iNNO XXVI. Capodistria, I Maggio 1892. N. 9 LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3 ; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. DIETA PROVINCIALE Ottava seduta. Parenzo 1 aprile; presenti 24 deputati. Aperta la seduta alle ore 10 ant., il segretario legge il protocollo della precedente, che viene approvato. Il presidente, riferendosi alla seduta di ieri, osserva che nel calore della discussione furono scambiate alcune parole che diedero occasione a lagni ; richiamata la di Ini attenzione nel proposito, egli si fece debito di appurare la cosa e di convincersi che se pur qualche parola fu detta, che fraintesa nella forma o nell' indirizzo potea lar adito a lagnanze, devesi però escludere da ogni >arte l'idea di recar offesa, ed è perciò che il Presidente, pregando gli onor. deputati di volersi attenere sempre nei limiti del più corretto parlamentarismo, dichiara così chiuso l1 incidente. Dall' onor. Sersic e consorti venne presentata la seguente interpellanza all'i, r. Governo: 1. Approva 1' eccelso i. r. Governo e ritiene legale il procedere della Giunta provinciale dell' Istria, quando questa pretende dai comitati stradali distrettuali della provincia, che agli atti estesi in croato o sloveno a lei diretti, alleghino una traduzione italiana ? 2. Se l'eccelso i. r. Governo non approva tale procedere e non lo ritiene fondato in legge, che cosa intende di disporre affinchè cessi tale stato anorma'e nei pubblici affari della provincia? L'interpellanza — letta dall' onor. Sersic in lingua slava — viene dal Presidente passata al Cemmissario governativo per le sue attribuzioni. 11 Presidente annunzia altra interpellanza dell'onor. Sersic e consorti, sullo stesso argomento, e coi seguenti punti : 1. Per quale ragione l'inclita Giunta provinciale dell' Istria pretende la traduzione italiana degli atti estesi in croato o sloveno che a lei dirigono vari Comitati stradali distrettuali, impedendo conciò i medesimi nel disfo _go dei propri affari ? 2. Fino a quando intende l'inclita Giunta provinciale di sostenere tale illegale ed anormale stato di cose nella provincia, abusando dei'a propria autorità? Data lettura dall' on. Sersic dell' interpellanza in lingua slava. — si passa all' ordine del giorno. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gr»-tuitàmentb. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — On numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. . Primo punto dell'ordine del giorno. — Continuazione della discussione in oggetti scolastici: L'on. Costantini presenta la seguente mozione: Resta incaricata la giunta provinciale di studiare e produrre nella prossima sessione un progetto di legge, in forza del quale la spesa pel mantenimento delle scuole popolari venga divisa fra le due nazionalità secondo la lingua d'istruzione introdotta nelle medesime, sicché ciascuna nazionalità mantenga col proprio danaro le sue scuole. Aperta la discussione, vi prendono la parola in Pngua slava gli on. Volaric e Mandic. 1 Chiusa la discussione, il Presidente porta a voti la mozione Costantini che viene accolta. 1' on. Dr. Cleva presenta e sviluppa la seguente mozione : „Viene richiamata l'attenzione dell'Autorità scolastica provinciale sul contenuto dei libri di lettura per le scuole popolari slave dell', Istria per la opportuna revisione e correzione." Aperta la discussione, vi prendono parte gli on. Volaric, Stangher, Dukic e Mandic, in lingua slava, e 1' on. Babuder. Chiusa la discussione in assenza del proponente, il Presidente mette a votazione la proposta — che è accettata. Secondo punto dell' ordine del giorno. — Relazione della Commissione politico-economica : a. Sulla domanda dell' i. r. Tribunale di Trieste di procedere contro l'on. Mandic: L' on. Costantini riferisce per la Commissione politico-economica £olla proposta: ,, Voglia 1' eccelsa Dieta deliberare di impartire all' i. r. Tribunale provinciale di Trieste la autorizzazione di continuare anche durante 1' attuale sessione die-tale, la procedura penale contro l'on. Matteo Mandic, tanto pel delitto previsto dai §§. 487 e 493 C. P. in base alla querela privata di Don Giovanni Mizzan ed al relativo atto di accusa già passato in giudicato, qupnto per quello previsto dai §§. 488 e 491 C. P. in seguito alle querele private di Guglielmo Grossmann maestro superiore presso la scuola popolare di Lovrana." Aperta la discussione, vi prende la parola 1' on. Stanger iu lingua slava; dopo di che, la proposta è approvata. b. Sulla domanda dell'i, r. Giudizio Distrettuale di Pinguente di procedere contro 1' on. Flego, riferisce per la stessa Commissione l'on. Costantini colla proposta: .Voglia l'eccelsa Dieta deliberare di impartire all' i. r. Giudizio distrettuale di Pinguente 1' assenso per la legale procedura al confronto dell'ou. Francesco Flego tanto pel fatto di contravvenzione contro la pubblica moralità previsto dal §. 506 C. P. quanto pei fatti che costituirebbero il crimine previsto dal 81 ed il delitto previsto dal §. 305 C. P." Aperta la discussione, l'on. Dukic propone il rinvio dell' oggetto alla Commissione, inquantochè la domanda dell' i. r. Giudizio distrettuale di Piuguente contempli i crimini dei §§. 101 e 209 C. P., e nou quelli del §. 81 e rispettivamente il delitto del §. 305 Codice stesso. Il relatore, avvertendo essere avvenuto un' errore nella citazione dei §§, rettifica la proposta della Commissione nel senso di sostituire ai §§. 81 e 305 in essa citati i §§. 101 e 209. L' on. Dukic ritira la proposta di rinvio. La proposta commissioimle rettificata è accolta. Terzo punto dell' ordine del giorno. — Relazione della Commissione di finanza sul conto di previsione prò 1892 del fondo di esonero; l'on. Bubba fa le seguenti proposte : „ 1. Viene approvato il conto di previsione del fondo di esonero del suolo per 1' auno 1892 con un introito di fiorini 95761 e cou uu esito pari. 2. Viene approvata 1* esazione per 1' auno 1892 di un' addizionale del 10 p. c. su tutte le imposte dirette, comprese le addizionali straordinarie dello Stato, che vengono pagate nella provincia, per far fronte alla deficienza del fondo. 3. Viene incaricata la Giunta provinciale di procedere con tutta energia contro i morosi debitori per competenze di esonero, avuto bensì riguardo alle condizioni economiche generali dei singoli distretti, per conseguire 1' annuo incasso iu misura tale, da poter corrispondere agli impegni assunti dalla provincia verso i percipienti, senza dover ricorrere a gravose autecipazioni dai fondi dello Stato, reclamando, pel conseguimento dello scopo, la necessaria cooperazione da parte delle competenti Autorità dello Stato. 4. Vieue incaricata parimenti la Giunta provinciale di sollecitare all' imperiale Governo la decisione sul condono al fondo di esonero chiesto nella seduta dietale 5 novembre 1889 della somma di fior. 79000 per titolo d'interessi conteggiati dallo Stato sopTa l'importo anticipato ad esso fondo, e compenetrati nel debito di fior. 416000 all' atto della stipulazione della convenzione 28 marzo 1875 N. 72." Aperta la discussione generale sul conto vi prendono la parola gli on. Dukic e Babuder. Chiusa la discussione generale, si passa alla speciale. Le rubriche I e II dell' Esigenza vengono approvate senza eccezione. Alla rubrica III prende la parola in lingua slava l'on. Volaric. Durante il discorso dell' on. Volaric il pubblico rumoreggia, per cui il Presidente, dopo ripetute ammonizioni, fa allontanare il pubblico dalla sala. La rubrica III e le successive tanto de\V Esigenza; quanto del coprimento vengono dalla Dieta approvate senza varianti. Il Presidente dispone perchè il pubblico venga riammesso in sala. Portati indi a votazione i punti I, II, III e IV della Commissione, — restano approvati. Quarto punto dell' ordine del giorno. — Relazione della comm. scolastica per assegno di trimestre mortuario. L' on. Babuder propone: „L' istanza della vedova Teresa Bassa venga ri-I messa all' inclita Giunta provinciale con raccomandazione per un sussidio entro i limiti che crederà convenienti." La proposta è accolta. Il presidente leva la seduta alle ore 1 pom., rimettendo la prossima a domani. Nona seduta. — Parenzo 2 Aprile, presenti 21 deputati. Aperta la seduta alle ore 10 ant., viene letto ed approvato il protocollo della precedente. Il cap. provinciale scusa 1' assenza del segretario1 dietale ouor. de Vergottini per la morte della di lui madre; la Dieta autorizza il sig. presidente di presentare alla famiglia le sue condoglianze. Sopra proposta del presidente uu istanza dell'on. Flego per accentramento di amministrazioni comunali in Pingueute, viene passata alla giunta provinciale. j L' on. Sbisà propone : Viene ceduta alla Giunta provinciale la petizione dei Comuni dell'isola di Veglia, coli'incarico di avvan-zarla all' i. r. Luogotenenza, raccomandandone il possibile esaudimento. L'ouor. Stameli propone la seguente aggiunta alla proposta commissionale : Piaccia all' eccelsa Dieta deliberare che alla petizione dei Comuni dell' isola di Veglia, sieno unite anche le petizioni dei comunisti di Orlek e di Veglia, già per-trattate da quest' eccelsa Dieta nell' anno 1889, e che, trattandosi di identiche condizioni, le eventuali disposizioni sul trattamento boschivo da prendersi dall' imperiale Governo a favore dei petenti, siano estese a tutte le parti delle isole di Veglia, Cherso e Lussino. La proposta della Commissione coli' aggiunta Stanici), è accolta. b. Riferisce per la stessa Commissione l'on. Costantini proponendo di passare alla discussione della legge concernente 1' esenzione delle fabbriche nuove per abitazione di operai dalle addizionali all'imposta pigioni ecc., come proposta dalla Giunta pro\inciale. Aperta la discussione generale, vi prendono la parola gli on. Fragiacomo, Dukic, Stanich, Wassermann, Babuder, il sig. Commissario governativo ed il relatore. La proposta dell' onor. Fragiacomo di passare all' ordine del giorno non trova appoggio. I §§. 1, 2, 3, 4, 5, il titolo e l'intestatura della legge vengono approvati senza discussione in seconda ed anche in terza lettura. c. Sulla Nota della Luogotenenza in merito al iscito Filippini di Cittanuova, riferisce per la Commis-ione stessa 1' on. Fragiacomo colla proposta: Passi il referato alla Giunta provinciale per sua urina e direzione nelle ulteriori pertrattazioni relative, i caso di sostituzione, alla conversione delle fondazioni stempiate dal testamento del Dr. Pietro de Filippini i Cittanova. La proposta è accettata dalla Dieta senza discussione. L' on. Fragiacomo, chiesta ed ottenuta la parola, omanda la trasposizione dell' ordine del giorno, pre-audo di essere autorizzato a riferire subito sul punto d 7 b dell' ordine del giorno: Relazioni della commissione politico-economica ; ) sulla relazione del consiglio agrario ; aderente la lieta, riferisce colla proposta : Viene officiato il Consiglio provinciale agrario di (istituirsi promotore iu provincia di stabilimenti che ivoriscano il credito agrario. Parlano gli on. Volaric, Babuder, Stanich, Manlio ed il relatore. L' on. Stanich raccomanda al Presidente del Coniglio agrario di disporre perchè anche le isole del luarnero vengano visitate dal segretario del Consiglio tesso, onde ne possa riferire al Consiglio e proporre necessari provvedimenti pel miglioramento della col-ara agraria. Chiusa la discussione, e dati d?1 Presidente alcuni chiarimenti all' on. Stanich, la proposta della Commis-ione, messa a voti, è accettata. Il Capitano provinciale dà la parola all' on Mandic quale svolge in lingua slava la motivazione alla sua nozione per 1' istituzione a Pisino d' un Ginnasio superiore con lingua croata d'insegnamento. La proposta formale che la mozione passi pellame e riferta alla Commissione scolastica cade. Aperta la discussione in merito e nessuno prendendovi la parola, il Presidente porta a voti la mozione, elle resta in minoranza. Riferisce per la commissione politico-economica ad a) 1' on. Costantini colla proposta : „Piaccia all' eccelsa Dieta, aderendo alla legge concernente l'istituzione del personale per 1' amministrazione e la sorveglianza dei boschi comunali e consorziali comunali, posti nella regione del Carso nel Margraviato d'Istria, passare alla discussione articolata della medesima." Aperta la discussione generale, vi prendono parte gi: on. Jenko e Flego in lingua slava. Chiusa la discussione generale, si passa all'articolata. 11 relatore legge il §• 1. Aperta la discussione 1' on. Dukic dichiara d'astenersi dal prender parte alla discussione e votazione. Constatato che la Camera, per essersi assentati alcuni Deputati, noti è più in numero legale, il Presidente sospende la trattazione dell' oggetto all' ordine del giorno, e leva la seduta alle ore 1 pom., rimettendo la prossima a lunedì 4 Aprile alle 11 ant. Decima seduta. — Parenzo 4 Aprile, presenti 24 deputati. Aperta la seduta alle ore 11 antim., il segretario dietale legge il protocollo della precedente. L'onor. Mandic parla in lingua slava, dopo di che il protocollo è approvato. Il Capitauo provinciale partecipa di essere stato pregato dall' on. de Vergottini e famiglia di presentare per essi alla Camera le più sentite grazie per la parte presa al loro gravissimo lutto. Il Commissario governativo, risponde all' interpellanza presentata dall' ouor. Volaric e consorti nella 3.a seduta della presente sessione relativamente alla liturgia slava, dichiarando : che il Governo non ha pensato di esercitare nè ha esercitato di fatto qualunque siasi influenza sulle curazie presso le quali è in uso ab antico il Glagolitico col permesso della Santa Sede; e che il sequestro, decretato dall'Autorità politica del periodico ,11 diritto croato" a motivo dell'articolo „La. liturgia slava e uu Vescovo croato" e „La liturgia slava a Zara" apparisce pienamente giustificato, dal momento che lo stesso fu confermato colla decisione 1 maggio 1889 N. 90 dell'i, r. Tribunale provinciale di Roviguo. Dall' ou. Mandic e consorti viene presentata la seguente interpellanza all' imp. governo : 1. Sono noti all'eccelso governo i vari casi di destituzione e rispettive nomine di delegati comunali? 2. È 1' eccelso governo, cui spetta il diritto di togliere al capo d' un Comune locale l'autorità in affari di polizia, intenzionato di disporre 1' opportuno affinchè sia posto line all' arbitrio ed al partigiano procedere di alenili capi-comuni nelle nomine di delegati comunali nei distretti politici di Pola e Parenzo, ed in tal modo impedire un maggiore malcontento nelle rispettive popolazioni ? Letta dall' on. Mandic 1' interpellanza in lingua slava, la medesima viene dal Presidente passata al sig. Commissario governativo. Gli on. Jenko e cousoi i hanno presentata la seguente mozione: "L'eccelsa Dieta voglia deliberare: 1. Con riflesso al conchiuso di questa Dieta preso nella seduta del 27 agosto. 1883, col quale si pronunciava in massima per una più breve congiunzione dell' Istria o Trieste con Fiume, la Dieta dichiara che la migliore e più corrispondente congiunzione sarebbe a mezzo una linea Herpelle-Sapiane, rispettivamente Jurdani ; 2. Viene incaricata la Giunta provinciale di comunicare tale conchiuso : a. all' i. r. Governo con raccomandazione di iniziare tosto i rilievi tecnici, sulla base dei quali dovrebbe essere costruita la ferrovia a spese dello Stato; b. e senza ritardo, a mezzo della Giunta provinciale di Trieste a quella Dieta provinciale affinchè appoggi, col proprio voto, il suddetto conchiuso. I proponenti poi domandano, in linea formale, che la mozione sia passata ad una commissione speciale di sette membri da nominarsi, per studio e riferta. Sopra proposta dell' on. Amoroso viene accolta d'urgenza la proposta formale, e la Dieta passa tosto alla elezione della Commissione, che risulta composta dagli on. deputati: Amoroso, Flego, de Franceschi, Jenko, Laginja, Lius e Venier. All'on. Dukic che parla in lingua slava, risponde il sig. Commissario governativo, offrendo degli schiarimenti sul modo con cui seguono le comunicazioni dal punto delle pertrattazioni dietali al Correspondenz-Bureau, che le pubblica poi nei vari giornali, scagionando d'ogni resposabilità gli organi governativi. Il Presidente apre la discussione sulla legge concernente l'amministrazione e la sorveglianza dei boschi comunali e consorziali del Carso istriano. I singoli paragrafi sono accolti con poche varianti, e così sono accolti il titolo e l'intestatura della legge. L' on. Dukic propone la votazione nominale sul-l'approvazione della legge in seconda lettura. Accolta la proposta e fatto l'appello nominale, vi rispondono sì gli on. Amoroso, Babuder, Becich, Bubba, Cleva, Costantini, Doblanovich, Fragiacomo, de Franceschi, Gambini, Lius, Marinoni, Sbisà, Stanich, Tamaro, Venier e Wassermann, e no, gli on. Dukic, Flego, Jenko, Lagjuja, Mandic, Sersic e Volaric; e quindi voti 17 favorevoli e 7 contrari. La legge quindi è approvata in seconda lettura. Deliberata l'urgenza col prescritto numero di voti, l'on. Amoroso propone la votaziono per appello nominale anche sull'approvazione della legge interza lettura. Accolta la proposta e fatto l'appello, si ottiene la stessa votazione. II Presidente dichiara pertanto approvata la legge in terza lettura con 17 voti favorevoli, sopra 24 votanti. Riferisce l'on. Costantini per la Commissione politico-economica colla seguente proposta, che viene accolta : „di passare all' ordine del giorno sulla petizione di Maria Grini nata Pobar e Maria Drakulic proponente una transazione nella pendente controversia per prevalente diritto ereditario promossa da Maria Grini contro il fondo provinciale. Il presidente leva la seduta, ore 1 ant., rimettendo la prossima a domani. -_„______ La liturgia slava nell'Istria In un supplemento del periodico religioso — 1' Eco del Litorale — leggesi un assennato articolo di un sacerdote istriano a proposito di certa interpellanza del Dr. Volaric e compagni al Governo, nemico, secondo la mente del soprannominato, della lingua slava nella liturgia delle chiese istriane. Altri giornali della provincia hanno già salutato questo risveglio del clero istriano in difesa direttamente della lingua latina, ed indirettamente della nostra nazionalità, ed al plauso comune aggiungiamo anche noi la nostra voce. E con tanto più piacere, perchè è così raro il caso di andare d'accordo, causa la dominante intransigenza, con fogli clericali. Se non che quando trattasi dell' unum necessarium, sotteutra in tutti il desiderio della concordia; e questo momentaneo accordo di Ebrei e Samaritani deve produrre un qualche effetto sugli avversari che in ultima analisi con la guerra al latino non mirano solo a scalzare le fondamenta del viver civile, ma qualche altra cosa ancora. L'autore del soprallodato articolo, scritto con buon sapore d'italianità, dimostra con tutta evidenza, che la liturgia in lingua slava, se anche concessa in altri luoghi, non fu mai estesa nell' Istria ; e che secondo lo stile della curia romana per Illirio non s'intese mai l'Istria la quale di fatto nè civilmente, nè ecclesiasticamente non fu ascritta all' Illiria, vaga parola rimessa in giro in questi ultimi tempi, e che pare fatta apposta per confondere le nienti. La sarebbe ben bella che il regnante Pontefice poi si mettesse oggi in opposizione con un glorioso suo antecessore, San Gregorio nientemeno che a Massimo di Salona scrisse le famose parole "conturbor quia per Istriae aditum jam in Italiam (Slavi) intrare coeperunt.„ Provato quindi luminosamente il suo asserto, con fina ironia conchiude così l'articolo del bravo prete istriano: "Io guardo alla Francia, all' Italia, alla Germania cattolica, e le compiango di non possedere cultura, di non avere coscienza, e nemmeno esistenza nazionale, perchè nella loro liturgia usano la barbara lingua latina. „ Se non che da questa questione importantissima per noi oggi, ma collegata con altre questioni d'ordine generale, piace allo scrivente assorgere per un momento a più alti principi, per scendere poi terra terra a conclusioni non certo favorevoli ai nostri avversari. E prima di tutto giova notare che la chiesa, per quanto vada saggiamente a rilento nell'innovare e cedere ai bisogni del tempo, non fu inai stazionaria, come sembra a chi giudica a prima vista. Ferma nel tenere saldi i principi, si piega a tempo nelle cose di minor importanza ; e se i principi fondamentali necessariamente sono sempre gli stessi, pure così ampia, così varia, e sempre nuova e conforme ai tempi ne è l'esplicazione, da far comprendere a chi largo vede, che nel suo seno non c'è la rigidità, la freddezza jeratica delle antiche religioni panteistiche dell' Oriente, ma la vita e il rigoglio di pianta antica, abbarbicata profondamente al terreno. Così nella questione della lingua nazionale nella liturgia, la chiesa, seppe sempre cedere a tempo. Antichissima la divisione della chiesa greca e latina, divisione anteriore allo -scisma, e quindi via via le varie liturgie della chiese armena, siriaca, mozarabica ecc. ecc. ; e l'uso di non so quante lingue in Oriente. Da per tutto dove c'era una civiltà antica una lingua colta, «i trova usata fino da' tempi apostolici la lingua nazionale. Solo con 1' invasione dei barbari la chiesa romana strinse i freni. Il latino era allora Io strumento della civiltà, e senza latino non era possibile civilizzare l'Europa, nè più tardi lo sviluppo delle moderne nazionalità. Senza l'educazione romana, per rammentarne una, gli Slavi venderebbero ancora le loro figliuole nell'Istria come i loro padri, gli Slavi Vendi nelle prime irruzioni. Nè si ha a credere che i barbari evangelizzati nella loro lingua dai missionari spediti da Roma, abbiano senza contrasto accettato la liturgia latiua. Conservarono in parte anzi per secoli la loro lingua nelle chiese; ed i canti, le leggende volgari sono anche oggi i più preziosi documenti per la storia delle moderne letterature. Ma ecco subito causa l'ignoranza del clero, e la corruzione del popolo sempre semipagano, le varie lingue volgari introdotte nella chiesa più o meno nella liturgia, furono causa di grandi scandali e di più ampia corruzione. Al lettore colto basterà ricordare le rappresentazioni sacre dette misteri, i canti e le danze popolari intorno al feretro nelle chiese, le canzonette sostituite ai salmi e alle antifone sacre : San Marziale prega per noi e noi balleremo per voi, cantava ballando il popolo in una chiesa di Francia. ') È naturale quindi che i papi movessero guerra alle lingue volgari, e facessero brucciare più tardi in Provenza per mano di Simon da Monfort, anche la bibbia tradotta. Ciò fecero però non tanto per odio del volgare, ma perchè il volgare era il mezzo, lo strumento degli scandali nella stessa chiesa. Un'altra considerazione si ha a fare in proposito, Roma cristiana erede di Roma pagana a-spirò ben presto al dominio universale ; i Papi si credettero i nuovi padroni del mondo; e l'istituzione del Sacro Romano Impero, nella persona di Carlo Magno fu il mezzo per porre ad effetto l'ardito disegno. Certo gravissimi danni ne vennero quindi e alla civile ed alla sacra potestà; ma il successivo ampliarsi del dominio papale, le temporalità, il feudalismo nella chiesa non furono effetto solo di questo o di quell'atto; non imputabile' unicamente ad un personaggio celebre ; sono imposti da necessità di tempi, sono naturali conseguenze di un glorioso passato che i Latini, anche se de- caduti non potevano dimenticare, sono i decreti del Fatum, secondo i Greci ; sono la provvidenza, soggiungono i filosofi cristiani, che dirige a suoi fini le azioni degli uomini: la strada militare è tracciata pel cammino dei popoli: Adriano, Leone III, Gregorio VII, Innocenzo III, Bonifazio Vili sono le colonne milliari; s'innalzano, si abbattono; gl'individui passano; l'umanità rimane e progredisce. Ora dato questo stato di cose è naturale che Roma, a raggiungere il fine si servisse della lingua come mezzo : un Dio, una chiesa, un imperio, una lingua. E gli sforzi di Roma giovarono fino ad un certo punto per tenere unita la razza latina ; il mondo neo-latino, in opposizione al mondo barbarico, così potè affermarsi e passo dopo passo dar luogo allo sviluppo delle varie nazionalità, e apparecchiare perfino il terreno alla razza germanica, che tenterà poi sopraffarla. Ma oggi, come oggi, si domanderà, è tutto questo necessario ? E nel-l'attuale esplicazione così viva del sentimento nazionale non sarebbe conveniente che nelle varie chiese pur conservando la necessaria unità s'introducesse la liturgia in lingua nazionale? Anzitutto, rispondono molti, che come nei rapporti internazionali si usa in tutta quasi l'Europa la lingua francese, così è opportuno che tutti i fedeli abbiano una lingua, ed un mezzo d'intendersi nei loro rapporti col mondo soprannaturale. Non è forse bello e commovente per un cristiano udir ripetere le orazioni che ha appreso dalle pie labbra della madre, e che ha udito risuonare nell' umile chiesetta natia, in tutti i tempi cattolici eretti in ogni parte del mondo ? E come dice il poeta : Vaghi iu deserti mari Dall'Ande algenti al Libano, D'Ibernia all'irta Haiti Sparsi per tutti i liti non e vero che ci sentiamo così più uniti e di un cuor solo in Dio? Anche convien riflettere che se oggi da una parte tutti proviamo il bisogno di stringere i vincoli internazionali per effetto del progresso e della civiltà; e se dall'altra parte il sentimento nazionale è causa oggi d'odi e di reciproche recriminazioni, la mancanza dell'unità della lingua nel primo caso ritarderebbe la desiderata unione, e nel secondo potrebbe essere fomite di nuove contenzioni, e prestar l'armi non certo pietose alle terribili guerre di religione. Ast contra reputando rispondono altri che l'ignoranza della lingua del culto conserva l'ignoranza nelle plebi ; e che in tal modo tesori di poesia, di affetto, restano chiusi al popolo il quale assiste materialmente ai vari atti del culto. Così rimane poi diviso il sacerdote dal popolo; il sacerdote che, sapendo di non essere capito, si sbriga in fretta, borbottando il suo latino, senza dignità, senza alcuna efficacia sul sentimento morale. Tutti rammentiamo l'effetto prodotto in arte dai canti nazionali nelle varie chiese sull'animo dei poeti. Il povero Pellico ci narra nelle — Mie Prigioni — della commozione profonda provata allo Spielberg quando udiva cantare la domenica il Heilig Heilig 0 il Sveto Sveto ; e il Giusti andò in visibilio in Sant'Ambrogio, al cantico tedesco lento lento dei Croati. Ma controsservano i primi che i canti latini a piena voce di popolo, producono po' su, po' giù lo stesso effetto ; e che il latino ieratico, maestoso, anche se non capito, ha sempre una grande efficacia morale, che persuade la mente, e muove il cuore. Tutti rammentano 1' omnia munda mundis del padre Cristoforo. Il popolo somiglia sempre a fra Fazio, e "al sentir quelle parole gravide d'un senso misterioso, e proferite così risolutamente (crede) che in quelle (si contenga) la soluzione di tutti 1 suoi dubbi.,, (Capitolo 8. P. S.) Comunque, la questione è grave; ne'è di quelle che si possano risolvere dall'oggi al domani. Sta il fatto che nelle funzioni minori da per tutto, in Germania ed in Francia specialmente, e in questi ultimi anni anche in Italia, si estende sempre più l'uso di canti in lingua nazionale. Anche sarebbe desiderabile che in ogni chiesa, come voleva saggiamente e santamente il Rosmini, si fossero appese apposite tavole con su indicata 1' officiatimi, del giorno, che ognuno potrebbe trovare nei libri di devozione in latino da un lato ed in volgare dall' altro. Ma una più radicale riforma, se mai, dovrà essere regolata dalla suprema autorità; ed è fin d' ora assolutamente vietato che ognuno a suo capriccio traduca a rischio di dire spropositi. ') Tutto ciò premesso, è questa forse, è lecito domandare, la riforma dei preti croati nell'Istria? Ed è un tale cangiamento oggi opportuno ; ed i preti slavi nell'Istria ci hanno dato prove e prestato seria garanzia di saperlo e volerlo fare solo nell'interesse spirituale delle loro magre e sbandate pecorelle? Clii siano questi preti, e quali i loro intendimenti, ci è troppo noto, ripetiamo anche noi, ') Per esempio, iu chiesa a miei tempi si cantava a Trieste, e credo si canti tuttora: "Questa (il Vangelo) è la base sola Di nostra santa fè.„ sottoscrivendo di cuore alle energiche parole pronunziate solennemente nella Dieta dal bravo Tamaro. La questione della lingua liturgica non è per essi che un' arma di più per la tentata agitazione politica nelP Istria ; e la parola d' ordine sappiamo ben noi donde venga. L' odio accanito per la lingua madre è in essi un riflesso dell' odio alla grande figlia ; e accresciuto in molti dalla somma ignoranza del latino stesso, che una buona volta abolito, cesserebbe dal legare loro la lingua. ') È vero poi che un Papa concedette agli Slavi l'uso del glagolito o lingua vecchia slavonica; ma altrettanto è vero, come scrive l'egregio sacerdote istriano nell'Eco del Litorale, che nella nostra Istria continentale non fu mai esteso un simile privilegio. E se mai, i parrochi slavi nella campagna nostra, tirandola pei capelli al più, al più potrebbero funzionare nel glagolito che probabilmente neppur essi conoscono; ma non in Croato, non in Sloveno, non nel dialetto dei Cici. e tocca via. E facile immaginare la confusione e il disordine nelle tante chiese, coi tanti dialetti che parlano i nostri contadini. E che autorità hanno i preti slavi e quale scienza atta a ciò? E nelle molte parrocchie dove con gli Slavi coabitano gì' Italiani, perchè un simile diritto non potranno avere questi ultimi? Avremo così nell'Istria una liturgia italiana, slovena, croata, cicia ecc. ecc. secondo il caso, e per tutti i gusti. Se vi è adunque una regione in cui, per pregare Dio in ispirito ed in verità, è necessaria 1' unità della lingua; questa regione è la nostra; onde vane tornano, importune, e sto per dire ereticali, le diatribe dei deputati croati che in una radunanza civile tirarono in campo una questione religiosa, e obbligarono quindi a trattarne anche noi nei fogli politici. E questo liberamente abbiamo fatto con la coscienza di difendere la patria e la religione; la patria che è la terrai cui siamo nati; la religione, che sentiamo sempre profondamente e schiettamente nel cuore, e per difender la quale non occorre di affondar le gambe in un pajo di stivali da carrettiere, e di sentirsi intorno al collo due dita di collare. Semper ego ') Gli spropositi di pronunzia e di accentuazione, (nulla valendo gli accenti stampati) muovono al riso anche i nostri popolani. Non sono molti anni un canonico cragnolino, masticava orribilmente a Capodistria il latino, ed un' altro slavo del famoso capitolo triestino, pronunziava imperturbabilmente — Santa Ce-licia — nè ci fu verso di farlo smettere. Appunti bibliografici Arclieografo Triestino. Nuova serie ecc. ecc. ') Io dico seguitando che i lavori originali, dei quali non ci fu mai difetto nell'Arclieografo, sono anche in questo volume, tutti, più o meno impor- ( tanti e fanno onore agli autori. Apre il fuoco di fila il Dr. Carlo Gregorntti con la continuazione del suo erudito lavoro — L'antico Timavo e le vie Gemina e Postumia. — Della prima via segue l'autore le sue traccie, ed illustra le quattro tombe cristiane scoperte in uno scavo del 1885 nel territorio di San Canciano, e poi via via altre iscrizioni e monumenti infino a Ronchi dove la Gemina andava ad unirsi alla Postumia. Nel capitolo IV discorre del prolungamento della via Gemina da Aquileja al porto interno di Grado, tratto di via frequentatissima ed accompagnata da tombe ed iscrizioni che ascendono a 219 fra cui 61 cristiane. Là sorgeva la celebre chiesa di San Felice e Fortunato costruita al principio del IV secolo per dare onorevole sepoltura ai corpi dei martiri; là il tempio di Beleno, al posto del quale al principio del V secolo fu costruita la celebre chiesa abbaziale della Beligna. È insomma tutto un terreno storico che ci si presenta illustrato dalla penna dell'erudito antiquario. Leggesi poi la continuazione dello studio — Da dedizione a dedizione — Appunti storico-critici sulle isole del Quarnero (Secolo NII-XV) di Giuseppe Vassilich. L'autore dichiara da principio che non si dilungherà sulle vicende posteriori della Dalmazia e della Repubblica Veneta fino alla pace di Torino, e aggiunge in nota che per l'epoca di Lodovico si può con profitto leggere l'interessante studio recente del prof. Mitis, di cui altre volte ci siamo noi occupati in questi appunti. Dichiara quindi di non averlo prima citato, perchè non ne aveva bisogno, avendo potuto provare le sue asserzioni con l'aiuto dei Mon. Slav. Merid. e dei Ima ecc. che ha avuto sempre sotto occhi. Se la memoria non mi tradisce, ripensando a questo caleidoscopio di libri che in tanti anni mi passarono dinanzi, panni di rammentare qualche screzio tra questi due segnalati scrittori, e la nota in istile agro dolce mi confermerebbe nel mio sospetto. Sta bene che il Vassilich abbia potuto provare le sue asserzioni con l'ajuto dei libri compilati dagli avversari; ma un'occhiata conveniva pur dare agli scritti di casa. In ogni modo spero che fra i due egregi scrittori e compatrioti sarà già tolto ogni dissenso; e carità patria persuaderà a tutti nel comune pericolo di marciare contro il nemico viribus unitis. Il Vassilich tratta quindi dell'isola di Cherso, e più a lungo poi di Veglia, adducendo vari atti di governo. Preceduto da una nota della Direzione l'Arclieografo riporta quindi un importante scritto di Domenico Rossetti — Delle saline di Trieste. — Anche le saline sono 1111 terreno storico, e pur troppo il campo di fraterne baruffe tra Triestini e Ca-podistriaui: piace però subito rilevare dalle grida del comune l'uso dello stesso dialetto veneto in cose riferibili all' industria del sale. Vi si legge di fatti incanipazione, fondamenta ecc. tale e quale come oggi a Capodistria. Così leggesi nello statuto del 1350; certo adunque che il friulano già allora avea ceduto terreno. Ed ora passiamo a dire dell'eccellente monografia del Signor Morteani — Storia di Montona con appendice e documenti. — L'autore fa cenno nella prefazione del lavoro dell'illustre Kandler — Notizie storiche su Montona — pubblicato per cura del municipio della città nel 1875, e dedicato alla Società agraria istriana radunata a Montona pel settimo congresso generale. Ma poiché il Kandler stesso confessa di aver lasciato incompiuto il lavoro, e desiderandosi un' esposizione più ordinata e continua, le frondi sparte furono raccolte dal Morteani dietro la scorta di nuovi documenti pubblicati dopo il 1875. Nel primo capitolo l'autore tratta estesamente della valle del Quieto, la più importante di tutta l'Istria per estensione, per bellezze naturali e per ricordi storici. Detto delle origini del fiume Quieto, lo accompagna via via fino alla foce presso Cittanova nel mare, toccando de' suoi affilienti, della natura del suolo, dei prodotti, dei popoli che vi abitarono 0 che tuttora vi hanno sede. Anche investiga al lume della critica moderna i nomi dei luoghi con la scorta del Kandler e del Momnisen, ed il suo studio offre quindi un largo contributo alla Toponomastica italiana, studio iniziato dall'illustre Asco'i. Rilevo specialmente quanto il Morteani ci dice sul fiume Quieto che dal colle di Pinguente fino alle foci marine apparisce nei documenti del medio evo col nome di laime 0 lay-mis da lama voce arcaica che significa palude, acqua stagnante. E tale si presenta anche oggi il fiume nella valle. Laime 0 Lama si trova tuttora a Buje, a Rovigno, a Medolino. Poteva aggiungere in Dante stesso. Il Mincio Non molto ha corso, che trova una lama Nella qual si distende e la impaluda. Inferno XX. Ed altrove: Che mal sai lusingar per questa lama Inferno XXXII. Opportunamente nota il Morteani, che per lama si trova nelle vecchie carte anche Leme; "ad flumen Lemenis prò trajectandis equis.„ Quindi oggi il canal del Leme in Istria, e il fiume Lé-mene, mi piace aggiungere, che scorre lento e limaccioso da Portogruaro e l'antica Concordia Sagittaria fino alle lagune di Caorle, e che certi eruditi del luogo derivarono da limen sognando non so che limite primitivo tra il mondo latino e il barbarico. L'autore ci dice poi che dai monti sopra Montona l'occhio spazia fino alle vette più alte delle Giulie e delle Cannelle, e che nei giorni sereni si vedono anche i colli Berici e gli Euganei. Probabilissimo ma io non mi sono arrampicato fino lassù ; quello è certo si è che da Montona ho veduto spesso ad occhio nudo nei giorni di bel sereno il Monte Cavallo che domina la pianura friulana sopra Pordenone ed Aviano, per cui tutto il golfo, visto di lassù, pare un bellissimo lago chiuso a ponente da quel contrafforte delle Carniche; e l'Istria forma un tutto, e una continuazione, uno sviluppo naturale della ultima costa italiana, e non già appendice, ma vera Porta Orientale. Nel capitolo secondo P autore tratta diffusamente di Montona, e del suo territorio, dell'origine dei nomi, della rocca, della duplice cinta di mura col barbacane ed il bastione, degli edifizi civili ecc. ecc. "Montona prende la radice del nome dal monte, così l'autore, che si ripete in altre località del distretto e delle vicinanze come Montelino, Moncittà, Monte Ritosso, Montizzan, Mondelebotte, Montreo ecc. A questa voce di monte i Romani aggiunsero la desinenza in ona che accenna ad antica città, come Albona, Fianona. Prima di diventar romana Montona e il suo distretto furono certamente abitati da Celti.,, Pare adunque che la radice di Montona non sia mons, ma la voce celtica ona a cui i romani più tardi in forma di prenome attaccarono la voce latina. Mira invece giusto il Morteani dove fa derivare Mondelebotte Mons Buttarmi, da Butte applicato a torrenti in tutta la regione delle Alpi Venete. Nella vallata del Quieto troviamo Bottorai Bottizzan, Bottarico ; ed io rammento d'javer letto nelle bellissime novelle della Percotto la descrizione d'una vallata nella Carnia, in cui discorre e romoreggia la But. E quanto a Caroiba certo viene da Quadruvium, come Codroipo nel Friuli. Ma non come il Carrobbio di Milano, che viene da carro; non è quadrivio, ma via ampia accanto alle porte, per lo scambio dei veicoli e per tenervi mercato. "Le vie più larghe, acconce a tal uopo si chiamavano Vie Carrarie ; e la la piazza in cui mettevano capo Carrarium, che con l'andar del tempo si converse in carrobbio.„ (Vedi Milano e le sue vie — Studi storici per Felice Venosta. Milano 1867. Messaggi, pag. 41). Con la massima diligenza poi, e con carità di figlio devoto il Morteani illustra gli edifizi civili della sua Montona, e ci tarda perciò l'ora di leggere in continuazione, quanto saprà dirci degli edifici sacri, e degli uomini che nelle armi, nelle lettere e nelle- scienze si segnalarono nella poetica e gentile cittadetta, alla quale torno tante volte col desiderio, come ad una cara e santa memoria della travagliata mia gioventù. L'Archeografo triestino, come è noto, è istituito per raccogliere memorie, notizie e documenti in servizio della storia di Trieste, del Friuli e dell' Istria. Quindi a prima vista non si capisce chfr ci abbia a fare coli'Istria e col Friuli l'articolo sul culto della luna, tanto meno non ci essendo neppur un cenno sulla devozione degli antichi Istriani alla triforme dea. Visto però e considerato che la luna splende nelle notti serene anche sopra Trieste, l'Istria ed il Friuli, e diffonde un così mite e poetico lume sul mare, sui colli; visto e considerato che in cotesti paesi ci sono pur troppo molti lunatici, compreso l'umile sottoscritto, ben venga anche lo studio del Dr. Pervanoglù sul culto-delia luna; studio, scherzo a parte, diligentissimo, e che manifesta nell'autore una non comune erudizione. P. T. -------———__ PUBBLICAZIONI Sogni e Ricordi, versi di Angelina De Leva. — Bologna - Zanichelli - 1892. Vendesi pel monumento a Giuseppe Tartini in Pirano. Rime di Cesere Rossi, di prossima pubblicazione in un volume elegante del tipografo editore Giovanni Balestra, con una copertina illustrata da Eugenio Scomparini. La Verità è il titolo di un nuovo periodico bimensile uscito la domenica di Pasqua in Rovigno. Auguriamo al confratello prospere sorti.