L'ASSOCIAZIONE per un anno anticipati f. 4. Semestre e trimestrein proporzione Si pubblica ogni sabato. II. ANNO. Sabato 24 Aprile 1847. M — »8. DELL'INGRESSO di Monsignor Vescovo Legat nella sua diocesi di Trieste. Al Sig. Tomaso lanciarti ALBONA. Ogni qualvolta mi toccò di udire che il popolo di Trieste scarseggiasse di religiosità, ed avesse in poco conto le dimostrazioni di pubblico culto, il caldo mi saliva alla faccia, perchè di tutto cuore avrei desiderato che si dicesse altrimenti di questa mia patria, ed io pensava che in verità la cosa non fosse così. E credeva di averne buone ragioni; imperciocché un popolo che ha tanta venerazione pe' suoi defunti come il nostro Ced io ho quotidianamente occasione di vedere cose che pochissimi vedono), un popolo che spiegò sì solenne questo culto dopo che fu aperto cimitero come si conviene, crede fermamente nell'immortalità dello spirito, crede che quel soffio che anima 1' uomo è di Dio ; e quando ciò crede, naturale e spontaneo si è il rimanente. Mi pensava che non lieve prova di religiosità fosse l'affollamento del popolo nelle chiese, non solo nei dì festivi ma in altri puranco, maggiore assai che non mi sia accaduto di vedere altrove, e la solennità delle funzioni che in qualche chiesa si praticano con ricorrenza del popolo, è ottima prova che questo affluire al tempio è spontaneo del tutto, e se non segreto, almeno non ad ostentazione. Nè lieve argomento erano per me le frequenti propensioni a vedere trapiantate o piuttosto rinnovate instituzioni ecclesiastiche, non di carità del prossimo soltanto, ma anche di culto.. So bene che certa classe, la quale si dice più alta della società, viene incolpata dalla classe media di poca religione, ma ciò è ingiusto, perchè ne traggono motivo soltanto da maggiore riservatezza di forme esterne, perchè la prevenzione attribuisce alla generalità ciò che è piuttosto di qualche individuo; e si sorpassa poi il numero di quelli della classe più alta che non soltanto sono sinceramente religiosi, ma che non titubano di mostrarsi anche tali. So bene che a qualche parte di popolo, la più limile, si attribuisce sconoscenza della santa legge di Dio, infrazione abitudinaria dei precetti ..........: si è vero; ma non sarebbero forse questi tali al paro degli altri, religiosi, se la parola di Dio giungessero ad ascoltare? non è forse il numero di questi tali maggiore nel calcolo che non nella realtà?... So che qualcuno, troppo severo nel giudicare dalle sole apparenze, ne trae di conseguenza che la massa sia immorale perchè patenti sono assai le viziosità; ma quale argomento può mai dedursi da ciò? L'uomo singolo il più santo pecca sette volte al dì; peccati se ne avranno fino a che gli uomini saranno soggetti a fragilità; non il peccare, ma il perseverare nel peccato fa dell'uomo un bruto; non il peccare dei singoli, ma la fede, la pietà della massa intera costituiscono la pubblica, la generale religiosità; e questa in Trieste non ha mai mancato, nè manca. Quand' io mi faccio a considerare le vicende della seconda metà del secolo passato, e nei deliri delle menti veggo non solo annunziata la cessazione di ogni culto, di ogni religione, ma veggo lo stolte parole mandate ad effetto con fatti iniqui, prepotenti; suscitate le passioni del popolo, e da interessi materiali tratto argomento di distruggere il reggime di culto non meno che il culto medesimo; e quei tentativi pongo di confronto ai fatti susseguiti, e veggo la religione spontaneamente restituita appunto là ove si volle distruggerla, e sortire dalle persecuzioni più bella, più amata che mai; in verità che piego la mente dinanzi agli imprescrutabili decreti della Previdenza, la quale permette che avvenga lo scandalo, e lo scandalo medesimo vuole che sia stromento di edificazione. Abbiamo avuto nel dì 18 corrente prova novella della religiosità di questo popolo di Trieste, di questo popolo, che alcuni pensano più devoto alle cose di quaggiù che ad altro; ne giudichi Ella se con ragione. Monsignor Legat, già paroco in S. Maria Maggiore, consacrato vescovo, prendeva solenne possesso di questa sua chiesa, e veniva accolto e salutato pastore da questi fedeli. Le accoglienze furono sincere, spontanee, di ogni ordine di persone, dai primi dignitari all'infimo del popolo, dal militare al civile. Comprendo bene che se una compagnia di soldati, se il battaglione territoriale, si trovavano in punto alle otto del mattino schierati sulle piazze, non era già questo un caso, nè per caso si trovavano già belle e disposte per quel giorno, per quell'ora, le solennità dell'accoglimento; ma ordini al pubblico non furono dati, nè certamente il municipio che rappresenta la popolazione, avrebbe potuto darne a chi gli è superiore. Un avviso del Reverendissimo Ordinariato che Monsignor Vescovo avrebbe fatto l'ingresso nel dì tale all'ora tale, e che sarebbe passato per le vie tali e tali, fu quanto si vide annunziato pubblicamen- te; se non volesse guardare come ordine pubblico l'annunzio fallo da' fogli che nel dì tale Monsignore avrebbe preso possesso della chiesa. Sa ella quale fu l'ordinanza che regolò quella festività? Non ho riguardo a svelargliela, non è mistero. Fu l'universale concorde sentimento che conveniva onorare Dio nel pastore datoci, la Religione nella funzione di rito; era un sentimento sì concorde, sì altamente sentito, che il popolo volenteroso seguì il cenno a lui dato, e chi diede l'impulso non fe' che rilevare l'intenzione della popolazione. Ed io le dico che se l'intenzione non fosse stata riconosciuta, se in ciò si fosse preso equivoco (non poteva, non poteva in questo caso, ma supponiamo) non sarebbe avvenuta cosa alcuna di quelle che con sì mirabile spontaneità e concordia ebbero luogo. La mattina del 18 alle ore 8 e mezzo Monsignore si era recato alla parocchiale di S. Antonio, per muovere da questa chiesa in processione verso il duomo. Era questa la chiesa nella quale Monsignore si mostrava per la prima volta come vescovo, era questa la chiesa nella quale lo si riguardava come arrivato. L'inscrizione apposta sulla porta maggiore indicava questi momenti, ed esprimeva il saluto che la fedele popolazione gli indirizzava: GAVDETE • ET • PLAYDITE • VNIVERSI CI VE S • INCOLSE • HOSPITES IPSE • ADEST • PONTIFEX ■ NOSTER • OPTATISSIMVS BARTHOLOMJEUS. SALVE • DESIDERATE • DELICIA • PIORVM INFVL1S • PVLCHER • SED • VIRTVTE • MAGIS TE • DEVS • OMNIPOTENS ■ FOVEAT • SOSPITETQVE L'architettura della chiesa non concedeva nò aveva d'uopo di maggiori decorazioni, che festoni di sempreverdi e d' allori, fronda questa che indicava il domicilio di imperatori nell' antichità, e che con miglior intendimento venne dalla chiesa cattolica adottato per onorare la casa di Dio. Alla soglia veniva Monsignore ricevuto dal Prepo-sito e Vicario capitolare, dal Capitolo Cattedrale, dal Clero, dal Preside Magislratuale Consig. di Gov, Tom-masini il quale lo felicitava in nome della popolazione, dal Magistrato e Consiglio municipale. Monsignore ascollava una santa messa, poi il corteggio ponevasi in movimento. Aprivano la mossa i poveri della pia casa, seguivano le fraterne, poi le classi superiori dell' I. R. Capo-Scuola Normale, e della Capo-Scuola Civica, poi cento giovani cantori, poi l'I. R. Ginnasio, poi l'I. R. Academia di Commercio e di Nautica, poi il clero ed il capitolo ; Monsignore era seguito dal Magistrato e Consiglio Municipale e dal popolo. Facevano ala al clero, a Monsignore, al Magistrato e Consiglio due file di Pompieri in piena assisa. Le vie per le quali passava il corteggio erano stipate di persone d'ogni ordine; le case tutte, i pubblici edifizi messi a gala con drapperie in segno di festa; i balconi, le finestre, tutte occupate da persone desiderose di vedere il loro prelato, di averne la benedizione. Quella parte di detta scolaresca che non prese parte al corteggio, erasi collocata sulla piazza della Borsa; sulla piazza maggiore era schierato il battaglione di milizia territoriale, il quale per quel giorno aveva voluto porre guardia d'onore, comandata da ufficiale, al palazzo vescovile. La loggia municipale era stata decorata a dipinto sulla tela, nel quale fu lodato 1' arte di ridurre le forme, ben altro che proporzionate, di quell' edifizio a bella regolarità, adatte al genere del fabbricato. Vi si leggeva scritto il voto del Consiglio municipale: IDDIO • BENIGNO • CONCEDA LVNGHI • ANNI • FELICE • GOVERNO • DI • CHIESA ALLO • AMATISSIMO • VESCOVO • NOSTRO BARTOLOMEO La chiesa di S. Maria Maggiore, nella quale il prelato ministrava da paroco, mentr' era costituito in minori dignità, fu internamente messa a festa in bellissimo ornamento; la parocchia tutta esultava nel veder l'amato pastore, elevato a quella dignità cui per virtù e pietà era degno, salire il clivo a lui ben noto. Appiedi della gradinata dinanzi al duomo, una compagnia di granatieri con banda militare, inchinava Monsignore. La facciata del duomo figurava quale l'avrebbe fatta il vescovo Rodolfo Pedrazzani cremonese in sul principio del secolo XIV, se questa parte di chiesa si fosse allora decorata; ma il pio prelato ebbe abbastanza di cure a formare di due chiese una sola in tempi che ricchi non erano. Avrebbe in vero l'interno del tempio che è di tipo semplice e romano, sebbene decadente, richiesto altra facciata che per lo stile rispondesse all' interno, e bella comparsa avrebbe fatto la disposizione di basilica con pitture a mosaico; sennonché la facciata essendo già nelle linee e nella grande finestra disposta in quella forma che si dice gotica, non poteva farsene in altro stile la decorazione. La quale a giudizio altresì dei più schivi riuscì maravigliosa anche per la varietà del materiale, cotto cioè, con incorniciature e pilastri di pietra bianca che nella tinta bene imitava le decorazioni esistenti e poste a profitto; merito dell'inspettore edile G. Sforzi. Sulla porla Ieggevasi inscrizione la quale ricordava come il capitolo ed il clero, i decurioni ed il popolo, plaudente la patria tutta, rendevano grazie a Dio del fausto avvenimento. MARINE ■ VIRGINI • REGINJE AB • ORIGINE • IMMACVLAT./E IVSTO ■ ET • SERVVLO ■ MARTYRIBVS • CIIRISTI PRJ3SIDIBVS • SANCTIS • TERGESTIN^ • CIVITATIS OB • FAVSTVM ■ FELICEM • ADVENTVM RELIGIOSISSIMI ■ EPISCOPI • ET • IN • CHRISTO • PATRIS BARTHOLOMJEI ORDO • CANONICORVM • ET • KLERVS DECVRIONES • ET • POPVLVS TOTA • ADCLAMANTE • PATRIA GRATIAS • SOLEMNI • CVLTV • PERSOLVVNT Non le dirò le funzioni di chiesa che si fecero, nè dei nuovi apparati, bensì le narrerò che sebbene la festa fosse municipale, vi intervennero le autorità superiori civili e militari, e l'atto di solenne ringraziamemto a Dio veniva annunziato con salve di artiglieria. Dopo 1' una un pubblico banchetto veniva servito a spese del comune nella sala del Ridotto; le gallerie erano piene di gentili dame desiderose di vedere il loro pastore; la milizia civica guardava per onorificenza le porte; gli onori di casa venivano fatti dal Preside dell'I. R. Magistrato, da questo e dal Consiglio municipale, però gli ospitati erano i poverelli di Cristo, vecchi cioè, acciaccati, colpiti da sventure. Ebbero ognuno per di più in dono una veste, la tovaglia, gli utensili, e danaro; altrettanti poveri a domicilio avevano in danaro quanto importava il dispendio dei poverelli ospitati nella sala. Monsignore per effetto di quella carità, che è del suo sublime ministero, li donava e porgeva loro parole confortevoli, ed in mezzo a quei poveretti si mostrava veramente padre in mezzo a famiglia. Vari suoi diocesani ambirono 1' onore di aver Monsignore a mensa, la quale fu allestita negli appartamenti del Casino nobile, offerti gentilmente da quella Direzione; vi presero parte cospicui dignitari, ebbero invito i dignitari capitolari, la deputazione di Capodistria. Il Conte di Stadion propinò alla prosperità di Sua Maestà l'Imperatore, Monsignore a quella del Beatissimo Padre, il sig. Tommasini a quella di Monsignor Vescovo. Nella sera avanzata la banda del battaglione di milizia territoriale volle salutare Monsignore con armonie di giubilo. Ed oltre ciò gì' ingegni vollero dare il loro tributo d'ossequio. Il Consiglio municipale stanziava che fosse tramandata ai lontani ed ai posteri la memoria di sì fausto avvenimento con uno stampato, del quale, esemplare di lusso venne recato dal Consiglio medesimo al Prelato, che benignamente aggradì 1' omaggio. Vi si contengono le storie dei vescovati di Trieste, di Citta-nova e di Pedena or fusi in un solo, i sillabi dei vescovi di queste chiese, le vicende del dominio temporale per cui i nostri vescovi figurarono nel mezzo tempo fra i potenti del secolo; le leggende antichissime dei nostri santi martiri, assai preziose, delle poesie del tutto cattoliche, ed alcune poesie occasionali in quattro lingue. Nè queste furono le sole cose stampate, ma altre uscirono in latino, in tedesco, in italiano, ed una raccoltina intitolata Omaggi e voti. Non le dico i nomi degli autori, era il popolo che faceva per l'organo di alcuni, era una gioia universale che si esprimeva in varie forme. Ed al cadere di quel giorno, molli maravigliavano nel vedere tanta concordanza fra magistrature e popolo, fra illustri e plebei, fra dignitari e braccianti, fra dotti ed idioti, fra militi e borghesi, fra cittadini e forestieri, fra giovani adulti e vecchi, fra Italiani Tedeschi, e Slavi nell'onorare il loro Prelato, e ben molti avvisarono come questa concordanza fosse figlia di quel comune vincolo che li stringe, la religione. Che se questa non fosse vivamente sentita, se il cuore non ne fosse penetrato, nè consigli, nè comandi avrebbero potuto muovere la massa di un popolo sì svariato per costumanze, per abitudini di vita, nè avrebbero potuto far sì che il sacro rito fosse a tutti solenne, edificante, e che le pastorali benedizioni venissero accolte con tanta devozione. No, no, non mi persuaderanno; c'è religiosità nel nostro popolo più di quello che lo si pensi, comunque nell'esternarla, le varie classi, le varie razze, non usino gli stessi modi. Torneremo a peccare, torneremo alle antiche colpe, ma nel mancare medesimo riconosceremo, siccome abbiamo sempre riconosciuto, che v'ha una legge santissima, alla quale non dovrebbe contravenirsi giammai, riconosceremo sempre che vi hanno cose sacre, le quali anche dagli erranti vengono riconosciute e rispettate; no, no, non siamo quali taluno ci crede. Quella preghiera che leggevasi scritla sulla loggia municipale nel dì dell'ingresso di Monsignor Vescovo, è la preghiera di noi tutti: Iddio gli conceda lunga vita e felice governo della sua chiesa. E così sia. Le auguro, amico carissimo, ogni sanità; quattro mesi di dolorosa prova m'han fatto sentire assai davvi-cino quanto la sia desiderabile a tutti. P. Kandler. Pianta della Chiesa di S. Maria Maggiore in Trieste. Osservazioni meteorologiche fatte in Parenzo all'altezza di i5 piedi austriaci sopra il livello del mare. Mese di Marzo 1847. 1 o £> g Ora Tcrmo- Barometro Stato £ <" .2 o o N dell' osser- Anemoscopio <5=3 g vaziono Gr» Df- Pol- Li- De- -a nee 7 a. m. i 2 4 27 10 0 Levante Nuvolo 1 2 p. m. t 3 8 27 10 0 detto detto 10 55 f 2 6 27 10 0 detto detto 7 a. m. t 1 8 28 0 0 Levante Sole e Nuvolo 2 2 p. m. t & 2 28 0 0 P. Maestro Sereno 10 55 t 3 5 28 0 0 Levante detto 7 a. ni. t 2 6 28 1 0 Levante Nuvoloso 3 2 p. m. t 5 a 28 1 0 detto Sole e Nuvolo 10 55 t 3 2 28 1 8 detto Nuvoloso 7 a. m. f 2 0 28 1 0 Levante Semisereno 4 2 p. m. t 5 G 28 1 8 P. Maestro Nuvoloso 10 55 f 3 0 28 1 8 Levante Sereno 7 a. m. f 2 5 27 11 6 G. Levante Nuvoloso 5 2 p. m. t 6 0 27 11 6 detto detto 10 55 t & 0 27 11 4 Levante detto 7 a. m. t i 0 27 10 8 Levante Nuvolo C 2 p. m. t C 0 27 10 5 P. Garbin detto 10 >5 t i 0 27 10 5 Levante Poca Neve 7 a. m. t 2 1 27 10 1 Levante Nuvoloso 7 2 p. ni. f 5 6 27 10 6 Ponente Sole e Nuvolo 10 n t 3 2 27 10 G detto Semisereno 7 a. m. f 2 8 27 9 4 Levante Semisercno 8 2 p. ni. t ? 2 27 8 8 Tramontana detto 10 55 i" 1 8 27 8 8 Levante Sereno 7 a. m. t 1 0 27 9 2 G. Levante Sereno 9 2 p. ni. t 6 0 27 9 8 Ponente detto 10 55 t 3 0 27 9 8 Levante detto 7 a. ni. t 3 4 27 9 1 Levante Nuvoloso 10 2 p. m. f 5 0 27 9 2 G. Levante detto 10 55 + 4 1 27 9 2 Levante detto 7 a. m. P+ 1 2 27 11 0 Levante Sereno 11 2 p. ni. t & 2 27 11 0 Tramontana detto 10 55 t * 0 27 11 6 Levante detto 7 a. ni. t 1 1 28 1 2 Levante Sereno 12 2 p. ni. t i 8 28 1 2 Ponente detto 10 55 f 1 0 28 1 2 Levante detto 7 a. m. i l 0 28 1 8 Levante Sereno 13 2 p. ni. t 1 9 28 2 1 M. Tramont. detto 10 55 t 2 0 28 2 0 Levante detto 7 a. m. f 2 0 28 2 0 Calma Sereno 14 2 p. ni. t 6 5 28 2 0 IVI. Tramont. detto 10 55 t i 0 28 2 0 Levante detto 7 a. m. it 3 0 | 28 4 0 Calma Sereno 15 2 p. ili. !t 7 1 28 3 2 M. Tramont. detto 10 » i i 1 | 38 3 1 Levante detto 7 a. m. :t 2 8 28 3 0 Levante I Sereno 16 2 p. ni. ;t 6 6 28 3 0 Maestro detto 10 5) !t* 3 28 3 0 Levante detto = i = Ora Termo- Barometro Stato £ « .2 O O 5 dell'osser- Anemoscopio '<5= g vazione (Jra. De- Pol- j Li- De- del Ciclo T3 7 a. m. t 3 0 28 3 0 Levante Sereno 17 2 P- m. t 7 2 28 3 0 Maestro detto 10 51 t 5 1 28 3 0 Levante detto 7 a. in. i 3 8 28 1 1 Levante Sereno 18 2 P- m. t 8 0 28 0 8 Maestro detto 10 55 t 5 6 28 0 8 Levante detto 7 a. 111. f 4 7 28 0 8 Levante Sereno 19 2 p. m. t 7 8 28 0 8 Maestro detto 10 55 f 5 8 28 0 8 Levante detto 7 a. m. f 5 0 28 0 4 1 Calma Nuvoloso 20 2 p. m. 1 8 0 28 0 4 1 Maestro Semisereno 10 55 f 6 6 1 28 0 i 1 Levante Sereno 7 a. m. if 4 5 27 11 5 Levante Sole e Nuvolo 21 2 p. ni. t ? 8 27 11 4 detto Nuvoloso 10 55 f 6 7 27 11 0 detto detto 7 a. m. t & 8 27 10 2 Levante Semisereno 22 2 p. m. t 8 2 1 27 10 2 Maestro Sereno 10 55 t 7 0 | 27 10 2 Levante Nuvoloso 7 a. m. t 7 6 27 10 2 | Levante Semisereno 23 2 p. m. |10 0 27 10 2 P. Maestro Sereno 10 55 t 7 8 27 10 2 Levante detto 7 a. m. t ' 8 27 10 2 Levante Sereno 24 2 p. 111. flO 4 27 10 9 Ostro detto 10 55 t 7 5 27 10 9 Levante detto 7 a. m. t 7 6 27 11 8 Tramontana Sereno 25 2 p. ni. fio 8 27 11 8 detta detto 10 55 t 8 o 27 11 8 Levante detto 7 a. m. [f 7 6 27 11 9 Calma Sereno 26 2 P m. + 11 0 27 11 9 Maestro detto 10 55 It » 8 27 11 9 Levante detto 7 a. ni. It 8 6 28 0 2 Calma Sereno 27 2 p. m. tU 5 28 0 2 detta detto 10 55 It» 6 28 0 2 Levante detto 7 a. m. !t 9 0 28 0 0 Calma Sereno 28 2 p. m. +12 0 28 0 0 Scirocco detto 10 55 +10 0 27 11 3 L. Scirocco detto 7 a. m. tU 0 27 11 0 Scirocco Nuvolo 29 2 p. m. +12 2 27 10 8 detto detto 10 55 + 11 0 27 10 3 L. Scirocco detto 7 a. m. +11 0 27 9 0 L. Scirocco Nuvolo 30 2 P m. +13 2 27 8 8 detto detto 10 55 i+ll 5 27 8 8 detto detto 7 a. ni. +12 0 27 8 8 Scirocco Nuvolo 31 2 P- m. +14 0 27 7 o detto detto 10 55 +12 6 I 27 7 0 [ L. Scirocco detto Gio. Andrea Zuliani. Trieste, I. Papscli & Comp. Tip. del Lloyd Austriaco. Redattore Dr. Handler.