..-r -A K \ Voi sonerete le vostre trorrjbe, noi soderemo le nostre caropane! Abbonamento annuo Cor. 6,— Semestre Cor. 3,— Unione postale Cor. Un numero separato cent. 10. — Pagamenti antecipati. PREZZO DELLE INSERZIONI por ogni riga di testo : Avvisi commerciali in III pagina cent. 10, in IV pagina cent. Per comunicati in III pagina per ogni riga di testo cent. 20. Avvisi collettivi 2 cent, la parola. % ! I* Esce tutti i mercoledì a mezzogiorno. IN TEDESCHERIA. La balda stirpe d' Arminio continua nelle sue eroiche prodezze. Nella gelida Innsbruck e nella compassata e metodica Vienna la caccia allo studente italiano è all'ordine del giorno e della notte. La bellica nazione tedesca — almeno quella porzione soggetta all'Austria — diede, nelle recenti dolorose contingenze, prova di una grande vigliaccheria e di una rivoltante bassezza d'animo: i nostri vennero aggrediti nella proporzione di 50 contro uno e per soprassello i pronipoti dei paladini immacolati della Niebelungenlied si adagiarono, more solito, a fare da poliziotti, accusando falsamente un giovane della nostra gente di aver estratto il coltello mentre più accanito ferveva l'abbaruffa-mento. Guardate i bei tomi! Stando alla comoda teorica dei tatuati Stu-diosus di Ennoponte, i nostri avrebbero dovuto pigliarsi le legnate in santa pace, senza nemmanco protestare ! lo, per esempio, li avrei presi a revolverate, quei faccioni incretiniti di luna piena! Altro che coltello! E i boxer e i bastoni ferrati di cui essi dispongono, son, forse, balocchi da bimbi? Ed oh, quanto non rifulse, anche di questi giorni, la gentilezza del sangue latino! Alla richiesta del commissario se avessero qualche accusa da fare, i nostri carissimi giovani risposero ad una voce : Noi non siamo dei poliziotti! Apprenda la dotta Germania: nella terra dei Katzelma-cher, dei maccheroni e dei briganti non alligna la mala pianta delle spie... Ma se la Burgerschaft della Tedescheria sragiona, la stampa teutone — non esclusa quella che va per la maggiore, anzi anzi — discorre addirittura con le scarpe. Lasciamo stare la famosa e famigerata Reichswehr, che giura e spergiura di non aver mai inteso nominare il prof. Angelo De Gubernatis: come mai esigere che un agente segreto di polizia travestito da Infanterist austriaco conosca, sia pure solo di nome, i letterati italiani viventi?... Quello che ci fa specie si è il giuoco di bussolotti cui si è abbandonata, dopo i tumulti d'Innsbruck, la gravissima e informatissima Neue Freie Pi-esse di Vienna. Secondo essa noi, Italiani, siamo affetti dalia manìa di voler ad ogni costo l'università i-taliana in.... terra tedesca! Santi numi dei cielo! noi volere una tal cosa! Ma se sono ormai anni ed anni che lottiamo per conseguire uh fine diametralmente opposto ! Come franten-dono questi germani! Sono un po' duri d'orecchio e bisogna compatirli. E' l'università italiana a Trieste che noi vogliamo: i pannicelli caldi delle parallele italiane all' ateneo d' Innsbruck si son dimostrate non corrispondenti ai reali bisogni della nostra studentesca e indegne della stirpe i-talica, maestra a tutte le altre nazioni, non esclusa la tedesca, che da essa molto apprese tino all'apparire e allo scomparire di fra Martin Lutero. Nel medio evo e nel Rinascimento i bar- bari e ignoranti lanzichenecchi d'oltremonte impararono da noi, dagli oppressi, l'arte d'ingentilire l'animo e i costumi; e in premio insanguinarono la divina Ausonia dall' uno all' altro mar. I moderni cittadini d'In-nsbruck non sono punto migliori: grattate il tedesco e ne salterà fuori l'antico seguace del Frundsberg: nome, questo, che dovrebbe riempiere d'orrore il mite spirito ultracattolico dei buoni compatriotti di Margherita Maultasch: figuratevi che quel bir-baccione venne in Italia col deliberato proposito di strangolare l'ultimo papa con un magnifico laccio di seta che teneva appeso agli arcioni... Chiudo venia al lettore di questa digression che non lo tocca; e passo ad altro. Dai giornali quotidiani avrete rilevato la notizia davvero strabiliante dell' alleanza contratta* dai nostri con gli studenti di nazionalità slava per infrenare 1'.... infrenabile prepotenza dei loro colleghi adeschi. I tempi non son più quelli: dieci anni or sono la notizia di questo fraternizzamelito ci avrebbe lasciati per lo meno increduli: ora non più. Anche prescindendo dalle tenerezze del general Garibaldi per il Jadran di Trieste e viceversa e dal Ravvicinamento italo-croato della Dalmazia — sorto appunto per osteggiare con favore l'infiltrarsi della lingua tedesca negli uffici erariali del tribolato regno — quest' unione così improvvisa è nata spontanea dal bisogno che sentono tutti gli oppressi di offrirsi vicendevolmente la mano. Ma.... siamo cauti! Una bricciola di diffidenza alla don Abbondio non istà male ; sarà egli proprio convertito davvero il popolo croato?... Siamo cauti e che non abbiamo a piangere di poi. L' ora è triste. L'Italia ufficiale, impersonata nella semita faccia dell' on. Giolitti, ruba il mestiere a don Cristoforo Busich, direttore della polizia di Trieste, e proibisce a man salva le dimostrazioni di simpatia che i fratelli del Regno tentano d'inscenare e nell' una e nell' altra delle cento città. Il Governo austriaco, alle cortesi e zelanti attenzioni dell'alleato, risponde con rappresaglie feroci contro l'elemento italiano a lui soggetto.... Onorevole Giolitti, badate: continuando di questo trotto, per San Leopoldo!, voi correte il rischio — Dio mi perdoni ! — di buscarvi l'ordine del medèmo !... Sabato, 28 rLa Sveglia« Connesso della Società Politica Istriana Come annunziato, ebbe luogo domenica scorsa a Parenzo l'annuale adunanza della nostra Società Politica. 11 Presidente, on. Bennati, porge cordiali saluti alla città ospitale, accenna alla questione economica e alla organizzazione, a cui la direzione dedicò cure speciali, e deplorato il perdurar del dissidio scoppiato in occasione delle ultime elezioni dietali, continua : «La spinosa questione della sede della Dieta, che noi col voto espresso nel congresso di Cittanova, abbiamo voluto rimettere ai deputati, appunto perchè non turbasse l'armonia che era sempre regnata e deve regnare nelle nostre file, ebbe tuttavia una ripercussione in seno al partito e ne scosse la salda compagine, e che essendo una pura accidentalità, per quanto importante, della vita pubblica, non si sarebbe dovuta confondere nel complesso della nostra attività politica facendone quasi la piattaforma. Quindi diffidenze e sfiducia e conseguentemente rilassamento di quei legami che devono strettamente unirci nell' azione comune. Questo deplorevole stato di cose deve finire. Ben altro e più alto è l'obbiettivo a cui miriamo ed esso imperiosamente reclama la concorde attività (approvazioni). Liberiamoci infine da quest'incubo che ci opprime; cacciamo questa nube che venne ad offuscare il sereno orizzonte nostro. Badiamo al nei!'c., -he incalza e potrebbe approfittare di una momentanea tteijoie?:«!-nostra per arrecarci irreparabili danni (applausi).» Riferisce poi il Direttore-segretario sig. Francesco Salata sull' attività sociale come segue : „Or fa un anno, chi mi precedette nell'ufficio grato e onorevole di tracciare in queste annuali radunanze le linee somme dell' attività sociale, invidiava alla direzione nuova l' era di pace che le si schiudeva dinanzi dopo due anni di incessanti lotte elettorali, ed augurava che dalla pace la direzione traesse eccitamento e consiglio alla soluzione dei molteplici provvedimenti economici e sociali che i bisogni del paese e le urgenze dei tempi reclamavano. Il vaticinio della pace fu vano; pace è la parola ignota a noi cui ogni giorno t'innovella, recondite o palesi, le insidie. Cosi I' o-pera nostra che voleva essere tutta intesa al programma economico sociale, dovette spesso volgersi a respingere offese e a prevenire danni nel campo nazionale. Le tabelle bilingui e trilingui e i nomi storpiati imposti alle stazioni della nuova ferrovia, non poterono essere risparmiati alle città e alle borgate, alle quali pur soccorrevano oltre alla storia e alla legge positiva, anche la nomenclatura adottata negli stessi ultimi repertori ufficiali. La ragion politica soverchiò ogni diritto, non perchè non fossero energiche le proteste della Giunta provinciale e dei deputati al Parlamento, non perchè fosse mancata la manifestazione unanime della volontà del paese a mezzo dei Comuni da noi sollecitati ad unirsi ai nostri reclami, ma perchè le voci della equità e i consigli della stessa opportunità del servizio si sperdono presso il Governo preoccupato soltanto a sovrapporre i segni sperabilmente vani e caduchi della sua politica slavizzatile ai segni eterni e incorruttibili della nazionalità del paese. Con eguale energia, egualmente purtroppo riuscita vana, ci associammo alle proteste dei fratelli triestini contro recenti slavizzazioni presso quel tribunale penale, mostrando non solo che esse ledono la legge e la tradizione, ma che non sono in particolare richieste da alcun effettivo bisogno dei distretti dell'Istria appartenenti alla giurisdizione del Tribunale triestino. Si impose del pari alla nostra attenzione la politica ecclesiastica del Governo che troppo palesemente si unisce a chi contro ogni diritto impone carattere slavo alle istituzioni ecclesiastiche della provincia, lede l'autonomia dei Comuni e della Dieta che contro quest' opera elevano legittime proteste, viola, con nomine di canonici e parroci, il carattere antico di chiese sempre italiane, tollera in tanta parte del clero slavo alterazioni dei libri di stato civile e agitazioni politiche inconciliabili col ministero religioso. Raccolto copioso materiale, faremo sentire alla Camera di Vienna, nel momento e nella forma opportuni, un' eco del giudizio che gli italiani di tjutii+u ter-iu formane su L contegno del governo nella politica ecclesiastica. E senza scendere a soverchi particolari, la direzione vostra può accertare che a nessun episodio della lotta nazionale rimase estranea, e a tutte le manifestazioni del sentimento italiano uni la sua voce fraterna. Così partecipò alla costituzione della Società degli studenti italiani della Dalmazia e della società Innominata già purtroppo disciol^a, salutando i nuovi fasci di giovanili energie donantisi alla diffusione della cultura e alla causa universitari^, nell' anno in corso vieppiù agitata. Così rendemmo omaggio alla memoria di Niccolò Tommaseo nella ricorrenza del centenario della sua nascita; così esprimemmo il consenso degli istriani al lutto per la morte del primogenito di Giuseppe Garibaldi e al dolore di Trieste per la dipartita di Giorgio Benussi, rampollo nobilissimo di questa nostra terra istriana. E come in questa comunione di sentimenti, così anche nei risultati di alcune elezioni comunali ritrovammo conforto alle amarezze della lotta nazionale. Cherso, al cui * dolore per l'incendio del palazzo municipale non rimanemmo insensibili, vide confermata dal supremo Tribunale amministrativo, contro a illegale annullamento dell' autorità politica provinciale, la vittoria italiana. E per parlar solo dei Comuni disputati, Rovigno rintuzzò la baldanza di chi la fède religiosa vorrebbe dare strumento alla reazione; Apriano, Paugnano e Stri-done riaffermarono fede alla concordia istriana; mentre Antignana con epica lotta, tre volte rinnovata, si strappò al dominio infausto degli agitatori croati. In questa vittoria conquistata contro a violenze e illegalità innumerevoli, come i non vani se pur ancora prematuri tentativi di altri Comuni rurali, e la documentazione evidente del progresso che la causa della concordia e della civiltà va facendo nelle campagne, come le cifre tormentate dell' ultimo censimento or ora publi- cate, rendono testimonianza dei frutti confortanti maturati dal sacrifizio vigile della diffusione del nostro idioma. A far si che nell'avvenire la difesa nazionale abbia il conforto di mezzi consentanei ai tempi e si concili dovunque e sempre al benessere economico e sociale, la direzione ha studiato in quest' anno e recato sino al compimento due opere che non reputa immodestia proclamare importanti: la organizzazione dei Comuni e la federazione delle casse rurali. Non conviene nò occorre ripetere qui dinanzi a coloro che le nostre i-niziative accolsero benevoli, ciò che queste due opere significano. Nella organizzazione dei Comuni, che l'u-nanime e lusinghiero voto dei podestà italiani volle affidata al nostro sodalizio, il paese troverà, ne siamo certi, un fattore benefico, che sollecitando, alimentando e aiutando l'attività dei singoli Comuni, sospingerà la provincia a più razionalo ed efficace sviluppo delle sue istituzioni autonome, a più consapevole unione delle forze, a più larga diffusione della maturità politica e della pratica amministrativa, mentre la società nostra nel nuovo patto stretto coi Comuni, avrà garantita vita più rigogliosa e preparata ad ogni evento futuro. Il progetto della Commissione permanente agli affari comunali è pronto sin negli ultimi dettagli e il nuovo anno sociale potrà iniziare la nuova attività, alla quale auguriamo non venga meno il fervore onde 1' idea fu salutata. Nella organizzazione economica che è tanta parte della vita moderna, la direzione ha voluto nell' anno decorso che fosse in qualche modo riguadagnato ciò che altre cure avevano fatto perdere nel passato. Con l'aiuto generoso della Giunta provinciale e la cooperazione preziosa del consigliere contabile dott. Pogatschnig, ai quali va anche ora il nostro memore plauso, la direzione nostra ha voluto accrescere il numero delle casse rurali nella provincia, e riuscita nell' intento con sollecitudine che dimostrò l'urgenza del bisogno, ha ravvisato la necessità di creare fra questi organismi locali una federazione provinciale che facendo capo ad ho istituto di credito di adeguata potenzialità, potesse dare alle singole casse unità di forme e d'intendimenti e fornirle di quei più larghi mezzi necessari a più rigogliosa attività. Trovato il più pronto appoggio nella Giunta provinciale e nell'Istituto di credito fondiario, ai quali porgiamo anche qui i ringraziamenti più profondi, la federazione è in massima deliberata e non manca che attendere l'iscrizione nei publici libri di alcune delle casse di più recente istituzione per assoggettare all'approvazione degli interessati gli statuti già elaborati della Federazione provinciale. Con questa provvida istituzione ci lusinghiamo di aver creato la base ad ulteriore sviluppo dell' idea cooperativa che estendendosi alla produzione a-gricola e allo smercio dei prodotti, potrà sollevare la provincia dalla ci isi economica del presente- Questa più importante opera la direzione volle accompagnata ad altre di non minore utilità. Abbiamo perciò promosso verso la attuazione, di cui si occupò già la Dieta provinciale, l'idea della mutua assicurazione contro i danni della grandine; ebbe da noi ogni migliore appoggio il progetto della fusione delle società litoranee di navigazione a vapore, che vogliamo credere differito iua non abbandonato. E solleciti verso ogni anche modesto bisogno di singole classi della popolazione, erogammo un contributo ed invitammo i Comuni nostri a lare altrettanto, all' istituto per il promovimento delle piccole industrie per Trieste e l'Istria con sede a Trieste; chiedemmo al Governo marittimo l'istituzione nei luoghi più importanti della costa, di corsi d'istruzione per il libero cabotaggio e modificazioni delle norme sugli esami del personale direttivo, ottenendo al nostro proposito l'appoggio spontaneo dell'Associazione marittima triestina: — contribuimmo, infine, ad ottenere maggior libertà e sicurezza ai prodotti nostrani della pesca sul mercato di Trieste. Per ragioni d' ordine morale e politico, non meno che per riguardo alle condizioni precarie degli agricoltori e degli artigiani ci siamo associati alle non vane proteste contro la minaccia di trattenere oltre al primo di ottobre i licenziandi dal servizio militare e di richiamare sotto le armi le reclute della milizia e i riservisti dell' esercito La direzione volle, un anno fa, iniziare il suo lavoro con 1' esprimere il voto che fosse ricostituita in tutta la sua confortante ed operosa ampiezza la compagine del partito. Oggi essa nella sua particolarità ha la coscienza di tutto aver fatto quanto all' unione delle forze potesse contribuire. Spera non vana la opera sua intesa all' avvento anche esteriore di queila unità che nella intrinseca sostanza dei sentimenti e degli ideali mai potò interrompersi. Il sodalizio nostro, mentre si avvia a più complessa attività, sente vieppiù il diritto d'essere il centro di ogni energia operante per l'onore della nazione ed il progresso del paese, s'ente anche più il bisogno della unione di tutte le forze — unico mezzo a mantenere all'elemento italiano, contro a tante avversità, integro e sicuro l'avvenire di questa terra — a esercitare quella che più che dominio noi amiamo considerare missione di civilià e di benessere.. Fatta dall'on. Benedetto Polesini un' esauriente relazione su 11' attività parlamentare, il Congresso tributa un atto di gratitudine e plauso alla Unione Italiana. La proposta riforma di un articolo dello statuto e la nomina della Direzione vengono differite alla prossima adunanza. In fine viene approvato per acclamazione il seguente ordine del giorno proposto dalla Direzione : «La Società Politica Istriana radunata a congresso generale addì 20 novembre 1903, nella città di Parenzo, accerta che il divieto dei corsi universitari liberi italiani in lnnsbruck costituisce una negazione inaudita di costituzionali libertà — denunzia al mondo civile — documento di barbarie miseranda — le violenze onde furono vittime uno scienziato e gli studenti italiani, e inviando caldi saluti al venerando maestro e alla valorosa giovane schiera, rinnova l'antico voto per la Università italiana degli Studi a Trieste, invitando la popolazione italiana a manifestare a mezzo delle rappresentanze comunali e di popolari comizi, il sentimento concorde degli italiani di veder esaudito al più presto questo supremo postulato di giustizia e questo urgente bisogno di civiltà.» Questa mozione, per proposta dell'on. Matteo Bartoli, viene comunicata telegraficamente al Prof. De Gubernatis ed alla Società degli studenti trentini. --- j ^-- Da l»a città de '1 bastone 25.11.1903. Avrete già letto ne gli altri giornali la cronaca de i fatti e non occorre che io ve li racconti un'altra volta. Avrete letto e giudicato, come a-vranno giudicato i nostri fratelli d'Italia, come giudicheranno le nazioni civili tutte e i posteri. Un fatto solo voglio narrarvi affinchè possiate vedere in tutta la sua nudità, se ancor non ne siete persuasi, la vigliaccheria e la paura, sì la paura, che ànno ancor di noi. Dopo il banchetto a 1' Oesterreichi-scher Hof, quando 1' illustre uomo, che venne da noi per esser costretto a tacere, come egli stesso ebbe a dirci, stanco si fu ritirato a riposare ne le sue stanze, gli studenti italiani si diressero a '1 caffè Centrale a piccoli gruppi di cinque o sei. Un gruppo di questi a la porta de '1 Trionfo venne insultato da un' orda selvaggia di barbari urlanti minacce; e presto si venne a le mani. Accorsero le guardie e furono separati, non senza che vi fosse qualche ferito leggermente. Entrati a '1 caffè e mentre noi si discorreva sui fatti, la porta s' aperse con impeto e il locale venne invaso da circa una cinquantina di tedeschi accompagnati da un commissario e da diverse guardie di p. s. Si diressero verso di noi e accusarono uno d'aver tratto il coltello. Pare che quest' arma faccia loro molta impressione, perchè sono mille contro cento e ànno ancora bisogno di fare la spia. Il caffè si cambiò in tribunale e furono interrogati molti studenti tedeschi che d' accordo deposero contro di noi e designarono quello che a essi pareva avesse fatto luccicare sotto un lampione de '1 gas 1' arma che tanto temono. Quando venne la volta nostra e il commissario ci invitò a deporre se avessimo qualche cosa contro gli accusatori, uno de i nostri s' alzò e : «Faccio osservare, disse, a '1 signor commissario e a gli studenti tedeschi, che gli Italiani non ànno mai fatto nè mai faranno la spia.» Giudicate ! Bixio 29.11.03 Ieri a sera gli studenti italiani s'adunarono a l'Oesterreichischer Hof per protestare contro i fatti de i giorni scorsi ; a 1' Oesterreichischer Hof, in quella sala, che avrebbe dovuto raccoglierli per sentire la parola de i più illustri nostri scienziati e che ora, ogni qual volta ci si trova là entro, fa pensare e imprecare contro la brutalità e il diritto de '1 più forte che, può impera nella felicissima Austria. Aperta la seduta viene nominato presidente Ambrosi che n' era stato il convocatore, e diversi oratori prendono la parola e bollano co '1 marchio d'infamia il turpe comportamento de gli studenti e de la popolazione tedesca d' Eniponte. Doloroso fu 1' aver dovuto constatare la mancanza di alcune persone in quelle sere su '1 campo de la lotta, che pur avrebbero dovuto portare il loro incoraggiamento a noi e il loro saluto a'1 rappresentante de la scienza d'Italia. A la fine fu presentato il seguente ordine de '1 giorno e votato a 1' unanimità: Gli studenti italiani a lnnsbruck, raccolti in adunanza la notte de '1 28.11.03, ricordati i fatti vergognosi de i 23 e 24 novembre, di cui nè la stampa locale e nè '1 giornale ufficiale arrossiscono di fare la cronaca, I. Esprimono ancor una volta a l'illustre professor Angelo de Gubernatis la loro ammirazione e la loro sincera gratitudine ; II. Deliberano di non ricorrere contro il decreto di scioglimento, perchè vogliono che l'odiosa misura governativa, con cui furono manomessi i più elementari diritti di giustizia, rimanga incancellata ; III. Sottomettono a '1 giudizio di quanti in Austria ànno coscienza di liberi cittadini e vogliono rispettati i diritti fondamentali garantiti da la legge, e a'1 verdetto di tutto il mondo civile, se una conferenza commemorante Petrarca, possa essere proibita; IV. Ricordano a i cittadini de l'Austria che a gli studenti italiani in lnnsbruck fu violentemente soffocato il tentativo di istruirsi a proprie spese; V. Ricordano a tutti gli Italiani a '1 di qua e a '1 di là de '1 confine che a lrnsbruck da '1 governo austriaco fu recata offesa a la coltura italiana e fu indegnamente trattato uno degli uomini più illustri e più cari de la nazione e sperano che a dispetto di qualsiasi ragion di stato la protesta suoni energica e degna da l'Alpi a'1 mare ; VI. Spno decisi a continuare la lotta e l'agitazione universitaria senza far luogo ad alcuna remissività ed eccitano tutta la popolazione italiana de 1' Austria e specialmente i deputati a condurre l'opposizione contro il governo con ogni energia, non solo a parole, ma anche a fatti; VII. Rammentano che il rettor magnifico Dr. Demelius la sera de '1 23 figurava fra i dimostranti e minacciò il giorno seguente pene accademiche a gli studenti italiani, se avessero nuovamente fatto il tentativo di studiare ne la propria lingua; e avvertono le autorità accademiche che un giorno gli studenti italiani, quantità non trascurabile, potrebbero portare la lotta entro l'università stessa ; J VIII. Contro quegli studenti tedeschi, che fecero la parte di soperchiatori vigliacchi o di poliziotti, non elevano alcuna protesta, perchè la ritengono cosa a'1 disotto de la propria dignità. Bixio. Cronaca Provinciale. Mettiamo le cose a posto. Nel nostro ultimo numero abbiamo cercato di mitigare l'impressione prodotta, specialmente a Pola, dal nostro articolo „A sessione finita", ma pare che non ci siamo ben riusciti, perchè il Popolo Istriano nell' ultimo suo numero, senza ragione, rincara la dose contro di noi. Abbiamo già dichiarato di voler chiudere l'incresciosa polemica e siamo anche oggi dello stesso avviso ; ma non possiamo lasciar passare un' affermazione del Popolo I-striano (del Giornaletto abbiamo già dichiarato di non curarcene) che non corrisponde al vero e che ci preme di rettificare, sicuri che da nessuna parte potremo essere smentiti. — È ben vero che gli on. Belli e Bennati non approvarono il nostro articolo, come anche noi infatti abbiamo riconosciuto che la forma del medesimo era troppa rude, ma ciò non vuol dire ancora che noi, sebbene del tutto indipendenti, non godiamo l'appoggio morale e il consenso nella nostra impresa giornalistica liberale-nazionale, da parte dei circoli dirigenti di Capodistria. PATRIOTTISMO. Il Popolo Istriano, nel suo ultimo uumero, ci accusa di libellisti, per il semplice fatto che abbiamo espresso le nostre franche opinioni su uomini e cose in una forma forse troppo aspra. — Ma che dire del Popolo Istriano, quando lo si vede strombazzare con compiacenza un insuccesso del partito, e scendere a tanta bassezza da godere di un dolore nazionale, solo perchè gli serve a combattere degli uomini, che fino a poco fa erano i beniamini del suo cuore ? Bel patriottismo davvero ! Pirano, 30.11.03 Quantunque i giornali quotidiani ne abbiano già parlato, non posso passare sotto silenzio la dignitosa protesta del nostro Municipio pei recenti e dolorosi fatti d'Innsbruck. Venerdì sera, 27 m. c. il patrio consiglio si radunava ad ordinaria seduta. Dalla galleria il publico numeroso ed impaziente attendeva che il podestà, l'onorevole avvocato Dom. Fragia-como, aprisse la seduta. Questi ad ore venti, constatato il numero legale dopo alcune comunicazioni risguardanti i lavori della diga e 1' impianto dell' illuminazione, dà lettura della vibrata e solenne protesta che la delegazione propone di votare. A lettura finita dalla stipata galleria scoppia una fraporosa, imponente e prolungata acclamazione. Prende quindi la parola l'on. Dott. Almerico Ventrella, che con la sua facondia piena d'arguzia e di grazia, fa la diagnosi minuta, particolareggiata interessante della situazione scabrosa creata dai fatti d'Innsbruck agli italiani dell'Austria. Chiude l'indovinato discorso fra applausi calorosi e propone alla Presidenza l'invio d' un caldo saluto d' incoraggiamento agli studenti italiani dimoranti nella famosa .città del bastone* ed un plauso al distinto prof, de Gubernatis, ciò che unanimemente viene accettato. Sbrigati gli altri punti dell' ordine del giorno, l'assemblea si scioglie mentre in piazza Tartini — cara per tante memorie — nei vari crocchi di persone si stanno commentando sino ad ora tarda le deliberazioni prese dai padri della patria. Sabato 8 corr. ad ore 21, quantunque lo scilocco infuriasse impetuoso nella sala del Casino di società si radunava un' accolta simpatica di signore e signorine numero di signori ed invitati parecchi, per assistere allo svolgimento interessante del trattenimento sociale avente per base il viaggio di Daute attraverso 1' Inferno, il Purgatorio ec il Paradiso, esposto in centovonti quadri luminosi con note esplicative del prof. Girolamo Dott. Curto. L' idea geniale incontrò e soddisfece a pieno, lasciando in tutti un ricordo piacevole, gradito e caro. Anemia morale Graz 30.11.03. Anemia morale chiamava alcun tempo fa un nostro coraggioso confratello l'apatia morbosa regnante in Istria, anemia morale chiameremo a nostra volta noi l'apatia morbosa regnante fra la studentesca italiana di Graz. E doloroso, è sconfortante il vedere con che indifferenza, con che disinteresse gli studenti di qui lasciano trascorrere giorni tanto fortunosi, tanto gravidi d'avvenimenti. È bene che in provincia si sappia quale sia la vita studentesca quassù, è bene che in provincia si sappia di che sentimenti siano animati tanti e tante «speranze della patria»; è ora di finirla col dar ad intendere quello che non è. Lo scioglimento dell'«Unione accademica», da parte della polizia austriaca fu accolto da molti con un sorriso di compiacenza ; tante corone sparagnate dissero fra sè e sè e anche in publico alcuni „ valorosi"; alla voce della patria che chiamava tutti ad Innsbruck, ben pochi diedero benigno ascolto; i più rimasero qui, anche coloro che essendo nei primi anni, avrebbero potuto lasciare questa università senza verun detrimento; venne lo scioglimento dell'»Innominata": anche in quell'occasione freddezza quasi generale. E freddezza generale anche adesso che i nostri vengono maltrattati nella inospitale Innsbruck, anche adesso che la scienza italiana, rappresentata da un illustre vegliardo, fu vilmente insultata dalle orde teutoniche. Non una voce di protesta parti fino ad ora dagli studenti italiani di qui, non una voce di conforto ai colleghi malmenati, non una voce di ringraziamento ai confratelli del regno. Nulla ancora: alcuni si... vergognano d' esser qui e dicono che il giorno dell'inaugurazione dell' università libera si dovea accorrere in massa ad Innsbruck: perchè non l'abbiano fatto o perchè proprio adesso che non c' è più tempo saltino fuori con questa storiella, non 1' abbiamo compreso ancora, anzi l'abbiamo compreso benissimo; molti poi non fanno nè pur tanto, evitano di parlar degli avvenimenti di Innsbruck, infischiandosi di tutto e di tutti. Che più? Chi per aver coperto un posto eminente nella ultima direzione della disciolta «Innominata», dovrebbe sentirsi in obbligo di venir a contatto, almeno nei momenti critici, co' suoi colleghi, s'è ritirato completamcnte dalla vita studentesca e se ne sta pacifico fra i suoi libri, all' estremo limite meridionale della città, a nessuno o a ben pochi risibile. Vi furono si degii animosi che cercarono di scuotere i sonnolenti, che eccitarono i colleghi ad unire la loro voce a quella di tutta Italia protestante contro il novissimo insulto ; ma non furono ascoltati. Chi è stato capace di chiamar pazzo ed imbecille un disgraziato collega che sacrificò tutto sè stesso alla santa causa, sarà capace di starsene indifferente dinanzi alla canizie insultata, dinanzi ai fratelli perseguitati, malmenati, feriti. Giacinto CRONACA LOCALE Rappresentanza comunale. Sotto la presidenza del podestà avv. Belli si tenne i giorni 28 e 30 m. c. la III. seduta publica della patria rappresentanza, chiamata a dare il proprio voto su varie importanti questioni. Il podestà, constatato il numero legale. crede di farsi interprete dei sentimenti della rappresentanza tutta col mandare un saluto ai giovani studenti di Innsbruck lottanti per i più santi ideali in un paese, ove non si rispettano neppure i diritti d'ospitalità, sacri persino ai popoli più barbari, annuncia avere 1' esecutivo disposto, che le 200 corone assegnate a favore, della vietata università libera sieno date alla commissione sussidiatrice per studenti poveri ad Innsbruck. Partecipa ancora alla rappresentanza che i soldati dell'Austria sono stati interinalmente acquartierati in Santa Chiara, avendo l'autorità dello Stato ritenuta pericolosa 1' attuale abitazione sino a nuovi ristauri ; le misure da prendersi in tale proposito verranno assoggettate alla decisione della rappresentanza. Al III punto dell' ordine del giorno riflettente la nuova illuminazione riferisce l'on. ing. Calogiorgio ed espone in modo oltre ogni dire esauriente un suo studio, riveduto dall'ing. Ieroniti di Trieste. La bella ed ampia relazione, frutto di non lievi cure, si chiude con la formale proposta, che sia introdotta in città i'illuminazione elettrica prodotta dalla forza idraulica del fiume Risano e da una motrice ausiliaria a vapore. L'on. Bennati però vorrebbe, che senza usare l'acqua del Risano, sia pure con una spesa maggiore, si adottasse la luce elettrica prodotta soltanto da una motrice a vapore : si avrebbe cosi la centrale in città e tutta l'azienda offrirebbe maggiora garanzia. Avendo il podestà ed il cons. Calogiorgio espresso il desiderio che già sin da ora la Rappresentanza si decidesse definitivamente in merito, non volendo l'Esecutivo addossarsi simili rosponsabilità, l'on. Bennati ritira la proposta fatta. Vi insiste però il Dr. Madonizza e la sua proposta trova di fatti appoggio nell'unanime voto della rappresentanza, la quale delibera di introdurre in città la luce elettrica, prodotta dalla forza idraulica del fiume Risano e da una motrice ausiliare a vapore od eventualmente soltanto da una motrice a vapore, e di assumerne l'esercizio e la gestione por conto e nell' interesse del comune censuario di Capodistria. Viene inoltre autorizzato l'Esecutivo a stipulare all' uopo un prestito fino al limite massimo di Cor 110 000 da estinguersi al più tardi in 50 anni e qualora forse adottata la forza idraulica lo si autorizza ad assicurarsi mediante affittanza il diritto sull' acqua del fiume Risano spettante all'istituto Grisoni nonché l'uso dei 2molini per l'epoca di cinquant' anni verso 1' annuo compenso di Cor. 1200 per i primi 25 e di Cor. 1500 per gli altri 25 anni. Al IV punto prendendo quindi appiglio dalla vendita della casa N. 1152 in Callegaria, in esito all' incanto volontario, che diede un importo superiore all' aspettativa, il rappr. De Mori ripete non per la prima volta la giustissima raccomandazione, che sia dato termine una buona volta ai lavori di ristauro dei civico ospedale. Tralasciando di parlare del punto V e VI dell' ordine del giorno, che non hanno speciale interessamento, veniamo al VII punto: Conto preventivo del civico Spedale per l'anno 1904, che viene approvato come proposto senz'alcun incidente notevole tranne la solita raccomandazione del Dr. Madonizza, che quanto prima sieno iscritti su apposite lapidi i nomi dei benefattori della pia istituzione. All'VIlI punto dell' ordine del giorno stanno i conti presentivi per l'anno 1904, i quali dopo un'esauriente relazione del sig. Guccione, quale referente della Commissione finanziaria, in cui giustamente critica e il servizio di pubi ica nettezza e di polizia, vengono prese in disamina ed approvati dalla Rappresentanza, come proposti dall'Esecutivo. Riferisce l'on. avv. Derin. Alla I rubriea degli esiti il rappr. Dr. Madonizza interpella il Podestà sulla voce, che gli impiegati comunali non si attengano all' orario d'ufficio e non adempiano con troppo zelo le loro mansioni ; risponde il Podestà che investigherà in proposito e prenderà le misure necessarie. Alla rubrica „spese per 1' istruzione publica" il rapp. Parentin, partendo da giusti e moderni criteri, propone che quanto prima si dia mano ad istituire un asilo d' infanzia verso tenue pagamento : vi aderisce l'Esecutivo, che si propone di coprire la relativa spesa con i civanzi delle altre rubriche. Non consentendo il bilancio prò 1904 di votare un importo per attuare un comodo passaggio alla civica biblioteca si fa luogo alla domanda del rapp. prof. Majer, che sia concesso 1' uso di libri a persone, che offrano una certa garanzia. In seguito alla grave lagnanza dei rapp. Favento e Dr. Madonizza, secondo i quali in città si sarebbe venduta carne infetta, su proposta dell'on. Dr. Bennati si aderisce acehè in assenza del veterinario la visita delle carni macellate sia fatta da uno dei medici comunali ; si devono inoltre impartire ordini severissimi alle guardie comunali, affinchè invigilino che dal contado non entri in città della carne esente da visita. Avendo il rapp. on. Dr. Bennati osservato come il sonno dei cittadini sia spesso turbato da canti e schiammazzi notturni, il Podestà afferma che darà alle guandie ordini severissimi in proposito; una guardia poi vorrà posta dinanzi alla scuola, quando ne escono i ragazzi, come osserva il rapp. Parentin. Tutfi poi sono d'accordo sulla poca nettezza delle vie e sul fatto che le immondizie restano esposte in certi siti della città, certo non poco piacere dei cittadini : 1' Esecutivo ne studierà i necessari rimedi. Su proposta del rappresentante Al-merigotti, cui accede il rappr. prof. Schaffenhauer, è affidato alla Società d' abbellimento il taglio degli alberi sui viali verso l'annuo compenso di Cor. 400, Ad analoga proposta dell'oli. Bennati sarà severamente proibito d'abbeverare i cavalli alle publiche fontanelle; all'all-laccianiento della nuova conduttura sarà quanto prima provveduto. Esaurita così la partita „esiti" che ammonta a Cor. 112554, si esaminano gli introiti che sommano a Cor. 66222: il bilancio presenta un deficit di Cor. 46332, che 1' Esecutivo si propone di coprire: a) col civanzo di cassa di Cor. 1038, b) colle ordinarie imposte comunali dirette (90%), ad eccezione dell'imposta personale, per un importo di Cor. 20800, c) con un'addizionale del 150% sul dazio vino e carne per un importo di Cor. 21040, d) con una tassa sulle bibite spiritose (22 Cor. per hi. le bibite fine e 16 le ordinarie) per un importo di Cor. 1010, e) con una detta di 3.20 su ogni hi. di birra per Cor. 1143. 1 Approvato così il conto preventivo del comune di Capodistria si passa a pertrattare quello del comune censuario di Lazzaretto. Di fronte ad un introito di Cor. 6088 esso presenta un esito di Cor. 20946, risultandone un deficit di Cor. 14858, che l'esecutivo si propone di coprire: a) col civanzo di cassa di Cor. 685, b) colle ordinarie imposte (85%) per un importo di Cor. 12000, c) con l'imposta fondiaria del 5% per un importo di^ Cor. 600 d) con un addizionale del 150% sul dazio vino e carne per 1' importo di Cor. 280 e) con una tassa sulle bibite spiritose (22 Cor. per hi. le bibite fine e 16 Cor. le ordinarie) per T importo di Cor. 220, /') con una tassa di Cor. 250 su ogni hi. di birra per l'importo di Cor. 220. Approvato quindi anche il preventivo del comune di Lazzaretto e presentata dal Dr. Madonizza la raccomandazione che i conti consuntivi sieno presentati regolarmente all' approvazione della Rappresentanza e nominati due firmatari dei conti, la seduta è levata alle 8 pom. Il Comizio per i fatti d'Innsbruck segui domenica 20 novembre, ad ore 2 porri., nuli' edificio comunale di Santa Chiara. GÌ' intervenuti erano in barba al tempaccio, quasi un miliaio. La pioggia, che, insistente, continuò anche dopo il bellissimo e indicatissimo comizio, mandò a rotolo la passeggiata che dovea far ■si da tutti i dimostranti preceduti dalla banda del Corpo Musicale cittadino. Rappresentava il Governo 1' i. r. concepista luogotenenziale d.r Egone de Pongratz. Gli oratori furono parecchi e tutti felici ed applauditissimi. Parlarono i seguenti Signori: D.r Giacomo Biscontini, Oliviero Ponis, studente univ., avv. Stefano Derin, D.r Nicolò Cambini, Nazario Lonzar stud. un., Bortol o Sardosch, consigliere comunale, Gerolamo Gravisi, studente di farmacia. Discorso del D.r Giacomo Biscontini, presidente della riunione. Concittadini ! A convocare l'odierno comizio ci hanno indotto le gravi notizie pervenuteci dalla capitale del Tirolo, dove ancora una volta l'eterna rabbia teutonica ha dato un novello esempio delle vergognose sue gesta. E nostro compito quest'oggi di alzare altamente la voce della protesta, in nome di Capodistria sempre fiera della sua italianità ! Un fremito di sdegno ha invaso in questi giorni gli animi di quanti si sentono veramente italiani ! Dimentichi i tedeschi, che un dì i loro avi valicavano a frotte le nostre Aldi, per apprendere la scienza alle univesità di Bologna, di Pavia, dove trovarono larga ospitalità, accolgono ora vigliaccamente a colpi di bastone e di boxe i studenti, che, non certo, spontaneamente, ma costretti, hanno tentato di procurarsi da sè un'educazione in quelle inospiti ed incivili regioni! Ma questi sfoghi dell' ira teutonica altro non sono senonchè episodi di quella lotta immane, che da lungo si combatte per germanizzare le nostre terre, cercando di soffocare, con ogni mezzo, qualsiasi sviluppo della nostra vita nazionale. S' impedisce a mano armata la nostra educazione nelle loro università, a casa nostra non ci si concedono studi superiori, perchè la casa nostra è già predestinata alla futura Germania dal Baltico all' Adria/ Il governo austriaco, al quale noi pure rendiamo, al pari dei tedeschi, il nostro tributo di denaro e di sangue, cede a queste velleità teutoniche e s'incapriccia a non volerci concedere quanto per la stessa legge costituzionale austriaca ci compete. Le domande dei nostri deputati non vengono mai prese sul serio, ed il signor de Korber — come anche ultimamente — è tutto felice, se può rispondere in mode favorevole, e tutto è finito,.... restando però le cose come prima! Si mantiene per tanto la nostra regione tempestata di scuole tedesche e si lavora cosi man mano a prò' di quella tanto incivilita Germania, dove ancora oggi giorno, all'alba del ventesimo secolo, si costringono a furia di verghe i ricalcitranti bambini polacchi a recitare il padre nostro in lingua teutonica! Ma l'Austria non è uno stato tedesco, l'Austria è un agglomeramelito di otto nazioni, che come hanno gli stessi doveri, così devono avere gli stessi diritti ; e la lotta che ci viene imposta per il conseguimento di questi diritti, noi sapremo sostenerla, abben-chè sappiamo di aver schierate contro di noi — oltre al governo naturalmente — tutte le altre razze della monarchia! Noi sosterremo la lotta! Si tratta del nostro decoro nazionale, si tratta dello sviluppo, dell'esistenza stessa della nostra nazione, giacché lo studio in una lingua straniera è il servaggio del -pensiero, che è la più pura emanazione di un popolo; e, come ha decretato Giuseppe Mazzini, senza educazione nazionale non esiste moralmente nazione ! Nella lotta non facciamo alleanze con nessuno, confidiamo solo nella forza del nostro buon diritto, nei grandi destini della nostra nazione, e seguendo la stella che ha guidato sempre il pensiero latino alla conquista del vero e del giusto, il trionfo della nostra idea non ci potrà mancare ! E ci sia di sommo conforto nella lotta il pensiero, che abbiamo l'appoggio morale di trenta milioni di nostri fratelli, fratelli d'anima e di sangue, che in questi giorni di dolore e di angoscia tengono fisso lo sguardo su di noi, che combattiamo per diffondere un nostro diritto, per oppugnare un'ingiustizia, tutti uniti, tutti d'un solo pensiero, quanti siamo italiani dalle balze trentine alle Bocche di Cattaro, dalle vette dell' Alpe nostra alla città turrita presso del Quarnero, dove lo spirito di Dante c'incoraggia alla vittoria ! Quindi il presidente dà la parola alio stud. universitario Oliviero Ponis che fungeva da relatore, il quale dopo un breve esordio comincia a trattare della questione universitaria. In un paese più reazionario più poliziesco p i ii 48.esco (dice) — ammesso che ce ne sia uno, — a quasi 1 milione di italiani si sarebbe concessa un'università. In Austria, il paese delle negazioni e delle contraddizioni, nossignori, per gii italiani solo il § 19 della legge fond.e non esiste e più di 600 giovani sono costretti ad abbandonare la patria e a recarsi sotto nebbiosi cieli, dove si parla una lingua che non è quella di Dante, dove c'è una gente che porta dei verdi pennacchi sui capelli, dove si mette il riso a bollire con la carne. Tratta quindi delle promesse dei ministri austriaci, ai quali non possiamo, non dobbiamo più credere. Parla poi di quell' aborto, che sono le cattedre parallele di Innsbruck dove gli italiani sono trattati da intrusi e fa un quadro delle vili aggressioni dei discendeti dei cimbri e teutoni dell'anno passato, quando il ministro se l'era cavata per il rotto della cuffia e poscia si era dimenticato di noi, come del resto noi di lui presto e volentieri ci siamo scordati. Espone quindi la questione del «tutti ad Innsbruck», cui si sarebbe meglio corrisposto, se meno apatia fosse nei giovani nostri, se i padri fossero meno vigliacchi e più curanti della patria e più pronti di aiuti materiali. Ciò non di meno oltre 200 studenti abbandonarono la patria e presero la via dell' esiglio, per andare nella lontana, straniera, barbarica Innsbruck, perchè così voleva il paterno Governo del signor de Korber, andarono rassegnati nella speranza dell' università libera dove avrebbero udito il Carducci, il Ferri, il Lombroso e 100 altri insigni di gente nostra. Ma altre violenze li attendevano in quel covo del più intollerante pangermanismo. Colleghi della Russia, confortatevi. Il governo di vostro padre lo czar vi fa prima accarezzare le spalle con il knut e poi vi manda in Siberia : il governo di Korber prima ci manda in Siberia e poi ci fa rompere le costola dai be-neamati tedeschi. Rievoca le angherie, e gli odierni maltrattamenti commessi dai tedeschi e il fatto che i loro deputati mai hanno appoggiato i postulati nostri, nonché il furor leulonicus del borgomastro di Innsbruck. E siamo ai fatti del 23 corr., al veto dell'università libera, all'offesa al De Gubernatis. alla proibizione dell'adunanza privata, alla caccia all'italiano! A te, illustre vegliardo, conchiude 1' oratore, che primo ci sei cimentato nella lotta per i diritti nostri, da Capodistria vada il plauso più cordiale, il saluto dei fratelli al fratello, dei tìgli al padre. E a voi, colleghi miei, che coraggiosi lottate ad Innsbruck, è rivolto il nostro pensiero. Perseverate in questa lotta di vita o di morte ! Ai barbari di Innsbruck la nostra maledizione, il nostro disprezzo ! Concittadini ! Dobbiamo persuaderci, che i soli nostri nemici eterni, dichiarati, sono i tedeschi, con loro nessun armistizio, nessuna tregua, ma lotta continua, e-terna. E sia questo un momento severo per quanti genitori inviano i loro tìgli a scuole tedesche e fanno loro impartire un'educazione tedesca. Non curanti adunque di quanti vogliono praticarsi delle iniezioni endovenose di acqua ghiacciata, e ci raccomandano la calma, dicendo che le trattative col governo sono avanzate v' invito a votare il seguente ORDINE DEL GIORNO: Il popolo di Capodistria riunitosi in publico comizio addi 29 novembre 1903 1. esprime il suo plauso all' illustre vegliardo Angelo de Gubernatis per l'opera sia nobile e coraggiosa, incaricando la Presidenza di dargliene te- • D legratìca partecipazione, 2. manda un saluto fraterno agli studenti italiani, che hanno il coraggio patriottico di combattere da forti sulla breccia ad Innsbruck, 3. protesta energicamente contro l'inqualificabili contegno del Governo austriaco il quale contrariamente alle leggi e all'equità, assecondando le mene dei tedeschi, volle proibita l'università libera italiana d'Innsbruck. 4. stimmatizza il vigliacco comportamento degli studenti tedeschi e (lulla popolazione di Innsbruck, respingendo i villani insulti contro lingua e la nazione italiana. 5. diffida i genitori tutti, curanti della patria, a non farsi complici della di lei snazionalizzazione col mandare i loro figli a scuole tedesche. 6. afferma che non terrà assolutamente alcun conto di qualunque dichiarazione dei ministri austriaci, finché esse non conterranno dati precisi sul tempo in cui si erigerà l'università italiana a Trieste e solo a Trieste. 7. perciò invita i cittadini tutti e tutti gli enti morali italiani a continuare indefessi l'agitazione più viva per questo postulato di vita e di coltura nazionale Indi prende la parola il Sig. Nazario Lonzar, stud. univ. e dice : Quanto abbiamo rilevato dalle relazione fattasi dei fatti avvenuti ultimamente a Innsbruck ci conferma nel nostro convincimento che nessun popolo in Europa soffre gli oltraggi che noi soffriamo, nessun popolo soffre che una gente straniera solo perchè superiore di numero, manometta ferocemente a capriccio un terreno non suo e trascini altrove giovani non suoi e li contamini di violenze e battiture, Noi abbiamo più volte affermato solennemente che nessuna usurpazione può cancellane i nostri diritti di popolo e di nazione e per quante afflizioni amarissime dovessimo ancor provare, non ci ridurremo mai di passare dall'entusiasmo per la nostra causa all' indifferenza, dai conforti dalla speranza alle angoscie della delusione, dal grido di guerra alla fredda bestemmia del disperato. Però confortiamoci, o giovani, non siamo nè ciechi nò vili, ma solo sfortunati ; la nostra causa è destinata al trionfo, i malvaggi che oggi ci calpestano, che fanno palpitare di paura i cuori di tante madri per la vita dei loro tìgli lo sanno e ci maledicono: ma 1' anatema che essi gettano contro di noi si perde nel vuoto. Perseguitate possiamo dire ai malvagi, conculcate i nostri diritti, soffocate con la forza ogni nostro giusto desiderio, questi metteranno nei nostri petti radici più profonde e non riuscirete mai a sradicar l'idea, l'idea immortale che ingigantisce fra la tempesta e splende ad ogni colpo come il diamante di nuova luce e appare irresistibile nella maestà popolare. Con ciò appoggio 1' ordine del giorno presentato. Indi sorse a parlare il vaiente avvocato e caldo patriotta dott. Stefano Derin : Un nuovo strappo ai nostri diritti fu commesso or ora dal governo di Vienna, una nuova pagina nei libro del nostro martirio fu scritta testé ad opei'a dei biondi tìgli d'Arminio. I fatti son noti a tutti. L'inconsulta agitazione degli studenti tedeschi contro l'istituzione delle cattedre parallele ad Innsbruck fece sorgere la nobile iniziativa di gettare le basi per la fondazione di una Università libera, in forma privata, nella quale insigni rappresentanti della scienza italiana avrebbero dovuto tenere corsi di lezione ai tìgli di queste terre nel loro dolce idioma natio E l'iniziativa degli studenti trentini ebbe calorossimo appoggio. E' evidente che vicina intenzione si aveva di attentare al carattere nazionale della città d'Innsbruch, oramai divenuta la rocca del pangermanismo; ma unicamente si mirava allo sviluppo di quella per noi importante questione di ottenere in terra italiana un istituto Superiore italiano. Ss non che artificiosamente si volle imprimere alla nobile iniziativa un carattere essenzialmente politico, e si volle scorgere nella frequentazione dell' Università d' Innsbruck, considerevolmente aumentata da parte degli italiani, una grave provocazione. Da ciò le ire degli studenti tedeschi; da ciò il divieto dell'Università libera da parte del governo, più che inatteso, offensivo per la forma in cui avvenne. Si permise infatti che pacificamente venissero compiuti tutti gli atti preparatori per l'inizio delle lezioni; si permise che I' illustre professore de Gubernatis si presentasse al primo convegno indetto del Comitato degli studenti per proibire l'adunanza col famoso pretesto, scovato da una vecchia ordinanza, di evitare pericoli di turbamento dell' ordine publico. Ed al divieto del Governo centrale tennero dietro, anziché manifestazioni di gioia dei tedeschi, che ormai aveano raggiunto il loro obbiettivo, urla di scherno o d'insulto, colpi selvaggi di boxer e di bastone. Del resto facciano pure il comodo loro il governo ed i figli delle selve teutoniche; tanto per noi fia meglio di non avvezzarci ad un regime troppo benigno e di non dimenticare le sferzate in ogni tempo regalateci dal governo di Vienna. Comunque però una nuova offesa ci è stata fatta, una nuova ingiustizia fu ai nostri danni commessa. Onde era doveroso che all'insulto l'osse data la meritata risposta, seria, dignitosa, contenuta nelle forme civili, che son consentite dalie leggi. Perciò va altamente lodata l'idea del Comitato Promotore di indire l'odierno comizio ; ed è per noi preciso dovere di unanimemente approvare 1' ordine del giorno presentatoci. Non ci preocccupiamo se, come di solito, le nostre proteste non saranno ascoltate : ma ci conforti il pensiero che le nostre angoscie son condivise da tutti i nostri fratelli, che in questi giorni con belle manifestazioni dì solidarietà ci mandarono il loro caldo saluto; e ciò c'infonda il coraggio di perseverare con nuova lena nella lotta per il raggiungimento dei nostri sa-crossanti diritti, dei più cari nostri ideali. Prende la parola il Sig. Bortolo Sar-dotsch : Piando con entusiasmo alla relazione testé preletta. 11 mondo civile è inorridito delle geste barbare del bastone tedesco, che legna nella ctttà devotissima di Eni-ponte, a diritta e a manca, tutto eh'è d' italiano! E come potremmo noi impassibili ascoltare le grida di vituperio che scaglia 1'ebbro furor teutonico sui nostri figli, sui nostri fratelli, sui nostri cari? e come potremmo noi impassibili tollerare che vii mano tedesca scarichi l'arma dov'è l'Uomo intemerato, dov'è l'illustre scienziato, dov'è il Venerando Angelo De Gubernatis ? — senza quest'oggi, infuocati da l'amor sacro di nostro sangue latino, stimmatizzare con roventi parole le barbarie commesse da civiltà tedesca? Ma se gli anni che seguirono il '59 e il '6(5 non bastarano a l'ignobile mano tedesca per renderla men brutale di pria, possa questo lasso di tempo, al percosso dal bastone tedesco, portare finalmente la sua redenzione. Lungo e denso di pensiero fu il discorso del giovane dott. Nicolò Gam-bini. Il bravo giovane disse quanto segue : Concittadini ! La causa che oggi ci unisce, sia pure accidentalmente, senza distinzione di caste o di partiti sopra un singolo punto comune dei rispe tivi diversi programmi ha potuto ripetere da se stessa una tale virtù nell'essenza della natura sua aleggiando a guisa di ideale purissimo e terso al disopra della nebbia melmosa di cui sembra che certi ristrettissimi circoli di campi avversari amino circondare la lotta nazionale e di classe. La nobilissima causa è tale da poter con ragione pretendere che innanzi a lei spariscano le grette piccinerie e i pregiudizii di morituri e ristretti ideali ed ha diritto al più doveroso rispetto da parte degli italiani non solo ma da parte di tutti coloro, che non ci tengano ad ostentare la propria inferiorità civile, che no« esitino a proclamare civiltà la barbarie, 1' ignoranza, progresso. Ed è per questo, per la natura incontestabilmente superiore delle aspirazioni nostre che i ciechi nipoti di Ho- fer, non certo in questo di più larghe vedute di lui con l'attribuire a noi la mira piccina di nazionali conquiste hanno alzato se stessi con assai poca prudenza e con piii poco [nidore lasciato intravedere ed esposto alla compassione del mondo il livello terribilmente bi'sso in cui s'arrabattono e gonfino le pretese pangenuanUte, quelle stolide e grotescho pretese, eh' essi nella loro ingenuità credettero di poter contrapporre al nostro sacro diritto garantitoci daile leggi dell'Austria non solo, che in un tale paese ciò sarebbe ben poco, rpa da ben altra legge, cui sommo delitto politico è il cercar di sottrarsi dalla legge umana. All' ombra di questa legge noi chiediamo da decenni una propria università degli studii ed all'ombra della medesima i nostri fratelli cercavano in mancaza di un istituto superiore italiano di procurarsi a spese proprie il pane della scienza Ma al famelico lupo tedesco apparve provocazione ciò che altro non era se non che soddisfazione di un naturale bisogno e, cavaliere novello dalla triste figura, balzato senz' ultro a cavallo slanciossi ripieno di sacro entusiasmo alla distruzione completa del nostro ideale, misero mentre egli credeva di trapassargli netto netto il cuore non s'accorgeva invece di sollevare e squarciare i veli pietosi che nascondevano all' occhio dell' Europa sorpresa le miserie recondite della sua stirpe, Dopo che l'oratore ebbe esposto a qnal parte del popolo tedesco sia da ascriversi tanta ingiustizia continua: Ma che cosa pretendete voi dunque opettoruti e biondissimi figli del Va-terland, al monopolio della scienza forse, di quella scienza che i nostri padri vi hanno iu gran parte insegnato ? 0 proprio e soltanto a noi italiani soggetti all' Austria volete voi proibir d'istruirci, a noi che con esempio degnissimo della vostra considerazione abbiamo sempre rispettato in casa nostra la vostre scuoio tedesche? E via pensando al primo caso un maligno potrebbe conchiudere che gli astri maggiori del vostro orizzonte letterario ed artistico ed in parte anche del scientifico, i quali amarono di affetto profordo e figliale la coltura, la terra e la favella italica lo facessero quasi per un intimo dubbio sul valore di loro stirpe. E pensando al secondo caso lo stesso maligno potrebbe concludere che a malgrado di tutti i Freiherren e i Grafen di tutti i Iiitter von nonché dei Ràthe, che costituiscono la vostra diplomazia, voi siate per anco assai poco maturi alla connivenza civile ed alle relazioni internazionali. E dico questo dell' intera Germania ufficiale e non soltanto dei tedeschi dell'Austria perché fu in nome dell' idea pangermanista, in nome di questo idolo di dubbia lega non mai abbastanza incensato d'oltre confine che fu perpetrata l'offesa, calpestato il diritto. Un solo partito tedesco devesi in tale occasione ragione incondizionata: il socialista, lode e gratitudine a lui. E qui 1' oratore tratta degli altri partiti tedeschi, dimostrando tutto ciò derivi non dal vero popolo tedesco, ma da quel complesso di camarille e di cricche, e da quel rimasuglio di vergogne medievali che dai circoli cosidetti di corte ai più insignitìcanto Leutinant-Stellvertretter costituiscono in Austria il partito dominante. Si parlò molto di questi giorni, dice il Dr. Gambini di nazionalità favorite e di nazionalità calpestate in Austria; a mio modo di vedere questa visione uon corrisponde all' esattezza dei fatti. In Austria non v' hanno nazionalità favorite ma classi sociali e caste. Il Governo non prende appoggio su alcuna nazionalità ma si aggrappa disperatamente alla reazione ed alla camorra ovunque la trovi. Badato a mo d'esempio all'infelice Polonia, dove il Governo serve bensì da umilissimo lacchè del partito dominante, ma abbandona vigliaccamente i poveri contadini alla rapacità della Selacta. Non dunque nella sterilità delle avide lotte fra nazione e nazione noi dobbiamo cercare il trionfo dei nostri diritti ma in una coalizione dei partiti libertari di tutte le nazionalità. Uniamoci ai volonterosi di qualsiasi stirpe ed abbattiamo 1* idra reazionaria che nel divide ed impera ha sintetizzato la ragione della propria esistenza. Troppi sono i mali da curare in Austria, troppi i torti da riparare affinchè i calpestati e gli oppressi debbano dilaniarsi a vicenda, uniamoci, e nel rispetto ai diritti reciproci attingeremo la forza di conquistare i diritti comuni. Ma a ciò fa d'uopo che il partito dominante fra gli italiani dell'Austria muti radicalmente indirizzo alla sua politica, entri una buona volta in una sfera d'idee moderne e ragionevole, cessi infine di rappresentare a sua volta nel proprio paese non già la volontà popolare ma gli interessi di casta. Troppo buon gioco hanno dato finora i nostri fattori politici al governo austriaco per poter ragionevolmente pretendere che un tale Governo nep-pur si sogni di rispettarci. Passando a parlare del contegno del Governo, esso, dice l'oratore, a me fa l'effetto di quel tal nostro concittadino che pigliando pel braccio i gendarmi i quali in una certa occasione il traevano agli arresti faceva gli occhiacci e gridava convinto della propria forza: Austria, Austria, sei nelle mie mani. Cosi è dell' imperiale Governo. 11 ministero servo umilissimo della più sfrontata reazione crede davvero di poter qualche cosa. E tanto per dimostrarlo non avendo naturalmente sufficiente forza morale per opporsi alle pretese liberticide della cricca tedesca, pur di far qualche cosa, dico, e dimostrare così il suo potere, proibisce agli studenti italiani il privato convegno calpestando così la costituzione e rendendosi reo di fellonia verso il mo-arca che l'ha giurata. Ma già a noi poco importa dell'Austria e tanto meno della dignità dei suoi governi. Quello che oggi sta a noi massimamente a cuore è la nostra università degli studi* e noi l'otterremo a dispetto di tutto e di tutti, perchè fortunatamente si avvicina a gran passi il giorno della redenzione umara ! Batti, batti.- bastone austriaco sul dorso dei deboli, batti e t'attretta cosi ad esaurire il compito tuo ignominioso, ma verrà giorno in Cui, cadute le barriere che dividono i popoli, spazzata al soffio purificatore della libertà la nebbia reazionaria, e riconosciuti i diritti dell' uomo, il nome tuo ornai passato alla storia, sarà sinonimo di sventura di popoli e le vergogne tue accumulate nei secoli giudicate al di fuori della cerchia d'influenza delle tue baionette, saranno oggetto di ese-crazione^jj^venturi. Prese quindi la parola il sig. Gerolamo Gravisi e disse : Anch'io mi associo ai voti per l'università italiana a Trieste; protesto contro gli studenti tedeschi di lnnsbruck i quali uniti in gloriosa alleanza con la popolazione di detta città non smentirono nuova civiltà teutonica. Protesto infine altamente, energica-mentee contro l'i. r. austriaco governo, il quale ancora una volta, dal com-potamento tenuto iu quei fatti, dimostrò abbastanza chiaramente esser 1' Austria la stessa, quella del 48. Ma noi siamo italiani! Apparteniamo ad una schiatta che non à mai piegato il capo, nè dinanzi alle prepotenze di una popolazione incivile, nè d' innanzi alle ingiustizie. Siamo italiani, ripeto, e da italiani combatteremo per i nostri più sacrosanti ideali, per il trionfo della giustizia, certi di aver il plauso di tutto il mondo civile. * * Approvato quindi dall' unanime plauso dell'assemblea l'ordine del giorno, come proposto dal relatore signor 0. Ponis, il presidente dopo aver ringraziato i presenti dichiarò chiuso il comizio. Testo dei due telegrammi spediti il giorno stesso del Comizio; Angelo de Gubernatis! Roma. »Popolo capodistriano raccolto comizio invia plausi saluti a te coraggioso maestro". Circolo accademico italiano. lnnsbruck. »A voi lottanti sacri ideali invia plausi saluti fraterni comizio popolo capodistriano." Oltre all'adesione di tutti i sodalizi cittadini, nonché degli studenti del ginnasio e dell' istituto magistrale, pervennero telegrammi da lnnsbruck, Graz. Vienna ed Isola, di cui publichiamo i testi : lnnsbruck. »Studenti italiani Università lnnsbruck ringraziano generosa protesta sperando prossima vittoria." Petris. Graz. »Protesta Popolo Capodistriano contro violenze teutoniche unisconsi plaudenti Studenti italiani." Vienna. »Compatti aderendo generosi sentimenti nobili aspirazioni plaudiamo proteste voti comizio odierno.* Clutter Piero Ghino Favento Ma-donizza Depangher. Isola. «Comune Isola associasi alle proteste tutti benpensanti per le violenze degli studenti tedeschi a lnnsbruck, facendo voti per sollecita istituzione dell'università italiana a Trieste». Podestà Benvenuti. Leggiamo nell'„Istria" del 28 Novembre 1903: »Con l'orario ferrovìa-rio vigente vi è la possibilità di partire alle 6.36 a. m. da Capodistria, alle 7.3 da Isola per arrivare alle 7.35 alla stazione di S. Lucia.e di là in venti minuti a Pirano onde approfittare del battello postale della Società »Istria-Trieste" per recarsi nelle diverse città della costa fino a Pola; vi è la possibilità ma non la certezza e con poco si avrebbe anche la desiderata certezza, purché la Società di navigazione »Istria-Trieste" d' accordo con 1' ufficio postale di Pirano volessero avere la compiacenza di assicurare la coincidenza. Basterebbe che il battello non si staccasse dal molo di Pirano fino a tanto che non fosse arrivata la carrozza poslale «a -S. Lucia ; eimtLL U treno arriva alla stazione di S. Lucia alle 7.35, consegnata la posta subito, la carrozza potrebbe essere comodamente alle otto all'ufficio postale di Pirano, di là in cinque minuti i pas-seggieri potrebbero recarsi a bordo del battello in partenza. Per maggior garanzia, la posta non dovrebbe essere consegnata a bordo del battello, che è obbligato attenderla, fino a tanto che non sia arrivata la carrozza da S. Lucia. E tutto ciò senza perdita di tempo, perchè il battello non arriva mai prima delle 8 a Pirano e di solito parte alle 8 e- un quarto, però qualche volta alle 8.10 e- per 5 minuti di differenza i passeggeri che avessero approfittato del treno della mattina perderebbero la corsa. Tutti sanno quanto sia lungo e costoso e incomodo il trasporto in carrozza da Capodistria e Isola, costretti a lasciare la carrozza al Castello di Pirano e discendere a piedi, specialmente con la pioggia! Speriamo di essere esauditi e preghiamo di far conoscere al pubblico la disposizione paesa onde sia assicurata la coincidenza dell' arrivo del treno della mattina con la partenza del batteilopostale dell',Istria-Trieste." L' Emani, rivista mondiale dei teatri, Con questo titolo il fortunato e intraprendente editore R. 0. Ferretti di Trieste (proprietario àaWAlma Juventus) col giorno 20 del prossimo decembre inizierà la pubblicazione quindicinale della suintestata rivista la quale si occuperà di Teatri ed Arte Le disgrazie di «Macio». Chi non conosce Macio, il giallo, allampanato accendifanali ? Egli può ben dire, poverino, che le disgrazie non gli hanno dato un solo istante! Onesto fino allo scrupolo, un brutto giorno da un tizio qualunque egli viene accusato di furto. Il Comune lo sospende a divinis e il povero Macio per quindici giorni se ne sta col viso all' inferriata. Se non che la verità si fa strada nell' animo del giudice inquirente, e il pover'uomo viene dichiarato innocente. Il Comune lo reintegra nel suo posto, è riabilitato: ma il misero Macio, che è pe-vero in canna e non ha mezzi di procurarsi un avvocato, perde due settimane dell'ahimè, troppo esile salario. Fino a qualche anno fa egli abitava la casa Be Franceschi, in sul finire della Calegheria. Ed ecco che una brutta ora la casa crolla e Macio cadde in piedi sotto un ammasso di travi, sì che pareva Atlante che sostiene il mondo. Sabato a sera poi gli toccò l'ultima, che, mentre scriviamo (Domenica 29), temiamo forte non abbia ad essere definitiva. Mentre più violenta imperversava la bufera, egli, ligio al suo dovere, si era recato sul molo della Porporella per accendere il fanale colà esistente. Ad un tratto lo videro precipitar a capo fitto della scala e andar battere la testa sulla sottostante colonnina. Fu un colpo di vento? Portato all' ospitale, il Dr. Paulovich non escluse la possibilità di un insulto a-popletico. Sia come si vuole, Macio è moribondo e il suo caso è degno di compassione. --Ì3=j=i - COMUNICATI *) LA BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA Consonilo registrato a garanzia limitata Fa le seguenti operazioni : 1. Accorda prestiti verso cambiale con garanzia di due firme, per un termine non inferiore ad uno e non superiore a 6 mesi, al 6% più l/s°/0 per spese di provvigione. Previo avviso di otto giorni le cambiali potranno venir rinnovate, qualora venga restituito almeno un quinto della somma. 2. Accorda sovvenzioni sopra carte di valori pubblici e polizze di sicurtà sulla vita al 6% esenti di spese di provvigione. 3 Sconta cambiali con garanzia di due firme a scadenza non superiore a 6 mesi al 6°/0 esenti di spese di provvigione. 4. Apre conti correnti garantiti con malleveria di due firme solventi, perla durata massima di due anni al 0% 5. Investe danari in effetti Ut sicurezza pupillare ed in ipoteche di sicurezza prammaticale a condizioni da stabilirsi. Le operazioni dal N. 1 al 5 sono soggette all'approvazione del Consiglio d1 Amministrazione. 6. Riceve in deposito somme di denaro in conto corrente: a) per qualunque importo, non prelevando però più di 500 Cor. al giorno, a vista al 27,%. b) per qualunque importo prelevabile verso preavviso di 3 giorni al 23/i"/t. c) per qualunque importo, a tre mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni al 3°/o. d) per qualunque importo, a 6 mesi fisso, prelevabile verso preavviso di 15 giorni al 3V4%. e) per qualunque importo, a 1 anno fisso, prelevabile verso preavviso di 1 mese al 3'/2% 7. Rilascia ad ogni singola ditta non più di un libretto al piccolo risparmio con versamenti mensili non superiori a Corone 50 ad eccezione del primo versamento che viene accettato per qualunque importo. Il piccolo risparmio non potrà essere mai superiore all'importo massimo di Corone 1000. Rimborsi si effettueranno con preavviso di cinque giorni al 4%• 8. Assume operazioni di cambio e compravendita di titoli, cartelle e promesse di lotteria ecc., anche in forma rateale. Tutte le condizioni indicate sono valevoli fino a nuovo avviso. BANCA POPOLARE CAPODISTRIANA — e — Associazioni di Commercianti ed Industriali ORARIO D'UFFICIO: Nei giorni feriali dalle 9 alle 11 ant. e dalle 4 alle 6 pom. Nei giorni festivi dalle 9 alle 12 ant. Il Direttore di turno si troverà negli uffici nei giorni feriali: dalle 9 alle 10 ant. e dalle 5 alle 6 pom. Nei giorni festivi : dalle 11 alle 12 ant. AVVISO La Banca popolare capodistriana per facilitare il cambio della moneta spicciola ed in argento riceve in versamento a titolo di deposito ed in pagamento la moneta stessa purché sia consegnata in sacchetti sigillati e muniti del timbro della ditta che effettua il versamento. 1 sacchetti devono esser completati in questo modo : Pezzi da 2 Cent. 1000 pari a Cor. 20 „ » 10 » 2000 , » „ 200 » » 20 , 1000 » » , 200 , » 1 Cor. 1000 » „ » 1000 , » 1 Fior. 500 » » » 1000 » . 5 Cor. 200 » » » 1000 *) La Sedazione si dichiara estranea tanto riguardo alla forma quanto al contenuto e non assume alcuna responsabilità fuori di quella voluta dalla ' Achille Piacentini, redattore responsabile. Tipografia Cobol & Priora. Direzione e Amministrazione Via Porta Maggiora N. 1078 presso il Signor Bortolo de Baseggio. Comperate sempre i fiammiferi della „LEGA NAZIONALE" CABLO POLLAK TRIESTE-BARCOLA Fabbrica Lipori, Spiriti efl Acpavite Importazione-Esportazione — di — Marsala, Malaga, Madeira, Scherry, Vermouth, Jam. Rum ecc. ecc. Bureau, Via Solitario, 27. GIUSEPPE GOCIJlflCICH SENSALE IN STABILI ED ^FFITTpZE VIA INDUSTRIA, X. 1 ilUEMi; TRIESTE - VIA CASERMA 8 Angolo Via Valdirivo EJMIiIO HACKER Vini, Lipori e Spiriti esteri e nazionali con Cantina di transito a Capodistria (ex Fabbrica Champagne I. G. Schampion) GENUINE CALOKIC PUNCH STOCCOLMA GRE|Wfl IWflRSfllifl Specialità della ditta Attilio Depaul - Trieste LITOGRAFIA 1. Finazzer fii Gigi. TRIESTE Via Jficolò Machiavelli, 28 Si eseguisce qualunque stampa commerciale, etichette, placati d' ogni genere e lavori di lusso affini a prezzi miti. Autorizzata e Concessionata OFFICINA PER INSTALLAZIONI Acqua, Gas ed Acetilene di ROCCO & C. Ditta premiata in parecchie Esposizioni Trieste, Yia Sanità 11 Telefono 1545 o