, _—- PDBBLlomr (prezzl per mm d'altezza, larghezza 1 colonna): cammerdall L 150 — finanziari, legali, cronaca L. 2.50 — Concesslonarla esclusiva DNIONE POBBLIOITA ITALIANA S. A. LUBIANA, Via Selenburg n. 1 — Tel. 24 83 Lubiana, 10 aprile 1943-XXI SI PUBBUCA OGNI SABATO ABBONAMENTI: Annuo L. 25 — Semestrale L. 13 — Sostenltore L. 1000 Spedizaone in abbonamento postale n» Gruppe — UN NUMERO CENT. 6 O DIREZIONE — REDAZIONE: LUBIANA, VIA WOLFOVA 12 — Tel. 2195 Nostri reparti celeri in Slovenia NEL SECONDO ANNUALE DE LL'O C C U PAZI O N E DI LUBIANA l/o^cß di una caMfuisia Sono trascorsj due annj da quel mezzogiOTtio quando Je prime pattuglie di motocicli-sti entravano a Lubiana, re-cando con loro il tricolore d Italia e i segni del Littoiio. Erano le loize dell'Italia nuova che ricomparivano dopo duemila anni in una terra che aveva visto lungo i secoli slilare la dominazio-ne aflamatrice degli Asbwrgo e quella sanguigna dei Kara-djordjevič. Era un mondo decrepito che si siasciava sotto i cingoli delle divisioni corazzate deli'Asse. Un governo traditore e un reuccio da burletta avevano abbandonato il popolo e fug-givano verso le brume lon-dinesi; la altri traditori e questuanti di aiuti, che non potevano essere dati per egoismo e malvolere, Ii at-tendevano. Le rive nebbiose del Tamigi erano state pre-scelte a luogo di riunione per taluni collOQUi intessuti di veleno, di speranze irrag-giungibili e di amare disillu-sioni. Un esercito che non aveva saputo battersi era stato annientato in pochi giorni e la sana e forte giovinezza italiana e tedesca era passa-ta come una ventata di primavera, sbalordendo il mondo amico e nemico. Lubiana non poteva non rimanere italiana. I pocht chilometri che la dividevano dal confine di Postumia avevano contribuito a far giun-gere nella cittd, lungo gli anni, la sensazione della ci-viltd dell'Italia fascista; que-sta civilta pero mista alia potenza bellica era stata sempre volutamente misco-nosciuta dalla velenosa propaganda di Belgrado asser-vita agli interessi di Londra e di Parigi. Percio iingresso fulmineo delle nostre truppe venne accolto con sbalordi-mento misto ad incredulita. II popolo sloveno invero non vide malvolentieri gli Italiani a Lubiana, anzi fin dai primi giorni della nostra occupazione I'armonia piü Serena regno fr a popolo e soldati. Poi, dopo un certo tempo, la propaganda comu-nista, che lentamente si era infiltrata, ci diede la sensazione di avere nel seno una vipera che bisognava assolu-tamente schiacciare. Nacque il fenomeno partigiano, dap-prima accarezzato dal popolo, in quale pensava di co-vare talune speranze che alia prova dei fatti si mostrarono delusioni, quando doe il comunismo buttö alle or-tiche la maschera e si offer-se agli occhi attoniti degli illusi nel suo vero volto barbaro. I vecchi istinti sopiti della piü bassa anima slava si affacciavano. II popolo non voile piü credere alle Utopie e oggi si affianca a noi nella sua parte sana nella lotta contro il comunismo partigiano. Dire che tutti gli Sloveni vedono con gioia la nostra presenza in queste terre e negare noi stessi. Forse una certa apatia non manca, frammista ai conati di odio comunista. E' innegabile pero che una parte del popolo sia a noi vicina nella lotta e senta I'assoluto bisogno del suo risanamento sociale, poi-che il torpore nel quale e caduta, a causa degli avveni-menti bellici di questi anni, ne ha fiaccato le energie. L'ltalia e maestra di civilta e di giustizia e giä la luce di Roma si preannuncia in queste terre attraverso prov- videnze e opere che rimar-ranno indelebili come quelle vestigia di mura romane che ancora si ammirano attorno alia citta. La civilta, il benessere e la giustizia sono pero alleate alia potenza e, affinche nessuno si crei illusioni, noi af-fermiamo che qui ci siamo e cJ resteremo, ad onta delle Utopie indipendenzaiole che talune canaglie vanno ven-tilando per gabbare il popolo. L'ltalia combatte una guer-ra Che dovra darle con la Vittoria I'influenza su una parte del territorio europeo; e poiche noi Italiani e fasci-sti intendiamo per influenza non lo sfruttamento di popoli o I'asservimento di territori, ma la cosciente, libera deci-slone e scelta di valori e di dottrine, Lubiana e la Slovenia avranno I'onore di essere il ponte su cui passeranno le amicizie sincere di popoli. Spetta agli Sloveni meri-tare di essere con noi e sen-tirsi parte integrante del no-stro popolo che ha avuto assegnato da Dio e dal Duce la missione secolare di ap-portatore di giustizia, di civilta e di idee nuove. 11 cammino da percorrere e ancora lungo e irto di osta-coli: la nostra forza e la nostra fede ci permetteranno di raggiungere la meta su-perando ogni barriera. Ci co-manda un Uomo che tutto il mondo ci invidia. Noi siamo orgogliosi di seguirlo. Agli Sloveni la decisione di avere I'onore di affiancar-si a noi. Luigi Pieiran^onio L'INSEGNAMENTO DELLA POLONI A Come il classico vaso di creta che, messosi in viaggio in compagnia di due vasi di ferro fini per essere frant\i-mato, la Polonia si trova oggi a dover subire le con-seguenze della sua imprevi-dente politica. Nessun polacco, anche se pessimista, avrebbe mai pen-sato, al momento della facile euforia provocata dalla garanzia anglo - francese, ad un tracollo cosi completo delle promesse alleate. La situazione prevista dal patto anglo-polacco era chiara: ringhilterra si assumeva cioe il cömpito di garantire le frontiere polacche nel-I'eventualita di un'aggressio-ne straniera. E' noto anche ai ciechi che, scoppiato il conflitto contro la Germania in virtii soprattutto di quella garanzia che aveva agito da stimolante dello sciovi-nismo polacco — non c'e esagerazione patriottarda piü inconsulta di quella del pic-roli popoli, e Jugoslavia e Grecia insegnano pure — le potenze garanti non si mos-sero dal loro piedestallo di-fensivo per accorrere in soc-corso alia Polonia. Giä fino da allora si deli-neava chiaramente uno dei principali elementi tradizio-nali del Britannismo, consi-stente nell'attrarre i popoli nella propria orbita di ga-ranzie, salvo poi a trincerar-si, per non mantenerle, die-tro il paravento dei cavilli e delle argomentazioni pseudo-giuridiche. Cosi infatti e accaduto. II patto di alleanza anglo-russo, innestandosi su di un trattato precedente anglo-polacco, avrebbe dovuto naturalmente rispettare I'inte-gritä territoriale garantita alia Polonia contro qualsiasi oppressione straniera. Ma la realta della situazione odierna ha determinate nel campo alleato uno spo-stamento dei pesi della guer-ra dalla Gran Bretagna alia Russia, e questa reclama la realizzazione del suo pro-gramma imperialista nel modo piü totalitario. La politica inglese, legata ormai indissolubilmente al-I'altemativa di appoggiare la Russia o di perdere la guer-ra, non si e ancora pronun-ciata in maniera definitiva, ma ha indotto le sfere uffi-ciose nord-americane a far sapere alia Polonia che le sue aspirazioni sull'Ucraina non sono conformi ai principi democratic! dell'autodeci-sione. In realta la Polonia non puö nutrire — o se le ha nutrite in passato oggi non puö piü accamparle per nessun motivo — aspirazioni espansionistiche in direzione della Russia. La messa in scena alleata, circa le pretese polacche non T altro che un modo diplo- matico di far comprendere alia Polonia che i suoi diritti alia integritä territoriale non sono perseguibili di fronte alia Russia, il cui apporto alia causa degli alleati e in-finitamente superiore alle proclamazioni del govemo fantasma del generale Si-korski. Dopo il danno le beffe dunque. Si avvera cosi ancora una volta nella realta della vita il principio che la sapienza popolare ha riassunto nel motto latino: mors tua, vita mea. Ma si awera soprattutto nella prassi politico-diplomatica delle nazioni possedenti I'inganno, che e sangue ed anima di ogni loro costruzione. ORIZZONTI IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIMIIIIIIMIIIIlin Le . idee delle cosidette «nazioni unite» sulla sistema-zlone del mondo nel dopo-guerra sono quanto mai confuse. Esse perö fanno di gior-no In giomo qualche progres-so per forza di eventd. In questa evoluzione 6 Interessante vedere come, sotto certi aspetti, le nazioni unite sono costrette — pur non volendo — ad orientaiBi verso i principi dell'Asse! Uno dei piü clamorosi dd tali necessari orientamenti s: 6 avuto nel campo economico, quando le varie «cuUe» della democrazia e del liberallsmo si son dovute decidere ad ac-cogliere la neonata dottrina (fascista) deU'economia con-trollata. Dall'epoca del New Deal in poi siamo giunti al punto Che, sia in America quanto in InghUterra (non parliamo del sistema russo, per caritä), si lavora neU'in-dustria, nel commercio, nel-ragricoltura, nei trasporti sotto un controUo statale sempre piü stretto. Venne il romantico intermezzo della Carta Atlantica, le cui iproclamazioni liberita-rie sono giä dimenticate per-chfe superate dalla pratica at-tuazione della limitazione di tutte le libertä nei paesi oc-cupati dagU anglo-americani. Ecco spuntare ora un'im-prowisa dottrina ufficiale della «interdipendenza dei popoli». Sapete che cosa vo-glia significare questo: nien-te altro che il principio (fascista) deUa ineluttabile col-laborazione fra tutti i paesi (europei) sul terreno economico e politico. £; il «Times» in persona — concedeteci questa espressio-ne per dire che 6 proprio ringhilterra responsabile — ad ammonirci che «i concetti di autogovemo e di indii>snden-za appartengono ormai al passato» e per proclamare, come idea nuova di zecca, che i popoli devono invece rior-ganizzarsd secondo un concetto di interdipendenza politica ed economica. Senonchfe, oltre alia diffe-renza sostanziale che corre fra un'idea nata in un cer-vello plutocrr,tico londinese e un'idea sorta da due Irresisti-bili fenomeni rivoluzionari, c'fe Che noi non abbiamo dimenticate le ragioni per cui I'lnghilterra ha provocato la guerra: per non perdere il suo assoluto dominio nel campo economico, l'Inghüterra disse dl battersi per il man- tenimento dello «statu quo». C!on una tale premessa dl-venta lampante I'ipocrisia con la quale, sospinti dal processo rivoluzionario In atto, gli tn-glesi si sono dati oggi a in-ventare «piani Beveridge» e dottrine coUaborazionistiche. Noi, e moltii altri ancora, comprendiamo benlssimo quail siano i reconditi fini di tall manovre ideologiche, Gli inglesi tenterebbero di togliere — a parole — l'üii-ziativa alia rivoluzlone euro-pea in marcia, per poi tradi-re i popoli e, come hanno sempre fatto, lasclare le loro aspirazioni in anticamera al momento delle trattative di pace. Staremo a vedere! Noi vogliamo essere dell'av-viso Che' i ixjpoli — dopo il precedente di Wilson — ab-biano aperto gli occhi per sempre. A. II longresso si diverte Dice lo Slovenski Poročevalec del 7 marzo u. s. che a Chicago, seguendo la tradi-zione anglosassone, si e riu-nito un congresso al quale partecipavano, oltre ad alcu-ni «bani» piü o meno spode-stati, ben venti panciuti senator! americani, cioe venti di quel figuri che non trala-sciano occasione per mettere in mostra la catena d'oro sul loro panciotto e promettere aiuti al mondo credulone. Naturalmente durante il congresso si e parlato delle cose della Slovenia, della Croazia e della Serbia e piü naturalmente perö si e invei-to contro l'ltalia, la Germania e Mihajlovič, il povero tapino frullato da Londra, sbattuto da Washington e percosso da Mosca. L'indipendenza dell'ex Jugoslavia era all'ordine del giorno e i senator! americani hanno promesso tutto il loro influente appoggio alia fine del tradizionale banchetto di fratellanza, durante 11 quale le sbornie di wisky hanno dato il tono all'ambiente. Non sono mancati naturalmente i brindisi e quello d'onore (quale?) e stato ri-servato al gran capo Stalin, amico per la pelle (degli al-tri). L'anima slava, quella della crapula, ama questi congres-si; chissa quanta invidia su-scitano quelli americani ai banditi del bosco che non possono parteciparvil * ^ päma Unea Croazia ustascia anticomunista ■€Qmle i colui, che forse di Croazia rviene a veder la Veronica nostra...* H 10 d'aprlle 6, nella vita •del popolo croato, 11 giorno -della resurrezlone dell'antico Stato e 11 giorno della defini-tiva "unione della Croazia al-J'Occidente al quale ap-paEtiene per spirito, per cul-tura, per etica. Lunghi secoli, usQ)pur trascorsi senza una itotale indipendenza, non han-mo potuto cancellare nel popolo croato la coscienza sta-tale ed il suo legame spiri-tuale con il resto d'Europa. lia conoscenza di questo fatto ^ede al popolo croato un'e-norme forza vitale In quei momenti in cui gli fu neces- Dott. Ante Pavelič, glovane uomo politico, rappresentante della cittä di Zagabria, fonda ii 7 gennaio 1929 il movimen-to ustascia e si rifugia in Italia, dl dove svlluppa il suo lavoro. Ii moderno Petrarca croato, poeta del nazionalismo croato, Antonio Augusto Matoš, scri-ve: «Roma 6 da Re Zvonimi-ro, da Re Tomislao, dai Fran-gipani, dal Conte Giuro Dra-skovič, da Mede Pučič, da Ku-kuljevič, da Strossmayr, e da Koste Vojnovič 6 stata e sarä cittä eterna. A Roma io mi considero, quale mem-bro del mondo cattolico e della cultura latina, un poco a casa mia, mi sento compe-netrato della grandezza e del- il Poglavnik decora i volontari combattenti sul fronte Orientale sario porsi in difesa contro i pericoli delle forze non euro-pee o antieuropee. Perciö i croati furono chiamati nella storia «bastione» della civil-tä latinp-europea contro I'O-Tlente («antemurale cristia-.Taitatis») e tale tradizione «conservö la generazione croa-ta fino al giomo d'oggi. E ^uando la Croazia con I'in-•ganno e sotto la maschera •delllndipendenza, attraverso -ai traitato di Rapallo fu unita ad una creazione balcanica, .11 suo popolo andö incontro Lai pin Jaticoso calvario. Talle calyario ž;, i durato oltre vent'annl. I Croati perö han-Tio sempre avuto fede che la saivezzä verrä loro dall'Oci-i-deate, culladeirantica cultura tfe del vexo umanesimo. Con la, pxoelamazione della ditta-tura serba nella Jugoslavia uel gennaio 1929, fu lanciat;. ■Ja sfida ai Croati. Da quell'e-ixjca si susseguirono inin-«.errottamente persecuzioni. (carcerazioni, impiccagioni e orrende uccisioni. Ma infine parlö I'opinione pubblica, che «tecise di liberarsi dal giogo straniero. Tja luce del movimento lascista' e 11 rinnovamento dell'Italia hanno giä da tempo illimiinato il sentlero del nuovo cammino del Croati. li'attuale Poglavnik dello Stato indipendente croato. la santitä della causa, ricor-dando i versi di Dante rivol-ti ai miei compaesanl Pellegrini: «QziaZe & colui, che forse di Croazia, Viene a veder la Veronica nostra...» Pur essendo croato, «civis romanus sum!» II nostro mi-gUor nutrimento fu il latte della Lupa romana. Fino al 1848 il nostro «Sabor» parla-Va la lingua del Senato. Pur non essendo romani per la lingua che parliamo, cerche-remo di esser tali neU'ajnimo, nell'energia, nel patriottismo e specialmente nell'amore per la libertä. I nostri Rački e Kukuljevič in Roma hanno attinto l'origine del loro can-ti. II nostro Starčevlč (Padre della Patria) — «ultimus romanus» — ha imparato da Livio, Tacito e Plutarco il cul-to del classicismo e del patriottismo. Salve, Dea Roma!» In questa Roma il capo dei Croati, Poglavnik Pavelič, giunge e trova conforto e mo-tivo di fiducia nell'eterna gio-vinezza dello spirito del Fa-scismo italiano, che non 6 frutto di una dottrina preparata a tavolino ma 6 nato daH'azione. Dai medesimi po-stulati 6 nato anche il movimento ustascia fra i Croati, come conseguenza di una somma di fattori storici che La parola del Poglavnik alle donne ustascia si sono maturati attraversp le innumeri peripezie attraverso le quali 6 dovuto passare, nel secoli, il popolo croato. Cosi Pavelič imlsce il suo a uno dei piü forti movimen-ti, quello di Benito Mussolini, che fu il primo a battersi per la resa dei conti contro le nazioni democratiche. II Du-ce Benito Mussolini ha addi-tato la via da seguire anzitut-to al suo, pol agii altrl po-poli affinchč sia risuscitata la giustizia, dopo gU errori commessi alla fine deUa guer-ra, affinchfe all'imianitä sia dato un nuovo benessere per mezzo delle leggi sociali ed economiche mediante le quali si tenta dl raggiungere l'idea-le totalitario. Egli ha posto le fondamenta per un nuovo riawicinamento dei popoli contro la coalizione nemica, contro il bolscevismo e la su-premazia demoplutocratica. Questo ideale fermamente perseguito ha condotto in alto il Poglavnik Pavelič, il piü schietto rappresentante del popolo croato, reggitore della nazione, in cui tutti lavorano in comunitä ai suoi ordini. Nel nuovo stato infatti i Croati, che difendono tenaci la loro indipendenza, opera-no ordinatamente e indefes-samente per la conservazione dell'ordine restaurato. Finalmente i popoli europei sono stati scossi dall'ldea fa-scista e nazionalsocialista, che divenne pericolosa per gli artefici della vecchia Europa. N6 le infami sanzioni con cui si 6 voluto colpire il nobile popolo italiano, nfe le misure di repressioni economiche esercitate sul laborioso popolo tedesco, nfe la politica balcanica svolta a danno dei Croati, nfe le mire demomas-soniche messe in esecuzione contro il religioso popolo slo-vacco, potevano impedire che un nuovo spirito percorresse l'Europa, sorretto dalle idee totälitarie e nazionaliste. Questa esigenza di un nuovo ordine e di una religione assolutamente necessaria, ha sorpreso, ancora dolcemente cullati dai sogni, i creatori delle Clausole di Versagiia. Perciö al brusoo risveglio es-si hanno spinto innanzi, per prepararsi intanto meglio alla lotta, tutti i popoli loro sa- telliti: ma la rovina ha col-pito costoro uno dopo l'altro, trascinando nella caduta anche la vecchia Jugoslavia. In quest! concetti si rivela la chiara coscienza e la deci-sa volontä del popolo croato, si rivela la grandezza del Poglavnik A. Pavelič, che riflet-teva in s6 i desideri del suo popolo e il suo sincero spirito di coUaborazione con l'As-se. Questo 6 l'alto significato della storica data del 10 aprile 1941 per i Croati, questa e la forza del movimento ustascia del Poglavnik che si ispira al movimento mussoli-niano. Questo č il valore sto-rico della resurrezione dello Stato indipendente croato per il quale il Duce, nell'adunata del 10 giugno 1941 alla Camera delle Corporazioni", ebbe a dire: «la resurrezione del Regno croato indipendente dopo dieci secoli, 6 il fatto piü im-portante dell'attuale politica modema.» L'Europa nuova costituisce il piü minaccioso pericolo per la lega dei plutocrati anglo-amerlcani: ecco perchö costoro hanno teso la mano al piü minaccioso nemico dell'uma-nitä, al comunismo russo, aiz-zando le orde della steppa a distruggere l'Europa. Schiera-te con le potenze dell'Asse stanno oggi tutte le forze sane e morali, stanno le nazioni che nel rispetto del sacro vincolo familiare rispecchia-no la loro civiltä e la loro cultura, contro la massoneria ebraica, l'anarchia, il bolscevismo e i falsi concetti demo-plutocratici per i quali nulla vi e di sacro. Mentre i popoli che difendono l'Europa dalla rovina combattono lealmente, Lon-dra, Mosca e Washington hanno portato nella lotta i metodi dei loro gangsters e dei loro criminali. Le loro bände mercenarie saccheg-giano e massacrano donne e bambini, vecchi e gente iner-me, bruciano le case e i vi-veri, distruggono le scuole, le chiese e le industrie: «gli eroi del cielo» bombardano dal loro canto le cittä aperte, distruggono monumenti insigni. Ma queste sono le ultime convulsion! di coloro che stima-vano gli aitri popoli come loro schiavl, per sfruttarne il lavoro e i sacrifici a vantag-gio esclusivo di una loro vita comoda. Contro ciö si batto-no i popoli d'Europa. Contro la bolscevizzazione del nostro continente che 6 aiutata dal capitale anglo-americano, il quale vuole sulle rovlne dei valori europei prolungare la Vita al suo dominio mondiale. Ma il fronte compatto delle nazioni europee si oppone a questi disegni megalomani con la forza che gli deriva dalla coscienza della sua unitä spirituale, dai comuni valori e ideali da difendere. L'Europa tutta rifiuta decisa-mente di assoggettarsi al bolscevismo russo, con cui gli anglosassoni credono di pw-terla sottomettere. I Croati sono orgogliosi di essersi e invia presso i suoi alleati i glovani ad addestrarsi per l'ordinamento interno ed estemo della Nazione; rior-dina la situazione agraria, che era stata volutamente trascurata dalla Jugoslavia, fa costruire case per gU ope-rai, cosa cui prima nessuno aveva mai pensato; protegge gli invalidi e gli orfani di guerra; fa engere scuole ed ospedali, che in Croazia fino-ra non erano sufficienti. La Cosa piü importante curata Poglavnik ö perö l'organiz-zazione industriale, culturale e sociale sulle basi del movimento fascista ustascia. AI contadino croato viene ridato, per merito del Poglavnik, il prestigio che gli compete nella sua Patria: l'orga- 11 Poglavnik si congratula con i nuovi ufficiali licenziati daH'Accademia Ante Pavelič, Poglavnik della nuova Croazia schierati con le potenze dell'Asse, accettando ogni sacri-ficio che la difesa e la rico-struziione dell'Europa nuova da essi richiede. Ha detto il Poglavnik: «Oggi il popolo croato combatte con i nostri alleati contro il piü grande e piü pericoloso nemico dell'u-manitä, contro il nemico dell'Europa e contro il nemico della Patria croata.» Perciö questo sforzo verrä ricompyensato per noi Croati e per gli altri dlfensori del-l'Eurojxa, in modo che la Drina segni la netta suddivisio-ne tra Oriente e occidente. Questo e il cömpito che la storia affida al popolo croato; esso vi si manterrä fedele specialmente perchfe dopo tanti secoli di sofferenze, 11 princlpio di giustizia che is.pi-ra la politica dell'Asse, ha reso possibile ai Croati di otte-nere la completa indipendenza secondo la loro tradiziona-le aspirazione, che 6 quella di restare neUa sfera della cultura e della civiltä occiden-tale. Benchö piccola, benchfe in guerra, la Croazia si organiz-za in ogni campo. Ma la in-famano gli «eroi» che, sfug-giti una volta dal fronte, si sono dati al banditismo e secondo la loro abitudine, sac-cheggiano e distruggono. II Poglavnik cerca saggia-mentedi introdurre riforme in tutti 1 campl della vita sociale e statale; organizza l'esercito nizzazione contadina infatti, dalla quale sorgerä la nuova Vita economico-sociale, viene riordlnata e migliorata. II Poglavnik organizza tutte le forze dello stato, ponendo come base l'assioma che non esistono piü distinzioni nfe di nome nč di categoria. Di tutti ricerca e apprezza la col-laborazione, come il Duce. Per questo Pavelič ha detto: «Chi non, lavora per la Patria, per lo stato, chi non lavora sociataiente per il popolo croato non 6 degno di vivere.» Quando il Duce entrö a Roma disse: «Bisognaresistere!» II Poglavnik pure lasciändo la Croazia disse: «La lotta sarä dura ma bisogna resistere. lo non ritomerö vivo se non nello stato indipendente croato.» E quando ritomö cosi si espresse: «lo non sono venuto per governare, ma per lavo-rare.» II Duce d'Italia ha acceso la fiaccola della nuova vita europea; il nostro Poglavnik dal canto suo ha resistito fermamente e il popolo l'ha se-guito. Cosi 6 risorta la Croazia indipendente. In ciö consiste l'unione con l'eterna Roma e con l'ideale della libertä; in ciö č la po-tenza del movimento fascista, col quale idealmente 6 collegato il movimento ustascia. Salich Baljic Console di Croazia a Lubiana Contadini al lavoro per la ricostruzione del Paese Bottega di poesia Concludere una poesia nei soli limiti della conoscenza, studiarne le derivazioni e i ganci possibili d'unione a sva-riate fonti d'ispirazione inte-riofe — soprattutto quando la poesia, dalla fantasia di ricordi evocati e di momenti appena vissuti, si concreta in una realtä d'immagini non imposta da una condizione contemplativa — e cosa che assai vivacemente contrasta all'indagine dei momenti umani; per spostare tutto I'interesse da un campo di comprensione spirituale a quello di rielaborazione mec-canica (anche se intuitiva). Tale carattere e nella poesia di Sereni(*), poesia alia quale bisogna accostarsi liberati da ogni scoria, in un diretto moto umano di desiderio co-noscitivo. Che sübito s'affer-ra come la poesia di Sereni sia priva del facile gioco del-la costruzione meccanica, af-fidata solo alio svaporare del ricordo nella concretezza di mondi superati o da superare. La posizione di Sereni non e, infatti, posizione contemplativa: non determina quello stato di fissita staccato da ogni prassi, che connaturato porta seco I'immutabilita di destini segnati e vuoti di mete, di ideali concreti. I momenti d'impressione (cioe, di veloce mutazione) sono in Sereni frequenti; momenti di stupito guardare colori che si fanno luce e s'annullano: Come un rosaio, un vortice d'o-mbra e di vampe che mi fioriva d'intomo nulla strMla cancellata dal sole a viezzngiorno. sospensioni di attimi sui con-fini di mondi senza rumore: dove quasi si puo individuare un calato desiderio di sereni-tä totale, affidata unicamente alia sommessa rievocazio-ne di un istante. Una sereni-tä che si sfibra a contatto di una sensibilita sempre sco-perta, che senza soste si plasma — e aderisce — a ogni aprirsi del pensiero. Tali mo-vimenti di scoperta portano sempre congiunto il senso di zone non chiaramente definite e concrete: solo una sospe-sa intuizione di limiti sco-nosciuti: Qui il traffico oscilla nospeso alia hice dei seviafori quieti. ... un inunmire soltanto sfiora la nostra vita soito ima pensile terrazza ... Toi-na Ü tuo cielo d'un tempo sulle altane lombarde, in nuvole d'afa s'addensa e nei tuoi occhi esula ogni azzurro, si raccoglie e riposa ... concretarsi dell'essenza inti-ma della vita nella scoperta rapida di un'immagine, di un movimento (movimento sentimentale, senža dubbio: av-vicinamento all'immagine solo per ricrearla nell'intimo in una forma che puo parere, talvolta, d'approssimazione: ed e solo pudore di scoprirla in una troppo rivelata concretezza umana): Queste tue mani a difesa di te. mi fanno sera std viso. Quando lente le schiudi, davanti la citta ž queU'arco di fuoco ... Mezzanotte fu sui cancelli fresca d'acqua nel vento la voce dolente di sonno. Arretrava nelVora un paese di azzurri santuari porduto tra Ic perse primavere. Colgo il tuo cuore se nell'alto silensio mi commuovc un bishiglio di gente per le strade... Ma sono questi momenti superati sübito da un senti-mento intimamente realizza-to di azione, quasi un invo-luto procedere di vita isolata da rimpianti. E si avra al-lora un ampio, sereno allar-garsi del verso: E wot ci si sente lombardi... che certo si concreta come la staccata distensione quasi-modiana di Ora che sale il giorno; o un umano raggiun-gimento di comprensione por-terä al compiuto individuare una essenziale conquista di posizione attiva: Fo^-se da oggi soltanto avvertiremo I'impeto dell'ore ... Nella morte giä certa cammineremo con piit coraggio ... Ma torneremo tadti a ogni approdo... Da tali esemplificazioni assai evidente si rassoda il mondo poetico di Sereni: mondo dove I'io gioca — e intendiamo per gioco non un gratuito svagare d'esercita-zione, ma un totale aderire ai movimenti intimi dell'essenza intera — la sua natura, completamente: da un lato affidandosi al mondo delle immagini e confondendosi in esso, quasi in un purificato «panismo» senza sensualita, dall'altro liberamente affer-mando la sua essenzialita umana ancora ai limiti della giovinezza. Che essere sui confine significa non sentirsi del tutto affrancati dai mi-steriosi timori dell'adolescen-za (... Voi mo rti non ci date mai quiete ...) e giä essere, totalmente, immessi nella «condizione di uomo». (Questo trepido vivere dei mortl. Ma dove ci conduce questo cielo cite azzurro sempre piii azzurro si spalanca...) Una posizione attiva, quin-di, ancora in divenire: non esaurita nel raggiungimento di un fine. E neppure di un attivismo che si esprime in Milano — Galleria dell'Annunciala Angelo Del Bon — «Nudino» larga risonanza di forze e di costruzioni: ma I'attivita che si esprime unicamente in spiritualita. L'ondeggiare che si puo certo riscontrare in Sereni tra il mondo dello spirito e quello dell'apparenza si ri-solve tutto nella spiritualiz-zazione di ogni sentimento: ed e in questa evasione che consiste la «posizione attiva» di Sei-eni. Se nelle Ultime poesie si nota un piu accen-tuato rivolgersi ai ricordi, quasi una stasi nell'ultimo lembo di giovinezza, nell'in-troduzione alia ristampa delle Poesie Sereni ripropone la sua condizione di spiritualita umana (... all'atto di andare lontano e di mettere in gioco la propria sorte di crea-tura...) e ci conferma di essere andato oltre la «frontie-ra» della sua umanita. M ansa Valli (♦) «Poesie» di Vittorio Sereni, ed. Vallecchi — Firenze. ANCORA DEL RADIOTEAmO Per radioteatro si deve in-tendere Vopera esclusivamen-te radiofonica, ossia concepi-ta meditata e scritta nello specifico intento di farla re-citare al microfono. Percid niente riesumazione di le opere me-ritonie; il che significa iu altri termini che un copione puo restarseiie per l'eternitä fuori delle scene. Euro Orciani MOSTRE D'MRTE Una collettiva oirAimunciata Questa e una delle Mostre mi-lanesi piu interessanti di questo periodo. Gil espositori sono lo scultore Conte e i pittori Del Bon, De Pisis, Menzio, Paulucci e Sprin-golo. Di Conte vorremo dire quanto ci piace la sua scultura, Egli e uno dei pochi scultori moderni che abbiano messo da parte tutte le questioni polemiche per arrivare a dire una parola sua e definitiva. Parlando della scultura di Conte Ci si potrebbe riferire a Maillot o a Medardo Rosso, non per somi-glianze plastiche ma per risultati tangibili. La sua modellatura e vi-brante e larga, i piani si susse-guono con veemenza e arrivano a delle conclusioni veramente importanti. Vedasi le sue donne che danzano e basti citare la testa di Pierino», per non parlare dei suoi nudi e delle altre figure che qui espone. Del Bon appartiene a quella schiera che si ž definita dei «chia-risti», di cui deve essere conside-rato il caposcuola. Infatti tutti i «chiaristi» che noi conosciamo si sono imposti di fare della pittura chiara cercando I'accostamento dei colori con un certo gusto flebile e grazioso, mentre Del Bon e «chiarista» perche cosi lo hanno definito, ma egli fa della pittura anche impiegando il nero. Bello il suo «Nudino» e anche la natura morta «Ferri dello stuccatore». Di De Pisis se ne parla tanto e tanti suoi quadri abbiamo visto in giro per le Gallerie in questi ultimi tempi: confessiamo perö di essere lieti di aver visto i cinque quadri suoi esposti. Sono tutte opere di quindici o sedici anni fa che sono veramente belle. Quello di allora, in confronto all'attuale, ž un De Pisis quasi ir-riconoscibile. Mentre oggi e af-frettato, quasi sollecitato dagli ac-quirenti a far presto per fornire quadri, ieri era piu chiuso, dipin-geva con piu amore e con piii emozione. I cinque quadri di cui parliamo sono cinque pezzi di au-tentica pittura. Dei torinesi Menzio e Paulucci dobbiamo dire che la loro pittura e sempre la stessa. Menzio e ancora un po' disfatto, slegato e talvolta troppo grazioso, mentre Paulucci e piuttosto illustrativo e in qualche opera 6 evidente il suo amore per Cezanne. Vogliamo fare a Springolo una lode per la sua immunitä. Egli di-pinge come puö, senza alcun ri-ferimento o richiamo. Se mai ci potremmo riferire alia buona pittura veneta. I suoi paesi sono una gamma di verdi in mezzi ai quali spuntano le casette blanche o rosa. Sono, le sue opere, pervase da una certa ingenuitä, che vorrem-mo che lo Springolo conservasse senza lasciarsi tentare dalle alchimie o dai giochi di prestigio ac-cademici. [Waller Pozzi •••••• •••••• •••••• ::::: Kirn e gli eroi d'Ifalia Chi parte per la guerra di solito non pensa all'eroismo, alineno a quello personale. La vita del combattente — ogli si dice — e t'atta come raccoiita chi c'e stato: e cioe di buoii canioratisnio, di marce faticose, di lunghe serate col cielo per tctto, di pidoc-chi, di capelli rasati, d'ore a 1 legre e di successive ore tristi. C'e anclie I'eroismo, si sa. Ma di quello nessuno par-la mai. 11 noslro popolo, che e seii-za dubbio Ira i piü ercici del mondo, ha uno straordinario pudore del proprio eroismo. La recluta die voiol concreta-re in qualche modo la gioia diffusa e iniprecisa che gli ha di:to I'arrivo della cartolina rosa, cerca i pensieri piü fu-tili. Per esempio: Ora mi faccio crcscere la b^.rba.:; Quasi mai: «Vado a fare I'croc,» Solo qualche tempo dopo gli accadra di fare una com-mossa scopei'ta: certi atti pic-coli o gr'andi, e in alcuni casi ecceisi, che avevano una ap-parenza ui mito, corrispcndo-no invece a sentimenti interni, vitali e vorremmo dire quotidiani. Sara una scoperta fatta per caso, dopo una azio-ne istintiva: a volte manchera il tempo di farla, e allora il libro dei Caduti per la Patria accogliera un altro soldato che non ha saputo di essere un eroe. I giornali hanno pubblicato in questi giorni la motivazio-ne del bersagliere Kirn, de-corato di medaglia d'oro alia memoria. 11 bersagliere Kirn e un eroe, ma questo non ba-sta a definirlo. Volontario di guerra, fra i primi al combat-timcnto, rimase ferito lottan-do contro i ribelli, ma non voile abbandonare il posto. Poi rimase ferito una seconds volta, facendo scudo del proprio petto al comandante della compagnia, e neanche allora voile abbandonare il posto. Rimase a incitare i compagni. Trasportato mo- rente all'ospedaletto da cani-po, ebbe la forza di gridare: :;Sono un bersagliere! e Spiro subito. Non seppe di essere un eroe. Quando si e detto che il bersagliere Kirn e nato nella fierissima Fiume resta poco da aggiungere. Non perche manchino le parole. Le parole ci sono: quelle stesse che ha usato la motivazione, e che sembrano ormai cosi po-vere, dopo essere state usate per tanti fratelli del bersagliere Kirn. Perche il bersagliere Kirn, questo volevamo dire, e un eroe italiano, e gli eroi si soniigliano tutti. Non ci sono molte maniere di essere un eroe, anzi ce ne sono pochissime, sempre uguali dalle origini del nostro popolo. A somiglianza di tutte le cose, poche anche queste, che coaitano davvero per I'uomo, I'eroismo ha caratteri costan-ti, e severo, monotono come cio che ha luogo in presenza della morte. Percio chi torna dalla guerra racconta, a chi lo interroga, di aver passato lunghe notti col cielo per tet-to, ore di sacrificio, altre ore di grande serenita: ma non racconta quello che ognuno conosce, che ormai e ovvio da secoli, e che pure bisogna ri-conquistare (come se fosse la prima volta) per ogni nome citato dal Bollettino, per ogni decorazione concessa: che ogni nostro soldato e pronto per dono native a diventare un eroe. Cosi nel popolo italiano e profondamente radicato quel valore militare che, accoppia-to ad una passione profonda, fa nascere I'eroismo. E I'lta-lia della Rivoluzione, come giä nel Risorgimento, ama i suoi eroi perche non li sente lontani esempi del vivere ini-mitabile, deitä irraggiungibili e astratte. Li sente sangue del proprio sangue e si ad-dolora con tutto il cuore sulle loro tombe; ma vuole tenace-mente vendicarli. iln fanie d' Italia stile, per la sua arte e per i suoi monumenti. Ecco come il nemico sfoga i I suo bestiaie furore contro Napoli. Nella incursione del 18 marzo u. s. i piloti anglo-americani lasciarono cadere su Napoli dei manifestini, dove si notava un teschio di niorte e vi si leggeva un - av- ••••••••••• ••••••••••• ••al_ [•••■M ■•••■•• per •••••• ••• !••••• ■• ' ••• V::« 1" ••• •••••• •••••• •••••• •••••• •••••• •••••• ••• ••• ••• ••• ••• ••• ••• ■H*** •••••• •••••• •••••• ••• ••• ••• ••• vertimento: ai lavoratori por-tuali ed ai cittadini di sgom-brare i I por to e la citta perche avrebbero incursionato Napoli altre volte con effetti distruttivi e micidiali. Un esemplai'e dei soliti manifestini fu reso pubblico attra-verso la stampa napoletana. II nemico adopera questi Nostri mezzi motorizzati in esplorazione sul fronte tunisino mezzucci cosi meschini e di-mostra d i non conoscere sia il cuore del portuale napole-tano, sia quello del cittadino. Noi che abbiamo avuto modo di conoscere lo spirito, la serieta, le abitudini, la volon-la ed il modo di pensare del portuale napoletano, afferniia-mo che Tavvertimento del nemico ha giä avuto quella con-siderazione che merita. L'uomo del mare, ^oscura gente feconda e forte , op-porra all'intimidazione nemi- ^ ca maggior spirito di sacrifi- , cio e di dovere. | Napoli e citta di prima 11-, nea in questa guerra. II nemico sappia che il fronte interno e sempre a posto. L'italiano e maturo, coscien-te; sa cosa gli sara corrispo-sto dalla vittoria delle armi. Chi combatte per assicurarsi il pane per se e per i suoi figli non conosce paura, orga-smo, non fugge nel pericolo, e presente nel cimento e nel lavoro, perche una giornata sciupata potrebbe compro-mettere il piano prestabilito della nostra Vittoria. Serg. Un. Enzo Casaburi CAMICIE MERE NELLA LOTTA ANTICOMUNISTA Napoli, citta di prima linea Gli anglo-americani ce I'han-no con Napoli. S'illudono di distruggere le bellezze della citta, pensano di spegnere il canto sempre uguale del cuore napoletano, di offusca-re I'incanto del mare, I'azzur-ro del cielo, la poesia di questa Napoli che quando canta tutta Italia canta, come ebbe a dire il Vice Segretario del Partito Ravasio in occasione della Piedigrotta di guerra dell'anno XXI. Sicuramente gli anglo-americani non conoscono i napo-letani e guardano con invidia alia nostra cittä perche Iddio vi ha profuse tanto amore per renderia bel la, variopinta, ca-nora, incantevole, affascinan-te. Pensate che il nemico, nella incursione dell'anno scor-so, sganciava le sue bombe anche sul Vesuvio, illudendo-si forse di distruggere questo Vulcano in attivita, posto 11 a contemplare la cittä dirim-petto; posto li, a completare I'immensa fascia dei paesi pullulanti sulle fiorite e verdi colline vesuviane. Napoli, che fu la testa di ponte dell'Impero, centro del-I'attivita del Mezzogiorno, sin-tesi della potenza mediterra-nea, e invulnerabile nel sen-timento, nella fede ardente per la vittoria, nella sicurezza del domani radioso e del suo grande posto nella futura in-dustrializzazione dell'Italia. II nemico giunge su Napoli frequentemente, sgancia le sue bombe a casaccio, di-strugge abitazioni civili, quar-tieri popolari, chiese, ospe-dali, opere d'arte, uccide le persone inermi: le donne, i vecchi, i bambini e pensa di fare qualcosa per la sua vittoria. E gente esecrata ed esecrabile questo nostro nemico. Egli ci renderä conto di ogni casa colpita, di ogni bomba micidiale che ha offeso il napoletano nelle cose e nella carne. Egli portera gron-danti sotto I'immonda veste di barbaric le piaghe, le fe-rite tlel piccolo e grande cittadino di Napoli, al quale s'e chiuso il cuore nell'ultimo supremo canto alia natura, alia vita, alia vittoria. Nel cuore di Napoli, a lato del sentimento, del lavoro, della generosita, del sacrificio c'e quello bene radicato del-I'odio implacabile contro i barbari e mercenari piloti della Raf. In qupste ultime incursioni venivano colpiti insigni monumenti d'arte religiosa, come la Chiesa dei Gerolomini, dove riposano le spoglie del filosofo napoletano G. B.Vico e sulle pareti della quale, in calce agli affreschi, si leggo-no i nomi dei piü grandi pit-tori italiani dal '300 all '800, e la Basilica di S. Pietro Mar-tire, opera pregiata per il suo II lungo e rigidissimo in-verno ha obtaligato le Camicis Nero di un battaglione a mor-dere il freno. Dislocati in una zona montagnosa hanno do-vuto passare i mesi invernali in mezzo alia neve ed al fred-do, limitandosi al servizio di vedetta nelle postazioni avan-zate. Uno spettacolo siberiano si presentava ai loro occhi: montagne e neve in abbon-danza, poche case sparse qua e la; tormente violentissime e freddo altröttanto violento sottoponevano gli uomini di vedetta ad uno sforzo fisico e morale intensissimo: imbacuc-cata negli indumenti di lana, unta dal grasso anticongelan-te la Camicla Nera era la, piantata nella neve, con I'oc-chio fisso a scrutare attenta-mente quella enorme distesa bianca. L'unico compagno: la mitragliatrice la quale venlva spesso accareszata con gesto affettuoso quasi che quell'or-digno di morte fosse un essere vivo a cui chiedere prote-zione e consiglio. La tattica del nemico ö co-nosciuta, I'imboscata: sopraf-fare un nostro posto di vedetta e impadronirsi delle armi e munizioni; o cecchinare, da lontano, una nostra sentinel-la. Servizio quindi sfibrante e pieno di incognite. Cosi per mesi e mesi le nostre Camicie Nere hanno aspettato con an-sia I'ora in cui avrebbero po-tuto vedere In faccia questi ribelli e misurarsi con loro. Che i banditi comunisti ci siano 6 un dato positive, conosce la loro criminate at-tivitä: omicidi di donne s bambiiii e continue razzie per procacciarsi i mezzi di sussi-stenza. Ma la neve impedi-sce qualsiasi movimento e obbliga alia fissitä delle posi zioni. Gli unici che abbiano avuto, in questo periodo di tempo, la fortuna di spiegare una certa attivitä, diremo cosi, di movimento sono stati gli sciatori; ragazzi entusiasti di fare la guerra con gli sei nei piedi. La tuta bianca con-ferisce loro un segno dl di-stinzione che inorgoglisce il loro ardente spirito di com-battenti; per loro la guerra š diventata uno sport. Li guida il Comandante di Battaglione in persona: bella figura di soldato, sciatore instancabile e provetto, combattente ardi-to il quale ha una gran pena dentro il cuore, quella di non trovare tutti i giorni una banda di ribelli da annien-tare. Quel -pugno di uomini in bianco, in fila, dietro il loro Comandante tutti i giomi fa le sue sortite nella vana spe-ranza di trovare da fare a schioppettate. Si dice che anche i ribelli abbiano dei grup-pi sciatori, qualcuno va di-cendo di aver visto, nelle nostre immediate adiacenze di linea, piste da sei; questo de-siato incontro aumenta I'en-tusiasmo di quegli arditi che partono per una aizione di guerra con lo stesso spirito, con lo stesso entusiasmo col quale si andrebbe ad una competizione sportiva. Intanto si affaccia la primavera e con la primavera la neve si assottiglia dando la possibilitä di movimento; si rastrellano larghe zone e si estendono le nostre linee fino ad arrivare nel territorio in cui si spera di trovare il grosso dei ribelli per attaccarli e distruggerh. II terreno in cui si dovra operare 6 costituito da un giogo di montagne intercalate da valli e vallette strette, ricoi-renti, di difficile orientamento; la natura del terreno e quanto mai insidio-sa, tutto fatto a sbalzi e di pietraia, tempestato di caver-ne naturali facilmente tra-sformabili in nidi di mitraglia-trici, terreno quindi adatto per una difesa ad oltranza ma difficilissimo per chi deve at-taccare e difficile anche per I'artigheria. Da pochi giomi il Battaglione si era sistemato nelle ultime casupule addossate alia montagna oltre le quali non vi era piü che pietraia e qualche residue di neve, quando una mattina, alle prime luci dell'alba, investono i nostri accantonamenti rab-biose raffiche di mitraglia. Un attimo! Tutti gli uomini sono pronti alle lore armi, tutti verrebbero aprire il fueco, il nemico non si vede, la natura del terrene non permette di vederlo, ma si sa che I'offesa 6 venuta di lä, dai monti che ci stanno di fronte. Sparate le prime raffiche il nemico si tace. ž; la solita imboscata favorita da una incempleta visibilitä, la tattica usata dai comunisti, la stessa usata nella politica: I'assassinie, il terrore senza mai avere il ce- raggio di affrontare a viso aperto la lotta. Ma gli 6 che Ö molto difficile sorprendere le Camicie Nere: tutta gente in gamba, reduci di una o piü guerre, gente che con la guerra ha una cei'ta familiarita e non si impressiena. Tutti vorrebbero uscire, attaccare, vedere in faccia gli assassini; ma rimpeto, il desiderio di combattere anche se sono doti essenziali pel combattente non sono sufficient! a garantire I'esito favorevele di una bat-taglia. II nemico dev'essere studiato, si devono conoscere le sue probabili basi e di quali forze dispone, specie poi in una guerriglia come quella Che si combatte in Balcania dove il nemico ha una mobi-htä sorprendente anche perche 6 estremamente favorite dalla natura e dalla ceno-scenza del terreno. Percio vie -ne fatta uscire in perlustra zione soltanto qualche pattu-glia la quale pur non trovan-do piü i banditi ne scopre le basi. II glome depo viene intra-presa I'azione di benifica. Alle prime luci dell'alba le Camicie Nere raggiungone la loro posizione di attacco e subito vengono fatte segno a tiri di cecchinaggie ed a raffiche di mitragliatrici. La lot- ta si fa subito intensa, serra-ta: da una parte vi č un nemico Che, colto nel segno, si batte con la forza della dispe-razione, dall'altra le Camicie Nere le quali non sono dispo-ste a mollare il nemico cerca-to e atteso per lungo tempo. Le armi autematiche pesanti e i grossi cahbri della arti-glieria intervengono con un fueco indiavelate mentre i legienari avanzano noncu-ranti delle raffiche di mitraglia Che i banditi comunisti centinuano a vomitar contro di lore. Nelle prime ore del pomeriggio la battaglia ha uno svelgimento dure, il ne mico premute, bersagliato da tutte le parti si batte con estremo accanimento, impie-gando anche i rinforzi che gli sono giunti dai Paesi vici-niori, mentre la nostra arti-glieria non puö celpire con efficacia le postazioni nemi-che perchč protette da una dorsale rocciosa. Ma non si esita; I'azione e nel suo pieno svolgimento: bisogna arrivare a tutti i cesti a distruggere 11 nemico. Le Camicie Nere non sono disposte a mollarlo e per quello la situaziene si fa di-sperata; tenta una prima sortita con I'evidente intenzione del cbntrattacce per allenta-nare il pericolo dell'annien-tamento, perö viene subito ri-buttato; disperato esce un'al-tra volta e con urla selvagge si butta nel corpo a corpo. I Legienari con le bombe a mane e coi pugnali contengono I'urtc, le stesse Comandante di Battaglione 6 nella mischia con la rivoltella in pugno e ancera una velta il nemico viene ributtate. Cala la sera; la lotta si af-! fievolisce poi cessa cempleta-j mente; I'oscurita non permette piü il combattimento. I ' reparti rientrano alia base di partenza meno una Compagnia, la quale rimane sul posto a protezione ed a vigilare le messe del nemico. Formft quadrate e li aH'adiaccio, in mezzo alia neve, al gelo passa la nette e vigila. Ultimo a rientrare a notte fonda, il Comandante di Battaglione il quale con voce secca, taglien-te impartisce ancera alcuni ordini. Giornata dura, san-guinosa la quale perö ha dato ancera una volta la riprova dello spirito che anima le Camicie Nere. Al mattino successive alcuni colpi di mortal saggiano le intenzioni del nemico. Nessuno risponde, 11 paese ö de-serto, nella notte i banditi comunisti favoriti dall'oscu-ritä hanno abbandonatp la posizione. Le Camicie Nere avevano vinto. C. N. SpaWaco AnnoYazzi la difesa delle piante RUNIANCA Si ottlenc In modo perfetto usando prodotti • Ramital e Cupramina ■ Antiperonosporlcl a Imse (II raiue e materle attlvanti, gl& largameiite ImpicgatI cd apprezzati nclla lotta contro la peronospora della vite, della patata, del ponio-doro, contro Tocchio di pavone deU'olivo, ecc. • Cupramina Beta - (Approvato dai Minlstero di Agricol-tura c delle Foreate nel 1942) Antiperonosporico dl slcura cffl-eacia al 2% dl rame sotto forma cupro organlca. per la lotta contro la peronospor« della vite, dellu patata, del pomodoro, deirocchlo dl pavone dcH'ollvo, ecc. • Granovit ■ Prodotto per la dislnfezione delle scmenti, a base dl mercuric, furfuroio e sostanze attivantl. 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Ovunque 11 rappresentante del Governo e U Gerarca sono passatl, hanno lasclato I'lm-presslone deiramorevole cura che 11 Regime fasclsta dediča anche a questa nuova provln-cia che per forza dl eventl ä stata unlta all'Italia. Nella mattinata l'Alto Commissario, 11 Federale e le altre Autoritä, partiti da Lublana, hanno fatto una breve soßta a Trebnje, o ve, ricevuti dal Co-mandante del Presidio, hanno passato in rlvista una com-pagnia dl Camicie Nere schle-rata con gagliardetto e musi-ca. II Cons. Gen. Mannu-Ricci, Commissario civile per Novo Mesto, si era recato lä ad incontrarli. All'arrivOi a Novo' Mesto erano ad attendere TEccellen-za I'Alto Commissario e 11 Segretario Federale, 1 Generali Maccario e Cerrutti con gli ufficiali dello S. M. di una valorosa Divlsione, il Segretario del Fasclo e 11 Podestä. Prestava servizio d'onore ima compagnia con musica e la bandlera di un Reggimento. Dalla stazione le Autoritä si recavano al Cimitero milltare ove rendevano omaggio al glo-rlosi Cadutl e deponevano corone di flori. All'Ospedale milltare I'Alto Commissario e il Federale si Intrattenevano presso H letto del gloriosi de-genti interessandosi ai casl di ognuno, e avendo per loro parole dl alto compiacimento. II Segretario Federale faceva dlstribuire 1 donl del Partito per 1 combattentl. Al Comando della Divlsione 11 Generale Comandante pre-sentava 11 suo Stato Maggiore e rlferiva agll ospiti suUo stato milltare della zona. II Cons. Gen. Mannu-Ricci accoglieva 11 rappresentante del Governo e 11 Gerarca fa-cendo loro da guida nella visita dell'edificio .adlbito a Commissariato civile, mentre In seguito 11 Comandante della Fanteria Dlvisionale 11 rice-veva nella sede del Comando dell'unitä. Di lä si recavano In visita alia' Cattedrale, ricevuti dal Vescovo col Capitolo. L'Eccel-lenza Grazloli e il Federale, con le altre Autoritä, visita-,vano 1 nuovl lavori nella cripta e chledevano notierte sulle pregevoli opere artisti-che della Cattedrale. Dopo questo rapldo giro i'Alto Commissario con le altre Autoritä partiva alia volta dl St. Jernej, sempre accompagnato dal Generali. La visita ad opere militari e il contatto col popolo. che in-sieme con il Comandante del Presidio attendeva gll ospiti, diedero I'esatta vlslone della vita di questo paese di confine. Recandosi a Kostanjevica I'Alto Commissario, il Federale e le altre Autoritä hanno fatto una breve puntata alia Certosa di Pleterje ove, ricevuti dairabate, vennero ac-compagnati in visita al mo-nastero che or non 6 molto tempo subl 1'offesa sacrilega dei banditi comunisti. Con-gedatisi dall'abate, i visitatori proseguirono per Kostanjevica ove, guldati dal Comandante del Presidio e dal Segretario del Centro del P. N. F., visi tar ono le opere militari del confine. Da Kostanjevica I'Alto Commissario e le altre Autoritä fecero ritomo a Novo Mesto e nel pomeriggio le visite si susseguirono una dopo 1'altra: al Tribunale, al Co-mune, ricevuti dal Podestä, e alla sede del Fascio di Com-battimento rendendosi conto dell'attivitä dl questl tre settori della vita clttadina. Nella sede del Fasclo una rappre-sentanza della G. I. L. L. in divisa, schierata lungo I'lii-gresso, fece ala agll osplfci, mentre una Piccola Italiana porgeva un omaggio floreale all'Eccellenaa Grazloli. Alcu-ne donne rixmite nelU sede del Partito porsero al rappresentante del Governo delle buste che certamente conte-nevano la richiesta di deside-ri ancora inappagati. All'usci-ta, veramente significativa la manifestazlone dei bimbi della G. I. L. L. Che con grida di glola invocarono il Duce, stringendosi attomo alle Autoritä. Due visite pietose seguiro-no: quella all'Ospedale fem-minile e 1'altra all'Ospedale maschile ove gli ospiti si sof-fermarono accanto ai degentl pronunciando parole di con-forto e interessandosi dello štato di ognuno. Una manifestazlone veramente commovente attendeva I'Alto Commissario, il Federale e le Autoritä durante la visita all'Istituto femmini-le «Nostra Signora». Un coro di bimbe richiamö I'attenzio-ne del visitatori al loro in-gresso e li portö In un piccolo teatro, ove, sul palcoscenico, erano schierate le educande Che cantavano, accompagnate da una suora al pianoforte, una canzone slovena. Pol una ragazza si fece largo tra le altre e, commossa e impac-ciata, recitö in italiano una poesia mentre altre eseguiva-no danze ritmiche. Una canzone cantata da due bimbl suscitava pol la piii viva emo-zione nei visitatori. Dal colleglo le Autoritä si portavano in visita alio sta-bilimentx) tessile Penca e Povh, ove, ricevuti dai pro-prietari e dai dirigenti, vlsi-tavano le sale delle macchlne e I'Alto Commissario s'inte-ressava dell'attivitä industriale e del Potenziale economico dello stabilimento stesso. Alle 17,30 1'Eccellenza Grazloli, U Federale e le altre Autoritä ripartivano per Lublana, salutatl dalle Autoritä locali, dopo aver passato in rassegna una compagnia d'onore schierata c. Alla S. Messa ha fatto s6-guito la Comimione generale e quindi 6 stato impartito 11 Sacramento della Cresima a circa una sessantina di militari. Padrini dei cresimandi sono stati 11 Generale Maccario, 11 Generale Cerrutti, il Cons. Gen. Mannu-Ricci, 11 Segretario del Fascio e vari Ufficiali. I cresimandi hanno ricevuto in dono oggetti-ricordo e denaro. Alla cerimonia 6 interve-nuta una rappresentanza dei Fasci FemminUi di Lubiana guidata dalla Fiduciaria del Fasci Femminill stessi. Le camerate hanno distribuito ad ogni cresimando un pacco-dono ed im importo in denaro: si sono pol in trattenute con tutti 1 militari al quali hanno distribuito anche delle medagliette-ricordo. La manifestazlone, intona-ta alla serietä del momento e soffusa di alto spirito mill-tare e religioso, ha avuto termine con un elevato discorso di Möns. Bottacci che ha messo in rilievo U signlficato della cerimonia ed ha avuto parole di fede nella imman-cabile vittoria delle nostre arml. CINEMAT06RAFI L U B I A W A Rappresenlazioni: giorni (estivi alle ore 10.00, 13.30, 15.30 e 17.30 - giorni (eriall alle ore 14.00 e 17.30 SLOGA Un film di giovani . . . ün film pieno di giovinez „Giorni felici" con Ulla Silvi, Amcdeo Nazza^^, Valentina Cortese, Leonardo Cortese, Vera Carmi e Haolo Stoppa. „Carmela" MATICA Giornalmenic alle 15.30 e domenica alle 10.30 „DON GIOVANNI" con Adriano Rimoldi, Paolo Stoppa e Elli Parvo Giorni feriali alle 17.30 e 19 30 e domc- nlca ale 1.< 30, 17.30 e 19 30: intrighi amore, musiche e danzo in una sfarzosa cornice moderna „L'AFFARE STYX« Inlerpreti: V. de Kowa, .M.Simo, L Solari UNION Una storia che non dimenti-cherete „UNA STORIA D'AMORE" con Assia Neris e Piere Lulli. Rappresenlazioni: glordi feriali alle ore 16 30, 17 30 e 19.30; gioml featlvl alle ore 10 30, 15.3", 17.30 e 19.30. MOSTE Una brillante commedla con il celebre tenore FERRUCCIü TAOUAViNI „LA DONNA fi MOBILE' L'eroica Rucrra dei cappellanl militari „FORT-ARTHUR' con Adolf WohlbrOck e Danielle Darieux KODELJEVO Un film storico e appussionanlo ,.BKATRICE CENCI" con la beilissimu attrice: Carola HOhn segue uq film divertente, pieno dl colpi di scena „PAZaO PER LA MUSIC CONCORSO fuOHO^tiä Risultati del campionato di calcic della 12» giomata del glrone di ritomo. TriestinsuLiguria 3—1 Torino-Atalanta 4—2 Venezia-Lazio 2—1 Milano-Bologna 3—2 Vicenza-Bari 1—0 Fiorentina-Ambrosiana 2—0 Roma-Livomo 1—0 Genova^Juventus 1—2 PUNTEGGIO OTTENUTO DAI PARTECIPANTI AL CONCORSO Funti 10: Cap.le Benedettl Auguste e Cap.le Bemecoli Glno; punti 9: Cap Je Magg. Calca-terra Bruno, Geniere Goldonl Imer, Cap.le Magg. Tenani Gi-leardo, Legion. Comettl Serafi-no, Serg. Revolonl Vlttorio. Cap. Fez Giovanni, Fante Tonini Albane, C. N. Pisani Guido, Genlere Bonfatti Luigi, Geniere Valentini Giovanni, Serg. Magg. Fomacioni TuUio, Art. Marga-gllotti Giuseppe, Serg. Zanallati Umberto, Art. Orlandini Enrico e Art. Finiti Fernando. I predetti concorrenti possono ritirare il premio loro spettante presso l'Ufflcio Combattenti, personalmente od a mezzo dl Inca-ricato autorizzato con regolare delega scritta. punti 8: Genlere Gardini Ivo, Sergente Ramondelll Umberto, CapJe Magg. Remi Remigio, Geniere Ferrari Renato, Cap. Magg. Revelant Giuseppe, Serg. Magg. Munari Domenico, Art. Cola Armando, Art. Galluci Remo, Vcsq. Berti Osvaldo, Art. Biscontl Pom-pUio, Art. Palmieri Attilio, Serg. De Simone Antonio, Cap. Magg. Bolognlni Ugo, Cap. Magg. Gri-golato Giuseppe, Medici Enzo, Capie Magg. Passalacqua Angelo e Cap.le Schlavon Ugo; punti 7: Cap.le Magg. Vescovi Giuseppe, Mitr. Ravagnolo Emi-lio, Art. Schlavi Esole, S. ten. Fuoco Francesco, Serg. Bemini Giustlno, Vcsq. Bemini Vitalia-no, Fante Bussi Mario, Sold. Sommacal Giovanni, Sold. Fantini Candio, Mericco Carlo, Cap. Magg. Manazza V., Art. Cicconi Nello, Art. Saluzzo Rocco, Art. Pesaresi Lulgl, Cap. Magg. Pe-rotti Emidio, Art. Bovo Virgllio, Art. Olivadese Giuseppe, Art. Lo-renzinl Lindo, Art. Ceccacci Di-no, Art. Fabbi Enzo, Sold. Rino Morandlni, Cap.le Magg. Benve-nuti Walter, Cap.le Stradollnl Odero, Cap.le Magg. Mauri Emi-lio. Geniere GlaroU Marino, Geniere Badiall Ismeno, Cap.le Magg. Pinchl Renato, Geniere Parmiggiani, Art. Pelizzola Lo-cis, Cap.le Maurlzä Giuseppe, Cap.le Magg. Bastlanuto Gino e Sold. Cicerone Ende; punti 6: Mortiere Baraccani Artemlsio, Sold. Barone Umberto, Cap.le Maiorana Giuseppe, Art. Palmieri Giuseppe, Art. Dio-niglEUo, Marconista Minoccherl Rodolfo, Cap.le Gerla Mario, Cap.le Berardi Primo, Genlere Tramontana Silvio, Cap.le Sabo-delli Luigi, Serg. Magg. Minana Antonio, Art. Vernelli Marino, Cap.le Baldin Tarquinlo, Cap.le Di Cosimo Umberto, Art. Tome! Tommaso, Geniere Zigliotto Luigi, Art. Bertani Anio, Vcsq. Bor-gna Ezio, Marconista Ortalda Giovanni, Vcsq. Silenz! Stani-slao. Geniere Zanchetta Arman. do, Paolettl Onofrlo, S. Ten. Spi-nelli Rosario, Geniere Pasquale Ciccocioppi, Art. Grassi Alessan-dro, Art. Pompeo Domenico, Sold. Brandl Franco, Sold. Polverarl Crescentino; punti 5: Sold. Zuanel Mario, CapJe Donati Nicola, CapJe Magg. Frattale Mario, Geniere Dalla Riva Emilio, Art. Tosato Bruno, Sold. Garovelli Guerrino, Parlmbelli Guido, Art. Pinozzl Antonio, Cap.le Magg. Cantero Espedito, Genlere Padovan Ma^ rio, Art. Rocco Romualde, Cap.le Magg. Piccinlni Ulderico, Serg. Magg. Sciottl Vlttorino, Geniere Ligabue Roselino, Zennaro Bruno, Art. Paolorossl Giuseppe, Cent. Serrettl Leopolde, Art. Piva Giovanni, Geniere Savio Primo, Serg. Pecorari Gee, Cap.le Angelletti Giuseppe, Art. Vetto-rate Adelmo, Cap.le Magg. Bul-dorinl Amelio, Maresc. Manetti Gino, Sold. Cessettinl Pietro, Geniere Picciali Giuseppe, Cap.le Pani A., Art. Sciabonl Bernardino, Marconista Schettlni Ma-xio, Carab. Pagnonl Giorgio, Sold. Gabessi Diego e Cap.le Dalla Costa Iglnio; punti 4: Geniere Biasiolo Gino, Art. Gandinl Regis, Cap.le Vlttadello Armande, Marse. Sca-glione Salvatore, Cap.le Medeottl Elvlo, Art. Rode Salvatore, Capie Magg. Pesce Celestlno, Fante Paolo Ferri, Art. Ferra-rinl Brenno, Art. Sacchl Pietro, Cap.le Massacesl Greste, Serg. Gussetti Giobatta, Vcsq. Pizze-daz Valentine, Genlere Veronesi Idaige, Bertall Zeno, Art. Zep-pelli Domenico, Sold. Pellegrlno Antonio, Sold. Neri Gino, Cap.le Valli Bonifaccio, Fante Cell AchlUe, Fante Velpi Antonio, Sold. Storari Alcide, Sold. Peppl Angelo, Gamblnl Ubalde, Agar-bati Armando; punti 3: Art. Cesetti Nicola, Genlere Paulin Firmlnlo, Cap.le Croatte Egldlo, Genlere Fontana Mario, Art. Di Natale, Sold. Gen-narettl Francesco, Mitr. Gallina Antonio, Cap.le MonticelU Fla-mlnio, Art. Moglie Aldo, Art. Sborlinl Giustino; punti 2: Genlere Galleranl Paolo, Cap.le Magg. Grlgolato Giuseppe, Art. Iracl Giuseppe, Mitr. Vitnigno Vlcenzo, Vcsq. Trevlsan Adelchi; punti 1: Soletti Normin. 77 SERVIS BIRO" AGENZIA D'AFFARI TRADUZIONI - COPIE - CFRCOLARI -INFORMÄZIONI DI OGNI GENERE — MEDIA-ZIONI VARIE — ecc. s< Č traslocBta in Via SELENBURG, 1-LUBIANA Per tutte le Vostre pratiche rivolgeteVi aiia „SERVIS BIRO" ALBERGO METROPOL LUBIANA — di fronte alla Stazione h P r i m iss im o ca ff e e ristorante II con conforto moderno MM Si raccomanda I a droqheria medicinale ^^DanicoL** Bleiweisova 18 (di fronte al CafK Europa) offre articoli disinfettanti, oggetti di toeietta, galanterie, te medicinali, creme special! per la cura c a liel ez/.a della pelle PASTICGERIA - CAFFfe PETRIČEK, Lubiana - Via 3 Maggio 6 Filiale Bleiweisova 11 - tel. 4280-4189 SI raccomanda «IIa spettablle eilen tela. rCDPnaZ/f/ Crifiche scioczhe Da qualche tempo a questa parte ci giungono vod che qui e utile riprendere soltan-to per fare il punta di una situazione e dire il nostro pa^ rere. Taluni pseudo-intellettua-loidi residenti a Lubiana settimana per settimana si... de-gnano di muovere critiche al nostro giomale, critiche pero scioeche poiche le altre, intel-ligenti, ci farebbero piacere. Costoro dicono che