ANNALES • Ser. hist. nat. ■ 10 - 2000 • 2 (21) compendio UDC 582,623:581.6 ricevuto: 5. 9. 2000 I SAUG E ¡L LORO RUOLO NELLA BÍOLOG1A APPL1CATA ALLA TUTELA DEUJAMBSENTE Fabrizio MARTIN! & Marina PERTOT □ ¡partimento di Biologie dell'Universitj, II -34127 Trieste, Via L Ciorgieri 10 SINTESI Vengono trattati aicuni aspelti legali alia sistemática, alia biología., all'ecologia e alia fitosociologia del genere Salix neí Friuli-Venezia Giulia e nell'lstria. Viene discusso inoltre l'utilizzo dei salid nelle tecniche di conservazione ambiéntale, con parlicolare riferimento alia ventina di specie presentí nella flora spontanea dei territori consíderati. Parole chiave: Salix L, biología applicata, Friuli-Venezia Giulia e ístria WILLOWS AND THEIR BIOLOGICA! ROLE IN TEIL ENVIRONMENTAL PROTECTION ABSTRACT Some aspects related to the taxonomy, biology, ecology and phylosociology of the genus Salix in the Friuli-Venezia Giulia region and Istra are discussed, as' well as the employment of spontaneous species in the environmental conservation Key words: Salix L., applied biology, environmental conservation, Friuli -Venezia Giulia and Istra INTRODUZíONE I salid, nonosiante la ricchezza di specie, la rusticita e la generáis diffusione in molti habitat naturali, sono da poco entrati a pieno titolo fra gii elementi Íegnosí uti-lizzati iri vari aspetti della tutela del paesaggio e degli interventi d¡ ripristino ambiéntale. II genere Salix, che con il genere Populos rappre-senta in Europa ia íamiglia delle Salicáceas, viene a buon diritto considéralo come uno dei piü importanti della flora del Vecchío Continente, presentando un'ampía distribuzione geográfica centrata suíl'ernisfero horeale, con una ricchissima differenziazione in specie, soltospecie e varietá Le entitá specifiche sono state valutaíe in ciica 300 secondo Martini Paiero (19881, 500 secondo la piü recente monografía di Horandl (1992); di queste una quarantina sono presentí in Italia e una ventina nel Friuli-Venezia Giulia. A documentare l'inleresse che per diversi motivi, non ultimo quello applicativo, é venuto accentrandosi su questo genere, sono apparse negli ultimi anni numeróse monografíe che hanno trattato i diversi aspetti, sistematici, biogeografici e íkosociologici connessi a questo genere. Ricordiamo brevemente, in ordine croño fogico i contríbuti principali, iniziando da quello di Rechinger (1964) che curó la frattazione de! genere 227 ANNALES • Ser. hist. nat. ■ 10 • 2000 • 2 (21) Fabriao MARTIN) Si Marina PCRTOT: I SALIO E ¡L IORO RUOLO MELLA BIOLOGIA AfF'UCATA ALIA TUTELA DfcLt'AMBIENTE, 227-212 Salix per ¡'importante opera edita da Tutín ef al. sulla flora d'Europa, mentre l'assetto distributivo apparve una dozzina d'anni dopo in Jalas & Suominen (1976). Nella seconda edizione di Flora Europaea la trattazíone di Rechinger (1964) é stata rivista ed aggiornata da Akeroyd (Rechínger, 1993). Sempre su scala europea emergono ancora i lavori di Chmelar & Meusel (1979), che godette di vasta noto-rietá, e quello di Neumann (1981) sui salici deli'Europa centrale, dove PAutore introduce una serie di criteri innovativi nello studio e nel/'identíficazione di queste piante, utiüzzando chiavi analitiche politetiche, risultato di meticolose indagini morfologiche sfociate in descri-zioni approfondite sulla variabilita delle specie salicine. A seguito di queste indagini, egli giunse a confutare la radicata convinzione che l'ibridazione tosse la principale difficoltá nell'identific.azione dei salici. A queste trattazioni di respiro europeo se ne deb-bono aggíungere altre a valenza nazionale, fra le quali la revisione di Skvortsov (1968) dedícala ai salici delia ex URSS e i lavori di l.autenschlager (1983) per la Sviz-zera, Meikle (1984) per la Gran Bretagna e Irlanda, Pig-natti (1982) e Martini & Paiero (1988) per l'ltalia, Ho-randl (1992) per l'Austria e Wraber (1999) per la Slovenia. Per quanto riguarda le problematicbe connesse ali'applicazione pratica dei salici ricordiamo i manunli di Schiechfl (1992) e Paiero et al. (1996). Nel frattempo anche la situazione relativa alie specie italiane é mutafa, sia per i'avvenuta descrizione di alcune specie nuove cotne 5. brutia Brullo o 5. arrigonii Brullo, sia per le precisazioni di carattere distributivo che si sono venute accurnulando negli uítimi anni. Una vísione piü precisa defl'assetto attuale del genere Salix in Italia e stata elabórala da Martini & Paiero per la seconda edizione della Flora d'italia di Pignalti (in pubbl.). Per la nomenclatura ci si rifa a Martini & Paiero (1988). BIOLOGIA Morfología (I genere Salix comprende alberi, arbusti c- suffrutici dioici, caratterizzati sul piano morfologico da foglie ellittiche o lanceolate (talora arrotondate) spesso stipo-íate; da fiori diclíni riuniti ín amenti per lo piü eretti, privi di un vero perianzio petaloideo e con il cálice trasíormato in una o due ghiandole nettarifere; essi sono provvisti di un numero di stami ridotto (generalmente due), con i filamenti vivacemente colorati che eser-citano, insieme al secreto ghiandolare, funzione attrat-tiva (vessillare) nei confronti deglí insetti pronubi. Sotto il profilo eco-fisionomico, si possono distinguere, secondo l'impostaziorie di Neumann (1981) tre tipologie: un primo tipo é rappresentato da specie ter-mofile a portamento arbóreo, probabilmente di origine tropicale a gemme appuntite, foglie lanceolate, amenti conici laterali ai rami (5. alba, 5. frágilis, 5. pentandra); ii secondo tipo, microtermo, diffuso nelle aree t'redde (artico-alpino), raggruppa arbusti nani, striscianti, a gemme ottuse, foglie tronche, più larghe verso í'apice, infiorescenze terminal« ai rami con amenti cilindrici o globosi (5. retusa. 5. reticulata, 5. herbacea). Fra questi due tipi si inserisce un terzo gruppo, mesofilo, con caratteristiche intermedie, dato da arbusti come S. tri-andra, 5. cinerea, 5. viminalis, S. nigricans, S. hastata, ecc. Altre caratteristiche interessanti sono rappresentate dalle gemme svernanti protette da una sola squama (perula) e dal frutto (cassula), contenente piccolissími semi (in numero di 8-10 per cassula) circondati da un ciuffo di peli inseriti su di un coliare posto alla base del seme stesso con compiti di dispersione ad opera de) vento (specie anemocore). ii período di fioritura è normalmente assai precoce e precede spesso la schiusa delle foglie, in modo da evidenziare il più possibile la presenza deglí amenti, che negli eserripiari maschili sono resi ancor più vistosi dalla colorazione vivace (gíalla, rossa) dei filament! staminali. Gruppi critici Sia la complessità sistemática, sia la presenza di ibridi, rendono la determinazione difficoltosa. Tale situazione è particolarmente complicata ín alcuni gruppi crítici che fanno capo agí i aggregati di S. phyliclfolia, 5. retasa. S. nigricans, S. caprea. Si tratta di gruppi di specie affíni, la cui dístinzione è affidata a sottiii, ancorchè affidabili caratteri discri-minanti, la cui valutaziorie pero rísuita so ve rite difficile anche per lo spécial isla. In queste circostanze, notizie compíementari utili al riconoscimento possono venire da osservazioni suíi'eco-logia delia specie. Ad esempio nel cornplesso ciclo di 5. caprea, cosí ricco di forme, in particolare sul versante méridionale delle Aîpi, si assiste a una precisa diffe-renziazione ecologica. S. caprea risulta un salíce spic-catamente eliofiio e xeroftio, occupando suoli non necessaríamente umídi in stazioni aperte e soleggiate, eos) da staccarsi nettamente, sul piano ecológico, sia da S. appendiculata (álpico, semisciafilo, típico di stazioni forestaü montane), sia da S. cinerea (submontano ed eliofiio, legato ad habitat paíustri o rivieraschi). Diversa ecología presentano ancora, ail'interno dello stesso gruppo S. aurita, continentale, ossifilo e igrofilo, assente in Italia, e 5. laggeri, álpico, subalpino, più eliofiio di 5. appendiculata, più igrofilo di S. caprea. Questo naturalmente è solo un esempio di come l'attenta valutazione dell'ecoíogia di una specie possa fornire un valido supporto aJIa sua corretta identifi-cazione anche a scopo applicatívo. 228 ANNALES • Ser. hisi. nal. 10 • 2000 • 2 (21) Fabrizio MARTIN) & Marli« PERTOT: I SAllC! E IL LORO RUOIO NCLIA BIOLOGÍA APPÜCATA ALLA TUTELA DELL'AMBIENTE, 227-232 Ibridi ¡n passato l'elevata variabilitá di taiuní saiici veniva interprétala nell'ottica di processi ibridativi, che se-condo alcuni aulori potevano coinvoígere fino a un quarto defie popolazioni naturaíi. Studi piu recenti hanno dimostrato che i fenomeni ibridativi hanno un peso decisamente inferiore e anualmente si crede non raggiungano ¡I 5% del tota le, in sintonía con anaioghe situazioni neil'ambilo di altri generi compíessi (Tbymus, Rosa, eccj. Spesso l'attríbuzíone a un ibrido rappreserita una soluzione dettata da scarsa conoscenza deila variabilitá specífica, specie dove questa é influenzata dalla comparsa di ecotipí. I saiici, pur possedendo un'elevata capacita ad ibridarsi anche a liveüo di entita sistemáticamente assai distanti, formano ibridi solo in cir-costanze speciíiche, influenzate per lo piú da con-dizioni ambientaíi instabill, come possono verificarsi in aree moreniche d'alta quota, owero in situazioni di degrado antropico (cave, scarpate). Oitre agli ibridi naturaíi vi sonó quelli cread dal-l'uomo a scopo economíco (produzione legnosa o di altri assortímenti speciali, come piante ornamental! o da vimint). Tali ibridi possono essere polispecifici e in tal caso i'identíficazione di soggetti inselvatichiti pud presentare difficoita talora insormontabili. Riconoscimento II riconoscimento delíe specie salicine dipende ¡n primo luogo dall'analisi di alcuni caratteri fondamentali suí quali va dunque focalizzata l'atlenzione dell'os-servatore. Per giungere a una determinazione suficientemente certa si consíglia di esaminare materiale fresco, raccolto con cura, provvisto di infiorescenze di entrambi i sessi e di rami a foglie completamente sviluppate, evitando la raccolla di polloni nei quaíi le foglie risultano di norma molto diverse da quelle dei rami. Per le specie a fioritura precoce é consigliabile marcare ¡'individuo per tornare in un secondo lempo a prelevare i rami a fogliazione complétate. Caratteri indispensabiii alia determinazione risultano la colorazione della brattea ascellanle il fiore, che puó essere concolore o btcolore (chiara alia base e piú scura, rossastra o brunastra, all'ápice); il numero dei nettarii alia base deila brattea; il numero degli stami ed eventualmente il loro concrescimentó; la forma e l'in-dumento dell'ovario, che puó essere peduncolato o sessile, la lunghezza dello stilo e la poslziorte degli stimmi. Va tenuto presente che durante la maturazione l'ovario puó perdere in pane o totalmente la pelositá, coslcché la cassula diviene glabrescente. Forma, dentatura del margine, cerusita, colorazione dei lembi, prominenza delte nervature, pelositá, presenza e forma delle stipofe, costitulscono altrettanti caratteri discríminanti situati nelle foglie. Anche in questo caso va tenuto corito che la loro incidenza puó variare anche notevolmente durante le fasi dello sviluppo fogliare, sicehe non é raro il caso di foglie viliose alio stato giovanile che si presentano perfettamente glabre da adulte (5. glabra). Lo annerimento della foglie conseguente all'esiccazione costituiscc un utile informazíone nel caso di specie appartenenti al ciclo di 5. nigricans. In certi gruppi ($. nigricans, 5. caprea) é necessario scorteccíare un rametto di 2-4 anni per cogliere la evenluale presenza di salienze nel legno, salienze che si manifestano come creste longitudlnali lunghe fino a qualche centímetro e la cui presenza e sviluppo costi-tuiscono ulteriore carattere differenzíale. Ad esempto in 5. caprea, 5. appendiculata e S. laggeri le salienze sono assenti owero si presentano rare e indistinte, lunghe a! massimo S mm; in 5. cinerea, S. atrocinerea, S. aurita, ecc. le salienze sono bene sviluppate, numeróse e af-filate, lunghe fino a 3 cm. ECOLOGIA E COROLOGIA In un precedente paragraío abbiamo anticípalo come l'osservazíone dell'ecoiogia possa fornire notizie utili al riconoscimento delle specie salicine in rapporto ad alcuni gruppi criticí. Tale concelto é naturalmente estendlbile aíl'intero genere; e non é raro il caso che ¡I riconoscimento di un salice awenga, prima ancora che sulla base dei caratteri diacritici, sulla valutazione del I'habitat della specie. Non sará perctó inutile daré uno sguardo d'lnsieme sulle tendenze ecologiche che caratterizzano i saiici, in particolare quelli che vivono nel Friuli-Venezia Gíulia e nei territon conterminí dell'lstría slovena, sebbene vada precisato che il riconoscimento dell'habitat é reso a volte dífficile dai rimaneggiamenti operati dall'uomo. Per quanto concerne l'illustrazione degli aspettl distributivi c.l rifaremo a Paíero (1973) e Poldini (1991) per il Friuli-Venezia Giulia e a Mayer (1952) e Wraber (1999) per la Siovenia. NelPesposizione seguíremo lo ordine alfabético. Salix alba L. é elemento paleotemperato, presente sia in Fríuli che neü'lstria ma limítalo ai fondívalle neile aree montane. Delle due sottospecie, la subsp. alba presenta diffusíone naturafe, rnenlre la subsp. vilellina é coltivata per la produzione di venchí e presenta quindi dístribuzione sinantropica. S. alpina Scop. é un salice nano diffuso in tutto l'arco delle Alpi Friulane con esclusione dei gruppi prealpiní períferici su suoli calcareo-dolomitíci fra 1200 e 2500 m. Si rinviene su rupi, depositi morenici, praterie sassose. 5. appendiculara L. Largamente presente in tutto il comprensorio montano dai fondivalle fino agli arbusteti alpini, con gravitazlone nel piano del faggio. Per fenomeni di dealpínlsmo giunge in prossimitá del mare alia 229 ANNALES • Ser. hist. nat. • 10 2000 • 2 {21} fíbrizio MARTINI & Malina PERTOT: ! SALIC! E iL LORO KUOI.O MELLA BIOLOGIA A PPL I CATA ALLA TUTELA MU'AMBIENTÍ, 227-737 foce del Tagliamento e dell'lsonzo. Ef specie da propone, unitamente ad altri saJici arbustivi per interventi di ripristino arnbientale neiie fasce montana-subalpina. 5. caprea L. presenta distribuzione paragonabile a quella di 5. alba e, termofilo come questi, nell'area montana popola prevalentemente i fondivalíe. E' forse ¡I satice a carattere maggiormente sinantropíco, coloniz-zando anche aree di díscarica, cave abbandonate, ter-reni scoperti, scarpate. Queste particolaritá lo rendono elemento utile negli inlerventi di consolidamento o di rmverdimento di versanti instabili nelle fasce coilinare-montana. 5. ciñeres L. predilige íe aree umide de!la pianrtra e , con risalite íungo i fondivalíe piü ampi fino al Fornese e al Tarvisiano. II portamento vigoroso e la capacita pol-lonifera lo propongono per inlerventi nellc aree umide e Iungo i corsi d'acqua planiziali. 5. dapbnoides Vil), é un arbusto di greto, si accompagna piü spesso con 5. eleagnos. Vegeta dunque Iungo gli alvei maggiori, tuttavia non si pud definiré frequente. La sua identificazione non presenta diffícoltá grazie afla caratteristica pruinositá dei rami giovani. 5. eleagnos Scop. é invece ubiquitario, sebbene le sue spíccate esigenze di specie glareicoía lo rertdano in alcune aree della bassa píanura tutt'aitro che frequente. La sua capacita di colonizzare superfici scoperte ne fa una deile specie maggiormente indicate per interventi dt ripristino su suoii denudati. 5. frag i lis L. e un elemento eurosibirico che in Friuli e attestato in tempi recenti solo per Fusine in Val-romana. li suo indigenato rimane dubbio dal momento che si tratta di specie coltivata il cui areale originario é stato ampliato dall' nomo e risulta percio difficilmenle ricostruibile. S. glabra Scop. Specie nordiflirica ampiamcnte diffusa sui rilievi dell'area montana, dove colonizza macereti calcares. Per la sua ecología rappresenta probabilmente Lino degíi efementi piü adatti per interventi di ripristino su scarpate e versanti instabili a matrice basica delle fasce montana superiore e subalpina. S. bastata L. rimane legato alia fascia degli arbusteti nani dei massicci piü elevati delle Alpi Carniche e Ciulie. 5. berbacea L. rappresenta un elemento a distribuzione interna, legato aó affioramentí silicei dove costituisce fitti popolamenti di valiette nivali. 5. miel ¡chofer i Sauter, endemico delle Alpi orientan, fa registrare finora un'unica stazíone suite Alpi Carniche occidentali ai confine fra Ve neto e Friuíi (Casera Razzo). 5. niyrsinifolia Saíisb., elemento eurosibirico, appare distribuito nell'area alpina piü interna ad influsso continental, generalmente associato a versanti freschi o Iungo torrenti e specchi d'acqua specialmente nella fascia dell' ontano verde (Alnus viridis). S. purpurea L. rappresenta uno dei salicí piíi fácil- mente riconoscibili e diffusi sia in Friuli-Venezia Giulia che in Istria; dotato di notevole valenza altitudrnale, vegeta dalla pianura fino a 1800 m di quota su suoii poco evoluti e talora condizionati da aridítá atmosférica. 5. reticulata L. è un saiice nano, frequente in tutta i'area montana, colonizzatore delle valJette nivali cal-caree, dove forma, insieme a S. retusa una delle cenosi salicine piü c.aratterístiche. 5, retusa L. predilige stazioni con innevamento pro-Sungato su suoii nivali umificati, manifestando una de-bole tendenza ossifiia. ta sua distribuzione in regione ricalca quella di S. reticulata del quale è comunque relativamente piü freqLrente. 5. rosrnarinifolia L. è ormai estrema mente raro per la progressive alterazione degli habitat, in part ico la re quelli retrodunali deil' area iagunare, dove un tempo popolava il iitoraJe fra Grado e Lignano. E1 specie da proteggere nelle stazioni na tu ral i e da diffondere qual-ora si effelluino interventi conservativi o di assestamento di dune marittíme sul versante rivolto alia terraferma al riparo dai venti saisi. 5. serpyllifolia Scop. è un arbusto nano a s palliera ad areale mediterraneo-rnontano che colonizza creste e pendii sassosí esposti al vento dei massicci aipini piü interni. S. triandra L. Si tratta di un elemento planiziaíe termofilo legato ad ambienti umidi, che risafe !a vallata del Tagliamento fino al Tolmezzino. 5. waldsteiniana Wiiíd. popola ii comprensorio montano a! di sopra del limite dei bosco e, con $. glabra rappresenta uno dei sal ici arbustivi più diffusi sulle Alpi Friulane. Ha il suo optimum vegetativo fra i 1700 e i 2000 m su macereti o pendii umidi e freschi a sostrato calcareo, prevalentemente esposti a nord e soggetíi a innevamento prolungato. FiTOSOClOLOGIA i salici tendono a comporre popolamenti pionieri, talora in rapida evolucione e, tranne qualche eccezione, a disertare il sottobosco delle foreste. Ogni specie occupa una peculiare nicchia ecológica, edificando cenosi i eut aspetti ecofisionomici e ie cui componenti risultano strettamente correlati con le caratteristiche edafiche e climatiche dei rispettivi habitat. 1 saliceti arborei o alto-arbustivî sono íipíci di aree planiziali e collinari, mentre aggruppamenti basso-arbustivi o cenosi di salici a spafliera risultano rispettivarnente contras-segnare i piani montano e subalpino. Fra i saliceti meso-termofíli del piano basale ricor-diamo in primo luogo il Salicetum aibae Issl. 26, bosco riparíale costituito da 5. alba e Populus nigra, cui si afftanca un folto contingente di alberi e arbusti igrofili fra i quaíi spiccano ontani, frassini e altri salici arbustivi (S. purpurea, S. triandraS. eleagnos). E' il bosco 230 ANNALES Ser. hist. nal. 10 ■ 2000 • 2 (21) Fabïtzio MARTINI h Marina PERTOT: I SAtlCt f II LORO RUOLO NfLLA BIOLOGIA AFPliCATA ALLA fûTELA DELL'AMBIENTE, 227-232 ripariale per eccellenza, che fiancheggia i principal i corsi d'acqua délia Pianura padana, ma che quasi ovunque è stato profonda mente altéralo dalle attività umane e spesso si riduce a un solo filare alberato lungo le sponde. Dalia degradazione del Salicetum albae deriva il Salici-Viburnetum o pu ¡i Moor 58, formazione alto arbustiva in cui dominano Cornus sanguínea, Frangula al nus, Rhamnus catbartica, Salix alba, 5. purpurea, Viburnum opulus, ecc., che attraverso opportun! interverti di ricostituzione foréstale puô venir ricondotto a stadi più evoluti. l a presenza di S. c¡nerea è indice di falda freatica superficiale, come comprovato dalla sua presenza pres-so aree paíudose, stagni e acquitrini del piano basaíe e colíinare. 1rs associazione con Frangula alnus e Ai nus glutinosa, i! saltee cenerino costituisce una densa bos-caglia ripariale (Fra ngulo-Sal i ce tu m ctnereae) in grado di sopportare iunghi periodt di inondazíone. I saliceti di greto, partico!ármente sviluppati lungo gli alvei dei torrenti alpini o dei grandi corsi d'acqua a carattere torrentizio delia regione (Tagliamento, Medu-na, Cellina, Fella, ¡sonzo), rientrano neif'alleanza Salicion eieagni. Accanto al Saliceíum triandrae, difuso soprattutto nei piano basale, ricordiamo anche V Ai no incanae-Pineium sylvestris, che si sviluppa sui greti dei torrenti in aree a cííma continentale dell'ttalia nordorientale e la cui composizione arbustiva annovera numeróse specíe salicine; e ancora il Salici-Myri-caríetum, che popola terreni sabbioso-ümosi soggetti a periodiche inondazioni, fra i cui elementi figurano il salice rosso (S. purpurea) e la tamerice germanice (Myricaría germa nica). Neí saliceti del piano subalpino delle Alpi Friulane sono iscrítte fra l'altro íe associazionj Salicetum waldsteinianae, Salicetum appendiculatae e Salicetum glabrae, Si tratfa di arbuste ti che si sviluppano al di sopra del limite del hosco, con diversa valenza ecológica, ma accomunaíi daí molo stabilizzatore di pendii o ghiaioni subalpini gtocato dai saiiei. La prima cenosi si insedia su pendii calcarei freschi e umjdi, lungamente innevati in cui 5. waldsteiniana esprime al meglío íe sue potenzialità, accompagnato da 5. hastata; il Salícetum appendiculatae è invece cenosi di canaioni percorsi da slavíne, esposti a settentiione su terreni scioíti, fino al margine dei boschi, alta cui costituzione concorrono numerosi arbusti e alte erbe (megaforbíe), Salix glabra è la specie edificatrrce delía cenosi a carattere pioníero che porta il suo nome; essa si insedia su ghiaioni a matrice calcare3 e a quote inferiori pur*) evolvere verso la pineta a pino austríaco. La disponibilité dei sai ici ad adattarsí a ciimi f red di emerge soprattutto nei piani di vegetazione più eíevati, dove assumono i'aspetto di camefite nane completamente prostrate al suolo, talora con fusti sotterranei (S. herbaceai. Le vallette nivali caicaree, dove la neve perdura fino all'inízio dell'estate sono la sede deíla cenosi a S. retusa e S. reticuiata (Salicetum retuso-reticulatae). Análogo ruolo su terreni nivali silicei é invece ricoperto dal SaíiceCtirn herbaceae. Infinc; íe cresíe culminaíi ventóse, su substrati di ogni origine sono ('habitat elettivo per uno dei piú piccoii salid della nostra flora, Salix serpyllifolia. CONCIUSIONI L'utiíizzo dei salici negli interventi di tutela del territorio e protezione del sirolo e cosa da ternpo in uso in molti paesi, dove gli interventi sul territorio non sono pií) soggetti a mere valulazíoni di tipo economico, ov-vero improntati a generiche considerazioni di tipo estetico. La componente tecnico-naturalistica affianca a buon díritto queíla di estrazione ingegneristica rteila gestione e nei la trasformazione del territorio, talc.hé non stupisce che si s¡3 consolídalo un filone d'indagine e sperimentazione di teeníche naturalistiche che in Italia sta muovendo ¡ primi passi. ¡n questo senso í- utile sottolineare che, maigrado il carattere pioníero e la conseguente rusticitá, l'uso dei salid per interventi bioingegneristici non pub pre-scindere dalla conoscenza di alcuni criteri a un tempo teorici e pratic.i che consentono tuttavia, quando manchi un'adeguata sperimentazione sul campo, di operare sceíte che non si rivelino, a distanza di tempo, dannose o quantomeno infrultuose. Nella scelta deife specíe saficine da impiegare é consigliabüe ricorrere a quelle presentí rteila flora del territorio considéralo, escludendo o limitando a casi sporadici I'impiego di elementi alloctoni o comunque marginal! rispetto al territorio stesso. E'questo un atteg-giamento strettamente connesso al concetto di salvaguardia della naturalitá e della specificitá floristica di una regione e dunque contrario alia banaíizzazione biologica e biotica che ha prodotto cosí gravi danni alia struttura floristica e vegetazionaíe autóctona delle aree planiziali e colíínarí della nostra e di altre regioni italiane. Vanno inoltre considérate attentamente fe valenze ecologiche di cíascuna specie, onde evitare I'errare di ritenere che íl carattere frugale e le capacita di at-tecchimento dei safici possano far prescindere da ogni akra considerazione di compatibilita ecologica o geo-pedologica. Risulta perció di fondamentale importanza uno studio fforistico e vegetazionafe delia stazione in esame ai fine di individuare lo stadío evolutivo dell1 habitat. Un'attenta valutazione delle condizioni ecologiche permettera di seiezíonare entita edaficamente e climáticamente compatibifi con Cambíente su cui si deve intervenir©. Risultera comunque opportuno sceglí-ere le specíe da utilizzare fra quelie gravitanti nef piano altítudinaie in cui é richiesto d'intervenire, con parti-cotare attenzíone aiie caratteristiche del sostrato e delle 231 ANNALES • Ser. hist. nat. • 10 • 2000 • 2 (21) (: sbnzio MARTINI & Marins PERTOT: I SALICI E 1!. LORO RUOLO NtLlA UlOLOCIA APPLICATA ALLA TUTELA DFÜ,'AMBIENTE, 227-232 condizioni ecotogiche del sito (esposizione, inneva-mento, ecc). Inoltre sarà preferibile mettere a dimora in uno stesso sito, a parità di ulteriori esigenze, specie che si trovano aggregate naturalisierte, applicarido con ciö le conoscenze acquisite attraverso I'indagine fitosocio-logica. Una considerazione particolare meritano quelle specie in pericolo di sopravvivenza a causa delia progressiva scorn pa rsa degii habitat. Nel Friuli-Venezia Giulia la questione si riduce al solo 5. rosmarinifoiia, per il quale si potrebbe prevedere I'impiego di talee negii interventi entro ¡'area del littorale friulano. Lo impiego pondéralo di questa specie, con la messa a dimora di un numero adeguato di taiee, soddisferebbe contemporáneamente sia all'uso rationale deiSo stru-mento biologico, sia alia diffusione di una specie in pericolo di estinzione. Infine non ci sembra inutile auspicare I'istituzione di particelle sperimentali dove, análogamente a quanto gia accade ad esempio nei paesi di lingua tedesca (Schiechtl, 1986), si possano condurre esperimenti di produzione e moltiplicazione di talee, vafutando in tal modo la resa biologica ed economica delle specie da impiegare in diverse condizioni ambientali. VRBE IN NJIHOVA BIOLOŠKA VLOGA PRJ ZAŠČITI OKOLJA Fabrizio MARTINI & Marina PERTOT Oddelek /a biologijo, Univerza v Trstu, IT-34127 Trst, Via !,,. Glorgieri 10 POVZETEK Članek osvetljuje rod Salix f Furlaniji-julijski krajini in Istri s sistematskega, biološkega, ekološkega in fito-sociološkega vidika. Razpravlja tudi o uporabi vrbe pri ohranjevanju naravnega okolja in posveča posebno pozornost dvajsetim vrstam v spontani flori preučevanega območja. Ključne besede: Salix L., aplikativna biologija, Furlanija-Julijska krajina in Istra BIBUOCRAFIA Chmetaf, J. & W. Meusel (1979): Die Weiden Europas. Die Gattung Salix. Wittenberg Lutherstadt, 143 pp, Hörandl, E. (1992): Die Gattung Salix in Österreich mit Berücksichtigung angrenzender Gebiete. Abhandl. Zooi.-Bot. Ges. Österr., 27, 1-170. Jalas, J. & J. Suominen (1976): Atlas Florae Europaeae. 3. Salicaceae to Balanopho-raceae. Helsinki, 128 pp. Lautenschlager, E. (1989): Die Weiden der Schweiz und angrenzender Gebiete. Basel, 103 pp. Martini, F. & P. Paicro (1988): I salici d'Italia. Trieste, 160 pp. Martini, F. & P. Paiero (in pubbl.): Salix L. In: Pignatti, S. (ed.): Flora d'ltalia, 1. (2™ Ed.), Bologna. Mayer, E. (1952): Seznam praprotnic in cvetnic slovenskega ozemlja. Ljubljana, 427 pp. Meikle, R. D. 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