ANNO Vili. Capodistria, 16 Novembre 1874. N. 22. LA 1FIT5 giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Eedazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Eedazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. Sul combattere e prevenire la crittogama nelle viti. (Dal periodico La Campagna). Come ebbi a scrivere non è molto, io bo fatto esperimenti per combattere e prevenire la crittogama nelle viti, somministrandovi sostanze al piede ; metodo ft partir Turo piti efficace" e piti logico della solforazione, che ha una virtù solo curativa, e non preservativa. La stessa Società Centrale di Incoraggiamento in Parigi 1852, amava che si tentassero sostanze curative al piede della vite, piuttosto che la solforazione incomoda e dispendiosa. Io credo che una buona dose di materia tannica unita, se vuoisi, a solfato e carbonato di calce e cenere, possa correggere i succhi nutritivi di essa se viziati, e quindi impedire lo sviluppo ed attecchimento dell' oidio sui tralci, sulle foglie, sui grappoli, qualora il malore sia proveniente dal terreno. Se poi tale malattia fosse occasionata dall' atmosfera, com' è presumibile, la stessa cura al piede renderebbe la pianta più vigorosa e più atta a resistere alle correnti svariate apportatrici di tale malore, come avviene di coloro che usano della china-china per non essere affetti da febbri periodiche palustri. Ciò che mi fece pensare all'uso di materie tanniche fu il vedere, che a preferenza delle nere, sono attaccate le uve bianche, le quali contengono minor dose di acido tannico; e riflettendo che il tannino esercita un' azione efficace e corroborante anche sull' organismo animale, e che le viti naturalmente ne contengono in buona quantità, massime i raspi ed i semi, come lo addimostrò 1' analisi chimica, credetti che il tannino potesse per certo essere molto omogeneo alla sua assimilazione, dato in conveniente dose alle piante. Diverse esperienze da me fatte sarebbero state coronate da buon successo colla miscela poc'anzi annunziata; ma si deve attribuire ciò esclusivamente all' azione del tannino, o della calce, o della potassa ? È d'uopo nell'interesse dell'agricoltura generalizzare codeste esperienze, praticarle con assai circospezione e coscienza, onde ritrarre un qualche utile e sicuro pronostico. Io credo di essere il primo a dare la iniziativa di questo processo di coltura *), e se un giorno si potesse verificare un qualche vantaggio, ne proverei grandissimo conforto. È pur vero che il tannino viene elaborato e formato nell' interno della pianta medesima, sebbene il maggior numero dei terreni ne sia totalmente privo; ma, io dico che le radici avendo un potere quasi elettivo nello scegliersi le sostanze pel loro accresci-tìento, non disprezzino certamente il tannino, trovandosi al loro contatto, e devono quindi assorbirlo, e così pure assimilarselo apportando giovamento alla pianta, in ispecie se la malattia provenisse da troppa abbondanza di seva, siccome pretese Meneville, il che suggerì a molti coltivatori l'idea di tentare il salasso a prevenirla. Un fatto che verrebbe a confermare l'opinione suespressa si è che noi vediamo maggiormente attaccate le viti della crittogama nei terreni bassi ed umidi, non fognati, e nei terreni pingui ingrassati solo con concimi eminentemente azotati. Ammessa tale ipotesi, il tannino gli scemerebbe tale soprabbondanza di linfa, ed agirebbe a guisa di astringente, come ciò è indubitabile nell' organismo animale. Qualora poi il tannino fosse creduto una sostanza nociva, il che io nego assolutamente, o non sarebbe assorbito, o assorbito verrebbe eliminato col mezzo degli organi della pianta, così detti traspiratori. Ripeto che nelle esperienze da me fatte con materie tanniche, adoperai dosi convenienti, non mai in eccesso perchè eertamente avrebbero impedito le funzioni di assorbimento, ed avrebbero pure fatto perire *) In Cattolica da tre anni si fanno esperienze di medicare le viti al piede, e fin ora si sono ottenuti risultamenti buoni. Applicando certa materia al piede della pianta, questa resta preservata dall'oidio per tre anni. Noi attendiamo che i ripetuti esperimenti assodino il metodo per farlo conoscere ai nostri lettori. La Direzione. la pianta. Certuni hanno osservato che uon alligna la vite in un terreno che precedentemente sia stato coltivato a querceto ; ma ciò è per la ragione che il tannino trovasi in quel terreno in sovrabbondanza. Come eccellente concime per la vite furono sempre considerati i ritagli di cuojo che la fanno prosperare, e ciò si crede che avvenga soltanto per la scomposizione della gelatina animale ; ma nessuno ha mai pensato che al tannino da essi contenuto è dovuta tale proprietà. Questo terribile flagello apparve primamente in Inghilterra (1845) ove la vite è coltivata sotto l'influenza della umidità del clima, circostanze le più favorevoli al suo sviluppo, e poscia si propagò per tutta 1' Europa, perchè gli agricoltori obbliarono il precetto Virgiliano Denique apertos Saccus amat colles. Concimando la vite di sole sostanze inorganiche si fece quasi sparire la malattia, secondo esperienze del professore Bechi, il quale trovò pure che le piante malate erano cresciute sopra un terreno povero di potassa, le sane sopra un terreno ricco di sì fatto materiale. Verificò pure che le ceneri ricavate da'fusti e dalle foglie delle prime contenevano un quinto di potassa meno delle seconde. La più logica, la più utile delle concimazioni sarà, come dice il Ville "di ridonare alla terra quei principj che il vegetale vi sottrasse dal terreno„ ; e ciò si addimostra coli'analisi chimica, e colle esperienze dello stesso fisiologo, il quale propose il seguente "concio per la coltivazione : Fosfato acido di calce chilog. 34, cloruro di potassio a 81 chilog. 17, solfato di ammoniaca chilog. 23, solfato di calce chilog. 16; ben mescolati questi sali dandone per ogni piede di vite 200 a 300 grammi. Ora tornando al tannino, taluni dicono che questo, posto a contatto del terreno, perde ben presto la sua attività, e tutta si elimina risolvendosi nei suoi elementi costitutivi, cioè in C 54 H 22 0 34. Ma domando io: Non potrebbe prima di decomporsi il tannino trovare nel terreno sostanze ad essere subito trasformato in tannati insolubili o solubili, i primi venir poscia decomposti dall'anidride carbonico, che emettono le radicette allo atto dell' assimilazione, ed essere esso stesso a contatto ad altre basi, e divenire tannato solubile, e per tal modo assimilato e trasportato in circolo per tutta la pianta, e ritornare utile alla sua economia vegetale: o così pure i secondi, cioè i tannati di potassa, di soda, di ammoniaca, non s'introducono nella pianta per mezzo delle loro radici ? Ciò fu addimostrato dal prof. Malaguti. In quanto al modo di nutrirsi delle piante e di assimilarsi i loro materiali, le opinioni sono multiformi. La fisiologia vegetale è una scienza che è nata da poco tempo, e vediamo pur troppo celebrità scientifiche sostenere tesi che poi vengono contraddette da altri non men chiari scienziati. Pur troppo in agricoltura non ci è unità di azione e di indirizzo, e non si potranno giammai fondare principi solo con esperienze di gabinetto. E qui dirò col Cantoni, che "le analisi chimiche e le osservazioni microscopiche devono essere precedute da osservazioni scientifiche, più complesse, fatte su più vasta scala naturale,. Pochi agronomi hanno finora osservato l'azione del tannino sulla vegetazione, sebbene alcuni abbiano usato dei residui di concia mescolati a calce, come buono ingrasso dopo aver fatto loro subire una lunga fermentazione. In tale fermentazione, come potrebbe pure succedere della mia miscela, la sostanza organica si sarebbe convertita in tannino o humns, ed in acido humico ed in prodotti intermedi di scomposizione della sostanza organica, quella che ha la maggiore importanza è la materia nera o umica, che secondo alcuni somministra immediatamente l'azoto alle piante ; e secondo altri avrebbe la tacoltà di assorbire l'azoto dell' atmosfera, e se essa non costituisce il vero alimento azotato della pianta, serve senza dubbio a prepararlo, e serve pure come coadiutrice nell' assorbimento delle sostanze minerali, indispensabile allo sviluppo e fruttificazione della pianta. Ritornando al tannino, si è osservato che tale concimazione è velenosa per le graminacee e leguminose ; ma in dose regolata alla vite non lo è di certo. Il Selmi nel suo trattato di Chimica applicata all' a-gricoltura così si esprime: "Taluno è di parere che la presenza del tannino nelle terre sabbiose del Bordelese sia quella che contribuisce a dare sapore astringente ai vini quando sono nuovi, e che col tempo si cambia in abboccato speciale, e che è tanto gradito,. Anche il vino (si perdoni il confronto, quantunque le relazioni fra il regno vegeto-animale siano più intime di quello che si creda) in dose elevata attutisce ed ubbriaca, ed in conveniente dose rinforza ed avviva. Passando alla parte pratica, non si dovrebbe fare altro che applicare ad ogni vite, non direttamente sopra le radici, ma alla distanza di qualche decimetro, in ottobre o novembre, ed alla profondità di 30 o 40 centimetri, un mezzo chilog. ad un chilog. della miscela seguente fatta a parti uguali, cioè di cenere possibilmente di vite, di solfato di calce, o carbonato di calce, e di scorza di quercia in segatura fina, o di vallouea, eppure per chi fosse vicino alle concie delle pelli, usare de' suoi residui che avrebbero servito alla concia, aumentando però la dose. Tale metodo certamente è più razionale e più logico di quelli fin' ora usati, e credo che dal medesimo si avrebbero buoni risultati, come potei verificare colle mie sperienze. Adottando poi un eguale sistema di concimazione, riuscirà più agevole eziandio il fare il vero vino tipo e meno corrompibile. Prof. A. Tonnoni. Il colore del vino. (Dal Giornale Agrario Industriale veronese). L'abitudine che si ha generalmente di riscontrare in una sostanza qualunque certe proprietà, fa sì che, se queste non vi si trovano, scema, almeno nella opinione dei più, il pregio alla sostanza medesima. Così è del frumentone, che siamo abituati di veder giallo, e che tanto più si pregia quanto più tende all' aranciato e si disprezzano le varietà di altri colori, bianco, rosso, ecc., le quali, quando siano di buon terreno e bene mature e stagionate, non cedono nè in proprietà alimentari, nè in sapore al giallo. Più di tutto però questo apprezzamento può riferirsi al vino, del quale un pregio, ed anche assai distinto, si fa consistere nel colore. Che quando il vino è bene confezionato con uve rosse, acquisti un bel colore di granato è cosa assai naturale, e questo, particolarmente quando sia bene chiarito e limpido, può essere anche un pregio ; ma di ciò non si contentano per la massima parte i bevitori di vino, che vogliono vederlo tanto rosso che quasi sia nero ; diversamente lo tengono in poco pregio. Per vero dire, questo pregiudizio è minore di lassai nella provincia nostra di quello che sia in altre, dove non v' ha dubbio che non ritardi il progresso nella confezione del vino. Se un buon agricoltore enologo, conoscendo i pregj che si richiedono in un vino commerciabile al di fuori, ove la tinta troppo oscura è ritenuta per un difetto ; si accinga a fabbricare del vino poco colorato, può essere ben certo, e ne abbiamo le prove, che non avrà uno smercio locale del suo vino. Da ciò deriva che anche coloro fra i fabbricatori di vino che pure agiscono razionalmente, per non averne danno, sono costretti di seguire la consuetudine e di procurare che i loro vini, quelli almeno che sono destinati al consumo locale, presentino il colore più intenso possibile; quando ciò dovesse anche danneggiare le altre e veramente buone qualità del vino. Posto non pertanto il fabbricatore di vino in questa necessità, almeno è desiderabile che faccia in maniera di non deteriorare la vera bontà del vino. Il migliore di questi mezzi sta nell' impiegare a simile effetto soltanto delle uve, le quali siano provvedute di grande quantità di materia colorante. Generalmente parlando le uve fornite di questa, non sono veramente quelle della migliore qualità ; tuttavia, facendone dei miscugli con quantità proporzionate, si può ottenerne il migliore effetto, senza punto guastare le qualità del vino. La sostanza colorante dell'uva, come è noto, sta immediatamente al di sotto della buccia che copre gli acini. Per far sì che questo la ceda interamente al mosto, è necessaria prima di tutto una diligentissima e-completa pigiatura. Questa operazione, alla quale talora non sì dà molta cura è della massima importanza per la fabbricazione del vino, non solo perchè se ne svolga la materia colorante al di sotto della buccia, ma perchè la fiocine resti interamente rotta e stracciata, e così abbandoni te sostanze fluide, i sali e gli acidi che esistevano nelle cellule del suo tessuto. Si adoperi, adunque, qualsiasi mezzo alla estrazione del mosto, dei quali, malgrado la costruzione di varie macchine a questo effetto, il migliore di tutti ancora è la pigiatura coi piedi; quaiunque mezzo si adoperi, è necessario che fa operazione sia eseguita perfettamente, sì che non abbiano a restare acini interi come non di rado si osserva, che vengono a galleggiare sul mosto, e perchè non si infrangano i vinacciuoli come accade non di rado coli' uso delle macchine ammostatrici, lo che darebbe sapore non molto aggradevole al vino. Altro mezzo per comunicare il maggiore colore al vino è quello delle replicate follature delle vinac-cie durante tutto il tempo della fermentazione tumultuosa. Con questo mezzo le buccie dell' uva, che aveano abbandonata la fiocine, alterate nella loro struttura membranosa per mezzo della fermentazione, sbattute violentemente e sommerse più volte e poste in contatto col liquido fermentante ; cedono tutta affatto la loro materia colorante che viene assai bene sciolta dall' alcool che si forma nel vino. Sarebbe questa una colorazione veramente naturale pel vino, e certamente nei più dei casi potrebbe 155p- bastare anche a renderlo di colore rosso assai intenso. A molti però questo non basta e si pongono in opera altri mezzi. L'inconveniente minore è ancora quando si impieghino sostanze vegetali, coinè sarebbero i frutti di alcune piante e specialmente le bacche di Sambuco di Ebulo, di Amaranto e simili, quantunque per certo tali sostanze non siano atte a conciliar buon sapore al vino, ma almeno ancora sono innocue; lo che certamente non può dirsi delle sostanze coloranti in rosso provenienti dalla anilina, le quali pure, spocialmenta nel passato anno, vennero assai largamente impiegate a colorare il vino di zucchero, cioè, quel liquido al-coolico che dicevasi vino. Ciò per altro ancora non basta e non di rado si pongono per entro ai tini in fermentazione degli arnesi di ferro, i quali ossidandosi iu contatto coli' acqua e ccgli acidi esistenti nel mosto, e quindi combinandosi coli'acido tannico che abbondantemente viene ceduto dalle vinaccie, danno un coloramento veramente nero non meno di quello medesimo che si ottiene nella preparazione dell' inchiostro. Quale servizio con ciò si presti al vino, e qual sapore aggradevole gli venga comunicato, assai facile è saperlo chi abbia gustato il sapore dell'inchiostro. È quel vino che quando vi si aggiunge dell' acqua piglia un colore decisamente nero. Nou sarà nemmeno nocivo alla salute ; in qualche caso potrebbe anche essere utile, ma qui non si tratta di preparare un vino medicato, ma da commercio, e che nou sia la negazione delle buone regole per la preparazione del vino. Speriamo che ora, aperte le vie anche all' Italia pel commercio dei vini, non solo nelle altre parti d' Europa ma altresì nell'Asia e nell' America, si abbandonerà il mal vezzo di questa colorazione artificiale dei vini, e specialmeute ciò dovrà aver luogo per cura delle Società enologiche, le quali così si renderanno sempre più benemerite della nostra^enologia. hjSfiaXtJfofatoù fyduXlpHZé jß^piU Scrivono da Cividale alla Gazzetta di Venezia: Il Comizio agrario si fece promotore di un corso di conferenze agrarie in Cividale, e nel proprio bilancio stanziò un fondo a tale scopo ; si rivolse inoltre per un sussidio al Governo, che mercè 1' appoggio del R. Prefetto di Udine, dei Direttori dell' Istituto tecnico e della Stazione agraria, non che del Sindaco cav. de Portis venne prontamente concesso in lire 250 anche qualche Comune del Distretto concorse nèHaTspesa ed il Comune di Cividale diede il locale e l'illuminazione per le notturne conferenze. Il giorno 11 del corrente venne fatta nella sala municipale la solenne apertura con intervento del Municipio, del R. Commissario distrettuale e del Direttore della Stazione agraria di Udine, e numeroso concorso. Il Sindaco, avv. de Portis, pronunciò analogo discorso, a cui rispose il vicepresidente del Comizio; quindi il professore di agraria del R. Istituto tecnico di Udine, cav. Ricca Rosellini, incaricato di tener le conferenze, ne espose il programma.! Le conferenze furono 12 e versarono sul terreno agrario, sui lavori della terra, sui concimi, viticoltura e vinificazione. Vennero chiuse il giorno 29 corrente, ed alle ore 2 pomeridiane i socii del Comizio ed altri s 155 vollero dimostrare la loro stima e simpatia all'egregio professore Bicca Bosellini, invitandolo ad un fra-tellevole convito. Al termine dello stesso, il Sindaco, avv. de Portis, nel fare un ringraziamento al professore a nome della città e del Comizio, accennò all' idea vagheggiata dal Municipio e dal Comizio di attivare in Cividale una Scuola-podere per l'istruzione dei gastaldi e contadini. Al Sindaco rispose il professore ringraziando delle cortesi accoglienze, e facendo voti perchè l'istituzione della scuola abbia ad essere in breve un fatto compiuto. Oltre alle conferenze vennero eseguiti alcuni esperimenti di aratri perfezionati, erpici ed altri istru-menti del E. Deposito annesso all'Istituto tecnico di Udine. Numeroso fu il concorso alle conferenze, fra cui si notavano alcuni villici ed i maestri delle scuole comunali. Inutile il dire che il professore, oltre all'aver sempre più confermata la sua fama di dotto e pratico agronomo, seppe abbellire con elegante dicitura gli argomenti da esso trattati; e come nei giorni ed ore libere, mediante escursioni nel territorio volle minutamente studiarlo, per meglio applicare le sue istruzioni alla variata natura e grado di coltura delie singole località. Il Comizio e l'intera città non vollero mancare ad un dovere di gratitudine rendendogli pubblici elogii e ringraziamenti. »ATI STATISTICI. Popolazione di alcuni luoghi della Diocesi di Capodistria. Vedi Atti del Vescovo Girolamo Rusca, To. II. I. Descrizione delle anime in Capodistria Maggio 1623, carte 346. Uomini di Comunione.........1086 Donne di Comunione.........1309 Maschi da nascenti sino la età della Comunione 823 Femine da nascenti ecc..................689 In tutti i Conventi, Sacerdoti . 24 , Laici . . 10 Monache in S. Chiara .... 26 Converse „ ... 4 Figlie a spese „ (Educande) 18 In San Biagio, Monache sacre . 29 „ , Monache professe 9 „ , Converse . , . 2 „ , Figlie a spese . 36 3907 158 II. Pieve di San Sirgo (oggidì Socerga) nel 1626, carte 347. Nella villa di S. Sirgo son presi in nota dal Marchese (di Pietrapelosa). Signor Uomini di Comunione. . 80 Donne di Comunione . . 70 240 Minorenni .... 90 Uomini di Comunione. . 25 Donne di Comunione . . 20 70 Minorenni .... 25 Uomini di Comunione . 10 Donne di Comunione . . 12 34 Minorenni .... . 12 - Assieme 344 III. Pieve di Pomignano (così chiamavasi ancora nel 1498) (ora Paugnanó) nel 1626, carte 350. Pievano don Matteo Babich Maschi di Comunione .... 46 Creature maschi (minorenni) . 23 Femine di Comunione .... 43 Creature, femine.....23 Quattro adulti non sono di Com. 4 Assieme 139 IY. Pieve di Covedo li 30 Aprile 1626, carte 351. Curato Giacomo Yerzier da villa Cano. Villa Covedo, Uomini di Comunione „ , Donne di Comunione , Minori .... Cristolia, Uomini di Comunione „ , Donne di Comunione » , Minori .... Duol Uomini di Comunione Donne di Comunione . Minori..... Gracische, Uomini di Comunione , Donne di Comunione . 53 51 48 35 47 46 15 12 12 7 12 152 128 39 33 Minori......14 Assieme 352 V. Isola nel 1626, carte 357. Canonici..........................4 Chierici in sacris....................3 Chierici minori......................5 Convento dei Min. Con. di S. Francesco, Padri 1 Laici 1 Totale . 4065 Somma 14 Eiporto 14 Uomini di Comunione.........442 Donne di Comunione.........450 Putti...............334 Putte...............288 Ebrei...............21 Assieme 1549 VI. Pieve di Monte nell'Aprile 1626, carte 358. Curato Matteo Marchisich Villa Monte , Uomini di Comunione „ , Donne di Comunione . , Putti e Putte . . . „ Gason , Uomini di Comunione „ , Donne di Comunione . „ , Putti e Putte . . . Assieme 349 VII. Pieve di S. Antonio nel 1626, carte 359. Pievano Giorgio Bucai. Uomini di Comunione .... 86 Donne di Comunione .... 96 Putti .........56 Putte......, . . 50 Assieme 288 VIII. Pieve di Antignano li 27 Aprile 1626, carte 360. Uomini di Comunione .... 68 Donne di Comunione .... 72 Putti ......... 60 Putte.........32 Assieme 232 IX. Pieve di Castel Venere li 5 Maggio 1626, carte 361. Pievano Andrea Voch. Uomini di Comunione .... 58 Donne di Comunione .... 69 Putti e putte.......60 Assieme 187 X. Pirano li 16 Marzo 1621, carte 362. Pievano Federico canonico de Lise Tra piccoli e grandi N. 3496 di questi N. 2070 di Comunione. NOTIZIE. In continuazione della procedura stabilita dall' Editto luogotenenziale 5 Novembre 1873 per la concessione e rispettiva investitura dell' acqua del Kisano, alla città di Trieste ; da parte dell' I. E. Luogotenenza vennero invitati tutti quegli interessati che avevano nel tempo utile accampate obbiezioni contro 1' opera, a presentarsi ad una apposita commissione Luogotenenziale, la quale sopra luogo doveva de venire alle trattative prescritte dalla legge snll' uso e condotta delle acque. La circolare d'invito porta la data del 13 Ottobre a. c. e venne distribuita a mezzo dello Spettabile Municipio locale. Era chiamato, primo, il signor Podestà del comune politico di Decani, al quale è aggregato il comune censuario di Lonche, proprietario delle sorgenti. La Spettabile Eappresentanza di Decani però elesse in aggiunta al signor Podestà due fiduciari coli' incarico preciso di sostenere davanti la Commissione il diritto di proprietà delle sorgenti del Eisano, e di rifiutare recisamente qualunque trattativa della cessione, tenendosi fermi al ricorso presentato da parte della Deputazione comunale il 4 Gennaio 1874 il quale si chiude con le seguenti precise domande: 1. Che sia riconosciuta la proprietà civile privata delle sorgenti del Eisano, e la loro appartenenza al Comune censuario di Lonche, frazione Basovizza, in armonia al disposto dal § 4 lett. a della legge prov. 28 Agosto 1870 peli' Istria, sull' uso e condotta delle acque. 2. Che sia negata al Magistrato civico di Trieste la chiesta concessione e rispettiva investitura di 30000 metri cubi giornalieri d'acqua dalle sorgenti predette. Malgrado il fermo contegno dei rappresentanti della Podesteria di Decani, si è creduto necessario sentire il parere della intiera Eappresentanza comunale, la quale raccolta e udite le informazioni dei Procuratori del Magistrato di Trieste tendenti a dimostrare l'insussistenza dei danni, che la conduttura dell'acqua sarebbe per arrecare agli interessi agrari ed industriali della vallata, si pronunciò unanime contraria a qualunque idea di cessione, confermando in tutto e per tutto il contegno degli incaricati a sostenere i suoi diritti davanti la commissione Luogotenenziale. Questa deliberazione ha un grande valore nella opposizione al progetto della città di Trieste. I Municipi di Pirano, Buje, Paugnano, Maresego si dichiararono assolutamente avversi alla progettata 84 81 80 32 33 39 245 10^ conduttura per il danno che ne deriverebbe ai loro interessi in caso della distrazione delle acque del Risano. Il Municipio d'Isola ha chiesto un indennizzo di fior. 100,000, ed una rilevante somma quello di Muggia. In seno alla Rappresentanza di Capodistria venne discussa con molta larghezza la questione. Come è noto la Rappresentanza nella seduta del 20 Marzo dell' anno scorso aveva deliberato conciliabile con gli interessi agrari industriali del Comune la cessione dell' acqua a certi patti, dei quali, un indennizzo in denaro. Quel deliberato venne accoUo dalla massima parte della popolazione con avversione perchè lasciava apertamente travedere la favorevole disposizione alla cessione, mentre invece la cessione non era voluta. La Rappresentanza avrebbe potuto ritornare sul suo deliberato, ma anche questa volta erano due le opinioni che si combattevano, quelle favorevoli alla cessione e quelle contrarie ; ai sostenitori di queste è convenuto, per arrivare al loro intento, quello cioè di tutelare nel miglior modo concesso dalle precedenze stabilite, gli interessi dei comunisti, accettare le premesse dell' Ordine del giorno votato dalla parte contraria il 20 Marzo 1873, e stabilire secondo le loro vedute la cifra del compenso, e la riserva dei diritti spettanti al Comune. La discussione si aggirò adunque sulla somma da chiedersi, e venne deliberato, che sia chiesto un indennizzo di fior. 500,000 in eff. per la condizionata cessione del diritto all'acqua del Risano; e che sia fatta ampia riserva di tutti quei diritti che a favore del Comune sarebbe per chiedere la Giunta Prov. in esecuzione dell'incarico ricevuto per deliberato dietale 18 Dicembre 1873. Le trattative coi privati proprietari di molini e di fondi nella valle del Risano, non furono ancora condotte a termine; finora da quanto sappiamo, soltanto tre proprietari di molino hanno trovata la loro convenienza di cedere alle proposte di compensi del Magistrato della città di Trieste, altri 35 proprietari non vi aderirono. Da un calcolo approssimativo tutte le domande degli indennizzi sommerebbero ad oltre il milione di fiorini. Il rifiuto assoluto di cedere le sorgenti da parte del proprietario Municipio di Decani, e 1' avversione generale, vivissima, aperta di tutta la popolazione della vallata e territori limitrofi alla progettata conduttura sono argomenti di opposizione, che devono essere considerati assai gravi, tanto da parte dello Spett. Magistrato della città di Trieste, come da parte dell'Autorità chiamata a pronunciarsi in prima istanza sulla questione. Noi facciamo voti pel suo sollecito scioglimento, il quale abbiamo fede, conoscendo il nostro buon diritto, sarà conforme ai desideri di tutta la Provincia, tante volte e con tanta solennità manifestati. La Giunta Provinciale ha aderito alla proposta della Luogotenenza che gli studi geodetici per la regolazione delle acque della valle d'Arsa, e conseguente bonificazione della medesima, vengano affidati all'i, r. ingegnere superiore Carlo Baubela, con ciò però che egli prenda per base e punto di partenza dei suoi studi e rilevazioni la consultazione emessa dall' ing. idraulico Dr. Fannio, affine di poter indi scegliere, con distinta conoscenza di tutte le circostanze di fatto più influenti, fra i due piani di regolazione da quest' ultimo suggeriti, come egualmente ammissibili, il piano più conveniente in linea economica. Per quanto poi riguarda la parte di concorrenza pel dispendio di fiorini 3400 all'incirca occorrente per l'intrapresa dei rilievi tecnici, essere questa Giunta disposta ad assumere la metà a carico del fondo provinciale pregando l'eccelso Ministero d'agricoltura di sporgere l'altra metà a titolo di sovvenzione dello Stato. Vista la irregolarità dell' amministrazione comunale presso la Podesteria di Pinguente, venne incaricato uno degli impiegati contabili della Giunta Provinciale, di recarsi colà onde procedere ad una generale liquidazione di quell'azienda ed all'impianto dei necessari libri di prenotazione tanto pel comune di Pinguente quanto per gli altri comuni aggregati. L'i. r. Ministero del commercio con dispaccio 29 settembre a. c. ha dichiarato di non far luogo alla domanda avanzata dalla Giunta Provinciale per cambiamento della linea ferroviaria presso Pinguente, in vista che la desiderata linea porterebbe un prolungamento di nove chilometri, oltreché sarebbe congiunta con grandi difficoltà e dispendio di costruzione. La Giunta Provinciale nella seduta 1 novembre corrente, ha preso per notizia con riserva di farne a suo tempo comunicazione alla Dieta provinciale: a\ la partecipazione fatta dall' i. r. Direzione forestale di Gorizia avere l'i. r. Ministero dell' agricoltura assunto la'spesa di fior. 4000 occorrente per il completamento delia strada della costiera neLla valle di Montona. b) la comunicazione luogotenenziale avere l'i. r. Ministero del commercio accordato l'erezione della stazione ferroviaria a Sossich in luogo della villa di Rovigno e che per fissare il sito verrà tenuta una commissione politica; riservandosi la Giunta Provinciale di farvisi rappresentare da un suo membro. ' c) il dispaccio del Ministro del culto e della pubblica istruzione 5 settembre p. p. comunicato dalla Luogotenenza, contenente i motivi per cui non ha trovato di far luogo alla petizione innalzata dalla Giunta Prov. in seguito a deliberato dietale dell' anno 1873 affinchè la lingua d'insegnamento non abbia a formare oggetto di studio obbligatorio nel ginnasio di Capodistria, ed affinchè la lingua d'insegnamento nel ginnasio dello stato in Pisino sia la lingua italiana. d) il dispaccio 15 ottobre a. c. con cui il Ministro dell' interno espone i motivi che lo inducono a sospendere per ora la presentazione di un progetto di legge a modificazione del § 9 della legge sull' incola to. Sua Maestà ha data la sovrana sanzione alle leggi scolastiche, votate dalla Dieta nella sua ultima sessione. Nel civico macello di Trieste nell' ultima settimana dello scorso ottobre è scoppiata la peste in una partita di animali bovini provenienti dalla Dalmazia. 15(7 { Furono prese le debite precauzioni in proposito. Il Magistrato ha vietato sotto le più severe misure dettate dalla legge sull'epizoozia (cioè la multa fino l'importo di f. 500 ed arresto fino al periodo di tempo di 4 mesi) il transito di animali bovini e lanuti lungo le strade conducenti al macello ed in prossimità di questo. Nella seduta 30 ottobre della Camera dei deputati in Yienna, venne eletto a membro della Commissione centrale pella regolazione dell' imposta fondiaria, per Trieste e l'Istria, il dr. Yidulich ed a suo sostituto il sig. Giuseppe Burgstaller; per Gorizia il sig. Guglielmo Pace podestà di Topogliano, ed a sostituto il sig. Antonio Cerne. COSE LOCALI. La Giunta Prov. nella sua seduta 20 ottobre p. p. accordava, salva approvazione della Luogotenenza, che la tassa giornaliera per cura e mantenimento degli ammalati ricoverati nel pubblico ospitale di Capodistria sia portata a soldi 61 per ciascun ammalato a datare dal 1 gennaio 1875 in avanti. ■ . L' Unione del 9 corr. contiene un articolo assai interessante su di una questione di suprema importanza per la nostra città, e che più volte ha fatto riflettere al come ed al quando dello scioglimento, ma sempre, senza arrivare ad utili conclusioni, distogliendone forse gli affari più urgenti della giornata perchè il pericolo del malanno che ci minaccia sia ancora lontano. Ma è forse col non volerne sapere, che uno guarisce la malattia lenta che lo ha tocco, e che ogni giorno si estende più alle membra? Ecco di che si tratta, come ne rende informati l'egregio articolista dell' Unione : "Dall' anno 1760 epoca nella quale il Risano venne condotto a sfociare in prossimità della nostra città, e propriamente alla distanza di 1025 metri dal punto ove trovasi l'attuale macello, presso il convento di S. Anna fino ad oggi, gli interrimenti protratti per ogni verso invasero una superficie di 200.730 metri quadrati; e la base di queste alluvioni non dista in oggi dalla città nostra che 220 metri. Così il Risano, circondandosi tutto all'intorno di alluvioni, si formò un alveo tra esse; e lungi dall'avere la foce in direzione eguale all' ultimo tratto del suo corso, avrà foce tra non molto presso la nostra città attraverso le paludi, altra volta mare. Dalla qual cosa ne addiverrà che lo sbocco della valle Stagnone, sempre più restringendosi per questi interrimenti, impedirà il regolare flusso e deflusso dell'acqua marina; e questo solo 'ostacolo ci sembra sufficiente a contrastare i benefici 'effetti di questa doppia abluzione diurna su quelle paludi. Quanto ai lavori da imprendersi per allontanare questi possibili malanni, meglio di tutto sarebbe quello d'immettere il fiume Risano nell'alveo antico e condurlo a sboccare in Campi lontano dalla nostra città; però fino al tempo, che vogliamo lontano, quando potrebbe realmente verificarsi questa terribile necessità, reputiamo conveniente 1' esecuzione di alcuni lavori che varrebbero ad allontanare 1' avverarsi di tutte quelle circostanze atte a favorire i germi delle febbri intermittenti. Questi lavori dovrebbero avere lo scopo d'impedire il progressivo restringimento della bocca dello Stagnone, convogliando la massa delle torbide del Risano verso la valle de' Campi, mediante un canale da praticarsi attraverso il Dosso in direzione opposta a quella d' oggi. Potrebbe darsi che ci fossimo errati nel consiliare questo lavoro, ma egli è certo che qualunque sieno i mezzi che altri più esperti reputeranno esaurienti, bisognerà tosto 0 tardi nell' interesse nostro provvedere: e noi ci reputeremo fortunati se conquesti pochi cenni avremmo potuto far convergere 1' attenzione di chi spetta su questo importautissimo argomento,,. Noi attendiamo con impazienza di leggere la continuazione dell'articolo nel quale si tratta la questione, questa volta, soltanto riguardo la pubblica ig;ene, sicuri che con altrettanto validi argomenti sarà dimostrata la necessità del deviamento del Risano, anche per altri riguardi. E richiamiamo anche noi l'attenzione di chi spetta su questo importantissimo argomento. 9 J__ Da circa quindici giorni alcuni ingegneri del dipartimento tecnico della i. r. Luogotenenza in Trieste sono occupati a far rilievi nella valle del Fiumicino. Le voci più contraddittorie furono sparse a questo riguardo, tanto più che il nostro Municipio non ha ricevuto alcuna comunicazione e neppure avviso delle operazioni intraprese nel confine del comune. Per via indiretta soltanto veniamo a conoscere che la I. R. Luogotenenza ha ordinato di intraprendere gli studj necessarj onde presentare concrete proposte riguardo il progetto di regolazione del Fiumicino, al Ministero di agricoltura. Onde gl' interessati abbiano sicure notizie dello stadio in cui si trova ora la secolare questione, abbiamo stimato opportuno pubblicare la seguente comunicazione con cui veniva partecipato alla Giunta Prov. i motivi per i quali il Ministro di agricoltura non aveva trovato di proporre la Sovrana Sanzione al progetto di legge votato l'anno scorso dalla Dieta. L' I. R. Luogotenenza in Trieste. Sua Maestà I. R. Apostolica, con Sovrana Risoluzione 3 agosto corr., non ha trovato di impartire la Sanzione Sovrana al progetto di legge votato dalla Dieta Prov. dell'Istria e concernente la regolazione del torrente Cornalunga, detto anche Fiumicino, ed il conseguente prosciugamento della vallata da esso percorsa, situata in parte nel comune locale di Capodistria ed m parte in quello di Paugnano, esternando la Sovrana aspettativa, che il Governo in ogni modo sarà intento di porre rimedio alle calamità derivanti dalle allagazioni del Cornalunga. Il motivo che indusse il sig. Ministro d'agricoltura a non porre la Sovrana Sanzione sta nel progetto tecnico in presentazione, il quale, secondo il parere del Dipartimento edile dell' I. R. Ministero dell' interno, è assolutamente difettoso e non corrispondente allo scopo. Arroge che tale progetto, essendo nella proposta di legge designato quale base dell'opera, avrebbe pregiudicato l'autorizzazione che il Consorzio, il quale intraprende le relative costruzioni, dovrà impetrare dalla competente Autorità a mente del § 54 della legge provinciale 28 agosto 1870. Nel mentre ho il pregio di partecipare ciò a cotesta Giunta Prov. in seguito a dispaccio 10 corr. N. 9655 del sig. Ministro d'agricoltura, dispongo dietro l'incarico dallo stesso impartitomi nei sensi del surriportato ordine Sovrano, che il Dipartimento edile luogotenenziale assuma sollecitamente tutti quei rilievi tecnici che servono a stabilire previamente il modo di riparare ai disastri cagionati dal torrente Corna-lunga e con ciò a conseguire una base per giudicare come in via amministrativa e legislativa si possa raggiungere corrispondentemente lo scopo prefiissosi dalla Dieta. Il risultato di questi rilievi verrà poi da me rassegnato al sig. Ministro colle proposte del caso. Trieste 23 Agosto 1874. Pino. BIBLIOGRAFIA. L.' Amico del Popolo ; almanacco per l'anno 1875, compilato per cura della redazione del giornale Libertà e Lavoro — Anno VII — Tip. Appo-lonio e Caprin — Trieste. Vediamo comparire nelle vetrine dei librai almanacchi e strenne di tutti i colori che fanno pensare al fatale primo gennaio del nuovo anno! Eccone uno di questi libretti, 1' Amico del Popolo, un volumetto elegante, piacevolissimo a leggere ed istruttivo. Contiene notizie interessanti sulla meteorologia; ad ogni mese fa corrispondere una guida dei lavori campestri, la quale, ad esser giusti, dovrebbe essere compilata con maggior riguardo alle condizioni della nostra provincia e di quelle vicine, perchè i consigli possano esserne accolti. Non mancano i proverbj di ogni mese, il calendario del cacciatore, del pescatore ; le epoche memorabili, 1' elenco delle fiere e mercati. Tabelle statistiche; raccontini. Una lezione di economia domestica, assai semplice, ma che purtroppo è ignorata da molte padrone di casa. Contiene molti avvisi di negozii, fabbriche, depositi di merci ecc. ecc. Costa soldi 30. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FKA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo EGIDA. Incominciando col giorno 1 Novembre 1874 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO *) pei giorni feriali Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » » » S'/jpom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » » » » 2 pom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9% ant. » » » * „ 12 mer. » » » » „ 57