ANNO V. Capodistria, 16 gennajo 187 L N. 2. ,0*11 •lo! GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECOIOIIGl, Affilili S TRÌTI VI BILL' ISTRIA, iJnam lia'J LMl w.ml ih i ioa r ED ORGANO UFFICIALE PER GLI ATTI DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA. Kb oiilidaiè U Esce it f mf il 16 d'ogni mese. ASSOLTI AZIONE per un anno f.ni 31; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. >') ■ ' ! Articoli comwaieati d' interesse generale si stampano gratuitamente; gli aitili, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separata soldi 15;. — Pagamenti anticipati. Un malinteso del compositore sostituì a quella che venne effettivamente stabilita la intestatura che apparve nell'ultimo numero del nostro giornale, la quale era una tra le varie proposte ad Indicare le nuove mansioni che si aggiunsero alla "Provincia,,. •iall«f< ib oi' 1 off 08 Vi il) (.tii/i'viti li * ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. N. 667' a. 707 AVVISO. AI COMIZI AGRARI ISTRIANI. >1 IL' Tanto nella considerazione che alcune macchine agrarie acquistate quest' anno dalla società nostra co' stif?sidì dello Stato rimasero invendute, quanto anche per corrispondere nell'acquisto di nuovi arnesi rurali alle vedute ed ai desideri della provincia, questa presidenza si rivolge ai Comizi agrari istriani colla preghiera di volerle essere cortesi di consìglio sugli arnesi nuovi da acquistarsi col sussidio del 1871.. Fattasi innanzi l'idea di acquistare alcuni a-ratri americani, pei quali la redazione del » Coltivatore » tiene aperta* sino alla metà di marzo speciale associazione, questa presidenza interessa i vari Comizi a pronunciarsi anche sopra questo argomento. Vogliano infine 'emettere il loro parere sul-l'acquisto di un dissodatore dei prati, o aratro Talpa-Fissore nonché sull'aratro di Burg et Sohn di Vienna, latto all' appoggio dell' indicazioni dell' o-norevole signore D.r Egidio Mrach e che presso lo stesso potrà essere per sua cortesìa ispezionato. Qualora poi singoli privati o Comizi volessero as- sociarsi agli aratri americani, quésta presidenza é pronta di farsene mediatrice, previa consegna del denaro d' anticiparsi e sotto rischio e pericolo del committente pel successivo pagamento. Dovendo assoggettare questo argomento alle deliberazioni del comitato sociale di sovvenzione, questa presidenza attende un benevolo riscontro sino ai 15 febbraio di quest'anno e ne porge già in oggi ogni migliore ringraziamento. Kmignn, 5 gennaio 1871. La Presidenza. AVVISO SEME - BACHI. Siccome le insinuazioni fatte in seguito all' avviso di questa presidenza dei 26 aprile 1870 n. 210 richiederebbero 33 oncie di semente gialla nostrana immune affatto da corpuscoli, mentre non ne seno disponibili che quattordici oncie e tre quarti, questa presidenza ha deliberato di farne una riduzione proporzionale tra gì' insinuati compratori, con ciò però che a nessuno verrà data una quantità minore di un' oncia. Viene quindi fissato il giorno dei 31 gennaio a. c., in cui tra le undici ant. e le due pom. verrà fatta la ripartizione e la vendita della semente di bachi disponibile. Non potranno aver diritto all' acquisto che coloro, i quali ne fecero debita insinuazione,*e sem-precchè intervengano o in persona o mediante speciale incaricato, e ne facciano il pronto pagamento in ragione di f. 12 per ogni oncia sottile veneta di 25 grammi. Suonate le 2 ore pom. del giorno 31 gennaio la presidenza potrà disporre della semente disponibile senza riguardo alle fatte insinuazioni ed alle condizioni del presente avviso. Rovigno, 6 dicembre 1871. La Presidenza; 654 K 576 570 ~ Relazione della Presidenza aW i. r. ministero dell' agricoltura suW esposizione di animali delle razze da lavoro istriane nel decorso anno 1870. Eccelso imp. reg. Ministero dell' Agricoltura1. Già anteriormente la presidenza della Società a-graria istriana fece conoscere a codesto i. r. M. dell'Agi-, il pensiero eli impiegare il sussidio dello Slato per l'allevamento di PniihaJi bovini in due distinti provvedimenti: cioè «ella premiazione di animali bovini delle varie razze da lavoro già esistenti in questa provincia e nella introduzione di animali riproduttori di una razza forestiera da latte. Compiuto il primo provvedimento coi civanzi del 1868 e del 1869, e sulla base dell'avviso di concorso 14 aprile a. c. n. 162 — e, questa ossequiosa presidenza si affretta di darne relazione a codesto i. r. M. dell'agricoltura. L'esposizione di tori e vitelle delle nostre razze da lavoro ebbe luogo nei giorni e nei luoghi indicati nel regolamento ed in modo del tutto conforme ai principi esposti dalla scrivente nel suo rapporto dei 17 marzo a. c n. 424. a. 69. Sopra lutto si ebbe cura di far intervenire ai vari giuri di esposizione una persona dell'arte, affinchè fosse premiata unicamente la bellezza industriale degli animali esposti e per tal modo si preparasse la \ia alla creazione di un determinato tipo da lavoro. Intervenne però sempre la stessa persona, perchè soltanto in questo modo si potea ottenere un quadro complessivo e comparat.vo dei vari scompartimenti. E questo importante ufficio fu appoggiato dal Comilato di sovvenzione al Sig. Nicolò de Bartolomei, solerte ed appassionato allevatore, nel quale alle cognizioni del veterinario si unisce la perfetta conoscenza del nostro paese, Il favore generale, che incontrò queslo provvedimi nto al suo iniziarsi si mantenne quest' anno inalterato e le singole esposizioni per essere ristrette a brevi scompartimenti furono frequentatissime, meno quella di Cherso, alla quale per le ragioni che si diranno in appresso non intervenne che un solo espositore, mentre invece a quella di Dignano furono esposti 24 tori e 14 vitelle. 11 risultato delle singole esposizioni fu il seguente: I. Scomparlimento — Veglia, Cherso, Lussinpicco- lo. Il solo espositore fu l'allevatore Antonio Bainich tu Antonio, che anche ottenne il premio di f. 100 perchè il toro da lui esposto, di razza rassomigliante molto a quella di Dignano, ne fu ritenuto meritevole con riflesso alle condizioni dell'isola dall'intiera commissione. Il delegato tecnico di questa presidenzn studiate tali condizioni trovò la ragione di sì poca concorrenza nella qualità pietrosa del terreno e nella conscguente impossibilità di allevarvi animali bovini, per cui ritiene saggio consiglio quello di sostituire sull'isola di Cherso ai premi per tori premi, per pecore, il cui aFcvamcrito per quantità e qualità costituisce un importante ramo di industria agraria. Ciò non toglie che però a questo scompartimento si possano ciò non ostante destinare premi per tori e per vitelle, purché l'esposizione abbia sempre da aver luogo sull' isola di Veglia. II. Scompartimento — Dignano, Rovigno, Pola. Furono esposti 24 tori e 14 vitelle ed ebbero il premio di fiorini i)0 un taro di Stanislao Gregorovich da Barbana, di f. 60_, un toro di Antonio Delmoro, coione del sig. Angelo Cecon e di f. 50 una vitella di Giovanni Ferlan da S. Vincenti, mentre P espositore Giovanni Bolci di Francesco detto Morin, già premiato l'anno decorso ottenne quest'anno il premio personale di f. 50 stabilito dal 20 del regolamento, e fu trovata meritevole di speciale menzione un' armenta esposta dal sig. Angelo Cecon II tipo degli animali di questo scompartimento si discosta di molto da quello degli altri ed è propriamente il tipo antico per forma, mantello, cornatura e temperamento. Esso ha il pregio del vigore e della compatezza dell'unghia, ma d'altra parte ha poca corporatura e scadente carne da macello, causa il cattivo nutrimento, i pessimi stallaggi, lo scarso pascolo ed il nessun governo della mano, che è tanto necessario al prosperamento degli animali. Per tentare quindi il miglioramento di questa razza, si dovrebbero innanzi lutto togliere per quanto si possano e per quanto dipenda dal volere dell'uomo queste sfavorevoli condizioni. •i,»aiiHÌ,!ra« III. Scompartimento — Albona e Pisino. Ebbero il premio di f. 80 un toro di Matteo Clicco, di f. CO un toro di Gius Bax.i. ed imo di Michiele Braico\ieh e di f. 50 una vitella di Francesco Lovrinovich. Ottennero oltreciò il premio personale del § 20 del Iteg. metà per cadauno Francesco Pillai — Ma-chich e Martino Mezzar. Sul toro di Michiele Braieovich griggio pezzato la commissione non fu però unanime, ma giudicò per maggioranza, imperocché una parte della stessa volea invece premialo un toro esposto dal Sig. barone Giacomo Lazzarini più alto e più lun^-o dei'altro, di colore griggio assoluto e quindi di tipo, a quanto risulta dal rapporto del delegato tecnica, assai più corrispondente al programma dilla società. La razza esposta in questo scompartimento, quantunque principalmente per mantello e p; r coniatura si discosti dal tipo agognato da questa pres'denza, pnre ha il pregio della bellezza estetica e della robustezza, che almeno per Pisino in brevissimo tempo si potrebbe ottenere lo scopo desiderato. Di confronto «I toro le vitelle esposte offrono però forme poco pregevoli; sicché sarebbe desiderabile che da Buje e da Montona s'introducessero in questo scompartimento alcune giovenche per migliorare colle stesse la razza, quivi esistente. IV. Scompartimento — Montona e Parenzo. Quantunque questo scompartimento non abbia i pascoli di quello di Buje e Pirano, pure già in oggi esso mostra i 20 t del regolamento. La razza di questo scompartimento non è molto I grande, ma però assai vivace, robusta c poco esigente. Notevolissima è la varietà a pelo griggi©f perchè accoppia maggiormente queste specciaki e- preziose qualità e prévale forse anche in numero- alle va-frietà bianche e rossiccie, per cui non parlando- delia varietà pezzata che' è rara e bastarda, quella a pelo griggio per essere più rustica e più resistente al lavoro, dovrebbe andare maggiormente curata od almeno in questo distretto unicamente essere ammessa al concorso. Procedendo per alcuni anni colle stesse norme si potrebbe ottenere un razza da lavoro non soltanto conforme alle condizioni del paese, in cui dee vivere, ma inoltre eguale di forine e di aspetto e quindi solidamente e stabilmente costituita. V. Scompartimento — Castelnuov» e Volosca. Non sì ebbe a Castelnuovo che un solo toro meritevole di menzione ed anche questo delio stesso distretto, giacché Velosca anche quest'anno come l'anno decorso nè elesse fiduciario ne nè espose animali. In questo scompartimento si riscontrarono i peggiori animali di tutta la provincia e la causa ne va cercata nei tristi pascoli e nelle abitudini di sottoporre gli animali ancora vitelli a lavori pesanti e lunghi, per cui non avrebbero la possibilità di sviluppare quand'anche discendessero da una razza molto migliore di quella, a cui realmente appartengono. Sarebbe perciò conveniente di ridurre a due soli i premi d'incoraggiamento. j ,! Di quattro tori esposti ebbe un premio di f. 70 un toro di Stefano Magagna da Rosice da Matteria, mentre invece il premio di f. 50 destinato per tori fa dato in mancanza di altri tori meritevoli di considerazione alle armcnte di Stefano Ivancih da Mal-leloce e di Giovanni Ribarieh da Vodizze. Il premio di f. 30 destinato già in origine per una vitella fu dato a quella di Anto. Vatt uiz da Bazzovizza. VI. Scompartimento — Pinguente e Capodistria. Ebbero il premio di fi 100 un toro di Matteo Giaeaz fu Matteo e di f. 50 quello di Giov. Maria Marinaz fu Pietro. Sono due esemplari dai quali con ragione si possono ottenere buoni riproduttori. Quanto a vitelle 1' esposizione nulla offerse di rimarchevole, nè d'altra parte fu possibile di accordare il premio personale del . 20 al sig. Antonio Cain da Pinguente, giacché il suo tòro già premiato l'anno decoso, fu presentato quest'anno all'esposizione in uno stato talmente dejetlo da ascriversi unicamente a cattivo trattamento. VU. Scompartimento — Pirano e Buje. Ebbero il premio di f. 100 un toro di Ant. Vi-donié fu Nicolò da Castelvenere e quello di f. 50 una >iteHa di Pietro Crajevich fu Pietro da Grisignana. La bellezza e te forca degli animali esposti in questo scompartimento- fanno ritenere, che in esso esista il vero tipo da lavoro cercato da questa socielà, per cui da esso si potranno avere con tutta verosimiglianza i riproduttori atti a formare il tipo di una razza bovina istriana da lavoro.— Esposto per tal modo il risultato delle esposizioni di quest'anno, e (alte rilevare le circostanze, a cui questa presidenza, avra speciale* riguardo nella compilazione del regolamento per l'anno venturo, essa vi aggiunge sub 1[2 il resoconto assieme alle pezze giustificative. Dallo stesso risulta un esito totale di fiorini 1530:95 che venne coperto innanzi tutto coi civanzo del 1868. di fior, 462. 45 (disp, min. 1 giugno 1870. n. 796 — 284 )i ed in secondo luogo col ci-vanzo del 1869 di fior. 1117 :6G (disp. min. 2 giugno 1870 n 6394 — 2237) restando un ulteriore civanzo del 1869 di f, 16. 16 che appare impiegato nell'acquisto di armente della razza da latte, intorno alla quale la scrivente innalza in data odierna separato rapporto. In questo modo lutti i civanzi del 1868 e del 1869 sono intieramente esauriti. Chiude pertanto questa presidenza la presente relazione col' porgere a codesto i. r. M. dell' agricoltura i più schietti ringraziamenti per 1' accordata .■sovvenzione, implorando oltre all'approvazione dei conti quell' ulloriore appoggio che solamente può iàrle raggiungere la meta che essa si prefisse. Rovigno, 3 novombre 1870. La Presidenza. Segue il RESOCONTO intorno alia esposizione istriana di tori e vacche del 1870. A. Premi per tori: 1. Quattro premi da f. 100 (allegati a. b. c. d.) ........ f. 400: — 2. Un premio aa f. 90' (allegato e.)........... « 90: — 3. Un premio da f. 80 (allegato /.)... ^ .......... » 80: — 4. Un premio da f. 70 (allegato g.)....... . . . » 70: — 5. Tre premi da f. 60 (allegati e.li.i.)......... „ 180: — 6. Un oremio da f. 50 (allegato' K.)........... * 50: — f. 870: — B. Premi per vacche: 1. Quattro premi da f. 50 (allegati l. m. n. e.)....... f. 200: — 2. Un premio aa f. 30 (allegato o.) . ..........» 30: — 3. Due premi da f. 25 (allegati^, q.) . .........* 50: — f. 280: — C. Premi personali del §. 20. 1. Un premio da f. 50 (allegato r.)..........f.. 50: — 2. Quattro premi da f. 25 (allegati s. U. m. ii.) . .......r 100: — f. 150: — D. Spese d'intervento : 1. Al rappresentante tecnico per spese e diaria (allegati u. v.)........ . . f. 145: 25 2. Ad uno dei rappresentanti della presidenza per spese (allegato w.)......... • » 3. Ad un fiduciario (allegato ..........» 4. Per indennizzo di viaggio agli espositori (allegati e. b, y. z. )........ 5. Rimunerazioni per servigi prestati (allegati z. aa. bb. cc. dd.).....» 6. Stampe (allegati jf.) ..... n n 26: — 5: 70 47: — 7. Porto, posta (allegato gg.) 3'i^TìJi» ari « 'mòiarn ( 18: — 14: — IO: — f. 263: 95 irp f. i> n v 870: — 280: — 150.: — 263: 95 f. 1563: 95 RIASSUNTO. A. Premi per tori..... B. Premi per vacche , . . C. Premi personali .... D. Spese d'intervento . . . Esito totale Fondi disponibili: 1. Civanzo di sovvenzione ministeriale del 1868, come da (liso. 1 giugno 1870 N. 796 - 284 e 2 giugno 1870 N. 6394 - 2237 f. 462: 45 2 Civanzo del 1869 ......« 1117j_6S_ f. 1580: 11 Fondi disponibili Esito totale . . f. 1580: 11 1563: 95 16: 16 Civanzo ulteriore da impiegarsi nell' acquisto di tori della razza da latte assieme agli altri fiorini 3000 costituenti il sussidio del 1870 destinato a questo scopo. Rovigno, 23 di settembre 1870. La Presidenza SOSCIIIZIONE PEI DAMEGGIATI DALL' INCENDIO DI TRENTO. IV. Lista. Dalla città di Buje: Dal sig. Podestà per il Comune di Buje f.ni 4. — Lodovico de Fornasari f.ni 1. — D.r Giorgio Franco f.ni 2. — Carlo d' Ambrosi fini 2. — Giorgio d' Ambrosi f.ni %■ Da Rovigno : Signor : Cav : Matteo Rismondo f. 2. Da Cittanova: Signor: D.r Pietro Filippini f.ni •(,>• ■ dri'ri ma uniformarsi a certe norme che gli vennero comunicate, e che furono desunte dal Regolamento interno. Noi dobbiamo gratitudine per tanta e sì generosa ;> condiscendenza, e tanto più la dobbiamo inquanto si tu che noi non potevamo certamente stipendiare colle mescilinissime nostre forze un medico apposito, il che lorse potrà aver luogo quando" s'allargasse la cerchia del nostro consorzio con grande aumento di soci. 1 sussidi dunque furono dati regolarmente a chi per avventura cadde ammalato. 11 quadro degli ammalati che sta annesso al Resoconto vi dimostra già chiaramente quanto si è speso. La Società oltreché sovvenire ai bisogni dei soci ammalati ha altresì il compito di favorire l'istruzione dei suoi membri.— Questo è uno dei suoi più nobili scopi ch' ella si è. prefisso e che viene chiaramente e-spresso nell' art. 1 ,mo dello Statuto. A ciò vi pensarono alcuni egregi giovani la maggior parte soci onorari del nostro consorzio: essi riuscirono col far girare nn appello tra gli amatori sinceri del bene del popolo e coi loro doni ad iniziare una biblioteca popolare circolante nella Società nostra. Solleciti concorsero i donatori, chi di libri, chi di denaro, e si potè in poco meno di una settimana raccogliere sufficiente quantità di libri- Ora che vi ho dimostrato, come per me fu possibile, lo stato della Società in fatto di morale suo prosperamento, passiamo con rapido sguardo ad esaminare altresì il suo stato materiale. Un minuto rapporto del Comitato di revisione vi darà già lume su tutto; a me basta far risaltare la somma puntualità degli esattori nelle riscossioni setti- manali, del che vi ha una confortante prova nella meschinità della cifra apposta nella rubrica v Restanza » del Conto annuale, che ascende a poco più di fiorini quarantasei, mentre si riscosse il vistoso importo di oltre f.ni 1827. Giova sperare peraltro che in avvenire questa rubrica delle restanze andrà del tutto cancellata dai nostri conti annuali, dovendosi fin d' ora abituare i soci alla massima esattezza e puntualità nella consegna «Lede settimanali contribuzioni. — E ciò va specialmente raccomaudato nell' interesse dei soci medesimi, im-perocchèj come sapete, nel caso che il socio fosse in difetto di una sola settimana, non avrebbe diritto al sussidio di malattia, essendo ciò . chiaramente stabilito dall' art. 42 lett. a, del Regolamento interno. Quello ancora che merita poi specialissima nota si è che durante questo primo anno di nostra vita fu possibile mettere in serbo la somma di f.ni mille, la quale dev' essere pèr noi il faro di sicurezza per qualunque Mate coiigfu'aÉuisa che ci: potesse sovrastare. Infatti- a-diesso noi siamo, amodati. oltre che da vincoli di fratellanza, anche da un legame d'interesse, che non può così tacile spezzarsi, e che deve darci anzi una tale sicurezza della nostra esistenza e della nostra futura prosperità^ da non temere l'urto del più possente nemico. Tutto dipende da noi, tutto dalla nostra ferma, costante, immutabile volontà. Volere è potere, fu detto tanti) volte. Si voglia anche da noi e si potrà ; si potrà certamente quando non entri nel nostro consorzio il mal seme della discordia, quando tutti i soci si rendano inaccessibili alle maligne insinuazioni,- quando tutti uniti, compatti, procederemo sulla via del nostro benessere e daremo sicura caparra del nostro amore pel lavoro; per l'ordine, per la moralità. Così non potrà fallire il santissimo scopo della nostra istituzione e così non ci sarà certo negato l'appoggio morale dei nostri concittadini. Resoconto del revisore: Spettabile consigli> d'amministrazione. Nominati i sottoscritti dall'assemblea generalo dei soci della Società Operaja nell'adunanza te lutasi il giorno 20 del mese di marzo a. c. a revisori dei conti, si fanno ora un dovere di presentare colla chiusa deiranno, al consiglio, e per mozzo di questo all' assemblea generale, un dettagliato rapporto della gestione sociale durante lo scorso periodo. Come prescriveva il nostro compito, durante Fanno firmammo mensilmente lo specchietto di cassa, esaminammo i registri dei conti, nonché gli altri libri e documenti della Società, ed ogni eo a abbiamo trovata in pieno ordine. Dal seguente rapporto vedranno i soci come la Società abbia sempre progredito ad onta di parecchi ostacoli che nei primordi dell'istituzione si dovevano superare. Incomincieremo dal I. mese nel quale l'entrata superò l'esito eli il' 107.04; e precisamente si riscossero per tasse di buon ingresso f. 153.46; per rifusione di stampe f. 10.96; per contribuzioni settimanali f. 58,12; assieme f. 222.54. Dalia-parte degli esiti s'ebbero (sempre giustificati dalle relative pezze d'appoggio che trovammo in buona regola) per oggetti di cancelleria f. 17, per stampo da essere rifusi f. 39, per altre dette f. 59.30, assieme t. 115.50. Sicché, come sopra abbiamo esposto,, colla chiusa di questo mese resta un fondo di cassa di f. 107.04. Nel II. mese il fondo di cassa s'accrebbe a f. 186.47, e precisamente si riscosse : per tasse d'ingresso f. 8.25, per rifusione di stampe soldi 16, e in contribuzioni-settimanali f. 103.72, assiemo f. 112.13, che uniti al resto di cassa del mese precedente formano f. 21(9.17. Glie- Il siti sommano : per gratificazione al cursore f. 24, per libri d'amministrazione f. 8.70, assieme f. 32.70. Nel III. mese s'ebbe un avanzo di f. 321.81,. S'introitarono per tasse d'ingresso f. 9.25, per rifusione distampe soldi 56, in contribuzioni settimanali f. 145.53, assieme f. 155.34, che sommati al resto del mese precedènte formano f. 341.81, dai quali è da sottrarsi l'esito di f. 20 per stampe da essere rifuse. Nel IV. mese gli introiti ammontarono por tasse di buon ingresso a tj 3.50, per stampe soldi 24, in contribuzioni settimanali f. 112.44, assieme f. 116.28. Gli esiti furono di f. 1.80 spesi per la pulitura e materiali d'ufficio. Il giorno 28 di questo IV. mese di nostra esistenza, il cassiere (secondo quanto deliberava il consiglio d'amministrazione) versò alla cassa di risparmio a Trieste l'importo di f. 200 al 4 % d'interesse. Sicché colla chiusa s'ebbe un fondo di cassa di f. 236.29. Nel Y. mese le contribuzioni settimanali sommarono a f. 108.35, per tasse d'ingresso f. 1.25, per stampe soldi 32, assieme £ 109.92. In questo mese non s'ebbe a segnare alcun importo nella rubrica esiti, bensì si poterono versare nuovamente (sempre in seguito a deliberazione presa dal consiglio d'amministrazione) alla cassa di risparmio a Trieste, altri f. 200; ed il fondo di cassa si chiuse con f. 146.21. Nel VI. mese gì' introiti sommarono per tasse d'ingresso a f. 7.47, per contribuzioni settimanali f. 217.74, assieme f. 225.21 ; anche in questo mese andammo esenti da esiti e si potè fare un terzo versamento di f. 200 pure alla cassa di risparmio a Trieste. Alla chiusa restò un civanzo dì f. 171.42. Eccoci arrivati al VII. mese, il quale chiudendo il periodo di^ 26 settimane di vita della nostra Società, ci presenterà nella rubrica esiti una nuova partita; cioè, quella dei sussidi ai soci ammalati. GÌ' introiti in questo mese sono i seguenti. Per contribuzioni settimanali f. 132.80, per tasse d'ingresso f. 6.73, per stampe soldi 8, assieme f. 139.61, che uniti al fondo di cassa del mese precedente, cioè a f. 176.42, formano un insieme di f. 311.03. Nel giorno dieci s'incominciò a versare sussidi a soci caduti ammalati, e nel corso del mese a tre soci complessivamente per 28 giorni di malattia s'esborsarono f. 28, di più per spese di cancelleria f. 1.95, assieme f. 29.95. Il fondo di cassa si chiuse con f. 281.08. Nell'ottavo mese s'incassarono per contribuzioni settimanali f. 171.84, per tasse d'ingresso f. 8, per stampe soldi 64, assieme f. 180.48. Gli esiti in questo mese sommano a f. 380.20, nei quali però vanno compresi f. 200 come IV. versamento fatto dal nostro cassiere alla cassa di risparmio a Trieste. 11 dettaglio degli esiti è il seguente : per stipendio al cursore f. 10, per stampe ad uso cancelleria f. 20, ner lavori di falegname in oggetti di cancelleria f. 14. S'esborsarono per sussidi di malattia ad un socio per 7 giorni a soldi 60 f. 4.20; a sette soci complessivamente per giornate 132 a f. 1, f. 132: quindi al'a chiusa restarono in cassa f. 81.36. Nel IX. mese s'incassarono per contribuzioni settimanali f. 185.01, per tasse d'ingresso f. 36, per stampe f. 2.88, assieme f. 223.89, che sommati al resto di cassa dell'ottavo mese, formano f. 305.25. L'esito si compendia: per stipendio al cursore f. 2, per sussidio di malattia a un socio per giorni otto a soldi 60 f. 4.80, ad altri 4 soci complessivamente per giornate 77 a f. 1, f. 77, assieme f. 83.20. Per cui il fondo di cassa colla chiusa rimase di f. 221.45. Ora siamo giunti al X. mese col quale si chiuse la gestione sociale di quest' anno. GÌ' incassi furono, per contribuzioni settimanali f. 280,78, per tasse d'ingres->*> £. 52.59, per stampe f. 8.56, assieme f. 341.93. In questo mese s'esborsò per sussidio di malattia a 1 soci complessivamente per giornate 76 a f. 1, f. 76, di più ad un socio per giorni 2 a soldi 60, f. 1.20; per l'acquisto d'un armadio ad uso della cancelleria f. 4.50, assieme f. 81.70; ai quali vanno uniti altri f. 200 che il cassiere, il giorno nove, versò alla «issa di risparmio Triestina. Colla chiusa dunque rimase un fondo di cas- | ca di f. 281.68, come chiaramente risulta dal qui unito resoconto o bilancio annuale che' ci facciamo dovere di •allegare. t, ■ • ; Dal quadro dimostrativo lo stato della Società, elio vi viene pure presentato, rileverete che sui 326 spci tra onorarli ed ordinarii che si sono inscritti nelle diverse epoche dell'anno, gravita il debito di settimano 10,070 sommati a f. 1829.43, che colle relative tasse, o libretti, cioè per le prime f. 326, e pei secondi f. 26.08, formano un assieme di debito (calcolato sempre colla, chiusa a 43 settimane) di f. 2180.51. Fino alla suddetta chiusa annuale si riscossero per settimane f. 15 l o.-13, per tasse di buon ingresso f. 286.50, fier libretti e stampe f. 24.40. Le settimane nelle qua-i i diversi soci furono ammalati, o chiamati al servizio militare, e quindi non pagarono la solita contribuzione. sommano a 79 del relativo importo di f. 15-68, __ Ci sarebbe stata cosa sommamente gradita, se ci avesse mancato materia d'intrattenerci su di ciò che ora dovremmo esporvi, ma siccome ogni medaglia ha il suo rovescio, così anche in questo quadro dimostra _ tivo si riscontra, che la rubrica ove sono registrati i debiti eliminati nei soci esclusi, è segnata coil'importo di f. 290.57. tuttavia (e ciò ve lo diciamo con animo lieto) questa non è cosa che possa o debba intimo » rirci, appunto perchè molti dei disertori tornarono nelle file, e di più, in questo ultimo periodo di tre m^i ne abbiamo raccolto ricca messe ai nuovi, che danno buona prova di se con esattezza e puntualità. Abbiamo inoltre la somma di f. 46.93 per restanze da passarsi in conto nuovo. Questa va però compensata in parta da altra somma per anticipazioni di f. 12.32. E da notarsi infine, che molti dei soci in arretrazione colla chiusa delle 43 settimane, a quest' ora non figurano più. come tali, perchè hanno già versato il loro debito agli esattori e quindi al cassiere, vigile custode delle nostre sostanze. Con ciò credono i sottoscritti d'aver adempiuto al loro compito, e fieni di fiducia, ed anzi certi che questa Società foni ata sul motto « Lavoro e Mutualità » andrà sempre più consolidandosi, e progredendo nel bene sì morale che materiale, si rassegnano con tutto rispetto. Capodistria, il 24 dicembre 1870. I revisori G. Cobol (relatore) — P. Pizzarello — V. Mamola. Risposta alle osservazioni fatte sulla nuova edizione dell' Istria di Monsignor Rapiccio, pubblicata negli Atti dell' i. r. Ginnasio di Capodistria: 1870. (Continuazione vedi N. 1.) Nota A. Trova il signor Articolista da osservare che i latini non scrissero sempre Ilistria e ne adduce come prova un'edizione di Plinio del 1530, e Giustino (non dice che edizione) il quale nel distinguere gl'Istri dagl'Istriani non adopera l'aspirata. Tulti sanno quanto poco esatte sieno le antiche edizioni dei classici e come i pazienti raffronti dei codici fatti dai dotti specialmente tedeschi, abbiano illustrato molti passi difettosi e corretta l'ortografia dei nomi. Perciò, benché le molte lapidi, che abbiamo nelle raccolte del Carli,, dello Stancovich, del Kandler e d'altri ancora, me ne dessero tutta la sicurezza, pure prima di asserire che i romani sempre scrivessero Risina, volli consultare alcune moderne edizioni critiche della Germania ed in tutte trovai l'aspirata. Così nel Livio di Weissenborn, nel Plinio di Janus ed in altri che vidi ; dopo di che nessun dubbio può esservi che in latino l'Istria si debba scrivere coli'IL Nè sa comprendere il sig.. Articolista perchè il liapiccio scrivesse nella prima edizione JuppUer anziché Ju.piter, dacché la prima sillaba è per se lunga, e meno ancora può darsi ragione perchè nella seconda edizione (cioè nella mia copiata da quella di Francf. e Lipsia 1750) al verso 6 si scrive, Juppiler ed al 245 Jupiter. tvf IL venerando nome del gran babbo \a scritto sempre con una sola p. e così lo si trova nelle moderne edizioni, ma i nostri nonni non erano tanto scrupolosi nell'economia delle p, e serravano non solo Juppiler ma perfino Appostolo. Giove poi aveva il privilegio d'essere scritto ora con due p, «ra con una, così nell'Orazio ad usum Delpbini Venezia 17.62 trovasi Jupiler nella 2. ode del 1. lib. v. 50, e Juppiler aell'Ep. XVI. del 1. lib. v. 29, parimente vedesi nel IX. lib, dell'Eneide ediz. di Bassa- - no \ 796, stampato Juppiler al v. 2& e Jupiler al v. 803. Non dico, mica che così vada bene, ma solo che Ja è così, ed io volli riprodurre l'Edizione dell'Istria del 1730 proprio come fatta l'aveva Duellius. Il Sig. Articolista attribuisce a svista nel correggere le bozze- L'abrepta dei v. 260 (veramente 262) e il vehimur del v. 307,. osservando, che, la edizione pavese ha abrupla e veheremur. —L'edizione pavése è tanto piena di spropositi, che non dà garanzia di sorte sul modo di leggere: a darne un saggio riporterò solamente quelli che si trovano a pag. 16: verso 5. Sed minor (mi non) prosunt lacrymaj. ** j? 7. Ergo ubi Justinis ( Justini) „ 15. Precipue qmc (qua) porrigitur ., 18. Infestatque rates sa:vis truculentior furis orivi i (Euris) „ 26. Dispereaie, si te quisque (quisquam) •dopo di che pen>o che tutti mi terranno per giustificato, se non feci calcolo della edizione pavese. Dato anche però che l'abrupta ed il veheremur fossero del liapiccio e si trovasstro quindi nella edizione Viennese del 1556, non saprei decidermi a cambiare il testo da me adottato. In quanto al verso 262 - Jbrepta procella aequo-ra esprime la furia del vento, che soffiando sul mare in calma (aequor) trascina seco violentemente l'acqua, e quindi solleva le onde, che da esso impulse s'accavalcano spumeggianti a trastullo della procella, «he imperversa e spazza via la superficie in minutissimi spruzzi : esso esprime quindi un fenomeno cono-sciutissimo a chi con cattivo tempo navigò nell'acque ti: Pirano, e lo esprime con tutta evidenza. Vabrup-iu ucquura esprimerebbe invece le onde rotte a qual- - che diga, o scogli^ o anche allo scalò dello stesso naviglio, ma non mai il sollevarsi dei flutti e la lotta disperata Ira il mare che resiste ed il vento che lo strascina. Virgilio dice abruptis nubibus (Aen. III. 199) per esprimere le nubi rotte, e per esprimere la procella che soffia, scrive continuo venti volvunt mare (ib. 196) il che equivale ali 'abrepla aequoru ma è meno forte. Il verso 507 presenta quistione di maggiore importanza, iinpercciochè se fosse vero ciò che dice il Sig£ Articolista, che in luogo di, vehimur, &ve starp co-, me nella prima edizione veheremur, non potrei mica in buona coscienza dame la colpa al Tondelli, ma dovrei confessare la mia ignoranza. Dirò dunque, non i essermi sfuggito, che l'ultima sillaba del vehimur e la prima dell' aquis sono sillabe brevi ed il veheremur della edizione pavese rimedierebbe all'inconveniente, ma pensandoci, bene ritenni abbia voluto usare in ques-: to caso del pictoribus atque poetis Qùalibet audendì sempi r fu.it aequa potestas, e cangiare in vehmur il suo veheremur anche a costo di abusare della licenza che Orazio concede ai poeti. Ecco le ragioni che mi determinarono: I lat ni amano di usare il cluni col presente an>-' che quando parlano d'un passato, cosi Virgilio (Aen. VI. 358, VIL 70. 355, IX. 1 ecc.) e cosi pure Rapic-cio, p. e. v. 175. Quae mihi non unum dum pasco octilosque animumque Surrìpuere diem. (Continua} [ -ai «aififfo bJ! A .eìs'jirT „s oirtn .(•(< ii uff» -niM Bollettino bibliografico Le miglierazioni dell' Alpicultura di Adolfo Trientl. — Versione italiana del D.r Francesco Unterkireher. — Trento, Kuppes - Fronza 1870. v i 1 ■ J < . t ' , ) Eu un breve trattato scritto per impulso del Ministero dell' agricultura per dare-incremento all'alpicultura. Per iniziativa della Giunta centrale della Società agraria trentina ne fu fatta una libera traduzione italiana,, di cui il Ministero pose-a. disposizione della nostra Società alcuni esemplari. II importanza dell' argomenta trattato in questo opuscoletto (06 pag.) x utilità dei proposti miglioramenti e la facilità della dizione ne costituiscono il pregio. Quantunque poi le condizioni delle malghe varino tanto tra di loro, da non rendere possibili norme generali di trattamento^ e 1' opuscolo abbia di mira specialmente le condizioni del Tirolo, pure egli è certo che da questo libretto anche i nostri agricoltori potranno attingere utili e pratici ammaestramenti. I capitoli sull'economia forestale (II e III) delle Alpi, sulla concimazione (XI. XV. XVI) e sui latticini (XX, XXI e XXII) sono ricchi di buone considerazioni, con tutto chè i tre ultimi sie-no poco applicabili alle condizioni d'ella nostra provincia, in cui la produzione del latte e la fabbricazione del formaggio sieno ben lontani dal poter costituire quell'importante ramo d'industria, ehe è nel Tirolo. II cap. XVIII per ultimo censurando l'allevamento del bestiame, bovino,, usitato nel Tirolo, 6G3 vuole diviso il pascolo del bestiame da latte da quello degli animali pià giovani e raccomanda sopratutto di non far mai pascolare le capre e le pecore insieme col bestiame bovino, perchè questo schiva la pastura lordata dalle feccie di quelle, A proposito di pascoli il nostro autore raccomanda inoltre (cap. XV) la concimazione ar tonnate, perchè gli animali schivano il prato concimato di fresco. Avvenendo la concimazione di autunno le successive pioggie distruggono l'effetto dannoso, che il concime produrebbe altrimenti sull' appettito degli animali. In fine vediamo caldeggiata la istituzione di stazioni comunali di monta taurina, che addottate nella Svizzera, nel Wùrtemberg, ed ultimamente anche nella Bucovina e con tuttoché contrastata anche nel Friuli però tra di noi posposta alla rivendita di favore e condizionata di tori per riguardo alla deficienza di comizi ed alle condizioni dei nostri Comuni, i : La presidenza chiederà al Ministero un numero tale di esemplari di questo opuscolo da bastare per tutti i comizi finora costituiti. ..'.;.. ,.(, , • .,. J((I «>c? »'!'•• 1 ".".'.'ivi • HI Pubblichiamo il seguente lavoro bibliografico, che ci venne favorito da un dottissimo nostro a-mico, con la convinzione che su queste colonne, quantunque di carattere scientifico, trovi il suo posto. Il nostro giornale che ha eccitato tante volte alla industria marittima, vuol dimostrare ora quale ampio campo di studj si apra alla scienza delle costruzioni navali, per cui l'industria tanto si giova. In Italia questa scienza, che vanta oramai distinti cultori, aev' essere studiata profondamente, deve farsi scienza italiana ; avvegnacchè l'Italia sia paese marittimo,, per eccellenza, e che ritroverà sul mare le sue glorie le sue ricchezze. Intanto di questi giorni si è aperto a Genova un istituto superiore di costruzioni navali, il primo in Italia. Agli ingegneri navali che vi sortiranno attende senza dubbio un sicuro, uno splendido avvenire. Ci pensino i nostri giovani, che frequentano ancora le scuole secondarie. Facciano il confronto tra una vita meschina ed i meschini guadagni che dopo tanto aspettare, chiusi in una delle nostre piccole città, ricavano seguendo la vecchia strada del dottorato, e la rapida carriera ed i lucri pronti e sicuri eia prospettiva dì grosse fiorirne che offrono ed offriranno ogni giorno più il mare e le industrie conseguenti, e in generale come l'abbiamo detto loro altre volte, e non lo diremo mai abbastanza, la carriera tecnica. OW'^ÌÌ'.I' "•'. 0.. Delle linee d" acqua a forma d'onda (wave water-lines) proposto dall'illustre J. Scott Russell e dell'uso profittevole degli antichi metodi parabolici empirici per la determinazione della forma delle navi moderne. Memoria apologetica del prof. G. Zino», letta nell'Ateneo di Venezia, Con questa Memoria il prof. Giannantonio Za-non tenta di convalidare la proposizione del sig. Russell delle linee d'acqua di minima resistenza, j che questi, per via sperimentale, trovava avpre la forma delle onde; e nella seconda parte espone un mòdo di combinare fra loro due antichi metodi j empirici per abbozzare i piani di costruzione di una nave. Questo lavoro era destinato ad essere pubblicato nell'occasione dell'Esposizione di Napoli, unitamente ad altre men orie dei chiarissimi colleglli del Zanon; ma la protrazione di quella mostra delle industrie marittime fu cagione ch'ei si decidesse a leggerlo nel patrio Ateneo, affinchè per questo modo più sollecitamente comparisse alla luce. Nella prima parte dunque della sua Memoria apologetica il lettore viene a tessere brevemente la storia del problema sul solido della minima resistenza, e delle ipotesi stabilite da illustri fisici e matematici sul modo di azione dei fluidi di contro ai solidi, che entro quelli si muovono, per dedurre la legge della resistenza. Fa osservare che la teoria di Newton risnltò inesatta perchè troppo semplice, ed enumera tutte le condizioni del problema, che quella teoria non pone a calcolo, ma conchiude essere impossibile di rappresentarle eoa esattezza. Descrive il solido di minima resistenza, determinato con la teoria newtoniana, e fa conoscere che le particolarità di esso servono da sole a far dubitare della verità di quella teoria; dacché, pur lasciando da un canto la convessità della sua generatrice, che fino a pochi anni or sono aveva ad oppositori e partigiani, pure il piano, che viene determinato dalla rivoluzione dell' ordinata, giacente all' origine della generatrice, Ja quale non può essere annullata, deve risentire tal resistenza, che, unita a quella provata dalla rimanente superficie del solido, non può dare per certo un minimo. Dice che invano gli studiosi tentarono di togliere questo inconveniente, per cui ricorsero ad altre teoriche ; e fra quest' ultime accenna a quella di Ivan, che ebbe a riuscire più inesatta di quella di Newton, e che anzi Bomme giunse a risultati identici a quelli dì quest' ultimo, partendo pure dagli stessi criteri del primo. Dopo di che il lettore rammenta come, veduta che si ebbe l'impossibilità di venire a conclusioni esatte, col costringere quasi i fluidi ad abbandonare le naturali leggi di loro azione, per seguir quelle, che la mente degli studiosi fingeva, si abbia ricorso alle esperienze ; affinchè, pei risultamenti di esse, si potessero scoprir quelle leggi, o almeno esprimerle empiricamente. E qui parla delle esperienze di Chapman, e di quelle di Bossut, di D'Alembert e di Condorcet ; di quelle di Beaurfoy, di Bor- da, e di tant' altri, e finalmente dei tentativi dì Bourgois, narrati da quest'ultimo nella sua Mé-vioire sur la resistami de temi, ma conclude che dallo stabilire le leggi della resistenza dei fluidi ne fu nulla,, e quindil anche della determinazione del. solido di minima resistenza. Di qua viene a discorrere delle esperienze del Kusscl (1) per la ricerca delle linee d'acqua di minima resistenza. Narra come questi, dietro il principio che la minima quantità d'acqua, smossa dal bastimento in un detcrminato, cammino, eguaglia il prodotto della superfìcie immersa della sezione maestra per lò spazio percorso, stabilisca che, quando la forma della nave sarà tale da non esportare più acqua di tanto, questa forma sarà quella della minima, resistenza. (1) The modem system of naval aEchitecture, by J. Scott Russell, F. R. 8. vicepresident of t&e institution of civil engineers, and of the institution of naval architects -London - Cap. XXVII e seguenti. ,v (Contìnua) r>liwrti979id n ) i jrrar/ stolte! li tottto^foqs» Tardi, ma in tempo per darle posto, ci arrivava la seguente lettera cine accenna ad una questione gravissima e di immensa importanza pel nostra avvenire. Di buon grado la redazione la pubblica e fin d'ora può dichiarare di essere in massima favore^ vole ad una unione delle rappresentanze dietali delle tre provinole Istria - Trieste - Gorizia. Lo sviluppo, di questo grave argomento sarà tema di speciali articoli in cui si studierà di stabilire il modo per cui l'unione potrebbe avverarsi con vantaggio di tutte le' parti. Il nostro giornale però accpglierà volentieri ogni studio sul difficile argomento nella persuasione elio dal confronto delle varie idee solamente possa sorgere quella che meglio risponda al soddisfacimento degli interessi morali e materiali della nostra provincia. -o'ii;b*9) Onorevole sig. Direttore, Non Le sarà certo sfuggito che in questi giorni appunto venne risollevata la questione proposta, due anni or sono, dallo spettabile Municipio di li-mago per la fusione dell' Istria, di Trieste e del Friuli Orientale in un solo eorpo amministrativo; e avrà del pari notato che ora, come allora, la proposta ha suscitato diversi pareri e, mentre da una parte viene accolta con plauso, dall' altra susciti serie apprensioni. Quaglio fu primamente nota la deliberazione del Municipio di Umagó, la Provincia non le fece buon viso: con un brevissimo articoletto, che non ho ora sottocchj, ma mi ricordo ancora pie- TUP. DI GIUSEPPE TONDELLI. namente la. sostanza, la Provincia trovava che l'i-dea in se era buona, lodevole, degna di studio, ma in conclusione non le sembrava opportuna e consigliava che la si rimettesse a tempi migliori. E infatti il suo voto fu esaudito ; dopo pochi discorsi, essa cadde'come tante altre cose nel dimenti-oatojo. Ora che improvisamente la questione viene posta nuovamente ixenanzi, non sembrerà indiscreto, se oso chiedere di quale opinione sia la Provincia. Il giornale delli iteressi civili, economici ed amministrativi dell' Istria, che da quattro anni tiene alta la bandiera della nostra autonomia, non può in un' argomento così straordinariamente grave non aver® una opinione sua propria, e mi si conceda arnhe aggiungere che ha stretto dovere di palesarla. E però io ripeto: che cesa ne*pensa la Provincia stilla unificazione amministrativa proposta: dal Munioi por di Umago. -ii Io, come Ella Isa, "quantunque viva lontano dalla mia provincia natale, non ho però mai cessato di amarla e di ajutare, se non altro èoi de* siderj, la sua prosperità; e non Le è certamente ignoto, che quando il Municipio d' Umago fece nota la sua deiiberazioney iio P avrei voluta caldeggiare vivamente, perchè mi pareva che rispondesse a un bisogno del paese, fosse una necessità storica e politica, insomma un portato, de' tempi. E. mi spiacque che allora trovasse così tiepide accoglienze, e mi tacqui, perchè- non soglio mettere bastoni nelle ruote a quelli, che nfe sanno più di me.. Ma ora, dopo due anni, oserei sperare che molte opinioni si siano mutate, che molte precon-cezionì sitino ksomp'afsé;' mólte ' esitazioni cessate. Conosco le obiezioni, che si facevano alla unificazione, e le ho Vedute ristampate appunto jerì in una Ietterà publicata dal Cittadino del 7 ; ma confèsso che non seppi maa persuadermi della serietà di quelle obj'ózionìi, e che la loro confutazione, non mi Pare difficile. E quantunque si tratti di un argomento delicato, nel quale per ragioni molto facili a capire non è lecito dire tutto quelTo che si pensa, pure mi pare che la dimostrazione dei vantaggi molteplici deÌT unificazione non dovrebbe esseredifficile, specialmente dacché un'esperienza di due anni ci ha chiarito, con sufficiente evidènza dei pericoli della situazione presente. E qui 5 argomento mi tirerebbe sullo sdruciolo di una lunga e-sposizionc di cose, che forse non sarebbe inutile ricordare ai hostri concittadini; ma per oggi non voglio abusare della Sua- paziènza', e mi starò contento, se ella vorrà publicare questa mia nella Provincia, e più ancora, se queste mie righe Le daranno, come desidero e spero, occasione di trattare ex-professo Y argomento, che io ho appena potuto accennare. Mi creda con perfetta osservanza Suo devotissimo ftViM) % <ìW\o\ F OWJOtìlì VJtv'si 9j&(! O.oiiil-- ';'■■ NICOLÒ* de MADONIZZA Redattore