ANNO Vili. Capodistria, 1 Ag)sto 1874. N. 15. w? giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il lu ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione.— Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Sedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali delia Società agraria istriana. N. 367. SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA P. T. . la base agli statuti sociali ed in seguito a deliberato del VI. Congresso generale, la firmata presidenza si onora di convocare la Società Agraria Istriana al VII. generale Congresso nella città di Pirano. La seduta avrà principio il giorno 9 Agosto a. c. alle ore 10 ant. e vi si tratteranno colla riserva del secondo cap. del § 39 dello Statuto sociale gli argomenti del seguente Ordine «lei glorilo. 1. Inaugurazione del Congresso. 2. Resoconto morale della Società. 3. Lettura ed approvazione del verbale del VI. Con- gresso generale. 4. Resoconto economico (consuntivo 1873 e conto di previsione del 1875). j 5. Proposta di modificazione allo Statuto sociale presentata dalla presidenza per deliberato del II. Congresso generale. 6. Nomina del presidente, del vicepresidente e di tre direttori alle condizioni del paragrafo 18 degli Statuti Sociali. 7. Nomina di sedici membri del Comitato. 8. Nomina di tre revisori di conti da scegliersi tra i soci effettivi, esclusi i neoeletti membri della presidenza e del Comitato. 9. Determinazione del luogo di riunione della Vili. generale Adunanza. 10. Eventuale deliberazione sopra oggetti non annunciati nel presente ordine del giorno, di cui fosse però votata 1' urgenza. Nella •stessa occasione avrà luogo una conversazione confidenziale sopra la produzione del vino nella nostra Provincia, sulla sua manipolazione e sui miglioramenti cbe vi si potrebbero portare coi mezzi che comunemente stanno a nostra disposizione. Tutti quei soci che intendessero intervenire a questa riunione sono pregati, in quanto non abbiano stabile dimora a Pirano, a darne annunzio a quel Municipio almeno otto giorni prima della indetta gior-uata. * Il presente avviso verrà oltreché intimato ai singoli soci anche pubblicato nella "Provincia,, organo ufficiale della presidenza. Kovigno 18 Luglio 1874. La Presidenza Tommaso Sottocorona vicepresidente. Tommaso Bembo direttore anziano. L. Hasch Segretario. CORRISPONDENZE. Albona 5 Luglio. Egregio Sig. Redattore ! Da un pezzo aveva in pensiero di indirizzarle qualche novella da questo ultimo lembo di terra istriana, ma un poco per una certa ritrosìa di scrivere su pei giornali, un poco per la forza d'inerzia che suole assai di frequente immedesimarsi cogli abitanti di questi piccoli luoghi, lontani dal frastuono del mondo e dal movimento d'affari, finora non seppi risolvermi ad impugnare la penna. Finalmente dissi fra me e me: 0 male o bene bisogna incominciare ; scriverò alla 1 ÌlÙO.r ' * j, meglio e senza fioretti, sarò possibilmente breve, ci metterò tutto il mio talento a non essero noioso, e se non riuscirò nel mio intento, non sarà certo per mancanza di buona volontà. Quello che mi infonde coraggio si è il vedere che dall' Istria tutta le vengono inandate brevi notizie locali, accolte, almeno quii con ìuteresse sempre crescente. Gli argomenti troppo sodi li lascierò a qualche altro corrispondente albonese, limitando la mia giornalistica attività «alla cronaca urbana. È vero che questa, mentre sarà letta volentieri qui, non potrà offrire che nn interesse relativo e secondario altrove, ma mi conforta il pensiero che una breve relazione mensile sull'andamento delle cose locali di ogni singola cittadella istriana, non potrebbe che riuscire jqöIP andare de! tempo assai proficua e sarebbe quasi un semenzàio di storia contemporanea. La notizia palpitante d'attualità, come dicono i giornalisti, è la partenza del nostro medico comunale Dr. Stefano Nouveiller, e la nomina del suo successore. —--------------------- ------------------ Non creda per altro che 1' egregio dottore se ne sia andato o perchè noi fossimo di lui malcontenti, o perchè egli si trovasse a disagio fra noi. Troppe prove di stima ricevette e prima e all' atto - della sua partenza da tutte le classi dei cittadini e troppo si mostrò dolente nell' abbandonare queste spiaggie. L'amore verso la terra natale e le insistenti sollecitudini dei suoi, lo spinsero a dare 1' addio ad Albona che considerava come sua seconda patria. La sua determinazione fu sentita con rammarico, perchè nei nove anni che qui si trattenne, esercitò il suo ministero con molto zelo, di cui ne serberanno grata memoria gli albonesi, fra i quali novera numerosi e sinceri amici. Appassionato per la sua professione, teneva dietro con occhio sagace e con ansiosa curiosità allo sviluppo delle mediche discipline. Pronto ad accorrere ad ogni richiesta, con metodo razionale combatteva i sintomi morbosi mano mand che si presentavano, nè lasciava il paziente fino a tantoché non gli riusciva di stabilire una diagnosi sicura è chiara della sua malattia. Se il neoeletto seguirà la medesima" via non potrà che acquistare il favore della popolazione di Albona. Altra perdita .11 abbiamo fatta nella persona del nostro capitano distrettuale Cav. Francesco Schwarz nominato a consigliere di Luogotenenza. Lo Schwarz, caso assai raro in un impiegato politico, seppe, .procacciarsi la benevolenza dei superiori e rendersi nello stesso 'tempo ftene fftcttfo ai suoi amministrati. Istriano per adozione, anch' egli lasciò qui degli amici- che a malincuore lo videro partire. Spero che anche lontano potrà esserci utile Dell' azienda scolastica, che gli venne affidata. Dal freddo e dalle giornate umide, siamo d'improvviso passati ad un caldo veramente tropicale. Le campagne presero un aspetto abbastanza ridente e tutto fa ritenere, almeno nelle granaglie, un discreto raccolto. L'ultimo uragano toccò appena il nostro territorio, rasentando le località poste a piedi del Monte Maggiore già prima danneggiate dalla brina, dalle pioggie e dai venti, sicché a quei poveri montanari che durante 1'invera© soffrirono la fame, fu tolta anche la speranza di un annata migliore. Il raccolto dei bozzoli fu assai scarso, non già perchè i bachi sieno andati a male, ma perchè i freddi prolungati primaverili e le pioggie portarono lo-scorramento fra i bachicultori. Quei pochi che li coltivarono e che acquistarono seme celulare dal nostro Sottocorona, ebbero un eccellente prodotto. Con tutta stima. Pubblichiamo la seguente corrispondenza da Buje col _ dichiarare che non ci sembrano giuste le ragioni per cui 1' autore vorrebbe istituito anche nella nostra provincia un istituto sul modello dell'istituto Ganzini di Udine. Se i genitori vengono agitati da molti e penosi dubbi quando sono costretti allontanare i figli per collocarli in seno a famiglie nuove in paese nuovo, non perciò si deve esagerare la difficoltà di trovare famiglie conosciute per onestà e costumi civili, dove, se i giovinetti non trovaran-no le carezze della madre, troveranno però le cure di donne che sono madri, cure che tanto giustamente tiene in pregio il nostro corrispondente, e che non potranno mai essere sostituite, per quanto faccia, da un direttore di colleggio. A noi pare che i giovanetti debbano apprendere assai meglio in seno ad una famiglia bene ordinata quelle virtù che, soltanto in parte ed in forma di teorie, è possibile insegnare loro nel collegio. La nostra provincia è fornita a sufficienza di istituti secondari per seguire vari rami di studi; ma, se mai qualche famiglia dovesse essere costretta, per condizioni sue speciali, a collocare i propri figli in un collegio convitto, avrebbe l'opportunità di approfittare del collegio Ganzini, poche ore distante da qui, e che, come asserisce il nostro corrispondente, è organizzato in modo perfetto. Buje 23 Luglio. Fra i tanti pensieri, che travagliano la mente ed il cuore dei genitori, non è ultimo quello di dover spedire i figli in tenera età fuori di casa per iniziarli nei corsi superiori d'insegnamento. Incapaci ancora a dirigere se stessi, strappati alle cure amorose della madre, vengono i ragazzini in un tratto lanciati nel mondo senza sostegno, senza guida, raccomandati soltanto a qualche famiglia, cheli riceve a dozzina, ma che non può supplire mai alle premure ed alle attenzioni dei genitori. Chi li sorveglia nei loro studi, nei loro passatempi, nei loro passeggi? A quanti pericoli non sono esposti ? Chi educa il loro cuore? Chi inspira a loro i veri sentimenti di Dio, di patria, di famiglia. A tutte queste e simili esigenze non può rispondere, che un collegio, modellato sul piede del collegio Ganzini di Udine. Qui i giovanetti vengono educati alla virtù, ed alla vera religione. Sotto la costante direzione dell' egregio rettore ab. Ganzini vengono- 1 ßl iniziati all' ordine, alla disciplina, al lavoro ; gli affetti di famiglia e di patria vengono in ogni forma aei loro cuori coltivati. Abili niaeslri impartiscono l'istruzione nei corsi elementari e tecnici e gettano basi sicure e profonde pegli studi superiori. L'istruzione viene poi alternata da giuochi infantili, da esercizi ginnastici, e da passeggi sotto la continua sorveglianza di un maestro. Cibo sano, abbondante e regolare, rinvigorisce questi ragazzi e li rende prosperi e contenti. Anche la spesa è mite e forse inferiore a quella che si paga collocando il ragazzo in una famiglia privata a dozzina. Insomma il collegio Ganzini di Udine presenta tutti quei caratteri, che valgono a tranquillizzare anche i più timorosi genitori, e che lasciano ripromettere una buona e sana educazione informata ai principi veri di progresso e civiltà. E ciò tutto è opera dell' egregio abate prof. Ganzini, proprietario e fondatore del collegio, il quale con un disinteresse unico anziché raro, non risparmia nè spesa nè fatica per l'educazione fìsica, morale e sociale di quei rar gazzini, che accolti nel suo istituto, divengono suoi figli, e con sentimento filiale rispondono a tanto premure ed attenzioni. Chi scrive queste righe ha provato i benefici effetti di questo istituto, a cui dovette ricorrere per mancanza di simili collegi nelle nostre provincie italiane austriache. E sino a tanto, che le nostre Autorità provinciali non provvederanno a questa bisogna coli' erezione in provincia di un collegio, che accolga i giovanetti almeno nei primi anni dell'educazione e li prepari al viver del mondo, l'istituto Gauzini di Udine offrirà sempre ai genitori un mezzo gradito pel collocamento dei loro figli quand' anche questi avessero dippoi a continuare i loro studi nelle nostre scuole medie — o ginnasiali —- o tecniche. Ciò valga a segnalare all' attenzione dei genitori il collegio Ganzini di Udine, il quale fa degno riscontro a quel collegio provinciale Uccelis, che ospita una eletta schiera di giovinette triestine e istriane ove ricevono la più squisita educazione. .«Bi»! saoii e 'au ßrru43 9 iisliß'iüo i v it .. . • r i ibi e Diamo luogo, ben volontiert, alla seguente pervenutaci relazione del signor cavaliere Tomaso Luciani : I ([ ' Istria Inclita Giunta provinciale- doli' Istria in Parenzo. A conferma e complemento della relazione già fatta a voce a cotesta Inclita Giunta in Parenzo, mi pregio di riferire oggi anche per iscritto quanto ho potuto osservare e notare in Pola e a Medolino, nel mio passaggio avvenuto per colà verso la fine dell' ultimo decorso Maggio. Premetto che, appena annunziatomi corno incaricato dell'Inclita Giunta, ottenni lunga o cortese assistenza da parte di quel signor Podestà Dr. De Martini, il quale, datemi dapprima delle opportune indicazioni, ha messo quindi a mia disposizione il tecnico e il secretano comunali, signori Giovanili Mattiassi e Giacomo Diminich. Guidato da quest'Ultimo, ho visitato prima di tutto i lavori della nuova caserma, e verificai le pietre scritte e sculte raccolte dal corpo del genio militare nel vicino cortile della Fortifications Jlanhof, nonché alcune poche trasportate a cura del Comune nel recinto esterno del tempio di Augusto. Contemporaneamente, per avero informazioni anche più particolareggiate e precise, mi sono abboccato coli'imprenditore signor Rossi, coli' architetto dirigente signor Giovanni Quadri, e con un di lui assistente signor Giovanni Dr. Porri. Però ho dovuto limitarmi alla semplice ispezione degli escavi e dei relativi disegni, perchè una verifica e un rilievo completi, avrebbero richiesto più tempo eh' io non potessi disporre, e cagionato una spesa alla quale, come non strettamente necessaria, io non mi stimai autorizzato. Ibuip uh olili Dalla ispezione locale adunque, e dalle informazioni che mi fornirono i nominati signori, mi risultò, che, escavandosi le fondamenta per i muri della nuova caserma, furono rinvenute, sotto il suolo attuale, in varii punti, ed a varie profondità, delle opere vecchie ed antiche, di natura e costruzione diverse. Di detto opere alcune vanno indubitatamente ascritte all' epoca romana, altre all' epoca medioevale ed altre alla più moderna. Le più moderne e le medioovali appartennero a Chiese ed a Monasteri, probabilmente alla Chiesa e Monastero di Santa Lucia, che più tardi si disse di S. Teodoro. Per giudicare poi delle opere romane si hanno non ispregievoli indizii nelle pietre scritte e sculte di sopra accennate, e delle quali dirò partitamente più sotto. Nel giorno ch'io mi sono trovato al sopraluogo, alcune parti delle più antiche murature erano ancora visibili, altre erano state disfatte ; ma per buona sorte la impresa ne tenne conto, segnando il tutto nella pianta della caserma ili costruzione. Da cotesta pianta si riconosce la posizione, la forma e l'estensione delle antiche opere, e i sollodati signori ingegneri sono al caso-d'indicare per minuto la varia natura delle opere^ stesse, e i materiali onde erano composte. ! ' * . Due fatti mi parvero degni di nota particolare: 1. Che tra le varie mura scoperte ce ne sia stato un pezzo a semicerchio, quasi fondamenta dell' abside di un tempio; 2. Che sotto e inframmezzo alle mura stesse, in alcuni punti, siensi rinvenute di molte olle od anfore, in parte capovolte; fatto quest'ultimo non nuovo in Pola, ma non ancora ineccepibilmente esplicato. Secondo il parere del Dr. Kandier, di riverita memoria, si sarebbe preparato con cotesti vasi il sottosuolo di alcuni edificai pubblici, Comizio, Templi, Teatri, Portici, Basiliche ecc. per renderli sonori ed armonici. Accettato questo principio, si avrebbe un forte indizio che là, ove si stà ora costruendo la nuova caserma, abbia all'epoca romana esistito uno di cotesti edifieii pubblici,- non fosse altro un portico, un tempio. La sospizione e la deduzione sono, in questo caso, come dirò più sotto, giustificate. Nullostante, essendo sulla faccia del luogo mi venne una idea, che non cred.Q inutile di manifestare all'Inclita Giunta. — Pensai che riempindo il sottosuolo con una massa di cotesti vasi capaci, si volesse u&üh mantenere del vuoto, affinchè le acque che scolano sotterraneamente dal monte al mare, o che nelle alte maree montano da questo a quello, potessero farsi strada ed avere movimento, senza logorare le fondamenta dei sovraposti edificii, senza rigonfiarne il suolo e introdurvi 1' umidità. — Per risolvere la questione, sarebbe occorso un esame assai diligente e minuto, nonché un calcolo esatto delle altezze, distanze, pendenze e profondità, di tutte insomma le circostanze locali, di tutti gli accidenti del suolo e dei fenomeni, almeno ordinarii, del mare vicino. A questo mi mancò il tempo, e quindi non posso che presentare la mia idea come una semplice ipotesi, invocando e sperando che altri possa e voglia fecondarla con esami e studii ragionati e pazienti. Desideroso di presentare il disegno delle pietre principali tratte da quelle antiche rovine, sono ritornato più tardi sul luogo, insieme coli' ingegnere comunale siguor Mattiassi, ma una improvvisa e insistente pioggia accompagnata da forte vento, c' impedì di condurre i disegni con quella misura e diligenza che mi ero proposto. Essendosi qualche ora dopo abbonito il tempo, ho stimato più utile d'impiegare il resto dell' unica giornata della quale potevo disporre, nel visitare Me-dolino e le sue adiacenze, e quindi devo limitarmi a presentare i semplici schizzi delle sole lapidi scritte. *) Se questi non basteranno ad un sicuro giudizio, certo saranno sufficienti a dare una idea di quanto più importa sapere. Vedasi 1" unito foglio. •/. Le lapidi N. 1, 2 e 3 sono evidentemente delle solite memorie funebri private. La l.ma grossa centimetri 55, dopo aver servito alla sua prima destinazione, è stata, come pare, rovesciata, incavata, e fatta servire ad uso di sepolcro. — I GALGESTI non sono nuovi, nè nel mondo romano, nè in Istria. Grutero registrò un GALGE-STE • HERMEROS di Padova, e nel museo di Pola esiste lapida del seguente tenore : T • GALGESTES MARTIALIS T F • I La 2.da presenta un nome (servile) nuovo, non registrato cioè, nè dal Grutero, nè dal Kandier nostro. Però se non si trovano i CAEPARI, ben ci sono i CYPARI, (differenza forse di sola forma) tanto a Trieste che a Roma. Per Trieste vedasi Kandier iscrizione N. 120, per Roma il Grutero. I LAECANT (N. 3) sono più frequenti e in Istria ed altrove. Nel Grutero, oltre una iscrizione di Cuma, sono riportate anche le due di Pola che il nostro Kandier^ registra ai N. 274 e 276. Nel Gruterooperò la 274 è alquanto diversa, e perciò la riproduco. *) Gli schizzi saranno possibilmente riprodotti appiede della Relazione, che verrà continuata e finita nel numero susseguente della "Provincia,. (N. della Bed.,) D M C • SEMPRONIO • POLYCLITO LAECANAE • DANAE P • ANTISTIVS . F • F La 276 non presenta differenze, solo nel Grutero, che la trasse e Knibby schedis, è indicata— in Foro ante antiquum palatium. La 4.ta° è una aretta votiva di Celila Nicostrato alla Nemesi Augusta. — Nemesi presso gli antichi non fu la Dea della vendetta co-ì i-sclusiv -mente, che non le associassero spesso l'idea della fortuna, della protezione, della vittoria, come risulta da epigrafi registrate nel Grutero. Più spesso anvoia vi associavano l'idea della giustizia. Secondo Esiodo la Dea Nemesi e-anrua.va le azioni degli uomini, vendicava le empietà, premiava le virtù. — Secondo Am: Marcellino era figliuola della giustizia e 1' arbitra di tutti gli affari, e perciò aveva l'occhio a tutto quello che si operava sopra la terra. — Le Nemesee erano feste funebri perchè s' a-veva per fede che Nemesi prendesse sotto la sua protezione i morti e vendicasse le ingiurie che si facevano ai loro sepolcri. Questa poi non è la prima aretta dedicata a Nemesi che si trovi in Pola. Altra ne registrò già il Kandier al N. 165, siccome tratta da presso 1' anfiteatro, in sito cioè, come pare, poco discosto dal sito ove si trovò la presente. Il N. 5, è un frammento che presento tal quale, che non è facile decifrarlo o supplirlo con sicurezza. Il N. 6, è un altro frammento sul quale non oserei pronunziarmi. Entrambi gioverà tenerli in evidenza aspettando scoperte ulteriori che potrebbero e completarli e spiegarli. Più di tutte le indicate fin qui, presentano interesse le iscrizioni segnate coi Numeri 7 ed 8. La 7.ma è evidentemente un'ara votiva posta da Agustino e dai suoi a Venere Celeste. È in cattivi caratteri e segna un' epoca tarda. La 8.va in bei caratteri,"è sopra frammento d' architrave con fregio e cornice, tutto d' un pezzo. E un semplice frammento, ma potrebbe servire di chiave per accertare la esistenza di un tempio dedicato a Venere Celeste Uli m GAE L EST I LA Se ebbero templi in Pola Giove, Minerva, Ercole, Roma ed Autrusteo, n