ANNO IV. Capodistria, i Febbrajo 4870. N. 3. LA PROVINCIA j i v, '» >;/„ I Wl '" ma"'' 'Mi'ii ' . «IOEÌHIE DEGÙ INTERESSI CIYI1I, ECONOMICI ED UIIIIISTEITIII DELL'ISTRIA. Esce it 1 ed il 15 (fogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno f.ni semestre e quadri-mestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso t:i Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente ; gli altri, e nelP ottava pagina soltanto, a soldi 5 per linea. — Lettere e denaro /ranco alla Redazione. — Pagamenti anticipati. — Un numero separato soldi 15. i giardini per l' infanzia Una legge di progresso governa tutte le azioni dell' uomo e della socielà, e perciò quello che già fu buono, ed anzi ottimo al confronto di quanto prima s'era in uso di fare, va- sostituito da opere migliori. Noi questo diciamo a proposito dei giardini per l'infanzia, perchè non ci piace propugnare il meglio, deridendo e vituperando, come si cosluma da taluni, ciò che poco fa era stimalo buono, e raccoglieva d'ogni parte le nostre lodi, più o meno retoriche. A fronte che ci troviamo oggi in presenza di una nuova istituzione per l'educazione dell'Infanzia, la quale, al paragone degli asili infantili., sta come il dieci all'uno, stimiamo giusto di riconoscere, che l'uno era un gran bella cosa di confronto allo zero, ed anzi alle quantità negative^ che si avevano, quando il bambino del povero era lascialo alla balia della ventura nel trivio, fra stenti, percosse, e tristi esempii d'ogni maniera. A noi non cadrà dalla memoria l'esultanza delle buone madri, quando fu loro dato di affidare a mani amorevoli le loro creature, e di vederle riportare in famiglia abitudini più tranquille e qualche principio d'istruzione. Ma dopo tutto ciò, crederemmo di mancare alla nostra coscienza, se non eccitassimo quelli che già furono i promotori fra noi degli asili infantili a voler mettere ogni impegno, per sostituire ora ad essi i giardini per l'infanzia, che tanto meglio rispondono ai bisogni, alle tendenze, alla vita di quella prima età. Chi è ormai che possa ignorare cotcsta bellissima istituzione, che tanto onora il nome dell'illustre Frobel, suo autore, e della patria sua, la Germania, che seppe cosi presto comprendere il nobilissimo e sapiente suo concetto, e tradurlo in alto cosi largamente e con tanta gara di carità gentile? Il Dickens, quel simpatico scrittore inglese, che influì più d" ogni altro alla introduzione dei giardini d'infanzia nell' Inghilterra, riassume la dottrina di Frobel, altrettanto semplice che ammirabile, nella seguente regola fondamentale: » Guardatevi" bene dal separare l'altitudine fisica da quella dello spirito, e abbiate sopra tutto cura di sviluppare simultaneamente questi due elementi della natura del fanciullo. » E soggiunge; # Chi non si dà molta cura, per mettere in pratica questa norma, non vi riesce. Il giardino infantile ha per iseopo precipuo di. facilitare questa fusione. Lo spirito di un ragazzo non deve essere sviluppalo a spese del suo corpo. Il sistema di Frobel è una ginnastica organizzata per lo sviluppo sì dell'uno che dell'altro. . .. Egli vuole io svolgimento dell'attività spontanea. » Neil' infanzia si sorprende la natura nelle sue più schiette manifestazioni, comechè- le passioni siano ancora iu germe, e crescano inavvertite nell'animo di chi le porta seco.nascendo> gl'istinti si presentano al nudo; le abitudini si scoprono propriamente nelle loro radici. Qual più preziosa oggetto, adunque, per le cure dell'.educalore? Qual più urgente bisogno di ■golgere al bene lo spirito dell'uomo allora ch'esso può- slare intieramente ai cenni del nostro affetto previdente ? Ma appunto perchè di suprema importanza è quel tempo, e lasciarlo trascorrere, senza trarne vantaggio, senza spendervi intorno le nostre sollecitudini, sarebbe la più condannabile e la più stolta delle indolenze, è mestieri studiare bene addentro il modo miglioro di rendere benefica l'opera educalrice che si volge ad esso. E qual modo migliore è appunto encomiato e ammirato il sistema di Frobel,. secondo il quale il bambino deve sembrare educarsi da sè spiegando sempre, secondo i gusti più speciali de' suoi anni, la attività, cioè a dire giuocandoi, Anche in Italia sorsero ormai dei valenti fautori di questo eccellente sistema educativo dell'infanzia, come ne rende fede il buon periodico L'Educazione moderna, che si pubblica a Venezia, vólto al generoso scopo di diffonderne la conoscenza. E un primo effetto pratico delle sue premure è il giardino infantile, stabilitosi di recente nella stessa città di Venezia. Di esso abbiamo una relazione che merita di essere posta sotto gli occhi dei nostri lettori, e che ci dispensa per ora di aggiunger altro dal canto nostro. Eccola: « Il Giardinelto infantile a sistema Frobel che fu or ora fondato in Venezia è una cosa affatto diversa dagli asili d'infanzia, e ad entrarvi vi si allarga l'animo. La stanza della scuola a pian terreno è di giusta grandezza da potervi capire una trentina di fan- 4GG ciulli e anche piti : due delle sue pareli sono in vetri con porle clic riescono in un giardino abbastanza vasto cinto da una muraglia non elevala dimodoché l'aria vi circola libera ed abbondatile, e liberi del pari e festosi come stormi di rondini vi circolano i bimbi clic sono a vicenda nel giardino e n 'Ha stanza secondo l'ordine dei loro giuochi e delle loro occupazioni. A vederli viene una voglia malta di gettar giù dalle spalle quel lungo strascico d'anni, di fastidi, di dolore che ci rallenta il passo e di metterci a correre insieme ad essi, immemori del passato, improvvidi dell'avvenire. Poiché nel giardino infanlile quello che si fa più di tulio è giuocare: o che \olele che studino, che meditino quelle creaturine di 4 o 5 anni? Bla tulli quei giuochi sono coordinali a un sistema, sono diretti da una volontà intelligente, e svegliano a poco a poco le facoltà del bambino meglio clic non potrebbero le più sapienti lezù ni » » 'falera con un vago intreccio di carie diversamente colorale si educa il fanciullo all'armonie delle tinte, lai' altra con dei sollili bastoncini di legno acconciamente preparali gli s'insegna l'armonia delle li-ree; e senza avvedersene egli impara quale sia la linea verticale e quale la orizzontale e quale la ob-bliqua. Delle semplici canzonelle, semplicemente musicale. lo esercitano in quella ginnastica dei polmoni che è tanto raccomandala dogi' igienisti, e associando al canlo dei movimenti aggraziali egli va formandosi quella compostezza della persona che molto aggiunge al decoro senza toglier nulla alla vigoria. Nel giardino, i fanciulli, olire all'altre cose, lavorano un pochino la terra con appositi struménti, e qui ha buon giuoco la loro fantasia, che si lascia spaziare liberamente, tantoché chi ha maggiore immaginativa trae maggior parlilo dal suo piccolo scompartimento e vi simula in proporzioni microscopiche ruscelli grolle e colline. Aggiungasi a ciò ogni giorno qualche novelletta raccontata con semplicità e con buon garbo e si avrà un'idea approssimaliva di questo sistema di educazione infantile che alcune famiglie vollero a ogni costo introdurre anche fra noi e che ima distinta signora di Berlino la signora Emilia Fròhlich seppe applicare con rara perizia e con un zelo infaticabile. Certo ogni sistema può riuscire a male affidalo a cattive mani, e un professore pedante e una maestra nojosa possono farvi del sistema Fròbel la più scipita cosa del mondo. Figuratevi! L'essenziale sta nel farsi amare dai bambini, nel conquistarne la confidenza, nel persuadere le loro labbra al sorriso e codesto non è nò iì Fròbel nè altri che possa insegnarlo. La signora Fròhlich ci riesce mirabilmente, ed essa è secondata nel modo migliore dalle sue assistenti che gareggiano d'intelligenza, di gentilezza e di buon volere. Una d'esse è toscana, e parla quindi ai bambini, lo schietto idioma italiano; la signora Fròhlich poi, che quantunque tedesca, parla assai bene il francese, ne esercita per tempo gli orecchi ai suoni c alle voci di quesla lingua.» » A mezzogiorno i bimbi fanno colazione insieme, e non è a dirsi quanta allegria regni in quella tavola, ove il più vecchio dei commensali non tocca forse gli olio anni. » » Soggiungiamo per ultimo che nel giardinetto infantile il sesso debole ha voltilo affermare la sua onnipotenza. 1 poveri uomini non vi hanno parte, nò per .fii-f' ih :"*> V (V la direzione, nè per l'insegnamento, ne per l'amministrazione. Fu un colpo di slato femminile. » Togliamo da un pregevolissimo opuscolo di distinto scrittore il seguente squarcio, che ne dà un' idea precisa e splendida di ciò che sono i co sì delli Giardini per l'Infanzia, la cui introduzione è dovala a Federico Friibel, V insigne educatore della Turingia, a far si che la prima educazione, reità fui qui da melodi automatici e compressivi, sia ordinala conforme natura e basata sul sentimento. A lungo si lamentò il divorzio fra 1' istruzione e l'educazione; qui il sinonimo nocque. Cessò il lamento, non il male; il divorzio sussiste ancora in gran parte. Anche in quell'età, in cui sembra che non si possa parlare all' intelligenza se non per la via dei sensi e del buon cuore, la fredda ed arida i-struzione prevalse. Gli asili parvero dapprima opportuna transizione tra la famiglia e la scuola; ma in molti di essi, dimenticato lo scopo, furono introdotti gli sterili esercizii della memoria, le precoci della mente, il presagio di quel tedio che pesi in molte delle scuole posteriori. L' uggia dello sludio è in lai guisa appresa di buon'ora ai fanciulelli; sicché poscia seggono sui banchi delle scuole elementari pallidi, sfinili, disamorati. La natura ha leggi, che non si possono impunemente violare. Il cullo geloso e previdente di queste leggi pose Froebel sul cammino della riforma. Che cosa vuol egli? Lo sviluppo spontaneo della facoltà umane. Che cosa invoca? La natura, cioè Dio. Che cosa egli combalte? Quella istruzione compressiva, dannosa per ogni età e per ogni condizione sociale, che sconosce le altitudini speciali; che si propone solo di apprendere sterili nozioni senza curarsi della loro applicabilità alla vita ; che pei riguardi igienici ha soltanto l'ebete sorriso di chi crede di poter fare senza la natura e conlro la natura. Di pedalili noi non sappiamo che farne; vogliamo degli uomini. Siamo stanchi di scolaretti inetti a pensare ed agire da sé, scarsi d' abilità, privi d' ogni iniziativa. Dividiamo la bile del poeta contro i cuori latti di cervello. Non è idea nuova; Froebel non ha indentalo nulla. Le scienze morali non sono come le tisiche. 11 sistema di Froebel è, per cosi dire, la più recente e più completa affermazione di un conccllo che i tempi maturano. Ma quanti a cui quello stesso concetto, che per noi contiene una promessa di futura vittoria ed ha forza di legge, scintilla davanti gli sguardi con fugace splendore, e che, increduli o paurosi, chiudono gli occhi? Froebel non chiuse gli occhi; e si votò tulio all'idea che gli splendette davanti; per cui il suo metodo ha quella irresistibile unilà logica che, quando anche non persuada, richiama 1'attenzione ed impone il rispello. È 1" opera convinta di un uomo di cuore. Un principio la domina: rendere lo studio attraente. E antico voto, adombrato da Campanella nella Cillà del sole, ove scrive : « V' hanno maestri che spiegano questi dipinti, ed avvezzano i fanciulli ad imparare senza fatica, e quasi a modo di divertimento tulle le scienze. » Non è idea frivola, come può a primo tratto sembrare; non è nuova nemmeno essa; rivela squisita conoscenza de! cuore umano. Havvi chi vuol rendere attraente anche il lavoro; tanto meglio. Questa ricerca della felicità per gli altri e per sé non è aspirazione ignobile, non è egoismo; contiene un senso profondo; l'ipocrisia se ne turba; e una tendenza in cui forse si manifesta un segno dei tempi. Havvi bensì chi vuol fare la filantropia complice di torture; chi s'allarma de'canti che alleviano le fatiche delle officine e dei giuochi, in cui trastullasi la prima olà. Questo crudele purilanismo non è per noi. La felicità è amore; volerla è volere il bene, Senza cui non può sussistere. Fclicitas facilitasi Froebel pone a fondamento del proprio metodo l'attività spontanea del fanciullo; ma con ciò non intende l'attività arbitraria o I'erercizio casuale degli istinti; il che varrebbe quanto abbandonare al caso le preziose cure dovute all' infanzia. Bensi egli intende quella provvida educazione, che per accorgimento d' affetto indovina le inclinazioni dell' infanzia, c ad esse accomoda opportuni mezzi perchè si correggano nelle parti men buone e nelle buone si svolgano e rafforzino; e che, nemica ad ogni sovrapposizione od imposizione del maestro, s: nitida alla stessa attività del fanciullo, diretta ad un scopo utile. E l'uomo rispettato nel fanciullo; è la libertà chiamala a s irreggere e benedire i primi passi dell'uomo. Il fanciullo deve da se co' propri sforzi, indirizzati dal maestro ad un fine utile, soltommetlere a governo i proprii istinti, compiere lo sviluppo normale ed integrale delle varie làeollà. Mentre in molle scuole il maestro è tutto e fa tutto, ed il fanciullo più eli' altro subisce 1' educazio-zione che gli viene impartita; Froebel vuole che insensibilmente, gradatamente il fanciullo la riceva da sè medesimo, convinto di essa perchè gli viene dalla coscienza, voglioso di serbarla ed accrescerla, perchè forma un tutto colla sua vita, ed anzi è la ragione •Iella sua vita. Nell'azione, nel lavoro havvi il segreto di questa educazione di sé, senza la quale diviene una frase bugiarda il mutuo insegnamento. Imparare è un effetto; a-gire è una causa. Si tratta d'inv ertire 1' ordine fin qui addottalo; il fanciullelto da paziente deve divenire agente; l'educazione da negativa deve l'arsi positiva. « A-gire, scrive Froebel, è vivere; prima che 1' uomo n-gisca, nè egli nè altri sanno quel che è e quel che vale. Soltanto un regolato esercizio svolge le facoltà umane.' » Non bisogna sovrapporre; bisogna cavare, estrinsecare. Socrate fu dello per ciò oslelricanle di sapienza. E questa 1' educazione clic il nostro Roma-gnosi appellava conforme a natura. Il giuoco è il lavoro dell' infanzia. Froebel s'impadronisce di questa primissima forma dell'attività infantile per insegnare le elementari nozioni delle cose. « Il giuoco, scrive egli è, uno specchio magico, guardando nel quale apprendi quel che fu 1" uomo e quel che può divenire; perocché in esso si riflettono le più remote memorie dell' infànzia del mondo. Il làciulletto rifà la storia umana, ripete in piccolo quel che in grande operarono nei primi secoli le generazioni. L'infanzia è sempre eguale a sè slessa. » 1 giuochi, le impressioni esterne possono essere favorevoli o sfavorevoli allo sviluppo graduale del fan- ciullo. Abbandonale al caso ponno giovare e nuocere insieme. Froebel sostituisce al caso la premeditazione assidua, paziente, amorosa delle circostanze, fra cui cresce l'infànzia. L'anima, fin da'primi giorni di vita, chiede suoi alimenti come il corpo; il pane dell'anima non conosce nè classi, nò età privilegiate. Froebel vuol circondare la primissima età d'impressioni progressive che eccitino i suoi sfòrzi fisici, morali ed intellettuali; somministrino materiali opportuni alla sua attività e la dirigano verso lo sviluppo pieno ed armonico dell'essere. Precipuo bisogno dell'infanzia è il moto. Froebel lo soddisfa e governa con esercizii ginnastici, in forma di giuochi, accompagnati dal canto. Tali esercizii sviluppano armonicamente le varie parli del corpo, principalmente hi mani, preziosi strumenti della volontà. I canti affinano l'orecchio, e porgono le più semplici nolizie delle cose. Per tal via s'esercitano i sensi, organi dell'intelligenza ; e prima d'ogni altro, il tatto. Poiché le tendenze manifestate dall'infanzia guidarono Froebel nello stabilire il proprio melo lo, la tendenza di toccare, di maneggiare, istintiva nella prima età, una delle forme del desiderio di conoscere, suggeri la scella di corpi solidi, co'quali quel bisogno possa esercitarsi in modo normale. La forma sferica, come la più semplice, è avviamento a forme più composte. Ma il fanciullelto non s'appaga di vedere e di toccare; vuol fare. Ogni uomo nasce artista; sente con irresistibile forza il bisogno di produrre. Froebel promuovi; e indirizza questo nobile istinto, offrendo al fanciullo materiali convenienti, additandogli il modo di compiere un'opera determinata, sicché di buon'ora conosca il debito e il piacere del lavoro. 11 nielodo, la legge sviluppano la riflessione; il lavoro medesimo moltiplica i confronti; l'intelligenza si estrinseca e s'afforza la volontà, abituandosi al rispello della regola. Occuparsi d'un oggetto è amarlo. Un'altra bellissima tendenza dell'infanzia è quella del prender cura delle cose, fosse pure d'una bambola, dell'interessarsi alle persone ed agli oggetti ; ed è colpevole quella educazione che non se ne giova. Froebel se ne giova. perchè conosce quanto importi allo sviluppo morale del fanciullo l'ispirargli presto l'amore del lavoro e il concetto del dovere. Cosi la vita infantile acquista uno scopo; e colla ginnastica fisica procede di pari passo la ginnastica della volontà, che è la più ardua. Dal dovere nasce l'idea del sacrifizio. Se il fanciullo non sopporta qualche fatica, non compie qualche annegazione per coloro che ama, preparandosi alle ben più dure annegazioni che lo attendono negli anni maturi, male in lui si sviluppa l'affetto; il quale ha d'uopo di esercitarsi co'donativi, colle limosine, con quegli sforzi per cui, uscendo da noi, c'interessiamo degli altri, li soccorriamo, li amiamo quanto noi e più di noi. Froebel vuole che il fanciullo si giovi dei lavorucci, compiuti colle proprie mani, per attestare il suo alletto verso la famiglia, gli amici e il prossimo; delicato pensiere, per cui il lavoro diviene doppiamente educatore. I na si variata attività aiuta e soddisfa ad un tempo il suo bisogno di conoscere. La dimostrazione procede di conserva coli'azione; le notizie astraile non fanno presa] stiMe intelligenze bambine; la parola deve accompagnare la cosa. E da queste dimostrazioni è tratto inevitabilmente al concetto di Dio, alla fede iu un essere supremo e buono, al culto operoso di una legge di giustizia e d'amore. Le anime s'accendono nel coi tatto. Frocbel lo sa. 1 fan:iullelli lavorano insieme; si rendono reciprocamente dei piccoli servigi; la dolce compagnia si ringrazia di mille profferte ed allei.zioni; ognuno rispetta il posto agli altri assegnato, primo omaggio a quel!' idea del diritto, che occupa tanto posto nel mondo civile. Que'delicati operai formano delle piccole associazioni, producono opere collettive; nel lavoro e pel lavoro s'amano. Sottomessi ad un ordine determinato, ad una legge benefica, che appresta loro movimenti e (sollazzi, sorgono grado grado a tutta la pienezza della vita morale. Massimo castigo per essi è la privazione del lavoro. Questa educazione non si sostituisce alla famiglia, ma la ripete nella scuola. Michelet disse che Froebel scoperse il mistero dell'educazione; se ciò è, le madri lo scopersero prima di lui. 11 padre Girard intitolò materno il proprio metodo. E in vero se si deve deplorare un' istruzione precoce, si deve altresì invocare che l'educazione prenda il fanciullo dalie fasce: il bambino dai baci della madre riceve l'anima, dalle sue parole la coscienza. Froebel si convinse, mercè lunga esperienza, che il troppo tardi può ripararsi, rispetto all'istruzione, ma assai rado ed incompletamente rispetto all'educazione ;e non per altro e'ritirò le proprie cure dal collegio di Keihau e le rivolse interamente verso fanciullelli di tenerissima età. 11 Iroppo tardi riempie le carceri, gli ospedali, i cimiteri. La famiglia non basta: è il cuore della nostra vita, non tutta la nostra vita: havvi la società. 1 Giardini dell'infanzia sono la società dei bambini, il loro piccolo mondo, il loro campo di lavoro e d'emulazione. Vi apprezzano di buon'ora non quella disciplina che riducesi ad esortazioni, proibizioni, punizioni: ma quella che esce dall'esercizio medesimo delle nostre forze; non una regola imposta, ma una regola richiesta dalle condizioni del sodalizio in cui viviamo, assentita dagli altri e da noi, voluta e rispettata da lutti come una legge comune. La disciplina è il metodo dell'azione. Non deve soltanto impedire di fare il male, ma deve condurci a fare il bene. Essa è la logica della virtù» Al metodo irrazionale, coercitivo, a lungo armato di ferula, che vagheggia per ultimo risultato la passività, si sostituisce l'ordine nell'attività libera e geniale. (Continua) l comizi agrari nella nostra provincia Questa istituzione, surta colla costituzione della società agraria istriana, appalesa una perfetta conoscenza delle nostre circostanze climatologiche in chi dettava gli statuti di quella società. Difatto a cagione della varietà del clima e delle condizioni fisiche necessarie a formare la suscettibilità di produrre, il suolo istriano si offre all' agricoltura or più or meno avaro, e nel lasciarsi usufruire lo costringe ad impiegare or più or meno fatica ed a modificare la sua attività nelle svariate pratiche di coltivazione, che sono inerenti ai vari terreni, esposizioni, ed altre locali circostanze. I procedimenti agrari sono connessi a svariale influenze, e coli' istituzione di questi comizi, i quali bau sede nei principali centri agricoli della provincia fu appianato il compilo della società nell'applicazione dei varj metodi di coltura, delle varie innovazioni, de' più utili miglioramenti. Queste piccole associazioni completamente autonome in tulio ciò che riguarda la locale agricoltura, verranno forse tra non mollo considerale *) quali organi sussidiari della società in tulio ciò che concerne gl'interessi comuni, le attribuzioni demandale, ed altro che sia. Rimediato per tal modo alla mancanza d'unità che oggi s'appalesa, tulio andrà per il meglio. A primo aspetto parrebbe che gli esigui mezzi pecuniarj di cui i Comizi possono disporre, siano un ostacolo insormontabile all'attuazione del loro programma; tullavolta io credo che collo studio, col-l'osservazione, coli'esempio riusciranno a far abbracciare qualche riforma e ad agevolarne la riescila. La buona volontà non dovrebbe mancare, ove si vorrà pensare, che negli sviluppi di qualsiasi industria, o-gni forza ha un' intima connessione con tutte le altre, desta le inerti, dà vigore alle impossenti e presto o lardi trascina tutte nel suo corso. Sia compito pertanto dei comizi l'esame dei varj metodi di coltura tenuti dai proprietarj che li compongono; l'accurata ed onesta crilica li spingerà ad accettare alcune migliorìe, che mano mano verranno abbracciate dal generale degli agricoltori di quel circondario. Si assoderanno a qualche giornale agrario, acquisteranno e sludieranno opere d'agraria che meglio rispondano ai loro bisogni. Così poco per volta si formeranno tanti piccoli centri di pratica applicazione, i quali se non emergeranno di un {ratto per qualche innovazione, saranno forse più commendevoli : poiché col fallo puossi dimostrare come molle riforme non si possono effettuare se non colla costante perseveranza dietro un piano precon-Pcdo e razionale. Le modificazioni le più sentite nell'agricoltura del nostro paese, abbisognano d'anni e molti polla loro attuazione; affinchè la pratica, l'esempio, l'osservazione, facciano abbracciare un piano di coltura, all'effettuazione del quale, senza ledere il più delle volle gì' interessi vitali dell' individuo si rendono necessari altrettanti esempi ed altrettanto tempo. In una parola la mira precipua sarà quella di migliorare con lutti i mezzi possibili l'agricoltura; ma non con inconsulte intraprese, nè con le idee malinconiche sullo slato presente delle nostre condizioni. S' abbia sempre in mente che ciò che v' è, ha fino a un certo punto le sue buone ragioni di esistere. Con questo non voglio già intendere che non si possa niente mutare; chè anzi il più delle volte sono utili certi cangiamenti, dei quali i più sicuri vengono consigliali dalle osservazioni sullo slesso circon- *) La presidenza detta Società agraria istriana ha diggià designati que' §§ dello statuto che debbono modificarsi.- l'ordine del giorno del II. Congresso generale lo dimostrava. dario, sulla slessa possessione in cui \oglionsi ridurre in allo. Per riuscire in (ale intento è duopo che alcune buone pratiche sieno accettate da questo o quel proprietario; per cui ridotta la scienza in una forinola di pratica intelligenza e di sicura applicazione, varrà a smuovere i più restii, perocché la troveranno per cosi dire stampala nel suolo. N. D. DIETA PROVINCIALE ISTRIANA. (?) Ci pare di Iroppa importanza la dotta relazione della Giunta provinciale circa alla istituzione de' libri pubblici nell' Istria per non darle quella maggior possibile diffusione di che è veramente meritevole. Del grave argomento s'è occupato molto il nostro Giornale porgendo memorie, progetti, idee che vi aveano particolare attinenza, e perciò credo che a completarne la serie tornerà gradito e proficuo 1111 dettato, che svolge il tema difficile con critica profonda risalendo alla genesi dell'istillilo tavolare per sofl'ermar-si a quello della Conservazione delle ipoteche, che alla Giunta parve il più idoneo a guarentire il credilo privalo, ma che peraltro non incontrò appieno le vedute del Comilalo polilico-Iegale, come si potè osservare nelle sue conclusioni recale nell' ultima mia. Ecco pertanto la relazione. Nella VII seduta del 9 Settembre 1868 quest'Eccelsa Camera deliberava : Restare incaricatala Giunta provinciale di studiare l'argomento dell'istituzione nella provincia d'Istria de'libri fondiarj e di riferire nella prossima sessione dietale. 11 compito della Giunta pertanto la portava ad occuparsi in primo luogo dell'essenza dell'Istituto tavolare, per poi giudicare se esso si attagli alle condizioni della nostra provincia, e se quindi nella medesima sarebbe per guarentire i diritti di proprietà ed il credito fondiario, di preferenza ad altri sistemi di assicurazione dei medesimi. L'istituto delle Tavole ebbe a base il sistema baronale, ed è da questo derivato. Secondo il gius baronale tutta la terra era del principe, da lui data ai Baroni maggiori, da questi ai minori, i quali poi la ripartivano fra i villici. 11 concetto di proprii -tà fondiaria era con ciò distrutto, e surrogat >si invece quello di dominio e di possesso, ossia di frazione, sicché v'erano direttari!* ed utilisti delle terre. Alle classi baronale e rustica capaci di possesso s'aggiunse poi, in seguito ad emancipazione dal potere baronale, quella dei Comuni civici. Cadauna di queste specie di personalità aveva obblighi pubblici reali e personali congiunti al possesso, i grandi Haroni verso il Principe, i rustici verso i Baroni, i Comuni 0 verso il Barone 0 verso il Principe secondo il loro rango. Per avere evidenza dei beni sudditizii tenevan-si registri dei medesimi, delle parti cioè date in fruizione, e dei contributi che le gravitavano, il diritto di tenerli era del direttario; quelli dei Baroni maggiori erano tenuti dagli Stati provinciali, perchè partecipanti al principato; i Baroni ed i possessori dei beni avevano registri dei fondi rustici a loro soggetti, ed i Comuni quelli dei fondi borghesi, sui qua- li il Comune esercitava l'alio dominio. Da qui la distinzione di beni rusticali da beni dominicali, e la proibizione di possedere beni rustici ad altri che a rustici, mentre i soli nobili potevano possedere baronie, ed i borghesi 1' beni civici. L'istituto delle tavole provinciali, dei libri fondiari e dei libri civici, era un prodotto del meccanismo feudale, e fondato sulla forza e sull'arbitrio, e del tutto estraneo al gius : prevalse quindi in esse la imperiosità e materialità, poiché le relative 0-perazioni si decretavano ed eseguivano dal padrone, nel modo che a lui piaceva. Questi libri 0 tavole erano adunque registri poli-liei soltanto, non aventi attinenza col gius civile, e-stranei alle attribuzioni dei Giudici. L'imperatrice Maria Teresa volle che questi registri fossero anche tavole di promozione del credito pubblico, e ne appoggiò la tenuta alle Autorità politiche; la pubblicità suppliva in qualche modo ai gius civile privato. L'imperatore Giuseppe II diede le tavole in governo ai giusdicenti dei Baroni minori, convertendole in istituto di gius civile, ma non unico ed Universale, dacché le tavole non s'imperavano in tutte le provincie. E cosi il Codice civile austriaco dell'anno 1811, quando prescrisse che l'acquisto della proprietà e dell'ipoteca è condizionato all'iscrizione dei libri ta-volari, non provvide che per le tavole ove esistevano, e non ordinò la loro istituzione ovunqne, neppure in provincie ove eranvi Baroni giurisdicenti, come p. e. nel Tirolo, che ne è privo. Presasi a tipo universale un'istruzione per la Boemia della fine del secolo passato, quando questa era il tipo del più severo baronismo, si formò un gius tavolare immedesimato col baronale, non fondato su alcuna precisa dispositiva, non uniforme perchè con procedimenti svariati da provincia a provincia e perfino nella stessa provincia, e diverso secondo i tempi. Le esigenze per decretare l'iscrizioni furono differenti, non tulle imperate dalla legge, da qualche legge rifiutate ; sicché nelle diverse provincie s'elevarono a dritto le pratiche differenti seguite dai registratori, le cui dichiarazioni poi avevano il valore di sentenze, e dalla loro onestà dipendeva il venire all'acquisto o alla perdita della proprietà e delle ipoteche. Ma l'Impero ha subito una palingenesi radicale. La legge dell'anno 1849 abolì il dominio diretto e l'utile, pei quali erano destinati in origine i libri tavolari, convertendo quei domiuii e quei possessi in proprietà civile piena e libera : e togliendo le giurisdizioni baronali in tutta la loro estensione, le restituiva al principe, per cui caddero onninamente le tavole provinc'ali, i libri fondiari e civili, e si de-volsero al principato. Allorquando i libri fondali tenuti nella parte dell' Istria che era retta a baronie, passarono ai Giu-dizii imperiali, furono riconosciuti si irregolari e disordinati da non farne conto, come veniva più volte espressamente dichiarato anche nei pubblici E-ditti Neil' Istria che fu già veneta, era stato introdotto il sistema delle Notifiche venete, le quali non assicuravano altro diritto che quello di prelazione dell"pnt~ca ali1 iscritto più anziano. Ma siccome i giuristi austriaci, sconoscendo l'indole dell'istituzione, e giudicandola coi principi! dpi libri tavolar!, non vi trovavano in esse le condizioni che avessero permesso di applicare questi principi) le dichiararono irregolari ed incapaci di assicurare i creditori; laonde invalse l'opinione nel pubblico, che le noti-liche siano un'ostacolo al credito fondiario, e che per assicurarlo sia indispens bile ed unico mezzo la istituzione dei libri tavolar!, come sono tenuti nelle Provincie tedesche dell'Austria, nei quali apparisce specificala la proprietà fondiaria di ciascun individuo, ed i pesi che ne aggravano il complesso o le singole parli Ma se le tavole sono l'istituzione piti perfetta per garantire la proprietà ed il credito, onde avvenne, che nè Francia, nè Inghilterra, nè Olanda, nè Beglio, nè gli Stati d'Italia nè altri ove la giurisprudenza ed il buon governo da lungo tempo fioriscono, trovarono d'adottarlo, e pur salirono a grande floridezza agricola e di commercii e d'industrie? È prova chiara codesta che le tavole non sono nè l'unica, nè la migliore istituzione, e che con sistemi da questa diversi, la proprietà immobile rd il credito trovano piena assicurazione. Se Lussinpicco-lo colle Notifi'che seppe elevarsi cotanto, se lo potè lare ia Dalmazia, in alcune parti reggendosi colle Notifichi?, iti altre coi registri all'italica; se per lo contrjiriu Pisino, Pellai, Lupoglavo non prosperarono ad onta dei loro libri fondiarii, egli e mani-lesto clic il valore preferente ad essi attribuito non ha fondamento alcuno. L'unificazione operatasi della nostra Provincia rende necessaria anche l'uniformità di sistema nel garantire i diritti di proprietà immobile e delle ipoteche. J;e Xolifiche sono ormai istituto troppo screditato, troppo antiquato e mal compreso nel loro gius e nei loro effetti, perchè si possa richiamarlo alla primitiva sua essenza, e renderlo con frutto, un.-vii.saie nella provincia. tiravi ragioni militano contro l'introduzione dei )d ri tavolaci. Per adottarli sarebbe innanzi tutto indispensabile ; come base un nuovo catasto di tutti i l'ondi colle relative mappe, essendoché le attuali non sono sempre esalfe nella quadratura delle particelle, lungo lavoro questo congiunto con ingenti spese. Essendo poi in Istria grandemente frazionata ed indefinitamente scindibile la proprietà, avverrebbe che il progressivo frazionamento togliesse talvolta persino la possibilità di segnarlo nelle mappe. — I libri favolali restano affidati a singoli registratori, i quali essendo indipendenti dal Giudice nell'esercizio delle loro incombenze, dipende dalla loro onestà ed esattezza il venire all'acquisto od alla perdita della pro-pietà e delle ipoteche. Onesti libri creano in luogo del gius comune un gius eccezionale tavolare, il quale raccorcia a tre e sei anni il termine di trenta e di quaranta, assegnalo dal Codice civile alla perdita delle proprietà e dell'ipoteca; molte e altre disposizioni non sono comendabili: facili sono le l'iodi nei casi d? identità di nome da registrarsi ; non sempre in pronlo la ispezione dei registri, nè di facile intelligenza agli idioti, che agevolmente possono venire abbindolali. A questi pericoli non è certamente consulto l'andar incontro coli' introduzione di questo Istituto che ripete In sua origine dall'abbatuto sistema baronale, ed è rifiutato dalle più colte nazioni del mondo, quando possiamo scegliere un'altra istituzione corrispondente alla moderna civiltà, e frutto della medesima, che lasciando intatto il gius civile, appieno guarentisce il credito privato. E questo si è I' Istituto della conservazione delle ipoteche. Abolito per la Hivoluaione del 1789 il dominio baronale in Francia (che fu poi imitala nel 1849 dall'Austri^ e sostituendovi la proprietà 1-bera e piena, f'u essa Francia la prin a ad introdurre 1' Istituto della conservazione delle ipoteche, il quale non si occupa della proprietà e del pi ssesso, alla cui garanzia provvede a sufficienza il diritto civile. Mentre il sistema tavolare non fu accettalo da alcun stato europeo, il francese venne addottalo da parecchi, e dura nel Helgio ed in (ulta l'Italia, e 1' Austria medesima che Io trovò attivato dal Governo italico - francese nella Lombardia e nella Venezia, l'aveva conservato per queste Provincie e per buona parte della Dalmazia là dove non fu rovesciato da gì' impeti della ristatirazione, come pur troppo avenne neh' Istria dove introdotto trai Governi italico e francese fu poi abolito nella rioccupazione della provincia da parte dell' Austria e fatte ricevere le vecchie nutilicbe ed i libri fondiari. Se questo istituto pertanto semplice nel suo organismo fa di sè ottima prova da oltre-mezze secolo nei più illuminati e floridi stati d' Europa, se soddisfa presso di noi in quelle parti ove venne mantenuto, non si comprenderebbe perche non dovessimo snteporlo all' istituto favolare, non più consentaneo alle nostre condizioni ed ai vigenti principi di giurisprudenza, e cui già più volle la. stessa Austria era in procinto di abolire. Grandi e forse insuperabili difficoltà incontrerebbe 1' introduzione dei Libri tavolati dei ìstria ; ne sono prova le ripetute Commissioni istituite dal Governo a quest' effetto, ed i discordanti pareri che ne risultarono diametralmente fra loro opposti; nessuna d' esse seppe proporre un regolamento tavolare concreto di chiara e facile applicazione, ed il Governo stesso coli'abbandonare poi quest' oggetto, mostrò di disperare d' un possibile buon esito di tanti studi e pertrattazioni. Gioverà anche osservare che l'istituto tavolare suppone in ogni distretto giudiziario una numerosa classe di abili geometri, dovendo necessariamente in casi di frazionamento d' un fondo portante un numero tavolare andare unito per gli effetti dell'iscrizione, alla relativa istanza il tipo della particella divisa, colle esatte misurazioni. Ora, siccome nell' Istria manca, ad eccezione di pochi luoghi, del tutto la classe di geometri, i detti tipi o non potrebbero allegarsi o non sarebbero esatti; e sarebbe quindi a temersi troppo spesso 1' insorgenza di danni irreparabili alle parti. — All' incontro 1' introduzione del sistema ipotecario nell' Istria riescirebbe di facile e non dispendiosa attuazione, venendo ora grandemente a facilitarla 1' imminente riordinamento dell' imposta fondiaria e la conseguente revisione del catasto, ol-trecchè la più spedita conservazione dei libri fpo- tecari ammetterebbe la possibilità che appresso o-gni Giudizio distrettuale, quest' istituto venga affidato ad un solo registratore, mentre la più complicata manipolazione cbe va congiunta col sistema tavolare, esigerebbe la presenza d' un personale più numeroso, il che, per viste di risparmio, potrebbe forse avere per conseguenza 1' abbinazione di più distretti giudiziari solto un comune ufficio tavolare, con grande incomodo delle parti. Infine è da considerarsi, che la pronta introduzione del sistema ipotecario verrebbe favorita dall' esistenza d'un complesso di relative leggi, già sino a pochi anni in vigore nelle provincie Lombardo - Venete che facevano parte dell'Austria, in guisa che altro non occorrerebbe che richiamarle in attività per I' Istria mediante uua legge dello Stato. Basandosi alle surriferite ragioni la Giunta provinciale propone pertanto che l'Eccelsa Dieta si compiaccia di prendere la seguente Risoluzione: 1. Doversi porre in attività nella provincia dell'Istria l'istituto della Conservazione delle ipoteche, quale ha esistito nel cessato Hegno Lombardo-Veneto durante la dominazione austriaca; 2. S enire interessato I' Imperiale Governo di rappresentare al Consiglio dell' Impero nella prossima sua convocatine una leg