Liliana Mercando, Emanuela Zanda: Bronzi da Industria (con un saggio di Luigi Beschi). Roma 1998. 307 pagg., 118 tavv. Posta sulla riva destra del Po, tra Casale Monferrato (Vardacate) e Torino (Augusta Taurinorum), Industria riveste un ruolo di primo piano nel contesto storico e archeologico della Cisalpina: "citta-santuario", sede di una grande area sacra dedicata ad Iside, e polo commerciale a controllo delle vie fluviali che collegavano i distretti minerari della Valle d'Aosta con la pianura padana. La ripresa degli scavi archeologici nel sito dell'antico municipium da parte della Soprintendenza Archeologica del Piemonte, oltre a portare nuovi dati sulle fasi insediative della citta romana, ha ridestato 1'interesse verso i famosi "bronzetti", celebrati fin dai tempi delle prime scoperte, intorno alia meta del XVIII secolo, per la varieta dei soggetti e la qualita della lavorazione. A questi ultimi e dedicato il presente volume, che raccoglie finalmente tutti i documenti con un apparato grafico e foto- grafira di notevole ampiezza, corredato da contributi critici di piacevole lettura. Liliana Mercando, con dovizia di citazioni e puntuali riferimenti bibliografici, ripercorre la storia dei ritrovamenti (pp. 9-30) dalle prime segnalazioni alia žmemoria' di Ariodante Fabretti (1880), per 1'inire con gli scavi piu recenti, che hanno restituito in associazione stratigrafica nuovi reperti bronzei. Agli scavi e dedicato il secondo contributo (pp. 31- 44), redatto da Emanuela Zanda, che si sofferma anche sulla funzione artigianale della cittadina, da collegare all'Iseion e al suo culto, che si sviluppa a partire dal I sec. d.C. Anche se le strutture rileribili ad atelier o officine dei metalli - concentrate nelle tabernae prospicienti l'area sacra - non sembrano particolarmente rilevanti, le scorie di fusione rinvenute su tutta l'area e gli scarti di lavorazione, sono indicativi di un'intensa attivita artigianale, cui sembrano partecipi artigiani greco- orientali di buona formazione, verosimilmente richiamati daliegentes mercantili che gestivano i traffici commereiali ed il culto di Iside. Alia piccola e grande statuaria in bronzo del Piemonte e di Industria le Autrici dedicano i saggi successivi, ricchi di segnalazioni e di riferimenti bibliografici. Tra i bronzi di Industria, qui analizzati da Liliana Mercando (pp. 50-64), vale la pena di segnalare una piccola replica della Tyche di Antiochia (Cat. n. 17), un frammento di ritratto maschile di "alto livello stilistico" (Cat. n. 1). la notissima applique con danzatricc velata (Cat. n. 2), oltre a numerosi bronzetti collegati al santuario e al suo culto, tra i quali una bella testa di sacerdote (Cat. n. 4), il famoso tripode (Cat. n. 25), un balsamario configurato (Cat. n. 24), numerosi bronzetti di animali (Cat. nn. 38-49) e ancora cornici cd elementi decorativi di squisita fattura (Cat. nn. 122- 188). La statuaria di grandi dimensioni e rapprcsentata da numerosi frammenti di una statua loricata in bronzo ageminato (Cat. nn. 60-81) datata dalle Autrici nella seconda meta del • II secolo sulla base del contesto stratigrafico che ne ha restituito, in tempi recenti, alcuni elementi, ma che potrebbe anche esscre anteriore a talc data sc si considera che I'opera era gia in frammenti all'epoca dell'interro. II bal t co (Cat. nn. 50-59) e invece analizzato con ampiezza di confronti da Emanuela Zanda (pp. 65-72), coadiuvata nella ricostruzione da Susanna Salines, autrice di tutti gli ottimi disegni e curatrice dcll'impaginato. Chi ude alia grande il saggio di Luigi Beschi sul Sileno inginocchiato (pp. 75-78), splendida opera della bronzistica cllcnistica, attribuita dubitativamente alia citta di Industria. Se le analisi tecniche curate da Edilberto Formigli (pp. 79- 80) eliminano ogni dubbio circa I'autenticita del pezzo, il commento stilistico di Beschi consente di inserire la piccola statua nell'artigianato in bronzo di ambiente pcrgameno. La presenza ad Industria, accanto ad altri pregevoli oggetti di tradizione ellenistica, come alcuni simpula a manico verticale (Cat. nn. 279-280), difficilmente databili in eta imperiaie, ed un bacino con attacchi a foglia di vite (Cat. n. 287), sottolinea il ruolo avuto dai mercatores italici, gli Avillii e i Lollii gia attestati a Delo e a Padova, nello sviluppo dell'area urbana. In calce al volume, dopo una serie di splendide fotografie a colori, il Catalogo offre le schede di tutti i reperti, chiare e puntuali, accompagnate da disegni e fotografie di ottima qualita, seguiti dalle tabelle di concordanza e di provenienza a cura di Ada Gabucci. Qualche osservazione, infine, sul vasellame (pp. 148-152) che nulla toglie alia žriuscita' e al valore deil'opera: Cat. 286 (tav. 104) non sembra tanto un'applique di bacile E 94-95, quanto un elemento decorativo di mobile o altro, mentre Cat. 287 (tav. 104), peraltro gia citato da Margherita Bolla in La vaisselle tardo-republicaine en bronze (Dijon 1991), p. 119 n. 13, e sicuramente pertinente ad un bacile E 94 con attacchi a foglie di vite. L'ansa Cat. 291 (tav. 105), inserita con "qualche dubbio" nel tipo bitroncoconico, variante Piatra Neamt, e piuttosto riferibile ad una brocca primoimperiale con ansa decorata da maschere o motivi dionisiaci tipo Tassinari B1222 (II vasellame bronzeo di Pompei, Roma 1993). Sulle appliques di situla a volto di Medusa analoghe a Cat. 295 (tav. 106) si e soffermata di recente Margherita Bolla che attribuisce il tipo all'Italia settentrionale (M. Bolla, II ruolo dell'area altoadriatica nella diffusione dei recipienti in bronzo (I sec. a.C.-1 sec. d.C.), in Lungo la via dellAmbra. Atti del Convegno di Studio, a cura di M. Buora, Udine 1996, p. 193, Appendice III, fig. 4). Nel suo complesso il volume e comunque ricco di spunti di riflessione, punto di partenza per successivi approfondimenti e indispensabile strumento per lo studio della civilta romana in Italia settentrionale. Marina CASTOLDI Radovan Cunja: Poznorimski in zgodnjesrednjeveški Koper. Arheološko izkopavanje na bivšem Kapucinskem vrtu v letih 1986 -1987 v luči drobnih najdb 5. do 9. stoletja. Zgodovinsko društvo za južno Primorsko, Znanstvenoraziskovalno središ- če Republike Slovenije, Koper, Koper-Capodistria 1996. Zgodovinsko društvo za južno Primorsko in Znanstveno- raziskovalno središče Republike Slovenije v Kopru sta izdala pomembno monografijo za zgodovino Kopra, severnojadran- skega in vzhodnoalpskega prostora. V obsežnem in temelji- tem delu so predstavljeni rezultati izkopavanj na bivšem Ka- pucinskem vrtu v Kopru, ki jih je v letih 1986-1987 vodil Mit- ja Guštin. Del teh smo spoznali že leta 1989 na razstavi "Ko- per med Rimom in Benetkami", ob kateri je izšel v kataloški obliki tudi prvi izbor arheološkega gradiva in vzbudil nemalo zanimanja. Publikacija je le nekoliko dopolnjeno besedilo magistrske naloge, ki jo je R. Cunja opravil pod mentorstvom prof. Ti- moteja Knifica. Izid lega dela pomeni pomemben premik v raziskovanju slovenske poznoantične in zgodnjesrednjeveške arheologije, saj predstavlja protiutež številnim - v večji ali manjši meri raziskanim - najdiščem tega obdobja v notranjosti Slo- venije. Čeprav je bila vloga primorskih krajev v zgodovini te- ga obdobja že večkrat nakazana, so vendar manjkali neposredni materialni dokazi. Avtor v začetku podaja izčrpen pregled, ki bralca uvede v dinamiko in večplastnost zgodovinskih dogajanj obravna- vanega časa s poudarkom na širšem severnojadranskem ob- močju. Pomemben ni le za zainteresiranega strokovnjaka, ampak bo dobrodošel širšemu krogu bralcev, saj predstavlja trden zgodovinski okvir, v katerega avtor pozneje vstavlja izsledke raziskav.