutte dedicate a Dio siccome e debito, e vi abbinarono sempre quello della Beata Vergine assunta in cielo; cio delle piu antiche, che poi vi si aggiunse anche il titolo del Santo che la congregazione cristiana scelse a suo patrono, il quale per lo piu fu del comune ecclesiastico medesimo, ed o banditore dell'evangelio, o testimonio di sangue dello stesso. Le raffigurazioni solite a farsi in pitture, sia a colori, sia a mosaico nelle absidi delle chiese, segnano agli occhi questo culto; la Beata Vergine e seduta in trono, tenendo sulle ginocchia il bambino, che e in atto di benedire; ai lati vi stanno angeli in composto movimento, in atto di adorazioue, al di sopra si vede un se-gno, non la figura, di Dio Padre, ed al di sotto di que-sta raffigurazione veggonsi gli apostoli, in mezzo a loro il Redentore, e mistici segni od immagini tratti dalle sa-cre carte. Se oltre la figura della B. Vergine, si veggono anche i santi protettori, od altre figure, e questo (a nostro avviso) indizio di meno remota antichita cristiana: Ed e percio che confrontando il mosaico nell'abside del duomo di Trieste alPaltare del Santissimo che fu gia principale deli'antica basilica, coi mosaico nell'abside del duomo di Parenzo, che e di data certa (540) giudichia-mo il nostro di tempi piu lontani, e lo trasporliamo in-sieme alla basilica in sul fmire del secolo quarto, quan-do i tempi pagani (ed era il tempio delle divinita capi-toline) vennero per legge imperiale dati ai cristiani (legge del 380). Imperciocche niun altro santo, niun' altra figura vedesi nel triestino fuorohe la Beata Vergine e gli Angeli; mentre in quello di Parenzo oltre la Beata Ver- gine e gli Angeli si veggono S. Mauro martire protetto-re colla corona del martirio, ed altri santi, due dei quali colle corone del martirio in mano, il terzo con libro degli evangeli che indica Pofficio ecclesiastico che ebbe mentre era in vita. II piu prossimo di questi alla Beata Vergine sembra S. Eleuterio, gli altri due sarebbero S. Projetto e S. Elpidio; vi si veggono il vescovo Eufrasio che alzo il tempio, il suo Arcidiacono Claudio, ed il fi-gliuolino di questo : di nome pure Eufrasio. Mancano poi nel mosaico parentino gli Apostoli ed il Redentore. Prima ancora che venisse data liberta alla Chiesa cristiana, e noto che si erano formate congregazioni di fedeli, o, se fosse lecito il dirlo, comuni ecclesiastiche ; di Aquileja, deli' Istria si hanno memorie certe del terzo secolo; questi Comuni si conformarono meglio dopo la liberta. Nella formazione di questi Comuni, nella loro coor-dinazione e subordinazione, la chiesa prese a base le ri-parlizioni politiche dello stato, e quegli ordinamenti che | allora esistevano; la chiesa fu poi rigida nel conservarli, per lo che durarono fino quasi a' tempi nostri, e durano altrove tuttodi. Cio non puo intendersi di quei luoghi o provincie nelle quali la chiesa fu totalmenle spiantata in-sieme agli ordinamenti civili, insieme al popolo, e dovet-te piu tardi essere reintrodotta, come avvenne del Norico, delle Pannonie ecc.; in queste nostre regioni la chiesa duro senza interruzione; un sovvertimento totale non trova appoggio che in vaghe credenze, scusa fre-quente o di antica ignavia, o di moderna accidia nel ri-conoscere le proprie cose. In queste nostre regioni ove il sistema di reggi-mento municipale rimonta ali' antichita piu lontana, e non fu sospeso che nei trent' anni or or decorsi, facile si e il riconoscere P antica pianta di reggimento. Municipi perfetti, con agro proprio, colonico, o comune dominante, con agro soggetto o comune serviente; Comuni di rango inferiore pero con proprio reggimento; comuni dati in amministrazione ai municipi, i quali avevano in questi 1' agro giurisdizionale ; comuni rustici pero con proprio reggimento, non dati ad alcuna municipalita; provincia formata dali' unione di piu municipalita e comuni, quelle con sorveglianza e tutela del capo di provincie, questi sotto immediato reggimento provinciale; diocesi (politiche) formate da aggregazioni di provincie, impero diviso in oriente ed occidente, impero complessi-vo. Ouindi la chiesa si riparti in Patriarcati, in esarcati, in metropoli, in vescovati. I vescovati non corrispondevano alPultima frazione di corpo civile, e religioso; non ogni comune reli-gioso era vescovato; ne ogni vescovato aveva pienezza dei poteri. I Concili di Sardica e di Laodicea del secolo IV vietavano di porre vescovi nelle ville e nei luoghi piccoli; dal che devesi arguire che vietassero anche i vescovati non solo nei luoghi di rjngo minore, ma in luoghi che non formassero comune da se, con propria amministrazione; e noi pensiamo che luoghi siffatti non formassero nemmeno congregazione religiosa da se, ma fossero frazione di comune religioso, e propriamente fra-zione come lo erano di comune politico. Noi pensiamo che i comuni municipali perfetli, quelli che avevano la piena autonomia propria (come oggidi si direbbe) formassero vero vescovato, che entro 1'agro di questo vescovato (corrispondente ali'agro complessivo di una municipalita) nell' agro colonico che rappresentava il popolo vi avesse capilolo, a similitudine del decuriona-to; che nell'agro soggetto il quale presentava la plebe, vi fossero le plebanie circoscritte come lo erano i pagi; entro le plebanie fossero le parrochie o cappelle. E qui avvertiamo che silfatte voci non corrispondono alle odier-ne cose; e che nemmeno in antico furono costanti le nomenclature adoperate, imperciocche la voce cliocesi la quale nei civile comprendeva piu provincie fu addottata per l'agro di un vescovo, quasi dovesse significare 1'ag-gregato di piu chiese sotto un solo capo; i Vescovati odierni si dissero spesso pievi talvolta parrochie; parroco che oggidi e ministero di propria autorita, era altrevolte carico dato temporaneamenle, ed assai ristretto di con-fronto ali' uso odierno, poiche ne battezzavano, ne sep-pellivano, ne davano i sacramenti che sono di obbligo ad ogni cristiano. Cio era degli agri municipali, i quali formavano un tutto compatto e fuso, quantunque nell'interno vi fosse dilferenza fra popolo e plebe, fra agro popolare domi-nante, ed agro plebeo serviente; in questi agri una sola era la chiesa, una sola la congregazione od il comune, le frazioni erano di amministrazione, non di spartimento del corpo; in comuni siffatti 1' ordine spettava al Vescovo, la polizia di chiesa, la giudicatura tutta, era entro questo comune ecclesiastico. Nei comuni non aggiudicati pel governo alle Municipalita, nei comuni che sebbene di rango inferiore, avevano propria autonomia, la congregazione ecclesiastica si forino come corpo proprio distinto dagli altri. Non dubitiamo che quei comuni, i quali nei governo civile ebbero autonomia con rango prossimo a quello di municipalita, fossero disposti a vescovato, con ordi-namenti che sono di vescovato, capilolo, polizia, giudicatura ; ma non ebbero Vescovi propri o non durarono sia per deficienza di redditi, sia per altra causa | 1' ordine veniva esercitato da vescovo di altra diocesi, il quale non era sempre il piu prossimo; cio dipendeva da or-dini positivi di caso in caso. Oltre questi comuni, v' erano quelli che sebbene con proprio reggimento erano di rango basso, e di poteri ristretti; erano comuni rustici e questi pure si costitui-rono in chiese, ma infime e senza quegli ordinamenti che erano di chiese maggiori. Di questi intesero forse parlare i concili che vieta-rono collocarvi vescovi; ebbero invece i vescovi di cain- pagna, i corepiscopi I quali avevano bensi i poteri di polizia e di giudicatura, ma quelli deli' ordine ristretti a segno, che non potevano concedere il sacerdozio; anche questi vescovi vennero tolti; in queste nostre regioni, ne abbiamo esempio ancor nell' 800; il patriarca Fortunato di Grado ebbe un corepiscopo. Ma non pensiamo gia che siffatti comuni avessero tutti eguale rango ed eguali ordinamenti; gli ordinamenti di chiesa si regolarono secondo gli ordinamenti ed il rango civile. Vi sono criteri a riconoscere siffatte chiese. — La chiesa cattedrale; quella ove risiede il vescovo, aveva battistero, unico dapprincipio in tutto 1' agro complessivo di un Municipio; ebbe capilolo cattedrale, arcidiacono per il governo di chiesa, arciprete pella cura delle anime. Nello stesso agro municipale in quella parte che era della plebe, furonvi pievanie, tante quante gli antichi pagi, battistero, intorno il 1000; non sempre, sebbene fre-quentemente arciprete come capo. Le chiese composte ad episcopato, ma senza proprio vescovo, ebbero arcidiacono, arciprete, capitolo, battistero; le altre chiese inferiori ebbero secondo il rango loro, capitolo rurale, o no, sospettiamo che avessero battistero. Dal che ne verrebbe che arcidiaconato indichi sempre chiesa di rango maggiore, arcipretura chiesa di rango bensi, ma che non aveva autopolitia; soggetla e frazione di altra. Ogni comune cristiano, aveva una sola chiesa, come un solo altare, una sola tribuna, una sola basilica; gli altri edifizi sacri erano chiese di devozione soltanto; le pievi medesime che erano frazioni plebee del comune municipale, non si riguardavano avere chiesa propria, che per le cose che riguardavano la cura d' anime. Le chiese nei Comuni Municipali o cattedrali, erano. sotto il titolo della Beata Vergine Assunta in cielo; le eccezioni sono si rare da farle ritenere cangiamenti avvenuti successivamente, cangiamenti dei quali per al-cune chiese si hanno notizie certe. In quest' Istria sono luttodi dedicate alla ti. V. Assunta le chiese Cattedrali di Capodistria, di Parenzo, di Pola. Pedena e oggidi al-1' Annunciata, pero seppimo da fonte credibile, che lo fosse in pria aH' Assunta, e che avesse cangiato titolo in tempi non lontani, per voto fatto. Trieste e alla Con-cetta; pero il mosaico nell' abside mostra chiaramente che sia stat;? ali' Assunta. Di Cittanova non potemrno venire a notizia certa; la fu alla B. V. come appare da carte e testimonianze, piu di tanto non ci e riuscito di rilevare. Di Rovigno che fu vescovato, ignoriamo. Nella provincia Aquilejese furono intitolate aH' Assunta, la Metropolitana, Cividale, Ceneda, Como, Padova, Verona, Vicenza, Caorle, Chiozza, Torcello, Malamocco, Asolo ; di Treviso narra 1'Ughelli che dovesse essere di S. Maria, e che si cangiasse in S. Pietro per circostanza peculiarissima; di Feltre narra lo stesso che per cattedrale si servono della Chiesa di S. Pietro. Secondo il rae-desimo, Belluno sarebbe a S. Martino, Concordia a S. Ste-fano, Trento a S. Vigilio; Zuglio e a S. Pietro. Ma noi pensiamo che anche di queste eccezioni facilmente si potrebbe risalire ali' origine storica p. e. di Grado dedicato a S. Eufemia, o si troverrebbe nelle stesse citta altra chiesa ali' Assunta, che forse era eattedrale, o prevale nella vila comune il nome del Santo Martire protettore. Certo si e che il piu delle Chiese cattedrali antiche sono alla B. V. Assunta, non esclusa Roma medesima; questo titolo fu adoperato come non lieve congettura per ri-conoscere la cattedralita della Chiesa nella citta di S. Leo, fatta controversa. Ouesta dedicazione ali' Assunta non era esclusiva delle cattedrali, ma la crediamo propria delle chiese epi-scopali, quand' anche non provvedute di vescovo proprio. Albona p. e. in Istria ha la chiesa dedicata a S. Maria Maggiore, pero vi aveva o vi ha un' Assunta or fuori delle mura; Umago, del quale sappiamo che fosse stato vescovato e ali'Assunta; pensiamo che altretlanto facessero le chiese minori; non le plebanali, bensi quelle che erano di comuni indipendenti. Non e a dubitarsi che nella decorrenza dei tempi, nei formarsi novelli comuni, sui sistema oggidi addottato delle parocchie, non siesi dato questo titolo od a chiese nuove, od a chiese ricostruite, ma non toglie cio che assai titoli antichi siensi conser-vati e tramandati fino a noi, mentre altri andarono del tutto perduti; esame piu davvicino di singole comunita porterebbe a risultati di migliore convincimento. Faremo esperimento. Abbiamo nei N. 19-20 di que-sto foglio collocato in Idria P antica ARTARA autoriz-zati dalla linea sulla quale veniva a cadere, e dal nome stesso per quell' uso frequente degli Slavi di cangiare le vocali e di trasporre le consonanti; Idria inferiore e sotto l'invocazione deli'Assunta. PORESTON o POREC-TON, lo ponemmo in Caporetto, RIS in Resia, PLANTA in Ponteba, CLEMIDIVM in Tolmezzo; ognuno di queste e dedicata ali' Assunta, Tolmezzo alla B. V. senz' altra indicazione, Ponteba a S. Maria Maggiore che riteniamo identico coll'Assunta. Antica lapida ci fa conoscere 1' esistenza dei ME-TEIATES majores et minores, dove oggidi e Medea e Medeuzza, Medea e sotto P invocazione della B. Vergine Assunla. I Catali, secondo ogni conchiusione vanno col-locati nella Piuka; Slavina che ne e la parrocchiale, e che era deli' arcidiacono di Trieste, della prima persona nei governo di chiesa dopo il vescovo, e dedicata aH'Assunta. Gemona che ha tulti gl' indizi per farsi ricono-scere comune, e dedicata aH' Assunta. Non diremo che ogni luogo in cui siavi chiesa dedicata ali' Assunta, debba rilenersi per antico, ma diremo in vece che quesli titoli possono servire di ottima guida, riconoscendo dapprima quelli di nuova imposizione, e ponendoli di confronto ad altri elementi. La piana del Friuli quanta e dal corso della Torre al Tagliamento, dalle lagune del mare ai coili di Udine, non ha chiesa alcuna fuorche la metropolilana che sia dedicata aH' Assunta ; pievi, parrocchie numerosissime hanno tutt' altri titoli, se eccettuiamo il solo Zuino che e ali'Assunta; ma ollrecche Zuino e luogo di nessuna importanza per P antichita, sarebbe unico esempio in paese latissimo. Ed e appunto su questo terreno che deve cercarsi 1' agro colonico di Aquileja, e P agro tri-butario proprio, se ne ebbe uno, come gravi indizi lo fan sospettare. Ed appena varcato questo limite, i titoli alle Assunte sono frequenti": Medea, Farra, Medana nei Coglio, Drenchia, Faedis, Fagagna. Ed e appunto in queste parti che durarono comuni montanari con propria amministrazione, ed i quali se ebbero soggezione a comune maggiore, sembra che P avessero a Cividale, piut-tosto che ad Aquileja. La Carnia odierna non formo gia una sola chiesa, in Gorto vi ha S. Maria Assunta; in Tolmezzo vi ha S. Maria, e Tolmezzo e Gorto hanno ancora arcidiaconati. Nell' estremila della Carsia che si protende ali' I-sonzo, Fogliano e aH' Assunta, oggi non vogliaino trarne altra induzione, non bene certi deli' antichita dl questo titolo; pero non taceremo il sospetto che quell'estremita del Carso formasse pago da se, quanto e dal Vallone a Sagrado. Sui Carso di Duino, nei dintorni di Coinen vedemmo chiesa isolata di distinta costruzione che e in-titolata a S. Maria, non sappiamo poi a quale titolo di lei; ma chiesa che non pensiamo essere sollanto di de-vozione. Tolmino e aH'Assunta e qualche reminiscenza abbiamo che fosse altravolla arcidiaconato; siccome era arcidiaconato Gorizia o piuttosto Salcano. Rilevereino poi che in tutta 1' odierna diocesi di Pola, non vi ha chiesa ali'Assunta, fuori della Matrice; ne in tutta 1' odierna diocesi di Parenzo, nella qua!e ul-tima diocesi apparisce cio singolarissimo, mentre vi erano chiese indubbiamente da se. Pirano e indubbiamente dedicato alla Beata Vergine, se sia ali'Assunta noi sapremmo dire; che ogni ri-cerca ritorno inutile. Oueste cose abbiamo voluto dire sui titolo fre-quente deli' Assunta per mostrare come le instituzioni di chiesa possano guiuare a riconoscere 1' antica condizione sobiale; abbiamo voluto dirle nella speranza che la cu-riosita, se non fosse altro, invogli a farne migliori ri-cerche. Giacche P occasione ci porta naturalmente, e ci a-vanza carta per compiere il numero del giornale, diremo non sembrarci difficile di riconoscere gli antichi agri del Friuli quanto e fra il Tagliamento e le Alpi a Levante; fra il mare ed il filare di monti che chiudono la Carnia dal lato verso mezzogiorno. Ouesti agri avrebbero dovuto essere = 1' agro colonico di Aquileja, 1'agro serviente di Aquileja, 1'agro giurisdizionale di Aquileja; noi comprenderemo i primi due agri sotto nome proprio, il secondo sotto nome di agro attribuito = P agro colonico di Cividale, I'agro serviente e giurisdizionale. A questi due agri aggiun-giamo per fede di autore antico e di lapida P agro di luogo che gia ebbe nome CASTRA, il quale corrisponde a S. Croce di Vipacco. Ouest' ultimo (per liberarcene tosto) comprendeva quanto e terreno fra il rivolo Ortona ed il Frigido od il Hubel, nella valle del Vipacco, tutto quel terreno che forma il distretto di S. Croce. La farna vuole che que-sta fosse citta; la forma del colle, il terreno lo concedono, le rovine poggiano 1'opinione; era cittadella nata da castello piantato a difesa del passaggio delle Alpi, sulla strada da Aquileja a Lubiana. Di Cividale fu ampiamente questionato se fosse colonia; due lapidi recentemente scoperte hanno deciso la questione e confermato, cio che qualche antico ne disse; fu citta di conto, non gia attestata da quell' estensione, che in questo secolo si volle avere trovato; ma attestata dali' amplissimo agro complessivo che gia da lei dipen-deva, e del qua!e sono visibili le testimonianze nelle giurisdizioni antiche e nelle esazioni di quella chiesa della qua!e se non fosse noto essere stata vescovile, ne darebbe indizio la sua condizione di chiesa arcidiaconale. JI corso del Turro dalle sue sorgenti fino nelle prossi-mita di Palma ne segna il confine, non sempre nel corso che ha il Turro oggidi, ma in quello che aveva altravolta, e che sembra segnarsi dal limite delle giurisdizioni ec-clesiastiche. Pre Guido da Ravenna nell' annoverare i comuni rnariltimi di queste regioni, segna Cividale FORVM-IVLII e due volte lo dice cosi in due libri diversi, in quello della 'Geografia, ed in quello del periplo, per cui appena potrebbe muoversi sospetto che abbia equivocato. Dap-prima novera Trieste, poi ADBEC1SS1M che e P AVESICA della tavola, poiFORVMlVLll, poi PVCIOLIS poi AQVILEIA. Ouesta testimonianza ci persuade a credere che dal Timavo al porto di Sestiana fosse la spiaggia di Avesica, dal Timavo verso Monfalcone quella di Cividale; dal che ne verrebbe che P Agro di questa citta avanzasse verso Gradišča e comprendesse il triangolo fra il Vipacco, il Vallone, P Isonzo e Monfalcone. Non sapremmo dire quanto s' estendesse nella pianura immediatamente sotto-posta a quei monti; ma se quei terreni erano per P ad-dietro sottoposti a decima od a quartese in favore del capitolo di Cividale; se cosi e o fu, ne verrebbe argo-mento gravissimo per credere che 1' agro toccasse anche la pianura. L' agro complessivo di Cividale fu ampio assai, e sembra che fosse destinato a coprire tutti i passaggi nel lato di Levante delle Alpi da Caporeto in giu. Sembra che Cividale avesse moltissimi territori attributi, forse tutti i comuni montanari che fanno corona a quella ciita dipendevano per le cose di giustizia e di alta amministrazione da lei; motivo forse che fece Cividale sepa-rato dalla provincia del Friuli per P amministrazione, sebbene vi appartenesse geograficamente. Siamo stati lungamente in forse se Aquileja avesse agro soggetto, ed agro attributo; sarebbe cosa in vero singolare che questa citta fosse eccepita dalla legge che atlribuiva alle colonie e municipi i comuni prossimi non romani; e venimtno a migliore piopensione. Esponiamo franeamente le nostre incertezze. L' agro colonico di Aquileja fu di 180,300 jugeri romani, che corrispondono a miglia romane 206, alle quali non e troppo I' aggiungere un quinto per terreno perduto, o non atto, o non destinato ali' agricoltura. Ouest' agro colonico noi lo cercheremmo tra la strada alta che corre da Ouadruvium o Codroipo a Palma, ed il mare, fra S. Canciano deli'Isonzo, ed il Tagliamento minore (la Stella) incerti se pro'rarlo fino al Tagliamento maggiore. La superficie del terreno odierno non eselude tale collocamento, i nomi sembrano confermarlo; S. Canciano fu certamente della giurisdizione Aquilejese, se su quel terreno i magistrati aquilejesi poterono arr^stare e porre a morte Santi Martiri. Altri indizi certamente vi saranno, da noi ignorati. Una strada munita di castelli chiudeva P agro colonico dal lato di terra. L' agro soggetto formavasi da quanto terreno ri-rnane fra il Tagliamento, il Turro, e le ultime eolline deli'alto Friuli; a noi sembra che questo agro fosse circondato da strade; la strada principale che da Palma me t leva ad Udine, indubbiamente romana; la strada da U-dine a Fagagna, S. Daniele, Ragogna, indubbiamente romana; la strada che da S. Daniele costeggiando il Tagliamento mette a Codroipo, e che abbiamo forti sospetti da crederla romana. L' ampiezza di quest' agro non sarebbe sproporzionata ali'agro colonico, i nomi frequenti non perinettono di ritenerlo tutto colonizzato; i nomi pretti romani non sono frequenti, i piii sono di altra lingua. Bensi su questo terreno pensiamo che fosse con-dotta la seconda colonia di Aquileja, o piuttosto il rin-forzo di 1500 famiglie, poehi anni dopo piantata la prima; e pensiamo che questo rinforzo non avesse il terreno coi riti e colle perticazioni della colonia propria, dacchž non era lecito condurre in una citta piu di una colonia. Traccie di uno stabilimento colonico, a terreno perticato, si ha nel tratto fra Romans e Lucinico di Gorizia, ma non sapreinmo dire se fu della colonia di A-quileja, o di Cividale, o di Aquileja dato poi a Cividale, cui sembra avere appartenuto da Augusto impoi, o colonia staccata senza rango politico migliore di altri agri terziari. Noi sospettiamo che il secondo stabilimento colonico avesse sede principale in Pozzuoli, e fonnasse comune secondario, il quale giungeva al mare nel tratto fra S. Canciano e Monfalcone, per cui Pre Guido pote dirlo comune, e comune marittimo. Pozzuoli e luogo di antichita: ivi dintorno esistono aneora castellieri, detti anche campi, presso Galieriano, presso Variano, presso Mereto, ampli, completi, a tutela e presidio della regione. Udine stava ali' angolo di quest' agro, spartito in molti pagi. Al Nord di quest' agro venivano quelli minori delle eolline; di Tricesimo, di Fagagna, di S. Daniele, poi quello di Gemona, ampio, che mostra di essere di rango non umile e che tra gli altri sembra avere abbracciato quello di Venzone, col quale aveva termine il Friuli; al di 14 era la Carnia la quale fu calcolata frazione del Norico; certo che Gemona serba segni di antico comune se non perfetto, certamente di poco inferiore. Se questi agri minori spettassero ad Aquileja ed a Cividale noi sapremmo dire, Cividale conserva tuttora qualche giurisdizione, ma ne ha altresi Udine. Altra volta, diremo di piu, se le notizie non ci maneheranno. Riempitura. Console Triostiiin in Romagna. Nel 1695 il Commercio triestino ebbe proprio Con-sole in Ancona anche per Sinigaglia la Marca Anconitana ed Appennini, nella persona del conte Giovanni Mattei de i Glesinacz, consigliere cesareo, ascritto poi fra i Patrizi | di Trieste nel 1707.