L’ INFANZIA j CAP0D1STRIA, 10 Febbraio 1886. Ablmouamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi alVAmminis. Redazione ed Amministrazione Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai 10 e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi all’Amministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generai Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono 1 manoscritti. Excelsior____ l monitori Notori sono i lagni che da ogni parte della provincia sorgono continuamente contro i modi u-sati per la riscossione delle imposte, in ispecie contro i cosidetti monitori; e notorie pure le dannose conseguenze a cui conducono, senza utile alcuno, anzi con manifesto pregiudizio morale dell’I. R. Governo. Negli anni andati la nostra Dieta li ha fatti tre volte oggetto di esame accurato, e sempre li ha vigorosamente combattuti. Prendendo le mosse da un’ istanza dei comunisti di Carcauzze, che rivelava tutti i gli inconvenienti del vigente sistema di esazione steurale, e mirando a troncare il male nella radice od almeno a mitigarlo coll’ ajuto di efficace rimedio, la Dieta nostra, nella seduta 27 Agosto 1883, in seguito a relazione e proposta del Comitato politico economico, non facea a meno di deliberare a unanimità di suffragi : d’instare presso l’imperiale Governo, affinchè, prendendo in giusta considerazione gli inconvenienti che ne derivano, volesse abolire il gravosissimo sistema dei monitori, ed ordinare ai propri organi subalterni, incaricati dell’ esazione delle pubbliche imposte, di osservare un procedere più mite di fronte ai debiti del Sovrano Erario, risparmiando dall’esecuzione i prodotti agricoli, fino a tanto che non siano posti al coperto, e disponendo che la riscossione delle pubbliche imposte seguisse possibilmente di preferenza nei mesi autunnali. Tale deliberazione — punto esagerata ne’suoi postulati, anzi blanda e delicata assai e nella sostanza e nella forma —- rassegnata al Ministero delle Finanze colla certezza che sarebbe accolta almeno in quella parte che reclamava l’abolizione dei monitori ed un’ azione più temperata e benigna da parte degli organi esecutivi e dipendenti subalterni, contro ogni aspettativa correva sorte sinistra o, a dir meglio, naufragava addirittura. Ecco la risposta del Ministero data a mezzo della Direz. di fin.: „Essendo ora per mezzo della regolazione del-l’imposta fondiaria ristabilito un giusto equilibrio tra l’imposta e la produttività del suolo, il Governo deve insistere che le imposte vengano incassate in questa provincia non meno regolarmente e puntualmente che nelle altre. Pur troppo però si ottiene nell’ Istria 1’ incasso della maggior partita delle contribuzioni pubbliche soltanto coll’ attivazione delle misure coercitive, e questo è un fatto riconosciuto pure da co-dest’ Inclita Giunta, la quale in più incontri ebbe a sollecitare presso questa Direzione l’incasso delle addizionali specialmente per fondo dell’esonero, le quali, come è chiaro, non possono essere riscosse se non di pari passo coll’ imposta provinciale. L’ amministrazione di finanza, posta da un canto nella necessità di assicurare il regolare incasso delle imposte, d’ altra parte sempre ha avuto in mira che per conseguire questo scopo non vengano adoperati mezzi più gravi di quanto vien richiesto dalle circostanze. Ed è pertanto che non si può abbandonare il sistema dei monitori, il quale del resto si basa nei §§. 30 e 31 dell’istruzione 13 novembre 1814 dell’ i. r. governo pel Litorale, emessa in seguito ad analoga decisione della preesistita i. r. Commissione Aulica. I monitori peraltro risultano una delle misure concrettive che meno aggravano i contribuenti, in quanto non consistono in altro che in un avviso intimato alla parte, che essa è debitrice dell’imposta. L’ esperienza insegna che, fra le misure più gravi, la sequestrazione dei frutti pendenti in certe contrade ove esiste 1’ uso di vendere le derrate prima del raccolto, in ispecialità 1’ uva ancora sulla vite, è 1’ unico mezzo per arrivare allo scopo, poiché dopo la raccolta ogni esecuzione riuscirebbe vana. La limitazione dell’ esecuzione per imposte ai mesi autunnali, desiderata dalla Dieta provinciale, è di fatti la regola generalmente approvata; gli oppignoramenti nei primi mesi dell’ anno vengono eseguiti per le sole restanze degli antecedenti. Una maggiore restrizione non è ammissibile, e tanto meno per le imposte personali e per quella del casatico pigioni, riguardo alle quali non sussiste alcun motivo per una simile eccezione. Del resto giova considerare, che il suolo clel-l’Istria più di quello di altre provincie offre ai proprietari in quasi tutte le stagioni, derrate, e quindi mezzi di pagamento. Si osserva peraltro, che la scrivente venne autorizzata dall’ eccelso i. r. Ministero delle finanze ad usare clemenza in casi degni di riguardo, e che essa in fatti in moltissimi casi ebbe a mitigare la procedura contro restanziarì delle imposte, sia col condono totale o parziale delle spese esecutive, sia colla sospensione d’ oppignoramenti, stime, o sub-astazioni imminenti. “ Di fronte a un rifiuto sì esplicito, la Dieta nostra non ha dimesso il pensiero di ritentare la prova ;. ed intanto nell’ ultima sessione ha ripetuto parzialmente la precedente risoluzione, dando incarico alla Giunta di chiedere che, a garanzia e norma del debitore, sieno nuovamente introdotti i vecchi libri di cassa coll’indicazione del titolo e dell’ammontare del relativo debito, ed aboliti invece gli annuali ordini separati di pagamento i quali oltre che essere di un’ oscurità e laconismo meraviglioso sono di peso grave ai Comuni, che hanno l’obligo di distribuirli. Alla nuova domanda qual viso farà 1’ I. R. Governo? L’accoglierà, riconoscendola, qual’è, altamente giustificata o tornerà a richiamarsi alla rancida ordinanza citata, sovra la quale passarono il 48 e la carta del 60 ? Noi abbiamo diritto d’attendere che faccia finalmente ragione ai reclami della Dieta e dei contribuenti. Pinguente, Gennaio '86. Ugo Foscolo lamenta in uno dei suoi sonetti, che la lingua latina, ospite e nutrice delle Muse, non si coltivi più colla passione di una volta. La Chiesa però ha continuato sempre ad averla nella considerazione che merita, e della maestà e della dolcezza della lingua del Lazio, della lingua di Cicerone e di Virgilio, veste i sublimi concetti della sua fede, e i teneri sensi e gli slanci affettuosi delle sue preghiere. E il popolo si compiace di quegli accenti misteriosi che a lui sembrano il linguaggio della divinità, e nella certezza che suonano una preghiera a suo vantaggio assiste con più fervore che se comprendesse tutto appuntino. Questa lingua inoltre formulò interpretandola la devozione dei nostri padri e dei padri loro; in questa lihgua salmeggia l’Europeo, e 1’ Americano, ed è latina la preghiera che il Missionario intuona per i neofiti dell’ Asia, dell’ Africa e dell’ Oceania. Ciò non ostante alcuni uomini di Chiesa, avendo in luogo di legge la propria volontà — e purtroppo lasciati fare, Se pure non ordinati — non so se perchè destituiti del senso estetico o se per un mal dissimulato attaccamento a una certa chiesa che si dice ortodossa, sono entrati nel vandalico pensiero di abolire dalle funzioni ecclesiastiche la lingua della Chiesa di Roma per sostituirvi qulla della Chiesa di Pietroburgo o giù di lì. Tanto l’Istria che il Patria hanno deplorato questo incoveniente, nell’ occasione che nella decorsa settima santa qui a Pinguente, e del pari l’anno scorso a Corte d’Isola, e qui e colà altrove, si udiva per la prima volta con grave scandalo della popolazione introdotto un dialetto slavo nelle funzioni della chiesa. Ma non valse. Di questi giorni un simile tentativo si è fatto da un altro di questi moderni ostrogoti, non so se per una delle ragioni suddette, o se perchè, disperando della causa del croatismo pei contorni di quella cittadella, abbia inteso ricorrere all’ ultimo spediente, a quello cioè di far credere causa di Cristo la causa del croato. Ha trovato del duro però, e sembra ne abbia riportato rotti i corni. Ed ora staremo a vedere se la tracotanza di questi apostoli del regresso, di questi caldeggiatoli dello slavismo, potrà arbitrare in eterno; vedremo fino a quando, col pretesto della necessità per il prete di conoscere il croato, si riuscirà ad escludere il nostro clero dalle cariche ecclesiastiche, rimesso alla vita faticosa di cooperatore parrochiale tollerato, riserbatogli oer la vecchiaia un pane magrissimo, e per il caso d’infermità insufficiente. L’opera del Comitato elettorale del Progresso. (dall’ „Indipendente* 3 Febbraio 1886) Il giorno 2 corrente, ore 4 pom. il Comitato elettorale ristretto della Società del Progresso convocò nella sala della Minerva gli altri membri del grande Comitato, nonché i fiduciari, per dare loro relazione sulla riescita delle elezioni. La vasta sala è affollatissima. La seduta viene aperta dall’ egregio avv. Vi-dacovich, presidente del Comitato, il quale, dopo esposto brevemente lo scopo dell’ adunanza invita il Dr. Guido d’Angeli a dar lettura della relazione del Comitato ristretto. Il Dr. d’ Angeli dice anzitutto, che intendimento della convocazione è di rilevare con mente serena le cause ed il significato della votazione avvenuta. E sopratutto i voti più che contarli vanno pesati e si vedrà quanta parte della cittadinanza abbia fatto proprio il programma del Progresso ed a quanti ed a quali elettori sia ristretto il numero degli avversari. Sono i principi, egli aggiunge, che ci hanno fatto trionfare, ed è per essi e con essi che ci siamo affermati dinanzi al paese, e sono essi che il paese, con la manifestazione aperta della sua volontà, ha inteso di raffermare, L’egregio Dr. D’Angeli ribatte ad una ad una tutto le asserzioni degli avversari con le quali tentano di togliere importanza al risultato delle elezioni e, facendo parlare soltanto le cifre, addi-mostra, con singolare chiarezza di calcoli, che non ostante 1’ aumento degli elettori avvenuto a mezzo della ammissione dei consorti, le condizioni del partito liberale si sono notevolmente migliorate in ogni singolo collegio. E ciò avvenne non per effetto di volgari artifici, ma per virtù della naturale espansione dei principi liberali, per la feconda irradiazione della civiltà nostra, la quale potrà essere con mezzi violenti per alcun tempo a breve cerchia ristretta, vinta o distrutta giammai. Il relatore cita quindi le mille arti in questo periodo elettorale dagli avversari adoperate, i libelli difusi, le piazzate notturne, gl’ insulti, le provocazioni ecc., ed aggiunge che, se tutto ciò avvenne e fu fatto, tutto ciò scomparve al soffio della volontà del popolo nostro. Il Dr. d’ Angeli ricorda quindi 1’ ammirabile contegno della cittadinanza in quei gravi e difficili momenti della lotta elettorale e rammenta le ansie, le trepidazioni di quei giorni ed i prudenti consigli dei vecchi e gli ardimenti generosi dei giovani e 1’ operosità indefessa, incessante di tutti. Il relatore soggiunge : „E onore sia alla stampa liberale, che con fermezza di propositi sostenendo una lotta ineguale ha potentemente contribuito ad assicurarci il trionfo. Noi, rilevandone i meriti, e-sprimiamo il sentimento di gratitudine dell’ animo nostro e riconosciamo l’immensa utilità che col diffondere i nostri principi quei periodici ci hanno procurata. „Ma innanzi agli altri noi dobbiamo rendere publiche grazie al giornale l’Indipendente ed alla sua Direzione. Con la serietà che deriva dalla coscienza della bontà della causa per la quale si combatte -—• con la cognizione vasta ed intelligente degli uomini, dei tempi e degli argomenti, con sobrietà é decoro di linguaggio, sopra quel giornale comparve, in nostra difesa, una serie d’ articoli, ai quali gli avversari nulla seppero, nulla han potuto opporre. Fu in quelli compendiata la storia del nostro partito, ma in uno nobilmente dimostrato quanto il partito ha fatto pel proprio paese. A noi non resta che serbarne gratissimo ricordo ed esprimere il desiderio che ogni giusta causa possa trovare* sì degno e si onorevole patrocinatore." L'egregio Dr. D’Angeli così conclude: „Grazia a voi adunque, grazia alla stampa conscia della propria missione e grazia sopratutto ai principi pei quali combattiamo, si è vinto, e le sorti amministrative della città nostra alle quali tanto intimamente sta collegato il principio nazionale, sono affidate agli uomini nostri. — Bene sia per la patria nostra e possa 1’ opera di questi suoi'figli schiuderle prospero e lieto V avvenire! Noi vi andiamo fiduciosi, perchè la vittoria ne fa lieto, presagio — ma al vaticinio aggiungiamo 1’ augurio che, se nuove lotte pei nostri pvincipii si apprestano, sia la nostra bandiera affidata alle mani rispettate ed amate di chi ci è duce : 1’ avvocato Antonio Vidacovicli. E sia lieto 1’ augurio e rinfrancandoci nella nostra fede ci avvìi a trionfi migliori." Un applauso fragoroso, prolungato, frenetico irrompe nella sala e 1’ egregio avv. Yidacovich, preso da vivissima commozione per sì imponente dimostrazione d’ affetto e di stima, ringrazia vivamente gli : astanti La seduta è quindi levata alle grida di viva il Progresso, viva Vidacovih. --------------------------=3-žB>------------------------ Saggio di Annali Istriani. Del secolo XIil — dall’ anno 1235 e seg. dell’Ab. Angelo Harsich. (Cont. vedi Ni. antecedenti) 1276, 7 ottobre. — Il senato delibera che il podestà di Cittanuova duri quind’ innanzi in carica non più due ma un solo anno, ed abbia per paga 550 lire, le solite onoranze e 20 soldi di grossi come spese di viaggio, coll’obbligo però di provedere al proprio notaio. Minoto. Acta et Dipl. v. 1, p. 140. 1277. — Alberto II, conte d’Istria, dona all’abbazia di San Pietro in Selve la metà delle decime di Corridico. Kandler. Iudicaz. p. 33. 1277. — Ottone, vescovo di Parenzo, ripone nell’altare a destra del maggiore nella cattedrale, i corpi dei Santi martiri Projetto ed Elpidio. Kandler. Indicazioni p. 32. 1277. — Alberto conte d’Istria, Raimondo patriarca e la Repubblica veneta vengono ad una demarcazione di confini. Mangano. Ann. del Friuli, v. Ili, p. 140. — e Kan-. ; dler. Iudicaz. p. 32. 1277. — Brisa de Toppo occupa nell’ anno in corso il posto di canonico di Concordia, in seguito lo vedremo canonico in Cividale ; negli anni poi 1286-1298 siede sulla, cattedra vescovile triestina. Mangano. Ann. del Friuli v. Ili, p. 134. 1277. — Gli slavi fanno presenza di sè nell’ interno dell’ Istria. Kandler. L’Istria. Ann. VI, p. 28. 1277. Alcune città dell’ Istria, approfittando dei sinistri incontrati dalla flotta veneta, si rifiutano di pagare il pattuito tributo, mettendosi sotto la protezione del patriarca, Raimondo della Torre: tra queste città primeggia Capodistria. Komanin. St. di Ven. — II, 309. 1277. — 11 patriarca Raimondo si arma per quietare l’Istria tumultuante per le nomine dei podestà che vuole faro da sè, e viene ad un aggiustamento. Kandler. Cod. Dipi. Isti-, sub an. 1289, 13 ottobre. 1277, marzo. —• Domino Nicolò gastaldo di Montona, sua patria. Kandler. Cod. Dipi. Istr. 1277, aprile. — Il castello di Montona e diverse isole dell’ Istria ritornano divote alla Repubblica. Komanin. St. Docum. di Ven. — II, 309. 1277, 9 giugno. — Ugone signore di Duino e Arrigo da Pisino, delegati da Alberto conte di Gorizia, sottoscrivono in Cividale i patti di pace, stipulata li 13 maggio tra 1’ anzidetto Conte ed il patriarca d’ Aquileia ; tra altro furono aggiudicate le ville di Tamai e Dia-tendorf nelle Alpi (Tamai e Ditendorf, cioè Dutoliano ora Doidole). Mangano. Ann. del Friuli v. Ili, p. 135 e scg. - Cumano. Vecchi Riccordi Cormonesi p. 12 ; -Archiv fur Kunde osterr. GQ. To. XXIV, p. 429, - e Kubeis. Monum. Eccl. Aquil. Append. c. 24. 1277, 13 agosto. — Il patriarca Raimondo permette rappresaglie sui beni dei veneti in Friuli a Bandino del fu Bonromano di Firenze, il quale era stato derubato in mare da Giovanni conte di Veglia mentr’ era vicario del marchese G. della Torre (Guglielmo). Il Bandino abitava in Aquileia, il danno recatogli fu di lire 2080 di piccoli. Guerra. Otiuin Forojnl. v. X, p. 279 e 301 ; -Kandler. Cod. Dipi. Istr. — e Mangano. Ann. del Friuli v. Ili, p. 138. 1277, 7 settembre. — Il canonico di Trieste H............. protesta in Cividale in nome del proprio vescovo Arlongo il processo civile intentato dinanzi maestro Guidone giudice delegato dal patriarca Raimondo. Kandler. Cod. Dipi. Istr. 1277, 20 settembre. — Ottone vescovo di Parenzo ed Alberto conte di Gorizia e d’Istria investono in Pisino domino Ottone di Sovignacco del castello di Nigrignano, posto tra Torre e Yisinada. Presenti alla donazione Volrico signore di Momiano e Domino Enrico di Pisino. Kandler. Cod. Dipi. Istr. 1277, 7 novembre. — Fra Allotto, abbate di S. Michele in Monte di Pola dà a certo Amico del fu tieluro di Pola in affitto perpetuo una vigna grande, posta in contrada San Giorgio, col-1’ obbligo di corrispondere al convento anno per anno uno staio di frumento ed uno di orzo. Il detto Amico poi cede al monastero tre sue vigne minori, e promette all’ abbate che vendendo la sopradetta vigna passerebbe al convento annui soldi 40 moneta di Verona e che vendendola non la venderebbe nè alla chiesa nè a cavaliere. Notizenblatt. Beilage zum ... etc. Ann. VII, p. 149. 1277, 11 novembre. — Il parlamento radunato in li- dine delibera di intimare la guerra a Venezia per essersi appropriati alcuni luoghi in Istria spettanti alla Chiesa aquileiese. Raimondo per riavere queste terre passa in Carintia presso il re Rodolfo, tratta se-colui ed ottiene impetrato soccorso; li 13 novembre ritorna in Udine, ove dà mano ad approntare V occorrevole per la guerra ; ma il trattato d’ aggiustamento pone fine a questa vertenza. Paladio. Stor. del Friuli parte I, pag. 258 ; -Mangano. Ann. del Friuli, v. III. p. 138 e seg. - e Della - Bona. Strenna crono!, per la contea di Gorizia. — Pag. 74. 1278. — Alberto, vescovo di Concorìia, è ammazzato presso il monte di Medea dai fautori di Alberto II conte di Gorizia ed Istria. Kandler. Indicai, p. 33. 1278. — Alberto II, conte di Gorizia ed Istria, si porta con 150 cavalli al campo di Rodolfo di Ab-sburgo e combatte al Marchfeld. Kandler. lndicaz. p. 33. 1278. — Il Conte di Gorizia investe Stefano Sbroglio di Cormons di vastissimi feudi e giurisdizioni, coll’obbligo di difendere il Conte in caso di guerra nel Friuli, nella Giapidia e nelPIstria. Mangano. Ann. del Friuli v. Ili, p. 143 e seg. —------------------------------------------------------ TEI Leggiadre le forme e T vestimento, porpora il labbro ed oro ’l crin disciolto ne’ lumi tuoi si specchia T firmamento, di rosa un fior riflette nel tuo volto. Simile a’ rai fra nembi è T tuo sorriso, d’ arpa armoniosa al suon la tua favella: dolce olezzante fior di Paradiso unica speme mia, quanto sei bella ! Quanto sei bella allor, che tutta Amore dal solito veron mi guardi e taci, un silenzio che dice : È tuo ’l mio core e te solo coprir desio di baci! F. A, L’anno 1886 e la sua Pasqua Stando alle fole popolari, 1’ anno che corre ci apporterà delle grandi sventure, esso ci minaccia niente meno che del subissamento del mondo. Volete sapere il perchè ? I perchè sono due, 1’ uno peggio dell’ altro. L’ anno 1886 incominciò di Venerdì e di Venerdì finirà e, come sapete, questo povero Venerdì è non solamente per l’ignorante popolino, ma pur anche per molte persone d’una qualche coltura, un giorno che porta disgrazia. Io ne conosco molti che per tutto l’oro del mondo non incomincierebbero un lavoro di qualche importanza di Venerdì, salvo che non si tratti di fabbricare dell’ aceto, essendo in questo caso il Venerdì una giornata propizia a sviluppare 1’ acidità del vino e a dar vita ad una prodigiosa moltitudine di microdermi. L’ origine di questa ridicola superstizione si perde fra le nuvole della rimota antichità : la civiltà progredita e l’influsso del Cristianesimo non bastarono a distruggerla, nè finirà così tosto, come quella che non si basa sopra un errore dell’ intelletto, ma unicamente sovra un sentimento di ridicola paura. Noi non ci occuperemo a combatterlo : quando nel cuore dell’ uomo si desterà il sentimento d’una mente che tutto sapientemente governa, si capirà facilmente che il Venerdì non è un giorno che apporti sfortuna e ci vergogneremo delle nostre vane osservanze. Il secondo perchè è niente meno che una profezia, a tenor della quale il 1886 sarebbe per tutto il mondo un anno di guai. Di questa profezia esistono due edizioni; Duna, e probabilmente l’originale, è scritta in una specie di dialetto provenzale ; la seconda è una traduzione in versi latini rimati. Ecco il tenore della prima : „Quand Georges Dieu crucifierà, Que Marc ressusciterà, Et que Saint Iean le porterà, La fin du mond arriverà." Ed ecco 1’ altra : „Quando Marcus Pascha dabit Et Antonius Pentecosten celebrabit, Et loannes Christum adorabit Lotus mundus vae clamabit." La prima sembra essere parto d’ un qualche astrologo francese del secolo decimoquarto. Essa non rimonta in verun modo di là dagli ultimi anni del secolo deci-moterzo, perchè, parlando della festa del Corpus Domini che cade il 24 giugno — Et que Saint Iean le porterà — deve essere stata composta dopo il 1264, anno in cui la detta festa venne istituita. La seconda profezia parla della Pentecoste celebrata il 13 Giugno — Et Antonius Pentecosten celebrabit — e poiché 1’ offizio di St. Antonio di Padova non s’incominciò a celebrare che alla fine del secolo decimoquinto, anche la profezia non può essere più antica. Questa profezia viene attribuita a Michele Nostra-damo, astrologo, ossia impostore, del decimosesto secolo, il quale publicò molte profezie in quartine rimate. Qual credito ei godesse presso i suoi contemporanei, lo si vede dall’ epigramma fattogli : Nostra-damus cuna falsa damus, nam fallere nostrum est; Et cum falsa damus, nil nisi Nostra - damus. (Diamo del nostro, quando diamo cose false, eli è l’ingannare è cosa nostra; E quando diamo cose false, non diamo che cose nostre). Ora, egli è appunto quest’ anno che il Venerdì Santo cade ai 23 aprile (S. Giorgio), la Pasqua il 25 (S. Marco), la Pentecoste il 13 giugno (S. Antonio) e il Corpus Domini il 24 (S. Giov. Battista). Ma a far passare ogni paura basta considerare, non essere questa la prima volta che la Pasqua cada ai 25 di aprile, ma che questa medesima combinazione ebbe luogo nel 1014, 1109, 1204, 1451, 1546, 1666, 1734 senza che il mondo sia andato a soqquadro, e senza che la storia caratterizzi questi anni come peggiori degli altri. L’ uomo ebbe sempre la smania di sollevare i lembi del velo che gli nasconde il futuro, ed anche ai dì nostri vi furono alcuni, che, o in mala fede, per influire sulla publica opinione, o illusi dai loro calcoli, publicarono delle predizioni che ad altro non servirono che ad ingrossare di più il già grossissimo volume degli umani deliramenti. Ma, diranno i lettori del Patria: A che scopo questa Pasqua or alta, ora bassa? Non sarebbe meglio fissare una Domenica di Marzo o di Aprile, e celebrarla sempre in quel giorno ? — Eccoci a soddisfarli. La Pasqua dei Cristiani sta in relazione con quella degli Ebrei, con questo però, che gli Ebrei celebrano in tal festa la uscita dall’Egitto, ch’ebbe luogo la notte del 14 Nisan, plenilunio di primavera ; i Cristiani invece solennizzano il dì di Pasqua la risurrezione del Redentore, che si avverò la Domenica successiva al plenilunio. È perciò che la Chiesa condannò i quartodecimani, cioè quei vescovi orientali che celebravano la solennità pasquale il dì del plenilunio, cioè il dì della morte di Gesù Cristo, anziché la Domenica dopo in cui risorse. Plenilunio di primavera è quello che fa il giorno dell’ equinozio di primavera, o il primo susseguente ; e perciò, se il plenilunio fa il 21 Marzo, fissato dal concilio di Nicea (a. 325) come giorno dell’ equinozio, la Pasqua si celebra la Domenica, cioè il 22 Marzo, ed abbiamo la Pasqua più bassa, come la fu l’anno 1818, ma che non si avvererà più nè in questo secolo nè nel seguente. Se invece il plenilunio fa prima dell’equinozio, la Pasqua si celebra dopo il plenilunio della luna seguente; ed accadendo che questo plenilunio facesse di Domeni- ca, la solennità si trasporterebbe alla Domenica dopo. Questo è appunto il caso dell’anno 1886. 11 plenilunio fa ai 20 Marzo, e quindi non è quello di primavera. 11 plenilunio della luna seguente ha luogo il 18 Aprile, Domenica, e la festa di Pasqua si celebra quindi la Domenica seguente eh’ è il 25 Aprile. —- Una Pasqua, così alta non avrà luogo che nel 1943, e i nostri giovanotti potranno avere la sorte rarissima di celebrare due volte in vita loro la Pasqua il dì di San Marco. _____________-— --=c>-err3-E3-0€3-Er=3-<=————-— - CORRISPONDENZE Ball’ Istria 3 febbraio 1886. Il liberalismo è la gran parola di moda, ed i molti lo ostentano a bocca rotonda, senza aver potuto riflettere un attimo quale sia mai il vero significato di questa augusta espressione, ma solo a farla servire di comoda maschera a non mi so quali maliarde ambizion-celle, che stanno, decisamente, agli antipodi .... per cui ne viene di conseguenza ben naturale che i medesimi non sappiano più contenersi appiattati sotto questa celata, o visiera, al primo momento che sembri loro arridere un raggio nefasto, il quale accenni a consolare le abiette lusinghe loro, e che, montati perciò in solluchero quasi galvanico, si dieno all’ impazzata, o con tar-tufìsmo nauseabondo, a spezzar lance (di carta) e a dichiarare la guerra ad oltranza a tutti quei poveri galantuomini che aborriscono di arruolarsi tra la svergognata lor consorteria. — Codesta pessima piaga a me sembra che la siasi purtroppo, testé, dispiegata anche in questa nostra provinciuola, massime in seguito al grosso affare delle ben note elezioni, vuoi comunali, qua basso, o vuoi comunali - dietali nel perimetro della nostra Trieste. Vi furono, è bensì vero, degli uomini integri che ci esplicarono limpidamente la vertenza, come, a mo’ di esempio, quel tal Cittadino, il quale spediva una chiara, spassionata e soda informazione all’ Alabarda Triestina, nell’ ultima settimana ; come ci fu quell' altra ricca di chiarezza e d’imparzialità, che da Parenzo venne passata al Patria di Capodistria dd. 25 p. p.; se non che tutta questa la è roba non degna degli olimpici riguardi di quei certi da me non lodati messeri, i quali avvistano, a quanto pare, degli orizzonti che, vivaddio, non devono essere screziati colle tinte di quelli che a noi dan l’acquolina ! Così a certi nostri raattadori non sembrò degna di venir ricordata quella insignissima corrispondenza, che in data 1 Dee, u. p. si pubblicava sulla „Scolta11 di Eovigno (dd. 19 m. d.) e con cui la nostra impareggiabile signora Quirina ne porgeva la più rara e preziosa luce circa le elezioni municipali della valorosa Albona „Estrema vedetta del Quarnero11 qualmente ben la appellava un già illustre suo figlio, Ma coloro cha strisciano, come direbbe 1’ immortai Giusti, nel lombricaio degli aspiranti... per certe glorie della terra, oh, non potrebbero davvero sentirsi commuovere i visceri per tanto poco ! . . Dessi vagheggiano degli ideali per cui siam nati fatti appuntino inetti noi altri, paria della democratica geldra, e dobbiamo anzi tenerselo per detto che appena appena potremo apprendere — dalla loro vanità, che par persona — il fondamentale sacramento dell’ amore del prossimo (!!) Intanto colle scissure confezionate da certi messeri, gallonati o non gallonati che sieno, in codesto malcapitato guscio di succiola, che chiamiamo nostra provincia, ne mettono al repentaglio di veder andarsene a rotoli tutte quelle sante aspirazioni per le quali gemiamo ormai da sì lunghi lustri.... a tutto solluchero delle privilegiate ... a non dire testuginesche e parri-cide anime loro ! — Persino periodici che dovrebbero arricordare di aver sortito la veneranda paternità dai più caldamente compianti patriotti, non si pèritano og-gimai di fornicare con delle tinte obblique, se non micidiali, ed osano argomentarsi di digrignare la bavosa dentaia contro il più leale e franco procedere degli impavidi nostri partigiani, che non risparmiano sacrifìci di ogni sorta, e non agognano mai commende, ma solo il sacrosanto trionfo del vero, del dritto ! Catafratti di ogni agio e favore (incredibile a ridirsi !) non arrossiscono di tenere bordone a certe deplorevoli malve incolori, fade, venderecce, le quali sottesso il futuro della onnipossente comozione dell’ epoca, si spassano a inzaccherare i talloni dei benvolenti, e con insinuazioni da delirio, con ambidestre geremiadi, con calcolate pressioni, e persino colle calunnie più versipelli e vigliacche, si studiano di fuorviare la fragile intelligenza degli inesperti, e di demolire le riputazioni delle quali non possono essere suscettivi e meritevoli di rilevare il reale valore ! — Al fine poi di preoccupar T attenzione dell’ intontito uditorio, ti sfoderano le giunterie più ripugnanti e bislacche ; e, p. c. sanno darsi il tuono di innalzare al cielo la recente vittoria del partito del Progresso in Trieste, — abbenchè vi appiccichino l’attenuante, di doverlo considerare un trionfo a noi non tanto vicino (! !) e giungano ad asserire che già tremavano delle nostre sorti persino quelli di fede sicura! — (?) 11 bisticcio è degno proprio dei nostri punzecchiatoli da nebulosa ! Ora ti ostentano assicurato 1’ avvenire agli abbandonati a ridosso dell’ Alpe Giulia, d’ onde si ode dì e notte 1’ urlo selvaggio di un’ altra razza .... favorita di larghi appoggi contro quella di casa nostra ... e ti aggiungono ancora che la nostra salvezza non può essere riposta, oggimai, in altri che in noi medesimi ! ! (risum teneatis ? . . .) Intanto ardiscono pronunciare nell’ istante stesso in che si arrabattano versare a giumelle l’onta e il discredito contro quei patriotti che di gran cuore ricantano col Manzoni „Non far tregua coi vili, il santo vero — Mai non tradir !... Codeste tarlate cariatidi medioevali, codesti oltracotanti che s’indracano contro chi fugge, e come agneletti si placano con chi mostra il dente, oppur la borsa, non innoverebbero, ad evidenza, un sol dito per puntellare quelle istituzioni, o quei sodalizi, quali servirebbero esclusivamente di tetragono antemorale alla invadente valanga della Barbarie del decimonono secolo ! Proseguendo in quelle intenzioni, che si è forzati ben presto a riconoscere perfide, vi vengono inoculando qui e qua, il virus deletrico del sospetto, dell’ antagonismo, dell’ interessamento, dell’ odio ; . . cincischiano del velenoso fango del municipalismo, che non conoscono se non che dal vocabolario . . . perchè, a caso, un pa-triotta qualsiasi si è imaginato nel diritto di poter ragionare pacatamente sopra la necessità (dai signori So-lipsi giudicata nientemeno che goffa) che eziandio questa tanto scorrazzata e predonata provincia se ne avesse alfine una Capitale, che non fosse la più balorda canzonatura!— Riscontrano poi e „voce grossa" e „campanilismo" nel provinciale che opinava non opportuna la sede della Società marittima istriana nella provincia triestina, la quale, a quanto sembra, accontenterebbe assai meglio le troppo note loro superbie ! — Con mala fede schiacciante, dopo le diffuse spiegazioni dell’ „Alabarda" (eh’ essi, pudibondi, non si degnano di toccare) vi sussurrano che, a dispetto dei loro antagonisti, alcuni cittadini si fossero fatti portare nella rappresentanza comunale dalle vanghe più rozze . . . immemori dessi censori medesimi che pure si degnano scialarla in virtù degli insanguinati sudori di quelle rozze vanghe. Da barattieri sociali vi ringhiano, per giunta, che siete voi che tendete a pervertire il moral senso dei ! giovani contro il baluardo (talvolta balordo) delle istituzioni dei vecchi, e vi lanciano 1’ accusa di voler alimentare certa stampa che fomenta appunto la discordia sotto il velame della libera discussione, e la copertela della loro stessa bandiera ! — Un tanto vi sanno oggimai espettorare certi messeri che manifestano il più insocievole ribrezzo dal voler scendere alla riga dei nostri propositi, quali non possono avere altro impasto che la lealtà e T inconcusso amor della patria. Con simili geremiadi da saltimbanchi non ci scaglierebbero in faccia l’ostracismo di Aristide ?... Pur troppo si capirebbe (ancorché non lo proclamassero baggianamente) che in questi così solenni momenti, ogni piu sacro entusiasmo è sbollito nei loro cuori pergamenacei , . . ma un tanto varrà tutt’ altro che a trascinarne nella immonda loro correntia noi, che crediamo sempre nella vittoria infallibile del diritto, e che sentiamo che il credere stesso è del trionfo malleveria ! Da sezzo, codeste perle dei nostri censori si acconciano ad accattare solidarietà, o protezione, dal confratello di Parenzo, quale deplorano or fatto segno ad attacchi stupidi e grossolani... e persino ne riportano per esteso, quali gemme, gli sproloqui da esso tessuti circa la gran votazione di Trieste . . . che (lo indovina chi ha sai in zucca) sarebbe andata ben più a fagiuolo per lui, se la fosse emersa invece a favore di quella celebre Società Politica . .. come si può evincere dal non avere tampoco nominata quell’ „Alabarda" che si fu la più strenua lottatrice in così decisiva campale battaglia!—-Veramente siamo capitati in un prunaio mai più veduto, ad onore e gloria di certa gente che quotidianamente ne comprova di amarci proprio siccome il fumo negli occhi !! —■ Altro che bisticciare se il nostro organo debbasi articolare il Patria, o la Patria. ! ----——------------—------4G-0-E3K=--------------------- "V aria,. Le navi di battaglia italiane si dividono in tre categorie, essendo inoltre appoggiate da un discreto numero di torpediniere ed accompagnate da alcune navi onerarie per il trasporto di truppe ed all’ occorenza di materiali da guerra e di merci. Le navi di prima classe in istato di armamento, epperò capaci di entrare in linea di battaglia sono : Duilio, Dandolo, Principe Amedeo, Maria Pia, Castel-fdardo, San Martino e Affondatore. Inoltre in allestimento Italia, Lepanto, Buggero di Lamia, Morosini e Doria. Le navi di seconda classe in istato di armamento sono ; Terribile, Formidabile, Varese, Garibaldi, Flavio Gioia, Colombo, Vettor Pisani e Caracciolo; in istato di allestimento : Bauzan, Amerigo Vespucci e Savoia, Etna, Vesuvio e Strongoli. Le navi di terza classe in istato di armamento sono : Staffetta, Lapido, Esploratore, Messaggiero, Vedetta, Barbarigo, Colonna, Pietro Micca, Scilla, Ca-riddi e Sentinella, ed in cantiere Venterò e Provana. Vi snno infine 22 torpediniere di prima classe e 21 di seconda, nonché 18 navi onerarie fra cui primeggiano la Città di Genova e la Città di Napoli, undici navi per uso locale e sei cannoniere lagunari. * * % Abbiamo notizie da Vienna, che il Ministero ha approvato gli statuti della progettata „Società Istriana di Navigazione a Vapore." Possiamo quindi sperare che i nostri comprovinciali non frapporranno ulteriori indugi alla formale costituzione della Società, che tanto potrà contribuire al prestigio ed alla prosperità della Provincia. * * * Il Signor Lorenzo Gonan, maestro superiore in Orsera, propone ai maestri e alle famiglie un suo opuscolo di Noterelle di Geografia' e storia istriana — Parenzo, Stabilimento tip. Gaetano Coana — testimonio della operosità e delle buone letture dell’ autore. Rac- comandiamo ai nostri lettori d’incoraggiare un giovane che tanto ben ne impromette, commettendogli abbondante numero di copie del suo lavoro. Le tiene presso di sé, e le spedisce verso l’importo di ottanta soldi. * * * La Società di Mutuo Soccorso di Buie ha in questi giorni costituita la sua nuova direzione, che riuscì composta nel modo seguente : A Presidente venne nominato il sig. Antonio Pesti, a Vice-presidente il sig. Francesco Dr. Creyato juniore, a Secretano il sig. Domenico Ci-mador, ed a Cassiere il sig. Antonio Tagliapietra fu Antonio. * * * A Podestà di Parenzo fu rieletto 1’ on. Francesco Sbisà con voti 20. Gli altri 10 voti li ebbe il Dr. Callegari. * * * Il Ministro del commercio sollevò, ringraziandolo pei servigi prestati, il comm. Dr. Vidulich dal posto di Direttore della Società di navigazione a vapore del Lloyd. — Alcuni giornali di Vienna vogliono poi sapere, che nel posto del Dr. Vidulich è stato nominato il deputato di Gorizia G. Dr. Tonkli. ------------------------------------------------- CRONACA LOCALE Società Filarmonica. Una festa della Società Filarmonica è ormai un avvenimento per la nostra città: tanta è la partecipazione, tanto è l’interesse che ci si mette alla prosperità di questo simpatico sodalizio. Epperò, non parlandone, si commetterebbe una mancanza e verso la Società e verso il publico; mancanza di cui non vogliamo renderci colpevoli a costo di urtar coi nostri osanna i nervi un po’ irritati di quei pochi, e son pochi davvero, ai quali questo tantino di risveglio di vita cittadina sembra non vada troppo a fagiuolo. La sera di Mercoledì 3 cori-, adunque ebbe luogo il terzo festino della stagione, variato di musica giuoco e danze. Facciamo luogo al scelto programma musicale che costituì la prima parte del trattenimento : Mozart, Romanza e Serenata per quartetto d’ arco — Bossini, Sinfonia nell’opera „Otello" per piano e terzetto d’ arco — Paganini, Suonata postuma per violino — Herold, Ouverture nell’ opera „Zampa" per istrumenti d’ arco e piano. L’ esecuzione, difficilissima, riuscì egregiamente. Fu meritamente applaudito il M.o Garetti, il quale nella „Suonata postuma di Paganini" diè saggio della sua ben nota valentia nel maneggio del violino, mostrando possesso d’ una meccanica sicura e ad un tempo delicata. — La Sig.na Anna Rozzo, che già s’ è fatta applaudire al primo concerto, suonò al piano con bella grazia la „Sinfonia nell’opera Otello" ed accompagnò con molta precisione la sinfonia della „Zampa" eseguita con vera maestria dai bravi dilettanti. Il ballo questa volta riuscì ancor più brillante ed animato, e si protrasse fino alle 4 del mattino. Dando un’ occhiata all’ assieme, la società ci sembrò omogenea ed intonata. Negli abbigliamenti e nelle acconciature delle signore 1’ eleganza che piace, senza il lusso che s’impone ; ciò che vorremmo rigorosamente osservato anche nelle occasioni avvenire, persuasi che non è lo sfoggio della toletta che metta il buon umore in una festa era famille. E di tali occasioni speriamo di averne una tra breve in una festa da ballo che, a quanto se ne discorre, la Direzione è intenzionata di dare verso la fine di Carnovale, come ultimo saluto alla stagione delle feste e dell’ allegria. * * * Domenica sera, il nostro Teatro schiude i suoi battenti per la stagione di Carnovale. È scritturata per 24 recite la Compagnia diretta dall’ artista Icilio Brunetti, e nel repertorio figurano le seguenti novità: „Nicarete" „Cura radicale" del deputato Felice Cavallotti — „II tiranno di S. Giusto" di Libero Pi-lotto — „Gente di fango" del prof. Pastore — „Carmen" „Colonizziamo!" „Lo spettro del Colosseo" di U-lisse Barbieri — „Libertas" del cav. Giuseppe Costetti —■ „Alberto Pregalli" del comm. Paolo Ferrari — „I drammi del cuore" di N. Bottini — „1 due fratelli" „Estebanez" „Mietta" dell’ avv. Teodoro Anseimi. Vogliamo sperare, che la Compagnia sarà all’ altezza dei lavori che si propone di rappresentare, e con questa speranza le diamo il ben venuto. Sunto dei Verbali delle sedute della Giunta provinciale dell’ Istria, in Parenzo. (Continuazione della seduta 91). Viene preso pure a notizia che 1’ eccelso i. r. Ministero di Giustizia non ha trovato ammissibile il chiesto prolungamento del termine per le insinuazioni dei diritti a rettificare del libro fondiario di Orlez, perchè la domanda fu prodotta fuori di termine. Accogliendosi il ricorso di G. G. si leva il deliberato 30 agosto p. p. della Rappresentanza comunale di Gimmo, relativo all’ aumento di pigione per un locale comunale affittato, rimesse le parti alla via civile per quanto riguarda i diritti privati. Si ringrazia il signor Cesare Combi consigliere della città e deputato provinciale di Trieste del dono di dieci esemplari della sua pubblicazione „La questione ferroviaria triestina all’epoca dell’iniziamento della costruzione della ferrovia dello Stato Erpelle-Trieste." Vengono accolte ventidue istanze per frazionamento di debito d’esonero, verso pagamento della quota rispettiva di debito calcolata in proporzione della rendita netta catastale delle particelle svincolate. Vengono liquidati ed assegnati : al medico comunale di Pinguente P. Dr. G. fior. 94.99 a saldo competenze di vaccinazione e fior. 52.90 per spese di antinnesto ; all’ i. r. Consolato aust. ung. in Venezia lire it. 82 a saldo di spese di cura e mantenimento in quell’ Ospitale civile d’un ammalato istriano dal 25 giugno al 14 agosto 1884 ; all’Amministrazione dell’ Ospitale pubblico delle Suore di carità in Zagabria fior. 20.25 a pagamento di spese per un’ ammalata povera istriana dal 12 giugno all’ 8 luglio 1883 ; alla Direzione dell’ Istituto dei sordomuti in Gorizia fior. 27.09 a rifusione delle spese occorse per l’invio in patria di due sordomuti ; al medico comunale di Albona A. Dr. P. f. 76:15 a saldo delle competenze di vaccinazione, e fior. 45:90 a rifusione di spese per 1’ antinnesto ; all’ i. r. medico distrettuale di Pisino F. Dr. G. fior 56:45 a saldo particolare di viaggio per la vaccinazione eseguita in quel circondario, e fior. 50:36 per 1’ antinnesto ; al medico comunale di Cittanova G. Dr. U. f. 13:91 a saldo competenze di vaccinazione. Viene preletto ed approvato il progetto di legge da presentarsi alla Dieta provinciale, concernente la tutela degli uccelli utili all’ agriaoltura. Vengono preletti ed approvati i progetti di legge da presentarsi alla Dieta provinciale nella prossima convocazione : a. per la modificazione del § 10 della legge prov. 11 novembre 1883 sulla tenuta ed il pascolo delle capre. b. del § 43 della legge prov. 28 maggio 1876 sulla tutela dei beni campestri ; c. del § 9 della legge prov. 18 novembre 1882 sulla conservazione della selvaggina ; d. del § 4 della legge provinciale 10 gennaio 1870 sulla tutela della coltura agraria contro i da- ni dei bruchi, scarafaggi ed altri insetti nocivi ; e. per l’introduzione di licenze di caccia. Seduta 92. — 11 ottobre 1885. Viene assegnato al signor T. S. il pagamento del-l’importo di fior. 100 per 1’ erezione del ponte di Semich sul torrente Pristava, di cui 1’ anteriore conchiuso 18 giugno 1881 N. 2509 e successivo decreto 22 gennaio a. c. N. 281. Viene preso a notizia il prospetto sommario presentato dalla Direzione dell’ Istituto di credito fondiario Sulla gestione del III trim. 1885. Si ringrazia 1’ eccelso i. r. Ministero d’ Agricoltura pel dono della pubblicazione : Die Forste der in der Verwaltung der È. K. Ackerbau Ministeriums stehen-den Staats-und Fondsgeter e dell’ Atlante relativo. Si aderisce ai risultati delle perizia istituita nel giorno 23 settembre a. c. in Matterada nelle vigne fi-losserate e da trattarsi col sistema estintivo. Vengono assegnati fior. 120:60 per assicurazione decennale del nuovo edificio in costruzione, Si prende atto della comunicazione luogotenenziale, relativa alla nomina di Francesco Volpi a maestro ambulante di agronomia per la parte italiana del Litorale, in luogo del cessato maestro de Baldini. Viene trasmesso al Consiglio d’amministrazione di Dragucb l’importo di fior. 107:35 pei pagamenti da effettuarsi ai lavoratori sulla strada di Dragu ah. Vengono comunicati all’ i. r. Luogotenenza per 1' eccelso Ministero d’ Agricoltura, ed al Consiglio agrario provinciale sei progetti di legge che la giunta presenterà alla Dieta provinciale nella prossima convocazione, concernenti la tutela degli uccelli utili all’agricoltura, l’introduzione di licenze di caccia, e modificazioni di alcune disposizioni di leggi vigenti riguardo alle multe agrarie. Vengono accolte quarantadue istanze per frazionamento di debito d’ esonero verso pagamento della rispettiva quota di debito, calcolata sulla base della rendita catastale delle particelle svincolate. Ottenuta 1’ autorizzazione dell’ i. r, Direzione di finanza all’ accettazione, viene assegnata la rimunerazione di fior. 300 agli impiegati dell’ i. r. Ufficio di Pisino, per 1’ impianto dei nuovi libri di liquidazione del fondo d’ esonero. Viene accordata allo studente di filologia in Vienna Giuseppe Roza la sovvenzione di fior. 70. Si prende a notizia la comunicazione 3 corr. del podestà di Visinada G. de F. di aver rassegnato le sue dimissioni alla carica. Si dispone pel pagamento all’ i. r. Consiglio scolastico distrettuale di Capodistria della terzialità scolastica della rendita confraternale di Pinguente, mantenendo in vigore la sospensione del pagamento delle altre terzialità fino a tanto che sarà corrisposto a quanto fu richiesto col decreto 24 ottobre 1884 N. 1487. Liquidata definitivamente la spesa della ricostruzione ed adattamento della casa ex Bradamante ad uso della Stazione eno-pomologica provinciale e del convitto, in fior. 15191:94, dei quali fior. 9030:09 furono pagati dal fu proprietario della casa Dr. Vidulich, viene emesso l’asdi saldo di fior. 6161:85. In base al contratto stipulato coll’ architetto D. Pulgher per la costruzione della seconda parte del fabbricato provinciale a S. Francesco, ed essendo la fab- brica arrivata al coperto, viene assegnata all’ imprenditore la prima rata di fior. 10,000 sul prezzo convenuto fior, 21,000. Approvata la resa di conto prodotta dall’ i. r. Capitanato distrettuale di Lussiupiccole sulle spese di esonero del III trim. a. c. viene assegnata un’ ulteriore antecipazione di fior. 300. In base al decreto 3 ottobre 1885 N. 2279 del-l’i. r. Tribunale di Rovigno in causa esecutiva di G. M. contro il comune di Gimino, si annota 1’ opignoramento dell’ obbligazione del debito unificato dello Stato per fior. 7700 esistente nei depositi del fondo provinciale. Vengono liquidati ed assegnati ; all’i. r. Capitanato distrett. di Capodistria f. 11:20 a rifusione di spese per coscritti non arruolati tenuti in osservazione nell’ Ospitale di guarnigione in Trieste nei mesi di marzo ed aprile a. a. ; alla Direzione deliri, r. Ospitale generale in Praga fior. 24:85 per spese sostenute per ammalati istriani nell’ a. c. ; all’ amministrazione dell’ i. r. Ospitale di marina fior. 1:60 per spese d’un coscritto non arruolato ivi curato nel maggio a. b! all’ amministrazione dell’ Ospitale generale in Fiume soldi 80 per cura d’ un coscritto non arruolato nel mese di settembre ; alla podestaria di Capodistria fior. 81:51 ; a quella di Lovrana fior. 6:94 ; a quella di Montona fior. 9:67 ; a quella di Pisino fior. 29:17 ; a quella di Volosca f. 5:6; a quella di Parenzo fior. 7:26 ; a quella di Castua f. 13:69; a quella di Fianona fior. 5:40; ed a quella di Visinada fior. 18:90 a rifusione di spese di sfratto del III. tr. a. c. Seduta 93 ■— 25 ottobre 1885. In seguito all’ adesione data dall’ i. r. Luogotenenza colla Nota 17 settembre a. c. N. 13813, vengono conferiti i sussidi per la frequentazione del Corso agro-j nomico presso questa Stazione eno - pomologica ai ma-I estri : Craglietto Stefano di Novacco, Malligoi Antonio di Barbana, Sabatti Francesco di Buje, Valles Pietro di Bogliuno, Gonan Lorenzo di Orsera, Pesante Pietro di Montona, Parovel Giovanni di Grisignana, Genzo Giuseppe di Dignano, Franki Giovanni di Rukavaz e Magaseli Nicolò di Goregnavaz ; e successivamente si dispone presso la Cassa provinciale per l’introito dall’ i. r. Officio delle imposte di Parenzo della sovvenzione ministeriale di fior. :500 accordata per la tenuta del corso agronomico suddetto. Viene presa a notizia la comunicazione data dall’i. r. Presidenza del Consiglio scolastico distrettuale di Volosca colla Nota 9 ottobre a. c. N. 524 che nel dì 14 m. c. verrà tenuto, un sopraluogo commissionale per ispezionare il locale scolastico di Rukavaz, allo scopo d’istituire una III classe presso quella scuola popolare. Si avanza all’ i. r. Luogotenenza, appoggiandola, la domanda del Comitato stradale di Volosca peli a continuazione, alle solite condizioni, per un altro anno, cioè dal 19 decembre 1885 al 18 decembre 1886, della barriera stradale in Pogled. Accogliendosi l’istanza degli anziani di Bergud grande, si accorda dal fondo provinciale la sovvenzione di fior. 200 peli’ esecuzione della progettata costruzione di un abbeveratojo in vicinanza al villaggio suddetto, nella località denominata „Melika." Esaminate le suppliche dei concorrenti, vengono conferiti cinque posti di allievo stipendiato presso questa scuola eno-pomologica, pel biennio 1886-1887 a: Beniamino Mogorovich di Antonio da Gherdosella; Francesco Bonaventura Mantovan di Pietro da Sovigna-co ; Antonio Ignazio Zazinovich di Antonio da Veglia ; Roberto De Franceschi di Francesco da Gollogorizza ; e Domenico Negri di Luigi di Albona. Viene assegnata alla Giunta provvisoria della scuola industriale di perfezionamento in Castua, la sovvenzione di fior. 200 per l’acquisto di mezzi didattici ; e la somma di fior. 83.35 dal contributo annuo del fondo provinciale di fior. 400 quale concorrenza nella spesa per la conservazione della scuola suddetta, per 1’ epoca dal 15 ottobre a tutto 31 decembre a. c. Vengono assegnati all’architetto Domenico Pulgher fior. 588.18 per alcuni lavori suppletori eseguiti nel nuovo edificio di S. Francesco. Non si fa luogo alla rinnovata domanda di G. M. nata C. da Pisino, tendente ad ottenere un mutuo dall’Istituto di credito fondiario, stante l’insufficienza dei fondi dati in ipoteca. Vengono avanzati all’ i. r. Luogotenenza gli atti relativi al licenziamento, deliberato dalla Rappresentanza comunale di Gimino, di quel medico cornimele F. Dr. U., per quelle disposizioni eh’ essa crederà di prendere in proposito, a sensi del § IO della legge provinciale 18 marzo 1874. Viene accordata alla podestaria di Pisino la sovvenzione di fior. 147.80, dal fondo proviociale, per la costruzione del tratto di strada Bottonega-Zarez. In seguito a ricerca dell’ i. r. Consiglio scolastico provinciale, si aderisce all’ assegno, sul bilancio del fondo scolastico provinciale, dell’ importo di fior. 40, chiesto dall’ i. r. Ispettore scolastico distrettuale di Lussinpiccolo a titolo d’indennizzo delle maggiori spese di viaggio da lui sostenute per la tenuta delle conferenze dei maestri dei distretti di Veglia e Cherso. Si aderisce alla vendita, proposta dall’ i. r. Consiglio scolastico provinciale, di un’ obbligazione di Stato del valore nominale di fior. 250 V. A. vincolata a nome della scuola di Maresego, allo scopo di devolvere il ricavato della stessa, all’ ampliamento di quel locale scolastico. Vengono preletti ed approvati la Motivazione ed il progetto, di legge provinciale sull’ imboschimento del Carso nell’ Istria, che la Giunta presenterà alla Dieta provinciale nella prossima sua convocazione. Deliberando di non prendere altra ingerenza nel-1’ argomento, si prende per notizia la ricercatoria d. d. 15 ottobre a. c. N. 662 della Camera di commercio e d’industria del Salisburgo per l’appoggio ad una supplica inalzata al Ministero del Commercio onde ottenere una diretta congiunzione ferroviaria da Trieste con una Stazione del Salisburghese. Si accorda a Domenica Crosilla di Buje, allieva dell’ i. r. Istituto magistrale in Gorizia, per l’anno scolastico 1885-86, il sussidio di fior. 100 ; e a Silvia Udovissich di Giorgio, allieva dell’Istituto suddetto, pel 1885-86 il sussidio di fior. 100. Si acconsente al licenziamento di F. G. da Semich dall’ Istituto dei Sordomuti in Gorizia, proposto da quella Direzione, e si dà incarico alla podestaria di Rozzo di fare eseguire il rimpatrio del sordomuto suddetto. Viene disposto presso la Cassa provinciale pel versamento allo Stato dell’importo di fior. 14,416.67, e cioè fior. 10,000 a sconto del capitale dipendente da antecipazioni fatte dallo Stato al fondo di esonero, e fior. 4416.67 a saldo interessi prò 1885 sul capitale di fior. 90,000 ; riducendosi così il debito verso interesse del fondo di esonero verso lo Stato alla cifra di fiorini 80,000. Viene presa notizia della classificazione degli allievi dell’ Istituto provinciale dei sordomuti in Gorizia alla fine dell’anno scol. 1885, comunicata dalla direzione di quell’ Istituto. Si prende a notizia la comunicazione data dall’ i. r. Luogotenenza del dispaccio 3 ottobre a. c. N. 4151 dell’ ecc. i. r. Ministero dell’ interno relativo all’ Ordinanza emanata dall’ i. r. Ministero della Giustizia, colla quale vengono incaricati i Giudizii distrettuali di partecipare in casi di esecuzioni contro i comuni, gli atti agli organi autonomi amministrativi. Vengono accolte quarantasette istanze per frazionamento di debito d’esonero, verso pagamento della quota di debito, calcolata in proporzione della rendita catastale delle particelle svincolate. Vengono accolte sedici istanze per condono d’interèssi di mora sopra debiti d’ esonero e per dilazione di pagamento di debito. Non viene accolta una domanda per riduzione d’interessi sopra un debito d’ esonero alla partita 255 del comune di Rovigno. Viene comunicato al Dipartimento contabile provinciale, per sua norma e direzione, il nuovo Regolamento di sfratto emesso dal r. Ministero ungherese del-1’ interno, e 1’ ordinanza circolare relativa, nonché un prospetto delle stazioni di sfratto. Si approva il deliberato preso dall’Amministrazione delle Confraterne localizzate di Tirano —■ per quanto spetta alla terzialità scuola e poveri — riguardante la vendita della quota di diritto di pesca, pella tangente di prezzo di fior. 162.28 sul complessivo importo di fior. 1000. ( Continua) -§=»33Sy=§-« ei 1» LU F (!) LLJ di H 0, s V 5 y3 LUÌ lì Gl m o i G. A. MOSCHENI •*- TRIESTE Via delle Poste N. 874. ^?0S1TO GEN£9Alf TRIESTE, L’ISTRIA, LA DALMAZIA LA BOSNIA, L’ERZEGOVINA E -ria REGNO D’ ITALIA cederla FABBRICA REGISTRI COMMERCIALI CON .ANNESSA TIPOGRAFIA e LITOGRAFIA -Xr GUTEMBERG-*. ——i GRAZ ;—— presso i» a» limili TRIESTE 'p—*— Via delle Poste Num. 874 Via della Caserma N. 966. —•t*HXE*n— VENDITA REGISTRI COMMERCIALI A PESO per la Provincia franco di dazio. 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