ANNO XXIII. Capodistria, 16 Gennaio 1889. N. 2. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Jrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso 1» Redazione. Il sentimento nazionale degl' Istriani studiato nella storia1) Y. Cessate le incursioni barbariche, e stabilito il sistema baronale nell' Istria, comincia pur troppo un movimento di decadenza nella provincia, le cose nostre s'ingarbugliano più che mai ; pure in mezzo a tanti e si svariati avvenimenti non ci sarà difficile di vedere mantenersi e svilupparsi il sentimento nazionale. E ciò, lo ripeto in mezzo ad immense difficoltà d' ogni maniera, per cui la storia nostra apparisce un vero gineprajo: molti effetti sono prodotti da cause diverse, le contraddizioni quindi frequenti a chi non misura al largo con uno sguardo sicuro l'assieme e si lascia soverchiamente dominare da singoli fatti. Perciò a procedere con ordine, tra il 900 e il millequattrocento, noi vediamo il sentimento nazionale svolgersi, modificarsi in mezzo ai fatti seguenti, dai quali è or bene, or male influenzato. E questi fatti sono : Primo. L'isolamento. Secondo. Le donazioni di feudi al Patriarca d'Aquilej;i, all'Arcivescovo di Ravenna, ed ai Vescovi istriani. Terzo. Il Marchesato e la Contea. Quarto. Il dominio di Venezia sul mare. Quinto. Il Comune. Trattando di questi fatti avremo a percorrere tre periodi della nostra storia: l'Istria sotto i marchesi laici, quindi soggetta al Patriarca d'Aquileja, da ultimo passata sotto il dominio di Venezia e dell'arciduca d'Austria. Abbiamo detto primo fatto l'isolamento. Quando il capitano, perduta ogni speranza di salvare la nave, grida alla ciurma il fatale — si salvi chi può — ognuno pensa a' casi suoi, e cerca di guadagnare la sponda. Cosi nello sfacello del secondo impero romano Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. all' estinguersi della dinastia dei Carolingi. Perduta la grande patria., spento il prestigio del nome romano, quando Venezia non era ancora potente, gì' Istriani sentirono l'amore della piccola patria, e lo manifestarono anche con modi barbari secondo pur troppo consentivano i tempi. , E anzi tutto sarà opportuno rammmentare che per quanto la natura delle due rive del golfo abbia fatto una sola regione, pure un' intima e piena assimilazione non era ancora avvenuta tra i veneti delle due coste. Già fino dalla prima occupazione romana, come ben nota il Benussi, l'indole stessa della popolazione dell'Istria, già dedita in mas»ìma parte alla navigazione ed alla pirateria, al regolato vivere sociale meno s' adattava del pacifico e tranquillo coltivatore degli ubertosi campi della Traspadana1). E quando durante la barbarie del secolo decimo, parve sciolto ogni freno di vita sociale, anche gì' Istriani sfoderarono sul mare le unghie. E fu un ribollimento dell'antico sangue tracico, una manifestazione dell'antica potenza degli eredi di re Epulo : una esplicazione, sia pure in male, del carattere energico, risoluto; carattere che, corretto dal tempo e dall' educazione, è un nostro vanto anche oggi, e per cui ci gloriamo di essere istriani, come un lombardo può vantarsi di essere lombardo, senza per questo sentirsi meno italiano. Qual maraviglia adunque se in un tempo in cui le ruberie e le rapine erano all' ordine del giorno in terra ferma, gì' istriani, o meglio alcuni istriani, si siano ingegnati a fare altrettanto sul mare ! Bando adunque al romanticismo politico-storico! Si; è proprio vero il fatto dei pirati istriani. Gajolo co' suoi rapisce le spose veneziane, ma raggiunto dai veneziani a Caorle ne paga la pena ; le spose tornano a Venezia, quindi la festa delle Marie (946). E qualche altra ruberia fe- cero in seguito gì' Istriani sul mare : si dedicavano alla navigazione; naviganti e pirati sinonimi erano nel Medio Evo in tutta Europa; e in Grecia e in Levante fino all' altro giorno. Quando i forti baroni e i vassalli minori, all' avvicinarsi del temuto Mille, lasciavano la roba mal tolta, alle chiese ed ai frati prò salute animae, gl'istriani si sentivano ancor tanto gagliardi da continuare a rubare senza paura del diavolo. E come sarebbe ridicolo accusarci perciò di lesa nazionalità e di declamare contro la ferocia dei cani istriani (frase che ho udita ripetere io) non meno sarebbe ridicolo da parte nostra negare o scusare simili fatti, e coprirli con un velo roseo, chitar-reggiando all' amor nazionale, e a uno sdilinquimento degl' Istriani pei veneti fratelli. Ma basta ; che queste quarantottate storiche non sono più di moda Non perciò intendiamo di dare argomento al comune nemico per combatterci. E per vero in queste baruffe fraterne tra Istriani e Veneziani, i Croati non c'entrano; o meglio c'entrano sì, ma in ben altro modo. Perchè se gl'Istriani, come tutti gli altri, s'ingegnavano a rubare, non volevano che Slavi e Croati venissero come si dice a vogar loro sul remo. Perciò quando si trattò di dare addosso a pirati narentani e croati, si accordarono volentieri coi Veneziani e mossero contro di quelli arditamente ; cosa che per nulla al mondo avrebbero-fatto se l'Istria fosse sfàtlF slava, come pretendono i Panslavisti. Così si spiega questa singolare contraddizione della storia. Capodistria infatti rinnovò nel 976 un trattato coi Veneti, e riconfermò i diritti di Venezia sul mare. E lo stesso doge, movendo nel seguente anno contro gli Slavi della Dalmazia, fu accolto a braccia aperte dalla città di Parenzo. Anche da questi fatti apparisce come la parte migliore del paese avversasse le piraterie, le quali certo saranno state esercitate dai peggiori e subite come una triste necessità. Così Venezia è accolta quale protettrice dei commerci sul mare contro la barbarie degli Slavi; e tanto più volentieri, chè a Venezia, dopo tutto, si sentivano .attratti gl'Istriani per vincoli di sangue. Quanto poi ad accogliere Venezia come padrona, quando vorrà mutare il protettorato in signoria, allora ben in altro modo procederanno le cose. Singolari contraddizioni, ripeto ; ma che pure si spiegano, e senza delle quali non è possibile intendere nel medio evo la nostra storia. Concludiamo. Neppure 1' isolamento ha potuto nel 900 soffocare del tutto in noi il sentimento nazionale. Ed ora al punto secondo: i vescovi feudali. Troppo ò noto come Carlo Magno, riconoscendo l'influenza dell' alto clero, e ammirandone nell' universale ignoranza il sapere, annoverasse i metropoliti, i vescovi e gli abati nella classe dei baroni assegnando loro benefizi territoriali a titolo di feudi col-l'obbligo del vassallaggio richiedente servizio militare. 1 prelati poi subinfeudarono ai vassalli minori una parte del loro territorio. Cosi accadde pure nell'Istria, dove fra tutti i prelati furono potenti ed acquistarono ricche donazioni il vicino Patriarca di Aquileja e l'arcivescovo di Ravenna, per relazioni della chiesa di Pola suffràganea della metropolitana di Ravenna fino dai tempi dell'esarcato. ') E qui giova pure rammentare un fatto di molta importanza storica. Ottone il grande di Germania nell' atto di costituire Berengario a re d'Italia quale suo vassallo, a premunirsi da ulteriori defezioni, e a tenere sempre aperte le porte a nuove discese, staccò dal Regno la marca veronese e 1' aquilejese e ne costituì un feudo a parte per Enrico suo fratello. Da questo punto comincia nel Patriarcato d'Aquileja una serie di Patriarchi tedeschi. Ed ecco perchè, dopo il 900, spariscono ad un tratto anche dal sillabo dei vescovi istriani i nomi latini e sottentrano i tedeschi. Così nel sillabo tergestino con Leone, Giovanni e Pietro si legge ancor nel 900 qualche nome latino; ma nel mille con Ricolfo comincia la litania teutonica degli Adalgisi e Ariberti, e dura fino al 1300; quando per 1' elezione del clero si veggono scelti "vescovi italiani, e tra questi quel HoOTflW tte— Pedrazzani da Robecco nella diocesi cremonese, chia-matore di quei di Soncino nella sua villa di Servola, di cui altra volta mi sono occupato.2) Cosi a Capodistria, a Cittanova, a Pedena, a Parenzo ed a Pola. Anche i sillabi dei vescovi sono importanti documenti; e le vicende della patria si rispecchiano in quelle della chiesa. La quale certo non ebbe a lodarsi di questi cortigiani, spesso palafrenieri perfino e stallieri mutati in vescovi ; ed il famoso Ildebrando, neppure in Istria avrà trovato nell' alto clero molti fautori della riforma. Questi prelati forestieri non lasciarono però larga traccia ; i loro famigliari non fondarono isole germaniche in Istria; e, appena poterono, si liberarono i nostri dall' influenza germanica nelle cose di chiesa. Ed è a credersi che le chiese minori siano state libere dall'influenza straniera; nelle serie dei Prepositi di Rovigno per esempio, abbiamo nomi latini ed italiani: 1183 Giovanni — 1252 Margarite — 1294 ') Vedi Pergamene dell' Archivio Arcivescovile di Ravenna, negli Atti e Memorie della benemerita Società Istriana di Archeologia e Storia patria. Volume III Fascicolo 8.° e 4.° e Volume IV Fascicolo 1." e 2.° (J) Vedi Archivio Lombardo. 1884. Pungolo della Domenica. Milano 1884 N. 33. — La Provincia N. 13, 14, 16, 17 del 1884. Giorgio — 1310 Pre Corsino. ') I nomi esotici slavi nei sillabi dei vescovi, e dei pievani compariscono pur troppo in questi ultimi tempi. Ma con vescovi baroni tedeschi, l'Istria rimase nel medio evo italiana, e tale rimarrà a dispetto degli apostoli nuovi. P. T. ——-—-—---------- Seminario o Collegio ii Capoflistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) (Carte 39). Adì 7 marzo 1691. Congregato il Spettabile Coll.o del Seminario oue compresa la p.sona di Sua Ecc.za interuenero Colleg-gianti al n.o di otto n. 8, e furono prese le seguenti parti. Spirò ne giorni passati la condotta del molto Eeu.do Pre Gio. Maria Forresti di Rettore nel Seminario di questa Città, ed essendo noto ad ogn' uno il buon seruitio, che si ritraile dal di lui untuosissimo impiego; 1' anderà parte posta di ricondurre il sudetto M. Reu.do Pre p. altri anni tre d'auenire con li stessi patti, e conditioni espresse nella sua prima condotta. Ballottata hebbe P. 8 C. — Il Rev.do Don Antonio Scarpino, che serue di Precett. nella p.ma Scuola di Grammatica, s' attroua liauer terminato ancor lui la sua condotta, conosciuto però il di lui fruttuoso impiego con sodisfatione di tutti. l'anderà parte posta di ricondurre nouamente il sud.o R.do Don Antonio p. Precettore in detta scuola, p. altri anni tre prossimi con l'istesso salario, et obligó' espresso nella di lui precedente condotta. Ballottata hebbe P. 8 C. — Cassieri al Seminario. Ballottati e rimasto il segnato x. S. Dr. Bortolo Petronio P. 5 C. 3 S. D. Nicolò Manziol P. 1 C. 6 x S. Franco Grauise q. Iseppo P. 6 C. 2. Per facilitar la riscossione della Tansa delle scuole dovuta a questo Seminario, e decretata dall' Ecc.mo Senato l'anderà parte posta di ellegger due col titolo di Essatori che voglino far detta riscossione, con 1' assi-gnat.ne ai med.mi giusto il praticato di sei p. cento di tutto quello haueranno cesato di tal ragione, cioè uno p. la Provincia, et l'altro per la Città e Territ.o. Ballottato liebbe P. 8 C. — Essatori elletti giusta la parte, x S. Ottauio Vida p. la Città e Territ.o P. 8 C. — X S. D. Batta Viuari p. la Provincia P. 8 C. — Adì 28 Aprile 1696. Radunato il Sp.le Coll.o del Sem.o, oue compresa la p.na di S. E. interuenero Colleg.ti al num.o di none e furono prese le seguenti parti. (') Vedi Serie dei Prepositi di Rovigno del Canonico Cae-nazzo nel — Storia e Dialetto di Rovigno pag, 383. Essendo uacante la scuola di Prec.re di Immanità in q.to Som.o che habbia a educar et istruire li scolari, eh' s' attrouano passati nella med.ma , è necessario di applicare con tutta diligenza, e nel più breue ter.e possibile p. la prouis.ne di so getto ualeuole p. la scuola stessa. Però l'andarà parte posta di supplicare l'111.ino et Ecc.mo S. N.ro Podestà e Capo che degni scriuer a Yenetia p. la provis.e med.ma affine si possa conseguire sogetto degno e sufficiente p. l'impiego sud.o da esser q.to approuato giusta à decreti delì'Ecc.mo Senato. Ballottata hebbe P. 9 C.— Acciò nell' allenire non corra alcun disordine nel Sem.o di abbandonar in tempo di studio la scuola da Precettori a quali incombe l'essercitio del loro impiego a prò de scolari che essistono in cad.a delle Scuole ; Però l'andarà parte posta di douer de cettero eleggersi tre Cittadini del corpo di q.to Coll.o, che habbino spet.e incarico di inuigilare con ogni attent.ne che in tutti li giorni di studio che corrono infra annu ni siano sempre in ogni una delle scuole il loro Precettori che attendino al proprio Ministero — che non sia alterato in minima parte il ... . delle Feste prescritteli, e le uacanze p. li scolari, e trouando in qual si sia tempo alcun disordine sia partecipato al Coll.o med.mo p.clie resultando cosa di momento resti a quel Precettore che fosse ri-trouato in difetto sospeso il stipendio a pena (Carte 40) della sua mancanza, e preso dal Coll.o stesso quell' e-spediente, che fosse conosciuto prop.o e conferente; Restando espressam.te prohibita ad ogni uno de Precettori di partirsi di q.sta Città p. qual si sia tempo ne (Continua) —1—;-----—— 2ST o tizi e Il giorno 9 gennaio si è compiuto l'undicesimo anniversario della morte di Vittorio Emanuele ; e il pensiero di tutti gli italiani ha rinnovato il tributo di imperituro ricoscente affetto. Arnaldo Fusinato è morto a Verona la sera del 28 decembre. L'Italia ha perduto un cittadino benemerito per l'ingegno, per patriottismo e nobiltà d' animo. Ancora nel febbraio dell' anno scorso si è costituita a Trieste una Società pedagogico-didattica per le scuole popolari del Litorale, col duplice scopo di migliorare l'educazione e l'istruzione popolare e di tutelare gì' interessi morali e materiali dei maestri. Per quanto ci consta, infatti, la Società stessa si è anche occupata fin dalla sua fondazione di questioni inerenti alla scuola ed ai docenti, cercando 1' incremento di quella ed il benessere di questi. I publici giornali di Trieste ebbero campo spesso di occuparsene, ed anche con lode, della di lei proficua attività. Basterà accennare che, in questi ultimi tempi, la Società si occupò della revisione dei piani d'insegnamento proponendo all'Autorità quelle modificazioni, che erano sembrate necessarie ; discusse la questione delle premiazioni scolastiche; prese in disamina il progetto di legge Liechtenstein e, riconosciutolo dannoso alla popolare istruzione, avanzò alla Camera dei deputati un voto di protesta. A prò dei maestri si iniziarono le pratiche per 1' ottenimento della pensione dopo 30 anni di servizio, si domandarono ed anche si ottennero delle facilitazioni nei prezzi di passaggio sulle ferrovie e sui piroscafi. A ciò aggiungasi la sovvenzione ed i sussidi che i soci possono avere dal fondo di mutuo soccorso in caso di malattia e di infortunio domestico. A raggiungere però più facilmente lo scopo prefisso, a dare maggior vitalità al sodalizio colla fondazione specialmente di un giornale pedagogico che lo renderebbe più rispettato e presso il publico e presso le Autorità, la Direzione della prelodata Società ritiene necessaria la cooperazione di tutti i maestri del Litorale, tanto più in quanto che l'unione di tutti i docenti delle tre provincie, Trieste, Istria, Gorizia, è anche contemplata dallo statuto sociale, tanto è vero che si noma «del Litorale». Ed ora la Direzione stessa si rivolge con apposita circolare a tutte le dirigenze delle scuole popolari dell'Istria, perchè vogliano far conoscere lo statuto ai signori maestri, influendo presso di loro perchè si inscrivano quali soci. L'idea d' una Società simile era sorta anche in Istria qualche anno addietro; ma poi non ebbe più seguito. Ecco adunque ripresentarsi un' ottima occasione per i nostri maestri, i quali, se non hanno potuto effettuare il divisamente da soli, non c' è alcun motivo di rinunziare di associarsi al grande e valente drappello dei maestri di Trieste, il quale, come-si^è-veduto, ha dato già buoni saggi di saper fare, e fare bene. Tutti i maestri del litorale, uniti assieme possono costituire una forte ed anche molto rispettata associazione; mentre, se sono divisi, è molto difficile che possano attingere un qualche attendibile scopo. Egli è per questo che speriamo, che i signori maestri dell' Istria accoglieranno con vivo entusiasmo la chiama che vien loro fatta dai colleghi di Trieste, coi quali cercheranno anche di fondersi nel già costituito sodalizio. (dall' Istria) Si è costituita di questi giorni in Milano una società di beneficenza fra triestini, istriani e goriziani. Lo scopo della società è quello indicato dal titolo stesso, di soccorrere i conterranei del litorale, possibilmente anche i dalmati, che si trovano nel regno italiano e che versano in bisogno. Ai trentini non si è riflesso perchè hanno una propria associazione di beneficenza in Milano. La nuova società esclude affatto la politica dal suo programma, l'unico suo scopo è la beneficenza. Per iniziativa degna d'esempio, del settantenne sig. Giuseppe Agapito di Pinguente con l'appoggio di gran numero di cittadini fu istituito un comitato promotore composto dei signori Giuseppe Agapito, Pietro Prodan, Antonio Rossi, G. B. Del Fabbro e Giorgio Rottini per formare un gruppo Pro Patria di Pin- guente ; sappiamo che si sono inscritti 130 signori e 80 signore in tutto adunque 210 persone. Auguriamo prospere sorti al gruppo Pro Patria di Pinguente. Nel giardino del vescovato accanto alla chiesa in Parenzo furono scoperti certi pavimenti a mosaico di buono e differente disegno e bei colori. C' è chi ritiene appartengano al pavimento della chiesa anteriore all' attuale, altri e con maggiore probabilità sostengono che sono pavimenti di differenti località di una villa romana, come se ne trovano numerose sulla costa. Questi mosaici hanno il disegno, i colori ed in generale la tecnica dei mosaici scoperti presso Bar-cola, sembrano fatti dalla stessa mano. E possibile però che con questi si abbia costruito il pavimento della chiesa cristiana, anteriore all' Eufrasiana, e incorporata poscia in questa. Cosi si spiegherebbe l'apparizione anche di certi archi colla sigla di Cristo che si riscontrano nella cantina dell' attuale episcopio. Gli scavi si continuano ed è a sperare che si faccia maggior luce. ----^scs* --— Cose locali Rammentiamo con dolore che il giorno 7 gennaio testé spirato si compiva un anno dalla morte dell'egregio concittadino Anteo dei marchesi Gravisi, nostro corredattore e amico carissimo. Noi jùii che molti, più di ogni altro forse ne sentiamo la perdita, perchè da lunghi anni abbiamo assistito al suo perseverante disinteressato lavoro, celato dalla sua modestia, interrotto, ahi troppo spesso, dalle crudeli sofferenze. Pace all' anima sua. ELENCO dei P. T. Signori, che in ricorrenza del Capo d'anno elargirono in surrogazione alle visite d'augurio le offerte seguenti, a benefìcio dell'Ospedale Civico di Capodistria per l'anno 1889. Bonifaccio M. Canonico f. 1 — Bosizio cav. Luigi e famiglia f. 5 — Bratti ingegnere Alessandro f. 2 — Cadamuro vedova Antonia f. 1 — Cobol Giorgio f. 2 — Calogiorgio Giorgio e famiglia f. 2 — Calogiorgio Gregorio Ing. f. 1 — detto comandante del Civico Corpo Vigili f. 1 — Cadamuro famiglia f. 2 — De Rin Francesco f. 2 — Debellici Pietro e famiglia f. 2 — Driuzzi Giovanni s. 50 — Del Bello Dr. Nicolò f. 2 — Dolnitscher Caterina f. 4 _ Derin G. Battista f. 2 — Dragovina Edoardo f. 10 — Dragovina Francesco f. 1 — Demori Nazario f. 2 — Favento de Can. Giovanni f. 1 — Favento de Giorgio f. 1 — Genzo Giovanni e consorte f. 2 — Gravisi de Antonio f. 2 — Garbini Pietro f. 1 — Gravisi de Dr. Pio f. 3 — Gravisi de famiglia G. Andrea f. 2 — Gravisi de Giuseppe f. 2 — Gallo Dr. Augusto Avv. e famiglia f. 5 — Iachopic Augusto f. 2 — Kalker Adolfo f. 2 — Madonizzu de Nicolò f. 5 — Madonizza de Dr. Pietro f. 3 — Mahoritsch Rodolfo f. 2 — Manzoni Dr. Domenico f. 2 — Merkel conjugi f. 10 — Mason Carlo f. 1 — Mamolo Antonio s. 50 — Paulovich Dr. Antonio f. 2 — Pellegrini Antonia f. 2 — Sali Consorzio f. 2 — Sandrin Giuseppe f. 2 — Sandrin Dr. Antonio Avv. f. 2 — Tacco (Del) Cont.a Teresa f. 1 — Totto conti Giovanni e Gregorio f. 5 _ Venuti Leonardo f. 1 — Vicco Cont.a Maria Totto f. 2. Assieme fior. 108. Rappresentanza comunale. VI Seduta del 8 novembre 1888, ore 6 pom.; presidente il podestà sig. Giorgio Cobol, commissario governativo sig. Luigi cav. Bosizio Thurnberg i. r. capitano distrettuale ; ventidue sig.i rappresentanti, tre sig.i sostituti. Ordine del giorno; Lettura del P. V. della V seduta, d. d. 11 ottobre p. d. — 1. Conti preventivi dei comuni censuari di Capodistria e Lazzaretto per l'anno 1889 e relazioni analoghe del comitato di finanza. Approvato il verbale, il presidente legge i bilanci preventivi posti all' ordine del giorno, ed in assenza del relatore del comitato di finanza, legge la relazioue del comitato stesso che propone d'accogliere i bilanci così come compilati. Aperta la discussione generale, nessuno chiedendo la parola, si passa alla discussione articolata. Esito : Rub. I, tit. 4. Babuder, vorrebbe per quanto fosse possibile aumentare fino ad un fiorino al giorno ai cursori la paga, e desiste per ragioni dimostrate dal presidente. Gambini Pio, presenta pure proposta d' aumento di paga ai cursori; la proposta non è appoggiata. Interpella ■ sulla nomina dell' assistente di ccisscij 6 cls— sunzione del diurnista Guccione. Podestà, risponde attendere la deputazione persona idonea per coprire il posto di assistente di cassa. Il diurnista Guccione ha servito gratuitamente, si presta con vantaggio e può in ogni evenienza sostituire altri. Rub. II. tit. 2. Babuder vorebbe formato un fondo per indennizzare gli operai della banda civica; e più frequenti i concerti ; vorrebbe migliorato il coro del duomo ; domanda se i bandisti possano far uso degli strumenti per uso privato. Podestà, tiene conto delle raccomandazioni ; risponde che i bandisti con l'assenso del maestro, e certe cautele possono giovarsi degli stiramenti, unico modo di procurare loro qualche provvento. Rub. III. tit. 1. Radoicovich rileva essere l'ospitale civico sprovvisto d' acqua potabile, propone il ristauro della cisterna esistente. Gambini conferma, ma osserva occorrere per lo meno fior 1500 per il ristauro della cisterna. Parlano Babuder e Radoicovich, e in fine è accolta la proposta Gambini'. «sia incaricata la deputazione di far rilevare da un tecnico le modalità e la spesa necessaria per rendere potabile l'acqua della cisterna del civico ospitale verso riferta e proposta.» Rub. IV. tit. 2. Commissario governativo fa sentire lagnanze pervenutegli per il trascurato servizio di polizia sanitaria in generale, e in particolare sulla visita animali per macello vivi e sparati. Podestà assicura di invigilare gelosamente, fa cenno delle. voci esagerate a proposito di un bue ammalato destinato al macello e poi sequestrato. Commissario governativo dichiara che in base a relazioni dell'i, r. medico distrettuale ha raccomandato maggiore solerzia e oculatezza. Radoicovich riconosce soddisfacente la visita delle carni, in vece abbandonata la sorveglianza dei mercati e botteghe. Rub. stessa, tit. 4. Gambini interpella il comr-missario governativo per quali ragioni la commissione sanitaria provinciale non abbia allargate le misure restrittive sulle stalle dei suini adottate in Isola, anche in Capodistria. Commissario governativo, risponde Isola presentare maggiori necessità di provvedimenti : qui è compito della polizia locale provvedere nelle vie ordinarie. Radoicovich, si lagna della trascurata polizia stradale. Majer interpella sulla esecuzione del progetto per la denominazione delle vie. Podestà, risponde: considerato il sensibile dispendio per l'esecuzione del progetto, e d'altronde lo stato deplorevole di moltissime vie, la deputazione ha creduto procurare intanto un miglioramento del materiale delle vie onde sieno in condizioni da portare senza che se ne possa rilevare lo sconcio, nomi insigni. Majer, si lagna della deficente illuminazione delle vie, vorrebbe più rischiarato il viale del belvedere. Podestà, accenna alla scarzezza dei mezzi, promette di fare il possibile ; ha già disposto per il viale del belvedere. Rub. Vili. Tit. 2. Majer vorrebbe rinnovato il marciapiedi del Brolo. Al Tit. 3. Radoicovich, rilevata la scarsa quantità d'acqua della sola pubblica fontana, propone collocare a frutto ogni anno fiorini 200 fino a raggiungere il capitale occorrente per la costruzione di u?a nuova fontana. Parlano Babuder e Radoicovich e viene accolta la seguente proposta Gambini: — sia incaricata la deputazione di compilare mediante persona tecnica il fabbisogno e calcolo per sostituire un acquedotto di ferro all'esistente di legno e per convogliarvi le acque sorgive del Bolasso, assoggettando alla rappresentanza concrete proposte; — con l'aggiunta fatta da Babuder — di studiare altresì il progetto finanziario relativo per le conseguenti proposte al consiglio; — e la raccomandazione di Madonizza — di affidare lo studio del progetto a uno specialista, ingegnere idraulico, essendo la nostra fontana, oltre che la sola fornitura d'acqua della città, uu tipo pregievole di conduttura d' acqua. La proposta Radaicovich rimane in minoranza. Il podestà promette a De Mori che sarà scavato il canale d' accesso al mandracchio di Porta S. Piero. Rub. X. Il commissario governativo chiede se e quando sarà costruito un nuovo macello ; quello costruito a Isola ha costato fiorini 3000; officia la deputazione occuparsene. Il podestà prende atto e procurerà di provvedere al riconosciuto bisogno. Approvato l'esito nella complessiva somma di fior. 34510; la seduta causa 1' ora tarda, viene rimandata al domani, e l'adunanza si scioglie alle ore 8.50 pom. Riaperta la seduta li 9 novembre alle ore 6 poni, sono presenti 16 rappresentanti e tre sostituti. Il podestà a nome della deputazione propone, e la rappresentanza accorda, di l'are acquisto per 1' o-spitale sussidiario, destinato alle malattie zimotiche, dell' aparato W. E. Thursfield di Vienna, riconosciuto assai buono, per la disinfezione di vestiti. La spesa di fior. 170 sarà prelevata dal fondo imprevvedute. Si passa alla discussione dell' introito. Rub. I. Tit. 2. Garabini domanda se il sig. Matteo Lampich abbia leso la proprietà del comune nel fondo attiguo al teatro, nella costruzione di un pozzo, onde il comuue si sarebbe riservato il diritto eli ricupera. 11 podestà promette rispondere nella prossima tornata. Gambini interpella se e come si intenda utilizzare il Fondaco ora vuoto; Il podestà risponde non aver ancora prese determinazioni, e potrebbe forse presentarsi il bisogno di collocarvi la scuola di musica, e i vigili. Rub. VI. Tit. 3. De Mori reputa necessario aumentare la tassa sui cani, numerosissimi e assai molesti. É appoggiato. Gambini d' accordo, trova ostacolo nella legge provinciale 9 novembre 1868, che limita la tassa a fior. 3. Fa noti abusi, e propone di elevare la tassa dei cani in città non compresi nella prima categoria, a fior. 2 non esclusi i bracchi. La proposta viene accolta. Risultano votate tutte le rubriche d'introito nella somma totale di fior. 16436, che posti di confronto ali 'esito fior. 34510, lasciano un disavanzo di fior. 18074. Il podestà mette in discussione il conto preveit-Itvo del comune censuario di Lazzaretto; Esito: Rub. IV. Tit. 7. Gambini propone affidare alla deputazione lo studio di riforma del corpo delle guardie campestri, riducendole a 4 o 5 con armi e divisa, rimunerate, e corrispondenti alle esigenze di legge. Viene accolta a pieni voti. Rub. Vili. Tit. 1. Gambini lamenta 1' abbandono delle strade comunali campestri, e domanda quando sarà applicata la legge prov. 28 settembre 1875. Il podestà malgrado le sue buone intenzioni, dimostra le difficoltà che si opposero all'esecuzione da lui §empre voluta della accennata legge. Gambini segnala il grave pericolo per la salute pubblica derivante dalla confezione di concime fatta da Pietro Rasman alla Colonna in vicinanza della conduttura d' acqua della fontana; e domanda che sia scongiurato con apposita mozione. Podestà si mostra dolente di aver ignorato il grave inconveniente, promette di provvedere immediatamente. La mozione Gambini viene accolta. Approvate tutte le rubriche dell' Esito fior. 4888, si passa alla discussione dell 'Introito. Alla Rub. II, Tit. 1. Gambini chiede conto sul-1' arrenda del diritto di caccia. Podestà dà le richieste informazioni, in seguito alle quali, ed altre esposte dal commisario governa- tivo, Gambini propone che sia aumentata la rubrica dell' introito relativa fino a fior. 100. Sandrin, parla contro, dopo di che posta a voti la proposta Gambini viene accolta. Approvato l'introito di fior. 1211. Podestà propone a nome della deputazione di coprire il disavanzo di fior. 18074 del preliminare del comune censuario di Capodistria, con: a) una addizionale del 40% alle imposte dirette come ora esistente sulla prescrizione erariale di fior. 15557.00 Y2 importante fior. 6222.80 onde presumesi introitare fior. 5200. — b) un addizionale come al presente in vigore del 150% dazio consumo delle carni e del vino in arrenda, quota proporzionale fior. 12420. — c) una tassa indipendente comunale sulle bibite spiritose vendute al minuto come ora esistente di fior. 11.26y2 per ogni ettolitro di qualità fina e di fior. 7.51 y2 di qualità ordinaria, in arrenda colla quota proporzionale di fior. 640. — d) una tassa indipendente comunale di fior 1.70 come al presente in vigore per ogni ettolitro di birra venduto al minuto, in arrenda quota proporzionale di fior. 800. — xls-sieme fior. 1960, quindi con un civanzo di fior. 986. — Approvato a pieni voti. Ed a soperire al disavanzo di fior. 3677 del preliminare pel comune censuario di Lazzaretto, fa proposta di stabilire a) un addizionale alle imposte dirette come ora esistente del 40% sulle prescrizioni erariali di fior. 8019.40 importante fiorini 3207.76 onde si presume introitare fior. 2600. — b) un addizionale del 5%, come ora in vigore sull'imposta fondiaria soltanto sulla prescrizione erariale di f. 7062.97 per le guardie boschive-campetri, a sensi di legge, importando fior. 353.08 dei quali si ritiene incassare fior. 310. — c) un addizionale come al presente in attività del 150% al dazio consumo delle carni e vino in arrenda, quota proporzionale fior. 170. — d) una tassa indipendente comunale sulle bibite spiritose, coni'ora esistente, di fior. 11.26 ' 2 per ogni ettolitro di qualità fina, venduto al minuto, e di fior. 7.51 '/2 per ogni ettolitro di qualità inferiore (legge 18 maggio 1875 N. 84) in arrenda, quota proporzionale fior. 60. — e) una tassa indipendente comunale di fior. 1.70 come adesso in vigore, per ogni ettolitro di birra, venduto al minuto, in arrenda, quota proporzionale fior. 10. — Assieme fior. 3150.—- i quali di confronto al disavanzo di fior. 3677 lasciano una deficienza tuttavia di fior. 527. — Podestà rispondendo a Gambini, constata l'incongruenza ed il danno della separazione dei conti per comuni censuari; che la deputazione è contraria ad un accrescimento di imposte dirette già gravose ; si lusinga di coprire il disavanzo con risparmi e col civanzo del conto per il comune censuario di Capodistria. Gambini propone di approvare le tasse, e autorizzare la deputazione a contrarre un prestito fino a coprire il disavanzo, nel caso se ne presentasse la necessità. Approvato. Vengono così approvati i bilanci di previsione 1889 per intiero. Podestà partecipa la disdetta presentata dall'ar- rendatore sig. Francesco Decleva, per 1' anno 1889 all' esazione in arrenda delle addizionali al dazio consumo e tasse comunali indipendenti; si lusinga però di devenire a un componimento. Nominati Longo e Belli per la firma dei conti preventivi prò 1889; Gravisi e Gambirti per la firma del protocollo, la seduta venne chiusa alle ore 9.15 p. Bollettino statistico municipale (li Dicembre 1888 Anagrafe, Nati battezzati 23; fanciulli 13, fanciulle 10, morti 20, uomini 11 (dei quali carcerati 5). donne 3, fanciulle 4 al di sotto di 7 anni, nati morti 1 maschio ed 1 femmina. — Trapassati: 1. Gandini Giovanni fu Domenico d'anni 68. 4. G. G. (carcerato) da Spalato d'anni 46. 11. Baliah Giacomo fu Maria d'anni 78. 11. Dobrilla Antonia di Matteo d'anni 29. 16. Sestan Ved. Luigia d'anni 74. 20. Mohorcich Giusep.pn fu Andrea d'anni 95. 21. Zibernia Antonio d'anni 35. 22. Lughi Pacifico fu Pietro d'anni 86. 24. Tremul Apollonia di Andrea d'anni 11. 26. A. T. (carcerato) dalmato d'anni 22. 27. B. T. (carcerato) dalmate d'anni 31. 28. K M. (carcerato) da Zara d'anni 26. 29. K. V. (carcerato) dalmate d'anni 26. 31. Lonzar Nazario fu Benedetto d'anni 66. Più 4 fanciulle al di sotto di 7 anni e un maschio ed una femmina nati morti. — Matrimoni: 1. Caenazzo Giovanni di Stefano Maria Teresa Camuffo di Angelo. — 20. Pavan Giovanni di Giuseppe — Anna Tommasich fu Antonio. Polizia : Denunzie per contravvenzione all' ora di polizia 1 ; per abusiva caccia 2 ; per rissa 1 ; arresti per publica violenza 2 ; per schiamazzi notturni 1; sfrattati 16; usciti dall'i, r. Carceri 17, dei quali dalmati 11, istriani 5, tirolesi 1. Certificati di morale condotta 1, d'indigenato 0 ; rilascio di nulla osta per 1' estradazione di passaporto per l'estero 0; per rinnovazione del permesso di viaggio marittimo 0 ; di earte di legittimazione 1 ; rilascio di libretti di lavoro 2. Annona: Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne per ettolitri 76 e litri 50 prezzo al litro so^ 32; certificati per spedizione di vino 3 per ettolitri 580 e litri 87 ; per spedizione di sardelle salate 0 ; di sardoni salati 3 per mastelle 152 del peso di chilogr. 2961, di salamora 2 per barili 2 del peso di chil. 90. Certificati in oggetto industriale 2. Animali macellati : buoi 48 del peso di chil." 13064 con chilogr. 844 di sego; vacche 8 del peso di chil.. 1364 con chil. 70 di sego; vitelli 42, agnelli 0, castrati 38. Licenze industriali 2, di cui per vendita all'ingrosso di vino 1, per industria di sellaio e tappezziere 1. Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria — Angina difterica : colpito in Dicembre 1 e guarito. Vaiuoìo; colpito 1 e rimasto in cura. Lazzaretto 0. —-:--—---------------- ------- Appunti bibliografici Riccardo Pitteri. Campagna. Trieste, Caprili, un elegante volume in ottavo di pagine 115. Ricominciamo anche quest' anno il mestiere Sei Ser Appuntino nella piccola ma onorata Provincia; o con altre parole continuiamo a fare la critica. E che cosa è la critica? È la puissance des impuissants, diceva Gustavo Planche, definizione che torna a capello pei letteratuzzi arrabbiati per qualche graffiatina del critico coscienzioso e che vorrebbero la critica niente altro che una società di mutuo incensamento. Fate voi, fate voi, gridano questi. E il critico semplicemente risponde : Definizione sbagliata, chi critica fa. Non sarà buono di scrivere un poema, di scolpire una statua; ma sarà capace di notare i difetti di questa e di quello : ben inteso parlando sempre di cose di sua competenza. — Un — critiqueJ soggiunge Sainte Beuve n'est qu1 un hommne dont la montre avance de cinq minutes sur les autres montres. La definizione è bella ; ma sarebbe superbia appropriarsela. La parte del critico vuol essere specialmente quella d'uno sveglierino : così il De Gubernatis. Questa si mi piace, ed è tutta conforme alla mia natura. Fare la parte dell' orologio con la sveglia e in sul più bello destare i dormienti con un maledetto fracasso ; oppure a vantaggio di certi altri caratteri deboli che hanno bisogno di essere cullati, accarezzati per non lasciarsi cascar giù, molcere gli orecchi con la soneria (carillon) e far loro travedere lontana lontana, ma sicura, la rosea aurora d'un nuovo giorno, nelle armonie della Norma e dei Puritani ; e specialmente scuotere certi campanelluzi e campanoni, ecco il mio vecchio mestiere. Fare la critica insomma delle opere, delle omissioni, dei voltafaccia, ecc. ecc, e non degli scritti, e sferzare, ridere e piangere insieme come voleva il Giusti, e specie oggi che in Provincia ce n' è tanto bisogno ; era questa la mia vocazione. Ma sic fata voluere; buttiamoci adunque alla critica degli scritti. Trattando questa rammento un' altra sentenza dal francese — Alla critica sterile dei difetti, il nostro secolo ha sostituito la critica feconda delle bellezze. (Brunetier). Accettato con qualche riserva, e buon per me che a mettere in pratica la nuova dottrina vengono a taglio i versi del Pitteri — Campagna. Arcadia ! griderà taluno. Nossignore, qui siamo proprio in campagna campagna nostra, senza pastori e pastorelle e cani greci, senza susurri di classiche fonti. Il sentimento della natura viva spira da questi versi, che sono l'espressione d'un vero bisogno per noi avvezzi al tumulto delle grandi città, oppressi dalla furia degli affari. Altra cosa per gli arcadi. La campagna, la valle, il prato erano una reazione da letterati; sognavano la natura nei seggioloni accademici ; l'Arcadia per loro fu una trovata — Siamo in Arcadia! Il Pitteri si aggira per la sua campagna, vede, sente, nota, e cóme entro amore spira va significando. Quindi la efficacia quasi sempre della parola, la docilità della rima, e la fluidità del verso, e certa uniformità di concessione poetica conforme alla nota dominante nella natura nei caldi giorni d' estate e che dispone 1' anima a una dolce malinconia, a un desiderio tranquillo dell' infinito. La natura studiata sul luogo, e per vero amore, non per progetto, negli alti silenzi fa sentire al poeta certi susurretti reconditi ; le formiche, i bruchi gli alberi stessi hanno parole per lui; e da ciò l'osservazione attenta, l'analisi fina fina e sempre gentile. La forma v' è classica, benché non tanto, come altre volte, ricalcata sul modello e sul mito. Ma P assenza del mito, presente solo in due o tre composizioni, lascia il poeta più libero per mettersi in diretta comunicazione con la natura. L' antico tra la natura e la concezione poetica, panni d'averlo detto altre volte, trovava di mezzo la favola ; l'uomo moderno, senza impaccio di satire e ninfe, sente gorgogliare direttamente le acque, vede gli amori delle libellule e degli insetti, ed è quindi più vero, più profondo. E tocca poi il sommo dell'arte, se all'idea moderna aggiunge la classica forma ammirabile sempre. Si dirà che io prendo troppo alla lettera la sentenza del Brunetier, e questa volta ho gli occhiali color di rosa sul naso. Ed ecco qui subito un professore di storia naturale che grave grave appunta il verso — L'allodola balza dal suo ra-moscel. — (pap. 12) — E chi non sa come l'allodola non si poggia mai sugli alberi, ma depone le uova in terra, è impotente a stringere i rami degli alberi, e quindi non si appollaja? C'è però la specie Tottavilla che si appollaja, ma quella abita i boschi, e nidifica sui grossi rami degli alberi, non sui ramoscelli. Si sbrighi il Pitteri col sopraccennato professore ; in ogni caso non sarà il primo poeta che non sia in regola in tutto con la storia naturale; basti rammentare uno de' più alti campanili, il Foscolo che fa svolazzare per la funerea campagna l'upupa cangiandola in un'immonda civetta. E da capo da quest' altra parte ecco un grammatico arcigno che mi tenta di costa e grida. Nella sesta strofa del — Ad un pioppo — al penultimo verso — fosse minor la pena — quel fosse, secondo la sintassi, deve mutarsi in sia, perchè verbo retto dal reggente cerchiamo che è al presente. — Fisime fisime, è un anacoluto, come ce ne sono tanti. Ed ecco altri Ser Appuntini, che fanno cenni e mi si recano a mente di qua di là. — La campana che versa come un' urna sacra lo squillo (pag. 68), mi pare metafora strana. Nella foglia natante, bella tra le belle per movimento lirico, non mi piace il verso — Sotto i pioppi qualche volta — perchè la vasca c' è sempre, e il qualche volta si riferisce invece al capovolta, dunque non bene espressa la percezione poetica. Il rispetto del cherichetto e il veto provinciale sentono un pochino lo stento della rima (92 e 93.) Anche non so se si possa dire il grisolare del grillo, che non trovo neppur nel Novo Vocabolario. — Parlatene pure all'autore; egli avrà forse tanto in mano da persuadervi del contrario._ CAPODISTRIA, Tipografia Cobol-Priora. Per conto mio faccio un semplice osservazione al Pitteri. È vero che una certa uniformità è richiesta dall'argomento stesso; pure è forse un po' troppa. Vedasi come cominciano molti canti — Piove, non si move una foglia — Una pallida fiammella vola — Il ragno si arrampica — Il pioppo sta solitario. Succede questo, avviene quello. Di rado uno scatto, e quell' entrare in medias res, non con molto impeto lirico, che noi consente il genere, ma con un tal qual movimento. Anche la natura ha poi i suoi impeti e che impeti! e armonizza coi nostri dolori; e nel misterioso silenzio, prima dello scoppio dell' uragano, ci desta paurosi presentimenti nell' anima. È la nota che manca, o è appena accennata in Vento : La meditazione, un più lungo e vario studio della natura, senza il bisogno troppo oggi sentito, di scendere ogni tanto dai recessi del sacro monte, ci daranno una più varia e ricca campagna. Intanto aggiriamoci in questa che è pur tanto bella! --------- Accompagnata da una gentile lettera, il chiarissimo prof. Hassek, ci ha mandato la seguente che ben volentieri pubblichiamo : Egregio sig. Direttore della Provincia Il sig. L. V., vostro collaboratore, palesandosi come colui che scrisse l'articoletto pubblicato nella^ Provincia, sotto il titolo Unicuique suum, mi scriveva giorni addietro dalla città universitaria, dove ora sta laureandosi, chiedendomi l'autorizzazione di servirsi anche della mia biografia del Besenghi (edit. Balestra, 1884), per svelare alcuni plagi d' un' opera uscita or non è molto e che secondo il suo avviso non sarebbe che un mosaico letterario. Mentre ringrazio il sig. L. V. dell' affetto mostratomi nel succitato suo articolo (affetto, del resto, non nuovo in quanti Istriani mi tengo ad onore d'aver avuti ad allievi nel mio non breve tirocinio di pubblico insegnante), non mi sento tuttavia in grado di approvare le sue intenzioni, per quanto lodevoli e a me lusighiere. Nè faceva mestieri, me lo creda pure, ricordare al Tedeschi i miei scritti sul Besenghi, perchè egli stesso ne scrisse due volte e l'attribuire al Zanella 1' articolo scritto da me, non poteva essere, come difatti non era, che uno scorso di penna : tanto più che al prof. Tedeschi, per persuadere il Barbiere dell' ingiustizia commessa nel suo Almanacco, occorreva non tanto, come egli stesso ben dice, il nome d'un biografo del Besenghi, ma bensì quello d'un poeta; che dell'illustre Istriano avesse già parlato (è indifferente dove e quando), e specie del Zanella, citato dallo stesso Barbiera. S' accerti poi 1* egregio sig. V., che dove io mi creda offeso, so difendermi da me, anche senza il soccorso altrui, per quanto gentile e disinteressato. E credo d' averne già data qualche prova. Ed ora un grazie di cuore all'articolista ed un saluto affettuosissimo al nostro Tedeschi, della cui benevolenza, confermata tempo addietro anche da epistolare corrispondenza, mi tengo altamente onorato. Trieste, 5 gennaio 1889._Oscarre de Hassek. Pietro Madonizza edit. e redat. responsabile