ANNALES 8/'9f> strokovno delo UDK 027.1 (497.4 Izola) 929.52 Besenghi CIÓ CHE SI SA E RÍMANE DELLA BIBLIOTECA APPARTENUTA ALLA FAMICLIA BESENGHI DI ISOLA Ivan MARKOVIČ laureato in storia dell'arle, bibliotecario della Biblioteca centrale "Srečko Vilhar" di Capodistria, SI-6000 Capodistda, Broio 1 dipl. umetnostni zgodovinar, bibliotekar Osrednje knjižnice "Srečko Vilhar" Koper, SI-6000 Koper, Broio 1 SINTESt La raccoltčt libraría appartenuts alla famiglia Besenghi, ando' irrimediabilmente perduta alla morte del poeta Pasquale Besenghi. Alla perdita andarono sottratti soltanto pochissimi volumi grazie alla cura dei vicini parroci isolant. II poderoso fondo di quasi 3.000 volumi, comunemente ritenuto fondo Besenghi si c invece costituito soltanto nel 1952 quando una commissione incaricata di inventarizzare i fondi libran privati, credettc fondo Besenghi, i libri del vidno ufíicio parrochiale di Isoia. Parole chiave: famiglia Besenghi, biblioteche prívate, Isola Ključne besede: družina Besenghi, zasebne knjižnice, Izola INTRODUZiONE I! 28 ottobre del 1993 al palazzo Besenghi di Isola aveva ¡uogo una celebrazione con la quale si solennizzava il rítorno, in quella sede, della biblioteca appartenuta alia nobile famiglia isolana dei Besenghi. Neíl'occasíone sí è ripetutamente rilevafa l'impor-tanza e la portata di un evento cuSturale di questo tipo, dopo più di un socolo iníatti, la biblioteca della nobile famiglia isolana dei Besenghi era stata finalmente ricol-íocata nella sua ubicazrone originaria, lo sfupendo palazzo Besenghi, oggi sede della Comunità degli italíani di Isola che, neíl'occasíone, era stata anche ribattezzata e porta oggí il nome del più autorevofe rampollo di quella famiglia, i! poeta Pasquale Besenghi degli Ughi. 11 fondo Besenghi è sicuramente un patrimonio librarlo oltremodo interessante e prezioso. A parte l'íntrínseco valore di reperto bibliográfico monumentale (libri del '500, '600, "700, manoscritti ecc}, la biblioteca Besenghi è tradizionalmente considerata il primo cavallo di battaglia di uno dei i più grandi poeti istriani, Pasquale Besenghi degli Ughi. Con questo lavoro ci proponiamo di dimostrare che quanto attualmente conservato nella biblioteca della Comunità degli Italíani di Isola sotto il nome di fondo o biblioteca Besenghi, non è quanto si crede, ovvero i libri di detto fondo non sono (se non in parte mínima, pres-soché irrilevante) mai appartenuti alia famiglia Besenghi. La biblioteca Besenghi non esiste più poíché è andaía irrimediabilmente dispersa alla morte del poeta Pasquale. Ció che oggi a Isola si conserva sotto suo no me, sono i libri della contigua ex biblioteca par-rocchiale di Isola. Non per far polémica, rna per amor de! vero, tracceremo, per sommi capi, la cronistoria e le vicissitudmi di questa biblioteca, cercando naturalmente di evidenziare ed eventuaimente spiegare le ragioní che portarono al travísamento della reale sorte della biblioteca Besenghi. LA FAMIGLIA L'antica e nobíie famiglia dei Besenghi o Besengo si ritiene díscenda da una signorile famiglia di origine toscana, rifugiatasi neíl'lstria meníre imperversavano le lotte tra Cuelfi e Ghibellini, ma su questo punto non tutti gJi studiosi concordarlo. II preñóme Besenghi si crede derivi da Besagne, forse abbreviato di Bevisangue (sic 1), e comunque ci si muove sempre nel campo del le supposizioni. Documentata invece l'origine venezíana 325 ANNALES 8/'9f> Ivan MARKOWr': Ció CHE 5) SA í RIMAME DELIA BIBLIOTECA ., 325-330 del primo di questa famiglia, Giovanni Pietro Besengo o Besenghi fu Pasquale, che venne da Ve nez i a a Pirano nei 1698, portando con se la madre Claudia, nata Carrara, e la mogiíe, nata Spiga. Pochi anuo dopo, ne! 1702, Giovanni Pietro abbandonô Pirano per síabilirsi nei castello di Piemonte d'lstria, dove fu ¡nsígnito dei-i'onorlfico titolo di Capitano civile e criminaie, títoio conferitogli daila famíglia Contariní Cav. del Zaffo, signera de) castello. Giovanni Pietro, aggregato alia citta-dinanza di S Lorenzo nei 1718, ebbe per figli tanti per-sonaggi important, tra i quali r i corder emo l'arciprete Don Giuseppe (morto 1746), il sacerdote Don Angelo (1776), ii capitano civile e crimínale Gíacomo (1764), i notai Francesco e PasqLiate ed infine un maggiore ai ser-vizio militare delle ordinanze, morto in Orsera nei 1768. Di questi mérita soffermarci su Pasquaíe, che abbandonô ií castello di Piemonte per trasíerírsi a Isola, nello stupendo palazzo Besenghi, costruito proprio in quegli anrii (1775-1781). ¡I 10 gennaio del (802 fu aggregato per acclamazione alla nobiltà di Capodistria, e tale titolo gli venne confermato dallo stesso impe-! atore Francesco !. Pasquale, nonno del poeta, sposô Agnesina della nobile stirpe degli Ughi, e voüe ag-giungere al proprio anche ¡I cognome di questa anti-chissima famiglia florentina, venuta a Isola verso il 1400, ricordata dallo stesso Dante nei Paradiso (XVL., 88) "¡o vidigli LJghi, e vid i i Castellini". Giovanni Pietro Antonio, figlio del sudLtetto e padre del poeta, fu persona di grande intelügenza, distinta ed onorata, che aveva ricoperto di vers i incaríchi pubbilci: 1'8 dícembre 1801 fu aggregato alia nobiltà di Parenzo, il 14 gennaio 1802 nominato cittadino di Pirano, ¡I 23 agosto fu accolto membro ddl'Accademia degli Arcadi Romano-Sonziaci in Gorizia ed ¡I 31 luglio del 1797 in quella de' Risoiti di Capodistria. Ne! medesimo anno venne nominato primo Dirigente del Tribunale prov-visorio político e giustiziale di Isola, il 4 aprile 1804 fu nominato a presiedere alla commissiorie delegata alia tassazione dei lerreni nell'lstria, il 2 dícembre 1807 l'ímpeiatoie Napoíeone Bonaparte gíi conferí il titolo di consigliere generale de! Dipartimento d'lstria, il 9 novembre 1805 ebbe dal pontefice Pió Vil i! titolo di conte Palatino l.ateranense per sé ed eredi col cava-lierato della miUzia a urea ta ad vitam, e finalmente, ií 28 ottobre del 1823 gli venne finalmente, daü'ímperatore Francesco 1., confermata la nobiltà per sé ed eredi. E quah eredi ! Sposata Oristiila Freschi del Friuli, ebbe da leí due figli, Giacomo e Pasquale, e due figlie Agnese e Domenica, andate in sposa rispettivamente al dott. Francesco Bressan awocato di Trieste e a tal Amoroso Giacomo da Pirano. Le notizie fin qui riportate, c! sonó giunte grazie alie note storiche di Giacomo Besenghi, figlio dei suddetto e fratello del poeta, cultore di storia cui sîava molto a cLiore la nobiltà della famtgíia. Ma la fama della famiglia era destinara ad essere perpetuata dal suo ultimo rampollo, i! poeta Giuseppe Pasquale Besenghi degii LJghi, uno dei piü vividi e culti ingegni istriani deil'Ottocento. Nato ad Isola il 31 marzo o i! 4 apriie 1797, compl i suoi primi studi nella cittá natia sotfo la guida del canónico Antonio Pesaro. Termínate il corso di grammatica e di retorica, il Besenghi passó quindi a studiare filosofía sotto la guída del dottore Stefarto Castellani nei seminario vescoviie di Capodistria. Recatosi nei 1816 ai-l'Uníversitá di Padova per dedícarsi aílo studio delle leggi, volse ben presto tutto il proprio animo alia poesía ed alie beile lettere, nelle quali esordl con una tragedia, Francesca da Rimini, componimento che fatalmente ando smanito come tanti altri suoi lavori, ed una canzone in morte di Carlotta Taffoní (1820). Terminal» g!i studi legaii decise di andaré in Friuli dai parenti materni, sul che la notizia che nei Regno di Napoli í líberali stavano cercando la costituzione proprio come ir» Spagna, lo spronó a partecipare altivamente alia conquista della liberta partenopea. La giovaniíe avventura era pero destínala a falliré miseramente, poiché i i Nostro, dopo un tungo e faticosissimo viaggio a píedi lungo tutta la Dalmazia, arrivó tardi all'appuntamento, quando cioé era giá in corso l'intervento armato del-l'Austria. Dopo una funga e volontaria prígionia di studio nei palazzo paterno a Isola, il Besenghi passo a Trieste, con animo di dedícarsi alia camera della magistratura, ed entrando nei le "camerate" letterarie ma anche, spesso e volentierí, in numeróse ed aspre polemiche che sfogarono in asprt epigrammi di stizzs conlro i suoi nemici. Ristampo a Venezía nei 1826 un saggio di Novelle orientali, giá pubbíícate suí giornali; e a Padova nei 1829 gli Apologhi che, pubblicati Panno prima, erano stati sequestrati. Visitó la Grecia, che era ¡nsorta, stanca della lunga e feroce domínazíone otto-mana, ed anzi combatte per la sua liberta (25 dícembre 1829), ma anche in questa avventura, lo squallore della realtá in stridente contrasto con la vision.e classícistica deli'antfca culla della cultura mondíaíe, serv) solíante a disiüudere il poeta ed a fagli perdere quell'entusiasmo che ne aveva provato da iontano. Visse poi, sino al 1848 tra Trieste, il Friuli e Venezia, ospíte di parenti e amici, intrattenendo una corrispondenza srregoíare, ma abbastanza fitta, con il cognato Bressan e con i piü rioti poeti e ietteratí def tempo, frequentando spesso i rítrovi mondani piü iri auge al momento, pubblic.indo qualche verso o qualche studio critico, in un continuo di allí e bassi di scandaii mondani e arnors piü o meno cor-rísposti, che lo costringevano a chiudersi in se stesso e nei propri studi. Non poté, per maiattia, partecipare alia campagna del '48; il 24 setiembre del 1849 moríva di colera che giá da mesi incomheva a Trieste. Sepolto in una fossa comune de! cimitero di Sant'Anna, ia sua salma venne piü tardi esumata e trasferita in un aftro luogo deüo stesso camposanto, luogo del quale s'& peró persa ogni cognízione. 326 ANNALES 8/'9f> Ivwi MARKOVlC: CIÓ CHE SI SA E KIMANS DELLA RÎBUQTECA .... 325-330 Cori la morte di Giacomo e Pasquale Besenghi, si es-tingueva il prolifico ceppo deila nobiie famiglia ¡solana. LA BIBLIOTECA Veniamo adesso alla biblioteca ed al problema délia paternité délia raccoita, visto che per moiti anni se n'era praticamente persa ogni traccia e di conseguenza travisata l'appartenenza. Il primo problema che ci si presenta è quello di stabilire l'entità esatta délia raccoita di libri posseduti dai Besenghi. Sappiamo per certo che il poeta Pasquale studio neila "ricca" biblioteca del padre che più tardi eglí sîesso, molto probabilmente, arricc.hl ulteriormente. Non siamo purtroppo in grado di daré nessun dato certo se non stime approssimative suíl'entitá numérica del la raccoita basandoci come riferirnento alie analoghe rac-colte personali di altri poeti, scrittori, uomini di cultura coevi o rneno. Taíi raccoke private sólitamente contano dai mille at diecimila volumi (visto che meno di mille volumi non val la pena di mencionare mentre diecimila e più libri già rappresentano vera biblioteca e non solo fondo, e come tale (biblioteca) è già più difficile che vadano dispersi o cadano nell'oblio). Quindi cifre approssimative che si aggirano sui tre-quattromila volumi in media. Cosí sarà stato anche per la raccoita Besenghi. Nulla sappiamo neppure sulla composizione del fondo, ovvero sui genere dei libri presentí nella raccoita. Più deii'entità numérica sarebbe intéressante conoscere proprio la struttura ed il valore del fondo librado, ma su questo punto tomeremo in seguito. Unico indizio certo a nostra disposizione il rim-pianto per quelle famose sette casse piene di libri, raccoita personale, che i! poeta aveva abbandonato a Venezia nella casa di una nobildonna. II primo a paríame è Clemente Richter il quale avrebbe redatto una (mas edita) biografía del poeta ed il quale per molti anni inútilmente si prodigo nella ricerca delle carte besenghiane "{...} a ¡tro motivo de! mío viaggio fu di poter venire a possesso ed ispezionar alcuni mano-scritti riguardanti ¡a nostra patria, i quali, di propriété del nostro bravo ingegno Besenghi, si trovano nelle avare maní di una Dama di qui con sette cassoni di libri tutti postíllati da lui."fQuarantotto, 1928, pp. 14-15). Ne accenna (troppo ottimisticamente) il Kandler alia morte del poeta "(...) Le cose sue non andranno sparpagliate: i'avvocato Bressan mió amico è la persona a lui più prossima. La sua librería e assai carte sue sono in Venezia" (Qu a ra ntotto, 1928, p. 7). E ne parla del resto lo sîesso Besenghi ne! suo testamento: "l miei libri che sí trovano presso la nob. sig.ra Confessa Fosca Zen Freschi mia cugina, oltre ad una cassa qui presso il predetto Sig.r Ruse ont, sieno fatti passare aile mani de! molto R.do D. Antonio Carboncich qui anualmente Contessore delle R.de Monache, il quale già sa l'uso che a tenore delle mie istruzioni deve famé" (Quarantotto, 1928, pp. 138 e sgg.). Ne! proseguo del suo testamento inoltre il Besenghi impartisce dettagliate istruzioni circa la restituzione dei libri da lui prestati. La citazione più chiarificatoria infine, è quel la dello studioso Quarantotti Gambini "...te carte del Besenghi /alla sua morte/ rimasero in un primo tempo presso l'avv. Bressan, ma, morto questo, subirono tali e tante vicissitudini, che solo una piccola parte di esse poté, anni or sono, venire recuperata e posta in salvo dall'avv. Pierantonio Gambini di Capodistria; mentre l'altro piccolo gruppo di manoscritti besenghiani era soitratto alla dispersione dal notaio dott. Michele Depangher di Pi-rano, che ne faceva poi dono a! comune di Isola,(sic !) Ínsteme con una quarantina di libri appartenuti al poeta. /.../ Quanto ai libri e aile carte del Besenghi, che il Kandler affermava rimasti a Venezia (e precisamente, aggiungiamo noi, nella casa di una nobildonna con la quale il poeta era vissuto per più di un decennio in grande intimité) essi, come sembla, andarono qualche tempo dopo, perdutr nel naufragio délia nave che doveva trasportarli in Istria. (Quarantotto, 1928, pp. 7-8) Se si calcóla che in una cassa di libri posso stare ai massimo 100-200 libri (altrimenti si sarà trattato di casse dalle dimensioni "non standard" che per il trasporto necessitavano di faccbíni e gru, e non ci sembra proprio il caso nostro) Í libri naufragati saranno stati un migliaio o poco più. Erano questi comunque soltanto i iibri che il poeta aveva portato seco a Venezia mentre il resto del fondo era rimasto a Isola. Ora, visto che in caso di viaggi o trasloehi ci si porta dietro, sólitamente, solo lo stretto necessario (ció vale almeno per gli uomini, escludiamo i! gentil sesso), anche i libri che il Besenghi aveva portato a Venezia sa ra n no stati i libri a lui piu cari e per lui più preziosi, vista che conte-nevano anche postilie e note (come sostiene íl Richter). Se ne deduce in ogni caso, che il meglio delía biblioteca Besenghi, i libri più preziosi, sono finiti in pasto ai pesci, poco dopo la morte del poeta. Una prova "in absentía" potrebbe essere rappresentata dal fatto che gli altri libri,. quelii rimasti a Isola, sono privi, salvo rarissime eccezioni, di firme, postilie, note, exiibris ecc. di qualsiasí dato insomma che ci aiuti ad accertame la paternità besenghiana. Ma vediamo quali furono le sorti successive dei libri rimasti in paiazzo Besenghi ad Isola. Nei 1854, biblioteca e paiazzo, visto che non v'er-ano eredi, passavano sotto la tutela parrocchiale. Nel 1894 "il chiarissimo dott. Michele Depangher, notaio a Pirano, acquistava gli ultimi resti della biblioteca Besenghi, consistenti in una quarantina di volumi, alcuni dei quali rarissimi e importanti. Di questi giorni ¡'egregio patriota regalava quei preziosi avanzi al nostro Municipio, dando cosí ansa alia formazione d'una biblioteca che dovrebbe intitolarsi da! nome del nostro poeta..." (Veníurini, 1899.) 327 ANIMALES 8/'96 lv.m MARKOVíC: OÙ CHE Si SA £ RIMAME DELIA BIBLIOTECA ..., 32S-ÍSÍ) Nel 1952, un'apposita commissions nominata dal Comitato popolare cittadino di Isola, riceveva l'incarlco di indagare sui beni délia famiglia Besenghi. La commissione (nella seguente formazione: il prof. Miroslav Pahor, g!¡ scultori accademici Oreste Dequel e Jože Pohlen, i legali dott. Oscar Hudales e doit. Božidar Zega e da Italo Deilore) svolgeva le proprie operazioni di accertamento nel Palazzo Besenghi e nella contigua biblioteca délia Chiesa Parrocchiale di Isola. La commissione, arrivava alla seguente conclusione: (...) quasi lutta la biblioteca délia Chiesa Parrocchiale di Isola è di provenienza dal (sic!) Palazzo Besenghi. ove circa cento anni fa formava la biblioteca délia nobile famiglia (...) e constatava inoltre che dal 1854 in poi la raccolta non era stata pics aggiornata (Relazione, 1952 passim). In quegli anni il fondo librado veniva anche catalo-gato, inventaríate sotto il nome "Biblioteca Besenghi Isola" e sistemato in una nuova sala del palazzo Besenghi. Ma le disavventure dei fibri erano appena inco-minciate; con gli anni dell'esodo, il bibliotecario incari-cato di custodire la raccolta si trasferiva e Trieste ed anche il vecchio palazzo si presentava ormai inadatto alla custodia di una biblioteca. Sembla comunque, e qui in mancanza di document! chiariticatori ci basiamo sulle infotmazioni personali non scritte dateci dai bibliD-tecari più anziani délia Biblioteca Centrale S. Vilhar di Capodistria, che i libri siano stati in un primo momento collocsti in un magazzino dell'attuale Casa di Cultura di Isola, di li a Scoffie, in uno squallido deposito per libri vecchi e di 11 a Capodistria in un deposito délia Biblioteca Centrale S. Vilhar dislocato a San Marco. finalmente, grazie soprattutto alla disinteressata abnegazione délia doit. Amalia Petronio, bibliotecaria responsabile délia sezione italiana presso la Biblioteca Centrale Srečko Vilhar di Capodistria, è stato possibile effettuare il recupero dei testi inventariati nel 1953/54 come biblioteca Besenghi e collocarli nel palazzo Besenghi a Isola. Questi i fattí délia storia, passiamo ora ad analizzare la struttura del fondo. Il fondo Besenghi conta oggi 2986 unità. Oltre la metà sono libri che trattano di materia religiosa (1327 unità) più 165 bibbie, oltre 400 sono libri di medicina, quasi 300 i libri di stovia, seguono poi libri di ietteratura italiana, latina, filosofía, biografié, dizionari, storia patria, scienze ecc. Oltre alie opere pubblicate vi sono ínoltre anche 17 manoscritti inediti, ed un mazzo di lettere e fogti sparsi, non catalogati. E' evidente iJ grande numero di volumi di religione e l'esiguifà dei tomi di belle lettere o di nomi della grande Ietteratura, ed in partícolare di quelia italiana. Una biblioteca quindi che, se formata in questo modo, assai poco aveva da offrire al giovane poeta Pa-squale Besenghi Molto probabilmente il grande numero di testi religiosi é dovuto al fatto che per lunghi anni i resti della biblioteca Besenghi sono stati ospilati dalla contigua biblioteca parrocchiale. Negii anni del primo recupero (1953/54) piú di qualche libro della biblioteca parrocchiale sara probabilmente andato a finiré nell'inventario Besenghi. Ma il problema della, a dir poco strana compo-sizione del fondo, potrebbe venir posto e risolto anche nel seguenti termini: la biblioteca Besenghi sono anni che non esiste píü, nei 1894 il dott. Depangher ne acquistava glí ultimi resti, e quello che dal 1953 in poi si considera Biblioteca Besenghi non e altro che la Biblioteca Parrocchiale di isola, peraítro arricchíta di pochi tomi (comunque non piú di 5 I) che i preti isofani erano riusciti a salvare a! grande naufragio del fondo Besenghi ! Che qualcosa con i libri "non quadrava", ovvero che c'erano "troppi" libri religiosi e troppo poca (o niente) letteratura che riuscisse utile alia formazione letteraria di un poeta, se n'era del resto "quasi" accoita la stessa "Commissione", che nel 1952 aveva "accertato" l'ap-partenenza della biblioteca, essa ínfatti: "(■■■) é del parere che qualcuno dei Besenghi (verso la fine del seco/o di-ciottesimo o al principio del diciannovesimo) sia stato medico (sic V.), cosí si spiega l'esistenza nella biblioteca di tan le opere di medicina. Se poi pensiamo che la famiglia ebbe almeno due poeti (Pietro Antonio e Pa-squale) si spiega anche l'esistenza di tanle opere lett-eraríe e di poesía. Per quanto riguarda !e opere di storia e teología, esse si trovano sempre nei le biblioteche di luüe ¡e famiglie nobiii dell'lstria"(Rehuone, 1952, p.5). Gli appunti che si possono muovere a queste ridt-cole affevmazioni, sono fin troppi; di medid nella famiglia Besenghi propno non ve ne sono, i due poeti erano uno soltamo (Pasquale), daccordo per le opere di teología presentí nefle bibJioteche di tutte le famiglie nobiii delí'lstria ma propvio non riusciamo a comprendere che cosa se ne facesse una famiglia, per quanto religiosa e credente possa essere stata di ben 165 bibbie e tantissime altre opere di pura divulgazione religiosa. L'inventarizzazione condotta negii anni 1953/54 (fácilmente identificabile per l'uso spropositato dei timbro triangolare con la sentía Biblioteca Besenghi Isola), ed único dato certo a nostra conoscenza circa la reale consístenza del "fondo Besenghi" almeno in quegli anni, indica ¡a presenza 3.523 unitá, ma anche tale numero non rispecchia il numero reale dei tomi visto che molti di essi possiedono due o piíi numen d'inventario nel caso in cui si compongano di due o píü partí (parte prima, seconda ecc..). La catalogazione condotta últimamente in seno ai reparto di italianistica della Biblioteca Central« S. Vilhar effettuata su personal computer, raggiunge cifra 2.968 e tale é I'effettívo numero dei tomi oggi presentí nel fondo. Possiamo avere quindi un'idea dei libri perduti dal 1953/54 rn poi, ma non sappíamo nulla in mérito al 328 ANNALES 8/'9f> Ivan MARKOVIČ: CIÓ CHE S! SA E RIMAME DRLA BIBLIOTECA ..., 325-330 periodo 1854-1953, né conosciamo ia consistenza deila raccoita al lempo dei Besenghi. La paternita del núcleo originale, e quindí dei tomi piü antichi e preziosi dei fondo Besenghi di Isola, viene addebitata alio stesso Giovanni Pietro Besengo, ii primo defla casata; tale tesi é confermata da una nota in inchíostro scritta a mano e íutt'oggi leggibile neli' (solano de! Coronelíi ...di appartenenza dell'illustrissimo signor Giovanni Pietro Besengo, cittadino originario di Venezia. Altre firme autografe si trovano ne: Vita del Beato Beltrando, Bassano 1741, e in II sagro leggendario deila vita di Cesú Cristo di María Vergine, e de' Santi, Venezia 1757 dove vi sono rispettivamente ¡e firme autografe dt Gíacomo Besengo e Pasquale Besenghi. Va detto comunque che questi sonó gli uniči tre (3) voiumi contrassegnati da firma autógrafa. L'ereditá libraría dei Besenghi andd purtroppo dispersa ed é oggi praticamente impossibile reperime le tracce con esattezza. ii periodo piü oscuro sono gli anni 1894-1953. Lo stesso dott. Depangher che ne avrebbe acquistato gli ultimi resti per farne dono al Comune di Trieste, íini, stando alia testímonianza del Quarantotto, per restituirii al Comune di Isola. Ignoriamo da dove vennero recupérate e dove, successivamente, poste in salvo "Se carte de! Besenghi" finite in mano ali'aw. Pierantonio Gambini di Capodistria per non parlare delia a dir poco misteriosa, quasi romantica fine delle carte veneziane.,. LA COMMISSIONE Visto che non siamo piü in grado di seguire le tracce delle carte besenghíane, ridotte, stando aíle ultime testimonianze ad "una quarantina di libri, piccolo grup-po, ecc.1' ci chied'tamo d'onde provengano realmente i quasi tremiía (3000) volumi custoditi oggi af palazzo Besenghi di Isoia. La risposta é Ínsita nelía giá citata Relazione di lavoro svoita dalla Commissione nel 1952. Da essa ri-sulta evidente come, quando ed in che modo, la biblioteca parrocchiale di Isoia é "diventata" fondo Besenghi. Di qui in seguito, per non appesantire oltremodo (a íeftura, riporteremo soltanto alcuni passi di questo documento, passi che ríteniamo fin troppo chiarificato». Le citazioni sono ¡n corsivo meníre i puntini di sospensione indicano le omissioni. "(...) la Commissione é in possesso di un documento firmato dal Comp. Srečko Vilhar (...) dal documento é chiaramente visibile, che il párroco di Isoia, Don Giuseppe Dagri, prima, ed un certo Marusslch poi (...) nega-vano l'esistenza deila biblioteca Besenghi. Non hanno detto neppure parola sull'esistenza di una biblioteca parrocchiale. Alia Commissione ha dichiarato i! párroco, che non esiste una biblioteca dei Besenghi, o meglio, se si considerava come biblioteca un libro solo, tale biblioteca esiste nel palazzo Besenghi e si tratta del libro (...) sul quale si trova la seguenle nota "Di appartenenza. dell'illustrissimo signor Giovanni Pietro Besengo" (...) Questo libro sarebbe secondo i! párroco, tulta la biblioteca deila famiglia isolana dei Besenghi. La Commissione pero é stata informata dell'esistenza di una biblioteca esistente nella chiesa parrocchiale di Isola, che si crede appartenesse alia famiglia Besenghi. II párroco, richiesto su di essa, non poté piú negarne l'esistenza, e permetté che la Commissione la visitasse (...) (Relazione 1952, passim) Una volta presa visione deila biblioteca parrocchiale, la commissione, operante in base all'ordinanza deila Deiegazione Circondaríale per la Cultura secondo la quale si dovevano tare gli elenchi di tutte le biblio-teche es is ten ti nel circondario ¡striano e vinte anche le ultime resistenze dei párroco, decide di fare relenco di taii libri. II lavoro viene eseguito e portato a termine in data 18.2.1952 dal bibliotecario deila Biblioteca Cívica di Capodistria, il prot. Miroslav Pahor. Ad elencazione ultimata pero:... (...) Orbene, la Commissione non ha mai dubitato dell'esistenza di una biblioteca appartenuta alia nobile famiglia d'lsola. Siamo dunque persuasi che tale biblioteca esisteva e che é stata as por ta ta da! Palazzo Besenghi in un passato ormai remoto, nella soffitta deila Chiesa parrocchiale (...) I. 'elencazione (elenco, inventario nda) di tale biblioteca ci ha tolto anche l'ultimo dubbio (se tale lo possiamo chiamare) deila sua esi-stenza. L'elencazione infatti porto alia seguente conclusiones che quasi tutta la biblioteca deila Chiesa parrocchiale di Isola é di provenienza dal Palazzo Besenghi, ove circa cento anni fa formava la biblioteca deila nobile famiglia. Infatti su tre dei libri ¡vi esistenti fu trovata un'annotazione in penna che dice testualmente cos):"Della nobile famiglia Besenghi" (...) Se ag-giungiamo il libro del Coronelíi, di cui si parla nell'al-legato N. 2, e che porta l'annotazione prima trascritta, i libri aumentano a quattro. £ se infine aggiungiamo il libro el en cato al N.1247 dell'allegato N. 1. scritte da Pietro Antonio Besengo, i libri aumentano n cinque. (Reiazione 1952, passirn) Ció constatato la commissione emise ií verdetto: (...) Ora la Commissione é sicura che una nobile e ricca famiglia come quella dei Besenghi, che si permette di fabbrícare un prezioso palazzo nel lo stile di allora, non poleva possedere solo questi cinque volumi. E vano risultó anche l'ultimo tentativo dei párroco di salvare i propri libri... (...) 1! Párroco Don Giuseppe Dagri, poi, ha dichiarato che la biblioteca fu raccolta e rnessa insieme pian piano dai vid parroci di Isola. Ma te Commissione, rivcevuto llelenco dei libri, si é soffermata sul fatto che vi sono troppe opere di un 'época perché tale ammissione sia ammissibile. La Commissione é dunque certa che la biblioteca elencata nella Chiesa parrocchiale é nella sua gran parte, di appartenenza deila famiglia Besenghi e 329 ANNALES 8/'9f> Jvar> MARKOV«:- CIÓ CHE S! SA £ RJMANS DO. LA BIBLIOTECA .... 325-330 come tule va soggetta all'ordinanza (...) E ció anche per ¡i falto che ¡a biblioteca dopo la morte dei Besenghi non é stata mai piü aggiomata, se non con opere di nessun valore e con la rivísta La civiltá cattolica (...) La Com-missione é certa de/l'esistenza de!¡a biblioteca Besenghi e cioé che la biblioteca elencata nella Chiesa parroc-chiale sia proprio quella dei Besenghi, forse ancora incompleta. Altre indagini nei posti de i la Chiesa darebbero forse migiiori risuitati (...) Resterebbcro alia biblioteca della Chiesa solamente le opere stampate dopo il 1854, delle quali non si puó dimostrare che appartenessero ai Besenghi, cioé gli unici volumi che la Chiesa puó dimostrare di avercomprato. (Relazione 1952, p. 8) CONCLUSIONI La raccolta libraría dei Besenghi, e soprattutto quella de! poeta Pasquale, ando irrimediabilmente perduta alia morte di quest'ultimo. Ció risulta piú che evidente dallo stesso testamento di Pasquale Besenghi nonché dalle dichiarazioni del notaio Depangher, che ne acquistó gli uitími resti, e da quelle successive del Quarantotto, che piú di ogni altro studió i fatti e le vicende relative ai Besenghi. Alia perdita andarono sottratti soltanto pochi volumi firmatí (e c.omunque in numero mai superiore alie cinque unitá) e questo grazie soltanto alia cura dei vicini parroci isoíani, che nel loro archivio avevano salvato le ultime carie Besengbiane (i pochi libri firmatí dai Besenghi insieme ad alcune lettere ed al testamento dell 'ultimo Besenghi erano infatti custodite, come si rileva nel giá citato documento, neíi'archivio della Chiesa parrocchiale di bola). Forse, fu semplice ignoranza ad offuscare le menti dei membri della commíssione che "sostituirono" la biblioteca parrocchiale ail'inafferrabile biblioteca Besenghi della quale avevano pur sentíto parlare, ed ora, finalmente, avevano toccato con mano le prove tangibila (libri cinque) della sua esistenza. POVZETEK Po splošno sprejetem prepričanju naj bi bila knjižna zbirka, ki jo hrani Skupnost Italijanov Pasquale Besenghi iz Izole, last družine izolskih piemenitašev Besenghi. Avtor tega dela pa želi utemeljiti tezo, po kateri zadevni knjižni fond, čeprav zelo pomemben in dragocen, ni, razen redkih del, nikoli pripada! družini Besenghi. Knjige iz knjižne zbirke družine Besenghi so se po smrti pesnika F'asquaieja Besenghija za zmeraj porazgubile, ostalo je le nekaj posameznih podpisanih del. Bogat knjižni fond - skoraj 3.000 knjižnih enot, pripisan družini Besenghi, je nastal šele leta 1952. ko je neka komisija, zadolžena za inventarizacijo zasebnih knjižnih fondov, knjige iz bližnje župnijske knjižnice v Izoli pripisala družini Besenghi. BIBLIOGRAFIA* De Hassek, Oseare: Besenghi degli Ughi, Prose e poesie, Trieste, Tipografía G.Baiestra e. C. ¡884. Venturini, Domenico: Conferenza su Pasquale Besenghi degli Ughi tenuta dal prof. Paoío Tedeschi nella famiglia triestina a Milano, Capodistria 1899. Venturini, Domenico: 1 resti della biblioteca Besenghi, ne l'tndipendente, Trieste, 3 giugno 1899. Morteani, Luigi: (sola ed i suoi statuti, Parenzo, Stab. tip. Gaetano Coana 1888. Quarantotto, Giovanni: Rice re he e studi intomo a Pasquale Besenghi degli Ughi, Parenzo 1908 e 1909, voll. 2. Quarantotto, Giovanni: La cultura íetteraria di Trieste e dell'lstria, Víttorio Vascotto, Stab. Tip. Cario Priora, Capodistria 1914, Quarantotto, Giovanni: Nuovi studi sul poeta e patriotta Istriano Pasquale Besenghi degli Ughi, Parenzo, Tipografía G. Coana e figli, 1928. Relazione della visita fatta dalla Commission« ai Palazzo Besenghi di Isola e délia eiencazione délia bibiioîeca della Chiesa Parrocchiale di Isola, 22 feb-braio 1952, conservata presso la Biblioteca Centrale Srečko Vilhar di Capodistria). Rinaldi, E,: L'opéra di Pasquale Besenghi degli Ughi, Trieste 1986. Radossr, Giovanni: Stemmi di rettori e di famigfie notabili di isola d'Istria, in Atti del Centi o di Ricerche Storiche di Rovigno vol. XVII, Trieste-Rovigno 1986-87, pp. 303-35 7. Cervani, Giulio: Trieste-Cucihrech nella satira di Pasquale Besenghi degli Ughi, in Atti def Centro di Ricerche Storiche di Rovigno vol. Xill, Trieste-Rovigno 1982-83, pp. 333-352. Maier, Bruno: Profilo di Pasquale Besenghi degli Ughi, in 11 Banco di Lettura n. 1, Trieste 1988. Dallemulle Ausenak, Gianna: Rivisitando Pasquale Besenghi degli Ughi, in La Battana, pp. 67/88, anno XXIX dicembre 1992 n. 106. La bibliografía relativa ai Besenghi é vastissímii e qui di seguito accenneremo solamente ad alcuni studi pió impoitanfi. La bibliografía piü completa, ed alia quale rimandiamo per qualsiasi studio píi¡ approfondito in mérito, é stata raccolta da Ciovanni Quarantotto nei giá citati: Nuovi studi sirl poeta e patriotta Istriano Pasquale Besenghi degli Ughi, Parenzo 1923. 330