ZUZ - LI - 2015 Reliquiario di San Quirino presso la Cattedrale di Veglia (Krk): donazione del duca Guglielmo V di Baviera al vescovo Giovanni della Torre DANIJEL CIKOVIC Nella collezione d'arte sacra della Chiesa di San Quirino a Veglia si conservano quattro busti in legno policromo - reliquiari che finora non hanno attirato l'atten-zione degli storici dell'arte. All'interno del busto rappresentante il vescovo santo (fig. 1) si trova il reliquiario d'argento con le reliquie di San Quirino, come si cre-deva finora, Santo patrono della citta e della diocesi. La storia della ricerca di tale oggetto d'argento, ma anche le reliquie, si incentrano su un'osservazione breve di Piero Pazzi che sostiene che il reliquiario fosse opera dei laboratori orafi di Ragusa (Dubrovnik) del 16° secolo.1 Secondo la scritta su un pezzetto di pergamena in-serito assieme alle reliquie,2 si tratta della donazione del duca Guglielmo V di Baviera (Landshut, 1548-Schleifíheim, 1626) del 1604 al vescovo di Veglia e nunzio apostolico in Lucerna, Giovanni della Torre (Venezia, 1556 circa-Padova 1623) e alla cattedrale di Veglia.3 Ringrazio la mia supervisore prof. dr. sc. Nina Kudis e doc. dr. sc. Damir Tulic per l'aiuto nella ricerca e nella redazione del presente articolo come pure per le fotografie. Inoltre ringrazio il prof. dr. sc. Marijan Bradanovic, prof. dr. sc. Dubravka Botica, responsabile del Dipartimento per l'archivio e della biblioteca del vescovato di Veglia, monsignor doc. dr. sc. Franjo Velcic, assistente superiore dr. sc. Robert Kurelic, responsabile d'Ufficio per l'arte clericale e i beni culturali del vescovato di Veglia, monsignor mr. Zvonimir Sersic, prof. Damir Salopek, parroco di Veglia, don Anton Valkovic, sagrestane della cattedrale di Veglia, s. Maria Serafina Funaric e s. Dragica Karla Dzajna e, in parti-colare, i colleghi Tomislav Bajer, Dinko Bencic e Mateja Jerman. 1 Piero Pazzi, Itinerari attraverso l'oreficeria veneta in Istria e Dalmazia, Treviso 1994, p. 22. 2 La scritta recita: „Reliquia' di' poplito' S(anc).tL Quirini Epi~(scopi), et martyris a Ser~(enissi) mo / Gulielmo Comiti' Palatino, Rieni, ac utriusq~(ue) Bauaria' Duci' don~(o) / data' Ill(ustrissi).mo et R(everendissi).mo D(omino). D(omino). Ioanni Comiti Turriano Ep~(iscop)o Veglen~(si) . Ap~(osto)lico / Nun'(tio) cum pot~(est)ati' legati di' latere apud Heluetios tunc temporis residenti, / et ab eodem Ill~(ustrissi).mo Ecc(lesi).a' Sua' Cathedrali Veglen~(sis) com~unicata', et donati~'(a). / ANNO DOMINI. M. D. C IIII." 3 Sul vescovo di Veglia, Giovanni della Torre, ossia sull'anno e luogo della sua nascita: Francesco Sansovino, Vita della illustre signora Contessa Giulia Bemba della Torre, Venetia 1565, p. 7r; Stefano Andretta, s. v. Della Torre, Giovanni, Dizionario biografico degli Italiani, XXXVII, Roma 1989, pp. 567-570. 55 DANIJEL CIKOVIČ ZUZ - LI - 2015 2. Maestro della Germania méridionale, Pisside-reliquiario di San Quirino, 1600 circa, Veglla, Collezlone d'arte sacra nella chiesa di San Quirino 57 DANIJEL CIKOVIČ 3. Maestro della Germania méridionale, Pisside-reliquiario di San Quirino - dettaglio, 1600 circa, Veglia, Collezione d'arte sacra nella chiesa di San Quirino II reliquiario d'argento, e in parte dorato a forma di pisside (fig. 2) dall'altezza di 10,5 cm e dal diametro di 10 cm, e stato creato mediante tecniche di fusione, incisione, goffratura e punzonatura. La parte sporgente della base rotonda e ador-nata con ornamenti vegetali, sopra la quale si trovano anelli sagomati della sezione intermedia, di cui l'ultimo e considerevolmente piu ampio e scanalato. Sopra vi si trova la scatoletta cilindrica bassa, decorata con tre motivi di teste alate di cherubini e nastri con ghirlande di fiori e melograno, eseguiti dettagliatamente e disposti in modo alternato (fig. 3). L'orlo del coperchio e decorato con una serie di linguette parallele e con un nastro contenente la seguente scritta: RELIQVI^ • S. QVIRINI • REGIS ET MART :. Nella zona centrale, innalzata del coperchio, si ripetono i motivi del corpo cillindrico della pisside, ridotti e semplificati, mentre nella parte su-periore, molto probabilmente, manca la figura del santo. Questa probabilita e data dall'aspetto di una pisside molto simile che fu conservata presso la Michaelskirche a Monaco (fig. 4). In base al disegno pubblicato nel 1888 da Leopold Gmelin, Joseph Braun definí che la pisside di Monaco risaliva al fine del 16° oppure all'inizio 58 ZUZ - LI - 2015 59 DANIJEL CIKOVIČ 5. Philipp I Warnberger, Acquasantiera, intorno al 1585/1590, Monaco di Baviera, Schatzkammer der Residenz, Bayerische Verwaltung der staatlichen Schlösser, Gärten und Seen del 17° secolo.4 Dal punto di vista stilistico, il reliquiario di Veglia e simile ad altre due pissidi, che pero hanno una composizione leggermente diversa, ma anche ad una serie di altri oggetti liturgici della stessa chiesa di Monaco, e della residenza della famiglia Wittelsbach, per esempio alle ampolle, lampade e candelabri d'al-tare, realizzati negli ultimi decenni del 16° o al piu tardi all'inizio del 17° secolo.5 Tra i campioni di Monaco ai quali la pisside di Veglia assomiglia dal punto di vista stilistico, come pure per modellamento dei motivi vegetali, bisogna nominare inoltre la sfarzosa Acquasantiera (fig. 5) del maestro asburgico Philipp I Warnberger (1585-1590), anche questa conservata nel tesoro della residenza Wittelsbach.6 4 Leopold Gmelin, Alte Handzeichnungen nach dem verlorenen Kirchenschatz der St. MichaelsHofkirche zu München, München 1888, p. 17 e tab. XXI; Joseph Braun, Das christliche Altargerät in seinem Sein und in seiner Entwicklung, München 1932, pp. 460-461 e tab. 87, fig. 330. 5 Gmelin 1888, cit. n. 4, tab. XII-XIII, XIX-XXII, XXV-XXIX; Lorenz Seelig, Zweig große Tragleuchter für die Kapelldiener, Rom in Bayern: Kunst und Spiritualität der ersten Jesuiten - Katalog zur Ausstellung des Bayerischen Nationalmuseums (München, 30. April bis 20. Juli 1997, ed. Reinhold Baumstark), München 1997, pp. 367-368, cat. 69. 6 Sabine Heym, Weihwasserkessel mit Weihwedel, Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, pp. 366-367, cat. 68. 60 ZUZ - LI - 2015 Il reliquiario di Veglia è stato quindi lavorato in uno dei centri di artigianato ora-fo più importanti della Germania meridionale, probabilmente a Monaco.7 L'abilità orafa del maestro della Germania del Sud è testimoniata dalle variazioni nell'elabo-razione dei motivi sulla superficie, eseguiti secondo diversi modelli. All'aspetto lus-suoso ed appariscente del reliquiario contribuisce il contesto bicromatico degli elementi dorati ed argentati. Il reliquiario di Veglia è stato modellato destramente, ma rimane comunque un prodotto comune, e quindi risulta impossibile il confronto con oggetti più complessi elaborati virtuosamente, creati su ordini esclusivi del duca ba-varese Guglielmo V, o membri della sua famiglia. Si tratta, ad esempio, del famoso Reliquiario di San Giorgio, creato, tra gli altri, dall'orafo di Monaco, Hans Schleich (1586/97) e della Coppa a forma di barca dell'orafo asburgico Caspar Hentz (attor-no al 1594).8 Alcuni tra questi oggetti generalmente devozionali, come la Statua di San Michele dall'inizio del 17° secolo, conservata nella sopraccitata residenza della famiglia Wittelsbach a Monaco, sono stati realizzati secondo i disegni del Kunstintendant di corte di Guglielmo, Friedrich Sustris (Padova, 1540-Monaco, 1599).9 Nel tardo 16° e durante il 17° secolo, fu realizzata per la chiesa gesuita a Monaco una serie di reliquiari in legno, decorati lussuosamente con gioielli, smalto, cristal-li di rocca, perle, rubini, medreperla e vetro, il tutto documentato mediante i dise-gni di Michael Miller (1602-1605) nel Liber Sacrarvum Reliqviarvm & Svpellecti-lis Argenteae Templi S. Michaelis Collegii Societatis Iesv....w Il reliquiario d'argento del tesoro di Veglia, oltre al materiale, si distingue da questi reliquiari anche per le 7 In base a due bolli orafi parzialmente impressi sull'orlo della base, non si possono identificare con certezza la citta e il maestro che creo il reliquiario. Tuttavia, il bollo dalla parte sinistra sembra rappresentare una testa femminile incoronata di profilo sinistro, che ricorda il bollo orafo della citta di Monaco che veniva usato durante il 16o e 17o secolo. Angelo Lipinsky, Marchi dell'argenteria e oreficeria europee dalXVIal XIXsecolo, Novara 1966, p. 97. 8 Il Reliquiario di San Giorgio e stato un ordine del duca Guglielmo V, e si conserva presso la Bayerische Verwaltung der staatlichen Schlösser, Gärten und Seen (Residenz München). La Coppa a forma di barca e a sua volta un regalo da parte del parente di Guglielmo, suo nipote, e poi genero, imperatore Ferdinando II d'Asburgo all'Universita di Ingolstadt, e oggi e conservato presso l'Archiv der Ludwig-Maximilians-Universität. Schatzkammer der Residenz München - Katalog, 3. Auflage (ed. Herbert Brunner), München 1970, pp. 71-74, cat. 58; Susan Maxwell, The Court Art of Friedrich Sustris: Patronage in Late Renaissance Bavaria, Farnham 2011, pp. 102-103; Lorenz Seelig, Pokal in Schiffsform, Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, pp. 343-344, cat. 48. 9 Sabine Heym, Silberstatuette des Erzengels Michael, op. cit. n. 5, pp. 427-429, cat. 123; Jeffrey Chipps Smith, Sensuous Worship: Jesuits and the Art of the Early Catholic Reformation in Germany, Princeton/Oxford 2002, p. 60; Maxwell 2011, cit. n. 8, pp. 112, 128-130. 10 Monika Bachtler, Der verlorene Kirchenschatz von St. Michael, St. Michael in München: Festschrift zum 400. Jahrestag der Grundsteinlegung und zum Abschluß des Wiederaufbaus (ed. Karl Wagner, Albert Keller), München/Zürich 1983, pp. 127-135; Lorenz Seelig, Erster Band des Schatzbuches, Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, pp. 406-408, cat. 108. 61 DANIJEL CIKOVIČ 6. Reliquie della gamba di San Quirino, 1600 circa, Veglia, Collezione d'arte sacra nella chiesa di San Quirino dimensioni significativamente piu modeste. Sulla base della scritta ordinatamente incisa sul coperchio, si puo presupporre che il reliquiario di Veglia sia stato originariamente creato appunto per la conservazione di reliquie di San Quirino. Comun-que, questo reliquiario a forma di pisside sicuramente non era previsto ad essere presentato al popolo, bensi c'e da presupporre che sia stato immaginato come un piccolo reliquiario «portatile» per l'inserimento nel busto ligneo del santo, forma adatta alle cerimonie liturgiche solenni, per esempio processioni ed esposizioni. Si crede tradizionalmente che nel reliquiario siano conservate le reliquie del protettore della citta di Veglia e della diocesi di Veglia, San Quirino, vescovo di Sisak (lat. Siscia) dall'inizio del 4° secolo.11 Un secolo dopo la morte martirizzata, il suo corpo fu trasferito da Sambotel (lat. Sabaria o Savaria) a Roma, e la sua fe-sta si celebra il 4 giugno.12 La reliquia contenente pezzetto della gamba del santo e 11 La reliquia, come pure il reliquiario dove si conserva, finora non sono stati oggetto di analisi sci-entifiche. Nonostante la mancata esistenza di fonti, la tradizione secondo la quale si crede nel possesso e nella venerazione della reliquia del santo patrono di Veglia, e viva ancor'oggi. Si tratta della processione solenne delle reliquie del santo per le vie della citta il giorno di San Quirino. 12 Daniele Papebrochio, s. v. De S. Quirino Martyre Episcopo Siscis in Pannonia, Acta Sanctorum Iuníí, I, Parisiis et Roms 1867, pp. 372-376; Peter TOth, Sirmian Martyrs in Exile: Pannoni-an Case-Studies and a Re-Evaluation of The St. Demetrius Problem, Byzantinische Zeitschrift, 103, 2010, pp. 155-156. 62 ZUZ - LI - 2015 posata su un cuscinetto rosso (fig. 6), il tutto è minuziosamente decorato con una serie di piccoli gioielli e con alcune perle di vetro rosso collegate con fili d'oro, av-volto in una sciarpa rossa. Oltre alla già nominata scritta sulla donazione, vicino ai poteri si trovano inoltre due documenti finora ignoti. Si tratta del certificato di autenticità della reliquia da parte del vescovo di Veglia, Pietro Antonio Zuccheri, del 1758, su cui retro vi si trova anche il certificato del 1866 da parte del vescovo Ivan Josip Vitezic. I certificati non si applicano pero sul pezzetto di reliquia descrit-to, ma su frammenti di ossa in un piccolo involucro di carta conservato anch'esso nel reliquiario d'argento. Il vescovo Zuccheri cita che, a causa di un dubbio longevo relativo all'identificazione del santo le cui reliquie si conservano nel reliquia-rio, causato dalle scritte contraddittorie sul reliquiario (Regis et martiris) e sulla pergamena (Episcopi et martyris), che non puo essere risolto con certezza, ha cer-cato di procurare appunto la reliquia del vescovo e martire di Sisak.13 Basa l'au-tenticità della nuova reliquia sul fatto che l'abbia ottenuto ex archivio Reliquiariis Viri Nob. Veneti Flaminij Cornaro, che fu uno stimato senatore veneziano e storico della Chiesa.14 Circa cent'anni più tardi, il vescovo Vitezic apri l'involucro sigillato, estrasse una parte delle ossa del santo ...pro veneratione in Ecclesia ejusdem San-cti Patroni Nostri... e lo sigillo a sua volta.15 La reliquia fu confermata infine con il 13 Secondo il manoscritto mai pubblicato in completo Komad skazanja i povidanja od Grada i Ottoka kerskoga illiti Veglskoga... del 1819, dell'autore, sacerdote e storico locale, Ivan Feretic (Vrbnik, 1769-Vrbnik 1839), il vescovo Zuccheri introdusse nella cattedrale una serie di nuove devozioni. Tra le altre, l'adorazione del santo Sacramento di quaranta ore (Quarant'ore) il primo e l'ultimo giorno dell'anno; inoltre fu introdotta la novena in onore del patrono della città, San Quirino, alla vigilia della giornata del santo. Non sorprende quindi l'impegno e la cura del vescovo sull'autenticità e l'acquisto di reliquie di tale importanza per la città e la diocesi. Sul vescovo Zuccheri: Daniele Far-lati, Illyrici sacri, V, Venetiis 1775, pp. 314-316; Mihovil Bolonic - Ivan Žic-ROKOV, Otok Krk kroz vjekove, Zagreb 1977, p. 113. 14 Su Flaminio Corner: Paolo Preto, s. v. Corner, Flaminio, Dizionario biografico degli Italiani, XXIX, Roma 1983, è stata usata la versione elettronica, senza impaginazione. 15 Al tempo del vescovo Vitezic la Chiesa di San Quirino fu stata accuratamente restaurata e nel 1864 fu rimessa nel culto. In questa occasione fu impostato un nuovo altare principale assemblage, composto da gradini in marmo, portati dalla chiesa di San Giovanni Evangelista di Arbe e il taber-nacolo barocco dalla chiesa francescana dell'isolotto di Košljun. Probabilmente in quell'occasione fu rimosso il vecchio altare principale in legno dedito al santo patrono della città, che fu «restau-rato» appunto al tempo del vescovo della Torre, nel 1603, e vi testimonia il dettagliato Conto della spesa fatta nell'Altar di S quirino inedito, registrato nei documenti relativamente ordinati dell'uf-ficio vescovile di della Torre, solo al ritorno del vescovo a Veglia nel 1608. Sul vescovo Vitezic e la ricostruzione di questa Chiesa: Thomas Graham Jackson, Dalmatia, the Quarnero and Istria with Cettigne in Montenegro and the island of Grado, III, Oxford 1887, pp. 151-152; Ivan Žic-Rokov, Kompleks katedrala - Sv. Kvirin u Krku, Rad JAZU - Odjel za likovne umjetnosti, 6, 1971, p. 145. I dati d'archivio inediti sull'ordine dell'altare di San Quirino, che saranno tema di un altro articolo, si conservano presso: L'archivio vescovile di Veglia - Biskupski arhiv u Krku (in seguito denominato BAK), Akti biskupa Ivana kneza Turijana II. 1589-1623 (busta 7), Nenaslovljeni dokument iz 1608. godine, fol. 324 (impaginazione eseguita a matita) 63 DANIJEL CIKOVIČ sigillo del vescovo Antun Mahnic (1896-1920), attaccato allo spago d'oro avvolto attorno alla base del reliquiario. Come sottolineato da lui stesso, il vescovo Zuccheri non è il primo prelato di Ve-glia che si occupo dell'identificazione di San Quirino, le cui reliquie si conservano nel reliquiario d'argento. All'inizio di marzo del 1659, il vescovo Juraj Georgiceo visito la sagrestia della cattedrale, nell'ambito della sua visita pastorale, porgendo un'at-tenzione speciale alle reliquie. In quell'occasione fu redatto un verbale esteso, finora inedito, contenente una descrizione dettagliata del reliquiario con le reliquie del santo patrono della città, concluso con un riassunto della conversazione tra il vescovo e il membro più anziano del capitolo cattedrale, il sessantenne arcidiacono Giovanni Colluce. L'arcidiacono, tra le altre cose, disse al vescovo che non si ricordava se il defunto vescovo della Torre (fig. 7) ebbe portato la reliquia da Roma o dalla Svizzera (Elvetia). Si nota che, secondo la scritta nel reliquiario, si tratti della reliquia di San Quirino, vescovo e martire, e non Regis etMartiris come inciso sul coperchio del reliquiario (Allegati 1 e 2).16 Il vescovo di Sisak, Quirino, infatti, non fu un re, come neppure i suoi omonimi più conosciuti, elevati alla gloria degli altari.17 Nello spirito del rinnovamento tridentino, nel tardo 16° secolo e agli inizi del 17° secolo, si collezionavano intensivamente le reliquie, soprattutto quelle dei martiri pa-leocristiani. A nord delle Alpi, gli eminenti erano i membri della dinastia regnante bavarese, Wittelsbach, protettori ardenti del cattolicesimo. Incentivati dai permes-si formali del papa Gregorio XIII (1577) e Sisto V (1588), la collezione divenne una sorta di "caccia" alle reliquie.18 L'apice simbolico fu raggiunto nel 1593 quando nella processione solenne nella chiesa di San Michele a Monaco furono portati corpi in-teri (corpora integra) dei martiri romani Cyrus, Johannes, Saturnius ed Euphebius.19 16 II verbale sulla visita del vescovo Georgiceo è considerevolmente danneggiato, ossia illeggibile, a causa dell'umidità a cui è stato esposto per una lunga serie di anni (Allegato 1) Tuttavia, questo verbale esteso e descrittivo servi come «modello» nella redazione del verbale di visita del vescovo Stefano David nel 1685, per cui numerose descrizioni dei suppellettili liturgici nel manoscritto di David sono state trascritte da quello di Georgiceo. Comunque, David tralasciö alcune parti del testo, in questo caso, la sintesi della conversazione tra il vescovo Georgiceo e l'arcidiacono Colluce (Allegato 2). Relativamente a quanto nominato in precedenza, si allegano le trascrizioni di entrambi i frammenti dei verbali relativi al reliquiario contenente le reliquie di San Quirino. 17 Sui santi chiamati Quirino in: Bibliotheca sanctorum, X, Roma 1968, pp. 1328-1334. 18 Lorenz Seelig, „Dieweil wir dann nach dergleichen Heiltumb und edlen Clainod sonder Begir-de tragen" - Der von Herzog Wilhelm V. begründete Reliquienschatz der Jesuitenkirche St. Michael in München., Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, pp. 200-201. 19 Sabine M. Schneider, Bayerisch-römisches Siegeszeichen. Das Programm der Münchner Michaelskirche und seine zeitgenössische Rezeption aus der Perspektive der Einweihungsfestschrift, Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, p. 190 e n. 177; Seelig 1997, cit. n. 18, pp. 208-209; Id., Beglaubigung der Authentizität der Reliquien des Heiligen Euphebius, Rom in Bayern 1997, cit. n. 5, pp. 364-365, cat. 66. 64 ZUZ - LI - 2015 7. Ritratto deI vescovo Giovanni deiia Torre, 1606, Padova, Musei civici agli Eremitani - Museo d'arte medievale e moderna Tra i numerosi esempi di trasferimento di reliquie si possono distinguere alcuni come quelli che un anno prima fecero i figli di Guglielmo, il vescovo di Ratisbona e il cardinale Filippo Guglielmo e Ferdinando, arcivescovo di Colonia. In quell'occa-sione furono trasferite a Monaco e nelle chiese gesuite a Ingolstadt e Landsberg, tra 65 DANIJEL CIKOVIČ le altre reliquie, le mani del conte fiammingo, Robert II, e sei teste delle compagne di Santa Ursula.20 Si presuppone che il reliquiario con le reliquie di San Quirino sia stato donato al vescovo della Torre dal reliquiario della chiesa gesuita o dalla collezione personale di Guglielmo della cappella di corte della residenza a Monaco. La reliquia e giunta a Monaco probabilmente come parte del quasi quotidiano arrivo delle reliquie, dalla vicina cittadina di Tegernsee, ossia dalla chiesa del convento nel-la quale si adora il culto di uno dei santi chiamati Quirino.21 Nella seconda meta dell'8° secolo, in questa importante abbazia imperiale benedettina (Reichsabtei Tegernsee), che fu chiusa nel 1803, furono trasferite dalle catacombe di Ponziano le reliquie del martire romano Quirino del 3° secolo.22 Come spesso succede con i martiri paleocristiani, i dati sulla vita di questo santo non sono affidabili e i fatti si intrecciano con le leggende su addirittura altri santi. Secondo una di tali leg-gende, Quirino fu figlio dell'imperatore romano Marco Giulio Filippo (Shahbä, 204 circa-Verona, 249), piu noto come Filippo (I) l'Arabo, ed e inoltre registrato che fu Episcopus Laureacensis (oggi Enns in Austria).23 Agli inizi dell'eta moderna, pero, questo santo fu indubbiamente considerato re e martire e fu presentato con regalie. Vi fungono da testimone numerose fonti scritte nelle quali l'abbazia viene spesso denominata venerabile monasterium sancti Quirini regis et martyris in Tegernsee.24 Si suppone che a causa di quanto detto, sul coperchio del reliquia- 20 Seelig 1997, cit. n. 18, p. 201. 21 Bruno Krusch, Passio Quirini Tegernseensis, Passiones vitaeque sanctorum aevi Merovingici et antiquiorum aliquot - Monumenta Germaniae histórica..., Scriptorum rerum Merovingicarum (ed. Bruno Krusch), III, Hannoverae 1896, pp. 8-20. 22 Agostino Amore, s. v. Cirino, santo, martire di Roma, Bibliotheca sanctorum, III, Roma 1963, p. 1339. 23 s. v. De s. Cyrino Sev Qvirino, Martyre Roms, Acta Sanctorum Mensis Martii, III, Antverpis 1668, pp. 545-546; Peter Christian Jacobsen, Die Quirinalien des Metellus von Tegernsee, Leiden/ Köln 1965, pp. 26-35. 24 Acta Sanctorum 1668, cit. n. 23, pp. 544, 552; Andreas Felix Von Oefele, Anonymi monachi tegurini Ord. S. Benedicti - Historia S. Quirini Regis & Martyris Cum Fundatione Monasterii in Tegernsee & Sucessione Abbatum., Rerum Boicarum scriptores nusquam antehac editi quibus vi-cinarum quoque gentium nec non Germania universa historia ex monumentis genuinis historicis et diplomaticisplurimum illustrantur..., Tomus II, Augusts Vindelicorum 1763, pp. 53-54, 64-68. Dalla banca dati digitale Münchener Digitalisierungszentrum - Digitale Bibliothek si possono citare quattro esempi di frasi introduttive dalle prime pagine delle edizioni del 16o secolo. Iste liber at-tinet venerabili monasterio S. Quirini martyrer in Tegernsee. Emptus anno 1508; Iste liber attinet venerabibli monasterio S. Quirini Rege et martyrer In Tegernsee inligatus anno domini 1510; Jncipit lege(n)da et passio s(an)cti Quirini Regis et martyris (1520 circa.); In / translatione sancti Quirini regis / et martyris hymnus. /Sex vocum. (fine del 16o secolo). Si veda (http:// http://www.digitale-sa-mmlungen.de; 13 aprile 2015). Esaminando le immagini degli allegati della tesi di laurea di Veronika Disl, discussa nel 2013 presso la Facolta tecnica di Monaco, si puo citare un altro esempio del 1635: 66 ZUZ - LI - 2015 Praeambulum Reliquiarum Mon(aste)ry, S: Quirini Regis, etMartyris Tegernseensis M:D:C:X:X:X:V. Veronika Disl, Drei Reliquiare aus dem ehemaligen Benediktinerkloster Tegernsee, München 2013 (tesi di laurea, Technische Universität München, Studiengang für Restaurierung, Kunsttechnologie und Konservierungswissenschaft, dattiloscritto), pp. A18-A19. 67 DANIJEL CIKOVIČ rio di Veglia, oltre al martirio di Quirino (martyr), sia stato inciso il titolo regale (rex), mentre sulla pergamena si trova quello vescovile (episcopus).25 La donazione del reliquiario con le reliquie di San Quirino da parte di Gugliel-mo a della Torre, vescovo di Veglia, nunzio apostolico in Lucerna dal 1595 al 1606, puo essere paragonata a quella del 1584, quando lo stesso duca regalo al legato pontificio Feliciano Ninguarda la reliquia della Santa Spina al momento dell'abbando-no della posizione di nunzio apostolico.26 Oggi questa si conserva nell'ostensorio barocco della chiesa parrocchiale San Giovanni Battista, a Morbegno, citta natale del vescovo. In entrambi i casi, le donazioni di Guglielmo furono espressione di gratitudine e di rispetto, ma non devono mai essere considerate atti eccezionali, isolati.27 Esse rappresentano, pertanto, regali protocollari da parte di uno dei duchi bavaresi piu importanti (Fig. 8), caratteristici per le cerimonie di corte del periodo. 25 L'altra possibilità, meno probabile, è che la reliquia di Veglia provenga dal territorio di confine tra la Germania, Belgio e Paesi Bassi, ossia dalle città di Neuss, Malmédy o Maastricht. Nel raggio di soli cento chilometri si adorano, infatti, addirittura tre santi di nome Quirino, tra i quali nessuno è quello di Sisak. In questo caso, la reliquia giunse nella metropoli bavarese sicuramente indiretta-mente attraverso Colonia. Oltre ad essere geograficamente vicina alle città nominate, a Colonia, tra il 1583 e il 1761, si susseguirono arcivescovi, principi elettori della famiglia Wittelsbach, a partire dal fratello di Guglielmo, Ernesto. Otger Steggink, s. v. Quirino, vescovo di Maastricht, Bibliotheca sanctorum 1968, cit. n. 17, pp. 1328-1329; René Wasselynck, s. v. Quirino, santo, martire, venerato in Normandia, Bibliotheca sanctorum 1968, cit. n. 17, p. 1329; Benedetto Cignitti - Maria Chiara Celletti, s. v. Quirino, santo, martire di Roma, venerato e Neuss, Bibliotheca sanctorum 1968, cit. n. 17, pp. 1329-1332; Agostino Amore, s. v. Quirino, vescovo di Siscia (Siszeck), santo, martire, Bibliotheca sanctorum 1968, cit. n. 17, p. 1333. 26 Alexander Koller, s. v. Ninguarda, Feliciano, Dizionario biografico degli Italiani, LXXVIII, Roma 2013, pp. 153-156. 27 Nei rimanenti due busti-reliquiari nel tesoro di Veglia, oltre al quarto, quello di San Giovanni Nepomuceno, si conservano le reliquie di Santa Cordula e di uno dei legionari della legione tebea. Cio si conclude in base ai verbali di visite dei vescovi Georgiceo e David nominati precedentemente. In quell'occasione fu registrato che le reliquie furono donazioni da parte dell'abate dell'abbazia a Einsiedeln, Augustin Hoffman di Baden, al vescovo della Torre nel 1604, ossia da parte di un donatore sconosciuto all'arcivescovo di Zara, Minuccio Minucci e rettore del collegio gesuita di Colonia, Ludovic Thovard nel 1593. A questi bisogna aggiungere duobus capitibus Sociarum S. Ursulœ della cattedrale di Ossero, come nominato da Daniele Farlati che scrive delle donazioni da parte del ve-scovo Coriolano Garzadori (Vicenza, 1543 -Vicenza, 1618). Secondo Farlati, il vescovo Garzadori porto le relique da Colonia, dove fu nunzio apostolico dal 1593 al 1606, e le dono alla cattedrale di Ossero. Sei reliquie conservate nei busti-reliquiari nell'altare maggiore della cattedrale di Ossero, e altre due conservate nella collezione sacrale vicina, e non solo due, come scrive Farlati, saranno tema di un altro articolo. Risulta interessante il fatto che, oltre alle reliquie dei santi, i vescovi della Torre e Garzadori decorarono le proprie chiese con le pale d'altare dello stesso artista. Si tratta di quadri eseguiti dal maestro veneziano, Andrea Vicentino (Vicenza, 1542-Venezia, 1618) nelle cattedrali a Veglia e Ossero, come pure del quadro bruciato della chiesa parrocchiale di Cherso, eseguite come donazioni vescovili, anche queste saranno tema di un altro articolo. BAK, Pastirski pohodi II (busta 25), 68 ZUZ - LI - 2015 ALLEGATO 1 Inizio del verbale di visita del reliquiario della cattedrale di Veglia da parte del vescovo Juraj Georgiceo alcuni giorni prima del 3 marzo 1659. „Visito le Reliquie; rittrovo in una Statua (danneggiato)... Cathedrali Veglensi communica-tœ, et donatœ Anno D(omi)'ni 1604. Le quali S. S. Ill(ustrissi)'mo ritrovo decentem(en):te conservate in un Armario dentro in Sagrestia sotto chiave che sta' in mano d(e)'l Sagre-stano, conservandosi quella della Statua in mano d(el)'lo S(ignor).e Archidiacono Colluce, come piu vecchio del Cap(ito)'lo, qual (danneggiato) et attesto tac(...), che haveva veduto un breve (danneggiato) sico(?) non si ricorda se di Roma, di Elvetia, o di Mo(danneggiato) Torre. b(eate). m(emorie); qual conteneva scritto S. Quirino E(pisco)'pi et Martiris, e non Regis et Martiris, e che fosse stato (danneggiato) di chi haveva fabricato il Vaso d'Argento." Archivio vescovile a Veglia, Pastirski pohodi II (busta 25), Knjiga vizitacije biskupa Jurja Georgicea, 1659, senza impaginazione ALLEGATO 2 Inizio del verbale di visita del reliquiario della cattedrale di Veglia da parte del vescovo Stefano David del 20 marzo 1685. „Die 20 Mensis Martij 1685 Visítatio .S.S. Reliquiarum. Mons(igno):re Ill(ustrissi)'mo, et R(everendissi)'mo Vescovo con la presenza, e assisten-za del R(everendissi)'mo S(igno):re Don Andrea Purga Can(oni):co, et Arciprete di questa Knjiga vizitacije biskupa Stefana Davida, 1685., fol. 5-6r. Su Minuccio Minucci: Alexander Koller, s. v. Minucci, Minuccio, Dizionario biografico degli Italiani, LXXIV, Roma 2010, pp. 710-714. Ludovic Thovard si nomina in: Friedrich Von Reiffenberg, Historia societatis Jesu ad Rhenum inferiorem... I, Index Collegiorum et Domiciliorum Societatis Jesu - anno 1600, Colonis Agrippins 1764. Su Coriolano Garzadori vedi Stefano Tabacchi, s. v. Garzadori, Coriolano, Dizionario biografico degli Italiani, LII, Roma 1999, versione elettronica senza impaginazione; Farlati 1775, cit. n. 13, p. 217. Le pale d'altare vengono recentemente nominate da: Igor Žic, Crkveno slikarstvo na otoku Krku od 1300. do 1800. godine, Rijeka 2006, pp. 128-130; Jasenka Gudelj, Zborna crkva sv. Marije Snježne u Cresu, Renesansa i renesanse u umjetnosti Hrvatske - Zbornik radova sa znanstvenih skupova "Dani Cvita Fiskovica" održanih 2003. i 2004. godine (ed. Predrag Markovic, Jasenka Gudelj), Zagreb 2008, pp. 153, 164 (n. 11); Sanja Cvetnic, Dominikanci i njihova ikonografija nakon Tridentskog koncila, Dominikanci u Hrvatskoj - katalog izložbe (ed. Igor Fiskovic), Zagreb 2011, p. 187; Višnja Bralic, Venecija i slikarstvo baroknih stoljeca u sjevernojadranskoj Hrvatskoj, Sveto i profano: slikarstvo talijanskog baroka u Hrvatskoj - katalog izložbe (ed. Radoslav Tomic, Danijela Markovic), Zagreb 2015, p. 41. 69 DANIJEL CIKOVIČ Chiesa Cathedrale al p(rese)'nte Vicario Gen(era)'le, come anco delli Si(gno):ri Canonici Don Fran(ces):co Bendata, Don Giacomo Fasana, e Don Franc(es):co Casari si porto in Sacristía per visitare le Sacre Reliquie tenute, e conservate in un' Armaro Grande di Nogha(e) ra, nel quale si ritrovarono le Reliquie infrascritte. In una Statua di mezzo busto iritrata, che si serra con chiave dietro le spalle, ritrovo un' vaso d'argento d'orato in forma di Pi-side, nel quale vi era un' pezzo di reliquia del Poplite di San' Quirino Vescovo, e Martire, Patrone di questa Citta di Veglia, adornata con Perle all'intorno, et rivolta in tafettano cremesino con inscritt(io):ne sopra il Vaso: Reliquia S(anc):ti Quirini Regis, & Martijris; e dentro nella detta Statua si osservo la seguente inscrittione: Reliquia de Poplite' .S. Quirini E(pisco)'pi', & Martijris a Ser(enissi):mo Gulielmo Comite Palatino Rheni, ac utriusq, Bavaria Duce dono data Ill(ustrissi)'mo, et R(everendissi)'mo D(omino).D(omino). Ioanni Comiti Turriano E(pisco)'po' Veglensi Ap(osto)'l(i)'co Nuntio cum potestate Legati de la-tere, ac Helvetia tunc temporis ressidenti, et ab eodem Ill(ustrissi)'mo E'cclesia Sua Ca-thedrali Veglensi com(m)'unicata, et donata." Archivio vescovile a Veglia, Pastirski pohodi II (busta 25), Knjiga vizitacije biskupa Ste-fana Davida, 1685., fol. 5 Traduzione dal croato: Maja Lazarevic Branišelj Referenze fotografiche: Damir Tu lie (1-3, 6), Gmelin 1888, cit. n. 4, tab. XXI (4), Rom in Bayern..., 1997, cit. n. 5, pp. 366, 77 (5, 8), cortesia del Comune di Padova - Assessorato alla Cultura (7). 70 ZUZ - LI - 2015 Relikviarij sv. Kvirina iz krške katedrale: donacija vojvode Vijema V. Bavarskega škofu Giovanniju della Torre POVZETEK Članek predstavlja do sedaj nepoznano donacijo vojvode Viljema V. Bavarskega škofu in apostolskemu nunciju v Luzernu, Giovanniju della Torre, iz leta 1604. Gre za srebrn relikviarij v obliki pikside z relikvijami sv. Kvirina, hranjenega v zakladnici katedrale na otoku Krk. Piksida je narejena v renesančnem slogu in predstavlja izjemno kvalitetno delo južnonemškega mojstra iz preloma 16. v 17. stoletje in spominja na piksido iz jezuitske cerkve sv. Mihaela v Münchnu. Domneva se, da bi se lahko uporabljala kot prenosni relikviarij manjših dimenzij, ki bi se lahko vstavil v leseno busto svetnika ob posebnih prazničnih liturgičnih obredjih. Relikvije, v obliki delcev svetnikove goleni, so v München k vojvodi verjetno prišle iz bližnje benediktinske opatije v Tegernsee-ju, kjer prav tako gojijo kult čaščenja rimskega mučenika Kvirina. Viljemovo donacijo Giovanniju della Torre bi lahko primerjali s tisto iz leta 1584, ko je taisti vojvoda podaril papeževemu odposlancu Felicianu Ninguarda relikvijo svetega trnja, v trenutku ko se je ta odpovedal apostolski nunciaturi. Relikvija je danes hranjena v župnijski cerkvi v Morbegnu, v obeh primerih pa lahko to razumemo kot izraz hvaležnosti in spoštovanja. Te relikvije torej predstavljajo protokolarna darila kot značilno obliko dvornega ceremoniala. 71 ZUZ - LI - 2015 1.01 ORIGINAL SCIENTIFIC PAPER Danijel CIKOVIC, Reliquary of St. Quirinus from Krk Cathedral: Duke William V of Bavaria's Gift to Bishop Giovanni della Torre Keywords: Duke William V of Bavaria, Giovanni della Torre, pixide, relics, St. Quirinus, Munich, Krk, beginning of the 17th century The article discusses a hitherto unknown donation of Duke William V of Bavaria. In 1604, a silver pixide-formed reliquary with St. Quirinus' relics was donated to Bishop and Apostolic Nuncio in Lucerne, Giovanni della Torre. Held in the treasury of Krk Cathedral, the reliquary is a southern German work of outstanding quality, dating to around 1600. It resembles the pixide in the Church of St. Michael in Munich. The relics probably originate from the nearby Benedictine Abbey in Tegernsee, which was a cult centre of the Roman martyr Quirinus. The relic was a formal gift, a typical form of courtly protocol. 1.01 IZVIRNI ZNANSTVENI ČLANEK Nataša GOLOB, Brevir škofa Žige pl. Lamberga in Bartolomeo del Tintore alias Picov mojster Ključne besede: brevir, škof Žiga pl. Lamberg, Bartolomeo del Tintore, Picov mojster, Marijino kronanje, sivolasa Marija, beneško knjižno slikarstvo, 1481 Leta 1481 je tiskar Franciscus Renner, de Heilbronn, v Benetkah natisnil Breviarium Aqui-leiense; eden od izvodov na pergamentu, je bil v lasti prvega ljubljanskega škofa Žige pl. Lamberga (ok. 1415, škof 1463-1488). Pomemben je okras prve strani in med ikonografskimi posebnostmi lahko izpostavimo upodobitev Marijinega kronanja, kjer je sivolasa Marija vidna s hrbtne strani. Krona, ki ji jo daje Sveta Trojica, ima obliko, ki združuje vladarsko krono in vladarsko jabolko ter se ujema z nekaj upodobitvami Marijinih kron, ki pa so vse povezane z naročili s Habsburškega dvora. Slogovna analiza pa ponuja predlog, da so cvetlične obrobe, iniciale in svojevrstna naslovnica delo beneškega knjižnega slikarja, znanega kot Picov mojster oz. Bartolomeo del Tintore. 1.01 ORIGINAL SCIENTIFIC PAPER Nataša GOLOB, The Breviary of bishop Sigismund of Lamberg and Bartolomeo del Tintore alias Maestro di Pico Keywords: breviary, bishop Sigismund of Lamberg, Bartolomeo del Tintore, Maestro di Pico, Coronation of the Virgin, grey-haired Mary, Venetian illumination, 1481 In 1481 Franciscus Renner, de Heilbronn, a printer in Venice, sent to the market Breviarium Aquileiense; one of the examples, printed on parchment, was in possession of the first bishop in Ljubljana, Sigismund of Lamberg (ca. 1415, bishop 1463-1488). Illumination of the first page reveals rather unusual iconography of Coronation of the Virgin; a grey-haired Mary is seen from the back and the Holy Trinity is giving her the crown in a combined form of royal crown and orb (globus cruciger). The form is close to several depictions of the Virgin's crown, yet they relate to the commissions from the house of Habsburg. Stylistic analysis offers a suggestion that floral borders, initials and the outstanding first page are the work of Venetian illuminator Maestro di Pico resp. Bartolomeo del Tintore. 249 [Cikovic 1] Busto-reliquiario di San Quirino. Veglia, Collezione d'arte sacra nella chiesa di San Quirino ZUZ - LI - 2015 [Cikovic 2] Maestro della Germania méridionale, Pisside-reliquiario di San Quirino, 1600 circa Veglia, Collezione d'arte sacra nella chiesa di San Quirino