ANNO XI Capodistria, 1 Aprile 1877 N. 7 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso li Redazione. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 4) Aprile. 1 1450 Ducale Foscari che comanda alla Camera nostra di dare a Santo de Gavardo, strenuo squadrerio lancearum spezatarum, zecchini 200 a conto di paga per dotarne la figlia. -1, - 119. 2 1426 II patrio consiglio conferma mastro Bona- iunta Barbiere a priore del civico ospedale di san Nazario. - 1, - 61b. 3 1426 Ducale che proroga ad altri 10 anni a Ga- sperino Bonoccorsio la costruzione di eerte saline, (che il suo padre Nicolò doveva aver già fabbricate^, colla condizione per altro di doversi servire delle barine che sono là pressò il Castel Leone. -1,-64, 4 1434 Brancaleone di ser Nazario de Alessio viene inscritto tra i nobili del patrio consiglio. - 1, - 71. 6 1317 II vescovo Contarmi investe Simeone e Colmano Vergerio del feudo della decima di Pa-dena e di Villa Nova o Villa Morosina, al quale ser Celino del fu Ugolino aveva rinunciato. - 2. 6 1512 Tregua conchiusa tra il nostro comune e quello di Trieste, — 2. 7 1423 II pod. e cap. Alessandro Zorzi inscrive Giacomo di ser Giovanni de Crema tra i nobili del patrio consiglio. -1,-43. 8 1727 II pod. e cap. Nicolò Donado impone a Giacomo De Bin la restituzione alla mensa vescovile di certi terreni, situati sul monte Sermino e da lui occupati. - 10. 9 1478 II doge accusa la consegna di sei Turchi, presentatigli da ser Pasquale Ingaldeo e che erano stati presi dal padre di questo, ser Giovanni capitaneus sclavorum, - 1. - 218. 10 1283 11 senato veneto permette al pod. e cap. Francesco Quirini di accettare l'invito del capitano che marcia in Istria, ancorché alla stessa mensa si trovasse gente del nostro co- Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. mune, a fronte delle civiche leggi che glielo vietassero. - 13, - I, - 150. 11 1409 Convenzione pattuita tra gli ebrei ed il no- stro comune sotto il pod. e cap. Pietro Gauro. - 1, - 58b. 12 1222 Federico II si congratula col vescovo As- salone e coi giudici nostri per essersi veduto a'suoi piedi il podestà ed i cittadini che gli chiesero la conferma degli antichi privilegio - 2. 13 1262 Convenzione delle monache di san Leucio de Pineto, assenziente Leonardo vescovo d'Equi-lio (lesolo), con la quale si obbligano ad un annuo censo verso il nostro capitolo per i beni che possedevano nella diocesi giustinopo-litana, e propriamente a consegnare annualmente quattro paia luciorum, quattro paia tencarum mezza libra di pepe e mezza di cunini, due reste di cipolle e due di aglio. - 29. 14 1350 Bertuccio Strazzaroli di Venezia viene delegato dagli Ospedalieri di san Clemente presso Muggia a riscuotere dalle nostre due chiese di S. Pietro (in Ponte) e di S. Tomaso le rendite che loro si aspettavano. - 2. 15 1550 II veneto senato accorda al nostro comune di aprire il monte di pietà, - 12, - 215. COREISPOOEIZE Poma, Marzo 1877 Sono pochi dì, dacché mi giunse da Venezia la pietosa raccolta di scritti, fatta da quell'egregio nostro Luciani alla memoria della cara estinta sua compagna. — L'Istria, per reintegrate sue glorie di cotanto debitrice al valente suo figlio, ha mostrato di partecipare sentitamente a quella somma delle sventure, ond' esso potesse rimanere colpito. Né minore fu il duolo, io ve 1' accerto, fra gli amici di Roma. Concedetemi adunque un po' di spazio, acchè io pure, a nome di più di 20 nostri comprovinciali, nell' antica madre patria ospitati, sciolga un debito di affetto verso il lontano e addolorato amico, porgendo ad un tempo ben grato omaggio alle virtù di quella gentile, che sì immaturamente è uscita di questo mondo. Lorchè qui giunse la funesta notizia, chi conosce il Luciani tanto fu penetrato del suo dolore, da non trovare in quel giorno alcuna espressione di sollievo, o di conforto. Noi, che l'avevamo veduto sì felice, non ci sapevamo dar pace nel rassegnarci a saperlo ora sì sventurato. Sonvi sventure, per chi ha amato e sa cosa sia il virtuoso affetto alla donna del cuore, che lenimento non hanno, fuorché in quelle due supreme e-nobilissime espansioni, virtù e consolazione ad un tempo, dell' amore alla patria e dell' amore ai propri figliuoli. Queste, queste sole ragioni possono sostenere nella sventura domestica un uomo come il Luciani! L'amore di patria specialmente quali prodigi non opera! E vasto campo di azione esso lascia ancora aperto innanzi a noi tutti, e più al nostro Tomaso! Chiuse non sono ancora le vie del perseverante adoperarci per una méta, cui indubbiamente raggiungeremo. E finché quella méta c' invita, ogni lugubre pensiero, ogni duolo dell' animo, ogni particolare vicenda debbonsi superare mercè il costante, fermo lavoro intorno ad un' opera, di cui ci sapranno grado i venturi. Era la primavera del 1871. Firenze, vaghissima sempre, era allora stupenda pel moto incessante e avvicendato della capitalo del Regno d'Italia, pel brio dei suoi abitanti e dei fratelli colà convenuti sì dalla insubre regina, come dalla estrema Sicilia; oltreciò i miglioramenti operati da quell' infaticabile Sindaco eh' è Messer Ubaldino, il risiedervi di Re Vittorio il Galantuomo e dei due rami del Parlamento nazionale, 1' accorrervi delle più doviziose famiglie d'Inghilterra, Russia e Germania 1' avevano ridotta un soggiorno dei più deliziosi. L'amico Luciani la scelse ottimamente pel suo viaggio di nozze. Oltre i ricordi di patria storia, i monumenti sì pregevoli, sopra 1' amico nostro esercitava attrazione il fiore dei suoi amici raccolti in Firenze : egli era sicuro della più liet3, della più affettuosa accoglienza. Il Dall' Ongaro, cara e venerata illustrazione del nostro paese, era beato d' avere alla sera nella sua sala la coppia istriana. — E così il Correnti, e così altri, cui non pareva vero d'ospitare sì amabili sposi. — Chi mai avrebbe potuto in quei bei momenti pensare che quelle gioje sarebbero state fugaci pel breve Volgersi di soli 6 anni? E che sono mai sei anni! Se la vita è breve, 6 anni non sono dessi un pensiero della vita? Morire nel vigore dell'età, in mezzo alle carezze della madre, del compagno e dei pargoletti, senza saper compiuti ancora i più elevati desiderii del marito — quale crudele sventura! Evelina Previtali quale moglie di Tomaso Luciani amava l'Istria come sua seconda patria, come appendice della sua Venezia : in tale affetto avrebbe e-ducato 1' animo ai figli. Così tutte le madri ne imitassero 1' esempio ! Io rividi l'ottima signora nell' agosto dell' anno decorso, in sua casa a Venezia : nessuna donna potrebbe accogliere un amico di suo marito con maggior amabilità; ed essa sempre discorreva con noi dell'Istria! Quanto poche sono le donne, che sanno discorrere della patria! E quale tremenda disgrazia che di queste appunto ci abbia a rubare la morte! Possano questi miei poveri cenni, dettati da a- micizia, che non verrà mai meno, esser grati all'amico nel lutto! Possano da qui a qualche anno, lorchè i figli suoi saranno grandicelli, rafforzare la loro fede nei destini del nostro paese! E. P. Me sopra i Castellieri o Rovine preistoriche della penisola istriana del capitano R. F. Bl'RTOX, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di S. 91. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'autore di N. M.-G. istriana. Parte II. VISITA AI CASTELLIERI (Cont. V. N. 3) Quando fu fondato o tracciato il villaggio, la cresta del cono o sostegno fu evidentemente portata via in uno o più luoghi, rimanendo parte dell'originario ! declivio di terra per formare la base del parapetto. J Sopra questa base erano collocate larghe masse di pietra calcarea, che misuravano talvolta due piedi cubi quadrati, in ordine mediocremente regolare "muros seccos» ; mai fatte con calcina da murare (malta) e con massi lavorati o tagliati ; il tout ensemble formava una rozza arèhitettùra di stile comune appellato ciclopi*». La 1 grossezza interna del parapetto era da quanto apparisce riempita di pietre più piccole, ed ella variava dai 18 ai 31 piedi verso l'apertura nord-nord-ovest. Il declivio interno era erto e mondo di macerie ; la scarpa ester- i na o controscarpa, disposta ad angolo regolare, era co- j perta per 30 piedi all'incirca (fig. N. 2 v. tes. ingl.) di pietre muscose che sdrucciolarono o furono rimosse dal loro posto, e Cunzi come le altre rovine sono strettamente rivestiti da una folta vegetazione di spini e di rovi. Il recinto tra i muri esterni e gì' interni era generalmente coperto d'erba, ed io ritengo che qui fosse tenuto il bestiame e le capre appartenute agli abitanti dei villaggi. Nello spazio fra i due muri il vecchio Marco ci mostrò una incavatura circolare praticata da un "prussiano, ; e ci assicurò che gli rese scarsi risultati. 1) Il terriccio nero e le stoviglie rotte qui come al solito coprivano il muro e al Museo Scampicchio mi vennero mostrati ventitre frammenti, 2) la cui materia più fina gli fanno ritenere d' origine romana. Furono pure I rinvenuti due vasi di terra ; uno dei quali a doppio manico può essere fattura latina ; mentre l'altro a i un solo manico rozzamente cotto al forno è probabilmente di data anteriore. 3) Non posso finire questo cenno sul Castelliere di Cunzi senza rivolgere una parola di riconoscenza alla famiglia Depangher, la cui cura intelligente ha preservate quelle rovine dalle ruberie che hanno colpito le loro vicine colla "abominazione della desolazione,,. Il seguente Castelliere che visitammo, si trova a destra della strada maestra di Vragna, il Raven 4) attraverso lai collina del Monte Maggiore che conduce a Fiume. Un grande taglio nel fianco occidentale della montagna porta sopra il suo margine destro la piccola colonia di Stara - Vragna (Vragna Vecchia) la romana Aurania, e accanto*ad essa ci fu mostrato una rovina della forma di un buco a collo ristretto. 5) Le rovine d' un castello probabilmente veneto nascondono qui ogni traccia di Castelliere, se pure ve ne fu mai. Ma più in alto vicino ad una cascina conosciuta sotto il nome di Nezegl (Nezelj a Priceyk) vedemmo l'arco di una cinta il cui pendio raggiunge quasi la destra della strada: ma non offriva nulla di nuovo. La nostra terza escursione nelle vicinanze di Albona fu a Dobrova, una grande casa di campagna appartenente ad una famiglia di ricchi possidenti, i baroni Lazzarini. La nostra guida in questa occasione fu il signor Ernesto Nacinovich, che ci avèa invitato di acquartierarci durante la notte nella sua casa paterna a Santa Domenica. Una passeggiata di circa 20 minuti al nord-nord-est sopra una sommità coperta dei soliti spini e rovi ci condusse alla grande colonia la cui parte settentrionale è chiamata Stermatz, e la meridionale Stari-grad. Questo Castelliere che prospetta la bassa valle di Prodol fu quasi distrutto, ed il solo suo punto interessante è la disposizione della cinta irregolare adatta alle esigenze del terreno. 6) Ma prima di lasciare Albona noi visiteremo il Museo Scampicchio ove troveremo alcuni interessanti esemplari di armi di pietra. Tutti erano della lucida categoria popolarmente chiamata neolitica, ed infatti per tutta l'Istria che è affatto mancante di selce, io; non vidi un esemplare più vecchio di questa specie.. Col gentile permesso del proprietario ne feci dei diségni, e qui segue la lista dei più importanti. Nessuno Jt'esgi presenta alcuna novità nella forma, e come il solito, essi sono per la maggior parte composti di quella pietra che non è propria del paese. Queste armi sembra abbiano viaggiato come le conchiglie chiamate Kauri o cotvrie. 1. Le due punte di freccia di silice, l'una con, arpione tang l'altra senza, furono trovate in una' Kiokken mòdding di Vermo presso Pisino, ed il signor Antonio Covaz me ne mostrò una terza trovata nello' stesso luogo. Yermo ha fornito anche gusci di terra e di mare evidentemente usati per cibo, e le ossa spezzate di mammiferi rivestite di un involucro calcareo, formante una breccia ossifera. 1) 2. Il disegno N° 9. della stampa in grandezza naturale è quello della magnifica scure di pietra verde, il più grande modello della sua classe esposto al Congresso antropologico - archeologico di Bologna. Fu per mezzo secolo nella famiglia Luciani - Scampicchio, che fortunatamente l'ha preservata dallo smarrimento. 3. La stessa Albona ha fornito cinque esemplari, un puntello a pietra d'affilare di forma piramidale, una scure nera che può servire di pietra di paragone, una piccola ascia molto graziosa di pietraverde alquanto lavorata, una terza di simile materia con un orlo tagliente e gli avanzi di una quarta scure o zappa. 4. Da Pedena, evidentemente luogo preistorico, che ha innalzato testé un campanile del valore di 12000 fiorini, e largo tanto da alloggiare l'intero villaggio, fu portata un' ascia fina di pietra verde ed un cubo lucido senza spigoli più piccolo, il cui uso s - è dubbio. 5. Da Parenzo un' ascia. 6. Da Fianona un frammento lucido. 7 Dall'Isola di Cherso un'ascia. 8. DaChersano, una pietra nera lucida apparentemente un' ascia, ma in parte a forma di scure. Dopo aver dato un addio al gentile nostro ospite ci dirigemmo verso Pola, che il mio compagno desiderava visitare, e passammo una giornata deliziosa in gran parte presso il Club Navale assieme al nostro compatriota il comandante I. William Greaves ed il fratello di. lui il capitano Edward Germonnig, ambidue sulla flotta austriaca. 8) i Viaggiammo quindi per istrado tortuose 9) e impraticabili verso la costa occidentale del "Piemonte orientale,, esultando assai pel mutamento del clima. N<*i avevamo sofferto due giorni di freddo che finirono in pioggie torrenziali accompagnate da tuoni e lampi fortissimi, sotto un cielo grigiastro e melanconico, in mezzo a vento acuto, rinfrescato dalle nevi del Monte Maggiore e della Terra dei Cici, il qual clima poteva stare a paragone con quello della costa di Essex. Ma alla costa occidentale evvi un atmostera deliziosa, fresca, chiara, tranquilla, che mi ricordò l'Upper Sind nella stagione dei venti eterei. La rumorosa Bora, che nel 7 dicembre 1873 rovesciò una vettura, e precipitò un treno di cinque vagoni presso Fiume, uccidendo tre passeggieri e ferendone otto, quivi cessò d'all'infuriare, ed il solo sintomo del suo corso attraverso i freddi altipiani della Stiria era un cielo limpido con l'aria là più secca e frizzante. La vista dell'Adriatico e le forme delle soprastanti coste rocciose ci ricordarono ad entrambi Malta nel suo aspetto più incantevole. (Continua) 1) Mi fu detto erroneamente che questa incavatura fu fatta dal grande letterato e storico Mommseu. 2) Alcuni di questi frammenti sono straordinariamente . pesanti e grossi, e ini ricordano gli esemplari che portai a c^sa nel 1871 dalle varie parti della Siria e della Palestina. 3) Io mi sono procurato una fotografia di questo interessante modello. 4) La parola slava è Vran in analogia linguistica collo scandinavo Erafn , coljteutonico rabe, e coli' inglese raven. Di questa le consonanti radicali sono r b (e le sue congenite v ed f), e, curioso a dire, noi le troviamo nella voce ebraica orob e nel-l'arabica ghurab (corvo) che diede senza dubbio origine a cor-vus, corbeau, ermo. 5) L' albergatore di Vragna lo chiama "Sito Vorljake va Bukovike pod (under), Stagie (or Stagoj nel sito Stara Vragna sotto il monte Maggiore. Se il viaggiatore non domanda con precisione e colle parole nsate dai paesani, egli sbaglierà nel trovare il suo luogo. 6) Il signor Nacinovich mi mostrò pure una Dolina (cioè dol, thal, dale, e vale) una buca della forma di un cratere nel campo di pietra calcare al nord di Santa Domenica, popolarmente conosciuto per Venezia. Contiene due grotte, una con una sola l'altra con doppia apertura, le quali si aprono al sud e al nord. Io mi riserbo di descrivere questa formazione in un altro scritto sopra le abitazioni delle grotte in Istria. Il cavalier Luciani mi scrive : "Ma giacché è deciso d'intraprendere uno studio serio, io la prego di non limitarlo ai Castellieri, bensì di estenderlo anche alle caverne. Molti le diranno che sono inaccessibili, impraticabili, che furono visitate da altri, che in esse non haunovi in-dizii di abitazioni o di resti umani. Non si acquieti a tali asserzioni. Il paese non è instrutto abbastanza in questo ramo di scienza nuova, e per conseguenza i più sono increduli, fanno difficoltà e creano impossibilità che non esistono in fatto. Veda coi proprii occhi e tocchi colle proprie sue mani. In Istria come dissi nella lettera al Dr. Buzzi, bisogna distinguere le voragini (volgarmente foibe) dalle caverne (grotte). Le prime per loro natura, precipitose e perpendicolari, inabitabili veramente, lasciamole pure al geologo ; ma le seconde che si aprono sui fianchi delle costiere e s'inviscerano orizzontalmente, o quasi, nelle mou- tagne, tocca a noi esplorarle attentissimamente perchè sotto la crosta stalagmìtica contengono, o corto possono contenere, l'incognita dei primi abitatori selvaggi.,, 7) Io mi riserbo il soggetto sulle breccie ossifere in Istria e nelle Isole Dalmate por uno scritto avvenire. 8) Nell'i, r. Arsenale navale esistono quattro revolver, pistole e carabine, intorno ai quali il direttore capitano Germon-nig mi ha gentilmente promesso di fare delle ricerche. 9) Il lettore ò di nuovo posto sull'avviso contro il Murray (Manualedella Germania Meridionale) cho dice a pag. 460 qualmente l'eroi, a 7 miglia da Pola, sia un piccolo villaggio abitato da una colonia di greci, che conserva tuttora la lingua ed il pittoresco costume del suo paese. In una cocente mattinata di agosto il signor de Perrochel ed io camminammo per 5 miglia onde visitare questi greci. Noi vi trovammo invece alcune famiglie di Albanesi e Montegrini che colonizzarono quel luogo nel 1657, eche sono soltanto di religione greca. La meschina locanda di Dignano denominata Titrnbull ha pure molto migliorato per le frequenti visite degli ufficiali di marina che giungono da Pola. L'albergo Ferrara è in oggi uno de'migliori dell'Istria. NOTIZIE Con la patente imperiale del 20 Marzo p. p. venne decretata la convenzione della Dieta provinciale nonché di quella di Trieste e Gorizia per il giorno 5 aprile, p. v. Alla benedetta memoria di Eugenio Solferini s'inaugurerà tra breve nel Campo Varano di Roma un monumento condegno. L' epigrafe è del nostro comprovinciale, l'illustre professore Carlo Combi. La Commissione delegata dalla Società del Progresso di Trieste ha deliberato d'invitare una rappresentanza del Trentino, dell'Istria e del Goriziano per conferire con essa intorno al miglior modo di attuare l'istituzione di una facoltà legale in una delle provincie italiane della Monarchia. La Società degli studenti italiani in Vienna diede nel mese decorso una serata di musica, declamazione e canto, il cui introito fu devoluto a totale beneficio della sezione di mutuo soccorso. Cooperarono a rendere brillante la serata Tommaso Salvini ed altre illustrazioni artistiche. La redazione di questo periodico nel pubblicarne l'ottimo successo ottenuto, è dolente di non aver potuto far appello alla generosità dei comprovinciali onde materialmente cooperassero alla facile riuscita, perchè l'annuncio cortesemente inviatole dal comitato organizzatore della festa in data 27 febbraio a. c., le pervenne troppo tardi per la stampa. Romolo Gessi, il celebre esploratore ital iano, intervenne non ha guari ad una seduta della Società Geografica Italiana tenutasi in Roma. Egli parlò sul lago Albert-Nyenza da lui circumnavigato, descrisse il suo stato stranamente elettrico, encomiò gli sforzi dell'Egitto di togliere la schiavitù, espresse l'ammirazione pel generale Gordon ; promise in fine di interessare Gordon a dare mano agli esploratori italiani che tenteranno di raggiungere i laghi di Kaffa. — Il generale ungherese Thùrr parlò nella stessa seduta dell' istmo di Panama. Nella grande aula del Collegio Romano vedesi ora esposta la grandiosa opera dell'illustre Francesco Scaramuzza direttore dell'Accademia di Belle Arti in Parma, la quale compouesi di 243 cartoni eseguiti a penna cou cura minuziosa, e costituiscono la più completa illustrazione della Divina Commedia che siasi mai fatta. Profondo nella interpretazione filosofica del concetto, lo Scaramuzza non è solamente maestro negli effetti di luce, e negli sfondi ottenuti con milioni di lineette e di puntini, ma altresì nel modellare il nudo, nel panneggio, nell'armonia della composizione. La biblioteca civica di Trieste possiede una bella riproduzione fotografica del lavoro summenzionato. Il Milanese Massimiliano Bianchi ha inventato una macchina detta Sommagrafo o Metraritmo, con cui ognuno può fare somme, sottrazioni, moltipliche e divisioni a sistema decimale colle rispettive prove. Questa invenzione è necessaria agi' inscienti, utile e di sollievo agli inesperti. Venne firmato a Venezia il contratto tra i signori Fornoni, conte Zeno, Molmenti' rappresentanti del Comitato pel monumento a Goldoni e lo scultore Del Zotto. Il modello Del Zotto verrà fuso in bronzo nella fonderìa Papi a Firenze; il monumento verrà inaugurato nell'agosto del 1878. Cose locali Nel giorno 17 m. d. fu varato nel cantiere Poli il bark Guglielmo D., di proprietà dei signori Druscovich da Curzola, Fonda da Trieste e compagni, fra i quali c'entra come interessato anche il signor Luigi Poli di questa città. La lunghezza di esso bark è di 114 p. di Parigi in chiglia, la massima sua larghezza di piedi 29, ed il puntale di costruzione misura piedi 19 e pollici 3. La sua portata in stazzatura moderna è di 550 tonnellate. Dal Veritas Internazionale venne classificato colla marca stella, eh'è il massimo grado. Un' accademia al nostro Ginnasio La spettabile direzione di questo ginnasio superiore ha con pietoso e gentile pensiero divisato di dare entro il mese corrente nella sala maggiore dello stesso istituto, un'accademia di musica e di canto, il cui introito, ricavato dalle offerte dei signori che vorranno intervenirvi, sarà devoluto all' incremento del fondo di beneficenza, attivato per studenti poveri fino dall'anno 1876, siccome scorgesi dallo statuto che rechiamo qui sotto. Lo scopo altamente filantropico che ha determinato la sullodata e benemerita direzione a dare il nobilissimo trattenimento accademico è arra indubitabile del numeroso concorso e della generosità dei nostri concittadini. Ecco intanto su quali basi venne attivato il fondo di beneficenza surriferito e la sua gestione durante l'anno scolastico 1875-1876. STATUTO del fondo di beneficenza per gli studenti poveri nelV f i. r. Ginnasio superiore di Capodistria. §. 1. Il fondo di beneficenza ha per iscopo di soccorrere studenti poveri nel proseguimento dei loro studii. §. 2. Il fondo è affidato alla custodia della Direzione e viene amministrato da un membro del corpo ; insegnante. §. 3. Il fondo comprende danaro ed oggetti d'istruzione. I libri sono depositati nella biblioteca giovanile e formano una sezione separata della medesima; cessando di essere adoperati, dovranno venir restituiti. Il denaro viene amministrato da un membro del corpo insegnante scelto a tale scopo dalla conferenza dei professori. §. i. Per il mantenimento ed incremento di questo fondo si aprono delle collette fra gli scolari al principio di ogni semestre. Verranno inoltre accettate delle offerte in qualsiasi tempo dall' amministratore. La direzione e l'amministrazione si riservono ancora di fare appello una volta all'anno e precisamente al principio di ogni anno scolastico alla generosità del pubblico. §.5. Il fondo verrà eventualmente aumentato ancora col ricavato di qualche trattenimento letterario 0 musicale da parte del Ginnasio. §. 6. Le offerte in danaro saranno da distribuirsi in sovvenzioni a misura dei bisogni eventuali e con osservanza delle norme del presente statuto, a meno che 1' oblatore non abbia dichiarato che la sua offerta debba esser dedicata alla pura fondazione della sostanza capitale. — I civanzi di cassa saranno da capitalizzarsi alla fine dell' anno scolastico, ed andranno in aumento del capitale del fondo di beneficenza. §. 7. Le sovvenzioni vengono accordate dalla conferenza verso domanda in iscritto dietro proposta del capoclasse, ed avuto riflesso ai mezzi sussistenti. In casi di urgenza il Direttore d' accordo coli' amministratore ed il capoclasse •— in assenza di questi il Direttore solo — sono autorizzati di accordare una sovvenzione fino all'importo di fiorini 6 (sei). §. 8. Il corpo insegnante si riserva il diritto di poter, in base ad esperienze fatte, riformare i presenti statuti coli' approvazione superiore. §. 9. L'amministratore presenta al corpo insegnante alla fine dell'anno scolastico il suo resoconto e questo viene pubblicato nel programma annuale. §. IO. In caso di scioglimento di questa istituzione il corpo insegnante si riserva di destinare il foudo ad altro scopo di beneficenza. GESTIONE DEL FONDO durante V anno scolastico 1875-76 A. Introito 1 Dall' Inc. Giunta prov. dell' Istria . f. 200.— 2 Dal sig. Giandonato Colombis ... „ 10.— 3 Da una colletta fatta fra gli studenti della Classe I......... 13.25 II.........22.80 IH......... 7.90 IV......... 5.- V......... 18.- VI.........13.50 , VII..........20— „ VIII.............9-- Totale f. 319.45 B. Esito 1 Tasse d'ammissione per 5 scolari della Classe I. . . . ,......f. 10.50 2. Libri scolastici somministrati ad alcuni scolari ...... 19.25 3 Didattro per altri studenti .... „ 46.— 4 Sussidi in danaro.......„ 71.— 5 Oggetti di Cancelleria .... . . „ 4.— Totale f. 150.75 Introito „. 319.45 Resto „ 168.70 L'apparato didattico Vittorino da Feltre Neil' intento di facilitare col metodo oggettivo l'insegnamento del diseguo lineare, della scrittura, della lettura e calcolo, fu dal Piranese De Castro composto un Apparato didattico, che per la sua semplicità e pel tenue suo prezzo potesse sostituire quella meccanica e complicata suppellettile scolastica, che ingombra ancora con grave spendio e poco o nessun profitto le Scuole elementari e gli Asili per la povera infanzia. Posta in sodo l'utilità ed importanza delle lettere e dei numeri mobili,. usati da Vittorino da Feltre nella Gioiosa di Mantova, e introdotti in Toscana dal Lam-bruschini, questo Apparato consta di due parti distinte, cioè d'una tavola,mobile a doppio uso, e di un pallottoliere. La tavola da un lato a fondo nero e quadrettata in rosso, serve per l'insegnamento del disegno lineare che è la base della scrittura. Il rovescio a fondo bianco, con due tavole bislunghe mobili* tagliate da traversine parallele e scannellate, serve per l'insegnamento della lettura.: Questa tavola si può appoggiare al pallottoliere e levarsi a piacere, allorché si fa uso di quest' ultimo per l'insegnamento del calcolo. I comuni pallottolieri, con dieci fili orizzontali, ciascuno dei quali è"provveduto di dieci palline, servono per la sola numerazione meccanica ; il nostro invece anche per la lettura razionale delle cifre, e per le prime quattro operazioni dell'aritmetica. Esso è armato di nove verghe di ferro con nove pallottole, le prime sei dipinte coi colori primitivi e derivati, le ultime tre coi colori della bandiera nazionale. Queste verghe si curvano a gomito nel mezzo della loro lunghezza per ascendere e discendere o nel lato anteriore o nel posteriore. Questa disposizione ha per iscopo di far intendere al fanciullo il valore di posizione delle cifre, e di concretizzare l'astrazione, su cui è fondata la teoria del sistema metrico o decadico. Tanto le lettere come le cifre sono in rosso, colore che fa impressione più viva sopra i vergini sensi del fanciullo. II davanti del pallottoliere è a forma di leggìo, e può servire per collocare le tavole figurative delle lezioncine di cose. L'Apparato può essere adagiato sul tavolo della maestra, o sopra un tavolino mobile, da collocarsi a conveniente distanza dalla visuale degli allievi. Ai lati sonvi due cassettini, in uno dei quali si collocano le lettere, e nell' altro le cifre. Con questo apparato semplicissimo che costa, tutto 30 si può fare a meno dei cartelloni e dei qnadri murali per la lettura e per il calcolo, nonché dei sillabari che mutano al mutare d' ogni maestro, e che oltre ad una spesa a gran segno maggióre non fanno che generare confusione e perdere un tempo preziosissimo annoiando il fanciullo colla loro immutabilità. Con esso si procura al bambino il diletto di assistere alla formazione dei suoni isolati, base del metodo fonico, delle sillabe dirette, inverse, semplici e composte e della parola, e di combinare egli stesso l'insieme che più gli va a grado. notizie storiche di Barbana Imformazione della giurisdizione di Buriana e di Bacitele in Istria. Il paese denominato Barbana ed il castello di Rachele o Castelnovo dell'Istria erano di ragione cesarea, e dall'imperatore Massimiliano avanti l'anno 1500 furono impegnati al signor Simeone de Taxis per ducati veneti 5557. Pervennero sotto il dominio veneto con volontaria dedizione del Comune di Barbana, dopo la morte di quell' imperatore, come dimostrano le ducali del serenissimo doge Leonardo Loredano di data 15 maggio 1546, le quali accordano al detto Comune otto Capitoli, coi quali si sottopongono al governo del podestà di Albona, perchè rettore più vicino ai luoghi. Il signor de Taxis avea il credito presso il nominato imperatore dei ducati 5557 (raijnes 7656, Eni 46), onde in un accordo stabilito in Trento fu permesso alla Repubblica la ricupera di que' paesi collo esborso dei ducati 5557. L'eccellentissimo Senato colla Zonta (Giunta), atteso detto accordo, decretò la ricupera con Parte 5 ottobre 1535, ordinando ai provveditori di Zecca di ricevere dai contribuenti un deposito delia quantità di ducati 5557 in oro, argento e denaro contante, col dono ai depositanti del 6 %, e ool termine dell' affrancazione di anni due. Devesi credere che non si siano trovate persone concorrenti a fare il deposito per la ricupera, perchè il Principe, dopo le informazioni del reggimento di Raspo, 1536 - 3 luglio, il qaale fece anche fare il disegno 23 settembre dello stgfeso anno di tutta la tenuta di Barbana e di Rachele, col mezzo dei provveditori alla Zecca, e fece deliberare all' incanto a Leonardo e fratelli Loredano 1° del fu Girolamo. Da disegno che conservasi nell' Archivio cap. bar-banese appare che il tenere di Barbana sia di Campi 22149 e di Rachele o Castelnovo di Campi 3843, assieme Campi 25992. Si noti che il Campo è Tavole 840 e che la Tavola è piedi 6 quad. Seguì dunque l'acquisto dei detti paesi all'incanto pubblico fatto per i Nobili uomini Leonardo e fratelli Loredano fu Girolamo soprascritti, addì 23 dicembre 1536, succedendo al Principe i Loredani col-l'esborso di ducati 14760, ma coi seguenti patti; „ Che viene venduto il luogo di Rachele ovvero „ Castelnovo e Villa di Barbana nell' Istria con tutte -„ le sue ville, piani, acque, porti, monti, casali, terreni, „ abenzie e pertinenzie, proprietà e giurisdizioni libero „ e franche, eccettuati i dazii in Venezia imposti, e „ che fossero imposti dai Consigli „ „ Che il -compratore e procuratori non possano „ accrescere agli abitanti le gravezze. , » Che parimenti non possano alienare il bene „ venduto in tutto o in parte a persone non suddite., „ Che i Rettori di Pola, di Alboia e di Fianona t de coetero non possano ingerirsi nel giudicare i vi-„ cini di Rachele e di Barbana, nè in Civile nè in „ Criminale, ma siano giudicati dal loro »padrone", n com' è stato solito, e le appellazioni in Civile vadano „ agli Auditori, e le Criminali agli Avogadori secondo , il consueto. „ » Che i Rettori suddetti non debbano comandare „ ai Loredano padroni nè a' loro sudditi. , „ Che nelle cose dell'Arsenale sia osservato quello , che per legge si deve. „ Che dal Principe siano osservati in perpetuo „ detti Capitoli nè mai contravvenuto a quelli. „ „ Infine chela vendita debba essere approvata dal , Collegio del Principe coli'intervento dei Capi del » Consigtio dei X e dei Provveditori di Zecca. . In fatto seguì l'approvazione dimostrata dalla Ducale del doge Andrea Gritti 1536 - 23 dicembre, trasferendo il dominio e possesso nei Loredano cum om-nimodo Iurisditione, mero et mixto imperio et Gla-dii potestatc, ponendo il compratore Loredano e successori nel luogo, stato, ragione ed essere del Principe, e nello stesso grado in cui era la Serenissima Signoria innanzi che seguisse la vendita. I patti soprascritti non solo furono mantenuti dal Principe, ma in diverse occorrenze, come si dir& in appresso, contro chi tentò violarli, o scemarli, furono con Giudizii e Ducali dell' Eccellentissimo confermati. c (Continua) Jt ..." ' ■ .............- - ■ . --»rVv Bollettino bibliografico Bicordo di famiglia. — Ball' ara alla tomba. 7 feb-brajo 1871 — 8 febbrajo 1877. Venezia, tipografìa Antonelli, 1877. Gentilissimo e assai delicato pensiero fu quello dell' egregio albonese Tomaso cavalier Luciani di associare il fausto avvenimento de' suoi sponsali colla signorina E velina Previtali di Venezia (7 febbrajo 1871) al tristissimo della perdita di lei avvenuta troppo immaturamente nel dì 8 febbrajo a. c. — E corrisponde alla gentilezza e delicatezza del pensiero la toccantissima dedica ch'ei ne fa a' suoi cari e infelicissimi bambini Vittorio Lucia Luciano Perchè appena 1' età loro il consenta Sappiano qual madre hanno perduto E inspirandosi alle virtù della santa donna Si amino di forte amore Mantengano l'onore della famiglia Crescano utili cittadini alla patria. Non senza commozione i nostri comprovinciali leggeranno tale opuscolo raccolto dal Luciani, il quale è un vero tesoro ispirato dall' amicizia e dettato dal cuore. • Le gentili poetesse, Elisa Tagliapietra-Cambon di Pirano, Vittoria De Rin-Vidacovich di Trieste, Giuseppina Martinuzzi di Albona, Anna Mander-Cecchetti di Venezia, e gli egregi scrittori, il compianto avvocato ca- fodistriano Francesco Combina una poesia scritta nell'occasione delle nozze), il dottor Attilio Hortis di Trieste, il dottor G. B. Cipriani di Cormons, e i piranesi Vincenzo e Giovanni De Castro discorrono sapientemente nell'opuscolo sullodato della vita e della virtù di una donna che ha lasciato tanta copiosa eredità di affetti e di esempi. X. A proposito del quale opuscolo rechiamo qui il lusinghiero encomio che ne fa La Gazzetta di Venezia : Bisogna annunziare sempre con riverenza questi pietosi tributi agli estinti; questa volta poi annunziar il mesto ricordo è indicare una bella pubblicazione letteraria. La quale contiene una poesia scritta dal dottore Francesco de Combi nel giorno in cui il signor Tomaso Luciani sposava la povera signora Evelina Previtali, e poesie e necrologie scritte quando ei !» perdette. C' è, fra le altre, una necrologia del chiarissimo Attilio Hortis, ed è inutile dire com'è scritta; poi nobilissimi versi di tre signore triestine e della Mander-Ceccbetti, del signor G. B. Cipriani, ed un sonetto di Giovanni e Vincenzo De Castro. La signora Cambon stringe il cuore con quel suo bambino che domanda al babbo di chiamar forte la mamma perchè ritorni, essendo la sua voce troppo piccina. Seguono begli sciolti della signora Martinuzzi e una poesia della Mander-Cecchetti, tanto ammirata cultrice delle belle lettere, che con assai elevati concetti invitano il ma? rito a cercare 1' unico e vero conforto della Fede e della preghiera, ed un' ode saffica della signora De-Ein- Vidacovich, che non conoscendo la sposa perchè mai potè vederla, pur l'amò per il tanto bene che ne sentì dire. Guardando a' suoi tre faacialletti ella pensa a que' poveretti del Luciani, i quali se anche adesso non comprendono la grande sventura, la sentiranno terribile quando, fatti più grandi, il dolore scenderà sopra di essi ed invano cercheranno la madre. Ma ella è in Cielo, dice la gentile scrittrice, e di là vi ama, vi guarda e vi guida. È una poesia scritta col cuore da chi è padrona del verso e ne conosce tutta la forza, l'armonia. Amor mosse l'autrice, che non potea dir meglio. — Questo mesto ricordo, dal padre dedicato ai figli, sarà per loro, oltre un caro conforto, anche uu bello esempio. BIART — Tra fratelli e sorelle. — Conversazioni in famiglia, tradotte da G. De Castro. — Milano, Stabilimento Garbini. Prezzo L. 4. Ecco il giudizio che dà di questo lavoro V autorevole Ivbliografo del giornale Fanfulla: Che non vi sia in Italia abbondanza di libri per lettura adatti ai fanciulli, è un lamento quotidiano di quanti intendono alla istruzione e alla educazione degli adolescenti. Dunque bisogna andarli a cercare fuori d'Italia. È un guaio; ma diviene minore quando ci s'imbatte in un' opera di autore straniero che ha pregio vero, e che può essere facilmente adatta ai bisogni nostri; e quando, dalla lingua forestiera, il libro è tradotto con garbo. Tutte queste cose sono avvenute oggi; perchè il {libro del Biart, che è davvero un libro eccellente, pieno di notizie d'ogni maniera esposte, in guisa da riuscire facilmente intelligibili a' fanciulli, è stato poi tradotto dal signor G. De Castro con tanta disinvoltura da parere libro concepito e nato in Italia. L'editore per non rimanere indietro all'autore e al traduttore ha dato al volume tutte le sue cure, e lo ha vestito di splendida forma tipografica e ornato di graziose incisioni ; talché il volume è bello e buono ; è uno dei libri da scegliersi per doni o premi, che alletta l'occhio ed educa l'animo e l'intelletto. Grande Illustrazione Geografica, Storica, Cronologica e Statistica Quest' opera, compilata dall' illustre piranese De Castro sulle migliori di questo genere, onde sono sì ricche la Germania, la Francia e l'Inghilterra, riesce di 60mma utilità ai cultori delle scienze storiche, geografiche e statistiche, riassumendo in quadri sinottici la geografia antica, del medio evo e moderna, latstoria universale e i dati statistici più importanti, che illustrano la vita dei popoli ; per cui fu detto che la storia è una statistica che si muove, e la statistica una storia che sta ferma. Queste discipline non possono andare disgiunte, ma devono procedere parallele per formarsi un giusto concetto di quell' ente collettivo, che chiamasi Umanità. I pochi esemplari che ancora rimangono legati ia mezza tela, si danno a sole lire venti e anch'esse divise- in rate da lire cinque al mese a comodo di quegli Istituti, che per avventura ne abbisognassero. Quasi tutte le biblioteche del Begno ne sono già provvedute, come pure il Museo di Educazione ed Istruzione di Roma, ove potrà essere consultato da coloro, che intendessero farne acquisto. Chi in luogo di rate mensili manderà un vaglia postale di lire 30 al De Castro riceverà in dono l'Album storico ed artistico di Ferrara, magnificamente legato in oro con trentatre bellissime incisioni cromolitografiche illustrative la patria del Savonarola e dell'Ariosto, opera che costò per associazione lire ottanta, e può servire di Strenna. Noi raccomandiamo questo nostro lavoro specialmente ai Collegi, alle Scuole Tecniche e agli Istituti Tecnici del Regno, facendo fidanza ch'esso debba riescire di qualche vantaggio nell'insegnamento della geografia, della storia e della statistica ehe hanno tanta parte nella coltura della gioventù. Chi poi desiderasse oltre la Illustrazione geografica, cronologica, storica, e statistica le carte geografiche, il prezzo è di lire cinquanta ool dono dell' Album di "Berrara. L'autore destina il ricavato di questa sua pubblicazione a totale beneficio della Scuola speciale per le educatrici dell'infanzia, intitolata ad Eugenio Canterini. Sugli Scritti inediti del Petrarca raccolti dal dottor A. Hortis di Trieste e più specialmente sull' arringa recitata dal Petrarca nella Canonica di Novara il 18 giugno 1358, leggiamo nella Perseveranza quanto segue : Allorché si celebrò a Padova il VI centenari» della morte del Petrarca, molte pubblicazioni vennero in luce. Tra queste gli Scritti inediti che il giovane ma erudito Attilio Hortis stampò a Trieste in un volume non posto in commercio. In esso volume inserì 1' arringa recitata dal Petrarca nella Canonica di Novara il 18 giugno 1368 alla presenza di Galeazzo II Visconti, che vi aveva ricuperata la signoria. Appena qualche bibliografo conosceva avere il Fabbroui nella vita del poeta (Parma 1799) accennato 1' esistenza del manoscritto di tale arringa nella imperiale biblioteca di Vienna, d'onde lo trasse l'Hortis dal Codice 4498. Porta la seguente intestazione, che suona in italiano: 3ulll 9bflG*lO Arringa fatta da messer Francesco Tetrarca, poeta laureato nella città di Novara avanti il popolo di essa città alla presenza del magnifico signore Galeazzo dei Visconti di Milano, mentre la detta città, ribellatasi al detto signor Galeazzo, si riduceva alla obbedienza di lui. Addì XVIII giugno MGCCLVIII. Questa orazione ha una specialissima importanza per Novara, perchè rettifica un punto capitale della sua storia. Pietro Azario, nella sua cronaca, notissima a-gli studiosi per averla il Muratori inserita nella colossale raccolta degli Scrittori delle cose italiane, racconta che Galeazzo II Visconti, riavuto per arbitrato dall' imperatore Carlo IV il dominio di Novara, v' entrò con sfarzosa comitiva „e,trai' alto silenzio dei Novaresi, recitò un' arringa nella Canonica Maggiore, condonando le ingiurie a lui fatte durante 1' occupazione del Marchese di Monferrato. " Se non che l'Azario tacque avere il Petrarca composta e recitata queir arringa. Non è ammissibile l'inscienza nel cronista contemporaneo. Se scambiò il nome dell' autore per rendersi accetto il Visconti, ovvero per qualche sua vista politica, sarebbe vano indagare perdendosi in congetture. Preso a testo un versetto del salmo 72 : Qui si ■convertirà il mio popolo, che Davide dirigeva agli I-sraeliti,l' arringatoro ai Novaresi lo amplificò e lo commentò applicandolo a Galeazzo; tessè l'elogio de' suoi maggiori Matteo, Galeazzo I, Azzoue e Giovauni ; esaltò il clemente perdono ai cittadini d' una ribellione, che ha la franchezza di asserire non fu volontaria ; ma forzata. Ed era verissimo, perocché i Novaresi furono costretti a cedere al truculento Marchese di Monferrato che, invasa la città, venne dalle sue masnade saccheggiata: le carte e i diplomi municipali in parte bruciati, in parte gettati in un pozzo. Il Petrarca chiuse 1' arringa pregando Iddio che «illumini il Signor nostro e voi ; a lui dando grazia di governare con tal giustizia e senno, a voi di vivere con tal fede e ossequio soggetti, che Hè voi abbiate a bramare altro stato o signorìa nè egli ad amaro altro popolo più di questo." Sinceri voti che l'arringatore alzava al cielo come canonico anziché poeta laureato, e i quali destarono negli uditori liete speranze d' un prospero avvenire ; ma in breve svanirono : due anni dopo Galeazzo, intento ad allargare il suo dominio sull' intera valle dell' Ossola, ed a respingere il Marchese di Monferrato, che infestava le terre novaresi con una compagnia di 10006 mercenarii inglesi ; e di nuovo bisognoso di denari, gravò anche i novaresi come gli altri suoi sudditi d'in-sgpportabili balzelli, E perchè la riscossione non andasse a rilento vi spedì un esattore inesorabile per nome Mazzacani da Mandragnano. L' Azario registrava nella sua cronaca sincrona la premura dei compatriotti, e sfogavasi con un amaro bisticcio sul nome dell' esecrato esattore: „se fosse stato, diss' egli mazza-cani, sarebbe stato ben detto ed opportuno; ma era invece un mazza-uomini per le sue estorsioni,,. Pensieri Contrastare alle leggi di natura è vana impresa. Colui che l'assume, s'è in buona fede, mostra ignorare le vie del progresso e qualine sieno i suoi fattori; s' egli opera per bassi fini mosso da odio e da ambizione, tenga per fermo, eh' ei potrà bensì ritardare per qualche tempo ii necessario sviluppo delle cose, non mai però raggiungere lo scopo. I. M. istriano La lingua non s'impone ad un popolo, nè si comanda con arbitrii e violenze. Ella è pianta spontanea, e dove alligna, sforzo umano non riesce a sradicarla. N. C. istriano Lo spirito del vero sapere non è la dovizia che di pochissimi privilegiati. I più non fanno che ammattire e andar brancicone dietro ad un fantasma da cui non trovano in fine aver raccolto che fumo. E Socrate, quel sapientissimo tra i mortali, volea dire, che non a tutti era dato di essere oratori e poeti, e che in ogni studio conveniva ascoltare il proprio genio. P. JBesenghi- Isola A svellere le vecchie tendenze ed a mutare l'abito che è natura, fa d'uopo apprendere un sistema di principii e di pratiche, che rinvergini 1' animo e lo informi a idee fresche e potenti. A. Ma do niz za - Capodistria Pubblicazioni Coi tipi di Giovanni Balestra e Comp. è uscito il 1° volume della Storia di Trieste del Padre Ireneo Della Croce. In corso di stampa è il II volume, il quale esce in puntate a mitissimo prezzo. Verrà pubblicata anche la III parte, finora inedita. Il Fanfani ha pubblicate Le Metamorfosi di Dino Compagni commentate per uso delle scuole. Questo nuovo lavoro dell'illustre filologo italiano si può dire un compendio degli studii di tuttala sua vita. Esso è assai piacevole nella forma e grave nella sostanza. Ricevuto il prezzo d' associazione:' Dr. Lodovico Artusi — Pola — anno corrente; Vincenzo Gravisi — Capodistria — anno corrente; Giovanni Vidali — Trieste — anno corrente;— Stanze di radunanza del "Tergesteo, — Trieste — 2 copie — anno corrente ; — Dr. Francesco Segher — Pirano —primo quadr. anno corr; — Antonio Covaz —Pisino — anno corrente ; Dr. Andrea Amoroso — anno corrente.