Narodna in univerzitetna knjižnica v Ljubljani R 111627 \ % ‘J< SV * SV VT> ^ f£* < 7 > J> vi* Cf> vTx» » "!> <' , |> - : * * S gi/ scK/rroiu 1 FBJULANO * AUSTR3ACJI *>C •& ^ DEGLI ULTIMI DUE SECOI.I ■& -* Dl MONSIGNORE * $ BARONE # VC ve \r. -y- * £.r /C Corretta , a c c refe iut a D AL L’ AUTORE. -/v \f, K \r^ *>v \r /N \/L /V \/ \L /V -* 'či3 : AL V/l /s *sf^ «4 J GOR. IZ I A , X Preffo Giacomo Tommafini Stampatoie Capitanale, e Provinciale 179-. .1, v V ^ v'y -J, vt> -A- v'- V/ -V .J/. .'f £/, \/_ \/_ UK <,<• «V A > 'i' 'V* «T» *i* <* 'V* V') 4\ /a /v «T* /V 7\ ^ *s»y* / Traterea , ne fic y ut qui jocularia, ridens 'Percurram : quarr.quam ridetitem tlkere verum Qtiid vetat ? 1.11627 Hor. fot. i , I / A SVA ECCELLEN.ZA I L SIGNORE R AI M O N O O DEL S. Bi L CONTE Dl THURN, HOFFEft, E VALSASSINA, CAP1TANO EREDITARIO Dl DUINO, SIGNORE Dl SAG R A DO E VIPULZANO , RUDA , E s. NtccoLo’ ecc. ecc. cavaliere dell’ ©edine Dl MERITO Dr SUA ALTEZZA SERENISSIMA L* ELETTORE BAV A RO 5 PA* LATINO •, Dl SUA SAC CES. REG. APOST. MAESTa’ EFFETTITO COMSIGL1ERE INTIMO Dr Sl* A To j CIAMBERLANO, SUPREMO CA- PITANO, S PRESJDENTE DELLE PRINCIPE- SCHE CON 1\EE Dl GORIZIA , E GRADIŠČA . A V A U T O R E. S E Minuccio Augurino meritb da % ro¬ mani , che gli Ji erigeffe una ftatua , per- che proč; c uro a Rom it-1' abbondanga di farro, farro , anale monumento mn dovrh a Voi innalzare o fignore la vojlra patria , a cui ottenefle que' diritti> e d ornamenti , de' quaU avanti dne luftri fpogliata languiva nel piu bblrohriofo avvilimento ? Nel cuore dc'Voflri concittadini Jla percio altamente fcolpito il nome Voftro, e quefto > fengacbe mai venga cancellato da ingrate genera- %ioni, verra t rani and atu alla pik rimota pofierith. Ma io lo vorrei pure ditulgato alle flraniere nagoni , onde dali' efempio Vojko- appmdejfero , come comlinarfi pojfa amore di patria , dovere di fuddito , ra- gion di principe . Divulgare vorrei i Vojlri prcgi , pr egi i non gia quelli y cbe a Voi vengono da’ Voflri maggiori fregiati delle piti iU luflri e cele(iafliche mitre , delle pili f'Mi - mi civili corone , e de'pili fplendidi tri- onfali allori , fempre mai nelle germaniche y e nell' italiche florie memorandi , e nel tempio deli' immor talit a e della gloria con - feerati; ma lenst que'pregi , che con tuU ta ragione devom dirfi Voflri ; pot che ap~ prendefle dalla filofofia, che i lauri altrui foflamente inarridifcono (iti capo y ovenon firno dal proprio perfonal merito mantenuti frefehi e verdeggianti; direi , che nelle legi oni , che prendefte dal le geji a de'gla~ riofi Ttofi Voflri ant e nati , Vi fornlfte delte ptk nobili majfime onde compiere da privato gl’ obbligbi verfo la famiglia , da uom puhlico i do veri , che ft ringom chiunque ha in mam il governo delle provincie ; direi , che imparafle ad accoppiare la mode razi one col lujfo , la maefld colla degnazione , il tratto dolce colla folitu - dine , nella quale , utilmente trafcorji i piii colti regni d'Europa , qaaf noj at o del mondo vi rinferrafte piu anni : auivi in voi fteffo raccolto tutto Vi internafle nella cognizkne deli' uomo , che fu fempre mai il principale oggetto de' piu grandi filo - fifi, fofi, e dopo a vere piantata nella ragione la prima e fondamental bafie dede umanc opera^ioni paffafle ad arricchire la mentc di nuovi lumi meni la le^ione di libri mgliori , di eni tenete st eletta , e dovi - Ziofa raccolta . Onde e , che tratto in Iliče da tla comun noflra patri a ottima* mente di Voi perfuafa , e trafcelto a pe- rorare ta cauja di ki innanij l’ augufio trono di Leopolda 11. mivabilmente riufci- Jle nella grande imprefa , ed a lei dato pet fuo governatore Vi adora con la filial tenerezz a di padre. T ant o e. } che vorrei rendere palefe alk ■alle altre najloni , onde il cittadino coli * cjempio Voflro [i rifcaldi di quel fuoco , di cui Voi ardefie per fovvenire la pa¬ tri a opprejja , e chi e deftinato a gover- narla , Ji invejla di quello fpirito di pro- Utct y e di rettitudine , del quale come da folida radice e feconda germogliano la con . tentc^ia c la felicith] de' fudditi : ma fe queft' opera , che con me a Voi confa. ero , rifponde al mio intendimento , ac- ccttatela qual picciol tributo , che ella ne- gare non pub alle tante voftre vivaci poe - Jie, e Jia una fopraggiunta a quella ri- fptttofa ojjervania , z« ogni tempo Vi ho profejjato. AL c Jfe g; @@@®©©@®@®@©®®©e©e©© MaastatJJl [®]| vzsutm? A L LETTORE. I S A ra fcmpre rnai di gran* de incitamento a’ pofteri i! ricordare la Ictteratura de* fuoi nazionali, onde anima- ti dali’ elempio feguan le tracce di que’ valent’ uomini, che fi refero di tanta utili- ta • ■ W, 7 , ta e commendazione non meno alla fua che alle ftra- niere nazioni. La poca cu* ra, che ti ebbe finora nella noftra contea di cuflodire le carte e pergamene tanto degli archivi delle famiglle quanto di quelli de’ magi- ftrati, n’ e la cagione per cui ti trovera .alcune volte la ftpria di qualche 1'ciltto¬ re monca e priva di que lumi lu mi niolto giovevoli agli eruditi. Ilo fteflo accadera, dove fegaeralTi 1’anno della n?fcita di cer ti autori, de 5 qt ali non m* era con pre¬ čil ione conto il luogo, ove ognuno veone alla luce. Tuttavia pero non mi man- carono quelle piCi intereffan* ti notizie, che appunto fono le piči degne di efifere da noi confiderate, quali fono i nobili caratteri , uno fpb rito patriottico, ed uno ze¬ lo infocatiffimo di religio- ne, onde poda chi voglia, fcorrere quefta tnia fuccinta e critica operetta degli fcrit« tori friulano*audriaci, e ri- trovare degli oggetti degni d* iirdtazione. VITA Pl er Antonio nacque in Garizla il di 2.8 Giugnd dell’anno 1754 da Gianfran- cefco Bar. Codelli , e Marianna de Con- ti. (a) In lui ancor tenerello gareg- giarono le fingolari fattezze del cor- po con le qualit& nientcmeno infe- riori deli’anima, e le une davano alie altre rifalto e brio. Sorti di quelle in- doli Ubere e'franche , che vi abbifo- gnano in chi dalla natura fembra defti- A nato (a) Vedi pag. 13 Compendio &c. ■z nato a grandi imprefe. Faceva perb uopo pcr mezzo di buona cducazione di moderar il natural fuoco proprio di quelle indoli, perche in eta matura non dafle, come addiviene fovente, in cc- ceflivi trafporti, o con prečipitofi giu- dizj non deviaffe dalla convenienza e rettitudine. A si neceflaria riforma po- co veglioffi fra le domeftiche pareti, c poco piii da’direttori de’ Seminarj di Cividale, Gradifca, e Gorizia, a quali fu affidato in quegl’anni che ricercano maggior vigilanza, e che fono i piu proprj a ricevere utili impreffioni. In fatti da que’ Seminarj non altro fregio feco porrb, che quello viene ad un gio- vine nobile dalle arti equeftri, aile qua- li fopra d’ ognaltra fi applicb. Men« 3 Menfre nel ginnafio di Gorizia ftu- diava Filofofia fini di vivere 1’ottimo fervo di Dio Pietro Pollini. Con tal morte rimafe vacante la propofitura del Metropolitano Terefiano Capitolo fon- data da Agoftino Codelli fuo avo, e riviffe nel la famiglia del fondatore ii diritto di nominare il fucceffore. La ficurezza d’ un fubito ed onorevole provvedimento , impegnatamente da’ Genitori propofto al figlio, e le fperan- ze di pid confpicui avanzamenti, che giuftamente fondare poteva fopra i luoi talenti , e fopra le fingolari beneme- renze deli’avo verfo la Chiefa Gori« ziana e la patria, furono un incentivo molto poflente per indurlo ad abbrac- ciare lo Stato Ecclefiaftico. A ^ In- 4 Inveftito della propofitura ,colla me- diazione deli’ Arcivefcovo Conte d’ At¬ tems, che fi dimoftro fempre grato e riconofcente verfo quefta famiglia, fu trasferito al Collegio Germanico-Un- garico di Roma per formarlo a quel- la fcuola, che die tanti campioni alla Ghiefa. Quivi per fua gran ventura incontro il favore del P. Pereira por- toghefe , uomo nory meno per nafci- ta, che per dottrirta affai riguardato. Que(li invaghito c/elle belle qualita del novello alunno fjrefe grande interefle nella fua educazione. Percio in quel- le ore, nelle quali era libero dagli ftu- dj piii ferj , e dai doveri della difcipli¬ na domaftica, lo volle da fe per infi- nuargli il prezzo della virtu, che poco anco- 5 ancora conofceva, c mettere in lui quc’ fondamenti, fenza de’quali ogni fcien- za vacilla, come fopra debole bafe ooggiata. In fatti piu che fotto la direzione deirindefeffo maeftro andava inoltran- dofi dagli elementi, vieppiu guflava il piacere delle fcienze anche pih fublimi, che unitamente apprendeva. In mez- zo perb alla lodevole carriera fu arre- flato nel corfo da oftinati fgorghi di fangue, che andavano lentamente ftc- nuandolo. I medici adunque , che va- no fperimentarono ogni tentativo deli’ arte, li appigliarono al partito, provato fovente giovevole, di rimandarlo al cie- lo natio. Giunto in patria attirb fopra di fe 1’ A % 1’ at- 6 attenzione di ognuno. Ca) Le fue ma- niere liberali 'ed onefte lo rendevano generalmente amabile, e per 1’opinione di fingolar contegno, che fi aveva ben prefto meritata , veniva riverito con fingolare confidenza delle perfone dab- bene. Coila notizia de’ libri ottenuta nella direzione della biblioteca, e con le cognizioni, che in lui fi trasfufero dalla pratica di tanti uomini affennati e dotti, che prefedevano o tratravano in quel collegio, dava intertenimento, e diletto a quegli , che in quefta Cir- ta godevano la ripurazione di eruditi. In quefto torno mlolito mirabil pru- rito '"H - .‘ “ '. . . . •"* ' i -- (a) Dopis i! iuo ritorno da Roma il diig-otl v bre 1774 fece il primo fagrifizio fotto gli Au. fpkj deli’ Augufiiilrma Imperatrice di p. e gl, mam. Maria 1 Terda. 7 rito di fcrivere improvvifamente de- ftoffi, e fece tra poco rapidi progreffi in quefte contrade ; prurito nienteme- no deteftabile di quello taccio a faoi dl il poeta Venofmo , e che qui moffs uno ftraniero, il quale dopo varie do- lorofe vicende fofferte fott’altro Cielo, in queito trovo afilo e protezione, per tal mezzo fortunatamente proccaccian- dofi gli agi di comoda vita . Nella gran folla degli fcrittori, che di repen« te comparivano a traftullo de’letterati, in numero avranzavano i poetaftri, il pili de’ quali, fen.za mai avere attinte le labbra ali’ Ippocrene, nel fuondella cetra prefumeva di federe a fcrannacon Febo . Appena il noftro Prevofto era pie- oamente riftabilito dal male, che lo A 4 co« 8 coltrinfe a lafciarRoma. il che avven- ne dopo aver fatte piu crifi violente e pericolofe , f« ei pure comprefo da quella epidemia , che fempre andava nella fua patru maggiormente dilatan- dofi , e colla varieta de’fuoi metri da¬ va mole, e poffiamdire, anche luftro a quelle per altro tenebrofe, e per l’ad- dietro fcooofciute raccolte, che in ogni metro e lingua fi prefentavano a! pu¬ hlico o ne’ trattati di pace ranto ami- ci deli’ umanitli, o nelle folennitii de- gl’ Imenei foltegho delle famiglie, o nelle confecrazioni de’Vefcovi. Cosi addeftratofi al tafto deli’Apollinea Ce- tra, e molto piu nelle adunanze, che teneva la novella fervorofiffima Colo- nia 'Arcadico-Sonziaca, la quale ad ef«. fo 9 fo piu che ad ognaltro deve la f«a inftituzione, pafsb a trattare con rnag- giore felicita argomenti pih ampli, fa- cendofi eziandio fentire dalle fcene ora con nuove produzioni, ora con tradur- re nella noftra volgare que’ pezzi, che ad invidia delle altre nazioni rendono in queft’ et& tanto pregevole il teatro alemanno. Mentre afforco fembrava afLitto da entufiafmo poetico, il che dovea piu forfe recarfi a biafimo , che a commendazione di un Ecclefiaftico, punto non trafcuro di applicarfi a que- . gl; ftudj, che piu fi quadravano al fuo carattere ed al fuo grado di prelato mi- trato } (a) e da’lodevoli faggi, che dib alla (a) RefTe eziandio dus anni il feroinario *e- fcovile. 1 ° alla Iuce potb ben ricredere il puhlico, a .... > ' ' r ' f • t‘\ ■■ ■ cui parve da poetiche leggerezze prende- re egli foltanto diletto ed occupazione. Darb io qul precifamente un elenco delle fue letterarie fatiche; n b fia mai vero, che io tenga dietro le tracce a me da effo lui fegnate in quefta ope- retta notomizzandole una per una. Con firmi contegno (canferb la taccia di Zoilo mordace, che mi potrebbero dare i fuoi partigiani, o quella di adulante mecenate, che potrei incontrare preflo i fuoi nemi- ci; cosi 1’amicizia fua, di cui mi onora da quattro luftri, prendera vigore e fer- mezza, e 1’alta ftima, che gli profef- fo, da qualunque ombra di apparente difprczzo non potra reftar ofcufata. G. G. Ex-G. PRO- It PRODUZIONI Dl MONSIGNORE PIETRO ANTONIO barone de codelli, DR A MM J SERJ. La Morte d’Gttone ImperatoreJ Tullo Oftillio Re di Roma. La crudelta di Tolomeo Evergete BLc d’ Egitto. II Pimmaleone a cinque voci. DRAM M I GIOCOSI. L’ Anno nuovo. La Rivale maritata. COMMEDJE. Tutto vince amore. II Giufeppone. Alberto Duca di Baviera. TKA. TRADUZ,10NI. Arianna e Tefeo. 11 Tutore. I Liberi Muratori. II Borgomaftro. L’ antica Cavulleria tedefca. II Clavigo. L’Amleto. L' Agnefe Bernavcr. L’Amor in Gorfica. L’Amor vecchio non irruginifce. II Conte di Moor. La Bella Viennefe. La Moglie di due mariti. II buon nemico degli uomini. L’ Ambiziofo. P O E S J E. Canzoni, Sonetti, Madrigali, Elegie^ e verfi fciolti fatti in varj incontri. PRO- P R O S E. Differtazioni I V. fopra vicende della Chiefa di Aquileja. Iftoria deli’ eftinto v MetropoIitano Ca- pitolo di Gorizia. L’Ecclefiaftico riprenfibile per la fre« quenza de’Teatri fcorretti. Compendio Storico della Famiglia de’ Baroni Codelii. Lettere Confidenziali all’Abate G. Pro* feffore 'di Gius Canonico. Varle Orazioni Latine, ed Italiane. Gli Scrittori Friulano-Auftriaci. Difcorfo fopra ia caccia del Friuli Au* ftriaco. Queft’ultima Operetta compilo, afcrit* to che fu a pieni voti alla rifpet* tabiliffima Societa di Diana infli- tuita *4 tuita in Gorizia l’anno 1778 , ed ora felicemente diftefa oltrc i con- fini dell’Auftriaco Impero. AGA. A *S AGATA A Ntonio nacque ful finire del fecolo paffato in Gorizia , e fcriffe ful prin- cipio di quedo. O ch’ei non fapefle come utilmente occuparfi , oppure ch* ei bramaffe di guadagnarfi Taffetto e la grazia della nobiltA goriziana, im- prefe ad encomiare le piu nobili ed an- tiehe famiglie di quefta cittk in modo, che ad ogni giudiziofo lettore deve no¬ ja recare 1* ampollofitst de* mal teffuti elogi, di cui a macco le carica. Queft’ 16 A Queft’ opera porta per titolo: Gori¬ ča in giuhilo per l' afpettato arrivo deti' Augujlijjimo Imperator Carlo V J, con una Preve notica s\ della Citta come della Provincia , e fu dedicata agl’ incliti Sta¬ ti della medefima. In Venezia 1728. ANDRIAN C/Arlo ford i fuoi natali dalia fem- pre nobile ed antica famiglia Andrian di Werburg di cui il Burglehnero nel ms. Aqttil. Tirol. Iib. 13 , c. 5 ne fa illuftre menzione; e perquanto fi črede, fiori quefta famiglia fin dali’undecimo fecolo eon la denominazione di Mu- renthein. Nacque circa 1 ’anno 1692. Sino dalia piu tenera fanciullezza fi Icor- A 17 geva in effo una si ardente propenfio« ne allo ftudio , che, apprendendo anco- ra i primi elementi delle fcienze, vede* vaft fovente con qua!che libriccino in mano per avanzare collo ftudio priva- to gl’ infegnamenti, che a lui davano i fuoi maeftri; per lo che faceva uopo fovente di itornarlo piuttofto con della violenza che d’ incitarlo allo ftudio . Piacque non poco a Giangiufeppe fuo padre quefta ftraordinaria applicazione del figlio; quindi lo fpedl a Gratz me¬ tropoli della Stiria onde compiere le alte (peranze, che meritamente avea con- cepite. Giunto a quella univerfita, di- retta da’PP. della compagnia di Gesit, non manch Carlo di fecondare le pater- ne prernurej anzi si inoltrofli nella ear¬ li riera tB a riera degli ftudj, che compiuto il cor- fo di filofofia, dimando di efler arro- lato a queH’ ordine. I/ottima indole che avea fortito ed i rari talenti, de’ quali era fornito, al nobile giovarrtto apriron la ftrada on« de efler tanrofto aggregato a quel fag- gio e polit ico corpo. Terminato il fuo npviziafo e corfa la carriera felicemen- te degli fludj, pafso ad infegnare le fcienze pid fublimi prima ne’ publici licei , e ooi anche nelle piti celebri u* niverfitii , dove fu laureato in teolo- gia , e poi anche nominato decano del- la facolta teologica nella univerfitit di Gratz. Quivi fini i giorni fuoi verfo la metil di quefto fecolo lafciando il luo nome molto commendabile alla let« A 19 letteraria republica, che arricchl di mol- te opere piene della piii valta erudi- zione . £ liccome ii P. Bernardino Erber della compagnia di Gesti difce- polo del noftro fcrittore in una prefa- zione ali’opera intitolata : Epochrf Hab- fpurgo - Auftriacrt &c. ne teffe un cata- logo di tutti i libri compilati dall‘au- tore fecondo gli anni che furono publi- cati con le ftampe, cosl io noti farb altro che riportargli feddmente fecon¬ do 1’ordine che li trovai regiftrati. Corollaria Curiofa , ex catoptrico -Dio- ptricir principi it colkSla & pro acade- mico matbematico exercitio puhlice pro pojita. Queft’opera fu imprefla l’anno> 1714. in Clagenfurt , e fu riftampata in Vienna 1 ’anno 1750. B 2 No- I 20 A 2S lovi.ffima Carintbia tabula chfonggva- phica ftampata in Augufta l’annoi'7r8. Epocba Sacro - profana , talulis bifto- rico - cbronologicis illuftrata , feu metbo * čfo/ facilis & expedita univerfalis bifto- ria notitiam comparandi. Stampata in Gratz 1 ’anno 17x9. Epocba Habfpurgo - Auftriaca ad com- parandam biftoria Habfpurgo - Auflriaca exa£lam notitiam utilijftma , l’anno 1730 priina con Je ftampe di Gratz , e 1 ’anno 1762 con quelle di Vienna vidc la luce. Differtationer felecla Hiftorico - cbro- nologico - Billi c a fuper vet ur tcftamen- tum prima in Gratz 1 ’anno 1730, in- di in Vienna 1 ’anno 1750 furono pu- blicate. (Haftioner hiftorico - chronologico - eri- tiča A 21 tiece ex hifloria ecdefiaftica primoram fex feculorum felecice . Quefle e le fe- guenti furono tutte ftampate in Gratz fecondo gli anni che efattamente addi- terb. 1731. Otueftioner hi flori co - chronologico - c rit i- CcC cx hifloria eccleflaflica a fieculo-VJI ufijue a d fleculum XIII feleShe 1732. Suhfidium memorirf pr o hifloria uni- verfa veteri, in hifioriophilorum gratiam concinnatum 1733. Suhfidium me mori £ pro univerfa hiflo• ria ecdefiaftica &c. 1734. Suhfidium memorial pro hifloria impe¬ rij Occidental!? &c. 1735. Suhfidium memorhe pro hifloria impe- rit Orientalir &c. 1736. Quefti quattro opufcoli furono poi B } ri. A riftampati in Parigi ed ebbero grandiffi- rao incontro preflo i letterati di Francia. Series Romanorum imperator um 1728. S eri er Romanorum imperatorum 1729. ' Series imperatorum Orientis a tran • slato in Carolum occidente 1729. Series regum Hifpanitff 1750. / Series regum Gallia 1731. Series regum A.nglia 1731. Series regum Bohemice 1732. ; V Series regum It ali a 1732. Srnč/ regum Hungarice 1733. Series regum Poloni le B 39 le fe voli sl fublimi , che 1’anno 1770 calcolo le due eclifli lunari 1’ anno fe- guente da noi oflervate. L’approva- zione del celebre aftronomo bolognefe, che riportb, gli die coraggio a vic maggiormente inoltrarfi nella intrapre- fa carriera, ed oltre i calcoli delle e- clifli lunari e folari fempre conformi alle oflervazioni Tono degne di confide- razione e lode : La latitudine, oflla 1’ altezza di po¬ lo di Gorizia con molte oflervazioni di altezze del fole, prefe col quadran- tino da eflo lui fatto , e con un gno- mone di quattro piedi di altezza di ftelle ecc. di 45 0 57' 30". La longi- tudine della citta flefla, mediante il calcolo deli* eclifle folare 24 giugno G 4 1778 40 B 1778 ofiervata in Goriz i fo¬ nem , e tanti leggiadri verfi fono de- gni di guftarfi da qualunque delicato poe ta italiano; e viviamo in ferma fperanza, ch’ ei non vorra defraudare fempre il puhlico di quella afpettazip* ne 6i B ne che nutre di vedere una volta alla luce quelle tante Ide belle produzioni molto applaudite da tutti quelli ch’eb- bero il piacere di fentirle. Egli prefe a moglie Elifabetta Waf- ferman de Zucchelli, donna di fingolar merito, dalla quale ebbe piii figliuoli , e quegli pure che il Signore ferbogli in vita, fi ftudib di allevare colle piti fquifite maniere. BRUHATI C^Afpare nativo di Cervignano luogo non molto diftante da Aquileja nac- que circa 1’anno 1640 da onefti geni- tori i quali non mancarono di dargli quell’educazione, che permetteva la non trop* B 61 troppo felice lor condizione. S’appli- cb allo ftudio delle belle lettere e deli’ antichita , nel qual ultimo genere fece qualche progreffo. Avuta indi la con- giuntura di fpolverare qualche archi- vio , imprefe a fcrivere un libro col titolo: Ifloria delle contee di Goriči a e Gradifca dali'anm 1682. Quefto ms. II conferva preflo il fig. conte Giufep- pe Coronini di Cronberg , del quale nc parleremo a fuo luogo. I fatti acca- duti a’fuoi tempi, e molti altri avve« nimenti eh’ erano involti fra le tene« bre deli’antichita , con quefta operetta fi mettono alla luce. Sarebhe da defiderarfi, che qualcn-; no fi prendefle TaiTunto di mettere a difamina quefto ms, fiorico e dopo una giu. 64 » giufta cenfura, quando fl credefle de- gno, fi publicafle ancora con le ftara- pe. BRUHATI jfi^Llccardo nacque nel fecolo paffato, e lafcio un ms. col titolo: Le ragioni di C avlo V J fopra il Fr tuli , fopra l'e- leijone de' patri ar chi di Aquileja , e fo¬ pra la prcfenta^hne de' c amulet della ftejfa chiefa . Opera molto vantagg : o- fa allo ftato, e di non minor učile a- gli indagatori fopra i diritci del Fri- uli. CA- C 6$ CAPELLARIS J^Ntonio uno de’mig!iori e de’p!u aiTi. duiimperhli ingegneri delle noftre pri a- cipate contee di Gorizia e Gradifca nacque 1’ anno 1717 . Fatti in Gorizia gli ftudi fegul le arrnate imperiali nelle guerre d*Italia; conchiufa la pace con la Spagna e con la Francia fi ritiro dalla milizia , e quindi portoffi in Idria , do- ve impiegato nelle mercuriali miniere apprefe infieme le matematiche ed il difegno-, da 11 ritornaro in pa.ria fi a- dopro nelle publiche cancellerib, nelle quali arrivb ad effere fpeditore del ca- pitanale configlio di quefta contea. In quefto frattempo occupolfi nella coftru- zlone delle publiche fabbnche, nel di- E fegno 66 C fegno e ftabilimento di nuove ftrade, nelle riparazioni e ne’tagli de’fiumi e torrenti del Friuli ; perloche 1 ’ anno 1768 fu dalla gloriofa memoria deli’ imperadrice Maria Terefa dichiarato ces. reg. ingegnere delle contee; al qual grado fu follevato nell’ ardua imprefa clella difamina de’ confini di Carintia e del Friuli, ove erano inforte molte differenze tra la republica veneta e la corre di Vienna, in fopire le quali eb- be ei pure qualche parre. Ufci, non a molto, una breve ma molto erudi- ta diflertazione, nella quale atterra le rnordaci critiche di un fuo avverfario che pretendeva poterfi trovare ripari eterni: propofizione che gia cade da per fe ftefla , per poco che riflettafl alla C 6 7 alla forza ed alla variete deli’ efcrefcen- ze delle acque, fuperiore ad ogni argi- ne, che mai potb 1* umana induftria opporre a loro freno ; perciocche defi- denarno , che in avvenire eziandio a noi prefenti altri faggi del fuo beli* ingegno. Ebbe ei tutta la mano nell' erezione delle due utililTime fontane appoggiata alia direzione del valente meccanico Paganini bolognefe . I difegni delle principali citta del Friult auftriaco e veneto con alcune adjacenze, e quello delle foprammentovate fontane dovreb* bero aver egual forte che la-carta geo- grafica delle contee, che 1’ anno 1780 dedico alla focieta agraria di Gorizia. Quefta fu di grande aggradimento a* E % fuoi 6% C fuoi concittadini, ed incontro medefi- mamente la foddisfazione deli’ augufta cortc di Vienna per la fua efattezza nel ripartimento de’luoghi e confini. Qaefl’uomo fia fempre celebre a que- fta provinch per le memorie mss che gia da p il anni va raccogliendo. Non e qu'i da ommetterfi il fuo giornale, in cui gi^i quafi da vent’ anni fi trova- no regiftrati tutti gPacddenti occorfi nella noftra provincia, come pure le an- notazioni ftoriche da eflTo fegnare fopra la fua geografka deferizione detle con- tee, fatica non meno lodevole, che u- tile e vantaggiofa a' fuoi concittadini. CA- CAPELLO 9 P /etro Paolo nacquc in Ter*zo vil- laggio poco diftante d’Aquileja 1’anno 1694. Terminate le fcuole fi fe gefui- ta: (trafcorfa la carriera deU’ordine;, e fatto facerdote domandb di paffare allo ftato fecolar- ecclefiaftico, il che gli fu dal generale deli’ordine tofto accorda- to . Mentre era fra qiae' dotti religiofi ebbe la felice congiuntura di convivere cogreruditiffimi PP. Egidio Dornigg, Francefco Wagner, Ainfiz e tanti al- tri uomini affai conofciuti nella repu- blica letteraria. Da effi apprefe que* principj d’eloquenza latina, per cui s* acquiftb tanto crediro fra i gramrnati- ci d’ italia, Alle letterc utnane unli E 1 pu. 70 C pure una fcienza afiai univerfale del gius pontificio e di teologia , per lo che nell’erezione del nuovo metropoli- tano capitolo di Gorizia 1 ’anno i75z fu nominato dali’ imperial corte di Vienna canonico, titolo che fino dal 1740 gia godeva nella patriarcal chie- fa d’ Aquileja. Le opere che ei die aha luce fono: Aphorifmi de puritate , tlegantia , capi a latini fermonir ecc. ecc. fx principilus in hac facultatum ferie fcnptoribus ad ufum eorum , qui manfue- tiari Jur & pr tefe rti m facrif mufir addicli funt: flampara in Venezia 1 ’anno 1730. Degna e parimenti di fingolar atten- zione la verfione, che ei fece deile vo- luminofe opere del Cardinal Caffini le quale deve elfere confiderata come uno de’ C 71 de’pivi bei parti di quefto autore. So. no altresi molto eleganti le fue poefie latine si*fagre come profane, e parte dellc prime fi veggono efpofte nella nietropolitana chiefa cti Goriz,ia negli ftalli de’monfignori canonici, ne’ quali oltre gli emblemi efpofti dal pittore Paroli fi fcorgono di fotto aktmi epi- grammi che efprimono le idee del pittore. Si occupb non meno in com- porre, cronografici, anagrammi e cento altre forti di compofizioni latine ed i- taliane parecchie, le qua!i Tono piu di fchiena che di tefla. Arrivo ad una etk molto avanzata vale a dire fino all’anno 1775. E 4 CAU- 72. G CAUCIG •■hi . Saverio nacque ful 'finire del fecolo fccrfo in Gorizia, e fu uno de’principali matematici del principio del noflro fecolo, Entro. nella compa- gnia di Gesu , laddove ebbe occafione di approfittare nelle matematiche da que’ religiofi affai coltivate, e fpecial- inente nella provincia deli’ Auftria; tra le fingolari fue opere meccaniche & de¬ sna di menzione quella che efifte nel mufeo di Vienna . Quefla macchina confifte in un globo orologo, 51 cui e* quatore a un cerchio coluro, la fuper- ficie porta il firmaranento, e nel giro di 24 ore a ogni tempo prefenta Tat- tual fituazione del cielo, cioe Torto e r oc* c 1’occafo delle ftelle, il loro culminare, o fia il paflaggio pel meridiano. Tutt’ ora e di gran fregio a quel ttiufeo e di gran luflro a quella domi¬ nante F opera meccanica del noftro autore, e vicne da tutti i letterati ar»' mirata non meno che applaudita. de’ Covel o Codel che ebbe il fuo prin- cipio fino dalFanno 1277, come fi po¬ tna. vedere in altra mia opera intitola- ta: Compendio Jhrico della famiglia de' baroni Codelli. Venne al mondo Pan* no i66x in circa, e mentre ftudiava in Grata, gli venne il defiderio di far- CODELLI difcefe dali’ antica famiglia fi 74 c (i gefuita, quindi fatta quella carriera che adattavafi ad ogni individuo giufta la fua abilita, fu fatto direttore di fpi- rito ncl collegio di Gorizia, dove tut- to intefo era al divino fervigio. Tra> duffe dal Jatino un libro col titolo: Nuovo diario, ovvero giornale per fort ir nel gran viaggio ali'eter nit a un' avven- turata giornata , e lo dedico alla con- sregazione de’ nobili eretta nel collegio O O G della compagnia di Gesu in Gorizia con le ftampe del Remondini di Baflano l’anno 1713. Queft’opera e divifa, fic- come 1'anno, in iz mefi , e quefti ne’ fuoi giorni con Ja vita breve in ciafcun giorno del fanto corrente; fe- gue una corta c foda morale con certe preghiere da recitatfi da’divoti delle Q 75 delle fefte mobili che cadono fra 1’anno; poi vi addita ii modo di offerire con gran frutto delfanima le fue quotidia- ne azioni per ciafcun giorno della fetti- mana; indi certe preghiere e pratiche di devozioni ufate dalla gl. mem. deli’ imperadrice tleonora , e del ferenilfi- mo principe Eugenio di Savoja , e final- mente certi efercizi fpirituali, orazioni, ed atti moko vantaggiofi per un’ani* jna crifliana. Fini la fua vita grave d’anni nel collegio di Gorizia. COLETTS CjPlufeppe: di quefto foggetto io non ne dovrei far menzione, perche non nacque 76 C nacque in quefta provincia; ma ficco- me g& da moki anni a col fuo fog- giorno oltrepaffato il tempo prefciitro per ottenere la cittadinanza , cosi non fi b avuta difficolta alcuna di annove- rarlo fra gli autori auftriaci del Friu- • li. Venne egli dunque alla luce 1 ’ anno 1744 e come egli ci allicura dalla fa- miglia de’ Coletti della Tofcana. Fu alunno in Roma nel nobile feminario romano. Compiuti appena i fuoi Hu¬ di , fu afcritto ali’ Arcadia di Roma col nome di Coribante Tebanico , nel- la qual accademia e tanto facile l’ot- tener pofto quanto e grande il bilogno de’ romani cuftodi, i quali full’ accrefci- mento de’ focj ftabilifcono il loro man- tenimento. Dopo varie vicende che eb* C 77 ebbe nel decorfo della fua vita, parte della quule confumb nei fervigio deile armi auftriace , fi. ftabili in quefta no- ftra citta. Qui fu , dove principih a manifefta- re la fua propenfione allo ftudio di poefia: Fe dare in ifcena il conte di Caftelceco , o fia 1'educanione in erme . Dl quefta (eh’h tutta di nuova inven- zione ed b compofta in tanti metri, qnanti Tono i perfonaggi ) noi non ab- biamo veduta la produzione; e percib ci riportiamo pienamente a quanto di efla ne giudicb un erudito e colto publico. Scriffe aleuni drammi per mufica, co- me: La Spofa in contrafto , La Morte di Crifio , il qual ultinao, eflendo ferit- to fecondo 1' arte , dovrebbe preflo g 1 * 78 C gli intelligenti aver la Torte di piace- re, c per Pargomento e per Parmoma. Varialtrifuronoi componimenti pro- dotti alla lucedal noftro autore: il nuo- vo catechismo tedefco portato in lingua italiana per ordine della real corte di Vienna 1’anno 1777, la traduzione di alcune delle opere del celeberrimo P. Denis e deli’ erudito Weiland poeti te- defchi, Tono ftate commendate nella gazzeta Ietteraria di Vienna la quale in qualche incontro dimoflra d’ellere impar- ziale de'fuoifcrittori; finalmente fortl non ^ molto im poemetto in ottava rima col titolo: 11 trionfo della liberta , Varie altre produzioni come fonetti, canzo- ni , madrigali, anacreontiche, ecc. ufcb ron fotto fuo nome, e 1’anno 1782- fu aferi t* C 79 afcritto alla Societa accademica di Haf* /ia-Homburg unita alla regia Societa di Svezia ed a quella elettorale di Bo« urghaufen in Baviera. Da qualche tempo ei piCi non fog« giorna in quefta provincia , 1’ingrandi- mento del Porto di Triefte, il com« mercio che ivi fiorifce lo induffero ad erigere una publica ftamperia per uti« litli e comodo de’Mercatanti non folo, ma eziandio per benefizio della lette* ratura. C O M S N I ./\.Ntonio ebbe i fuoi natali in Ajel- lo 1’anno 1731. Trafcorfa con felicita pari al fuo profondo e vivace ingegno 1 » 8o C la carriera degli ftudi, s’impiegb ora nell’efattorato di quefte contee, ora in altri puhlici offici, ora nella Cancelle- ria di Duino; ma o fdegnando di piu fervire ad un cavaliere privato, o fpe« rimentando 1’aria ftagnante e paluftre di quel luogo poco propizia al fuo feb- ben forte temperamento fi ritirb in pa- tria, donde tra poco recoffi a Infpruk a prendere la laurea dortorale. JLau« reato, comincio ad arringare nel foro con si felice riufcita, che nel meftiere per altro cavillofo di Giuftiniano ch’ei fegui, ottenne de’primi pofti tra' fuoi emoli benche piu anziani di profeflio* ne. La poefia b lo ftudio per eni dalla natura a ottenuta particolar difpofizio* ne. Ganta ei tuttora in verfo , e fa G Hi pure con arte follevare al feggio degli eroi i pigmei della fua patria. Vari fono i compimenti poetici che dib alla luce, e vi fu ancora qualcu- no che s’addottb j le eieganti e leggia- dre di lui poefie per comparir grande colle produzioni altrui. * Sollevato il Magiftrato di Gorizia ad un’autorita , che appena ricever po- teva maggior eftenfione, 1’ anno 1789 fu egli dali’ augufta corte di Vienna dichiarato giudice criminale, ed a ple¬ ni vod nominato rettore di quei rifpet- tabile*corpo col titolo di Borgomaftro; ridotto poi l’anno 1791 ai primitivo fuo limitato potere nel riftabilimento del Governo, qual era fotte il feliciffi- mo regno deli’ auguflilfinia di p. e gl. F inem. u c mem. Maria Terefa, gli f« deferito 1 * onorevole carica di Fifcale regio. GOR O NINI 3 FRancefco Carlo naque in Gorizia 1 * a n no 173-6 da Gian- Carlo Coronini , di cui ne parleremo a fuo luogo. Fat- ti gl? fin -j con molra commendizio- ne manrb in Bruflelles Anna Clau- dia di Motrmorensi vedova del Mar« chefe di Carcado tenente generale deli’ ar mi di fua Maefla il Re di' Fran- cia. Depo varie vicende, ecl una Inn- ghiffim amalattia meri in Gorizia Pan no 1775, cice un anno dopo la morte di fua moglie, chc fegui in Parigi. La- fcib varj mss, in iftile bernefco , fra* quali C quali ha molto merito il fao teftamento dato alla luce 1* anno 178 3 da un (uo ammiratore; altre operette fatte per fuo diporto hanno meritato il comune ap- plaufo, le quali col decorfo del tempo vogliamo fperare, che fieno per vedere la luce. CORONINI Cj’Ian Carlo nacque l'anno 1706 in Gorizia da G lan - Antonio conte di Cronberg , e di Terefa conteffa di Sa- laburg. Sin nell’et^ fua giovanile pro- curo il padre d’accenderlo ali’amore dello ftudio ed in ifpecialit^ a quello delTamene mufe, le quali egli coltivb ancora nelTet^ fua avanzata; quindi ter« F ^ mi* 84 C minati con felicit^ pari ai fuo nobil ingegno i ftudi, e prefa a moglie Caf- fandra Conteffa di Cobenzl fi die inte- ramente allo ftudio deli’ arte comica, portando dal tedefco nell’ italiana favel- la, ed accomodanclo al teatro italiano le migliori commedie de’ piu accredi- tati autori. Tali fono: 11 Pofi^ug, o fia la Quadriga : ll Servidor Buggiardo: Venera Liberata : II Mal Fondato So- fpetto: ll Figlio Riconofcente; 1 P er'coli dalla Sedugjone : Non e tutto ero quel che luce : La Clementina , o fia tl Te- flamento : Gli Amanti alla Moda: Per¬ ci : ll Tutto per Amici^ia: 1 rari ac- cidenti carmvalefchi , La falfa Agnefe: JI Capello V er de impegnato ful Mont e Parnafo; La Pa\gia i ojfia /’ Impoft ur a: n C 8$ II Solimano : Gl' Amanti ds' tempi paffa* ti : La Dama Jgnobile: L' Afiugia Con« tro l' Aflugia a Jorprefa ; L' Onorate^a e /’ Oflinagione : La Gelofia : L’ Ar le c* chino Selvaggio: Ji Difertore per amot F igli akt L' O ijiciale Licenci ato: L'lm~ pertinente: Chi e piu Incoflanfo nell' A - more \ Se l' Uomo , o la Donna: La Fifi- ta Jnfedelta : Ji Conte di IValtron, o fia la Suhordinagione: UAmore in Corfica; Ji 1 . > Miniftro , le quali tre ultime un o fcioc- co poetaftro fpaccio come Tue, ficcome il 1781 ebbe fronte di fpacciare qual frut* to del fuo giardino un elegante fonefto fatto in occafione della morte di Ma¬ ria Terefi imperatrice che in piu gaz- zette leggevafi , e per le bocche quafl d’ognuno correva; s’applico parimenti F % a 86 G a tradurre diverfe altre operette d’efer- cizj di pieti, cioe Iezioni fpirituali, meditazioni criftiane , certe fingolari re- gole di palTare fantamente il tempo deli’avvento, e quello di quarefima, ed un ritiro di dieci. giorni per le per- fone confagrate a Dio, e per quelle che Tono impegnate nel mondo. Ma rimarcabili fra 1’altre traduzioni fono 1’rt.B C, 1’origine del configiio im- periale , la parairafi della parola: Li¬ ber a me Domine ; in fine la parlata del monarca di Senfiam alli quactro mi- niftri di fiato , cio£ Brambas, Tales, Sincontam, e DamilVar; la qual ulti- ma vide la luce non a molto , e fu molto applaudita. Termino la iua Telice carriera il di 2 5 G 87 25 giugno 1789 in Cronberg cafteilo di fuo dominio, e fu feppelliro nella chiefa di S, Caterina fupra Salcano. CORONINI CjTlovanni nacque in Gorizia 1’anno 1760 dalla famiglia de’ conti di Cron¬ berg. Neli’ eca fua piu giovanile fu fpedito da’genitori in Campidonia, e da 11 a Magonza, dove prefib que 3 prin¬ cipe elettore fu parecchi anni paggio d’onore. Tcrminati gli (tudi di filo- fofia e gius ci vi le fe ritorno in patria. Qui fi die tutto alla mineorologia, della quale cnmincib a guftare i primi elementi nella carriera filofofiea, onde gia giunfe a compilare un’ opera rpn F 4 pih n c piti finora che ms col titolo: Di^io- nario di tutta la Mineorologia divifo in due parti a d nfo de’ mi n e or o logi fli. Nel- la prana prelenta un Dizionario Geo- grafico pieno d’ una vafta erudizione; nella feconda propone il regno minera¬ le , a cui ha unita la corrifpondente tabella pcr maggiormente dilucidare ai giovani lettori le fue afferzioni, e in tutte due le fuddivifate parti fa fcor- gere una fatica degna di molta lode . II pri vato fuo mufeo di petrificazione, e la raccolta degl’ infetti fono una convincente prova del fuo trafporto al- le fcienze. G 89 CORONiNl Gri ufeppe nacquc il 24 luglio 1734 dalla famiglia de’ conti di Cronberg. Padati tutti i dudi nel collegio di Mo- dona, e Bologna , d dib allo ftudio deli’ antichitl, e in mezzo pure alle publiche cure, che con la carica di De* putato gli furono affidate , trattollo con grande ardore. Ei fe trna raccolta molto ricca di documenti deirantichif- fima chiefa di Aquileja , dimodochfc forfe ritoccar potrebbefi refimi-a opera del dottidimo padre Gianfrancefco Ber* nardo Maria de Rubeis, cd accrefcerla di alcuni documenti ch’ei colle fue premuro' fe ricerche fcopri ; e quando qualcuno voleffe darf* la pena dicompier 1’opera eh’e 90 • C ch'č gia moko inoltrata, c dar le po. teffe queila politezza di ftile che reti- derebbela piu commendabile, farebbe di non poca foddisfazione agli amatori deli’ antichita ed a’ curiofi indagatpri del le cofe aquilejefi. Fu molto commendato da perfona di gran lume il fuo particolar. archi- vio, fornito delle p'h rare e peregrine pergamene , ed ampliato da elfo lui con diverfi manofcritti di aurori friu- lani che illuftrano la noftra provincia. Prefe a moglie Glementina conteffa di Leininghen, fatrrglia aflai illuftre ed antica deli’ impero , dama ripiena di meriti e di fingolari virih fregiata. Compi il corfo di tua vita in Gori- zia il di z8 maržo del 1790. CO« 9i CORONINI IRcOdolfo nacque 1’ anno 1731 ,, e difcefe da quel Cipriano Coronini de Locatellis che 1 'anno 1564 dalla terra Barbieno fituata nel territorio di Ber¬ gamo venne il primo a ftabilirfi in Go« rizia , e che mori il novembre del 16 ro iafciando da due donne, colle qua- li s’uni a matrimonio, nove figii ma- fchi, e cinque figlie „ Tono parole di Sigifmondo conte d’Attems che attefta di aver rikvato da autentiche fcritture neila raccolta di documenti , cioe in quel torno ch’egli intitola : Nota farni, liarum nobilium & civium goritienfium fnb comitibu J Gori tire , & imperatorihuf , qui in boe comitatu fuccejferunt , num. 3 *, c ji , pag. 180. Fittizio e adunque quan- to riportafi dalI’aucore de’fafti gorizia. ni nel libro i pag. 62, e fegg. ann. 121. Cio e molto coerente alla genealo- gia che tefle di quelfa famiglia Gu- glielmo barone Raffaur, ed allo ftro- mento di Giovanni Nimis de Nimis notajo , il quale fi ha nelP archivio capitolare num. 146. In progreflo di tempo quefta famiglia ottenne delle facolta aflai ampie , e fali ai piu fu- blimi gradi di nobilta . Fu Rodol- fo dato ali’ educazione de’ padri del- la compagnia di Gesu, ed in prima- mente nel convitto (offia feminario) di S. Barbara di Vi enna, e qu- 3 ndi fu trasferito al collegio terefiano appcna aperto ali’ educazione della gioventh a- lemam c 93 lemanna: quivi il dottiffimo padre Froe. lich lo prefe in cura, e procurb di ac- cenderlo ali’ amore della letteratura, coltivandolo in quella fcienza ch’era la fua propria, e per cui venne in si alto grido preiTo 51 mondo erudito; in fatti qut 11 ’arte deda nel nuovo allievo deftb qualche propendone, alla quale 1 ’indu- ftriofo maeftro d ftudio di dar fomen* to, allorchb alle iterate iftanze di Si- gifmondo conte d’Attems s'impiego a fcrivere la doria de’conti di Gorizia, (vedi le lettere di Erafmo Froelich rU portate nella doria genealogica crono* logica deg 1’ Attems part. III pag. zzo izi annot. 114,115,116, e rimarrai per- fualo tutta 1’apologia fatta da Gian- Francefco Pivati tom. 6 pag 4 x 9 e fe gg* 94 C fegg. eflere appoggiata a falfe relazioni ed erronei fuppofti ) nella quale impre- fa adoprb il fuo valence fcolaro in tut- to quello ch’era adatto all’ec& fua per infervorarlo a quello ftuiio: al qual fine volle eziandio publicar 1*opera fotro il nome di lui, lufingandofi eftere quefto mezzo piii proprio per infettuofirlo al- le fcienze, mezzo gia adortaro da que’ religiofi per render učili alla patria i loro allievi, Ricornato a Gorizia, col- tivb fopra tuCto quefto ftudio, di eni i primi principj apprefe nel terefiano. Tento ei pu»-e tener diecro le tracce del fuo gran maeftro, fpiegando i pri¬ mi voli con un trattato fopra 1’origi- ne della prepcfitura di S. Scefano di A- quileja, con la vita di S. Eurofia, con c 9? una difTertazione circa Torigine delle trobiliffime famiglie VValdftein, eWar- tenberg; accrebbc innoltre di qualche fattarello o favolofa iftoriella quella grand’ opera: Tentamen genealogico - ero* mlogkum promovendtt feriei Comitum & rentm G riti to. Nel piu bel fiore degli anni fuoi abbraccio 1 ’inftituto di S. Domenico. Uno de’primi parti della fua mente fu un trattato fu la lingua ebrea, firiaca ecc. con in fine un aggiunta d’una bre- ve difefa del capitblo fecondo di S. Matteo contra un incredulo inglefe ftampata in Venezia 1’anno 1-756, o- pera meritevolmente ricevuta dal pu- biico con applaufo ed aprovazione; indi puhlico un volume col titolo: De prin¬ cipu f juriš natura , O 5 gentium adverfus * Hobefium, Puffendorfitim &c. 1 ’anno 1765 in dodici libri divifo. Queft’opera ufci fotto norae di fuo frarello Gianfrabcefco , con che volle fargli merito tra’ letterati, oppure ap- paren- F 113 parentemente moltiplicare nella farni- glia gli uomini di lettere. £bbe in- contro per altro favorevole , febbene sfuggiti non abbia i gagliardi ma inu- tili attacchi de’fuoi avverfari. L’anno ftelfo ufd alla luce una lettera diretra al giornalifta endclopedico di Bugiion, che fervir dovea di fupplemento al fuo giornale del di 15 luglio delFanno me- delimo. Sarebbe molto utile non che defiderabile, che oggidi fi frenafle la lic e n za ed il furore degli arditi giorna- li£li, che o per prevenzione, o per ma¬ ligni ca aizzano il mondo letterario co’ loro fogli carichi d’ infulfi fali e di a- 1 pene falfita: il noffro atirore con bona gr&zia a faputo sferzarli: ma contra fi- mil genia non val la pena di publicar li ri- ii4 F rifpofte, inutlli ad ifpirar loro migliori fentimenti, L’anno 1768 diede alla lu- ce con ]e flampe di Venezia : Apologia del genere urnam accufato una volta d' tjJer flato heftia. Ldargomento bizzarro benchb .pon abbia forza d’ incontrar oggidi ed ottenere il meritato elogio, e pero ben degno di venire alle mani di molti per trarre da e(To que’falutari avvertimenti onde fcanfare di abbaflar- fl a quella clafle di viventi. Finalmen- te publicb un’ alrra opera intitolata: Nonnullar cHJfertatkner in mvijjimam operam Theophilaffi 6v., la quale non e men degna deli’ altre fue opere e di utilitžl grande alla religione. Quefte fono le opere di maggior im- portanza che die alla luce, con che di- F 115 dimoftrb effervi alcuno di quefta picco- la republicana congregazione che con- corra al bene comune deiPumanita. FORT! Cjflufeppe nacque 1’anno 17in Ajeh lo non lungi da Aquileja. Comincib i fuoi primi ftudj iri Gradifca, e li fini in Gor;zia. Si fece facerdote , e piu che ad ogni altro ftudio s’applicb al canto gregoriano, nel quale venuto a qua!che cognizione P anno 1764 fu-dai Metropolitano capitolo nominato a cap. pellano, e quindi il di 9 aprile del 1769 con aulico decreto fut afcritto a’manfio- narj dello fteflo Terefiano capitolo di Gorizia, carico in cui G diž delParia H a 116 F maeftevole, dopoche 1’augufta di p. m. Maria Tcrefa conferi benigamente a’ noflri manfionarj per mio mezzo il di- ritto di portare appefa al petto quella medaglia, che prima del 15 Ottobre 1772 (nel qual giorno comptrvero per la prima volta adorni i Monligg. Gano- nici della croce conferita daila fantita di Clemente XIV ad iftanza della fo- pra accennata augufta fovrana), era in- feana canonicale. Come chi vanta e- rudizione negli incontri di vita focie- vole condilce i (uoi difcorfi con qual- che pado di ferittor claffico; cosi ei faticava in dar vivezza a’ fuci fermoni con qualche paffo feritturale, cbe appre- fe daila lezione probabilmerte del Bu« fenbaum, e dagli afcetti, che fcartabelib , on* F II 7 onde perfuafo di effer venuto ad una perfezione ben grande di fcritturale dot- trina fi fe cuore di comporre un pane- girico in lode della B. V. del buon Configlio j che dopo tre anni di inde> fefTa e confecutiva fatica, e dopo efle- re ftato riformato da piii penne anche nial pratiche dell’arte oratoria ei man- do alla luce con le flampe di Valerio de’Valerj in Gorizia l’anno 1779. Mori il di z giugno del 1784, c cosi fi fottrafTe dali’ amaro cordoglio, dal quale farebbe .ftato colpito nell* a- bolizione del metropolitano capitolo poco appreffo feguita. H g GAL* 118 G GALLIZIG Saverio nacque nella citth. di S. Croce fignoria e giurifdizione clegli Attems conti del S. R. I. Quegli fu uno de’ piu grandi e piti fingolari uomini della noftra provincia. Fecegliftudi fuoi nell’ accademia di Gratz: quivi fu, dove fe fcorgere la fottigliezza de'fuoi talenti e la perfpicacit^ del fuo ingegno: una vafta idea di pili fcienze facre e profa¬ ne, una memoria felice in rattenerle, una facile profonda penetrazione unita ad una aflidua applicazione formano in poche voci 1’elogio di quefto grand’ uomo. Scritture facre, SS. Padri Con- čili, ftorie erano a lui sl famigliari, che 1 G 119 che trattenuto fi avria a dfcorrerne le giornate intere. Quindi fu mericamen- te impiegato al governo deila chiefa di Villaco nel grado di arcidiacono. Ma abbifognando il diocefano di un fog- getto capace di affifterlo e follevarlo nelle cure delPampia fua diocefi , pro- curb di attirarlo alla fua curia , lu/in- gandolo di ottenergli per mezzo deila corte di Vienna un canonicato nella raetropolitana di Gorizia , in fimil g ni. fa fperanzandolo, che avrebbe potuno condurre una ,vita piii agiata e piu a- datta a foddisfare la fua paffione, che portavalo allo ftudio. A’lufinghieri impulfs del!’ arcivefcovo Rodolfo Giufeppe de’conci e fignori d’ Jtdling obbedi Francefco, e credendo H 4 con 120 G con c ! o tli peter egualmente foddisfarc a’fuoi particplari interefli che aTuoi avidi defiderj, rinunzib alTarcidiacona- to, e d poro a Gorizia, laddove fep- pc cattivarfi la benevolenza del clero, ina, per fatal fua Torte , non quella del fuo fuperiore ; Tee o pero lo prefe il Prelato in far la vidra della dioced, la quale egli deferifle in due torni, in- titolandola: De vifitatime dicecefir anni 1778 & 1779 che abbracciava le dne partt vidtate di Carintia e Stlria. In edfe d fcorge ura purezza di lingua latina molro rara a’ giorni noftri in quefte germaniche provincie : ne fa- cilmente troverald un faero Tcrittore come quefl:i, che alla gravitae purezza di Girolamo avefle faputo uguagliar la G 121 la fottigliezza dl Agoftino. Dopo d* aver per cinque anni confecutivi fofte- nuto il pofto di vicario generale, e dopo d’ effere ftato follevato da Maria Terefa a titolar canonico di quefta me- tropolitana chiefa, venne a morte 1’ anno 1780 da un colpo apopletico nel- lo fpedale de’ frati Fate-ben-fratelli, dove poco prima forprefo da malattia fu trasferito per effere con maggior ca- rita ed attenzione affiftito, avverando- fi in qualche guifa anche in lui quel famigliare proverbio: fo?ente muore nello (pedale clii vive in corte. GARZAROtl CjPlambatifta caeque circa l’anno 1610 m Raccogliano. villaggio non troppo di. iifc G diftante da Gorizia, da nobile famiglia che fu afcritta fra 5 provinciali di que* fta contea 1 ’anno 1650. S’applic6 in- teramente alla medicina, eflendo quefta profeflione in quella et£ molto apprez* zata eziandio da nobili perfone , le qna- li oggidi aman piuttofto torcerfi da fa- meliche convulfioni, che meterfi com’ effe credono in certe provincie a pro- feffare il Giiiftiniano, o il Galeno for- fe meno nell’arte fua impoftore deTuoi feguaci. Ei per tanto fi fe del merico prelfo gli udinefi, da*"quali fu dichiara- to medico deli’ inclita convocazione. Quefti 1’anno 1655 colle ftampe di Niccolb Shiratti diedc alla luce: De opportutiitate coitur , e dedico il libro al Iuogotenente di Gorizia} Pietro Antonio ba- G 123 barone di Coronini. Adopera egli per provare il fuo affunto oltre le leggi divine fcritte , quelle ancora della na¬ tura aggiungendovi delle prove con Vin¬ centi per la neceffitk della propagazio- ne del genere umano. Unifce pel v ari 1’arte medica per fupplire a’difetti deli’ individuo, e con non affatto zotico la- tinifmo fi rende intelligibile aTuoi IeO tori. Fini egli il fuo corfo di vita in Udine circa 1’anno 1670. GORZ AR Jd Rancefco Lodovico nacque verfo la meta del fecolo paffato in Gradifca, Fino dalla fua gioventii dimoftro quel Iodevole ta len to che fatto pivi adulto fpie. T24 G fpiego pi^i chiaramente. Vefti 1 ’abito di S. Domenico, e fegui appuntino le fue regole dandofi alla predicazione. Por¬ to la parola di Dio in diverfi luoghi del Friuli penetrando pure in qualche citta; fpoffato gia daile fatiche apofto- liche diede alla luce il luo quarefima- le, il quale ebbe quell’incontro che me- ritb. GRANDI Mjchele nacque circa 1‘anno 1717 in Gonars villaggio non molto diftan. te da Gradifca; ebbe la fua educazio- ne in Udine metropoli del Friuli vene- to, dove ancora fece tutti gli ftudi. Nella matura eta fua affai fpiegaronfi i fuoi I G 125 i fuoi rari talenti, i quali ne’ primi gio- vanili fuoi anni rimafero fepolti; que- gli fi fvi lup par ono dalla lettura di autori d* ogni genere , e dalla pratica di uomini illuminati, co’quali ali riuici converfare in Venezia, dove qualche anno di fua vita trafcorfe infegnando i. diritti della natura al figlio del N. U. Pifani. Nelle ore libere che avea, a> plicavafi fopra tutto alla lezione di que- gli (crittori che poco portati erano p er la corte di Roma, perloche ad effo pu,v re impreffe refhrono quelle maffiine, che fucchio dalla lezione di que’libri. U* icito daii’educazione il giovanetto cava* liere, che avea in cura, ricorno a Go¬ nars fua patria. In queflo frattempo leg ul la fopprGfione della compagnia di Gesti, iz 6 G Gesu, avvenimento a lui malto favo- revole , poiche ad efifo toccb la fortc cTefler tratto da quel luogo ofcuro, in cui ebbe i fuoi natali, affidandoglifi la cattedra di filofofia morale, e dopo un anno quella del gius ecclefiaftico, che in- fegno, finoche trasferiti furono gli ftu- di nel feminario arcivefcovile di Gori- ^la.. Gli fu indi data la direzionedelle fcuole ecclefiaftiche, le quali foltanto infegnavanfi in quella cafa de’ cherici, carico che foftenne fino al ultimo ot- tobre 178 J , nel quale per rifoluzione fovrana fi chiufe il feminario, e quella gioventu deftinata al facerdozio, quan- do abbia le condizioni necefiTarie, ven- ne trafportato al feminario generale di Gratz, Soflenne la caufa de’poveri con- tra G 127 tra il bifogno delle anime purganti, cd in quella favorifce 1’ozio c ladappocag« gine de’bifognofi, al quale ftato vengono molti per ifcanfo della fatica; nell’altra conftringe a fganghire di fame i preti, ed inclemente lafcia fotto la sferza del- la mano vendicatrice del giullo Iddio quelle povere anime purganti. L’anno 1776 con le ftampe di Valerio de’Va- lerj puhlico in Gorizia: Prolegomena fc- leEia de principa s feu fontibus juriš ec* clejiaftici, eh’e un riftretto fommario del Riegger. Ldautore fteflo rimafe per- luafo del poco favorevole incontro, eh’ ebbe quefto debole impafto del fuo in- gegno ; poichb fi ritirb dali’ impegno di continuar il lavoro, lafciando al fuo fucceUore nella cattedra la cura di com- pila- ii8 G pilare nuovo gius canonico giufta il retto moderno penfare. La molta ignoranža e la rozezza de* tempi avea fatto del tutto credere, che i lommi pontefici romani poteflero ufar le cenfure, e tutto cio, che la religione ha di pnt terribile, non meno per con- i fervare, ed accrefcere 51 temporal do* mimo, e V autorita , che pretendevano d’aver nel governo de’regni, e delle re- publiche, come per mantenere la fede criftiana nella fua purita. Quefta fola opinione era fpezialmente ricevuta nel¬ la corte romana, e negFordini monafti- ci e pih ancora nelle nuove religioni de’ mendicanti che affiai preflo, anzi dalla prima loro inftituzione, adottarono le nuove malfime, che fi erano introdotte G T 29 OfeTecoJi barbarici. VediCarlol- dna L. XII C. V. Quindi il noftro autore die- de alla Iuce altra opcretta , in cui dimoftra Gregorio Vil fommo paftore della chiefa contra ogni pontificio diritto avere por tata la fcommunica ad Arrigo o Enrico IV, onde giuftamente aver ordinato il fovrano, che fi cancellafle dal breviario il fine della ftefla lezione troppo offenfiva a’diritti regi: fcriffe pu- re contra il grand’abufo, che facevano i frati di S. Francefco nella fefia della cosi detta Porziuncula. Mo r dopo varie vicende in Gorizia nel Convento de’ PP. Cappuccini il 3 Novembre deli’ 1786. I GU- i jo G G XJ K L M I •: Gi rolama pub pure appartenerfi alla noflra provincia, poiche febbene ei na¬ to non vi fia ; ebbe pero qualche anno in eifa la fua educazione, ed ora e nel- la medefima ftabilito. Nacque egli da nobile famiglia pa* trizia di Trento 1 ’anno 1755, compie in quefla accademia 51 corfo di filofo- fia , depo il quale, arrolato ali’ ordine iftituito da S. Ignazio di Lojola, Ci re- cb al noviziato in Vienna; compiuti i due anni giufla le leggi deli ordine , e ^giudicato gia capace d’ infegnare le Tcuole fu deftinato a Fiume, dove trat- tenuefi tre anni infegnando le lettere a - mene. Inftruita da effo con gran pre- mura G 131 mura quella valente gioventii Humana nella poefia e rettorica ando a Gratz; allo ftudio dellc lingue facre e della fto- ria ecclefiaftica, delle quali fcienze dib puhlici faggi per abilitarfi alla laurea teol osica. Da Gratz fu nuovamente trafportato aVienna allo ftudio di teo- logia, la quale compito il corfo di quat> tro anni difefe con univerfale applaufo 1 ’ anno 1764 e dalla ftefla gli fu conferi- to il grado di baccelliere, Hccome prima quello di maeftro delle belle arti e di filofofia. Terminato il terziorato giufta le ufanze della fua religione, fu nuova¬ mente difpofto a Gratz nella carica di vice-reggentc del collegio de’nobili, a c «i carico era vegliare alfoflervanza della domeftica difciplina, e difporre il I z nu. 1J2 G numerofo clero di piii vefcovi, che da- to. era ad educazione in qnella cafa, alla difefa puhlica di teologia; in quel tempo fu incaricato di dare gli altri fag- gi teologici che fi dovevano premettere da ch.i de’ padri di quell’ ordine defti- navafi a quaiche cattedra teologica. Ivi in fatti in un anno fece gli altri ren¬ tami; anzi. dopo cio penfavaii rolfo di applicarlo ad infegnare in quell’accade- liiia le queftioni controverle di noftra religione, e giunto vi farebbe a quel pofto, fe da chi dependea la fcelta, non aveffe defiderato, che pria infegnaffe filolofia; fu percio fpedito a Gorizia ed in tre corfi, che qui fece, feppe si bene cattivarfi gli animi de’fuoi fcolari con le fue faggie iftruzioni, che n’ebbe indi G 133 indi il piacere di vedere altri de’fuoi allievi occupare i primi feggi nella chie- fa , ed altri de’ pid onorevoli gradi nel maneggio de’ puhlici affari. Mentre in quefta accademia facea filofofia, fi la- fcio attirare neH’amicizia di uno (Vedi pag. 91:; che lo credeva molto vale- vole a foddisfare quella paflione, da cui gagliardamente veniva tiraneggiato , va¬ le a dire di comparir grande tra gli eruditi del noftro per altro illuminato fecolo con le fatiche altrui. A quefto effetto dunque, appena abolita la com- Pagnia di Gesu , da fe lo vol le; ma poi- che infegnando matematica, che ad ef- fu affidata in quefla accademia dopo 1' abolizione deli' ordine , credeva il me- cenate di lui, che con tale carico non I 3 po- potefle corrifpondere adeguamente alle fue voglie, lo indufle a rinunziare al decorfo ed onorevole impegno di pro- feffore. Pofcia diedefi tutto ad efaltre il fuo Trajano : e ficcome, mentre fuf- fifteva la compagnia, lo fece fotto no- me de’ fuoi piti valenti fcolari, allora- che difendevano filofofia, ( come chia- ro fi fa da quella efagerata orazione premeffa ai fafti goriziani 1’anno 1772); cosi dopo la foppreflione profegui 1’adu- lante cigno a cantar le lodi di eflo, o- ra fotto il nome de’flampatori, e cio nell’ operetta fopra il fulmine del P. Mačko tradotta in lingua latina, ed o- ra fotto nome dell’autore, come lo par* lano tante poefie inferite in vari libri, l e 1 ’orazione latina a Giambatifta Co- ro- G ijS ronini a cui da un ms. relazione molto recente fatta da uno di fua famiglia attribuifce la prefa di Erdoa e Beoo nel- la guerra di Perrinia: di quefta orazio- ne fi riportano due frammenti nella de- fcrizione di queila guerra, quafi dopo due fecoli teffuta affine di encomure la famiglia di qualche Qiambatifta che nel faggio ftorico di Gorizia, del qua* le parleraffi a iuoluogo, noncredevafi ballevolmente incenfato . N J tempo ItelTo fi fiuclio il nofiro Plimo di far comparire e poeta e profatore il fuo Traja no, e quando qu^fti non av.lfe legata la liberta dello fcictore, o dača alle compofizioni di lui qualclie fua pen- nellata. meritevoli farebbono di-mas- ' O gior lode. Di quefto autorc e la poefia* I 4 Ku - 136 G Kumina fi pri[cit &c. riportata nel to- mo II de’falli goriziani libro 3, n. io, p. 88. Di queflo e ejuell’ altra: Deliči’ um Pen# n. 121, p 90, elegia tanto encomiata nel giornale letterario di Vienna, dove fu riportata eziandio piii 'genuina. Nella IIatnpa goriziana fu fo- ftituita nel quarto diftico la voce larer alla voce fina s, nella prima delle qua- li termina gia il diftlco antecedente; co- sl il fefto diftico fu tutto cangiato, e 1’efametro del diciottefimo, nel quale chi 1’ ejnendb, fa lunga una quantit& di natura fua breve. E’pure dello ftef- fo autore la poefia riportata a’num 4, 10, n, parte del num. iz, tutto 51 num. 13, 14 > 1 5 > i7> 20 > fino 51 38 , la maggior parte del num, 56, del¬ lo G 137 lo fteffo e pure la guerra di Petrinja, che lavoro ful materiale datogli da quel- lo , fotto il cui nome venne pofcia alla luce ; e fant’ altre che ufcirono fotto no¬ me di lui, e forfe ufciranno ancora fot- te lo fleflo nome, fe mai aveffero a mitigarfi le vicende de’ tempi, che vo- gliamo fperare poco proplzi. Sua e pu¬ re 1 ’opera che a per titolo: Gli Attems auftriaci , ftampata in Gorizia Panno 1785, dove, con accuratezza da pochi genealogifti ufata, teffe la ferie genea- logica degli Attems, riportando ad o- gni generazione le carte contemporanee per iftabilirla, onde ognun vegga, che capricciofamente non s’in6ngano le gene- razioni, come da parecchi coftumafi in fimili argomentiperaggrandire cjuelle fa- I 4 mi- G miglie, che piccole Tono nella fua origi- ne, e grandi foltanto per commendazio- ne degli fcrittori. In queft’ opera con prove le piu cpnvincenti fi ribatte la favolofa opinione del Coronini Rodol- fo ampliatore del Tcntamen Genealogi- co-Cronologžcum ftampato in Vienna 1’anno 1759; con che fi fa vedere a piena cvidenza la mala fede di lui nell* efaltare o neil’abbaffare le famiglie, il che fa egli autorizzato dalle fue fole fantafme , ch’ ei fpaccia per autografe carte. Evvi una poftilla fingolare, ed e certamente degna d’ effer letta da qualunque fpregiudicato. Stampo pure diverfe altrediffertazio- ni agrarie fopra i bachi da fetta, fopra la coltivazione de’gelfi ecc. Scriffe al- tre G 139 tre opere, le quali ci fa; fperare da lungo tempo di render publiche colle ftampe. J ACOMINI di Fiume nella Liburnia circa 1 ’ anno 1703. Terminate le belle lettere nel liceo di Fiume, fi porto a Vienna, ed ivi neli’ univerfita fi fece qualche me- rito moftrandofi acerrimo difenfore de’ regali diritti. Dopo 1 ’erez.ione del nuo- vo arcivefcovato di Gorizia avvenuta nel 1752 il 2.9 luglio, opera del bar. -Agoftino Godelli, fu ei dichiarato ca* nonico penfionario della nuova metro- politana, e prefe il pofleffo il ij di- cembre 1754. Cooperd non poco allo jflabi- 140 I ftabilirflento di quefta gran mole, co- me confla dal carteggio da effo tenuto col bar. Agoftino, ed otfenne dalla fo- vrana imperial corte un giufto compen- fo: diede alla luce un’ orazione fune- bre in morte di Francefco I. italiana, che avrebbe folleticato grorecchi del guafto fecolo paffato. Obbligato giu- ftamente il clero a caffare da’loro bre- viari quelle tante fcommuniche che Gregorio VII fulmino contro Enrico IV, l’uomo zelante nelle publiche fcuo- le , dove un anno infegnb il gi us pon- tificlo , concentrb il calor fuo tutto quafi dali* etk fpento , e fe la prefe cen¬ tra la libert^i de*pontefici , animando con il fuo efempio il fuo fucceffore nel- la cattedra ad urtare coraggiofamente la I i4i la corte di Roma. E di fatto, dice. uno fcrictor moderno: troppo farebbe difficile a’ tempi noftri il voler o loda- re , o difendere tutte le operazioni di quefto pontefice , cioe Gregorio VII) e peggio il volere in tutto feguitare 1’ efempio. Ma quanto faggiamente la corte diVienna ordino, che fi depennaf- Te da’ pii libri il fatto di Gregorio; al« trettanto zelo moftrerebbe per veritjl il noftro autore, qualora procuraffe, che fi cancellaflero nella vita di S. Steffano* re d’ Ungheria, la cui fefta fi celebra daila chiefa il di 2 fettembre , le fe- 1 C guenti parole: Stephanus- in Hungariam Cbr/Jii fidem , & reghm nomen invexit te g*a corona a romano pontifice impetra- ta > ejufquc jujfit in regern inundius, re^ gnum I gnum fedi apoflolicrt ohtulit , e tante al- tre incoerenze che in alcuni inni ed in alcune Iezioni del bnžviario frequente- rnente fi ritrovano. X\Ntonio nacque in Gorizia da one- ftiffimi gcnitori, che non mancarono nella fua gioventu di dargli la miglior educazione. Corrifpofe il giovinetto ai loro defiderj, e in pochi anni termino con lode la carriera del le lettere uma- ne in Gorizia, e pafso a Gratz per fornirfi delle pih lublimi fcienze , alle quali talmente s’applico, che termina- ta appena la carriera medefima fugli addo/Tata la cattedra del gius canonico nel 1 i 4 3 nel Seminario Arcivefcovile. Ma ef- fendo ftato foppreffo con 1’Arcivefco- Vato goriziano anche il fuddetto Šemi-«. nario s’abbandono alla protezione del Vefcovo di Triefte ora di Gorizia, da cui fu prefcelto per fegretario, nelqua- le carico per conciliarfi la ftima del luo prelato die alla luce nell’ idioma tanto tedefco che italiano una raccolta di tutti gli evangeli ed epiftole con va- rie morali annotazioni con le ftampe Tommafini , la quale e di gran profit¬ no alle anime divote. E comecche fu« i r ono conofciuti i fuoi belli talenti nel- i ta nuova dipcefi, fu eletto Confiftoria- j ' ta, ed efaminator pro- finodale, ne’qua- •, impieghi incontrb la comune appro- Va zione. Finalmente in queft’anno fu tatto Parroco di Lucinico. LO* 144 L 3L0CATELL! J^Rancefco Benedetto nativo della ter- ra di Cormoos, luogo poco diftante da Gradifca, cbbe i fuoi natali da nobili e comodi parenti verfo la meta del fe- colo paffato. Queft’uomo di gran let- tura e di profonda penetrazione neil’e- ta tua giovanile fi diede intieramente allo ftudio piu difficile, qual e quello delle matematiche, ed in quefto ebbe campo di approfittarfi in Padova, lad- dove compl i fuoi ftudi. Ritiratofi per ačcudir alle fue domeftiche facen- de in patria, non lafcio inutili i fuoi talenti; quindi approfittandofi del tem¬ po diede mano a comporre un trattato degli orologi folari, opera molto co- moda L T 45 moda e vantaggiofa a’ meccanich inii a non molto fcrifle un trattato di geo- matria ed aritmetica, nel qu a le dimo- ftra una gran cognizione delle materna ti- che, e ne dk nn buon metodo c facile per apprender quefte per altro afirufe ma certe fcienze. Avea principiato a fcrivere qualche cofa circa 1’ aftrono- mi.a; ma colto dalla morte 1’anno 16 8 z lafcio imperfetto il fuo lavoro. QuelH mss, fi confervano con gran gelofia nell’ archivio di Giovanni-Giufeppe Coroni- ni di S. Pietro conte di Cronberg. circa ta fine del fecolo fcorfo. Fu iiomo di ‘ ^ngolar fatica e di profcnda dottrina K lega- 146 L legale. Fatto fifcale di Gorizia fi abi- lico a difender con tutto impegno i diritti de’ principi auftriaci. In quefta carica ebbe in fuo potere le carte della provincia ; fi applico qumdi ali’ efami- na delle pretefe, che & la cafa d’Auftria fopra il dominio del patriarcato di A- quileja: indi dopo lungo efame de'no- ftri archivi cbmpilb la feguente difler- tazione: 1 diritti di cafa d' Auftria nel patriarcato di Aquileja , e fuo capitolo ch’e del 1721, ed un altro delfanno 1724 Sopra quefto patriarcato e fopra le giufte pretefe, che a la cafa d’ Au¬ ftria j monfignor Paffi canonico di Tren¬ to a fcrltta una ben lunga e fondata differtazione, la quale pare fondata fo¬ pra lc prove ed i documenti che ven- G 147 gono riportati dal noflro autore. Noi ftefli in quattro differtazioni fopra le vicende dclla chiefa aquilejefe ne abbia- mo indirettamente prodotte le ragioni di Cefare, due delle quali furono gia publicate 1 ’anno 178^. Fece inoltre altra differtazione per ordine fovrano fopra un memoriale del fig. Annibale Cato , nella quale dimoflrb la violazio* ne e 1’ ufurpazione de’ veneti nel Friult di data 2 febbrajo 1726. MARUSSIG Oiammaria nacque 1’anno 1659 un villaggio due miglia diftante da Go* r >zia, detto Salcano o Siligano, come fi legge in alcune carte antiche. Queft’ K z »Pine 148 M uomo per le fue buone qualita fu fat- to parroco di Merna, luogo pure počhe miglia diftante da quefta citta. VifTe in que’ tempi , ne’ quali la pefte deli’ anno 168z defolb quefte noftre contra- de portando gran parte degli abitatori al fepolcro: queila fatale difgrazia die campo ai buon piovano, che lungi al- quanto vedea con occhio dolente la jftra- ge , di tramandare a’ poileri la memo- ria di quefto eccidio uefolatore con un libro', che a per titolo: Rela^ione del COfitaggio Jucceffo in Goriča 1'anno 168 z con 60 e piu figure de Ilc cofe piu nota- bili , norni di tutti i morti in citta e la¬ zaretu , dat a in luce da Giammaria Mantjfig , quale ojjervo ogni giorno i par - ■iicolari fticceffi } da che cbbe principio il male M 149 mak contagiofo in quejia citta . Quefto libro fi puo dire una mcmoria infelicp de’tempi pih calamitofi de’ fuoi dl. Lo ftile, 1’ordine, che tiene nella narrazio- ne , dimoftra, che avefle, mentre fcri- veva, turbata la fantafia da quel tra- gico avvenimento. Era in gran con« cetto prefib le monache di S. Ghiara; percio quando era loro confeflbre ogni preffoche detto di Ini e motto, ogni ftoriella, che loro narrava, fia defla rta« ta favolofa o veritiera, con gran dili- genza regiftraron nelle loro memorie, con le quali, chi fi die la briga di com- pilarle, giunfe a formare due grofi! vo- lumi, i quali , mi perfuado , prefio defle avranno avanzato in autorick il leggendario de’fanti, e queftinella fop- V K } pref- 150 M preflione del convento, da una delle piu divofe , o piuttoflo diremo, fuperftizdo- fe monache, per falvarli dalle fiamme, di cui prano degni, furono afportati in cafa paterna, dove fovente leggendoli rifvegliera in fe quel fuoco di carita criftiana , di cui probabilmente arde la pia verginella. Quell’ opera porta per titolo: (guinteffen^a de'libri di efempi rari, di detti e motti eleganti recitati cd uditi nell' oratorio , o parlatorio &c. Deirilteflo foggetto evvi un altro li¬ bro intitolato: Difcorfi recitati nell'ora¬ torio in S. Chiara , dedicati alla reve- renda madre badejfa l' anno 1699 da D. Giammaria • Maruffig , che fono di merito niente maggiore de’precedenti due volumi. Fini la fua vita in Mer- na M 151 na 1’anno 1704, e fu compianto non meno da' fuoi parrocchiani che dal le madri di S. Ghiara, le quali a parte pure venivano de’ frutti del fuo info- catiflimo zelo. MESSARI PAolo nacque in Gorizia verfo 1 ’an- no 1664. Da’fuoi folletici genitori e- gli ricevc ottima educazione. Fu am- meffo nella compagnia di Gesu , nel- la quale fe tali progrefli di perfezione religiofa, che compiuti gli Hudi diman- do dal Generale le miffioni deli' Indie orientali, dove dopo aver a quel popo- lo predicato il vangelo e fatte numero- fe conquifte di anime corono fua vi, K 4 ta 152 M ta con illuftre martirio, lalciando, ob tre rari efernpi di coflanza e fortezza in vita, alcune operette catechetiche moko opportune aH’iftruzione delle a- nšme pie. M S O T T I JPletro nacque in Cormons, terra ce- lebre delbauftriaco Friuli per i rari talenti e per i felici ingegni, 1’anno 1745. Ebbelaprima fua educazione in Gradifca, e fu fotto la cura deli*ab. bate Simonetti, che n’era prefetto del¬ le publiche fcuole , uomo in vero atto a formare, e difporre un giovine alle piii fevere fcienze. Terminate 1 ’ de* tnentari fu. da’fuoi fpedito a Gorizia per M per apprendere in quel ginnafio la fi- lofofia, la quale publicamente difefe con molta commendazione. Termina- to quefto ftudio portoffi a Vienna, do« ve oltre d’a vere appreio le fcienze pili profonde della criftiana religione, ripe* tb filofofia per effere in quefia efperto maeftro, conofcendo di quanta neceflita. ella fia in un fecolo, in cui molto 11 ferive e poco fi ragiona. Soddisfattif- fimo di averfi in qaert:’arte perfeziona T to fi reftirul in patria un anno dopo la foppreffione della focietsl del gran Lojola, nel quale gli fu addoflata la cattedra di logica e metafifica, che con gran riputazione per lo fpazio di Tei anni occupo , fino cioe la univerfale rivoluzione degli ftucli negli auftriaci fiati, 154 M fiati, nella quaie il liceo di Gorizia fu fpogliato delie due piii utili facolta fi- lofofica e teologica. Dopo epoca si fa- tale fece ritorno a Vienna, e gli riufci nella riforma del coliegio terefiano di fare le medeflme lezioni, finoche quel coliegio , il quale fino l’anno 1774 era il piii florido in Alemagna , ebbe con rant’ altri la fventurata forte di eflere foppreffo. Quivi 1' ardente prurito d’ infegnare eccito in lui quello di fcri- vere facendo le prime prove con una logica in alemanno, fecondo il metodo recentemente introdotto nell’ auftriaco impero. Die pure aila luce un tratta- tello col titolo: De fenfu natura ča¬ rnimi/ , nel quale fermo egli quanto un Picagoreo nel le opinioni del fuo mae- flro, M iis Uro, prefe a combattere un principi© univerfale delle umane cognizioni, il quale negli incontri parla al- cuore di ognimo con tal forza , che quegli fol- tanto non fente la fua voce, che colla ragione non ha faputo rcprimere la violenza delle palfioni . Altra opera comparve 1’anno 1786, e 1788 fotto lo fpeziofo titolo Stommforgeica C»90cful)ctc8 JLe1px#ebaube vort &er fett lwrgetlict)ert t »o« bet auf^e; Bang be$ tet Vetb* inbli$)Uit bet 2ttr4)ettgefe$fc tinern flemen $£ntx»urfe etnec |>un6igctt tttotaU tf>eologie . Noi che conofciamo lo fpirito e ftile del noftro autore , non fiamo dičficili a crederla un fuo ge- niiino parto. In queft’ opera viene ma- neg- i§6 M neggiata la ftoria unitamente a certi punti, che da taluni fi fono creduti dogmatici, i quali in verith altro non To¬ no che puri difciplinari, con accuratez- za, precifione, e fenfata erudizione, e in certi luoghi con tale eleganza di fti- le s’efpongono le opinioni dell’autore, che non pub far a meno un faggio let- tore di feco lui opinare. Quefl:o li- bro, 5 c di capitoli fono vari, fingolari, ed adatti al fecolo prefente, probabil- meote non piacera a’romani, ed a’fuoi feguaci. Efporre a me non tocca la ragione d’una tal contrarietH; il mio lettore, non dubito, avrh tanto fpirito da penetrarne il motivoj folo diro, che a queft’ opera fu data una forte rifpo* fta, la quale fi attirb 1’odio d’un in- tera M 157 tera dominante, che nel penfare fi h da qualche anno in poi molto fpregiu- dicata. MONT ANAM Gi ufeppe nacque 1 ’anno 1739 in Vi- leffe, villaggio poche miglia diftante da Gradifca. Fatti quivi lodevolmente i primi ftudi venne a Gorizia allo ftudio di filofofia, dove molto felici furono i progrefli che fece fcortato dal P. Giu- leppe Dordi eccellente maeftro in quel- la fcienza , fotto la cui direziorte la di- fefe con moka commendazione. Tra- fcorfe indi la carriera delle pik gravi difcipline ecclefiaftiche, che infegnavanfi in quefto ginnafio; c dali’una ali’altra pafsk 158 M pafso con d are faggi molto egregi del fuo profitro. Nei tempo fteflo ebbe nel feminario Werdenbergico la direzione di quella numerofa gioventu, che appli- cavafi alk lettere umane, e raffiftb con molta viglianza. Compiuti gli flu- di e meffe in liberta fi die principal- mente alla poefia italiana, e fi alzb con i fuoi eftri poetici fopra la torma di que’poeti, de’ quali e compofta una cert’Arcadia, niente pib pregevoli di quel« li ci vengono defcritti dalFefimio aba- te Saverio Bettinelli ne’quattro canti del poemetto fopra le raccolte., Non b molto con gran felicita traduffe in ver- fo fciolto 1’ inno al fole deli' abbate Reyrac trafportato dal francefe in lati- no dali’ abbate Metivier, inno pieno di en- M 159 entufiafmo, e d’una forza non si facile a trovarfi ne’ poeti francefi. Lo ftile del traduttore e delicato ed i concctti in alcuni luoghi cguagliar fembrano 1’ originale, degno percio, come accadde, delle publiche ftampe. Terminata s’ aveva appena la vita del noftro autore, che ci pervcnne al- le mani il feguente intereffantilfimo an- neddoto , comrmmicatoci da perfona raoauardevole. ed amica. Noi lo era- Op * fcriveremo, come ci fu fpedito. „ L’anno 1784 gli fu ofFerta una fi- tuazione nello ftato veneto C 1° cafa del Sig. Conte Niccola Concina Cava- liere ripieno di meriti ) ove fiabilite le condizioni era convenuto di ritornar- vi dopo un mefe. In quel frattempo il 160 M il conte di Richecourt, che poco prima era ftato in Gorizia, da S. M. L’Impe- radore Giufeppe II. di g!, mem. defti- nato miniftro plenepotenziario aila re¬ al corte di Napoli, lo cercb per pro- porgli d’ andar feco lui in qualita di fuo Segretario privato; ma non trovan- dolo parti egli per Vienna, e lafcio tal commiffione al barone di Ricchard, il quale lo perfuafe al fuo ritorno a fcioglierfi dal contratto impegno, e ad abbraccare il partito, che da lui gli ve¬ niva offerto. Informato il conte di Ri¬ checourt in Vienna, che egli era pronto a feguirlo a fuo tempo a Napoli, gl’ac- cordb un oneflo provedimento coll'e- .fpreffa condizione , che terminato il corfo della legazione, quello gli fareb- be M i6r bc continuato in luogo di penfione vi¬ ta fua durante. Ma caduto egli Tul pib bello in cat- tiva difpofizione , ne fperando di rimet- terfi per caufa della ftagione cosi pre- fto in perfetta falute , coftretto dalle fue circoftanze parti da Napoli fenza aver potuto nemmeno ottenere dal conte di Richecourt, che gli foffero bo- nificate le fpefe del viaggio , e ritornb dopo due anni e raezzo alla patria, o- ve puhlico la fua traduzione di cui te- fte ne femmo particolare e commenda- bile menzione. Quefta dedicoiia alla marchefa Criftiani Caftiglioni, da cui n’ ebbe un preziofo ricordino. „ MO- 16 z M ( MOIELLI Ca rlo nacque nell'anno 1730 in Go- rizia dalla nobile famiglia Mcrelli de Schoenfeld gi& lungo tempo afcritta fra i patrizi di Gorizia. Ei e uno de’piu illuftri e p r u degni fcrittori della no- ftra provincia, anzi uno degli uomini piu fingolari che abbia avuto 11 Friu- li auftriaco. Compiuti gli dudi ebbe la felice congiuntura di fcorrere diver* fe provincie di Europa per apprender col genio delle nazioni le finanze de’ regni. Ritornato in patria fu applica- to dalla corte diViennaal maneggio de’ puhlici affari nel provinciale configlio goriziano. Mentre fofteneva lodevolmen- te tal carico, fu deputate a regolar gli ar- M x6j archivi di Gorizia e Gradifca, dal che prefe occafione di fcrivere la ftoria di quefta provincia del fecolo XVI, e la intitolb: Saggh ftorico della contea di Gorizia. La prima parte e g& ufcita da’ torchi; e quanto commendabile fi re- fe 1’ autore, altrettanto pofe in vifta per quefto mezzo la patria. Stiamo in afpettazione della 2 da e 3 2S parte gii. da gran tempo, e fperiamo, che non rimarrano delufe le noftre fperenze. Nella terza parte riportenl egli quegli uomini illuftri che fiorirono ne’prece- denti due fecoli: fe tra quefti faravvi qualche ferktore di cui io ftato foffi ali’ oleuro, rimetterb il mio lettore a quell* erudita e infigne opera, donde trarne potr& quelle notizie, che io non era in cafo di dargli. MO- 164 M MORELLI tetro nacque verCo 1’anno 1637 dal¬ ja famiglia medefima, da cui difcefcCar- lo, del quale par lam mo pocanzl Fu im uomo molto verfato nella legge e ne- gli ftatuti di quefta provincia; onde ad eflo lui fi die il carico di fare i com- menti fopra i medefimi, nel qual im- pegno si felicemente riufcl, che n’ eb- bero quella approvazione, dellalquale e- rano degni, e furono inferiti dietro i goriziani ftatuti. MORPURGO JStLia nacque in Gradifca 1 ’anno 1731. Queft’b uno de’ piu flravagnanti e piti bizzarri ebrci della noftra provincia. E* M 165 gli giufta il coftume di fua nazione in vece di atrendere alla mercatura ed al traffico, tutto fi d& allo ftudio della lingua fanta, ed alla lezione de’facri li¬ bri del vecchio teftamento, cd in po¬ dli anni apprefe quanto i famofi rabbi- ni Tisbi,Kammemuna, Jocha- nam, Bar-Afcer, Abrabanel, Chimchi, Car o, Maimonide, e tant’altri interpreti lafciarono fcritto in merito alle controverfie di loto reli- gione. II fuo genio penfatore lo tra- fporto ad idear cofe grandi, ed a me- ditar llngolari letterarie imprefe, ma il non aver ei fatto uno ftudio metodi- co , o a meglio dire, cflendo privo di que’filofofici lumi, cheguidano allefcien- ze, non potb produrre al mondo lette- ra- 166 M rarka-che un moftruofo ammaflo di con- fufe e fconeffe idee. Tra tanti e si va¬ ri abbozzi, che ideo il fuo ingegno, il primo fi fu un’orazione funebre in mor- te deil’ imperadrice M, T. che 1 ’anno 1781 con le ftampe di Valerio de’Va- ierj publicb, opera che naTuoi fu ac- colta con moka ftima forft perche fu lavorata da mano piu efperta. L’anno 1782 con le medefime kampe die alla luce: Difcorfo fuila tolleran^a di S. M. J. Giufeppe il giujlo , aquefto manca ol- tre un leggiadro kile una certa oratoria difpofizione,la quale non s’ottiene che con lo ftudio di queli’arte. Finalmente neli’ anno 1785 forti con le ftampe di Gia- como Tommafihi una traduzione dali’ ebraico fu! meddimo foggetto, opera d’ un M T&7 d'un ebreo di Berimo nominaro VVei- fel: quefla ci diamo a credere, che fu ricevuta dal puhlico fecondo il meriro del tradurtore. Vive ei tutt* ora in Gradifca fua patria , e quelle ere che fopravanzano alle giornaliere fue occu- pazioni , irapiega in apprender il mo¬ do di manipolare /’ Hefuh Tabfci - Um, di benedire /’ Chatan , i Che dur , gli Anioni ■, di formar gli Scivrarn e tant’ altre rubriche e riti ebraici che dal Chatan Berefcit fino al Chatan Toru fi coftumano da’ talmudifli. Sembra ineredibile, che queft’uomo dopo tante traverfie foftenufe con mi. rabile indifferenza tenti di bel nuovo col fuoi fingolari progetti di produnl al puhlico. Perb 1’erezione del vefco- L 4 va- 168 M 1rado di-Gradifca accaduta 1’anno 1788 che da tal’uno li viene attribuita, e un’ impoftura, che per ogni titolo deve cifer di grave offefa non folo a lui, quanto alla fua nazione, delia qua- le egH ne e un degniffimo membro. MOR SANO Crlambatifta nacque verfo 1’anno 1660: fu facerdote d’ un’ efemplare pieta ; on- de pria di morire volle anche ei arric- | chire I’afcetifmo con un libriccino tutto allegorico intitolato: Lux meridiana. MO-SETIG ^TefFano nacque verfo 1’anno 1649 in Gorizia: fu facerdote molto com- mendabile per il fuo zelo , ed uno di q ue ' M 169 quegli che nel contagio del fecolo paf- fato efpofe la vita a benefizio della patria. Ad efempio di Giammaria Ma- ruflig lafcio la memoria funejfla di quell’ avvenimento, onde in due mss. abbiamo duefonti, ai quali pub ricor- rere chi brama avere notizia de’con« liderabili danni apportati 1’anno 168z a quefta popolazione. nel diftretto di Aquileja. Terminati con moka lode gli ftudi in Gratz rimpa- trib, ed ottenne un canonicato neH’in- figne Bafilica patriarcale , della cui chiefa fu anche dichiarato penitenziere MOTTIS nacque circa 1’anno 1680 per 170 M per la fua rara pietk e fingolare ftudio nelle leggi canoniche e morali. Pu¬ hlico tre panegirici italiani ful gufto del fecolo, in cui nacque, uno de’quali fu recitato nella chiefa de’PP. Conven- tuali di Gorizia in onore di S. Anto- 1 nio di Padova l’anno 1722, il fecon- do recith nel giorno anniverfario deli’ iftituzione del rifcatto 1’anno fleffo , e il terzo finalmente lo difle nella chie¬ fa de’ PP. della compagnia di Gesii parimente in Gorizia il primo giorno deli’ anno, in cui fefteggiavafi in quella chiefa la fo le n ni ta del nome di Gesu . Quefti furono ftampati in Udine 1’ an¬ no 1722 e dedicaci .a Francefco Anto¬ nio conte di Lanthieri capitano di Go¬ rizia. Gompie il corfo di fua vita in Aqui- M 171 Aquileja carico di meriti e di fatiche impiegate al fervigio divino. MUS N IG a^Ntonio nacque 1* anno 1726 nel villaggio di S. Lucia nel capitanato di Tolmino appartenentefi. agli ereditari capitani conti Coronini detti di Rubia. Fatti gli ftudi nella Garniola e Croa- zia , e laureato in medica in Vienna comincio ad efercitare la fua profeffio* ne nell’ armata auftriaca, dove diede prove molto convincenti di fua peritia in quell’ ar te ; periochfc effendo ftato affai giovevole alle armate deli’ augufta Maria Terefa, la medefima lo colmb in feguito di molti e fpeciali beneficj, , e lo i?z M e lo deftino protomedico delle inclite principefche contee diGorizia e Gradi- fca coll’aggiugnervi annua penfione per infervorarlo ad avere in cura la lalute e la vita de’fedeli fuoi fudditi. Quefti oltre lc affidue premure del puhlico bene, al quale e con raro efempio in* tefo , trovb tempo onde compilare a vantaggio della noftra patria 1’ anno 1781 un’opera intitolata: Clima gori* tienfe, la quale al primo ufcir in luce ebbe a foftenere le piu ridicole cenfu- re di certe vefpette che fenza arer fat* to per anco il pungiglione tentarono di punzecchiarla. Trovb egli nell’ac- cademia agraria, di cui e degniflimo membro, un appoggio moko valevole a rintuzzare 1’orgoglio de’ mordaci ed igno- M 173 ignoranti Zoili di Areadia fonziaca. S’ addofso in oltre di publicare ogni tri- meftre le oflervazioni fopra lc malaf. tie, che regnano nelle due principefche contee , le quali vengono alla lucč u. nitamente con le Efemeridi di Giufep- pe Barzellini. A lui di piii dobbiamo 1’ inoculaziorie del vajuolo, che fu il primo ad introdurla in quefta provin. cia a vantaggio della popolazione. P AGASSI CJlambatifta nacque 1’ anno 1758 in Gorizia da nobili genitori, che dali’ imperadrice Maria Terefa di gl. mem. fiirono innalzati al grado di baroni deli’ Impero . Giovinetto ančora die pro- 174 . P prove non leggiere de’ fuoi futuri ta¬ lenti , e di fatto fpedito da’ fuoi nei collegi di Savoja e Terefiano in Vien- ' na coltivo le mufe, e le bell’arti in guifa, che meritb 1’applaufo non folo de’ fuoi condifcepoli , ma eziandio de’ fuoi moderator!. Terminate con pro- greffo le picciole fcuole conobbe non elfer fufficiente ad un giovine cavalie- re P aver fornito lo fpirito di quelle cognizioni, che per lo pih allettano le donne, e reccano noja agPalfennati; on- de b , che fi dib con tutto 1’impegno alla lezione degl’ autori piti claflici , per intender i quali non dubitb punto d’ impiegare quell’ore, che li fovrafta- vano alPozio, nelfapprendere le lin- gue, ed in fpezialitk le pih colte d’ Euro- p 175 Europa , cioe 1’italiana , la francefe, l’inglefe, e la fpagnuola, effendogli la tedefca, e latina fino dalla fu a eta pih adulta molto famigliari. Facile quin/ di riufcilli ogni piu ardua letteraria imprefa, giacchfc dalle fonti pih pure ritrarne potea i pih bei flori d’erudi- zione. Gompiuto il corfo di filofofia, quale con grido publicamente difefe, s’applic5 alle leggi onde eflere altresi uti le alla patria ed al fovrano. Qul tu ovc per la prima volta fe fpiccare i fuoi talenti al publico coirefporre alle ftampe nell’anno 1777 quell’ope- tetta, che porta per titolo: De' diritti degl'ambafciadori , la quale ebbe si fe- lice incontro, che obbligb 1’ autore F ^nno 1779 ad ampliarla in tre torni, de* 176 p de’ quali ne aggradi poco prima di mo- rire la dediča Timmortal imperadrice Maria Terefa di felice memoria. Pero quefto non era lo ftudio a lui piu ca- ro, mentre i foli filofofici ne lo tene- vano occupaso. Di fatto in quefti e- gli fi diftin£e; e vaglianrai per prova i due tometti, che portano per titolo: Theoria Planetarum , & Cometarum ftampati 1’anno 1780; i tre altri fopra la teoria della luna ftampata il 1785 nel qual anno traduffe, e confuto l’o- pera del celebre lig. Necher : Conte ren- due ou roi fur l’ amminiftration der fi - nances . Lodevoli nulla meno fono le diflertazioni publicate l’anno 1788 fo¬ pra i movimenti della macchina areo- ftatica , le quali vennero accolte dal pu- p 177 puhlico con piacere e diletto. Vive e- gli tuttora, e le piu belle ore del gior- no impiega ad inftruire 1’ intelletto con nuove cognizioni fpezialniente mate- matiche. Voleffe il cielo che allo ftu- dio mattematico aggiugnefTe 1* econo- nomico! PASCONI CrAfpare nacque in Gorizia verfo 1’ anna 1630. Confecro la fua vita agli dudi, e divenne buon peripatetico ed eccellente fcotifta : giovinetto abbraccio 1’inftituto de’PP. riformati di S. Fran- celco; fatti gli Hudi, fali alle cariche piii luminofe delPordine, quali fono di lettore di filofofia , teologia, gius pon« M tifi- i 7 8 P tificio, guardiano, e provinciale, le quali foftenne con mol ta lode , e fu riputato uno de’primi lumi delfuo ordine. Men- , tre facevadimora nel convento del moli¬ te fanto, ora abolito, ch’e dueore difco- floda quefta citta, fece ftretta conofccn- za col barone Agoftino Codelli uomo di finpolar merito, e vedatolo molto propenfo ali’erezione del vefcovado go- riziano die gagliardi impulli ali’impre- fa • c perche 1’ affare avefle buon efito, cftenn.e di trattarlo in vecedilui con la cone di Vienna lufingandofi , che riu- fcendo nell’ imprefa e/Io fara il primo a portare in fronte in luogo della fran- cefeana cocolla la godziana mitra; ma delufe vedendo le fue fperanze si. ga- gliarda paffionc lo comprefe, che tra p 179 poco tempo lo ridufle a morte. Scriffe full' origine della chiefa del convento del morite lanto un libretto, che porta per titolo: Hi flori a Ecclefirf & Conventus. montir fanffii Div i8o P ducato in aue/lo fecolo abbia eziandio confervato il gufto del fecolo guafto. PATpNA jO-Artolommeo nacque l’annoi7$8 da Niccolo, e tragge, come riievali da me¬ no dubbi documenti 1’ origin fua dalia Grecia, da cui quefta famiglia parti nell’ uitima guerra di Candia con li Stratico , Maflraca, Mafcagna, ed al- tri, e feco loro fi ritno nella capitale del la fereniflima republica Veneta : in- di dopo breve dimora pafso a Fiume nella Liburni a , ovc fu arrolaca alle piu diftinte farmglie cittadinefche. Qui* vi farti ^regiamente tutti gli Audi sl profanicome ecclefiaftici,che fi infegna- va- P 181 vano in quel ginnafio da PP. della com- pagnia di Gesu, perchb fembrava por- tato pel facerdozio, andb a Lubiana ad apprendere il dritto pontificio; ma a tempo cangiata rifoluzione recofli a Padova allo ftudio di medicina, dove ebbe la congiuntura di fentire nell’ac- cademia del Bo i piu valenti Ippocra- ti d’ Italia , quai erano a quel tempo I’ immortale Morgagni, il Piacentini, Sco- volo, e Vandelli, da cui apprefe pure la pratica si in medicina come in chi- rurgia. Gompiuta felicemente tutta la carriera, che dee premetterfi per riufci- re nell’efercizio pratico di queft’arte, fece ritorno in patria; e venne tra po« co in si gran grido, che nelle morie del 1763 e 1764 gli fu affidata la direzio« M 3 ne i8i P ne e cura d’un puhlico moko trava- gliato dalla continua perdita di tanti cittadini. In quefta congiuntura die prove si luminofe del fuo lapere, che vieppiii fi conlermb in quel popolo 1* alta opinione nelle cure precedenti ac- tjuiftata , e fi meri to la benevolenza di ognuno, clie in effo vedea ripofla la puhlica falute. Per proccacciarfi qual- che onorifico pofto delibero di portar- fi a Vienna a foftenere un nuovo efa- me, come richiedevanlo pure le circo- llanze di que’ tempi • ricapitolo ivi tut- ta la medica e dopo alcunt mefi fo- ftenne con molta lode il divifato efa- me , ed in quell' occafione diede alla luce: Epiftola Phifico-medica continenf ' bifioriam fioetus fine involucrif extra ute- rum p rum inventi placenta intra utenrn hne. rente ad celcb. Virum Ioann - Bapt, Mor- gagnitm 1765. Con queft’opera citata da parecchi moderni fcrittori rovefcia in buona parte la comune opinione della concezione e nutrizione del leto neirutero. La ftima che ei fi conci- lio prelfo il barone Van - twitten , me- dico deiraugufta Maria Terefa, di fe- 1 . mem. e direttore della iacolri medica, fu tale, che poco appreffo 'terminato il fuo efame lo nomino medico delto fpedale degjh fpagnuoli in Vienna, e 1’ anno 1766 a richiefta del conte di Nadafty fu dalla llefla augufta Ipe- dito in Bofnia e fmgolarmente nel Novi turco dove 1 ’ intreiotto con taggio diminuiva non poco la po* M 4 po. 184 p polazione, e data la genuina fua infor« mazione di quefto male aLTaulica de- putazione di Tanita fu tofto beneficato con annua penfione fino a migiior fuo ftabilimento. In fatti non tardo mol- to a prefentarfi un pofto vacante nella contea di Gradifca per la rinuncia del celebre Tornada, al quale dove concor- rere per iftigazione d’un fuo amico, che bramava quella contea proveduta d’un medico accreditato. Fra i nume- rofi concorrenti, che in tal occafione fi prefcnta r ono alla fovrana corte di Vi- enna fu 1’anno 1769 prefcelto a pro- tomedico di Gradifca il noftro autore. La facilitst, che dimoftro nelle prime cure di fcoprire i mah, la femplicitžl de’rimedj, che v’applicava proporziona- tj P I*s ti ad ogni temperamento per guarirli, fece tra poco giugnere a*luoghi piu rimoti la farna del fuo fapere, quindi continovamente confultafi nelle malat- tie le piu difHcili e pericolofe anche da quegli, preffo 3 quali per altro b in poca riputazione 1’arte medica, e do ve fovente piu giova 3 a fortuna che il fapere. In fatti fe quefto Ippocrate della Liburnia tiene fra i fuo colleghi il primo feggio, afcriver deefi in gran parte ali’ applicazione indefefla molto rara per altro in chi fegue queft’ arte ; per lo che fu pure incarica- to dali’ eccelfo governo delle unite noftre contee (eftinto 1’anmo 1783 c , reintegrato queft’ anno ) a cui era nota la fua inclinazione per gli fludj d’ i$6 P d^affurnere 1’ifpezione delle nuove fcuo- le normali in Gradifca la cui premu- ra pel comun bene di quella gioventu fu con replicati aulici decreti egregia- mente commendata. Fra le moltipli- ci cure, che tutto di Io oceupano, con gran vailtaggio della popolazione, non ammette d’effer utile agli ftranieri con delle belFopere, che di tratto in tratto da alla luce; di quefle meritan fingo- lar attenzione: fpecimcn aeris Gradifca- ni fcritto 1’anno 1774: un difcorfo fo- pra la degenerazione delle fementi del¬ le ortaglie fondato fopra il fiftema di Linneo, un faggio fopra le annotazioni del fig. "VVolftein profefiore e veterina- rio di Vienna, in cui feppe leggiadra- mente cogli fteffi infegnamenti dell*au* tore p 187 tore cornbinare una dottrina del tutto oppofta , una memoria in fine fopra il Trifmo, malattia benchfc fconofciu- ta , comune pero a molti fanciulli, giudicata Endemia nella citta di Trie- fte proveniente per lo piii dali’ impe- riz,ia delle lev&trici , opera che non puo non riefcire di puhlico vantaggio. Si fpera, che fia per comunicare ben prefto le varie offervazioni fopra varie malattie fatte coli’ ufo del mufchlo , antidoto ftato per 1’addietro bandito per cosi dire dallc fpezierie, e da lui con ottimo fuccefTo introdotto in que- fta provincia. PER- i88 PERSA JLiOrenzo nacque ful principio del fe- colo fcorfo in Gorizia, fece qualche ftudio in Italia, dove piucch£ a Palla- de fi confecro alla cavallerizza, in cui divenne eccellente maeftro, qual fi fc- ce vedere in un trattarello di quefto argomento molto urile a chi ama far da maeftro in quefta fcuola. PRIVID ALI i^Ntonio nacque nell’ i r jxx in Ca- nale , luogo quattro ore in circa di- ftante da Gorizia, uomo per dottrina e fapere degno d’eiiere commendato da penna piii colta che non b la mia. Sic« P iS 9 Siccomc nella fua gioventii s* applicb alle fcienze fagre e profane; cosl nell’ et^ matura, febben impiegato nei pu¬ hlici affari, non cefso di coltivarle. Tra tutte le fcienze, che egli apprefe neli’ accademie di Gratz e di Padova , fi fegnalo nel gius pontificio e civile in modo, che nella fcuola di Giuftiniano non & quefta provincia chi lo uguagli, e forfe fuori di quefta ve n’anno pochi di lua profeffione che in altre fcienti- fiche cognizioni lo avanzino. La pri- vata fua libreria compofta de’migliori fcrittori n’e una manifefta prova del fuo buon gufto e del genio, che lo tra- fporta ad ogni forta di Ietteratura. Di. venuto fifcale fervl al fovrano, come era fuo dovere, con tutto lo zelo. Lc 190 P jnformazioni da eflb alla cef. reg. cor- te di Vienna date del patriarcato di Aquileja } de’ feudi di quella chiefa, de’ diritti della noftra corte fopra il pa- triarcale dominio Aquilejefe, e le mil- le erudizioni ch’egli tutto di va tra- endo dalle tencbre deH’antichid fecon- do le occorrenze e ricerche delPaugu- fliflima cafa d’Auftria, ne danno au- tentiche prove del fuo ftudio e dclle vafte fue cognizioni. Noi altro nen de- fideriamo, che di vedere quelle opere che con tanto impegno egli Javora; e punto non dubitiamo , che liano per jeflere ben accolte dal giudiziofo puhli¬ co; giacchč piči volte li čl avuto occa- fione di ammirare lo ftile di lui e le difficili materie ed argomenti ch’ egli intraprefe a fcrivere. JR A* RABATTA 51 /\.Ntonio dalla nobiliffima non me¬ no che antičhiffima famiglia della Tc. fcana traffe la fua origine. Venne il nobile noftro autore in luce il fecolo pallato in Gorizia , e per finezza di politica , prudenza, e dottrina aflai il diftinfe. Qiiindi CarloVI 1 ’anno 1735 1’ iinpiegb nel governo di quc;fta pro- vincia, e foftenne tal pofto con molto credito. Il tempo che fopravanzava- gli a’ publici aftari , ei impiego nella coltura del fuo fpirito leggendo utili libri. Al la poefia pure ebbe particolar pro- Penfione, e 4 in quefta trovava il fuo piacere ed il fuo inrertenimento. Vari R faggi lafcib del fuo entufiafmo poetico, tra i quali di molta commendazione c degno II viaggio a cafo fcritto in ver- fo, dove lingolare e 1’eleganza dello ftile , e la fublimita de’penfieri. Mo¬ ri deflo 1’anno 1741 con grave difpia- cere de’fuoi concittadini non meno clie de’letterati , co’quali era folito a con- verfare. R tt Jnp Tor JL JL li 3!£$laggio di Kollemberg viveva ne’ torbidi. tempi delle guerre della repu- blica veneta con gli auflriaci nel Friu- li in Gradifca lua patria fotto Ferdi- nando II, e fu teftimonio oculare del valore deTuoi nazionali nel difendere quella R *93 quella fortezza. Quindt fcrifie la guer. ra di Gradifca con vane oftervazioni moko utili al noftro (lato degli anni ! 1615, 1616 , 1617 dimoftrando comc infruttuofi ed inutili furono i replicati affalti dati da’veneziani per ricuperar- la , e rammemorando aflieme 1'eftre* mo difpiacerc di que(!:i d’averla perdu- ta 1 ’anno 1511. Di quefta guerra fi pub vedere Fauflino Moifeflb il quale in due libri ne fcrive la ftoria. ca la meta del fecolo pafiato dalla fa* tniglia de’ Leonelli. Neli’ eta fua gio- Vaaile fi diede intieramente al fervigio SANTA-* CROCE nacque in Vippaco cir- N divi* 194 S divino, qu’ndi compiuti appena gli Hu¬ di filofofici prefe 1’abito di S France- fco, e fi aggrego fra i PP. Cappiiccini di quefta provincia, nel qual ordine padati con felicita. gl’anni del iuo no- viziato fu deftinato predicatore in iin- gua fchiavona nellc parci che ufano fi- mil dialetto in quefta provincia. Ter- minata la carriera del fuo quarefirnale fotto i felici aufpici di Pietro Antonio Godel li di' Fahnenfeld patrizio del Cra- gno e della Carintia puhlico: Sacturn promptuarum: cinquc altre parti della fteffa opera dedicb ad altri mecenati. Mori 1 ’anno 1714 in Gorizia. SAN; s 195 SAN-GIOVANNI ]^|£odefl:o nacque l’anno 1658, come fi rilcva dali’ archivio de’ frati carmeli- tani fcalzi del convento di Caftagnavizza ora abolito, luogo mezzo ntiglio appena diftante da Gorizia. In queH’ordine ed ia quel convento viffe , e fiorl il no- ftro autotc, Fra le moltiplici fue 0- pere fcritte per dilucidare alcuni libri della facra fcrittura merita di aver no- bil luogo quel!a, che porta per titolo; Elucidatio litteralis , moralis ac anago- gica in trenor Jere mi te prophcta , quefta forma il terzo torno in foglio delle fue opere, e dedicollo a Dionigi patriarca d’Aquileja l’anno 1719, nel qual an- 00 fu trasferito a Vienna, laddove do* Na, po 196 s po d’ aver confumata la fua vita in continui cd indefefli ftudi in et& d’an* ni 64 termino di vivere. SBOGAR CjTlammaria nacque in Salcano verfo la meta del fecolo paflato; poco Ti trattenne in patria , anzi giovinetto T abbandonb, e ritiratofi in Germania fu afcritto alla congregazione di S. Paolo nella quale fali a’piii alti onori. Die alle ftampe un’opera teologico-morale che e intitolata: tbeoiogia radie a lir che uCd in Praga preflo Giovanni Mattis 1 ’anno 1668. Compi pure i giorni fuoi in quella metropoli di Boemia 1 ’ an* ' no 1701, e meritb di effere accennato da [ 4 s 197 da Bafilio Afguini Barnabita nella fua opera: Centottanta e piti mmini illuflri del Friuli. Panno 1640. Fu forfe 1 ’unico che per talento fi diftinfe di fua famiglia. Ar- rolato all’ordine de’ minori oflervanti di S. Francefco forni Tanimo fuo fiif« ficientemente d’ iftoriche cognizioni, Mentre era confeffore dei conte Giu« feppe d’Herberfl:ein (gran priore della Gcra religione gerofolimitana in Um gheria, generale d’artiglieria delTarmi auftriache , e comandante generale d' otto galere maltefi ) ebbe occafipne di nacque in Gorizia verfo N 3 a e L 198 s > I t . ■ I velleggiare in qualita di cappellano u* nitamente ali’ armata navale 1* anno 1686 in Morea , e Dalmazia; quin- di eflendo kato prefente a tutti i fatti feguiti in queila guerra fcriHe un libro col titolo: Condotta navale e vera re- lagione del viaggio da Karijiadt a Mal¬ ta &c. opera alquanto voluminofa arric- chita di moki rami, che ufd da’ tor- chi di Gratz 1 ’anno 1688. S C A T I JPlerfrancefco nacque 1’ anno 1730 nella Lombardia aukriaca. Pub el ve- nire pero nel numero de’noftri fcuittO' ri, giacchb li ftabili in quefta citt^? dove e puhlico profdTore di chirurgia> ddl’ S 199 dell’arte cli kvatriče, ed e prefide infie- me del corpo chirurgico nelle princi- pefche noftre contee, cariche appoggia- tegli dalla cef. corte di Vienna } poi- che nell’arrnate auftriache diede prove non ordinarie della, fua perizia nella fua profeffioae. Ei pure impiegb la fua penna a beneficio delle parturfenti tra- ducendo 1’ opere del fig. Giovanni de Sreidele dairalemanno indirizzate alle levatrici, e pot ranno trarne gran pro, qaando quegli amanti , che ftaranno loro a canto, delTe impieghino in farfi leggere si učili fatiche: diede al!a luce I neiia noftra volgare uh trattato divifo iti Ss cxviii col titolo: Nefr tol^a ojjia riflejjioni fifico - chirttrgiche fopra i calcoli de' veni , ur eter? e d afcejfi lom!- . N 4 che zco S che dedico a Filippo conte di Cobenzl vice gran.cancelliere di corte: ukima- rnente puhlico un’operetta fopra l’edu- cazion fifica, e morale, che offri a Car- lotta baronefla Radieucig, fignora di Merna, dama di gentil tratto , di fln- golar prudenza, di raro fpirito , e di peregrino difcernimento P SCHAUR Lui»i nacque l’anno 1738 in Gori- zia da onefti e civili genitori, i quali non mancarono di dargli ottima edn- cazione , ficcome ei pure non mancb di perfettamente corrifpondere. Ter- minati gli ftudi delle belle lettere, e di filofofia icgui 1 ’inftituto di S. Igna- zio S 201 zio, nel quale lodevolmente compie la folita carriera, alia quale doveva fotto- metterfi ciafcuno degli individul di quella {odeta. Divenne baccclliere di teologia nell’ univerfid di Gratz. Fat- to il terzo arino in Giudemburgo gin- fta il cokume dell’ordine fu dekinato al collegio terefiano, dove con moka commendazione fovrako ad una capie- rata di cavalieri, ed infegno la lingua italiana con tanta premura , che per guidare i luoi fcolari per vie le piu preke al poheko di quella lingua dettb loro que’precetti che lafciaronci i mi- gliori grammatici, i quali Tanno 1773, furon da lui colle kampe publicati, onde poteke a miglior agio averli chi bramava d’imparare la pokra volgare, Unl ^o^ S Unl allo fteffo volumetto vari compo- nimcnti de’migliori 'noftri poeti si an- tichi come recenti, quai Tono Petrar- ca , Manfredi , Lemene , Sanazzaro , Ghiabrera, Frugoni, Magi, Filicaja, ed altri molti, da’quali fi pub ezian- dio apprender il gtifto d’ una buona poefia. L’anno 1777 puhlico in Vien- ba un libro col titolo: Saggio fovra la 7 lingua , eloquen%_a , e poefia it altana , e dedicollo alla nobile gioventii deli’ im- perial regia accademia terefiana, libro nel fuo genere molto erudito, e che pub dedare in un giovanetto degli fti- moli a quelle arti. Potea pero lo fcrittore moderare a!quanto la penna negli elogi che con mano troppo lar- ga fa a certi fcrittori iraliani, i quali non S 203 non anno poi quel merito, che egli loro attribuifle. s' SEMBLBR J^Mbrogio nacque verfo 1’anno 1660 da quella famiglia, che da Leopoldo Imp. fu fregiata del titolo di barone. Nel- la fua gioventh ebbe da’fuoi genitori una particolar educazione, frutto della quale fi era 1’averfi a Dio confecrato tra’ religiofi della compagnia di .Gesu. I rari fuoi talenti lo portarono ad oc- cupare le prime cattedre con felice ri- ufcita in ogni fcienza che tratto nell* accademie piti illuftri. Tolto dalle fcuo- le venne a’ governi; fovrafto a diverfi. collegi, a quelli cioe di Clagenfurt, Go* 204 S Gorizia, e Fiume, ne’quali lafcib un opinione molto vantaggiofa della fua mo- derazione e dolcezza, con cui maneggia- va i cuori de’ fuoi fubordinati, e del¬ la fua affabiiit^ , per cui mezzo gua- dagnoffi gli flranieri. Reffe finalmente il feminario di Gorizia molti anni,do- ve il di 2 6 fettembre deli’ 1712 1’ uo- mo benemerito non meno delfordine, che del puhlico mori. Lafcib vari mss. fcolaftici pieni d’erudizione e profonda dottrina, e degli afcetici ancora, da’ quali diede a conofcere, quanto abbia fempre pregiata 1’illibatezza de’fuoi co¬ fi umi, e 1 ’intima unione con Dio,per lo chb fi vuole da alcuni, che da Dio fia (lato favorito in vita di molte gra- zie fpeziali. SI- S 205 S S G O N I O Si gifmondo nacque in Gorizia verfo 1’anno 1640. Studiata ia retorica feoui la regola di S. Francefco tra’riformaci, dove termine) la carriera delle fcienze piu (ublimi, che poi infegnb a’cherici del fuo ordine con buona riputazione. Giunto egli agl’ anni di ripofo fi dič tutto a Dio, e per riaccendere vieppiii il fuo fpirito verlo lui compofe un li- briccino col titolo: fumula [pirituales de orati one mentali , feu meditativne ex va- riis SS. PP. & vit te fpiritualis magif. trorum feriptis excerptte , che diflribui in 10 capitoli. Fini i fuoi giorni in Vc- nezia Tul principio del noftro fecolo lafciando a’fuoi novizi, ed a chi afpi- ra io6 S ra alla perfezione un metodo compen- diofo per raggiugnerla. STRASOLDO I^Arzio nacque l*anno 1736 dall'an- tichiflima e nobiliflima famiglia de’con* ti e fignori di Strafoldo: dopo varie faufte vicende avute nella fua gioventu, e dopo aver ottenuti de’primi pofti nell’ armi auftriache, ove egli con foddisfa- zione del fuo fovrano valorofamente fer- vl, e finalmente dopo effer ftato afcrit- to tra grimperiali ciamberlani, fi riti- rb in Gorizia fua patria, ove conduce una vita agiata applicandofi allo ftudio delle belic lettcre, e coltivando cosi il fuo bello fpirito. Le fue rime facete di- S 207 dimoftrano il vivace fuo talento, e lo ftile friulano bernefco c quelIo per cui egli fpezialmente fi diftingue: quelle portan per titolo: Poefie piacevoli , fa* tiriche , morali : puhlico non a moko due commedie che portan per titolo la fir^a deli' e dne anione , cd il difinganm , 1’ultima delle quali fpecialmente meri- t 5 il comune applaufo. Moke altre o* perette teatrali compofe il noftro auto- re le quali non tarderanno di venire al- la luce. jf^Rancefco nacque in Gradifca verfo la fine del fecolo palfato. Fece i fuoi primi (tudi in Gorizia, dove fegui 1 ’ in- ic8 S inftituto de’PP. di S. Francefco. Ufci- to dalla fcuola di Fra Giovanni Duns (1 die a predicare la parola di Dio , tuttoche abbia appena oltrapaffati i confini d’Italia onde apprcnder la lin* gua, fi fe cuore di comporre un qna- refimale, che ebbe buon incontro preffo j gradifcani amanti tutt’ora di fioretti e d’un dire ampollofo, a’ quali lo de- dico 1’anno 1748. TABDKO i^Ntonio nacque 1’anno 1640 inGra- difca. Fece i fuoi ltudi in Gorizia al- lora diretti dalla compagnia di Gesu. Approffittb tanto nclle lettere umans quanto nelle difcipline filofofiche mo¬ rali rali e canoniche. Dopo averfi fornito di molte fcienze d ritiro in patria, ed arrolato a’terziari di S. Francefco ot- tenne la direzione dell’ora foppredo fe- minario gradifcano. Giunto a tal podo noti lafcib dedderare parte alcuna di faggio direttore di quella gioventii che alle fue curc era affidata; unitamente applicofii agli dudi lafciando ei pure qualche parte del fuo bizzarro ingegno. Il primo libro che die alla luce il 1679 e intitolato: Galleria pmegnica di ca. fa -Portia j e puhlico altresi alcttne poede, che dedico a Federigo conte della Tor- re. Benchb moko lodevole da il fuo buon volere , biadmevole pero e il gu- fto, con cuifcrive. Fu fatto parroco di Gradifca principi d’ Eggenberg 1’ O anno 210 T anno 1681, al qual impiego rinunzib e Antonio nacque l’anno 1749 neila piii volte celebrata e ferace terra di Cormons. Nella tenera fua gioren' tu dib a’ genitori le piu lufinghiere fperanze; ne ando guari, che il giovi' netto fecondo le mire deTuoi maggio- ri , che teneramente 1’ amavano ; fb fpedito a Gorizia , laddove dopo di 2' vere fcorfe con felicitž le picciole fcu0' le , fotto la direzione del profeffore d> filofcfia Ciotti, qual’era d’una fmg°' lariflima e no n piu intefa memoria d^ delo dotato, con univerfaljggradimeflt 0 ; per attendere a’propri affari, ed aquel- li deli’ anima. pu- 211 T publicamente diffefe filofofia. Allora faceva foggiorno nel Seminario Ver- dembergico diretto da’ PP. Gefuiti, dove oltre un parco vitto molto fpc- rar di piči potea quelia gioventu afE< dara alla lo,ro educaziene. Riiolfe tut- tavia Giufeppe d’abbandonar la patria, e di cercar altrove maeftri piči infigni, che inftradar lo fapeffero ali« fcienzc piči profbnde, delle quali appunto ne erano fprovifti que*per altro dottiffimi religiofi nella noftra contea; fl portb in Vienna, e con tal vantaggio fre- quentb quell’ univerfita, che veniva co- munemente preferito a tutti i fuoi col- leghi. Di fatti 1’ a n no 1774 cui ininato avea lo ftudio di Medicina fu in quefta graduato. Qui fu, dove il O ^ no- 212 T noftro Giufeppe dib i piči chiari faggi del fuo fapere. Publicb con le ftampe una differtazione latina fopra 1’Idropi- iia di petto , fin’ altfa poco dopo die alla luce fopra le affezioni fteriche , la q,uale fpedita a Roma, ed a Rimini, incontro il genio univerfale degl' intel- ligenti. Sarebbe un abufar della bonta del lettore, fe tutti ad uno ad uno nu- merar e lodar voleffi i confuki da re- mote provincie ricercatigli, le guarigio- ni intraprefe con feKčita, e condotte al fuo fine con fortuna. Rafti dire , die 0 *' v * •. * ; , - ■ , la la col ra medica lo volle fuo cftettivo commembro inVienna, la nobiita patri- zia di quefta Dominante lo arrolo a’ fuocorpo provinciale, laddove prima di eflfere ammefto dbve dimoftrare a dTe* afcrit* T 2i* afcritto nel libro de’ Cavalieri del S.. R. I. , e finalment.e Sua Maefta il re di Polonia lo dichiaro fuo medico di perfooa, ed aulico Gonfigliere. Do- po tanti fregi prefe a moglie Terefa d’HoJht7,aufer-Riter, adorna di tutte quelle Vinil,, che efiger pilote un di- s fcreto marito. Vive egli ora in Vienna, amato da’fuoi. pari, diftinto da’fuoi col- leghi, ed univerfalmente aggradito. ■ T O R R E JPRancefco nacque 1 * anno 1727 in Gorizia, ed b uno de’ pib fottili ed ingegnofi avvocati di quefte contee . Oltre gli ftudi legali, de’quali venne ad ua pieno poffeffo coltivb le lectere. O 4 tima« 214 T umane. Quefti puhlico molti pezzi, quai in ftile fciolto quai in verfo, tut- ti buoni: trafcorre pero talvolta l’au- tore i limiti d’un moderato entufiaf- mo. Aile Ieggi , ali’eloquenza, alla ftoria, che piu anni infegno a parecchi privatamente, ed alla poefia, uni pure lo ftudio deli’ agricoltura, e fono mol- to lodevoli le fperienze, che in quefto genere ci arreca colle publiche flampe. S’ applicb ugualmenre alla mufica ed alla coftruzione di cfivedTi muficali Uro- menti, apprefe la pittura , come ne fa fede quell v infigne raccolta de’migliori maeftri, che conferva gelofameme in cafa fua, e paffa qualche ora tra R chimicne fpezierie fenza calcinar, od ar- rifchiar alcrogiuoio 1’orodellaiua borfa- TOR- T 2I 5 JpEderigo nacque ful finire del fecolo. paffato da-irantichiffima e oobiliflima famiglia de’Torriani duchi un di e fi. gnori di Milano. Prefe a moglie Leo- nora conteffa Torrlana di Valdfee, che mori fenza lafciar fucceffione. Fu egli cavaliere di molto fpirito , ed amava foltanto la compagnia di uomini lette- rari, co’quali piacevolmente interrene- vafi i giorni interi. Lafcib buon nu* mero deTnoi entufiafmi poetici fcritti in ogni metro e tutti molto pregevo- li, trafportb dal francefe in lingua ita- liana alcune commedie, ed a /ingolar merito la fua Adelaide lavorata con tutta 1’arte ed accomodata al moderno delicato italiano teatro. THUL- ZIO T TK1LLNER Crhimbatifta nacque ful principio del fcorfo fecolo, fi fece gefuita , e fu for- (e uno de’migliori ingegni, che aveflfe in quell’eta il goriziano collegio , men- tre in quello facea foggiorno. Termi- nato il corfo de’fuoi ftudi ed infegnate le belle lettere con gran profuto della gioventii affidatagli, fu applicato alle piil fublimi fcienze, alle quali foltanro deftinavanfi i migliori talenti di quella per altro dottiffima focieta. Quelle 3n- fegho pure in varie accademie con mol- to credito; e mentre dmorava in Go- rizia fcriffe un libro molto erudito, che a per titolo: Memorabilia urhi s & crhir goritienfir , titolo in vero affai f ngolare. TUNI 217 T T U N S Cjrlambatifta nacquc in Gorizia l’an- no 173 5* Studiate le lettere umanc e lilofofia con ottimi progreffi fx invoglih della profeffione di Galeno, che feguiva fuo padre. Qucfti aflfai foddisfatto del- la favia rifoluzione dpi hglio , a cui Io vedeva moko difpoflo dalle naturali fue qualita , lo prefe fotto la fua cu- ra, e vi riufcl con fanta felicita , che g’a era per inviarlo a)la celebre acca- demja di Padova , dove colla laurea dottorale venifle abiluato ad efercitare .» ; ( 1’arte di medico a comun bene della patria. Ma appena il buon genitore lat te avea tali deftinazjoni, vietb l’au- gufta corte di Vienoa con fuo decreto, che 2,I§ T che niffuno de’ fuoi fudditi ufciffe di ftato a laurearfi ; onde cangiato confi- glio imprefe il viaggio di Coftantino- poli per indi' avanzarfi piu oltre, e co- nofcere il genio ed i cofiumi di quelle nazioni orientali . Dopo breve giro fece ritorno a Triefte, ove fi applico alla nautica fotto la direzione del ce- lebre P. Orlando gefuita, e sl fingola- ri erano i fuoi avanzamenti in quell’ arte, che ogni anno fu tra quegli, le cui fatiche dalfaugufta corte di Vien- na, che aprl quell’ utilillima fcuola, fu- ron con premic rimeritate. Prefen* tandofi perb in quell’arte } nclla quale divcnne eccellente, alcuna fperanza di accomodamento Ci dib alTarchitettura militare, dalla quale qualche principi 0 avea avea apprefo con la nautlca: onde I* anno 1760 con fovrano decreto ctten* ne il grado d’ Alfiere nel reggimento Batthjany. II fuo ritardo di recarfi al reggimento, a cui era deftinato, ben- che appoggiato a ragionevoli motivi, ofto, che non giugneffe al pofto; ma non mancb di fervire al fovrano; ot- tenne tra poco luogo nell' ufficio com- merciale, dove ferve tutt’ora col pifr lodevole zelo. Afcritto alla Societa a* graria divenne attuario, onde ad effo incombe di compilare le agrarie fco- perte e di renderle colle’ llampe utili al puhlico: fcriffe pure iopra i conci- mi, e quefta diflertazione fu con pre- mio rimeritata , fcrifle fopra il paffo fondatfieritale delPagricoltura, e fopra mojti 220 T rnolti altri argomenti. Quindi queflo cittadino ripieno di patriottico zelo in ogni modo proccura di rendsrfi utile alla patria ed allo ftato. /■ • tuzzi H^Dchele nacque 1 ’ anno 1748. Go- mincio la carriera degli Audi, ma non giunfe a trafcorrer neppure quella del- le amene mufe. In etžl matura otten- ne dairimperadrice Maria Terefa di gl. m. il diploma di nobilta col predicato di Lac. Fu impiegato nel carico di caf- fiere delle contee, fotto il mamo di Fidia riceve gli onori di Teodette. Sot- to il fuo nome ufcl un’opera col titolo: d' agricohura ecc. gli fa con- T 22.1 '•iti*' ¥*. ', ■' 1 "i i ' *-> conceflo di dedicarle a Maria Terefa imperadrice che con molta bonta rice- ve 1’ offerta, ed effo ne ottenne pur,e contraffegni deila fovraggrande benefj- cenza deli' augufta fignora. Queft’ ope¬ ra venne foltanto alla luce , dove meti conofciuto era quegli, fotto cui norite ufci, ed ufci. con un corteggio sfarzofo di titoli, per lo che forfe 1’opera ftef- fa fe ne ftava cheta ed in ripofo , p,er ifcanfare le giufte critiche del publico intelligcnte. Dopo varie vicende fo- ftenute vive a (e medefimo. fan-Giacomo nacque verfo il prin- cipio del fecolo decimo fettimo in Go- rizia, come egli fi protefta. NelPoc- ca- 2X2 V cafione, che Bernardino de Bofizio ri- ceve in Padova la laurea dottorale } il noftro Giacomo publicb il feguente li- brettp: Juriš & fapientia Simbola col * lata , e dedicollo a Francefco Dotto, patrizio padovano. Quefto poetico a- borto venne alla luce in Padova con le ftampe di Giambatifta Pafquali 1 ’ anno 1655. Non fi ravvifa in effo n e ftile, nb arte, e moko meno fublimi- til di penfieri , che perb fia di fcorno alla nazione. ZAN- z Z A N C H I 'e nacque 1’anno 1710 da no- bili genitori in Fiume, e poiche me- nb piii anni di fua vira in Gorizia par- mi di poterlo annoverare tra quefli fcrittori. Ebbe quefti la fua educazio- ne in Vienna ; dove nella prima fua e- th fpiego i /uoi rari talenti in guifa, cbe ne’ letterati progreffi avanzo ogni uno in quell’accademia , fu ben volen- tieri da*Gefuiti arrolato al loroordine; quindi pure negli ftudi, a’quali fu ap* plicaro fecondo le leggi di quella focie- ta, corripofe alle alte fperanze che ne avevano concepite del loro nuovo allie- vo. Terminato ercgiamente il corfo degli ftudifudeftinato ad infegnare quan- to 224 Zr to aveva apprefo nelle piu fiorite u- niverfitik. Nel liceo goriziano il primo fu a fpiegare a quefta gioventii gli e- lefnenti d’ Buclide, infegno con molta lode la filofofia, e men tre tal carico fo« fteneva nel collegio Terefiano di Vien« na, die alle ftampe il corfo tutto di fi- lofofia; ve n ne indi alla facolta teolo- gica, nella quale giunfc- al grado pici alto, cioe alla teologia, che infegno in Vienna, dando in quella fcienza ezian- dio faggi della fua profonda dottrina col mettere alla luče due eruditi trat- tati, T uno De Virtutibut Theohgicis, 1’altro De Gratia S 4 Iv at or is . Logoro gia di forze e delle fcolaftiche fatiche, fu apolicato da’fuperiori al governo cr de’feminari, or de’collegi appogiando- - glifi Z 225 glifi gl’ul timi anni della compagnia la direzione de’ collegi i piii cofpicui dcl- la provincia, quai erano queglidi Gratz, e diVienna; e qualora il delo per fini a noi afcofi permeffo non aveflc la fop- preflione d’ un ordine si utile al puhli¬ co e decorofo alla chiefa, farebbe ezian- 1 . ■' ' ’’ ' 1 ' '4 dio falito al governo di tutta la pro¬ vincia auftriaca, del quale n’era degnif- fimo per la fua fingolare prudeirza e moderazione , pregi i pici propri d’ uno, che b deftinato a fovraftare a’fuoi fi- mili. Scguita 1’abolizione il 177$ da Maria Terefa Imperatrice fu alcritto a* caiionici della chiefa metropolitana di Gorizia , al quale illuftre četo, finoche riroafe unito, fu di gran giovamento con la fua dottrina e di gran luftro per P la zt6 Z Ja fua rara religione verfo Dio c per molt’altri fuoi pregi, de’quali era a do- vizia ricolmo. Rinunziato ch’ebbe al canonicato, di cui ad ur* uomo d* etžfc avanzato, e di gracile temperamente mo!to gravofi fono gl’impegni, fi.ritiro in patria, dove viffe a fe fteffo ed a Dio, e dib luminofifiimi efempi di ot- timo ecelefiaftico. Mori deflfo 1 * an- no 1786. j&Ntonio trafTe i fuoi natali in Gra« difca da nobili genitori Tanno 1665. Iddio ancor giovanetto lo chiamo fuL- la ftrada della perfezione invitandolo a rinferarfi nel chioftro. Veftito 1’abi' to di cappuccino ebbe campo d’eferci* tar \. Z 227 tar quellc virth, che čare gli eran an- cora nel mondo. Avuta occafione d’ ap- prender le lingue ftraniere fu deftinato daTuoi fuperiori alle miffioni del Gon- go il 1696, dove predicb in quel va- fto regno Gesu Crocififfo con grande zelo e profitto di quelle anime travia* te. Carico di moke gloriofe conquifte da quelle africane provincie fi reftitul in patria 1’anno 1704, dove imprefe a defcrivere i fuoi viaggi, che poi ven- nero aila luce 1’anno 1711 in Venezia col titolo: R e la ^ioni del viaggi 9 , e mif fione del Congo nell'Etiopia inferiore oc- cidentale> libro che fu dedicato a Leo. nora imp., e merito 1’ attenzione del celeberrimo conte Buffon, di cui fa tal« volta menzione nella fua ftoria naturale. P * CI. c 228 , CIFRI ANI G ufeppe Lorenzo nacque 1’ anno 1760 in Cprmons. Paffata, che ebbe la fua prima eta rra le paren dorne- Iliche, fu fpedito a Lubiana.allo Hudi o di- filofofia, col quale feppe si bene cofih bifiare .aupllo della lingua alemanna, che in compiere il corlo traduflp d«! tadefco una differtazione Jatina Ih p ra 1’ elafticita deli’ acqua , che decjicb a Monfignor Herberflein vefcovo di det' ta. .citta. Pafsb quindi neli’ univcrfltn di. Vienna per apprendere le leggi • tb' renfi , e quindi il 1786 publicb con l 2 llampe- di. Giufeppe Baumeifter queH aurea operet ta, che porta per titolo : JR/. G 229 Rtflejjioni fopra il commerčio dnfico , e d attadle fato di 'A-quikjd, operetta in vero piena d’erudizione, e che nulPal* tro lafciava nei ■ lettore che il defiderio, che ella foffe di maggior mole. Gi afficura in oltre il noftro autore d’aver efpofta al puhlico una fevera critica contro la tragedih: Rodo/fo conte d' Au- sburgo\ ma ficcoriie noi non rabbiamo Jetta, cosi lafcieremo il porrarre giu- dizio a cjuelli, che 1’anno efaminata. Cib, che c rimarcabile nel noftro Giu- feppe fi e, che tiirt’ora, benche occu- pato negli aftari fcabrofi delTavvocatu- ra, fta lavorando altro libro, che fara nientemeno intereftante delle pocanzi j citate rifleffioni, e che avera per tito- lo: „ Rivolu^ione delU decima ragione P g d'It a- lio G d' Italia dalla fonda^ione d' Aqui/eja , fmo a'tempi prefenti „ titolo, che mol- ro promette, ma che ci fa temere di un efito molto diverfo da quello che ebbe la fua prima produzione . Noi nutriamo il piti vivo dellderio di ve- dere tale opera pretentata al puhlico , e quando corrifponda alla nofha alpet- tazione, ftabilira ne’lettori il merito > che alla tefte accennata e giuftamente dovuto. in Aidudma borgo vicino a Gorizia, che d& il nome alla fignoria appar- renente a quefla Illuftre famiglia » EDLTNG učeno nacque \\ anno 1749 E 2 JI di cui feci menzione nella feconda par- te delle Differtazioni di Aquil e ja. Eb- be la fua prima educazione preffo il Landgravio d’ Haffia Darmftadt, indi pafsb alla corte di Treviri, dando da- pertutto chiare teftimonianze del fuo felice ingegno. Terminati con molta lode gli ftudi, e fatto ritorno in pa- tria fu tofto impiegato nelle publiche finanze. Le memorie, che fopra que- fta fcienza avanzo alla corte di Vien- na, fecero ben prefto conofcere il fuo ingegno fertile neH’invenzione, e con- tribuirono non poco al fuo avanzamen. lo. In fatti 1’ augufta di fel. e gl. mem. Maria Terefa lo nominb fegre* tario deli' aulica commiffione degli ftu- di diretta dal Barone Schiibirz, e tan P 4 to 2-31 E to conferi a’ prpgreffi deile fdenfce', che la ftefla fovrana lo fpedi a Oimiitž e Kremflr per regolare gli ftudi Hi"que’ lice!, e que’ del feminario vefcovile. II metodo da lui introdotto ebbe tutta 1’ approvazioue, pnde non potea dubitar- fi, che tra poco verrebbe defHnato a gradi piu eminenti. Il principe vefco- vo di Frifinga, a cui era ftretto per viccolo d’ affinita > prevenne 1’augufLa corte di Vierina con crearlo capifano di Locka d i ftretto , che fa par te del Cragno, ma fignoria inficme anneffa ai . vefcovado di Frifinga. Con tutto cib 1’ imperadrice- Maria Terefa non manco di rimeritare i buoni di lui fer- vigi con farlo ciamberlano, e render- lo infieme urile a fuci fuddiri con de- E *33 putarlo configliere del dipaltimento del Cragno. Gli fu pure appoggiata la direzione degli Hudi, dopo di che fi vide in Idria ed in Lubiana non folo rifio- rire Ja letterafura , ma eziahdio le arti meccaniche hell’Ifiria e confinante Čro- azia fecero per fuo mezzo grandi a- vanzarheriti. Reftituirofi da Locka, dove fi era trasferito , nuovaraente ne- gli fiati auflfiaci, 1’anno r 779 fu no- minato fupremo cormrdffario degli fhi- di per tutta TAultria inferiore, e per- chš prerfdene maggior cognizione del metodo delle fcuole normali introdot- te non ha 'mol to ne’ rčgrfi ereditari, fu fpedito a Stutgard onde efaminarla nuo- va accždemia eretta dal duca di Wiir- temberg, Pafso indi pel medefimo og. m E getto a Kolmar fino che perfuafo del metodo ufato nell’accademie accennate fece ritorno a Gratz capitale della Sti- ria, dove avendo con pari felicit^ re- golate le fcuole fuddette ftava in a- fpettazione che 1’ augufta fovrana, co- me avea difegnato, lo nominaffe pre* fidente delle principefche contee diGo- rizia e Gradifca. Ma la morte intem- peftiva di quefta impareggiabile fovra- na troncb il filo della nobile carriera cominciata in Locka , e che profeguir dovea nel governo di quefta provincia alla quale era deftinato. Cio non pertanto non fi perde di coraggio , che anzi con tutto lo fpiri- to fi die a riftaurare la gižt obbliata ac- cademia O pero forum habacenfium , e con- cor- E *35 corfero ad illuftrarla iGebler, iBorns, i Palas, gl’£bret, e tanti altri lette- rati, ed indi fa dichiarato Gommiffa« rio del circolo in ^delsberg, nel qua- le carico, da noi conofciuto, molto fi adopero ed in rendere pih praticabili le flrade, e regolare il corfo delle po- 11 e. Quivi fu, ove propofe il piano d* una nuova Urada che coftb ali’ erario pib di fni. 180000, quivi difegno la carta geografica deli’ Iftria, quafi dagli flranieri (conofciuta , la quale meritb 1’ a^oradimento della fovrana corte, quivi finalmente ove intraprefe il re- golamento della ecclefi^flica riforma, fanzionata da Giufeppe II, e con la fua efficacia fuperb tutti gli oftacoli, che dovette incontrare nella efecuzione, Quefto z 36 E Qaefto illuminato monarca Panrio 1787' lo trasferi a Gratz, ove febbehe gli foffe ftato conferito il titolo di legre- tario, fofteneva pero i peli di confi- gliere e nel 1789 fu furrogato al Conte d’Averfperg'effettivo governia- le configliere , riferer.re militare , e deila provincia del Cragno. In tal po- Ro con tanto zelo prom. (Fe gli interef- fi di quefta nazione, che niente plu poteva" compromeiterfi da un vero compatriota, ed in fatti come uno de’ fuoi P anno 'medefimo lo ripiito allor- che S venne alla elezione de’ deputati fecondo il nuovo piano flabilitd dal gran 'riforpnatore Giufeppe II , la qua- le cadde Popra la perlona del noflro Giannepomuceno. Giunto a ta! grado 'ebbe E 237 ebbe occafione di entrare nell’arnicizia di quel gran gcnio militare, delferoe- del noilro fecolo 1 ’immortale Gedeone Laudon, fonde eziandio riufcigli di te- nere fecolui carteggio in affari non po- co rilevanti. Prefede agli Stati del Cragno col/ titolo di deputato con sl felice fucceffo., che forfi ad iftanza di quegli, e di altri Stati 1’anno decorfo fu fatto da Leopoldo II, noftro adorato Sovrano, aulico configliere e riferente di tutta 1 ’ Auftria inferiore. Gli fu pure affidata principal parte negi’affari della nuova cancelleria Illirica, per ul- ti.mare i quali gli conviene impiegar quelle ore, che meritamente. deflinare doveva alla quiete, ed al ripofo. Quin- di c, che la fua inftancabilita nel fer* vigio 238 E vigio fovrano lo rende molto earo ali’ augufta corte di Vienna, ed il fuo ve¬ ro patriotifmo gli concilia amore e ve- nerazione preflo i fuoi concittadini, tra quali ficcome egji in modo particolare confidero fempre i goriziani conferen- do quanto poteva deli’opera fua ad ef- fettuare 1’organizzazione del nuovo go- verno di q'uena provincia , il quale colle pih gagliardi oppofizioni venne a lungo contradato; cosi gli dati della medefima in tributo di riconofcenza collocheranno nella gran fala del puhli¬ co palazzo il fuo budo opera dello fcultore alemanno Fifcher, e infieme monumento, che eternera nella grata poderita la memoria d’un benemerito cittadino. In un modo analogo al go- verno E 2 39 verno di quefta goriziana provincia (a) fi fiftemarono pofteriormente i ducati di Carintia e Carniola, ( 'b) e de’vantaggi, che fortiranno come vo- gliamo fperare per lungo avvenire, i popoli di quelle due provincie fi ri- conofceranno in qualche parte debito- ri alle premure di quefto zelante, per il puhlico bene, goriziano patrizio. Qui pure, ficcome c mio principale fcopo, dovrei accennare le fue letterarie fati- che; ma poiche Terudito Herman mi ha alquanto prima prevenuto nell’a- dempimento di quefio mio dovere, fti- mo bene, rimettere il lettore agli ar. ticoli di Lubiana, Locka, e d’Idriai t\- (a) II di imo, fettembre 1791. (b) II di 19 novembre 1791. 240 E rimettolo liiedefimatfiente al Schlttzer, il quale ripprta, e commenda i moltipli- ci piani inventati da effo Iui, e propo- fti a bene delPumanidl, e chi bramaf- fe avere un quadro piu adeguato del mio, che mi convenne reftringere in poche pagine, lo rimetto al Miicha, al Kumerdei, Linhard, ed ali’ Agofti- niano P. Marco, fcrittori di me forfi piu felici, ed io pago faro di avergli da parte mia tributato un atto di rifpettofa venerazione, ed a nome del la patria da> 'to un atteftato di oflequiofa riconofcenza. F A C T Erefa nacque in Vienna 1 ’anno 1760 dalla nobiliffima famiglia de’ Conti di Thraun, p 24V Thraun, e maritoffi in Gorizia con Bernardino Conte delia Pace. Non fara difcaro al lettore, che prima di dare un dettaglio deli’ opere di quefta rara e lingolar donna, io ne faccia un picciol ritratto della fua vita. Ebbe el- la da*genitori queH’educazione, che e j comune alle robili fanciulle alemanne, alla quale corripofe con rnolta lode; ma ficcome la principal cura d? quella nazione collima ad arricchir piu le doti del corpo, che quelle dello fpirftoj c.o- sl altro ritrar non pote dalle fue ama- bili maeftre, che un modefto contegno, un portamento ferlo inheme e brillan- te, la cognizione d’alcune lingue piu colte d’ Europa, le qua!i efprime con grazia; qualche agilita. nel toccar il gra- 0 . vi* 'Hi 3 * vicembalo, una certa maeftria nel ti*, camo, ed una fingolar abilita e deftrez* za nell’arte del difegno, in cui fe non luperb il maeftro, certamente ebbe il vanto d l eguagliarlo: mirabili certamen¬ te fono piii pezzi, in cui fi fegnalb 1’ amabile autrice, e che per fua foddisfa- zicne vengono giornalmente dagl* intelli- genti applauditi . Padata appena dal to ftato di liberta a quello del matfimo- nio ebbe campo a rifiettere, che non baftavano le qualita furriferite, per for- mar una donna di qualit&; cerco quin- di d’inftruire, e di formar Io fpirito per mezzo d’ una fcelta libreria, cercan. do unitamente la converfazione desl* O uomini di talento, da’quali apprefe un regolato metodo di ftudiare, che la - portb p 243 por to poi a fornir la fua mente, ed arricchirla di tali cognizioni, per cui fi e refa ammirabile preflo ogni četo di perfone. La letteratura francefe e 1 ’italiana fembrano quelle Tole, che farono dal genio luo prefcelte per coltivar i rari fuoi talenti, ed in quelle ore di folitu- dine, in cui giornalmente con alletta- roenro fi trattiene , pafcolo a’ fuoi penfieri, e da ricetto alle fue idee, non amette amici, non riceve perlona di Ibrte alcuna. Non tralafcia pero di col- tivare anche le Mufe alemanne, che da qualche anno in poi hanno fatto de’ gran progreffi in Europa, e fe creder deveti, ali’ Abate Bertola autore de’ faggi fopra la Poefia alemanna, egua> gliano 24 4 P gliano le nazioni piu col te. Dalla le- zione continua, indefeffa ed attenta de’ libri conobbe il frjetodo di filofofare, ed efercitolfi in quefta fcienza con tanto ardore , che imprefe a far delle notarelle ali’ opere piri diffi- cili, aggiungendo ad effe quelle offer- vazioni, che le fembravano piu adatte aH’argomento. Qiiindi ne nacque, che in pochi anni fenza accorgerfi di fua diligenza ne compilo una ben volumi- nofa mole d’oflervazioni, di annotazio- ni, di rifleflioni fatte allopere de*piu ce- lebri autori moderni, che fervir potreb- berodilumea molti critici del bel tem- po, i quali dalle fronti de’libri giudicano del compleflo deli’opera. Noi, che abbiamo efaminato qualche fquarcio di P H5 qtiefti faggi, non poffiamo afficnrare il lettpre del la perfezione di queft’ opera; ma accercar poffiamo bensi, che van- taggiofa farebbe 2! puhlico, aualora le lc daffe Pultima politura: Deffa porta per titolo: Riftefftoni Storico - critichc [upr a le migliori opere d' a utori moder* ni , fatte per diporto da trna Dama „ E poiche ci e fembrato convenien- te ed utile di dar con to al puhlico d’ un ms. si inreredante ; cosi ci lufin- ghiarno, che la nobile autrice non de- frauder^ il defiderio de’fuoi amici dan« dolo quanto prima.alla luce, alficuran« dola nel medelimo tempo, che Otterni uno de’primi polti nelle private biblio- teche. AV. AVVERTIMENTO AL LETTORE. l[In abbaglio dello ftampa- tore fu la cagione per cul fi veggono i ncftni di alcu- ni autori riportati in fine deli' opera: (i fpera pero coiranneffo indice di avere fupplito airerrore. INDI- INDICE D E G L J AUT O R I. c C or o« i Santa 35 s Tuni Tuni Giatnbatifla Ta^zj Michele V Valentinis Giangiacomo Vita deli' Autore Z 7-, a nebi Giufeppe Tducchelli, Antonio 217 220 221 I 22 $ 226