ORGANO DELL'UNKJNE ANTIFASCISTA ITALO ESLAVA PER IL CIRCONOARIO DELL' ISTRIA Direzione - Reda-zione - Ammin. Via Sanitario 26 - Capodistria tel. 170 ANNO V. No. 249 Capoäistria, Limedi 30 giugno 1952 5 Din. - 25 LIME ISTXlin f"fF D H Mi T B Fatti ed avvenimenti nella vita del nostro paese ÜiAWU Pif nUWIfc NtjÔVE provocazioni L’URSS Si intéressa di Trieste per gli scopi particolari ^ ^ V Y £ rRU V U V délia sua politica imperialista e non per l'applicazione a 3 ***»«,-*.** ^ ^ ^ £ ________del Trattato di paca Q©I COlUlIllOFllllSll UH0ll©r©Sl La visita dell' ammiraglio Mount batten a Brioni e Fiume - La proposta della nostra delegazione inserifa all'ordine del giorno alla conferenza di Galati LA “SEHIMANA DELIA MADRE E DEL BAMBINO L Unione Soviética é intervenida ancora una volta sulla questione di Trieste. Ad oltre un mese e mezzo dalla sua conclusione, il governo di Mosca si e accorto dell’arbitrario ae-oordo di Londra sulla partecipazio-né idellTtalia all’amministrazione della zona A del TLT ed ha inviato alla G ran Bretagna e agli Stati Uni-ti una nota richiamante l’attenzione dfei duc goyerni sull’illegalitá dell’ac-eórdo stesso. Questo é stato firmato il 9 maggio ,e Mosca ha consegnato la sil a nota il 24 giugno. 46 giorni per accorgersi che 1’ accordo italo-anglo-americano costituisce. una vio-layione del trattato da pace italiano sono indubhiamcnte troppi anche per la buroorazia del Cremlino. Questa ingiustificata intempestivitá di Mosca e per lo meno sospetta, anzi tanto sospetta da confermare che l’Unione Soviética si interessa di Trieste per gli scopi particolari della sua politica imperialista e non perche preoccupata della fedele ap-plicazione del trattato italiano e de-siderosa di vedere quanto prima re-alizzato il TLT. Nessuna ragione di principio e nessuna preoccupazione legalitaria hanno spinto i hurocrati di Mosca ad inviare alie due potenze oceiden-tali la nota del 24 giugno. Ció e piü chiaro se si considerano le ragioni dei 46 giorni di attesa da parte del Cremlino e i motivi che hanno spinto questo ad inviare la nota soltanto ora. Per tutto lo scorso mese i co-ininformisti italiani in vista dello elezioni amministrative nel Mezzo-giorno erano impegnati in una síre-nata gara di sciovinismo su Trieste, iri perfetta comibutta con i faseisti. tin intervento di Mosca del genere di quello attuale avrehbe allora» rot-to le uo-va nel paniere di Togliatti. In compenso il silenzio dell’Unione Soviética dava fastidio a Vidali, che si affannava per uguali ragioni elet-torali a dichiararsi per il TLT. Ora la situazione é mutata. Togliatti é nei pasticci e Vidali ha invece ti-ra-to un sospiro di sollievo. II quo-tidiano cominformista italiano «Uni-ta» non ha ancora avuto il coraggio di daré ai suoi lettori la notizia della nota soviética del 24 giugno, malgrado che questa sia stata puib-f)licata dall’agenzia TASS il 26. Nella pagina trieslina dello stesso gior-nale Vidali si e invece affrettato a scrivere che la nota di Mosca ha di-mostrato «che l’Unione Soviética e la sola grande potenza che lotla per la costituzione del TLT». A parte queste spassose ed imba-razzanti situazioni in -cui la politica di Mosca pone i suoi fe-de] i servi-tori a Trieste, in Italia e altrove, e singificativo che la nota soviética sia stata consegnata proprio nello stesso giorno nel quale si concludeva la visita in Jugoslavia del ministro de-gli esteri austfiaco Grubor. II mi-glioramento dei rapporti tra la Jugoslavia e l’Austria, in quanto contributo alla normalizzazione della situazione in questo settore dell’Eu-ropa, non é piaciuto naturalmente E’ ©mito l’ammo -scalastico ©d anche .la seÉaiicine estiva dieigli ©saurai è oriraaii dlfetlro a; raen: isi ha l’iim-ipttélîisilcime id’e-sis-eir glu ni i isilla meta ,ccin il flato grosso come idoipo ¡uira in-itdnisio e 'duro feivciro. Queista ¡iimipressiane è itanto ipiú fci.ite se pcln-s.i-aimo ailila vía t-r-asccins-a- qui al ,’Liiiceo .italiano di Caip-odi-strrai lui quetit’amino sooliastitcow Mcijte ¡faldcie -rauoive nie¡l Coilegio . dei Rrdfeissiolni. Uno, il Neisteme; berjvoiluto da rtuitlti, el è -iwenUlto a mancare lito tarda eta, dotpo aveir ocinsaicrEito' .alia -slou-oliai itiatta. lia sua vlita: eld ha ivciluto imar.iire proprio me-lil’ediifi.cio abe accoglie ITsItiltuto quasi -aaramoiniimeirito si; piú gióvaini, che hatninoi 'Laisicialto iil lloro- pols-t-o, -JtlietpoinianidoiSii idjeillle imeitie, esltranieie ahia* 1 II iloroi imiisisdolme' \dil edulcaitori, alla imiasiclne par c-uii atv-avan-o eis-sunlto vano deg-li ototolighi più ina-bu’i ttíha l-egMao llu-oimo aiMiumanltá, ,al)la sloiciiíitá ed iail popodo che sta »reandosi una nuorva vita1. Gil stuident.i linrvace, -quasi tu'fcti, come -att’i-niEio: «BS¿ isoinio iri-maisiti nelie Iciro aule perché -sape.vanio ch-e il pcitere ipcipo-fere avtreibbe proiwie-drit-o in -moldo degnio ideille> tr-adilzioni -cuJii.urGÜ -d-el nioistro ipopo.l-o. .11 pnofi-tito? Mallo is’é iSlciritlto s-ul rpro-fliio in -quieisita scu-ola alio sariu-dimlo Bemeatasate: che- .eirá eatirema-puslnte foaElso speloiailmeinte in. ceiite ie.li.ajsi, tdhfi -eir-a un ámldiioe deili poico la-'voto Íivoito -dad -CQ-npo ins-egiiialnite tice. £|peieliie pe:r 1-a iqualnta e illa quinta clcijSiî -gi'ininiasa-ailé isi ipar.lava giá di «cseló». Gr-a te icidir-e dico-n-o che siu 41 -altamii di queate -due ofessi, 26 BCinio i :pr€im-oisis-i, ci-c ¿ il 63.41%; il Ich-e- è bem poico- -ail idii scltto d>ei notr-ima.le. N-e-lie icilalast liinifariciri inveice il pimcaníto idiei pirotn-assi é sansá'taiil-tmeinte piü balsB-o d'i quello id-e'M’ainmo pastisit’O, ipeincihiè appunitlo ie clasisi -inifíiridiri isono- quelilie che piü ri-sentri.ilo idi cigníi imutaimeinto-. N-e.1 Li-beo, 1,1 ¡r-apipciilto lira tptc«n:i id e ne-igíi'.iivi, va dii girain -liunig-a- a faivoíre d,i queClt’iininio- siccilEiatiiico. Se guair-fli-air» -aille Gfflre del ipoafiUo a-id loro cciir.!p’.£i3-s-o, Vieldlr-eimo iche fí.u 186 Bilumln-i, i -proimoissit is-oino 113. ció che iraip'preisieicltiai -id 60,75% de.l to-taile1 (-lo boociSo aínmo ánrve-ce irisulIt-EinOinio pr-o-)r)assi 1105 alluinni ció che oerra-Spoise al 62.07% icón tuna diUereinza all URSS. Ed ecco allora la nota del 24 giugno con cui Mosca dimostra concretamente di voler ancora usare della pedina di Trieste, cosí importante nel suo gioco diretto a con-fondere quanto piü possi-bile le ac-que in questa parte d’Euro-pa. In particolare, con la carta di Trieste, l’URSS intende ostacolare un qua-lunque accordo diretto tra l’Italia e la Jugoslavia e nello stesso tempo sa-botare la conclusione del trattato di stato con l’Austria, che ha subordínalo, come e noto, all applicazio-ne -del trattato italiano per quanto riguarda il TLT. I migliori alleati di Mosca in questo campo sono stati e sono tuttora i reazionari irredentisti, interessati quanto l’URSS a mantenere una situazione instabile. Alla s-tessa stre-gua dei co-minformisti, essi sono stati posti in aliarme dal viaggio di Gruber in Jugoslavia, definito dal «Gior-na-le di Trieste» un errore piuttosto grossolano». E’ compren šibile. Per gli sciovinisti come per i cominfor-misti qualunque passo avanti sulla via della normalizzazione e dell’ap-profon dimonto dei rap-poirti tra la Jugoslavia e gli altri paesi, sopra-tutto quelli vicini, rappresenta in-fatti un duro colpo per i loro piani imperialisti. Riferendosi alla nota soviética, lo stesso quotidiano scio-vinista serive che «é abbastanza evidente che Mosca ha voluto ricalcare le argomen-tazioni jugoslave avallándole con la propria firma». Questa stupefacente affermazione é solo nn piccolo con-tributo del quotidiano irredentista alla ridicola camipagna che da qual-che tempo viene condotta sia da parto di Mosca che dei circoli reazio-nari occidentali per dimostraro 1 im-possibile: che cioe la Jugoslavia fa il do-ppio gioco e che la sua rottura con il cominform é solo una gigantesca finzione. Dopo le minaccie, le pro-vpeazioni, e le calunnie, la cam-pagna -dei nemici della Jugoslavia socialista é giunta ora alie afferma-zioni sensazionali, non si sa se piü ridicole o piü paradossali. Al di sopra del fétido pantano di questa eaimpa-gna anti-jugoslava stan-no pero i fatti e questi documenta-no la effettiva comunanza di intenti e di interessi esistente tra gli imperialisti di Roma e i hurocrati di Mosca, e non solo nei confronti della questione triestina . NUOVA CENTRALE A MOSTE E’ stata ina-ugurata ieri, con ima solenne cerimonia, la nuova centrale idroelettri-ca di Moste che e la prima delle centrali idfoel-ettriche del sistema della Sava. La secoinda centrale del sistema, quella di Medvode, verra messa in attivita duran-te il prossimo anno. Seguiranno irt periodi di tempo successivi le cen--tirali idroeJettriche di Mavčiče e Krško, che completeranno il sistema energetico della Sava. La potenza della nuova centrale di Moste šara di 50 mila Kw -ora. íin piú iquilnldii ¡dii 1,32%). I-L che é -prcibaitiivo, ipeir ailiumini ed .ínisagnanti, aveinido isempriei irígu-airdio -a ció che é isu-ocas-sio ¡aiiriniiziio id-eil II s-emes-tire. I -kittomi ie isipelciiie á -g-einiitard, che, lira -Taltr-o, haininioi adeiriito -quasii in Mocea ailil’.inrviitio dieilil-a- Firesiideihzia pe,r ■.un,a riuimiloinie, pinoficuia e friultitiuoisa ¡n:eil magigib sicarsioi, ivciriratnmo- certa-Imeinlte is-apeme -q-uallchie cas-a puré sulla idilsiciilpliuiia. Ebbenje, é doveroso d-jiria ‘Che -eirá al-qulanto irilialasalta che ipepció inoin isi (pat-eiv.a imiigilioira-re d-i Icaipa. T.ainito piü parché i pri-ncipi damo-ciraUlijci su cui isi- balsa la scuola mio'dieirna, inioin iccinisent-oinlo il formar-si -dii uin-a- -dilsiciipliinia- iMluimiiinaita e coscieinlt-e di peir ill. . D.eis-terá qeintlaimieimtiei ,sdripri0sa, dopo. ia-lii ipreim-els'sie,, lapiFir-enidieT-e ch-e gil -esa-mi -no-n ihainln-o dato i r.is.ultati aiitclsii1: qppure' -é .c-cisi. iM-a- é del resto lagildo. -Gli -esaimi lilna-li dii cor->3o is-oin -ooinisiiidelriaiti- lamlccira da a-l-unni e iganiltcir.i -ccimie «sanad ipsir cui l’a-lun,no deve .ricond'are tutito il cumulo di ¡inozicini (pantiicollairi, Sii.udiate dur.amite il ireifeltiivo- -canso di situ-di, meinitre si íbad-a tr-cippo (poco al col-'-legaimento (tipa te rv-airiiie pánt-i de-l-la ■mEiícmiia appresa, siin-o' a fairrae -un tuitifurio, a igiiu-diicair-lai ito modo con-falc-ti.-Jie laiMíeltá, -anche ‘anitcinoma^ rnein-te, pe,r Idliimoistiraire -con ció -ap--punto la proiprii-a imat-uir.iitá. Gli in-se-gn-ainlti isi -s-ono sforzaiti di far c-om-preinidane i^iueislta cKIganiZla foinidamen-íEi'-e .sciniza irilu-sia’ltie -aipipiieinio- .n-ell’in-t-enito «mebe ipe'r id Ibravé it-eimipo -a loro- diisipoiailziiioinie. In- chiuis-a, urna 'plccoila -osse-TV-aizi-o-ne. iSi sta pairl,ando e is.uisisurando pcliieiochio -diell iLdoeio .ibalóairjo .dii Cai-pod.il i'-riai, d-cipo d-a iejíiti'ra aipp-arisa bu i«,La Ncisitira Lcllita» ia firma di un qp-ennio- de-lla Scicieda «ADRIA.» II prolblema ha due eispeibtii: -gilí i itulíi c-hi3si.ci iin gEiniíiraile e questa ii-cijtira scuoila iin particcd-aire. Quainto -agli -studi clasisiici, é pa-r'ióieo, -d-cipo da riis-oiluizicinie del tetrao pl: i.-.uim del. -C. C. d-eil P. C. J„ che (gli ei'.-uidii iC-halsBilci hanno aviuto- un nuov-oi irrlilnerv-Oh icón umai stauititura inuoiva -dhie, o-litire -a,lile imaitariie umia-MLll’-iicihe, pr-eved-e uno s'tuldio -adesguato adl-e ie,sii,geiniz-e ifficlderine diedle KicBiildcIjte isiciianizie -esaillte -e ohie a quella rnielta stiaimo aiwicinamidoci II Governo Fedérale ha inviato una seconda nota di protesta al Governo ungherese in relazioneiasconfinamen-ti di aerei militari nel territorio della RFPJ. Nella nota si rileva che si-mili atti si sono ripetuti anche -dopo l’invio della prima nota. Apparecchi dell’aviazione militare ungherese hanno a piü riprese violato il territorio nazionale j-ugoslavo in data 24 e 25 -giirgno, il -che idimostra che il governo ungherese non vuol tenere in aleun conto la sovranitá del territorio altrui organiizzando pro-voca-zioni nella speranza di oreare inci-denti. La nota mette in guardia il Governo di Budapest sulle sue respon-sabilita qualora tali proivocazioni ah-ibiano a ripetersi ancora, precisando che il Governo della RFPJ prenderá tutte le misure necessarie per tutelare l’integritá del territorio nazionale ed assicurare la difesa degli intgressi vitali dei nostri popoli e del nostro paese. * A poehi giorni di distanza dalla visita del dott. -Gruiber a Brioni, il compagino Tito, in qualitá di Comandante Supremo delle Forze Armate, ha ricevuto nella sua residen-za estiva, Famimiraglio lord Mount--batten, Comandante della Flotta inglese del Mediterráneo. L’ospite che proveniva da Fiume, é stato tratte-nuto a colazione, dopodiché il com-pa-gno Tito gli ha ricambiato la visita a bordo dell’incrociatore «Glasgow» passando in rivista l’equipággio. Durante la -colazione il eompagno Tito ha pronmiciato un discSrso di saluto nel quale ha brindato agli ospiti ed lia espresso la sua soddi-sfazione per la visita del rappre-sentante della marina inglese. Nel suo di-scorso il compa-gno Tito si e ric-hiamato alla oomune lotta soste-nuta dagl¡ alleati durante l’ultima guerra ed ha manifestato la sperau-za che la solidarietá dimostratasi allora sussista anche in avvenire fra i ipopoli della Jugoslavia e della Gra-n Bretagna. Tra l’altro il Ma-re-sciallo Tito ha idetto: «Ci consi-deriamo alleati perche aspiriamo in comune a salvaguardare la pace, a stare in comune in questa parte del mondo in guardia contro avvenlure aggressive di guerra e in difesa della pace.» Hanno parlato puré, rispondendo al eompagno Tito, l’Ambasciatore inglese a Belgrado, sir Ivo Mallet e l’ammiraglio Mount-batten. Brindando alie fortune ed all’onore delle nostre Forze Armate, l’ammiraglio Mountbattern ha detto tra l’altro: «Noi siamo alleati, uniti nella salvaguardia della pace e del henesse-re, e lavorare assieme per la pace e un’alleanza [molto migliore dell’al-leanza che nasce in guerra». * Alla riunio-ne della Commissidne danubiana che si sta svolgendo at- ipur-e itiol,'iconte Idieil ineisto tutti d paies ui civili -d’Eunoipa. . iCoin ciô è Æuoir -d-i Jiuagio- idiiisciujter-e dal scc-oind-o ais-peitito -die-1 prdb-liemia-, icii-oè id-eiK’çtpipciritiuiniità deil’esistenza idi -un Xisitiiituta che isii -aivivia- ia ri-(sipio-nidie-na -iln tuitto- -e1 par Ituttio al-lie gjs'iiganlz-a idielMiai moisitir-a imuova- re-altà c-oicfei.ie, ic-cia iinsieiginiainiti loapasci -e1 v-o-jËbtenosi -cüie -aimEinio- la -Scuoila e gli ailuinmii, lobe- VctglMiomo id-ed'icair io-ro de mi-gijiari einiartgiiie, i-i -dia faire -onicirie al’ila calus-a idel saciaili-smo ed allia cu’jtura litailiaina-. Prof-oinideinidio. . fiumi d’dinlchiMlro par .la visita del igani. Ridigway ai-il’Italia ie irife-r.enid-ois-i pairltiiccife.umiente ¡alita «'iistpazioiàe- -ail- ic-owifinle cirienita-,1e», ila sii-amp-a «iqualif-icalta iitailiaina» ;m©moirie d-ed priincipi ail qiua-li si att-éneva il is'u-o «foinldat-cirie diell’im-pano» clsisia -che «li c-oufiim m-.oin si di- s.ciuitono ima is,i difeirudoaio.» -cal- s-olttm:-Itaso -chie ,si ad-laœganioi co,n; gli istes-sd toe-z-zii — isicriviava tra l’-a-ltro; «I generan italiani, con una documenta-zione molto esauriente, bene hanno fatto a non nascondere al nuovo comandante altantico dall’alto del ca-stello di Udine Oci-oiè doive il duca id’AiCisita «-eiro-e -l-e-gg-einldario del ri-solrit-o -iimipeir-o'» — -alloira (1915) d.uca id-elle Puig-Xe e capoiraile d’artigli-e-r.ia — isi -è -me-rilt.ato lia prima med-a-igilia d’aœgeinito «penché cal tiiro deil cann-anie alntiaeireio,, al -quale -ara ad-fd-ellt-o, poco ml anco -a- coilipiiire ,u-n aneo-plano ineimiiltSoi») dagli spalti del castalio di Gorizia e dall’osservatorio del S. Michele le falle délia frontière!)). «Confine ingiusto, assurdo, ma sopratutto non militare» -iniqua-imclnite i-mpoato aU’Ltalia d-al «Quattro -Grciasiii» a segu’lto- dû una gu-enra Ime-Wia -quale ill suo i«iglàrii!oiso ed invit-ito eisenc-ilta» ha -«siaritto pagine di leinoiisimoi limimcintal-e ed imipaneiggiabi-ile- mella stonia», icoimibaitteinldo sem-ipr.e a ifianioo- ide-1 ipi-ù forte, prima coime ietfeie -a-llèait-o -di Hiitliar e poi in •veste di (ícibel-liigex.Einite dei -s-u-oi: n-e-tiiti. tualmente a Galati (Romanía), i delegati dei paesi satelliti -dell’URSS (Ungheria, Cecoslovaéchia, Bulgaria e Romanía) hanno accettato di inseriré all’ordine del giorno la -pro-posta jugoslava milla revisio-ne del regolamento e idello statuto della Commissione per la navigazione sul Danubio. Benohe -nei loro interventi i delegati dei paesi cominformisti abbiano cercato di respingere le ragioni esposte dalla Jugoslavia, essi hanno alfine riconosciuto l’anorma-litá del fatto che la Jugoslavia non afabia in seno alia segreteria alcun rappresentante. Il delegato ungherese ha proposto che il n-ostro Governo momini alcuni süoi rappresen-tanti in -determinati posti di respon-sabilitá di secondo piano. E’ evidente pero che il nostro paese do-vrebbe avere — in considerazione del fatto che nel suo corso medio il Danubio scorre in maggior parte nel territorio nazionale jugosla-vo -— maggiori competenze di quelle proposte alla conferenza dai delegati cominformisti. All’VIH Assemblea ordinaria del CPD, che ha avuto luego sabato scorso nei locali della Casa del Co-operatore di Buie, il presidente del Consiglio económico del CPD, Dimi-nic ha preséntalo il progetto del decreto sul piano sociale per il 1952. Tale progetto, che prcVede la rea-lizzazione -di un re-ddito lordo di 1.133,092.000 din con lo slruttamento mínimo dell’attuale ipotenziale económico, e stato approvato all’unani-mitá. | L’Assemblea ha puré preso visio-ne ed approvato il decreto sul bl-lancio' di previsione per il 1952. II decreto di bilancio stabilisee l’am-montare delle entrate a 332,292.000 din e delle uscite a 575,426.00 din con un disavanzo di 243,134.000 din, che verrá coperto dal Governo Fedérale e dal Governo della RP di Croazia con una dotazione di 233 milioni 134.000 din e, rispettivamen-te, 10,000.000 din. Nelle singóle posizioni il bilancio prevede: 211,760.000 din per gli in-vestimenti, 63,688.666 din per la cultura, 59,687.000 -din per l’assistenza sociale, 17,781.000 din per la sanitá, 148,396.656 din per la pubblica »e -gli exoismii» id-ei «.sucii- -otto miilioln-i -di baiomeltte-». é stata idata -dallilo- stelsis-o- -gemí. Rid- gw.ay iáih, id-oipa aveir lilsipazian-ato sulla ipiaina di Rís-ana i idiielailmiiife, sod-d-alti -dalla i«iriis-drita-» ilt-ailáai, di (riito-r--n-o a Pariigi, ha ideltto; «Jo ho giá vi-•sto un gran numero di eccellenti soldati, ma devo dire che i soldatí italiani sono fra i migliori)). ImiUti-l-e Aggiuiniger-e che :le paítale del miUQiv-o com-aind-ainlte atiliain-tico han-no -trav-ato iimmeidiiat-a eld entusiia- s.t-iica -eco nieilla precitalta ¡sita,m(pa .«qualiifiteaitai» che ico-si lie-ha -edmmen-tate: «Retorica, frasi fatte? Pud es-sere. Ridgway, nel discorso al termine della rivista delle truppe italiana, non si soffermb sugli elogi, non esolamó con toni solenni che Vitalia ty.ncva essai- Al P.-A., doitit. Furlamii ha chielsito che ai primi Idiule impulbalbi velnlg-a oommi-naita u,n:a- coinldalnma esempilare, per gli ■ alti i -uma: pena- -aideiguaita all-e collpe. Giii aivvac-at-i deila diielsa, dbibb. Micin peir lo Juigbvac -e Delila S-avia per iil P(eig-arairio, -si »orno ¡appellafd alia clemeinlza idiel gimd-ici. L’-asSD-liu-zione con fcinmuda piena per 111. Gal-lu-zzi e- Sil Sollieri e staita dh-iesta dallo -avvoicato Delila, Savla;. Il dr. Lutoainio-vič, pairit-oidima-boire d-ei Rak e deila -Sialiič -chielde uma pema mi-t«, come il «tata. Lomaalr par il Dp-va'niz-o. LA SENTENZA A mezzoïgiorno di sabato è sta-ta pronunciata la sentenza di condanna dei 7 imputati per spiona-ggio e atti-vita propagandística in favore dei cominformisti. Il principale imputato Jùgovac Antonio è stato condannato a 5 anni e 6 mçsi di carcere e alla perdita dei diritti civili :per 2 anni, Peeoraro Gaeta-no a 4 anni e 3 mesi e alla perdita dei diritti civili per 2 anni, Davanzo Giuseppe a 1 anuo di carcere, Rak Antonio a 9 mesi di carcere, Salič Anita a 5 mesi. Gli imputati Solieri e Galluzzi sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Bf-rnic M-anijan, muratore, a Urna-go, dopo aver traccanat-o con un grup-po *d-i amici qualche -abbondante litro di Malvasia e aver, di conseguen-za, rol-to un bioc’hiere, pretese dal Cematto Adriano, diret-tore del «Soca» di Uma-go, ohe richiedeva il pagamento dei bicchiere, di formulare tale richiesta in croato, lingua ohe quest’ultimo non conosee, diversamente il Bernic -sarebbe stato dispo-sto a dargli il lasciaipassarc per -l’Ita- lia. Di qûesto p-afere non è «tato pèrô lil Tribuna,le d-i Buie ehe nelle parole dei Bernic ravvisô -gli estreimi del reato puni-bile -in base aU’a-rt. 2 délia Decisione sul divieto di fomentare To-dio e i eontrasti nazional-i e religdosi tra la poipolazione, e che perciô inflisse al Bernié 20 giomi di carcere con la oondi-zionale, accor-danidogl-i la atténuante dello stato eufórico. XXX A Koslovic Bruno, di Cipia-ni, oc-cupa-to quale autista presso la cooperativa acquisti e vendite di Grisi-gnana, venne un giomio Tiidea di fa-re, al-F-insaputa di tutti, una capa-tina a casa propr-ia, naturalmente con il camion délia cooperativa. Ma la dea fortuna non gli è -stata propizia, -perché il po-vero Bruno parti da Grisignana in quarta. .. e fini ru/zuloni coin itutt'0 il camiio-n in fondo ad una scarpata nei pressi dei punto di partenza. Morale: tre giorni il i ospe-daie e 150 mila diinari di idanni all’autocar-ro per i quaili Koslovic dovrà ri-spomdere dinanzi al Tribumale. Una gita molto oostosa ... II 24 del co-rr. m., alie ore 23, 1 au-tom-obi-le, targata TS 1306, gu-idata da Vidmar Cario residente a Trieste ,andava -a sbattere a forte anda-tura contro un paracarro sulla stra- da -tra l’ex stazione ferroviaria a Ca-podistria. Eva Conetta e il difensore Paza-nin Jerro, passeggeri a bordo deila vet-tura, riportavano ferite di una certa era vita per cui la prima do-vette essere rioo-verata all’ Ospedale di Trieste e il -secomdo in quello di Isola. II Vidmar e il suo amico Kavaliv Marijan se la so-no cavata invece per il rotto deila cuffia, ma avrannó da ¡regolare i conti con la -diifesa per-te il Vidmar, da quanto seinbra, Vedeva la -strada doppia in seguito alia troppa in-timita esislente tra lui e il nettare -d-egli Dei, alias vino. LETTERE ALLA REDAZIONE Cara Nostra Lo-tta ti prego d-i pub-blicare la ipresente le-ttera. In data 21. 6. 1952, a Poirtorose, mi recaí alia Biglietteria deila (impresa Au-totras-porti «Adria» di Ca-pc-distria, dove, per 1’acquirto di un biglietto da Portorose a Buie, mi fe-cero pagare 135 din., rnentre -il fat-torino deila corriera, che parte da Portorose alie ore 8.20, fece pagare ai passeggeri da Portorose a Buie 105 din. Rilevata questa divexsi-tá, assieme al fattorino' ritomai alia bi-gliet-teria per famni restituiré la dif-ferenza. La cassiera si oppose al fattorino, esibendo una leltera ricevuta dalla direzione delTAdria -di Capo-distria, in cui il prezzo del biglietto in que-stione figurava di 135 din. e non 105. II fattorino oom-te-stó -l’errore evidente, ma mulla valse1. Premesso un tanto, ritengo doveros» -da parte deila direzione deila chata impresa emanare disposizioni ugúali per i prezzi sia ai- fatt-orini delle corriere che alia biglietteria di Portorose. Riten-go inoltre doveroso che la direzione stessa restituisca il -denaro incassa-to in piii dai passeggeri. F.to Djurotevic Zarho TtCUn 7>mi :— ohe si occupano dello svi-luppo del movimento cooperativisti-co - e di eleggernc il consiglio d’animihistrazione. Il coinip. Knez Ivan ha letto una esaiiriente relazione sul lavoro svol-to dalle cooperative nello scorso anno, j-ilevando alcune dej&icenze e prohlemi che non sono stati affron-tati e superati, eome: la democra-ti-cita nelle cooperative, che non si «4 SALVORE Neila cooperativa «Avveoire» rombono le trebbiatrici La mietiitura é finita. Percorrendo le ca-mipa-gne di Salvore, ci lasciava--mo -dalFuna e dall’altra parte deila strada una sequeia di campi divenuti ormai spazi vuoti e gialli, di quan-do in quando interrotti dal verde delle viti. Do-po la gran foga del raccoltu — una festa di sudore, di canti, di andirivieni di -uomini e di ma-cchine — la campágna sembra es-sersi distesa a riposare. Ci abbandoniamo al fresco di un gelso, ma no-n per dormiré. Scam-biamo quattro chiaeeihiere con un contadino che s’é fermato a fumare una sigaretta. Naturalmente parlia-mo del ra-ocol-to. La siceiti — egli ci s-p-iega — ha minacciato di bru-ciare tutto, tut-tavia non é andata proprio mlple. E qui il no-stro in-terlocutore — che é il presidente délla cooperativa agrícola di produ-zione «Avvenire» di Salvofe —chia-risoe che nei confronti delTanno seorso le terre in colima, le piú col-pite dalla siccitá, di grano ne hanno dato meno, rnentre quelle piú basse hanno co-nservato la stessa resa o l’hanno supérala. Generalmente buo-na, é a-pparsa la qualitá. Se si pensa che la scorsa annata ha registrato un raecolto d’eccezio-ne, si -puó dire che questo attuale é soddisfacente. Alia cooperativa «Avvenire», ad esem-pio, la Tesa di grano e stata di 18—20 quintali per ettaro. Chiediamo al nostro compagno come SJ ó svolta la mietitura nclla sua cooperativa. Ci riapon-de.che 22 etta-ri a grano sono stati mietuti, con una mietilegatric?, in 5 giorni. Aggium-ge cfie in altri 5 giomi avranno finito la trebbiatura. Per quanto riguarda le patate, i fagioli, i pisel-li e gli ortaggi in genere. la siccitá h-a risparm-iato poco. Ad ogni modo sará possibile rifarsi con le vili e gli ulivi che prometto-no bene. La "Prerad" ridnee il proprio margine commerciale A S. Lucia, alia presenza dei mem-bri del colléttivo di lavoro deila Azienda commerciale «Prerad», si è svolta la discussione per l’appro-va-zione del piano sociale per -l’anno 1952. Dopo varie ’discussion! sulTam-monta-re delle vendite e sulla percen-tuale del margine, si è concluso di ridurre il margine dal 2,37 per cen-to ál 2 per cen-to per poter cosí aumentare le vendite. E’ stato rilevato che molti spacci, nonostante i ribassi, nou diminusco-no il prezzo di vendita al dettaglio, perché voglioño guadagnare piú del raargi-ite stahilito, oppure perché avvendo forti gia-ce-nze di merci, non inténdono ridurre il -prezzo fino al-resaurimento delle stesse. puó dire sia stata xaggiun>ta, in quanto pareechi consigli d’amminiistra-z-ione disibrigano il lavoro -da se, informando i soci dei p-rovvedimenti -presi durante l’anno -solo in oeea-tf,ione idelPassetalblea anímale, ehe, spesso, viene tenuta in ritardo. I consigli -d’amministrazione devono agiré in stretta unione con d soci e nominare amministratori capaci pro-fession-almente alio scopo di eliminare le critiehe, spesso giustificate, sull’operato -de-lla direzione. Giá durante la II. Assemiblea era stato rilevato che il commercio é solo un ramo di attivitá delle -eo-ope-ratiive, che tuttavia consi-derano l’attivitá commerciale qua-le base económica. Ció é errato, i-n quanto si deve svilupparo la produzio-ne agricola, eosti-tuendo maggiori com-plessi fondiari che megli-o si p-re-stan-o per la lavorazion-e meccanica deila térra. Si devono impiantare vivai, creare stazioni per i-1 selezioname-n-to delle sementi, ecc. non trascurando l’acquisto di bestiame da alleva-mento ehe dá anche il letame per conoimare la térra. Nel 1951 le coopera-tive di tipo genérale hanno realizzato un’entrata netta -di 13.140.032 di-nari, rnentre i fo-ndi cooperativistici sono stati ele-vati a 6.795.000 -din. Purtroppo si é consta-tato che poche cooperative han-no curato il rispairmio, eífc-ttuando anche, una gi-usta sistemazione dei posti di lavoro cosí -da eliminare il personale incapa-ce e impro-duttivo. Le uscite -per le pa-ghe, assicurazioni sociali, gratifiche, tragporti. ecc. so-no sali-te nelPauno scorso a 31.546.000 din., il che é troippo. Tale imip-orto potra essere ridotto senza diffiooltá dél 10% con un giusto criterio di lavoro da applicarsi -in futuro. Una misura necessaria per Fulte-riore sviluppo del mo-vimento coo-pe-rativistico, é quella di aumentare le quote sociali ed il limite di garan-zia dei mcmibri, alio scopo di Tendere le cooperative indipendenti dalle banche. Qualcosa é stato fa-tto, ma poco. In avvenire si dovranno prendere i provvedimenti del caso, evitando pero -di cade-re nelPnpportuui-smo, come é successo a Decani, ove i soci hanno approva-to Faumento delle quote soeiali, men-tre il consiglio <1 ’antm i n istrazione ha delibéralo che Pim-porto corrispondente venga tratto dalPentrata netta deila cooperativa stessa. La vigilanza é il compito precipuo di tutti i soci i quali devono contrallare rigorosamente il funzionamento dei comitati ammimstrativi prénden-do provvedimenti contro gli i-ncapaci e gli sperperatori del patrimonio so-ciale. II comp. Knez lia fatto poi presente che anualmente il 20% dei pro-duttori agricoli soho estranei alie cooperative, prospettando la nécessita di -tutto fare per ineluderli in questa grande famigli-a pro-gressista. II relatore ha -illustrato inline la riorganizza-zione in alto nelle cooperative agricole di lavoro, nelle quali verranno ereati grandi poderi model- 10 per la lavorazio-ne deila terira coi moderni sis-tem/i e per indirizzare la produizione nei rami piú redditizi. 11 lavoro in lutte le -cooperative di p-roduzione viene effettiuato ora a gr-upipi, ottenemdo giá risultati p-osi-tivi. Le giornate Tavorative so-no auméntate, eo-si pure Pentrata -netta, che nel 1951, coimplessiv-ament-e, é stata di 33.069.000 dinari. Ma non ci si praô .fermare qui, bisogna perseverare co-n il medesimo slancio per il successo finale del cooperativismo agrieolo. In seguito si è sviluppata la -di-seussione con Pintervento di nume-rosi delegati. Fra Paltró sono state mosse delle criti-che alia direzione deila latteria centrale di Isola, i-n-carieata delFacquisto del latte nei paesi delPintemo. I funzionaxi di questa azienda acquistano il latte presso numeróse cooperative. In qualche caso, si verifica che il latte, per vari motivi, non abbia la gradaizione normale, ad esempio ¡per malattia deila mueca o per a-nna-cqua-mento. Invece di seartare questo latte, i fun-zi-onari lo pagano da 6 a 10 dinari al litro, il che non é giusto. In avvenire i bidoni con latte di -minore gradazione vengano reapinti. In questo caso i disomesti si guarde raimo bene dail'annaequarlo. II delegato deila cooperativa di Maresego ha proposto che vengano riattivate le -sezioni di crédito e xi-sparmio delle cooperative. Altre proposte sono state fatte in mérito alia creazione di vivai di piante da frutto e di viti presso le singóle cooperative. Infine i soci hanno delibéralo la fusione -deila federazione distret-tuale con il fondo di ineccanizza-zione, eleggendo il nuovo consiglio che risiulta cosí composto: Knez Ivan, Ruzzier Pietro, Beržan Viktor, Pečarič Srečko, J akomin Valerij, Cok Stanko, Posar Giovanni, Novel Melchioxre, Pribac Pavèl, Grizen Valerij, Carboni Ivan, Viler Renato, Glisco Albino. Prima deila ehiusura dei lavori, è stato approvato, per acclamazione, Pinvi-o di telegrammi di saluto al C. C. del P. C. J., al co-ntp. Miha Marinko e itlPUnione Repubb/Hcana delle Cooperative: SA poichè quella in bottiglie poteva essere sosti-luita tempeistivamente da quella a spina. Ma la tempestività è un dono che sembra non sia di casa tra il personale alberghiero di Portorose, Comnnque non vogliamo fare délia cosa un problema pero sará necessario ricorrere a misure disciplinar! severissime qualora Pineon-veniente si ripeta. Una quindieina di giorni fa ab-biamo sentito le lagnanze -di alcuni meinbri di una comitiva di 16 persone che, doipo ' aver atteso nel giardino del Triglav per poco meno di un ora Pordinazione di birra, se n’è dovuta andaré, insalutata e non ser-vita ospite. Questi casi, bisogna am-metterlo, non sono frequenti al Triglav, dotato di un personale capacis-simo, ma comnnque suecedonn, spe-cie nel giardino dello stesso albergo, dove la lagnanza citata non è Púnica che abbiamo -sentito. Il fatto, oltre a porre dinanzi alla direzione delFalbergo il compito i-m-mediato di un miglioramento dei servizio uel giardino, assume un as-petto molto più vasto per quanto riguarda lo stimolo fina-niziario dei personale turístico che. va esaminato a fon-do. Detto personale -percepisce oggi di-fatti una retrib-uzio-ne fissa, fissa fino a un certo punto, perché anche il fondo paghe delle Azien-de turistiche è soggetto a oscillazioni -in base aile éntrate aziendali. Q-ueste oscillazioni a-ppaiono pero ùno stimolatore non del tutto immediato nel lavoro dei -personale per caii gli org'ani dcl po-tere tempo fa intendevano intro-dur-re il sistema di pagamento a per-een-taule. Questi intendimenti -dei potere non sono stati accolti favorevolmente dal personale stesso per oui la que-slione è stata accanto-nata. Il personale avrà tutte le ibuo-ne ragioni per respiugere questo sistema salariale, pero il sistema attuale deve giusti-ficarlo con un servizio inappunta-bile cosa ehe, corne ahbia-mo visto, -non succédé e non succédé all’Al-bergo Triglav ritenuto, dal punto di vista dei servizio, il nostro migliore albergo, immaginia-m-o-ci -poi negli . altri dove il nostro orecchio non è ancora giu-nto. Concluidendo : a nostro parère, bisogna studiare e in-trodurre negli alber-ghi il sistema salariale a percentuale. MB Nel folto del bosco, oltre la radura, echeggiarono sinistri i colpi sor-di del tam-tam ed un «ocio conci-tato, intercalato dft grida, gutturali. si -avvicinava rápidamente. Sussul-tai. D’improvviso mi resi conto delle grave situazione, poiché sapeno di guanta ferocia erano capad quei ■forsennati in presenza di un nomo inerme. Le mié munizioni erano infatti esaurite. Come fare per sfug-gire alfarda selvaggia? Quasi in-coscientemente mi diedi rápidamente alia fuga nel tentativo di attra-versare la. radura, verso il fiume che scorreva limaccioso, ingrossato dalle récenti piogge. Ma non avevo fatto che alcuni balzi, quando m(irrupigliai in una liana e caddi lungo disteso, tramor-tito. Sentii ancora le urla avvicir narsi rápidamente, poi piú nulla. II sordo echeggiare del tam-tam mi fece risvegliare. Ero legato ad un palo a ridosso di un’alta roed a. Sulla radura antistante degli uomini, i Bingo Bongo (non si tratta deila famosa canzone, ma di una tribu selvaggia delVAfrica centróle), col volto orrendamente tatúate, mi fissavano muti. Incontrando il loro sguardo freddo e incisivo rab-brividii. Piú in la una turba di sel-vaggi dalle medesime apparenze') vociava e ballaua in cerchio una danza demoniaca, che non avevo mai visto prima, nonostante avessi visitato i piú riposti angoli deila foresta vergine. Ogni tanto qualcuno di staccava dal gruppo, si a vvicinava soffiandomi in faccia il suo alito, odorante di latte di coceo e poi, con una piroetta suüe sue agili e sottili gambe e laudando uno stra-no grido, somigliamte al lúgubre stridor del «panficus» (specie di uc-cello africano, immigrato nelle re-gioni equatoriali dall’antartide), si •allontanava raggiungendo nuevamente i danzatori. Non volli cre-dere ai miei occhi. Quando i sel-vaggi si accorsero che avevo ripre- so i sensi, tre di essi — uno molto vecchio e con tatuaggi del tutto dif-ferenti dugli altri, evidentemente lo stregoné —- si avvicinarono, Men-tre due di essi si fermava.no alcuni passi piú indietro, lo stregone avanzó fino g. qualche metro da me, tocad con la sua lunga lancia la punta dei miei capelli e quindi si ritiró mormorando parole incomprensibi-li. Intanto la turba s’era ammassata, urlando e saltando come pervasa dal demonio, in semicerchio. Istin-tivamente guardai ai miei piedi 'e che cosa vidi? Orrore! In beü’or-diñe erano acca.last.ate delle cgnne di bambú, disposte su un mucchio di foglie. secche di «alabama» (specie di alb^ro gigamte che raggiung.e talvolta i 45 metri d’altezza e i 55 di -circonferenza e che e molto raro). Indovinai! T'pntai di [sciogliermi, dalle strette con un enorme sforzo. ma riuscii soltanto a farmi male. In quel preciso istante i due accompa-gnatori si avvicinarono e con la torcía appiccarono ü fuoco al rogo. Le fiammie si sprigionarono violente-mente e il fumo totee dalla mia vista i selvaggi. Al. mió orecchio giun-gevano soltanto il vociare gutturale dei selvaggi e il lúgubre rutilo del tam-tam. Vistomi perduto, fui preso dal térrore. Cacciai un urlo e ... ... mi svegliai. Ero a l¡etto e avevo sognato. Ebbi un sospiro di sollievo. Ma il tam-tam si sentiva ancora ed anche il vociare concitato. sotto la mia finestra, sulla strada. Mi precipitai e che cosa, vidi? Stu-porel Lo spazzino comúñale, intento al suo lavoro si divertiva a far da sne-glia. Con la paletia affibbiava colpi, violentissimi alia cassett'a metal-lica del suo caarretto. CMssá poi perché! Piú in la, dinunzi alia porta deila macelleria una lunga coda di donne d’ogni etá, senza tatuaggi pero, faceva ressa vaciando a gara nell’attesa d¡ell’apertura. Erano le ore 4 del mattino. II resto non ve lo dico! Un lettore SñN MIGOLO' VÄ ÄSSUMEMDO il tono di gaiezza e serenita La trildietnite ispialggia- -di ¡San Nico-i ó ch-e -si -sipacctóa inell igoLfo di C-a-rpóidiiahria va- --aistSuirnanidla, coil-l’-avan-zár-e ,dalia -sltlaig’ioime -estova, s-.eimpre piú il suo c-ataífteir-e -galio e viv-aee. Lo -schiaimaizzar «tai piú pilcicimi, 1 gáoicihii isjpooít-iivi «tad> glioiv-anii, Ha calima paicaitezza idlei pliü -anlzilan-i, -diiisitesi al «¡Se a ¡pneinidiansi ,1a itiin’itairel-la, id-ain-no il félnb -al is-u-o- tiaippielto- v-emde-giiallliOk imanltee -mei T-ilsitioiriairiite I'anidi-rivieini dei -caha-eifiiieir-i -soififaca I’airsu-na idjelle igiolle láglaeltait-a idiail, s-oie co earjie-. LA MARCIA PARTIGIANA À PATTUGLIE IITAIIVERSARIO DELL’ INSURREZIQNE In occasione del 22 luglio, anni-versario deH’Insurrezione popolare in Slovenia il Comitato Centrale diíil’Assoiciaizione! comlbattenti orga-nizzera una raarcia di pattuiglie par-tigiane, che converranno da ogni parte della Slovenia a Luibiana. Anche nel distretto di Caipoidistria, a cura del Comitato Distrettnale del-rAssociazione Comb attend, avrà luo-go la marcia di pattuglie di parti-giani. Esse saranno formate dai com-battenti deila lotta -di liberazione e da ufficiali délia riserva e parteci-peranno alia mareia in formazione da combattimento. II Comitato Distrettuale deila As-sociazione Comlbattenti ha giá sta-bilito, nella sua riunione di venerdi scorso, Fitinerario che sará seguito dalle pattuglie: Capodiistria, Isola, Corte, Pirauo, S. Pietro, Puče, Pa-dena, Šmarje, Pomiano, Boršt, Marezige, Babici, Vanganel, Poto1!?:, S. Antonio, Cesari f - Pobegbi, Škofije, Dekani, Tinjan, Gabrovica. E’ previsto che per il 13 luglio prossimo le pattuglie saranno a Šmarje, dove avrà luogo una niani-festazione durante la quale verrà reso omaggio al monumento dei ca-duti deila Lotta di Liberazione. Simile manifestazioue è prevista pure a Škofije, rnentre a Gabrovica, il giorno 16, avrà luogo la consegna deila bandiera di combattimento alie pattuglie del distretto di Sežana, che proseguiranno la marcia verso Lubiana. Le organizzaziomi deirAssociazione Combattenti sono paissate giá alia preparazione per la scelta dei componen ti le pattuglie. Gesto generoso dei lavoratori deOmpelea Il colléttivo di lavoro ex Am-pe-lea di Isola, risponidendo alPappello dell’Assqciazione Gom'batteuti di Pirnica presso Medvode — localitá na-tale dell’eroe nazionale sloyeno, gen. Franc Rozman - Stane, caduto in combattimento -d-urañte^qíí Lotta di Liberazione — -per una raOcolta di fon-di per un monumento da eri-gersi in onore dell’eroe, ha raecolto fi-nora 7.134 din. Ogni lavoratore dclPAmpelea ha dato quanto ha po-tuto e la somma, seppur modesta, costituisce un gesto generoso ed un indice di attaocamento agli ideali deila nostra Rivoluzioue popolare. L’esemipio dei lavoratori delPex Am-peiea dovreibbe essere seguito dagli altri -colletti-vi del distretto di Ca-podistria. L-a -siciarsa idioim-einiiiciai ha regiis-txa-•pq ¡iil -r-qcptld1 «talle (pne-sisinlze ,di questo alnipp. ic-cini tlínaa- 1200 -biiglieititli ven-diultii -ailia .yc-aasa ldie-1. ibaign-o. Siamo llpiii|Vstei,,.¡áail' iraigtgiulrlgieirie lie cífns masíslima-jdegilii isii'mi -ainiriii, m-a co:n¡s,i-■dewaitp iche -la- sipelgiipaxe iBsiiv.a-,nctn-é lamlcoira -ainnilvalta «il -suo- ipisino, 11 ,n.u-meiro é -a'adidilsif-aiaeinitra e ooimurjqu-e a-M’iailteizza idii qu-eif.-o, rtig-Ei'.u-nto n-el-lo isc-oinsio -aininio ia que,sitia dialta. 'Cdnpie lana i.dia jlj-ieiviéldieir^i, d-oipo le variaiaioni vail-ultari-e inliroidott-e nel ■c-oírisio ¡di iqiúeisít’ajnino-, -iil anumaro dei bagnianit-i |{)f-IéBitii¡n¡i Ihia isubáto una nomíbalziiein'3, imie-nltoe' é -auimentalt-o qu-eilila «tai baignisinilii Iciaáili,. Ad7 -oigni mod-o igillii oEjpáiti idii Tirdieis'tié- fi-uipera-no di: niuimero quelli loe a! i. iP-elr lora- é isltaito aUeiatliito- -uno spe-ciale uffilcio -oamJbio -dhe, cd-nltr-a-r-ia-imelnitie lalllie- dilcarije’, funlzio-na in modo isodd-isíaicelnlte, ¡paio-va r.-e si-a «he «in-ara- mían -si 'sania aviu'ti oaisi ¡di co-d-e ie - imeiminieino dii atlt.eisa- pciiiché la 'diamieni-ca :e neii igiiolnnii di maggior -affluanlza il inulmaro dagli aididatti a.1 -camihio vienie ¡pcirtato ,a toe. Per facilitare antear piú ,i igiitainit-i trie-s-t-ina, icol il.- liuig-liiioi (Vieirralnimo- -iinltirodioitii d-eli isjpieloi'aM ibu-oimi d.i ConSumaEioime de¡l V,alome dii -500 ¡Ere -che li firequentat-Oiri die(l ,ba;gn!o- -poitoaninio ir.iltiir-alre giá siu-1 -v.apoir-eltoo. ie iabe isairamno validi- per ■il v-iaiggfio di aipd-ata- :e iritoirno, jper il’-emltiraita all ibiaigino- -e ipeir -uina- con-isuimaizdanie- dal v-aloire-dii 300 ¡Hir-e. iNa'tUrailmeinlte l’aicquiisita -dii tale buio-no d-ovireibbie ©sisie-re faiootlltiattiivo peir non, daré iF¡ilm(preHsione di voleír oo-strinig-exe coin -quesito meito-d-o il baigntonite a ¡ocinsuma-re pelr 300 1-ire •nei ¡riatoinanite, ciss-einviaizioin-e . che quaJtouinoi h-a giá fatto. I posto melle w-e;ek-end c,apetite. Bono per ora ■ sfrui'iiásti §1 40%, pero is-ul tav-ol-o «taiKia diineBicinie -d-el Ibagmc ■ ts ’alili-nleianlo iteleig;raimim’.i dii pr-einoita-tzioinie pnolvieiniieinltl dalla Sviiizaeira, idlall’Auisitmia, ida iM-ilano, día- Luibiiaina, ollltoe alie ipraniotaizi-oinii itiriesitiine, pea-iculi lalppaire lasis-ilciuralto: 11 completo ine-1 -c-arso ideii prioKisiimi due mielsii. Peir oirá me;i gicinnii feliiiiaili San Nl-icolló ici selmbr-a- una -t-rainquiiillia spiisg-igia di penisítóinaiti¡, di madir.i e di-'bimbi, -un Iiuioga sanea» d>i- pace e di ¡riposo-. ore otto ore otto ore otto ore otto ore otto ORE OTTO: LEZIONE PI COMINFORMISMO Dal “paradiso della democrazia" - Letturra ob-bligatoria a Lublino - Gli allegri kolhoz sovietici -I guai dell'economia cecoslovacca - Romanzi su ordinazione e ridicole montature antijugoslave otto ore otto ore otto ore otto ore otto ore Com’é moto, l’anrdvo di Ridgway in Europa, l’arresto di Duelos e le cou-seguemiti abortite imamifestaiziomi, han-no eoinciso con un ulterioire, pauroso abbassamento della itiratiura dei gior-nali cominformisti italiani e trance-si i quali vengono cosí a trovarsi, con il resto della stampa pseudo-co-munista dcH'Europa Occtidentale, 911I-l’orlo del fallimenito material«, dopo aver giá da itemtpo soggiaciuto alia bancarotta fraiudiolenita ideológica e múrale. Ma se Atene piange, Sparta non ride. Per nulla entusiasmante e la situazione della stampa cominformi-sta negli stessi Paesi d’oltre cortina, dove le strombazzaite propagandisti-che de! 1 «I nformliiini» cadono in un diisiinteresse assolnito, palesato ipersi-no dai funzionari dei vari partí ti sta-liniani. Fino a poco tempo fa, ad esem-pio, ira tuititi i memihri del Comitato Gittadlino di Lublino, vi erano solo 3 ahbonati all’organo «teorético» del cominformismo polacoo «Nove Dro-gu», 6 al cpiotidiano «Tribuna Ludu» e 2 (i due piñ alti funzionari) al famoso libello «Per una pace dura-tura, per lia democrazia popolare». Si notó poi che soltanito queste ultime personalitá ipendovano giornal-¡mente alcurni minuta a sfogliare la stampa quotidiaua, soorrendono gli a.rticoili piú importanti; igli altni si risparmiavaino anche questa ingrata faitica, rinunciando del tuttio alia iet-tura. . Abhiamo delto «fino a poco tempo fa», perche infatti da alcuni gior-ni le cose filano diversamente. Inso-spettitii forse dall’inisolita luciditá móntale dei loro subordinad, gli alti gerarchi de.ll’ «Agitprop» polacoo, hauno inda-gaito, eonstatato e — con strab iliante efficacia — prrowediuto alFeducaziiome político - cultúrale de-gli ahbietti lloví azi ouist i. Si puó ben affermare che lVopera di convinizio-ne» da essi esercitata ha compiuto miracoli: adesiso ogni singólo tnem-bro del suiddetto comitato vanta l’ab-bonamento a un’iinfinitá di gazzette e gazzettini del partito, in cui inve-ste gran parte ilello stipendio Oltre a questo, ogntmo gode del «privilegio» di dedicarsi tutte le mattine, dalle 8 alie 9, sotto ila paterna soerve-glianza di un commissanio poli tico, alia lettura della stampa cominfor-mista. Settimanalimente, poi, vengo-no iteraute riunioni inteise a eontrol-lare la messa in atto dalle «ibelle prowddeuze del regime» nonché il progre9sivo r animo] limentó ceirebrale deglj individui. Va da sé che la ri-nuneia al suecitato «privilegio.» com-porterebbe Fimmediato liceuziamemto e il passaggio dalla oartella perso-nale dell’interessato agli nffici della NKVD in edizione polacca. Ore 8, lezione di cominformismo, dun que. A maggior gloria, s’intende, dalla democrazia e della liberta. Non crediamo, tuttavia, ©he i desni ge-rarclii si mostrerebbero ugualmente solleeiti nell’opera di «diffusione» della stampa, se questa dedicasse a certi avvenamenti lo spazio loro do-vuto. Potrobbe da.rsi, ad esempio, cite i lettoiri vedessero troppo chiaro nel-F abbassamento costante e continuo della produttivita ned piñ grande hacino carbonífero oeeoslovacoo, quel- 10 di Ostrava—Karvinná, che si ehie-dessero come mai in soli tre mesi si é verificata una caduta del 20 per cento e perché Al «fraterno aiuto soviético» non si é ancora fatto vivo in questo ramo importantissimó dell’e-conomda ceca, provvedendo, se non altro, alia sistemazione delle gaille-rie, in cui gli opera i laivorano con mezzi antiquaiti, in conidizioni non di rado assai niseKiose. Potrebbe darsi che qualeuno si sof-fermasse troppo sui motivi che han-no dato luogo alia eondanna di alcuni lavoratori di Budapest, che si sono visti affibbiare parecchi mesi dj recliusione iper non 'aver adempiiu-to alie loro massacranti «norme». Po.trebhe darsi, alfine, che non poehi si faceissero un’opiniione alquanto contrastante con le direttive della santa curia moscovita, apprendendo qnanto suecede negli allegri «kol-hoz» di Saravanov (Repuhblica Soviética «Autónoma» Tartara), di Bi-Ijarsk, di Novosibirsk, di Kijev e di miolti altri luoighi nominati a denti stretti dal «Boljiseviik» e dalla »Iz-vestiija». Non crediamo sia troppo edificante, infatti, apprendere che gli esimi presideniti di detto oooperati-ve venidono per loro conto il frumento della collettivitá, attingono generosamente alia cassa eomune, im-pongono ai dipendenti abusivi balzelli per racimioilare gli 80 mila rubli ne-cessari per Facquisto di lussuoso au-tomobili tanto indispensabili alie gite di famiglia ed alie esoursioni sentimentali (oh, romántica anima russa!) sulla steppa sterminata. Per fortuna, vi sono cose assai piñ importanti su cui attirare l’attenzio-ne dei candidi lettori: F «arricehi-mentoi» della lingiua búlgara attra-verso Fintroduzioue di pareechie mi-gliaia di tarmini . .. trussi nel voca-bolario di Stato (v. Robotnieesko Délo, giugno c. a.), le opere «di alto valore letterario» partorite dagli au-tori bulgari su ordinazione (tanto alia riga, termine di consegna un anuo) del cosidetto «Comitato per la Scienza, le Arti e la Cultura» di Sofia, i lavori di contenuto iprettamen-te auti-jugoslavo che, realizzati sotto la stessa «ispiraziione», eircolano, tra 11 generale, assoluito disdnteresse, qua e lá per le colonie sovietiehe. Proponiamo ai signiori delF«Aigit-prop» lublinese di abbinare alie ore di lettura obbligatoria anche le se-xate teatralii forzate: único rimedio possifoile, questio, iper riempire le platee deserte alFesecuzione di «opere» siilate a deprecazione del «titismo», come queilla («Li oonoscerete dalle loro gesta») di cui le «Literarne No-vine» piangono il fiasco colossale. I suddetti gerarchi curino poi la pu-nizione per i fischi e il lancio di or-taggi vari con qualche deportazion-eella in massa, e Popera d’edueazio-ne sará completa. P. K. Una scena di «Napoli milionaria» di De Fiiippo nella rappresentazione data dal Dramma croato di Zagabria al Teatro del Popolo di Fiume. Questo lavoro, in un continuo variare di situazioni ora tragiche ora comiche, da un quadro significativo, reale delle condizioni sociali nella citta parlenopea alia fine dell’ultimo conflitto. L’azione ha luogo in casa di un pavero tranviere, nella quale capitana diverse persone che hanno tutte una sola speranza, quella di non smarrirsi nella caótica situazione sociale ed económica. La vicenda trascende lo stretto ambiente famigliare per inserirsi in una temática sociale di vasta pórtala. UN FATTORE INVISIBILE brille il lio e 0 citfivo lempo iella noslra vita Che cos’è l’»aran- - Noi e I’atmosfera - Tutti gli esseri vivent! soggiogati dal misterioso fluido - I sogni misurati. Non c’é cosa peggiioTe di una gior-na.ta traseorsa sotto Fincubo di un 'tcinporale che non viene mai: ogmi-no di noii lo sa per especrienza, vi abbia o meno pensato, abbia cércalo o no di trovare una giustificazio-ne plausibáile a quella specie di vago malessere che ei invade, ad esempio, all’apipressarsi di un uragano e che giunge talvolta, senza un motivo ap-p aren te, a pairaii zzasre tutte le nostre facolitá, ad iincidere, con una parola o ¡uai atto intempestivo, sul corso stesso ¡della nostra esistenza. L’ appesantirsi delF atmosfera provoca in ogni essere una depressione di diversa natura che, palesandosi in tuttii gli aniimali (dalla gallina che dnizia il suo interminabile chiocco-lio al cañe ¿n preda ad un’insólita irrequietezza o a¡d un morboso tor-pore), ida iluogo, nelFuomo, a idiífe-renti reaziotni, a seoomda del temperamento e della sensihilitá. Vi sono individui che, nelFimmi- neniza di un temp-orale, suhisoono mu-tamenti addirittura impressionanti: uomini di ¡solito calm i divengono nervosi, intraittaihili, alio stesso modo in cui persone sólitamente atti-ve, initraprendenti, ottimiste, si campano in esseri dnerti e pessimisti, incapaci d’ogni iniziativa. In certi individui, poi, questo squilihrio é accompagnato persino da malessere fisico: emicranie, diffiicoltá nella re-spirazdone, capogiri, sono conseguen-ze ahbastanza comuni delFapprossi-marsi idi una perturb azi one atmosférica. Tali disturb! sono vecehi quanto il mondo: parecchi secoli prima della nostra era, gli antichi popoli me-diterranei evitavano, in detta con-itingenza, di intrapxenidere affari importanti, giungendo a sospendere di-battiti di grande portata e persino operazioni militara. Si parlava di magia, di oscure po-tenze avverse, e se ne parla ancor : MOMOSIAMIE Lfl TUTELA DELLE MAZIONi UNITE E GLI IMPEGNI flSSPMTI TERRE L*ITALIA ÁMMINISTRA LA SOMALIA SEGUENDO GLI ESEMPI Dl MUSSOLINI DELLE QUALI SI PARLA La política italiana in Somalia, volfa a ridurre questa térra ancora una volía al rango di colonia, suscita le proteste della popolazione che aspira alF indípendentza nazionale e all’ autogo= verno. II delegato filíppino del Consiglio di tutela dell ONU denuncia gli abusi e i soprusí delF ammínistrazione a danno dei legíttimi diritti e interessi dei somalí. Leggete e diffondete LA NOSTRA LOTTA. Il Consiglio di tutela dell’ONU ri-ceve di continuo lettere di protesta e petizioni dalla Somalia, ex colonia italiana ■tutela,ha dalle Nazioni Uni-te. 1 somalí si lamentano dell’ope-rato del gooerno italiano e in genérale dell’iniera política dell’ammi-nistrazi.onc italiana. Essi denur.zia-rto che qv^esta calpesta i loro piü elementan diritti, soffoca le loro aspirazioni nazionali e si ingegna di trasformare di nuovo la Somalia in colonia. Purtrappo, il Consiglio di tutela finara non ha préstalo suficiente attenzione allte jiroteste dei somalí, nonostante che in qwpste ci siano dati concreti che dimostrano che Vitalia generalmente non tiene in considerazione gli impegni assunti. L’ex colonia italiana é síata.posta, con decisione dell’Assemblea Gene-rale..dell’ONU nel 1950, sotto la tutela delle Nazioni Unite per un periodo di 10 anni, in capo ai quali dovrebbe divenire Stato indipenden-te. Per il periodo di questi 1.0 anni Vitalia ha Vammínistrazione fiduciaria della Somalia, ma a condi-zione di aiutarne lo sviluppo affinché nel 1960 possa acere quadri suf-ficienti per l’indipendenza e l’auto-governa. L’ltaliai si é impegnata davanti all’ONU di attenersi alie decisioni delle Nazioni Unite. Ma dagli scritti di protesta dei somalí;.si vede che Viniera política del-Vammínistrazione italiana rappre-senta una pessima applicazione delle disposizioni delle Nazioni Unite. INTINERARI_PELLA TERRA SECOLARI CUPIDIGIE FECERO PI DOCASTELLI UMÆ HUOVI& POMPEI ñttraverso il canale di Leme bande pirate si portavano nel cuere della regione dandosi alie devasta-zioni e al saccheggio. Docastelli sorse a contrastare loro il passo, ma fini col diventare centro di aspre contese ira Venezia, l'Austria e la contea di Pisino. Anche Vlstria vanta i suoi hravi fiordi come la Norvegia. Nella costa occidentale, fra Orsera e Rovigno9 s’interna per dodici chilometri il canale di Leme, largo, alVimhoccatura, oltre un chilometro e poi man mano restringentesi a poche centinaia di metri. Nella costa oriéntale, bagnata dal Quarnero, piü lungo e piü ir-regolare, s’insinua nel continente il canale delVArsa, che separa Vlstria propriamente detta dalla Liburnia, la cui perla* piü preziosa e linean-tevole Abbazia. Sommamente pittoresco si presenta il canale di Leme, fiancheggiato com’e dal principio alia fine, da pa-reti ripide, che sembrano molto ele-vate, benche la loro altezza non su-peri in nessun punto i 150—200 metri. In quel minuscolo fiordo regna quasi perpetua calma; e quando fuo-ri la bora e lo scirocco sconvolgono tremendamente il mare, nel canale si forma appena una leggera maret-ta, che se fa un po ballonzolare le barche, non disturba affatto la pesca, in quei paraggi privilegiati co-piosissima c sicura. La solitudine dkl luogo e rotta di tratto in tratto da una misera scalcinata casupola di pescatoria che si anima soltanto allepo-ca delle péscate tradizionali, o in alto, dal grigio-ferro della primordia-le dimora di qualche agricoltore — eremita, che, tagliato fuori dal mondo, trascorre lassü la maggior parte della sua vita, spesso lasciando la zappa per la lenza, In tutti i secoli della nostra storia il canale di Leme costitui un punto strategico della massima importanza. In esso, prima del Mille, col favor delle tenebre, usavano annidarsi i pirati croati e narentani, che poi, in sul romperé delValba, correvano a saccheggiare e a incendiare le localitá litoranee delVlstria, e, al chiudersi del Cinquecento, anche gli uscocchi, non meno sangui-nari dei loro confratelli dalmati. Ma quelVagguato provvidenziale serví puré ripetutamente a veneti, a genove-si e a patriarchini, allorche, in guerra tra lorot cercavano di approfitta- re di quella comoda apertura natu-rale al fine di cacciarsi, non visti, nel cuore della nostra provincia e di lá dilagare per tutto il resto di essa. E appunto alio scopo di ovviare a questo pericolo, che, forse prima ancora delVanno Mille, su due spero-ni di considerevole altezza, i quali si frenteggiavano quasi a custodia di una triste valletta allargantesi fra il canale di Leme e Vodierna Canfa-naro, furono costruiti due forti: Ca-stelparentino e Moncastello, compre-si nelle prime donazioni fatte dagli imperatori di Germaniá ai vescovi di Parenzo. Mentre Castelparentino non tardo troppo a scomparire nelle onde delle turbolenze del medio evo, Moncastello, assunto il nome di Docastelli (due castelli) e difeso da po-tenti mura turrite, gli sopravvisse di parecchi secoli. Docastelli, posto in salda, posizio-ne sopra il vallone della Draga, era luogo di rilievo in mano dei Patriar clii di Aquileia per tenere a freno il confinante San Lorenzo del Pase-natico, possedimento veneto. Entram-bi reggevansi municipalmente con proprio statuto. Ad amministratore di Docastelli andava un patrizio ca-podistriano col titolo di podestá. Questo baluardo, grazie alia sua posizione militarmente di primo piano, dal 1278 fino alVanno della sua morte, avvenuta circa la meta del XVII. secolo, fu senza posa conteso fra patriarchini e veneti, fra questi ultimi e genovesi, e poi fra la Sere-nissima e Casa d*Austria, che mediante la Contea di Pisino confinava con la Repubblica di San Marco: di qui litigi infiniti, incursioni deva-statrici, che si concludeva quasi sem-pre con la presa e la distruzione del povero Docastelli. Quante volte fu raso al suolo e indi ricostruito con una pertinacia degnissima di canto a di poema? Eppure nelVépoca deT-la sua maggior prosperitá non contara pih di duecento famiglie; c, quanto a superficie, non credo supe-rasse l’attuale Pinguente. Ma nono-stante la sua angustia, le casóte no-bili non difettavanó nemmeno entro la cerchia. delle sue mura, nella quale la storia le sorprende troppo spesso occupate in opere malvage puni-bili con la força o con la decapita-zione: pena quest’ultima (ma guarda un po dove andava a ficcarsi il privilegio di casta!), riserbata ai soli titolati ... Ne volete una prova? Nel gennaio del 1278, Raimando della Torre, patriarca di Aquileia, venne in Istria, espugnb Docastelli, ed en-trotovi con le sue genti friulane, ne affid (amministratore) del Castello in luogo del deposto Me.ru-lo, e di scoprire coloro che avevano partecipoto, col braccio e col consiglio, alVuccisione di Lotario di Docastelli, e tutti quelli che dopo Tarrico del Patriarca avevano commes-so furti e saccheggi. 11 colpo di grazia a Docastelli, ol Ne ha dato concrete dimostrazioni in questi giorni anche il delegato filippino Vittorio Karpio, membro del Consiglio di tutela delí’ONU per la Somalia. Le Nazioni Unite hanno affiduto all’Italia il compito di immettere nelVappariato siatalé un numero quanto piú possibile grande di somalí. Nella risoluzione dell’Assem-blea Generale é detto chiaro che uno dei fondamehtdli doveri del Paese amministratore é Vaiuto al popolo somalo perché acquisti la capacita di amministrme .affari di stato. E Vitalia davanti alie Nazioni Unite si é impegnata di adoperarsi a daré questo aiuto. Ma come agisce Vitalia in Somalia? Ecco cosa dice il delegato futir pino Karpio: «Al tempo chelVoccupa-zione britannica si trovqvano di-versi somalí in alti incarichi stata-li, ma piú tardi (qUamW Vitalia ri-cevette Vamministrazioné) essi so-no stati o del tutto' espulsi dal ser-vizio o írasferiti a minori incarica-richi. Gli italiani tengono ih loro maní anche quegli affari d\ei quali é evidente che po-trebbero occuparsi benissimo i somalí da solí, senza alcun aiuto. Gli impiegati italiani hanno fina paga superiore di tre-quattro volte a quella. degli impiey^a sy-maili. «Karpio dicp ancúra ché Vat-lualp política • dclVamrtifrJstrazi ::u iidliSr¿á: Hchiede dei fprancU mézz.' finanziairi, mezzi che, ;si aapiisce, vegoho invece pompati alia Somalia, di per sé stessa una térra poverissi-ma. L’Italia si adopera per soffocare le aspirazioni nazionali del popolo somalo che chiede l’indipedenza. In relazione alie prbprie mire, i’am-ministrazione italiana crea artificialmente varié correnti politiche so-rpal filoitaliane■ Questo per poter aire che il «popolo somalo cerca l’unione aill’ltaMa», e spenda forti somme di denaro, ma senza alcun risiultato. «Non c’é dubbio che la gran parte del popolo somalo appoggia le aspirazioni nazionali e il program-ma della «Lega giovanile somala», le cosidette correnti filoitaliane non riescono d contrastare efficacemen-te le aspiirazioni pazionali, e molti membri di esse sono in stretto con-tatto con la Lega. Mol fe delle correnti politiche filoitaliane esistono solo sulla carta e rimangono in vita finché ricevono fondi. L’amministra-zione italiana, inveoe di spendere deriari e energie per formare queste correnti, bisognerebbe si renáesse cpnto che nizssuno puó imp,edire l’evolversi delle aspirazioni del po- polo somalo. Invece di portare questo popolo in modo che una corrente si metía contro l’dltra e una iribú contro un’altra tribu, bisognerebbe sostenesse la formazione del gradúale regime di autogover-no.» Queste sono le osservazioni del delegato filippino, membro del Consiglio di tutela per la Somalia. Ugualmente egli volg\e l’attenzione sulla política agraria dell’ammi-nistrazione italiana. Al posto di distribuiré la térra fra i contadini somalí (come é stato deciso dalla risoluzione delle Nazioni Unite) essa la da agli italiani. Di liberta política in Somalia non si puó neppure parlare. II delegato filippino porta fra l’altro questi esempi: «Due volte ho assistUo ad assemblee politiche. II governo lia chiesto al responsabile di queste, somalo, di portare il discorso alia sua approvazione. In ambedue i casi il governo ha censurato il discorso, cancellato tutto quello che c’era contro V,ammínistrazione e che pote-va sembrare tale. Sul secando caso un. mpiegato somalo aven a scritto una lettera al giornale «Corriere della Somalia», perché venise pubbli-cata, e si é buscato il tícenziamen-to. Ho l’impressione che si sia formaba una spaventosa atmosfera di dubbio dappprtutto é cóntro chiun-aue. Degli impiegati sono stati li-cenziati solo perché avevano libe-vamente espresso le proprie vedute davanti alia missione delle Nazioni Unite.» Tutla la política dulturale dell’am-ministrazione italiana é volta alia italianizzazione della Somalia. La grande maggioranza degli insegnantí é italiana. N\?.lle scuole i nagazzi non imparano la lingua somala, ma quella italiana. E’ comprensibile che il popolo somalo non vede alcuna diffepenza tra l’attuale ammínistrazione e la vecchia ammínistrazione coloniale di Mussolim. Per chiunque é natu-rale che questo popolo si chieda come é mai possibie venga p¡ermes-so allTta.Ua di svolgere, sotto la bandiera dell’ONU, tale política. II rappresentante delle Filippine invita l’ONU a non scordarsi di questo stato di cose in Somalia e a intraprendere energici provvedi-menti, altrimenti le decisioni delle Nazioni Unite e l’indipendenza della regione diverranno un grosso problema. Gli esempi concreti delVoperato del governo italiano in Somalia, esposti nelle lettere di protesta dei somalí e nel comunicato del delégalo filippino, hcmno p&aicerbato. notepole piarte pcella pelegazione delle Nazioni Unite. E’ necessario che queste richiamino nel modo piú pftettivo Vitalia agli impegni as-gtwíff. Essd Wri ®bssond $erme'tfef§ ‘che uno Stato, al quale gj affidato d fióme üi tutte le Nazioni Unite VamA fninistrazione provvisorid, üellá So- iioímuu, ulvot i cuilui o ue aecisiuni e i poslulati dell’ONU. UN ASPETTO DELLE GROTTE DI POSTUMIA LA “PERLA“ MAGBIORE DEL “CÜVQ 01 VIA CAVANA“ /spi¡ rs í[ s« Semišm /c gesta rfel/a Pasgn/we//f tro che dalla-malaria, venne inferió Grazie al C.L.N. e al vescovo Sontin, María Pasquinelli ebbe modo di assuraere dagli uscocchi (austnaci) nel 1616. , . „ . ^ ** v vescovo Tommosin; di Cittano^n, o tama mondial©, di ©ss©r© glorificata com© "eroina ¡©ggGndaria* 11 e come ”la Giovanna d'Arco della risorgente Italia" che la visito nel lfi50, la trovo ahi-tata da tre uniche famiglie di poveri contadini. Poi anche queste si tra-sferirono a Canfanaro a raggiungere quelle che vi si erano tramutate qualche anno prima: e il luogo. ri-masto ahbandonato, deperl rápidamente. Dalle torri massicce, delVim-ponente basílica bizantina di santa Sofía, di quella, allrettanto maesto-sa, di santa Petronilla, giá esistente nei «borghi», alVesterno della cinta, di tutte le case insomma, del paese, non resto in piedi che il nudo sche-letro: nelle strette viuzze tortuose regna, sovrano, un impressionante silenzio di morte, incrinato, nella bella stagione, dal fulmíneo fruscia-re dei ramarri e dei serpenti vele-nosi, che si crogiolano, indisturbati, al solé. O Docastelli, trágica Pompei delVlstria nostra, ben ostili avesti, con Vodio dei mortal!, anche gli dei! E del prestigio, onde un di godesti, un pallido riflesso appena sei, e del tuo sonno piü non ti ridesti! Alfredo Bencivenni. Un’altra «provvida e fruttuosa» iniziativa del C. L. N. bastardo di Trieste, ossia del covo di via Cayana, formato e agli ordini del Ve-scovo Santin, é stata quella dell’eso-do degli italiani da Pola. Per la bisogna venne prescelto ed utilizzato il miglior elemento di cui allora disponeva quella nefasta ac-colta di fascisti masdierati da ahti-fascisti, cioé la ben nota María Pasquinelli. La Pasquinelli, figlia di un capónente ¡della1 Azione Cattolica di Ber-gauio, professoressa di mística fascista e, come tale, inviata a Spalato perche nella patria di Diocleziano facesse meglio rifulgere col fascio littorio il risorto impero di Roma; la Pasquinelli, insoddisfatta erótica oltre che per il «misticismo musso-liniano» di cui era impermeata, anche per la mancanza di attrattive muliebri si era giá contraddistinta per i suoi gialli aullé «foibe» e per la zelante altivitá da lei svolta alio scopo idi formare in Trieste quel «blocco della dilesa della italianitá» a cui piú volte abbiamo accennato su queste colonne. A Pola, dove dovevano essere rica vat i i cor ti e lunghi metraggi degli «italiani che si sottraggono con la fuga — abbandonando tutto, fi-nanco i propri morti — alia calata delle orde ¡slavo comuniste assetate di sangue, ¡di rapiñe, di saccheggio, di stupri e ¡di crudeli vendette eon-tro gli italiani»; a Pola che doveva fornire i maggiori e piü esacerbati. eontingenti di propagandisti contro la Nuova Jugoslavia, da distribuirsi strategicamente liungo lo St.ivíilone come attivi e zelanti procacciatori di suffragi elettorali ¡della democri-stianeria; a Pola, dove in tutti i modi e con qualsiasi mezzo si doveva impediré che gli italiani gu-stassero il frutto proiibito della veril liberta democrática, Maria Pa- eq.uinelli, emissaria del C. L. N. e confórtala dalle paterne benedizioni del vescovo del littorio Santin, aveva ampio campo di svolgere la sua opera di fanatica fascista. E Maria Pasquinelli forni proprio a Pola la piú luminosa prova di cor-ri-pondere in pieno alia grande fi-ducia in essa riposta sia dal C. L. N. come dal suo consigliere Santin, assassin ando freddauiento, a colpi di rivoltella, il gen. De Winton che assisteva «impassibiler alio strazio ed al martirio degli italiani di Pola» e che, quale inglese, mille volte «stramaledetto», aveva fieramente combattuto, uccidendo e sconfiggen-do «i nostri hravi legionari», nella «guerra per la ginstizia e la veritá, per il trionfo della causa di Dio e della Chiesa», scatenata da Hitler e da Mussolini, mille volte benedetti da mons. Santin e dai vèscovi della ¡sua risma. (Conlinuazione in IV pagina) oggi, specialmente nelle iregioni idel-l’Euroipa centro - ¡settentrionale, dove il fenómeno isi fa sentiré din maniera no-tevole e -dove un’kutera folla ¡di geni e coboldi fa le spese ¡del malu-more generale. In veritá, anche di do’ra cero ed mchestra del Teatro del Popolo di Fiume — dal 2 al 6 luglio con «Rigoletto», «Carmen», «La Boheme» ¡e «Nikola Subic Zrinski». opera del compositore fiumano croato Ivan Zafe che viene ampiamen-te commemorato quest’anno. Tra gli altri valenti selisti fiumani, sará anche il primo teñóle dell’Opera di Zagabria, Vladimir Ruzdjuak, di fa-me internazionale, G. S. PSrano finaliste délia coppa Istria a Capodîstria aile ore 17 le due grandi rivais fronte Netta affermazione dei locoli PffiANO - MEDUSA 3-0 Isola e Domenica si troveranno Isola - ümago 5-1 (3-0) SUPREMAZ1A ISOLANA Pugilato o football? di UMAGO: Novacco, Lenarduzzi I, Lenarduzzi II, Bernic, Sreckovic, Bose, Millo, Giraldi, Lenarduzzi III, Hornjak, Sodomacco. ISOLA : Russignan, Delise, Dagri, una partita tutta ripicchi e scorret-venuti, Dudine, Depase IL Russignan. Arbitro : Suplina. Di fronte a cirea 1000 spettatori clie, inciiranti dell afosa giornata sono eonvenuti al campo sportivo di Umago per assistere al confronto fra la squadra locale e l lsola, i due undici hanno disputato un incontro che non oseremo qualificare calci-stico, má calcio — pugilÍ9tico, poi-ché, sia da una parte che dall'altra, le scorrettezze non sono máncate e chi ha rimesso sono gli stinchi di parecchi giocatori. L’arbitro Suplina è State troppo buono; ieri doveva intervenire e puniré con la massima decisione gli elementi che disonora-no il buon nome del calcio, siano quey.i (giocatori, oppiure dirigen ti¡) Intendiamo riferirci a certo Deste dell’Umago, il quale, rivolgendosi verso la folla, ha detto: «Quei dell’UCEF io li ammazzerei tutti». Bella espressione in bocea ad un dirigente! (Se lo è, non mérita certo di esserlo). II pubblico, seppur rumoroso, non è stato antisportivo in mi a partita tutta ripicchi e di scor-tezze, come questa. Di gioco se n’é visto a sprazzi. Sono naturalmente gli isolatii che, nel limite dei loro nervi, hanno dato scuola di calcio ai loro avver-sari umaghesi, ieri sfasati completamente, con una difesa che non aveva neanmeno la parvenza del nome. Ben 4 delle cinque reti isolame sono da imputarsi ai due terzini, fallosi all’eccesso. Lo stesso Srecko-vic è rimasto inutilizzato, forse perché sofferente. L’attaeco (quarado Ja squadra va male, si sa che non ingrana) cosí è successo per il quin-tetto avanzato umaghe.se, forse il reparto piii efficente. Per l’Isola da dire únicamente che il quadrilatero : Zaro, Milloch, Ben-venuti. Ulcigrai ha funzionato a do-vere. Salda è stata la difesa e penetrante l’.attacco, speeie nel reparto sinistro. Milloch e Zar® hanno rifulso in vampo, due assi, senza i quali Pisóla ' erderel.lbe la sua inoi.sivi t.i e tee-/ica. Parasiamo alia cronaca delle reti e delle scorretczze : AlPinizio partOno veiloci gli umaghesi, ma la difesa isolana sventa la minaccia. L’Isola si reprende ed ottiene 3 an-aoli consecutivi, senza esito. Al 14’ Russignan si trova libero con la palla al piede per una entrata a vuoto di Lenarduzzi II, tiro diagonale e rete. Due minuti doipo, altra rete isolana, annullata per fuori gioco di Dudinc. Al 23’, dopo che gli umaghesi avevano pórtato vani at-tacchi alia rete isolana, i "blii si ri-nrendono e conducono un azione a largo raggio. Benvenuti pas3a la palla a Russignan, Lenarduzzi manca nuevamente la sfera di cuoio che perviene a Russignan, tiro, ma la traversa si oppone. Dopo varie aziomi alterne, oerve-niamo al 36’, su un allungo Lenarduzzi interviene a vuoto. la palla va ad Ulcigrai ed il popolaire «Mucci-nelli» ilascia andaré uno dei suoi soliti tiri. Due a zero. Al 44, nuovo fallo di Sreckovic e il pallone, cal-ciato da Ulcigrai, finisce sulla testa di Dudine, scatto di reni e palla nel sacco. Quindi il fisehio. La ripresa si inizia con azioni alterne. Tra Dudine e Sreckovic non corre buon sanguc, vediamo gomi-tate nello stomaCo, pugni alie spal-le. Finché, al 6’, Dudine colpisce con un pugno alie reni Sreckovic. ,costui reagi9ce violentemente e ne scappa fuori un vero e proprio pugilato, sedato dalParbitro dopo non pona fatica. Risultato i,mmedialo, l’espulsione di Dudine. Al 12, in un’azione di contropiede, Lenardnz-zi terzo segna, riprendendo una palla sfuggita a Russignan. Questo sari il punto della hundiera 'dei locali. II gioco continua, purtroppo faltoso. Calci, gomitate, pedate; sombra di trovarci in un'arena di lotta libera americana, denominata «catah as can». Si distiniguono Benvenuti per l’Isola, Bose per l’Umago c al-tri giocatori. L’arbitro o non si av-vede, o lascia correré. I nervi affio-rano sempre di piü. Minaccie, be-stemmic; siamo in un arena da gla-diatori od in un campo di gioco? Al 30’ Novacco, nel tentativo di salvare in extremis spedisce la palla col pugno definitivamente nel sacco. E siamo al 4—1. Russignan con-clude la marcatura al 49’. Quindi la fine. SA. PARTITA POVERA DI CONTENUTO TECNICO UMAGO - CITTANOVA 4-2 OITTiANOVA: Serigna, Radin, ¡Zulliilc, Gtocclmiirai, Viiisiilratliui, Sato, iP'Ocecco, Fiilipaz, 'Saiini, Tlravaigini e Urbaiz. ¡UMAGO: Novacco, Leniagiduazi, Mel-icfhicíre, Lejsiiiiiíta, Bora©,, Zojccih'iig.n a 'Gtriei’jdü, Bagri, Leinandulzzi, Bocmiič e LoiutaV'ilcih. MARCATORI: GiiraWi al 12’. Tra-vagmi .all 24’ e L^stnarduizai al 27. II. itemipo Unbiaiz al 5’, Boonil al 20’ e Lenairíd'uHzi ¡al 35’. ARBITRO: Maino. dinicanitiro ch'el is¡a/rá dimenlicato moito presto, 'pantita da sbadiigli e da Sionmeioohiaimemlü f.ra diue squa-■dire, preaantatelsi ini fonmazlami. molto rimamieiagiiate proprio di fine sita-gicinie: at iboiridi del icaimlpo quailcbe deoina di ipeirsane ohe ihaniniO' prefe-zito airtnoiarsii 'ohe pontarsii ai foaigni. Del Ciititainova poco da dire; isqina-dira cihe nom loomolsce ¡rególe di1 gio-oo. Gioica1 talla manoi ipaggio:, senza carivinziicme itira igiocaticiri. Ognuno giioca peir canto suo e biutitamo via palloni 'prezioEii. Radiin si è salva-to, ira tuliti gioealtore saivio e buon ooilpitiore; con ilulii il pemtiere Scri-gma, is'coltltainte e buon destro., ma ainüflßlpcintivo, parché ha, lasciato il cataipo peir aindainsemie ai baigni, 4a-sciamdo i oompagni in baila deigli ■avainti uMagthasi. Gli umaghesi, dal ®amto toro,, temno isiirultltato le in-deósionli dei iciititanicnvelsi, segmando 4 ireiti ¡par alltirelttalnltli touidhi della difesa awemsaTia;. Un alcgiio ai 5 gio-vanil che giccamo alil’aittacco urna-gibase:. Ueinauduizzi e Giiraildii, i mi-gliori, hamino f,atto 'vedere quallcosa di fouomo in .tanto marasima. Quialictie čemimo di eroinialca. L’Umaigo sflruMia suibiito um’mde-¡tíistonle idie&ia dlifesai ciftanovese. Zuilic sbiatglliai bems.aigHo, si ¡iimpos-aetssa Giraldi e ®egna a pochi pas-islir. Siaimo- al 4,2’, ¡atl 15’ uaai traversa è stalta 'coilpiita in piemoi, su tiro di Lenairduizzi, unto dei mifeUoïi dei iciin'que aillteitítaicico; ¡al 24' id Citta-nioivia pair.egigiai. ¡Iini urna defile poche aziomi ,combínate,, Traivegini si fa luce e iseigna. Grande igioia deil po-phi tifosi, per breve iduraita, giac-chè a .27’ Leñar,duizzi» ohe, quesla volita noini Itlrova: il pallo,, ma fil fondo dedi isiaictCQ. Ccm ipoiche aizioni e molt i isfbaidiilgl’i, isti ¡anriiíva alla fine del I. tempo. Nelia ,ripresa, il’Umáigo isi if,a ,soir-prendetre1 .e, ial ,2’ di gbqc|pv Urtoaz, . sarprendeindo’ ¡i iteirzW, «ejjna O' pa-règèio per ïlà''iua' sqúaldrál' Sô*à qu¡e-siía l’wriíica ' vataíone di rttieivo^ per i —______________ _____________uaJ_______________ giodatari riel Oilttainlova. In ium¡a azio-ne del; ¡quiinteltíto, Barnic si gioea ¡la svoiglilarta idifesa e .setgmi, .portainldo nuoivamemite án vanltaggio la sua squadira. Airtira rete di Lanánduzzi al 35’. CScm ¡queistfe rete il ptatiere deil Oil'.)tainioiva¡ daisici« il campo’, for-se arvrá Vflsto lia poica voglia dei compagmfii d¡i isqualdra . . . Gli umaglheisj, pu¡r rnion facendo veidieire cose eigiragie, hainin» dato un pó ¡di vilta ¡a queisitia psnltjiita día di-mieir.iiiccltciiioi. Ot» KjueBIto vittoria, ,,se ¡lia ivieídira diomeniica1 idoin; ,1o squa-droine ilsolalno sul icrlmipo di Umago. «I¡n bocea a.1 lulpo». CIRCUITO DI SEMEDELLA E CONCLUSO IL CAMPIONATO DI PALLACANESTRO L'Aurora laureata campione AURORA A — DELISE 48:39 AURORA: Depangher 4, Agostini 2, Olivieri 3, Porro 4, Simeoni 23, Minea 6, Zueca 6. DELISE: Suban 12, Coffoli 12, Pnrina 1, Cerna, Vaseotto 10, Pagan 4, Pesaro, Lorenzutti, Pertoto, Millo. Arbistro: Jaksetig. L’Anrora ha vinto meritatamente questa ultima gara di camp ion ato con il punteggio di 48—39 e si é nggiudicata la cappa e lo scudetto di campione ¡della zona B. L’incontro ha rivelato due faccie, con un primo temipo equivalente, cve l’Aurora si é poirtata in vantag-;¿io, piü per la preeisione nei tiri a canest.no dei suoi attaccanti che per il gioco svolto dal quintetto. Nclla rinresa, Pisóla ha dovuto U triare il passo agli avveTsai, pero lo svantaggio é stato mantenuto nei limiti onorevoli. Mif’icire per i Capodistriani, Simeoni, che ha totalizzato ben 23 canestri. Per i locali, Coffoli. AURORA B — PIRANO 41:41 (19-21) Aurora B — Depangher 3, Tam-plenizza 1, Sandrin, Steffé Nello 12, Steffe Mario 12, Zucca, Jaksetič 5, Riecobon 8. Pirano: Dudirje (4, Mdiieisan 2, Ravalico 2, Babič 14, Fonda, De Sardo, Zaic, Venturini 19. Arbitro: Jaksetič. Una partita aecesa, specialmente nclla seconda fase di gioco, quando l’Aurora, handiocapata per 4 cane-stri, si e gettata all’arrembaggio ed č riuscita a pareggiare le sorti del-Pincontro negli uitimi sccondi. Le squadre si sono equivalse ed il risultato finale ha rispecchiato chiarramente i valori delle due con-tendenti. Un po piu tecnica, forse, 1’Aurora, ohe pero, nelia ripresa, e rimasta qualche minuto quasi terma, subendo 1’iniziativa e 1’impeto dei piranesi, che non erano in vena di scherzi. Per 1’Aurora, i miglioiri sono stati i due Steffe e Tamplenizza e Ric-cobon. Per il Pirano: De Sardo, Babič e Venturini. Pubblico alquanto tifo troppo spinto. rumoroso e SA I ciclisti della Proleter di Capo-distria, dopo i brillanti ¡risultati con-seguiti nel eampionato jugoslavo, si sono misurati ieri mattina in una corsa intersociale intorno al circuito di Semedella. Com’era prevedibile, Apollonio e Brajnik, i dne alfieri della Proleter, hamno disposto come hanno vo-luto dei piro,pri avversari, imponen-dosi nettamente in tutte le volate e ooncludendo la gara con un’azione di forza, che fruttava loro, fuggiti assieme a Luglio negli uitimi giri, oltre un minuto di vantaggio. Nulla di notevole nei primi cin-que giri, alla fine dei quali il grup-po compatto si presentava per la volata per il primo traguairdo a punteggio. Apollonio si imponeva per mezza mota su Brajnik, Ban-del, Zucca, Dagri e tutti i rimanenti. Il grappo compatto si ripresentava pure alla volata posta alla fine del-1’ottavo giro. Apollonio precedeva Brajnik, Zucca, Paulucci e Bandel. Le posizioni comineiaivano intanto a delinearsi. I meno idonei perdevano terreno e eontinuavano la corsa con fatica. Il traguardo idellunidicesimo giro vedeva primo Apollonio, seguito da Paulucci, Lonzaric, Brajnik e Zucca. Sullo slancio della volata, Apollonio insisteva, riuscendo in breve a fcirmare il vuoto alle proprie spal-le. Dopo due giri, vedendo che Brajnik e Luglio lo seguivano ap-paiati, a,spet tava il duetto. II forte .terzetto proseguiva la fuga, aumentando sempre piu il vantaggio. Era Apollonio che precedeva Brajnik e Luglio al penultiino traguardo. Staeeati di oltre 300 metri Dagri, Paulucci e Lonzatrič, mentre i rimanenti arraneavano nelle posizioni di coda. Nulla di mutato sino alla fine, dove la volata finale aveva lo stesso esito. Dopo un minuto, ar-rivavano i primi inseguitori, battuti in volata da Paulucci. Ordine d’arrivo: 1) APOLLONIO Bruno, Proleter, che ha compiuto i 62,200 km in 1 oira 46’40” totalizzan-,do punti 25; 2) Brajnik Oreste, punti 18; 3) Paulucci Romano, punti 7; 4) Luglio, punti 6; 5) Dagri, punti 5; 6) Lonzarič: 7) Višin tin; 8) Kolarič; 9) Bubnič. COMUNICATO I ciclisti della Proleter: Miklavčič, Hrvatin, Bandel, Zucca c Pau, lucci sono ten,uti a pre&entarsi in sede giovedi alle ore 13 per partire alla volta di Novi Sad, pcir parteci-pare al Giro della Vojvodina. Si rac-comanda la massima puntualita. La Direzione. PIRANO: Fomaisaxo, Rosso, Da-pnsitto R., Emastini, Duidiine, Bonifacio, Segala, Razza, Sanitomanco, Dlaipneitito V. Crósmiain. MEDUSA: Depointe,, Sitradi, San-[tiini, Salbiaidin M. Cociaini, Clerosiniti Sabadin L. Giiioiv,ainn,i!ni, Sabadin S, iVatanti:, Orlaffi1. ARBITRO: .Aimodeo di Trieste. MAROATORI: al 40’ Budine al 41’ Razza del 1. ¡tempo, al, 15’ Cri-Stnlan ¡niella iriipiresat ipeir il Piiramio. L’atibesa isieimlidäniale pen- la coppa ùDsitniia fixa le isiquadris. dlel PirÉtao e deililia ¡Meduisia ¡di Oapodiislttaia si è rilsoilitia icon una imeriitaita vit,toxi,a idelfa prima peir ' te xoti, a zéro, pairltli'ta ifisolta nal ibreive ispazio di 60 isieooinidi, ¡quanti sono baistaitii ail ragiaizzli ldi ©égala par oolloicare nel saioco medlUisanio idluta paille, pa.rt.ite dalla Ibamldi-enmia «d abiùmenlte gi-œaltei dai brarvi tartiiniani. iNellia priima ,fas¡e, duirante la quale par oiitirie mazz’ara ¡si aveva ¡la iimpreislsiioine: dh¡e i ipiir-anieisl, priv! dsl ' bnaivo 'attaiocamfis S límale, doves sexo icapiitollaine pdr Ta pressione co-Sitante e coinltilniqa del medußani, si è ilnivsce espo,volta ¡ati 40’, non su azloirai idil ¡linea,, ma par fallí d’ango-io cine i piranieisi hamno S'aipuio s fruit-faire coin mçueisttnilai a toro1 vantag-tgio, ed aniahe petr ¿1 iSKSanso senso dt potsiziane ide.i diiifanistoxi medusani mente le imolte otocaEioini avute da queistii ¡ui’itiimi, ¡compreso un xilgore. SO.no isital’e isiciuipaite ¡in main.i,era pue-¡r.ite 'ed temino mesiso iin gimoicchio ruradici oispite. La rápresa, domöniata ccistontemen-te daii ipirameisi, ha negistirato una sola isagna'liuira, (ma, im compenso ■malto lhel g.iioco) cid bai mass«' in mosta la soirpinetnldente pre.stazione del ipilcccto A'rigieinltim, damin,atore nel suo .salitcire, puir controlla;to da un igicca,tetre ie,speirio e più anziano quale Vademit'i. Par ilia laroinlaloa! ragltsita-iamo. Già ali ipnimii la rete ided! Pirano corre serio periioo'lo,, ma gli attaccanti nie-(diuisiatnil mon sannoi sfiruitltaire le- oc-caisiioni d’oro a loro fatvoreivolli e le spejoamo mateimemte in1 maniiara in-eotmprenisibile. Al 30’, un girciascilsino fallo su GiiOvanninii ¡neU'airea di rigoire, viene puini'lto, čemi' il triga» isiaieroBamto, ma Sabaldiin L., niaoairicato del tiro manda ta sfEina a Btampairsli sul pallo e isfiuma casi la migliioir© ocicasione per pontainsi ;iin vanitaiggio. Dopo varie tazicini alltarne da ambo le partí, al 40’ i piiranasi Usufruits,como dii uni caiidio id’augolo e; isuil siusseguen-te tiro, Dudiirte, da uma veinitiina d.i metri, raccoglie e segna imparabil-memte. Passa appena un minuto cd aiitro calcloi idiallia bamidàeir,ima a fat iv,cire del Pirano, tira Segala raso, itenra, xacçogllie Raizzai e Baatita in a’ngolo oom ccistern/azione diel co-parto Dapanlté. 'La rjpreBiaÎè dii pre'tta mainca p.i-rsmieôa, dcmlmlatta su tuitito, l’amco di .gioco, ed i vari Sanltomamco — Air-gieinlitn — iDaprettOi si fam.no appilau-ifitlre dal jïutotalco, per le loro- aizioni e* ¡liriiaifl'giDlasziOinti imiiirab'ili. La ' damzia: icontiniua ocrai fino al 15’, quando; dopa aizibne ubtaria-canite del quinltetto púraaese; la ste-ira peir ■ lUilIMmai pisirviene a Cirirama-¡r.iii, ill iquiaLf3i,\ev;iitaito ajegainlt'emiemte :i,l 'dlifeinlsioira ¡avverlsainio, mette a: segno, rani itarô pabeinite1 e preciso. I meidiuisami, punti isul vivo, tieinfemo dispeiratamente di iriisaVre la cox-iremitei, ma le loiro -alziomii, armai confusa, idiammo, poichi .gratta,capi allia isolida difesa del Piiraino chie íbera icon faiciMirtà e dove emenge Dudine pex le sue éntrate itieimpierative ©d il bravo Rcisiso, cclpàtoie polente e preciso. •La ¡supssfcirV.à del Pilrano ccinti-iniua ’Inicanliraislttita. e rai ¡ha 1’,impression* ehe armai, paighi del ritsuîttalto, S .iragaizzi di Seigaila, più ¡chie: 'alla se-igrtrjtuirà, vcg.ïiaâioi faire rieild’atooade-millai, eid lin queisf'o ci sorao rlusoiti.. pxatiicaudio um gioco' piiáioevaíe, tatto tfún¡eiz0e e triangofezioini. La fine h-a itroviato Vincenti me- leiri a Caipodfeíiriai ha, ¡aivuto luogo 'Uirjal iriurl'Jolnié Idli aítliettca Iqggena cara ila panteioipaEi'omie di ¡unía qua-iraritiina -di atteti e altlelte;, iin mas,sima pairfe1 di Piiraino €■ qualah'e sin-gollo da Capold.isitnia. Aslseinti inispie-gElbUimeinf’e ir buieiail e gli isotan,!, ohe, pur pEirit'ecipainidoi a coimpeití-ziaai di cairafteire ciititaidino, niara so-no .atracara' tscesá án ijizza uiraiitamenite agli eiltrii laitleiti delflla zoma. (L’iargamSIazialziioinie mon1 011a dielilje milgUciri. Oró é dovuíto- im.' primo luo-go al poco inlteressamenlto piü della sfizictae atlética Iieigg¡einai dell’UCEF, cd .¡ira secando Juago ai: mambri del Ctírrjltíita direlt'.iivo dell’UCEF i qua-11 mastra'no una asisiciluta iricom-fT insicme ¡peir queislta ¡bilsitinalíila'ta ait-lílticia 'liegg'eira-, lo ¡spernt pavero. Dif-failtS inieil icoMSio dielili’amlraa .soma State te'r.iutia icáica 5 m'iunionl ¡di atletma. dd :1 preraiildieinlfce di questo ¡masisimo eng,:1:1o spci.itivo maii s.i é falto ve-diére lila ¡celmpa pe¡r guardare come prcicede qiuasi'jo sipcirt, per daré con-■sigilli, itnialooc.i'Elre una lteea di o‘n-doltlta ©ce. ,In queato «íodoi non si .cotnitmilbuiiaae ¡aillo .svilupipo di questo spcn't. La ieititeira tí¡el CC del PCJ inseguid. RiSoirnando in argomieinto, é da iriileivara súbita che¡ mella accemnata La riunione di atlética leggera a Capodistria BELLA MiSURA NEL PESO Skoko vi n ci to re con m. 13,!0 riumiome e sitaito dttenuto uri ecce-ziiottiBlie xiisulteto mel geitto dei ,pe,so. Un atleta del CS Pirano- Skoko ha gelitiaito la ¡paffla di fentio a m 13,10, chi3' irappreiserata Ja migliore ir.l’lnuira cllteinuta sinara in queata düiasäplira sporti'iva mel TLT. Altro m.laultato isignilfilcaitivo ¡nue.1 ssfito in ilunlgo. .Zeltto, litl popalare «Jajo», ¡ha saditato m 8;28. La miiglio-xe m'iauxa della isitaigioinK, pur non eeisieinda la ,sua miglicire, ¡poiehie a P’lnfinio leigdii ha isialitetto m 6,37. Zeit-, to ipclVKlbbs cllieiaeirie1' ainiectr mniigTiio-ri cai-sune ®e «uralsse Feievaiziome ed il movimemto delle braiocia. • Ne'i’te alltire diaciSpäiirae i itiempi e le mtiurs sono istaiM medioicri, dato ,il ¡cal'do eccessivo clhe ha fiaccaito le ■enexgiie rieii giwami atteti. Ed eccoci alle gare: Nei .100 m piani, viititolria matla di Sanitomairco, il quäle ha prevail-so rau aüitri 3 comcorreniti, cltemiemdo um bei 1-2”,3/10, com due deeimd di vanteggio ¡sul canicil’.ltadiino Zomeiro. Tieinzo, piislzzaitoi Filumli'. Nell 110 an ,a cisitaicoli, ,si isonö, pre-siirl'atii a>llo start due sali oancarren-1A Orilviišriil e ¡Latentno' aiwers’ario Veintuirlmi. In questa gara, 1’ultimo;, meiglio preparalo, te¡ ¡avulto facile gicčo- ,au Oliiviieiili, istranaimemite a ebrio di fiata eld è giiumto mattamein-t'e iim väntaggOoi al 'trEiguairdo. II cro-nomeraliro ha S'egnalo um 1'6” e 3/1F peir iL vi/meitore. ¡Alila parheinza idel 800 ¡m pismi sí pretentano, 5 ccinicarireniji. Olivlexi. teil’.cimEljo da Zomero, pireinldie súbito .11 ccraneitíido che mamiticime sino ai 740 m, quainido, femae piroMato dallo ¡storza, raBemita impeircel!itibUmen¡te. Zcmyra, che rai'lmoxa aiv.eva, conserva,to una ¡comidoüta di alttesa nella gslra, .sesititaiva ¡e psiriveinlvia al tragueado. cam 5 metri di distacco da OlLvfiexi. Tempa isegmato: 2’8”, Net-tameimite staccalti1 gil altri. iritotam,emite ¡i tariilnKiamli esulitanti, oxmai fimalitü asii'ems agli ¿solarni tvt'inlc.iiori. i:n quel dit UmiEigo. La squ,sidra Piirsimese va ledata in blce-IC'Ov, 'rmemti» par il'¡Medusa un bravo ¡a Gloivamnljnii, prodigaitcui fino al-rerliremo ed a Olomentl, i miiigliori in campo. Il piccolo Anganiti dte3 Fiixano ,è stoto un, vero gigante e imrair.ita la ¡cútisizianie ,numero uno fra ituöi in campo. AMO RAJKO MITIČ capitana della rapp, jugoslava L'ultimq prova in attesa delle Olimpiadi Jugoslavia - Norvegia A:1 (3:1) JUGOiSLAVIA: Bear,ai, Sfcanikoivic, Cmkoivlic, Boskov, Hoirvat, 1/uà.tica iCigrajarnav, iMjitic,. :Viuk,s|si,; Bobek1, Zeibec. N/ORVEGIA: Hanisen, Hoillmbemg. Spidevoild, Ollsen, Eidie, Nie,Usen, Hvi'disitem, Henimum, Wanig-Soneinisien, iSaigvold, And'eirsen. ARBITRO: ScheiTz ¡dellla Fe/dexazio-rne Svizzara». La Jugos lalvii'a ha raupetrato age-yoilmeimte 1’uinldilcii mioxvagas.e, .senza dalr'e La mruiigliioue' ,plre(s(tazilon!e, delle proprliie paasibiltità, -Piaxtita alltalt-taaea isutoito; dopa il iüschiio d’imi-zia, è riulscitai, ¡con un giioco dav-yiQro ¡tiravolgeinibe e pienoi dii finezze stiiliistiïcihe, a vioiiaiœ, per ben tee .volite, la mat© imcirveigeis'e îini poco piiù ¡di 15 mlilniuti. Sianijeindosi armai sicurai idel rilsiulltalto, moini ha imnstU:). peir cul ¡il .gioioo ciailaiva di tono e d’iiiitielrësise. La ¡oautsia priiracipiaile dallo seainsa igioco va lalîcriltita al. tetr-zino Stankoiv.ic ed aille moite mezze .ali1 Midiic e Boibek, giocatori che sono is'eimipre isitait.i le ¡colcmne. iinamo-vibBi ideillia: rialppresenbaitiiva inaziio-nale e iche imeircoiadi 'inrvece, neiLrin-coinltiroi »cira la Nclrv'e'gila^ sono maih-oati netitamente aU’aspe/titativa. Data la loro, 'grande -classe, la loiro prava meigaitiiva' è da asariiversi pout-toisto allia isltamohezza, dopo le dure psirltiite idli fine laampioinato, che ald uni calo di fanma. t Unía gramide pamtiita ha disputato il lumighissiimo icemltro meldiano Hoir-ivall;, onniilprelseinibe in tutitie le aziohi e velra coil'onnai dalla isiqiuadira jugo-alava. OiLtme ,a lui, hamno, brillato pure i due meidilaini liatemalii Boisko.v e Lusltûaa. Quast’,ultima ha sostStui-to, aiH’.ultii'mo momento:, ¡il moto Caj-kiovakii;, ooisitireitlto: .a iripasa per un liegigeiro llnifomtiumib, idli allenamanto Della squaidlra morvagase, il nu-m/exo 1 è sllaito il partiere il quiaiie lia .nsutral.iizizato' c\)n«nlo quatbro païoinîi, idlflatiiaolii sicuinsimemite in rete. Insidies o- lil ceratiroaltifcacco. Gio-Caíoirí -di leva Jura meidioicxe i rlma-neintí. - LUCHSE 3-3 Sópete- Ai XV gioch; Olimpio,nici, che si terranno nel proxsimo mese nclla térra dei laghi, parteciperanno atleta di 71 nazioni e cioé 12 rappresentan-ze in piü di quante me fossero pre-septi nel 1948 a Londira. Anche il numero degli sportiva sará superiore di circa 4000 unita. Queste cifre record non sono State supérate in al-enna altra olim.piade. I finlandesi at-tendono circa 180.000 turisti che per-verrano in quella térra nórdica per l’occasione. Niel igielíito d'ei perao, faicáile affeirma-zLone di Skokitoo can m 13,10. Secando l’alnlziianov una sempire sulla breiccia, Corsi lítalo. iMisiuiriei fiinifarioirií ¡afflat .metíiia nel ilqnjcla idetl giaivieliloitto. Iin queistai di-S'cipiilna raí é dlMiunto Tumina1 can m 42,40. Razzia ¡e ¡Pitaicca hanino lanciia-to satto i 40 m. N'Slle igairle1 f¡eimimá!n,iJli latobiamo re-¡g.isltraito riisiulitaiti poco isoiddisfacen-itl. Dobbiaimo’ pero milevaire che han-no panfceiaápato alle varíe coonpatizio-;mi diverB's mluwei atlieite, lie qauli miglioireiranina inel futurto. Risultati gane femminili: 100 piainii;: La Zameiro ha’ dovuto Icitltare sino ailil’ulitiimo per milpartar re la vittoria sulla sua eompagna di 'S/qualdlra Traini,. (Tenza .ol'ai3®.lficata la icapodlatiriaima Lanasisii Iva. Tempo della vihiciltiriice é 14”2/10. Salto iin luingo: La Tmami ha pre-yal’.IS'O is’ullle isbreille Zoimelro. Miranme mollto Ibaisisie per tutee ¡le; canicqrrem- DoiveiroS’O iselginlalaxe la presonza in campo di numsircni igiovcrai «r> Jet¡i, ispeiciiaimienite ¡di ¡Rirano, i qiuali iheli,'ag.oin'e -spoirtivoi ipoitiranino tem-prame ¡I lomo físico ¡ed animo d'L venando ccsl veri >uamiini della so-cíetá socialiata. SA. TRIESTINA: Canttorji, Billion,;,' \ alen ti, Petaigna, Ql.au Cianniny, Boscolo, Dorigo, Ispiro, Ciocarelli, De Vito. LUCCHESE: De Fa,zio, Caprili, Degli Innocente, Kollherg, Greco, Scaup a) o , Framlen, jParodi, Tonto-donati, Maestrelli, Nuoto. Arbitro: Carpani di Milano. La Lucchese ha avuto buon gioeo nel primo tempo, nel quale é riuscita a violare la porta tricstina per hen due volte, tanto che molti ritenevano la partita virtualmente conclusa. Ma si sbagliavano. La Triestina trovava lo spirito necessario per rimontare ambedue le reti, conccdendosi pure il lusso di sbagliaire un calcio di rigore all inizio del secondo tempo. Egual Sorte nei tempi supplemen-tari. Alla rete iniziale dei triest.ini, i lucchesi contra.pponevano la loro nel secondo temipo supplementäre. Cronaca. La Lucchese partiva inmediatamente all’attacco. riuscendo a scomihussolare i triestini, perve-nendo cosí alia prima ma,reatara al 5’ con líala sinistra Nuoto. A nulla valse la pronta reazione triestina. Erano ancora i Lucchesi a segnare alio sendere del tempo con lo sve-desc Franzen, raddoppiando cosí il vantaggio. Ra'bliioso attaeco dei triestini nella ripresa. Al 6’, bcneficiano di un calcio di rigore, che pero viene brillantemente neutralizzato dal portiere línchese De Fazio. Al 17’, per ñoco la Lucchese non porta a tre il proprio vantaggio. Un tuffo di Cantonj su¡ piedi di Parodi sventa la perieolosa azione. Al 22’ la prima rete della Triestina. Boscolo scende sulla destra e tira in porta. La palla sfugge al portie.re. viene ripresa da Ciccarcl-li, che non ha difficnllä a spingerla in rete. L’identeea situazionc si ri-peteva tre minuti piii tardi. Questa volta era Boco'lo che, rieeivuto il pallone sfuggito al portiere lucchese, segnava, senza difficolta il pareg-gio. A questo punto la partita si fa-ceva infuocata. Le squadre raddop-piavano le energie pur di superarsi, senza pero riuscirvi. La fine vedeva le.- due,' squadíe ' in ¡Sarita, per cui necessitavano i tempi supplementari. Inizio fulmíneo della Triestina, che partiva in quarta. La palla da De Vito perveniva a Boscolo che segnava con un tiro radente il palo alla sinistra del portiere. I triestini, im-baldamziti, proseguivano nell’attacco ed al 7’ Boscolo segnava la quarta rete, ma l’arbitro Carpani annullava per precedente fallo di Degli Innocente sullo stesso Boscolo e faeeva batiere una punizione dal limite, rimasta senza esito. Baghi del successo c stanchi dall’imiproibo ■ lavoro, i triestini si ohiudevano in difesa. Buon gioco pc.r i lucchesi che riu-scivano a concretare i pxoipri attac-chi al 6’ con Maestrelli. Vcniva bat-tuto un calcio d’aragolo. Valenti shagliava l’intervento e la palla viaggiava verso il centro della porta. Su di crasa si gettavano Belloni e Maestrelli. La mezzala lucchese. ipifi velóle, riusciva a preeedere il difensore triestino e a realizzare la rete del pareggio. Coime latobiiaimo' idiertibo, l®i Jugasla-yi-a ipaHltiilva isiuibito .aLlíaltltóccd. ¡Doipo VEirie tri'ElnigolazíoxLi dié'l meipailto at-taccanlte, penveniiva allá prima mar-baitura idapo 6 minuti icón Vuka,s H quale, miioeiviuito, un preciso paisaag-jgáloi da Miiltič,, segnava imipairaibLl-melhijia icom 'un fante itüiro'. Noira paissiar .vairao quiálhtroi mimiuitií, cthe la Jiugo-sl-avia iraididtí'ppiaiva) Al vamtogglo •dah>-vaimenite iccirt V ukais in raitato di g razia. Al 17’, tenza mete. Boskov fila-va iinid.ilslturibat'0 lunigoi ila ,lirada la-/tieralie fimo laill’áltezza, idieill’area di trilgoire ínioinveigieise, Arad,i pasisava d,, prelciiisioirae ,a MAbič che, ,al voloi, in-isaooava iimpalnaibilimarate. 'P.aghi del Siuciceisisio, giLi jugaslavi daslsitevarao ¡dia¿li'ki'jtalc.coi Nie; ia|ppnafiit,ta|vainio A íiorvegieBi1 che, 'al 21’, ixulilvarao di un calcio' d’ainigolío. Baititeva tela sini-¡sitma Aradierralemi, Beama saltava sulla paila,, m/a raoira xiiuisclvia ai blotéairla Quiérate pemveraiva a So'rierisen’ che. .día 1Ó mci.irii éúr.oa, nicm aveva Idiffi-¡corita a ireiaiVfflZEL©. Scoitilati dalla ffielfce elweirsaxila, 'g.’ii attadcainiti jiu-.goislavi it'prieindieiviairaa atíi atitaiacare ,m|a La ,1ir,aivie:ilsia ed 41 parit,itere inar-v,ege,s:a ineuibraLiizzavano toerae totti i tilri Nel'la ¡riipreisa, d'ciminAo 'iinccintxa.-iS'talbo juigoalavo. Segnava la quarta ed uiltíima mete idleilla igiiomnalta l’ala similsltra' Zebec. r 6’06”; 5) Vcailtirag a 7’38”; 6) Magmi a 8’26”: 7) Goldschimidit ai 8’34”; 8) Biamtail a 8’49”; 9) Ocfceira a 9’53”. Giro di Francia A Diederich la Rubeaux Namur ©ralle istrade deil Bsilgiioi partivano i ilusisiembrarghleisli Biiraz, Biediemiich >eid 'il friaraoeisie Rata lime km doipo la pamtenza, iNaasurao si prneciacupava di irasUtmaAízzaire questa fuga, cosiic-.clhlé A tne fugigiitiivi miuscivarao in brava a tpreiradieinsi 'ban 15 tmiilmuiti di yantagigio' is,ral igmo-sso dieil gxuppo. poimpreradle'nitie ¡tatiti gli assi, II caldo, isoiffacanite, Anif¡l}uiva raagaitiiivat-manlte su,i cicliisiti. iin taba Diede-¡ricíh, visto: icihe Al .torno del ¡pmapri ooimpagimi idi fuga idtilrnijinluiiva,, paír-.'tivai da soio, ’ira icier-ca idieilla grande afíemm-azi'Oin'e. Neli gruippo iratainto Coippi, visito che ¡nieisisiurao si deicidie-v,a iad inseguiré ,i fuggiilíÁvii, pairitiva ■ alija mraota di M-arinelili. DA km, in km il csmpioinAsisiimo' guaidaginava tanneñoi A 10 km da 'Namur rag-¡giun.gieva i fuiggitávii, tr.airane Diiiede-xích. Rinveiraiivano iraellie prAme posl-zioirai pume Bialrtafi e Malgmi, che s.i asisilcrariaviainio 'coisi um; tauon piiaizza-rrarainlta. In fante irAtardo Vam. Stieien-Ibenigeni, Imemltlre la mag'ffia g,iaú|l¡a Laiur'ed.i rairirEinlcaiva ,ald oijtre 10 mi-raulti. ,11 ilusise¡in|bumghieise Biederich viraceva ipeir diiisfiaiaco ila prima tap-pa. B.ofpo ¡eduque miraulti, glungeva Fausto Ooppi, 'che, rael frateeimpo, avava atacicEto t.rattli i- mimantenii. Laureldi r,i,use i.v,a a ociraservaire la miaigfiai igilátllla ,oo¡n apparaa un secom-¡dioi di v,ainltag(gia. O.rd'ine di| lanrAva: 1) Dieidiariiah Lu!s,s'eimb!uir|gB, ohe ¡ha eolmipLuto i 197 km del ipa'rccmso iiin 5 orne 54'28” alla medila 'Oraría di km 33,345, 2) Coippi ,a 5’01”; 3) Vai» idiar Stok a 5’43”; 4) 'Baintaii ® 714”; 5) Mlaig.nl a 7’22”; 6) Goildsicihimid/t a 7’30”; 7) Octoeirs a 818” 8) Rata a 9’22” indi ¡Glasisiifica ¡gemiemai'e: 1) Lauiredi iin 29 orne H3’29”; 2) Vían, dex Siíok a 1”; 3) Glose a 2*44”; 4) Ccippi a Regata vélica Risultati delle regate veliche, or-ganizzate dal «Vela Club» di Ca-ipodistria, valevoli per la terza prova del campionato Distrettuale. Classe «Beccaccioni« : I «Cici» timoniere Zueca Francesco, «Vela Club», Capodistria, II «Pionier» timoniere Bussani Fausto,, «Vela Club», Capodistria, III «Biibi» timoniere Crio Nevio, «Vela Club», Capodistria, IV «Picinin» timoniere Zetto Giovanni, «Vela Club», Capodistria, V «I. maggio» timoniere Derin Stelio. Seguono due imibaroazioni da Pi-rano. Clarase «Beccaccioni« : I «P-7» timoniere Potocco, Pirano, II «P-2» timoniere Fonda, Pirano, III timoniere Gustizza, Pirano. Classe «Joie Adriático»; I «Corsara» timoniere Sandrin Bruno, «Vela Club», Capodistria, II «3 M» timoniere Norbedo Bruno, «Vela Club», Capodistria, III «Pirano» timoniere Baludí Mario, Pirano. Classe fuori serie : I «Bisarca» timoniere Ramani Vittorio, «Vela Club», Capodistria, II «P-12» timoniere Jugovaz Antonio, Pirano. SantiiO ispiratore della Paspinelli (Continuazioríp dalla III. pagina) Cosí, grazie al C. L. N. ed al suo vescovo Santin, Maria Pasquinelli ebbe modo d¡ assurgere alia fama mondiale, di essere glorificata quale «lcggendaria eroina» e come «la Giovanna d’Arco della risorgemte Italia». Con questi ed altri consimili titoli di onore e gloria, essa venne infatti celohrata da tutta la stampa reazio-naria clerical fascista italiana e triestina, quando essa, accompagnata da due ¡suore, eompanve per rispondere del suo assassinio premeditato, sul banco degli imipntati, presso la Corte Generale Alleata a Trieste nel-l’aprile 1947. Come tale, Maria Pasquinelli, venne onorata anche dal vescovo Santin i oui colloqui in caroere con «la éroina che aveva vendicato la di-sgraziata sorte degli italiani di Pola» hanno formato l’argomcnto predilet-to della menzionata stamipa, che non ha mancato di esaltare la «magnifica» figura e le «epiche gesta in difesa della italianita» sia dell’uno come dell’altra. Sia il C. L. N. come il vescovo Santin sono stati inoltre i promotori di una vasta azione in favore della Pasquinelli, che aveva agito a Pola «in stato di necessitá», azione cul-minata con l’intervento ufficiale del soverno di Roma presso il G. M. A. di Trieste perché nel giudrzio, da emettersi nei suoi confronte, venisse tcnuto il debito conto di questo fatto. Passato al vaglio della storia anche l’episodio della Pasquinelli, che meglio caratterizza e documenta Topexato «pastorale» del vescovo Santin nelle diócesi riunite di Trieste e Capodistria, rispo,ndiamo finalmente alia sfida lanciata a noi da «Vita Nuova» e cioé di smentire che »a insaputa del vescovo Santin il Govemo fascista gli concesse la me-daiglia d’oro e che egli fu Púnico ohe non ando a riceverla a Roma». Dato che «Vita Nuo.va» ci qualifi-ca e considera «hracconieri della penna», la oui «sfrontateizza non co-nosce limiti e la (nostra) voluttà di calunniare non si arresta mai» per-ció ricopiamo fedelmente, a seguito, quanto scriveva a questo proposito, in data 18 matggio 1938 A. XVI, «II Piccolo di Trieste» che semipre ha goduto il massimo crédito presso il vescovo Santin e tutti gli altri mem-bri del «covo di via Cavana», i quali tuttora affidano per la puhbllca-zione e si fanno intervistare dai re-dattori della nuova edizione dello stesso giornale. «Per le sue alte benemerenze, nello scorso gennaio mons. Santin venne, con «motu proprio» d¡ S. M. il Be Imper atore, insignito dell’onori-ficenza di grande ufficiale della Corona d: Italia. «In riconoscimento della sua at-livith svolta in favore della battaglia aularchica, Veminente Prelato rice-vette dalle maní del Buce la meda-glia d’oro per essersi distinto e cías-sificato nella campagna del granos. Ogni r.o.qrn commenta ed aggiunta ad una sbugiardata cosí ehiara ed explicita delle affermazioni di «Vita Nuova» guasterebbe. Prnorammí delle negee culiall locali CAPODISTRIA LUNEDP, 30 GIUGNO ORE 20.30 Sala Ridotto del Teatro del Po-ipolo Conferenza su Leonardo Da Vinci in occasione del 500 anniver-sario della sua nascita. — Relatore Cianid Riiggeri. MARTEDI’ 1 LUGLIO ORE 20.30 In Piazza Tito — «Il Bcffardo» dl Nino Beirrini, ,prose,ntato’ dalla com-pagnia del Teatro del Popolo, di-retta da Franco De Simone. MERCOLEDI’ 2 LUGLIO ORE 20.30 In P iazza Taeco (di fronte al Mu-seo Civieo) — Grande serata musicale — Parte,cipano : il Grupipn Fol-eloristieo, 1’Orchestrina ritmica, il Ouarteto a Plettro del C. I. C. il Balletto, delle scuolo Ottennali e la Corrnagnia filoidirarhlmalica dei Pio-niori che. diretta da Jože Kolosi,mo, 'présentera «Il Minuetto» di Sarfatti. GIOVEDI’, 3 LUGLIO ORL 20.30 * In piazza Taeco La C»mpngn:a Filodrnmmatiea del C. I. C., — di-retla da Franco De Simone, présentera «La Ciara», alta unicn Ji L. Pirandello. Seguirà «Ma chi è?» — cmeretta — farsa di M. Cagnac-i presen tata d agli alunni delle scuole Ottennali e d’Awiamento, sntto la direzione del maestro Ereole Paren-zan. VENE RDI’, 4 LUGLIO ORE 20.30 In piazza Taeco — «Il Voivoda della Drina» di Pater Kolosimo, pre- sentato daliji Cnmipagiiia Filodram-matica dei Pionieri, diretta da Jože Kolosimo. j| SARATO, 5 LUGLIO ORE 20.30 In Piazza Taceo — La Compag-nia Lllodrammatica del C. I. C., diretta da Andrea Daibovič, presentera la craumeidia brillante di .S. Zambaldi «Argento vivo». DOMENICA, 6 LUGLIO ORE 5 Cita alla volta di Rovigno per par-tenipare al grande raduno festivo degli italiani. j g> ■SOLA PROGRAMMA PER LA RASSEG Gir visdi 3 .luiglk) — alle ore 20,30 ttiiEil .teatafo AprigcinA, Aa filadirairrama-I’ljj'Si di;! QÍGP ,«IM:iriio Moma» pressu-•X'irà due ccontneidfte. lim ¡un ¡ei'jío-. La g'il'ima. tôt . LU'iigii, PirEinieli’iO initeltolata i