studia universitatis hereditati Sintesi Nel contributo si indaga sull’ uso delle forme derivate dal piuccheperfetto nell’ ucraino e russo. La ricer - ca è stata condotta sulla base di un corpus parallelo di testi letterari di U. Eco, General Regionally An - notated Corpus of Ukrainian (GRAK) e Russian National Corpus (NKRJa). Sono state esaminate sia le convergenze nell’ uso delle forme verbali in entrambe le lingue, in riferimento a intenzione non realiz - zata e risultato annullato, sia le divergenze riguardanti il valore generalmente attribuito al piuccheper - fetto, quello di esprimere un’anteriorità di un’azione rispetto ad un’altra azione e il raggiungimento di un risultato nel passato, rilevati nella lingua ucraina. Parole chiavi: piuccheperfetto, costruzioni con bylo in russo, piuccheperfetto in ucraino, intenzionalità, modalità Izvleček Članek obravnava rabo glagolske paradigme pluskvamperfekta v ukrajinščini in ruščini. Raziskava je bila opravljena na osnovi paralelnega jezikovnega korpusa literarnih besedil avtorjev Umberta Eca, kor - pusa ukrajinščine (General Regionally Annotated Corpus of Ukrainian GRAK) in nacionalnega kor - pusa ruščine (Russian National Corpus NKRJa). Njen cilj je poiskati konvergence v rabi glagolske para - digme v obeh jezikih v kontekstih nerealiziranega namena in nedoseženega rezultata ter divergence, vezane na rabo, ki jo navadno pripisujejo pluskvamperfektu, in sicer za izražanje preddobnosti v preteklosti in doseganja rezultata v preteklosti, ki se pojavlja v ukrajinščini. Ključne besede: pluskvamperfekt, bylo-konstrukcija v ruščini, pluskvamperfekt v ukrajinščini, intencio - nalnost, modalnost Abstract Pragmatics of the Plusquamperfect in modern Russian and Ukrainian: convergences and divergences The essay investigates the usage of the forms derived from the pluperfect in Ukrainian and Russian. This research has been conducted based on a parallel corpus of literary texts by U. Eco, the General Region - ally Annotated Corpus of Ukrainian (GRAK), and the Russian National Corpus (NKRJa). The sub - ject of the investigation is the convergences in the use of verbal forms in both languages, concerning un- realized intention and annulled result, but also the divergences, regarding the value generally attributed to the pluperfect, namely the expression of the anteriority to a reference point in the past and the achieve - ment of a result in the past, observed in the Ukrainian language. Keywords: pluperfect, Bylo construction in Russian, pluperfect in Ukrainian, intentionality, modality Pragmatica del piuccheperfetto nel russo e ucraino contemporanei: convergenze e divergenze Pragmatika pluskvamperfekta v sodobni ruščini in ukrajinščini: konvergence in divergence Pragmatics of the Plusquamperfect in modern Russian and Ukrainian: convergences and divergences Tatiana A. Ostakhova Università di Messina, Italia ostakhova@unime.it 33 https:/ /doi.org/10.26493/2350-5443.11(1)33-46 © author/authors studia universitatis hereditati Premessa I l termine piuccheperfetto appartiene alla grammatica storica e, per il valore tradizional - mente attribuitogli, indica un’azione o uno stato anteriori a un’altra azione o un altro sta - to preteritali. Secondo la definizione di Comrie (1985) è un tempo relativo assoluto che colloca la situazione nel passato rispetto al punto di rife - rimento; inoltre, colloca il punto di riferimento nel passato rispetto al momento dell’enunciato. A partire dall’ultimo decennio del XX se - colo si manifesta un interesse sempre più cre - scente per l’eredità delle forme del piuccheper - fetto (in seguito PQP) nelle varie lingue, sia sul piano diacronico che su quello sincronico, per l’evoluzione delle forme grammaticali, la poli - semia e la (de)grammaticalizzazione. I recenti studi dell’evoluzione diacronica delle forme del PQP sui dati delle varie lingue, compreso l’ ucrai - no e il russo (Sičinava 2013; Petruhin 2013; Ba - rentsen 2015; Popovič 2012; Kryžanivs’ka 2008), hanno evidenziato l’indebolimento e la perdita della tradizionale semantica di un’azione ante - riore a un’altra azione preteritale e risultato rag - giunto nel passato a favore di tre significati sup - plementari, quali: 1. passato non attuale ( neaktual’noe prošloe): si intende un’ azione interrotta e un’ azione annullata; 2. irreale ( irreal’noe): vede l’acquisizione, da parte delle forme del piuccheperfetto, del si - gnificato modale; 3. evidenziale ( evidencial’noe): esprime un’a - zione nel passato, la cui autenticità non è stata stabilita con precisione. Il parlante, di conseguenza, prende le distanze in quanto non era presente all’evento. L ’ucraino e il russo, pur condividendo l’ere - dità del PQP (le cui prime attestazioni risalgono al paleoslavo), riservano alle forme derivate le de - nominazioni, l’uso e lo status differenti. In lin - gua russa le forme del PQP definite costrutto con bylo o složnoprošedšee vremja 1 (tempo passato composto) , conservando la semantica originale e la convenzionalità dell’utilizzo, rappresentano «la luce delle stelle spente» ( Sičinava 2013, 235-236) della tradizione letteraria e del discorso colloquia - le della metà del XX secolo . In lingua ucraina, invece, le supposizioni sul possibile progressi - vo declino del l’impiego del davnomynulyj (tem - po passato lontano) o peredmynulyj čas (tempo passato anteriore), non vincolato grammatical - mente (Chinkarouk 1998, 52), sono contrastate dа nuove tendenze della diversificazione stilisti - ca dell’utilizzo e della ricorrenza, oltre nello sti - le letterario, in quello colloquiale, pubblicistico e ufficiale (Zagnitko 1996, 45; Taranenko 2006, 55). Lo scopo della nostra indagine è osservare, in base al corpus disponibile, se vi siano convergen - ze e/o divergenze nell’uso delle forme verbali de - rivate dal PQP in ucraino e russo contemporanei e se entrambe le lingue abbiano conservato il va - lore generalmente attribuito al PQP. Note storiche Le prime attestazioni nel paleoslavo delle forme del PQP, formato dal participio passato in -l e il verbo ausiliare byti (essere) coniugato all’imper - fetto o all’aoristo ( bjaše/bě prišĭlŭ), risalgono ai codici dei secoli XI-XII. A partire dal XIII se - colo comparve una nuova forma, costituita dal participio passato in -l e il verbo ausiliare byti co - niugato al perfetto; di conseguenza, il PQP di - ventò una forma composta dal participio del ver - bo principale unito all’ausiliare byti al presente e al participio dell’ausiliare byti (prišĭlŭ bylŭ esmĭ) (Vaillant 1966, 91). Con l’evoluzione del perfet - to, la struttura del PQP subì ulteriori trasforma - zioni e vide l’omissione dell’ausiliare byti al pre - sente: ciò avvenne inizialmente nei paradigmi della terza persona, in seguito nella prima e nella seconda persona ( bylŭ prišĭlŭ). 1 La definizione terminologica di složnoprošedšee vremja (tempo passato composto) è stata proposta da Petruhin e Sičinava (2008, 226-227) per analogia con le denomina - zioni in altre lingue europee (fr. le passé surcomposeé, ing. the supercompound past) al posto del termine russkij pljusk- vamperfekt (piuccheperfetto russo) adoperato nella lingui - stica russa (Petruhin 2013, 75). studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 34 studia universitatis hereditati pr agmatica del piuccheper fetto nel russo e ucr a ino contempor a nei: con v ergenze e di v ergenze 35 Questa forma, tipica del linguaggio parlato, si usava inizialmente nelle lingue slave, compre - so l’ucraino e il russo, con il significato prototi - pico dell’azione anteriore ad un’altra azione pre - teritale. Tale peculiarità è descritta da Barentsen come uno sguardo retrospettivo su un’azione da un punto di riferimento nel passato al fine di cre - are una digressione da una linea narrativa prin - cipale. Ricorrendo all’utilizzo del PQP il nar - ratore, invece di procedere con la narrazione, è come si fermasse e guardasse indietro per eviden - ziare un’azione avvenuta nel passato cui risulta - to o esistenza in qualche modo erano rilevanti in qualità di sfondo per altre azioni relative alla li - nea narrativa principale (Barentsen 2015, 14). A partire dai secoli XV-XVII, nelle gramoty e negli annali in ucraino e russo, la nuova forma si attestò con la semantica antirisultativa, per poi affermarsi definitivamente verso la fine del XVII secolo (Bevzenko 1960, 320-321; Rusanovskij 1971, 259-260; Vaillant 1966, 91; Žovtobrjuh et al. 1980, 212). Il suo utilizzo in russo a partire dal XVI secolo divenne alquanto limitato, no - nostante si riscontrassero delle tracce nei docu - menti di carattere giuridico-amministrativo, al fine di rendere il linguaggio colloquiale dell’ epo - ca ove era consentita l’interferenza con l’uso col - loquiale (Petruhin e Sičinava 2006, 193-194). Nel XVII secolo si avviò il processo della perdita della concordanza del participio dell’au - siliare byti nel genere e nel numero. Ciò si pro - trasse fino all’inizio del XVIII secolo e vide la concorrenza delle forme (concordata e non con - cordata), pur prediligendo quella non concorda - ta bylo (Požarickaja 2015, 393). A partire dal 1780 e nei primi decenni del XIX secolo, nella lingua letteraria russa continuò ad affermarsi il proces - so di grammaticalizzazione della particella non concordata bylo che espanse la sfera dell’uso e, oltre a costituire il marker di questa forma ver - bale, continuò a essere utilizzata con participi, gerundi e aggettivi. Un’ulteriore evoluzione di bylo si manifestò nell’indebolimento della leg - ge di Wackernagel ( bylo diventò proclitica) e nel - la semantizzazione della particella nella clauso - la. Tali trasformazioni formali contribuirono alla scomparsa della denominazione del termine piuccheperfetto, adoperato nella linguistica rus - sa fino al XIX-XX secoli, cosicché il russo è diventato l’unica lingua letteraria slava in cui non esiste la forma comunemen - te denominata pluskvamperfekt/davnoprošed- šee, nonostante un’evidente eredità formale e semantica di una delle storiche forme slave e una notevole vicinanza semantica di que - sta forma al piuccheperfetto slavo-orientale (Sičinava 2019, 33). Nella Russkaja grammatika (Švedova 1980) la forma viene definita come «struttura con la particella bylo con la semantica dell’azione inter - rotta o che non ha portato a un risultato sperato, il cui uso è proprio dello stile letterario (in parti - colar modo della narrazione) e colloquiale» (Šve dova 1980, 102). La tesi sulla sua diffusione e co - stante crescita nel discorso colloquiale (Knjazev 2004, 296) è stata messa in discussione da Siči nava (Sičinava 2013, 233-236): le sue ricerche, svol - te sul NKRJa, hanno rilevato una presenza piut - tosto discreta del costrutto nel linguaggio col - loquiale, pur confermando la sua ricorrenza nei testi letterari dell’ultimo decennio del XX secolo. Nella lingua ucraina del periodo sovietico la norma letteraria rispecchiava quella della lin - gua russa, per cui al peredmynulyj/davnomynulyj čas, oltre al valore di un’ azione «temporanea e di breve durata conclusasi prima dell’azione princi - pale» (Bilodid 1969, 377-378), si attribuiva il me - desimo significato del costrutto russo con bylo, ovvero quello di un’ azione «interrotta, non por - tata a termine per una causa esplicitata nella frase successiva» (Kurylo 2008, 82). Nell’ucraino con - temporaneo, pur essendo facoltativo (Rusano - vskij 1986, 94), il davnomynulyj čas costituisce parte integrante del sistema preteritale e rappre - senta uno degli strumenti più efficaci per espri - mere un’assoluta lontananza del percorso dell’a - zione rispetto al momento dell’enunciazione (o dalla sua notifica) e la sua pertinenza o irrilevan - za in relazione a quest’ultimo (Zagnitko 1996, 40). A differenza del preterito semplice, che sta - studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 36 bilisce l’anteriorità temporale delle azioni (pro - cessi o stati) in riferimento al momento dell’e - nunciazione il cui effetto può durare anche al momento dell’enunciazione, il davnomynulyj čas mette a confronto il percorso temporale di due azioni avvenute nel passato e indica che l’azione si è conclusa prima del momento dell’enuncia - zione (Bilodid 1969, 377; Vyhovanec’ et al. 2017, 380; Rusanovskij 1986, 94). Nella struttura analitica del davnomynulyj čas, il verbo buty ha valore di ausiliare che con - corda in numero (singolare e plurale) e in gene - re (M, F e N) al passato del verbo principale e indica l’anteriorità dell’azione rispetto a un’altra azione. La correlazione di due azioni nel passa - to determina l’uso del davnomynulyj čas preva - lentemente nelle frasi coordinate con la congiun - zione avversativa (Ponomariv, Rizun e Ševčenko 1997, 184), sebbene non si escluda il suo impie - go in tutte le tipologie delle proposizioni, sia in quelle semplici (con le successive frasi contenen - ti i preteriti) che nelle subordinate temporali, re - lative, causali, finali e condizionali (Rusanovskij 1971, 261; Vyhovanec’ et al. 2017, 380; Popovič 2012). Il davnomynulyj čas si forma a partire dai verbi di entrambi gli aspetti con la prevalenza di quello perfettivo. In riferimento alla seman - tica aspettuale, le forme imperfettive collocano la durata illimitata dell’azione in secondo piano, la quale funge da sfondo per altre azioni. Le for - me perfettive, invece, evidenziano il carattere di - namico di un’azione portata a termine in tutta la sua integrità in uno spazio temporale remoto (Zagnitko 1996, 44). L ’uso del davnomynulyj čas in ucraino è sti - listicamente marcato e, nonostante si riscontri maggiormente nell’ambito letterario (Rusano - vskij 1971, 262), a partire dalla fine del 1980 e ini - zio del 1990 trova sempre più spazio nel discorso colloquiale, nel linguaggio pubblicistico (Zagni - tko 1996, 44-45) e nello stile ufficiale (Taranen - ko 2006, 55). Metodologia Data l’esiguità dei corpora paralleli disponibi - li, nella fase iniziale della ricerca il corpus è stato elaborato sulle traduzioni in ucraino e in russo di tre opere di Umberto Eco Il nome della rosa, Baudolino, Il pendolo di Foucault (in seguito cor - pus parallelo). La scelta delle opere è stata detta - ta dalla disponibilità dei testi online, originali e traduzioni, e dall’opportunità di poter usufruire di un corpus parallelo per analizzare le preferen - ze dei traduttori nella scelta delle forme del PQP. Il numero complessivo di 123 occorrenze (100 per l’ucraino e 23 per il russo) è risultato poco rappresentativo, per cui si è deciso di integrare al - tre fonti, GRAK (http://uacorpus.org/Kyiv/ua) per l’ucraino con e il NKRJa (https://ruscorpo - ra.ru) per il russo, che hanno completato il cor - pus con circa 13000 occorrenze. L ’analisi del corpus delle traduzioni di Um - berto Eco ha permesso di osservare la conver - genza dell’impiego del davnomynulyj čas (in se - guito DM) e složnoprošedšee vremja (in seguito SP), in riferimento all’accezione relativa all’u - so convenzionale nelle lingue contemporanee, cioè azione interrotta o intenzione non realizza- ta, comprovata con i dati del GRAK e NKRJa. I valori generalmente attribuiti al PQP, anteriori- tà di un’azione rispetto a un’altra azione nel pas- sato e risultato nel passato, sono stati constatati solo nell’uso del DM in lingua ucraina. Nella nostra analisi della semantica delle forme del DM e SP partiremo da tre aspetti fon - damentali evidenziati negli studi sull’argomen - to: il legame stretto del significato dell’enuncia - to con le proprietà lessicali e semantiche dei verbi (Chinkarouk 2000, 239; Lucenko 1989; Sičinava 2013, 250-251), le caratteristiche aspettuali dei verbi (Šošitajšvili 1998) e l’apporto dell’unità testuale che permette di valutare la situazione o il proces - so descritti nella loro interezza (Knjazev 2007, 425). Convergenze Intenzione non realizzata Per questa accezione ci limiteremo ad esaminare i costrutti con il verbo volere nel DM ( hotiv bulo ) studia universitatis hereditati pr agmatica del piuccheper fetto nel russo e ucr a ino contempor a nei: con v ergenze e di v ergenze 37 e nel SP ( hotel bylo) e l’infinito del verbo dal si - gnificato principale. La preferenza aspettuale è decisamente l’imperfettivo: 5.503 occorrenze per hotity (contro 25 per il perfettivo zahotity) e 3394 occorrenze per hotet’ (14 per zahotet’). In base ai dati del corpus, entrambe le lin - gue presentano convergenze nell’impiego dei verbi hotity e hotet’ per esprimere un ’intenzio- ne o un’azione pensata o progettata, ma non re- alizzata. Negli studi sull’argomento si deline - ano due approcci riguardo all’interpretazione della causa della mancata realizzazione: nel pri - mo caso l’interruzione avviene ancora nella fase della progettazione e l’intenzione rimane irrea - lizzata; nel secondo l’intenzione inizia a realiz - zarsi, ma viene interrotta in una delle fasi della sua realizzazione. Questa tipologia dell’azione ipotizzata, parzialmente realizzata e interrotta è stata definita da Šahmatov «transitoria dall’in - dicativo verso l’irreale» (Šahmatov 1927, 2, 73; Šahmatov 1952, 105). Il concetto modale di un’a- zione progettata che ha avuto inizio, ma non si è realizzata è stato ripreso da più autori (Uša kov 1935; Barhudarov, Vinogradov e Istrina 1960, 646; Černov 1970, 261; Malyj akademičeskij slo- var’ 1981, 129), ma già nella terza edizione del Grande vocabolario accademico (BAS) si è torna - ti alla formulazione šahmatoviana precedente, che evidenziava la mancata fase di una realizza - zione parziale dell’intenzione «/.../ il costrutto si usa con i verbi al passato (prevalentemente dal significato ‘l’intenzione’ o ‘il desiderio’) e indica che una intenzione e/o un desiderio non si erano realizzati in virtù di certe cause o circostanze» (Gorbačevič et al. 2004, 286). Petruhin e Sičin - ava (2006) fanno notare che, nel russo contem - poraneo, l’affermazione del valore modale è vei - colata dal costrutto moderno con il verbo hotet’ e la particella bylo che «a differenza dal suo prede - cessore antico russo /.../ solitamente non riman - da ad un evento reale, ma denota la possibilità o l’intenzione di compiere un’azione» (Petruhin e Sičinava 2006, 196). Per la nostra analisi ci siamo basati sul con - cetto modale dell’accezione intenzione non rea- lizzata, valutandola come una situazione in cui il processo denotato dal costrutto con bylo (P1) crea una situazione iniziale S1T1. Quest’ultima risul - ta ipotetica, in quanto il desiderio o l’intenzione espressi non si sono realizzati per un subentra - to impedimento (1) o perché l’ attante ha cambia - to idea (2). La situazione S1T1 entra in contrasto con un’altra situazione, definita S1T2, che risul - ta sempre reale in quanto segue cronologicamen - te la S1T1 o subentra al posto della S1T1 ipoteti - ca non realizzata (Chinkarouk 2000, 246-247). Spesso, in questi casi, il DM (1) e il SP (2) tradu - cono il condizionale passato italiano: (1) Federico avrebbe voluto concedere di nuo - vo il suo perdono, ma Rainaldo soffiava sul fuoco, spietato. (Eco 2002) Fridrih hotiv bulo znov udilyty jim svoje proščennja, ale bezžalisnyj Rajnal’d voliv dmuhati na holodne. (Eco 2009a) (2) Alessandro avrebbe voluto dirle qualcosa, ma mentre la guardava la vide simile a una statua, a un simulacro della dea della notte, e non osò proferire parola. (Manfredi 2010) Aleksandr hotel bylo skazat’ čto-to eščё, no, vzgljanuv na staruju zarizu, uvidel, čto ona podobna statue, obrazu bogini noči, i ne rešilsja proiznesti v eё prisutstvii ni slova. (Manfredi 2004) Il verbo della frase che presenta la situazione S1T2 denota il processo P2, che risulta essere in contrasto con il processo P1. Tale contrasto può essere espresso in modo esplicito nel contesto di una coordinata o subordinata con mezzi sin - tattici (congiunzioni) o elementi lessicali (verbo dal significato contrario). Tra i marker sintatti - ci del contrasto in russo troviamo le congiunzio - ni o locuzioni congiuntive no, a, da (ma), odnako (tuttavia), kak (quando), tem ne menee (tuttavia); mentre in ucraino a, ale, prote, ta (ma), až (d’un tratto, di colpo), jak (quando), koly (quando), od- nak (tuttavia). La contrapposizione può essere espressa in modo implicito, come negli esempi (3, 4). La li - neetta del (4) spezza la linearità del discorso e ac - celera il ritmo della narrazione; di conseguenza, studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 38 la semantica dell’enunciato va ricostruita con la congiunzione kak. (3) Hotel bylo sporit’, potom podumal: sebe že dorože! (Маcanov 2012) Volevo discutere, poi ho pensato: chi me lo fa fare! 2 (4) Tol’ko hotel bylo kop’ё brosit’ – olen’ ober - nul golovu, naddal – opjat’ Aggej daleko ot nego. (Garšin 1886) Stava per lanciare una lancia, ma il cervo girò la testa e accelerò; di nuovo Aggеj era lontano da lui. Per elementi lessicali contrastanti inten - diamo il predicato denotante P2 che indica un processo contrario a P1. Così, la S1T1 dell’esem - pio (5) dell’intenzione di alzarsi vstaty non si re - alizza e il risultato espresso da P2 risulta l’esat - to opposto: lyšyvsja sydity. Nel (6) l’opposizione è al livello dell’enunciato: Ja hotel bylo projti, ne ogljadyvajas’ e Tem ne menee ja ogljadelsja. (5) Vin hotiv bulo vstaty, ta tak i lyšyvsja sy - dity navpočipky, ne vidryvajučy očej vid čogos’ v ulogovyni. (Fedoseev 1967) Avrebbe voluto alzarsi, ma rimase accovac - ciato, senza distogliere lo sguardo da qual - cosa che c’era nell’avvallamento. (6) Ja hotel bylo projti, ne ogljadyvajas’. Večno ja reagiruju na samye fantastičeskie okliki. Pričёm s kakoj-to osobennoj gotovnost’ju. Tem ne menee ja ogljadelsja. (Dovlatov 1990) Avrei voluto passare senza voltarmi. Reagi - sco sempre ai richiami più bizzarri, per di più con una prontezza particolare. T uttavia, mi sono voltato. Fondamentale risulta l’unità testuale che permette di valutare la situazione o il proces - so nella loro interezza. Come vediamo nel (7), l’unità semantica delle situazioni S1T1 e S1T2 è spezzata dalla frammentazione sintattica: a livel - lo sintattico abbiamo tre frasi autonome, mentre a livello interpretativo la semantica dell’enun - 2 Ove non specificato, la traduzione è nostra. ciato va valutata solo nel cotesto che presenta un periodo complesso costituito da una subordina - ta causale Adže ne kožnogo dnja zustrineš u tajzi hudožnyka e da una coordinata avversativa Ale prykynuv vidstan’ i vidmovyvsja vid cijeji dumky . Quest’ultima è fondamentale per l’interpreta - zione dell’intero enunciato. (7) Speršu Šustov hotiv bulo pidijty pody - vytysja. Adže ne kožnogo dnja zustrineš u tajzi hudožnyka. Ale prykynuv vidstan’ i vidmovyvsja vid cijeji dumky. (Zabirko 1988) Inizialmente Šustov voleva avvicinarsi e guardare. Dopotutto non capita tutti i gior - ni di incontrare un pittore nella tajga. Ma ha valutato la distanza e ci ha ripensato. Riscontriamo la situazione analoga anche nell’ esempio (8), in cui, nel contesto di una fram - mentazione sintattica, l’intenzione di voler fare una proposta viene presentata due volte. Nella frase che possiamo interpretare come principale si usa il SP ( hotel bylo), mentre nella ripresa ana - forica della forma verbale un semplice preterito hotel. Questo esempio potrebbe illustrare l’equi - pollenza del significato dei preteriti, semplice e composto, a livello interpretativo. (8) Ja daže hotel bylo predložit’ emu poka - zat’sja moemu znakomomu psihologu. Ved’ za isključeniem ėtogo nesčastnogo pesnja- rika on byl po-nastojaščemu blizok tol’ko so mnoj. Hotel, no v itoge posčital ėto neėtičnym. (Savič 2017) Volevo persino proporgli di farsi vedere dal mio amico psicologo. Dopotutto, ad ecce - zione di questo sfortunato cantautore, ero il suo unico amico intimo. Avrei voluto, ma alla fine l’ho ritenuto poco etico. A volte, il DM e il SP traducono il verbo aspettuale stare per al passato e l’infinito del ver - bo per indicare l’imminenza dell’azione espres - sa dal verbo principale, l’azione che stava per cominciare, ma non si è verificata. Viene eviden - ziata l’intenzione dell’attante di intraprendere studia universitatis hereditati pr agmatica del piuccheper fetto nel russo e ucr a ino contempor a nei: con v ergenze e di v ergenze 39 un’azione denotata dall’infinito del verbo prin - cipale (9-11). (9) E Baudolino era già sceso dalla mula e stava per gettarsi nelle braccia di Gagliaudo, che aveva cominciato a piangere, quando il si - gnore che sembrava un capo si era di nuovo messo in mezzo e aveva afferrato Baudolino per la collottola. (Eco 2002) Bavdolino zliz z mulyci i hotiv uže bulo ky - nutysja v obijmy Gal’javda, jakyj rozplaka - vsja, až toj dobrodij, jakyj vygljadav tut go - lovnym, znovu stav miž nymy i shopyv jogo za v’jazy. (Eco 2009a) (10) Stavo per andarmene, annoiato da quel cica - leccio, quando udii Salon. (Eco 2002) Ja vže hotiv buv pity het’, znudženyj cymy terevenjamy, koly vpiznav golos Salona. (Eco 2009a) (11) Pinocchio era sulle spine. Stava lì lì per fare un’ultima offerta: ma non aveva coraggio; esitava, tentennava, pativa. (Collodi 1883) Pinokkio prikusil jazyk. On hotel bylo sde - lat’ poslednee predloženie, no emu ne hva - talo mužestva. (Collodi 2018) In riferimento alla concordanza della parti - cella bylo in russo, è stata constatata la sua gram - maticalizzazione al neutro (12, 13) con 3392 occor - renze. L’ausiliare buty in ucraino ha dimostrato una concordanza in tutti e tre i generi, 1982 oc - correnze per il neutro, 3033 per il maschile (14) e 488 per il femminile (15), nonché al plurale (16). (12) Fenečka prinesla čašku čaju i, postaviv eё na stolik, hotela bylo udalit’sja. Pavel Petrovič eё uderžal. (T urgenev 1862) Fènicka portò una tazza di tè e, posatala so - pra un deschetto, fece per allontanarsi. Pao - lo la trattenne. (Tu r g ene v 2 019) (13) Oni hoteli bylo govorit’, no ne mogli. Slёzy stojali v ih glazah. (Dostoevskij 1866) Avrebbero voluto parlare, ma non poteva - no. Avevano le lacrime agli occhi. (Dostoe - vskij 2010) (14) Bohun tež hotiv buv bigty, ale nespodivano zupynyvsja. (Sokolovskij 1957) Anche Bohun voleva correre, ma all’im - provviso si fermò. (15) Malinova hotila bula zasvityty svitlo. Vin ne dav. – Naviščo? Tak lipše. (Paško 1973) Malinova voleva accendere la luce. Lui non lo ha permesso. - Perché? È meglio così. (16) Spočatku my hotily buly varyty kašu, ale ž rozdumaly. (Koroliv-Stary 1920) Inizialmente volevamo cucinare la kaša, ma abbiamo cambiato idea. Quindi vediamo come, per focalizzare l’at - tenzione su una intenzione non realizzata, in entrambe le lingue ci si avvalga del DM o SP a condizione che si presentino due eventi contra - stanti: il primo, denotante l’intenzione o il de - siderio espressi per mezzo dei preteriti composti, non si realizza a causa del subentrare di un secon - do evento che lo contrasta. Il ruolo dei marker della contrapposizione a livello sintattico è svol - to dalle congiunzioni semplici o dalle locuzioni congiuntive. Possiamo presupporre che l’uso del DM o SP sia facoltativo e dipenda dalle preferen - ze del parlante/scrivente o dal desiderio di mar - care il contrasto tra le due situazioni. Risultato annullato L’impiego più frequente del PQP nel russo an - tico era associato al significato di «un’azione o uno stato annullato o non realizzato, interrot - to» (Haburgaev 1978, 51). Per l’accezione dei co - strutti in cui la particella bylo indica un’azione che si è manifestata, ma è stata interrotta senza raggiungere un risultato atteso ( Švedova 1980, 101-102 ) troviamo le definizioni risultato annul- lato o azione antirisultativa. Barentsen (1986, 52) propone di definirla violazione del corso na- turale degli eventi (a disturbance of the natural flow of events). Lo sviluppo del corso natura - le degli eventi presuppone delle tappe di realiz - zazione che possono essere rappresentate in una successione di eventi: inizialmente il desiderio o l’intenzione vengono espressi, cui fa seguito la realizzazione, successivamente l’azione viene studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 40 completata e si conclude con il risultato. L’im - piego del costrutto con bylo segnala l’interruzio - ne del corso naturale degli eventi in una di que - ste tappe (Knjazev 2004, 299). Per l’accezione di risultato annullato in se - guito all’interruzione avvenuta in una delle tappe iniziali della realizzazione abbiamo esa - minato un solo verbo conativo probuvaty/spro- buvaty e probovat’/poprobovat’ (tentare, prova - re). Lа struttura dell’enunciato è molto simile a quella dell’ intenzione non realizzata. Il processo denotato dal costrutto con bylo crea una situa - zione S1T1 che risulta reale in quanto l’intenzio - ne di compiere un’azione (P1) inizia a realizzarsi, ma viene interrotta nella fase iniziale per un su - bentrato impedimento (P2) per cui la situazione S1T2 presenta un risultato annullato in seguito ad una azione che non va a buon fine. Nell’esempio (17) il verbo conativo telico sprobuvav buv esprime un’azione che, pur essen - do circoscritta nella sua durata, ha avuto il suo inizio: il tentativo di opporre resistenza si è ma - nifestato ed è stato interrotto dalle azioni che si sono susseguite ( pobyly, spustyly): (17) Quando entrarono nella fortezza di Parigi per far uscire alcuni loro compagni che i si - gnori avevano fatto arrestare, poiché il pre - vosto di Parigi tentava di opporre resistenza, lo colpirono e lo gettarono giù per i gradini della fortezza e infransero le porte del carce - re. (Eco 1981) Koly vony vvirvalys’ u paryz’ku fortecju, ščob zvilnyty svojih tovaryščiv, jakyh syn’jory zvelily areštuvaty, paryz’kyj prevo sprobuvav buv čynyty opir, ta vony pobyly jogo, spustyly vnyz po shodah forteci i vy - valyly vorota v’jaznyci. (Eco 2018) La realizzazione della fase iniziale risulta esplicita anche nel (18), poiché il tentativo di in - cendiare le torri si realizza, ma viene ostacolato dal vento che soffia nella direzione opposta: (18) Gli ascaloniti cercavano di incendiare le tor - ri, il vento gli è sfavorevole, le fiamme si at - taccano alle mura, che almeno in un punto crollano. (Eco 2001) Zaščitniki Askalona popytalis’ bylo podžeč’ bašni, no veter podul v ih storonu, ogon’ oh - vatil steny, i oni načali obrušivat’ sja, po kraj - nej mere v odnom meste. (Eco 2006) Tra gli indicatori della situazione antirisul - tativa S1T2 troviamo le congiunzioni ale, prote, ta (ma), odnak (tuttavia) in ucraino e il più ricor - rente no (ma) in russo. T uttavia, anche in loro as - senza, il costrutto veicola l’interruzione e il man - cato risultato per una contrapposizione lessicale (19): (19) Novuju poėziju on proboval bylo čitat’ i brosil v negodovanii. (Tynjanov 1974) Ha tentato di leggere la nuova poesia e si è arreso indignato. I dati confermano la grammaticalizzazione della particella bylo al neutro (20) con 3425 oc - correnze, e la concordanza in genere (21, 22) e il numero (23) per l’ausiliare buty. (20) Roditeli probovali bylo vozrazit’, no sami ponjali, čto drugogo vyhoda net, v derevne mne ne žit’. (Kaganovič 1996) I miei genitori hanno cercato di obiettare, ma si sono resi conto che non c’era altra via d’uscita, non potevo vivere in campagna. (21) Hlopčyk sprobuval buv pidvestys’, ale ne vtrymavsja na nogah. (Tolstoj 1927) Il ragazzino ha cercato di alzarsi, ma non è riuscito a rimanere in piedi. (22) Katja sprobuvala bula vzjaty reštu sobi, ale Majboroda zaprotestuvav. (Jogansen 1925) Katja ha cercato di prendere il resto, ma Maiboroda ha protestato. (23) Braty Vavilovy sprobuvaly buly z’jasuvaty, hto vin ta ščo, ale Čypizubov ščos’ burknuv, i vony vidčypylysja. (Skorin 1985) I fratelli Vavilov hanno cercato di scoprire chi fosse lui, ma Čipizubov mormorò qual - cosa e l’hanno lasciato stare. studia universitatis hereditati pr agmatica del piuccheper fetto nel russo e ucr a ino contempor a nei: con v ergenze e di v ergenze 41 Divergenze: Anteriorità e risultato raggiunto nel passato Le particolarità dell’apporto del DM nell’archi - tettura semantica del testo in ucraino si sono ri - velate nella ripresa del suo uso convenzionale, ovvero segnalare anteriorità rispetto ad un’altra azione svoltasi nel passato e risultato raggiunto nel passato (resul’tativ v prošedšem ). Il significa - to prototipico dell’anteriorità risulta dominan - te, anche se il raggiungimento del risultato nel passato è intrinseco della definizione riportata precedentemente «un’azione portata a termine in tutta la sua integrità in uno spazio tempora - le remoto». In riferimento all’uso del PQP nel bulgaro Maslov (1956) osserva che una sempli - ce anteriorità cronologica di un’azione rispet - to alla linea narrativa principale non è sufficien - te per usare il piuccheperfetto. Il suo impiego è particolarmente motivato quando è importan - te evidenziare un determinato legame dell’azio - ne antecedente con le azioni o situazioni che fan - no parte della linea narrativa principale (Maslov 1956, 241). Аnteriorità Si propone di esaminare l’efficacia del DM per evidenziare un’assoluta lontananza del percorso dell’azione rispetto al momento del discorso con le occorrenze del corpus parallelo delle traduzio - ni di Umberto Eco. La morfologia di questa for - ma verbale, unita alle espressioni circostanziali, specifica la posizione temporale degli eventi ri - spetto al momento dell’enunciazione degli uni rispetto agli altri. Nella maggior parte dei casi il DM rende il trapassato prossimo italiano: (24) Guglielmo infilò le mani nel saio, dove esso si apriva sul petto a formare una sacca, e ne trasse un oggetto che già gli avevo visto tra le mani, e sul volto, nel corso del viaggio. (Eco 1981) Vil’jam vstromyv ruku v otvir u svojij rja - si, de vona na hrudjah utvorjuvala mišok, i vyjnjav zvidty predmet, jakyj ja vže bačyv buv u n’ogo v rukah i na oblyčči pid čas našoji podoroži. (Eco 2018) Vil’jam sunul ruki v rjasu na grudi, gde ona skladyvalas’ v nekoe podobie sumki, i vynul vešč, kotoruju ja v doroge uže videl i v rukah u nego, i na nosu. (Eco 2009b) Nella traduzione ucraina dell’esempio (24) abbiamo due eventi espressi con i preteriti sem - plici vstromyv e vyjnjav che rendono un ravvici - nato susseguirsi degli eventi sulla linea della nar - razione e la fanno progredire, mentre il DM di bačyv buv marca la distanza temporale che ripor - ta il fatto di aver visto un oggetto al tempo del viaggio compiuto in precedenza. L’impiego del verbo imperfettivo atelico bačyv predilige l’an - teriorità dell’azione rispetto al risultato. L ’avver - bio fasale vže (già) evidenzia ulteriormente il fat - to di aver visto un oggetto prima del momento in cui si parla. Nella traduzione russa troviamo un preterito semplice videl, l’anteriorità è compen - sata dall’avverbio fasale uže (già). Occorre notare che l’uso del DM in ucrai - no, in presenza dei circostanziali di tempo, non sempre risulta rilevante. Nell’esempio (25) l’an - teriorità potrebbe essere resa anche con il prete - rito semplice senza alterare il significato dell’e - nunciato e la linea temporale (vedi la traduzione russa), dato che la rilevanza dell’anteriorità è marcata da cinque anni fa. (25) Non avrò molto da dire più di quel che dissi cinque anni fa ad Avignone. (Eco 1981) Ja nebagato možu dodaty do togo, ščo ska - zav buv p’jat’ rokiv tomu v Avin’joni. (Eco 2018) Malo čto ja mogu pribavit’ k tomu, čto go - voril pjat’ let nazad v Avin’ one. (Eco 2009b) Tuttavia, l’impiego dal DM mette mag - giormente in risalto la collocazione temporale di un evento o la successione degli eventi all’inter - no del testo. Nella linea narrativa temporale del (26) attraverso l’uso del DM viene codificata l’a - zione anteriore in assoluto più remota u mynu- li dni (dei giorni scorsi) rispetto ad altre azioni avvenute nei giorni seguenti ostannij (ultimo) e včorašnij (di ieri). studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 42 (26) Ed ecco perché questa sera, quando abbia - mo guardato dall’ alto, lo strame ci è apparso poco coperto di neve, ovvero appena coper - to dall’ultima di ieri, non da quella dei gior - ni scorsi. (Eco 1981) Os’ čomu nyni uvečeri, zazyrnuvšy vnyz, my pobačyly, ščo snig ne prykryvaje vidhodiv, tobto jih led’ prytrusyv ostannij, včorašnij snigopad, a ne poporednij snig, ščo vypav buv u mynuli dni. (Eco 2018) In assenza dei circostanziali di tempo, l’uso del DM svolge il ruolo di marker dell’anteriorità dell’azione rendendola più esplicita, come vzjav buv dell’esempio (27). Nella traduzione russa l’anteriorità espressa con il gerundio perfettivo vzjav si ricostruisce dalla successione logica del - le azioni: l’attante prende il lume e dopo lo posa. (27) Guglielmo si sedette e posò il lume, che gli avevo passato, illuminando dal basso il vol - to di Jorge. (Eco 1981) Vil’jam siv i postavyv na stil kaganec’, ja - kyj vzjav buv vid mene, osvityvšy znyzu oblyččja Horhe. (Eco 2018) Vilgel’m sel i postavil rjadom lampu, vzjav eё u menja. Lico Horhe osvetilos’ snizu. (Eco 2009b) Mettendo a confronto il percorso tempora - le di due azioni e annotando l’ anteriorità di un’ a - zione conclusasi nel passato rispetto ad un’altra azione, il DM ricorre nelle coordinate o subor - dinate, prevalentemente relative (24, 26, 27) e oggettive (25). Nelle subordinate relative il tra - passato prossimo viene spesso reso in russo con il participio passato passivo (28-30), che veicola l’anteriorità dell’azione. (28) Io avevo nel mio scapolare il lume che ave - vo sottratto in cucina durante la cena. (Eco 1981) U kapturi ja mav kaganec’, jakyj potajmyru pocupyv buv u kuhni pid čas večeri. (Eco 2018) Pod plaščom u menja byl fonar’, zapasёnnyj na kuhne vo vremja večeri. (Eco 2009b) (29) Guglielmo posò il foglio che aveva trovato ai piedi del tavolo e vi avvicinò il volto. (Eco 1981) Vil’jam poklav na stil arkuš, jakyj znajšov buv unyzu, i shylyvsja nad nym. (Eco 2018) Vilgel’m raspravil najdennyj pod stolom list, nagnulsja bliže i poprosil posvetit’. (Eco 2009b) (30) Guglielmo ripeté a bassa voce le parole che aveva udito da Alinardo (quarto teschio a destra, spingi gli occhi) (Eco 1981) Vil’jam tyho povtoryv slova, ščo jih počuv buv vid Alinarda (četvertyj čerep pravoruč, natysnuty na oči) (Eco 2018) Vilgel’m vpolgolosa povtoril slova, slyšann - ye ot Alinarda: «Četvёrtyj sprava čerep, tkni v glaza…» (Eco 2009b) Risultato nel passato Conservando le caratteristiche prototipiche del piuccheperfetto slavo, il DM esprime l’anterio - rità e il risultato raggiunto nel passato. Il suo impiego in lingua ucraina, in molti casi, sem - bra essere dettato dall’intenzione di evidenziare questa sua duplice natura. Nel (31) l’anteriorità espressa da bula perestavylasja e il risultato rag - giunto sono marcate dall’avverbio vže e dal ver - bo perfettivo telico. (31) Io ero inquisitore a quel tempo, e Chiara era già spirata in odore di santità! (Eco 1981) Ja v toj čas buv inkvizitorom, a Klara vže bula perestavylasja u pahoščah svjatosti! (Eco 2018) La rilevanza del risultato rispetto alla linea temporale narrativa viene evidenziata nel (32), in cui l’azione anteriore čytaly (leggevano) è espres - sa con un preterito semplice imperfettivo ateli - co, mentre il DM vyjšov buv (ero uscito), accom - pagnato dall’avverbio same (da poco), permette di percepire la distanza temporale meno lonta - na e il risultato dell’azione che risulta attuale nel momento del discorso. L ’importanza del risulta - to raggiunto si evince anche nel (33). studia universitatis hereditati pr agmatica del piuccheper fetto nel russo e ucr a ino contempor a nei: con v ergenze e di v ergenze 43 (32) E tremavo, perché da poco ero uscito dall’ uf - ficio di compieta dove avevo udito leggere pagine tremende sull’ira del Signore. (Eco 1981) Ja tremtiv, bo same vyjšov buv zi služby po - večer’ja, de čytaly strahitlyvi ustupy pro gniv Gospodnij. (Eco 2018) (33) Guglielmo volle risalire nello scriptorium, da cui era appena disceso. (Eco 1981) Vil’jam vyrišyv znov pidnjatys’ u skrypto - rij, zvidky ščojno buv zijšov. (Eco 2018) Nel (34) il DM buv ukljaknuv esprime il ri - sultato attraverso l’avverbio temporale vže che rende il raggiungimento di una fase. Tuttavia, anche in assenza degli indicatori le forme verba - li buv zabuv (35) e buv skojiv (36) veicolano il ri - sultato raggiunto. In russo, il concetto viene reso con il participio passato attivo (34) o passivo (35). (34) «Salvatore?» si voltò Ubertino che già si era inginocchiato. (Eco 1981) «Sal’vator? – obernuvsja Ubertyn, jakyj vže buv ukljaknuv». (Eco 2018) «Sal’vator? – obernulsja Ubertin, uže sta - všyj na koleni». (Eco 2009b) (35) Mentre ci avviavamo Guglielmo si dette un colpo in fronte, come se si ricordasse solo a quel punto di qualcosa che aveva dimentica - to. (Eco 1981) Po dorozi Vil’jam vdaryv sebe po čoli, ne - mov lyš teper zgadav ščos’, ščo buv zabuv. (Eco 2018) Vyjdja iz kuhni, Vilgel’m hlopnul sebja po lbu, kak budto neožidanno vspomnil čto-to zabytoe. (Èko 2009b) (36) Per esempio: Adelmo è morto suicida, e la storia di Berengario ci dice che, prima di morire, girava in preda a una grande ecci - tazione, e rimorso per qualcosa che aveva commesso. Os’ ce, napryklad: Adel’m naklav na sebe ruky, a z Berengarijevoji istoriji možna vy - snuvaty, ščo pered smertju vin ne znahodyv sobi miscja, buvšy u poloni velykogo hvylju - vannja, jogo mučyly dokory sumlinnja za ščos’, ščo vin buv skojiv. Conclusioni I dati dei corpus hanno permesso di analizzare la semantica delle forme del DM e SP riscontrate nei testi letterari. Le convergenze semantiche in - dividuate riguardano i significati supplementari, ampiamente affermatisi nell’ucraino e nel rus - so contemporanei, per esprimere sia l’intenzione non realizzata sia l’ annullamento del risultato. A livello morfologico, in russo si assiste alla gram - maticalizzazione della particella bylo al neutro; in ucraino, invece, l’ausiliare buty dimostra una concordanza nel genere e nel numero. La parti - colarità del DM in ucraino si è rivelata nel suo impiego per evidenziare l’anteriorità dell’azione nel susseguirsi degli eventi e il risultato raggiun - to. Riguardo a questi ultimi, la ricerca va appro - fondita per analizzare le preferenze del parlante/ scrivente nella scelta del preterito composto ri - spetto a quello semplice. Le osservazioni riguardanti la resa del tra - passato prossimo e dei costrutti progressivi in ucraino e russo possono presentare interesse per l’elaborazione delle strategie traduttive.  Povzetek Članek obravnava semantiko preteklega glagolskega časa ( davnomynulyj čas) v sodobni ukrajinščini in pre - teklega glagolskega časa ( složnoprošedšee vremja ) v rušči - ni, s poudarkom na podobnostih pri novih rabah, ki so se pojavile v različnih fazah razvoja jezika. Gre za izražanje nerealiziranega namena (nastalega iz konativnega sprobu- vaty/poprobovat’) in nedoseženega rezultata (nastalega iz glagola hotity/hotet’), ki besedni zvezi prinaša modalno vrednost. Posebnost rabe zgoraj omenjenega glagolske - ga časa v sodobni ukrajinščini je, da ponovno prevzema prototipske vrednosti slovanskega predpreteklika za iz - ražanje doseženega rezultata in preddobnosti dejanja glede na drugo dejanje, ki se je zgodilo v preteklosti, ki je kakor nalašč za izražanje velike časovne oddaljenosti dejanja v pove - zavi s trenutkom govorjenja. Preferenca pri rabi zlože - ne oblike preteklega glagolskega časa pred nezloženo obliko je odvisna od vidskih značilnosti glagola, njego - ve semantike in konteksta. Opažanja, ki se nanašajo na studia universitatis hereditati studia universitatis hereditati, letnik 11 (2023), številka 1 / volume 11 (2023), number 1 44 sestavljanje predpreteklika in progresivnih struktur v ukrajinščini in ruščini, so lahko zelo zanimiva pri izbiri primerne prevajalske strategije. Summary The article analyzes the semantics of davnomynulyj čas in contemporary Ukrainian and of složnoprošedšee vremja in Russian, noting convergences for supplementary mean - ings developed during the diachronic evolution, such as the cancelled result (following on from the conative spro- buvaty/poprobovat’) and the unfulfilled intention (follow - ing on from the verb hotity/hotet’) which determines the modal value. The peculiarity of using davnomynulyj čas in contemporary Ukrainian lies in the recovery of the pro - totypical value of the Slavic past perfect to indicate the achieved result and the anteriority of an action in relation to another occurred in the past, which is an effective tool to ex - press an absolute remoteness of the path of action in re - lation to the time of speech. The preference for the use of the compound preterits rather than the simple one depends on the aspectual characteristics of the verb, on its semantics and its context. Observations regarding the rendering of the past perfect and progressive con - structions in Ukrainian and Russian may be of interest to select appropriate translation strategies. Riferimenti bibliografici Barentsen, A. A. 1986. «The use of the particle bylo in modern Russian.» In Dutch Studies in Russian Linguistics, a cura di A. A. Barentsen, B. M. Groen e R. Sprenger, 1-68. Amsterdam: Rodopi. Barentsen, A. 2015. «Vid i pljuskvamperfekt v slavjanskih jazykah.» In Aspektual’naja semantičeskaja zona: tipologija sistem i scenarii diahroničeskogo razvitija, a cura di M. Kitajo, 14-20. Kyoto: Sangyo University. Barhudarov, S. G., V. V. Vinogradov, e E. S. Istrina. 1960. Grammatika russkogo jazyka. 2a ed. Mosca: Akademija nauk. Bevzenko, S. P. 1960. Istoryčna morfologija ukrajins’koji movy: Narysy iz slovozminy ta slovotvoru. Užgorod: Zakarpats’ke oblasne vydavnyctvo. Bilodid, I. K. 1969. Sučasna ukrajins’ka literaturna mova: morfologija. Kiev: Naukova dumka. Collodi, C. 1883. 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