SNO V. Capodislria, ! ottobre 1S7!. N. !9. 1A PR 0-1.0IIILI OBOLI: INTERESSI titilli. BOOIOJICI, HIMIIISTRIIIH DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale pee oli atti della società agraria istriana. Esce il' 1 «*} ilJ 16 d' ogni: me*»; ISSOCI lZlOÌVE per un anno f.ni 5; semestre e qusdri-ilre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente; gli.altri, e nell'ottava pagina soltauto, a soldi 5 p;r linea. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — In numero separalo soldi — Pagamenti anticipati: TI UFFICIALI DELLA SOCIETÀ AGRARIA. 422 AVVISO Esposizione di olii d' uliva Istriani Nella conversazione agraria che precedette ili gresso generale della Società agraria istriana, jonvenne di rimettere all'anno venturo la con-fnza sulla fabbricazione dell' olio d! uliva e sui 'lioramenti che vi si potrebbero portare coi mez-che comunemente stanno a nostra disposizione. Ad accrescere la utilità di tale conferenza fu ìrnato l'unanime desiderio di unirvi senza ap-ato di forme una esposizione di olii- e di attrezzativi alla fabbricazione. La presidenza uniformandosi a* tale voto dà iblico- annuncio e si riserva di stabilire e pub-are più tardi le altre modalità dell'esposizione. Rovigno, 22 settembre 1871. la Presidenza. cariche sociali per l' anno 1871! - T2 Presidente Sig. Fran. Sbisà di Seb. di Parenzo Vicepresidente » Antonio Cecoa di Rovigno Direttori irli Federico Spongia ^ G. B. Volpi \ di Rovigno » Tomaso Sottocorona r-- Dignano Membri di Comitato » Giacomo Godigna di Capodistria 77 77 77 ji 77 n Pedena Albona Pola Valle Rovigno 77 Parenzo 77 Pirano Cherso Chersano Rovigno LE DEIEZIONI UMANE (Continuazione vedi N. Anche il sistema di preparazione della calce ani-malizzata, benché sia stato un. miglioramento, presenta ancora i suoi inconvenienti nella perdila dell'ammoniaca che svolgesi e si volatilizza dalla massa fermentante a causa della calce che la discaccia. Imperocché,, la calce mescolata alle materie organiche, se vi fissa in combinazioni stabili l'azoto organizzato, ne discaccia però quello delle combinazioni ammoniacali. Trattisi con calce del sangue fresco e del sangue putrescente, l'azoto verrà fissato nel primo e discacciato dal secondo. La preparazione della calce ani-malizzata è tuttavia un progresso, specialmente se destinasi alle piante molto fogliacee, come prati, orti e giardini, che trovano altrimenti un compenso al perduto azoto. Preparasi la calce animalizzata mescolando chilo 25 di calce grassa viva a chilo 75 di deiezioni. Il precipitato che ne risulta trovasi composto di : Residui) silicei ...... 45 07 Alumina ) Fosfato Ossido di ferro ] Galee . . . 9 37 51 97, Magnesia . . . Azofo .... Materie organiche traccie t 25 42 56 100 00 Di questa materia si fanno panelli :simiti 0 .mattoni, che mettonsi a seccare, e per l'uso si priverivano. Dicesi die 1000 chilo di questa calce equivalgono a 2750 chilo di letame., ed in efficacia a .75 chilo di guano dei Perù. Per evitare la perdita d'ammoniaca venne proposta una modificazione al processo di preparare la calce animalizzata trattando l'orina separata mente dalle feci nei cessi stessi costrutti a divisioni e mpbili, dei quali parleremo. In tal coso si estingue la calce coli' orina, ed impiegasi la risultante farina di calce ad avvolgere le feccie. Tale farina di calce serve ad un tempo di assorbente e di isolante l'interno della massa. Le dosi sarebbero le seguenti : ctlolilri peso citilo Calce grassa viva . . ' . . ì 25 102 Urina...... . . . 0 62 62 Feccie ... . . . . . , 2 00 220 5 87 594 La calce estinta coli'urina risulta composta di: Umidità..... .... 16 .90 Materie organiche senza azoto 25 25 Azoto...... . . 1 45 Acido fosforico .. . . . . . . 0 88 Calce ...... .. ,. . . 58 tìa Alcali ...... .... 0 70 Sostanze non dosale .. ...... 17 87 •1(00 ,00 Questa operazione d'estinguere la calce coli'0- rina può essere praticata per utilizzare unicamente l'orina dei pubblici orinatoi. Colla quantità d'orina d'ogni adulto nelle 24 ore si otterrebbero circa 40 chilo di calce spenta, ossia -1500 chilo all'anno. Volendo utilizzare le orine sole, si possono anche senza calce ridurre alla loro parte stearica infondendo 12 chilo di solfato di magnesia per ogni metro cupo d' orina. Dopo qualche giorno il liquido diviene lattiginoso e poi precipita del fosfato magnesico ammoniaco in ragione di 7 chilo. Si fa «gocciare e poi essiccare al sole. Questo fosfato è di un'azione agraria potente. È un concime concentrato 0 ridotto, di cui bastano 500 chilo per citare di canapo o 500 chilo per gli orti. Si è trovato che 1' orina impiegata a concimare il frumento ne accresce il glutine 0 parte nutritiva. Eccone la dimostrazione ; Contenuto nel frumento Concimi Urina umana . Feci umane » pecorine . » caprine » cavalline » colombine » bovine Senza concime glutine umilio 1 crusca ■ . 55 1 59 5 2 5 6 . . 55 1 41 4 25 5 , . 22 9 42 8 54 5 , . 52 9 42 4 24 7 , . 42 2 05 2 24 0 . , -12 2 (35 2 24 6 . . -12 0 62 5 25 7 , . 9 2 00 7 24 i Il frumento concimato con orina umana prò dui dunque chicchi più sostanziosi e pesanti Se vuol .impiegare 1" orina aillo Slitto .liquido conviene lissal m 70 280 65 260 \U, 60) 2.40 454 Un'evaporalione analoga: potrebbe essere ottenu- Ìo nei cessi stessi, od in grande nell? emporio,, preperò la fissazione dei principii volatili e la soli-cazione dei solubili, il. che oltiensi con. sostanze allo stesso tempo servono di disinfettante.. Molli* ii i disinfettanti,, e ce ne sarebbero da fare un: igo catalogo. Sceglieremo quelli, che ci. paiono più. montici. eltieaci. e di. Incile applicazione. Gli efffiivii fetenti som» sollidrat'o d'ammoniaca,, e trascina seco altre sostanze infettanti l'aria. Trat-li d'aggiungere alla massa esalante di che arre-irne la fermentazione esolvente, e fissare le sos-ìze volatili fetenti e nauseanti Conseguendo quts-intento le umane deiezioni non fanno più su di i altra impressione che se fossero finte in una verna di giocattoli o di articoli di fantasia. Abbiamo un ottimo neutrali/za ture nel solfato di. rro o copparosa. Gettato nelle deiezioni esso tras-rmasi in solfuro di ferro e determina la formazione Isoliate d'ammoniaca. Lasciando la materia cosi difettata al contatto dell' aria, il solfuro ritorna solfo, e riacquistando così la virtù disinfettante per ri-odurre le stesse combinazioni, riesce un disinfett-nte in permanenza. I seguenti sarebbero altri disinfettanti per le so-urinc : Sostanza Dose 1. Solfato di fenro . 50 grami, per ettolitro' 2. Gisso in polvere .. id. id. 5. Acido solforico . 15 grammi. id. j A. Solfato di magnesia. 12 chilo per metro cubo 5. Calce grassa vìva un ett.tro per 1{2 metro ibo orina. Quest'altro sarebbe un. disinfettante per le so- [ feci :. La calce suddetta IN0 5 baste per 2 ettolitri di ■ci. 1 seguenti sono disinfettanti per le deiezioni torti: 4° Gesso in polvere .... chilo 12 Carbone di legno in. polvere » 2. U Questa quantità basta per 500 chilo,, os-sia per le eiezioni di tutto l'anno d'un adulto. Trattandosi del. tesso d'una famiglia o di un caseggiato, se ne calcoli la quantità a metri cubi ed impiegasi la suddetta polvere in proporzione. 2° Solfato di ferro chilo 5 — \ Polvere di carbone » 2 — Catrame di litantrace » 4 80 per metro cupo. 8 80-' Si calcola la quantità di deiezioni nel cesso o clo-ica, ed introducesi il solfato di ferro sciolto in niez-o litro d' acqua per un'apertura bagnando i contor- ni di questa con ipoclòrite di calce. Dalla stessa apertura con un' oste si rimescola bene la materia. Dopo quattro giorni estraesi la parte liquida per mezzo ili uua tromba o pompa mobile, indi gettasi la polvere di. carbone in proporzione sulle restanti feci, rimescolandole bene prima di estrarle. Il catrame aggiun-gesi solamente qualora santasi ancora qualche odore. 5° Polvere d'effetto istantaneo: Gesso hi: polvere - .. . .- . .. - 53 Solfato di fèrro .. . ... ... . 40 Solfato di zinco....... .. 5. Polvere di carbone di legno .. . .. 2. 100 Quindici grammi di queste polvere costano tre centesimi. Sciolti in. mezzo litro d'acqua, bastano per le deiezioni quotidiane d.' ogni adulto valevoli almeno 5 centesimi. Ogni famiglia dovrebbe tenere di questa polvere come parte dell.' economia domestica per. disinfettare le rispettive deiezioni. Abbiamo detto essere tre i modi principali di rimuovere ed utilizzare le umane deiezioni:, le fogne le cloache fisse e le latrine mobili. Le fogne sono condotti o tubi stabili di muratura o di metallo collocati solto 1'abitato per ricevervi ed esportare tutte le immondenze, spurghi, rifiuti ed avanzi. L'acqua di pioggia e quella dei lavatoi vi forma una corrente quasi continua che trascina via Uitle le materie che vi entrano. Le fogne vanno a scaricarsi fuori dell'abitato. Questo sistema ammette vari gradi di perfezionamenti),, oltre quello della fabbricazione della polverina, come sarebbe un depositò od emporio, il sistemai di Asniers che allo sbocco separa le in a te ci e galleggianti dalie precipitate e dirige il restante liquido su incolte terrea quello dei Setvage che ora mettesi in pratica in Inghilterra e che forse sarà, il più perfezionato utilizzando tutto fino a purificare e rendere potabile 1' acqua delle fogne;. quello infine di Milano, che combina la concimazione coli' irrigazione delle marcite. Essendoci proposto un. piano praticabile per qualunque discreto centro di popolazione, supporremo preferibili- un sistema, in cui le fogne abbiano sufficiente ampiezza per lasciar scorrere senza ingorghi ogni materia. 11 cesso di ciascuna famiglia potrebbe essere munito d'una doppia valvola, simile a quella dei gabinetti inglesi, in modo che aprendosi la prima, quando una persona s'adagia, chiudesi da se stessa l'inferiore affinchè non salgano odori dalla lògna. Ogni lavatoio domestico potrebbe essere parimenti munito di valvola,, e dovrebbe scaricarsi neila canna del cesso. Uno scaricatoio comune a tutti i cessi e lavatoi di ciascun fabbricalo ne riceverebbe tutte le materie per immetterle nella fogna. Tutte le diramazioni di fogne della città devono sgorgare in una comune fogna maggiore, la quale si versi in un emporio fuori dell'abitato. La bocca, d'efflusso di quest'ultima, a-perla nelle pareti dell'emporio, dovrebbe essere modellata e doppia,, iu modo che Ira l'una e l'altra il corso stesso delle finenti materie vi facesse scaricare un disinfettante dosato a modulo della fluente massa, la quale uscendo dalla seconda bocca nell'emporio fosse disinfettata. Tutte le fogne nel loro percorso essendo ermeticamente chiuse, non se ne senlirebbe il. menomo odore nell'abitato. Giunte nel recipiente dell'emporio, le materie vi subirebbero le volute manipolazioni senza ammorbare l'aria. Le deiezioni animali e le scopature delle vie, adunate regolarmente da spazzini, verrebbero portate all'emporio da appositi carri. Quelle delle stalle e scuderie dovrebbero essere disinfettate sul luogo, ed esportale almeno ogni settimana. I coltivatori andrebbero a provvedersi di concime all'emporio corna si va a prendere farina ai molino, calce o mattoni alla fornace. II sistema di cloache fisse potrebbe convenire dove, per circoslanze locali, non fossero praticabili le fogne. Intendo per cloache fisse un recipiente situato al pian terreno d'ogni casa, nel quale giungano a depositarsi le materie dei cessi e dei lavatoi d'ogni famiglia. La cloaca fissa dovrebbe essere costruita | doppio compartimento, e la canna di scarico averi doppia bocca, una poi' compartimento, e ciascuna nul-nita d'una valvola. Le materie .dovrebbero essere estratte ed esportate due volte per settimana operande per la disinfezione come abbiamo indicalo al N° 2 Ogni quattro giorni gli operatori, \uotato un compartimento, ne aprono la rispettiva valvola; disinfeltaijo l'altro compartimento e ne chiudono la rispettiva vai-vola. La cloaca deve essere cementata, o foderata di metallo, ed isdhfta per doppia parete in modo che l'aria circoli liberamente tra una parete e l'altra! Gii operatori compiono la loro operazione con botti e tromba aspirante, come indicamo pei disinfettanti del IN" li. -ed esportano Je materie all'emporio. (Continuò)), dal Monte Maggiore xl Moncenisio. Torino, 20 settembre. Poiché solo forse fra tutti li Istriani ebbi la ventura di assistere adla grande festa della inaugurazione della Galleria Alpina, non sarà, spero, discaro ai lettori della Provincia che io ne presenti loro una breve relazione, nella quale senza ripetere tutte quelle indicazioni, che .si trovano oggimai in tutti I giornali italiani, io riassumerò brevemente le varie e lietissime impressioni di quel giorno. E veramente per me più che per .molti .altri la solennità del 1,7 riuscì oltremodo simpatica e interessante. Otto giorni prima, il 10, io mi trovavo alla estremità opposta d'Italia, nella piccola Albona, ove in proporzioni infinitamente minori, ma con non minore cordialità si celebrava un'altra inaugurazione, quella del TV Congresso della nostra Società Agraria. Quale distanza fra questi due avvenimenti, e tuttavia quanti punti di contatto fra essi! L'uno, piccolo evento, che appena appena riusciva a interessare i pochi buoni patrioti di una oscura provincia; l'altro, strepitoso trionfo della scienza, che chiamava a se, non solamente 1 attenzione delli Italiani, ma di tutti quanti i popoli civili e aveva la magia di trascinare e raccogliere in una finallora oscura vallata delle Alpi quanti più illustri uomini novera la nostra Italia e numerose delegazioni dei popoli stranieri. Ma l'uno e l'altro si compiva pure entro i confini della nostra patria, e proprio sul limite estremo di essi, a levante di quà, a ponente di là, e ambedue avevano uno fceopo identico, benché in proporzioni diverse, ii progresso di essa. Fra que' monti eccelsi, che fiancheggiano la bella valle di Bardonecchia e formano un maestoso anfiteatro, le cui cime anche nella stagione più cialda sono coperte da nevi perpetue, io non poteva più ripetere i versi del Manzoni: ....... Oltre quei monti Sono altri monti,.... ed altri ancora.; E lontano lontan Francia ..... . . ,. perchè dopo il 1860 la Francia s' è avvicinata a noi, e si poteva quasi toccar con mano, essendo il nuovo confine tracciato appunto sulla vetta di quella montagna, alla cui base io passeggiava. Ma il niio pensiero ricorreva involontario a un altro monte, ,a noi tanto caro, a pie' del quale io aveva pochi giorni prima amichevolmente conversato con una eletta schiera d' amici, e al quale nel nostro modestissimo simposio io aveva portato un brindisi dalli astanti calorosamente applaudito, il Monte Maggiore, che non è solamente il gigante de' mon- ti istriani, ma .è ;altresì il gr^n termine nazionale d'I-l talia....................1 E lì presso sorge la piccola e gloriosa Susa, e hcj avevamo potuto vederla dall'alto, trascorrendo colla vaporiera sul (fianco del monte, che le sovrasta. Susa fu pef secoli ia fida guardiana della Chiusa d' Italia, e si (lasciò incendiare dal Barbarossa piuttosto che aprirgli il varco alle belle pianure da lui agognate. Susa mi ricordava Albona, a cui nella solennità del nostro piccolo Congresso il Delegato della Giunta Provinciale aveva opportunamente dato l'appellativo di « vigile e secolare custode v del nostro confine naturale v, e che veramente dall'alto del suo colle adempì sempre e adempie tuttora quel compito, che di qua è toccato a Susa nel fondo della sua valle. Albona e Susa sono i due termini, entro i quali sta racchiuso il dominio del vecchio elemento latino; e ecrme chi voglia indicare tutta la lunghezza d'Italia piglia da una parte il Brennero e dall'altra Capo Passero, ovvero Trento e Girgenti, così chi voglia invece delimitamela larghezza dovrebbe adottare l'espressione, che misi io in capo a questa lettera, ovvero quella più breve e non meno precisa di Albona e di Susa. Nò qui finiscono i punti di contatto, che lassù, tra le Alpi, io potei trovare tra l'uno e l'altro estremo confine d'Italia. La solennità della festa aveva naturalmen-mente.attratto dai vicini paeselli molta onda di popolo, e 'la valle e le creste dei colli erano affollati di quella buona gente, a cui non pareva vero di vedere tanti signori 'in velada nera e in guanti e cravatta bianchi, lo mi cacciai tra costoro, desideroso di udire i loro discorsi, di sentire le loro impressioni, di conoscere insomma la loro vita; ma fu fatica sprecata, perchè il linguaggio, che essi parlano è una orribile mistura di dialetto piemontese e di dialetto savoiardo, per modo che chi non vi sia abituato nen riesce ad afferrare che qualche rara e sconnessa parola de' loro discorsi. Appunto come tra noi, ove la vicinanza del confine e altre cagioni, che tutti conoscono, hanno poco per volta introdotto sulle nostre terre un elemento estraneo, che non s'è aneora acclimatato, e. che i mestatori di fuori vorrebbero poi adoperare contro di noi, ciò, che non s' è ancora avverato dalla parte francese. Ma che tipi! e che foggie di vestire ! Io vidi sulla piazza di Albona e in quasi tutte le nostre città molti de' nostri contadini, e dovetti ammirare la bella razza, da cui sono usciti, grandi e svelti li uomini, di elegante taglia e con viso espressivo e occhj vivaci le donne; ma qui! non si potrebbe immaginare di peggio. Piccoli, sbilenci, goffi, con certe facce stupide, che nelle donne diventano fin ributtanti e ricordano che non è lontana la valle 4' Aosta co' suoi Cretini. Il costume so promotore d'ogni utile impresa e partigiana costante di questa del traforo, come lo. era stato, di quella del taglio dell'istmo di Suez.. Più avanti potreste vedere il Grattoni, eroe della festa, il quale per la morta prematura del 8©meiller è rimasto solo a farne li onorL il poi altre celebrità minori, il Cesana e il Teja, argutissimi redattori del Pasquino, l'Avanzini, direttore del t' pur persistenti, dei bachi, non dovrebbero arrestale la propagazione già bene-avviata dei gelsi..— E aggiungo- che sull' esempio lodevolissimo della vicina Pisino, si dovrebbero moltiplicare più e più gli alberi da frutto, osservando che Albona lungo tutta la marina darebbe ottimi fichi da gareggiare con quelli dell' i-sola di Cherso, come ne fanno fede i fichi di Zagore e di Squaransea;, mentre sull'alto, riesuirebbero egregiamente le nocciuole ed i mandorli,, e nelle parti; di Vettua certo anche i castani. — Pbi mi parrebbe nou difficile il far rivivere la coltura delle api, e dico rivivere perchè- abbiamo tradizioni e memorie che attestano corno altre volte e in epoche abbastanza vicine fosse ricca e fiorente 1' apicoltura in varie parti del territorio di Albona — E come si dà opera solerte al miglioramento delle, razy.e bovine, così dovrebbesi darla, credo anzi sia urgente il darla al miglioramento delle razze pecorine.. E sarebbe utile incoraggiare più e più la diffusione dei prati artificiali, e i prati naturali di monte, i carsi ni, non si dovrebbero, p&rmi, lasciare alle sole risorse della natura, che abbandonata a se stessa si esaurisce, ma dovrebbero essi pure- venire cautamente ajutati dall'arte^ E vorrei infine che i cittadini più serii, più operosi, più pratici, più previdenti e quanti amano- il proprio paese si stringessero in lega fraterna tra loro e coi più intelligenti cittadini per promuovere la moltiplicazione- degli abbeveratoj e serbatoj d' acque nella campagna e sopratutto poi per migliorare- in modo radicale e duratura la rete delle strade comunali e rurali che sono infine quèlle che- servono tutti i giorni a tutti, ed in tutti i bisogni della vita dirò così domestica del distretto. Spero che- a nessuno parrà che io trascorra troppi oltre, ma se- mai, risponderò che ad onta, del largo spjwsio- di terra e di mare che mi tiene materialmente diviso, io mi sento ancora e mi considero sempre in famiglia-, e in consiglio di famiglia qualunque meticoio-1 sita e* reticenza diviene coì^a e colpa gravissima. — Io poi non potrebbe essere più goffo e-scolorito.-- Li-uomini-portano certe velade di panno grossissimo; tagliate ocl coltello anzi che colla fornice, o le éoijne, vestite unifor-• memento di una rozza-stoffa-oscura» si-coprono il capo tutte, dalle vecchie alle bambine;.con oerte cuffie di tela bianca a ventaglio, che sono la più» ridicola eosa di qne-1 sto mondo» Quale diversità colle-svariate e pittoresche foggie dei- contadini, e specialmente delle oontadine nostre! Ma chi sa direquanto ciòdurerà? Pino a pochi anni or sonoiBardonecchia era-un paesuoelo perduto lontano dal mondo nella- sua tranquilla valletta^ e forse,. meno il-sottoprefetto-di Susa, nessuno sapeva eh' essa-esistesse. Ora il suoneme corre per tutte le boeche, il telegrafo lo trasportò fino in Americane nelle Indie; la vallo non è più tranquilla; il fischio delia-locomotiva desta li echi montani e il romor cupo dei. convogli, che corrono- e ricorrono laiferrovia^ ne eacciai tutta-la ingenua attrativa. K commeroio tra la Francia-e l'Italia- si riverserà, d'ora- innanzi su questa; via; i viaggiatori accorreranno ad ammirare- lai grandiosa* galleria» che ha forato dodici chilometri di. monte e- tutto quel carattere originale; che la-valle avev-a-potuto fin qui-conservare, sparirà ai soffio livellatore dell' incivilimento, o di quel qualcosa, che gli rassomiglia-, e ne usurpa-il nome.- Ma qui m'avveggo, che io parlo di tutt'altro, che della festa, alla quale ho assi stifo-jer l'altro; l'argomento m'ha trascinato fuor del mio campo, e oraci torno- Fu veramente una splendida!solennità, e tanto-più-gradita a simpatica^ che era, unica, e- come non aveva-avuto precedenti,, non avrà-imitazioni. Quando mai potrà infatti avvenire il caso che circa, mille persone convenute da tutte lo-provincie italiane e rappresentanti il. fiore della intelligenza, della- rpcuhnzza, del bla«o,io possano trovarsi ancora una-volta riunite in mezzo alle-Al pi, a celebrarvi un cosi- straordinario»trionfo- delia-industria umana? Forse fra venti anni l'Europa vedrà un altro-monte forato, un'altra galleria, aperta attraverso-alle-Alpi — quanao sarà fatto il Gottardo ;, ma allora la impresa non avrà più. quel carattere-di; novità; che oggi presenta-; poiché non si tratterà, che dà applicare al Gottardo que! sistemi e que- procedimenti, i quali fecero così buona prova al Cenisio: non ci sarà più alcun problema da sciogliere, alcun dubio, alcuna-ine ertezza da vincere; mancherà' quel!' ansia» tremebonda, con la: quale li ingegneri, che-diressero-questi lavori, s'approssimarono-al termine di essi e videro giorno per giorno» il fatto rispondere con miracolosa* precisione ai loro» calcoli ; mancherà perfino quella trepidanza naturale, con cui li invitati di jer l'altro entrarono nella galleria, quando il convoglio composto di 22 carrozze e-tratto- da tre macchine-entrò sotto quella: oscura-volta per condurli a Modaue.. Ora tutto è certo, tutto-conosciuto; non è che-questione-di tempo. Le perforatrici bucheranno i fianchii del Gottardo, come han bucato- i fiati ohi del Frejus, li operaj; rivestiranno di» muratura il buco;, e-la locomotiva passerà da una parte all'altra, senza-timore che-il fumo soffochi i viaggiatori, e che il oaldo- impedisca la respirazione. Si potrà-allora, ripeterà, nil sub sole novi.. Del resto, tutti parlano della Galleria; ma pochi- sf ricordano della strada; che vi conduce: La» Galleria- è certo- meravigliosa, non solamente-perchè misura oltre-dodici chilòmetri; ma- per le ingegnosissime applicazioni, colle quali fu potuto scavare, adoperando l'aqua a* comprimere l'aria-e questa-a? muovere li scalpelli, e vincendo tutte le-difficoltà-, che i pratici ne'temevano. Tuttavia, senza detrarre nulla al merito-di questo colossale-lavoro, è duopo- non dimenticare quello della strada di raccordamento, un magnifico tronco di; ferrovia; il più bello, che io mi abbia-veduto, il quale, dipartendosi da Bussoleno, ultima stazione sulla-linea di.S'usay s'arram- pica audacemente sul fianco del monte, che costeggia la : valle, entro cui giace Susa, e si estende poi ih una stret-! àa valle, la quale va a morire appunto- a Bardoneechia. I Qui vi sono opere d'arte- meravigliosissime; gallerie, : alcune delle quali misurano fin 1-70Ò metri, ponti, viadot-| ti; trincee; voi passate, trascinati dalla forza prepotente | del vapore; sovra- precipizi, che vi fauno chiudere li oc-| ehj, entrate nelle-viscere della terra e d'un tratto vi vedete a-tergo quel monte, che prima avevate di fronte. E j salite, salite sempre, e-ve n'accorgete, oltre che allo ; sforzo che-sentite fare alla locomotiva, la quale sbuffa come un cavallo ansimante; e alla lentezza, con cui il convoglio-procede; anche all'aria, sempre più frizzante, che vi pereote il viso; e alla-vegetazione, che-rigogliosa e variata-da basso; si fa- sempre più rada e monotona e finisce- in vasti boschi di melanconici abeti, inframmezzati da nude roccie. A Bardonecchia siete a- 3600 piedi sul livello-dei mare. E anche qui quante reminiscenze per me ! Tre anni or sono, io-feei, insieme con una compagnia, di ottimi a-mici il pellegrinaggio del nostro gran mo ite, e salii sulla vetta più alta-del Monte Maggiore, da dove-tutta-1'Istria si offre in magnifico panorama allo sguardo dello spettatore maravigliato, cinta, «lai gemino- mare, che ne bagnale riscalda le coste, e tutte le sue colline » popolate Ai case e (P oliveti » si svolgono-in profonda distanza e si possono-con un colpo-d'occhio-comprendere. Qui la vista-non spaziai tanto» lontana; il panorami è anzi ristretto, perchè i monti: sraddossano li uni alli altri; ma quanto-è-più; maestoso e sublime! Per un gigante, che laggiù possiamo ammirare, qui ne abbiamo cento, e ciascuno di essi meriterebbe una illustrazione a parte: chi non ha-sentito-la poesia:de' monti? chi non ha. desidera-tó-taloradi essere d'un tratto trasportato sovra una di quelle- cime, che veggiamo azzurreggiare sfumate sul lontanoorizonte? E-tra» tanto-sfoggio di naturali bellezze, tra tanta verginità di impressioni il vostro sguardo si incontrava ad ogni pie' sospinto-nella-coda di rondine e nel cappello a cilindro di un deputato o di un ministro, e non era uuadelle meno vive impressioni la eonsiderazioue di cotesto bizzarro-contrasto tra la natura nuda e cruda, qua-le da secoli la fece la mente creatrice di Dio e que' pappatoli inciviliti, inamidati, inguantati; che avevano-osato-sfidarla-e l'avevano, vinta* Del resto; se foste-stati con me, avrei potuto- farvi passare- una- curiosa rassegna di illustrazioni contemporanee, che voi conoscete tutti per nome da molti anni, . mii che-forse-non avete-ancora mai veduto. Quello là, p. e. alto, biondo, snello, elegante (vi avrei detto) è il Visconti - Venosta, ministro delli esteri, che passò d'un tratto dalla vita dei boudoirs a- quella dei gabinetti diplomatici, e seppe farvisi rispettare. Quell altro, tozzo, j colla barba folta, e ispida, qua e là brizzolata, è il Sèlla, ministro delle finanze, ingegno-forte e volontà tenace, il prototipo de' suoi compaesani di Biella, noti per finezza, di mente e ostinatezza di propositi. Quest'altro piccolo, tondo, con basette bionde e gesto mobilissimo è il Bonghi, a-cui l'intelligenza e lai dottrina sovrabondano; ma che nella politica si lascia guidare ai impressioni piutto-sto-che-alla stregua-della-disciplina di partito. Vede ce quel cappello gualcito e sotto ,ad esso quella faccia, da buon' uomo, un po' cascante? E H Massari, eccellente galantuomo, ottimo cittadino e-letterato di gusto, che il Pasquino rese popolare in tutta Italia.. Qui quel piccolo, magra, colla barba nera e li occhietti vivi è il Dina, direttore-deli' 0>)rinione, mente-poco colta, ma quadra, che da venti anni naviga felicissimo tra li scogli della politicai E- laggiù quel vecchietto cadente coi capelli e le basette tinti è il Torelli, prefetto di Venezia, cervello irrequieto che una ne fa e un'altra ne pensa, ma opero- i pretendo già dire cose nuove nè indiscutibili, io manto desiderii onesti e bisogni urgenti, o che a me jono tali, e invoco anzi sopra di essi l'attenzione, Tene, lo studio, persuaso più che mai che cotesto onorale Comizio mi ajuterà. A questo punto m'arresto, ma non so ancora stac-rmi dalla conversazione che mi par di tenere effetti-mente col fiore della cittadinanza istriana senza ag-ingere un cenno ed una giustifica che mi riguardano rsonalmente. In questa solenne occasione V. S. e gli onorevoli toocii visiteranno, non ho dubbio, nella ospitale faglia Scampicchio alcune raccolte di oggetti natura-di libri, di MMSS. di stromenti dell' età della pie-i, di cotti antichissimi, di mobili antichi, e d'altri melii. L' avvocato Antonio intelligente e solerte Coniatore vi dirà certamente che tanto le raccolte oggetti naturali (petrificati, conchiglie) quanto quelle antichità furono iniziate aa me nel 1842 e da me «seguite costantemente fino al 1860, e più tardi anta, interrottamente, ma con buona fortuna, e vi dirà e in detto anno (18G0) il defunto e indimenticabile lui Genitore e Cugino mio, pregato da me, le fece isportare dalla mia nella sua casa, come in luogo asilo, l'osto ciò io mi trovo in dovere di aggiungere e posteriormente lo stesso Avvocato Antonio si adorò ad aumentare specialmente le raccolte naturali, a alacrità, intelligenza <ì successo e a coordinarle in odo lodevolissim . Nè tacerò infine che noli' ultimo mio distaoco da Ibona abbiamo segnato tra noi due un Patto amichete in forza del quale adesso appartengono esclusiva-rate a lui le raccolte degli oggetti naturali, a me quelle gli oggetti antichi e curiosi dai più remoti tempi fino dì d' oggi. .Vii piace dichiararlo in questa ciroostan-solenne, perchè delle dette raccolte s'«è già più Ite scritto pubblicamente e non sempre con cogni-me della cosa e con esattezza. Esse intatti per po-ìre che sieno, sono tali però da interessare e la scienza il paese, in quanto che danno oramai sufficienti crini per pronunziarsi sulle origini e sulle naturali vi-ude dell' agro albonese tra i' Arsa e il Quarnaro. mcliè sulle origini e lo stato degli uomini che nel irso di lunghi secoli lo abitarono. Mi piace di dirlo fresi per rendere pubbliche grazie ai molti concitta-iii ed amici di tutte le classi e di tutte le parti del stretto che da quasi trent' anni non lasciarono scapile fuori di casa nostra neppure una bricciola di an-io, per cui le mie raccolte possono, devono meritata-eute chiamarsi albonesi. — Se non che al complesso iqueste ne manca una e importante ed appariscente ii delle altre, la numismatica. Neil' ultima mia par-aiza da casa l'ho portata meco eoli' idea di ordirla e fornirla dei necessarii cotalog'hi appunto per i circostanza dell1 attuale Congresso. •— Ma anche in lesto ebbi ad incontrare ostacoli non preveduti. — Per-lèla coordinazione fosse veramente perfetta io aveva itto assegnamento siili' esimio signor Carlo Kunz triesti-ouno dei più distinti numismatici viventi d'Italia. Ma tato eli' io mi sono restituito a Venezia egli aveva asferito il suo domicilio a Padova. Ora i prevalenti liei doveri verso 1' Archivio non mi permisero questa state di recarmi colà e trattenermi quanto sarebbe sto necessario all' uopo. Ne sono dispiacentiissimo ìreliè si tratta d' un buon migliajo di monete che a-tebbero fatto bella mostra di se ordinate per epo-be, per regioni, per stati. Oe ne sono assai di romane imigliari specialmente in argento e molte più dell' intero in argento ed in bronzo, — poi vengono le bi-antine, fra le quali non poche d'oro, poi ci sono belli «empiali di danari veneto-imperiali e giù giù una rac- colta di monefe varie di tutti i dogi o quasi. Quindi altre medioevali di altre zecche italiane, e monete dei Conti del Tirolo, dei Patriarchi d'Aquileja, dei Vescovi di Trieste ; — c' è infine qualche beli' esemplare di -ossidionali recenti « 'di medaglie specialmente venete (oselle). — Forse, chi sa, qualche egregio comprovinciale, vedendo coteste serie di numi raccolti in un solo distretto, da persona privata, con mezzi non grandi; in un solo quarto di secolo, avrebbe sentito rimorso di aver trascurato talvolta l'acquisto o Ja conservazione di monete rinvenute nel suo paese, e di aver dato a Musei stranieri le cose di casa nostra. — Lungi dall'essere campanilista anche in senso provinciale, riconosco che le grandi raccolte giovano agli studii e alla scienza in generale, ina osservo che queste raccolte locali sono utili anch' esse alla scienza applicata, piw giovano grandemente alla storia del paese, e affezionando il popolo al suo passato e allargando 1' orizzonte delle sue cognizioni positive, lo rendono più avveduto e più provvido del suo presente e dell' avvenire. Sono dispiaeentissinio, ripeto ancora, di non aver potuto mettere in mostra anche cotesta raccolta, ma procurerò di farmi perdonare dai signori socii la non volontaria mancanza coli' offerirla loro nel!' occasione di qualche altro ^Congresso. E qui depongo la penna domandando venia della lunga cicalata, -e pregandola, Onorevole Signor Precidente, di stringere la mano per me agli egregi Con-socii e Comprovinciali che avranno avutù & bontà di ascoltarla. Sono colla più sentita stima Di lei Nobile Signor Barone Dev.mo Obbligat.mo Tomaso Luciani. Venezia 5 Settembre 1871. DIETA PROVINCIALE Abbiamo atteso fino all'ultima ora di porre in macchina una corrispondenza da Parenzo, di uno dei nostri amici, il quale, ci aveva promesso di darne notizie dell'attività della dieta, delle opinioni sui varj gravissimi argomenti che saranno discussi nelle prossime tornate. Abbiamo atteso invano. Diamo intanto ai nostri lettori, un sunto, dei resoconti stenografici delle due prime Sedute. 1° Sodata della Dieta Provinciale Presidente: cav. Francesco D.r Vidulich. Il giorno 14 ehbe luogo -la prima seduta della Dieta. — presenti 21 deputati. Il presidente nel suo discorso d'apertura accennava ai lavori dei quali dovrà occuparsi la camera nella sessione, e, cioè, di affari strettamente provinciali e di altri clie riflettono la posizione della nostra provincia di fronte agl'interessi delle altre provincie dello stato. L'ordine del giorno portava: 1." Comunicaziani. 2.° Relazione della Giunta Provinciale sulle nuove elezioni dei deputati provinciali. 3.° Nomina del Comitato stabile del Regolamento interno per la revisione dei resoconti stenografici. Fatta \a presentazione del Commissario imperiale, questi depone sul banco della Presidenza le seguenti proposte: 1." Proposta di legge risguardante una modificazione dei §. §.. 4, 13, 3& dello statato provinciale dell'Istria, rispettivamente della legge 20 Maggio 1870 per l'Istria. 2.° Progetto di un nuovo- regolamento, elettorale per l'Istria. 3..'' Progetto di modificazione all' appendice dello statuto provinciale. — Venne data lettura dei decreti di-appi ovazione-delie deliberazioni prese fluirla Dieta nella passata sessione. Fatta ancora eomunieazioue di omaggio e doni presentati: alla Dieta, venne data lettura (ielle petizioni e ricorsi. Dopo di che il Presidente si leva, e pronuncia le seguenti parole:: Pria di passare alla jpertrattazione degli affari, non posso fare a meno, onorevoli signori, di richiamare con pochi cenni, alla vostra memoria la dura perdita che eoa noi tutta l'Istria ha subito entro il periodo, decorso- della chiusa della precedente sessione. Colpito da grave marfeo durante quella sessione, pochi giorni appresso, passava fra i più 1' avv. D, Abtokio Madonizza, ripetute volte eletto Rappresentante di questa Provincia. Rapito ei fu troppo presto alla patria. Dotato eli rara intelligenza, dii mente elevata, di forti, e generosi propositi, di cuore disposto a sentire vivamente i caldi, e santi affètti di amistà e di patria, nel suo passaggio a vita migliore ci ha lasciato un solo conforto, la speranza cioè che il nome e la fama da lui meritamente goduti spronino altri comprovinciali a ugualmente meritarne. Il culto nostro fa diviso dalla sua terra natale, fu diviso da tutta Ih Provincia,, che a noi si associò nel rendere al caro trapassato gli ultimi onori. E. Voi, ehe l'aveste qui per varj anni Compagno, solerte indagatore di quanto potesse tornare di utile e di decoro all' Istria nostra, Voi vorrete, col levarvi dai seggi rendere testimonianza solenne della grata memoria che serbate all' illustre defunto. (I deputati tutti si levano dai loro seggi) L'assessore onorevole Dir Petris dà lettura della relazione della Giunta provinciale sulle elezioni ai deputati alla Dieta, provinciale da parte dei collegi elettorali delle città di Isola, Pinguen-te, Muggia, e dei comuni foresi del distretto politico di Lussin, e propone: 1." Essere approvata la elezione del Rev. Don. Francesco Ferretich e del Sig. Antonio Bogovich, quali deputali provinciali pel collegio elettorale dei comuni foresi del: distretto politico di Lussin. Accolta ad unanimità. 2." Essere approvata la elezione del Rev. Don Giovanni Zamarini quale deputato provinciale pel collegio elettorale della città di Pinguente con I-sola e Muggia. Soli 1 deputati si alzano per approvare cafl ta. Sarà disposto per nuove elezioni. Si rimanda la nomina del comitato per la visione di resoconti stenografici ad altra sedu eausa lo scarso nrimerò dei deputati presentili deputato D.r Luciani prestè giuramento;-Esaurito l'ordine del giorno si fissa quello per' seduta prossima. 1." Comunicazioni'.. 2.° Relazione della Giunta Provinciale. m.) Sulla sua gestione dalla ultima convoeaz ne' dietale in poi. bSui conti preventivi e consuntivi dei va fondi provinciali. e.) Sulla istituzione e regolazione-di stìpeni a sussidj provinciali. d.) istituzione di una scuola agrariat 3. Prima! lettura dei progetti di legge. ; a.) per la ricomposizione di alcuni comuni b.) per là costruzione e ìa manutenzione de le strade conducenti a stazioni ferroviarie. c.) per la estensione del diritto dii elezione i i Capitani mercantili anche indipeudentemente di ; pagamento di un imposta. 4." Trattazione dei Ricorsi e- delle Petizioni 5.." Elezione del comitato dei verificatori.. II.' seduta Presenti 25 deputati- Approvazione del protocollo dell'ultima tornata Il deputato) Don Giovanni Grubissa preseli ta una petizione della deputazione Comunale ( Verteneglio ; si rimette' al' 4.° punto dell' ordine de giorno. — La dieta prende notizia della Relazion della Giunta sulla sua gestione dell' ultima coti vocazione dietale-,. sulla quale relazione, nel corsi della sessione saranno formulate analoghe proposte Si passò alle formazione dei Comitati. Nel co> mitato finanziario,, composto di 7 membri furont eletti: i signori, deputati:. '] Giampaolo Polesini — Giuseppe Parisini — Nicolò Rizzi — Giov. Antonio Flego — Adolfo Cianci — Nazario D.r Stradi— Marco D.r Petrisv A questo comitato-verniero rimesse le relazioni: sul conto consuntivo pei 1870 — sul Conto consuntivo del fondo esonero, del suolo istriano del 187C — sul Conto cosuntivo dell'anno 1870, e su quello di previsione peli' anno 1872 del fondo provinciale "Pensioni,,, sul Conto consuntivo del fondo provinciale di coltura per 1' anno solare 1870. — sul Conto consuntivo dell' anno 1870, e su quello di previsione per 1' anno 1872 del fondo, confraterne' — sul Conto consuntivo del fondo scolastico provinciale per 1' anno 1870 — sul Conto di previsione del fondo scolastico provinciale per l'anno 1872 — sul Conto di previsione del fondo di pensione pel personale insegnante nelle scuole popolari per Fanno. 1872 — sul' Conto di previsione del fóndo di esonero per F anno 1872 — sul Conto preventivo del fondo provinciale per 1' anno 1872 — sulla stabile sistemizzazione nel conferimento degli studenti delle scuole medie. 83 f Il Comitato agrario di 5 membri risultò com-fo dei signori deputati : Francesco Dr. Venier — Antonio Dr. Scam-diio — Francesco Sbisà — Tomaso Bembo — itonio Covaz. — A questo comitato venne rimessa la relazio-per la scuola agraria. Venne eletto il Comitato politico legale neì-persone dei signori: Dr. Giuseppe Vergottini — «seppe Basilisco — Ercole Boccalari — Giusep-Luciani — Matteo Campielli —Orazio Colorali — Cristoforo Belli- Questo Comitato viene incaricato dell'esame Ile proposte di legge: 1. Sull'estensione del diritto di elezione ai ipitani mercantili. 2. Sulla costruzione e manutenzione delle stra-conducenti alle stazioni ferroviarie. 3. Progetto di legge col quale viene modifi-a l'appendice dello statuto provinciale. 4. Progetto di legge col quale vengono moscati alcuni §§. dello statuto provinciale dell'Ina e rispettivamente della legge 20 maggio 1870 l'Istria. 5. Progetto di legge contenente il Regolamen-elettorale per la Dieta provinciale dell'Istria. Si passa anche per l'esame e riferta, al Co-tato politico legale i ricorsi e petizioni. Finalmente venne eletto anche il Comitato dei rificatori dei resoconti stenografici nei signori : Dr. Marco Petris — Don Francesco Ferretich Don Giovanni Grubissa — Dr. Matteo Campitel-— D.r Nazario Stradi — D.r Orazio Colom-ni. — I varj comitati furono invitati a costituirsi su-to dopo la seduta. II presidente avverte che inviterà alla prossima (luta i sig. deputati subito che i comitati abbia-ì presentato il risultato dei loro lavori. La seduta è chiusa. — Quanto prima si renderà interessante la discuoine sulla mozione della Giunta di incaricare il Cornilo politico legale di studiare la posizione politica inaia e di fare le eventuali proposte. LANCIA CELTICA D'ISTRIA (P.) Presso il Conservatore potemmo vedere ilìa lancia di puro bronzo, alta 0,19 larga, 0,04, con pina a due rialzi, allargatesi nella parte inferio-: a due curve prominenti per allargare la ferita icata dalla punta, aguzzati i due tagli laterali. Non a traccia di cingine,' all' invece e coperta di bel-ipatena oscura, più da una facciata che dall' altra, 1 in questa meno oscura, vi ha tratto privo di e-Qgine quasi fosse stato abantico bagnato con so-itanza che non permetteva 1' ossidazione. Da rot- tura della cuspide, e da leggera piegatura è manifesto che fu in azione guerresca. Ricercato il Sig. Kandler dì qualche spiegazione, cortese com1 è, mi disse all' incirca; Ilo a-vuto la sorte di venire a questa lancia, indubbiamente celtica, ed è di quelle che il Conservatore accennò in Epistola al Sig. Maver. Presso Monsignor Gìavina di Trieste ho veduto lancia dei Traci istriani ricuperata a piedi di Castra romana oggi RepenTabor ove ì Traci combatterono soli lasciati nella peste dai Celti istriani loro alleati. La Glaviniana è per un terzo maggiore della mia è di puro rame, ossidato così che ha qui e là prodotto il verde di lavoro grezzo e senza arte alcuna, ed è più antica della mia che appartiene all' età del bronzo perfetto. Questi Celti dell' Istria non erano in istato di rozzezza, avevano . la famiglia, proprietà del suolo, schiavi e liberto, e di questi avanzarono due frammenti di tavolette in bronzo, già infisse in tomba di famiglia, ed in quelle tavolette (sotto s'intende) stava segnata la serie e 1' età dei tumulati ; delli istriani latini, non pervennero siffatte tavolette enee. Se volete saperne di più e dei Celti d'Istria e delle, lancie, leggete quanto ne ha scritto il Conservatore nei suoi Regesti che vi apro, prendetene pur nota se vi aggrada. Ne troveranno altre, non in Pinguente, ma nelle alture di Lindar, di Pedena, dì S. Ivanaz. La mando a Parenzo a ciò vedano un campione di siffatte laneie. CRONACA DELLA CITTÀ. Ai 23 di settembre venne costituita la commissione sanitaria. Non e' è motivo di sgomentarsi, quantunque un po' di sgomento a certuni riuscirebbe salutare, poiché porgerebbero ascolto alle ingiunzioni emanate nell'interesse della pubblica salute: finora il semicerchio, descritto dal colèra intorno a noi, è ampio, e forse per quest'anno la camperemo senza malanni. Non possiamo peraltro riprometterci altrettanto circa al va-iiiolo. Esso infierisce presentemente a Verona, dopo di aver visitato Genova, Torino, Milano, nella quale ultima città ebbe una straordinaria durata, e sembra progredire verso queste parti: singoli casi avvennero già a Venezia e in altri luoghi del Veneto. Tutte le commissioni sanitarie, dei paesi ove comparve l'epidemia va-inolosa, fecero di nuovo la confortante osservazione che i rivaccinati o rimasero illesi oppure vennero colpiti mitemente. Esortiamo quindi tutti quelli (e qui pur troppo sono moltissimi) che nutrono il matto timore di acquistare coli'innesto il germe di malattie, di far vacinare prontamente sè stessi ei loro bimbi ; e alcuni altri sappiano che si può essere colti dal vaiuolo in qualunque età, e per questo non ommettano di rivaccinarsi. * *■ Anche quest' autunno abbiamo il piacere di ospitare alcuni maestri comunali venuti da varie parti della provincia ad assolvere, durante le vacanze, il corso di storia, geografia e scienze naturali presso il nostro ginnasio, e così completare L'istruzione che-avrebbe: o ricevuta se al loro tempo fosse esistita la scuola magistrale. Per noi sono ospiti simpatici questi uomini benemeriti, i quali, oltre che frangere il primo pane-delia scienza, hanno pure la missione di suscitare nei. giovani cuori i primi palpiti di amore verso la patria; epperò ne pubblichiamo 1 nomi nella certezza di fare un piacere ai nostri lettori.. Essi sono i signori: Giuseppe Baltasèr, maestro della» scuola comunale di Isola ; And [rea Cherincich, idem, di Pisino; Antonio, Fàbbret-to, idem, di Fasana; Frane. Galzigna, idem^ diNeresine ; Antonio Maligoi, idem, di Cherso; Prospero Maricieh,. idem, di Cherso ; Antonio, Nezich, idem, di Moscheniz-ze; Antonio Snidarich, idem, di Montona; Francesco TJrsich, idem, di Gimino; e Simeone Vascotti, idem, di Pisino. ♦ * * Martedì mattina capitò dal sig direttore il sergente delle guardie campestri per dichiarare, a nome di tutte le quattro squadre^ che la lettera in dialetto pubblicata nella. Cronaca del n. 16 è imaginarta. Si, essa fu un'innocente finzione, la quale credevamo dovesse anzi tornare gradita a queii galantuomini; ma invece quasi quasi se ne impermalirono, e a mezzo del loro capo Meotti fecero sapere che all' infuori del paloscio a tracolla biancanon vogliono portare altri segnidi milizia Una guardia poi ci disse ali orecchio che il disgusto in realtà derivava dall'aver udito alla caffetteria le risate prodotte dalla lettura di quella lettera in qualche crocchio di buontemponi. Nulla di più naturale : chi non^ è abituato a leggere stampati i vocaboli e le frasi del suo dialetto, alla rara occasione ride certamente. Dirà forse taluno di quei popolani: mo perchè i la veva proprio de scriver in dialeto a nome de un de noal-tri ? 0 bela, rispondemo nu, subito che na parso che quela idea sia bona, verno pensa de- far comparir una guardia campestre coinè scritora per darghe più importanza a la letera; e facendo comparir la guardia bisognava, caspe, scriver in dialeto. Del resto si persuadano le nostre brave guardie campestri che un be-retto militare,, di forma e aolori appositi, invece del solito cappello alla borghigiana, sarebbe per elle molto appropriato ; sarebbe un distintivo uniforme, utile, dignitoso ; e in cene circostanze accrescitore di autorità. * * I commissari! dell'Annona facciano penetrare illoro sguardo acuto più addentro nelle cestelle, nei crivelli e nelle cassette della pescheria : non s'accontentino della vivezza dei primi pesci:, talvolta questi coprono i cadaverini, dei fratelli spirati da lungo tempo.. * * * La muraglia che nasconde le perpetue macerie del Vescovato è sconcia, uscita di piombo, sbonzolata, pericolosa : dunque le più modeste esigenze di ornato e le più elementari cautele di pubblica sicurezza ne reclamano la sollecita riparazione. A quest'ora dopo tanti anni la penna e l'inchiostro deggiono aver finiti i negoziati ; comincino adesso 1' opera loro il martello, la calcina e la cazzuola. * * * Nel prossimo, numero daremo l'elenco dei cittadi- ni che fanno parte della commissione sanitaria, che verrà frattanto accresciuta di altri membri onde comi porre dei comitati di sorveglianza con speciali attribuì zioni, e nominare dei delegati perlustratori, i quali invigileranno continuo, di ciascheduno col capo del rione destinatogli, la nettezza degli abitati. notizie: Còu decreto 14 settembre, la scuola reale provinciale in Pirano, venne» elevata a scuola reale superiore con 7 classi, e sarà mantenuta a spese dello Statoa e-ciò in seguito-alle- istanze della giunta provinciale. Così la provincia è dotata di un istituto, il quale ap-: pareechierà una classe di: cittadini colta e industriosa, ; necessaria a dar vita ai varj rami dr industria nell' H stria, e pmcaccerà i mezzi a molti dei nostri giovani con cui tentare le vie delle industrie e dei commerci anche lontano delle nostre città. Abbiamo ricevuto dall' inclita Giunta provincia-» le : la relazione generale fatta alla Dieta sulla gestione della chiusa della sessione dietale dell'anno 1870 in poi — la. consultazione sulla, Valle dell'Arsa dell'ingenere idraulico Sig..D.r Faunio — il programma della Scuola, reale inferiore provinciale autonoma di Pirano — la versione in italiano del poema latino del Vescovo Andrea Rapicio di Giovanni Battista de Medici- li giorno'20 settembre-ebbe luogo l'apertura della esposizione agricolo - industriale e di belle arti in Trieste. — Alle sollènità, l'Istria era rappresentata dai deputati alla dieta istriana, signori Francesco Dr. Venier e Antonio Dr. Barsan; la società agraria istriana dal Dr.. Antonio Scampicchio,, deputato alla, dieta; anche la camera di Commercio istriana aveva inviato un suo rappresentante.. Subito ci sarà fatto di avere un elenco di tutti gli espositori istriani, e che avremo raccolte le necessarie informazioni sugli oggetti esposti, ne faremo argomento di appositi articoli. La sera, del 26,. venne inaugurato il Congresso a-grario; venne nominato presidente d'onore il Cav. Muzio Tommasini ed a vicepresidente il professore Nicolò Vlacovich. In quella prima seduta, venne deliberato dopo viva discussione di nominare un Comitato di 5 membri, per istudiare i mezzi più acconci a raggiungere la fusione delle due società enologiche iniziate a Trieste ed a Gorizia, e per tal modo facilitare la. fondazione di una società enologica, unica, per le tre provincie consorelle. Venne posto all' ordine del giorno per la tornata successiva il tema sul modo di attivare praticamente una ti Banca agraria TIP. 01 GIUSEPPE TONDELLI. NICOLO' ie MAOOMZZA Kodsttoi»,