compendio UD C 594.3{262.3):574.91 594.1 <262.3):574.91 MOLLUSCH i ESOTiC i NELL1 ALT O ADRIATIC O Raífaella De MIN & Ennio VIO Dipartimento cfi Biología, University elegit Studi di Trieste, IT-34100 Trieste, Via E. Weiss, 2 RIASSUNTO L 'apertura del Canale di Suez, unilamente all'intensificarsi del traffico mariítimo, all'importazione a scopo di allevamento di molluschi e nel contempo !'incremento del turismo extraeuropeo, sono state le cause determinanti nell'introduzione di 72 specie di molluschi (3 Gastropoda e 9 Bivalvia) esotici nell'Adriatico settenlrionale. Ció é s tato possibile grazie alie condizioni cbimico-fisiche delle nostre acque che risultano essere simili a quelle delle loro locaütá d'origine. Parole chiave: Alto Adriático, Mollusca, specie alloctone, migrazioni íessepsiane, apporto antropico INTRODUZIONE Neí Mediterráneo viene sempre piü spesso segnaíata la presenta di conchtglie esotiche. Le cause di tali ritrovamenti possono essere naturali, dovute cioé al-J'ehtrata spontanea di molluschi attraverso lo Síreíto di Gibilterra od il Canaie di Suez, oppure artificial! e quindi attribuibili ad apporto antropico. L'argomento ha sempre susciíato l'interesse di vari studiosi e Philippi fu unodei primi Autori che confrontó la malacofauna del Mediterráneo con que!la dell'indo-Pacifico. Egli descrisse verso íl 1850, 73 specie in co­mune su 372 complessive, provenienti daí materíale che Hemprich ed Ehrenberg raccoísero nel Golfo di Suez e fungo le coste mediterranee deü'Egitto e della Siria. Si trattó di un notevole errore dovuto probabi!mente ad uno scambio di esemplari. Gli Autori successivi, infatti, cíta­rorso solo casi rarissimi comuni ai due mari e fra questi l'unica specie di sicura determinazione era Pinctada radiata gia segnaíata per it porto di Aiessandria d'Egitto da Savigny (1826) e considerata di apporto antropico da Monterosaío, Solamente dopo !'apertura del Canale di Suez {17 novembre 1869) questa specie si diffuse spontaneamente nel Mediterráneo e le osservazioni per quanto concerne i! Golfo omonirno si rnoftiplicarono. Le prime segnalazioni di una certa importanza suí molluschi indo-pacifici in Mediterráneo si devono a Monterosato (1878-79), Tiller-A'Bavay (1905), Palíary (1912, 1938), Steuer (1939), Moazzo (1939). Con l'apertura del Canale di Suez vi fu un notevole apporto nei Laghi Amari di acque mediterranee carat­terizzate da un tenore di sallnitá di molto infertore r!­spetto a quello dei laghi stessi e ció favori il passaggio di alcune specie, non strettamente eurialine, daí Mar Rosso verso Porto Said. Un altro fattore determinante, nella migrazione defle specie verso nord, é dato dalla cor­rente che si dirige prevalentemente dal Mar Rosso verso il Mediterráneo. Barash & Danin (1973) segnalarono per le coste mediterranee d'israele circa 40 specie indo-pacifiche, aumentando il numero a 59 nel 1977. In tale cifra sono incluse sia íe specie piú o meno acclimatate, sia quelle di cui é stata rinvenuta solo la conchiglia e quindi la loro presenza puó essere ritenuta accidéntale. Nel 1974 (a) Ghisotti sostenne che le specie di ori­gine iessepsiana presentí nel Mediterráneo ed ormai ambientatesí erano circa una ventina ed ipotizzó che, molto probabiImente, sarebbero riuscite a spingersi piu a nord. In un successivo artícolo io stesso Autore (1976) affermó che compless iva mente per il Mediterráneo era-no state segnaiate circa 80 specie esotiche e di queste aicune si erano instaúrate perfettamente. Raffacll.i De MIN & Ennio VIO: MOLLUSCHI ESOTICI NELL'ALTO ADRIATICO. 43-54 Fig. 1: Alto Adriático: principali porti commercial'!. SI. 1 : Severni Jadran: najpomembnejša trgovska prista­nišèa. Ccnni sulle caratteristiche ecologiche nell'Alto Adriático L'Alto Adriático e il tratto di mare delimitato dalla costa nord-orientale italiana, dal litorale istro-dalmato ed a Sud dalla linea congiungente Numana (Ancona) -Isola Grossa (sulla costa croata) (Fig. 1). Presenta un fondale relativamente basso che raggiunge la profondita massima di 80 metri e che costituisce gran parte délia piattaforma continentale alto-medio adriatica. Il sub­strato e caratterizzato, lungo il sottocosta italiano, da sabbia fine e fanghi, mentre, procedendo verso il largo, da sabbia grossolana e detrito; per que! che concerne il fondale roccioso questo e ridotto e circoscritto ad aree limítate dei Golfi di Venezia e Trieste in corrispondenza delle vecchie "mattes" di Posidonia e delle formazioni di origine carsica al largo delle coste istriane. Il notevole apporto di acque dolci, proveniente dai fiumi del Nord Italia, comporta una diminuzione délia temperatura media superficiale, un tenore di salinita che risulta essere fra i piu bassi del Mediterráneo ed un elevato apporte biogenico di nutrienti che favorisce, soprattutto dal punto di vista quantitativo, lo sviluppo dei molluschi filtratori. Per tali motivi l'Alto Adriático si e dimostrato un ambiente adatto all'acclimatazione di molluschi euri­termi ed eurialini provenienti anche da mari tropicali. Inoltre non si deve dimenticare che, proprio per la sua configurazione geografico-politica, in quest'area vi sono importanti porti commerciali, quali Ancona, Ravenna, Venezia, Porto Nogaro, Trieste, Capodistria, Pola e Fiume, terminais di intensi traffici con l'Atlantico e L'Estremo Oriente che hanno agevolato in diversi modi l'arrivo di "nuovi" molluschi. RISULTATI Come supponeva Ghisotti (ibid.), diverse specie "eso­ tiche" hanno trovato, in localitä particolari dal punto di vista chimico-fisico del Mediterráneo, condizioni favore­voli alia loro riproduzione ed in alcuni casi, come spesso avviene nell'instaurarsi di una nuova specie, dopo un ini­ziale periodo di ampia diffusione, hanno raggiunto un cer­to equilibrio Rapana venosa, Bursatella leachii, Scaphar­ca inaequivalvis, Crassostreagigase Tapes philippinarum. Gli Autori hanno ritenuto opportuno considerare la bibliografía di ogni specie, riportando in ordine cro­nologico le segnalazioni dei vari ritrovamenti nel Medi­terráneo, al fine di clare un'idea, seppur approssimativa, sia della velocitä di acclimatazione sia delle modalita di introduzione. Familia: STROMBIDAE Rafinesque, 1815 Strombus decorus (Roeding, 1798) (Fig. 2) = belutschiensis Melvill, 1898 = cylindricus Swainson, 1821 = decorus raybaudi Nicolay & Manoja, 1983 = flammeus (Link, 1807) = ismarius Ducloss in Chenu, 1844 = laevilabris Menke, 1828 = mauritianus Lamarck, 1822 = persicus Swainson, 1821 Strombus decorus é originario dell'Oceano Indiano e presente dal Golfo del Bengala al Mare Arábico. Per quel che riguarda l'entrata in Mediterráneo, si é diffuso inizialmente lungo le coste israeliane (Barash & Danin, 1973, 1977) e turche (Raybaudi Massilia, 1983) e Nicolay e Romagna-Manoja (1983) indicano come piú probabile l'ipotesi dell'apporto antropico accidéntale per mezzo di petroliere provenienti dal Golfo Pérsico. Negli anni successivi la specie si é ulteriormente dif­fusa soprattutto nel Mar di Levante (Mienis, 1984), Cipro (Bazzocchi, 1985), Rodi (Nicolay, 1986), Libano (Bogi & Khairallah, 1987), e la sua presenza in Turchia é stata nuovamente segnalata nelle pubblicazioni di Blocher, 1984; Tringali e Villa, 1990; e Crucitti e Rotella, 1991. Da quanto riportato si deduce che Strombus decorus si é et'fettivamente acclimatato in queste aree del Medi­terráneo raggiungendo un'elevata densita di popolazioni anche nelle isole del Mar Egeo. L'ampia valenza ecologica di questo Strombidae é certa. Esso infatti é l'unico del suo genere ad insediarsi a Nord del 36° parallelo, in un settore compreso tra le isoterme invernali di 16° e 17°C (D'Angelo & Gargiulo, 1978). Questi dati suggeriscono l'idea che vi sia una barriera naturale nella diffusione a Nord della specie e riteniamo quindi improbabile il suo instaurarsi nell'Alte Adriático, caratterizzato da temperature invernali che scendono al di sotto dei 10°C. Ció avvalora l'ipotesi che gli esemplari privi di mollusco, rinvenuti nelle reti di un peschereccio operante nella Baia di Muggia (Trieste), siano di origine accidéntale (Vio & De Min, 1996). Raffaella De MIN & Ennio VIO: MOLLUSCHI ESOTICI NELL'ALTO ADRIATICO. 43-54 Fig. 2: Strombus decorus - Golfo di Trieste -altezza: mm 31 e mm 20 (Foto: E. Vio). SI. 2. Strombus decorus - Tržaški zaliv - velikost pri­merkov: 31 in 20 mm (Foto: E. Vio). Fig. 4: Scapharca inaequivalvis - Golfo di Trieste -lun­ghezza: mm 62 (Foto: E. Vio). SI. 4: Scapharca inaequivalvis - Tržaški zaliv -dolžina: 62 mm (Foto: E. Vio). v/ \ j! i M * « rt Fig. 6: Perna p le ta - Golfo d i Trieste - lunghezza: mm 41 (Foto: E. Vio). SI. 6: Perna pieta - Tržaški zaliv - dolžina: 41 mm (Foto: E. Vio). Fig. 3: Bursatella leachi - Golfo di Trieste -lunghezza: mm 190 (Foto: E. Vio). SI. 3: Bursatella leachi - Tržaški zaliv - dolžina: 190 mm (Foto: E. Vio). Fig. 5: Xenostrobus securis - Porto Buso -Lunghezza: mm 18 (Foto: R. De Min). SI. 5: Xenostrobus securis - Porto Buso - dolžina: 18 mm (Foto: R. De Min). Fig. 7: Musculista senhousia - Ravenna - lunghezza: mm 21 (Foto: E. Vio). SI. 7: Musculista senhousia - Ravenna - dolžina: 21 mm (Foto: E. Vio). RaffaeRa De MÍN & Ennio VIO: MOLLLfSCH! ESOTICI NfLL'AtT O ADRIATICO, 43-54 Familia: MURIC1DAE Rafínesque, 1815 Rapana venosa (Valencienries, 1846} -bezoar (Linné, 1 767) sensu Reeve, 1 847 = pontica Nordsieck F., 1968 = thomasiana C ros se, 1861 Specie originaria deile acque del Giappone, venne segnalata per la prima volta nel 1947 da Drapchin (1953) per ii Mar Nero. Giunse in quest'area, quasi sicuramente, traspórtala da qualche nave ed !n un tempo relativamente breve si distribuí afl'imboccatura del Mar di Azov (1953) e lungo le coste rumene (1954). Nel 1971 Ghisotti non escluse che, trattandosi di un mollusco euritermo ed eurialino, si potesse acclimatare in zone particolari del Mediterráneo, quaii i'Egeo, !1 Mar Ionio e I'Adriático, considéralo il fatto che era gíLi stata segnalata lungo le coste israeliane (Regteren-Altena in Ghisotti, 1971a). Nel 1973 viene pescaío il primo esemplare vívente di Rapana venosa per l'Alto Adriático. II ritrovamento, che awiene al largo di Ravenna, é attiibuibile, senza alcun dubbio, ad apporto antropico o dal Mar Nero o diret­tamente dal Giappone (Ghisotti, 1974b). Successiva­mente viene segnalato presso Venezia ad una profondita di 13 metri (Me!, 1976). Inoltre, la presenza di un esem­plare vívente nelle acque delí'lsola d'Elba, confermereb­be la progressiva espansione nel Mediterráneo di questa specie esotica (Terreni, 1980). Nel maggio del 1981 av­vengono le prime catture per la Laguna di Venezia, e dal 1984 ii mollusco si diffonde soprattutto lungo i canali che hanno sbocco diretto al mare (Cesari & Peilizzato, 1985). Nel 1983 Rapana venosa viene rinvenuta nel Golfo di Trieste impigliata in una nassa al largo di S. Croce (Trieste) (Cucaz, 1983) e fa la sua comparsa nel Mare Egeo nell'aprüe del 1986 presso il golfo di Ther­maikos (Koutsoubas & Voultsiadov-Koukoura, 1990). In Slovenia viene segnalata per la prima volta nel 1997, su un fondaíe caratterizzato dalla bíocenosi del Detrítico Fangoso (DF) (De Min & Vio, 1997). Studi effeituati in acquario di alcuni esemplari di Ra­pana venosa hanno evidenziato che i suoi veliger, pur nuotando attívamente con un velum ben sviluppato, pre­sentano giá dalla schiusa, o addlrittura da qualche giorno prima, un assetto idrostatico negativo tale da farli affon­dare velocemente. Il fatto non facilita fa diffusione natú­rale delle larve quindi, in caso di lunghi tragítti, si puó trat­tare solo di apporto antropico (Cesari & Mizzan, 1993). Familia: APLYSIIDAE Lamarck, 1809 Bursatella leachii Blainville, 1817 (Fig. 3) -savignyiana Audouin, 1826 La specie, originaria del Mar Rosso, é stata rinvenuta per la prima volta in Mediterráneo fungo le coste isra­eliane nel 1940. Le segnalaz.ioni successive riguardano la Turchia (Swennen, 1961) e Malta (Bebbington, 1970). Tortorici & Panetta (1977) indicano la comparsa di Bur­sateíía lungo il litorale italiano nel Golfo di Taranto, dichíarando di averia rinvenuta in diversi esemplari durante campionamenti avvenuti tra il 1968 ed il 1973. Parrinelío e Catalano (1978) e Pianí (1980) segnalano la sua presenza rispettivamente per il Golfo di Palermo nel 1975 e per Se vicinanze di Siracusa nel 1978. !n seguito l'area di diffusione di questa specie si estende ai Basso Adriático, con il ritrovamento nelle acque di Bari (Vac­carella & Pastorelli, 1983). Questo mollusco circumtropicale sembra preferire ambienti altamente eutrofici, caratterizzati da substrato fangoso e popolati da fanerogame marine dei generi Cymodocea e Zosfera (Bello, 1982). A suffragare tale ipotesi vi é anche la segnalazione di Cesari (Cesari et al., 1986) per la Laguna di Venezia che per l'appunto presenta un habitat simile a quelfo sopra descritto. Neíl'estate dello stesso anno sono statí raccolti diversi esemplari ad Aurisína (Trieste), davanti alia foce del Timavo (jaklin & Vio, 1989) e successívamente nelia Laguna di Grado-Marano (inform. pers.). Dopo la sua rilevante comparsa nelle acque del Golfo di Trieste, e di venta ta meno frequente, limitando la presenza alie Baie di Panzano e di Muggia (Vio & De Min, 1996). Familia: ARCIDAE Lamarck, 1818 Scapharca inaequivalvis (Bruguiere, 1789) (Fig, 4} = comea (Reeve, 1844) -natalensis (Krauss, 1848) = rufescens (Reeve, 1844) Specie originaria delle acque delNndo-Pacifico. II primo ritrovamento per if Mediterráneo awiene proprio in Alto Adriático nel febbraio del 1969 sulla spiaggia di Milano Marittima (Ravenna), ne seguono altri lungo il litorale di Lido di Classe (Ravenna) (Rinaídi, 1972). All'epoca Barsotti e Ghisotti avanzarono J'ipotesi che si írattasse di una specie nuova per ii Mediterráneo. Nel 1973 la sua distribuzione si era estesa a nord, oftre Porto Corsini, ed a Sud oftre Fano (Ghisotti, 1973) e si propose di determinare la specie come Scapharca cornea (Reeve), mentre ia specialista americana M. Keen suggerí che si trattava di S. inaequivalvis (Bruguiere). Poiché l'apparizione di questa specie sulfe coste romagnole fe stata !mprowisa, senza cioé che vi fosse nessuna segnaiazione precedente per il resto del Mediterráneo, falta eccezione per i ritrovamenti presso Porto Said, si eselude che la sua penetrazione in Alto Adriático possa essere naturale. Quasi sicuramente, quindi, si tratta di apporto antropico, dovuto con molta probabilita al fatto che alcune navi cisterna gíapponesi attraccate presso Porto Corsini, vuotarono l'acqua di 2a­vorra pómpala in Giappone in cui erano presentí alcuni ftaffaeila De MIN & Ennio VIO: MOUUSCHt ESOTiCI N ELI'ALTO ADRIATICO, 43-54 esemplari di questo bivalve, Scapharca ha potuto sopravvivere "ad un trasporto cosi lungo, grazie anche alla presenza di emoglobina ne! sangue, pigmento che ha una maggíore capacita di fissare ossigeno rispetto alPemocianina normalmente presente nell'emolinía dei molluschi. Per questa sua caratteristica, tale specie e stata inoltre in grado di superare i lunghi periodi di anossie verificatisi neli'Alto Adriático, senza incorrere nelíe forti morie degli altri organismi bentoníci (Ghisotti & Rinaldi, 1976). Nel 1976 fa la sua appartzione neila Laguna di Ve­nezia e nel Golfo di Trieste, dove inízialmente sí di­stribuisce su tutti i fondi mobili e successivamente si stabilizza in modo particolare nella biocenosi delle Sab­bie Fini Ben Calíbrate (S.F.B.C.), causando grossi pro­biemi ai pescatori di vongole, poiché intasa i rastrelii delle turbosoffianti. Fa la sue prime apparizioni alla fine degli anni '70 nelîe lagune dell'Adriático Méridionale e iungo le fasce costiere de! Mar Ionio, Tirreno e Ligure. Nel 1978 Scap­harca inaequivalvis viene pescata a strascico 6 migiia al largo di Trani (Sari) {D'lintrono, 1980). Familia: MYTILiDAE Rafinesque, 1815 Brachidontes pharaonis (Fischer P., 1870) (Fig. 8) = arabicus jousseaume, 1919 = exusíus sensu (Vaillant, 1865) non (Linné, 1758) = semisíriatus (Krauss, 1848) variabilis var. non (D'Orbigny, 1844) = striatus (Bartsch, 1915) = variabiiis (Krauss, 1848) non (Fischer von Wald­heim, 1807) Specie di origine Indo-Pacifica, dopo I'apertura del Canale di Suez si e ampiamente distribuita fungo le coste egizíane, israeliane, iibanesi e siriane caratteriz­zate da temperatura e salinita simili a quelle del Mar Rosso. In Italia Brachidontes pharaonis e stato rinvenuto per la prima volta lungo il Jitorale siracusano nel 1969, dove si e distribuito nel mesolitorale e neli'infraiitoraie supe­riore (Di Geronimo,1971). Successivamente si e propa­gado anche Iungo le coste nei dintorni di Milazzo (Mes­sina) (Arcidiacono & Di Geronimo, 1976). Quindi la specie si e diffusa piu a nord fino a po­polare il litorale di Le Castella (Catanzaro) neila parte settentrionaíe del Golfo di Squiflace (Zanca, 1976). Per quel che concerne l'Alto Adriático ne sono stati rinvenuti alcuni esemplari viventi, anche se di piccote dimensioni, analizzando !1 detrito conchigliare di Punta Salvore (Croazia). E' ragionevole ipotizzare che tali esemplari siano giunti in zona attaccati alia carena di qualche nave cisterna diretta al terminal petrolífero di Trieste (Vio & De Min, 1996). Brachidontes pharaonis ha probab il mente trovato nelf'area portuale ií suo habi­tat naturale dato da coste calcarse e manufatti artificiaii, quali banchine e moli, inquinati da idrocarburi. Non a caso, infatti, i suoi primi ritrovamenti sono avvenuti nel­le vicinanze di importanti porti dove, in taluni casi, ha persino sostituito la popolazione originaria di Mytiius galioprovinciaiis. Familia: MYTILIDAE Rafinesque, 1815 Perna picta (Von Born, 1778) (Fig. 6) = afra (Gmelin, 1791) Perna picta é presente nell'Oceano Atlántico dalle coste del Marocco fino a Capo di Buona Speranza; si spinge nel Mediterráneo attraverso lo Stretto di Gibril­terra e si !inviene sulle coste marocchine, algerine e tunisine. Per quanto concerne il litorale spagnolo é stata segnalata per Malaga (Me Andrew, ?) e per il Mare Catalano (Hidalgo, 1917). E' stata inoltre introdotta tem­poráneamente in alcuni porti quali Toulon (Mars, 1965). Ad eccezione di questi ritrovamenti del Mediterráneo Occidentale, le segnalazioni precedenti risalgono ad Aradas & Benoit (1870), Monterosato (1875, 1878-79, 1884), Jeffreys (1878-85), Caruana & Despott (1919) e riguardano la sola Isola di Malta. Lungo le coste italiane fa la sua comparsa nella fascia costiera del Golfo di Palermo (Buccheri & Pali­sano, 1976) ed il substrato solido che la ospita é di tipo calcareo e calcareo-dolomitico. Viene segnalata per la prima volta in Adriático da jeffreys (1878-85), riportata sub nomine Mytiius pictus, ma non figura negli elenchi delle specie adriatiche redatti da Coen (1937), per tale motivo secondo Buc­cheri e Palisano si trattava o di ritrovamenti eccezionali o di conchiglie prive di mollusco. Per quel che riguarda l'Alto Adriático, gli esemplari rinvenuti viventi provengono da una piattaforma di perforazione petrolífera in sosta di riparazione nel porto di Trieste, che aveva operato nei mesi precedenti al largo delle coste senegalesi. Questo ritrovamento ac­cidéntala confermerebbe ií facile adattamento di tale specie di origine atlantica (Vio & De Min, 1996). Vi sono due ipotesi entrambe valide riguardantí l'entrata di Perna picta nel Mediterráneo: nella prima, si suppone la migrazíone del Mollusco alio stato larvale pelágico, favorita dalla corren te atlantica che, dopo aver lambito le coste nord-afrícane, a livello della sogíia siculo-tunisina, piega verso le coste tirreniche; nella seconda, si irnpotizza il trasporto di esemplari adulti at­taccati alia chiglia di imbarcazíoni provenienti dalle coste atlantiche o del Mediterráneo Occidentale. Familia: MYTILIDAE Rafinesque, 1815 Muscuiista senhousia (Sensor in Cantor, 1842) (Fig. 7) Raffaella De MIN & Ennio VIO: MOLLUSCI Il ESOTICI NELL'ALTO ADRIATICO, 43-54 Fig. 8: Brachidontes pharaonis -Siracusa -lunghezza: mm 26 (Foto: R. De Min). SI. 8: Brachidontes pharaonis -Siracusa - dolžina: 26 mm (Foto: R. De Min). Musculista senhousia e diffusa in varie regioni del­l'Indo-Pacifico, dall'lsola di Chusan (Cina) e dal Giap­pone alla costa occidentale degli Stati Uniti, dalla Nuova Zelanda alla costa occidentale deN'Australia e lungo le coste africane, dal Madagascar fino al Mar Rosso. Questa specie lessepsiana viene segnalata per la prima volta in Mediterráneo lungo le coste israeliane con il nome di Modiolus arcuatulus (Hanley, 1844) (Barash & Danin, 1973). La sua instaurazione e da attribuirsi sia a fattori naturali, sia ad introduzioni accidentali, soprattutto per quel che riguarda le coste francesi, dove vi sono im­pianti di mitilicoltura ed ostre i col tu ra, e quelle dell'Alto Adriático. Musculista senhousia, infatti, fa la sua comparsa nel­le "pialasse" (lagune salmastre) di Ravenna dopo il 1986, anno in cui sono stati introdotti nella Sacca di Goro grossi quantitativi di "seme" di Tapes philippinarum inquinad, quasi sicuramente, da altre specie. Inoltre la presenza contemporánea di Tapes, Xenostrobus e Mus­culista nello stesso biotopo, sia per le lagune venete, sia per quelle romagnole, induce ad Ipotizzare un'origine comune. Finora non e stato possibile definire l'habitat délia specie, anche se sono stati rinvenuti molti esemplari spiaggiati con il bisso aderente ad alghe dei generi Ulva, Chaetomorpha ed Enteromorpha (Lazzari & Rinaldi, 1994). Familia: MYTILIDAE Rafinesque, 1815 Xenostrobus securis (Lamarck, 1819) (Fig. 5) Genere molto diffuso soprattutto nell'Oceano Paci­fico con una dispersione latitudinale alquanto ampia, Fig. 9: Pinctada radiata - Golfo di Trieste -lunghezza: mm 51 (Foto: E. Vio). SI. 9: Pinctada radiata - Tržaški zaliv - dolžina: 51 mm (Foto: E. Vio). dato che interessa le province temperate giapponese, australiana, neozelandese e quella tropicale indo-pa­cifica. Nel 1992 nel corso di alcune ricerche condotte dal-l'lstituto di Ricerca délia Pesca Marittima del C.N.R. cJi Ancona sono stati effettuati dei campionamenti allo sco­po di valutare la biomassa di Mytilus, Ostrea e Cras­sostrea nella Laguna di Venezia e fra essi sono stati rinvenuti molti esemplari di un Mytilidae sconosciuto per il Mediterráneo. Questa nuova specie e stata individuata solamente nei campioni ottenuti tramite grattaggio su substrati soli­di, in una fascia compresa Ira 0 e 3 metri di profondita. La sua presenza era particolarmente abbondante sulle briccole nel tratto piu interno délia laguna e del Canale di Malamocco e lungo il canale V. Emanuele III, in prossimita dell'area industríale di Porto Marghera. La presenza consistente del mol lusco in questa zona carat­terizzata da un intenso traffico marittimo e da un ambiente altamente degradato, induce ad ipotizzare sia, un involontario apporto di tipo antropico della specie, sia una notevole capacita di adattamento e resistenza del Mytilidae, che sembra pertanto preferire acque la­gunari con imprevedibili e forti variazioni chimico­fisiche. Secondo diverse ricerche bibllografiche ed esami di comparazione tra gli esemplari raccolti nella Laguna di Venezia e quelli appartenenti alie collezioni malaco­logiche di alcuni musei, si e potuto identificare in Xeno­strobus !I genere di appartenenza di questo Mytilidae (Sabelli & Speranza, 1993), che verra determinato Xeno­strobus securis nel 1994 dalla Dr. Whitehead in base ad esemplari raccolti gia nel 1992 nelle "pialasse" di Ra­venna. Tale specie vive in associazione con Mytilus gal­loprovincialiso con il bisso attaccato a valve di ostriche, ANNALE S 13/'98 Raffíiella De MIN & Ennio VIO: MOLLUS< i I tMil u I NfclL Al l u AUKIAI ICO. -j i-n Fig. 10: Crassostrea gigas - Saline d i Sicciole -lun­gliezza: mm 63 (Foto: R. De Min). SI. 10: Crassostrea gigas - Seèoveljske soline -dolžina: 63 mm (Foto: R. De Min). o a talli di alghe quali Gracilaria confervoides (Linné) Greville, 1830 o ad altri materiali organici (Lazzari & Rinaldi, 1994). Nel 1993 gli Autori hanno identificato un esemplare vívente di Xenostrobus securis tra il materiale raccolto con una "turbosoffiante" durante la pesca di Chamelea gallina (vongola) in prossimita di Porto Buso, imbocca­tura del canale di accesso a Porto Nogaro (Udine). Viene quindi confermata l'ipotesi che questa specie sembra preferire gli ambienti lagunari e si sviluppa in prossimita di insediamenti portuali di una certa importanza. Familia: PTERIIDAE Gray J. E., 1847 Pinctada radiata (Leach, 1814) (Fig. 9) = canarina (Philippi, 1849) = ? imbricata (Roeding, 1798) Specie di origine Indo-Pacifica che si e propagata nel Mar Mediterráneo dopo l'apertura del Canale di Suez, comunque, come accennato neM'introduzione, era gia stata segnalata da Savigny per le acque del­l'Egitto (1826), dove secondo il Monterosato (1878-79), aveva accidentalmente colonizzato il porto di Alessan­dria. Pinctada radiata si e stabilita su tutti i substrati sol !di dei litorali israeliani, libanesi, siriani, ciprioti, turchi, formando addirittura enormi banchi nel Golfo di Gabes. Recentemente e stata segnalata per le coste del la Grecia e di Malta. Per quanto riguarda il litorale italiano si e instaurata a Lampedusa, Pantelleria e sulla costa méridionale della Sicilia (Ghisotti, 1974a). Oliverio et al. (1992), riferiscono di aver rinvenuto nelle acque di Lampedusa alcuni esemplari epibionti sul carapace di Caretta caretta, per quanto altri Autori non l'abbiano mai riscontrata come facente parte della comunita epi­biontica di questo animale. Tale segnalazione, seppur Fig. 11: Tapes philippinarum - Laguna di Marano ­lungbezza: mm 45 (Foto: E. Vio). SI. 11: Tapes philippinarum - Laguna di Marano -dol­žina: 45 mm (Foto: E. Vio). isolata, sottolinea come anche il trasporto foretico possa aver una sua importanza nella distribuzione delle specie lessepsiane in Mediterráneo. In questo modo infatti, sono giunti nel Golfo di Trieste alcuni esemplari viventi attaccati con il bisso ai piloni di sostegno di una piattaforma petrolífera proveniente dal Canale di Sicilia (Vio & De Min, 1996). Familia: OSTREIDAE Rafinesque, 1815 Crassostrea gigas (Thunberg, 1793) (Fig. 10) = angulata (Lamarck, 1819) = laperousii Schrenk, 1861) = talienwhanensis Crosse, 1862 = posjetica Raugh, 1934 Le specie del genere Crassostrea hanno sempre sol­levato interessanti problematiche per la difficoltá di de­terminazione che presentano. Fino agli inizi degli anni '70, infatti, si supponeva vi fossero tre specie principali e con diversa distribuzione geográfica: Crassostrea gigas (Thunberg) originaria del Giappone e successivamente acclimatata lungo le coste australiane e quelle occi­dentali del Canada e degli Stati Uniti; Crassostrea virgi­nica (Gmelin) presente sulle coste orientali americane tra il Golfo di San Lorenzo e Panama; Crassostrea angulata (Lamarck) stanziata lungo le coste atlantiche europee, dove viene volgarmente chiamata "ostrica portoghese" (Ghisotti, 1971b, c). In seguito vennero fatti diversi studi sulla affinitá delle tre specie concludendo che C. angulata era una sottospecie di C. gigas, mentre C. virginica era una specie distinta (Menzel, 1973). Successivamente analisi piü approfondite inerenti la prodissoconca e l'ibridizzazione delle larve di C.gigas e C. angulata, por­tarono alia conclusione che si trattava della stessa specie (Menzel, 1974) e ció venne confermato anche da studi Rafeelia De MIN & Frinio VIO: MOU.USCH1 ESOTIC1 NEL L'ALTO ADRIATICO , <13-54 morfología e fisiologict condotti da Lucas (1982). Per­tanto, !'estrema diversitá di forme che assume Crassostrea gigas é únicamente attríbuibiie aüa su a grande capacitá di adattamento, sia alia diversa morfología det substrato, sia aile variazioní di idrodinamtsmo, di salinita, di temperatura e di altri fattori ambienta!!. I primi esemplari rinvenuti neíl'Aito Adriático risal­gono al maggío del 1969 presso la Sacca degii Scar­dovari (Po di Tolle, Rovigo) e ia loro presenza viene confermata dai dragaggi effettuati in zona pocbi mesi dopo dal Matta (1969). Secondo lo stesso Autore queste "ostriche lunghe" erano giá note ai pescatori di Goro nel 1964 e ció escludeva che g!i esemplari potessero pro-venire da larve dell'allevamento sperímentale che egfi stesso creó a Chioggia nel 1966; pertanto, o il banco era preesisteníe, o si era formato da ostriche portoghesi impórtate daH'Atlantico. Le diverse segnalazíoni di Crassostrea gigas per il Deita Padano e lungo la spiaggia di íesolo, oítre ai rin­venimenti degli stessi Autori nel 1971 alio sbocco dei c.anali delle saline di Sicciole (Capodistria), sarebbero invece spiegabili con la diffusione verso Nord, favoríte dalla direzione delle correnti, di alcune larve prove­nienti dagli allevamenti sorti alia fine degli anni '60 a Ston (Croazia) (Parenzan, 1975). Crassostrea gigas venne introdotta a scopo di alle­vamento nella Laguna di Grado (Gorizia) nei 1975 (Valli, 1980). Anualmente, per quanto i !guarda l'Alto Adriático, la specie si é diffusa su tutti i substrati solidi del rneso­litorale e dell'infralitorale superiore, comprimendo, in taluni casi, la fascia a Mytüus galloprovincialis verso il basso {Vio & De Min, 1996). Contrariamente ad Osfrea edulis, endemica per l'Alto Adriático e típica degli ambienti marini, Cras­sostrea gigas si é notevolmente sviluppata lungo i canali lagunari risultando esclusiva di ambienti di tipo meso­alino (Pellizzato & Perdicaro, 1987). Taie distribuzione é favorita dal fatto che Crassostrea, a differenza di Ostrea, presenta una camera promiale (Galtsoff, 1964) che le consente di contrastare l'eccessiva quantita di sedimento delie acque e ció !a íavorisce in ambienti molto fangosi e torbidi. Familia: OSTREIDAE Rafinesque, 1815 Saccostrea comrnercialis (Iredale & Roughley, 1933) = Saxostrea comrnercialis Alian, 1959 Specie diffusa nella Provincia Australiana soprattutto nei pressi degli estuari. In queste aree riveste una note-vole importanza poiché la sua commercíalizzazione é altamente redditizia, dato che Saccostrea risulta parti­colarmente gradita dal punto di vista alimentare. Per tale motivo all'inizio degli '80, é stata importa ta in Italia do ve si e tentato l'aüevamento, in ceste ed in vasche di siabulazione nel Bacino di Chioggia (Laguna di Vene­zia). L'esperimentó, purtroppo, non ha avuto successo e di questo Ostreidae, di sicuro apporto antropico volon­tario, non abbiamo informazioni di ritrovamenti recenti in Alto Adriático (Cesan & Pellizzato, 1985). Familia: VENERIDAE Rafinesque, 1 81 5 Tapes philippinarum (Adams & Reeve, 1850) => bifurcatus (Quayle, 1938) decussatus AA. non (Ltnné, 1758) = denticulatus Sowerby G.B. II, 1852 gratus Deshayes, 1853 = indicus Sowerby G.B.i!, 1852 = !aponicus Deshayes, 1853 non (Gmelin, 1791) = quadriradiatus Deshayes, 1853 -semidecussatus Reeve, 1864 = violascens Deshayes, 1853 Tapes philippinarum ha un'a rea le vasto dato che comprende ie Province indo-Pacifica, Neozelandese, Giapponese ed Aleutinica. L'introduzione delia specie in Italia e avvenuta nel marzo del 1983 in Laguna di Venezia neil'ambito di ricerche organizzate dalla Co.S.P.A.V. (Consorzio per lo Sviíuppo delia Pesca e dell'Acquicoitura dei Veneto) al­io scopo di verificare le possibilita di allevamento delia specie in queste aree (Pellizzato, 1990). Nel 1984 le vongoie fllippine sono state seminate anche sui bassi fondalí lagunari di altri ambienti valliví veneti quali Caieri, Scardovari, efe, (Cesari & Pellizzato, 1985). Per quanto riguarda la Regione Friuii-Venezia Giulia la specie é stata introdotta il 29 aprile 1986 nella La­guna di Marano dove, dopo una necessaria fase speri­mentale, !a sua produzione ha avuto successo (Zentilin, 1990). La resa di questo nuovo tipo di molluschicoltura per i biotopi lagunari é risultata a tal punto soddisfacente, che la specie si é propagata al di fuori degli allevamenti insediandosi non solo nella stessa bíocenosi di Tapes decussatus (Linné, 1758), ma anche nelle aree imme­diatamente esterne alie bocche lagunari, dove il tenore di salinita e l'idrodinamismo sono superior!. La maggior capacita di adattamento alie variazioní chimíco-fisiche ed a quelle delia temperatura in modo particolare, di Tapes philippinarum rispetto a T. decussatus, oltre ad una velociíá di accrescimento superiore {Maitre-Alíafn, 1982), hanno fatto si che tn taluni casi tale specie esotica abbia vicariato queila endemica. CONCLÜSIONI La configurazione geografico-politica dell'Adriatico Settentrionale, unitamente alie caratteristiche chirntco­fisiche delle sue acque simili a quelle deile zone Raffoetfo De MIN & fnnio VIO: MOUUSCHl ESOTÍCI NEU'ALTO ADRIATICO, 43-54 estuariali di localitá sub-tropicali e tropicali, hanno reso ziare gli allevamenti locati; 1'aumento di acquart tro­possibile l'íntroduzione di dodici specie esotiche (3 picali con la conseguente possibilita di fuga di qualche Gastropoda e 9 Bivalvia). Di queste, 7 (Rapana venosa, esemplare. Bursatella leachii, Sc.apharca inaequivalvis, Musculista Riteniamo inoltre utile rteordare che, con l'impor­senhousia, Xenostrobus securis, Crassostrea gigas e Ta-tazione di molluschi e di Bivalvia in modo particolare, pes philippinarum) si sono instaúrate stabilmente dive­nendo eos) alloctone, mentre 5 (Strombus decorus, Bra­chydonles pharaonis, Perna picta, Pinctada radia ta e Saccostrea commercialis) vengono tuttora considerate "accidentaíi", non essendovi stati ulterior! ritrovameníi Alcune di queste specie sono cletfe "lessepsiane" (da Ferdinand-Marie Lesseps che progettó i i tagiio del i'istmo di Suez) e sono quelle migrate autónomamente dal Mar Rosso ai Mediterráneo, si a a stadio larva le sia adulto (Oliverio, 1994); altre vi sono pervenute per fenomeni antropici diretti o accidental!, quali: i! trasporto per via marittima nelle acque di sentina di navi provenienti da Paesi extramediterr^iei; la presenza come epifauna sul­le carene di imbarcazioni da diporto o su altre strutture provenienti dall'Atlantico o dalí'Indo-Pacifico; l'impor­tazione di seme di molluscbi commestibili per poten­spesso, senza rendersene conto, vengono introdotti altri organismi quaSi alghe, protozoi parassiti, invertebrati predatori, che possono diffondersi in maniera incon­trollata, causando seri danni alle risorse marine e nuovt problemi ambientali. Pertanto consideriamo necessario un attento monitoraggio dei prodotti importati, non solo per poter definire con chiarezza i risehi connessi, ma soprattutto per tener sotto controllo la diffusione di agenti patogeni e di parassiti nelle acque. RINGRAZ1AMENTI Si ringraziano il Dr. Gtorgio Valli, per alcune infor­mazioni di carattere fisiologtco ed il Dr. Pellizzato della C.O.S.P.A.V., per le notizie relative alla Saccostrea nella Laguna Veneta. EKSOTIÈNI MEHKUŽC I V SEVERNEM JADRAN U Raffaeila De MIN & Ennio VIO Oddelek za biologijo Univerze v Trstu, IT-34100 Trst, Via H. Weiss 2 POVZETEK V Sredozemskem morju se èedalje pogosteje pojavljajo eksotiène vrste mehkužcev. Do širjenja teh vrst lahko pride po naravni poti skozi Cibraltarsko ožino in Sueški prekop, lahko pa tudi zaradi èloveških dejavnosti. V se­vernem Jadranu sta avtorja ugotovila pojavljanje 12 eksotiènih vrst mehkužcev, to je 3 vrst polžev in 9 vrst školjk. Sedem od teh vrst (Rapana venosa, Bursatella ieachi, Scapharca inaequivalvis, Muscu lista senhousia, Xenostrobus securis, Crassostrea gigas in Tapes philipptnarum) se je v novem obmoèju že ustalilo, ostale (Strombus decorus, Brachidontes pharaonis, Perna pieta, Pinctada radiata in Saccostrea commercialis) pa smatrata za nakljuène vrste, ki niso bile naknadno potrjene. Nekatere od teh vrst so lesepske selivke; ime so dobile po francoskem arhitektu Ferdinandu Lessepsu, ki je zgradil Sueški prekop. V Sredozemsko morje so prišle iz Rdeèega morja kot larve ali odrasle živali. Druge so prišle vanj posredno ali neposredno kot posledica èloveških dejavnosti: - z balastnimi vodami kot posledica pomorskega transporta iz ne-sredozemskih voda, - kot obrast na ladijskem trupu in drugih strukturah iz Atlantika ali Indo-Pacifika, - z vnosom mladic neavtohlonib vrst v gojišèih morskih organizmov in - kot posledica narašèanja števila tropskih morskih akvarijev, od koder lahko pride do pobega osebkov. Smiselno je tudi pripomniti, da lahko pridejo z introdukc.ijo mehkužcev, še posebej pa školjk, tudi organizmi kot so alge, parazitski protisti in nevretenèarji, ki se lahko nenadzorovano razširjajo in povzroèijo hude posledice na morskih resursih (virih). Zato bi bilo potrebno uvesti pozorno spremljanje uvoženih izdelkov, da ne bi prišlo do raz­širjanja patogenih organizmov in parazitov. Kljuène besede: Mollusca, alohtone vrste, lesepska selitev, severni Jadran Raífaella De MIN & fnnio VIO: MOUUSCH I I50T1CI NL11'ALTO ADRIATICO, 43-54 BIBLIOGRAFIA Aradas, A. & L. Benoit (1870): Conchiglioiogia vívente marina della Sicilia e delle !sole che la circondano. Atti Acc. Gioenia Sc. Nat., Catania, 3 (6), 324 pp. Arcidiacono, A. & i. Di Geronimo (1976): Studio bio­rrtetríco di alcuni campion! di Brachidontes variabilis (Krauss). Conchiglie, Milano, 12, (3-4): 61-74. Barash, Al. & Z. 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