ANNO III. Capodistria, i Luglio 18G9. N. lo. LÀ PROVINCIA loejlr.i il. Mnw I flp>| titolov .cjj.v| • • . j-j^oi » «^s-, GIORNALE DEGLI INTERESSI Citili, ECOSOSIÉI ED i SS IH I STB A TIVI DELL'ISTRIA. Esce il ì ed ili 16 4' agni mese. ASSOCHZIOiVE p«r un anno f.ni 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti, si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli allri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi fi per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Pagamenti, antecipati. Nuova forma di hukicipausho. Mentre i nostri gentili- collaboratori vanno trattando su queste colonne ora l'uno ora 1" altro degiS argomenti che riguardano gl'interessi speciali della nostra provincia, non tornerà, lo speriamo, cosa discara ai nostri lettori, che noi di quando iu quando prendiamo a ragionare certe idee generali, dalle quali, a nostro avviso, dipende l'indirizzo complessivo dei provvedimenti, che ci vengono reclamati d'alfa civiltà progredita e dagli ancor più progrediti pericoli, a cui sono esposti gl'inerii, specialmente se insidiati. come siamo noi, da potenti e operosissimi nemici. Se le generalità danno noja a chi ama sempre e dovunque quegli sludii minuti, dei quali siamo anche noi ben pronti a riconoscere lutto il merito e il profitto, confidiamo che quanti piconoseono la necessità di prenderti coli' occhio, anche in cotesto campo degli interessi provinciali, più largo campo,, dividano la nostra opinione, per la quale ci- pie anche nei leggieri accidenti, per indirizzarli al bene, coltivare i buoni, correggere i difettosi: e col governo delle naturali disposizioni soltanto il maestro cdHca ed istruisce cosi da formale l a-lunno alla civiltà e dotarlo di carattere generoso. Adesso poi si sono posti in conflitto coi principj che regolano la società e gli stali liberi, e nella lotta ancor non doma col potere eivile, a riprendere la parte che ebbero nella vita civile, si de\ono apparecchiare anche colle scuole: ed è naturale. Altri maestri ancora abbiamo non ecclesiastici. Ma ohimè, che qui il male non è meno grave: con poca o nulla coltura ed esperienza come possono rischiarare le menli? come essere utili nel geloso ufficio? o penetrare e quindi estirpare i difetti delle masse? o non li moltiplicheranno invece eoli'aggiungerne dei nuovi? Di questa franca opinione speriamo che ninno avrà a lamentarsi; poiché aggiungiamo subilo di buon grado, che vi sono alcune eccezioni si fra il clero che fra i maestri secolari: ognuno, che si sente buono, voglia mettersi in questa eccezione. Or dunque se occorrono maestri buoni per raggiungere le scopo delle scuole, e se non li abbiamo, è chiaro che dovremo educarli. Anzi a questa educazione., nel riordinamento delle scuole, dovremo porre le prime cure. Altri forse crederebbe doversi finire dove noi cominciamo. Ma sembra inutile anzi dannoso apri- re uua scuola se non si ha il maestro o la maestra capace a condurla: è ridicolo parlare di programmi quando si presentano a gente incapace di eseguirli. Meglio è mancare di scuole che averle sotto una istituzione viziata, contraria alle leggi della vita nazionale e civile, per cui pervertano le inclinazioni, soffo-chino le aspirazioni generose, e seminino errori e pregiudizi contro cui si dovrà lottare incessantemente, e forse senza frutto. Non sappiamo quanto si faccia, quanto si pensi in allo di fare per questo riguardo. Già nel primo n ° della Provincia leggemmo una notizia per cui la Giunta Provinciale avrebbe prodotto una rimostranza al Ministero, il quale dimenticava affatto questa provincia nel riordinamento delle scuole complete del magistero. Non sappiamo se rimostranza fu fatta, nè quale esito abbia sortito. Ad ogni modo le nostre povere parole non impediranno il meglio che losse stato proposto. E giacché a qualche miglioramento nelle scuole si accenna e si spera, non saremo biasimali se, scrivendo, diamo occasione alla manifestazione delle individuali vedute di ijuanti ne prendono interesse; onde, guadagnando la opinione pubblica, trovino il necessario appoggio le u-iiii istituzioni presso quelle persone che occupano alcun grado, o, per la stima universale, hanno peso nei consigli pubblici. Veramente ci fu dato di leggere il regolamento di una scuola annuale di metodica in Ro-\igno, quando era già esteso questo articolo. Ma oltreché una scuola per sottomaeslri non può prov vedere ai bisogni provinciali, quel regolamento richiederebbe troppo più lunga critica e noiosa ai nostri lettori. Diciamo sinceramente che, lettolo, pieni di stupore ci domandammo se veramente quel regolamento lu scritto e vige dopo le nuove leggi dello stato, dopo nuovo indirizzo che si dice voler dare agli elementi delta vita pubblica. Perciò non crediamo mutare in nessuna pat te (pianto ci venne scritto. {Coni in il a) DI UNA PROPOSTA diretta A FAVORIRE 1/ ALLEVAMENTO DEGLI ANIMALI BOVINI , NELLA PROVINCIA DI UDINE. (*) Lettera diretta al cav. dott. Giacomo Moro, deputato provinciale dal Socio cav. dott. Gabriele Luigi Petite. deputato al Parlamento Nazionale. Poiché mi mancò il tempo l'altro giorno che ebbi il piacere di trovarmi con Lei in ferrovia, e poiché dia desiderò che io le inviassi mediante scritto il mio pensiero sulla proposta che si sta per fare alla Deputazione e al Consiglio provinciale, di stabilire una somma di 70 mila lire da spendersi in 10 anni in premii e incoraggiamenti diretti ad aumentate e migliorare la produzione degli animali bovini nella nostra pro- (') Togliamo all' Enciclopedia rurale questo interessnntis-simo articolo, che sebbene si riferisca in ispecialità alla provincia di Ldine, pure per le gravi osservazioni che contiene, può tornar profittevole ad ogni paese, che senta la necessità di dedicarsi di proposito intorno all'allevamento degli animali utili all'economia rurale. vincia, ben volentieri mi fo a compiacerla esponendole alcune poche idee, che sono il risultalo del poco che ho lello e veduto. Che torni utile l'incoraggiare un ramo di produzione agricolo, la quale può considerarsi fondamento ad un tempo e misura della sua prosperità, oggi che pei' le circostanze è divenuto più profittevole che mai, e lo potrebbe essere molto di più coi miglioramenti di cui è, suseellibile, è cosa troppo evidente. E a vedersi piuttosto se mediante i premii è a sperarsi questo risultato, ed in qual modo lo si potrebbe ottenere; e se i premii soltanto, o questi insieme all'adozione di qualche disciplina, contemporanea alla votazione della somma, non potessero meglio assicurare Pelle Ho. Non mancheranno di coloro i quali opporranno che i premii sono denari gettali, e che del denaro è meglio fare altra cosa, o risparmiarlo. E per vero, finché nei concorsi si seguiterà a premiare la più, bella vaccu o il più bel vitello, senza punto curarsi di esaminare se questa bellezza sia opera del caso o di un' alimentazione ricercata e non consentila dall'economia agricola, piuttosto che da intelligenti cure, e si prenderà la bellezza estetica, anziché le qualità clic rendono l'animale utile allo scopo al quale deve servire, latte, carne, lavoro, gli oppositori avranno ragione. Ma nel caso nostro, la Provincia, per poco che si c-saminino le condizioni dell'allevamento, ha una larga via segnala, e co'suoi premii, distribuiti secondo principii prestabiliti, può nientemeno clic inaugurare fra noi quel sistema razionale che, esperimcntato su larga scala in altri paesi, produsse quei risultali mirabili che difficilmente li crede chi non li ha veduti. Parli, la prego, col signor Carlo Cèrna zai e col signor Francesco Braida, che visitarono con me il mercato di Londra. Non era una esposizione; era un semplice mercato, noti bene. I buoi erano distinti in file e per razze. Una metà circa erano a corno col lii (Durham). Ella vedeva parecchie file di un mezzo migliaio l'una di buoi, lauto uguali di forme, che sembravano gettali tutti in uno slampo. Questi sono ui quei buoi che non lavorano, ma che in due anni raggiungono la grandezza ordinaria. La stessa uguaglianza nella razza a lunghe corna, nei Devon, nei Vesl-highlands, dall'aspetto selvaggio, dal pelo spesso e lungo, razza ruslichissima quest'ullima, destinata ai peggiori climi, eppure produttiva in carne, e facile all'ingrasso. Quello che ci sorprese non fu tanto la bellezza, come la uniformità che gì' Inglesi sono riusciti a dare al loro bestiame; e coloro che ebbero comodo di vedere il bestiame d'Inghilterra, non solo buoi, ma cavalli adattali a tulli gli usi, porci precoci, quasi senza gambe e senz'osso, pecore adattale a tulte le condizioni non felici del clima inglese, non trova che sia esagerazione quello che gì' Inglesi dicono con orgoglio dei loro allevatori^ che producono le bestie come, le vogliono. Domandi ai delli due signori di una mandra di COO magnifici montoni Saulhdavvu nel pacco di Ccrin-cester, che il pastore adunò intorno a noi col mezzo di un cagnolino nero, il quale correndo a semicerchio sempre più ristretto, ce li pose tutti, per così dire, sotto i piedi. Come riuscirono gli Inglesi a questi risultali? Col sistema di Bakenwell, vale a dire colla scelta dei riproduttori, e coi premii. Come riuscirono gli Svizzeri « mantenere e migliorare le loro famose razze di Friburgo e di Schwitz? Col non ammettere alla monta tori nei quali non fossero riconosciute le qualità atte al mantenimento e miglioramento della razza. L'azione intelligente della Provincia, coli'opera dei veterinari che oggi sta per creare, e coli'aiuto delle persone più intelligenti in materia, può fare una cosa e l'altra: iniziare il sistema della seeUa dei riproduttori, rilasciando dei certificati ai proprietarj dei tori riconosciuti meritevoli, incoraggiando con premii i più distinti; e può forse mediante un regolamento impedire che si faccia uso di tori che fossero riconosciuti scadenti o tali da deteriorare la produzione. Ma dove la Provincia può agire più efficacemente, è nel rimediare all'insensato abuso che nei lori si fa, a danno immenso della produzione. In Friuli, su per giù, la monta di una vacca la si paga mezza lira. Per poter mantenere un toro bisogna che serva a 800 vacche. Infatti questo numero io l'ho verificato anche all'Alta. dove pure si gode riputazione in fatto di allevamento. Ma ancora le 800 vacche non rappresentano d numero delle monte, perchè vi sono le monte vuote, e tonto più, quanto più dei tori si abusa. Il contadino spende 5 lire a montare un'asina; spende 12, 14, 20 napoleoni in una bella vacca, ma non vuole spendere più di mezza lira a farla montare. In Inghilterra per ogni sacca si spende una, duce tre sterline, cioè 25, 50 e 75 lire; un toro di buona razza vale comunemente 2500 lire, e ne furono pagati anche 50 mila lire che non è mollo tempo. Tanta è l'importanza che si dà al toro. Qui invece nen vi si abbada punto: si manda la vacca al toro più vicino; non si riflette punto al danno delle monte vuote, che fanno sì che la vacca si debba mandare inutilmente per parecchi mesi; non si sa calcolare che un vitello di genitori, entrambi buoni e robusti, può valere appena nato, o meglio 15 giorni dopo, il doppio di un altro, e che se la monta dovesse costare, mettiamo 5 lire, come quella dell'asina, questo sarebbe guadagnare olio volte sul maggior valore del vitello. Questa osservazione importantissima, che vado a dire, del signor Carlo Cernazai, vorrei che se la facesse ripetere dalla sua bocca. Egli, come più intelligente di me e del sig, Braida in materia, ci faeeva osservare in tutti i poderi che visitammo dell'Inghilterra, come i vitelli della razza a corno corto a cinque, sei mesi non fossero gran che di raro. Siccome gli Inglesi ne nutrono, per economia, fino a. quattro con una vacca, sostenendoli con latte scremalo, con brodo o infuso di fieno, con panello di lino, orzo, ecc., presentano nei primi mesi l'aspelto di stento, tanto da farci dire: i noslri sono migliori. Ma tanta è l'influenza del sangue, che poi adulti, assoggettali a un regime abbondante, si sviluppano rapidamente, e sono, come dissi, buoi a due anni. Mi pare i4 fallo significantissimo. La Provincia co'suoi premii può dunque iniziare il sistema della scelta; può co'premii stessi introdurre l'economia nell'uso dei lori scadenti. . E riguardo all'economia animale del toro, il premio torna, non che opportuno, indispensabile. A nessuno può convenire di tenere un toro distinto, e di limitare il numero delle monte, finché l'agricoltore non si persuade a pagare di più, se non vi è un sussidio che lo rifonda della perdita cui va incontro. E ciò a-vrà luogo fino a tanto che il pubblico agricolo, mediante una serie di falli, non sia convinto dell'utilità di ammettere la vacca ad un toro robusto, non esausto, e che abbia le qualità alte a migliorare la produzione, a costo di spendere dieci volle tanto nella monta di quello che spende oggi. Perciò trovo opportuno i dieci anni ; forse dopo i dieci ne occorreranno altri dicci. I risultati a principio saranno modesti; ma, messi una volta nella giusta via, sì progredirà poi rapidamente. Quando »i eoneorsi si premieranao naturalmente i vitelli provenienti da buooi tori; quando una vacca pregna si pagherà di più se porterà attestato di essere stata ammessa ad un toro distinto, come avverrebbe di una cavalla, non si terrà più ostinatamente alla mezza lira, e si andrà a dieci e venti miglia a cercare il toro di buona razza, come si va a cercare lo stallone. Non mi pare molto difficile di poter ottenere, mediante trattative, che il proprietario di un toro limili, verso un certo premio, il numero delle monte, e di stabilire una certa controlleria che impedisca il defraudo. Senza i veterinari, che la Provincia saggiamente decise di stabilire, nulla, bene inteso, si avrebbe potuto fare. Ma coi veterinari, e coll'aiitlo di persone intelligenti, e coi premii si può iniziare la scelta nelle singole località a seconda'dello scopo. Latte e carne in montagna sopralutto, e non razze grandi; carne e lavoro sopratutto, al piano, e razze più grandi; razze precoci e fine nei paesi di buon foraggio, razze rustiche e meno grandi nei paesi di foraggio scarso. Noi che incominciamo oggi, siamo in grado di approfittare degli altrui progressi. Non avversione per introdurre animali esteri, e non manìa di disprezzare le razze nostrane. Bisogna studiare i risultali ottenuti da noi, per esempio dalla famiglia Cargneli a Treviso, dalla Bacciocchi a Villa Yisentina, da Zai a Tarcenlo, e da altre razze importate. In agricoltura non vi sono preferenze di nazionalità. La regola unica è il tornaconto. E in argomento di bestiame la prima delle condizioni economiche è la rendita elevala in proporzione. dell'alimento consumato. All'Esposizione di Londra del 184J2 non si esitò a premiare le piccolissime vacche della BniIaffila, perchè fu dimostrato che, in relazione al costo e alla profenda, in condizioni non felici, davano più latte e più profitto di vacche grandi delle migliori razze in condizioni più favorevoli. Perdoni il lungo chiaccherìo. Somma è la mia compiacenza nelle viste del vantaggio della nostra agricoltura, che questo argomento sia preso in mano dalla Provincia. Difficilmente si potrebbe immaginare altro modo più profittevole di erogare una somma, che non è grande, a benefìcio della nostra rurale economia. Ed è poi. cosa che deve ìallegrare ogni uomo limante del bene il vedere che una Rappresentanza, oltre al nudo amministrare e spedire gli alti correnti, pensi a promuoverlo ; e creda pure che, in linea di interessi locali, dalle Assemblee provinciali oggi è a speiar»i più che dui Parlamento, dove, seppur -fra le gravose leggi che. si votano avviene di trovar posto a qualche utile proposta atta a sviluppare le fonti della ricchezza del paese, e a migliorarne l'oidi- ramento, può avvenire chc ministri, come quello di a-gricoltura, si levino a votare l'ordine del giorno puro t semplice, o, come quello delle finanze, propongano il rinvio alle calende delle leggi di riforma. Auguro alla proposta il più lieto accoglimento, e con tutta stima mi dico. Aprile \ 809. Il porto di Valbitgrre. Lo scavo e l'allargamento che si va eseguendo del fiume Quieto, e che non invano si spera debba essere al più breve condotto a termine, darà al porto di Valditorre tutta quella importanza, che per la felice sua postura, per l'ancoraggio saldo e sicuro, pei ripari dai venti e dalle procelle, lo renderà il primo della nostra costa, e in ordine a movimento commerciale il terzo dopo Trieste e Fiume. Sono veramente mirabili le opere di sterro già effettuate, che valsero ornai la spesa di ottantamila fiorini, ed è superba e grandiosa la diga da poco costruita, che traccia il cammino alle correnti fluviali, le quali nel rapido loro andare travolvono in gran parte la melma al mare, mentre quella che si spande sulle circostanti paludi le feconda e tramuta in morbide e pingui praterie. Il porto di Valditorre che fa seguito al porto Quieto è lo scalo principale a cui giugne tutto il legname di costruzione eh' esce dalla foresta di Mon-iona. Ad esso approdano annualmente oltre a duemila barche sottili o peate che scendono il fiume, e che si spiccano da Bastia, Battizzano, Levade ed altri siti. I varj comuni che fiancheggiano il Quieto, e perfin quelli di parte più discosta, muovono a Valditorre per la nuova ed agevole strada di santa Domenica, onde recarvi le loro derrate, e trarne le più necessarie provvisioni. E attivissimo senza dubbio il moto e lo scambio che succede a quel pimlo tra per l'importare di coloniali, droghe, frotta secche, cereali, legumi, pesce salato, olio, material! da fabbrica, pelli conce, metalli, tessuti, filati, e tra per l'esportare di legna da fuoco, di legname da costruzione, di pietra greggia, di pesce fresco, minerali, vino. Ad avere un saggio come ne sia viva l'attività, porgeremo a' nostri lettori alcuni dati, che riputiamo oltremodo interessanti, e che noi abbiamo attinti da relazioni e prospetti, che furono compilati con la più scrupolosa e diligente esattezza. Essi si riferiscono all'ultimo triennio. I navigli operanti entrati nel porto di Valditorre con carico di provenienza dal litorale austro - illirico, dalla Dalmazia, dalla Croazia, dalla media Italia, furono 66 nel 1866 della portata complessiva di tonnellate 1142 per valori di fui. 52028: — 75 nel 1867, tonn. 1521, vai. fni. 71267: — e 119 nel 1868, tonn. 2299, vai. fni. 158326. I navigli vuoti nel primo anno 864; nel secondo 1076; nel terzo 864, della portata insieme di tonnellate 121158. Quelli di rilascio nel 1866, 42, e vuoti 18; nel 4867 carichi 21 e vuoti 25 ; nel 1868 carichi 73 vuoti 8. I carichi delia portata di tonn. 1891; i vuoti di 736. All' incontro i navigli operanti sortiti con carico furono 926 nel 1866, della portata di tonnellate 42226, esportanti valori per fui. 739,463; — 1143 nel 1867, tonn. 42401, vai. fni. 1,697,123; e 981 nel 1868, tonn. 91173, vai. fni. 1;829,872 Sortiti vuoti ne' tre anni 27, tonn. 334. Quelli di rilascio carichi nello stesso periodo 70, tonn. 1894; vuoti 51,* tonn. 746. Il totale tra l'importazione ed esportazione presenta la ragguardevole cifra nel 1866 di fiorini 791,491 ; nel 1867 di fni. 1,768,390; e nel 1868 di fni. 1,988,198. Parenzo, giugno. (!) Con questa chiuderò le poche note che trasmisi sulla o-perosità spiegata dalla nostra Dieta nell' ultima sua sessione, o darò in succinto un' idea della istituzione di un Consorzio idraulico per la bonificazione della valle inferiore del Quieto. La grande utilità del medesimo, come si espresse l'onorevole r«! :tor« del progetto, risulta già abbastanza manifesta dalla sola considerazione che trattasi nientemeno che di aquistaro all'agricoltura un fondo infruttuoso di jugeri 2031, commutandolo in prato, dal quale deriverà poi senz'altro un potentissimo impulso alla pasto-mia, specialmente nei tre distretti giudiziarj di Buje, Monton i e Parenzo, i quali in proporzioni maggiori o minori sona tutti interessali nella pronta esecuzione, di tale lavoro di bonificarono. Spiccherò dal progetto alcuni più importanti articoli, ed essi basteranno senza dubbio a farne apprezzare l'sitissima importanza, e ad affrettarne per quanto fia possibile l'attuazione, ctw Eoa si sa bene, perchè indugiata fin oggi, non potendosi ci ai immaginare che nelle alte sfere non vi si aderisca cou facile prontezza e favore. Detto dapprima che il Sovrano erario, i comuni di Crisi-guana, Crasizza, Villanova, Verteneglio, Cittanova, Visinada, Ca-steHicr e Torre, nonché gli altri proprietarj privati, domiciliati io questi ed altri Comuni, costituirebbero il Consorzio idr»Hl;ooj e stabilite le attribuzioni della sua Rappresentanza, e quelle della Deputazione, quale organo amministra Itivi» ed esecutivo negli affari consorziali, si procede più davvicino a ciò die concerne ti» bonificazione. Tutti i terreni compresi nel Consorzio sarebbero divisi in quattro classi, secondo il diverso valore, il grado d'i:n-paludamento, e la toro suscettività ad essere bonificati e coltivati. Periti di concerto coli' ingegnere dirigente farebbero per ogni bacino sopra i singoli fondi la ripartizione della spesa delle o-pere, che cadono nel bacino stesso, e di quelle comuni a più bacini, avendo sempre riflesso alla classe dei fondi da tassarsi. La spesa complessiva sarebbe ripartita fra i singoli interessali a misura del benefizio attendibile dall'opera progettata. I pro-prietarj dei fondi facoltizzati ad esimersi dal pagamento in danaro col rilascio di tanta porzione dei fondi stessi, quanta iu-cominciando la vendita da un lato da indicarsi, basti a coprire la quota di spesa di bonificazione inerente a quella porzione di m fondo ehe sa rà per rimanere a ciascun proprietario. La vendita effettuerebbesi per asta giudiziale, e per pronti contanti. Tornando necessario occupare terreni per aprimento di canali di primo ordine, inalzamento di argiui, costruzioni di strade, ed altre opere, ammessa l'espropriazione forzosa. Ultimati i lavori di bonificazione, ai compilerebbe un piano di conservazione dei lavori stessi. Cupsta in pieno la parte sostanziale dello Statuto; il resto cose d'ordine e di forma. E qui depongo la penna per ripigliarla in settembre, o qan-do saia. "i '.«■s^y .UJà <ÌC ! : i .ÓliOl . W - !3B J^K l 1 i ' ---- * .oau) Ubuirjq me .oi'.a?. : d;orto ■ MERCATO BOZZOLI IN CAPODISTRIA NEI li nostro mercato di bozzoli fu quest'anuo notevolmente più animato e fiorito che non negli anni addietro, quantunque la stagione non corresse propizia »r coltivatori di bachi, massime negli ultimi giorni di maggio e ne'primi di giugno, che furono tristi per un'alternativa continua di piogge dirotte e di venti gagliardi e freddi. Si è osservalo che malgrado ciò giapponesi originali e quelli di prima riproduzione ressero alla contraria influenza atmosferica compiendo regolarmente e rapidamente la loro carriera; non così j:erò i nostrali che dopo la quarta muta impigrirono, e montarono il bosco quasi svogliati e più tardi del consueto. Potemmo rilevare che la coltura del baco indigeno fu assai più larga di quella del cinese; ma se I' una fallì in gran parte, l'altra corrispose appieno alle aspettative. Sembra però indubitato che il buon successo si debba alla diligente confezione del seme, e a quegli esami microscopici, die se eseguili con sapere e pazienza, come si fn da noi da usi nostro egregio concittadino, contribuiscono con molla probabilità a non errare nella scelta ; non meno che a quelle cure di disinfezione delle bacherìe e degli utensili, le quali non Abbiamo lasciato di suggerire e raccomandare quando fu tempo. È desiderabile pertanto che le maggiori premure sieno rivolte alla qualità nostrale e per emanciparci dall'enorme spesa de'carloncini giapponesi, e per provvedere più vantaggiosamente al nostro interesse, giacché il nostro bozzolo servendo meglio al lavoro delle filande, si paga anco a più caro prezzo. Secondo i registri della pubblica pesa furon recate al mercato di qualità giapponese Cent. 21981, e di nostrale 11120, in tutto Cent. 35401. 1 prezzi della prima stettero con varia gradazione tra gli 80, soldi e i fni. -1.40 il funto; mentre quelli della seconda tra i fui. 1.50 e i 2.20. Fallo iJ confronto tra i prezzi di questo e di quelii dell'anno scorso non c' è gran divario; ma- il divario sta piuttosto nella quantità, dappoiché quella del 18ÙK non fu, che di Cent.. 14072, per cui s'avvantaggiò in più di Cent. 19329. Facciamo voti che in avvenire ci sia dato di porgere risultati più brillanti, e che l'Istria si metta in grado di gareggiare coi paesi che più si distinguano nella coltura del preziosissimo insetto. Abbiamo una miovu e preziosa testimonianza del valore dell' indimenticabile nostro Marco Dr. Pavan rapilo agii studii ed alla patria sul fiore della gioventù, e ci affrettiamo a pubblicarla, per rendere il meritalo onore alla sua memoria. Mi fu annunziata fa morte del nrio discepolo carissimo , Dottor Marco Nicolò Pavan, quand' io era ammalato a Ietto.....Annunzio così triste mi apportò tale cordoglio che sarà per me inestinguibile. Quindici giorni innanzi io arera consigliato quell'egregio giovane nel Civico Museo, ove spendeva lunghe ore, nelfo studio, a non far abuso delle proprie forze, per non danneggiarsi la salute. Egli sempre allegro, scherzando meco rispettosamente di ciò, rispondevano affatto innocua riuscirgli qualunque fatica ..... Fossero pure stati erronei quei miei fi-mori ? Imperciocché se ri/Ietfo alle estese cognizioni nella storia dell' ottimo e bravo giovine, al suo grande amore per le scienze ausiliarie alla storia, massimamente per la Paleografia, onde mercè la naturale acutezza del suo ingegno erasi fatto molto innanzi nella decifcrazione ed interpretazione degli antichi documenti ai lavori letterarj che eseguì alla sua età di soli venti anni, deggio fermamente ritenere che sarebbe riuscito uno storiografo distinto da onorare co' suoi scritti la patria e sè stesso. Abbiano i genitori del compianto definito abneno un conforto nella certezza, che tutti quelli, i quali conoscevano il loro figlio, ebbero ad ammirarne le rare e singolari doti, a stimarlo e ad amarlo cordialmente. P Andrev GLUBU Ut, ££ A* 'ftno-.i* i- errata-corrige Nell'articolo istituto d'istruzione- fernmini-bi- .»'-condario il, pag. 340, riga 47 della prima colonna) alle parole: le materie libere essendo iti-sr/v distinte. T: ' : ! ' . . • i ' ; • ' . VJ ...