novi tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD/CIVIDALE • Ul. Ristori 28 • Tel. (0432)731190 - Fax 0432/730462 • Poštni predal/casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo 2/70% • Tednik/settimanale • Cena 1200 lir št. 46 (548) • Čedad, četrtek, 13. decembra 1990 Načrtovali novo pot v Evropo "Os Barcelona-Trst-Budimpeš-ta ni orožje uperejeno proti severni Evropi. V resnici gre za ukrepe, ki bi morali uravnovesiti razvoj Evrope, in to v interesu celotne celine. Zavedati se namreč moramo, da je nevarnost nastanka novih periferij ob rojevanju Združene Evrope realna. "Karolinška os", ki povezuje Pariz in Bonn, je že stvarnost in prav nič ni pretirana bojazen, da bi se v Evropi vse sukalo okrog nje. Prav zato sem konec leta 1988 govoril o potrebi po združevanju sil na liniji Barcelona-Trst, ob sedanjem odpiranju Vzhoda pa je povsem naravno potegniti to črto do Budimpešte in še čez, saj se bodo v integracijskih procesih celotne Evrope ponovili isti problemi s kakršnimi se že spopadamo v Evropski skupnosti". Tako je povedal minister za zunanje zadeve Gianni De Mic-helis v soboto v Trstu, na posvetu o osi Barcelona-Trst-Budim-pešta. Srečanja se je udeležilo kakih 50 uglednih predstavni beri na 2. strani PRESENTATA VENERDÌ’ SCORSO A S. PIETRO AL NATISONE LA FAVOLA INVERNALE DI MJUTA POVASNICA Restituiamo ai bambini la poesia Un incontro tra sloveni, sardi e ladini attraverso la pubblicazione di un libro per ragazzi L'illustrazione per l'infanzia deve essere prima di tutto arte. Allo stesso tempo deve essere significativo anche il testo, attraverso cui trasmettere la poesia, un mondo di valori, la memoria storica di un popolo che stanno per andare persi e di cui i bambini hanno bisogno. E ciò è tanto più doveroso ed importante oggi quando siamo in presenza di uno spaventoso appiattimento ed impoverimento culturale. Quando poi fra testo ed immagine c'è l'armonia, allora si è in presenza di un ottimo libro. E' questo il caso - a giudizio del prof. Livio Sossi - della Favola in- vernale, di Mjuta Povasnica, illustrata dalla prof. Alessandra D’Este, presentato a cura del Centro studi Nediža e dell’Editoriale stampa triestina in collaborazione con la biblioteca comunale di San Pietro al Natisone venerdì scorso. Un libro dove tutto parla delle valli del Natisone, ha sottolineato % il prof. Sossi, è un atto d'amore nei confronti di questa terra e che si conclude con un messaggio di speranza. Al racconto dà vita e senso con il suo animo sensibile l’illustratrice, Alessandra D Este. Ma la Favola invernale ha un altro pregio: pubblicata in sloveno, ladino e sardo con la collabo-razione di tre case editrici (EST-ZTT di Trieste, Istut Cultural La-din di Vigo di Fassa e l'editrice Papiros di Nuoro), oltre che in italiano, segna l'inizio di una solidarietà tra popoli minoritari nuova che si esprime sul piano concreto, oltre che su quello dei principi. L'augurio dell'editore ma anche di chi ha coordinato tutto il lavoro per la pubblicazione del libro, il prof. Paolo Petricig, è che questa collaborazione si possa allargare ancora di più. Ma torniamo all'interessante e piacevole serata di venerdì. Ad esprimere il compiacimento per la pubblicazione del libro sono stati prima il sindaco di S. Pietro Mari-nig, poi l’assessore Bruna Dorbolò. Successivamente hanno preso la parola a nome della comunità ladina che ha aderito al progetto Stefano Dell'Antonio e dell'EST- Da sinistra Stefano dell'Antonio, Alessandra D’Este, Miran Košuta, Livio Sossi, Bruna Dorbolò e Paolo Petricig segue a pagina 2 V RIMU O ZAŠČITNEM ZAKONU SLOVENSKE NARODNE SKUPNOSTI Spet odložili avdicije Dogovorjenega drugega dela avdicij o zaščiti slovenske manjšine tudi v torek 11. decembra ni bilo. V zadnjem trenutku jih je koordinator ožjega odbora senatne komisije odložil za nedoločen čas po novoletnih počitnicah. Kot znano je ustavna komisija senata pred dobrim mesecem prisuhnila mnenju predstavnikov deželnega sveta ter predsednikov deželnega sveta ter predsednikov treh pokrajin in gorskih skupnosti, kjer živijo Slovenci. Dosežen je bil sporazum, da bo drugi del avdiciji teden dni pozneje in da bodo tedaj pričevali predstavniki slo- venske manjšine, italijanski kulturni delavci, ki se zavzemajo za enakopravnost ter delegacija italijanskih nacionalistov. Vse kaže, da se je zataknilo, ko je KD napovedala tudi delgacijo organizaciji, ki v Benečiji zagovarjajo restriktivne poglede na manjšinsko vprašanje. Predstavnik KD je zahteval nekaj tednov časa in je šele sredi novembra izročil seznam organizacij, ki naj bi jih povabili. Dogovorjeno je bilo, da bo drugi krog avdicij v torek, 11. decembra, ali kvečjemu v sredo 12. decembra. Sedaj pa je uradni izgovor, da se komisija ukvarja z državnim proračunom. Senator Spetič je s tem v zvezi odločno protestiral pri predsedniku komisije sen. Leopuldu Elii. Spomnil ga je, kako je že od samega začetka nasprotoval avdicijam, saj so bile povsem nepotrebne. Komisiji so stališča raznih sredin dobro znana, saj je svoj čas že odbor sen. Garibaldija opravil podoben krog posvetovanj. Poleg tega se je tudi minister Maccanico posvetoval z najrazličnejšimi skupinami, preden je izdelal svoj osnutek. Zato je komunistična skupina od vsega začetka izjavila, da ocenjuje napoved avdicij predvsem beri na 2. strani Cerkvica v Reziji V nedeljo 9. decembra je bil v Reziji lep praznik: postavili so prvi kamen majhne cerkvice v Podklancu. Ta cerkev, ki je posvečena "Madonna nera di Loreto" je bila prvič zazidana leta 1926, leta 1976 jo je bil potres porušil. Kulturno društvo "Rozajanska dolina' iz Vidma, v okviru raznih manifestacij za desetletnico od svojega nastanka, je odločilo, da jo spet zgradi in tako bo. Moramo pa še dodati, da vsak lahko sodeluje pri tem, ustanove ali posamezniki. beri na 4. strani La cultura sulla strada Tarcento ospiterà sabato prossimo, a Palazzo Frangipane, un convegno organizzato dal Centro servizi e spettacoli e dalla Provincia di Udine dal titolo "Cultura al confine ". L’incontro tra vari • esponenti politici, sociologici, storici e culturali friulani, sloveni e carinziani sarà l'occasione per un confronto ed un'integrazione tra tre comunità, già indirizzato da Alpe Adria, anche in vista del grande passo europeo del '93. Uno scambio culturale del quale la nostra regione é già ideale ponte, e che potrà interessare in futuro non solo le co- munità ma anche gli Stati dei quali esse fanno parte. Al tavolo dei relatori siederanno, tra gli altri, i sindaci di Taipa-na Noacco, di Resia Paletti, di Tolmino Klanjšček, il presidente della Comunità montana Valli del Natisone Chiabudini, il ministro dell'informazione sloveno Stanič. Sono previsti anche gli interventi di Paolo Petricig, presidente dell'Istituto per l'istruzione slovena di S. Pietro al Natisone, Salvatore Venosi, ricercatore dell'Istituto sloveno di ricerca della Valcanale, Aldo Clodig del Circolo culturale Rečan di Liessa ed il sociologo Ferruccio Clavora. Bastone e carota per il tarlo sloveno La prima penna biro che vidi fu quella del prof. Giovanni Battista Caron, quando passò tra i banchi dei candidati all'abilitazione del 1947 all'istituto magistrale di S. Pietro in qualità di presidente della commissione d’esame, per firmare i nostri compiti. Grazie a qualche suggerimento, nella primavera successiva il prof. Caron mi fece sapere, credo tramite una collega di mia madre, che voleva vedermi. Sempre con il senno di poi, oggi penso che il suggerimento possa essere giunto o dal colonnello Giuseppe Cosmacini (addetto poi alle informazioni nello stato maggiore del colonnello Luigi Olivieri), o dallo stesso cappellano di S. Pietro, don Francesco Venuti (familiarmente pre Checco) che allora si interessava molto agli sviluppi politici della nostra Italia nonché della nostra parrocchia. Fatto sta che incontrai il prof. Caron a Udine, non ricordo in che posto. Anche lui s'interessava ai medesimi destini e mi spiegò che era candidato della DC alle imminenti elezioni politiche, quelle del 48 per intenderci, e che lui aveva bisogno di qualche manciata di voti di preferenza. Per la mia situazione futura avremmo parlato dopo. Mi spedì quindi in un ufficio sotto la Loggia di Giovanni da Udine dove c’erano gli alpini. Lì qualcuno mi consegnò tremila lire. Per la cronaca non fu questo il mio primo guadagno, che spesi comunque in parte da Scaini per una cassettina di colori ad olio. Pensando, forse ingenuamente, che il voto era segreto e il prof. Caron non avrebbe potuto sapere se i voti glieli avevo procurati, restai tranquillo ad aspettare gli eventi. Eventi che, come si sa, assicurarono all'Italia un destino democratico e di progresso. Il prof. Caron fu eletto e prese a svolgere la sua opera di parlamentare. Il benevolo lettore avrà comprensione, spero, per questo mio espediente letterario nell’intro-durlo a considerare che le armi furono uno degli strumenti atti a difendere l'Italia e quindi il Friuli e la Benecia dalle mire sovietiche e tirine. E così una gocciolina della benefica pioggia (le cui chiavi erano in mano del sottosegretario alla presidenza di De Gasperi, on. Giulio Andreotti) che irrorava l’italianità delle zone di confine, toccò anche a me. Secondo il "Gazzettino" e mons. Aldo Moretti una bella pioggerella irrorò le parrocchie di confine, che usarono tuttavia anche loro quella grazia di Dio in modo non sempre ortodosso. E lamenta, il monsignore, che non siano caduti sul suo orto tutti i soldi che finanziavano l'attività segreta delle formazioni paramilitari. Strumento potente fu anche la politica, sia nei concetti che nell'attività amministrativa. L'on. prof. Giovanni Battista Caron si distinse nel sostegno dei sacerdoti (beccandosi critiche dallo stesso Tricolore") e dell’edilizia scolastica, come riferisce il “Messaggero Veneto" del 25 luglio 1950. A Montecitorio Caron aveva deprecato la situazione delle scuole di confine, ricavate in edifici vecchi o addirittura in catapecchie, mentre le nostre popolazioni vedono che nel territorio, attualmente dominato da Paolo Petricig segue a pagina 6 S. Pietro: elette tre commissi “Mediteranska pot” v združeno Evropo s prve strani Nutrita serie di argomenti all’ultima seduta del consiglio comunale di S. Pietro al Natisone. L'assemblea ha approvato l'assestamento del bilancio, relativo all'esercizio finanziario 1990, con un aumento di spesa di 46 milioni rispetto alle previsioni indicate nei vari capitoli utilizzando l'avanzo di amministrazione di 129 milioni 1989. Con successive deliberazioni, votate dalla sola maggioranza, il consiglio comunale — come si legge in una nota — ha autorizzato il sindaco a presentare due domande di contributo per la realiz-zazzione di un Centro Sociale nella ex scuola elementare di Ponte-acco (270 milioni) e di interventi per il superamento delle barriere architettoniche nel centro già realizzato a Vernassino (47 milioni). Particolarmente urgente è il secondo intervento avendone l'amministrazione comunale già deliberato la cessione in comodato alla cooperativa "Spazio aperto". Il consiglio ha poi deliberato l'istituzione delle commissioni consultive per la predisposizione dello Statuto e della toponomastica locale. Nella prima sono stati eletti: Nino Ciccone, Giuseppe Blasetig, Dario Manzini, G. Pietro Petricig, Rita Gueli, Maurizio Domeniš, Ivano Cont, Giuseppe Chiabudini e Ivo Napoli. La com-misssione per la toponomastica è formata oltre che dal sindaco Giuseppe Marinig da Bruna Dorbolò, Andrea Visentini, Dario Manzini, Ivo Napoli, Sergio Mattelig e Renato Qualizza. Il consiglio comunale ha inoltre riconfermato all'unanimità, apprezzando il lavoro svolto e l'impegno dimostrato, i rappresentanti eletti nella commissione per la gestione della biblioteca: Giovanna Venuti, Rita Gueli, Ada Toma-setig, Amelia Quarina, Loretta Quarina, Donata Liberale, Giuseppe Chiabudini e Bruna Dorbolò. Particolarmente vivace è stata poi — come informa la nota — la discussione sull'approvazione di due ordini del giorno proposti dalla maggioranza di "Lista civica" a sostegno dell'istruzione di un corso magistrale quinquennale ad indirizzo pedagogico e della circoscriziopne elettorale regionale della "Sinistra Torre" e del comprensorio delle Prealpi Giulie. La poesia va restituita ai bambini segue dalla prima ZTT Miran Košuta. Infine ha illustrato in modo approfondito la favola il prof. Livio Sossi del Centro di Studi ed animazione di letteratura giovanile Alberti di Trieste. Impossibilitato invece a partecipare il rappresentante sardo Diego Corraine. Alla serata che è stata introdotta al pianoforte da due ragazzi che frequentano la scuola di musica di S. Pietro al Natisone, Davide Clodig e Laura Gariup, hanno partecipati anche due dei ragazzi di quella scuola elementare di Ip-plis senza la quale la Favola invernale non ci sarebbe stata. Abbiamo potuto vederli al lavoro, più di 20 anni fa, successivamente alla mostra "Come nasce un libro" nella Beneška galerija. Qui erano esposte anche le bellissime illustrazioni di Alessandra D'Este, dove sogno e raltà si bilanciano perfettamente. Illustrazioni che hanno avuto un notevole successo in diverse esposizioni a Bologna, Treviso e Seul. In mostra c'era anche una scelta di libri per ragazzi di vari paesi. kov kulturnega, gospodarskega in političnega življenja iz dežel vzdolž te mediteranske osi, med temi tudi italijanski minister za prevoze Bernini, namestnik slovenskega zunanjega ministra Thaler in hrvaški zunanji minister Golem. Prav gotovo pa je bil zvezdnik dneva De Michelis, saj je med drugim "mediteranska os" njegov "izum". Minister De Michelis se ni v svojem dolgem govoru omejil na podajanje "filozofije osi" ampak je skušal prikazati tudi nekaj prvih konkretnih ukrepov v to smer. Govoril je o potrebi po ureditvi železniških, cestnih, letalskih, plovnih, telekomunikacijskih in drugih povezav vzdolž osi, kakor tudi o sodelovanju na kulturnem in znanstvenem področju. Pričakovati je bilo, da bo ta vprašanja kasneje obravnaval minister Bernini, ki pa se je raje kritično obregnil ob samo filozofijo osi. Po njegovem ima ta os smisel, le če lahko spodbudi večje sodelovanje na liniji Se-ver-Jug, glede sodelovanja s srednjo in vzhodno Evropo pa je med drugim opozoril na skupnost Alpe-Jadran. Ob posvetu je minister De Michelis priredil tiskovno konferenco, na kateri je odgovoril tudi na vprašanje novinarja Primorskega dnevnika o našem zaščitnem zakonu. "Vse daje misliti, da se odpira nova faza" je dejal minister - "za slovensko manjšino v Italiji a tudi za italijansko v Sloveniji in v Hrvaški. Do včeraj sta ti manjšini tako rekoč plačevali ceno kontrapozi-cije. Veliko so plačali Italijani v Jugoslaviji, a plačali so tudi Slovenci v Italiji, čeprav manj. Danes ko stopamo v novo fazo kooperacije, lahko pričakujemo, da bosta ti etnični skupnosti dosegli maksimalno priznanje svojih zakonskih pravic. Kar zadeva Italijo obstaja obveza , ki mislim, da jo bomo izpolnili v prihodnjem letu. Vsekakor že zakon o obmejnih območijh vsebuje nekaj začetnih odgovorov." PREDSEDNIK SDGZ ZA VIDEMSKO POKRAJINO NA OBČNEM ZBORU Skrb za nadaljnjo rast Vodstvo SDGZ Kot smo že poročali je bil v polovici decembra v kulturnem domu v Trstu občni zbor Slovenskega deželnega gospodarskega združenja. Na kongresu je bil seveda podan obračun opravljenega dela na deželni in na pokrajinski ravni. Obenem je bila začrtana tudi pot za nadaljni razvoj organizacije in napredovanje slovenskega gospodarstva. Delegati na občnem zboru so seveda izvolili tudi nove vodilne organe, v katerih so vključeni tudi gospodarski operaterji iz videmske pokrajine. V glavnem odboru SDGZ so Michele Carlig, Adriano Gariup, Luciano Laurencig, Renzo Rucli; Renato Quaglia je bil izvoljen v nadzorni odbor, medtem ko videmsko pokrajino v celoti zastopa dosedanji pokrajinski predsednik Fabio Bonini. Na nedavnem občnem zboru Slovenskega deželnega gospodarskega združenja v Trstu je posegel tudi predsednik SDGZ za videmsko pokrajino Fabio Bonini, ki je tako sintetiziral sedanjo stvarnost in perspektive organizacije v videmski pokrajini. V zadnjem letu je čedajski sedež SDGZ utrjeval svojo strukturo. V tem trenutku imamo stalno zaposlene tri uslužbence, in enega zunanjega sodelava. Vsi trije uslužbenci so mladi in se poklica še učijo. Jasno je, da prihaja včasih v takih okoliščinah do problemov pri delu, resnici na ljubo pa je treba poudariti, da doslej ni prišlo do večjih težav. Za strokovno podporo skrbi osebje tržaškega sedeža, kar nam zaradi oddaljenosti povzroča nekaj nevšečnosti. Na nedavnem občnem zboru v Čedadu je s strani članov prišla splošna zahteva po potenciranju konzulenčne službe, ki je sedaj nekoliko pomanjkljiva. S tem v zvezi je bilo odločeno, da bodo odslej v Čedadu določeno število dni prisotni strokovnjaki iz Trsta, ki bodo na razpolago članstvu. Odločili smo tudi, da bomo v najkrajšem času poskrbeli za razširitev naše strukture s sprejemom novih članov. V tem trenutku je pri nas včlanjenih kakih 40 podjetij. Poudariti gre, da smo od ustanovitve sedeža imeli med člani še drugih 20 podjetij, ki so medtem prenehala z dejavnostjo. V bližnji prihodnjosti načrtujemo: a) izučitev osebja s sodelovanjem tržaškega sedeža; b) potenciranje mehanograf-skega sistema, da se prilagodimo povečanju prometa (danes skrbimo za 180 plač za osebje včlanjenih podjetij) c) preučitev dejanskih potreb članstva d) postopno razširitev članstva. Za uresničitev posameznih točk se bomo poslužili tehnične opore tržaškega sedeža. Razvoj sedeža SDGZ v Čedadu je seveda tesno povezan z rastjo strokovne pripravljenosti krajevnih uslužbencev in s praktično razpoložljivostjo znanja deželne strukture, seveda od upoštevanju lokalnih specifik. OBVESTILO Občinske uprave, javne ustanove, društva in organizacije, ki želijo objaviti v našem časopisu svoje komunikeje morajo le-te poslati na naše uredništvo do 16. ure vsakega ponedeljka. Tudi posamezniki morejo z nami sodelovati (novice, slike, pesmi...). Naše uredništvo je odprto od 8.30 do 17.30 ure; v soboto od 8.30 do 12. Odložili razpravo s prve strani kot poskus zavlačevanja. Žal se je izkazalo, da je bilo prav tako in da je stvarnost presegla meje najbolj bujne domišljije, saj to zavlačevanje traja že pol leta, ožji odbor pa se tako sploh ni mogel lotiti vsebine zakona. V tej luči, je nadaljeval sen. Spetič, so izjave strank in vladnih predstavnikov o rokih sprejemanja zaščitnega zakona zgolj pesek v oči. Senator Spetič, kot beremo v tiskovnem sporočilu, je od predsednika komisije prof. Elia zahteval, naj s svojo avtoriteto poseže in vsili hitrejši ritem razprave, brez nadaljnjega zavlačevanja. Najbolje bi bilo, če bi se komisija odpovedala nadaljnjemu slepomišenju in takoj pristopila k delu, če ji zares gre za odobritev manjšinske zaščite, dostojne evropskega standarda, s katerim se italijanski predstavniki zelo radi hvalisajo na tujem. LETTERA AL GIORNALE Il Tg3 dimentica il Friuli Spett. le redazione La terza rete della Rai è quella che maggiormente guardo per i programmi che offre. Però la lettera che scrivo non intende far apprezzamenti per il contenuto delle trasmissioni, ma per evidenziare un'osservazione che è comune a tutti coloro con cui ho parlato, senza eccezioni, triestini compresi. Comunque per quanto riportato, desidero che non mi si accusi di faziosità e di parte. Seguo quotidianamente il tele-giornale regionale, ma non sono sicura se si può ancora chiamarlo così. Oserei dire che si potrebbe chiamare "provinciale" o meglio "triestino", dato che qualsiasi notizia che riguardi la Regione in generale (vedi servizi sul tempo e le sue conseguenze, le elezioni, i festeggiamenti vari, ecc.) mostra inevitabilmente quasi solo immagini di Trieste. Notizie di poco rilievo? Se sono triestine o giuliane diventano un evento (vedi gli ormai famosi "panettoni" che da diversi giorni entrano nelle nostre case con interviste al negoziante, al passante, e chi più ne ha più ne metta!!!). Nello stesso giorno in cui è stato dato l’ennesimo servizio sui "panettoni" e sono state intervistate persone al riguardo, nella Regione si scatenava un tremendo nubifragio con danni e disastri incalcolabili a cose e persone. Non un'intervista, non un servizio decente in confronto a quelli relativi a Trieste. Ormai è un fatto scontato che quando inizia il TG "regionale" le immagini sono di Trieste, i servizi di Trieste, ecc. Tempo fa venne addirittura mostrato un servizio sulle autostrade con immagini di Palmanova con dicitura in sovrimpressione "Trieste". Si parla del tempo: immagini di Trieste; un gatto sull’albero: è successo sicuramente a Trieste. Se c’è un incidente, un fatto che desta interesse, fuori dell’ambito cittadino triestino, c'è solo l'articolo con immagini della piantina riportante il luogo o al massimo qualche foto. Ben che vada ci sono dei brevi e generici servizi (a meno che non si tratti di un omicidio!!!). Purtroppo il piacere che si provava nel seguire il TG regionale si sta trasformando in stizza e tristezza. Cosi, alla fine, ci si limita a seguire i titoli e poi, velocemente, a cambiare canale. Tanto si sa già che di qualsiasi cosa si parli, certamente riguarderà Trieste e dintorni. Un invito dunque... a pensare anche al Friuli e alle sue tre province... spesso dimenticate. Grazie per l'ospitalità e distinti saluti Sandra Cruci! Jadranski k z bogato izb Založništvo tržaškega tiska je kljub težavam, ki ga tarejo, zabeležilo še en uspeh. Poskrbelo je za letošnjo izdajo Jadranskega koledarja z bogato izbiro knjig, ki bodo gotovo pritegnile pozornost naših bralcev. Jadranski koledar je na razpolago že od 10. decembra. V petek 7. decembra sta ga na tiskovni konferencu predstavila direktor knjižnih izdaj ZTT Marko Kravos in njegov sodelavec Miran Košuta, ki sta obenem ob robu spregovorila tudi o zadnjih naporih založbe, ki želi s svojimi pobudami stalno slediti povpraševanju in željam naših ljudi, med katerimi so tudi in predvsem mladi. Poleg predstavnikov založniške hiše, dolgoletnih in sedanjih sodelavcev in novinarjev so se tiskovne konference udeležili tudi pred- stavnik jugoslovanskega konzulata v Trstu Benko, predstavnik komiteja za kulturo republike Slovenije Premul, predstavnik založbe Lipa Hočevar in še drugi gostje. Letošnji Jadranski koledar je zelo bogat in zajema različna področja. V knjižni zbirki so zajeta dela Ferruccia Fòlka "Rižarna, vrata v smrt, nacistično taborišče v Trstu", roman Fulvia To-mizze ' Beneška dedinja", nov priročnik Vitjana Sancina "Velika knjiga o oljki" in namizni Jadranski koledar 1991 za prihodnje leto. Tako Marko Kravos kot Miran Košuta sta podčrtala, da je uredništvo uspelo pritegniti k sodelovanju več sodelavcev z Goriškega in iz Benečije ter, da je veliko pozornost posvetilo italijanski manjšini v Jugoslaviji. Un libro in inglese sul culto die divide O DELOVANJU KULTURNEGA DRUŠTVA IVAN TRINKO V ČEDADU Pred izzivi novega časa Pred petintridesetimi leti ustanovljeno kulturno društvo Ivan Trinko iz Čedada je v dolgih letih svojega delovanja igralo izredno pomembno vlogo v osveščanju Beneških Slovencev in v pospeševanju kulturne in družbene rasti celotnega območja. Kulturno življenje, ki danes kar zadovoljivo utripa v Beneški Sloveniji je posredno ali neposredno tudi plod tega delovanja. Toda danes se moramo soočati z drugačnimi izzivi. Potrebujemo ne samo delovanja znotraj naše skupnosti, temveč tudi podčrtanje prisotnosti nazven. Moramo potrditi našo kulturno, jezikovno in tudi gospodarsko prisotnost na širšem območju vzdolž celotnega pasu naše dežele. Ob na široko odprti meji, potrebujemo izložbeno okno našega delovanja, okno in vrata za izmenjavo misli in medsebojno rast. sPS» V ta namen je bila pred dnevi na sedežu kulturnega društva Ivan Trinko v Čedadu sklicana seja članov na kateri so razpravljali o tej problematiki in izoblikovali okvirni program za bodoče delo. Sklenjeno je bilo, da bo teklo delovanje še naprej v smislu povezovanja s slovenskim zaledjem in s Furlanijo in širše, predvsem na kulturnem področju. Izoblikovale so se na srečanju tudi nekatere konkretne pobude kot so konference, razstave, koncerti, razni nastopi, predstavitve knjig in tako dalje, ki naj bi potekale bodisi na sedežu društva, bodisi v drugih prostorih v mestu Čedad, v slovenščini in italijanščini, tako da ne bi bila naša prisotnost omejena na eno samo jezikovno komponento. Imenovali so tudi začasni upravni in ožiji delovni odbor, ki ga sestavljajo Lucia Trus-gnach, Mija Krajnik in Marino Vertovec, za pripravo občnega zbora. New Swing Singers na koncertu v Gorici 2 božična koncerta v programu v Špetru Bližajo se božični in novoletni prazniki... torej čas voščil in prisrčnih želja za vse najbolje v letu '91. S temi nameni prireja Upravni odbor kulturnega doma v Gorici poseben celovečerni koncert "Voščilo v glasbi", na katerem bo nastopila znana slovenska skupina "New swing singers" iz Ljubljane s posebnim "božičnim" programom gospels in spirituals spevov. Koncert bo na sporedu v torek 18. decembra ob 20.30. uri v veliki dvorani Kulturnega doma v Gorici. New Swing Singers je prav gotovo ena izmed najbolj kvalitetnih slovenskih skupin, ki uspešno posreduje izročilo črnske glasbene tradicije po svetu in ki se je znala uveljaviti. Posnela je 17 plošč in nastopila na tisočih koncertih po Jugoslaviji kot tudi v Nemčiji, Svici, Avstriji, Italiji, v vzhodnoevropskih državah in Sovjetski Zvezi. Predprodaja vstopnic je v teku. Zainteresirani se lahko obrnejo na urad Kulturnega doma v Gorici (Ul. Brass, 20 -tel. 33288). Al Kulturni dom di Gorizia si esibirà martedì 18 dicembre alle ore 20. 30 il noto complesso musicale sloveno New Swing Singers di Lubiana. Presenterà un interessante ed ampio programma di classici spirituals e gospels. Prevendita dei biglietti ed informazioni al Kulturni dom (via Brass, tei 0481-33288). Izredno lep in bogat bo letos tradicionalni Božični koncert v Špetru. Organizira ga v soboto 22. decembra ob 20.30 uri v špetrski cerkvi pevski zbor Pod lipo iz Barnasa, ki nam je vsako leto s pesmijo voščil za božične in novoletne praznike in vsakič v drugi cerkvi. Letos kot rečeno bo božični koncert v osrednji špetrski cerkvi. Na njem bodo sodelovali mešani pevski zbor Pod lipo, gojenci, ki obiskujejo Glasbeno šolo le v Špetru in moški pevski zbor Matajur iz Klenja. Seveda se ob Božiču sreča spet kot smo bili že napovedali tudi družina špetrske glasbene šole. Božični nastop bo v občinski dvorani v Špetru ne bo pa v soboto, kot prvotno napovedano pač pa v nedeljo 16. decembra le ob 16. uri. Rosie Granger é una graziosa signora che abita a Cividale, assieme al marito cividalese, da otto anni. E' nativa dello Zimbabwe, stato che a sud confina con il Sudafrica, ex colonia inglese diventata indipendente dieci anni fa. La signora Granger é di nazionalità inglese, parla inglese, se la cava in italiano e, dicevamo, abita a Cividale. Tutto qui? No, evidentemente. La signora Granger ha pubblicato un libro, ed é per questo che ne scriviamo. Un libro in inglese, ovviamente, edito dalla Vantage Press di New York, 53 pagine divise in 9 capitoli che raccontano una storia vera, quella di una coppia divisa spiritual-mente da due religioni diverse. “In America, Australia, Africa é un problema all'ordine del giorno" ci dice la signora Granger. Nel mondo esistono circa 350 religioni diverse (ma qui, avendo spazio e tempo, sarebbe utile distinguere tra religioni vere e proprie, sette religiose, culti più o meno venerabili), nel nome delle quali spesso le famiglie si dividono. E' qualcosa che potrà sembrare lontano da noi, ma non Io é poi E' un appuntamento da non perdere quello di sabato 22 dicembre nella chiesa parrocchiale di S. Pietro al Natisone. Con inizio alle ore 20.30 avrà infatti luogo un bel Concerto di Natale organizzato dal coro Pod lipo di Vernasso. Oltre al coro diretto dal maestro prof. Nino Specogna parteciperanno al concerto anche la Scuola di musica, sempre di S. Pietro ed il coro maschile Matajur di Clenia, diretto dalla prof. Lia Bront. Sarà l’occasione per trascorrere in armonia, è proprio il caso di dirlo una bella serata, ma anche di scambiarci gli auguri. Concerto di Natale anche per la Scuola di musica il cui saggio si svolgerà domenica 16 dicembre (e non sabato) alle ore 16 nella sala consiliare. Rosie Granger troppo. Questo libro ce lo fa ricordare, e ci lancia anche un avvertimento: aprite bene gli occhi, quando vi imbattete in una qualsiasi setta o religione. "When everything else fails", questo il titolo del libro, che in italiano suona come "Quando tutto il resto fallisce", é ora in vendita nelle librerie di Cividale. Ed anche questo, cioè che qui si venda un libro scritto in inglese, non é un fatto di tutti i giorni, (mo) Pulmin je na pu Počaso počaso parhajajo blizu sud za plačat drugi pulmin, ki ga je Dvojezična špietarska šuola muorla lie-tos kupit, saj samuo adan za 61 otruok, ki parhajajo iz vsieh naših dolin, je zaries premalo. Tel tiedan so dal njih prispevek Massimo an Michela, 100.000; Simone Qualizza 20.000; Giancarlo Strazzolini an Bruna 200.000; Paola Gruden 50.000 an Zmaga Malalan 50.000. Če želta dat vaš prispevek ga lahko dasta na tekočem računu štev. 50052 pri Banca Popolare di Cividale, špietarska podružnica. 38 - LA PROIBIZIONE DELLA LINGUA SLOVENA NELLA VITA RELIGIOSA DELLA SLA VIA FRIULANA I possibili nomi celati dalla “Sacerdos Christi” Dopo tale documento non sarà possibile dire che si é commesso l'errore, così frequente, di giudicare il passato con il criterio del presente. A leggere attentamente tutta la storia, cioè anche quella degli oppositori, dissenzienti, ribelli, vittime, desaparecidos ecc. in ogni tempo si trovano le risposte adeguate agli abusi del momento, senza bisogno di ricorrere all’inutile espediente del senno di poi. Il "distingue tempora et con-ciliabis iura" non ha senso se si ascolta la protesta delle vittime; quelle hanno sempre la stessa voce e le lacrime hanno in tutti i tempi lo stesso sapore amaro. Simili assiomi li nutre il potere d'oggi per giustificare gli abusi di ieri e per garantirsi l’impunità domani. La storia, si dice, non é giustiziera, la storia deve documentare i fatti, non giudicare, la storia deve essere oggettiva e neutrale ecc., quante belle definizioni che tanto più s’infittiscono quanto più abbondante sgorga il contributo governativo o privato alla cultura. A queste condizioni "scientifiche" é possibile anche largheggiare nell’apertura degli archivi, magari finora segreti; ma si suppone appunto maturità storica, altrimenti non stanno più al gioco. Non per nulla Sirotti ha la sfrontatezza di solidarizzare con Nogara, trasformandolo da offen- sore in offeso e proprio da quel fanatismo slavo che oggi passa per il senno di poi. Se il Superiore non si comportasse così non potrebbe recitare il suo ruolo, basato sulla costante sfasatura tra atto e sua moralità, tra valutazione ufficiale e giudizio storico, tra infallibilità presente e fragilità passata. L’errore sta nel monopolio della verità e della moralità che il potere rivendica in esclusiva e che solo per un suo esercizio più efficace ed aggiornato finge di condividere in contingenze storiche successive, consegnando al passato inoffensivo, o preferibilmente all’oblio, la debolezza della natura umana. Mons. Trinko riconferma la sua estraneità al documento latino, anche se non é facile capire a chi voglia riferirsi quando accenna all’eventuale autore. "Pensandoci su dunque mi sono formata la convinzione che essa proviene dalla stessa fonte che trasse in inganno già il Ponedeliski Slovenec di Lubiana, facendogli pubblicare le note false notizie, che inviò al Piccolo di Trieste il materiale pel velenoso articolo contro il clero slavo della Venezia Giulia e nostro; che ordì l’intrigo contro quel santo che é mons. Valentinič di Gorizia e che fece altre consimili prodezze... Non dico di più, un po’ perché non ho argomenti di certezza apodittica, un po' perché non direi anche se raggiungessi la certezza... "(1). Un personaggio possibile cui potrebbe riferirsi il Trinko é mons. Giovanni Tarlao, decano del Capitolo di Gorizia, figura rappresentativa del movimento nazionalista italiano, antislavo della Curia goriziana e convinto dei propri meriti per una promozione episcopale (2). Altro personaggio potrebbe essere mons. Francesco Castelliz, intimo interlocutore, durante la guerra, dell’arcivescovo Borgja Sedej, ma, nel dopoguerra, fanatico nazionalista italiano con un voltafaccia che ne dimostrò la personalità vanitosa e superficiale. Fu avversario particolarmente di mons. Luigi Fogar, divenuto vescovo di Trieste, alla quale cattedra aveva per un certo tempo aspirato, pienamente convinto anche lui dei suoi meriti. E’ certo che stava in stretti rapporti, e ne condivideva lo stile, con mons. Giovanni Sirotti, altro personaggio che nella Curia goriziana del dopo guerra costituirà quel partito italiano, collaboratore con i vari servizi e che tanto fece soffrire mons. Sedej ed i sacerdoti sloveni (3). Sembra proprio che nei confronti di quest'ultimo il sospetto del Trinko si traduca in certezza. La sua affermazione finale; "Non direi anche se raggiungessi la certezza" sta ad indicare la pericolosità di un'eventuale denunzia nei confronti del Sirotti. Il Ponedeliski Slovenec lo aveva definito 'desposta non cristiano" ed il Trinko era pienamente convinto dell'esattezza del giudizio. L’elenco delle malefatte, opportunamente sospeso per non svelarne l’autore, é tale da essere attribuibile solo al Sirotti; per fare veramente del male bisogna essere collocati ai vertici. Il rapporto poi che costui mantiene con le autorità fasciste, sia quello da noi documentato, ma molto di più quello che si potrebbe evidenziare con una oculata ricerca negli archivi goriziani, conferma ad abbundantiam il suo ruolo malefico per il clero sloveno di Gorizia ed Udine (4). Faustino Nazzi Note: 1 - ACAU, Lingua Slava, lettera del 22-3-1934. 2 - Mons. Giovanni Tarlao, in un ampio ed interessantissimo memoriale, stilato nel 1919 nel fervore delle »esumazioni storiche del Patriarcato aqui-leiese, raccomanda di non smembrare da Gorizia il Distretto di Cervignano e suggerisce la seguente strategia, accolta dal Governo italiano nel subito dopo guerra e daH’amministrazione Sirotti nel 1931-34: "Far affluire nella Diocesi alcuni giovani sacerdoti, scelti fra quei cappellani militari che per integrità di vita e cultura ecclesiastica e sentimenti nazionali sono i più degni e questi proporli ai centri di speciale importanza. Adottare alcuni trasferimenti o permute di parrocchia. Questi provvedimenti per il clero curato dovrebbero essere integrati con la graduale trasformazione della Curia, del Capitolo e del Seminario, insistendo che ai posti vacanti vengano nominati i sacerdoti più degni che diano garanzia di sicura fede nazionale" {ACAU, Busta Nogara-Rossi, Corrispondenza varia, Fase. Patriarcato di Aquileia, Pro Memoria, dicembre 1919). Come si vede anche la virtù serve a snazionalizzare! 3 - Notizie su mons. Francesco Castelliz si trovano in C. Medeot, Lettere da Gorizia a Zatičina, 1975. Un giudizio molto severo su questo sacerdote viene espresso anche da G. Fornasir nella recensione che fa dell’opera di Medeot su MSF.1975, p.306. 4 - Citiamo ancora una recensione di G. Fornasir al volume di Beinat-Lon-dero, Lui Faidutti, 1974, in MSF. 1974, dove si dice: "Si pensi a mo’ di esempio al comportamento verso mons. L. Fogar e verso mons. L. Faidutti dell'Amministratore Apostolico di Gorizia, Giovanni Sirotti, ecclesiastico di punta in mano ai fascisti ed animoso informatore, diciamo così, delle autorità politiche e religiose" (ivi, p.241). Bisogna riconoscere che in Gorizia elementi opportunisti del clero pensarono bene di approfittare dell'italianità per far carriera. Il cavallo vincente ha più spesso in groppa parassiti che cavalieri. GUBANA DELLA NONNA DURIAVIG UM S. PIETRO AL NATISONE (UD) VIA AZZIDA 15 - TEL. (0432) 727234 £ BUONA - È NOSTRANA - £ LA VERA GUBANA AUGURANDO BUONE FESTE RICORDA CHE SI TROVANO ANCHE CONFEZIONI REGALO ORIGINALI Še tri fotografije o lietošnjem Sejmu LA CHIESETTA DI PODKLANAC RINASCE GRAZIE ALLA “ROSAJANSKA DOLINA” V KNJIŽNI ZBIRKI PRIMORSKI SLOVENSKI BIOGRAFSKI LEKSIKON Dar Mohorjeve družbe V Gorici so prejšnji teden predstavili knjižno zbirko oziroma knjižni dar goriške Mohorjeve družbe, ki obsega koledar za leto 1991 in štiri knjige. Nastanek goriške Mohorjeve družbe sega v dvajseta leta, v čas, ko so vse bolj jasne postajale pogubne posledice razdelitve Slovencev po razpadu avstro-ogrskega imperija med štiri države in ko je raznarodovalna politika fašistične Italije že dobivala krila. Porodila se je iz upanja, da bodo oblasti bolj prizanesljive do verskih družb, vendar se je tudi go-riška Mohorjeva družba kmalu znašla na seznamu tajnih in podtalno delujočih družb. Tako je le s težavo prihajala med ljudi, ki so morali knjige družbe pogosto skrivati. Nekajkrat je izšel samo koledar, 1936. leta pa le Zapisnik o prestopnem letu 1936. Zadnji predvojini koledar v zbirki štirih knjig je izšel 1939. leta, po drugi svetovni vojni pa se je družba ponovno oglasila. Nekaj let so sodelovali s celovško in celjsko Mohorjevo družbo, zadnji dvajset let pa ponov- no pripravijo samostojen Koledar, letos prvič v zbirki petih knjig. Koledar goriške Mohorjeve družbe prinaša razne zapise, eseje, vesti in fotografije predvsem iz življenja Slovencev v Italiji, precej pozornosti pa namenja matični domovini in vestem iz diaspore. Tako je tokrat osrednji zapis namenjen slovenski spravi, zlasti mnogo pa je vesti o delovanju društev, ki so blizu Svetu slovenskih organizacij. Glede na sedanje naročnike in sodelavce prevladujejo vesti iz tržaške in goriške, zato pa je v celoten primorski ("zamejski" in "predmejski") prostor usmerjen Primorski slovenski biografski leksikon. Pri opisovanju pomembnih Primorcev in Primork je prišel leksikon sedaj do Velikonja), v letošnjem šestnajstem snopiču pa je zlasti veliko pozornosti deležen Ivan Trinko. Zapis o njem je pripravil dr. Jevnikar, ki je na goriški predstavitvi dejal, da je bilo potreb- no razčistiti precej dvoumij glede tega velikega sinu Benečije, saj je bilo v dosedanjih biografskih opisih mnogo napak. Zbirka prinaša še zbornik razprav na posvetu ob 450. letnici Svete gore (uredil ga je dr. Branko Marušič) in dve leposlovni deli. Stoletnice Bevkovega rojstva so se Mohorjevci spomnili z izdajo Legend (zgodbe o Jezusu in svetnikih je Bevk objavljal sredi tridesetih let), na trpljenje primorskega ljudstva med drugo svetovno vojno pa opozarja roman Dorice Makuc "...in gnojili boste nemško zemljo", ki na osnovi kronike komenskega župnika Kosa rekonstruira kalvarijo ljudi v nemških koncentracijskih taboriščih. Knjige - skupno prinašajo skoraj osemsto strani branja - je moč dobiti pri poverjenikih goriške Mohorjeve družbe, na samem sedežu družbe v Gorici in v Katoliški knjigarni, pa tudi v dveh tržaških knjigarnah. Cena letošnjega knjižnega daru je 36.000 lir. Toni Gomišček Na zadnjem Sejmu beneške cerkvene pesmi, ki ga je organizu k.d. Rečan (če jih želta so tudi kasete) smo imiel lepo presenečenje: v naših pevskih zboru pieje puno mladine. Tudi dirigent pevskega zbora Rečan je mlad: Davide Klodič ima samuo 16 liet Mojstarsko, kot po navadi, je zapleu pevski zbor iz Svetega Lenarta Lletošnji Senjam je biu mednarodni: paršu je zbor iz Drežnice Una pietra di valore Združeni kmetje so močnejši V Kanalski dolini uspešno delujeta že več let dve kmetijski zadrugi Nei programmi del circolo culturale resiano "Rosajanska dolina" di Udine in occasione del suo 10° anniversario di fondazione, c'era anche la ricostruzione della chiesetta di Podklanac. Il progetto si è potuto verificare grazie alla collaborazione dei soci del circlo sesso, delle persone di S. Giorgio e dello stesso piccolo sobborgo e, come nel lontano 1926 l'aveva eretta e dedicata alla Madonna nera di Loreto, protettrice delle persone che viaggiano sulla strada. Questa chiesetta era stata distrutta dal sisma del '76 e il circolo, in collaborazione con il parroco don Maurizio Ridolfi, intende ricostruirla nello stesso luogo e dalle stesse caratteristiche estetiche di allora. Il primo impegno è già stato realizzato con il getto delle fondazioni e domenica 9 dicembre alle ore 11, don Maurizio ha benedetto la posa della prima pietra che porta all'interno una pergamena ricordo. La chiesetta di Podklanac nel 1975 La chiesetta, non avendo contributi, sarà realizzata con l’aiuto di enti e persone che vorranno contribuire con offerte in denaro ma anche con materiale. Tutto questo il circolo lo fa anche per dare un segno tangibile di attaccamento alla propria terra d'origine e anche perchè era la prima chiesa della Valle, simbolo religioso di antichissime radici slave. Toni Longhino Livin Zadružništvo ni dosti razvito v naši deželi, še posebno ne v goratih predelih in v kmetijskem sektorju. Taka ugotovitev seveda velja tudi za Kanalsko dolino, kjer pa delujeta dve kmetijski zadrugi in sicer zadruga živinorejcev (Cooperativa Allevatori Val Canale) in zadruga Lilium. Obe imata sedež v Ukvah. Pri prvi gre za mlekarno, ki združuje v zadružni obliki že od leta 1967 več kot sto živinorejcev iz vse Kanalske doline in občine Pontabelj in v bistvu je postopoma prevzela mesto vseh manjših, vaških mlekarn. Danes v zadrugi predelujejo 11 tisoč stotov mleka letno in v glavnem prodajajo sir, maslo in skuto. Zadruga uspešno deluje, saj plačujejo mleko po 720 lir na liter. Zaposluje tri osebe. Dosti mlajša, saj je nastala komaj pred štirimi leti a se zelo uspešno razvija, je kmetijska za- Kanalska dolina pod snežno oddejo druga Lilium. Ukvarja se s cvetličarstvom, oziroma s komercializacijo cvetlic, v glavnem lilij, ki jih prodajajo pretežno v poletnih mesecih. S cvetličarstvom se ukvarja part-time kakih 10 kmetov, ki so večinoma iz občine Naborjet - Ovčja vas. Obe zadrugi sta prejeli lani priznanje za uspešno delovanje. INTERESSANTE RICERCA DELL’UNIONE CIRCOLI CULTURALI SLOVENI A RESIA Muratori in ribasso Nel comune di Resia i giovani residenti di sesso maschile compresi nelle classi 1955-1975 sono, in base ai dati ufficiali risalenti alla scorsa primavera, 221. In questa fascia rientrano, quindi, i soggetti con l’età compresa tra i 15 ed i 35 anni. Quanti di questi sono impegnati, attualmente, nell'edilizia? Da una ricerca effettuata dalla ZSKD di Resia, durante questa primavera, su un campione di 116 soggetti, è emerso che, tra muratori, manovali, gessini, autisti e gruisti di imprese edili, 51 sono gli occupati nel settore edile. Analizzando tale situazione in base alle fascie di età si riscontra che su un totale di 20 ragazzi interpellati, dai 15 ai 20 anni, 2 soltanto operano in questo settore. I giovani di età compresa tra i 20 ed i 30 anni sono 81; di questi 26 fanno parte di questo settore. Infine, nell'ultima fascia presa in considerazione, cioè coloro che hanno un’età compresa tra i 30 ed i 35 anni, il numero dei soggetti interessati dalla nostra ricerca, sono 23 su un totale di 66. Riassumendo, dei 116 soggetti interpellati, 51 trovano occupazione nel settore edile, quasi la metà quindi. Come si prospetta il futuro? Prendiamo in esame solo la fascia dei giovani di età compresa dai 15 ai 20 anni che, logicamente, rappresentano la forza lavoratrice futura. Sul totale dei giovani intervistati, come si è visto, due lavorano nel settore edilizio come operai, dei 18 che rimangono 13 sono studenti, i rimanenti sono operai in altri settori. Il tipo di scuola che questi giovani hanno scelto esula da quelle di indirizzo propriamente edile in quanto la maggior parte frequenta scuole professionali per termoidraulici e meccanici, oppure scuole superiori ad indirizzo commerciale. Appare chiaro che l'attenzione dei giovani è rivolta verso altri settori, settori che possono offrire un posto di lavoro si, ma anche meno pesante e magari più gratificante. Concludendo potremmo dire che le nuove generazioni non produrranno certo al mercato del lavoro le maestranze che hanno caratterizzato invece le generazioni nate dal '50 al '70. Queste, avendo esperienza in prevalenza solo in questo settore, continueranno anche in futuro, chi più chi meno, a svolgere solo questa attività. Ai giovani, invece, vengono aperte nuove porte, nuove possibilità. l.n. Una veduta di borgo Ves a Stolvizza Noše stare hiise Hliše teke so tuw Rezije, tej so je naredile noše ti stare, so je nalaža šče tana Solbice ano tohore na Korute. Tuw te dru-he vasè hiiše so nove, valiike ano pa bohate. Hiiše, tej so te stare, ni so noret ziz pačomen ano ziz čal-čuno. Ponče ni so je nalažale-dòpo prode o dòpo wodè ano od itò, tuw korbe, ni so je do-honjale ta hiiše. Čalčiina na se kuhala ištos tuw Rezije. Wsaka ves je mòla o tuw den krej o tuw več kraji, furnoš za kiihet čalčuno. Čalčiina, dato k so mòlo špirnjet, na se doparala kòj tuke je bilo trebe: za štibi-let na ta prit ano za omozet mire. Karije hiiš so mòle tuw dworè no vaško za čalčiino. Lis je se doparel za dure, okina, škiirija, liinde ano za krew. Tuke so bili jiide, ki so se ingenjole liinde so bile lòpo smoronone. Pa lis ni so i nalažale tuw Rezije ano šiinke so bile segeriije, pa deske so se narehale isde. Hiiše ni so bile skore wse par, kira bojè na moja, kira bojè na valuka, mo ni so mòle wsè itè štoncije. Tazdolè je bila kunja ano liw za živiino, tuw nò zorè so bile čonibe za spet ano tuw no zorè scè jò bil liw za sono. Tuw dworè jo bil bajerc, tike nu i mòl, a mòl se servijet tuw Stale. Za tet un čonibo so bile Stila, noret ziz pačomen, teke so slè won na liw ni so bile lòsane. Tuw kii-nje mirave ni nùso bili dròt mo so bili woltave. Tasdolè, tuke so bili bečave, je bil po-wel, tuke ni nùso bile, je bila kòj samosa. Isè huše ni so bile noret za šodišfet jùde, dòlo ano vùto ki je bila tuw Rezije. Prit to se žuvilo ziz živuno, ziz njùve ano tuw bajte jo bilo mosto za krawo, za kòkuse ano za kor-bo. Injen vuta je pragala numo-jo ano pa huše to so wsè ne druhe. Ni so valuke, wsè difa-rent, noret ziz madunen ano ciminton, ziz piaštrele ano ža-lòjzon, tanutre so ne lipe banje ano ne lipe salote. Wsè jošt ano prow. Mo tuw karije kraj, pa či je wòja ano intareš, nu mòsta za si mot dvi kokose, kakaha zeca, nù več mòsta pa za si met den moje wortec. Vita da geometra a Prato di Resia Un settore che riveste particolare importanza all'interno dell'economia in Val Resia è quello legato all'attività edilizia. Come tutti ben sappiamo il terremoto del '76, anche se ha portato allo scombussolamento delle nostre terre, ha contribuito certamente ad accrescere l’economia locale. I risultati sono alla portata di tutti. Anche a Resia i benefici in termini occupazionali ci sono stati. Ma a che punto siamo? Ancora quanto potrà durare l’effetto terremoto? Ho affrontato la questione venendo a contatto con due forme imprenditoriali legate all’attività edilizia: i geometri liberi professionisti e le imprese edili. Ho avuto modo di parlarne con il geometra libero professionista Franco Pacilio che risiede a Prato di Resia, dove ha sede anche la sua attività. Da lui, che ringrazio per la preziosa collaborazione, ho tratto qualche informazione su questo aspetto della vita economica in valle. Quando ha iniziato la sua attività? Ho iniziato a svolgere la mia attività prima del terremoto, dopo aver concluso gli studi per diventare geometra. Ha sempre lavorato a Resia? Per la maggior parte svolgo il mio lavoro qui, anche se molte volte sono costretto a spostarmi perchè molti resiani, con i quali ho rapporti di lavoro, risiedono fuori valle, è quindi molte volte necessario raggiungerli nelle loro località di residenza. Quanti sono i geometri e periti che lavorano qui in valle? Qui a Resia siamo circa 7 o 8. Nel passato la situazione era chiaramente diversa. Una ventina d'anni fa se si aveva bisogno del geometra era necessario rivolgersi agli studi di professionisti di Re-siutta o Moggio. La situazione economica precaria nella quale quasi tutte le famiglie si trovavano, non permetteva certo di far frequentare ai figli le scuole superiori. Anch’io, personalmente, ho dovuto partecipare alle spese svolgendo lavori salturari e non era facile. Col tempo, le condizioni per proseguire gli studi superiori sono andate migliorando. Sono migliorati i collegamenti, si sono aperte nuove scuole in località più vicine, il tenore di vita è aumentato. Tutto questo ha contribuito ad incrementare a Resia il numero degli studenti delle scuole secondarie, tra le quali anche quelle ad indirizzo tecnico. Nel ’76 è sopraggiunto il terremoto che ha consolidato ed incrementa- to le attività di quei pochi che già esercitavano qui la loro professione, ha motivato, al tempo stesso, diversi giovani ad intraprendere questo tipo di studi ed ha addirittura attirato in valle diversi professionisti esterni. Ora la situazione si è, potremmo dire, stabilizzata e attualmente, come ho esposto all'inizio, ad esercitare questa professione qui a Resia siamo in 7, 8. Visto che la ricostruzione è giunta a buon punto e quindi gran parte del lavoro è già stato svolto, pensa che il lavoro per voi diminuirà? Allo stato attuale ci sono ancora delle pratiche pendenti legate alla ricostruzione del post-terremoto. In futuro, non tanto lontano, potrà sicuramente effettuarsi un calo perchè la popolazione stessa diminuisce. Comunque, abbiamo a disposizione un campo abbastanza vasto perchè, oltre alla progettazione di case, la nostra attività ne comprende diverse altre legate sempre alla costruzione o ristrutturazione di un immobile e tutto quanto serve per la definizione della proprietà. Vi sono, poi, altre relative a misurazioni catastali, verifiche, perizie, ecc. Come pensa sia stata fatta la ricostruzione in considerazione del patrimonio abitativo tipico delle nostre zone? Sarebbe stato meglio se fossimo riusciti a mantenere lo stile delle nostre case, perchè è giusto che ci sia la continuazione di una tradizione. Questo, naturalmente, anche in considerazione delle esigenze legate alla nostra vita di adesso. Fortunatamente certi paesi, come Stolvizza, non hanno subito un cambiamento radicale come in altri, che hanno perso la loro identità. Le case di una volta erano fatte con belle pietre squadrate in loco, portate sulla spalla dal fiume, avevano le "linde" ed il tetto in legno. Un tipo di architettura che non è tanto tendente al nordico con i tetti molto spioventi e la massiccia presenza del legno, ma che si avvicina più a quello locale riscontrabile in altre zone della nostra Regione. Sarebbe bene cercare di mantenere questa tradizione, almeno nei paesi dove questi aspetti tuttora sussistono, affinchè questi non diventino anonimi come tutti quelli che sono sorti in questi anni. Questo forse adesso non lo riusciamo ancora a capire, forse è ancora troppo presto, ma c'è già qualcuno che comincia a dare la giusta attenzione a questi particolari. Luigia Negro violino In ogni epoca, ogni paese, ogni ttà e ogni stato, ha avuto grandi jmini, tali perchè hanno fatto o ;tto qualcosa che ha portato un intaggio economico, sociale, po-;ico o culturale a tutto il genere nano; o tali perchè la loro vita è ata esemplare. Anche in Val Resia, nella nostra ccola valle, ci sono stati alcuni jmini che si sono distinti per la ro originalità; degli uomini che tte le persone di Resia oggigior-) conoscono o di cui hanno senio parlare. Ma non bastano cer-mente poche righe a descrivere resti uomini e nemmeno le loro te, tuttavia noi possiamo fare ilo questo: ricordarli e tramanda-ai posteri i loro insegnamenti e mmenso bagaglio culturale che hanno fatto ereditare. Ma la Val asia è vasta e tante sono quindi ate le persone che meritano un :cenno in questo articolo; di spa- 0 però ce n’è poco. Cosi ho pento di parlarvi di una sola perso-i, che ha dato alla nostra musica 1 alla nostra tradizione un imen-i apporto, sia come musicista sia, specialmente, come uomo. k Si tratta di Lettig Giovanni Iuri, nato nel 1905 a Stolvizza e morto nel 1983, all’età di 78 anni. Ma che cosa ha fatto Giovanni? Perchè tutti noi lo ricordiamo? La risposta è facile: quest'uomo è stato fra i rappresentanti più significativi della tradizione musicale di Stolvizza, egli cioè suonava il violino. Certo, in quegli anni molti sape- vano suonare il violino, ma lui, assieme a pochi altri, lo suonava divinamente. Giovanni, chiamato familiarmente "Gjoven ", ha imparato a suonare il violino in giovanissima età, e cioè attorno ai 14-15 anni, senza l'aiuto di un insegnante, ma da solo; e tutti sanno quanto sia difficile imparare a suonare uno strumento senza l'appoggio ed i consigli di una mano esperta; ma lui ci è riuscito. Ci sono state altre persone che come lui hanno imparato da autodidatta e non bisogna certo dimenticarli; a questo proposito ricordiamo un’altra persona, che è stata molto amica di Giovanni, ed è stata anche partecipe ad alcuni avvenimenti della sua vita: si tratta di Pielik Domenico Piezač. Bisogna inoltre pensare che in quegli anni i giovani di tempo libero ne avevano molto poco a disposizione; la mattina si dedicavano infatti allo studio, mentre poi dovevano aiutare la famiglia ed il tempo per suonare lo rubavano la sera prima di andare a dormire, nonostante la stanchezza di un'intera giornata. A 20 anni poi Giovanni si è sposato ed il tempo si è ridotto ancor più: l'arrivo immediato del primo figlio e successivamente di altri tre, non gli han certamente fatto venir meno la passione per il violino e neanche la successiva infermità della moglie gli ha fatto perdere il coraggio e la volontà di continuare a dedicare parte del suo tempo alla musica. La famiglia tuttavia è rimasta sempre al primo posto e Giovanni, solo dopo aver assolto agli impegni familiari si è dedicato al suo amato violino. Non bisogna dimenticare, inoltre, che doveva pensare a sfamare la moglie ed i figli e quindi lavorare. Questo non era certo un problema, ma gli anni della miseria e la mancanza di lavoro si. Per poter lavorare bisognava spostarsi continuamente se non addirittura trasferirsi. Tutti sanno inoltre coni'è difficile accudire una famiglia in cui regnano malattie, una famiglia con tante bocche da sfamare, una famiglia, infine, in cui tutto, compresa la vita dei tuoi cari, dipende da te. Così Giovanni, dopo aver lavorato come venditore ambulante, si è dedicato completamente all'attività di arrottino. I numerosi impegni non terminavano tuttavia qua: infatti, egli ha anche partecipato attivamente alla vita sociale - politica di quegli anni, contribuendo alla formazione di un importante istituzione a Stolvizza, che è tuttora esistente: si tratta dell’Associazione Alpini. Gli anni sono passati inesorabilmente anche per Giovanni, fra continue lotte e sacrifici e un amore incondizonato per il violino. Neanche il periodo infelice della guerra, che Giovanni è stato costretto a subire per ben due volte, ha soppresso la sua musicalità; ed è questo il ringraziamento maggiore che gli facciamo, cioè che nonostante la vita travagliata e carica di sofferenze e dolori, è riuscito a creare, non solo in quegli anni, ma ancora oggi fra noi, un ricordo di se, come solo dei "piccoli grandi uomini" riescono a fare. Catia Quaglia PER LE AUTORITÀ’ IL TARLO ERA QUEL “DIALETTO STRANIERO” CHE BISOGNAVA ESTIRPARE H bastone e la carota dalla prima pagina jugoslavi, sorgono edifici molto belli e vistosi. 1) Ed ecco che il programma di edilizia scolastica va avanti, senza la minima considerazione per quella cultura locale che oggi sta a cuore di tutti, tanto che il "Messaggero Veneto" del 23 marzo 1951 ha occasione di declamare in questo modo: Festa del tricolore e festa dei bimbi di S. Pietro, di Azzida e di Tarcetta. Nei tre centri della Val Natiso-ne, l'altro ieri il Tricolore era a tutte le finestre e garriva nelle mani dei bimbi festosi, mentre l'eco degli inni alla patria, accompagnate da grida di evviva a Trieste e allTstria si spandevano per la campagna. Era questo un segno delle passioni che anima queste italianissime popolazioni. La festa dei bimbi, i loro canti ci hanno spiegato il segreto dell'amore per la patria che nel corso degli anni, in ogni occasione e sotto ogni denominazione, questi valligiani hanno sempre ripetuto.2) Tutto dunque andava allo stesso mulino, tantocché tutto questo lavorìo ci fa pensare che i promotori di tante iniziative avessero non pochi dubbi su una italianità così platealmente conclamata, ma che doveva essere sostenuta con il pratico sistema del bastone e della carota. Il tarlo che rodeva le nostre autorità, ammettiamolo, era quel dialetto straniero (di cui aveva parlato Caron a Montecitorio) che bisognava estirpare, se così ci é permesso di esprimerci, con le buone e/o con le cattive. L'attività politica era dunque complementare a quella spionistica e milita-re-squadristica. "Gladio" é stata sciolta il 28 novembre 1990. Era stata sciolta nel 1973. Lo dicono i giornali. La decisione sulla legalità dell'organizzazione "Gladio” - a prescindere dai sospetti collegamenti devianti - é riservata al Parlamento, che la metterà ai voti. La legalità dipenderà dunque dai rapporti politici che interverranno nella maggioranza di governo. Si voterà sì se si vorrà salvare Andreotti, no in caso contrario. Non verrà mai votata invece la legalità del III Corpo Volontari della Libertà, né quella delle successive varianti, come 1’"Organizzazione O". Nonostante che molte deviazioni siano state rese pubbliche. In realtà le due organizzazioni in questione, la "Gladio” e la "O" ebbero legami strutturali diversi con gli organi di Stato. "Gladio" era legata ai servizi segreti, la "O" direttamente all'esercito, tramite il V Comando Militare Territoriale. Cambiati i tempi, cambiati in parte gli scopi, cambiarono i metodi. Rimasero invece, in parte, gli uomini, tant’é che ambedue le organizzazioni ospitavano gerarchi e gregari ex fascisti. Nessuna violenza Contro gli Sloveni, proclamano gli osovani mons. Redento Bello e Dino Co-melli al "Gazzettino". Ci sarebbe stata, ammettono, una prudente arginazione; eravamo organizzati ma con scopi preventivi di sorveglianza per impedire infiltrazioni e movimenti sospetti, e così via. E il processo per la banda armata di Prestento? E la storia del partigiano Bon a Ruttars? E quella del partigiano Andrea Jussa a Ponteacco?, per citare solo i tre fatti più gravi. E forse il delitto più grave, quello di aver schiacciato con la perfidia politica, con l'astuzia corruttrice e con la persecuzione armata ogni germoglio culturale di una piccola e pacifica minoranza, sostanzialmente attaccata all'Italia, minoranza che non aveva niente da spartire con le opposte mene espansionistiche del-l'una e dell'altra parte. Le colpe storiche vanno cercate in tutte le direzioni. Fatto sta che l'Italia permise che le sue forze armate armassero un esercito clandestino in barba ai trattati di pace ed alle regole internazionali, spingendo le proprie armi perfino a Trieste, Pola, ecc., oltre la linea di demarcazione concordata a Belgrado nel giugno 1945, provocando con questi atti ulteriori tensioni estreme sul confine orientale. Paolo Petricig 1) e 2) D. Pittioni - La Guerra Fredda Il perico della peste panslavista Ecco una musica che non ci appare nuova perchè l'abbiamo sempre sentita in occasione delle indagini ministeriali sulla situazione linguistica della Slavia friulana. Al tempo della commissione Cassandro venne nei nostri comuni propagata dal sen. Beor-chia. Il "modello" è del Messaggero Veneto in data 27 dicembre 1947: Bisogna che il governo anzit-tutto tenga rigorosamente separati dagli Slavi quelli del Nati-sone e del Cividalese: non solo non hanno da entrare nelle statistiche che poi servono a rovinare l'Italia, ma debbono essere guardati con la massima cura dalla peste panslavista e comunista. Essi, italianissimi di fede, hanno diritto di proclamare sulla frontiera, dinnanzi agli stranieri prepotenti, il principio democratico della nazionalità, contro il razzismo panslavista, d’origine tedesca. (da D. Pittioni - La Guerra Fredda - 1989) Le tre fasi defl’Osoppo tricolore Dal riarmo dei più fedeli osovani alla costituzione di una organizzazione militare segreta Un susseguirsi di sparatorie e lanci di bombe Nell'aprile 1946 gruppi di "tri-coloristi'' varcano ripetutamente la linea di demarcazione. I carabinieri interrogano i genitori che avevano mandato i figli in Jugoslavia per un breve periodo. I carabinieri sorvegliano insieme a civili armati persone che lavorano in Jugoslavia e che vengono a casa per brevi visite. Proseguono le intimidazioni e le violenze ai danni di abitanti di frazioni vicine al confine da parte di elementi "tricoloristi" che varcano la linea di demarcazione. A Clodig, in agosto, viene devastata un'osteria il cui titolare aveva messo a disposizione il locale per una festa organizzata da elementi di sinistra. Si distribuirono armi ai "tricoloristi" nelle frazioni di confine II 30 settembre viene devastata un'abitazione a Cosizza. Vengono malmenate e picchiate la padrona di casa e le due figlie, una delle quali riporta ferite al volto. Nei giorni dal 10 al 13 ottobre vengono segnalati vari atti di violenza in tutte le Valli del Nati-sone. A Cosizza viene lanciata una bomba contro l'abitazione di un ex partigiano sloveno. In varie frazioni di Drenchia si susseguono sparatorie e lanci di bombe a mano. Il 13 novembre vengono segnalate frequenti sparatorie nelle Valli del Natisone per opera di "tricoloristi" armati. I loro centri sembrano essere Scrutto e S. Pietro. L'8 gennaio 1947 si dà notizia di movimenti di armi in tutte le Valli del Natisone e in particolare a Merso e Matajur. Vengono segnalate esercitazioni svoltesi negli ultimi giorni dell'anno sulle pendici del Matajur. Tra gli organizzatori dell'attività "tricolori-sta" viene segnalato ancora Aldo Specogna. Per Capodanno a Cosizza vengono arrestati da un gruppo di civili armati due giovani di Mezzana. Vengono picchiati e consegnati ai carabinieri di Scrutto, che li portano alle carceri di Civi-dale. PRIMA FASE: OSOPPO-FRIULI (BIS) Nel gennaio 1946 si riuniscono con il loro comandante Luigi Olivieri gli esponenti dell’Osoppo Friuli. Gli assegnarono l'incarico di riarmare in segreto i più fedeli osovani e simpatizzanti. Di questo venne informato il generale di Corpo d'Armata Raffaele Cadorna, capo di Stato Maggiore dell'Esercito. Si ricostruirono alcuni reparti con armi nascoste e non versate nel giugno 1945. Dai 2150 uomini dei primi mesi si passò ai 4484 del settembre 1947, all’entrata in vigore del trattato di pace. SECONDA FASE: 3» CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTÀ Nel frattempo la Osoppo-Friuli cambiò nome e divenne 3° Corpo Volontari della Libertà, cui aderivano "alementi sicuri di tutte le tendenze, escluse naturalmente la comunista e la socialista ". L'organizzazione del Comando Militare Territoriale, ha il suo comando presso l'ufficio Monografie. Dopo gli incidenti di confine dell'aprile 1948, nel periodo delle elezioni, il 3° Corpo cambiò ancora nome e divenne Volontari Difesa Confini Italiani Vili. Insieme al comando della Divisione "Mantova" elaborò uno studio che avrebbe richiesto 10.000 uomini. In novembre suddivise la zona operativa in settori. La sezione informazioni venne assegnata al colonnello Giuseppe Cosmacini, originario di Sorzento. Nel marzo 1949 il generale di Corpo d'Armata De Casti- Non vale dire che l’Istria, che Trieste, che Gorizia sono paesi italiani sotto a tutti gli aspetti, finché la diplomazia può adoperare l’argomento che sul loro territorio ci sono degli Slavi. Questi Slavi bisogna eliminarli, ma col benefizio, col proqresso e colla civiltà. Lasciamo per ora gli Slavi del-l'Istria e del Carso ed occupiamoci di quelli del Friuli orientale, e più particolarmente di quelli della provincia di Udine che occupano una parte della montagna orientale. glioni esaminò l'opportunità di trasformare l'organizzazione in organismo militare segreto. Lo studio, approvato, venne inviato allo Stato Maggiore dell'esercito. TERZA FASE: "ORGANIZZAZIONE O" Riunione, sulla base delle direttive dello Stato Maggiore dell’Esercito, con il col. Olivieri e Del Din, del generale di Corpo d'Armata de Castiglione, del sottocapo di Stato Maggiore dell'Esercito gen. Manarini, presenti altri colonnelli, fu concretata la direttiva di trasformare il corpo V.D.C.I. Tutte le persone civili di questa colonia slava sono ormai italiane di lingua e di civiltà, e non ri-sguardano lo slavo che come un dialetto rustico da parlarsi in villa: anzi anche i contadini e montanari slavi conoscono ormai tutti il dialetto italiano della provincia. La trasformazione si è andata operando da sé colla civiltà; ma quest'azione può essere accelerata da cure particolari. Ora, queste cure è un dovere nostro adoperarle, vista l’importanza degli effetti che se ne potrebbero conseguire. Vili, in una organizzazione militare segreta, che fu denominata "Organizzazione O" con il comando presso il V. comando Militare Territoriale. Vennero fissate direttive, entità e compiti, reclutamento, trattamento economico, centri di presentazione, ecc. Alla sezione materiali viene assegnato il capitato Aldo Specogna, originario di Vernasso. Per la mobilitazione venivano utilizzate le strutture militari e gli armamenti ufficiali, i distretti ed i comandi dei carabinieri. Per l'emergenza dell'autunno 1953 (dissidio fra Tito ed il governo Pella) vennero date disposizio- Supponiamo che tutti i giovanetti slavi che appartengono alla provincia di Udine sopra Cividale, Faedis, Attimis e Tarcento e nella Valle di Resia venissero istruendosi alla lingua e coltura italiana, e che in quelle Valli si leggessero libri popolari italiani, è certo che la trasformazione sarebbe accelerata, e che colla nuova generazione si parlerebbe la nostra lingua da per tutto. Questo fatto influirebbe gradatamente in tutta la valle dell'Isonzo, non soltanto sulla sponda dritta, ma anche sulla sponda sinistra. ni per l’armamento essendo passata 1' "Organizzazione O" al comando del V Corpo d'Armata. Vennero richiamati tutti gli ufficiali presso i comandi delle divisioni "Mantova" e "Folgore" e la brigata alpina "Julia" e poi la "Cadore". Vennero collocati in congedo il 15 dicembre 1953. Dal 1954 al 1956 l'Organizzazione svolse un’attività di "routine", con truppe e compiti ridotti di carattere preventivo ed interno. La "O" venne sciolta, con disappunto dei militanti, il 4 ottobre 1956. Rimase lo spirito che l'aveva animata. Ma pochi giorni dopo venne costituita la Gladio. Ci sono tempi nei quali per di-fendre i confini della nazione si adoperano le armi; e ce ne Sono altri in cui s'adopera la parola educatrice ed il progresso economico. Ora è il momento di adoperare quest’ultimo mezzo, special-mente in Istria e in Friuli. Bisogna camminare in file serrate alla conquista dei confini della propria nazionalità. Avrà ragione in questo caso chi sarà più civile, più vigilante, più attivo e saprà associare tutti i mezzi a raggiungere lo scopo... 51 Vengono alla luce le armi della “Gladio" presso la casa di Gusto Mokeš Verso un’assimilazione accelerata La seconda parte del famoso editoriale pubblicato sul “Giornale di Udine” I TEMI PROPOSTI DAL RECENTE CONVEGNO DI ALGHERO SU ENTI LOCALI E LORO RUOLO PER LE MINORANZE nel cuore degli statuti La cronaca del convegno ha offerto anche una bella serata di canzoni catalane Tutela Riprendiamo il discorso sul convegno nazionale di Alghero, che aveva per tema Enti locali e loro ruolo per le minoranze linguistiche d'Italia, svoltosi lo scorso novembre. Nella bella città di lingua catalana é stata messa a punto una strategia delle minoranze che consenta loro di far entrare le loro problematiche negli statuti, ormai in discussione, degli enti locali. Studiosi ed intervenuti hanno convenuto che esistono alcuni spazi importanti nei quali le minoranze potranno trovare ambiti di tutela dal basso di qualche rilievo, senza rinunciare alla battaglia parlamentare per la legge nazionale. Il settore che é stato considerato di rilievo primario é quello linguistico, che presenta aspetti particolari e quindi diverse possibilità di intervento. Andando al di là delle affermazioni di principio negli statuti, le commissioni dovranno entrare nello specifico sulla possibilità di esprimersi in lingua diversa dall’italiano, sia negli organi amministrativi che da parte del pubblico e del personale. La delicata questione delle assunzioni di personale di lingua di minoranza può essere risolta con formulazioni che non abbiano carattere discriminatorio e che rispondano ad esigenze giustificate dal punto di vista funzionale. Anche i simboli comunali, gonfaloni e stemmi, potranno essere oggetto di valorizzazione linguistica. Settori di rilievo sono quello della conservazione ed il ripristino della toponomastica e soprattutto quello della promozione culturale ed il sostegno delle attività delle associazioni della minoranza. Un apposito gruppo ha discusso le questioni riguardanti la scuola, dove é più decisa la competenza statale. Un primo suggerimento riguarda l'attività propositiva del Comune e quella operativa, in numerosi campi: attrezzature, strutture ed infrastruttre scolastiche, biblioteche e musei, attività extra- scolastiche, diritto allo studio, animazione culturale, educazione degli adulti, scuole materne, tempo libero, produzione di materiali didattici, insegnanti di appoggio. Altre linee, più generali: coordi- namento con altri enti pubblici, convenzioni con associazioni culturali che sviluppino programmi di difesa e valorizzazione della lingua e della cultura minoritaria, organizzazione di corsi di lingua e cultura minoritaria, rappresentanza del Comune negli organismi che svolgono attività di sperimentazione didattico-educativa per l’insegnamento della lingua e della cultura della minoranza. Non é cosa da poco. Il convegno ha preso anche atto della nutrita relazione del vice presidente della Provincia di Udine, Giacomo Cum. L’assessorato alla cultura e all’istruzione ha operato realizzando alcune leggi regionali sulla cultura, il diritto di studio, sulla cultura della pace anche in favore delle lingue minoritarie, sulla base di progetti finalizzati ad obiettivi verificabili. Cum ha ricordato l’opera svolta dalla Provincia per l’unificazione della grafia friulana, mentre va avviando, con l’approvazione deH’Amministrazione provinciale, una agenzia culturale interprovinciale che dovrà trattare i rapporti tra ente pubblico e minoranze. Notiziario minoranze Il Confemili informa Esame dei libri di testo della scuola d'obbligo Un gruppo di lavoro, coordinato da Giovanni Pezzoli, si é proposto di esaminare come nei testi di lingua italiana, storia, geografia, educazione civica siano trattati i problemi attinenti alle minoranze. Entro il 15 dicembre dovrebbe completare la raccolta dei testi da esaminare. Segnalare i testi al prof. Giovanni Pezzoli, corso XXVI febbraio 9, 11100 Aosta. Convegno sui problemi scolastici delle minoranze Dovrebbero esaminarsi contenuti, programmi, testi, metodologie della scuola dell’obbligo. Il convegno utilizzerà anche i risultati della ricerca sui libri di testo e dovrebbe svolgersi ad Asiago nei giorni 13-15 settembre 1991. La preparazione sarà curata dall'Istituto cimbro di cultura, in collaborazione con il Confemili e con la Regione Veneto. Premio di letteratura Comune di Thiesi (Sardegna) Il comune di Thiesi intende trasformare il già esistente premio di letteratura sarda in un premio destinato a tutte le letterature in lingua minoritaria, con la collaborazione del Confemili. 11 premio sarà articolato in tre sezioni, poesia, narrativa e teatro. Il comune di Thiesi sta realizzando anche altre importanti iniziative culturali. Finanziamenti Cee per progetti Dopo la delusione di numerosi progetti per i quali non é stato confermato il finanziamento. Occorrerà tornare alla carica: per il 1991 i progetti vanno inviati entro il dicembre 1990. Le domande vanno indirizzate al dr. Domenico Le-narduzzi - Task Force Risorse Umane - Comunità Europea - 200, rue de la Loi - 1049 Bruxelles, Belgio - tf. 0032-2-2354185 - telefax 0032-2-2364258. Per conoscenza va inviata copia a Donali O’Riagain -General Secretary EBLUL - 10, Hatch Street Lower - Dublin 2 -Irlanda tf. 00353-1-612205 - telefax 00353-1766840. Motivo logudorese (Sardegna) Najta jokat, sam vietar svobode Malo vic ko 'no lieto odtuod je umaru Josu Muguruza, adan od glavnih predstavnikov partije Herri Batasuna (Narodno združenje). Podkopali so ga u njega Euskadi (Baskovske dežele), ki jo je tarkaj ljubu an za katero, osvobojeno an samostojno, se je politično tuku. Biu je poslanec u Madridu, izvoljen v svojem partitu an tja seviede je muoru pogostu hoditi. Pa nazadnje pru tam, v glavnem španskem miestu je ušafu smart, neznani so ga ustrelili an takuo ga ubili. Jon Idigoras, tudi on predstavnik partije HB an poslanec v Madridu, je tako poviedu na dan njega pogreba pred kaselo: "Smo šli v Madrid kot nimar, samuo za se pametno poguorit an gledat imiet kar nas čaka an je naše. Pa odgovor vlade Feli-pe Gonzalesa nie znu bit drugačen ku ubit pru tistega, ki je mier oznanju ". Kot vidimo tarde besiede pru-ot Španki vladi, ki za Euskal-donce (Baske) je kriva tele smarti, za nje je jasno, de so ga oni ubili. Brez se sada utonit v težavah an potriebah Eusker-skega naroda an če pustmo nomalo par kraju tiste, ki so moje osebne misli o daržavnih mejah an o zastavah, bi tle na Novi Matajur prepisu po slovensko zanimiv članek (bi na teu reč interesant artikul), ki sam ga prebrau že nomalo cajta od tie-ja o smarti Josuja Muguruza. Tala želja mi je skočila gor za dva glavna ražona. Parvo, ker mi druz Slovenci (predvsem naši beneško slovenski politiki, ki bi imieli dati do-bar vzgled ljudem...) bi imieli samuo pogledat kakuo drugje ljubijo suoj narod an so ponosni za kar so, ljubijo svoj izik, svoje koranine an svojo kulturo, brez se nikoli predat. Drugo, ker poznam nekatere prijatelje Euskaldonce, ki tam živijo an se kulturno-politično tučejo za svoje pravice. Takuo bi teu njim posvetit tele moj spis an pruzapru jim želiet deb" mogli še iti dugo zdravo napri po teli poti. Viem, de dober kos svojega fraj, prostega cajta oni so na ciesti an pogostu se muo-rajo ukvarjat an se postavjat represivni policiji. Tel je članek! Egin, 23. novembra 1989 NIE NIČ RATALO JOSU. BOMO UDOBILIt Kar je umaru Jabier Galde-ano an nas je zadeu obup, čuli smo drage an sladke besiede močnega glasu, ki so nas pretresle an zganile, so nam storie ustat an iti! "Nič nie ratalo, bomo udobilir. Bile so besiede Josuja Mugu-ruze. Včera, pet liet potle, Meri-be, Galdeanova iena, nam je le tele besiede ponovila s tisto močjo pred vratih občinskega doma v Bizkaji (Bilbao). Ries je, da nie nič ratalo Josu. Samuo ubili so te, nazaj so nas zadieli an glaboko ranili, de se še enkrat na puno kupe zberemo an zauečemo v luht na vso muoč, de nie pru nič ratalo, Josu! Ljudstvo, veliko ljudstvo Josu. Taužinte ljudi, ki so si brisali souze tenčas, ki so čakali, de zadnjo jim prideš pred oči an pred vietram so spuščali njih zastave. Taužinte ljudi, ki kar so zagledali tojo kaselo so uzdignili če-parno roko z zapartimi, stisnjenimi parstmi an so zadarli glavo za te pozdravit. Puno ljudi, Josu. Ljudstvo, ki s svojo veliko udeležbo an z vso svojo močjo, nas časnikarje je parsililo, de takuo napišemo od tojga nastopa včera v Euskadi “velik topel an čuten zadnji pozdrav". Naslov seviede, ki ti malo bojazljiv nisi biu teu ampa, ki včera kot vsakikrat, ki naš narod se varže na desto za sparjet adnega od svojih nar-buj parljubljenih sinov, samuo tajšan je mogu bit, ne drugačen. Zaki včera Bizkaia se je začutila an stresla pred tabo, Josu an brez obednega špota marskajšan je joku an nie zadaržu suzi. Joku je tojo zlomljeno mladuost, tvoj odri-ezan jutri, ki ga na bo vič. Žalostni an ujokani ljudje so se objemali, kupe se tolažli an se dajali kuražo. Možje an žene so se zbrali pred tabo včera v Bizkaii za klet an far-damat toje morilce an še an-krat se zbrat kupe an dobit guorše moči. Brez konca je bla varsta ljudi, ki so paršii te gledat v občinsko dvorano an vidli so te v tvojem snu. Vsakega je videla an pozdravila tudi Ele-na, tvoja draga ljuba, vsakega je videla an pozdravila za te an se vsakemu posmejala. Atu so bli toji narbližjl parja-telji an tisti, ki od sada tajšni bojo za nimar. Atu so bli tovariši tvojega partita tarduo zajeti v sarcu ampa ravno pred tabo postavjeni. Od zuna je kajšan sam na okno parsta-vu našo zastavo pru takuo, kot tebe je bluo vseč. An kadar sonce je gasilo an na Bizkaio je padau mrak, je ljudstvo zadnjič zarjulo an te pozdravlo v svojem iziku: AGUR. Posluši, atu s tabo so s sar-cam bli narblizu tebe, tudi toji preljubljeni borci, ki so sada zaparti v zaporu an sami. Narvič so pru oni te častili z njih borbo an s tar-plienjem. So bli an smo bli vsi. Zaries bi se biu ti ustra-šu, deb' živ bi muoru hodit med tako stiskanje ljudi. Atu sta bla toja dva bratta. Se pustit je nimar težkuo, kot težkuo je bluo napisat tele besiede. Pa take besiede so tiele samuo pokazat vse čustva, ki včera si nam stuoru ti doživiet s tvojo smartjo. Čustva, ki so na stran žalosti an tarplienja, kar so nas vezale le tiste misli an prepričanje, trošte an upanje. Ampa takuo, ki je pravu Jon Idiga-ras, ki s tabo je dielu jasno je ostalo: “Na stuojse bat Josu, bomo poviedli tiste, ki je jau Mac Arthura, kar je muoru uteč od Filipine - Pridmo nazaj -. Anta narlieuš je, vieš Josu, ki nazaj je paršu an udobiu je ufsko. Kar umarjem na stuojta nizko dol daržat oči, nikoli ne bom pod zemljo gledita v luht sam vietar svobode. Tuole je na velicim pisalo na plakatu za tabo. Adriano LE CURE NELL’ETÀ1 LONGOBARDA IN UNA RELAZIONE DI FRANCO FORNASARO Medicine d’altri tempi Nasi suolarji mislejo na domaci turizem veniva costruita L'ossatura era costituita da un palo centrale di 6-8 metri (stažje -stožje) e da quattro assi posti a sostegno di quello lungo, obliquamente poggianti al terreno (osto-ge). Tale impalcatura, senza uso di chiodi o fil di ferro, era tenuta saldamente insieme da una ritorta {trta) e da quattro cunei (klini). Il fieno non doveva poggiare sulla terra nuda. Onde evitare muffe e marciumi si preparava lo "dnišče ", specie di grossolano materasso vegetale di tronchetti e frasche. L'ondulazione del terreno più adatta era quella leggermente convessa. La preparazione del cappello (klobuk) era generalmente competenza degli anziani. Essi operavana all'ombra di maestosi castagni, scelti come luogo di soggiorno per i falciatori, intrecciando abilmente frasche di castagno (le più idonee), disponendole a raggiera ed a forma di ciambella. La quantità di fieno da sistemare, le materie prime disponibili e la capacità dell'operatore determinavano le varie differenze di forma della kopa. Così venivano definite panciute (trebuhjaste) o snelle (ročne) a seconda che imitavano il fiasco o la bottiglia. Le dimensioni piccole erano tipiche delle zone alte di montagna e di elevato frazionamento fondiario, dove anche il klobuk classico, come sopra descritto, veniva sostituito da frasche di altre essenze vegetali o addirittura con zolle di terra. (Si vuole ignorare il fatto che in tempi recenti il klobuk è stato sostituito da fogli di plastica). Tra la cava ed il monte Barda del percorso naturalistico del monte Roba è visibile, al naturale, una struttura della kopa. Renato Qualizza NEDIŠKI ZVON oddaja o življenju in kulturnem delovanju beneških Slovencev Vsako saboto ob 14.10 na valovih Rai-Radio Trst A Vodijo: Giorgio Banchig Luciano Chiabudini an Ezio Gosgnach Introdotto dall'assessore alla cultura di Cividale Zanutto, Franco Fornasaro ha tenuto recentemente nella città ducale una conferenza sul tema "Quali cure ai tempi dei Longobardi?", argomento interessante, vista l'attualità storica che questo popolo ha attualmente e considerato il grande apporto culturale che Fornasaro (studioso e uomo di cultura, oltre che farmacista) offre nelle sue relazioni. Ispiratosi principalmente all’Ffi-storia Langobardorum di Paolo Diacono, ad alcuni testi di medicina antica e ad alcune osservazioni fatte in numerose ricerche, Fornasaro ha inizialmente ricordato l'interpretazione restrittiva che si dà alla storia dei Longobardi, che inizia ufficialmente nel 9 dopo Cristo. "La storia della medicina -secondo Fornasaro - ha altro passo rispetto a quella economica e politica. Pur prendendo in esame il periodo che va tra il 500 e l’800 dopo Cristo, non potrò non parlare anche del periodo precedente e di quello seguente'. Anche se del periodo "baltico-pannonico" non si sa nulla di preciso, secondo il relatore i Longobardi, che fanno parte dell'alveo dell’etnia germanica, possono anch’essi essere studiati con lo stesso metro con il quale sono studiati i Germani, in particolare per la medicina. "Si può allora affermare che sono an-ch'essi un popolo nomade - ha proseguito - e come tale avevano una notevole conoscenza di medicina popolare, di alcune piante medicinali: in quelle spontanee trovavano una fonte di eventuale Franco Fornasaro cura e un sostentamento alimentare. A queste conoscenze si aggiungevano quelle del frassino, con le cui cortecce, foglie e rami controllavano alcuni stati di gotta e infiammazioni delle articolazioni in genere. Arrivati in Pannonia - prosegue la ricerca di Fornasaro - i Longobardi si sono trovati a contatto con due tipi di culture: quella occidentale e quella orien-, tale. Quelli, per la storia della medicina, furono tempi di involuzione e di notevole regresso, concomitanti con il declino dell'Impero Romano d’Occidente. A salvare le basi scientifiche di tutto il sapere, in Italia sopratutto, fu il monacheSimo, mentre in Oriente Bisanzio diventava il centro della cultura medica europea. In questo ampio panorama si svolge la stagione terapeutica dei Longobardi. Diacono racconta di numerose pande- Veselica y Oblici Jutre, petak 14. dičemberja, bo v Oblici (Sriednje) okuole pete popudan liepa fešta za vse tiste, ki žive v telim kamune an so nomalo parlieteh pru takuo za otroke, ki hodejo v osnovne šuole. Fešto je organizala sre-denjska občina an na pomuoč je poklicala vse budgarje an oštier-je telega kamuna. Vsi so zvestuo dal no roko, za de fešta bo buj liepa. Veselica se začne s sveto mašo an potlè puode napri v gostilni "Al ritrovo ", Praznik v Dre Takuo, ki je že ratala tradici-on, an lietos dreška kamunska aministracion organiza pred Bo-žicjam praznik za starejše občane, ljudi. Veselica bo v nedieljo 16. decemberja popudan v prostorih šuole pri Trinku. An lietos na bo manjkalo ne za diet kej pod zob, ne za kej v družbi par-jateljev popit an v dobri, veseli atmosferi preživiet no nedieljo popudan. Sigurno bo vzdušje te pravo an pride an voj a za kajšno zapiet, zatuo najta manjkat. mie devastanti, spesso precedute o seguite da gravi carestie, soprattutto di peste. I più fortunati, come rimedio contro tali infezioni, usavano salvia, cipolla, aglio e il cosiddetto vino di S. Paolo a base di enule. Altra epidemia era la lebbra. L'unico rimedio plausibile era il timo, una di quelle piante aromatiche che hanno azione antisettica spaventosamente attiva. Alcune malattie della pelle o agli occhi venivano curate anche in chiave mistico-religiosa con oli e unguenti chiamati di S. Benedetto, di S. Martino. Sembra che i Longobardi conoscessero molto bene l’uso dei veleni, in particolare derivati da qualche serpente e da alcune piante tossiche. Come antidoti si usavano la genziana, l’eupatorio o l'agrimonia. Diacono parla anche di febbre; come rimedio si usavano l'edera rampicante e l'aglio”. La relazione di Fornasaro si é conclusa con un breve accenno al Friuli, che nella prima parte della dominazione longobarda é percorso da epidemie di malaria, lebbra, peste, con conseguenti carestie. Quasi con certezza ci furono degli stabilimenti ospedalieri, uno sicuramente per lebbrosi a Cividale, in S. Lazzaro, ed uno a Leproso. "I Longobardi - ha concluso Fornasaro - non chiusero la loro storia con l'esilio e la morte di Adelchi, ma vissero ancora un periodo alquanto fecondo nel meridione d'Italia, promuovendo studi a Salerno, Benevento, Caserta, e dando nuovo impulso alla scienza medica". Božič: ka’ šenkamo lietos? v Na pomuoč vam pride zadruga Lipa iz Spietra s svojo ponudbo La “kopa”: ecco come An moment nagrajevanja Takua, de an lietos pride Božič. Manjka malo dni do telega liepega praznika an vsi študiera-mo, ki luošt ta pod božično drevo za naše te male, za naše par-jatelje. Božič nie samuo tuole, pa je an tuole an če šele na vesta ki šenkat vašim parjateljam, 'no idejo vam jo damo medruz: pokukajta v Beneško galerijo v Špietar, kjer zadruga Lipa ima svoji kotiček. Tle ušafata nomalo vsega: skliede, buče vsieh mier, škudiele, ki jih runajo v la-boratorju zadruge Lipe. Ušafata tudi knjige, muzikasete, grafike... Četa no lepo idejo za vaše te male? Šenkita jim knjigo "Zimska pravljica", ki jo je napisala Mjuta Povasnica. Za te velike je pa zadnja muzikaseta, ki se je rodila tle v naših dolinah: "XVII Senjam beneške cerkvene pies-mi", kjer so vse piesmi, ki so jih zapiel naši pevski zbori na teli liepi manifestaciji. Ancor prima di fare il militare "alpino” o di praticare lo sport dell'alpinismo, il giovane di vai Natisone faceva la sua prima "discesa in corda doppia" nel portare a termine la costruzione della kopa. Precedentemente (da bambino) era stato affascinato nel vedere il genitore sul mucchio di fieno, dalla caratteristica forma, innalzarsi sempre più verso il cielo. In modo imperioso nel suo intimo sorgeva la domanda: come farà a scendere il papà? Alla costruzione della kopa partecipavano tutti i familiari con prestazioni specifiche e no. Bisognava rastrellare e portare il fieno vicino. Una persona si incaricava di collocare il fieno sul mucchio ancora informe. L’azione di modellatura e di compressione veniva esercitata da chi ci stava sopra. Un collaboratore da terra aiutava a rifinire l’opera: precisi colpetti di rastrello usato a rovescio, seguiti da leggere "pettinature", toglievano il sovrappiù di fieno per ottenere massa consistente, pendenza regolare e la forma desiderata (metat, skladat, tuč, partukat, odgrabjat, odpulit). Tolo kopo so runa1 v Dreki. Na nji Je Tona M ehellnu (lz arhiva N M) turistično ustanovo so pa skarbi-el ravnatelji sriednih šuol. Študenti so z njih dielmi pokazal, de imajo zaries dobre ideje an "giuria" (Giovanni Pelizzo, Cirillo Jussa an Daniele Rucli -njega je bla ideja telega natečaja an za tuo so ga vsi pohvalil) je imiela težave vebrat te narlie-uše. Odločil so dat vsaki šuoli 500.000 lir, glih tarkaj ku sried-nji šuoli "De Rubeis" - Premari-acco, ki je udobila natečaj. Županom, odborniku Giovan-nu Pelizzo an Danielnu Rucli so pa šenkal kartele, kjer so ble kopije od slik, ki so jih za telo par-ložnost napravli Jussa, Vidoni, Darko, Benedetti an Jod. "Okolje, ekologija an turizem v Čedadu an v Nediških dolinah", tel je biu naslov natečaja, ki ga je bla organizala Turistična ustanova an na katerem so sodelovali otroci, ki hodejo v sriednje šuole telega teritorja. Tele dni je bla v čedajskem konvitu premjacjon, nagrajevanje. Muormo še poviedat, de so dal 'no roko umetniki Jussa, Vidoni, Darko, Benedetti an Jod, ki so šenkal adno sliko vsak; občine čedajskega območja an Nediških dolin, ki so diele kupe sude za adno "Borso di studio ". Finančni prispevek je dala tudi videmska pokrajina. Za povezovanje med šuolarji, občinami an ’/vEfjfo 1 Nista oče in sin Zadnjič je v članku o naših prijateljih z Livških Ravni, na vrhu Kolovrata, prišlo do pomote. Vladi Matelič ni sin Antona Hrasta, poznan kot Kika, kot smo napisali pač pa samo njegov sosed. Obema, in seveda tudi vsem našim bralcem, se opravičujemo. Še enkrat Vladija in Kika pozdravimo in jima voščimo vse najboljše in predvsem, da bi še dolgo sledila "z vrha" dogajanju pri nas v Benečiji. Božični prazniki se že parbližavajo. Vetrine so pune vsakih sort liepih an dobrih reči. Sevieda tudi dragih. Tudi tu vetrin velike tratorije so bli lepuo par-loženi petelini, peršuti, salami, gubance an druge specjalne jedila. Tonca, ki je biu lačen, saj že dva dni ni jedu, se j' ušafu kuražo an je stopu v tratorijo. Se j' usednu za mizo lepuo parpravljeno an pogarnjeno z bielim ta-vajučam an začeu kuazo-vat, čeglih ni imeu fenika tu gajuf. Dvie ure so mu nosil na mizo. An takua se j' biu najedu, de glih tarkaj, de ni poknu. Potlè j' kuazu dobar kafè z žganjam, poklicu gospodarja an mu povie-du, de nima sudu. - Pa ne stuojte se bat, iman 'no idejo za vam plačat muoj duh. Počakte dvie ure, grem gor na te veliki plac, upekjam tarkaj ki imam vam dat an parnesem hitro tle. - Ne, ne bom čaku še pet minutu - odguori gospodar - nič ne viem ai pridete nazaj. - Ben nu - j' jau Tonca -če se na fidate na me, pridite pa z mano an ku upekjama kar sam vam dužan, bo vse vaše. - Kaj ste znoreu? Kaj mislite, de ist grem za vam pekjat za imiet moje sude? - Ja, ja, sam zastopu, de vas je špot pridit za mano zak sem slabo obliečen -mu je odguoriu jezno Tonca. - Daj tle na mizo vam Jožem muoj klabuk an bieš-te pa sam pekjat!!! KUO JE LEPUO “FIFAT” PO STARIH ŠKATLAH AN TRUGJAH PO HIŠAH NAŠIH NONU Filomena Blevtova praznuje 90 liet V saboto 15. dičemberja nona Filomena Prapotnich - Blevtova iz Lombaja bo praznovala 90 liet življenja. Nona Filomena se je rodila lieta 1900 v veliki Picinovi družin go par Trinkih. Vsieh kupe je bluo devet otruok: Zaneto, Vittoria, Pavla, Matilda, Maria Ele-na, Poldo, Gilda an ona, Filomena. Lietos, tu an par dni, so ji umarle dvie sestre, parvo Matilda, ki je bla šla za neviesto v Goltinovo družino na Praponco an potlè Maria Elena, ki je živi-ela ta par hčeri v Franciji. Ta- kuo de seda od velike Picinove družine je ostala živa samuo še ona, Filomena. Filomena živi kupe s sinam Nisiam, nimar pa jo hodejo gledat tudi hčere Ersilia, ki živi v Dolenji Miersi an Alma doz Vidma. Na njih drago mamo študie-rajo tudi druge dvie hčera, ki deštin jih je peju proč tle od tuod: Maria, ki živi v Argentini an Vilma pa tu Kanadi. Nuna Filomena, vsi mi, kupe z vašo družino vam želmo še puno liet zdravih an veselih! 18. NOVEMBERJA PRAZNIK KOŠKRITU LIETA 1934 ŠPIETARSKEGA KAMUNA EMjn/i ed il val M di DORGNACH RINO & C. sas S. LEONARDO - VIA ČEMUR TEL. (0432) 723010 FAX: (0432) 723010 Vošči vesele praznike in se priporoča! KUHINJA: središče vašega stanovanja. Načrtujemo in nastavimo zidane štedilnike iz izbranih materialov po kakovosti in trajnosti. 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SO bli otroc Kar Lahovi Ljudje, ki so paršli v določena lieta, se vsi radi videjo, kajšni so bli, kadar so bli mladi. Mi take fotografije radi publikavamo, pa tudi brauci nam jih radi parna-šajo, kadar jim iz kajšne škatle pridejo pod roke. Pomislite. Tole fotografijo nam je parnesla tista mala čiči-ca, ki stoji na fotografiji, med mamo in tatam. Je Anna Vogrig - uduova Predan in ima sada 52 liet. Živi s sinom, Silvanom, v Fratta (Romans d’Isonzo). Parvi z leve je Pasquale, ki je pred kratkim paršu (po štiridesetih letih) obiskat svoje ljudi in rojstne kraje iz Argentine. Drugi za njim je brat Renzo, potem Valentino (Tinčic), zadnji je pa Giuseppe (Žefic). Sedita mama Na-dalia in tata Tonin. Od sedmih, ki so na fotografiji, so ostali živi še trije: Pasqual v Argentini, Tinčic v rojstni hiši, na Dolenjem Bardu in Anica v Romans d’Isonzo. Umarla sta brata Renzo in Žefic, mama an tata. Buog jim daj venčni mir in pokoj, živim pa zdravje in srečo. P.S. Skuoze okno jih špega mala Pia Marinig - Uekova, njih sosieda. 56 liet življenja an spominu Lan, kar so se pustli, so bli j al: "Se srečamo spet druge lieto”. An takuo je ratalo. "Puobje" an "čeče", ki so se rodil lieta 1934 v špietarskem kamunu so se spet srečal vsi kupe v nediejo 18. novemberja. Lan so se zbral v Klenji, v majhani cierkvici Svetega Antona, lietos so vebral drugo našo lepo cierku, tisto od svete Doroteje v Petjaze. Ko so šli zjutra pruoti cierkvi, ki stoj gor za vasjo, so čul veselo škampinjanje: ja, so pru njim, koškritam lieta 1934, škampinjal an že tuole jim je sarce odparlo. Ko so paršli v cierku, je bluo drugo presenečenje, druga sor-preža: čaku jih je an pieuski zbor, ki jim je pieu vso sveto mašo. Mašavu je monsinjor Gino Paolini, ki jim je naredu pru lepo pridgo. V teli liepi atmosferi se nieso mogli pa pozabit na tiste, ki so se rodil, ku oni, lieta '34 an na žalost jih nie vič na telim sviete. V njih spomin so zapiel ganljivo "Signore delle cime". Maša je paršla h koncu s tisto pesmijo, ki vsi tle po naših dolinah poznamo: "Liepa si Roža Marija”. Po sveti maši so se vsi podal v oštarijo na sred vasi, doh Adi, kjer jih je čaku dobar rinfrešk. “Puobi" an “tete" klaše 1934 Po rinfrešku so se naglo pejal gor h Škofu v Podboniesac. Kar so jim skuhal Bruna an Claudio je bluo zaries vse dobro. Liepa muzika, naša muzika, jih je spominjala na njih mlade lieta, na življenje v naših dolinah an vse tuole jim je storio pozabit za an par ur vsakdanje probleme. Sladak konac liepega praznika je paršu z veliko torto za vse ko-škrite lieta 1934, posebno pa za Ileo an Beppina, ki glih tisti dan so praznoval 56. rojstni dan. Priet ko zapremo tele dvie varstice napišemo, kar so nam kuazal napisat: koškrit lieta 1934 žele zahvalit monsinjorja Paolini, Petijažane, tiste, ki so jim škampinjal, čeče ki so v cierkvi preberiale, fotografa an vse tiste, ki so jim dal 'no roko, za de njih fešta je bla takuo liepa. Sevieda, druge lieto se spet vsi kupe ušafajo an tuole je kar jim vsi mi želmo: vsi kupe, zdravi an veseli, druge lieto an potlè še druge, an še druge... Minimatajur 8 - SCHEDA STORICA La nazione slovena Il Congresso di Vienna determinò nelle regioni slovene una sorta di compromesso fra la restaurazione feudale pura e semplice e la tradizione illuminata della monarchia prerivoluzionaria. In buona parte vennero conservate le divisioni amministrative francesi, cui corrisposero quelle ecclesiastiche. Nominalmente rimase in vita anche il Regno Illirico, senza però un seguito pratico. La monarchia conservò il proprio prestigio, mentre la nobiltà riprese alcune delle prerogative d’un tempo. Grande fu la funzione del clero, cui venivano affidate le scuole e la traduzione in termini popolari del messaggio politico della Corona. Presenti anche nelle regioni slovene alcuni gruppi liberali e democratici, senza che però dessero luogo ad attività cospirative. Ci fu anche un piccolo gruppo professatosi "carbonaro” a Lubiana, nel cui castello erano rinchiusi rivoltosi italiani, greci, ed altri dopo le sommosse degli anni Venti. In campo economico ebbero sviluppo le attività estrattive e metallurgiche con l’introduzione di macchine a vapore. Come in tutta Europa veniva sfruttato il lavoro minorile di bambini fin dai dieci anni, anche nei turni notturni. Nel 1818 venne varata la prima nave a vapore del mare Adriatico, la seconda del Medi-terraneo. Dopo le carestie del 1816 e 1817 vi furono degli sviluppi anche in agricoltura. Questi si possono riassumere nella diffusione della coltivazione del mais, della patata e di alcune piante industriali (barbabietola, canapa, lino, luppolo, ecc.) e nelle innovazioni nel settore della frutti-coltura (diffuse anche da edizioni popolari). Altra novità fu la divisione dei fondi comunali che ridusse i terreni a pascolo, determinando l'estensione degli allevamenti in stalla e lo sfalcio dei prati, ovvero una conduzione mista, cioè stalla e pascolo estivo. Ciò accadde anche nella Slavia Veneta. La popolazione, nonostante l’elevata mortalità infantile, crebbe, anche grazie SGODBE .SVETIGA PI.SMA 8 A M.L ìde liu d r. U ntmjhlìga prrflavil Mtuvih Ravnikar , Jtjht Jhole fi/ar/tk kraljev vu^htKik. TRETJI INO ZHETERTI DEI. SGODBE NOVIGA SAKONA. Od Krifhifoviga terpldnja do prihód» fvetiga Duhi. Apoftolfko djanje * ino zerkve perzhétik. 'V’ LJUBIANI, 1817. N» prodaj per Adamu Henriku Hohn», bukrevfcu. Le Zgodbe svetlga Pisma (Fatti della Sacra Scrittura). stampate a Lubiana nel 1817, conservate nella biblioteca parrocchiale di S. Pietro degli Slavi Pagina manoscritta della Zdravljica di Prešeren, con il segno della censura all'introduzione della vaccinazione. I rapporti feudali stentarono a conservare l’antica rigidità e spesso i contadini eludevano i loro obblighi. Dal punto di vista politico notiamo che il confine fra i territori ereditari della monarchia asburgica e quelli di nuova acquisizione (Regno Lombardo Veneto) cadeva all’interno dell’impero asburgico. Ciò favorì una maggiore intensità delle comunicazioni e degli scambi economici e culturali fra la Slavia veneta e le regioni slovene, la Carniola, il Goriziano, la Carin-zia e la Stiria. Lo prova il fenomeno del commercio ambulante (guziranje) dalla Slavia ai paesi dell’Europa centrale ed orientale. Lo prova anche la gran diffusione di edizioni slovene, soprattutto di letteratura religiosa ed edificante tramite il clero locale. Questi scambi culturali risultarono nel tempo tanto più importanti in quanto si verificarono proprio nel vivo di un dibattito culturale e politico molto intenso e che saliva di tono nei centri sloveni: Lubiana, Gorizia, Celovec (Klagenfurt). Riguardava fatti vitali per il popolo sloveno: la prima metà del XIX secolo vede infatti il superamento di una coscienza meramente regionale degli Sloveni, che si distinguevano fra loro perfino nominalmente in Kranjcj, Primorci, Štajerci o Korošci. Solo a questo punto, grazie alla cultura e all'istruzione e soprattutto all'animazione politica di uomini di cultura (pensiamo al Prešeren), si avvertì la coscienza della presenza di un unico popolo e si sviluppò un processo che si concluse solo nel terzo quarto del XIX secolo. Prima del 1848 vennero introdotte le espressioni Slovenia e Sloveni, che presero gradualmente luogo di quelle regionali. La coscienza nazionale spostò il dibattito sulla lingua. La diffusione dello sloveno significò non più solo risposta a funzioni pratiche, ma opposizione alla germanizzazione e perfino programma di riscatto nazionale. Il sostegno principale alla lingua slovena, in una realtà dove la lingua ufficiale era il tedesco, venne dal clero, che aveva uno spazio rilevante nella chiesa, nella scuola e nella società. Proprio al clero va attribuita l’alfabetizzazione slovena delle giovanissime generazioni e del popolo. Sul fronte laico si ebbero posizioni diverse, che si espressero anche nella battaglia sull'alfabeto e nelle idee sulla lingua. Sorsero delle teorie, come quella illirica. In presenza della forza numerica dei popoli slavi questa teoria considerava che erano quattro le lingue slave: il russo, il polacco, il ceco e l'illirico. Quest’ultima era, secondo quella teoria, l’unica lingua degli Slavi meridionali dalle Alpi al Montenegro. Bisognava dunque sacrificare le piccole lingue in favore delle grandi. Altra teoria fu quella panslavista, secondo la quale le singole lingue come lo sloveno altro non erano che dialetti. Vennero proposti anche nuovi alfabeti. A queste correnti si oppose la cerchia di poeti e scrittori raccolti attorno a France Prešeren (1800-1849). Egli assunse come mezzo di espressione la lingua del popolo e si propose di elevarla alle massime forme artistiche e letteraria. Nello stesso tempo intese elevare il popolo alle supreme espressioni dell’arte poetica. Prešeren si schierò con i democratici e ciò gli costò molte difficoltà nella professioni di avvocato. La sintesi poetica e politica di Prešeren può essere trovata nella Zdravljica (Brindisi) che é diventata poi l’inno del popolo sloveno. Nel nome di Prešeren si svolgono ancor oggi le giornate della cultura slovena. Prešeren collaborò a riviste letterarie dell'epoca, fra cui la Kranjska čbelica e vinse con i suoi amici la battaglia per l’alfabeto. Egli adottò la cosiddetta grafia gajica proposta da uno studioso sul modello di quella čeka. Fu questa la scrittura definitiva. Con minimi adattamenti, é in vigore tuttora. Si basò essenzialmente sulla sostituzione di alcuni digrammi con lettere portanti i noti segni diacritici. MP mssuiutm V. vi■;.r- SI’OKOKN’E DUS11E ' c ~ vjri *«•»•>a --a •:isrAS^ '• p, / arziu «WUWf rs^u.tajA^ 4 mm+ìU > • - ( »rtUMUiRS, 4 routajt' rojffojoxat, ' j* z' roxotm itaruatun stnxrr. ■ f' f # k” nati/ tih bukev fu Gnaljlvi Flrfikt Gofped Cofyod Fiur» KsAVtM Gari/hki b . rik/hi Shkof dot olili " ^ -— w. HA CAOUAJ >» RATE A *01X1 V* OOJUll IR Y*LUM*iRI i. . S V TU»U N4TUHIU U VlHDRAMI. V»8*?- La Skrinja nebeških zaklad za spokorne duše (Cofanetto del tesori celesti per le anime pentite), libro stampato ad Udine nel 1837 Inchiesta e dialetti Alla relazione sugli usi, le tradizioni ed i dialetti del Dipartimento di Passariano vennero allegati alcuni testi scritti. Il primo di essi é una traduzione, dal latino, della Parabola del Fi-gliol Prodigo in cinque versioni, compresa una variante resia-na. Le cinque traduzioni presentano delle differenze e diversi errori, questi dovuti alle successive trascrizioni. Presentiamo qui la quinta versione, che insieme alla resiana segue più direttamente il testo latino. Il lungo titolo comincia: Traduzione dall'Idioma latino nello Slavo Nazionale del capo XV dell'E-vangelo di S. Luca...l). Nella nostra trascrizione i ritocchi riguardano solo parte della grafia, resa in versione moderna, e gli errori più evidenti che potrebbero rendere difficile la comprensione. 11.... En človek je imeu dva si-jna. 12. Inu ta mlaiši is nijh je diau k’očetu: oča daj mene ta dail blagà, kateri meni sliši. Inu on je nijma to premoženje razde-jliu. 13. Inu čes malo dnij, je ta mlajši sijn use kup spravou, inu se je ù eno daino deželo podau, inu je tam soje premoženje zapravou, kir je on nečisto živeu. 14. Po tem pak, kir je biu on use zapravou, je ena velika lakota ù teijsti Deželi ustala, inu on je začeu pomankanie ter peti. 15. Inu on je šou, inu se je der-žou per enim Purgariu tiste Dežele. Inu ta ga je poslou na sojo Pristavo svinje past. 16. Inu on je želeu suoj trebuh napolniti z Otrobmi, katere so sugli usi nel 1811 svinje jedle, inu obeden ijh nij nijemu dau. 17. On pak je sam ù se peršou, inu je diau: Kolku najemniku ù Hiši mojga Očeta imajo obi-jlmo kruka, jest pak tukaj od lakote konc jemlem. 18. Jest se čen uzdigniti, inu k mojmu Očetu ijti, inu porečem k'nijemu: Oča jest sim grešiu ù Nebu, inu pred Tabo. 19. Inu jest niesim več vrieden tuoj sijn imenovan biti: stori mene, kakor eniga tuoih Najemnikom 20. Inu on se je uzdignou, inu je peršou k'sojmu Očetu. Kir je pak še deleč proč biu, ga je niga Oča videu, inu on se je niemu ù sercu usmilou, inu je perteku, inu je padu okul nie-ga uratu, inu ga bušnu. 21. Sijn pak je reku k’niemu: Oča jest sim grešiu ù Nebu inu pred Tabo, inu jest niesim urieden več tuoj sijn imenovan biti. 22. Oča pak je reku k'svoijm Hlapcam: Hitro pernesite to narbolši Oblačilo, in ga obleči-te, inu daite niemu en perstan na niegovo roko, inu čeule na niegove Noge. 23. Inu perpelite enu pitano Tele, inu ga zakolite, inu mi očmo jesti, inu dobre vole biti. 24. Zakaj le ta moj sijn je biu mertu, inu je spet oživeu, inu on je biu zgublen, inu je najden, inu oni so začeli dobre vole biti. 1) Lo "Slavo Nazionale” é qui forse la variante di Drenchia del dialetto delle Valli del Natisone. (segue) (da Tradizioni popolari... del regno d'Italia) “Zdravljica” Spet trte so rodile, Prijat'lji, vince nam [sladko, Ki nam oživlja žile, srce razjasni in oko, ki utopi vse skrbi, v potrtih prsih up budi. Komu najpred veselo, Zdravljico, bratje, č,mo [zapet'? Bog našo nam deželo. Bog živi ves slovenski svet, brate vse kar nas je sinov sloveče matere! Živč naj vsi narodi, ki hrepené dočakat dan, da, koder sonce hodi, prepir iz sveta bo pregnan, da rojak prost bo vsak, ne vrag, le sosed bo mejak! Nazadnje še, prijat'lji, kozarce zase vzdignimo, ki smo zato se zbrat'li, ker dobro v srcu mislimo. Dokaj dni naj živi Bog, kar nas dobrih je [ljudi! FRANCE PREŠEREN La minestra per tutti La grande carestia degli inizi del secolo XIX Nelle annate 1816 e 1817 ci fu una grande carestia. Colpì anche la Schiavonia. Si succedettero diversi anni piovosi, in particolare il 1816, quando piovve così frequentemente che il granoturco rimase molle fino ad ottobre e si dovette raccogliere per timore che gelasse. E le pannocchie vennero macinate tutte intere. Il governo austriaco si accorse di questo e decretò l'istituzione di commissioni distrettuali e comunali. Il commissario distrettuale di Faedis si premurò in tutti i modi, ma i rappresentanti dei comuni di Faedis, Nimis e Platischis non fecero nulla. Il comune di Atti-mis allestì una cucina pubblica e una caldaia con il legname. Distribuì 190 razioni di minestra di legumi, granoturco cotto, condita con sale e ossa animali. Fu un aiuto rhodesto perché le necessità aumentavano. Simili cucine vennero allestite anche a S. Pietro "per la Schiavonia di S. Pietro". A Cividale "per i comuni montani di quel distretto a Tarcento "per la Schiavonia sopra Tarcento'', e a Gemona per il comune di Gorjani (Monte-nars). Il governo emise un regolamento in 19 punti perché la minestra venisse regolarmente distribuita. (S. Rutar - Beneška Slovenija - 1899) TUTTOSPORT VSE O ŠP I risultati 1. CATEGORIA Juniors - Valnatisone 1-1 2. CATEGORIA Audace - Riviera 1-2 3. CATEGORIA Pulfero - Lumignacco 1-1 Colloredo - Savognese 1-0 ALLIEVI Valnatisone - Flaibano 0-1 GIOVANISSIMI Rizzi - Valnatisone 2-0 PULCINI Valnatisone - Serenissima rinv AMATORI Sclaunicco - Reai Pulfero 1-5 PALLAVOLO MASCHILE Vbu Carnia - Pol. S. Leonardo 1-3 PALL. FEMMINILE U.16 Natisonia - Poi. S. Leonardo 3-1 Prossimo turno 1. CATEGORIA Valnatisone - Flumignano 2. CATEGORIA Torreanese - Audace 3. CATEGORIA Fulgor - Pulfero; Savognese - Gaglianese ALLIEVI Cormor S.G. - Valnatisone GIOVANISSIMI Valnatisone - Pasianese/Pas-sons AMATORI Reai Pulfero - Torlano PALLAVOLO MASCHILE Pol. S. Leonardo - Volley Corno (14.12) PALL. FEMMINILE U.16 Pol. S. Leonardo - As Rojalese Le classifiche 1. CATEGORIA Valnatisone 17; Tavagnacco, Sanvitese, Juniors, S. Luigi 14; Pro Osoppo 13; Varmo, Gemonese, Flumignano 12; Pro Fagagna 11; Arte-niese, Spilimbergo 10; Bujese 9; Portuale 8; S. Marco Sistiana 7; Ci-vidalese 3. 2. CATEGORIA Torreanese, Maianese 17; Donatello 16; Bressa 14; Tricesimo, Atletica Bujese, Reanese, Tarcentina 13; Tolmezzo, Riviera 12; Buonacquisto 9; Bearzi, S. Gottardo, Sangiorgina 7; Forti & Liberi 6; Audace 2. 3. CATEGORIA Azzurra 17; Basiliano 16; S. Rocco 15; Asso, Olimpia 12; Pulfero 11; Colloredo di Prato, Gaglianese 10; Campoformido 9; Lumignacco, Cormor S.G., Colugna 8; Savognese 7; Fulgor 5. ALLIEVI Lestizza 18; Flaibano 17; Pozzuo-lo 16; Mereto D.B., Chiavris, Cormor S.G. 14; Buttrio 12; Camino al Tagliamento/B 11; Sedegliano, Flumignano 9; Valnatisone 7; Civida-lese, Basiliano 6; Azzurra 5; Celtic 4; Campoformido 2. Mereto D.B. e Celtic due partite in meno, Camino, Lestizza, Pozzuo- lo, Sedegliano, Flaibano e Buttrio una partita in meno. GIOVANISSIMI Udinese 20; Pasianese/Passons 16; Sedegliano, Rizzi 13; Valnatisone 12; Com. Faedis, Talmassons 11; Lavariano 10; Bertiolo 8; Fortissimi, Chiavris/B, Savorgnanese, Civida-lese 7; Sclaunicco 3; Olimpia 1. Pasianese/Passons, Olimpia, Valnatisone, Chiavris/B, Fortissimi e Cividalese una partita in meno. ESORDIENTI (fine andata) Donatello 16; Valnatisone 15; Azzurra 12; Cividalese, Buonacquisto 11; Torreanese 7; Manzanese 6; Gaglianese, Forti & Liberi/B 5; Per-coto/B 2. PULCINI Com. Faedis 13; Nimis 11; Serenissima, Valnatisone 8; Stella Azzurra 7; Buttrio 5; Buonacquisto 2; Fulgor 0. Serenissima e Valnatisone una partita in meno. AMATORI Reai Pulfero 16; Moruzzo, Trep-po 13; Pasian di Prato, Il Castello, Avasinis 10; Amasanda '86 9; Mon-tenars 8; Torlano 6; Sclaunicco 5; Tarcento 4; Trasaghis 2. ’/eu franco ed#!« SCONFITTE AUDACE E SAVOGNESE - PAREGGI DI VALNATISONE E PULFERO - STOP DEI GIOVANISSIMI Reai a suon dì cinquine La formazione “mitraglia" del Reai Pulfero al gran completo La Valnatisone continua la sua serie positiva rimanendo per il momento in testa alla classifica grazie al buon pareggio ottenuto a Casarsa contro la forte Juniors. Su un campo al limite della praticabilità i nostri ragazzi sono scesi in formazione rimaneggiata causa le squalifiche rimediate a seguito dell'incontro con la Sanvitese. Passata in svantaggio, la Valnatisone ha impiegato solo tre minuti per riportare la gara in parità, con un bel gol di De Marco, che é salito in vetta alla classifica marcatori del girone con otto reti. Domenica prossima l’incontro casalingo con il Flumiqnano. Non é bastato il gol di Adamo Marchig all'Audace per ottenere un meritato pareggio; gli ospiti del Riviera all'ultimo minuto del primo tempo hanno realizzato il secondo gol che ha permesso di portarsi a casa i due punti. Da notare l’ennesima espulsione; stavolta é toccato a Reale rientrare negli spogliatoi già nel primo tempo. Domenica trasferta a Moimac-co con la capolista Torreanese. Il Pulfero in vantaggio con Cristian Onesti si fa raggiungere dal Lumignacco, anche grazie alle tre espulsioni per doppia ammonizione di Cristian Birtig, Stefano Pol-lauszach e Gabriele Trusgnach. Domenica prossima attende gli arancione la trasferta di Godia contro il Fulgor. Annata no per la Savognese, punita a Colloredo di Prato con il solito goletto. Con questa battuta d'arresto i gialloblù stazionano al penultimo posto della classifica, in attesa del derby con la Gaglianese, in programma per domenica a S. Leonardo. A suon di cinquine il Reai Pulfero continua la sua strada verso la promozione. Le reti sono state segnate da Beniamino e Silvano Jussa, Paolo Cencig (rig.) e doppietta di Alberto Paravan. Gli Allievi della Valnatisone, disputando un'ottima gara, vengono puniti troppo severamente dalla capolista Flaibano. Per la nostra formazione un'altra "beffa" che si aggiunge alla lunga serie di scon- Cristian Onesti - Pulfero fitte immeritate. Speriamo che prima o poi ci sia un po' di fortuna per questa formazione, a cominciare da domenica ad Udine contro il Cormor S.G. I Giovanissimi vengono puniti a Udine sul campo dei Rizzi, grazie ai regali dell'arbitro che ha favorito spudoratamente i padroni di casa, prima con un gol in netto fuorigioco e quindi con le mancate espulsioni di due udinesi per frasi blasfeme. Sabato prossimo sarà di scena la Pasianese/Passons. Terzo rinvio per i Pulcini della programmata gara casalinga contro la Serenissima di Pradamano. Volley: S. Leonardo è sempre la I cicloturisti ducali pedalano a pieni giri 1 cicloturisti della Polisportiva Valnatisone Conclusa la stagione con l’arrivo dell'inverno, é tempo di bilanci anche per il ciclismo. Il primo anno di attività della sezione Cicloturisti della Polisportiva Valnatisone non é stato avaro di soddisfazioni per i dieci tesserati F.C.I. che hanno partecipato alle varie gare del calendario raduni ciclo-sportivi. Sarebbe arduo scrivere dei tanti chilometri percorsi, annotiamo gli appuntamenti più importanti come la partecipazione alla Gran fondo internazionale Buttrio-S. Steffen (Austria) andata e ritorno, con più di 600 concorrenti e la prova di Gran fondo valida per il campionato italiano a squadre svoltasi a Pordenone, dove le adesioni erano più di 1200. Oltre a queste due importanti manifestazioni, i cicloturisti locali hanno preso parte a 13 raduni regionali: Trieste, Marano, Latisana, Ronchi dei Legionari, Codroipo, Villa Manin, Rivignano, Monfalcone, Povoletto, Plasencis, Sacile, Qual-so, Tarcento e Laipacco. Una citazione di merito per il maresciallo Guido Pellegrino, per Luigi e Sandro Gobbo, sempre presenti e disponibili, che sono stati inoltre promotori della nascita di questo gruppo di amici del pedale. Il gruppo ringrazia gli sponsor Trattoria Nardini, Gubane Giuditta Teresa e Bicisport. Per la prossima stagione si cercherà di collocare nel calendario regionale un raduno cicloturistico valido come prova di campionati da disputarsi a Cividale. Chi volesse iscriversi al sodalizio può rivolgersi ai numeri telefonici 731137 o 733542 di Cividale. Le ragazze che partecipano al corso di minivolley Domenica 16 dicembre, alle ore 16.30, presso la palestra delle Scuole medie di S. Leonardo si svolgerà un interessante amichevole di pallavolo femminile che vedrà opposte le formazioni della Pav Udine (serie B) e l’Us Kennedy (Cl) per festeggiare il decennio di attività della Polisportiva S. Leonardo. Seguirà quindi, alle ore 18.30, il saluto delle autorità, la premiazione delle atlete impegnate nel precedente incontro, la consegna di riconoscimenti ad atleti ed atlete della Polisportiva S. Leonardo che hanno partecipato ai campionati 1989/90. Passando all'attività agonistica, anche quest'anno la società ha organizzato per le più giovani i corsi di superminivolley, frequentati dalle ragazze degli anni '79-'80; Sara Bernardino, Alessandra Chiuch, Tatiana Chiabai, Claudia Chiuch, Tania Cont, Michela Corredici, Michela Crisetig, Liana Domeniš, Silvia Galanda, Sara Gio-vitto, Natascia Ierset, M. Pia Mar-seu, Alessia Remondino. Le più piccole, anni ’81-'82, sono invece impegnate nel corso di minivolley: Laura Cernetig, Nadia Cernotta, Cristina Chiuch, Francesca Chiuch, Monica lussa, Valentina lussa, Martina Marcuzzi, Elisa Miscoria, Erika Sdraulig, Irene Terlicher. La responsabile di questa attività é il vice presidente della Poli-sportiva S. Leonardo Sonia Borghese. Hanno intanto iniziato il campionato le ragazze Under 16 ed i ragazzi. Nel mese di gennaio sarà la volta della squadra femminile, che parteciperà al campionato di serie D. novi matajur ŠPETER Ažla Imamo še adnega puobčja Plavi flok na vrateh je vsiem tistim, ki atu tode hodejo al pa se vozejo, oznanju je, de v tisti hiši so imiel pobčja. Rodiu se je v petak 23. novemberja, diel so mu ime Agostino. Srečna mama je Daniela Venturini, tata pa Giulio Panzani. Agostino je srečan, sa’ na telim sviete je ušafu adnega bratraca, Martino, ki ima "že" šest liet. Malemu Agostinu an bratracu Martinu želmo puno veseja, sreče an zdravja v njih življenju. Sarženta Umaru je Pio Tomasetig Šele mlad nas je zapustu Pio Tomasetig - Kolet. Imeu je sa-muo 44 liet. Pio je živeu kupe z bratram Grazianam, ki seda ostane sam tam na duome. Z njega smartjo je pustu v žalost njega, sestro Silvano, kunjada, navuode an vso drugo žlahto. Pogreb mladega moža je biu v Špietre v petak 7. dičemberja. Se je rodila Anna Mariangela Tedoldi iz Sried-njega an Paolo Qualizza iz Kravarja niesta vič sama, njih družina je zrasla. V čedajskem špitale se jim je rodiu parvi otrok, 'na liepa čičica. Dal so ji ime Anna. Mariangeli an Paolu čestitamo, mali čičic želmo, de bi bluo nje življenje lepuo, srečno an veselo. Podsriednje Veronica nie vič med nam V torak 4. dičemberja je Buoh riešu od hudega tarplienja Mario Veronico Osgnach - Petrinovo po domače. Nje trudne oči je za venčno zatisnila v čedajskem špitale. Malo ji je manjkalo za dopunt 88 liet. Ni bla poročena. Bla je delovna, poštena žena. Nje pogreb je biu v Podutani v četartak 6. dičemberja. V žalosti je zapustila družino, žlahto an parjatelje. PODBONESEC Ruonac Zapustile so nas dvie pridne žene V špitale je umarla Maria Domeniš iz Domejže. Imiele je 70 liet. Nje pogreb je biu zadnji dan novemberja, v petek 30. v Ruoncu. Drugi dan, v saboto 1. dičemberja, le v Ruoncu je biu pogreb druge žene. H zadnjemu počitku smo pejal Angelo Mucig, uduo-vo Butterà. Nona Angela je imi-ela 84 liet an je na naglim an tiho umarla na nje duomu. Naj še povemo, de Angela je bla teta od Marie Domeniš. Žalostnim družinam naj gredo naše kondoljance. Ofijan - Zurigo Smart mladega moža V Švici, kjer je živeu an dielu, je zavojo hude boliezni umaru Costantino Mottes iz Ofijana. Biu je mlad, sa' je imeu samuo 46 liet. V veliki žalost je pustu mamo Giovanno, brata Luciana, sestro Anno, kunjado Loredano, navuode Luca an Marca an vso drugo žlahto an parjatelje. Njega pogreb je biu v nediejo 9. dičemberja v Landarje, takuo bo Costantino za venčno počivu v njega rojstni zemlji. SVET LENART Hrast ovije Zapustila nas je Maria Rina Scaunich V videmskem špitale je umarla Maria Rina Scaunich, uduova Trusgnach. Imiela je 75 liet. Rina je bla hči od none naših dolin, Anna Masolo, ki nas je zapustila dvie liet od tega, ko je imiela malomanj 104 liet. Seda je umarla še ona an v žalost je pustila družino, brate, sestro an vso drugo žlahto. Nje pogreb je biu v Podutani v torak 4. dičemberja popudan. Naj v mieru počiva. ČEDAD Priešnje Umaru je še an minator V čedajskem špitale je umaru Francesco Domeniš, biu je še mlad mož, sa' je imeu samuo 61 liet. Francesco je biu iz Priešnjega, povezan pa je biu tudi z našim dolinam, saj njega žena je Rosalia Velicaz - Šimanova iz Mašer. Ona an Francesco sta se bla za-poznala v Belgiji, kjer sta oba-dva dielala. On je puno liet slu-žu kruh v rudnike, v minieri an umaru je glih na dan ko vsi minatori an njih družine praznujejo njih pomočnico, sveto Barbaro, v torak 4. dičemberja. V veliki žalost je pustu ženo, brate, sestro, kunjade, navuode an vso drugo žlahto. Njega pogreb je biu v Prieš-njem v četartak 6. dičemberja. SREDNJE PIŠE PETAR MATAJURAC Martvaška maša na Liesah r ’ii t: Njeko jutro se je stari Jakob Mohoru iz Dolenjega Barda na-pravu za iti v Čedad. Imeu je puno otruok in jim je bluo trie-ba kupit košpe za zimo. Ries je, da so kumetje doma sami izdelovali košpe, zase in za otroke, pa tiste ukupjene so ble buj fine, lieuš, štimane... Takrat ni bluo avtobusov, ko-rier, ni bluo mostovu, ne širokih ciest. Če si šu na targ, kadar je biu targ v Čedadu, si se lahko nabasu le na kajšan voz, ko so naši kumetje vozili z voli in konji prodajat svoje blaguo na če-dajski targ. Kot sem poviedu, čez rieko ni bluo mostov, biu pa je brod, kjer so z vozovi vodo brodili. Iz Dolenjega Barda v Čedad je bluo narmanj tri ure hoda, za tistega, ki je znu dobro, lepuo hodit. Pa tisti dan je imeu Jakob Mohoru še druge opravila v Čedadu. Ni biu tržni dan, dan targa, zatuo ni ušafu obednega voza. Muoru je prehodit par nogah šest ur poti: tri ure dol, tri nazaj. Ko se je vraču proti domu, je bla nuoč, že tarda tarna. Še oštarije so ble zaparte, zatuo ne bo mu kajšan reč, de je biu pijan, de je videu narobe, kar se mu je potlè zgodilo in kar je poviedu parjateljam za puno cajta potle. Kadar je paršu v Butalco, pod Vodopivac, je muoru iti čez novi matajur Odgovorni urednik: JOLE NAMOR Izdaja: L J STOTT Fotostavek: ri ESC Tiska: EDIGRAF Trst / Trieste Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 28.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - 603 - 31593 «ADIT» 61000 Ljubljana Glonarjeva 8 Tel. 329761 letna naroč. 80.— din (800.000 din) pos. izvod 3.— din (30.000 din) OGLASI: 1 modulo 23 mm x 1 col Komercialni L. 25.000 + IVA 19% brod in ko je prestopu vse položene kamane, paršu na drugo stran rieke, je zagledu pred sabo procesijo, dugo procesijo ljudi, moških, žensk an puno otruok. Usak od njih je imeu v roki paržgano luč, kandelo (svečo). Jakob je dohiteu procesijo, se je pomešu med te pisane ljudi in z njimi potoval, korakal naprej. Vsi so bli tiho, obedne molitve, obedne pesmi ne litanije, kar muče so šli proti Lesam. Jakob je hodu hitro, takuo da je pretieku druge, potem se je skor ustavu. Strah ga je du-šiu, ustavu mu je sapo. Začele so se mu trest noge, vse lase je imeu pokoncu. Če bi ga ne bla nieka žena parjela pod paško in ga uliekla naprej, bi biu padu na tla in drugi, ki so bli za njim, bi ga bli pohodili. Tista žena je bla njega botra, ki je tri lieta prej umarla na porodu. "Hodi naprej z mano in ne se ogledovat nazaj. Hodi, kot da biu adan od naših". On ni imeu moči, zatuo ga je ona vliekla naprej. Ker je poznu botro, se je odsap-nu an dau nomalo kuraže, zatuo ji je jau: "Jest ne morem bit adan od vaših, niemam luči. Kaj se bo zgodilo z mano, če me zagledajo?"'. “Bodi brez skarbi. Naredi vse, kar ti bom poviedala, če se češ rešit. Mi gledamo buj nazaj, kot naprej, zatuo se ne smieš obarnit an teč nazaj. Te dohitijo, te ujamejo. Če češ uteč pred strahom, ga muoraš prehi-tiet, pa sada hod mernuo za mano, kot da bi bla navadna procesija." Kadar so paršli na Liesa, se je sprevod obarnu proti cierkvi Matere dobrega sveta. Cerkvena vrata so ble odparte in cier-ku je bla hitro napunjena do zadnjega kota. Jakob se je daržu botre, pa se je šele vas tresu od strahu. Začela se je maša, martvaška maša in glej grozo: pred oltarjem je mašavu duhovnik brez glave. Svojo glavo je imeu za kelih. "Daržajme, botra, čene pa-demf' jo je tiho prosu. 'Bodi kuražan, sarčen. Vse ti bo šlo gladko, če me boš bu-gou..." Natuo jo je spet tiho uprašu: ‘Zakaj dielate martvaško mašo? Zakaj je gospod mašnik brez glave?" "Mi niesmo ne v Nebesih, ne v paklu. Mi smo v Vicah in šele tarpimo za griehe, ki smo jih nardili, kadar smo bli živi. Vse tiste, ki si nas videu nacoj, v procesiji in tle na martvaški maši, smo tisti, ki smo nekajkrat al pa vičkrat po nemarnosti zamudili sveto mašo, ko smo še živeli na zemji. S procesijo in martvaško mašo muoramo dopunt martvi, kar smo živi zamudili in pozabili." "Al dielate pogostu tole žalostno opravilo?" "Vsak kvatarni petak." "Zakaj glih v petak?" "Zatuo, ker je v petak umaru Kristus na križu za odrešit griehe sveta." "Dost cajta bo tuole duralo?" “Neviem. Je vse v božjih ro-kah!" "Zakaj pa vam mašuje duhovnik brez glave?" "Takuo je sklenu an odloču Tist, ki je nad nami. Če bi nam mašavu mašnik z glavo na vratu, bi bili hitro rešeni. Ker pa je tudi on grešiu, ko je biu živ na svetu, tarpi tudi on z nami." "Kaj bo sada z mano, maša gre h koncu?" "Kadar se bo gospod mašnik obarnu dol pruot nam, razsteg-ne roke in porče besiede: Ita Missa est, ti poberise tiho, brez se obarnit, iz cerkve. Moraš iti po rit kot rak in kadar prideš na prag cerkve, žegni se trikat. Potem pojdi, le porit, dol do parve-ga kantona do britofega zidu. šele tam se obarni in let, kar moreš. Če ne nardiš takuo, te razstargajo". In Jakob Mohoru je takuo na-redu, kot mu je botra svetovala. Kadar je paršu do parvega kantona od britofa, se je obarnu an začeu teč proti Dolenjemu Bardu takuo hitro, da se je s svojim petami cabu v rit, on je mislu pa, da ga cabajo strahuovi, zatuo pa je še buj hitro teku naprej. Pa vsedno, čeglih je biu že deleč od britofa, je ču, da so križi škripali in grobovi tresli. Bilo je jasno in je luna takuo lepuo razsvetljevala senožeta in poljane, kot sonce podnevu. Kadar je paršu na Bardo, se je ustavu ob koritu in se napiu vode. Takrat se je v turmu na Liesah oglasu zvon. Odbilo je ure: pu-noči. Potem je šu Jakob domov in se napiu žganja. Šele za puno liet potem je biu poviedu parjateljam, kar se mu je bluo zgodi- lo. Vas pozdravja Vaš Petar Matajurac Urniki miedihu v Nediških dolinah DREKA doh. Lucio Ouargnolo Kras: v četartak ob 12.00 Debenje: v četartak ob 10.00 Trinko: v četartak ob 11.00 GARMAK doh. Lucio Ouargnolo Hlocje: v torak od 8.30 do 9.30 v četartak od 8.30 do 9.30 v petak od 8.30 do 9.30 doh. Rosalba Donati Hlocje: v pandiejak od 11.30 do 12.30 v sriedo od 15.00 do 16.00 v petak od 9.45 do 10.30 PODBUNIESAC doh. Vincenzo Petracca (726051) Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, četartak an petak od 9.00 do 12.00 v soboto od 10.00 do 12.00 doh. Giovanna Plozzer (726029) Podbuniesac: v pandiejak, sriedo, četrtak, petak an saboto od 8.30 do 10.00 v torak od 17.00 do 18.30 SOVODNJE doh. Pietro Pellegritti Sovodnje: od pandiejka do petka od 10. do 12. ŠPIETAR doh. Edi Cudicio (727558) Špietar: v pandiejak, sriedo, četartak an petak od 8.00 do 10.30 v torek od 8.00 do 10.30 in od 16.00 do 18.00 v soboto od 8.00 do 10.00 doh. Pietro Pellegritti (727282) Špietar: v pandiejak, torak in petek od 8.45 do 9.45 v sriedo od 17. do 18 v soboto od 9.45 do 10.45 SRIEDNJE doh. Lucio Ouargnolo Srlednje: v pandiejak od 9.00 do 10.00 v sriedo od 14.00 do 15.00 Gor. Tarbi v pandiejak ob 10.30 v sriedo ob 15.15 Oblica: v sriedo ob 15.45 doh. Rosalba Donati Srlednje: v torek ob 12.00 v četartak ob 13.00 Gor. Tarbl: v torek ob 12.30 v četartak ob 12.15 Oblica: v torek ob 13.00 v četartak ob 11.45 SV. LIENART doh. Lucio Ouargnolo (723094) Gor. Mlersa: v pandiejak od 16.00 do 18.00 v torak od 10.00 do 12.00 v sriedo od 16.30 do 18.00 v petak od 10.00 do 12.00 v saboto od 8.30 do 11.00 doh. Rosalba Donati (723393) Gor. Mlersa: v pandiejak in torek od 9.00 do 11.00 v četartak od 9.30 do 11.00 v petak od 11.00 do 12.30 v soboto od 8.30 do 11.00 Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 15. DO 21. DECEMBRA Čedad (Minisini) tel. 731175 Grmek tel. 725044 Moimah tel. 722381 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas ln za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«.