ANNO XIX. Capodistria, 16 Aprile 1885. N. 8. J8GU flf Hi M&X tivl .Il^liv ÄU8 hi VJfl olii! -ne'lidb jshj ütay

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Queste favorevoli disposizioni, manifestate nel seno della decessa società agraria, della dieta provinciale e dalli organi della pubblica opinione, sarebbero commen-devolissime se ci fosse dato conoscere che le questioni riferentisi allo stato attuale e futuro dell' agricoltura istriana si dimostrino perfettamente comprese: allora soltanto si saprebbero quali mezzi sieno da impiegarsi, di qual natura sieno questi mezzi, qual fiducia sia permesso di nutrire della loro efficacia: altrimenti si va a caso e si potrebbe correre il grave rischio di smarrirsi nel vasto campo delle illusioni. Le quali in certi casi particolari trovano un terreno adattatissimo a propalarsi, dilatandosi vigorose in ragione diretta dei vantaggi che ne potrebbero immaginare gl' interessati. Senza entrare in un argomento che nei suoi aspetti svariatissim: si presenta difficile e complesso e che per 1' importanza sua varrebbe la pena tenesse occupata più che noi faccia la possidenza istriana, ci limiteremo a toccare una questione secondaria ma di grandissimo momento pei proprietari territoriali della valle del Quieto e per tutti gli altri della zona circostante che attingono da quelle il complemento necessario alla loro agricola economia, e ci ingegneremo a delineare la via più breve a seguirsi non solo per facilitare ina per rendere possibile la bonifica di quella importantissima località. Così precisando il fatto, prosureremo di escire possibilmente dalle vaghe generalità, quand' anche dovessimo riconoscere che il positivo ed il reale sieno meno docili alla nostra volontà che 1' immaginazione e la fantasia. Molto si è discorso e si discorre sulla regolazione del Quieto e sulla conseguente bonificazione della valle percorsa da questo fiume, i terreni della quale, adattatissimi alla produzione del fieno, pella loro estensione e feracità potrebbero divenire una vera benedizione per tutte le circostanti campagne, le quali difettano di prati e d'animali. Se non che un attento esame sulle peculiari condizioni nelle quali trovasi la miglior parte della proprietà fondiale di detta vallata, induce la persuasione che la bonifica di quei terreni involve una questione non soltanto tecnica ma economica e che fa mestieri risolvere quest' ultima prima che si possa presentare l'altra nel suo aspetto naturale e pratico. Difatti la proprietà dello Stato e dei comuni, che si estende in molta parte di quella vallata, presenta l'ostacolo principale alla sua bonifica, la quale per riuscire proficua e perdurare a vantaggio delia generale economia della zona limitrofa, bisogna sia costantemente guidata e sorretta da cuie ed attività tutte proprie che non possono scaturire nè essere animate che dal sentimento della proprietà individuale. Questa opposizione se appare facile ad essere superata in quanto si riferisce ai beni comunali, presentasi a primo aspetto difficile e scabrosa di fronte alla foresta erariale di Montoua. Senonchè abbiamo il convincimento che quella foresta dovrà allargarsi in altra parte del nostro paese e che la sparizione sua, fortunatamente in questo caso particolare non tarderà ad essere consigliata al Governo da argomenti vitalissimi, che si risolvono tutti a vantaggio delle fiuauze e degli scopi supremi dello Stato. Anzi, interessi superiori, indipendenti dalla questione finanziaria, i quali potrebbero opporsi alla sua distruzione non soltanto non ne esistono, ma la sua scomparsa dovrebbe essere e per la posizione bassa e depressa che occupa e per le condizioni igieniche ed economiche delle circostanti campagne precisamente suggerita dalla loro tutela. Ed in vero, l'importanza delle foreste nell'economia fisica di un paese si scorge diminuire a mano a mano che il bosco scende dal monte e si dimostra nulla e sovente negativa quando lo si scorge occupare delle località tanto depresse da innalzarsi come nel caso presente appena pochi metri dal livello del mare, Difatti la postura nella quale si estende il bosco di Moutona, fa sì che !a sua esistenza non sia necessaria come quella delle selve montane che arrestano il terreno sui clivi, frenano il corso delle acque, influiscono a moderare 1' intemperie del clima. Al contrario questa selva è dannosa alla generale economia della valle del Quieto, come quella che impedisce lo smaltimento dell' acqua, facilita qua e là la formazione di chiazze paludose, mantiene un grado soverchio di umidità, che non può venire assorbita nè dalle piante uè dal sole del periodo estivo e vi genera la malaria. Dissodando il bosco verrebbe a cessare da parte dello Stato le spese di sorveglianza ed il prezzo della 58 vendita 1' imposta territoriale ed i diritti di mutazione di cui verrebbero colpite quelle terre le apporterebbero dei vantaggi cousiderevoli, senza dire che gli estesissimi benefici che ne risentirebbero l' agricoltura e 1' igieue in larga zona di territorio circostante, li aumenterebbero ad utile reciproco dello Stato e della provincia. A noi pare che non vi sia un solo argomento che militi pella sua conservazione e che la sua graduale scomparsa tanto dal lato igienico quanto economico, dovrebbe venire suggerita con vantaggio grandissimo del paese e dello Stato daccordo coi dettami della scienza forestale. Alla quale spetta un compito nelle regioni superiore e pedemontana dell' Istria tanto grave e d* un interesse tanto diretto alla fisica economia di questo paese da desiderare Che quasi tutta la pratica attiviti, che da essa attende questa provincia, si concentri è manifesti in quelle località. Tuttavolta senza pretendere di dare suggerimenti concreti, i quali non sono possibili che dopo uu maturo esame delle condizioni locali, speriamo di non aver fatto indarno questi cenni e che altri più esperti e provetti nel!' argomento possano trattare con tutte le modalità necessarie a tradurlo iu atto gettando così le basi naturali della bonifica di quella vallata. N: D.r li. Una lettera di Vittor Carpaccio Nella Domenica Letteraria (1 Marzo 1885) leggesi — Una lettera di Vettor Carpaccio — accompagnata da un articolo del Professor Molmenti, uno de' pochi scrittori che sanno oggi accoppiare 1' erudizione all' eleganza del dettato. Tutto assieme lettera e premesse sono della massima importanza per noi ; e qui mi affretto a renderne conto ai lettori della Provincia. L' autore comincia col rilevare come intorno al nome di Vettore Carpaccio si destò in questi ultimi anni un culto affettuoso, caldo, quasi d'entusiasmo. Aggiunge che poco o nulla si conosce della sua vita, e deplora che la imagine di lui, a traverso tanto corso di tempo sia giunta a noi annebbiata così, che non ci è dato scoprire gli intimi legami che stringono all' artefice 1' uomo. Quindi entra subito sulla questione del luogo natio; questione trattata dal Molmenti con la massima delicatezza, e con ogni riserbo, senza offender punto, i diritti della costante tradizione iu Capodistria. Segue un cenno degli autori che toccarono della patria di Vittore. Il Vasari, lo chiama venezianamente Scarpaccia, veneziano lo dice senz'altro. Che Carpacio o Charpatio, come sempre si sottoscrisse il Carpaccio, in piazza abbia avuto questo cognome (le storpiature furono sempre frequenti) può anche essere, ed io non ci metto nè pepe nè sale. E quanto alla testimonianza del Vasari, sono noti oggi i suoi molti svarioni. Carlo Ridolfi nella Vita degli illustri pittori veneti e dello stato chiama il Bhi-iòoqaO .VAX 1 fTMJ'j Otfi'.'TV! i1 c. 135 r. — Die 24 Augusti 1571. S.r Ioseppus Verona D. è scelto prouisor fontici insieme con s.r B,ay-naldus I)., s.r Daniel de Ottaceo D. c. 141 r. —• Die 23 Decembris 1571, podestà Andrea Giustiniani. S.r Petrus Vergerius D. — neppure qui è detto Fauonias — è dei dieci prouisores al monte, ,dieci cittadini non interessati, saltem rispetto del monto „predetto, ma liberi in quanto sarà possibile etiandio „d'ogni suspition di interesse, li quali dieci non si ca-,cino di capello, et ridotti al u.o di sei almeno si incendino far n.o perfetto, alla prudentia, et integrità de' „quali sia commesso, che con l'interuento, pre.ntia, et „aut.ta del cl.mo s.r Andr.a Iust.o dig.mo Pot.ta, et *Cap.o di questa città siano tenuti sotto debito di sacramento quanto prima ridursi insieme, et ridotti che „saranno sotto il medesimo uincolo di sacramento siano „obligati di deliberar pur à bossolo, et ballotte, et con „la maggior parte di quelle ogni, et ciascuna sorte di „prouisione, che imaginar si possa, à flue che per quella „si troni cou effetto quella maggior, et piti pronta söm-„ma, et quantità di danari, che per beneficio di questa „città sarà per essi possibile di ritrouare, accioche la „pouertà, et li cittadini bisognosi nelle sue necessità „prontamente, et cou quel manco interesse, che sarà „possibile, siano souueniiti, nè più siano sforzati, come „insino ad hora è sta fatto, et si fa tuttauia, per procedersi andar iu terre aliene con euideutissimo loro i,danno, pagando quaranta, et più per cento." Pro parte ball. 120, Contra 55. — c. 140 r. e v. 114 r. — Ma intanto,' da quando fu creato ambasciatore, come si è veduto di sopra ai 30 d'agosto del 1556, fino ad ora, in questi quindici lunghi anni ue' quali non s'incontra nei -Libri de' Consigli — che faceva, dove trovavasi, era forse malato il nostro Vergerio ? Chi sa dire ? 0 se ne *) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna di Santa Giustina e i nuin. 22, 23, 24 an. XVIII, 2, 3, 6, 7 an. XIX. — Digressioni. leggeva forse il nome nelle carte perdute del Libro N. | o di quello P? t vi ti m t c. 114 r. — Die. 2. Marti). 1572. — „Inuigilando „di continuo il nostro cl.ino s.r Pot.ta suddetto — ,à tutto suo potere di far beneficio à questa no^a „città, et ritrouandosi sua m.tia cl.ma hauere nelle mani „di ragione della ser.ma S. N. due. 220. et hauendo „prontamente promesso di uoler supplicare sua ser.tà „che per gratia spetiale ci uoglia concedere tal danaro „per spenderlo nella escauation del canale sotto la muda, „la qual escauatione di quanto commodo, et utile habbia „ad essere si per la conduttion delti sali, et altre entrate, come per altre infinite cose, non è ale.o che a-„geuolmente non lo possa sapere, et considerando conoscere: et perciò che senza quasi alcun dubbio crede „sua S.ria cl.ma di ottenere la gratia s,ta et non dolendo, ne potendo essere à bastanza d.o danaro à fine „che cou una cosi buona, et opportuna occasione si possa „far quanto è pred.o — L'anderà parte, che per questo „spett. cons.o siano eletti. 3. li quali con l'interuento „delli spett. s.ri sindici habbiano aut.ta di ratare tutti „quelli, che alle loro buone conscienze si al pre.nte, „come nell' auuenire, che gli parerà, che potessero conseguire utilità, beneficio, et commodo per la escauation „s.ta le qual rate debbano esser scosse in quanti ter-„miui, et in che tempo, et da chi primiero, et da chi „posteriore, che alli sudetti parerà più commodo, et espediente." — Pro parte hall. 72, contra ball. 52. — Postca in partis execidionem ex midtis per scrutinimi dectis, et ballotatis remameruut tansatores : s.r Iosephus Verona D., s. Ioannes Victorius, s. Joannes de Ottacco. c. 144 v. — Die. 7. Martij 1572. I giudici ed i sirrdit-i commettono al nobile, et ecc.te D.no Pietro Vergerlo Fauonio che, come nuntio, siue oratore legittimamente eletto, debba quanto prima trasferirsi a Venezia ad impetrare quanto nella parte soprascritta si legge. c. 146 r. Die p.a Maij 15Ž2. Convocato malori cons.o ad sommi campanae, et pracconis uocem, (ut mos est) in arda consiliaria ad infrascr.ta peragenda, in quo computata persona Cl.mi D. Andreae Iust.ni Dig.mi pot.tis, et cap.ei Iust.lis fnerunt consiliarij ad numerimi 102. Primum ex midtis electis, per scrutinium, et deinde ballotatis., in syncl.cos Julius civit.s remanserunt sp.les et ex.fes DD. Doctores infr.ti VZ : s.r Petrus Ver-gerius D., s.r Ioseplius Verona 1). c. 150 v. — Die Dom.o XI m.-is Maij 1572. Sp. d ecc. D. Petrus Veryerius D. et Syndicus è creato orator presso Sua Serenità, la quale conceda „di quanto „prima condure un Banchiere hebreo in questa città," secondo la parte presa sub Die septimo mensis eiusdem 1572. per sp.lem collegium, siue consilium Virorum de-cem per niaius ebnsilium aliäs clectornm — dei quali fa parte il Verona nostro, come si è veduto poco più su —, „che sarebbe, cioè, inuero gran mancamento, se doppp „tanto tempo non si deliberasse, qualche modo, et for-,ma di prouisione mediante la quale la pouertà, et li „cittadini bisognosi nelle sue necessità si potessero de „qui auanti prontamente et con quel minor interesse, „che sarà possibile souenire." Ma la deliberazione nel maggior consiglio — che alla fine si à ballotte favorevoli 102, contrarie 37 — e quindi la nomina dell' ambasciatore, non accade alla piana, ma post multavi et longam disputationem. Che la proposta è fatta per Dominos judices VZ s.r Nicolaum d'Elio, S.r Micaelem de Ioanno, s.r Alesium Barumeinum discentiente s.r Nico-lao de Vida quarto et ultimo juclice, et jtem per ecc. D. Petrum Vergerium unum ex sp. syndicis altero syndico cius collega VZ Ecc. D. losepho Verona non tantum discentiente sed etiam protestante in scriptis ut infra. La qual protesta segue veramente a C. 151 r. e io vo' trascriverla, prova del carattere fermo del nostro Verona. Dice così: „Vedendo jo Iseppo Verona D. sindico de „questa città, che non si prociede • secondo l'ordinario, „et imperò la parte altre uolte presa in questo conseglio „sotto di 24 Agosto 1484 confermata da sua Ser.tà co-,me appar per essa parte. Però acciò non appara che si „assenta à simil inconuenienti, et per conseruation delle „raggiou di questa città con ogni solenità protesto de „nullitate contra ipsam partem in contrarium sequen-„ darum, et che non essendo francatto il monte si faccia „contra essa parte cosa alcuna in contrario così." cc. 152 v. e 153 r. — Si legge questa nota: Die 1 Iunij 1572. Ex.s D.nus Petrus Veryerius unus ex syndiciè seu procuratoribus prouisoribusque uhiuersàUbus ciuitatis Iust.lis maius cons.m et ciuitatem ipsam rappre-sentantibus profecturus Venetias jbique per dies forte etiam per mcnses ut orator destinatus ad Suam Ser.tem permansurus omni meliori modo, uia, et forma substituit ac in locum suim, durante sua absentia tanquam syn-dicum substituit posuit Nob. et sp. ciuem D.num Alnie-rigum Sabinum cum liberiate substituendi mandans mihi Not.o et scriba infras.to eiusmodi substitutionem in actus officij synd.s describi, in testimonimi eius quod gestum est, et quod de inceps occasione praedicta gerì, fieri, et administrari continget. Demostli.s de Ioane officij synd.s scriba sudo c. 154 r. — Die 20 julij 1572. Sono ,venute „lettere dal Ecc.te M.r Pietro Verg.o synd.o di questa „Città al qual fù dato carico di proueder di un mestro „di scola, che Sua Ecc.tia ha trouato l'Ecc.te M.r Gio. „D.nico de Tarsia, et quello conduto per anni dui con „il salario solito, et consueto, et obligo di teniv un „buono, et sufficiente repetitore, et con augumento de „darli due.i 30 de danari de questa co.ità. La qual condotta è approvata x;on balle favorevoli 38, contrarie 13. Libro (J — 26 aprile 1573 - 21 settembre 1579; l'ultimo atto nel libro precedente è der 28 agosto 1572, come ò accennato altrove —. c. 2 r. — Die Prima Maij 1573, podestà Alvise Friuli. „L'Anderà Parte che sia scritto all' Ecc.te m.r „Pietro Vergerlo già à questo per auanti deputato, per „deliberatione di questo Cons.o et à m.r Allessandro „Gaua^do insieme quale in questo negotio li sia compagno che con ogni diligentia habbino ad informarsi, „dèlie conditione et esser delli pre.ti dui hebrei —r ue-„ liuti in questa Città, uno di quali nominato Iacob de „Rizzo, et ì' altro Cerno da Mestre ambi dui habitànti „del gheto di Veneria, per proponersi Banchieri in questa Città, et anco perciò udendo darci una modula de '„Pap.li/ c. 1 v. —, „et d'ogni altro hebreo ò che lrn^ „potessero trouar, ò che si proponesse per Banchierö à „questa città, et con loro etiam habbino authorità di „conueoire . . . ." Quae pars ballot. habuit in fauorem Ball. ' n.o 61, Contra Ball, n.o 91, Ideo non fuit capta. ol yiif'ti.ifi .and £9 e a a ootowmM La ferità viene sempre a calla Codesta spettabile Redazione ne vuole una prova? — Eccola. — Nel Num. 3, 1 febbrajo 1884 della „Provincia", noi accennavamo, coi nostri rispettivi dubbi, alla notizia stampata dallo Gliubich nel libro là citato, e cioè, che Pier' Paolo Vergerio il giuniore abbia cooperato alla pubbliczione di libri d'indole religiosa, con tipi glagolitici, a fianco di altri Dalmati, Bosnesi, Serbiani ecc. nel secolo XVI. A.' nostri dubbi sulla veracità di tale asserzione aggiungevamo, come fosse stato possibile che il dotto Vergerio avesse assistito gli altri nell' interpretazione delle sacre Carte ; ma escludevamo in lui la conoscenza della lingua slava, come dallo Grliubich maliziosamente si voleva far credere ; sebbene oggi, pensandoci un pò sopra, ammetteremmo che un uomo di sì vasta dottrina, e tenuto il debito conto delle condizioni nelle quali il fatto avveniva, avesse potuto, senza recare pregiudizio alla propria nazionalità, apprendere anche una lingua straniera. In ogni modo però la c.ooperazione non implica nesessariamente 1' idea della conoscenza di una data materia in tutti i suoi particolari ; nel caso nostro, come allora dicevamo, il Vergerio potea prestare 1' opera sua nell' interpretazione, e gli altri nella traduzione in lingua slava. Se non che, ecco avverarsi il dettato : „II diavolo le insegna a fare, ma non a disfare.u Tra le altre cose che i Croati appresero da noi, una si è la creazione della Società archeologica che ha il suo bravo Bollettino. Pregati da persona amica a tradurle dal croato una notizia che le stava a core, prendiamo fra le mani il Bollettino, a. VII, n. 1., ed a pagine 31 fra gli annunzi bibliografici vi leggiamo : „Sotto questo titolo (Breve scritto di Truber) diede alla luce il professore M. Valjiavec nell'^ln-nuario della Matiza Slovena (a. 1882- 1883) un breve scritto : (segue il titolo del libro in sloveno, da me non bene conosciuto e quindi ommesso ). Questo scritto venne rinvenuto dal professore S. Gliublich già da lunga pezza nella Marciana, lo trascrisse, e consegnollo al signor Valiavec, filologo sloveno a Zagabria, affinchè lo traducesse (dallo sloveno in croato?— Atfè mia la ci vuole tutta ! non si comprendono tra fratelli ! ! ) per essere poi stampato nelle Antichità dell'accademia jugoslava . Considerato, (prego il lettore ad aprire bene gli occhi e le orecchie), che v' era sottoscritto il Vergerio, mentre il signor Valjavec crede, giusta il Kopitar, eh' esso sia del Truber. „ Ha udito il lettore? Questo si dice in buon volgare ; darsi la zappa ai piedi. Bisogna sapere che lo Gliubich aveva attinto le sue prime preziose notizie dall' Archiv io per la storia jugoslava r I, 143, del Kukuljevic. Dopo la famosa Beam-i bulazione di confini ecc., provata falsa dal De ! Franceschi, sarebbe questo il secondo fiasco toccato al Kukuljevic, che è a nostra cognizione. Ohi sa quanti poi egli ne abbia subiti senza che noi lo sappiamo! E vogliamo sperare che di questi fiasconi e di peggiori i Croati ne subiranno parecchi, finché non ismetteranuo il malvezzo di confondere colla Croazia una terra, cui natura stessa divise da essa con un confine irremovibile ed eterno. Scriveva a Trieste nel giorno di Pasqua del 1885. G. V. : -, v ■ ■ : ■ :__ IDT o tìzi c Il 25 Marzo tenne assemblea a Venezia la pia 0-pera dei soccorsi per la frequentazione delle Scuole elementari di quella città. L'assemblea, in seguo di omaggio alla memoria del nostro illustre comprovinciale Carlo Combi, deliberò che al titolo della pia Opera fosse aggiunto il nome di Lui, che la ideò. La Presidenza della Società politica istriana invita i Signori Soci alla seconda adunanza generale della Società che avrà luogo a Pisino nel giorno 27 aprile corr. alle ore tre pom. nella sala comunale gentilmente concessa, col seguente ORDINE DEL GIORNO I. Lettura del verbale dell' adunanza generale dei 14 gennaio 1884. II. Discussione ed approvazione del regolamento interno. III. Approvazione del bilancio per 1' anno 1884. IV. Resoconto morale e conseguente discussione e deliberazione sull' attività della Presidenza durante il primo anno sociale. V. Deliberazione sulle domande di tre soci di Can-fanaro per essere esonerati dagli impegni sociali. VI. Fissazione del canone sociale pel corr. anno 1885. VII. Determinazione dell' epoca delle adunanze generali ordiuarie. Vili. Elezioni delle cariche sociali A. della Presidenza _ .; , • >> a. un Presidente b. duo Vice-Presidenti c. sette altri membri .euibii'ti'» / Siici) .IM» 4(0:)fli 'li hiir.lqqß ili) B. Di due revisori dei conti per la gestione del 1885. IX. Eventuali altre proposte di cui venisse votata 1' urgenza. Si previene che da oggi sino al giorno dell' adunanza generale verranno tenuti esposti nell' Ufficio di Presidenza, per l'ispezione dei Signori Soci, tauto i conti dell'amministrazione dell'anno decorso, quanto il protocollo di gestione e tutti gli atti della Società compresi quelli riferentisi agli argomenti posti all' ordine dol giorno. 1 Signori Soci non domiciliati a Pisiuo, che intendessero pernottare a Pisiuo, sono pregati di parteciparlo alla Presidenza almeno tre giorni prima. ri 'II - ■ -4--U* .).(:; . . :■,! '.."Mil . La Società Politica Istriana diramò il seguente appello : ELETTORI della Camera di Commercio e d'Industria dell' Istria! La Presidenza della Società Politica Istriana, dopo matura ponderazione e d' accordo colla grande maggioranza degli elettori. Vi propone per le imminenti elezioni della „Camera di Commercio e d'Industria dell'Istria iu ßoyiguo, i seguenti candidati, raccomandandoli caldamente all' unanime Vostro suffragio. ■ '!"- r" •ù,ni' Dalla categoria dei commercianti propriamente detti, i Signori: Bartoli Andrea fu Leonardo — Caudussi Giardo Domenico — Quarantotto Giuseppe Aut. fu Giuseppe — Sponza Giov. Batta fu Domenico — Sponza Giovanni di Francesco, tutti da Roviguo — Benussi Cap. Valerio da Pola —Camus Leandro da Pisino — Danelon Franceséo da Parenzo. — II. Dalla categoria dei marittimi i Signori: Davanzo Domenico lu Domenico da Roviguo —Ivancich Gasparo Filippo da Lussinpiccolo — Petronio Pietro fu Giovanni da Pirano. — III. Dalla categoria degli industrianti i Signori : Benedetti Giacomo fu Andrea — Benussi Giovanni fu Valerio — Ghira Dr. Paolo — Rismondo Alvise fu Matteo, tutti da Roviguo — Fragiacomo Almerico fu Almerico da Pirano — Sottocorona Tomaso da Diguano. v ^'/^'ulJTr rTVT'j Dalla categoria dei proprietari delle Saline di Capodistria e Pirano il Signor: Venier Nicolò fu Francesco da Pirano. [ -V] Milli»-. : .1 .,') ri ; I omir. :ni »row>;i Iflq, — sJJtl.sc /rtii. E aperto un concorso a premi fra i produttori di uve da tavola nelle Provincie di Udine, Treviso, Venezia, Verona, Mantova e Brescia. I concorrenti devono inviare le loro domande al Ministero italiano d'agricoltura e commercio fino il 31 dicembre 1885. Rechiamo la notizia, perchè anche tra noi è generale il desiderio che prendano più estensione certe qualità di uve mangerecce, le quali vanno confuse con le altre adoprate finora nella confezione dei vini. E l'Istria non difetta di ottime e gustosissime uve da tavola. . Ci scrivono da Visignano in data del 12: La manìa invalsa nei reverendi parrochi di fare propaganda croata, anche in questo circondario va facendo breccia, adulterando specialmente e storpiando cognomi con ortografia propria da snaturare l'identità e il riconoscimento delle famigli« e delle singole persone. Quantunque in merito vi fosse stata emanata un' Ordinanza Ministeriale a frenare 1' arbitrio dei tenitori delle matricole, non ebbe P effetto, che si sperava. Per ottenere l'intento secondo lo spirito dell'Ordinanza Ministeriale si doveva da chi è tenuto, curare dalla radice la difusasi gangrena — col far esaminare ad hoc le matricole che si trovano presso gli stessi tenitori ed eruire P epoca non tanto lontana (circa 25 anni retro) ; che qui, e in buona parte dell' Istria s' intrusero d' oltralpe sacerdoti, i quali si diedero il ticchio di adulterare i cognomi. — Le vigenti disposizioni di legge in quella vece prescrissero ai tenitori delle matricole di attenersi per l'avvenire alle stesse, seguendo per conseguenza P impianto erroneo e adulterato dal capriccio dei fanatici, quando all' incontro si doveva obbligarli a mantenersi fedeli ai vecchi registri, dove è manifesto il modo di scrivere i cognomi, sempre usitato, e tuttora mantenuto dai privati, dai comuni, e dalle autorità civili e giudiziarie, all' infuori dell' autorità politica distrettuale in affari militari, la quale si attiene agli ultimi registri. Le tristi conseguenze derivano spontanee; chè tosto o tardi si faranno innanzi, ledendo interessi e diritti di singoli coli' eventuale contestazione di terzi sull'identità dei cognomi, e quindi liti disgustose saranno i frutti del capriccio di costoro. Tutto ciò farà andare in contro a danni non lievi, prescindendo per uu momento dalla questione di nazionalità, la quale è da combattere su altro campo. — Chi può, avrebbe obbligo imprescindibile di farsi baluardo per opporsi all'andazzo, rimediare al mal fatto, e così assicurare il paese da danni emergeuti,- che insorgeranno a scapito degli interessati e a grande disturbo di quelli che sono chiamati a tutelare gl' interessi pub-blici e privati. £ Q Cose locali i l 1 }.V>-1 ,-jliu;--'' ' . ; : , ' I i li Il giorno 11 m. c. venne convocata le ueo-eletta rappresentanza comunale per 1' elezione della deputazione comunale. Accolto a unanimità un atto di ringrazia- .*.'i"!l'l uiWJ ik «Hltfiuoqil .AliliqUIUHA) mento, proposto dalla presidenza, all'egregio concittadino signor Andrea Bratti, per le patriottiche sue prestazioni, si procedette poi all'elezione del podestà: e vi riuscì eletto con voti 22 sopra 29 votanti, 1' onorevole signor avvocato Augusto dottor Gallo. Una scheda portava altro nome, sei erano bianche. L' onorevole Gallo, trattenuto a casa per ragioni di salute, venne immediatamente avvisato dell'esito per deliberazione della rappresentanza; ma per le accennate ragioni non potè ricevere quella sera stessa la deputazione eletta dalla rappresentanza doli'iu-earico di partecipare in forma solenne la sua elezione alla carica onorifica. La seduta venne prorogata fino a tanto che fossero state conosciute le intenzioni del neo-eletto. onde procedere alla elezione della deputazione comunale. Recatasi il giorno seguente la deputazione della rappresentanza a casa dell' onorevole Gallo, per annunziargli in forma ufficiale la sua elezione a podestà, ebbe da questi in risposta la sua decisione di non accettare 1' onorifico incarico. Nello stesso giorno l'onorevole Gallo presentava al Municipio la sua rinunzia iu iscritto, esponendo, con lettera stampata e pubblicata, ai signori rappresentanti le ragioni per le quali erasi deciso alla rinunzia. Tra breve avrà luogo una seconda couvocazioue della rappresentanza comunale. Fu scritto con molta verità, che a miti affetti accendono 1' urne da' nostri cari, e che la memoria dei trapassali ci fa sentire con maggior forza il vincolo, che affratella iu una famiglia gli uomini. Inspirata da questi sentimenti nobilissimi, la nostra citta volle dare nel 1 aprile condegna e stabile sepoltura nella chiesuola del camposanto a quel benemerito e dottissimo prelato, che fu Monsignor Elio Nazario Stradi, parroco e proposito mitrato, morto uel 1 marzo 1875, nella grave età di auni 87, e provvisoriamente sepolto iu una fossa esterna del detto camposanto. Innanzi la tomba di questo ottimo antistite, vera illustrazione del nostro sacerdozio istriano, i suoi concittadini s'inchineranno sempre con reverenza. La sezione femminile di questa società di Mutuo Soccorso fra gli Artieri ed Operai, nell' adunanza generale della Sezione tenutasi addì 6 corrente, approvava il Reso-Couto sulla gestioue sociale per l'anno 1884, quarto di fondazione. Tale reso-conto ci reca, che gli introiti nell'anno sommarono fior. 329,69, i quali, uniti alla rimanenza di cassa dell' anno anteriore, di fior. 236.79 formano un totale di fior. 566,48. Gli esiti si limitano a fior. 60,55 in spese di ordinaria amministrazione; fior. 76,40 in sussidi di malattia e sistemato emolumento al medico sociale e così assieme fior 136,95 di spese reali; figurano fior. 176,45 depositati alla Cassa di Risparmio a Trieste ed a formare il pareggio risulta un Civauzo di Cassa di fior. 253.08 da portarsi a nuovo. Tale civauzo, nonché fior. 687,78 depositati presso la Cassa di risparmio citata, costituiscoso il patrimonio sociale netto della Sezione a fine d' anno in fior. 940.86. Le socie alla fine del 1883 erauo 43 ; al 31 Dicembre 1884. 51. 1 sussidj di malattia in fior. 16,40 venivano elargiti a tre socie, per giornate 41 complessive a soldi 40. LAl'OLHalhiA, Tipografln di Cariu mora. Alcuni dilettanti del „Circolo fibdrammatico ope-rajo" recitarono la seconda festa di Pasqna nel teatrino sociale, innanzi ad un pubblico eletto ed a bastanza numeroso, il dramma del Dominici— Triste passato! — nonché la farsa di Bacichi e Mason — La mugnaia, per astuzia: e vi recitarono col concorso di giovaui cantori e della banda cittadina. Gli applausi d'incoraggiamento non fecero difetto; benché, e dramma e farsa, fossero stati intesi, non molto tempo innanzi, all' „Armonia". Idea gentile fu quella della spettabile direzione di concedere il teatrino, (proprietà di una vecchia società cittadina), ad alcuni dilettanti del Circolo filodrammatico. Idea gentile, perchè sarà incitamento ai giovani cultori della drammatica, presenti e futuri, operai od altro, di porre ogni studio onde riuscire meritevoli degli applausi di uu pubblico assai più numeroso di quello,, che, per esempio, può essere uel teatrino „Armonia", il cui ambiente è troppo angusto, e che può servire tutt'al più, di antiporta per entrare, beli' e preparati, nel teatrino massimo di via Belvedere. Lo diciamo massimo non per ischerzo veh! ... ma per i mille occhi e i mille orecchi che in una serata possono assistere ad una recita. Attendiamo quindi, senza impazienze, dai dilettanti concittadini nuove e pensate produzioni del fecondo teatro paesano, e loro auguriamo pubblico numeroso e battimani a josa, i quali attestino il progresso fatto iu un arte assai bella, ma assai difficile ; specie oggidì, in cui la coltura è tanto avanzata ed estesa su tutte le classi della società. Studio adunque e perseveranza; chè la meta eminentemente civile, a cui, per fermo, tende il „Circolo filodrammatico operajo", non può — non deve fallire. UN PITTORE ISTRIANO Neil' Archivio storico italiano, Tomo XV, dispensa 2. del 1885, a pagina 217, si legge un importante studio — Il processo di Pier' Paolo Vergerio — di L. A. Ferrai, riputato professore di storia. In detto studio, che continuerà nella prossima puntata, è fatta menzione di un magister Georgius pinctor de Iustinopolis. È probabilmente lo stesso citato dal Ienner, e di cui si è fatto un cenno nella „Provincia" del 16 Dicembre 1884. Daremo in breve una recensione dello studio del Ferrai. T. PUBBLICAZIONI La donna italiana — periodico di letture educative. diretto da Paolina Vallebella Costantini. Questo periodico, che ci venne gentilmente inviato, conta ormai tre anni di vita. Il prezzo d'associazioue che si paga anticipato è per un anno (nel Regno) lire 4; pel semestre lire 2.50: — per l'estero un anno lire 6. un semestre lire 3. Chi procura sei associati riceve in dono il periodico per un anno. Le associazioni s'indirizzano allo Stabilimento S. Lapi in Città di Castello (prov. di Perugia). Z'ietru ìfauoni'/./^ — Anity bravici edit. e rert'it. res|>u[iS:ilHU