ANNO V. Capodistria, 1 gennajo 1871. 11 1 ! ■ i X. I. ■Hill frlOR \ A L E li F FI CIA l E PER GLI ATTI DELLA SOCIETÀ' AGRARI 1' * 6 ISTRIANA. Race il f (,(1 ir Hp d' ogni mesfr. ASSOCMZIO VE per uo aono-jf.-iH 3-; swm»Rlre e qundri-m«stre'in phtporziuoe. — Gli abbonamuali si Ricevono presici La ltedaziona-. Articoli comunicali d'interesse generafe si stampano gratuitamente; gfi ahri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. ATTI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. AVVISO. Per deliberato del III Congresso generale della Società agraria istriana e di concerto colla onorevole redazione della „ Provincia" viene questa gazzetta dichiarata organo ufficiale della Società e porterà quindi da oggi oltre a memorie e notizie d'interesse agrario tutti gli avvisi, gì'inviti,, le convocazioni ed atti ufficiali della sottoscritta pre-I sidenza. Vorranno quindi i Comuni, i Comizi ed i membri del Comitato, cui giugnerà regolarmente e per conto sociale questa gazzetta, seguirne per cortesia le pubblicazioni, imperocché per tal modo saranno diminuite aF ufficio sociale molteplici scritturazioni e reso possibile di dedicare tutte le forze a lavori più produttivi. Rovigno 16 di dicembre 18TO; La Presidenza PROGETTI DI LEGGE SULLA TUTELA DEJÈL' APICULTURA E SUI RELATIVI RAPPORTI GIURIDICI. M «>0*317 Qfl'i/J! jh fì(:l| («; -itn i ':,:<■., ' 'Aj'' r La Società degli apicultori austro - germanici presentò al Min. dell'Agr. un progetto di legge sulla tutela dell'apicultura e sui relativi rapporti giuridici. !1 Ministero lo comunicò alla nastra Società inpronunciare solli'citaniente intorno allo stesso e n >i lo pubblichiamo coll'invito ai Comizi agrari, ai membri del Gomitai > ed a tutti gl' intelligenti di voler far pervenire entro il mese di gennajo il risultato dei loro studi. Vorranno in ispecie rispondere ai seguenti quesiti aitandola a I. Quale è lo stato dell' apicultura nelle diverse parti della « Provincia » e precisamente a.) q,uafe il numero degli apicultori, e b.) quale il numero comune ? dei singoli alveari in ogm In che luoghi tengonsi api vaganti: da quali paesi ne furono trasportate : quante arnie furono trasportata nell'anno 1869 da un Comune all'altro per esservi collocate temporariamente (p-. e. pel pascolo di. Saraceno)? 3 In che modo viene trattata l'apicultura n.i singoli distretti: quale è il prezzo medio di un alveare: quale il reddito medio del medesimo in mieta e cera: quali relazioni ne derivano tra gli apicultori e tra questi ed altri possidenti e comuni: e quali; abbuono viene prestato per collocamento delle arnie iu caso di api vaganti? 4. In che rapporti di legge e di diritto trovasi tra Hi noi l'apicultura: quali leggi ed ordinanze furono pubblicale nella provìncia oltre alle disposizioni del 584 C. C. A.: quali leggi ed ordinanze vengono osservate di fatto? Avvennero perlrattazioni in proposito e quali ne sono gli atti? Si riscontiò-finora qualche difficoltà nel collocamento delle arnie sia per riguardi di polizia o per ragioni di diritto privato., e quale autorizzazione fu chiesta pel collocamen- tttl' . etoattqjb ornili} I.J otthib ilira« il,") 5. Ha l'apicoltura causato inconvenienti agli agricoltori o ai terzi e quali impedimenti si frappongono alla diffusione ed allo sviluppo dell'apicultura? L'asserito danneggiamento delle vigne per parte delie api esiste veramente e quali difficoltà incorsero tra apicultori vignajoli? 6. Bast ino le attuali leggi ed ordinanze ed è sufficiente a sopperirvi H progetto di legge più sotto stampato? 7. Quali altri provvedimenti giuridici ed amministrativi sarebbero desiderabili negl'interessi dell'apicultura? llovigno 10 dicembre 1870. •Urti» «tfshqoiq bI, ìIm aiy tamn vwi obróhrf* La Presidenza. PROGETTI PI LEGGE SULLA TUTELA DELL'APICULTURA E SUI RELATIVI RAPPORTI GIURIDICI. *Sl EH1» r W- •■*• ì jip. . •? II. T,'esercizio dell'apicultura è libero a chiunque anche a chi non è possidente, ad eccezione: -1. Se un terzo abbia ottenuto contro di lui un diritto di divieto, e 2. Se in base al 29 gli sia slato proibito di tenere delle api. In tutti e due questi casi egli non può permettere il collocamento di api forestiere sulla sua possessione. § 2. Per istabilire un arniaio, anche se per epoche determinate e per pascoli determinati, è necessario sempre il permesso dell' autorilà di polizia locale. È proibito di tenere le api presso le vie di una città, o di un villaggio, od in prossimità di strade frequentate, carreggiabili e pedestri, o presso i conlini dei vicino, q di tenerle in tale vicinanza che possano essere di pericolo agli uomini ed agli animali. Yttlaao all'incontro le api da un'altezza di piedi 10, o è I' unità dell' arniaio ditesa da una cinta delia medesima altezza; in questo caso è permesso il colloca-ìuenlo delle api in tale situazione. §■ 4. Nelle prossimità dei luoghi o di uno stabilimento d' imbiancatura non è permesso di erigere un arniaio che alla distanza di 300 piedi. § 5. II proprietario di un fondo è autorizzato di permettere il collocamento delle api per precisati pascoli. p. e. pel seraceno, o anche per 1 intera annata, sempre che un terzo1 non vanti diritto di divieto. Gli aventi diritto al tempo di pascolo od al pascolo non possono opporvisi. 6. II rilascio temporali© ad un terzo di un fondo ad uso dell' apicoltura, cessa colla perdila della proprietà del cedente; il proprietario subentratovi deve però rispettare il contralto stipulalo del suo antecessore per 1' anno in corso, e qualora questo spirasse prima di mesi due è tenuto a concedere tale prorotta per l'asporto delle api. 7. Valendo per norma generale la proprietà delle api, così resta anche la proprietà di uno sciame sortito al possessore dell'arnia fino a che egli non perda di vista lo sciame per modo che non sappia più deve esista, ed abbia rinunciato ad inseguirlo. Altret- tanto vale per lo sciame preso, se questo abband cna nei primi giorni nuovamente Is sua dimora. Sciami vaganti ed affamati sono ritenuti come non aventi padrone. §• 8. Il proprietario di uno sciame può inseguirlo sopra terreno altrui e prenderlo, ma è però tenuto a risarcire qualunque damo cagionato per la presa dello sciame. § 0. Qualora il proprietario del terreno non perme-tesse al proprietario dello sciame di pigliarlo, quello ò tenuto a risarcire a questo la perdita dello sciame con tre talleri, ma acquista all' incontro la proprietà dello sciame. Eccezioni riguardo al valore dello sciame seno inammissibili. % io. Se uno sciame inseguito dal suo proprietario è entrato in un altro alveare costruito per intiero o ia parte non però popolato dalle api, sia esso trasportabile o meno il medesimo proprietario può le\are Io sciame dall'arnia, come può anche levare i favi di cera e miele, se mobili, e romperli, se fissi e scopare le api. §. II. Quadra uno sciame inseguito dal proprietario o immediatamente o. dopo che esso si è riuintoad. una sciame forestiero, quancT anche fosse già stato recluso antro lutto od in parte in un arnia occupata da] api, lo sciame rimane proprietà del possessore dell' arnia. § 12. Riunendosi in un abitazione più sciami di diversi proprietari, essi divengono proprietà comune dei rispettivi apicultori per modo che dal complesso dello sciatile spetta ad ognuno la parte corrispondente al numero degli sciami già di sua proprietà. %. 15. Chiedendo uno degli interessati la vendila dello sciame comune allora viene esso tosto subastato fra gli aventi diritto in presenza di due testimoni. Tra offerte uguali decide la sorte. § 14. Sa lo sciame comune- si dividesse volontariamente per guisa che uno sciame ne emigrasse e si fissasse separatamente, questo non di meno viene ritenuto esser proprietà comune. § Uno sciame senza padrone appartiene a ehi l'ha trovato. §• 16. Trovasi uno sciame sopra un terreno chiuso di un apicultore, esso non viene riguardato privo di padrone, ma appaiteli lite al relativo apicultore. §• 17. Per singoli distretti fissati dal Governo; gli api- cultori scelgono un perito incaricato di dare pareri intorno alla presente legge per la durata di anni sei. Il prescelto può declinare tale ufficio s lo per quei motivi che valgono per declinare L'incarico di una tutela. 18. Se prima dello spirare del termine suddetto il periti» non rinun in al mandalo, questo &' intende rinatalo per aitri sei anni. $ 19. 11 parere del perito verrà ritirato dall'Autorità amministrativa specialmente prima che segua J! emanazione di disposizioni intorno alla coltara «Ielle api. In caso di contestazioni privale ogni parte è la— coltizzata a sciegliersi un perito. f. 20: Ogni apicultore è obbligato a mostrare il proprio alveare ad ogni allevatore di api abitante nel luogo, o la cui abitazione non disti più lungi di mezz'ora dal luogo stesso, in presenza dell'Autorità politica locale, fra il levare ed il tramonto del sole. 21. Tutte le arnie nelle quali si mostrano api predatrici, il relativo possessore è tenuto a lasciarle ispezionare e permettere che dette api siano cosperse di gess» polverizzalo. 22. Se con tale ispezione viene recato un danno, il promotore di questo è tenuto a doppio risarcimento. 23. Ricusando V apicultore, od in assenza di lui i su i famigliati, di assoggettarsi alle prescrizioni dei §§. 20 e 21 l'Autorità politica impiega tosto mezzi coercitivi ed il rifiuto stesso viene punito. |i. 24. Ambidue gli apicultori in questione ponn» munirsi di due testiinonj. fin assenza del perito distrettuale rimane facoltativo all'apicultore chiedente l'ispezione a precisare quali arnie sieno da sottoporsi all' ispezione e quali api siano da cospergersi colla polvere di gesso. g. 25. L'autorità politica non aderisce all'esposizione se non previo il deposito di soldi 75 (15 Silbergr.) per parte del chiedente. Se entro otto settimane non segue la prova di aver trovato realmente delle api predatrici nell'ar-ninjo ispezionato il suaccennato importo cade a favore dell» cassa dei poveri del luogo. §• 20. Eruendosi nelF arniajo ispezionato o nelle sue vicinanze un recipiente con mele od altre materie zuccherine questo verrà confiscato dalla polizia per farne investigazione, se sia avvenuto un avvelenamento. 27. Ad evitare il pericolo del contagio del germe del- le muffe, i negozianti commercianti fn miele, fabbricatori d'idromele, pasticcieri, ed industrianti, che in generale si occupano nella manipolazione del miele, s. ni obbligata a tenere perfettamente inondi i recipienti che coratenevan » miele. Le cmtraxenzioni vengono punite con un tallero, ed in caso di recidiva con taLleri 5. Sottostà alle pene contemplate dalla legge per danneggiamenti maliziosi recati all' altrui vita e proprietà quegli, che non impedisce l' accesso alle api nei Influii ove vengono conservate ed elaborate materie zuccherine, o ne impedisce fa libera uscita nel ca-s > f-ssero già entrate o se premeditatamente prende, danneggia od uccide le api mediante sostanze nocive alla salute dell'uomo senza poter giustificare la proprietà sulle stesse, sia che ciò succeda sopra terreno proprio od altrui. Se per fa preda o l'uccisione, delle api viene promesso una rimunerazione, ognuno dei due complici sottostà a duplice pena. S- 29. Nei primi casi previsti del § 28 il danneggiatore perde il diritto di tener api per anni 10, ed è tenuto ad indennizzare il possessore con un tallero per ogni sciame. 11 caso di uccisione delle api mediani,; sostanze nocive alla vita, il reo perde siffatto diritti» per sempre, ed è obbligato a risarcire ogni arnia danneggiata per 1' avvelenamento con talleri 6. §. 30. Chi non alleva da sè api od altrimenti non sia autorizzato ad esercitare il commercio di miele e di cera, ha da procurarsi dall'Autorità di polizia locale per sua legittimazione a tale commercio un certificato valevole pi-r persona ed epoca determinata. $>31. Le api date a pegno o colpite di sequestro non devono prima della vendita venir asportate dalla loro s!abile dimora, ma è da cercare fa sicurezza del creditore in altra guisa. In tutti i casi urgenti è da sentirsi il perito. $. 32. Api in alveari mobili ritengonsi quali mobili, in alveari stabili quale pertinenza del fondo. Eccezioni sono da giustificarsi con titoli legali speciali. 33. In nessun caso di acquisto di arnie è ammessa fa cauzione, sia che questa fosse garantita per iscritto e per casi determinati. Dal momento che si cominci a far uso delle arnie e dell' affittanza degli utili di un arniaio le popò-» fazione delle api sono da tassarsi dal perito distrettuale o dagli interessati, ed allorché lo scioglimento di cotesti rapporti giuridici avviene in una stagione diversa da quella in cui ebbero principio, è da corrispondersi i! valore di stima delle arnie avute in consegna, mentre le arnie esistenti rimangono all'usufruttuario, e rispettivamente affiltnjuolo. GH Se però non ha avuto lungo una stima o non vi fu «ssunto un accordo per iscritto, devono venir restituite altrettante arnie quante furono prese in consegna e non è da prestarsi alcuna garanzia per la bontà delle arnie restituite. §. 3G. Pel danno cagionalo dalle api risponde il detentore soltanto^ \. qu mdo agisce contro le disposizioni della presente leg^-e, 2. quando questa legge gì'impone iJ risarcimento e 3. quando egli è causa dei danno recalo. --iivxii ojìioffiffjsyitftfnviy ÌÌÌCJ sòl i K ' I i|> Il risarcimento non ha luogo quando le arnie vengono depredate intieramente o in parte da api straniere. Le api predatrici non possono essere itò prese, uè danneggiate od uccise a scanso delle pene comminate dal f. 29. § 38. Nelle controversie di diritlo privato fra apicultori e terzi o Ira apicultori stessi per risarcimento in base ai §§. 28 e 29 deve essere introdotta la procedura di legge esistente nelle provincie. All'incontro nelle controversie fra apicultori ha luogo la procedura giudiziaria sommarissima. Prima dell' introduzione della procedura i giudizj dovranno procurare di appianare la differenza mediante un compromesso. Con questa legge vengono derogate tulle je'dis-posizioni ed ordinanze fin qui vigenti in quanto non •\i sieno indicate come ancora valevoli. J-EGISLAZIONE AGRARIA CONTRO IL FURTO CAMPESTRE. Avviso ai Comizi agrari, Lo spettabile Comizio agrario di Dignano a-vendo fatto mozione al Congresso agrario istriano, perchè sieno promossi provvedimenti legislativi contro il furto campestre, il Congresso stesso pure apprezzando la bontà della mozione vi trovò il difetto di più concreti consigli, ed incaricò quindi questa presidenza di affidare lo studio di sì importante argomento a tutti i Comizi della provincia, i-accogliendone pensieri e progetti, da cui poscia comporre un concreto schema di legge. La presidenza prega quindi i Comizi della provincia a voler porre questo argomento con sollecitudine all' ordine del giorno delle loro riunioni, facendo conoscere alla stessa l'esito dei loro *tudi a tutto il mese di marzo. Rovigno 16 di dicembre 1870. La Presidenza. * SOSCRIZIOXE PEI rti.NNEGOI.VTI DALL' INCENDIO DI TRENTO. III. Lista. Dalla città di Albona: Signori: Battiala Giac. f.ni 1. —Calumi Ferd. f.ni 1. — Depangher-Manzini Vinc. f.ni 4. — Dra-ogna Bernar. f.ni 1. — Lazzarini barone Giac, ni 5. — Lucas Andr. f.ni 1. — Lucas avvocate Giov. f.ni 1. — Lucas Gius, f.ni 1. — Luciani Tom. f.ni 3. — Luciani avvocato Giac. f.ni 1. — Lius Giac. f.ni 1. — Lius Melch. f.ni 1. — Mala boti ab Marcel; f.ni 1. — Martinuzzi Giov. f.ni 1. — Millevoi dottor Piet. f.ni 2. — Millcvoi Era. f.ni 1. Nacinovich Giac. f.ni 2. — Nonveiller dottor Stef. f.ni 2. ^ Sillich Frane, f.ni 1. — de Scampicchio fratelli f.ni 2. — Signorelli Piet. f.ni 1. — Tujach Ant f.ni 1. — Yellam Ant. f.ni L Da'Ila città di Umago: sig. F. T. f.ni 5. Da Pola : Signori : Dr. A. Barsan fjii 2. — D.r E. Boccalari f.ui 1. — M. Cocoich f.ni 2. — G. Fabro f.ni 5. — D. Fanganel f.ni 2. — A. Fragia-eomo f.ni 1. —- N. Rizzi f.ni 7. Totale f.ni 61 ■t i, Riporto som. ant. „ 24 Assieme f.ni 85 PARTE ECONOMICA. t h ^onniib hu olar^i uuuu—u^i-h k|«i wl noa j .ola^fniatcah oiuool e olmnl ù «totip rb wìi industriali, fa invocai© con ansiosa impazienza un avvenimento salvatore. II bisogno di abitazione del personale addetto ai < orpi, ed alle diverse amministrazioni militari è orli ai coperto, ed i nuovi edifici erariali costruiti a quest' i so, hanno già rese superflue le pigioni private. Il congnio di questo personale, e di tutto il militare di ter-ìa e di mare, è completamente assorbito dallo stabilimento del Consum - Vevein, che gode il vantaggio di ).on far credenza e di non pagare imposte d'industria e di rendita. Ora poi si sta costruendo anche il casino della Marina, accessibile a tutti i militari ed impiegati, così che persino i caffè e le trattorie aspettano un colpo mortale. Vedete adunque che, dove è mai possibile, si cerca di togliere a la città ogni vantaggio derivante dalla presenza degli stabilimenti militari e della guarnigione. E questa tendenza, in quanto concerne le abitazioni, essendo stata portata all' esagerazione, ha dovuto finire a punirsi da se, poiché ha messo in mostra troppo ingenuamente una ripugnanza dalla popolazione, e perche quelle grandi case erariali fabbricate lontano, e separate irrimediabilmente daìla città dal monte £aro, sono il supplizio dei loro abitatori, per la tristezza dell'esilio, e il disagio delf appravigionamenco-, della dis-stanza^ e dell' intemperie. ' li erauo inveetì di mettere a confino i suoi inquilini, poteva utilizzai® un suo bellissimo fondo centrale e piano, detto l'Ortobuso, che stette finora inoperoso, e che poteva capire parecchi fabbricati. Ke aveva un altre, vicino sulle falde del monte Zaro; e poteva da qui stendere una bellissima schiera di fabbricati in direzione dell'Arena, tenendosi sull'alto, in luogo ventilato, e di amena veduta, dove i fondi hanno tuttora un prezzo assai moderato. L'abitato sarebbe rimasto unito, e la città ne sarebbe stata arrotondata invece che deformata sia un vizioso allungamento. Non vi parlo poi dello stile di quei fabbricati im-be'lettati, di tipo esotico, tutti crivellati di fiori, e eho nascondono la porta nella parte deretana. Uno di essi, che sarà tosto compiuto, potrà essere mostrato come modello di mostruosità; basti dire che la porta è collocata nella rientranza di un'angolo acuto, dove non poteva aspettarsi che una tabella di diffida della polizia stradale. L'unica cosa bella è il piccolo parco che siede rei mezzo di essi, ma anche questo monotono e deserro, perchè gli abitatori del vicinato, attristati dalla solitudine, corrono frettolosi ai centri abitati, per sentirvi ie pulsazioni, e il tepore della vita, Poiché v'ho parlato di edifici, vi passerò in rassegna alcune novità edilizie. il forte, che, dalla sommi à del monte Zaro, guardava squallido e bieco sulla città, è stato demolito, ed i ì sua vece è sorta una specola, già prossima a compimento. Il punto molto rimarcato metteva fin j aspettazione di un edifizio elegante, ma questo fu schivo di ogni ambizione, e per poco non direi che il suo pian terreno, con certe finestre disadorne e fortemente custodite, richiami la ca-a di correzione. A pochi passi, sul fondo erariale Jlell' Ortobuso sorge un grandioso edificio pel casino della Marina, il quale, e per l'indole del fabbricato, e per essere condotto sul disegno di valente artista di Monaco, promette di riuscire qualche cosa di bello. La spesa del salo fabbricato si fa salire ad oltre 40 mila fiorini per cui sparisce ogni sospetto di lesineria. Direte voi che i militari di Fola devono nuotare nei quattrini per averne tanti d' avanzo, ed [osare cosa «he ne valiti altro qui potrebbe; ma dovete sapere che la incipiente associazione conta ormai il bel gruzzolo di 20 mila fiorini di regali, e gode nelle alte regioni di tai favore, che per ogni altra intrapre a sarebbe follìa sperare. E inai me ite, se il bilancio militare del 1871 lo permetterà, si darà ma io a costruire una grande caserma per la truppa di terra d'ogni arma, e questa sopra un fondo erariale, che guarda uno dei più bei tratti della riva, nello spazio f a il Duomo ed un prosaico edificio erariale chiamato il Bau-hot". Variano le opinioni in proposito di questo progetto, il cui disegno è tuttora un arcano pel volgo dei mortali. Alcuni vedrebbero volentieri colmato il vacuo di quella fronte, e si lusingano di ammirare un edificio più bello e corretto del palazzo Stabale che sta poco discosto. Altri invece reputano che non si vorrà e-rigere un' opera che possa denigrare le sue anziane, e per ciò consigliano a tollerare ancora la vista dell'attuale muro provvisorio di recinto. Questi pensano ancora che i vari bisogni domestici di una caserma, il movimento di masserizie e carriaggi, l'esercitazione delle reclute, siano di un' amenità molto contestabile per uno dei più bei punti della città, che serve al pubblico passeggio; soggiungono che l'erario potrebbe fai' cosa più saggia e lucrosa col vendere a carissimo prezzo quel suo fondo, e, col ricavo del medesimo, comperare a buon mercato un fondo più vasto e più confacentc per caserma, sia a S. Michele, sia a S. Martino, sia altrove, guadagnando a questo modo buona parte di spesa dell' edificio. Anche il Governo centrale "marittimo è vicìno'a dar compimento al suo fabbricato per 1' Uffizio di Por-. to e Sanità, che vorrebbe essere trn palazzino in succinto, ma di bell'aspetto. Non ho pretesa d'intendermi di simili fabbricati, e per ciò mi acconcio a credere in buona fede che non siasi dimenticata l'ipotesi che Po-la possa un giorno avere una strada ferrata, e quindi essere visitata da qualche cosa di meglio che il piccolo cabotaggio. Da queste due ultime località par di toccare 1 A-rena, e per ciò troverete naturale un pietoso mordo per l'illustre derelitta. È cosa che desta la indignazione dei patriotti e dei forestieri il vedere come questo insigne monumento, che forma la rinomanza di Pola, e di cui tutta la Monarchia non offre un eguale o secondo, continui a restare sdegnosame ite trascurato, e vergognosamente vituperato. Par quasi una bassa invidia delle glorie della nobile razza, che, in migliori tempi, fioriva su questa terra; pare dispetto dell'umiliazione che la sua altera bellezza infligge a la grettezza delle topaje di costruzione recente. Persino gli energici reclami della Dieta provinciale rimasero negleiti. Beata a parlare delle costruzioni comunali. Or bene vi dirò che 1' usina a gas, da lungo tempo piogettata e studiata, è ora in pieno lavoro, é dovrebbe essere in esercizio pel maggio 1871, poi che per allora il Comune deve fornire 1 illuminazione a la marina, sotto comminatoria di multe, ed altre, pene ad arbitrio di Sua. Eccellenza,, come pa.ia.vmio i bandi dei Governatori spagnoli, che Dio abbia in gloria. Amen. Pareva che imprecarla si fosse fatta la stessa, società che ha eostruito 1'usiua di Gorizia, ma i soci ram ai vedono- Ad ogni modo il lavoro va avanti e, poco prima, yooo dopo, la. luce a gas sarà fatta. Il palazzo municipale, opera a rappezzi di epoche diverse, e eoi tergo di tempio romano, ricorda le fasi di decadenza della vita del Comune, andata di pari passo con quella dell' arte. La purezza ed eleganza romana eon qualche sentore gotico e moresco appiccicati da un lato, e l'alterezza del pian terreno ad arcate spaziose e colonne, sono disconfessate da una scala volgare e abortita, poi dall' aria casalinga del primo piano, o finalmente da un cimiero barocco destinato a custodire 1' orologio, e a portare una campanella, che annunzia 1' ore, e fa le finte di campanone del Comune. La meschinità architettonica e andata di conserva colL' avvilimento dell' antica rigogliosa vita municipale, per finire nel frivolo e nel goffo. Questo edificio male accozzato dava indizi di grave discordia intestina, e le sue membra eterogenee minacciavano di andarsene per diverse direzioni. La situazione era allarmante, e per prevenire una catastrofe, il Municipio, prendendo ispirazione dalle idee po-tochesche di conciliazione, si accinse in propria regìa a medicare gli sdrusciti. A quest ora il palazzo è quasi rattoppato, ma, come avviene a toccar le vecchie muraglie, ogni logoro ne scopre degli altri, e la spesa viene crescendo in mano ; non avrei che ad esprimere il modesto rammarico. che, una volta preso il partito del ristauro, non siasi colta l'occasione di correggere, per quanto era possibile, alcune sconcezze architettoniche, le quali dovranno ora rimanere fin chi sa ouando. E facile avvedersi che io voglio accennare ali incongruenza e spiacevole disarmonia del finestrone di mezzo, a tre archi, colle finestre laterali di forma quadrilatera, come pure acquei cimiero, il qnale, invece di ripetere con qualche variante, 1' idea volgare di un portaorologi, avrebbe potuto assumere un più elevato carattere architettonico e decorativo. Ora vengo a le strade. Quanto a quelle della città, non occorre vantarne la sublime orridezza, e se ci voete dare il piacere di vedervi a Pola, saprete di dovervi armare di calzature eccezionali. Il pensiero della fognatura fu abbandonato perchè j pochi studi hanno bastato a dimostrarne la impossibilità, essendo la parte piana della città troppo poco e-levata dal mare per da e una sufficiente inclinazione ai canali, ad impedire il rigurgito e 1' ostruzione in tempo d' alta marea. Non resta dunque che far defluire i liquidi a la superficie con un sistema di rigagnoli laterali o mediani, secondo 1' ampiezza delle strade, fino ad alcuni inghiottito], i quali dovranno essere portati a la capacità di smaltire il deflusso* L' erario militare si offriva altra volta a concorrere pel terzo della spesa della fognatura, e di anticipare, senza interesse, 20 mila fior, pel lastrico da sorra-porsi ; ma ora che la fognatura è tramontata, esso trova di scusarsi anche dall' anticipazione pel lastrico, benché le cose non siano inseparabili. Quest'opera dispendiosissima ricaduta cosi con tutto il suo peso sopra il Comune, viene dunque prorogata dall'oggi al domali, e la penuria di mezzi »li questa città, cotanto arricchita e favorita, fa sì chej nei tempi piovigginosi non resti altro partito che quello di seguitare a invescarsi nella melma, aspettando che quel fango secchi, e ritorni polvere, per entra; e negli occhi, e nell'esofago dei passanti. A tempo asciutto poi i ruscelli d' ogni colore e profumo, seguitano a correre capricciosamente per tutte lo vie, e a stagnare qua e là come lor piace. Ma tutto questo deve conferire a la salute del colto pubblico ed inclita guarnigione,, poiché altrimenti una buona parte ne dovrebbe alloggiare agli spedali. Quest' orribile imbratto delle strade, se non può essere tolto con piccoli spedienti, penso tuttavia che possa essere sensibilmente diminuito, e il male è grande, e tante sono le querele che a qualche cosa bisognerà pur venire. II fango è divenuto cotanto soverchiante perchè accumulato da una rotazione continua di mòta e di polvere, che a la sua volta invade la città e nuovamente ricade. Ho veduto in tanti luoghi, e persino sulle strade postali ad asportare il fango, e credo che la stessa cosa si potrebbe fere ai>che qui. So altronde che, in luogo delle mattazioni e degli inghiajamenti periodici, nei quali si fa molto spreco di lavoro e di materiale, fu introdotto da intieri Stati il sistema Sacchi, il quale consiste in una riattazione parziale e continua, col doppiò risultato di strade sempre buone e sempre praticabili, e di risparmio di un ouon terzo di spesa di manutenzione. Levare il fango e racconciare i logori minuti non mi sembra poi cosa da sgomentare, se altri la fa e se ne trova doppiamente contento. E cosi penso che le oscene pozze che ammorbano le vie, dovrebbero esser tolte accordando forza a le prescrizioni di polizia. Quella schifezza dovrebbe sparire perchè le strade non sono destinate a far le veci delle latrine, e nessuna casa, specialmente tali che servono a la frequenza del pubblico,-deve mancare di depositi, che i proprietari devono notturnamente far espurgare. Quali preziosi servigi vicendevoli potrebbero recarsi l'agricoltura e la mondezza della città! Molto meglio va la bisogna nel territorio del distretto stradale circostante a Pola, e questo Comitato ha dato le più lodevoli prove di solerzia ed intelligenza. La strada da qui a Medolino lunga circa 5 miglia geografiche è in buonissimo stato di manutenzione, essendovi stati erogati 750 fior, per 300 monti di ghiaja, che costano pur troppo fior. 2:50, e fortuna lo averli. Da Pola a la Madonna delle Grazie esisteva un tronco di circa 2 miglia di nuova strada in esercizio ; ora il Comitato ha costruito da Altura ai Campi un altro tron- 4>o di altre 2 miglia; rolla, sposa di fior.. 6' mila, e- ?n brevi giorni si metterà mano al tronco mediano, di 2 miglia incirca anche questo,, e che verrà a costare dai 10 a^ii 11 mila fiorini., filtro il 18.71 si andrà comodamente da Pola ad Altura con un dispendio totale di circa 24 mila fiorini, e quel tratto di paese sarà risuscitato da morte a vi:a. Nò andrà molta che si volgeranno le cure a costruire una strada diretta da Pola a Padana. Da cosa viene cosa, e i punti toccati semàran-no certo la volontà di annodarsi fraternamente ad altri. Ciò clic Dio voglia, onde sparisca lo spirito di cam-unilismo!. — li con ciò vi saiuto per ora,. Una dei più onesti compatriota, nostro sincero aaiico, ci suggerivate noi vi abitiamo condisceso, (vedi ultimo numero Hi dicembre) di stampare nelle c<> lunne della « Provincia.» la traduzione dei bratti di una corrispondenza di Parenzo, inseriti nella Trie-slev-Ze.itiiurj> che riguardava li ordinamenti scolastici «eli' Istria. Con ciò noi -abbiamo voluto dar prova di fiducia all' egregio nostro amico e metlere a cognizione i nostri lettori di quanto si dice, a ragione od a torlo, sul conio nostro in l'alto di scuole. In quanto al merito della legge scolastica vigea-e, abbiamo più volte, e pur troppo senza trovar un' eco, manifestata fa n®.ira opinione, come sarà noto all'onorevole corrispondente di Pisino (veda il n. 6 del Iti marzo a c. li Provincia) e come dev'essere noto a quel nostro am co Noi non abbiamo mutato, anzi vi ci riconferma la prova pratica dell' applicazione della legge. Ci dici» ariamo anche pronti a sollecitarne a tempo opportuno la riforma. Non, pertanto noi crediamo che si debba approfittare dei mezzi che si sono concessi — c lodare quelli dei consigli scolastici, che più lavorano anche con un. sistema imperfetto, e spingere gli indifferenti. Con la speranza, che, li interessi dell' istruzione popolare sicno diffusamente discussi dai nostri gentili collaboratori, pubblichiamo ora la seguente- corrispondenza di Pisino: Pisino, 24. dicembre., (A) Uno dei non ultimi motivi por cui camminiamo tanto a rilento sulla via del progresso, si è la debolezza di illuderci da noi. stossi sulla bontà, spesso equivoca; dei nostri ordinamenti sociali, sognando ovunque effetti benefìci che poi mai si. realizzano, e dando troppo facile ascolto a. chi, per secondi tini, gì è largo di elògi •sperticati sovente^ sinceri mai. Imperocché, ingannando così 1' opinione pubblica, precludiamo più volte la via a delle riforme utili e forse necessarie. Questi pensieri mi passarono per la. mente leggendo ultimamente nella Provincia, l'articolo sulla bontà «lei nostri ordinamenti scolastici. Stando alla corrispondenza della Triester - 25eitung> riportata, come dicesis dalla Gazzetta Ufficiale eli Vienna e tradotta dalla Provincia, i nostri ordinamenti scolastici non lascierebbe-ro nulla a desiderare, le nuove leggi scolastiche sarebbero felicemente attivate e. lo svolgimento delle nostre istituzioni scolastiche potrebbe servire persino di modello ad altre provincie. Per chi conosce le tufctf altro che floride condizioni' dell'Istruzione pubblica e di quanto yì ha attinenza, udla corrispondenza, (quantunque cresimata dal voto ella Gazzetta Uffiziale di Vienna, non può parere altro che una melata derisione od un amara ironia. A me seiabra che quel corrispondente; anziché incensarci con lodi non meritate, avrebbe di certo reso miglior servizio e al governo, pel quale pare abbia scritto, e alla provincia nostra, sa avesse francamente asserito che 1 attività del consiglio scolastico ;proviucialo vienesspesso paralizzata dalla meschinità dei mezzi pe-euniarii posti a sua disposizione e dalla, inettézza delie autorità scolastiche da lui dipendenti; che i consigli scolastici distrettuali si muovono a stento entro la sfera ristretta ed incerta loro assegnata, inceppati per di più non di rado dall'apatia di ehi vfovrebbe avervi maggiore interesse, e sempre poi dala poca efficacia della propria iniziativa e delle proprie disposizioni, prive di ogni sanzione, di ogni autorità; che i consigli scolastici locali- sono per noi, fatte rarissime eccezioni, quanto di più assurdo immaginar possa l'umana ragione, nen potendosi ideare controsenso maggiore che di affidare.la tutela e la sorveglianza delle scuole a chi p*r ignoranza, per progiudizii, per ristrettezza di vedute e per sordida grettezza è nemico, aoerrimo dell' i-struzione pubblicai; che l'affidare l'azienda scolastica ajle comuni era lo stesso, fatte anche qui pochissime eccezioni, che voler perpetuare fra noi V oscurantismo et l'ignoranza, che in tale stato di cose P istruzione popolare^ particolarmente nelle campagne, checché ne dicano le fonti ufficiali in contrario, si può considerare totalmente abbandonata a se smessa priva» di sorveglianza e quindi negletta ben più di quando non funzionava il complicato meccanismo dei nùovi e tanto lodati ordinamenti scolastici. Queste ed altre cose più tristi ancora avrebbe quel corrispondente dovuto far inserire nsìla Gazzetta Ufficiale di Vienna, se avesse voluto tutelare davvero gli interessi nostri e illuminare P opinione pubblica, per ovviare che i nostri legislatori si adagino e si addormentino sugli allori mietuti nel campo della legislazione scolastica, Avrei a dire anche qualche cosa riguardo al magnificato modus vivendi eoli'autorità ecclesiastiche- o meglio alla troppa accondiscendenza dell'autorità scolastica provinciale alle vedute dell' autorità ecclesiastica ma noi faccio, per non parere pessimista. Daltronde il modus vivendi colla chiesa è cosa accessoria di fronte all' imperiosa necessità di una pronta revisione delle leggi scolastiche, cui appunto ho voluto accennare. -in «iL .biois9lff> 9--' »vrb io<; on »^, cinti iu ou»; fansu-' Lieti di pubblicare quanto può servire di materiale aila storia della n stia Provincia,, accogliamo il seguente erudito lavoro liìi compilatore della nuova edizione deH' Istria di Andrea Rapiccio, in risposta alle Osservazioni già stampate nei N ri 22, 23, 24 di questo periodico, da laboriosissimo ed egregi»» nostro collaboratore. Risposta alle osservazioni fatte sulla nuora-edizione dell' Istria di Monsignor Rapiccio, pubblicata negli Atti d'eli' i. r. Ginnasio dì Capodi-stria, 1870. Lessi con mollo piacere, nei N.ri 22-, 23, 24 di questo giornale, un'estesa critica al mio lavoro sul-1 Is'.ria de] Rapieeio, e crederei mancare di cortesia. se pur professandomi obblìgatissimo all'egregio autore della medesima, non contrapponessi alle sue osservazioni le mie. Ned egli certo s' adonterà della mia franchezza ; ma da quel valente che si mostra, vorrà darmi una risposta, del che ne lo prego, e l'orse che altri ancora prenderanno parte al noslro letterario torneo, e vorranno rompere una lancia a prò' del natio loco. Io nulla di meglio, bramo, purché luce sia fatta, purché le cose nostre, da noi neglette, si mo-sTffno come sono. Il sig. Articolista ritiene come urgente il bisogno d'una storia dell'Istria e della sua Statistica, e1 deplora, che, ad onta del concorso aperto daila; Dieta per la compilazione (I'un compendio, secondo tutte le apparenze passerà aneora qualche anno prima che la storia dell' Istria sìa falla, alla qual opinione non accede la Redazione del Periodico (pag. 621 **), notando come nùanche Trieste abbinionròra una storia e come la nostra gioventù non abbisogni assolutamente di sole pagine senile per imparare fi conoscere casa sua ed acquistare un' ideaci ciò che (u ed è in oggi. Se la storia non avesse a servire che a far conoscere alla gioventù il suo battesimo, o se la gioventù potesse imparare da se ciò che l'Istria fu un dì, ciò eh' è di presente e quai cause influissero a migliorare, o peggiorare le di lei condizioni politiche, economiche, intellettuali e morali, starei di buon grado colla Redazione; ma ognun vede, che .non è così, e che se i nostri giovani, i quali pur apprendono la storia della China è del Perù, hanno da sapere qualche cosa anche della loro patria, è necessario un libro da cui studiare (*). Non perciò aderisco all'opinione del sig. Articolista, il quale vorrebbe uria storia dettata secondo il programma fissato nell'Vili seduta della tor-, nata dittale 4869; cioè divisa in sei epoche., n formante un volume in 8.° di circa 400 pagine, e pey-so che non sia peranco venuto i! tempo di 'scrivere, una st-tria dell'Istria in questo modo. Abbiamo molto materiale raccolto, ma prima di metterlo in opera, bisognerà mollo appurare, che, c ciò sia detto senza menomare merito dei raccoglitori,, la pazza di casa, la fantasia, ci ha lavorato assai: resta moltissimo a raccogliersi, e gli arcbiiii delle famiglie e dei Comuni, delle parrocchie, dei Capitoli « dei Vescovati racchiudono dei preziosi documenti. Anche delle tradizioni bisognerà far tesoro; non mica per àdcÀfa^Ie alla cieca; ma perchè mettono sulla traccia di fare delle ricerche. Si dice presto: È una fiaba; - i-y vbno trinasi iup orni ih */ ilnp « ,<','-0081 elr.fr j'W'ta'Redazione è in perfettissimo accordo coli'autore di questa1,ferÙdita risposta si quanto riguarda l'importanza e l'urgenza d'insegnale .ai gióvani fa storia della loro patria, mediante appesito testo; ma ripete ancora, e spera di non essere frartesa, che non vi sia biso^ gno del solo libro di storia per/stillare a chi nacque sotto questo cielo italiana cosa tu... e sarà l'Istria, quando sopra, ogni altnro ,documento adiamo un' immutabile natura ed una gloriosa tradiziffie, che parlano sempre in favore dell' antichissima nosta fede di battesimo. — Osserva poi ancora che, anch' in argomento d'istruzione, liannpvi talvolta sistemi cos strani, e bizzarri ed assurdi, ehe antepongono all' inse-namento della patria storia qùèllo dèlia China, del Teù oppure del Mississipì, e che se lene ammanita la stoja del proprio paese, la riesce un manicaretto così ranjdo ed ammuffito da ributtare il meu schifiltoso palato.' - ma ogni fiaba tradizionale ha per fondamento una verità storica più o meno lontana: basta saperla cavare. La tradizione è un guscio; perchè volete gìttar-lo? Rompetelo piuttosto e vi troverete la noce. Che so a voi non riesce di romperlo, conservatelo almeno,; forse ehe un altro lo romperà. Quando s'avrà finito di raccogliere od almeno si avrà tanto di positivo da potervisi basare con sicurezza, allora sarà venuto il tempo di scrivere una st iria dell'Istria .secondo il programma della Dieta. Si scriva dunque, in ciò sona accorcio ; ma in forma di Annali, forma, la qua^ le oltre all'essere la più adattata per una provincia, che visse o suddita d'altre potenze, o libera e divisa in molti munk'ipii non presentanti alcuna unità, è pur quella che meglio si presta al collocamento del minuto materiale che abbiamo^ alle aggiunte ed alle correzioni. Chi sótto il modesto titolo » Memorie per servire alla Storia dell'Istria » pubblicasse per anni quanto d'essa e de! suoi luoghi si sa, si renderebbe veramente benemerito della nostra Provincia e supplirebbe al sentito bisogno di aver pure un'opera da cui apprendere la storia della patria. Passo alle fattemi osservazioni. Il sig. Articolista vuole, che il nome dell'autore debbasi scrivere con una sola c e non eoo due come V ho scritto io ed osserva che la famiglia tuttavia esistente a Pisino si segnò sempre llapicio. Questa ragione io non glie la meno buona; perchè, come tutti sanno, i cognomi subiscono col tempo dei cambiamenti e ne abbiamo una prova storica nella nota appostavi dalla Redazione. Ilo scritto Rapiccio perchè così trovo nello Stancovìch, diligentissimo raccoglitore di vecchie cose, e trovo pure così in un Elenco, delle famyjtit siate ascritte alti nobili consigli della ciuù di I 0 ostruite dai libri d'oro e dalli registri di Ficedominariu dall'epoca del secolo Xlll sino al Xf'l, che si legge nell' (stria, giornale diretto dal D.r Kan-dler (anno 1849 pag. 271, 272). Che se il D.r Kandler , nella edizione Pavese scrisse Rapido con una c, non bsogna dimenticare, ch'egli era a quell'epoca (1826) studente d'università, né s'era ancora dedicato agli stndiì archeologici, nei quali, dopo tanto si distinse. La dedica a Sigismondo de Hcrberstein, premessa alla edizione di Vienna del 1556, della quale io non mi occupava, sarebbe stata un inutile riempitivo; in nessun caso poi l'avrei potuta far precedere, imperciocché nuli'aveva che l'are col poema corretto dall'autore, il quale né anche avrebbe potuto dedicare a lui, regii fisci, prue fedo, l'emendato lavoro, perchè il llerberstein passò allo stato di riposo nel 1556. 11 sig. Articolista scrive che io mostro di dubitare se Trieste veramente appartenga all'Istria e mi taccia di contraddizione, perchè nella Nola 6^ asse-, rendo che la spiaggia fra il limavo ed il Formioue apparteneva all' Istria, mi riferisco ai cenni sulla vita del Rapiccio e quindi anche al Checche ne ,sin della pag. 5. — Io non ho mai dubitato che Trieste sia città dell'Istria, a dir anzi proprio come la penso, ritengo esier dessa la naturale e vera metropoli della nostra Provincia, la quale staccata com'è da lei, pare abbia perduto l'equilibrio e viene agitata da uno spirito di Ctunpunilisiiio, che non là troppo onore al suo buon senso, l'armi anche di aver esposto con sufficiente precisione il mio pensare intorno ai confini del!'Istria, "quando, citato il passo di Livio (Lib. XLT. 4), Sdegnimi : » Qnnl si Cosse questo mare, o1 questoi » poifo sui confini dell'Istria, lo si raccoglie!ichiara-» mente etc. » Il checché ve sia non esprime dunque dubbio, ma solo astenimento dal ventilare una quistio-ne, che non entrava nel piano del mio lavoro^ ed era tanto meno opportuna al momento, quantochè il Ra-piccio stesso si dichiarava Istriano, quando 'istriana; diceva la sua Trieste. Ciò che il sig. Articolista dice di Plinio, parmi una contraddizione. Egli sostiene che Plinio parla in senso etnografico* perchè nomina le stirpi, che abitavano Ira il Timavo ed il Formiorie, e poi soggiunge: » se Plinio parlando del Formione, lo dice aii-» liquus uuclae llaliac terminili, mostra con eiò évi* »'dentemei te, che il Formione non era in origine il » confine dell'Istria » Se Plinio parla in senso etnografico, dunque l'Istria incominciava al Formione, ch'egli le mette a termine; ed il territorio fra il Timavo e questo fiume non appartiene all'Istria; se per lo contrario dalle st sse parole di Plinio si eruisce che il Formione non era in origine il confine dell'Istria verso occidente, bisogna'pur confessare, che Plinio parla della divisione politica e non della etnografica. Dalle parole di Plinio Carnorum linee regio jhnctuqne lapidimi. non ne segue punto ch'egli parli etnograficamente; perocché non dice che queste due stirpi abitassero il suolo dell' Istria^ e cosi non-ne s gue che Livio parli politicamente, quando assegna! all'Istria il suo contine occidentale; imperciocché chi ] aria d'un popolo sia in un senso, sia nell'altro, non può non dire dove incominci è dove finisca il suo territorio. Nè dalle parole di Plinio » Histria ut peninsula » excurrit »> puossi dedurre ch'egli comprenda in qualche senso nell'Istria anche l'agro di Albona; ma le parole immediatamente seguenti mostrano evidentemente che la sua Istria finiva all'Arsa, cui egli chiama « finis Italiae. » « Latitudinem ejus (Ilistriae), » scriv' egli, XL Al. pass, circuitum CXXV M, prodi-* dere quidam. Item udhaerenlis Libimnae el Flnnai v liei sinus, alii CCXXVj alii Liburniae CLXXX M. » pass., nonnulli in Planati cura sitium Japidiam pro-» movere. » » In verità, scrive il sig. Articolista, che a forza » di restringere l'Istria, come vorrebbero alcuni, la y ridurremo ad una troppo minuscola cosa. » Se parliamo dell' Istria presente, non so che dire, e temo che il sistema delle annessioni non ci riuscirà tanto lacile, quant' egli pare supporlo; se poi parliamo dell'Istria di Plinio, eh'è quella di cui s'occupa il Piapiccio, non istà in noi nè l'allargarla nè il restringerla, ma ci bisogna prenderla come la era. Noi dobbiamo ai Romani la nostra civiltà, ma dessi ci hanno romanizzato in modo, che dell'Istria primitiva più non resta che il nome. (Continua) joanaq n '..i.ias unqo-iq isijs. irto u {8i'iial Ibi. sJti-j la societì operaia di capodistria fanne lunedì 26 dicembre li. sua adunanza generale, dopo il primo anno di prospera esistenza, nella sala delle scuole popolini. Erano presenti 175 membri, cioè 36 più della metà. 'L'ordine del giorno (lettura 'dell'ultimo protocolli - éomtmicazioni ufficiose » relazione sul movimento della società durante l'anno - dimostrazione dello stato matricolare -, emme dèi resoconto generale - discussione ed appròfjat^ónè-^tel' preventivo per l'anno 1871 - elezione 'der'Consiglieri e dei tre revisori - proposte sopra cambiamenti da introdursi netto statuto sociale) venne esaurito, come quelli del dicembre 1869 e del febbraio decorso r,clati,vi alla fondazione, con procedura ordinatissima. • Questa nostra società,;e tanto più possiamo dirla nostra in quanto che anche noi abbiamo la compiacenza d'appartenervi, nei .dieci mesi, i quali per eoceziorie costituirono il primo anno socia-' ■le,! raccolse il vistoso importo di 1601 :* 14 fiorini, dei quali 1000 fruttano presso la cassa di risparmio triestina; 323 vennero impiegati a sussidio degli ammalati; 281 rimangono al cassiere, e 4fì formano la 'èomtaa degli 'arretrati Oggi, nel darne per deficienza di spazio soltanto brevissimo ctenrio,Tacciamo promessa di presentare nel prossimo numero il resoconto morale del segretàrio e l'economico del comitato revisore. La pubblicazione di tali resoconti riuscirà certo di qualche interesse per quelle città sorelle in cui il consorzio di previdenza trovasi ancora in Embrione, e per quelle invece che lo hanno già bello e fondato speriamo supplirà l'invito di voler fave altrettanto, nell'interesse provine ini e, a mezza di questo periodino,. chè noi accetteremmo l'incarico I con'piacere. ti «>lc«3ii unttiBigo-iq li ■/„>. Intanto ci associamo'di tutto cuore ai Voti che affetto e patriottismo suggerirono al chiarissimo sig. presidente Bèlli nel silo applaudito discorso. oTIoni omiiidd/. .obOHi vla-mp ni «fl tfgl !bb ■ • ig cri» -yqo ni ollsJfcnn io i.im nf—ma , oJ1ut>i,*i sliiiiatiun ! ìtt !ì <étl'J fy™™* ojjoé «'!')n>jc'ha«uai> swtM Ecco il resoconto delk gestione 1869« 70, quale venne presentato al 11.8 Congresso generale ordr-nario della Società, dal suo settario I- V. Castiglioni; La biblioteca fu aperta ii t° settembre 1869, con opere 541, in volumi 1-103, c>n un capitale di fiur. 1065.88, e coniando 3?7 associati, fi numero però di questi andò sì rapidamente aumentando, che la Direzione vostra tu costretta a por mano bentosto al capitale depositati) alla Banca popolare e destinato appunto all'acquisto di libri, per aver modo di soddisfare alU- numerosissime richieste dei soci, tanto più clic tra le opere fino allora possedute, molte non erano addatte, ed in base allo statuto sociale escluse dal-Juso di lettura a domicilio, cóme a dire: i Dizioriarj, T Enciclopedie, eòe. Fu così che lino dai primi mesi andò diminuendo il capitale'in denaro della Società, ed aumentando però invece quello in libri, sicché mentre il'priino si! trova ora sensibilmente ridotto, il numero delle opere della biblioteca ciie costituiscono il suo vero patrimonio, è ora di 1542 in 2878 volumi tutti legati» Come i libri acquistati e posti ip circola-zion?s[.^pondano completamente all'indole ed allo scopo della istituzione, può essere facilmente dimostrato dai rat doghi che ne furono pubblicati, e la Direzione vostra pon avrebbe di certo esitato punto a fir ancora ulteriori acquisti di libri, se ili veramente buoni e rispondenti all'intento nostro ne fosse stati più abbondariterflente pubblicati. -"V 11 numero dei soci ammonta ore a 746, e qui coritfene accennare eh* esso sarebbe assai maggiore, se moltissimi' dei primi iscritti, in massima parte giovanetti, non fossero stati cancellati dalle liste; in base all' aitatilo 17" dello statuto sociale risguardante j pagamenti morosi, mentre i soci più recentemente acquistati, sono di gran lunga migliori, e perchè il loro abbonamento è assicurato almeno per un anno, e perchè appartenenti a quella classe di persona, pelle quali Fis/ituziòne venne più spezialmente l'ondata, Una distinta delle professioni dei soci, non potè essere compiuta quest'anno, ma potrà Venir eseguita facilmente Fanuo prossimo, essendone già inviata la necessaria rubrica, mentre la Direzione vostra non volle per questa causa protrarre maggiormente la Convocazione del Congresso generale, già abbastanza ritardala, per ragione delle molte difficoltà inerenti al bilancio ed alla compilazione delle liste-dei soci. N.èi fu. possibile per quest'anno il provvedere all'articolo 7° delio statuto risguardante le letture sociali, per le molte cure che si dovettero dedicare all'organizzazioned«:lla Società, specialmente nei pigimi mesi d? esercizio; ma la nuova Direzione potrà assai facilmente realizzarlo in avvenire. Un preventivo per la gestione 1§7Ò-7I, non può esservi presentato per o*a, siccome quello che (lovrà dipendere dal numero dei Soci, ma gli è certo che moltissime spese incontrate quest'anno non si mostreranno più necessarie nel prossimo, e che i nostri successori potranno facilmente diminuire le spese di amministrazione, ora di mollo semplificate, malgrado le difficoltà sì frequenti in piccoli incassi, e che potrebbero essere tolte in Buissima parie dai Signori soci, se essi volessero a->ere la compiacenza di eseguire con precisione i loro pagamenti nel locale della Società. Così pure le spese di stampa e dispense di lettere ed eccitazioni si potrebbero assai utilmente risparmiare, se i Signori soci volessero essere più scrupolosi nella restituzione a tempo debito dei volumi ricevuti a domicilio; e l'u-na cosa e l'altra la Direzione vostra trova di raccomandarvi assai caldamente, tanto per l'economia che per il migliore andamento della Società. La circolazione dei libri a domicilio- Jtìrahte F anno sociale decorso, e precisamante dal 1° settembre 1869 a tutto agosto 1870 avvenne secondo la seguente tabella:,. /„, Lettori Volumi u) nn 186$ Settembre 636 3,402 -nq " 9'liJi-l/ 2,422 •■<;.>•, il i, Si »); Lugliixiiil'ffiSfio') "[3y5Q2 k») ut nn il trafobo del moxcenisio. Togliamo dalla « Perseveranza » il seguente brano di uno splendido articolo sopra il trafóro del Moncenisioy sicuri di far cosa gradita ai nostri leggitori, trattandosi di un grande avvenimento, che, anche dall' Istria, siam certi, sarà accolto con sensi di ammirazione e di orgoglio peli'incontestabile genio italiano. L'articolo s'apre coli' entusiastica acclamazione di w. italia e seguita così: » Il dispaccio che annuncia traforata l'ultima parete di sasso che impediva di toccarsi a' picchi clic; martellavano dalle due opposte parti; il seno del' Monte Cenisio, non può essere stato accolto da un capo gl'altro d'Italia senza un seàtimreW d'altera gió|H.i Quest' opera immensa e nuova,; indovinata qui da un ingegno lombardo, per il primo, rimasto privo di gloria e di prqujuye Empiuta dall'ardire tenace di di}e Piemontesi, acquali jien è malvenuta meno nè la mente nè V animo pelle difficoltà molteplici dell' impresa, è tutta italiana. Quando fu principiata, non ne era stata anche tentata nessuna di simil genere, che neanche da lontano la pareggiasse. I dubbii e le contraddizioni, s'affollavano da ogni parte. Chi avrebbe guarentito che qualità di roccia si sarebbe trovata nel nocciolo del monte; anzi, perchè non rdcéia ma acqua? Come,1 nel chiuso, a tanta distanza dall'aperto d'elle Valli,' Si'sarebbe potuto dreare attorno agli ppèrai, un'atmosfera respirabile? Come si sarebbe potuto procurare là forza adatta a picchiare la rupe e spez-' zarla? Conie si sarebbe condotta così discosto? Che impéto d'aria non avrebbe!spazzato il traforo, una volta fatto? o piuttosto; il fumo avrebbe affogato chi avesse osato percorrerlo? La scienza gran parte della scienza d'oltre Alpi — non rifiniva di, aliare avanti a' due audaci barriere di j-aziooinii e,di calcoli. Ma essi: ed il Menabrea ed alM scienziati litaliani fidavano ; ed a' calcoli avversi levavano- apparenza e fondamento. ' ; ■ Ma il Quattoni ed il Sommeiller non avrebbero potuto riuscire ad infondere negli altri tanta fiducia" da ritrovare 1 mezzi necessairi afa'itti-presa, senza il genio d'un uomo di Stato, e la virile'coscienza d'un paese, che, tuttora piccolo, prendèva quasi dall' Alpi a' cui piedi giaceva, augurio della gi'andezisà e dell'altezza, a cui, avviato da secoli, doveva giungere in breve. E quell'uomo distato era italiano, e quel paesé è la più nobile e vigorosa delle provincie che si sono unite a formare questo nuovo Regno d'Italia, che già tiene ora la più difficile tra le promesse d' una nazione che risorge, la promessa d' essere un pegnà, un. augurio -di giustizia e di pace nel mondo. 'tinaugoa fi • exiwn m1't>1 » «link orruùIvnT STABILIMENTO DI PISCICOLTURA NAZIONALE ITALIANA. »*)D. pion»iT 11 fnqoa Oicfuij~E, OiuDrtuiqB OBu ioOTTr>Ki Una Società in Accomandita semplice sotto questo titolo e con un capitale di un milione due-cen^q mila lire colla ragione. De ^egri e C., sta, ]>er costituiti in Napoli. Lo scopo ne è indicato dalla circolare che l'annuncia colle seguenti parole: « Per sviluppare la piscicoltura che procede da dati scientifici', risultanti da studi antichissimi e profondi, e ;n favore della classé numerosa o miserabile dei pescatori, si è proposto di stabilire una Società industriale e marittima, nello scopo di promuovere la !l<.««i il» II! -9lf0t 919829 U l'fdi BflS^IPKlA.. 9 e|g»63;!Ì Ìl099Ìq ili ìt A pag. 640 del n. ant. col. II., lin. 28, ove dice' CHtiofanti leggasi Mezzofanti. - E troppo noto il nome di cotesto prodigioso italiano (morto in Roma bibliotecario del Vaticano nef 1849), il quale parlava egregiamente ben quaranta idiomi, da far sbalordire il forastiero delle più lontane e disparate regioni^,perchè il gentile lettore non abbia già perdonato-alla innocente distrazione del compositore di tipografia. TIP. DI GIUSEPPE TONDELLI. NICOLO' dé MADONIZZA KétfartW.