ANNO IX Capodistria, 16 Settembre 1875 N. 18 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3: semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un ninnerò separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. N.° 690. Cariche sociali per l'anno 1875-76 Presidente: Sig. Gerolamo D.r Manzutto — Umago Vice-Presideute : Sig. Antonio Ceco» — Rovigno Direttori : Sig. Giuseppe D.r Basilisco — Rovigno Rovigno Bignano Sig. Matteo llismomlo Sig. Tommaso Sottocorona Comitato: Sig. Angelini Giovanni — Rovigno Sig. Eugenio Hiseoiitini — Pedena Sig. Matteo D.r Campitelli — Rovigno Sig. Angelo Corazza — Montona Sig. Nicolò Corra Spinotti — Grisignana Sig. Andrea Dauelon — Pareneo Sig. Giorgio D.r Franco — Bnje Sig. Giacomo Facchinetti — Visinada Sig. Giacomo Barone Lazzarini — Albona Sig. Pietro D.r Madonizza — Capodistria Sig. Alberto Marchesi — Dignano Sig. Gherardo de Petrls — Cherso Sig. G. Paolo barone de Polesini — Faremo Sig. Leopoldo Slocovkh — Pisino Sig. Pietro Tumulasi — Montona Sig. Domenico l'atta — Pirano Revisori dei conti: Sig. Antonio Basilisco — Rovigno Sig. Francesco Monfalcon — Rovigno Sig. Francesco Zaratin — Rovigno Segretario : Sig. Luigi Ilascli — Rovigno. L'OTTAVO CONGRESSO della società agraria istriana Rovigno 10 settembre L'ottavo congresso della società agraria istriana venne inaugurato la mattina del 6 coir, nella città di Montona dal presidente la società Signor Gerolamo D.r Manzutto in una sala dell'antico castello alla preseuza dei rappresentanti l'imperiale governo e l'inclita giunta provinciale e col concorso di moltissimi soci. Dopo il cerimoniale d'uso ed alcune parole indirizzate dal Cav. Enrico nobile de Clesius all'assemblea pronunciò un forbito discorso il sig. Commendatore D.r Francesco Vidolich nel quale fece cenno di alcuni lavori iniziati dalla Giunta per favorire la patria agricoltura e concluse desiderando che la nostra Istria possa in un epoca non molto lontana raggiungere quel grado di prosperità altra volta toccato. Dal resoconto morale letto dal sign. Segretario apparve come la presidenza abbia posto le sue curi principalmente nel tentare il modo di dare maggior im pulso ed estensione alla gelsicoltura, bachicoltura e vi ticoltura e per promuovere indirettamente quest'ulti ma siasi fatta iniziatrice d'un progetto di statuto pe una società enologica provinciale. Le mozioni avvalorate dal voto del congresso son tre: La prima fatta dal socio D.r Cristoforo de Beli colla quale si venne ad interessare la presidenza a voler provocare dall'Eco. Governo l'attivazione di un second posto di veterinario nella provincia, essendosi sperimentata, nell'epizoozie che infierivano l'anno decorso, la deficen za di uno di questi funzionari. La seconda quella di fon dare un giornale officiale della società ed erogare ad ho l'importo di fior 250 annualmente versato alladireziou del giornale " la Provincia „ peli'inserzione degli att, della società; proposta fatta dal socio D.r Giovanni Surau, Nel momento che veniva chiesto al congresso l'appoggio morale pell'eventuale fondazione d'una società enologica provinciale, gli astanti accettarono il seguente ordine del giorno proposto dal socio D.r Amoroso : La società agraria istriana intravedendo immaturo il tempo pella fondazione d'una Società enologica provinciale, interessa la presidenza a promuovere la formazione di alcuni consorzi enologici nei vari centri che emergono in prò- vincia nella produzione dell'uva, facendo voti di vedere non lontano il giorno di poter fondare con profitto la detta società. Veniva in seguito dato lettura di due relazioni sulla gelsicoltura e bachicoltura l'una compilata dal socio sign. Danelon di Parenzo, l'altra del socio sigli. Sottocorona di Dignano: entrambe meritarono giustamente l'attenzione ed approvazione del consesso pel senso eminente pratico cui erano informati. Quanto alle cariche sociali furono tutte, meno poche eccezioni, riconfermate e, dopo di aver scelta la città di Pola pella sede del prossimo congresso, il presidente con forbito ed applaudito discorso sciolse l'adunanza. La presidenza coll'assistenza del direttore la stazione enologica provinciale Cav. Maiersbach ha voluto presentare ai soci una specie di mostra ampelografica dei vitigni istriani. Da questo ammasso d'uve chiare apparvero le svariatissime qualità coltivate nella nostra provincia e per consegueuza la difficoltà di raggiungere in alcuni territori un tipo unico di vino. Le specie maggiormente rappresentate erano le bianche indi le rosse, le nere, ultime quelle da tavola. Però è da notarsi che rispettivamente all'estensione data alla coltura d'una determinata qualità d'uva le nere tengono il primato in certe località p. e. Parenzo e Pirano; le uve rosse e bianche, in altre p. e. Pinguente, Pisino. Del resto questa mostra, pel modo col quale è stata fatta noii ci ha portato a nessun risultato ; se si eccettui quello di raffermare sempre più la persuasione avere la nostra provincia tutto che ci vuole per divenire importantissima dal lato enologico. E le feste? Vi furono fuochi artificiali, illuminazione, musiche, pranzi ed un geniale trattenimento al casino di società. Iu una parola tutti lasciarono questa ospitale città esprimendo riconoscenza ed ammirazione ; tutti lodando il modo con cui le feste furono ordinate a merito d'una apposita commisione composta dalli signori Giuseppe Basilisco, D.r Giov. Suran, Egidio Rocca, Giuseppe Eranco, Angiolo Corazza, — e del podestà sign. Giovanni Antonio nob. de Flego ; le quali persone gareggiarono in cortesie e dimostrazioni gentili a tutti gli accorsi. Però uon puossi far a meno di notare che i molti hanno assecondato vogliosamente gli sforzi di questi egregi, e Si ha potuto scorgere che materialmente si è lavorato, ripulito e fatto il possibile per rendere gradito agli ospiti il loro breve soggiorno. E quasi non bastasse tutto ciò, quel municipio, nell' intento di lasciare ai soci convenuti una memoria di questa festività, si fece con gentile pensiero a distribuire tra i convenuti una monografia della città di M011-tona, lavoro inedito dell'illustre D.r Pietro Kandler. Quest'opera stampata con bellissimi tipi venne dedicata agli agrofili comprovinciali colla segueute epigrafe: agli onorevoli membri della società agraria istriana radunati all'vili congresso generale queste notizie storiche compilate dal d.r pietro kandler la città dedica offre. ii. 9iidistìinif'ì tàwòamtlii a ■ ' & -------—r ---------- La Società Alpina dell'Istria Con la più viva soddisfazione annunziamo che nell'occasione del ritrovo a Montoni del fiore della cittadinanza istriana all'ottavo congresso della Società agraria, per iniziativa di alcuni benemeriti patriotti subito compresa e seguita da molti, furouo aperte le liste di soscrizione per la istituzione di uua Società Alpina dell'Istria. Riportiamo qui sotto l'appello diretto dal comitato promotore ai comprovinciali. Il numero dei socj necessario per passare alla formazione della società è già raccolto, ma abbiamo la certezza che molti ancora che non avevano potuto intervenire al congresso di Montoua vorranno prender parte alla società. In quella città dove saranno iscritti un maggior numero di socj, sarà convocata la radunanza per la votaz:ona dello statuto e la nomina delle cariche. Ecco l'invito di soscrizione : Durante l'ottavo congresso agrario della società istriana nacque il pensiero a varj membri della società stessa, animati dall'appello fatto dal giornale "la Provincia,,, d'istituire iu Istria, ad esempio delle contermini proviucie, un Club Alpino Istriano unendosi a tale scopo in società con regolari statuti c di' idea di stimolare la giovane e crescente generazione istriana ad ascendere i nostri monti e studiarli. Accolte con plauso le proposte, i sottoscritti s'unirono in comitato per compilare un progetto di statuto, provocarne l'approvazione e raccogliere le sovvenzioni. Iu adempimento all'incarico assunto i sottoscritti si rivolgono ai proprj comprovinciali sicuri che non'mancheranno all'appello. Montona, 6 settembre 1875 Il Comitato promotore: D.r Scamplcchio, D.r Belli, N. Del Bello. Esposizione stenografica nazionale Dallo "Stenografo di Milano „ di questi giorni rileviamo che a Roma uel mese di ottobre p. v. vi sarà la prima esposizione stenografica italiana. 11 Giurì incaricato della premiazione sarà composto di undici membri, eletti ciascuno da una delle seguenti società : prima Società Stenografica Italiana di Padova, associazione Stenografica Milanese, Istituto Stenografico di Milano, Società Stenografica Bolognese, Circolo Stenografico di Venezia, Circolo Stenografico di Verona, Circolo Stenografico di Treviso. Circolo filologico - Stenografico di Genova, Unione Stenografica Triestina, Società Stenografica centrale Italiana di Roma. Le società Stenografiche or nominate dovranno partecipare la loro scelta alla presidenza della Società Stenografica centrale Italiana di Roma prima del giorno 15 del corr. settembre. Il giorno IO ottobre il giurì terrà la sua prima seduta per l'elezione del presidente e per sostituire quelli fra gli eletti che rinunciassero ad un tale ufficio o non si trovassero presenti. Lo " Stenografo di Milano „ dice che un tnlo an- nnncio è contenuto nel " Tirone „ organo ufficiale della Società Stenografica centrale italiana, promotrice della esposizione L'annuncio è firmato dal signor avv. D.r Luciano Morpurgo presidente della detta società di Roma. Ecco come s'esprime in tale riguardo lo "Stenografo di Milano „ : " Alle calde raccomandazioni della nostra consorella di Roma ci pare superfluo aggiungere parola. Chiunque ha cuore e si interessa agli studii stenografici deve saper apprezzare tutta l'importanza e tutta l'utilità di questa mostra nazionale. Trattasi di mettere in luce e sottoporre a pubblico giudizio gli studi che dai privati e dalle singole associazioni si vennero facendo in questo decennio onde accrescere lustro e favorire la diffusione di quest'arte e provare eminentemente educativa. Trattasi di provare coi dati eloqueutissimi della statistica, che anche in Italia la stenografia se già non ha raggiunto non è però lontana da quel grado d'importanza, di progresso e di utilità pratica per cui a buon diritto essa va distinta presso altre nazioni. È quindi una gara a cui tutti dobbiamo concorrere col maggior possibile buon volere e con tutta quella lena e quell'attività che nell'amor proprio individuale non solo, ma diremo anche nell'orgoglio nazionale ci sarà dato di attingere. All'opera dunque, e facciamo che il successo dell'impresa risponda a quella nobiltà ed elevatezza di intento che 1' hanno inspirata e riesca tale da soddisfare i voti comuni. A Roma, a Venezia, a Genova, a Bologna, a Padova, a Treviso, a Trieste, a Verona già ferve il lavoro „. Il presidente dell'unione Stenografica Triestina, sig. Felice D.r Venezian fa, negli ultimi numeri (7 ed 8) della Gazzetta Stenografica, un beli' appello ai Triestini ed ai nostri comprovinciali, e "rivolge calda preghiera a tutti gli stenografi delle provincie Italiane dell'Impero austriaco di voler trasmettere a questa volta (a Trieste cioè, alla Direziono della Società Stenografica Triestina in via del Canale u. 5) i loro lavori, affinchè si possa ottenere così un completo saggio dell'attività stenografica spiegata da queste nazioni „. Fino al giorno 20 coir, ognuno che il desiderasse potrà spedire oggetti destinati all'esposizione alla direzione di detta società. L'unione Stenografica Triestina poi si assume qualsiasi spesa di spedizione. Il socio straordinario D.r Artusi ci assicurava che il presidente della unione Stenografica Triestina sig. D.r Venezian, merita ogni elogio pella premura disinteressata colla quale cerca di far sì che Trieste e l'Istria in ispecialità siano bene rappresentate a tale esposizione. Alcuni dei nostri i-striani che sono domiciliati a Trieste fanno parte a quella società Stenografica ed anzi un istriano è da vario tempo segretario attivissimo di questa. Esposizione iiiattiea a Gorizia e a Parenzo Nel prossimo ottobre avrà luogo a Gorizia e a Parenzo un'esposizione didattica. L'esposizione conterrà, meno i lavori degli allievi, tutti o quasi tutti gli oggetti didattici, che figuravano nella sezione scolastica austriaca alla grande esposizione di Vienna. — Ecco l'istruzione : L'esposizione abbraccerà: a) oggetti degli asili infantili e giardini froebeliani ; b) i mezzi di istruzione, i temi e lavori delle scuole popolari; c) delle scuole industriali ed altre scuole speciali; d) degli istituti de'sordo-muti. II Perciò che concerne le dette scuole s'attendono : A) disegni, piani di costruzione e situazione o i modelli relativi; B) mezzi d'istruzione; G) lavori degli allievi. ad A. Quanto a'piani l'i. r. Consiglio scolastico provinciale desidera, che vengano inviati soltanto i migliori e che ne'disegni un semplice titolo indichi l'oggetto rappresentato. In questo gruppo c'entrano pure gli arredi scolastici come tavolini, lavagne, panche, leggii ecc., i quali ove fossero degni di considerazione, possono spedirsi in grandezza naturale, in modello o disegno. Il detto gruppo comprende anche gli apparati ventilatori e caloriferi delle scuole, i sistemi d'illuminazione, gli agiamenti, i serbatoi d'acqua ad uso degli allievi, apparecchi balneari degli asili infantili e delle scuole, calamai, matite, motitoi, requisiti di calligrafìa e disegno ecc. ad B. Fra i mezzi d'istruzione sono compresi 1. i libri, 2. gli altri mezzi d'insegnamento. Quanto ai libri di testo e letture di già introdotti, o la cui introduzione nelle scuole e negli istituti verrà proposta, essi dovranno inviarsi all'esposizione dagli editori o autori medesimi. Anche le società che hanno pubblicato de' libri allo scopo di diffondere la coltura popolare o promuovere l'istruzione della gioventù o quella d'una classe determinata del popolo, possono inviare le opere o i cataloghi delle opere pubblicate. Per ciò che riguarda l'altro gruppo di mezzi d'insegnamento esso comprende: 1. mezzi che agevolano l'apprendimento di date materie come: apparati per insegnare la lettura, il conteggio, la musica, ecc. 2. mezzi che, come le raccolte di oggetti naturali, modelli o tavole figurate, contribuiscono mediante l'intuizione alla chiarezza e giustezza delle idee; 3. apparati, che agevolano il mutuo insegnamento. A queste tre categorie appartegono: a) religione: immagini sacre; b) lettura: cartelloni murali, sillabari mobili, casse di composizione: c) scrittura: metodi e modelli; d) conteggio: macchine di conteggio, sistemi di pesi e misure, aritmetica applicata agli usi della vita pratica, tavole e collezioni di pesi e misure; e) geografia e storia: illustrazioni per l'insegnamento della geografia e storia, carte geografiche murali, carte plastiche, sfere planatane; f) disegno ed architettura: modelli ed esemplari: g) scienze naturali: collezioni d'apparati e quadri iconografici; fi) ginnastica: attrezzi ginnastici, attrezzi per insegnare il nuoto, apparati che si riferiscono all'igiene; i) tavole d'agronomia; l) tavole industriali; m) mezzi d'insegnamento di istituti speciali come istituti sordo muti, ciechi, ecc. ad C. Il lavoro di ciascun allievo ne conterrà il nome, l'età, il tempo della frequentazione della scuola; inoltre vi sarà apposta la firma della Direzione confermante l'esattezza dei dati sopraindicati. Vi sarà pure accennato l'istituto o la scuola cni appartiene l'allievo; inoltre se la scuola è fondata e mantenuta dallo stato, dal comune, da una comunione religiosa o da privati, se sia di una, due o più classi. I quaderni di scrittura e disegno saranno forniti d'una semplice coperta. S'attendono pure saggi dei lavori donneschi eseguiti dalle allieve, non che lavori degli istituti dei sordo muti e di altre scuole speciali. Ili Gl'istituti ed editori, che desiderano di prender parte alla mostra degli oggetti d'istruzione in Gorizia e Parenzo sono pregati di render noto sino a tutto il 20 agosto a. c. alla presidenza degli i. r. Consiglio scoi, prov. di Gorizia, Istria e Trieste quali degli oggetti indicati sub li. intendano esporre sia a Gorizia, sia a Parenzo, sia in ambidue i luoghi. Insinuazioni fatte più tardi non verrebbero prese in considerazione. Gli oggetti destinati per Parenzo si dirigeranno franchi di porto all'i, r. capitanato distrettuale di Parenzo con la soprascritta: Oggetti per la mostra cV istruzione di Parenzo " a mani dell'i, r. Consigliere di luogotenenza e capitano " distrettuale in Parenzo.„ Gli oggetti destinati per l'esposizione di Gorizia sono da dirigersi franchi di porto a Gorizia con la soprascritta: Oggetti per la mostra dei mezzi d'istruzione di Gorizia " a mani dell'i, r. ispettore scoi, distrettuale e capo-" maestro dell' istituto magistrale Francesco Vadopivec in Gorizia. „ IV. Un comitato nominato a ciò dall'i, r. Consiglio scoi. prov. provvedrà, affinchè gli oggetti inviati alla mostra vengano acconciamente collocati. Gli oggetti esposti verranno rinviati agli espositori a spese d' uu fondo a ciò destinato, V. Gli oggetti destinati alle mostre, che non giungessero all'indirizzo sopraindicato fino al 15 settembre, non saranno presi in considerazione. VI. Ogni espositore dichiarerà espressamente nell' inviare gli oggetti, se desidera il rinvio dei medesimi, o se li lascia per iscopi pubblici a disposizione dell'i, r. Consiglio scolastico provinciale. o . r La lingua d'insegnamento A <;03SIXIA L'Isonzo (n. 67) deplora la poco promettente riuscita dei giovanetti alla chiusa dell'anno scolastico, nell'i, r. scuola reale di Gorizia; e nel ricercar le cause di tanto male, si domanda: " 0 la nostra gioventù è inetta allo studio, od il corpo insegnante è incapace all'insegnamento, od il sistema d'insegnamento non corrisponde allo scopo. Tenendo calcolo del ristretto mimerò de' suoi abitanti, Gorizia dava per l'addietro ragguardevole contingente di gioventù studiosa alle università di Bologna di Padova, di Pavia ed a quelle dell'impero attuale, gioventù che si distingueva per doti d'ingegno e non comune attitudine, sia agli studi superiori delle scienze esatte, sia agli altri rami dello scibile umano, e la storia novera uomini distinti nelle scienze, lettere, arti, magistrature, che trassero i loro natali ed iniziarono la loro educazione nella bella Gorizia, ed anche fra i contemporanei possiamo vantare un Ascoli, un Blaser-na ed altri uomini illustri; insomma senza peccare contro la modestia, possiamo dire che da noi l'ingegno non di fletta. Nessuno vorrà porre in dubbio le capacità del corpo insegnante, poiché munito delle qualifiche volute per l'insegnamento, e preceduto da indubbia fama acquistata principalmente per squisitezza di modi nei paesi del Nord da dove ci furono inviati. Dobbiamo giungere alla conclusione che il danno al quale sottostà la nostra gioventù, deriva unicamente dall'ibrido sistema d'istruzione di aver adottato l'idioma tedesco che non è quello degli scolari, quale lingua d'iu-segnamento, dalchè ne viene che i Professori non giungono a farsi intendere dagli scolari, e gli scolari non sono compresi dai professori; la fatica degli uni e degli altri è opera sprecata quanto quella di coloro che si prestavano all'innalzamento della torre di Babele. Per oggi non entriamo in maggiori dettagli per mettere in evidenza l'enorme danno che deriva alla nostra gioventù studiosa, al paese, allo stato dal sistema d'istruzione a mezzo della lingua tedesca quale lingua d'insegnamento; sistema che ad ogni costo si vuole non soltanto mantenere ma estendere, se pur è ancor possibile, sulle scuole del Goriziano. „ Lo stesso giornale riporta alcune notizie molto interessanti, procuratesi, da persona competente, sugli i-sèifcuti magistrali progettati nel litorale: "Il ministro dell'istruzione pubblica ha ordinato con dispaccio ministeriale 10 luglio a. c. N. 7252 che nel venturo anno scolastico 1875-76 debbauo istruirsi due nuovi istituti pubblici magistrali, uno femminile a Gorizia e l'altro maschile a Capodistria, Ad ognuno di questi due istituti magistrali sarà congiunta una scuola di pratica. Quest'ordinanza ministeriale entra in vigore, come abbiamo detto, al principio del prossimo anno scolastico. cioè col 16 ottobre a c., per modo che l'istituto magistrale maschile di Gorizia e quello di Trieste debbano essere sciolti e che gli allievi di questi istituti abbiano a passar nel nuovo istituto magistrale di Capodistria, ove avranno subito aperte tutte e tre le sezioni (l'italiana, la slovena, e la illirica) ed accordati ai medesimi gli stipendii stabiliti dallo stato subito dopo la loro accettazione, Per collocare convenientemente questi due nuovi istituti lo stato farà fabbricare entro il prossimo anno scolastico due vasti edifizi avuto speciale riguardo alle condizioni igienico-didattico-pedagogiche della scuola, giusta le più recenti norme suggerite dalla scienza e dalla pratica. „ —_ Industria vinicola . Stimiamo utile far conoscere le seguenti considerazioni dell'autorevole periodico YItalia Agricola, stilla grave questione dell'esportazione dei vini : Anche oggi, vicina l'epoca della vendemmia, sulla grave questione dell'esportazione del vino vogliamo diffonderci alquanto. Ciré essa si presenta piena di interesse per l'avvenire della produzione vinicola italiana. Allo scopo di facilitare lo smercio del nostro vino all'estero, seutimmo già negli scorsi giorni consigliarsi dal Giornale Vinicolo Italiano l'istituzione di solidi consorzii vinicoli fra i produttori ed una migliore ripartizione del prodotto fra le annate d'abbondanza e quelle di deficienza; consigli assennati e proficui, ai quali noi ci associamo di cuore. Ora è il Rosa che, entrando in lizza, si fa a proporre separazione della vinificazione dalla viticoltura, e costituzione del commercio dei vini indipendente dalla vinificazione; conchiudendo che, solo allora l'Italia produrià la massima quantità e le migliori qualità di vini e ne trarrà sommo profitto; quando si sceveri la viticoltura dalla vinificazione e dall'industria vinicola: non perchè questi tre gradi dell' industria siano stranieri tra loro, che anzi sono legati, intimamente,; ma perchè sono tante le cure e le diligenze a perfezionare ognuno di quegli studii, che V agricoltore per quanto attivo e intelligente e ricco, non vi può giungere economicamente. — E poiché gli è solo collo specializzare che dar si possa incremento a qualsivoglia arte od industria, noi ci accordiamo pienamente nel parere del Rosa e facciamo plauso all' Ottavi che a tale intento vorrebbe promossa la costituzione di grandi case pel commercio dei vini segnatamente all'estero. — Intanto piglino impulso a viemmeglio ripromettersi gli enologi dall'apprensione in cui versano oggidì i produttori francesi per la cresciuta esportazione del vino italiano;. apprensione condivisa dalla società degli agri-t coltori in Erancia, che ne paventa la concorrenza le reclama riforma di regime doganale fra quella e la nostra «azione. " 1 vini Italiani — scrive in propo-' sito il Bollettino di quella società, riferendo una comunicazione del dipartimento del Varo — simili ai nostri, e, in ispecie, gli astigiani ci muovono tremenda concorrenza, non solo all'interno sul proprio nostro mercato, mercè il nostro regime fiscale, ma ben anco sui mercati esteri dovè saranno ammessi di preferenzase non riformiamo il nostro sistema doganale e gabellarlo, se non emendiamo i nostri trattati di commercio. ... E perciò i nostri commercianti di vini tendono via via a diventare i commissionari dei prodotti d'Italia e di Spagna. Ciò parrà ed è iperbolico, quando si consideri che alla prossima revisione (lei trattati di commercio colla Francia, parificate le condizioni di tariffa internazionale i nostri vicini non si vedranno più danneggiati dalle inconsulte misure protezioniste dell' industria straniera ^ ond'essi dolgonsi da tempo; cosicché sarà loro dato di ! gareggiare e competere sotto il vessillo dol libero scambio: ma ciò debbe d'altra parte incitare i produttori paesani a valersi del credito loro aperto all'estero ed a combattere ad oltranza pel trionfo dell'industria, enologica italiana. Il dado è tratto : orsù dunque, perchè non i passeremo il Rubicone? La Mmmi 6 li Faraone dei vino (Dal giornale La Provincia di Brescia). Dall'aspetto dei vigneti si prevede abbondante raccolto, e sta bene che il possidente pensi a miglio- rare la sua vinificazione, onde mettere in serbo buona parte del prodotto per far fronte alle annate che succedessero scarse; lo scrivente, cognito delle pratiche locali, trova che i più trascurano i razionali sistemi di vinificazione, e sono per quest'anno impossibilitati a fornirsi di Enotermi, di macchine per l'aereazione, ed altre che la scienza consiglia onde migliorare codesto ramo d'industria per farne poi oggetto di esportazione. Per il moménto si raccomanda ai possidenti di voler sperimentare un sistema di vinificazione di grande vantaggio e di semplice applicazione. Questo metodo fu suggerito dall'Abate Milone nell'anno 1838, e, spogliato dai suoi difetti e preso In considerazione, d'ede buoni risultati. Il Milone insegna a dare all'uva, dopoché è nella navazza, una leggiera pigiatura per raccogliere il primo mosto biancastro, nella misura del 15, 20 al 25 per cento, a seconda che le uve sono più o meno mature, e questo si mette in una botte per poi versarlo sulle vii;àccie appena spillato il primo vino, lasciandolo sulle medesime per molti mesi. Chi scrive, adottando il s:stema di prelevare parte del primo mosto, poiché al Gleucometro pesa due a tre gradi meno, considerò che anche con uve scadenti si possono avere due vini, uno scadente e quindi da consumarsi entro l'anno, e l'altro che può essere di lunga vita. Esaminando i diversi trattati, che dal padre di San Martino a tutt'oggi si scrissero sopra questo importante ramo di industria, e di tutti codesti trattati fatto un razionale criterio, onde migliorare i nostri barbari sistemi, nella vendemmia dall'anno 1873. essendo scarso il raccolto si valse chi scrive dei trattati Dubrunfaut, Petiot e Bizzarri, ottenendo esiti, a piombo-, nelle annate di abbondante raccolto si ag:sce nei modi che sto per descrivere: attenendosi per molto al Maumenè e Milone si ebbero esiti felicissimi, e seguendo i consigli del Milone, messo in una botte ben solforata il mosto biancastro, chiusala ermeticamente e postala in sito fresco, in posizione di poterla con molta facilità rimovere, si ritornò alla navazza ondo completare la schiacciatura, che va eseguita coi piedi degli uomini, nou difettando di questi; finita tale operazione tutto il mosto scolato dalla navazza fu raccolto in capaci dogli, e riversato poscia nella navazza unitamente alle grappe; con braccia e bastoni gli si fa subire una forte aerazione per circa trenta minuti ; dopo rimesso tutto nella tiua, e anche là di nuovo promovendo una aereazionè con il folatore del Dandolo; poscia spillato un poco di mosto pesato al Gleucometro quando segna 12 gradi c'è a chiamarsi soddisfatti, se più, devesi aggiungere un poco di mosto biancastro, onde ottenere il dodici. Tutta la massa riposta nelle tine si alzi a venti centimetri al disotto del livello delle medesime non essendovi i coperchi, ed in questo vuoto si raccolga il gaz carbonico, che per essere più pesante dell' aria, la respinge e impedisce che si metta a contatto colie vinàccie. Tutti i giorni va pesato il liquido, e quando al Gleucometro segna uno, ciò che succede sul terzo o quarto giorno dopo 1' ammostamento, il vino va travasato con molta celerità, adottando la brenta col coperchio; il vino discende nella medesima, così ripiegando alla meglio il barbaro sistema di permettere che dalla canna discenda iti larghi recipiènti a danno di tutti gli eteri che si sperdono nell'aria, mentre sono così necessari per la sua conservazione; le viiiaccie si mandano al torchio e date due spremiture, si unisco il caspio al vino già stinato. Estratto poscia una metà dei gruppi si mettono di nuovo nella tina unendo ai medesimi il vino biancastro; ai rimanenti graspi si dà una terza sprematura, ed il vino che se ne cava contenendo molto tannino, ed altre tante sostanze acide si unisce al vino biancastro che ne difetterà, il vino biancastro va rimosso tre o quattro volte al giorno, onde impedire alla meglio la sua fermentazione, poscia vinaccie e vino vanno distemprate, cercando di aerare la massa più che sia possibile, e dopo 48 ore di fermentazione va travasato, rimettendolo nelle botti; le vinaccie poi si portano di nuovo al torchio, facendo loro subire forti strettoie, onde ottenere più sostanze tanniche che sia possibile, ed il liquido che se ne trae va unito al precedente, lasciando il tutto in riposo per circa un mese, governandolo come il primo, tranne che questo va travasato dopo il mese, e in dicembre sarà limpido, e pronto per essere bevuto. Da molti si farà lo schizzinoso all' idea di aggiungere il torchiato al vino Sno, così torbido, ma si può assicurare che in dicembre il vino è sempre limpido e più omogeneo di quello cui non si è aggiunto 11 torchiato, e non ha bisogno di chiarificazioni tranne che va travasato onde purgarlo dalla feccia che depone in abbondanza: dopo si chiude ermeticamente la botte con cocchiumi lunghi 20 centimetri, di cui 10 sieno immersi nel liquido. Durante l'operazione del primo stillamento le imposte della cantina vanno chiuse, le vinaccie ed il vino, sperdono gaz, fauno sortire parte dell'aria e così è meno facile che il vino e le vinaccie sentano l'influenza di questa: tenendo acceso un lume si è sicuri d'impedire lo asfissiamene dello persone. Tutte queste operazioni, che a molti sembreranno di difficile applicazione in via pratica riescono abbastanza semplici; ma certo che per tutte queste manualità occorre la presenza di chi è interessato; in caso contrario mancherebbe l'esito. Ora resta a dire della lenta fermentazione nelle botti, che succederà un poco animata, da principio contenendo il liquido ancora un grado di zucchero da consumarsi. L'ambiente della cantina va tenuto dai 12 ai 13 gradi di Reaumur; quando il cielo è sereno, e calma la giornata aprite le imposte, chiudendole nelle giornate sciroccali e ventose. In una giornata fredda di dicembre si eseguisce il secondo travasamelo, dopo di che la cantina va chiusa mettendovi in estate due termometri che regolino l'ambiente, uno nell'interno l'altro all'esterno: quando l'esterno segna temperatura più bassa dell'interno aprite, ma fino a che l'interno è più basso tenete chiuso con doppie imposte, impedendo che penetri aria e luce, poiché con questa ultima va unito il calore. Preferite spillare il vino col lume, come si costuma in Germania; le aperture delle cantine devono sempre essere a Nord, le aperture del Sud Ovest sono dannose alle cantine, e se ne avete turatele. Così governato il vino potete essere certi di lunga durata, anzi più invecchia, più sarà buono ed igienico, ed anche il vino del mosto biancastro si conserverà per molto tempo; il primo vino potrete imbottigliarlo in marzo se (la consumarsi entro 2 anni, per quello da invecchiare, quanto più si tardi l'imbottigliamento sarà meglio. Le bottiglie dopo un mese dal loro imbottigliamento vanno coricate per tre mesi, poscia raddrizzate ; questo movimento rianima meglio il travaglio della conversione lenta dello zucchero, che contieùe ancora il vino, indi il gaz-acido carbonico ed altri eteri onde più presto farlo spumare. Chi desidera adottare il sistema Pasteur vegga i trattati Graziano Tubi. Il metodo descritto può certamente ritenersi un neonato della scienza, ma potrà portare a risultati migliori: intanto educhiamoci a salvare questi eteri, che formano il pregio principale del vino, certi però che con questo processo anche con uve scadenti si possono avere vini generosi senza lo appassimento dei grapoli, metodo che dimezza il raccolto. Con questo cercò chi scrive di appagare alla meglio il desiderio di molti, che avendo notizia di tentativi da lui diretti a risvegliare la vinificazione, hanno dimostrato premura di conoscere il modo con cui egli confeziona, e custodisce il vino. Eccolo; desiderando di poterlo migliorare : se qualcuno sarà cortese di fare degli esperimenti, credo se ne troverà contento. F. Mosconi. APICOLTURA Pubblichiamo alcuni dati statistici sulla produzione delle Api in alcuni distretti della nostra provincia, che ci furono comunicati da un gentile abbonato quale risultato approssimativo delle sue ricerche; preghiamo quelli che ne sapessero di più a volerne aggiungere e rettificare. Esclusi gli anni di lunghe siccità all'incirca il distretto di Capodistria produce miele Libb. Vienn. 6000 i Pinguente „ 10000 Buje » 4500 Pirano „ 2500 Montona „ 3500 Pisino „ 4000 Libb. Viennesi 30500 NOTIZIE Riportiamo con viva compiacenza dal " Cittadino „ del 1.° settembre, la seguente notizia: — È noto che il governo italiano ha adottato la risoluzione di mutare gran parte del personale amministrativo della Sicilia, inviandovi dal continente nuovi funzionarli, presi fra i più distinti del Regno. Ora apprendiamo che fra i prescelti a tale missione v' ha un istriano, il cav. Dr. Pietro Franco di Buje, già sottoprefetto di Àltamnra, provincia di Bari, il quale fu teste promosso all'alto ufficio di consigliere Delegato di Prefettura di prima classe, e destinato a Girgenti. Noi ci congratuliamo col nostro egregio amico per l'ottenuta distinzione, che onora non meno lui che la sua terra natale. La Giunta prov. nella seduta del 12 agosto p. p. : ha deliberato di interessare la i. r. autorità politica della provincia di procedere, indipendentemente dalla esecuzione reale che si sta incoando, coli'esecuzione politica contro i debitori renitenti verso il fondo di esonero, allo scopo di ottenere un maggior incasso, che tolga il bisogno di ulteriori antecipazioni dallo stato e sostegno delle esigenze dell'anno. Assegnava alla podesteria di Visiuada a titolo di sussidio l'importo di fior. 100 per la costruzione di un abbeveratolo. Aderiva in massima alla istituzione in Parenzo di una scuola civica femminile indipendente di tre classi. Chiedeva, in base di una dettagliata esposizione di ciò che fu fatto per la creazione della stazione modello di viticoltura e pomologia e governo della cantina, all' Eccelso i. r. Ministero d'agricoltura l'assegno di fior. 5000, promessi dai fondi dello Stato a titolo di sovvenzione per l'erezione della stazione piuddetta. Prendeva per notizia ed approvava le istruzioni date per iscritto dall'assessore referente, al direttore provvisorio della stazione provinciale di viticoltura e pomologia per la sua escursione iu provincia, incominciata il giorno 18 coir., toccando per ora le città ed i territori di Pirauo, Isola, Capodistria, Buje, Visiuada, Pisino, Pingueute e Montona dove avrebbe dovuto certamente trovarsi il giorno 3 settembre p. p. onde disporre l'occorrente per le esposizioni delle uve, promossa dalla società agraria istriana nell'occasione che si terrà colà l'ottavo congresso generale. Nella quale istruzione veniva incaricato esso direttore di prendere conoscenza dei diversi territorj. delle principali qualità di viti che in essi vengono coltivate, e dei più comuni metodi di coltivazione delle medesime; di fermare la sua attenzione su quello località, che a suo giudizio sarebbero le più propizie per esperimentarvi la coltivazione di alcune fra le più interessanti qualità di uve forestiere già esistenti in questa stazione di viticoltura, e di prendere nota di quei possidenti, che si offrissero a cooperare a cotali esperimenti, e che gli potessero essere indicati come i meglio qualificati a ciò. — Il direttore visiterà per ultimo, dovunque, qualche cantina privata, e darà quegli indirizzi pratici di miglioramento delle condizioni materiali delle cantine e di confezionatura del vino, che troverà del caso. Veniva autorizzata la direzione della stazione enologica all'acquisto di varj oggetti per conto ed uso della stazione medesima. Accolta in massima la proposta, che sia istituita appresso questa stazione un'esposizione permanente dei differenti attrezzi ed utensili di cantina e viticoltura, si rilasciano alla direzione le opportune istruzioni nel proposito. Veniva presa a notizia la comunicazione dell'i, r. Luogotenenza che il sig. Ministro della pubblica istruzione con suo dispaccio 10 luglio 1875 n. 7252 ha trovato di stabilire, onde provvedere di forze insegnanti le scuole popolari della provincia dell'Istria. Gorizia, Gradisca e Trieste col suo territorio, che dall'anno scolastico 1875-76 in poi abbia ad esistere uu Istituto magistrale femminile pubblico a Gorizia, comprendente il primo tre sezioni : l'italiana, la slovena e l'illirica, ed il secoudo due: l'italiana e la slovena; — ordinando nel tempo stesso lo scioglimento colla chiusa dell'anno scolastico in corso degli ii. rr. Istituti magistrali maschili di Trieste e di Gorizia e della scuola magistrale femminile privata delle E. 11. monache Orsoline a Gorizia. Avendo la presidenza dell' i. r. consiglio scolastico provinciale per l'Istria collo scritto 30 luglio a. c. n. 1118 invitata la Giunta provinciale a delegare dal proprio seno due membri a far parte del consiglio per il prossimo periodo di sei anni, la Giunta provinciale, premettendo uua dettagliata esposizione delle condizioni di esistenza che sono fatte al predetto consiglio, e del modo col quale esso da più tempo funziona, deliberava di delegarvi gli assessori provinciali D.r Andrea Amoroso e D.r Andrea Petris, limitatamente all'epoca rimanente dell' attuale periodo elettorale, riservando però a se stessa la decisione del tempo in cui i medesimi a-vranno da incominciare e fungere, come tali, il loro officio, avuto riguardo al pieno ristabilimento del consiglio scolastico provinciale dell'Istria nelle sue condizioni legali. Aderiva alla domanda del direttore dell'Istituto provinciale dei sordomuti che venga stampato il suo manuale riveduto e corretto, ponendovi la relativa spesa a carico del bilancio dell'anno 1876. Il giorno 1 corr. ebbe luogo nell'Istituto provinciale dei sordo-muti in Gorizia gli esami di chiusura, ai quali assisteva un rappresentante della Giunta provinciale. L'esito fu soddisfacente sotto ogui riguardo. n iì o 6 ì o a 'O O Il prof. Pietro Blaserna di Gorizia, professore all' università di Roma, è stato eletto a presiedere la sezione per le matematiche, al congresso degli scienziati in Palermo. Venne nuovamente segnalata ognuna delle due secche esistenti fra lo scoglio Felonega e lo scoglio Porer presso il capo Promontore. La deliberazione presa nel congresso della Società agraria a Montona, riguardo la stampa degli atti ufficiali nella Provincia, ha dato occasione a discorsi e scritti assai inesatti intorno alle relazioni che sono passate da quasi cinque auui tra la società agraria e la redazione di questo periodico, per cui la redazione crede necessario di far conoscere come stavano le cose. Per deliberazione piesa dal III congresso della Società venne affidata la stampa degli atti ufficiali al solo periodico che esistesse allora nell'Istria: La Provincia. La direzione della Società e la redazione, in seguito a questo deliberato, hanno stabilito di pieno accordo i seguenti patti ; la redazione si obbligava a tenere a disposizione della Società agraria otto colonne di ogui numero del period co, ed offriva al caso di bisogno altro spazio per la inserzione degli atti ufficiali, articoli d'interesse agrario ecc. ; obbligavasi la redazione, di spedire una copia alle cariche sociali, a tutti i municipii dell'Istria, alle autorità ecc. ecc., in tutto 99 copie del periodico per conto della società stessa, verso pagamento da parte della cassa sociale di fior. 225 annui, in rate postecipate per quadrimestre; cioè al prezzo di abbonamento ridotto a circa fior. 2 sol. 28 per ogni annata di 24 numeri comprese le spese postali. I socj raccolti nel 111 congresso avevano saggiamente riflesso nel prendere questo deliberato alle gravi difficoltà che si opponevano alla compilazione di uu bollettino agrario speciale, che potesse riuscire di qualche utilità e facesse conoscere con onore fuori di casa nostra lo stato della coltura agraria nell' Istria. Era mosso il congresso dei socj allora anche da giusti riflessi di economia : infatti aveva soddisfatto all'obbligo di spedire gli atti ufficiali stampati alle cariche sociali, alle autorità ecc. ecc. con poco dispendio : era sicuro che questi atti ufficiali fossero letti da quasi tutti i socj; certo da tutti quelli che ne avessero sentito il desiderio, perchè il periodico come oggi, anche allora era diffuso abbastanza per la provincia, e contava, come s'onora di contare ancora tra i suoi abbonati i più colti tra i socj e veniva distribuito a tutti i municipj. Nel ricordare le condizioni di cinque anni or sono della società agraria istriana e nell'annunziare per incidenza il deliberato dell'ottavo congresso che si riferisce alla fondazione di uno speciale periodico della società stessa, cogliamo l'occasione di rallegrarci per il fatto che in oggi lo stato della società si trovi migliorato sotto ogni rapporto in modo da poter dar vita ad un proprio perodico, il quale gioverà meglio a dimostrare F incontrastabile progresso dell'agricoltura nell' Istria. Cose locali La mattina del IO corr., verso le otto, in quell' ora di calma quando muore la bava di levante e non spira ancora quella di maestro, la tranquilla superficie del mare era qua e là mossa da improvvisi sobbollirnenti che mutavano da uu luogo all'altro, ma che dal largo si osservavano farsi sempre più alla spiaggia. L'occhio esperto e sempre attento dei nostri pescatori, aveva segnalato una grossa brigata di pesce. Sono tonni? sono palamide? Il bravo padron Antonio Stradi che aveva le sue reti alleste, non si perde a ragionare, voga alla via, manovra giusto, cala e tira in terra con tre barche e molti dei suoi uomini, una retata stupenda di circa 200 tonni (quasi 3000 libbre). Fu l'affare di un'ora; mai a ricordo d'uomini, venne preso il tonno in questo nostro golfo; quarant'anni fa il celebre pescatore padron Biaggio Vascon aveva fatta una grossa retata di palamide. Recenti pubblicazioni Fulvio Testi e le Co|ti italiane nella prima metà del XVII secolo. —' Monografia storica di Giovanni de Castro istriano. — Milano Battezzati. Di questo libro "l'Illustrazione universale,, del Tre-ves fa l'elogio seguente: Pochi mesi fa, il do Castro mandò fuori un grosso volume in Arnaldo da Brescia (Livorno, Vigo) che fu molto lodato: io gli preferisco questo, forse perchè è più sottile e c'è meno teologia. Il Testi passa per un poeta patriota; tale è nelle canzoni, perchè parla sempre d'Italia, ma nella vita fu il più grande cortigiano che si possa immaginare. Il nostro autore ci ha fatto sopra un lavoro leggiadrissimo, — alla, francese; — conduce il Testi nelle sue varie ambascierie, da Modena a Koma, a Torino, in Ispagna .. e man mano ci presenta le corti rispettive, coi loro vizi e le lr.ro picciolezze. Vi sono pagine curiosissime sul cerimoniale, a cui si dava tanta importanza. Gli Estensi e i Barberini rivivono, e la magra figura che fanno! Il Testi loda tutti, anche quelli che ha comin- ciato col lacerare come la Spagna. Egli cauta la vanità delle corti, ed è il più vanitoso de'cortegiaui; mendica gli onori, di tratto in tratto si ritira, loda i campi e la quiete, ma dopo poco, smania per tornare agli onori; prevede che finirà male, e finisce in prigione. È un libro la cui lettura è confortante; perchè adulazioni sul genere di quelle che usava allora un poeta, nn ministro, un ambasciatore, non si degnerebbe oggi di fare l'ultimo dei servi di piazza. Jla più del Testi che adula, è maraviglioso quel duca d'Este che si lascia adulare in tal modo. — Tipo sempre vivo è invece quell' Urbano Vili, che piglia in grazia i diplomatici come il Testi, che lodano i suoi versi latini, e s'innamora a dirittura ili Odoardo Farnese che ha avuto la furberia di impararli a memoria. Il De Castro ha tentato molte vie nella gran repubblica delle lettere: resti in quésta che mi pare la più coufacente al suo ingegno. Studiando con amore alcune figure, alcuni momenti storici, egli può darci delle monografie preziose, come questa del Testi. Prossime pubblicazioni Istoria aulica e moderna, sacra e profana della Città di Trieste del padre Ireneo Della Croce, — riveduta e corretta e della quale si pubblicherà anche la seconda parte sinora inedita. L'opera consterà di circa trenta fascicoli da 48 pag. in ottavo piccolo. I fascicoli, con copertina, costano s. 2.> l'uno e si pubblicano due al mese. Gli associati riceveranno gratis le copertine dei due volumi coi relativi frontespizii. Le associazioni si ricevono nello stabilimento stesso via alle Poste n. 12 e presso la libreria Levi & C. via Ponterosso. Stabilimento tip. e calc. del " Tergesteo „ di G. Balestra e Compagni. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA fka TRIESTE - OAPODI.STRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice EGIDA. Incominciando col giorno I. Agosto 1875 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. IO1 4 » * V » v lyJ v w * * * » 4 /jpom Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant » » » » 12 » » « Popper le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7 ant. IO1 » v » » » lu "> * - r - » R P0m" Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9 ant. » » ,, „ „ 12 mer. » * ('^pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste TRIESTE, 28 Luglio 1875. L'Impresa.