581 Pregledni znanstveni članek (1.02) Bogoslovni vestnik 75 (2015) 3,581—590 UDK: 274-1Hus J. Besedilo prejeto: 09/2014; sprejeto: 07/2015 Ctirad Vaclav Posptšil Giovanni Hus e i cattolici cechi: dal trauma alla riconciliazione Riassunto: L'autore presenta le diverse interpretazioni del pensiero e della vi-cenda di Giovanni Hus nel pensiero di vari autori cechi. Dimostra che la va-lutazione del personaggio in questione da parte dei cattolici cechi non e stata mai univoca, ma piuttosto dilemmatica. Gravi problemi sono sorti so-prattutto a partire dal 1850 quando sono apparse diverse interpretazioni di tipo ideologico - anticattolico. Le tensioni hanno trovato una felice soluzio-ne nel 1999 durante il simposio svoltosi alla Lateranense. Questa pace, una volta raggiunta, va tuttavia coltivata e difesa non solo da parte dei respon-sabili pensatori cattolici cechi, ma anche da parte degli scienziati di altri pa-esi. Parole chiave: Giovanni Hus, l'ussitismo, l'immagine di Hus nel pensiero ceco Povzetek: Jan Hus in češki katoličani: od travme do sprave Avtor predstavi in ovrednoti razne razlage življenja in dela Jana Husa, kakor ga vidijo nekateri češki pisatelji, in pokaže, da češki katoličani niso nikoli imeli popolnoma negativne drže do Husa. Največji problemi so nastopili po letu 1850, ko so bile objavljene razne ideološke in posebno protikatoliške interpretacije Husa in husitskega gibanja. Vendar je leta 1999 veliki mednarodni simpozij, ki je bil posvečen Janu Husu in je potekal na Papeški lateranski univerzi, pripomogel, da so bile mnoge medkonfesionalne in družbene napetosti premagane. Ubraniti in razvijati dogovor in mir, ki so ju takrat dosegli, pa je naloga ne samo čeških katoliških mislecev, ampak tudi tujih učenjakov. Ključne besede: Jan Hus, husitsko gibanje, podoba Jana Husa v češki misli Abstract J. Huss and the Czech Catholics: From Trauma to Reconciliation In this study, the author presents and evaluates various interpretations of the life and work of Master Jan Hus in the thinking of Czech authors. In the first place he argues that the attitudes of Czech Catholics to this person were never strictly negative. The greatest problems appeared after 1850, when various ideological and especially anti-Catholic interpretations of Hus and the Hussite movement appeared. Great inter-confessional and social tensions were overcome in 1999 in the great international symposium dedicated to Jan Hus, which took place on the floor of the Pontifical Lateran University. The once reached settlement is, however, still to be defended and developed, which 582 Bogoslovni vestnik 75 (2015) • 3 poses a challenge not only to the Czech Catholic authors, but also to foreign scholars who deal with this theme. Key words: J. Hus, Hussite movement: Image of Hus in the Czech thinking Nell'anno 2015 i cattolici cechi ricordano, naturalmente con tutti gli altri cristiani della Boemia e della Moravia, il seicentesimo anniversario della tragica morte di Giovanni Hus, il quale e stato condannato come eretico e in seguito bruciato sul rogo durante il Concilio di Costanza (1414-1418), precisamente il 6 luglio 1415. Spero che il sopradetto anniversario possa suscitare l'interesse anche dei nostri colleghi in Slovenia. Mi permetto di ricordare che ai tempi di Hus non pochi slo-veni frequentavano le lezioni all'Universita di Praga.1 Si sa che dai tempi di M. Lutero i cristiani evangelici hanno interpretato il ri-formatore ceco come il predecessore della loro identita protestante. Bisogna, pero, aggiungere che la valutazione di Hus e dell'ussitismo da parte dei cattolici prevalentemente cechi, ma non solo, e stata da sempre dilemmatica. Infatti, e quasi impossibile stabilire dove si tratti della riforma della stessa chiesa cattolica e dove ci si trovi gia nell'ambito della Riforma di tipo protestante. La situazione si e resa molto scottante soprattutto nel periodo 1850-1989, perché non solo la Chiesa evangelica dei Fratelli cechi, ma anche la Chiesa cecoslovacca - ussitica a partire dal 1920, e i rappresentanti dei movimenti patriottici hanno presentato il riformatore praghese in chiave anticattolica. In questa situazione polemica i pensatori cattolici cechi hanno presentato Giovanni Hus e l'ussitismo con toni molto piu critici rispetto ai decenni precedenti. Si puo dire che e scoppiata una vera guerra di interpretazioni ideologiche inconciliabili. Questo triste divario e stato gradualmente superato negli anni Novanta del secolo scorso, quando, grazie all'impulso diretto di Giovanni Paolo II, ha incominciato a operare il Comitato scientifico ussitico con rappresentanti di diverse denominazioni cristiane della Republica Ceca. L'approdo felice di questo processo e stato raggiunto durante il grande simposio internazionale che si e svolto nell'ultimo mese del 1999 alla Pontificia Universita Lateranense. Giovanni Paolo II nel suo discorso ha espresso ai partecipanti del simposio il suo grande dolore per la morte tragica di Giovanni Hus ed ha sot-tolineato le grandi qualita morali di questo personaggio (Giovanni Paolo II. 1999). I rappresentanti della Chiesa Cattolica Romana e della Chiesa evangelica dei Fratelli cechi, pochi giorni dopo la conclusione del simposio, hanno firmato un documento di grande valore storico, nel quale si dice che la figura di Hus non deve essere piu causa dell'odio interconfessionale e che nessuna delle chiese contem-poranee puo appropriarsi di Giovanni Hus in modo esclusivo. Gli uni possono ve-dere nel riformatore praghese il predecessore dell'ecclesiologia elaborata dai pa- I maestri e gli studenti sono stati divisi in quattro nazioni secondo criteri piuttosto geografici e linguisti-ci, concretamente ceca, bavarese, sassone, polacca. Gli studenti di lingua slava provenienti dall'area mediterranea di solito facevano parte della nazione ceca, ma potevano scegliere liberamente anche una delle altre nazioni (Svatos 1995, 64). 2 Ctirad Václav Pospísil - Giovanni Hus e i cattolici cechi 583 dri conciliari durante il Concilio Vaticano II, gli altri hanno pieno diritto di presentarlo come precursore della Riforma protestante (Vlke Smetana 2001). Nel primo paragrafo del presente articolo vorrei brevemente ricordare le ten-sioni che riguardano le diverse valutazioni di Giovanni Hus all'interno della chiesa cattolica dal Quattrocento fino alla prima meta del Settecento. Nella seconda parte mi permetterei di ricordare le presentazioni piu significative di Hus che sono emerse dai tempi dell'Illuminismo fino agli anni Sessanta del secolo scorso. Non c'e dubbio che la pietra miliare sul cammino verso una nuova e piu aperta valu-tazione di Hus da parte di molti pensatori cattolici cechi sia stata la monografia del benedettino belga P. de Vooght (1973; 1975; 1997-2003). Proprio a questa tematica molto interessante dedico il terzo punto del presente studio. 1. Dal Quattrocento fino alla prima metà del Settecento La prima espressione della valutazione dilemmatica di Hus da parte dei cattolici risale addirittura agli ultimi giorni della sua vita. Sebbene sia stato ufficialmente condannato come eretico, un sacerdote straniero, dottore di teologia ha ascolta-to la sua confessione e gli ha persino impartito l'assoluzione senza esigere che Hus abiurasse gli errori di cui era stato incolpato da parte del tribunale conciliare, ció significa che questo confessore e dottore di teologia non aveva reputato Hus come un vero eretico (Brandmüller 1995, 217-218). Innanzitutto, va notato che lo scopo principale di tutta Topera di Giovanni Hus, del movimento riformatore nato in seno all'università di Praga a cavallo del Trecento e il Quattrocento e delle diverse frazioni dell'ussitismo si trova evidentemente nell'ambito religioso. Bisogna, pero, aggiungere che il movimento ussitico2 ha implicato pure una certa emancipazione del popolo ceco nei confronti dell'elemento tedesco che ha incominciato a insediarsi nel Regno boemo dal Du-ecento soprattutto nelle città. Se alla corte dell'imperatore e del re Carlo IV (t 1378) e di suo figlio, il re Venceslao IV (t 1419) si parlava tedesco e latino, dopo le guerre ussitiche la situazione è cambiata completamente e la lingua ceca ha acquistato pieno diritto d'uso nella cultura,3 nella politica e nell'ambito della giu-risprudenza (Dobrovsky 1792). Inoltre non dobbiamo dimenticare che l'ussitismo non è stato mai un movimento monolitico. Infatti bisogna ben distinguere tra l'ussitismo radicale, il cui centro si trovo nella città di Tábor nella Boemia meridionale (i taboriti), con forti influssi nella Boemia orientale (gli orebiti), e l'ussitismo moderato di tipo praghese. Va sottolineato che la denominazione »hussitae« proviene originariamente dagli avversari del movimento riformatore ceco, e percio per lungo tempo ha avuto una connotazione peggiorativa (Seibt 1995, 27). Risalgono agli ultimi decenni prima della rivolta ussitica le tre redazioni o rielaborazioni della traduzio-ne completa della Bibbia in ceco, una delle prime nella lingua materna in Europa. Non si riesce a stabilire con esattezza il ruolo preciso svolto da Giovanni Hus in queste vicende, comunque le ultime due redazioni sono nate di sicuro nei circoli vicini a Hus (Kyas 1997). Sembra assai probabile che il riformatore praghese sia stato l'autore della nuova ortografía ceca (Schropfer 1968). 2 6 584 Bogoslovni vestnik 75 (2015) • 3 Mentre la prima corrente si e notevolmente allontanata dall'ortodossia cattolica, la seconda ha mantenuto tutti i principali punti di contatto con il cattolicesimo per quanto riguarda i sette sacramenti, la fede nella presenza reale di Cristo sotto le due specie eucaristiche e perfino la dottrina della successione apostolica, e a ció corrisponde una continua tendenza a raggiungere il riconoscimento della comuni-one dei laici sotto entrambe le specie eucaristiche da parte della Chiesa Cattolica Romana (Lásek 1995b). Sembra chiaro che il pensiero di Hus corrisponda molto meglio alla posizione dottrinale della corrente moderata, la quale viene valutata oggi come un tipo di cattolicesimo riformatore (David 2012). Dopo l'anno 1434, quando i moderati vinsero la battaglia contro i radicali, e sopravvissuta quasi esclu-sivamente la corrente moderata, che e diventata la chiesa utraquista. Questo cattolicesimo riformatore e stato riconosciuto durante il Concilio di Basilea (Krchñák 1997). e persino il Concilio tridentino ha permesso la comunione dei laici sotto entrambe le specie come un privilegio per la Boemia e la Moravia (Kavka e Skybo-vá 1969). Dovrebbe essere scontato che gli utraquisti hanno venerato Giovanni Hus come martire e come santo sin dall'anno 1416, e tale culto e durato fino al 1620 (Holeton 2012). Dopo la grande sconfitta delle forze armate boeme nel 1620 (battaglia nei pressi di Praga sul monte Bílá Hora, 8 novembre 1620) sono cominciati anni davvero tristi per il popolo ceco. La ricattolizzazione spesso violenta nel Seicento, sotto il governo degli imperatori asburghici, non aveva niente in comune con il vero cattolicesimo, e perció i cattolici cechi oggi sono restii a riconoscersi in questo abuso della loro fede da parte del potere politico del tempo (Beran 1965). Siccome il cattolicesimo e stato spesso identificato da parte degli avversari con questi crimini contro la liberta della coscienza personale, sembra meglio designare questi avvenimenti come »riconfes-sionalizzazione« oppure come »unificazione confessionale del paese«. Nonostante il fatto, che i membri della chiesa utraquista siano stati costretti a far parte della Chiesa Cattolica Romana, la venerazione personale nei confronti di Giovanni Hus e con-tinuata in molte famiglie reconfessionalizzate fino all'inizio dell'Ottocento.4 2. Dalla meta del Settecento fino agli anni Cinquanta del secolo scorso Gli Illuministi nella seconda meta del Settecento hanno incominciato a leggere le vicende di Giovanni Hus da un punto di vista completamente nuovo. In connessi-one con il giuseppinismo vedevano il riformatore ceco come una persona che ha lottato contro il potere della Chiesa a favore dello Stato, come un martire della coscienza e della liberta individuale.5 Queste immagini di Hus, tuttavia, non erano Ad esempio, ancora nell'anno 1677, secondo la querela del suo superiore, L. Nuska, un párroco di campagna, continuava ad utilizzare delle ostie sulle quali c'era l'immagine di Hus tra le fiamme e il calice per la consacrazione (Royt 2001, 417). A questo punto pare conveniente ricordare un teologo e storico illuminista del giuseppinismo, Caspar Royko (1741-1819), dall'anno 1783 professore della storia della Chiesa a Praga, membro della masso- 4 2 Ctirad Václav Pospísil - Giovanni Hus e i cattolici cechi 585 altro che autoproiezioni degli stessi pensatori illuministi. Si e trattato, dunque, di un falsamento della storia e di una lettura ideologica. La posizione della lingua ceca nell'Impero austriaco era assai triste. Basta ricor-dare che il primo ginnasio di lingua ceca e sorto in Boemia soltanto nella meta degli anni Sessanta dell'Ottocento e che all'universita di Praga si sono potute te-nere lezioni in ceco solo a partire dagli anni Ottanta. In questa situazione nei primi decenni dell'Ottocento e nato il movimento di risveglio nazionale che si e la-sciato ispirare, in un certo senso paradossalmente, dalla filosofía del romanticismo tedesco. Soprattutto dagli anni Cinquanta in poi i fautori dell'emancipazione nazionale hanno cominciato a sottolineare i paralleli tra la loro lotta e le vicende dell'ussitismo. Trovarono ispirazione soprattutto nell'opera del grande storico e politico boemo, Frantisek Palacky (1798-1876), insignito del titolo onorifico di Padre della nazione ceca. L'autore appena nominato aveva presentato un'interpretazione nuova e ben ancorata nelle fonti della storia di Giovanni Hus e dell'ussitismo come vertice della storia del popolo ceco. Per lui Hus era il pre-decessore della Riforma protestante (Palacky 1850). I patriotti cechi erano riusci-ti a convivere pacificamente con gli abitanti tedeschi nella loro patria fino all'anno 1850, ma dopo questa data la situazione si era notevolmente peggiorata. Benché Palacky fosse un protestante e la grande maggioranza della popolazione apparte-nesse ufficialmente alla Chiesa cattolica, la sua interpretazione dell'ussitismo ha affascinato tanta gente e cosí e diventata l'espressione del patriottismo ceco. Sotto l'influsso del Kulturkampf tedesco aumento sempre piu la forza delle cor-renti che utilizzavano Giovanni Hus nella propaganda anticattolica. A molti sembra-va che uno non potesse essere contemporaneamente cattolico e vero patriotta ceco. Queste tendenze culminarono nel pensiero di T. G. Masaryk, presidente della Re-pubblica Cecoslovacca dal 1918, soprannominato liberatore, secondo il quale l'ideale umanistico rappresenterebbe la continuazione del messaggio di Hus e della Riforma protestante, mentre il cattolicesimo sarebbe sinonimo di reazione e di forme di go-verno teocratiche e autoritarie, e pertanto dovrebbe essere in netta contraddizione con la missione storica del popolo boemo (Masaryk 1896).6 Non c'e da meravigliar-si che molte persone persero la fede cattolica e che tanti cattolici si sentirono interiormente divisi. L'immagine di Hus e stata forzata, il suo pensiero religioso e stato accantonato ed il suo nome e diventato una tela sulla quale si sono proiettate le varie ideologie di fine Ottocento e dei primi decenni del Novecento. Questa atmofera di ostilita e di forte anticlericalismo ha suscitato, comprensibil-mente, una reazione da parte dei pensatori cattolici, i quali nei confronti di Hus hanno preso una posizione molto piu critica rispetto ai decenni precedenti. Come esempio potrebbe venirci in aiuto un importante teologo cattolico del tempo, Antonio Lenz (1829-1901), il quale testimonia che al tempo del suo studio in semina- neria. La sua opera sul Concilio di Costanza e uscita in quattro volumi (Royko 1795-1796). Masaryk invita spesso i suoi lettori alla lettura diretta delle opere di Hus, tuttavia nel suo libro troviamo davvero pochissime citazioni dirette prese dagli scritti del riformatore boemo. Secondo il parere dei veri scienziati del tempo, come ad esempio Z. Pekar, il libro di Masaryk rappresenta una forzatura nettamen-te ideologica e populistica della storia. 6 586 Bogoslovni vestnik 75 (2015) • 3 rio i professori sostenevano che Hus non fosse eretico e che fosse stato condanna-to a causa della sua critica del clero terribilmente corrotto. Lenz, invece, smentendo questa interpretazione favorevole a Hus, sosteneva che il riformatore boemo fosse davvero un eretico giustamente condannato dal concilio ecumenico (Lenz 1907). L'infelice clima di confronto, spesso assai aspro, continuo anche ai tempi della cosiddetta Prima Repubblica (1918-1938). Nell'ambiente cattolico notiamo, pero, non solo una tendenza critica nei confronti di Giovanni Hus da parte di alcuni pen-satori (Sedlák 1915), ma pure una lotta per la riabilitazione del riformatore prag-hese da parte di alcuni cattolici laici aventi un orientamento che si potrebbe definire come una certa anticipazione delle idee proclamate dal Concilio Vaticano II. In realta volevano riabilitare in questo modo il cattolicesimo stesso davanti all'opinione pubblica e riconciliare un sincero patriottismo con la fede cattolica. 7 Non dovrebbe sorprendere che le loro pubblicazioni abbiano suscitato un'aspra critica non solo dei cattolici piuttosto di destra, per i quali Hus doveva rimanere semplicemente eretico (Kaspar 1926), ma pure dei pensatori evangelici (Kozák 1925). Questi ultimi identificavano il cattolicesimo con tutto il negativo che si po-teva notare nella vicenda, soprattutto nella causa di Giovanni Hus e cosí in modo implicito volevano comunicare che un buon Ceco doveva distanziarsi da esso. Il cambiamento della faccia ufficiale della Chiesa cattolica significava la fine di questo gioco propagandistico, e percio combatterono con tutte le forze contro la tendenza riabilizionistica all'interno del cattolicesimo del tempo. Esiste ancora un altro motivo della resistenza degli evangelici cechi contro la riabilitazione di Giovanni Hus da parte della Chiesa cattolica. Coloro che definiscono la propria identita negativamente, ad esempio come non-cattolici, in realta dipendono da quella nega-ta in modo sostanziale, per questo motivo il cambiamento del cattolicesimo da loro presentato significherebbe una grande minaccia per la loro anti-identita propria-mente detta. Anche se oggi la situazione ecumenica e migliorata notevolmente, gli evangelici non smettono di ripetere che la riabilitazione di Hus non ha nessun sen-so. In questo contesto va notato con grande soddisfazione che i rappresentanti della Chiesa cecoslovacca - ussitica, i Vecchi Cattolici nella Boemia, insieme a diverse denominazioni dell'anglicanesimo in Canada e negli Stati uniti, che tra l'altro, prestano a Hus il culto spettante ad un santo, negli ultimi vent'anni hanno spesso espresso la loro apertura verso questa riabilitazione da parte della rappresentanza ufficiale del cattolicesimo. L'abuso ideologico di Giovanni Hus e dell'ussitismo ha raggiunto il culmine ai tempi tristissimi del totalitarismo comunista. Nell'anno 1950 sono stati internati praticamente tutti i membri maschi delle comunita religiose in Cecoslovacchia. Tan-ti sacerdoti sono stati imprigionati nei campi di concentramento destinati a coloro che si erano messi in opposizione contro il regime disumano. La dimensione religi- 7 A questo punto va ricordato un cattolico piuttosto liberale, Václav Flajshans (1866—1950), editore delle opere latine del riformatore praghese, il quale ha proposto la riabilitazione di Hus nei primi decenni del ventesimo secolo. Nella stessa linea di pensiero si sono inseriti i cattolici: Vlastimil Kybal (1889—1958 Washington, in esilio dal 1948) (Kybal 1923; 1926;1931); Václav Novotny (1869-1932) (Novotny 1921-1923). Ctirad Václav Pospísil - Giovanni Hus e i cattolici cechi 587 osa dell'ussitismo fu messa completamente tra parentesi, chi intendeva parlarne apertamente fu etichettato come reazionario e »fanatico« religioso. Hus fu presen-tato come predecessore del socialismo, come comunista »anonimo«, l'ala radicale del movimento ussita (i taboriti) venne interpretata come anticipazione diretta del-la lotta delle classi, l'anti-cattolicesimo fu visto in modo nettamente demagogico come vera faccia dell'ussitismo. Sembra abbastanza comprensibile che tanti cattolici, e con loro anche alcuni oppositori del regime sotto il tiro di questa propaganda martellante, soprattutto negli anni Cinquanta e pure negli anni Sessanta, abbiano guardato a Hus e all'ussitismo senza esagerazione con un certo disgusto. 3. La ricezione drammatica della monografía di P. de Vooght L'effetto della monografía di P. de Vooght, ricordata sopra, uscita nell'anno 1960, la cui seconda edizione fu rifatta e completata nel 1972, nell'ambiente ceco e pa-ragonabile ad un fulmine a ciel sereno. Vooght, rinomato storico e teologo catto-lico di fama internazionale, ha dedicato piu di 25 anni allo studio della questione ed e arrivato alla conclusione che in realta Giovanni Hus non era eretico nel sen-so forte del termine. Contemporaneamente, pero, critica la sua poca responsabilita sociale, certe esagerazioni moralizzanti contro il clero benestante nelle sue pre-diche al popolo e pure la scarsa originalita del suo pensiero teologico. Il modo di procedere degli avversari contro il riformatore ceco, secondo Vooght, era pieno di odio scellerato, di calunnie e di intrighi, e percio da un punto di vista morale assolutamente inaccettabile. Hus, pur richiamandosi al pensatore inglese Wyclif nelle questioni fílosofíche (il realismo in opposizione al nominalismo) e soprattutto nella strategia della riforma ecclesiastica, non ne ha accettato mai le tesi ere-tiche. Ad esempio, la dottrina eucaristica di Hus e nettamene ortodossa,8lo stesso vale anche per l'insegnamento circa i sette sacramenti e persino l'accusa di dona-tismo non e fondata sufficientemente. Come vero problema viene identificata la collaborazione di Hus con il re Venceslao IV e la nobilta contro gli interessi del'alto clero. Il Concilio, percio, ha dovuto trasferire la causa di Hus dal piano politico al piano teologico, dove nessun potere secolare poteva intervenire a favore del ri-formatore. L'unica cosa che oggi si dovrebbe aggiungere al contributo del bene-dettino belga, riguarda l'influsso decisivo che hanno esercitato le idee escatolo-gistiche, con le aspettative della fine del mondo e dell'avvento dell'Anticristo, sul pensiero e soprattutto sul comportamento del riformatore ceco e di tutto il circo-lo rinnovatore presso l'Universita di Praga a cavallo del Trecento e Quattrocento. Sembra scontato che il primo forte attacco contro le idee del pensatore bene- Nelle trenta tesi condannate dal Concilio di Costanza ed imputate a Giovanni Hus non se ne trova nem-meno una riguardante l'eucaristia. (Denziger e Hünermann 1995, n. 1201-1230). Hus non ha accettato questa interpretazione del suo pensiero e fino all'ultimo respiro ha sostenuto di non aver mai insegna-to e predicato le tesi costruite dagli avversari. E chiaro, che le proposizioni condannate dalla suprema autorita ecclesiastica come eretiche debbono essere respinte da ogni teologo cattolico anche oggi, tuttavia l'imputazione di queste dottrine a Hus va situata soltanto sul livello giuridico. 8 588 Bogoslovni vestnik 75 (2015) • 3 dettino sia arrivato da parte dei rappresentanti dell'ideologia comunista allora regente. In questo contesto va ricordato il libro di M. Machovec (Machovec 1963), dopo il 1968, un dissidente assai conosciuto in Occidente. Dal canto loro ne hanno espresso la critica pure i pensatori evangelici più importanti dell'epoca Franti-sek M. Bartos (Bartos 1965) e Amedeo Molnár (Molnár 1973). Questi storici del cristianesimo hanno presentato forti toni anticattolici nelle loro pubblicazioni, ma oggi siamo capaci di valutare assai positivamente la loro grande erudizione, il la-voro con le fonti e soprattutto il loro fervore cristiano. Alle voci degli ideologi co-munisti e degli esponenti del pensiero protestante si sono aggiunte purtroppo le critiche da parte di alcuni autori cattolici, i quali portavano avanti il vecchio mo-dello antiussiano (Kadlec 1970; Vooght 1971). L'approccio di tanti storici e teologi cattolici boemi alle proposte di Vooght è gradualmente cambiato soprattutto durante gli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso. Il ruolo decisivo in questa nuova valutazione di Hus spetta al Concilio Vaticano II, più concretamente al discorso presentato nell'aula conciliare nel 1965 da parte del cardinale Beran, a suo tempo imprigionato dai nazisti e in seguito anche dal regime comunista.9 Bisogna, pero, notare, che le tristi condizioni della persecuzione comunista non permettevano alla maggioranza dei pensatori cattolici un continuo e solido lavoro scientifico. Quello che è successo poi apertamen-te negli anni Novanta e sancito al simposio lateranense del 1999, si era andato gradualmente preparando nei decenni immediatamente precedenti. I teologi cattolici boemi in esilio avevano più spazio per esprimere le proprie idee circa questa problematica rispetto a quelli che erano rimasti in Boemia sotto il governo comunista. A questo punto vale la pena ricordare le pubblicazioni di T. Spidlík, più tardi nominato cardinale, (Spidlík 1984) e Karel Skalicky (Skalicky 1988). Sotto l'influsso diretto di papa Giovanni Paolo II, che aveva capito bene la situazi-one del cattolicesimo in Boemia e in Moravia, e che rivelava una certa simpatia per il riformatore boemo anche grazie alla sua stessa esperienza di persecuzione, sono apparse in Polonia alcune pubblicazioni favorevoli a Hus da parte di B. Cy-winski (Cywinski 1982) e di S. Swiezawski (Swiezawski 1986), il quale ha valutato Hus persino come precursore dell'ecclesiologia cristocentrica del Vaticano II. Nel-la rivista Teologické texty, che allora esisteva soltanto in modo clandestino (samizdat), è apparso lo studio di »Eremita« - pseudonimo dello storico cattolico R. Maly di stampo piuttosto tradizionalista, il quale esprimeva opinioni molto vicine alle tesi di P. de Vooght (Maly 1984). Forse vale la pena ricordare anche gli artico-li di »Kalypton« - pseudonimo di T. Halík (Halík 1984). Si potrebbe dire che l'esperienza della persecuzione e dell'emarginazione ha favorito il cambiamento di mentalité e la rinascita di un cattolicesimo più aperto e davvero ecumenico. »Pare che nella mia patria la Chiesa cattolica soffra a causa di quello che e stato commesso nel passato nel nome suo contro la liberta di coscienza: si tratta concretamente della morte di Giovanni Hus sul rogo nel Quattrocento oppure della costrizione violenta della maggioranza del popolo ad entrare nella Chiesa cattolica secondo la regola cuius regio - eius religio nel Seicento. Il potere secolare, anche se vuole servire la Chiesa, oppure soltanto finge di perseguire questo scopo, in realta, facendo ció infligge una ferita duratura nel cuore del popolo.« (La traduzione e mia; Beran 1965, 220-221). 8 Ctirad Václav Pospísil - Giovanni Hus e i cattolici cechi 5B9 Tuttavia non tutti i pensatori cattolici boemi si sono trovati d'accordo con le proposte di P. de Vooght. Ad esempio, i professori menzionati sopra, J. V. Polc e J. Kadlec, non hanno mai cambiato le loro posizioni. Tanti membri dell'associazione di sacerdoti cattolici Pacem in terris, controllata completamente dal regime comunista, hanno continuato ad opporsi alla nuova valutazione del riformatore ceco. Sebbene la scena cattolica della Boemia sia stata sempre polarizzata riguardo all'interpretazione del pensiero e della vicenda di Giovanni Hus, i sostenitori dell'approccio favorevole alla riabilitazione di Hus sono stati molto piu numerosi ed influenti rispetto ai decenni precedenti. Tuttavia negli anni Novanta gli oppo-sitori alzarono di nuovo la voce. Ad esempio, il rinomato filosofo cattolico S. Sou-sedík, autore di eccellenti studi riguardanti la storia della filosofia in Boemia, nel 1998 ha pubblicato un libro dedicato al problema della dottrina eucaristica di Hus, nella quale sosteneva che il riformatore praghese era eretico (Sousedík 1998, 68-69). Il filosofo ceco non si e accorto che nemmeno i padri conciliari negli anni 1414-1415 avevano accusato Hus di eresia eucaristica. Nello stesso periodo il professore J. V. Polc ha pubblicato di nuovo la sua vecchia critica del pensatore belga. Contro le tesi di Vooght e soprattutto contro una possibile riabilitazione di Hus da parte della Chiesa cattolica si e espresso anche uno storico ceco, membro del partito comunista, M. Ransdorf (Ransdorsf 1993). 4. Conclusione Nella situazione appena descritta si e svolto li sopraddetto simposio lateranense, le cui conclusioni sono state presentate all'inizio di questo articolo. Conoscendo i punti piu importanti del cammino storico riguardo alle diverse immagini di Giovanni Hus nelle opere dei pensatori cechi, possiamo capire la vera rilevanza sto-rica dell'evento svoltosi sedici anni fa a Roma. Inoltre abbiamo dimostrato che la valutazione del predicatore praghese del Quattrocento da parte di cattolici, soprattutto cechi, non e mai stata univoca. Infine mi permetterei di dire che gli au-tori stranieri che si decidono di interpretare Hus unilateralmente come eretico, potrebbero facilmente trovarsi sulla stessa linea di pensiero dei vecchi comunisti e degli avversari della Chiesa cattolica in Boemia. Riferimenti Bartoš, František Michalek. 1965. Apologie de M. Jean Huss contre son apologiste. Communio viatorum 8, 1:65-74. Beran, Josef. 2013 [1965]. La libertà della coscien-za: l'allocuzone al II. Vat. Conc. dal 20. 9. 1965. In Ctirad Vaclav Pospišil, ed. II. vatikànsky koncil očima Jana XXIII. a Pavla VI, 220-221. Kostelni Vydri: Karmelitanské nakladatelstvi. Brandmüller, Walter. 1995. Hus pred koncilem. In Lašek 1995a, 213-219. Cywmski, Bogdan. 1982. Ogniem próbowane: Z dziejów najnowszych Kosciota katolickiego w Europie srodkowo-wschodniej 1; Korzenie Tozsamosci. Roma: s.n. 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