ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 ricevuto: 2004-03-15 UDC 398.7:351.751.5+351.762(436)"17/18" IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI IN AUSTRIA (1755 E 1801) Manfred ZOLLINGER Wirtschaftsuniversität Wien, A-1090 Wien, Ausgasse 2-6 e-mail: manfred.zollinger@wu-wien.ac.at SINTESI In questo studio vengono analizzati la censura e la criminalizzazione dei libri dei sogni ad uso del lotto in Austria nel Sette e Ottocento. La relazione fra lotterie e religione viene studiata con un riguardo particolare alla magia e la superstizione. Il ruolo dello Stato come protettore della Religione viene comparato al suo scopo di massimizzare i profitti di questo gioco. A completamento di altri studi, viene esa-minato il ruolo dei concetti tradizionali del comportamento economico in riferimento a quest'ambiguità. Parole chiave: lotterie, lotto di Genova, libri dei sogni, superstizione, censura, Austria, XVIII-XIX sec. THE PROHIBITION AND IMPEACHMENT (INCRIMINATION) OF THE BOOKS ABOUT DREAMS IN AUSTRIA (1755 AND 1801) ABSTRACT This study investigates the censorship and incrimination of the books about dreams, used for the lotto in Austria during the XVIII and XIX centuries. The relationship between lotteries and religion is analyzed with reference particularly to magic and superstition. The role of the State as guardian of religion is compared to its aim at maximizing profits from this game. As a rounding off to other studies, the role of traditional concepts of economic behavior is examined with reference to this ambiguity. Key words: lotteries, lotto of Genoa, books about dreams, superstition, censorship, Austria, XVIII-XIX centuries 293 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 Tra i giochi, particolarmente quelli d'azzardo, sembrano stimolare strategic atte a controllare, superare, eliminare o negare l'azzardo. A prescindere dal barare, a quanto pare queste strategie avrebbero una logica e una razionalita solo per chi le applica. Per gli altri invece, quelli che sostengono una posizione antiludica oppure critica in senso scientifico-razionalistico, tali mezzi e metodi sembrano irrazionali, ridicoli, stupidi, addirittura dannosi. Carl G. Jochmann confermo nel 1834: "La superstizione e la religione naturale del giocatore" (Jochmann, 1837, 24). Ma gia Immanuel Kant aveva asserito, alla fine del Settecento, che i cacciatori, i pescatori e i giocatori sono super-stiziosi (Kant, 1798, I, § 86). E quindi impossibile essere giocatore/giocatrice senza questa predisposizione quasi-religiosa? La relazione fra gioco e religione si evidenzia nelle lotterie. Nelle discussioni canoniche e teologiche ci si chiedeva, gia nel tardo medioevo, se e quale fosse l'influsso delle istanze "superiori" e se si potessero conoscere e dirigere i risultati nelle lotterie, chiamati "sortes" e anzi "sortilegium" (Endemann, 1882; Haase, 1957; Thomas, 1971, 118-123). Se si sostituisce il concetto moderno e scientifico di azzardo con quello di sorte oppure di fatum, piu vicino al pensiero popolare, si riconosce l'influsso delle "leggi" non-aleatorie e quindi dei meccanismi che si possono decifrare (De Sanctis Ricciardone, 1987, 333-334; Scafoglio, 1995, 36, 52).1 Comprendere il sistema significa negare l'azzardo (Saurer, 1989, 310). Questa cultura, comune a pescatori, cacciatori e giocatori, ma anche a uomini illustri dell'Illuminismo, costituisce "una specifica epistemologia del rapporto fra uomo e natura" (Macry, 1997, 55). Al gioco del lotto, in modo particolare, si applico una moltitudine di pratiche e strategie magico-religiose. E siccome questo gioco era (ed e) un gioco di massa, tali furono (e sono) quelle pratiche. A causa di questo loro carattere collettivo costituivano una sfera parallela alle dottrine e alle credenze ufficiali. Sebbene fossero parzialmente intrise di elementi della religione ufficiale, quest'ultima giudicava tali pratiche dannose e le condannava. Cosi, gia nel 1630 (cioe prima della istituzionalizzazione ufficiale del lotto) a Genova si disapprovo che "non pochi, operando contro il Culto Divino con sortilegi et incantesimi, hanno empiamente procurato d'investigare i futuri successi, di detta estrazione", cioe il sorteggio dei Senatori sul quale si scommetteva (Consultatio, 1630, 4). Altri bandi posteriori parlano di delitti spaventosi come "nefandi sortilegi, e vanissime e sacrileghe superstizioni" (Bando, 1732). Le pratiche preferite dalla superstizione erano l'interpretazione dei sogni, la cabala, e l'astrologia.2 Qui ci interessano soprattutto i sogni. 1 De Sanctis Ricciardone prende posizione contro il concetto del collegamento "alea - superstizione" di Caillois, 1958. Già nel 1911 Georg Simmel (1983, 28) definiva la "superstizione" dei giocatori come tentativo di mettere il caso in un ordine regolare e in un contesto del significato (Zusammenhang des Sinnes) corrispondente ai giocatori. 2 L'autore di "L'oniroscopie" (Paris [1789?], 116) vedeva una stretta analogia fra la cabala e la "Astrologie judiciaire". Per la cabala nel gioco del lotto vedi D'Arienzo 1999. 294 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 In linea con la tradizione i sogni, in qualita di rivelatori del futuro (Burke, 1998, 45), si vedevano attribuito un significato primordiale per quanto riguarda le aspettative e le prospettive di vincita. Garantirebbero e rappresenterebbero cosí un mezzo per rendere virtualmente possibile una giustizia sociale ed economica piu equilibrata -proprio come le lotterie (in qualita di "sortes divisoriae") promettono una giustizia distributiva. C'e una somiglianza funzionale fra la potenzialita dei sogni e quella delle diverse pratiche magiche, che da parte loro sono imparentate col ruolo potenziale della fortuna o del caso. Se interpretati correttamente i sogni favorirebbero la realizzazione delle speranze. Cosí nel 1782 un'autrice boema scriveva: Un "sogno favorebole", questa "dolce lusinga, della quale tutte le persone che giocano al lotto sono incinte", potrebbe portare la vincita (Stockholzerin, 1782, 12-13). Ma l'interpretazione non era arbitraria o soggettiva perché in questo contesto ci si riferisce ai libri dei sogni, le smorfie, che istituiscono una corrispondenza fra certi particolari sogni e i 90 numeri. Le smorfie erano le chiavi delle vincite, cioe il mezzo collettivo3 e istituzionalizzato per un'interpretazione sistematica. Ció nonostante, o forse per ció stesso, questi libri erano contestati. Da una parte c'era l'indignazione e la stigmatizzazione dei teologi osservanti. Dall'altra parte, coll'abbandono della teoria dei sogni come annunciatori di eventi futuri, a questa disapprovazione s'aggiungeva la beffa del razionalismo scientifico e illuminato. Anche l'autore del libro dei sogni piu venduto, noto con lo pseudonimo di Fortunato Indovino, concedeva un'applicazione limitata del suo strumento (Indovino, 1752, VII-VIII).4 Il vero mezzo per vincere (o magari perdere) al lotto si rilevava piuttosto dalla proba-bilita, il sostituto scientifico della ''providenzia'' (Solf, 1786, 47; Haase, 1957, 75; Le Bras, 1981). Infine, come vedremo, in qualche parte dell'Europa Settecentesca e Ottocentesca si aggiunse la proibizione laica: la criminalizzazione. Nonostante le opposizioni, fu anche ritenuto certo che, dal punto di vista economico, questi libri fossero veicoli ideali per il successo degli imprenditori. Gianmaria Ortes scriveva nel 1752, che "giovano alla buona direzione del gioco e lo pro-muovono" (Ortes, 1984, 120). Gli impresari del lotto lo sapevano tanto bene che alcuni facevano stampare e vendere questi libriccini (Stockholzerin, 1782, 11; Baltier, 1749, 10). A questo punto pero la relazione armoniosa fra domanda e offerta fu turbata. Appena due anni dopo la prima estrazione del lotto eseguita a Vienna, nel febbraio 1755 il governo della Bassa Austria (Repräsentation und Kammer) fece un rapporto sulla "soppressione dei libri dei sogni che vengono stampati nella stamperia del Cataldi [impresario del lotto (Zollinger, 2002)] e venduti pubblicamente". Poco dopo 3 Su questo carattere collettivo si veda anche Fabian, 1990. 4 "Con questi racconti pero [...] io non pretendo di assicurarvi di una maniera vera, e certa per poter discifrare tutti gli Sogni, poiche voi ben sapete = Che i Sogni della Notte = Sono immagin de Di quaste, e corrotte = derivanti alcune volte, o dalla abbondanza del Sangue, o dalla moltiplicitá delle sollecitudini; poiche come dice il Savio: Multis curis sequuntur Somnia." 295 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 furono proibiti "i libri dei sogni e della divinazione, che vengono importati col lotto di Genova e che incantano la gente comune, istigandola all'empietà". Il mese stesso della proibizione furono puniti il calcografo Ferstler, che aveva prodotto tali libri "senza permissione", e il ricevitore del lotto Zambieri, che li aveva venduti. Gli "originali" vennero distrutti (AVA, 1; Sieghart, 1899, 190; Gesetzbuch, 1789, Nr. 386).5 Quindi l'avvento di questo nuovo gioco si tiro dietro un nuovo fenomeno pubblico ("nuovo" quanto ad uso del lotto) che fu condannato come crimine. I due motivi della proibizione (l'incantazione; l'istigazione all'empietà), come anche la menzione delle vittime potenziali (la gente comune), riportano alla magia e alla sua persecuzione. Se si "incanta [o istupidisce] la gente comune" si commette un delitto come la truffa oppure l'inganno, cioè un delitto morale-economico: allo stesso modo le autorità considera-vano le pratiche magiche, come ad esempio la ricerca di tesori nascosti, definendole truffe ai danni del "popolino" credulo.6 A Ginevra, nel 1773, sequestrando gli scritti sui sogni ad uso del lotto utilizzati dal libraio Pierre Frémont, il magistrato intendeva proteggere le "anime deboli" (âmes faibles; Porret, 1991, 34). La criminalizzazione ha una matrice razionalistica. Poi, come per la magia, si riscontra l'accusa che questi libri conducessero all'em-pietà. Ma quale empietà? Erano davvero empi gli utenti di questi libri e pratiche? Nel già citato testo dell'anno 1630, riguardo ai sortilegi e alle scommesse, si legge che molti "hanno empiamente procurato d'investigare i futuri successi, di detta estrazione; e per cio a fine che sia favorita, e protetta con particolari assistenze dello Spirito Santo [...] si suole accompagnare con limosine, e preghiere di persone Religiose, questo detestabile abuso", testimoniando "scelleragini, et impietà" (Consultatio, 1630, 4). A Venezia, dove nel secolo XVI si andava radicando l'abitudine di scommettere col favore dei luoghi sacri, i Censori della Repubblica denunciavano, nel 1603, "i molti delitti che in materia di scommesse si commettono, e particolarmente di preti o chierici che approfittano dell'imunità della Chiesa e del sacro ministero che professano per giuocare a scopo di lucro a scommesse nelle chiese con malie e incantesimi e sortileggi rovinando cosí molte famiglie e le loro anime" (cit. nel Dolcetti, 1903, 162). Ecco qui una documentazione del ruolo importante degli esponenti del Clero nel gioco del lotto i quali (soprattutto in Italia) fungevano da "consiglieri" ed erano consultati dai giocatori (Scafoglio, 1995, 29-33). È risaputo che chierici e altri religiosi erano egualmente coinvolti in casi incriminati di pratiche magiche popolari (Labouvie, 1990, 29 e 39-41). Dio e i Santi, mediante gli specialisti religiosi, "assiste-rebbero" i giocatori, caricando cosí il gioco del lotto di elementi della religione ufficiale. A Napoli per esempio, nell'Ottocento, la gente giocava il terno della Madon- 5 La proibizione nel Gesetzbuch, 1789: "Es wird nicht allein die fernere Einführung der sogenannten Traum= oder wie sonst immer betitelt sein mögenden Büchel verboten, sondern selbe sind allenthalben, wo sie im Lande zu finden sind, auch bei den Kollektoren der Lotto (sic!) auszurotten." 6 Per l'Austria del Settecento vedi Ammerer, 2001, 26-28; Scheutz, 2002. 296 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-3G6 na del Carmine (De Sanctis Ricciardone, 1987, 333). Nel 1783 un'autrice scrisse di come il gioco del lotto non fosse dannoso per la religione, perché nessuno invocava Dio più dei "giocatori superstiziosi" supplicandoLo per un sogno propiziatorio. La stessa autrice notava tuttavia una certa "concorrenza": "Chi non vede, chi non sente dappertutto, che la maggior parte del sesso femminile già presto al mattino abbia nelle mani il libro dei sogni invece del libro delle preghiere." (Stockholzerin, 1782, 11-12) Detto questo, si potrebbe avanzare l'ipotesi che i giocatori del lotto fossero troppo vicini alla religione, ma strumentalizzassero quest'affinità ai propri scopi profani, cioè economici. Questo è l'abuso di cui parla il testo genovese del 163G. D'altra parte anche le persone religiose (i "consiglieri") erano legate a un certo interesse materiale (vedi "limosine"). Questo fenomeno sembra riflettere la profonda ambiguità della Chiesa riguardo le pratiche divinatorie, l'astrologia, l'oniromanzia e, distinguendo tra magia e religione, andava costruendo ció che definiva superstizione, cioè "verae pietatis falsa imitatrix"; altrimenti detto: "Ce qu'est Religion chez les uns, est superstition chez les autres" (De La Fevrerie, 1681, 19-2G). Non si consentiva l'interpretazione "popolare" del sapere e l'utilizzazione delle pratiche magiche e degli ecclesiastici, monache e altri, ai fini propri della gente "comune", perché una tale licenza avrebbe permesso la costituzione di un contro-potere concorrente e una crescente autonomia del popolo. Per l'autorità e la cultura dominante è vitale, invece, controllare lo scritto, conservare e difendere il monopolio dell'interpretazione - e dei benefici (vedi limosine e scopo di lucro). E lo stato, la corte di Vienna? Qui ci troviamo di fronte a una situazione paradossale, cioè la censura dei libri dei sogni, cabalistici e altri scritti pure considerati come catalizzatori del gioco. In nessun paese dove c'era il lotto pubblico troviamo una tale proibizione.7 Al contrario, Gianmaria Ortes scriveva su tali pratiche del "popolo": "Né qui si contrastano tali inezie, anzi si lasciano correre colle stampe come tant'altre stramberie, non solamente perché giovano alla buona direzione del gioco e lo promuovono ma perché ancora si sa che col contrastarle non si farebbe che dar credito ad esse" (Ortes, 1984, 12G).8 Nel 1795 un libro del lotto cabalistico e dei sogni fu approvato dai "Reformatori" di Padova, perché "non vi esser cosa alcuna contro la Santa Fede Cattolica" (Nuovo libro, 1795, approbazione del 15 giugno 1795). Pro-ibizioni del gioco del lotto pero di solito erano accompagnate da lamenti sui "danni spirituali nell'appigliarsi alle maniere superstiziose, e vane nell'eleggere, e giocare i numeri" (Baltier, 1749, 8).9 A Ginevra gli scritti interpretativi dei sogni utilizzati dal libraio Frémont furono confiscati (Porret, 199G, 113; 1991, 31); ma lî il lotto era 7 Secondo un'informazione della professoressa María Jesús Torquemada l'inquisizione spagnola pro-ibiva tali libri di divinazione o dei sogni. Le analisi sulla storia del lotto in Spagna che parlano di questi scritti non rendono conto di questo fatto. Vedi per esempio Herrero Suárez, 1992, 155-167. 8 L'Ortes non parla della superstizione nell'uso di queste pratiche. 9 Per Roma si veda Giovanni Ercoli (1728, 82-84). Per Firenze, nel 1732, si veda il bando già citato. 297 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 proibito e l'uso di tali libri avrebbe incitato a giocare. A Padova, nel 1857 fu proibito "di tenere nelle Ricevitorie il libro della Cabala e i libri che spiegano i sogni od altri stampi equivalenti" (Ronchi, 1916, 27).10 Ma Padova allora aveva un governo asburgico! La monarchia asburgica, pur sempre l'unico paese (con l'Italia) che aveva guardato al lotto con tolleranza fino ad allora, si comportava ora come un paese che proibiva il lotto. Come spiegare questa posizione economicamente contraproducente? Oltre che sul tentativo di disciplinamento e di controllo del comportamento religioso, diventato con la censura di Maria Teresa anche uno strumento del potere temporale (Klingenstein, 1970, 7), l'ambiguita potrebbe essere fondata anche sul pensiero economico e, di fatto, il lotto e una strategia economica oltreché culturale. Ma la cultura del lotto, dei libri dei sogni e della magia e basata sulla fiducia nella possibilita d'arricchirsi, opposta alla razionalita economica richiesta da chi proponeva l'idea di una societa industríale "ideale" a venire (Landes, 1999, 217).11 Se questo gioco si aggiungeva ai sogni individuali ma interpretati collettivamente e diventava "il sogno sociale della ricchezza" (Porret, 1991, 33), esso non rappresentava solamente una compensazione e un tentativo di evasione dalle miserie quotidiane (Balzac chiamava il lotto "l'oppio della miseria" poiché sviluppava delle "speranze magiche"); e bastera ricordare che il lotto era anche - e forse soprattutto - un gioco per i ceti poveri (Saurer, 1989; Weber, 1987), per meglio capire che questo "sogno sociale" avrebbe incluso un potenziale sovversivismo, cioe la negazione dell'etica del lavoro, del giusto guadagno e dell'ordine sociale, morale ed economico prefigurato. Se attraverso l'interpretazione dei sogni la gente povera avesse potuto veramente arricchirsi giocando, ció avrebbe rappresentato un crimen contro l'economia morale di una societa tradizionale, secondo le autorita che ne definivano i confini di liceita. Cosí il giuoco d'azzardo, di per sé uno dei crimini senza vittime "classiche" (Friedman, 1993), crea delle vittime e cioe la coscienza del popolo della Chiesa, il servizio a Dio, ma anche il bene pubblico.12 Il problema non era solamente il gioco (pure lecito), ma anche l'arricchirsi attraverso il gioco sognando einterpretando i sogni, utilizzando pratiche divinatorie, cabalistiche ecc. Il punto critico e decisivo della disapprovazione morale ed economica potrebbe essere meglio illustrato dall'accusa contro il libraio Frémont a Ginevra (dove il lotto era proibito) nel 1773. Le rimostranze a lui fatte non erano solamente dovute alla "esplicazione superstiziosa" dei sogni, ma anche all' "aggiotaggio sui lotti". Secondo il magistrato della citta egli avrebbe alimentato la superstizione dell'interpretazione dei 10 Disposizione ministeriale del 9 settembre 1857. 11 Secondo Thorsten Veblen la fiducia nella fortuna e la predilezione per i giochi d'azzardo sarebbero un residuo arcaico, opposto alle esigenze della produzione industríale (Veblen, 1899, 264-265). 12 Quando il Papa Alessandro VII proibiva le scommesse a Barcellona nel 1660, si pretendeva che "hac occasione superstitionibus, aliisque modis illicitis, conscientias graviter laedentibus, ac Dei servitio, bonoque publico adversantibus uterentur" (cit. in Ercoli, 1728, 148). 298 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 sogni tanto da incitare la gente a rovinarsi in un gioco dove la malvagità e la truffa ("friponnerie") erano cosí evidenti (Porret, 1991, 32). Superstizione e aggiotaggio - ecco il collegamento che produce l'esplosivo delit-tuoso. La speculazione commerciale - chiamata anche commercio illecito - e la super-stizione vengono sentiti come una (nuova) sfera d'attività dove all'economia si mescolano elementi extra-economici. La superstizione, condannata religiosamente, si aggiungeva all'aggiotaggio (e al suo protagonista, l'aggiotatore) che, dopo diverse esperienze traumatiche (per esempio la South Sea Bubble, l'innovazione di John Law), nel Settecento guadagnava una connotazione sempre più negativa (Hofer, 1992).13 Oltre ai danni reali c'era lo scenario minaccioso di una trasformazione sociale resa possibile dalla creazione di patrimoni al di là della logica tradizionale (Farge, 1993, 185). La relazione fra l'immaginario e il reale nella sfera economica e più concretamente nella sfera delle finanze e del commercio era instabile e i loro attori difficili da classificare. Prima che i termini "aggiotaggio" e "aggiotatore" diventassero comuni, l'etica dell'economia utilizzava concetti della sfera non-reale. Paolo Mattia Doria (La vita civile, prima edizione del 1709, terza edizione del 1729) condanna coloro che, motivati dall'avidità, effettuavano transazioni finanziarie e commerciali che espone-vano il certo al rischio e trasmettevano questo senso di avidità e imprudenza anche all'economia pubblica, e li addita come "cabalisti" (Pesante, 2000, 680-687).14 Anche a Vienna la corte era consapevole del fatto che nel lotto il vantaggio matematico e quindi economico era sempre di chi tiene banco. Forse lo Stato non voleva esagerare e non voleva spingere le cose all'estremo, ma certamente voleva che la gente giocasse; tuttavia non era previsto il gioco come mezzo di arricchirsi: invece di giocare bisognerebbe lavorare, faticare, risparmiare e avere fiducia in Dio. Quindi i mezzi extraludici, che solamente avevano per fine il guadagno, non erano consentiti, poiché giocare con questa finalità avrebbe significato speculare e la speculazione economica era spesso criticata per la metafora del gioco d'azzardo. Secondo Mirabeau l'aggio-taggio era "de tous les jeux le plus malhonnête" (cit. in Hofer, 1992, 29). Consentire tale speculazione avrebbe potuto produrre l'impressione che tali pratiche speculative fossero lecite anche nelle altre sfere economiche. Come osservava Lawrence Friedman per gli stati nordamericani dell'inizio dell'Ottocento, la "speranza estravagante" era favorita, ma la popolazione dovrebbe realizzarla solamente in modo socialmente ac- 13 Jacques e Louis Philémon Savary des Bruslons, nel Dictionnaire universel de commerce (Savary des Bruslons, 1723), definivano l'aggiotaggio come "commerce illicite" (Patalano, 2001, 74). 14 I cabalisti secondo il Doria sono coloro che "nulla curando quel, che possiedono, per l'avidità di quel che desiderano, il certo pongono a pericolo, e si allontanano dal pensiero della Conservazione di quel che possiedono". Secondo M. L. Pesante, "il termine viene poi usato da Doria per indicare coloro che portano nei progetti dell'economia pubblica la medesima commistione di avidità e imprudenza." (n. 90). Si parla anche dei cabalisti "ossia degli avventurieri delle intreprese commerciali, e il loro as-surgere a statisti" (687). 299 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 cettabile (Friedman, 1993, 134). Questo modo pero non valeva egualmente per tutte le classi della popolazione. Anche se in senso negativo, qui ritroviamo la sfera della magia. Come "raziona-lizzare" nuovi fenomeni di finanziamento, nuove e inconsuete istituzioni e vie per l'arricchimento? Karl Marx scrisse dell'impressione data da "bancocrati", finanzieri, aggiotatori e simili alla fine del Seicento in Inghilterra, al tempo del capitalismo moderno nascente: "Nel tempo stesso in cui si smetteva di bruciare le streghe, si cominciava ad impiccare i falsari di banconote" (Marx, 1962, 783). Secondo me, questo spostamento di interesse da parte della giustizia penale dai crimini contro la religione ai crimini contro la proprietà e i monopoli dello stato implica anche che la credenza nelle streghe veniva sostituita dalla credenza nei nuovi attori dell'economia, e una religione/superstizione si sostituiva a un'altra; nel combatterli l'Autorità finiva per ammettere di credere nella loro efficienza. Né gli Illuministi né le Chiese erano liberi dall'ambiguità al cospetto dei fenomeni sovrannaturali pur combattendoli e, non per ultimo, questo valse anche per i sogni (Goulemot, 1988, 240-243): accusando il ginevrino Frémont, i giudici s'interessavano, erano curiosi al di là dell'inchiesta quanto al contenuto dei suoi scritti sui sogni (Porret, 1991, 34-35). Infine ricordiamo Gian-maria Ortes: egli dilegua ogni dubbio quando scrive che a Venezia si tolleravano scritti ad uso del lotto, "perché ancora si sa che col contrastar[li] non si farebbe che dar credito ad ess[i]" (Ortes, 1984, 120). D'altra parte, i proponenti la credenza nelle "leggi" del mercato denunciavano l'interpretazione popolare dell'origine "artificiale" delle carestie come superstizione della plebaglia, che avrebbe sostituito le streghe con i commercianti di grano.15 Se è cosí, da quello che precede si puo concludere che, col credere nell'efficacia dei sogni, della loro esplicazione, e delle altre pratiche magico-religiose, l'Autorità temesse, almeno teoricamente, gravi conseguenze: il fatto che i giocatori, attraverso questi libri e pratiche, si assicurassero le vincite avrebbe costituito un pericolo reale per il sistema del gioco e per il suo successo fiscale (L'impresario del lotto si mostrava meno superstizioso e più pratico di affari giacché faceva stampare tali libri). La censura e la giustizia crimínale si mostravano come mezzi per regolare il cambiamento economico e sanzionare gli sviluppi indesiderati (Friedman, 1993, 108). Ricordiamoci delle sole vittime conosciute di questo crimine creato ex-novo nel 1755: l'incisore Ferstler e il ricevitore Zambieri (non conosciamo le pene loro inflitte, ma lo Zambieri non appare più come ricevitore l'anno seguente - mentre l'appaltatore del lotto resta senza punizione). Nel tentativo di massimizzare il profitto della sua professione (proprio nel senso moderno della commercializzazione massimale dei desideri, cioè l'affare dei libri) lo Zambieri diventava vittima anche dell'ambiguità dello Stato che, da parte propria, non voleva dedicarsi con troppa energia a questo 15 Saurer (1989, 182) cita Wilhelm Roscher (1852, 76): "Seit dem Abkommen der Hexenprozesse hält man sich an die Kornhändler." 300 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-3G6 spirito di massimizzazione del profitto di un nuovo gioco di massa (persistendo cosí nelle forme tradizionali del pensiero economico e restando il custode della religione e dell'ordine sociale dominanti con i loro valori e virtù - almeno per i ceti bisognosi). Intanto i giocatori perseveravano nel loro materialismo magico-religioso. L'insuccesso della proibizione Nel 18G1 fu ripetuto il divieto del 1755 (la stampa, la vendita, l'importazione dei libri dei sogni e altri scritti sul lotto; decretando la confisca e la distruzione delle copie trovate nelle stamperie e nelle ricevitorie).16 Evidentemente la censura non era efficace. Nel Settecento si trovano spesso, a Vienna e nel regno, pubblicità per tali libri e si legge della vendita pubblica sulle strade e nelle ricevitorie. Già nell'anno 1786 un viaggiatore le chiamava "letture per il popolo" (Volkslectüre; Freimüthige Bemerkungen, 1786, 78-79).17 Non sembra che nell'Ottocento fosse cambiata la situ-azione. I "Traumbüchel" diventavano un elemento costitutivo della cultura ludica -miracolosamente senza nessun danno per il sistema del gioco e il profitto dello Stato. Dopo le minacce della rivoluzione francese e le guerre seguenti, con Francesco I (II) e Metternich ci fu un ritorno a una politica di repressione. I meccanismi d'uno Stato poliziesco, come anche le misure di censura, intervenivano in strati profondi della vita quotidiana dei sudditi. Gli scritti di "massa" - a quest'ultima la polizia non voleva fare concessioni - venivano censurati sistematicamente, eliminando del tutto ció che sembrava superstizioso e ottenendo cosí che i libri dei sogni come anche gli scritti cabalistici perdessero attrattiva e non fossero più richiesti (Marx, 1959, 13, 63; Obermaier, 1991). Benché fossero nuovamente proibiti tali libri d'interpretazione collettiva dei sogni, ció non accadeva ancora quanto ai sogni individuali. Ma nel "sistema Metternich" non si poteva essere sicuri nemmeno di questo. Lo dimostra una favola satirica dell'anno 1845. Nel sistema oppressivo e illiberale descritto in questa storia, il governo introduce "libretti di sogni" alla facoltà di giurisprudenza. Questi diventano testi da studiare e da analizzare come il Codice Napoleonico e altri classici e con la loro applicazione il sistema riesce a spiare, controllare e punire le parole pronunciate dai "sognatori" (Geldern, Hartmann, 198G). La "repubblica senza autorità" che secondo il Formey, teorico settecentesco dei sogni, si costituisce quando la gente sogna, non era più possibile (Formey, 1777, 488-489).18 16 Hofkanzleidekret vom 10. Februar 1801, in: Linden, 1834, 191-192. 17 Una critica simile di quella si trova nel saggio "Lotto=Kabbala. (Aus Wien eingesandt)", in: Berlinische Monatschrift 1793, Bd. 2, 360-369: "Warum, wenn man doch glaubt eine Censur haben zu müssen, erlaubt man den Druck solcher Schriften, wie hier angekündigt sind; und verbietet Kant und Rochow?" (369) 18 L'originale "Essai des songes" fu scritto nel 1746 e pubblicato nel 1768 nei Mémoires de l'Académie royale de Prusse. 3G1 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 Ma in questo periodo di miseria generale il potenziale politico dei sogni si aggiunge a quello economico e sociale. Uno dei personaggi drammatici di Johann Nestroy, l'impiegato municipale Klaus, ha dei "sogni abominevoli" di libertà. Klaus non sa fare altro che interpretarli numericamente e usarli nel lotto. Ecco che i numeri della libertà corrispondono veramente al 13 marzo, 15 maggio e al 26 maggio 1848, giorni chiave della rivoluzione a Vienna (Obermaier, 1995, 36). Marc Bloch ci ha dimostrato che i sogni, l'immaginario e la fantasmagoría sono genuine forze motrici della storia (Raulff, 1995, 367). Le loro radici possono essere trovate nella realtà vitale dei sognatori e degli interpreti dei sogni. Ringraziamento Ringrazio i miei amici Enrico Roberto, Adriana e Simone per il loro aiuto nella redazione del testo in italiano. KRIMINALIZACIJA SANJSKIH KNJIG ZA IGRO LOTTA V 18. IN 19. STOLETJU V AVSTRIJI - NEUSPEŠNA PROHIBICIJA Manfred ZOLLINGER Univerza na Dunaju, A-1090 Dunaj, Augasse 2-6 e-mail: manfred.zollinger@wu-wien.ac.at POVZETEK Ker se hazardiranje na splošno zdi tesno povezano z ekstraludičnim vedenjem, so se mnogi ljudje zatekali k različnim načinom, da bi bi prišli do srečnih številk na loterijah. Toda oblasti so razglasile, da so takšni, za hazardiranje hujskajoči načini nezaželeni. Pričujoči članek se posveča cenzuri in kriminalizaciji sanjskih knjig, uporabljanih za genovsko loterijo (loto) v Avstriji v 18. in 19. stoletju. Analiziran je odnos med hazardiranjem in religijo glede na magijo in praznoverje. Mednarodna primerjava pokaže, da je odnos Avstrije v tem pogledu svojevrsten in nasproten dosežku največjega mogočega dobička. Poleg obstoječih študij je raziskana vloga tradicionalnih moralnih predstav ekonomskega vedenja glede na to dvoumnost. Medtem ko se zdi ekonomsko špekuliranje družbeno destabilizirajoče, so ljudje še naprej igrali loto ob pomoči sanjskih knjig in tako izpričevali odnose med ekonomskimi, moralnimi in poličnimi željami. Ključne besede: genovska loterija, sanjske knjige, praznoverje, cenzura, Avstrija, 18.— 19. stoletje 302 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 FONTI E BIBLIOGRAFIA AVA, 1 - Österreichisches Staatsarchiv, Allgemeines Verwaltungsarchiv, Hofkanzlei (AVA), Hofkanzlei, V C 5, 164 ex Febr. 1755. Ammerer, G. (2001): Devianz, Marginalisierung und Kriminalität. Historicum, Zeitschrift für Geschichte. Linz - Puchenau, Herbst 2001, S. 22-31. Baltier (1749): Trattato del gioco del lotto nel quale si mette in chiaro il modo di giocare, col prezzo di qualunque gioco. Bologna. Bando (1806): Bando sopra il Gioco del Lotto, 17 giuglio 1732. In: Cantini, L.: Legislazione Toscana, 23. Firenze, 186-192. Burke, P. (1998): Die Kulturgeschichte der Träume. In: Burke, P.: Eleganz und Haltung. Berlin, Wagenbach, 37-62. Caillois, R. (1952): Les jeux et les hommes. Paris, Gallimard. Consultatio (1630): Consultatio circa ludum sponsionum vulgo dictum delle scom-messe sopra il Seminario, quando Gubernatores extrahuntur ab Urna. Genuae. D'Arienzo, V. (1999): Cabala: attese e miserie. In: Imbucci, G. (ed.): Il gioco pubblico in Italia. Storia, cultura e mercato. Venezia, Marsilio - Dipartimento di scienze storiche e sociali, 57-71. De La Fevrerie (1681): De la superstition, & les erreurs publiques. Extraordinaire du Mercure galant, Avril 1681. Paris, 12-88. De Sanctis Ricciardone, P. (1987): Le "livre des Songes" et les stratégies de jeu dans le loto italien (XIXe siècle). Ethnologie française, nouvelle série, tome 17, 2/3. Paris, 330-335. Dolcetti, G. (1903): Le bische e il giuoco d'azzardo a Venezia 1172-1807. Venezia. Endemann, F. (1882): Beiträge zur Geschichte der Lotterie und zum heutigen Lotterierechte. Bonn. Ercoli, G. (1728): Del giuoco del lotto. Roma. Fabian, A. (1990): Card Sharps, Dream Books & Bucket Shops: Gambling in 19th century America. London, Cornell University Press. Farge, A. (1993): Lauffeuer in Paris. Die Stimme des Volkes im 18. Jahrhundert. Stuttgart, Klett-Cotta. Formey, J. H. S. (1777): Versuch über die Träume. In: Neues Hamburgisches Magazin 1777, 1. Hamburg, 483-510. Freimüthige Bemerkungen (1786): Freimüthige Bemerkungen über Aufklärung und Reformen unsrer Zeit. Berlin - Stockholm. Friedman, L. M. (1993): Crime and Punishment in American History. New York, Basic Books. Geldern, M. H. (1980): Die Lampe, ein uraltes Märchen (1845). In: Rietra, M.: Jung Österreich. Dokumente und Materialien zur liberalen österreichischen Opposition 1835-1848. Amsterdamer Publikationen zur Sprache und Literatur, 43. Amsterdam, Rodopi, 246-253. 303 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 Gesetzbuch (1789): Kaiserl. Königl. Theresianisches Gesetzbuch, enthaltend die Gesetze von den Jahren 1740 bis 1780, welche unter der Regierung des Kaisers Joseph des II. theils noch ganz bestehen, theils zum Theile abgeändert sind, 3. Wien. Goulemot, J. M. (1988): Apercus du rêve au siècle des Lumières. Revue des sciences humaines, 82, juillet-septembre 1988, 211. Lille, 237-244. Haase, E. (1957): Die Diskussion des Glücksspiels um 1700 und ihr ideologischer Hintergrund. Germanisch-Romanische Monatsschrift, 38. Heidelberg - Winter, 52-75. Herrero Suárez, H. (1992): El monopolio de una pasión. Las reales loterías en tiempos de Carlos III. Valladolid, Historia y sociedad, 25. Höfer, A. (1992): Agiotage, Agioteur. In: Reichardt, R., Lüsebrink, H.-J. (eds.): Handbuch politisch-sozialer Grundbegriffe in Frankreich 1680-1820. Heft, 12. München, 7-30. Indovino, F. (1752): Il vero mezzo per vincere all'estrazioni dei lotti o sia una nuova lista generale di tutte le Arti, de' Sogni, e Visioni notturne, co' Nomi di tutte le Cose , ed i Numeri, che a quelle corrispondono, per valersene a tutte l'Estrazioni de' Lotti. Decima ristampa. Venezia. Jochmann, C. G. (1837): Die Glücksspiele. In: Carl Gustav Jochmann's von Pernau Reliquien. Aus seinen nachgelassenen Papieren. Gesammelt von Heinrich Zschok-ke, 2. Band, Hechingen. Kant, I. (1798): Anthropologie in pragmatischer Hinsicht. Königsberg, Nicolovius. Klingenstein, G. (1970): Staatsverwaltung und kirchliche Autorität im 18. Jahrhundert. Das Problem der Zensur in der theresianischen Reform. Wien, Verlag für Geschichte und Politik. Labouvie, E. (1990): Wider Wahrsagerei, Segnerei und Zauberei. Kirchliche Versuche zur Ausgrenzung von Aberglaube und Volksmagie seit dem 16. Jahrhundert. In: Van Dülmen, R. (ed.): Verbrechen, Strafen und soziale Kontrolle. Studien zur historischen Kulturforschung, III. Frankfurt/M., Fischer-Taschenbuch-Verl., 1555. Landes, D. (1999): The Wealth and Poverty of Nations. London, Abacus. Le Bras, H. (1981): De la divination au calcul. Traverses - Hasard: Figures de la Fortune. Revue "Traverses", 23. Paris, 2-10. Linden, J. (1834): Abhandlungen über Cameral und fiscalämtliche Gegenstände. Wien. Macry, P. (1997): Giocare la vita. Storia del lotto a Napoli tra Sette e Ottocento. Roma, Donzelli. Marx, J. (1959): Die österreichische Zensur im Vormärz. Wien, Verlag für Geschichte und Politik. 304 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 Marx, K. (1962): Das Kapital, 1, Karl Marx / Friedrich Engels. Werke, Bd. 23. Berlin, Dietz. Nuovo libro (1795): Nuovo libro per servire di guida ai giuocatori di lotto, che [...] di più contiene il Vocabulario cabalistico per l'interpretazione, ossia spiegazione de' sogni, accresciuto di più miglia di voci poste per ordine d'alfabeto, comprendenti i nomi delle persone, delle arti, delle scienze, degli animali, ec. [...]. Venezia. Obermaier, W. (1991): Zensur im Vormärz und in Jahr 1848. In: Weinzierl, E., Rudolf, G. Ardelt, R. G. (eds.): Justiz und Zeitgeschichte VIII. Symposion Zensur in Österreich 1780 bis 1989. Salzburg, 7-29. Obermaier, W. (1995): "Da setzt mancher oft noch sein letzt's bissel Geld, glaubt, einmal muß's einschlag'n, und allweil is's g'fehlt" - Glück und Glücksspiel bei Nestroy. Nestroyana: Blätter der Internationalen Nestroy-Gesellschaft, 15, 1995, 1-2. Wien, 26-44. L'Oniroscopie (1789?): L'Oniroscopie, ou application des songes et rêves aux numeros de la loterie royale de France; tirée de la cabale italienne et de la sympathie des nombres. Paris. Ortes, G. (1984): Estratto di una lettera sopra il giuoco pubblico, scritta di Venezia a Vienna, addî 8 gennaio 1752. In: Ortes, G.: Calcolo sopra i giuochi della Bassetta e del Faraone, aggiuntovi un Estratto di lettera sopra il giuoco pubblico di Venezia. Pasquali, G. B. (1757): Venezia. In: Ortes, G.: Calcolo sopra la verità dell'istoria e altri scritti. Genova, 109-20. Patalano, R. (2001): Il Dictionnaire universel de commerce dei Savary e la fondazi-one dell'autonomia del discorso economico (1723-1769). Storia del pensiero economico, 41, 61-97. Http://www.dse.unifi.it/spe/indici/numero41/patala.htm, 12. 2. 2001. Pesante, M. L. (2000): Il commercio nella repubblica. Quaderni storici 105, XXXV, 3, Bologna, 655-695. Porret, M. (1990): Les "Pensées nocturnes" de Pierre Frémont, libraire et "explicateur des songes" à Genève au XVIIIe siècle. La nouvelle revue francaise, 449, juin 1990. Paris - Bruges, 108-133. Porret, M. (1991): Rêver de s'enrichir ou s'enrichir en rêvant. Les "pensées nocturnes" du Genevois Pierre Frémont, dit Butini, libraire et "explicateur de songes" (1774). Revue d'histoire moderne et contemporaine, 1. Paris, 22-50. Raulff, U. (1995): Ein Historiker im 20. Jahrhundert: Marc Bloch. Frankfurt/M, Fischer. Roscher, W. (1852): Über Kornhandel und Teuerungspolitik, 3. Stuttgart. Ronchi, O. (1916): Il lotto a Padova. Bollettino del Museo Civico di Padova, anno XVII, fasc. 1-6. Padova. Savary des Bruslons, J. (1723): Dictionnaire universel de commerce, I. Paris. 305 ACTA HISTRIAE • 12 • 2004 • 1 Manfred ZOLLINGER: IL DIVIETO E LA CRIMINALIZZAZIONE DEI LIBRI DEI SOGNI ..., 293-306 Saurer, E. (1989): Straße, Schmuggel, Lottospiel. Materielle Kultur und Staat in Niederösterreich, Böhmen und Lombardo-Venetien im frühen 19. Jahrhundert. Göttingen, Max-Planck-Institut für Geschichte. Scafoglio, D. (1995): Il gioco del lotto a Napoli. Napoli, L'ancora del Mediterraneo. Scheutz, M. (2002): "Mit einem worth, [...]" Zur Inszenierung von Magie durch einen Freistädter Teufelsbanner, Christophbeter und Lederer 1728/29. Frühneuzeit-Info, 13 (2001) 1-2, Wien, 41-64. Sieghart, R. (1899): Die öffentlichen Glückspiele. Wien. Simmel, G. (1986): Das Abenteuer (1911). In: Simmel, G.: Philosophische Kultur. Über das Abenteuer, die Geschlechter und die Krise der Moderne. Gesammelte Essais. Berlin, Klaus Wagenbach. Solf, J. J. (1786): Diss. inaug. jurid. positiones quasdam de lottariis continens. Straßburg. Stockholzerin, K. (1782): Ueber das schädliche und für Böhmen nachtheilige Lotteriespiele. s.l. Thomas K. (1971): Religion and the Decline of Magic. Studies in popular beliefs in sixteenth and seventeenth century England. London, Weidenfeld & Nicolson. Veblen, T. (1899): Theorie der feinen Leute. Eine ökonomische Untersuchung der Institutionen. Frankfurt/M. Weber, W. (1987): Zwischen gesellschaftlichem Ideal und politischem Interesse. Das Zahlenlotto in der Einschätzung des deutschen Bürgertums im späten 18. und frühen 19. Jahrhundert. Archiv für Kulturgeschichte, 69. Köln - Wien, 116-149. Zollinger, M. (2002): Cataldis Lottocoup. Wiener Zeitung, 26./27. April 2002, Extra - Historicum. Wien, 6. 306