mo t. Capodistria, addi 9 Agosto I8T9 ur. 21 CRONACA CAPO DI S T RI ANA BIMENSILE si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costania ed energia, al vero , all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 14 Agosto 1788 — Nasce Raffaello I.ainhriiscliini (in. 1873) — (V. Illustrazione) v o s ir r o & negli scrittori antichi greci e latini ( Vi il K° 17 e seguenti) E. Tumulto 1) a Roma. Leve straordinarie. Poi gioia. Per caso avvenne sì, che Cn. e L. Ga-villio Novello di Aquilea, i quali recavano vettovaglie, quasi a loro insaputa, s'abbattessero nel canapo conquistato dagl'Istri. Lasciati i bagagli sendosi rifuggiti ad Aquilea, tutti empiron di terrore e confusione ad Aquilea non solo ma pochi giorni dopo anche a Roma: dove era giunta novella non pure della conquista del campo da parte de' nemici e della fuga, ch'eran cose vere, ma di rovinata impresa e di esercito interamente distrutto. Adunque, come suole avvenire in un tumulto 1), furono indette leve straordinarie non a Roma soltanto, ma in tutta Italia. Si coscrissero due legioni di cittadini romani e fu imposto agli alleati latini 2) di mettere a disposizione 10.000 fanti con 500 cavalli. Fu a M Giunio dato l'ordine di passare nella Gallia e di esigere dalle città di questa provincia quanti soldati ciascuna potesse somministrare. Fu insieme decretato che il pretore F. Claudio intimasse a' soldati della quarta legione, a 5000 alleati latini e a 250 cavalieri di raccogliersi a Pisa e dovesse, mentre il console n'era lungi, guardare quella provincia ; ed il pretore M. Titjuio facesse accogliere a Rimini le legioni prima ed egual numero di alleati a piedi e a cavallo. Nerone 3) partì paludato 4) verso la provincia di Pisa; Ti ti ilio, mandato a Rimini C, Cassio tribuno militare perchè si mettesse a capo della legione, fece a Roma la leva. Il console M. Giunio non era ancor giunto dalla Liguria nella provincia della Gallia, che già avea ordinato alle città di somministrare truppe ausiliarie, e soldati alle colonie, e giunse ad Aquilea. Colà venne a sapere che l'esercito era incolume, scrisse uua lettera a Roma non s'inquie'assero e, rimandati gli aiuti che avea imposti a'Galli, partì alla volta del collega. A Romagraude fu la gioia all'insperata novella, si smesse dal far leva, coloro che prestato aveano giuramento furou rilasciati, e l'esercito che a Rimini avea sofferto di peste, mandato a casa. Gl'Istri che con numerose truppe se ne stavano accampati non lungi dagli alloggiamenti del console, poich' ebbero udito che l'altro console era giunto con nuovo esercito, in tutte le direzioni si dileguarono per le città. I consoli ridussero le legioni agli accampamenti invernali d'A-quilea. 1) Improvviso rumor di guerra, allarme. Si si diceva de' Romani cosi quella guerra che, per la gravezza del pericolo e per la vicinanza del nemico, metteva in grande spavento la città. — 2) Soci dei Lazio. Godeano maggiori privilegi degli altri, e formavano quasi gradino fra cittadini e i peregrini. Tra di essi più spesso sceglieansi i coloni, V. N. 30,32. 3) Tit. Claudio di sopra. — 4) Paludamento era la veste militare del generale, cui dovea indossare in Campidoglio prima d'uscire alla guerra. V. di C. Claudio. I. F. Lei console A. Manlio a Roma Sedato finalmente l'istrico tumulto, fu e-manato un decreto senatorio, che i consoli fra lor s'intendessero qual di loro dovesse riedere a Roma per fare le elezioni. E poiché i tribuni del popolo Licinio Nerva e C. Papi ri o Tordo nelle loro orazioni oltraggiavano 1) Manlio assente e proponevano la legge, che Manlio dopo le i-di marzo 2) — chè a' consoli il governo della provincia era già stato prolungato d'un anno — non dovesse ritenere il supremo comando affinchè lasciata la carica, potesse tantosto difendersi, a questa proposta si oppose il loro collega Q. Elio e a grande fatica ottenne che non venisse accettata. 1J Probabilmente in quest'occasione o nell' altra ad Q. tenne Catone il suo discorso. "De' fatti militari dell'Istria» V. S. Pompeo Testo alla fine. — 2) 15 marzo. F. Di nuovo A. Manlio Di questi giorni venne dall'Istria a Roma, dove si doveano tener l'elezioni il console M. Giunio. I tribuni del popolo Papirio e Licinio dopo di averlo in senato ristucco d'interrogazioni intorno a ciò ch'era accaduto in Istria, lo trassero pur anche al cospetto dell' adunanza popolare. E rispondendo il cònsole ch'ei s'era trovato in questa provincia non più d'undici giorni, che quello era accaduto durante la propria assenza non sapea ancor lui, com' essi, che per fama, proseguivano quindi a interrogarlo, qual fosso la ragione del non essere venuto a Roma piuttosto A. Manlio, a render conto al popolo Romano perchè dalla provincia della Gallia. che in sorte avuto avea. fosse passato in Istria ? quando il senato avesse decretata quella guerra quando approvata '1 popolo romano ? Ma, per Ercole la guerra essere stata intrapresa bensì per iniziativa privata di lui, ma cou prudenza ed energia condotta! Anzi se sia stata intrapresa con più ignominia o con maggiore imprudenza condotta non potersi dire. Ben due i posti sorpresi dagl'Istri all'impensata, conquistato il campo romano, che nel campo di fanti che di cavalli trucidato; gli altri inermi e sbaragliati e a tutt'innanzi il console stesso essersi fuggiti [al mare e alle navi. Qual privato renderebbe ragione di quei fatti, di cui il console non avea voluto. II. A chi tocchi V Istria V arno 177 A. C. 1) Quindi si tenne l'adunanza per le elezioni. Furono creati consoli C. Claudio Pillerò Ti. Sempronio Gracco .... Gracco à in sorte la Sardegna, Claudio l'Istria . . . Alle idi di marzo giorno che Sempronio e Claudio entrarono in carica, delle provincie della Sardegna e dell'Istria non si fe' che menzione e così de' nemici che in queste regioni aveano aizzato olla guerra. Il giorno dopo presenta-ronsi al senato gli ambasciatori Sardi, i quali eran stati rimandati fino all'elezione de' nuovi magistrati, e L. Minuccio Termo stato am- basciatore del console Manlio in Istria. Da costoro fu edotto il senato qual grossa guerra ci fosse in quelle provincie. 1) Di quest'anno son pure i fatti che seguon fino a N.ro 36. I. Preparativi alla seconda campagna. Miracoli Quindi furono assegnate le provincie di Sardegna e d'Istria ch'erano in istato di guerra. Contro la Sardegna si doveano coscrivere due legioni con 5200 fanti e 300 cavallieri per ciascuna, e 12000 fanti fra alleati e latini e 600 cavalli e 10 cinqueremi 1), se al console piacesse dai cantieri trarle al mare. Ed egual numero di fanti e cavalli quanti contro la Sardegna furono decretati contro l'Istria Pria che i consoli traessero a sorte le provincie furono annunciati prodigi : che una pietra dal cielo fosse caduta nel campo crustumino 2) nel bosco sacro di Marte, nell' agro romano nato un fanciullo dal corpo mozzo e stato veduto un serpente a quattto piedi, e a Capua molti e-difici d'in sul mercato fossero stati colpiti dal fulmine, a Pozzuoli due navi dal fulmine incenerite. In mezzo a cotai novelle, anche a Roma di pieno giorno un lupo a cui si dava la caccia, sendo entrato per porta Collina, uscì per l'Esquilina fra '1 grande schiamazzo di quei che lo inseguivano. A cagione di questi prodigi immolarono i consoli ostie maggiori e iu uu sol giorno furon fatte preci attorno a tutt' i letti 3) degli Dei. Compiti secondo il rito i sacrifici, trassero a sorte le provincie : a Claudio toccò l'Istria a Sempronio la Sardegaa. 1) Navi a cinque ordini di remi (micaacinqne remi). — 2) Probabilmente quello del Lazio, non 1' altro dell'Etruria — 3) E' come se dicesse templi; perche ne'templi c'erano i letti degli Dei, sui quali s' imbandivano loro in date ricorrenze i cibi. Ma pare non se li mangiassero. — Qui è fatta una specie di via crucis. (Continua) NOTIZIE STORICHE ir,tenie ai!e saline dell'Istria (Cont. V. i N.ri 19 e 20) Delle saline di Pirano Queste hanno il vanto sopra le altre, e l'ebbero sempre. Quando il governo italiano, forse in conseguenza al Rapporto del Barguani, ingiunse che si ponesse cura a fare il sale oltrecchè nero e misto, o quanto più si potesse bianco ancora, e però appunto ne vennero aumentati i prezzi colle proporzioni già indicate, l'ordine fu certo meglio incontrato nelle salme di Pirano che altrove. Quantunque là pure sieno corsi più anni prima che l'industria vi facesse proprio un vero miglioramento«, nulla meno, conosciutisi da tutti che la bianchezza del sale era in ragione diretta della buona livellatura dei fondi, furono primi i Piranesi che cominciarono ad attendere alle saline anco nel verno per riparare sull' istante ad ogni guasto, e togliere cosi il danno che deriva alla nettezza del prodotto dai recenti ed affrettati lavori. Così s'anco le nuove saline prima di farsi ben sode non poterono dare che sale nerissimo e a Muggia e a Capodistria e a Pirano per parecchi anni, questa parità di condizioni andò bene a cessare, e noi troviamo che già nell' anno 1818 la quantità del sale bianco di Pirano superava quella del misto degli altri due stabilimenti. Le saline di quella città progredirono quindi sempre più fino a non produrre che sale bianco; e da esse uscirono quei lavoratori che insegnarono a portare tanto innanzi l'industria anco in Capodistria, sì che al presente per consegnare la misuradi salegrigio, ordinata dal governo, conviene nell' uno e nell' altro stabilimento rimescolare il bianco tanto che imbrunisca. Ma perchè le saline di Capodistria sieno poste a paro definitivamente a quelle di Pirano, è d'uopo si livelli ben più di qualche fondo ancora, si accresca il numero degli operai, si addestrino questi ognor più a mettere iu effetto quanto vennero a conoscere, e innanzi tutto prendano lena i proprietari, e movano. Nè riguardo allo stesso stabilimento di Siciole può dirsi che tutte le vie al progredire siensi ornai lasciate addietro, così che il bene non abbia più dove mover passo. Si può avanzar molto ancora. Non già (come il Eapporto ebbe a proporre) selciando il fondo delle saline, chè l'impresa si torrebbe ben IO milioni di lire italiane, ossia il triplo del valore degli stessi stabilimenti; ma proseguendo alacri a sempre più ammegliorare ogni fattore dell' industria sulla base del già fatto, e ad allargare il campo alla produzione. E niuno può dire a quali grandiose proporzioni potrebbe recarsi questa, ove fosse tolta la limitazione e venisse accresciuto il prezzo del sale a vantaggio dei proprietari: prezzo che ora nella maggior sua misura di carantani 26 al cen-tinajo pel sale bianco, netto d'ogni parte eterogenea, è inferiore a quello che pagavasi pel nerissimo, con un terzo di fango, ancora dalla Repubblica, quando la lira d'oggi aveva per lo meno il valore di un grosso ducato. (*) Chiudiamo queste osservazioni col pubblicare i seguenti Confronti di prodotto nelle saline dell' Istria 1. Prodotto fino all'anno 1806 2. Prodotto nel quinquennio 1818-1822 con fàbbrica libera negli stabilimenti di sopra cavedini centinaja in tutto il periodo per anno per cavedino PIRANO...... CAPODISTRIA . . . MUGGIA ..... ZAULE - SERV0LA . 3. Prodott c 7034 3844 907 1030 o nel qu yn fabbr 2303472 444053 59393 65125 inquennù ica limit 460695 88810 11878 13025 1852-18 ita 64:49 23:10 13:10 12:64 56 negli stabilimenti di sopra cavedini in tatto il periodo centinaja per anno per cavedino PIRANO...... CAPODISTRIA . . . 7034 3844 3017365 889788 603473 177959 85:79 46:28 Le ultime cifre di questo prospetto non danno la giusta misura del divario che passa tra la producibilità del cavedino di Pirano e quella del cavedino di Capodistria, essendo diversa la loro grandezza. Ma fatto il calcolo sull'area, risulta che su 180 metri vi ha uu prodotto di 34 centinaja in Pirano, e non più di 25 invece a Capodistria. Aggiungiamo per ultimo la serie delle limitazioni poste alla produzione del sale dal 1824 iu poi, espresse in centinaia. negli nel g.S in in centinaja da 15 al moggio •tabilimenti di periodo di un p. « S « O moggia per tutto Il periodo per anno per cavedino PIRANO . . decennio 4637 143265 2148975 214897 46:34 CAPODISTRIA settennio 2200 26375 395620 56517 25:69 MUGGIA . . decennio 435 2260 33900 3390 7:79 (*) Riguardo al prezzo che solveva la Repubblica vi ha sbaglio nel Rapporto. Ella pagava il sale a venete lire 30 il moggio, e non a lire italiane 20 che corrispondono a 40 all' incirca di quelle. Ma questi e gli altri errori notai possono ben perdonarsi a chi afferrò bene, se non tutte le parti, il concetto principale dell' industria, e provocò dal governo italico tutti quei vantaggi di cui fu discorso. ANNI 1824 1825 1826 1827 1828 1829 1830 1831 1832 1833 1834 1835 1836 1837 1838 1839 1840 1841 1842 limitazione complessiva LIMITAZIONE COMPARTITA per Pirano, Muggia, Zauie-Servola fino all'anno 1829; pel solo Pirano dal 1830 400000 350000 330000 250000 25001)0 2(59000 250000 2tJ0000 300000 280000 260000 240000 350000 457000 550000 450000 523000 532000 500000 334018:78 286493:04 275565:52 208761:76 208761:76 225672:65 206858:17 215132:50 248229:80 231681:14 215132:50 198583:85 289601:45 3781 6:-455086:— 372344:— 432747:— 440191:— 402087:72 1843 568000 443438:46 124438.46 1844 660000 500056:23 159943.77 1845 630000 462764:34 167325.66 1846 650000 462245:20 187754.80 1847 620000 440910:80 179089.20 1848 570000 405353:48 164646.52 1849 550000 391130:55 158869.45 1850 400000 284458:58 115541.42 1851 660000 469356:66 190643.34 1852 710000 504914:— 205086,— 1853 800000 568917:— 231083,— 1854 1000000 711146:— 288854. 1855 1050000 746704:— 303296,— 1856 1100000 782261;— 317739,— 1857 1050000 74670:4— 303296 — Avvertasi per altro che le cifre degli ultimi quattro anui furono così alte soltauto allo scopo di formare ricchi depositi di sale, i ov'esso abbia a stagionarsi per tre anni, e di ' togliere così i lamenti che della umidità del prodotto, posto iu commercio appena raccolto, movevano le amministrazioni delle venete proviucie. Ma compiti gli ordinati depositi, sembra la confezione del sale sarà limitata alle ottocento centinaja. per Capodistria n ° ® — —J N •o E 65981:22 63506:96 54434;48 41238:24 41238:24 44372:35 43141:83 44867:50 51770:20 48318:86 41867.50 41416.15 60398.55 78864.-94914.— 77656,— 90253,— 91809,— 97912.28 >o a co t-» co co to Isa BRANO DI DIARIO Capodistria 28 Luglio 1879 Capodistria e Pirano, benché vicine e sorelle erano rivali: odio e gelosia più d'una volta armarono la mano dell' una contra dell' altra, più volte corse sangue : ma i secoli passarono sopra quegli odii e l'ala del tempo cancellò quelle traccio di sangue, a raffermare la pace, volgono appena due anni, i cittadini di Pirauo vennero a Capodistria e furono accolti con festa: jeri Capodistria nell'occasione in cui la città sorella inaugurava ricostruito il sacrario delle proprie glorie municipali, pagava un debito di affetto e di cortesia, mandando parte de' suoi cittadini a Pirano. Come ospite di Capodistria, di questa gentile città cui mi legano affetti e memorie di famiglia, stimai più eh' altro mio dovere di prender parte a tanto simpatica festa La partenza per Pirano era fissata alle 4 pom. a mezzo del piroscafo istriano L'Aida che si attendeva da Trieste. — Già alle tre e mezzo una folla compatta si agitava nei pressi del porto malgrado la sferza del sole di luglio e l'aria soffocante. Il battello a vapore si faceva attendere: finalmente fu in vista: la folla si riversò sovra il molo e di li a poco l'Aida giunse tutta pavesata a festa ed accolta dalle benedizioni di noi sul punto di soffocare. — Come a Dio piacque, la banda cittadina salì a bordo occupando la prua, poi toccò la nostra volta e fra spinte ed urtoni prendemmo posto. — Alle 4:45 la forza del vapore metteva in moto le ruote, ed il battello, cullandosi mollemente sulle onde, si staccò dal molo che stipato da una folla festosa e variopinta, presentava il più pittoresco spettacolo. Eravamo a bordo oltre i trecento. Il ponte di coperta affollato: la sala di popa, la galleria superiore ed un altro salotto sottoposto eran zeppi di gentili signore di graziose signorine: tre mazzi di fiori insomma: non dirò qual fosse il più bello, chè sempre odiosi tornano i confronti, e le conseguenze del giudizio di Paride ne ammaestrano. Per somma gentilezza mi si fa salire sul ponte di comando presso il timoniere e di lassù, sospeso quasi fra due immensità, quella de' cieli e quella delle acque, spingo lo sguardo all'orizzonte lontano e vedo prolungarsi azzurrine e perdute nelle nebbie del tramonto le coste d'Italia. — Ad esse io mando quel saluto del cuore, che si ha lontani per la terra natia____ ... poi guardo il panorama circostante e rimango estatico ad ammirarlo. — Là i monti parte colti, parte brulli che fan corona a Trieste, e dietro le cime nevose dell' Alpi, qua colline disposte a guisa d' anfiteatro attorno ad uno seno di mare e nel mezzo sopra uno scoglio Capodistria, coli' accuminata sua torre, colle fabbriche altre brune, altre biancheggianti, e la casa di pena della quale i vetri percossi dai raggi del sole simulano un incendio: poi il mare, immenso, azzurro come la volta del cielo. Ma ad un tratto sembra, che una potenza arcana, invidiosa di tanto sorriso di natura voglia distruggerlo: una striscia oscura s'innalza sul mare dalla parte di Nord - Ovest : s'avvanza, ed il sole n'è in breve celato; il mare prende una tinta cinerea colla quale ben presto armonizza quella dei monti. Si teme burrasca. Ma già Pirano è in vista, ogni apprensione svanisce pel momento. Sulla torre della chiesa, dai balconi, sul molo, dovunque, sventolano bandiere; una folla di cittadini agitando i fazzoletti, i cappelli, risponde al saluto che mandiamo loro. —Tocchiamo la riva. Le autorità e notabilità di Pirano ci attendevano su due palchi addobbati e collocati a lato di un piccolo arco adorno, di fiori e fregiato di bandiere; la popolazione ci dà il benvenuto con eutusiastiebe evviva. Tra lille compatte di persone arriviamo alla piazzetta ove sorge il nuovo palazzo comunale. — Ottima è l'impressione che ne riceviamo, essendo 1' architettura della fabbrica semplice e in un elegante. Peccato che una piazza più grande non le dia maggiore risalto! Qui la musica suona e la folla si sbanda in tutte le direzioni.... Visitato l'interno del palazzo comunale, andai al vicino caffè ad attendere che fatta notte la banda suonasse di nuovo alla luce de fuochi d'artifizio eh' erano disposti .....Ma sul più bello eccoti quella nube nera nera, che avevamo notato sul mare, colla terribile velocità dell' uragano è sopra di noi. Abbiamo tempo appena di ricovrarci nel caffè e nelle sale del Casino — dischiuse dalla cordiale ospitalità dei Piranesi — e il nembo imperversa. — Che fare? Una persona gentile si mette al piano-forte ed eccoti improvvisata una festa di ballo molto animata. Chi non sa che cosa sia una festa di ballo? Luce, profumo, armonia e vivacità; poi caldo, polvere, chiasso stanchezza; qui il sorriso, lo sguardo che valgono un poema, 1' espressione gentile, il motto spiritoso; là il viso beffardo, il dispetto, il sarcasmo, la maldicenza. Quante passioni si agitano, quanti romanzetti s'intrecciano, quanti trovano lo scioglimento! E qual campo immenso di osservazioni per chi al pari di me non balla ! .....Eppure ben diversa era la caratteristica di questa festa improntata da tale schietta cordialità da renderla il trattenimento di una sola famiglia. Sono le IO pom. il temporale è scomparso, la luna brilla sul più bel sereno di cielo, la musica chiama a raccolta i dispersi: è I' ora della partenza. — Corro al porto, che tutto illuminato a fuochi di bengala rende un magico effetto : salgo a bordo fra i primi, poi sopraggiungono gli altri, e siccome l'aria è alquanto pungente penso di farla da egoista e farfallone indiscreto mi ascondo in uno di quei mazzi di fiori, di cui dissi sopra. Nulla posso dire del viaggio di ritorno. Intento com' ero a gustare il nettare della grazia, della gentilezza e dello spirito di alcuni di quei vaghissimi fiori (dei quali talaltro quel incivile di mare agitato, fece momentaneamente avvizzire) m'accorsi appena della partenza per le grida gli applausi e i saluti, e le due ore impiegate nel ritorno a Capodistria fuggirono come un lampo. Mi trovai sulla piazza deserta, pensando . . . che tutto finisce. E. W. Il nostro egregio comprovinciale Carlo De Franceschi, che da lunga pezza e con assidua diligenza andava raccogliendo materiali onde agevolare la compilazione della tanto bramata Storia dell' Istria, è alla fine iu grado di fornirci un grosso volume di studii inediti. Questa lieta novella egli ce la porge col programma che qui appresso pubblichiamo. Così un grande passo, e decisivo, è fatto verso la meta a cui finora indarno si aspirò : l'Istria in un tempo non più tanto lontano, avrà scritta la sua storia con tutta quella ampiezza confacente alla di lei importauza. Tale storia sarà un sole che illuminerà ai vicini ed ai lontani questa terra misconosciuta e ignorata; sarà un sole ai cui raggi si dovrauno rincantucciare quei gufi non aborigeni che, o per mandato o per fanatismo, ci vannocantando lugubri note;sarà cagione di sinceri e lieti ritrattameuti, di sagaci, pronte e utili illazioni; sarà pei vecchi patriotti conforto dolcissimo, e pei giovani spinta gagliarda a lavorare, vincolo efficace onde mantenerli costantemente all'altezza del glorioso passato. Ogni buon patriotta quindi non tralasci, e s'affretti, di firmare la scheda di associazione diramata dal benemerito De Franceschi o di sperdirgli lettera impegnativa, poiché è di somma importanza il rendere intanto questo libro diffuso quanto è più possibile. Fu la nulla o poca diffusione degli scritti concernenti l'Istria la causa precipua del non essere la terra nostra conosciuta come le altre ; gran parte ne vennero stampati solo per nostro uso e consumo: in provincia uscirono alla luce, in essa rimasero, in essa vennero obliati o smarriti o distrutti. Chi può, ne acquisti più di una copia: certo qui non gli mancheranno giovani studiosi e nelle altre province amici, conoscenti, biblioteche, istituti, società ecc. a cui farne dono. Ecco ora il programma sopra menzionato. L'ISTEIA Note Storiche di Carlo de Franceschi Segretario emerito della Giunta provinciale istriana L'Istria è affatto mancante d'una Storia che narri le sue vicende politiche dai primi tempi sino ai nostri giorni. L'illustre Kandler attese per tutto il corso della sua vita a prepararla, però morte lo colse prima d' averla dettata. Sinché sorga chi la scriva, credo dovere di ogni istriano, che s'occupa delle patrie cose storiche, di mandare alla luce senza indugi i frutti de' suoi studi, onde da un canto non lasciare più oltre i comprovinciali, e special- mente la gioventù studiosa all' oscuro del nostro passato, e dall'altro facilitare coi raccolti materiali il còmpito ai futuri storiografi. In mezzo alle mie ufficiose occupazioni io veniva da lungo tempo raccogliendo da libri e carte che mi cadevano in mano, delle notizie sulla nostra patria, le quali ho potuto di molto accrescere, dopoché collocato a riposo l'inclita Giunta provinciale istriana mise a mia disposizione i manoscritti acquistati del defunto D.r Kandler, la biblioteca, e gli altri atti dell'Archivio provinciale. Ordinata questa mia raccolta, la presentai alla medesima per farne omaggio all' eccelsa Dieta provinciale. Coll'asseutimeuto pertanto di essa Giunta vengo ora a pubblicare sotto il premesso titolo questo mio lavoro, aprendovi l'associazione. L'opera conterrà circa 460 pagine in 8° grande, al prezzo di fior. 3. pari a ital. lire 7.50. franco di spesa per la consegna a domicilio, e verrà stampata con caratteri nuovi dalla tipografia di Gaetano Coana in Parenzo. Sarà divisa nei seguenti capitoli: 1. Introduzione. 2. D' onde trasse l'Istria il nome. 3. Confini antichi dell' Istria. 4. Le più antiche popolazioni dell' Istria. 5. Condizioni dell' Istria prima del suo assoggettamento a Roma. 6. Conquista romana dell'Istria. 7. In quali luoghi avvenissero le suindicate battaglie fra Istriani e Romani. 8. Dove sorgessero le città di Nesazio, Mutila e Faveria. 9. Conseguenze della conquista romana. 10. Città dell' Istria sotto i Romani. 11. Romauizzazione dell'Istria. 12. L'Istria sotto gl'imperatori romani. 13. Le incursioni dei barbari. 14, L'Istria sotto i re dei Goti, e poi sotto gl'imperatori bizantini. 15. Brevissima dominazione'dei Longobardi. Car-lomagno conquista l'Istria, che viene a formare parte del regno italico-franco. 16. Incursioni di Slavi Croati e Narentani, e dei Saraceni. L' Istria sotto i re d'Italia, sotto gl' imperatori tedeschi dominanti il regno e sotto i marchesi laici. 17. Donazioni al Patriarcato d' Aquileja ed ai Vescovati. 18. Formazione della contea d'Istria, e crescente ingerenza di Venezia nella provincia. 19. L'Istria sotto i Patriarchi d' Aquileja. Patriarca Volchero. 20. Patriarca Bertoldo. 21. Patriarca Gregorio da Moute-longo. 22. Patriarca Raimondo della Torre. Alberto II di Gorizia conte d'Istria. I Veneziani. 23. Patriarchi Pietro Gerra-ed Ottobono dei Razzi. Alberto II ed Eurico I couti d' I-stria. 24. Patriarchi Gastone della Torre e Pagano della Torre. Conti d'Istria Eurico I h suo figlio Gio. Enrico. 25. Patriarca Bertrando, Alberto HI conte d'Istria. 26. Patriarca Marquardo. 27. Cessano i conti d'Istria. La Contea passa ai Duchi d'Austria. 28. Guerra di Venezia contro Genova e gli alleati patriarca Marquardo, Francesco di Carrara signore di Padova, Leopoldo duca d'Austria e Lodovico re d'Ungheria. 29. Patriarca Antonio Gaetani. 30. Patriarchi Antonio Pancera ed Antonio a Ponte. 31. Guerra tra i Veneziani ed il re d'Ungheria, poi imperatore, Sigismoudo ed il patriarca Lodovico de Teck. Cessazione del dominio temporale dei Patriarchi acquile-jesi. 32. Guerra tra l'imperatore Massimiano ed i Veneziani. Lega di Cambrai contro la Repubblica. 33. Pace tra Venezia e l'imperatore. 34. Misure adottate in Istria contro il protestantismo. 35. Controversie ed ostilità lungamente durate tra Venezia e 1' Austria per cagione degli Uscocchi, e che alfine prorompono in guerra formale. 36. Infelici condizioni dell' Istria in conseguenza delle guerre e pestilenze, 37. Trasporti di nuove genti da varii paesi, avvenuti in diversi tempi, per ripopolare quelle contrade dell' Istria che le irruzioni dei Barbari, le guerre le pesti avevano disertato d' abitatori. 38. La Contea di Pisino. Sue condizioni nel secoli 16.° e 17.° 39. La Liburnia istriana. 40. Principali avvenimenti dalla metà del 1600 sino a' dì nostri. 41. Cenni sui Vescovati istriani. 42. Coltura. Parenzo SO Luglio 1879. Carlo De Franceichl Società Alpina Istriana Nel Congresso generale della Società Alpina Istriana, tenuto a Dignano il 21 giugno p. p. (V. il carteggio del N° 18), fu approvato il Regolamento pei Comizi distrettuali, che ora qui pubblichiamo. Art I. — Scopo dei comizi alpini è l'applicazione speciale dei principi svolti nell' art. 2 dello statuto* della società alpina dell'Istria. Art. II. — In ogni distretto giudiziario della provincia, ove i socii alpini si ritenessero in numero sufficente, può formarsi un comizio alpino. Ove per qualsiasi motivo non potesse in un distretto costituirsi un separato comizio, potranno i rispettivi socii alpini essere uniti ad altro comizio più prossimo. Dell' avvenuta costituzione di un comizio sarà da informarsi la presidenza della società. Art. Ili — I membri di un comizio sono chiamati a concorrere, dietro le proprie forze, al prosperamento della società alpina; ad intervenire e prender parte alle gite alpine specialmente entro il raggio del proprio distretto; a presentarsi in tutti gli affari loro demandati dalla presidenza e di darne poi relazione nel-1' occasione dei congressi generali. Art. IV. — Ogni comizio è rappresentato da un presidente e da un suo sostituto, i quali vengono eletti di anno in anno in un' adunanza distrettuale, alla quale sono da invitarsi tutti i membri facenti parte del rispettivo comizio. Gli uscenti di carica sono rieleggibili. Art. V. — Alle sedute dei comizii, da tenersi almeno due volte all'anno, sono da invitarsi, almeno 3 giorni prima, tutti i membri apparteuentivi e le deliberazioni sono valide qualunque sia il numero degl'intervenuti. Vi presiede il presidente ed in caso di suo impedimento il sostituto. Le deliberazioni si prendono a maggioranza di voti. A parità di voti, decide il presidente.. Art. VI. — Sopra domanda di almeno un terzo dei membri del rispettvo comizio, la presidenza dello stesso è tenuta di convocare una seduta. Nelle sedute dei comizii si tratta sopra argomenti d'indole sociale, con ispeciale riguardo agli interessi del rispettivo comizio. Art. VII. — Sarà cura della presidenza di ogni comizio di tener desto lo spirito sociale e perciò di promuovere possibilmente almeno ogni 3 mesi una gita entro la cerchia del proprio distretto e di riferire poi sopra eventuali esplorazioni scientifiche nell'occasione dei congressi generali della società. Art. Vili. — I comizii potranno nominare dei comitati per lo studio di compiti particolari che loro venissero affidati. Art. IX. — In occasioni di ascensioni alpine, i comizii potranno servirsi degli oggetti di proprietà sociale, semprecchè almeno otto giorni prima ne facciano domanda alla presidenza, della società. Art. X. — In caso di scioglimento di un comizio, potranno i socii alpini allo stesso appartenenti unirsi ad altro comizio a libera loro scelta. "La società Alpina dellvIstria ha per iscopo di far conoscere le Alpi Giulie, più specialmente quelle dell' Istria, e di promuovere le escursioni, le ascensioni e le esplorazioni scientifiche., Illustrazione dell' anniversario. Raffaello Lambruschini, d'indole mansueta, di sensi liberali, di lunghi e utili studii, nacque a Genova. Fu bersaglio di rozze in giurie e di ingegnosa malignità, chè invidi vigliacch iapprofittavano di sua mitezza; e si trovò alcune volte travolto nelle sedizioni con gravi conseguenze. Tra le sue prime opere si rioorda la fondazione a Firenze del Giornale Agrario col Ricci e col Ridolfi; quindi un'Esortazione ai parroci, a mezzo della quale voleva persuaderli ad accoppiare all' istruzione morale e religiosa dei popolani l'economica e l'agraria; ed ai popolani infatti ogni domenica (che egli era sacerdote piissimo, sebbene vivesse alla libera) teneva discorsi informati a tale sistema con ottimi risultati. Moltissime edizioni si fecero di un suo celebre libro in cui trattava Dell'allevamento dei bachi da seta. Fondò il rinomato istituto di S. Cerbero, e con alcuni eletti lo fece fiorire, fornendo alla società civile cittadini, insigni Nel periodico La Guida dell'Educatore, appositamente per lui fondata dal Vieusseux, scrisse molto in compagnia di Tbuar, di Enrico Mayer e di altri ancora. Col Salvagnoli e col Ricatoli avea in seguito fondato La Patria, giornale morto nei vortici del 48. Mori nel 73 a ottantacinque anni, senatore del Regno, dopo di avere avuto molte onorificenze e cariche e importanti attribuzioni. Le sue ultime parole dirette a molti contadini, che irruppero piangenti nella camera in cui giaceva moribondo (a Figline in Toscana) furono : — "vi raccomando lavoro, lavoro, lavoro,,—; e poi spirò placidamente. Il 28 luglio prossimo decorso fu giorno di profondo lutto per Capodistria: le moriva il suo integerrimo cittadino, il suo solertissimo Podestà, il farmacista Giuseppe Pellegrini. Generale s'è fatta l'opinione, anche da noi condivisa, che egli sia morto vittima dello zelo impiegato a pubblico vantaggio; cioè ch'egli avrebbe potuto resistere ali 'insidia del breve morbo, se un paio d'anni fa non si fosse affievolita gravemente la già non perfetta salute coll'intraprendere a furia penosissimo viaggio, in uno degli impeti di quello zelo ardente con cui soleva pigliarsi cura degli interessi cittadini. Uomo interamente probo, amò la patria con fede; e nutrì vivo affetto per la città natale, servendola per trenta e più anni in svariate ingerenze e due volte nell'ufficio di Podestà, nel quale da ultimo si trovava. Morì a 68 anni, destando comune, sincero, duraturo compianto. Alle sue esequie, celebrate con e-semplare e adeguata magnificenza, parteciparono tutte le autorità e tutti gli uffici imperiali qui residenti ; molte rappresentanze di Muni-cipii; delegati di associazioni ed istituti tanto della provincia nostra quanto della triestina. Il Pellegrini apparteneva a quel gruppo di vecchi patriotti, nostri concittadini, che noi, giovanetti accora, veneravamo intuendo l'intima importanza dei loro adopramenti ; apparteneva alle vecchie guardie, ora quasi tutte sparite, che calarono nella tomba colla sicurezza che i relitti avrebbero fatto alla loro volta il proprio dovere, la quale sicurezza mitigò forse iu parte ad essi il cruccio di abbandonarci prima di vedere effettuate le loro nobili speranze. Oh come è doloroso j perdere anzi tempo gli amati veterani ! Società Agraria Istriana. 11 suo congresso generale si radunerà quest' anno a Rovigno nei giorni 30 e 31 del corrente agosto. Nell'i, r. istituto magistrale, al'a fìn^ del testé spirato anno scolastico 1878-79, a' sensi del § 66 dello statuto organico, vennero sottoposti all'esame rigoroso 34 candidati (28 ordiuarii, 2 riprovati 1' anno scorso, e 4 stra-ordinarii). Di questi, 22 corrisposero alle prescritte esigenze ; 7 vennero rimessi a due mesi; e gli altri ad un anno. I dichiarati maturi, e che furono perciò abilitati quali sottomaestri o maestri provisorii nelle scuole popolari pubbliche, sono i seguenti signori : Federico Anzlovar (dalla Carniola) — Antonio Berginec (dal Goriziano) — Alberto Brosovich (da Castua) — Ceciliano Cherincich (da Veglia) — Nicolò Cobol (da Capodistria) — Giuseppe Colavini (dal Friuli) — Antonio Fabris (dal Friuli) — Stefano Ferluga (da Trieste) — Giovanni Ivancic (dal Goriziano) — Giuseppe Janowskv (dalla Carniola) — Giovanni Kosuta (da Trieste) — Giovanni Krasevec (dal Goriziano) — Luigi de Lugnani (da Capodistria) — Antonio Riosa (da Parenzo) — Antonio Scalamera (da Albona) — Giuseppe Soban (da Vertoiba) — Andrea Siroch (dal Goriziano) — Giovanni Štrukelj (da Prosecco) — Vittorio Ursich (da Caporetto) — Massimiliano Valle (da Trieste) — Giovanni Valentincic (da Canale) — Leopoldo Zavnik (da Bilje). Lo strenuo fondatore dell' "Isonzo,, l'egregio sig. Enrico Jurettig, che fino dal marzo p. p. era tenuto prigione a Gorizia sua patria, sotto grave imputazione politica, è stato in questi giorni rimesso in libertà per deficienza di prove. Ci rallegriamo con lui di tutto cuore, e alla nostra letizia s'aggiunge pur quella degli altri suoi amici capodistriani, che insieme a noi trepidarono. Beneficenza. •— Le signore sorelle Antonietta Pellegrini e Caterina Pellgreini-Dolnit-sclier, hanno elargito cinquanta fiorini all'Asilo d'Infanzia e cinquanta al Civico Ospedale. Condanne a Trieste. Sigismondo Stella di Antonio, udinese, d'anni 35, pittore di stanze, ammogliato con prole, incensurato, e Alessandro Ragazzini nato a Trieste, cittadino italiano, d' anni 27, agente di commercio, celibe incensu-surato — entrambi accusati del crimine di publicà violenza (§.§. 99 e 100 C. P.), cioè di avere la sera del 16 luglio p. p. collocato un petardo, che non esplose, dinanzi alla porta del quartiere occupato dal sig. procuratore di,' stato Michele Urbancich, al terzo piano della casa N.I iu via Pozzo del Mare a Trieste, — vennero condannati ciascuno a due anni di carcere duro e poi al bando. Dibattimento a porte aperte. Perquisizione e arresto. Il 30 luglio p. p. fu perquisito a Trieste l'alloggio del sig. Giovanni Albori (agente nella corderia Angeli), che poscia venne arrestato. Coltivazione (lei caffè messicano (Astra-gàlus Boeticus — V. il N° prec. — Gli abbisogna terreno concimato, a mezzogiorno, lavorato con aratro o vanga alla non minore profondità di 30 centimetri. Puossi seminare in primavera e in autunno, peraltro quando spuntano le piante seminate in primavera quelle dell' autunno sono già vicine a fiorire. Più facile, più economica, e di migliore risultato è la coltivazione a filari. Distino i filari tra loro dai 35 ai 40 cent.; i granelli si seminino 10 cent, distanti uno dall'altro, e in modo che i filari-abbian poi vacui alterni e successivi; non più di 2 cent, di spessore sia la terra che copre i semi. È bene quando le piante son grandicelle dissodare alquanto la terra intorno a ciascuna; mondarle sempre dall'erba; di frequente inaffiarle. Ad ottenere piante molto vigorose, sia per la primavera che per 1' autunno giova certo il trapiantarle da vivaio; e di queste ne vanno messe non più di quattro per metro quadrato. Si badi che talora le I piante, ai primi frutti illanguidiscouo come se prossime a seccare; ma dopo alcuni giorni ripigliano vita, rinfioriscono e rifruttificano. I baccelli deggionsi raccogliere quando si facciano scuri e quando con leggera pressione si aprano; raccolti a mano a mano che giungono all' indicato punto di maturezza, e soleggiati da mane a sera, si battono col coreggiate, quindi si vagliano. Ad abbrostolire i semi s'impiega la metà del tempo necessario pel caffè comune: devono raggiungere il colore volgarmente detto "caffè-scuro,, : trasmodando, perdono l'aroma e amareggiano. Il Telefono è scoperta italiana. — (Mauro Macchi; Annuario del 1879). La stampa italiana, messa in avvertenza dal professore Fariuet di Roma, rivendicai' onore della portentosa scoperta ad uno scienziato nostro, il meccanico Manzetti della valle di Aosta; il quale sino da 18 anni fa, avrebbe trovato il modo di trasmettere col telegrafo, non solo i segni, ma anche i suoni e le parole. In prova di che vennero riprodotti gli articoli di diversi antichi giornali cui nessuno, finora, aveva fatto attenzione. Leggesi, infatti, nel Petit Journal di Parigi del 22 novembre 1865, sotto il titolo di Curiositès de la science, 1' articolo seguente: Scop°rta della trasmissione del suono e della parola col telegrafo: "Una nuova scoperta la quale avrà immensi risultati per le applicazioni che si potranno farne nelle arti e nell' industria, ha testé aumentato il numero delle meraviglie di questo secolo; si è la trasmissione della voce e dei suoni col telegrafo. L'autore di questa scoperta è il sig. Manzetti d' Aosta, autore di un celebre automa. Il Manzetti trasmette la parole col semplice mezzo di un filo telegrafico, con un apparecchio più semplice di quello che serve oggi per i dispacci. D'ora innanzi due negozianti potranno trattare istantaneamente dei loro affari da Londra a Calcutta, informarsi delle loro speculazioni, concertarsi ecc. Diversi esperimenti sono stati fatti, essi hanno completamente riuscito a confermare la possibilità pratica di questa scoperta. Si trasmette per-fettameute la musica ecc. ecc.„ — Oltre al Petit Journal, si occuparono del telefono Manzetti i seguenti periodici: Il Diritto del 10 luglio 1865, che dà persino la descrizione di questo strumento; L Eco d' Italia di New-York del 19 agosto 1865; Il Commercio d' Italia di Genova del 1 dicembre 1865; La Verità di Novara del 4 gennaio 1866; Il Commercio di Genova del 6 gennaio 1866; La Fauille d' Aoste in diversi numeri; ed il giornale Mon-tagnard Valdostani nel suo secondo numero di quest' anno. — Ciò essendo, è doloroso il pensare che il Manzetti, perchè sprovisto dei mezzi necessarii a ridestare la fama, è morto povero ed oscuro; mentre, pochi anni di poi, la scoperta sua ha fatto 1' ammirazione del mondo. È la sventura che toccò al misero Pictti che primo suggerì l'applicazione dell'aria compressa al traforo delle montagne, mentre tutt'al-tri ne ebbero la gloria ed i lucri. LTBRI RECENTI La vita militare di Vittorio Emanuele dedicata all'esercito ed all'armata da Oscar Pio, avvocato fiscale militare (Roma, Milano, Torino, Verona, Ancona, Firenze ; Stabilimento Civelli) L. 3. Senza titolo, versi di F. Marzocchi (Chiappini). (Roma tipogr. elzeviriana). Elementi di filosofia esposti da P. De 'Negri. (Livorno, Giusti). I miei canti di Ugo Bardi (Giuseppe Bianchi). In 16°, pag. X W-344. — L. 4. L' arte nella storia di Alberto Mario. La guerra attraverso i secoli di Gabriele De Rosa. Emanuele Kant per Carlo Cantoni (Milano, G. Brigola). Voi. 1°: La filosofia teoretica. ~~ AVVISO interessante la pubblica e privata economia All'unico scopo di agevolare, promuovere ed e-stonder»', anche nell'Istria nostra, la coltivazione del Cadi iHessicano (Astragalus boetieus), il sottoscritto cede porzioni da duecento sementi al prezzo di fiorini uno — escluse le spese postali. Ferdinando Percolt Capodistria Bollettino statistico municipale di Liiirlio 1879 Anagrafe — Nati (Battezzati) 15 ; fanciulli 11, fanciulle 4. -- morti 42: maschi 9 (dei quali 4 carcerati), femmine 2, fanciulli 13, fanciulle 18. — Matrimonii 0. — Polizia. Denunzie in l'npa di polizia sanitaria 2; in linea di polizia edilizia 2; in linea di polizia stradale 1 ; per offese e minaccio 2 ; per offese reali 1, per infedeltà 1 ; per furto 1 ; per apertura di esercizj pubblici oltre l'ora prescritta 1 ; per appiccato incendio 1. — Arresti per minaccie ed insulti 1. — Sfrattati 23. — Usciti dall'i, r. Carcere 21 ; dei quali 5 Istriani, 5 Dalmati, 5 Triestini, 2 Stiriani, 3 del Goriziano, 1 della Croazia. — I.i-eenze: di concerti istrumentali 4; di apertura di esercizj pubblici oltre l'ora di polizia 1 ; di fabbrica 1; — Insinuazioni di possidenti per vendere ai minuto vino delle proprie campagne 15; per Ettol. 147 e lit. 2; prezzo al litro soldi 36,40. — Certificali per spedizione di vino 62; per ettol. 191 e lit. 83. — di olio 19; recip. 33; Chil. 4223 e dee. 25 (peso lordo). — Animali macellati. Bovi 51 del peso di Chil. 12306. con Chil. 865 di sego. — Vacche 11 del peso di Chil. 1866, con Chil. 158 di sego; Vitelli 43; Castrati 235. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 luglio p. p. a tutte il 6 agosto corr.) Albona. Antonio Riosa (II sem. del IV anno) — Dignano, Tommaso Sottocorona (V anno) — Ferrara Avv. Ettore Weiss de Welden (IV e V anno) — Milano. Prof. Alberto Giovannini (II sein. del IV anno e anno V).