ANNO XXIII. Capodistria, 1 Novembre 1889. N. 21 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-Irimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. DIETA PROVINCIALE Prima seduta. Parenzo 10 ottobre, presenti 30 deputati i Il commissario governativo i. r consigliere di Luogotenenza cav. Eluscliegg, presenta il Capitano provinciale Matteo cav. Dr. Campitelli, ed il sostituto nella presidenza della Dieta, Antonio Dr. Dukich, nominati da S. M. l'Imperatore con la sovrana risoluzione 1 settembre a. c., ed assume dai medesimi la prescritta solenne promessa. Il capitano provinciale assunta la presidenza lesse il discorso di apertura interrotto da applausi, quando tracciato il compito della legislatura iniziata: «Questo indirizzo — così si esprimeva —• è solo possibile colla concordia fra noi nel trattamento degli affari, conseguibili col ritorno alla discussione serena ed oggettiva, per la quale è assolutamente indispensabile il linguaggio che è solo da tutti inteso e parlato, — quello che fu sempre il linguaggio della Dieta e degli affari. E in seguito, dopo le parole: „Torni l'aula di S. Francesco ad essere il campo ammirato del patriottismo istriano, e sarò lieto d'avere consacrato all'officio, di cui sento la gravezza, i tardi miei giorni che aveva risoluto di sacrare al riposo.. Parlò poscia 1' on. Dukich in lingua slava applaudito dalla minoranza ; e il commissario governativo salutò i deputati in nome dell' i. r. goyerno, in lingua italiana interpolandovi parole in lingua slava. I deputati presenti prestano la solenne promessa, quindi il presidente leva la seduta, fissando la prossima per il giorno 12 col seguente ordine del giorno: 1. Comunicazioni. 2. Costituzione dell' ufficio presidenziale colla nomina dei segretari e dei revisori. 3. Presentazione dei vari oggetti da petrattarsi e nomina delle commissioni. Seconda seduta. Parenzo 12 ottobre, presenti il capitano provinciale, il commissario governativo cav. Elu-schegg e 29 deputati. II capitano provinciale ricorda la morte di S. A. I. l'arciduca Rodolfo, e invita a dimostrazioni di lutto; la Dieta assorge ; commemora la morte del suo predecessore Francesco Vidulich, proponendo dare espressione di dolore per tanta perdita, e approvare la disposizione Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. presa dalla giunta provinciale nell' occasione dei funerali ; la.Dieta assorge. L' on Fragiacomo presta la solenne promessa. I. punto dell ordine del giorno : Il presidente partecipa : l'invito del r.mo ordinariato vescovile a solenne uffizio divino in occasione dell'apertura della dieta e i fatti ringraziamenti. Mons. Vescovo di Trieste-Capodistria scusa sua assenza durante la sessione, impedito dalle occupazioni del suo ministero ; Mons. vescovo di Parenzo-Pola si scusa non poter intervenire a tutte le sedute. Furono distribuiti agli on. deputati documenti e memorie. II jjunjo^ Eletti segretari gli on. Stanich Dr. Domenico, Vergottini Hi\ TtfmaTò: Rwfemi |"u*Via. Dfóftfojr cav. Giacomo, Becich Dr. Guido, Conti cav. Alberto, Craglietto Giov. Maria, Gambini Dr. Pier Antonio, Tamaro Dr. Marco. 111. punto : L' on. Gambini per la giunta provinciale propone : 1. Vengono convalidate le elezioni: a) di Don Luigi Spincich e di Francesco Flego nel collegio dei comuni foresi di Capodistria, Pirano e Pinguente. b) del Dr. Silvestro Venier e del Dr. Tomaso Vergottini nel collegio dei comuni foresi di Parenzo, Buie e Montona. c) di Augusto Ienco e di Don Matteo Mandich nel collegio dei comuni foresi di Volosca e Castelnuovo. d) del Dr. Pier. Antonio Gambini nel collegio della città di Capodistria. e) del Dr. Domenico Fragiacomo nel collegio della città di Pirano. f) del Dr. Matteo Campitelli nel collegio della città di Rovigno. g) di Francesco Sbisà nel collegio delle città di Parenzo, Cittanova e Umago. li) del Dr. Domenico Stanich nel collegio delle città di Cherso e Veglia. i) di Giovanni Maria Craglietto nel collegio delle città di Lussinpiccolo e Lussingrande l) del Dr. Andrea Amoroso nel collegio delle città di Montona, Buie, Portole e Visinada. m) di Giacomo cav. Babuder nel collegio delle città di Pinguente, Isola e Muggia. n) del Dr. Francesco Costantini e del Dr. Giuseppe Bubba nel collegio della camera di commercio ed industria di Rovigno. o) di Giov. Batta de Franceschi, Dr. Antonio Scampicchio, Dr. Guido Becich, Dr. Giovanni Cleva, Dr Marco Tamaro, nel collegio del grande possesso fondiario. 2. Viene istituita una commissione di sette membri allo scopo di esaminare e riferire sulle elezioni. a) del dott. Matteo Laginja, e dott. Antonio DUlrich nel collegio dei comuni foresi di Pisino e Albona. b) del dott. Francesco Volarich e di Domenico Ser-sicli nel collegio dei comuni foresi di Veglia, Cherso e Lussino. c) del dott. Andrea Stangher nel collegio delle città di Volosca, Castua, Lovrana, Moschenizze. d) del cav. Alberto Conti nel collegio delle città di Dignano e Pola. e) del dott. Giacomo Lius nel collegio delle città di Pisino Albona e Fianona. f) di Giovanni Augusto Wassermann e Domenico Do-blanovich nel collegio dei comuni foresi di Diguano, Pola e Rovigno. L'on. Bubba, propone che vengano deferite alla commissione anche le elezioni nei collegi foresi di Capodistria, Volosca. L' on. Laginja, fa la stessa proposta per quelle delle città Lussiupiccolo e Lussingrande, e del grande possesso. La proposta dell'on. Bubba viene accolta, l'altra uo. Viene quindi accolta la prima proposta della giunta provinciale, e convalidate le rispettive elezioni, meno quelle comprese nella proposta dell'on,. Bubba, le quali e ~i-Es:: la altre contenute nella seconda proposta della giunta, vengono rimesse ad una commissione eletta nelle persone degli on. Bubba, Costantini, de Franceschi, Laginja, Scampicchio, Stangher, Stameli. Quarto punto. Viene deferito ad una commissione, la riferta sulla domanda dell'i, r. Tribunale provinciale di Trieste, per la procedura in causa penale contro don Matteo Mandich, durante la sessione dietale; la commissione viene composta degli on. Cambini, Dukich, Fra-giacomo, Franceschi, Stanich. La giunta presenta le relazioni di conti e oggetti di finanza che vengono rimesse ad una commissione, degli on. Amoroso, Babuder, Bubba, Doblanovich, Flego, Fragiacomo, Venier, Volarich, Wassermann. Viene deferita a una commissione politico economica la domanda di costituzione di nuovi comuni, e gli affari agrari ; riescono eletti Cleva, Dukich, Lius, Sbisà, Vergottini. Viene eletta la commissione per la riferta su gli affari scolastici, on. Babuder, Costantini, Scampicchio, Spincich, Tamaro. Il presidente distribuisce alle rispettive commissioni, alcune suppliche e petizioni. Il Capitano provinciale comunica di aver ricevuto in consegna 1' ufficio provinciale dall'assessore Dr. Andrea nob. Petris cbe fungeva da capo della giunta, e ricordando i distinti meriti dell' egregio funzionario che si allontana dalla vita pubblica, invita la Dieta a manifestargli la sua stima e inviargli un cordiale saluto. Tutti i deputati si alzano dai loro seggi. La prossima seduta è fissata pel giorno 16. Terza seduta. Parenzo 16 ottobre : presenti il capitano provinciale; commissario governativo cav. Elu-schegg ; 29 deputati. Ordine del giorno: 1. Comunicazioni — 2. Relazione della commissione d'immunità sulla domanda dell' i. r. Tribunale prov. di Trieste di procedere contro l'on. Mandich — 3. Relazioni della commissione finanziaria. Il capitano provinciale apre la seduta alle ore 11 aut., l'on. Stanich segretario legge i protocolli delle anteriori sedute. L'on. Laginja desidera sia constatato nel protocollo della prima seduta che la minoranza fece l'evviva a S. M. l'Imperatore in lingua slava, e in questa lingua parlò l'on. Dukich vicepresidente, e in ambe due le lingue il commissario governativo. Si associa il commissario governativo, e il presidente dichiara che le fatte osservazioni avranno posto nel protocollo della seduta in corso. Primo punto. Mons. Vescovo di Veglia ha scritto di non poter intervenire alle sedute. —- Le commissioni si sono costituite. — 1 conti presentati dal Consiglio scolastico provinciale, furono passati alla Commissione finanziaria. L' on. Dr. Petris ringraziò con lettera pel voto manifestatogli. — Una supplica venne passata alla commissione scolastica. — Mons. Paolo Deperis parroco di Parenzo ha invitato gli on. deputati a visitare gli scavi archeologici effettuati nella basilica Eu-frasiana e adiacenze; e successivamente ha presentata un' istanza controfirmata dall'on. Amoroso, chiedente un sussidio per fronteggiare le spese degli escavi stessi; istanza che verrà passata alla commissione di finanza. — Viene distribuito ai deputati il volume edito dall'Istituto agrario provinciale ,Sull'adattamento dei vitigni e sul modo di determinarlo. Ricerche viticole — parte I del prof. Cario Hugues direttore dell'Istitifto stesso." Secondo punto. L' on. Gambini per la commissione d'immunità propone di deliberare: „che non trova di far luogo alla domanda 3 ottobre dell' i. r. Tribunale provinciale di Trieste con cui in base all' atto di accusa già passato in cosa giudicata, chiedeva 1' autorizzazione a procedere ulteriormente durante 1' attuale sessione dietale contro il deputato provinciale Don Matteo Mandich per lesione d' onore ex §. 491 c. p. Prende la parola l'on. Fragiacomo per rilevare chi sia Don Mandich, il noto redattore di un libello che si stampa in lingua slava, ed ha per programma la rovina morale della provincia; malgrado ciò per spirito di collegialità voterà la proposta. Parla 1' on. Mandich in lingua slava. Il capitano, dopo aver invitato 1' on. Mandich a parlare la lingua generalmente intesa, continuando il medesimo a parlare in lingua croata, dichiara che, incombendogli quale presidente di mantenere l'ordine nella Camera, e di provvedere per la dignità della medesima, gli corre 1' obbligo di premunirsi contro ogni responsabilità per cose dette, di cui egli non è in grado di giudicare tosto pel fatto di non conoscere la lingua croata, col riservarsi di richiamare all' ordine 1' oratore anche nella successiva seduta a salvaguardia dei diritti e del decoro della Dieta. La proposta della commissione è accolta. Terzo punto. L1 on. Fragiacomo, per la commissione di finanza propone, e la Dieta approva, il conto consuntivo del fondo delle confraterne 1888 con un introito di fior. 35402.02'/2, un esito di f. 34900.141/,. un eivanzo di fior. 501.88 L' on. Babuder, per la stessa commissione propone, e la Dieta approva, il resoconto del fondo depositi e denari altrui per l'anno 1888 coli' introito di fiorini 254380.31, r esito di f. 30194.84 e eivanzo f. 224191.47. Continua, a nome della stessa commissione, propone, e la dieta approva il conto consuntivo 1888 e il preventivo 1890 del fondo pensioni degl' impiegati provinciali. Quarto punto. L' on. Babuder per la commissione scolastica, presenta varie proposte relative a istanze di maestri e maestre; la Dieta approva. Il presidente rimette la prossima seduta al giorno 19. --—9KS-—--- Ognuno a, casa- sua (Continuazione vedi numero 6 e seg.) (ìli altri artisti. 7. Butti Lorenzo, celebre pittore di marine, nato a Trieste nel 1805. Suo padre, scultore, era di origine milanese, triestina la madre. Studiò all'Accademia di Belle Arti a Venezia con distinto profitto. S'invaghì della maniera di dipingere tenuta da Giovanni Miliara ; per cui ebbe anche a recarsi a Milano nel vivissimo desiderio di perfezionarsi in una tale scuola. Ritornato in patria, richiamò l'attenzione della città natale con i suoi quadri aventi per soggetto il mare e la navigazione. Guadagnato così un bel gruzzolo di denaro, viaggiò l'Italia, la Francia, l'Inghilterra, la Germania e l'Ungheria, apprendendo varie lingue, tra le quali però solo a stento il tedesco. Nel Belvedere di Vienna vi sono due marine di lui, assai pregiate, di cui se ne fece T acquisto nel 1847. Altro simile quadro in grande compose nel 1849 pel commerciante triestino Ritter. La verità del mare trasparente ed il disegno del naviglio, quivi raffigurati, parlano della eccellenza, cui giunse questo artista. Una seconda pittura, di minori proporzioni, fu pure eseguita per lo stesso committente. Espose vari altri lavori, anche di prospettive e di vedute, condotti sempre colla massima abilità. Ecco quanto in ristretto ho trovato opportuno di levare dalla biografia cuculieviciana — coli' inesorabile suo Trst, in cui, per gli dei, non si muterà mai Trieste bella e gentile ! 8. Buttcrac N. (poteva ben presentarcelo con la usata finale z !) triestino, del nostro secolo, incisore in rame. Coadiuvò mediante la propria arte all'Archeografo del Kandler. 9. Ciren. (Cireneus) architetto, nato eziandio a Trieste, e vivente intorno al 546 dopo Cristo, al tempo del vescovo Frugifero. Costruì in quella cattedrale la cappella di S. Giusto e Servolo. Fonte. Kandler, L'. Arclieografo Triestino" I pag. 155. — L'abbreviazione del nome è perpetrata in odio alla declinazione latina e nella lusinga di far apparire l'architetto proveniente da qualche rovere o tribolo (cer, dir — slavo), oppure in preda al vizio di mostrare i denti (ciriti) ! 10. Depaid Giovanni, scultore teriestino, mandato agli studi dell'Accademia veneta a spese del patrio Comune. Il primo suo lavoro si fu: Davide che uccide Golìa. Nel 1854 inviò da Venezia alla città natia, quale omaggio di gratitudine, il busto del Dr. Domenico Rossetti. Fonte. „I1 Diavoletto", giornale triestino 1854, N. 81, 99, 177. — Mh permetto di rilevare qualmente anche un .Diavoletto" possa col tempo essere citato nei campi leciti dell'arte. 11. Gatteri Giuseppe, pure da Trieste, allievo della già menzionata Accademia. Il K. ricorda di lui : i 150 disegni della Storia veneta, indi la celebre .Caterina Cornaro. pel Revoltella, esposta nel 1857 presso il sig. Skoljan ! Fonte. .Osservatore Triestino" 1847, N. 6. La povertà di questi spogli è tanto evidente, da impormi di bel nuovo il cordiale, ardente ricordo, e con esso il desiderio, che, come altri, incompletamente, e partito da scopi a noi avversi, fece pure qualchecosa nell'argomento, possa trovarsi nel nostro paese chi ci presenti quanto prima un volume completo di quegli artisti, i quali, se anche non affatto classici, tennero tuttavia alto il decoro delle arti belle sui nostri lidi. Maggiore il ritardo, maggiore 1' oblìo, che ci minaccia. E. Dr. N. ----.—SÌSS—--- Dei doveri del clero istriano Non parrà strano che io, libero cittadino e convinto credente, tratti un argomento che al primo aspetto parrà a qualche lettore importuno. Pure la questione è urgente, e del massimo interesse per noi. Si tratta di sapere se in faccia alle pretese ed all' affaccendarsi dei preti forestieri abbiano i nostri sacerdoti a rimanere freddi e indifferenti e solo occupati negli stretti doveri del loro ministero. Ora 10 non dubito un momento di asserire che l'indifferenza, e il comodo lasciar fare sarebbero colpa così in linea civile come religiosa. E senz' altro alle prove. Il sacerdote, ministro d' una religione di pace, di verità e di amore, se è obbligato ad esercitare 11 santo suo ministero a beneficio di tutti che ricorrono a lui senza distinzione di partito, non cessa perciò di essere cittadino dello stato e dall' obbligo di adempierne i doveri. L'asserire l'opposto sarebbe la negazione dello spirito del Vangelo, e dell' esplicito precetto — Date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio. E col dire — date a Cesare ciò che è di Cesare — non s'intende già di soddisfare solo all' iroso e passivo pagamento dell' imposte, ma di adoperarsi a benefìzio dello stato del suo prosperamento, sicurezza, civiltà ecc. ecc.: cose tutte comprese nella semplice frase — ciò che è di Cesare. Perchè se Cristo pronunziò quella sentenza, nell' occasione della subdola domanda farisaica — È lecito dare il censo a Cesare ? egli con la sua infinita sapienza da un fatto particolare ha pigliato occasione a stabilire un dovere generale, ed ha risposto con la massima oggettività, Ciò premesso, egli è evidente che se in chiesa, e nell' esercizio del suo ministero il prete non deve mai immischiarsi in cose politiche, fuori di chiesa come ogni altro cittadino, ha l'obbligo di dimostrarsi buon patriota, e prestare a benefizio della patria l'opera sua, sempre però con la debita prudenza, non mai atteggiandosi a capo-popolo, e astenendosi da tutto ciò che potrebbe offendere il suo decoro, o far sospettare negli altri di contrario partito la tendenza in lui di non essere anche nelle cose dello spirito, giudice integerrimo ed imparziale. Ed or dall' astrato scendendo subito al concreto è lecito, domanderò, al sacerdote istriano, occuparsi solo de' suoi doveri strettamente religiosi, e nell' attuale subuglio, in faccia all' arrabattarsi del clero forestiero rimanersene affatto passivo, occupato solo del messale e del breviario ? No certo ; trattasi del benessere della patria, della sua secolare civiltà, della sua stessa esistenza ; in faccia ai mali, sia pur temporali, non può, non deve rimanere indifferente il seguace di quel grande maestro, che nell' atto più solenne della sua vita, mentre s'incamminava al sacrifizio, pianse sui mali della patria, prevedendone l'estrema rovina. Lo starsene tranquillo e passivo, senza mai aprir bocca a un consiglio, a una parola d'ordine e di pace, potrà forse apparire pietà e annegazione; ma più spesso proviene da pusillanimità, lai desiderio di schivar fastidì ; dall' egoismo insomma : i don Abbondi i quali non hanno mai capito, o non mai pensato alle deduzioni legittime della dottrina, che predicano, sono pur troppo molti anche oggi. Pure la patria non pretende già grandi cose da questi. Non si vuol già dai nostri 1' affannoso affaccendarsi dei preti slavi ; non si esige, Dio guardi, che abbiano a mutare la cattedra in tribuna : solo si desidera nel momento opportuno abbiano a mostrarsi buoni patrioti, non isdegnando di avvicinare i migliori cittadini, e col consiglio e con opportune spiegazioni nei discorsi privati cogli ignoranti e coi deboli, illuminando questi, sorreggendo quelli, e soprattutto col proprio voto nel momento decisivo, concorrendo a far piegare la bilancia da parte nostra. Se i preti avversari si strascinano dietro le plebi a votare contro di noi, dopo un discorso in chiesa; perchè non sarà lecito, anzi doveroso ai nostri influire fuori di chiesa, affinchè la parte migliore trionfi ? Consigliare ai preti italiani la totale astensione, e lodarli di ciò, sarebbe ingiusto e inconsulto. Ora così stando le cose, da quanto ho potuto comprendere, benché lontano, dai giornali, e da personali reminiscenze, il clero istriano, di parte nostra si divide in cittadino, pietista ed egoista. I preti, buoni preti e buoni cittadini, non sono poi rari, grazie a Dio. Fedeli alla loro missione di pace, attenti ad adempierne i doveri, non isdegnano il consorzio dei laici migliori, prendono viva parte agii interessi della patria: sanno essere insomma cattolici ed italiani. Non faccio nomi, tutti li conosciamo ; e con importune e pericolose lodi non voglio esporli a basse calunnie e vendette. Tanto più benemeriti, perchè sanno che così non si ascende ai posti migliori, riserbati, nell'Istria superiore, agli apostoli del verbo croato : contenti dell' umile loro posto, o avendone uno abbastanza alto, non agognando di più; soffrono in silenzio di questa lotta tra l'ignoranza e la civiltà e si assoggettano a quotidiane umiliazioni, e ad un intimo sacrifizio, paghi solo del testimonio della buona coscienza, dell' amore dei loro concittadini, e della stima degli onesti anche del contraria partito, se ce ne sono. Tengono i pietisti; buona gente in fondo, poveri di spirito, d'idee meschine, e un po' anche all'occasione vanitosi. Pratiche del culto, devozion-celle, rosari, novene; ecco il loro mondo: che ci ha a fare, con loro la patria? Aggiungete che a mostrarsi buoni italiani, nell' attuale conflitto, si corre pericolo di non istare col Papa. Meglio pregare l'arcangelo Rafaele, perchè disperda gli empi, e restituisca Roma al Sommo Pontefice : questo è il voto supremo, il porro unum necessarium ; altro che sostenere i buoni patrioti ! Se taluno poi osserva loro, che così si fa sempre più vivo il dissidio, e si allontana dal sentimento religioso la gioventù, la parte colta del paese, pronti rispondono : Potrà anche essere; ma io me ne lavo le inani, sto col Papa io, e sono sicuro di non ingannarmi. Frase più sciocca di questa non ha il vocabolario dell' uso. Stare col Papa va benissimo in cose di fede; ma nelle misere faccende di questo mondo no certo. Stare col Papa in un senso così assoluto, vuol dire approvare tutte le debolezze, e i delitti storici commessi come uomini da vari Pontefici. 0 uomini di poco spirito, stareste adunque con Alessandro VI, con Giulio II, con Leone X, vero morale autore della riforma luterana, con Paolo III e col suo scellerato figliuolo ? Stare col Papa (e con ciò spero di darvi il colpo di grazia) vuol dire stare con Clemente XIV Molitore dei Gesuiti, vostri maestri. E perchè non state piuttosto coi Papi santi (e sono i più) che non ebbero, o a mal in cuore portarono il peso 'un principato terreno? Insisto sull'argomento, perchè o che i fraticelli bigi e neri e le pie monachelle inno propaganda in qualche cittadella dell' Istria., » si studiano d'indebolire in una parte del clero ì del popolo il sentimento nazionale. E ci sono ioi anche i pietisti vanitosi che seguono le idee retrive (e queste, come da per tutto anche nell' Istria significano disprezzo e guerra alla patria) perchè [sperano così qualche onorificenza, qualche titolo ambito. Ciondolini, fiocchi pavonazzi sul tricorno, inozzette e cappemagne, ampie filatterie, e lunghe frange : ecco il piccolo inondo di queste sante ani-inuccie; per un fiocco rosso vada todos, e crepino le malinconie della patria. Degli egoisti ho già detto : solo aggiungo che all' occasione sarebbero pronti per viltà a rinnegare cento volte il proprio paese. Raddoppino adunque i buoni sacerdoti nostri le forze, smascherino l'ipocrisia, eccitino i deboli: nel presente pericolo a nessuno è lecito starsene con le mani alla cintola. Ogni buon parroco sia fuori di chiesa nei privati colloqui il consigliere illuminato del gregge. E nei paesi di nazionalità mista, pronto a tutti, senza distinzione di partito, faccia toccare con mano quali siano i veri preti quali i migliori cittadini che hanno a cuore il vero benessere del popolo a fatti e non a parole. Dovere quindi di tutti i giovani sacerdoti, nelle attuali circostanze, si è apprendere per tempo i vari dialetti slavi dell'Istria, affinchè anche i vescovi imparziali e di buona volontà non siano obbligati da triste necessità a chiamare e accogliere i rifiuti degli altri. Ma soprattutto siano pronti per l'adempimento del loro dovere a patire con forte animo i soprusi e le più aperte ingiustizie. E come ho detto di sopra esercitino con prudenza i loro diritti civili; non si espongano per vanità letteraria, ma per un vero bisogno del paese ad alte inimicizie, perchè è troppo chiaro ed evidente, come da alcuni superiori ecclesiastici si usino all' occasione due pesi e due misure. Non mi abbasso a raccattare pettegolezzi, e a false accuse; ma tutti sanno come certe colpe restino oggi ecclesiasticamente impunite nell' Istria ed altre no. Le leggi vescovili pubblicate solennemente in un concilio provinciale rimangono lettera morta ; un prete sospeso in un luogo officcia impunemente in un altro; e così via. Non in tal modo si procede nel campo opposto. GÌ' Istriani ricorderanno il caso d'un prete galantuomo, sospeso ventisei anni or sono dalle sue mansioni, perchè accusato di perturbazione della pubblica tranquillità con i suoi scritti. Quel prete era onesto e zelante ; in chiesa non tradì mai il suo ministero ; amici ebbe e carissimi anche tra i preti di parte slava ; anzi 1' acrimonia e la pertinacia nel perseguitarlo spiacque a molti onesti slavi allora. Pure non gli si dette quartiere, si cercò di perderlo in ogni modo ; con la più raffinata astuzia lo si punì canonicamente prima che civilmente, per torgli la quiete d'animo necessaria alla difesa; e vi fu chi in quella occasione non isdegnò di fare la parte di galoppino, vulgo reporter della curia. Ebbene quel galantuomo a cui avete tolto i mezzi e gli ajuti morali necessari a continuare per la via "del sacrifizio, e che avete trattato come 1' ultimo pretazzuolo, obbligandolo a rifugiarsi altrove e a cercare ordine e pace* in famiglia, quel galantuomo, dico, rifatto libero cittadino e scrittore, sorge oggi ad accusarvi d'imparzialità, e vi dice : Chi è senza peccato scagli la prima pietra. I rei contro le leggi ecclesiastiche, gli accusati e condannati per turpi delitti, perchè Slavi, rimangono oggi in Istria, come a tutti è noto, canonicamente impuniti. Aveva ben ragione il famoso cancelliere di scrivere — Videbis filii mii, quanta parva sa-pientia regatur mundus. Un' altra volta diremo dei doveri civili del clero istriano, per ragioni strettamente religiose. P. T. -^-------- NOTIZIE sullo stato della pubblica istruzione in Istria durante il dominio DELLA REPUBBLICA VENETA 1517. 13 giugno. Capodistria Il Senato assegna alla città di Capodistria, sul dazio dei molini, lire 850 de' piccoli per i salari del Medico fisico, del Cirugico, e del Maestro di scola. Senato Mar. Registro 120 a carte 309-1656 » » 121 » 70-1657 » Filza 490 1657. Informazione del Podestà e Capitano di Capodistria, e inserti 22 Xbre 1656. 1547 Capodistria Da Allegato della Relazione di Francesco Navagier Podestà Capitano di Capodistria risulta che il salario del Precettore era di lire 18 soldi 18 al mese ossia di lire 226 soldi 16 all'anno, Filze Relazioni. 1554 Capodistria „La città di Capodistria è povera in particolare-set etiam in pubblico però che non ha altro che la „muda de soldi 1 per soma che va fuora, la qual si „affitta lire o ducati? 1200 con i quali si mantien i „ponti, il castello, la fontana, il palazzo et altre cose „ pubbliche, oltra che si paga parte del salario del ma i-„stro di scola, ceroico, et quello che governa l'horologio.. Così Domenico Gradenigo Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filze Relazioni. 1559. 22. Agosto Capodistria , La Comunità di essa città (Capodistria) è molto , povera, ha dui datij, delli quali si trazeno ogn' anno ,lire domillia dusento e cinquanta, spendendo esso danaro nel pagar el Piovan de Grao, il Maistro di scuola, „il Ceroico, et nel conciar li ponti et altre spese necessarie, , Così Francesco Moro Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione dei 22. agosto 1559. Filze-Rettori. 1593 Capodistria In quest'anno (1593) erano nobili a Capodistria 200 circa, e fra questi 8 dottori. Cosi Vincenzo Morosini ritornato Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filza Relazioni 1598 Capodistria „ La comunità di Capodistria è povera, ha il dacio della ,muda, et quello della sproconaria da quali cava a un anno ,per T altro ducati 2355 incirca, quali sono spesi nel „salario del medico, ciroicho et Mistro da scuola, et „altri salariati.. Così Francesco Sagredo Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filza Relazioni. 1G02. 6. aprile Capodistria Riuscendo per la molta varietà dei tempi et notabile alteratione in tutte le cose molto tenue quello che fu assegnato al Medico et Precettore (nel 1517?). il Senato sopra supplica della città di Capodistria accresce l'assegno suddetto a ducati 300, dei quali 200 per il Medico e 100 pel Precettore. Fino a quest'epoca il Medico percepiva ducati 120, il Precettore 60. Senato Mar. Registro 120 a Carte 309 — 1656 » » 121 a Carte 70 — 1657 » Filza 490 1657. Informa- zione del Podestà e Capitanio di Capodistria e inserti 22 Xbre 16-56. 1607. 11. marzo Capodistria Il Senato conferma Terminazione dei Provveditor in Istria Pasqualigo — colla quale chiama le scole laiche a concorrere alla instituzione di un Seminario in Capodistria. Vedasi fascicoletto di documenti relativi al progetto di detto Seminario nei Consulti di Fra Paolo Sarpi. 1610 Capodistria Leonardo Donato, in sua Ducale 9 giugno 1610 raccomanda a Marc'Antonio Trevisan podestà capitanio di Capodistria di interessarsi con quel Vescovo (Hiero-nimo Contarino) per l'erezione di un Seminario ordinato in massima dal Concilio di Trento, desiderato dal Patriarca d'Aquileja, e domandato con istanza dalla città di Capodistria (che mandò per tale effetto a Venezia in speciale Ambasciata il Dr. Ottonello de Belli), dichiarandolo, esso Doge col Senato, opera necessaria, debita e che per giusta causa gli è molto a cuore. „ ,11 Concilio di Trento ha commesso ad ogni Vescovo di eriger almeno un Seminario nella sua Città, ,et datogli facoltà di tassar tutti li benefici della Diocesi, di qual si voglia qualità, di quel tanto che si ,vegga esser necessario per le spese di esso, et di poterli unire li benefici semplici della Diocesi per il tempo ,che vacheranno: et dove le Diocesi siano povere, lia „dato similmente facoltà al Metropolitano coii due , delli Suffraganei di eriger un solo Seminario comune ,a più Città., Così Fra Paulo di Vinetia, (Fra Paulo Sarpi) in Consulto 30 ottobre 1620, dato al Serenissimo Principe in proposito appunto del Seminario di Capodistria. 1619 Antonio Priuli, in sua Ducale 20 Luglio 1619, fa nuove raccomandazioni in proposito del Seminario a Bernardo Malipiero podestà capitanio di Capodistria, dicendo che Monsignor Vescovo di quella città ne ha rappresentato il bisogno.....anco per quello che s'intende operarsi in Trieste di fondarne un altro sotto il governo di Giesuiti, che è ponto (li molta considerazione. Dice ehe concorrendo il parere et l'aiuto di tutti per la loro parte facile sarà il ridurre a fine la cosa .... Per sì buona e sì Christiana operatione . ... se bisognerà somministrare qualche aiuto per una volta tanto, vi assentiremo, quando le altre restanti cose sieno disposte in modo che se ne possa promettere sicura riuscita; et se anco sarà necessaria la nostra interposizione per V as-signamento a questo Seminario di qualche beneficio semplice esistente nella Diocesi, secondo che è solito di farsi, ordinarono al nostro Ambasciatore in Roma che se ne adopri con ogni effetto. Raccomanda infine di osservare diligentemente e scrivere ciò che si opera circa il Seminario di Trieste. 1620. Marin Barlearo podestà Capitanio di Capodistria con sua lettera 13 settembre 1620 accompagna al Senato e al Principe una supplica delli sig.i Sindici di Capodistria colla quale sollecitano l'effettuazione del progettato Seminario. Dal tenore di questa risulta infatti che nel 1613 era stato dato principio all' erezione del Seminario più detto — ma che mancò prima la contribuzione delle Scuole laiche della provincia, e poi'sopravenne la guerra che conquassò tutto. Intanto (nel 1612) i Giesuiti avevano dato principio al Collegio in Trieste, Collegio che allora (1620) era già aperto. — Più anzi avevano ottenuto le entrate della Prepositura di Pisino e progettavano di introdur in quel Contado un altro loro Collegio. Fra Paolo Sarpi interrogato dal Senato rispondeva ; ,Quanto al Collegio de Trieste si vede che Giesuiti insidiano a questo Dominio col circondarlo de' «Collegi loro; ne hanno uno in Castione? hora se ne ,fonda uno in Trieste, et uno in Goritia, et a questo ,di Goritia più conviene tener l'occhio fisso per le cose ,del Friuli : Et il far osservar le persone che si metteranno in quei Collegij et non si scordar mai di ben ,attendere a tutte le operationi loro, sarà cosa necessaria ,per avviare a tutte la insidie che saranno tramate., Così Fra Paulo nel citato Consulto 30 8bre 1620, e poco diversamente in altro dei 15 dicembre anno stesso. Ad onta di tante e così concordi premure non pare che il Seminario di Capodistria, abbia avuto effetto, colpa, come è detto altrove ; prima la guerra, poi la peste del 1630. Intanto i Gesuiti nel 1627 aprivano Collegio anche a Fiume e con Seminario, siccbè tendevano lacci all'Istria veneta da tre punti, da Gorizia, da Trieste e da Fiume. Consultori in Iure — Fascicoletto posto fra i Consulti di ira Paolo (1620). Secolo XVII dopo il 1633 Capodistria ,11 monte .... (di Capodistria) ha un capitale .effettivo di lire 84647, .... viene assai bene amministrato, .... il suo denaro è impiegato per la povertà.....e riesce a grande comodo dei sudditi, Lgiacché con gli avanzi sono mantenuti in studio a .Padova quattro giovani cavati a sorte da quel Consiglio,, Così in Relazione di Podestà Capitanio d'ignoto nome. E del secolo XYII posteriore al 1633. Filze Relazioni. | 1638 Capodistria I cittadini di Capodistria desiderano d'instituire pubbliche scuole, sono scarsi di mezzi, pure sono disposti di ratarsi secondo il proprio potere, ma domandano dal Governo qualche sovvegno dalli fondi delle [Corporazioni laiche della città e provincia. Così Francesco Contarmi Podestà Capitanio di Capodistria nella sua Relazione. Filza Relazioni. 16.... (1642?) Capodistria Il monte di pietà di Capodistria, oltre il pagamento dei salariati, mantiene per Decreto delVEccellentissimo Senato quattro scolari nello Studio di Padova. Così Alvise Lippomano nella sua Relazione finale. Filze Relazioni. (Continua) --—--- Seminario o Collegio Ji Capiistria (Continuazione vedi N. 7 e seg.) Stimata essa casa con la corticella contigua da rn.ro Zuanne Isdrael Muraro perito eletto dalle parti ualer Lire Mille cento e disnoue, et questa per prezzo, e stabilito mercato trà le parti sudette da lire settecento quarantasette ; A conto delle quali hanno detti Sig.i Compratori fatto effettiuam.te contare alla presenza nt supra al Sig. Ciò. Batta Grauise, come Patrone del diretto di d.a Casa in francatione del liuello de lire Yin-ticinque, che riscuoteua, et procorsi sino il giorno d'hoggi lire quattrocento e cinquantasette soldi dieci, li quali tirò a se così contentanti essi lugali, che però s'intenderà libera di d.o aggrauio; Nec non si obligano essi Ss. Deputati d'assegnare una liuellaria pensione de lire sei al R.do Gasparo Griffaro beneficiato del sud.o liuello, fondato sopra la sud.a corticella, e sodisfare li liuelli decorsi, che sono lire dodeci sino il giorno di S. Martin prossimo et assegnato che sarà d.o liuello, s'iutenderà libera la sud.a Corticella senz' altra recognitione, che così contentano essi lugali et il rimanente, consistente in lire cento setta otto p. intiera sodisfat.e del prezzo, come sopra accordato, hanno similm.te fatto esborsare à detti Mattio e moglie in tanta ualuta corrente, che tirrorno a loro e perciò, gliene fanno fine silentio e quietatile perpetua, chiamandosi intieram.te sodisfatti promettendo di mantener osseruar, e guarentar la presente uendit.e sott'obligo de tutti li loro beni presenti, e futuri et Giurorno Adì Domenica 7 Zugno 1676 fu strid.o al luoco, et liora soliti p. m. Pietro Fagher V. Command.r Presenti Bastian Picot, et Antonio da Ponte testimonj Et Io Rizzardo Vida p. la Veneta Autor.à Pub.o Nod.o hò fedel.te scritto e pub.o l'Instr. sud.o (carte 57) Nel Nome del N.ro Sig. Giesù Christo Amen ; l'anno della sua Natiuità mille sei cento settantasie nell'Inditione Xma IIII, Giorno di Sabbato 6 del mese di Giugno, Fatt'in Capod'Istria nella sala del Pretoreo Palazzo; Presenti V. 1). Pietro Pola, et M.ro Rusconi, testimonj etc. ----------------------- 2ST otizis Nella seduta dietale 19 ottobre venne eletta la nuova Giunta provinciale nelle seguenti persone: L'on. dott. Guido conte Becich pella curia del grande possesso — sostituto l'on. Tomaso dott. de Vergottini. L' on. Pier' Antonio Gambini dalla curia della citià, borgate e Camera di commercio — sostituto Fon. F. Sbisà. L'on. don Luigi prof. Spincich dalla curia dei comuni foresi — sostituto l'on. Matteo dott. Laginja. L' on. Giovanni dott. Cleva da tutta la Dieta — sostituto 1' on. dott. Marco Tamaro. 11 capitano provinciale ha nominato a proprio sostituto negli affari della giunta provinciale, l'assessore anziano Dr. Guido conte Becich. Fu distribuito il Resoconto sulla gestione amministrativa del pio fondo pel Convito diocesano in Capodistria dal 25 agosto 1888 fino a tutto agosto 1889, dal quale emerge che furono incassati f. 12359.15, spesi f. 11636.55, per cui restò un civanzo di f. 722.60 —■ con un passivo verso il fondo provinciale delle Confraterne localizzate ex venete di f. 11.400 in Obligazioni del prestito dello Stato con rendita in carta. Nel Convito ci furono quest' anno 49 studenti di varie classi, Fra questi ben 12 riportarono la classe prima con eminenza. Lunedì venne qui (in Parenzo) tenuta un'adunanza dei membri componenti il Comitato ferroviario per la ferrovia vicinale a scartamento ridotto Trieste-Parenzo, sotto la presidenza dell'on. avv. S. D.r Venier. L' esito della adunanza, si fu di presentare, come fu già presentata, a mezzo dello stesso Presidente e Deputato provinciale alla Dieta. lina petizione, colla quale si chiede che la detta ferrovia venga dichiarata d'utilità provinciale epperciò voglia essa Dieta favorire la costruzione, impegnando eventualmente il fondo provinciale. (DM'Istria) Cesare Micliieli dei Mille di Marsala, ha cessato di vivere in Cervignauo il giorno 19 ottobre p. p. — Appartenente a egregia famiglia, si dedicò con profitto agli studi delle scienze esatte ; fu soldato valoroso e poscia benemerito nell' esercizio delle virtù domestiche, e nei pubblici uffici. Con molti e meritati onori fu sepolto nelle tombe di famiglia in Gorizia. Le nostre sentite condoglianze all' egregia famiglia. ------------ Appunti bibliografici Giovanni De Castro. Ghigliottina. Milano, Alfredo Brigola e C. editori. Un volume in ottavo di pag. 200. Yale lire due. Ecco un altro volumetto coi soliti lenocini commerciali, e che con la copertina rossa listata in nero giustifica il titolo poco lusinghiero — Ghigliottina — Niente paura. Non sono scene mostruose, Medea non uccide i figli sul palcoscenico ; il sentimento vi domina da cima a fondo, e la riflessione pure. In tre racconti — Lucilla — Il Poeta — Manon — P autore ha condensato la storia del terrore. 11 De Castro ha una singolare attitudine a trattare un dato periodo storico, analizzando, recando documenti ed inspirandosi agli scritti del tempo, come ha già dimostrato in altre sue opere. È la letteratura del tempo, è l'opera quotidiana dei giornali che si riflette anche nei libri, libri d'occasione e commerciabili. Non resteranno tutti, non occuperanno molto spazio nelle biblioteche ; giovano però al commercio delle idee, rimangono nella grande e viva biblioteca dell' umanità, E per vero le buone idee, e le ottime intenzioni non difettano in questo volumetto. „Andrea Chenier" vede che i demagoghi pigliano il sopravento, perchè i cittadini di buon senno e retto animo si tirano in disparte ; sia che rifuggano dal chiasso, sia che si credano non validi a resistere alla fiumana, sia che preferiscano aspettare dal tempo il rimedio; finiscono col cadere in un languore inerte e in una specie di innocenza letargica,, (pag. 70). La lezione è utilissima oggi: cambiati nomi e circostanze la situazione si delinea pur troppo tale e quale anche ai nostri tempi : sotto questo aspetto il libro è utilissimo oggi, e il De Castro suona bene la sveglia. I personaggi poi sono scelti con maestria, le biografie opportune, perchè^ nella vita di questi personaggi si compendiano i fatti della rivoluzione: una donna — Lucilla, sposai di Camillo Desmoulins, tardi pentito dell'aver aizzatoJ la plebe — un poeta — Chenier — un'altra donna — Manon moglie al Roland ministro di Luigi XYI l'Aristide della rivoluzione francese; e tutti tre morti sul patibolo conoscendo quanto fossero vere le estreme parole della Manon — Libertà come sei stata giuo-cata ! Il lettore comprende come il romanticismo e i sogni dei Girondini perdettero la Francia allora, dei Girondini tardi e mal pentiti «Della sovrana plebe cittadina" e ne ha ammaestramenti per acquistare il senno politico, la conoscenza del mondo reale. Troppo poco, si dirà, pei dotti; troppo pel popolo. Ma è ovvio rispondere che oggi la cultura è diffusa; il professore parla alla nuova generazione, ai giovani nelle scuole; senza dire che certe rinfrescatine della memoria, e certi sottointesi raffronti giovano anche ai dotti oggi e specie agli uomini politici affetti di megalomania cronica, ai nuovi Girondini grandi sognatori fanciulli in tutti i tempi. Piuttosto ci sarebbe a dire di uno stile troppo a spiccico, ricalcato sugli esemplari francesi, un po' monotono, freddino, e a tempo accelerato. Sta bene guardarsi dai periodoni a strascico, ma non si ha a dare nell'eccesso opposto. La nuova generazione è debolina, ina non ancor asmatica: non tanti pe-riodini, capoversi e presenti storici. Utile è di quando in quando anche nello stile storico fermarsi, colorire una scena, analizzare un buon concetto ; scorra limpida, netta la parola, sia però non solo fedele specchio che rifletta il pensiero; ma anche lucente cristallo faccettato che in vari atteggiamenti e colori rappresenti le cose e più efficace renda il concetto. Malinconie forse sono queste di vecchio adoratore della forma italiana ! Ben venga anche la spigliata Ghigliottina del De Castro; sicuri che non taglierà nessuna testa; ma, come è sperabile, raddrizzerà la testa a più d'uno. P. T. -------- PUBBLICAZIONI Sulì' adattamento dei vitigni e sul modo di determinarlo — Ricerche viticole enotecniche comparate del Prof. Carlo Hugues Direttore dell' Istituto agrario e della Stazione sperimentale dell' Istria. — Parte prima Ricerche viticole — Con incisioni fotomeccaniche e prospetti. Parenzo, Tip. G. Coana 1889.