224 ■ Pregledni znanstveni članek/Article (1.02) Bogoslovni vestnik/Theological Quarterly 79 (2019) 4, 1075—1086 Besedilo prejeto/Received:02/2019; sprejeto/Accepted:11/2019 UDK/UDC: 316.774:272-732.2 DOI: https://doi.org/10.34291/BV2019/04/Valentan I tre Papi e la necessità degli strumenti di comunicazione sociale nella Chiesa Trije papeži in potrebnost sredstev družbenega obveščanja v Cerkvi The Three Popes and The Necessity of Means of Social Communication in the Church Riassunto: Con l'uso dei mezzi moderni di comunicazione sociale la presenza del-la Chiesa cattolica nel mondo e ancora piu grande e la Chiesa stessa non ha paura di usarli. I mass media devono essere al servizio delle persone e delle culture, del dialogo con il mondo attuale, della comunita umana e del progres-so sociale, della comunione ecclesiale e al servizio di una nuova evangelizzazi-one. Nell'account ufficiale Twitter di papa Francesco (oggi tradotto in nove lingue) il numero di followers aumenta persistentemente. Sono gia piu di quaranta milioni. Il profilo del pontefice venne aperto da Benedetto XVI alla fine del 2012. I social media sono una grande opportunita per la Chiesa attraverso i quali puo divulgare la parola di Cristo e la dottrina. Parole chiave: mezzi di comunicazione sociale, papa Francesco, papa Benedetto XVI, papa Giovanni Paolo II, Chiesa Cattolica, media Povzetek: Z uporabo modernih komunikacijskih sredstev je prisotnost Katoliške cerkve v svetu še večja in Cerkev sama se jih ne boji uporabljati. Množični mediji morajo služiti ljudem in kulturam, odpirati morajo dialog z današnjim svetom, s človeštvom in družbenim napredkom. Koristiti morajo cerkveni skupnosti in novi evangelizaciji. Na uradnem Twitter profilu papeža Frančiška (v več jezikih) število sledilcev vztrajno raste. Več kot 40 milijonov jih je že. Ta profil je odprl papež Benedikt XVI. konec leta 2012. Družbeni mediji so velika priložnost za Cerkev, da lahko preko njih širi Božjo besedo in svoj nauk. Ključne besede: sredstva družbenega obveščanja, papež Frančišek, papež Benedikt XVI., papež Janez Pavel II., Katoliška cerkev, mediji Abstract: The use of modern communication media positively affects the worldwide presence of the Catholic Church, and the Church itself has no hesitation in using them. Mass media must serve the people and cultures. They must open 225 Bogoslovni vestnik 79 (2019) • 4 the dialogue among the world, human civilization, and social progress. They must be a benefit for the church community and for new evangelization. The number of Pope Francis' followers on Twitter steadily grows; there are more than 40 million of them already. The former Pope Benedict XVI already created the Twitter account at the end of 2012. Social media offer the Church a great opportunity for spreading the Gospel and Doctrine. Key words: Means of Social Communication, Pope Francis, Pope Benedict XVI, Pope John Paul II, Catholic Church, media 1. Introduzione Se ci ponessimo la domanda che cosa sono i mezzi di comunicazione sociale oggi e che cosa sono stati nel passato, potremmo con semplicità rispondere che, a causa dello sviluppo digitale, il loro significato è cambiato nel tempo. I media una volta erano composti soltanto dal teatro, dai libri e dai giornali. Una sorta di mass media è stata anche la chiesa, nella quale il sacerdote, dopo la santa messa, pre-sentava alcune informazioni di pubblico interesse per la comunità dei fedeli. Cosí è stato per lungo tempo nella storia, ma con la radio e la televisione è cominciata una nuova storia. Questi due media potevano e possono anche oggi raggiungere un'enorme massa di persone. Oggi il vincitore della trasmissione mediatica è Internet. Per tutti questi diversi tipi di media il punto centrale è la diffusione dell'informazione e l'influenza sulla vita sociale. Ci concentreremo sugli aspetti più significativi dell'operato di tre papi riguardo i mezzi di comunicazione sociale. 2. Pontificato di San Giovanni Paolo II Sotto il pontificato di San Giovani Paolo II venne promulgato il Codice di Diritto Canonico che si dedica, in alcuni canoni, ai mass media. (Markovic 2018, 118) Nel 1986, la Congregazione per l'Educazione Cattolica emano gli Orientamenti per la formazione dei futuri sacerdoti circa gli strumenti di comunicazione sociale. Negli Orientamenti l'attenzione cade sui seminaristi che devono poter scegliere tra l'offerta dei mass media, sia in senso quantitativo che qualitativo. Si devono in-trodurre i seminaristi alla possibilita dell'uso pastorale dei mass media con lo sco-po di renderli pronti in futuro anche come confessori per consigliare la gente riguardo questo argomento. I seminaristi sono invitati a registrare film, fare inter-viste e pubblicare periodici, ma a quelli piu talentuosi si deve offrire un'educazione speciale per potersi occupare di diversi compiti nella Chiesa riguardo ai mezzi di comunicazione sociale. (Marketz 1994, 152-154) Gli Orientamenti della Congregazione hanno presentato, nei 28 paragrafi, un approccio teorico-pratico. E interessante che il documento tratti come strumenti di comunicazione sociale soltan- Sebastijan Valentan - I tre Papi e la necessità degli strumenti... 1077 to quelli già inclusi nell'Inter mirifica, invece le cassette, le diapositive, i dischi, i group media, i multimedia e i minimedia sono considerati strumenti complementan. Sembra molto incoraggiante che la Congregazione abbia affrontato questa tematica. Nel ventesimo anniversario della Communio et progressio, il 22 febbraio 1992 il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali pubblico l'Istruzione pastorale Aetatis novae, (1992, 447-468) nella quale si dichiara che con la fine del XX secolo si sarebbe aperta una nuova era per le relazioni tra la Chiesa e i mass media e le tecnologie nuove. (Crowley 2007, 7) L'Aetatis novae è un documento pratico e deve essere considerato come il testo costituente di tutti gli altri documenti rigu-ardanti i mass media. (Klemencic 1992, 5) Venti anni dopo Communio et progressio la situazione dei mass media era cambiata e il dicastero della Curia Romana dovette approcciarsi con una nuova maniera. Il documento, nella seconda parte, si rivolge alla Chiesa universale per poter usare meglio le forme moderne di co-municazione per il messaggio evangelico. La nuova Istruzione pastorale riconosce ai mass media l'influenza enorme, e questa si estende alla vita religiosa e morale, all'ordinamento politico e sociale e all'educazione. Confessa anche che la Chiesa, fino a quel momento, ha spesso trascurato il vasto campo degli strumenti di co-municazione sociale.1 Il documento ha chiamato i cristiani a cooperare nella costruzione dell'informazione. Ha avvertito su un fenomeno importante: «i sistemi pubblici di telecomunicazioni e di diffusione sono stati sottoposti a delle poli-tiche di deregolamentazione e di privatizzazione» e che «[i] motivi di profitto e gli interessi dei pubblicitari esercitano una influenza anormale sul contenuto dei media: si preferisce la popolarità alla qualità e ci si allinea sul denominatore co-mune più piccolo» (par. 5). L'Aetatis novae ha dimostrato che i mass media devo-no essere al servizio delle persone e delle culture, del dialogo con il mondo attu-ale, della comunità umana e del progresso sociale, della comunione ecclesiale e al servizio di una nuova evangelizzazione. Si sottolinea nuovamente la lotta della Chiesa per la difesa del diritto all'informazione e alla comunicazione. Sempre il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali pubblico ancora tre documenti che trattano dell'etica: nella pubblicità, nelle comunicazioni sociali e in Internet. Il primo, Etica nella pubblicità, pubblicato il 22 febbraio 1997,2 tocca tutte le forme della pubblicità (la stampa e i media audiovisivi) e tutti i suoi ambiti (economico, politico, culturale, religioso). I tratti rilevanti sono: i mass media come creatori della cultura, i vantaggi e gli effetti nocivi della pubblicità e i principi eti- J. Palakeel per es. ammette che la Chiesa Cattolica deve impostare modelli nuovi della formazione sacerdotale per poter preparare bene i futuri sacerdoti, capaci di muoversi nell'era digitale. I seminari maggiori del mondo non hanno offerto abbastanza corsi sulla comunicazione sociale. L'incapacità d'incorporare la comunicazione nei diversi uffici pastorali della Chiesa puo essere connessa con la mancanza di questa materia nella formazione sacerdotale. (2006, 172) Una breve analisi del documento si puo trovare nel P. E. Murphy, Ethics in Advertising: Review, Analysis and Suggestions, Journal of Public Policy & Marketing, vol. 17 (1998), pp. 316-319; G. G. Brenkert, Ethics in Advertising: the Good, the Bad, and the Church, Journal of Public Policy & Marketing», vol. 17 (1998), pp. 325-331. 227 Bogoslovni vestnik 79 (2019) • 4 co-morali nella pubblicità. Nel documento, che offre uno sguardo realístico sui mass media, è presente l'opinione della Chiesa circa la sua dottrina sociale ormai conosciuta. Il testo si occupa del ruolo della pubblicità (Rustja 1997, 33) e sotto-linea che il dovere principale dei pubblicitari deve essere la verità e la responsabilità. Il bene comune deve essere l'obiettivo di tutti i rapporti sociali, anche della concorrenza che è un aspetto importante della pubblicità. Con questo documento la Chiesa ha voluto partecipare nella formazione, nella critica e nell'educazione dei pubblicitari tramite i mass media. L'Etica nelle comunicazioni sociali, del 2 giugno 2000, non ha portato alla luce una tematica completamente nuova, perché già il Decreto Conciliare Inter Mirifica nel par. 6 parlo del valore etico nei mezzi di comunicazione sociale, evidenzi-ando »che il primato dell'ordine morale oggettivo deve essere rispettato assolu-tamente da tutti.« Il documento Etica nelle comunicazioni sociali sottolinea che nell'area dei mass media una nuova etica non è necessaria, ma ci vuole invece l'applicazione dei principi già stabiliti. Dal documento emerge che il Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali ha voluto favorire dialogo e dibattito su problemi urgenti etici derivanti dalle nuove tecnologie dei mass media. Nel par. 21 del documento viene sottolineato il principio etico fondamentale: »la persona umana e la comunità umana sono il fine e la misura dell'uso dei mezzi di comunicazione sociale. La comunicazione dovrebbe essere fatta da persone a beneficio dello sviluppo integrale di altre persone«. Dal documento si evince chiaramente che per la Chiesa i mass media sono i prodotti dell'intelligenza umana e allo stes-so tempo i doni di Dio. (Ricceri 2012, 134) Con l'uso cosí vasto di Internet anche la Chiesa ha dovuto adeguarsi. Papa San Giovanni Paolo II, il 22 novembre 2001, mando per posta elettronica il primo documento ecclesiastico, l'Esortazione Apostolica Ecclesia in Oceania. Cosí la posta elettronica divento parte della missione annunciante della Chiesa nel suo più alto livello. Lo stesso papa, il 24 gennaio 2002, per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, scrisse un messaggio su Internet. (Giovanni Paolo II 2002)3 Il 28 fe-bbraio 2002 vennero pubblicati due documenti del Pontificio Consiglio delle co-municazioni sociali: Etica in Internet e La Chiesa e Internet. Entrambi i documen-ti sottolineano che la realtà virtuale non puo sostituire la vera comunità umana, la realtà dei sacramenti o il messaggio evangelico immediato. Questo rimane sempre una cosa personale, vera e autentica. Internet puo essere pero uno stru-mento per vivere la fede in modo più fruttuoso e la Chiesa puo usarlo come mezzo per arrivare a più persone, anche in posti lontani. Il Pontificio Consiglio delle Il pontefice descrisse Internet in questo documento come «un nuovo "forum", nel senso attribuito a questo termine nell'antica Roma, ossia uno spazio pubblico dove si conducevano politica e affari, dove si adempivano i doveri religiosi, dove si svolgeva gran parte della vita sociale della città e dove la natura umana si mostrava al suo meglio e al suo peggio. Era uno spazio urbano affollato e caotico che rifletteva la cultura dominante, ma creava anche una cultura propria. Ció vale anche per il ciberspazio, che è una nuova frontiera che si schiude all'inizio di questo millennio. Come le nuove frontiere di altre epoche, anche questa è una commistione di pericoli e promesse, non priva di quel senso di avventura che ha caratterizzato altri grandi periodi di cambiamento. Per la Chiesa il nuovo mondo del ciberspazio esorta alla grande avventura di utilizzare il suo potenziale per annunciare il messaggio evangelico» (par. 2). Sebastijan Valentan - I tre Papi e la necessità degli strumenti... 1077 comunicazioni sociali non ha dimenticato di avvertire che ci vuole una formazione o educazione adeguata per i seminaristi, sacerdoti, genitori e giovani riguardo Internet e ha sottolineato i suoi influssi sia positivi che negativi. Il rifiuto dell'utilizzo di Internet a causa della paura delle nuove tecnologie non è accettabile. Soprat-tutto dal documento Etica in Internet deriva l'avvertimento dell'individualismo esagerato e del pericolo del »ciber-terrorismo.« Il documento ha condannato i tentativi con i quali alcune autorité hanno voluto bloccare l'accesso all'informazione su Internet e ha sostenuto la liberté di espressione e il libero scambio delle idee. L'ultimo documento papale riguardo i mass media fino a oggi è la Lettera Apostolica del sommo pontefice San Giovanni Paolo II, Il rapido sviluppo, del 24 gen-naio 2005, indirizzata ai responsabili delle comunicazioni sociali. Il Santo Padre volle, quarant'anni dopo Inter mirifica, ripensare alle sfide che i mass media signi-ficano per la Chiesa. San Giovanni Paolo II, che conosceva bene l'influsso dei media, affermó in questa lettera apostolica la convinzione della Chiesa »che l'uso delle tecniche e delle tecnologie della comunicazione contemporanea fa parte integrante della propria missione nel terzo millennio« (par. 2). Dalla lettera emerge che i mezzi di comunicazione sociale sono un grande aiuto per la Chiesa per la propagazione del suo messaggio evangelico e dei suoi messaggi dottrinali e pastorali. È un segno d'incoraggiamento che riguardo Internet »[m]olti cristiani stan-no gié utilizzando in modo creativo questo nuovo strumento, esplorandone le potenzialité nell'evangelizzazione, nell'educazione, nella comunicazione interna, nell'amministrazione e nel governo», ma allo stesso tempo «è importante garantire formazione ed attenzione pastorale ai professionisti della comunicazione. Spesso questi uomini e queste donne si trovano di fronte a pressioni particolari e a dilemmi etici che emergono dal lavoro quotidiano« (par. 9). Il Santo Padre sottolineo nella lettera il dovere della Chiesa d'offrire il proprio contributo per una migliore comprensione delle visioni e delle responsabilité connesse con lo svilu-ppo dei mass media. Nello stesso anno della pubblicazione della Lettera Apostolica mor! San Giovanni Paolo II e la Chiesa, nel 2005, annuncio per la prima volta nella storia la morte di un papa tramite Internet. 3. Pontificato di Benedetto XVI Dopo il lungo pontificato di San Giovanni Paolo II (16 ottobre 1978 - 2 aprile 2005) e dopo tanti sviluppi veloci nel campo delle comunicazioni sociali alle quali la Chiesa ha risposto adeguatamente, siamo adesso davanti a un pontificato collocato in un tempo diverso, quello di Benedetto XVI (19 aprile 2005 - 28 febbraio 2013). E chiaro che papa Benedetto XVI era diverso da San Giovanni Paolo II gia a causa della sua personalita, condizionata dalla storia e dal carattere. Come diceva Federico Lombardi, ex portavoce della Santa Sede, Benedetto era un papa che per capirlo in profondita bisognava ascoltarlo, leggerlo e rileggerlo. Lui «e un grande 229 Bogoslovni vestnik 79 (2019) • 4 teologo, una persona di cultura e tendenzialmente un intellettuale, anche come interessi e stile di vita.» (Varagona 2015, 119-120) La sua personalita ha certamente avuto influssi sul suo modo di considerare i mass media. Anche se il dicastero della Curia Romana, responsabile in questo campo, durante il pontificato di Benedetto XVI non pubblico nessun documento, questo non significa che il papa non avesse interesse per gli strumenti di comuni-cazione sociale. Al contrario. Gia al quinto giorno dalla sua elezione il neo papa incontro i giornalisti in Aula Paolo VI e possiamo dire che con questo suo discorso rivolto a loro, inizia il suo Magistero sulle comunicazioni di massa. Dopo aver rin-graziato per il servizio dei giornalisti e dopo aver ricordato il rapporto del Concilio Vaticano II e San Giovanni Paolo II con i mass media, aggiunse: »Perché gli strumenti di comunicazione sociale possano rendere un positivo servizio al bene co-mune, occorre l'apporto responsabile di tutti e di ciascuno. E necessaria una sem-pre migliore comprensione delle prospettive e delle responsabilita che il loro svi-luppo comporta in ordine ai riflessi che di fatto si verificano sulla coscienza e sulla mentalita degli individui come sulla formazione della pubblica opinione. Non si puo poi non porre in evidenza il bisogno di chiari riferimenti alla responsabilita etica di chi lavora in tale settore, specialmente per quanto riguarda la sincera ri-cerca della verita e la salvaguardia della centralita e della dignita della persona. Solo a queste condizioni i media possono rispondere al disegno di Dio che li ha posti a nostra disposizione /.../.« (Benedetto XVI 2005, 705) Anche se il papa emerito non e entrato nell'ambito delle comunicazioni socia-li in senso approfondito ed esteso, ha pero seguito e proseguito fedelmente la strada di Giovanni Paolo II e ha lasciato alcune sfide per oggi. L'insegnamento di papa Benedetto XVI sui mass media ha aperto alcuni oriz-zonti alle nuove tecnologie. (Ruiz 2016, 546) Questo si puo notare dal suo discorso ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio delle comunica-zioni sociali quando disse che »[i] nuovi linguaggi che si sviluppano nella comunicazione digitale determinano, tra l'altro, una capacita piu intuitiva ed emotiva che analitica, orientano verso una diversa organizzazione logica del pensiero e del rapporto con la realta, privilegiano spesso l'immagine e i collegamenti ipertestu-ali.« (Benedetto 2011, 189) Parlando di nuove tecnologie e di nuovo linguaggio, in riferimento alla nuova evangelizzazione, papa Benedetto ha usato l'esempio dei missionari. Anche loro hanno dovuto usare un linguaggio nuovo per avvicinare l'annuncio evangelico alla gente. (Ruiz 2016, 547-548) Possiamo dire che la storia si ripete, ma il tempo at-tuale richiede approcci e modelli nuovi anche se l'intenzione rimane la stessa. Papa Benedetto XVI ha un stile comunicativo proprio. Ha continuato a scrivere libri teologici come Gesu di Nazaret che sono diventati best-seller. Ha rilasciato interviste personali ai giornalisti e non soltanto durante i voli verso i diversi paesi nei viaggi internazionali. Le sue opinioni ed esperienze anche molto personali sono state raccolte nei libri di Peter Seewald. Prima del suo primo viaggio in patria e stata trasmessa in televisione una sua intervista. Il papa emerito e il primo papa Sebastijan Valentan - I tre Papi e la necessità degli strumenti... 1077 che ha parlato con gli astronauti della stazione spaziale, ha usato sia i radio mes-saggi che i video messaggi. Le sue attivita sono state disponibili sul canale Youtu-be e altri. Nel suo sessantesimo anniversario sacerdotale ha aperto un portale web del Vaticano, News.va. (Eilers 2014, 213) L'Esortazione Apostolica post-sinodale di papa Benedetto XVI, Verbum Domini, ha una certa rilevanza per i mass media se la guardiamo in senso olistico. Il documento, che riflette sul processo delle relazioni che esistono tra Dio e uomo, mostra come la parola divina entra nella liturgia e la vita cristiana e infine dimostra che la Chiesa ha la missione di trasmettere la parola divina nel mondo intero. In un solo paragrafo (113) l'Esortazione si riferisce direttamente ai mezzi di comunicazione sociale, dove si legge che »[i] Padri sinodali hanno raccomandato una conoscenza appropriata di questi strumenti, ponendo attenzione al loro veloce sviluppo e ai diversi livelli di interazione e investendo maggiori energie per acquisire competen-za nei vari settori, in particolare nei cosiddetti new media, come ad esempio Internet«. Non basta che la parola divina sia presente nella forma stampata, ma deve essere presente anche in altre forme e tra queste nuove forme di comunicazione sociale viene sottolineato il ruolo crescente di Internet, »che costituisce un nuovo forum in cui far risuonare il Vangelo, nella consapevolezza, pero, che il mondo vir-tuale non potra mai sostituire il mondo reale e che l'evangelizzazione potra usu-fruire della virtualitá offerta dai new media per instaurare rapporti significativi solo se si arrivera al contatto personale, che resta insostituibile. Nel mondo di Internet, che permette a miliardi di immagini di apparire su milioni di schermi in tutto il mondo, dovra emergere il volto di Cristo e udirsi la Sua voce /.../.«4 Il rapporto di Benedetto XVI con i mezzi di comunicazione fu positivo e uso questi mezzi, anche nuovi, per diffondere il messaggio cristiano. Non si spavento di fronte ai cambiamenti enormi nel campo delle comunicazioni sociali, perché percepi questi mezzi come i mezzi adatti a dare un grande contributo allo sviluppo democratico nel mondo e al dialogo tra gli uomini. (Ricceri 2012, 140) La comunicazione e il dialogo della Chiesa cattolica con il mondo e stato ed e ancora uno dei punti centrali della sua vita e del suo pontificato. 4. Papa Francesco - il Papa dei media Siamo finalmente arrivati al tempo attuale. Davanti a noi c'è un nuovo pontificato e un nuovo papa, Francesco. La sua elezione (13 marzo 2013) è stata una vera sorpresa per tutto il mondo. In questo articolo certamente non si possono mostrare tutte le sue attività, ci limitiamo a quelle più significative, collegate con i mass media. La cosa più radicale e istituzionale arrivô nel giugno 2015 quando Francesco, con il Motu Proprio L'attuale contesto comunicativo, istitui la Segreteria per la Il Cristo come il centro della Chiesa è, senza dubbi, il tema più importante dell'ecclesiologia di Ratzinger (Fryvaldsky 2012, 90). 231 Bogoslovni vestnik 79 (2019) • 4 comunicazione.5 Prima pero un Comitato incaricato di proporre una riforma dei mezzi di comunicazione vaticani preparo un rapporto finale, e il Consiglio di cardinali, che aiuta il papa nel governo della Chiesa e nello studio della revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus, esamino questo rapporto. Successi-vamente il Consiglio dei cardinali suggeri al pontefice di istituire la Commissione per studiare tale Rapporto e proporre altri passi in merito. Papa Francesco il 23 aprile 2015 istitui questa Commissione. (Sala Stampa della Santa Sede 2015) Il papa sapeva bene che lo sviluppo dei media digitali »richiede un ripensamento del sistema informativo della Santa Sede e impegna ad una riorganizzazione che, valorizzando quanto nella storia si e sviluppato all'interno dell'assetto della comu-nicazione della Sede Apostolica, proceda decisamente verso una integrazione e gestione unitaria« (m. p. L'attuale contesto comunicativo, prefazio). Il pontefice vuole che diverse parti delle comunicazioni vaticane si incorporino »in un nuovo Dicastero della Curia Romana, che sara denominato Segreteria per la Comunicazione« perché il sistema comunicativo della Santa Sede puo in tal modo rispon-dere »sempre meglio alle esigenze della missione della Chiesa« (Ibid.). Dal par. 1 del Motu Proprio emerge che nel nuovo Dicastero della Curia Romana confluiran-no: Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, Sala Stampa della Santa Sede, Servizio Internet Vaticano, Radio Vaticana, Centro Televisivo Vaticano, L'Osservatore Romano, Tipografia Vaticana, Servizio Fotografico e Libreria Editrice Vaticana. Questo Dicastero ha assunto anche »il sito web istituzionale della Santa Sede: www. vatican.va e il servizio Twitter del sommo pontefice: @pontifex« (par. 3). I mass media sono dunque nel centro della riforma di Francesco della Curia Romana.6 Con il nuovo Dicastero della Curia, il pontefice volle un nuovo sistema comunicativo della Santa Sede. Presento la sua decisione ai partecipanti alla Plenaria della Segreteria per la comunicazione, dicendo: »La storia e, indubbiamente, un patrimonio di esperienze preziose da conservare e da usare come spinta verso il futuro. Diversamente essa si ridurrebbe a un museo, interessante e bello da visitare, ma non in grado di fornire forza e coraggio per il proseguimento del cammi-no.« (Francesco 2017) Quali frutti portera questa riforma ce lo mostrera solo il futuro. Papa Francesco dall'inizio del suo pontificato ha mostrato interesse per i mez-zi di comunicazione sociale e per il loro influsso nella societa. Nell'Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium del 24 novembre 2013, che riporta i risultati dal Sinodo dei Vescovi circa la Nuova Evangelizzazione, il pontefice avverte che l'annuncio della Chiesa nel mondo contemporaneo corre il rischio di venire alte-rato, perché i media operano veloci e scelgono le notizie tendenziose (par. 34). L'influenza dei mass media e anche una delle diverse cause della mancata identi-ficazione di tanti con la tradizione cristiana (par. 70). L'influenza dei mezzi di co-municazione di massa crea cambiamento culturale, sia nelle citta sia negli ambi- Nell'udienza concessa al Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato il 27 febbraio 2018, papa Francesco ha deciso che la Segreteria per la Comunicazione si chiami, d'ora in poi, Dicastero per la Comunicazione (Becciu 2018, 7). Di questo argomento vedi Varagona 2015, 99-101. Sebastijan Valentan - I tre Papi e la necessità degli strumenti... 1077 enti rurali (par. 73). Nel par. 52 il papa invece loda il ruolo dei media quando essi contribuiscono al bene della gente. Forse negli ultimi tempi il piu discutibile documento pontificio, che ha provo-cato anche moltissimi opinioni contrastanti, e l'Esortazione Apostolica post-sino-dale Amoris Laetitia del 19 marzo 2016. Anche se non ha un capitolo dedicato ai mezzi di comunicazione sociale, il papa tratta di questi strumenti nel capitolo set-timo, dedicato al rafforzamento dell'educazione dei figli. Nel par. 278 sottolinea che «[l]'incontro educativo tra genitori e figli puo essere facilitato o compromes-so dalle tecnologie della comunicazione e del divertimento, sempre piu sofisticate». Se si usano bene «possono essere utili per collegare i membri della famiglia malgrado la distanza. I contatti possono essere frequenti e aiutare a risolvere difficolta». Il pontefice avverte che un dialogo personale e profondo non puo essere sostituito con queste tecnologie, perché un tale dialogo richiede il contatto fisico o la voce dell'altra persona. Papa Francesco, ben consapevole della situazi-one odierna nelle famiglie, mostra poi i casi concreti, quelli ormai divulgati, quando i membri della famiglia durante il pranzo giocano ciascuno con il proprio smartphone o quando uno dei coniugi «si addormenta aspettando l'altro, che passa ore alle prese con qualche dispositivo elettronico». In tal caso questi mezzi allontanano le persone invece di avvicinarle, ma il pontefice consiglia che un caso cosí puo essere un'opportunita di dialogo famigliare e per gli accordi »che per-mettano di dare priorita all'incontro dei suoi membri senza cadere in divieti in-sensati.« I «rischi delle nuove forme di comunicazione per i bambini e gli adolescenti» non si possono ignorare. Il papa usa l'espressione "autismo tecnologico" che »li espone piu facilmente alla manipolazione di quanti cercano di entrare nella loro intimita con interessi egoistici. « Lo stile di papa Francesco7 ha suscitato alta attenzione nei mass media del mondo e nell'opinione pubblica. Soprattutto con l'uso dei mezzi moderni di comunicazione la presenza della Chiesa cattolica nel mondo e ancora piu grande e la Chiesa stessa non ha paura di usarli. Nell'account ufficiale Twitter di papa Francesco (oggi tradotto in nove lingue) il numero di followers aumenta persistentemente. Sono gia piu di quaranta milioni. Il profilo del pontefice venne aperto da Benedetto XVI alla fine del 2012. Con papa Francesco e esploso un altro fenomeno. Le piu famose riviste mondiali gli hanno dedicato le loro copertine e la rivista »Time« lo ha scelto come la persona dell'anno gia durante il primo anno del suo pontificato. Tutto cio e certamente l'influsso dei nuovi media e anche della popolarita del sommo pontefice. Significativo e l'interesse del papa per gli ambi-enti che non sono cosí vicini alla Chiesa. (Tridente 2016, 51-53) I social media sono una grande opportunita per la Chiesa attraverso i quali puo divulgare la parola di Cristo e la dottrina. Le fake news sono il lato negativo della liberta di espressione e d'informazione. Questo fenomeno cresce sempre di piu; sembra pero opportuno, almeno con un cenno veloce, parlare di questo, perché stiamo approfondendo la relazione di Riguardo lo stile comunicativo di papa Francesco vedi Carroggio 2016, 501-514. 233 Bogoslovni vestnik 79 (2019) • 4 papa Francesco e i mass media. Lo stesso papa inoltre ha scelto questo fenomeno proprio come oggetto centrale del suo messaggio per la 52a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali dell'anno 2018. Il papa sostiene che »[o]ggi, in un contesto di comunicazione sempre piu velo-ce e all'interno di un sistema digitale, assistiamo al fenomeno delle "notizie false", le cosiddette fake news.« (Francesco 2018, preambolo) Gia nel primo paragrafo poi il pontefice ci offre una definizione di ció che sono le fake news: »Fake news e un termine discusso e oggetto di dibattito. Generalmente riguarda la disinfor-mazione diffusa online o nei media tradizionali. Con questa espressione ci si rife-risce dunque a informazioni infondate, basate su dati inesistenti o distorti e mirate a ingannare e persino a manipolare il lettore. La loro diffusione puó rispon-dere a obiettivi voluti, influenzare le scelte politiche e favorire ricavi economici». La loro influenza e enorme e «persino le smentite autorevoli difficilmente riesco-no ad arginarne i danni« (ibid.). La conseguenza della disinformazione »e lo scre-ditamento dell'altro, la sua rappresentazione come nemico, fino a una demoniz-zazione che puó fomentare conflitti« (ibid.). Papa Francesco ha sottolineato anche le iniziative istituzionali e giuridiche, «impegnate nel definire normative volte ad arginare il fenomeno, come anche quelle, intraprese dalle tech e media company, atte a definire nuovi criteri per la verifica delle identita personali che si nascondono dietro ai milioni di profili digitali» (par. 2). Il papa in seguito mostra la "logica del serpente" del libro della Genesi: si deve essere consapevoli di ció che e bugia e seduzione. Il punto centrale del suo pensiero e che bisogna sempre difen-dere la verita. Proprio il giornalista deve essere »custode delle notizie« e respon-sabile per ció che comunica (par. 4). 5. Conclusione Papa Francesco e il Papa dei media. Con lo sviluppo delle nuove tecnologie e dei nuovi strumenti di comunicazione sociale questo diventa chiaro. La sua presenza nei diversi forum digitali ci mostra che la Chiesa di oggi e ben consapevole di ció che significano i nuovi media per la sua missione e per la nuova evangelizzazione. Senza l'uso dei mezzi disponibili, la Chiesa rimarrebbe in un mondo assai isolato. Dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa e sempre piu orientata verso il mondo e verso il popolo intero. Papa Francesco usa i mass media per cercare le pecore smar-rite (Lc 15, 1-7) e per divulgare la buona novella, per dialogare con la gente. Per lui la conversazione e »la piu bella forma di dialogo«. (Slatinek 2017, 326) La rior-ganizzazione del sistema dei mezzi di comunicazione della Santa Sede mostra che papa Francesco e consapevole del loro significato e dell'influsso che essi possiedono. Anche papa Giovanni Paolo II e papa Benedetto usavano i mass media, come abbiamo visto, per poter essere vicini alla gente e al mondo contemporaneo. Oggi non possiamo immaginarci piu un papa che non usi i mezzi di comunicazione sociale, poiché tramite questi si svolgono gli eventi giornalieri che entrano nella vita della gente e dunque nella vita dei fedeli. Sebastijan Valentan - I tre Papi e la necessità degli strumenti... 1077 Nell'incontro annuale dell'anno 2018 degli addetti stampa e dei portavoce delle Conferenze Episcopali in Europa il filo rosso è stato il tema Come comunicare Cristo e la Chiesa in Europa. I partecipanti si sono dedicati «al mondo digitale nel-le sue diverse dimensioni e all'annuncio del Vangelo ai giovani, specialmente at-traverso le reti sociali» e hanno dichiarato che »[l]e reti sociali sono "luoghi" par-ticolarmente frequentati dai giovani che vi trascorrono molto tempo della loro giornata. Anche se questi possono essere considerati luoghi di relazioni "leggere", i giovani di oggi come di ogni tempo hanno bisogno di relazioni che superano il limite dello schermo quando si tratta di affrontare le loro domande esistenziali e quelle legate alla sfera spirituale. /.../ Abitare il mondo digitale significa anche te-nere conto dei diversi devices. Annunciare Cristo ai giovani, allora, non è una que-stione tecnologica. Che si considerino i media sociali luoghi o strumenti, la sfida per la Chiesa rimane la stessa: intercettare la persona umana nel suo bisogno fondamentale d'infinito. Cosí, la Chiesa è presente nel mondo digitale per andare all'incontro dell'uomo, e dei giovani in particolare, per portare il messaggio di salvezza che è Cristo.« (Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa 2018) In questa dichiarazione attuale brilla il fine della Chiesa per l'uso dei mezzi di comunicazione sociale che ci accompagna lungo la storia, cioè l'annuncio evangelico. Questo annuncio senza l'uso dei mezzi di comunicazione sociale moderni non puô essere efficace. Perciô è lodevole e urgente che la Chiesa tramite questi mezzi si avvicini alla gente per poter arrivare alla salvezza. Riferimenti Becciu, Giovanni Angelo. 2018. Rescriptum ex audientia SS.mi. Osservatore Romano, 24 giugno, 7. Benedetto XVI. 2005. Discorso ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione sociale del 23 aprile 2005. AAS 97:703-705. ---. 2010. Verbum Domini. AAS 102:681-787. ---. 2011. Discorso ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio delle Comuni-cazioni Sociali. 28 febbraio. 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