ANNO IX Capodistria, 1 Agosto 1875 N. 15 LA OVINO DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. COEEISPONDEIZE Isola luglio Isola dà prove di straordinaria buona volontà per migliorare le sue sorti, e infatti in poco tempo sorse la società di mutuo soccorso, per iniziativa di egregi patriotti ; e siccome da cosa si diviene a cosa, così si fece una patria associazione per la costruzione di un piroscafo, ed a quest' ora il quarto del suo valore è depositato presso la banca di credito di Trieste; e sperasi nella primavera ventura di vedere questo uaviglio patrio solcare il mare con bandiera cittadina, traghetto giornaliero con Trieste, a beneficio grandissimo delle nostre industrie agrarie e dei piccoli commerci. La rappresentanza comunale, la quale, animata da patrio zelo, si studia di migliorare le condizioni della città, progetta oggi la selciatura di alcune strade, ridotte, a dir vero, intransitabili. Ma li abbiamo corti....! Ottima istituzione fu quella dei coristi, i quali hanno dato saggio dei loro progressi anche a Capodistria, dove furono applauditi. Merita un cenno di lode il loro bravo direttore e istruttore Sig. Domenico Degrassi; - di più a quest'ora è già organizzata la banda cittadina, stipendiato il maestro G. Girafdi di Pirano che istruisce una ventina di allievi desiderosi di riuscire: i nuovi i-strumenti furono ordinati ad una rinomata fabbrica di Milano. Nello stringersi in queste associazioni utili e di passatempo, non è a dire quanto sviluppo prendano le idee di civiltà, la buona armonia tra cittadini, il rispetto a tutto ciò che è rispettabile. Coraggio dunque e perseveranza ! Milano, 18 giugno (rit.) Leggo nella Provincia del 16 corr. che a Firenze „ persona dotta e paziente ha divisato di pubblicare in „ un opuscolo i 400 e più dispacci di condoglianza spe-„ diti da ogni parte d'Italia al Municipio di Milano „ dopo l'Annunzio della morte di Alessandro Manzoni „. Non vi dispiacerà forse sapere che cotesta pubblicazione venne già fatta da oltre un anno per cura appunto del Municipio milanese, il quale ebbe anche il gentile pensiero di mandarne una copia in dono al Municipio di cotesta città, che aveva voluto essere rappresentata da apposito delegato ai solenni funerali dell'illustre cittadino. Il volume s'apre col ritratto in fotografia del Manzoni, contiene 1' atto di morte di lui, il verbale della seduta straordinaria del Consiglio Comunale, che decretò le onoranze da farglisi, altri atti municipali relativi a questa solennità, l'ordine dell'imponentissimo convoglio funebre, i discorsi pronunciati al Campo Santo ecc., finalmente il testo dei 509 telegrammi di condoglianza venuti da'tutte la parti d'Italia, nonché dall' estero. E giacche il suo corrispondente fiorentino aggiunge che nella raccolta, che si sta ideando a Firenze, non mancherebbero quelli arrivati dall'Istria, le dirò che anche nel volume milanese essi non mancano; li ho contati, e sono 18 provenienti da Trieste, da Capodistria e da Gorizia ; quanto alla Dalmazia, che veramente non ha nulla di comune coli'Istria, essa non ne mandò che uno da Lesina, e un altro venne da Fiume. Seguono infine nel volume l'elenco delle rappresentanze intervenute ai funerali, e qui trovo che ce ne furono tre da Trieste e una, come dissi, dal municipio di Capodistria, e l'elenco di 104 componimenti poetici e musicali o commemorazioni pervenuti in quella occasione al municipio di qui. Tra esse ce n'ò una anche da Trieste. Il lavoro dunque è completo, e chi volesse ora rifarlo non potrebbe che copiare ciò che fu già fatto, e bene, a cura del Municipio milanese. Roma, 21 luglio Nella passata mia tratteggiai per sommi capi alcune mende del recente lavoro dell'Yriarte sull'Istria; lo feci non col fine di approfondirne da me la critica, ma per offrirne l'opportunità sia alla Provincia, che a qualcheduno dei molti suoi lettori, studiosi certamente di cose patrie istriane. In tal guisa all'Yriarte ed al Treves, che n' è editore, le osservazioni giungerebbero dal luogo più competente. Non dubito che il modesto mio richiamo ad un lavoro, che sarà letto dovunque, verrà ad eccitare la intelligente gioventù della vostra terra ad interessarsi delle pubblicazioni, che ne fanno gli stranieri, ed a mostrare così quel giusto orgoglio e quella vivacità di difesa, che vanno sempre congiunte al vero amor della patria. Cotesto amore, che pur io nutro pel bel paese delle Alpi Giulie, mi porta a ragionarvi di una circostanza ai più ignota, vale a dire che sulla celebre colonna Trajana due volte si scorga scolpito il porto antico di Trieste. In un'opera del Kandler (Emporio e Porto-franco) leggesi che " Trieste partecipò al commercio ed alla navigazione romana „ poi aggiunge : " Crediamo partecipasse tino dai tempi della prima conquista della Pannonia, ed amiamo citare i tempi di Trajano, perchè sulla colonna Trajana vedesi Trieste due volte, col-V approdo delle legioni, che da Ancona passavano nella Pannonia, ed il ritorno ... " Così almeno fu spiegato dall'illustratore di quel monumento „. Fin qui il continuatore di Rossetti. Or io, leggendo questo passo, e riflettuto che sto in Roma a breve tratto della famosa colonna inalzata da Apollodoro all'illustre Cesare Trajano,'non solo restai compreso dell'importanza della notizia, ma mi sentii pure invaso da prepotente bisogno di appurare l'asserto del vostro dotto e compianto Kandler. Estete in Roma, vanto e decoro d'Italia, anzi d' Europa e di tutto il mondo civile, il celeberrimo istituto calcografico, in cui a gara lavorarono i più insigni artisti dal 600 in poi. Ivi stanno raccolte le stampe ed i calchi delle più bolle opere d'arte e di architettura dell' antichità e degli aurei secoli del risorgimento. Era questa la miglior fonte, cui rivolgermi, e lo feci. Cam-min facendo trepidava di cogliere in errore l'archeologo, per quel dubbio sull'autenticità delle sue interpretazioni, che da molti intesi manifestare. Questo però accresceva la mia ourìooità. Immaginato quale é quanta non fosse la mia contentezza nello scoprire sulla gran carta del Piranesi, squadernatami dinanzi, e rappresentante la colonna Trajana, al foglio III, n. 624, e precisamente al giro segnato con Pai (palmi) 6:9 in margine la segue4jte nota del Piranesi, che mi si assicura conforme al Canina: „ Avendo terminata Trajano felicemente la guerra „ Dacica s'imbarca col suo Esercito nel porto di Trie-„ ste (40). Si vede il numeroso popolo alle rive del „ porto facendo le acclamazioni festive per la Vittoria „ da lui riportata, e facendo sacrifi/j (4f) per il felice p suo viaggio. Per l'Adriatico giunge nel porto di Ra-„ venna, e quivi sbarcato egli e l'Esercito, pone in „ salvo lo navi nella Darsena (42). Trajano circondato ,, dai suoi primarii Uffiziali e dall'Esercito (43) si di-„ spone per la marcia verso Roma ... A palmi 6: 11 altra scritta: „ I Daci essendosi „ ribellati di nuovo, Trajano riconduce l'Esercito per lo „ stesso mare Adriatico al Porto di Trieste (44). Tra-„ jano incammina l'Esercito pedestre ed equestre di „ là verso la Dacia „. Ecco precisamente provato quanto disse il Kandler. Nell'incisione della colonna vedesi infatti due volte il poito e la città di Tergeste. Il porto presenta come due bacini con una punta di terra in mezzo. Dall'uno e dall'altro lato navi romane attendono l'imbarco dell'Imperatore reduce dalla prima guerra Dacica. La prima volta trattasi dunque d'imbarco e della prima spedizione, la seconda volta dello sbarco dell'Esercito proveniente da Ravenna. Cominciamo dal primo quadro. Sulla punta sta un'ara ardente, vicino un po' più in basso un toro inginocchiato pronto pel sacrifizio. Dalla punta a destra ed a sinistra uh piccolo tratto è spiaggia senza rive, ma il rimanente è tutta riva in pietra con bello approdo. Allo indentro edificj architettonici a guisa di quelli di Roma. Chiaramente distinguesi la forma di una Curia con colonne d'ordine jonico a ricchi capitelli, come sarebbe qui il portico degli Dei Consenti presso il Tabularium sotto il Campidoglio. Stanno in piedi molti cittadini, tutti vestiti alla romana, fra questi consoli e senatori, che pare accompagnino l'Imperatore. Egli sta per salire in una bireme. Pare vi sia una specie di ponte in pietra, da cui sia facilitato l'accesso alle navi. I cittadini di monte Muliano o Tergeste sono in abito togato ed aprono la mano in segno d'amicizia, di ospitalità e di esultanza. L'essere tutti senz'armi è anche significante, poiché è prova che stanno fra gente amica. Sopra quella specie di ponte appare una torre, propriamente quasi faro, alta, stretta, rotonda, con una grande apertura o finestrone al terzo ripiano e due aperture minori più sopra. La cima è coperta a forma di un coperchio comune. Due grosse biremi stanno all'approdo, con lo sperone e i rostri, due altre nell'insenatura a destra presso la torre. Anche qui a destra popolo e donne, che mettono innanzi dei fanciulli, perchè veggano l'imbarco di Cesare. È una scena interessantissima. Nel giro superiore siamo allo sbarco per la II guerra Dacica. Qui pure il porto di Trieste, più addentro la città, cinta da mura, con una torre quadrata dalla parte del mare. I castelli, le città e luoghi fortificati sono scolpiti con trascuratezza; con maggior cura invece le figure, e ciò vale per tutta la colonna. Si vede che s'è voluto dare un'idea dei fatti e dei luoghi senza una correttezza di disegno, badando piuttosto all'eccellenza dell' insieme del monumento, eh' è architettonicamente meraviglioso. Confrontai le spiegazioni ed i disegni del Piranesi con quelle e quelli di minor valore, ma pure molto chiari del Santi Bartoli, che illustrò la colonna di Foro Trajano e si aggiunse le interpretazioni del Cicconio. A p. 60 troviamo, con proporzioni maggiori, riprodotti gli stessi disegui. Per verità il Santi Bartoli parla dell' II-liricum, ma è incerto e peritoso nel determinare i fatti e così il Cicconio col suo latino da seminario : anzi in molti punti lasciano uno spazio bianco, per non saper che dire. La dottrina archeologica era allora in culla; appena col Canina, col Fea e con Wiukelman, cogli o-diemi Visconti, Fiorelli e Rosa raggiunse la sicurezza dell'interpretazione. Nella prima opera del Piranesi sulla colonna manca il di dietro del monumento, cioè la riproduzione del lato, che stette per secoli sepolto, e che dimostra tuttodì le sofferenze patite. All'incontro nel Santi Bartoli, se v' ha difetto di spiegazioni, vedesi anche l'altro fianco della colonna, ed appunto nella voltata della spirale sta il prezioso basso rilievo della torre del porto terge'stino e quello della seconda parte della città, dove pare esistesse qualche altro edificio a portici, ciò che indica come dovunque Roma si estrinsecasse mercè i mirabili suoi monumenti. Nota il Santi Bartoli che il luogo è importante, perchè è fortificato con la torre ; non precisa il nome, perchè egli lo ignora ; ma confrontato col Piranesi, risulta chiaro trattarsi di Trieste, colonia ro-mana. Giova poi aver riguardo che l'opera del Santi Bartoli è la stessa dal Gian Giacomo de Rossi, stampatore romano, dedicata a Luigi XIV Re di Francia e di Navarra nel 1672! Le spiegazioni sono perciò rela- ti ve a quell' epoca, e quelle del Piranesi quindi molto più attendibili. Nel Bartoli mi limito adunque ad esaminare i disegni, clie sono fedelmente riprodotti. A p. 62 e nel compimento del giro scorgesi il bassorilievo di un arco, in continuazione del porto di Trieste, arco o porta di città. Colà pure l'Imperatore, accompagnato da due littori coi fasci, e gran turba di popolo e senatori, tutti col lauro in capo in segno di vittoria. L' abito è sempre romano : qualche differenza rilevasi nei bambini e nelle donne. Questo bassorilievo parmi debba logicamente attribuirsi pur esso a Trieste, e accennare l'arrivo di Trajano dalla parte di terra e l'accoglienza della città. Qui pure un'ara sotto l1 arco, e due tori tenuti da robusti macellatori, col coltellaccio alla cintola. In fondo le insegne di due coorti, ed in una specie di casa o caserma due soldati cogli scudi imbracciati fino al collo, in atto di sentinelle, e questi raffigurerebbero il presidio. Dopo questo appare l'arrivo in Poma, e questo potrebbe fare altresì supporre che, siccome i bassorilievi non hanno divisione, l'arco, di cui sopra, possa attribuirsi a Ravenna o ad Ancona, dov'è infatti l'Arco di Trajano. Dopo il trionfo in Roma segue subito la seconda guerra Dacica, e torna quindi, a p 65, vedersi una nave colle vele raccolte, coll'ancora ed il limone fermo; apparecchiata pel viaggio di Trajano oltre il mare Adriatico per alla volta di Trieste, e il Porto di questa con soldati col pallio cocullato per ripararsi dal freddo e dalla pioggia. Il Santi Bartoli scrive : "Parte oltre l'Adriatico nell' Illirico, ahhreuiando il uiaggio più comodo che non havcva fatto nella prima guerra conducendo l'e-sercito per l'Alpi con tanto incommodo „ *). Il che significa che nella prima guerra la spedizione passò pelle Alpi Giulie, venendo dalle provincie Giulie, del Friuli. Questo secondo bassorilievo Jo descrissi più sopra. Oltre la cinta delle mura veggonsi tre case a tetto angolare, rozze, senza piani, con porta grande e due finestrini rettangolari. Per non dimenticare nulla di tutto ciò che potrebbe riferirsi all'Istria, osservo a p. 67 la seguente spiegazione del Bartoli di altro bassorilievo vicino al porto di Trieste, e, notisi, prima che cominci la II guerra e subito dopo l'arrivo dell'Imperatore Trajano "sui lidi dell'Istria. Dice il Santi Bartoli: " Iazigi (!) ed altre „ genti confinanti alla Dacia, scacciati ed offesi da De-„ cebalo per la loro amicizia coi Romani, vanno in-,. contro a Trajano e lo salutano offerendo sè stessi ed „ implorando ajuto .,. Non vi pare che quel Iazigi potrebbe voltarsi in lapidi? E non potrebbe essere questo un brano della storia dell' Istria ? È vero che appa-jono quelle genti con le brache a legaccio al collo del piede; ma niente di più facile che fossero antiche tribù confinarie, abitanti i colli estremi delle Alpi Giulie, a-miche e soggette ai coloni romani. E il venire incontro a Trajano alle porte di Trieste, prima eli' egli spieghi i vessilli alla partenza, non dimostrerebbe che vivevano in quei pressi ? Segue un bassorilievo di Trajano sotto un arco, che fa sacrifizi prima di partire. A p. 100 nel Santi Bartoli, e nella tavola III del *) Navis velis collectis, ancoris jactis, davo firmato, portimi et stationem loco tuto significat, in quem Trajanus Angustila descendit. Per Hadriaticum mare in Illiricum navigasse illuni conscio, compendium itineris faciens ne, ut priore bello fecerat, exercitum per Alpes incommodo et fatigatione traduceret. {F. Alfonso Cieconio, pag. 14). Piranesi a palmi 6: 8 4/5 il bassorilievo rappresenta un arsenale marittimo, con soldati, che riaccomodano due navi. Lo descrive il Piranesi " Gran coppia di legname, ove i Romani riattano le loro navi in un arsenale vicino all' Istro „. E il Santi Bartoli "Arsenale vicino „ all' Istro, dove li soldati romani fabbricano barche „ e liburne per navigare, radunata in cataste gran co-„ pia di legna, due di essi stanno in atto di battere „ i chiodi nel legno „. Intorno a quest'arsenale scorre l'acqua. Che nella guerra Dacica i Romani costruissero un arsenale sul Danubio non si ha memoria. Potrebbe essere, poiché ebbero pur tempo di costruire due magnifici ponti; ma non sarebbe più ragionevole che le navi loro stanziassero nell'Adriatico sulle sicuri spiàggie dell'Istria, e che ivi subissero i loro riattamenti? Quell' Istro è forse un errore di designazione o una confusione di località? Non furonvi geografi antichi che designarono per Istro un fiume dell'Istria? Ed in tal caso, accettato questo nome per uno dei vostri fiumi, non sarebbe più ovvia la spiegazione del bassorilievo ? Per tal modo in quattro luoghi della colonna Tra-jana sarebbero impresse le memorie della vostra Provincia. È questo un onore per essa, e voi, eredi di quelle tradizioni, di certo non mancherete di farne gran caso. Prima di chiudere questa mia, ritorno alla prima annotazione del Piranesi, per stabilire come definitivamente provato che romana era tutta la popolazione di Trieste, che romana era la sua costruzione, che il popolo era numeroso, vale a dire" che la città era grossa ed importante, che la popolazione accolse i fratelli Quiriti con acclamazioni, cioè che i suoi sentimenti erano patriottici, e che grande interesse le manifestavano 1' Imperatore e Roma, poiché le decretarono l'onore d'essere due volte impressa a solenne testimonianza di deferenza in quell'immenso poema guerresco, eh'è la colonna Ulpia. Tale dev' essere stata l'accoglienza, fatta in quelle due volte da Tergeste a Trajano, da rimanergli profondamente scolpita nell'animo e da ordinare ad Apollodoro di tramaudarne ai posteri incancellabile ricordo. Trieste, 27 luglio 1875 La Camera di commercio ed industria in Trieste pubblica : Al fanale sinora esistito sulla punta meridionale dello scoglio S. Andrea, imboccatura del porto di Pola, venne sostituito un apparato lenticolare di 6.° ordine con 360° d'orizzonte. La luce del fuoco è rimasta fissa rossa come per lo innanzi. Alla sortita del porto, dopo doppiato il faro galleggiante, si prende rotta sul fanale rosso dello scoglio S. Andrea, avendo peraltro cura nell'approssimarsi al medesimo di lasciarlo un poco aperto alla destra, essendoché la parte meridionale dello scoglio stesso sporge per breve tratto al di fuori del fanale. --------— - ■ r..-y.s*-' - - -------- NOTIZIE E DOCUMENTI per la conoscenza delie cose Istriane (Vedi tabella seguente) PIEDILISTA GENERALE di tutti li boschi della provincia dell'Istria, diviso in quattro classi di 1° II0 III0 e IV0 ordine, coi loro traslati da classe a classe, e cogli accrescimenti in cadami ordine, giusta il Cattastico formato da Sua Eccellenza signor Lorenzo Contarmi, Capitano di Raspo, Giudice delegato, Inquisitor a' boschi, negli anni 1753-54. (Da copia esistente nell'Archivio generale veneto, e precisamente nell'Archivio dei Boschi). Boschi dell' ordine I Boschi dell'ordine II Boschi dell'ordine III Boschi dell'ordine IV •Sumim di tutt boschi Enumerazione di avviso di tutti i Roveri e Pedali Piante riservate nei boschi dell'ordine 111 NOMI CD G —i -H «-H HH -H ® — I-H o 3 l—l .a > Mt o> a -p a> ghH ® '-3 ^ ^ • —< f-t delle Città e Terre di tutta © t—| a> ^ o — O O O P S § £3 o i—i l—l o % "3 ci o g m £ 1= o 3 « _ a a a o l-H 1—1 *3 3 5> e: o ® '-3 3 cS £ 2 o ® o d l-H ci S a o > f-H o a? "3 -a « « a> 'p o o o a a ss O s § 3 bO;- ^ -o - J-. CD o e ° d) a M Sh 03 CO 'Ìh > (H 7Ì co co • - ci ce -3 V. ■ — CO s vi ctì •O p. —-1—1 P CO .(—i HI CO co -P et HH _P m co co -a a CO -a 5? m oS a ^ ® . hH ® ,_, o> "cS H N3 co © pq rSZ A o CO O P3 r=Ì P-o X o PQ p- 9 o « O m o cq o co ® l-H eq S CO ° 1—H pq "o "3 § c pq rP o o pq « 5 'si O I_I eq hh O p. co Ss o c cq rP O CO O pq o P, co ° a -q I—I m w ° M o ^ w S o " pq — w a P « —- S ^ « T3 1-1 O aj Ph S a m Capodistria e suo territorio 1 1 60 9 27 35 131 144 8 35 99 286 71 11 26 61 169 587 1000 30,000 271 137 90 Muggia e territorio 33 4 — 3 40 24 7 — 14 45 — — 1 2 3 88 100 3000 2 152 223 Isola „ — 2 5 2 9 30 — 4 17 51 10 — 2 6 18 78 25 200 7 _ _ Pirano „ 24 5 — 2 31 15 2 — 4 21 — — — — — 52 30 2000 12 14 -— Albona „ — 40 1 7 48 258 — 11 110 379 29 — 3 8 40 467 323 4200 110 316 937 Pola „ 3 3 23 9 — 11 43 241 7 — 147 395 1 — — 2 3 444 600 10,000 10 826 842 Diguano „ 8 13 — 10 31 155 — — 66 221 1 — — — 1 253 100 4000 12 1762 240 Valle 2 2 93 7 16 116 118 30 200 6 66 - Due Castelli „ 14 3 — 1 18 40 10 — 30 80 98 100 2000 18 332 _ Rovigno „ — — — — — 34 — 1 55 90 4 — — 1 5 95 _ _ 214 _ Parenzo „ 1 62 15 2 23 102 114 18 — 95 227 — 1 — 1 2 331 3000 30,000 211 1322 835 San Lorenzo „ 1 26 12 ' — 11 49 33 8 — 30 71 — 1 1 — 2 123 900 8000 307 1393 250 Fontane Contea — — — — — 19 — -—. 5 24 — — _ _ _ 24 _ _ 2 48 _ Giroldia „ — — — — — — — — 13 13 — _ _ —. _ 13 _ _ 20 . San Servolo „ — — — — — 4 1 •— — 5 — — — — — 5 _ _ _ 30 15 Montona e territorio 71 34 7 19 131 180 26 4 123 333 23 6 '23 22 74 538 4000 25,000 463 1141 299 Cittanova * „ 5 5 40 10 — 9 59 47 5 — 15 67 — —. — — — 131 100 30,000 99 450 Umago 8 8 42 4 — 7 53 15 5 22 42 — — — — — 103 400 10,000 __ 87 322 S. Zuane della Cometa Cont. 1 1 1 1 4 7 2 — — 9 — — — .—. — 13 30 1000 _ _ Grisignana e territorio 1 1 2 29 10 o O 2 44 27 — 3 36 66 4 2 6 8- 20 132 150 14,000 22 263 311 Momiano Contea 27 5 1 3 36 5 1 1 21 28 13 2 1 2 18 82 150 2000 3 102 54 Portole e territorio 14 3 5 — 22 18 5 9 14 46 10 2 3 11 26 94 150 4000 21 24 _ Buje 2 2 29 4 1 5 39 17 3 — 19 39 3 — — 2 5 85 100 1000 13 188 _ Marchesato di Pietrapelosa 3 1 8 2 14 32 1 15 23 71 45 — 5 19 69 154 400 6000 - Razize Contea — — — — — — — — 8 8 — 1 3 5 9 17 _ ___ __ ___ _ Pinguente e territorio — — — — — 25 —. — C 31 77 ,— _ 5 82 113 _ _ _ _ __ Rozzo Castello — — — — — 8 — — 3 11 69 _ _ _ 69 80 _ _ _ Sovignaco „ 2 — — — 2 8 1 — 3 12 4 1 2 1 8 22 50 2000 __ _ _ Verh 6 2 2 — 10 5 — 1 2 8 11 — 3 5 19 37 150 3000 10 _ - Colmo „ — — — — — 3 — — 14 17 13 — — 11 24 41 — _ _ - Draguch — — —' 1 1 2 1 — 9 12 1 2 — 5 8 11 — 1000 — - - Somma diboschi d'ogni ordine 1 17 1 2 2 22 516 186 63 1154 919 1603 118 84 1019 2824 389 29 79 | 177 i74 4439 11,888 192,600 1500' 853G 48G8 Relazione al Consiglio «li agricoltura nell'adunanza 7 marzo 1875 (Cont. e fine Vedi pagina 10S4) Insetti utili a) Bachicoltura. Gli osservatori bacologici che nel 1873 erano 24 sono saliti a 35 nel 1874. Questa istituzione la di cui grande importanza non è sconosciuta oramai da nessuno è sparsa per tutte le parti d'Italia, e tutti gli osservatori mettono capo alla stazione di Padova. Abbiamo già accennato di sopra al corso di bachicoltura dato da questa stazione; vi si ascrissero 11 allievi provenienti da tutte le parti d'Italia; a' 6 migliori il Ministero accordò premi : 4 di lire 300 cadauno, e 2 di lire 150. Anche i militari, come si è pure accennato, convennero in numero di 30 a codesta conferenza, e presero parte alle pratiche di allevamento. A quei militari che dettero saggio di maggior profitto furono accordati premi in denaro; l'esercito diventa mezzo di trasmissione delle buone pratiche di bachicoltura, e così acquista un ìiuovo titolo di benemerenza. La campagna bacologica del decorso anno ebbe sorti propizie; numerosi sono i tentativi che si fecero in ogni parte d'Italia per preparare all'interno del buon seme, e vi si riuscirà. Anche al Giappone il mercato è stato propizio, non ostante la coalizioni tentate e l'ab-bruciameuto di 500,000 cartoni. Quelli esportati per l'Europa ammontano a 1,316,997, numero più che sufficiente per provvedere ai bisogni del mercato. Ma l'industria della seta attraversa un periodo che potrebbe dirsi quasi di crisi, per cause d'indole generale delle quali non è uopo qui tener parola. Il Consiglio nel decorso anno portò avviso che si avessero a raccogliere i pareri di alcuni Comizi e Camere di commercio prima di adottare un provvedimento sulla domanda fatta, se si dovesse insistere presso il governo giapponese, per impedire che i cartoni giungessero a Yo-koama prima del settembre. Codesti pareri furono nella gran maggioranza favorevoli, ed il Ministero informò ad essi la sua condotta. Al Giappone quest'industria è stata vantaggiata da alcune disposizioni di quel governo che ha, fra le altre cose, abolito la distinzione fra i cartoni per la esportazione, e quelli per il consumo interno. b) Apicoltura. Il Ministero ebbe rappresentante al Congresso apistico che si tenue in Firenze nel maggio decorso, in occasione della mostra internazionale di orticoltura e giardinaggio. Ai Comizi fece distribuzione di arnie a favo mobile, dei più recenti modelli, e diffuse in larga copia trattati di apicoltura. Insetti e crittogame dannosi all'agricoltura L'attenzione del Governo e del pa^se fu in ispecial modo richiamata sulla Phyttoxera vastatrix. Per illuminare gli agricoltori si diede larga diffusione a una breve istruzione intesa a metterli in grado di conoscere l'esistenza di questo pericoloso insetto; e si pregò il prof. Targioni-Tozzetti di assumere l'incarico di rispondere a tutte le domande che gli venissero fatte da Comizi e da privati intorno a questo argomento. Più tardi la comparsa della Pbylloxera nella Svizzera aumentò le preoccupazioni; il prof. Targioni fu pregato di recarsi in Francia per uno studio intorno al ricordato insetto: egli prese parte al Congresso di Montpellier in cui della Pbylloxera si discusse a lungo. Del risultato di codesti studi e del benefizio che possiamo trarre dall' esperienza altrui sarà lungamente discorso in una dotta relazione del detto professore che fra breve verrà distribuita. Il Consiglio avrà frattanto ad occuparsi di due importanti questioni che si riferiscono a questo afido distruttore; ed avrà pure ad occuparsi di un altro insetto che si teme possa varcare l'Atlantico, la Boryphora decemlineata che mena strage in America nei campi coltivati a patate. — Altri studi furono intrapresi rispetto al Conotrachelus nenuphar altro coleo-tero americano, che il Ministero di agricoltura a Vienna segnalava pei gravi danni che nella regione nativa arreca alle frutta, e specialmente a quelle a nocciolo, come le pesche, prugne, albicocche e ciliege. La Galleruca calmariensis attaccò, come del resto molto spesso avviene, con insolita violenza le piante d'olmo nei pressi di Corteolona. Così anche la Itinchites baccus riuscì oltre il solito dannosa allo viti nel territorio di Terracina. Le cavallette (Acridium migratorium) apparvero nel decorso anno in alcuni comuni delle provincie di Benevento e di Potenza. Anche iu alcuni comuni di quel -la di Roma si presentò, ma senza arrecar gran danno, un insetto molto affine all'Acridio sumenzionato; il quale, stando agli studi fatti in altro tempo, potrebbe essere VAcrium italicum che a più riprese, anche nel presente secolo, ha cagionato danni nel territorio romano. La vite soffrì danni piuttosto considerevoli nel territorio di Savona, in quello d'Aosta, di Castellammare, Torre del Greco e Nocera: nel primo a cagione di una secrezione morbosa disegnata nel luogo col nome di manna; nel secondo per opera d'insetti che non si poterono ben definire, e negli altri in conseguenza di una crittogama pure rimasta non designata. Nella provincia di Salerno l'ulivo fu attaccato da un morbo consistente in galle a bitorzoli che si producevano sui rami, e da alcuni comuni della provincia di Cosenza fu indicata l'apparizione di una nuova malattia nel fico, ma pur troppo non si giunse a stabilirne la causa. In quel di Caltanissetta fu segnalato nei campi di fave l'apparizione in grande proporzione dell' Orobau-che disgraziatamente noto in tutto l'Italia, tantoché in alcuni luoghi si è dovuto desistere dal coltivare le leguminare, e specialmente le fave. Caccia Un disegno di legge sulla caccia e l'uccellagione è sottoposto al vostro esame. La convenzione internazionale su questo argomento non ha fatto molto cammino, attesoché in Austria ed iu Germania prevale il principio di volerla stipulare sulla base della protezione di alcune specie di uccelli; principio codesto che il Consiglio ha riconosciuto inaccettabile per noi. Nel 1874 la Camera sanzionò un aumento delle tasse per l'esercizio della caccia. Sorse il dubbio se le tasse medesime si dovessero applicare a tutta l'Italia: il Ministero insistette perchè a mezzo di apposito articolo di legge fosse tolta codesta eausa di dubbiezza, e fosse tutto il paese equiparato rispetto a questa legge, nella quale esso vede un mezzo di diminuire i danni che conseguono dall'abuso del cacciare. Ciò fu fatto. Ecco, signori consiglieri, l'opera del Ministero per quel che riguarda l'agricoltura durante l'anno 1874. N. Miraglio,, relat. lotizie bacologiche Capodistria, luglio Sulla riuscita dei bozzoli nel nostro circondario riassumeremo le interessanti notizie inserite nel n. 19 dell' Unione, cronaca capodistriana. Il bel tempo favoriva l'allevamento e molte partite procedettero con straordinaria prestezza. La quantità allevata si calcola un terzo minore dell'anno passato. Anche il merito relativo dei bozzoli fu inferiore all'anno scorso, quantunque non si avesse sentito far parola di malattie. Il troppo rapido sviluppo del baco riuscì a danno di nutrizione dei bozzoli. Al mercato di Capodistria fu pesata la quantità di funti 29552,12 di bozzoli ; 18675,9 gialli nostrani; 9703,11 giapponese riprodotta; 1173,24 inferiore in genere. Circa funti 2000 furono ritirati dalla provincia, e contrattati separatamente. Il prezzo medio al funto della nostrana fu di soldi 86; della giapponese riprodotta s. 63 6jlO; della inferiore in genere s. 43 8[10. Il mercato rimase aperto dal 13 giugno al 2 luglio. Tra le migliori partite figurarono alcune provenienti da seme confezionato dal solerte signor Sottocorona di Dignano, oramai già noto meritamente a tutta la provincia. Per finezza di grana, bozzolo perfettamente giallo e d' uua consistenza unica, furono notate quelle partite provenienti dal seme preparato dal nostro distinto bacologo marchese Andrea Gravisi, partite che ottennero il massimo prezzo. Speriamo anche noi che gli osservatori bacologici che si audranno ad istituire riescano profiqui. E della riuscita nella nostra città dobbiamo sperar bene, fortunatamente, per la buona scelta d>4 direttore che sarà il sig. Giuseppe Gravisi, figlio dell'accennato marchese Andrea, e allievo dell'istituto bacologico di Gorizia, il quale, oltre alle cognizioni apprese alla scuola, avrà occasione, assai rara, di raccogliere il frutto di lunghi perseveranti e dottissimi studi del padre suo. Degli studi e dell' operosità del Gravisi, scrive con interessanti dettagli un altro egregio articolista dello stesso periodico L'Unione nel N. 20: perchè sia portato a cognizione di chi noi sapesse i meriti del nostro concittadino; i quali sono fortunatamente assai noti da moltissimi anni a tutti quelli che si occupano di studii bacologici e dell'allevamento dei bachi, e qui e nella nostra provincia, e nelle provincie limitrofe. A completamento del citato articolo dell' Unione ci è gradito aggiungere che la Società agraria istriana conferiva al Gravisi nell'anno 1870 il premio per isturlj sulla coltura dei bachi, e segnatamente sulla confezionatura della semente ; premio che dallo stesso signor Gravisi, veniva convertito, col mezzo della stessa Società agraria, in altro premio "Premio Gravisi„ a vantaggio sempre della bachicoltura in provincia. Ci piace ancora ricordare che nella Provincia, anno 1872, N. 1, era pubblicata una dettagliata istruzione sulla pratica del metodo scoperto dall'egregio nostro bacologo per la confezionatura del seme ; a proposito del quale metodo iu quello stesso numero della Provincia era riportato il seguente brano di lettera del signor conte Gherardo Freschi : " Trovai molto coscienziosi e nello stesso tempo „ ingegnosi i tuoi processi di confezione cellulare, anzi „ sarebbe desiderabile che tutti gli allevatori seguis-„ sero il tuo esempio. È questo il metodo più sollecito „ sicuro di far completamente sparire pebrina e flaci-„ dezza. Auche il tuo sfarfallamento cellulare mi piace, „ avvegnacchè permetta di far una scelta razionale di „ accoppiamento. „ (Ramoscello 14 Nov. 1871). Albona, 21 giugno (rit.) Non vi ho scritto prima sull' andamento dei bachi da seta in questo nostro distretto, perchè qui la raccolta si fece appena in questi ultimi giorni e finora si sapeva poco di preciso sulla riuscita. Si calcola che in tutto il distretto giudiziale di Albona non furono prodotti più che mille funti di galletta, e ciò non perchè l'allevamento fosse andato male, ma perchè la bachicoltura fu negli anni addietro a-nimata dal solo lucro che procurava la produzione di semente, ed ora che non si conseguiscono che prezzi comuni la voglia di tener bachi si rallentò. Lagni di malattia non ve ne furono, la maggior parte di semente fu ritirata dal sig. Tomaso Sottocorona di Dignano, il quale si procura sempre più maggior credito da per tutto. Rimarchevole è in questo anno eccezionale che, quantunque l'incubazione seguisse tardi, la raccolta anticipi di confronto ad altre annate, e ciò per la ragione di costante buon tempo senza calori che si potessero dire eccessivi e di foglia sempre asciutta. Il mercato di questa galletta fu in Pisino, ed i prezzi variarono fra ottanta e novanta soldi, prezzo che qui si ritiene per non rimunerante. Pisino, 26 luglio La galletta venduta quest' anno sul nostro mercato ascende come dal registro di pesa pubblica a finiti 10,685, tra cui funti 253 di giapponese. Se ne può aggiungere ancora circa funti 800 venduta privatamente. Ciò sarebbe in tutto funti 11,500, cioè funti 500 meno dell'anno scorso. 11 prezzo massimo fu di f. 1:10 per funto. il prezzo minore soldi 65, il prevalente 90 a 95 soldi. Nell'anno passato si calcolò la produzione della galletta nel nostro distretto a circa due terze parti della quantità venduta, ma quest' anno se ne calcola meno della metà. — Il regresso della bachicoltura nel nostro distretto è facile a spiegarsi. Nella campagna le abitaz'oni sono tanto miserabili che in pochissime vi ha qualche cantuccio adatto e disponibile ad allevare bachi da produrre i dieci o venti funti di galletta. Tenute coloniche con case aventi le richieste opportunità, non ve ne sarebbero in tutto il capitanato di Pisiuo-Albona forse più di mezza dozzina. I possidenti civili poi, per 1' esagerata carezza delle prestazioni d' opere, di cui pur si abbisogna, non foss' altro a mandar prendere la foglia, devono limitarsi a piccole par- tite d' uu oncia o due di seme, di quanto cioè può accudire senza assistenza altrui, la famiglia. Ma sinché mancherà la sicurezza del prodotto e che i prezzi sa-rauuo di sotto al fiorino per fuuto, anche coloro che avessero locali vuoti, e foglia propria, e mano d'opera in casa, ciò che pure così facile non si combina, si asterranno da un'industria cotanto ingannevole. La bachicoltura non è già un occupazione di diletto, come la dicono taluni cui torna incoraggiarla; ma essa richiede spese e travaglio quanti basti per pensarci prima d'accingervisi. — Da molti anni si predicava senza effetto per diffondere la coltura dei bachi, ma soltanto colla venuta dei confezionatori lombardo-veneti, che nella speranza di ritrai- buona semente pagavano ad alti prezzi i bozzoli, si generalizzò 1 ' allevamento dei bachi come per miracolo. Cessato i forestieri di venir qui iu persona, continuarono i pochi confezionatori del paese, cui mettevala scelta in molte partitelle, ad incoraggiare l'allevamento con tutti i modi che possa suggerire la sagacia propria agli speculatori ; ma il prezzo basso dell' anno scorso ed il presentimento del prezzo basso di quest' anno fiaccò la buona disposizione. La quale non verrà ravvivata nè da premi nè da altri provvedimenti blauditi dagli accorti pe' loro intenti; chè' il miracolo dipenderà dal prezzo. Pola 26 giugno Il Comune locale comprende tutto il distretto giudiziario di Pola. 19 furono i coltivatori. Semente oncie 8 li2. Quantità totale dei bozzoli prodotti ft. 625. Una partita, venne segnata ottima, le altre 18 buone. Il prezzo fu di fior. 1, 1.25, 1.30, 1.40. Nelle osservazioni venne detto che i bozzoli sono tutti di semente nostrana e tenuta per la produzione di nuova semente. Bibliografia 1 Tre precursori di U. Sogliani, triestino. — Trieste, editori Levi e C. 1875. In 8.° piccolo. Tra le tante falsità e inesattezze spacciate molto seriamente da certuui, che credono vedere nel midollo delle cose quando ne dicono male, c' è anche quella, che gì' istriani nel principio di questo secolo avessero curato poco le belle lettere, e sprecata anzi la miglior parte del tempo in frivolezze e scioperataggini. — Non nego che ve ne possano essere stati anche di questi; ma che fra essi non ve ne fossero moltissimi, la cui vita piena d' alacrità, sia stata spesa in esercizi onorevoli e di decoro alla patria, nego, — assolutamente nego; e oggi tanto più con questo libro alla mano. Nel quale leggonsi con molto diletto e compiacenza frammenti biografici dei più cari e valenti nostri, come a dire, di Rossetti, di Kandler, di P. Combi, di Kohen, di Besenghi, di Fachinetii, di Madonizza, e di alcuni viventi, tra cui Revere, C. Combi, Tagliapietra, Solitro, ed altri a cui fauno splendida corona, i non-istriani ma dell'Istria amantissimi, Dall'Ongaro, Gazzo-letti, e Somma. Per tutto ristringere in poche parole, si mise il Sogliani a lavoro importante e desiderato; e mostrò in esso buona fede e pacatezza di giudizio se uon in tutte nel più delle sue ricerche e delle sue conclusioni. — È anzi desiderabile che dia opera a parlare dei nostri illustri più antichi, e quando anche ciò uon facesse, non poca gratitudine gli è dovuta per aver presentato all' Istria un prezioso ricordo de' più diletti suoi figli, che quasi tutti abbiamo conosciuto e conosciamo ; gratitudine che gli sarà resa più facilmente, se non altro nello interno, da quei giovani studiosi che ^vorranno ricalcare i suoi vestigi. X. Nel vano della finestra, di Sorta A***. — Milano libreria editrice G. Brigola — 1875. Se io avessi una figlia, giovinetta, le darei a leggere il ' libriccino della signorina Sofia A***, certo di procurarle una lettura piacevole ed assai utile ; mi rivolgo ai signori padri perchè vogliano fare quello che avrei fatto io nei loro panni : commettere il libro e farne un regalo alle loro figliuole. Sono poche pagine, scritte che pare di sentire la gentile autrice a discorrere con quella grazia ingenua, col tuono ora mesto ora allegro, con le pause accompagnate da un sospiro e da una lagrima, e la rapidità interrotta dagli scoppietti di risa e dalle battute di mano : il pensare, il discorrere dei diciott' anni che lascia intravedere e giudicare la donna, sposa e madre. La signorina Sofia A*** non ha nessuna pretesa letteraria; scrive perchè sente il bisogno di manifestare i sentimenti che la commuovono; e siamo propensi a credere che la pubblicazione del raccontino sia stata fatta per opera delle amiche o di qualche buon zio che 1' ha cara, piuttosto che per sua volontà. Non è a ricercarsi lo studio di lingua, nè la esperienza profonda del cuore umano, ma invece la nobiltà e la graziosa freschezza dei concetti, la esposizione facile, spontanea. Un fiorellino modesto tra l'erbe, un raggio di sole che scherza tra i pampini, un aura profumata dei campi, una mesta sera ; di queste impressioni si sentono quando si hanno letto quelle poche pagine. (V.) Sulla cronaca di Dino Compagni — Saggio critico di Paolo Tedeschi — Firenze, Tipografìa editrice dell'Associazione; Via Valfonda, 79 — 1875. L' egregio autore, con questo opuscolo che gentilmente ci ha inviato, combatte con forza di argomentazioni l'opinione di taluni, che si son fìtti in capo di sconoscere il Compagni autore della colebratissima Cronaca, ritenuta sempre per autentica dal fiore delle lettere nostre, quale un Muratori, un Balbo, un Gioberti, un Leopardi, uu Cantù, un Tommaseo, un Capponi ed altri autorevolissimi. 1 più accaniti oppositori di essa sono due celebri nomi, uno nella filologia italiana: Pietro Fàiifani, l'altro nella critica tedesca, lo Schof-fer. Il Fànfani dice che per reggere in piedi questa baracca pericolante della cronaca, occorrono puntelli d' ogni maniera, che i difensori sono ogni tanto costretti ricorrere ad argomenti zoppicanti, a supposizioni, a possibili contraffazioni, ad alzate d' ingegno. Lo Schoffer ne ha dimostrato la contraffazione con pieno convincimento ; e nella dimostrazione ha dato prova fanno buoni affari sulla linea Trieste-Póla pensino anche alla liuea Trieste-Capodistria, e vedano se col favore del pubblico disposto a loro vantaggio, si possa attivare una concorrenza utile allo stabilimento tecnico. Recenti pubblicazioni La questione foraggiera in relazione del miglioramento del bestiame in Sardegna, di Mario Ortolani. — Cagliari tip. Timon 1875. Dei procedimenti per la macerazione delle piante. Manuale per uso degli agricoltori pratici, degli industriali e dei maestri rurali, di Fausto Sestini. — Koma tip. alle Terme di Diocleziano, 1873. Relazione sul quesito quarto proposto dal primo congresso enologico italiano, di G. Bellutti, — Torino, tip. Camilla e Bertolero, 1875. di molta acutezza d1 ingegno, di non comune dottrina, di grande famigliarità coi documenti e cogli scrittori della nostra storia; ma tutto il suo scritto obbedisce troppo ad un preconcetto; ed è chiaro che egli ha voluto non solo provare la falsità della cronaca, ma salvare F onore del suo primo dubbio. Il Tedeschi invece difendendone a spada tratta 1' autenticità, e notomiz-zaudone con paziente indagine i più interessanti capitoli, conchiude col dire, che terminata la lettura della cronaca, anche dopo i dubbi mossi dal l'Anfani e dallo Schoffer, il lettore rimane gradevolmente impressionato, e vede campeggiare più che mai viva e netta la figura di Dino in tutta la sua personalità; di Dino semplice uomo, cittadino integerrimo, non molto accorto politico ; del bene desideroso, non atto sempre a raggiungerlo; appassionato e pronto nello immaginare, pratico poco nello eseguire, e perciò facile al disinganno : autore di una cronaca, che è lucido specchio dell' anima, benché dettata con uno stile spontaneo, caldo, efficace, eguale sempre così nei pregi come nei difetti. Innamorato del suo -soggetto, conchiude il Tedeschi la sua difesa col dire, che Dino Compagni è uua nobile figura del nostro Panteon, la quale non potrà essere distrutta dai geni del moderno Walhalla. X. La lingua italiana nel XIII secolo di Oscarre de Hasseh. — Trieste, stab. tip. Appolonio e Caprin. Il de Hassek, conosciuto più comunemente sotto il pseudonimo di Montorio, ora professore effettivo alla scuola Reale Superiore di Pirano, va encomiato pel grandissimo suo amore in tutto ciò che riguarda la coltura italiana. — Della presente operetta, gentilmente fa-, voritaci, ne parleremo con più diffusione, nel prossimo numero. Cose locali Navigazione a vapore Trieste - Capodistria. Molti periodici di Trieste hanno pertrattato in questi giorni sull'importante argomento della navigazione a vapore tra Capodistria e Trieste, mossi dalle voci sparse eh' ella potrebbe andare a cessare. Senza fare i conti addosso allo stabilimento tecnico triestino proprietario de' vapori e solo esercente su questa linea, osserveremo però, raccogliendo le voci dei pratici di questa navigazione la quale dura dal 1867, che aumentato il prezzo di passaggio, e diminuite le corse, la frequenza è scemata, mentre il vapore se ne sta per comodo dell' equipaggio molte ore nel porto a macchina accesa. Quindi minore rendita ed il pubblico malcontento. Il qualunque reddito di questa liuea di navigazione non può essere tale sul bilancio dello stabilimento, da richiamare l'attenzione de' suoi direttori per il miglior servizio e la maggiore reudita, ed in gran parte l'affare è affidato ad organi secondarj della vasta amministrazione. Se la navigazione fosse condotta da piccola società, o da pochi capitalisti, questi avrebbero assai più cura di ricavarne il massimo frutto e per conseguenza avrebbero un maggior bisogno di procurare un buono e diligente servizio. I proprietarii del Mélanira e del Castor che con molta avvedutezza e continuo lavoro, Prossime Pubblicazioni La disfida di Santo Gavardo. Racconto storico Istriano di N. P. Grego. Questo racconto già due volte annunciato, e poi per varie cause non pubblicato, vedrà la luce nel corr. anno stampato a Crema. Esso ha per soggetto un fatto onorevole di un valoroso guerriero Istriano del secolo XV e come gli altri racconti del medesimo autore, I Turchi a Citta-nuova, La notte di San Sebastiano e Gasparo Cala-vani, i quali ebbero lieta accoglienza, intende ad illustrare la storia dell'Istria, per così tanti motivi meritevole di essere conosciuta. L'opera sarà stampata con buoni tipi e buona carta in 16mo di circa 200 pagine e vendibile al prezzo di italiane L. 2 o soldi 80 aust. alla copia, da pagarsi all'atto della consegna dell'opera stessa che verrà spedita appena condotta a termine la stampa che è già in corso. Si spera che questo lavoro per l'argomento suo troverà benevole accoglienza : e buon numero di quelli che amano la storia patria vorranno iscriversi come associati ed eventualmente raccomandare l'iscrizioni alle persone amiche e conoscenti. Le associazioni si ricevono dal librajo G. Cerai-vani in Capodistria. Libertà e Lavoro giornale premiato all' Esposizione Triestina del 1871. Si pubblica a Trieste il IO ed il 25 d'ogni mese. Prezzo d' abbonamento : per Trieste un anno f. 3, sei mesi f. 1.50. Per i paesi soggetti alla Monarchia austriaca : un anno f. 3-.30, sei mesi f. 1.75. Un numero separato soldi 2(1, arretrato soldi 30. Pel Regno abbonamento annuo L. 10.