ORGANO DELL’UNIONE SOCIALISTA DEI LAVORATORI ANNO Vili. No. 419 Redazione e Amministrazione : CAPODISTRIA Via San torio SS - tei. 128 DAI FUTURI un aumento PIANI ECONOMICI del tenore di vita PROBLEMI D’ATTL)ALITA’ La riforma scolastica Ripartito il Sottosegretario Murphy dopo una serie di colloqui che sono risultati una nuova prova della fiducia e della stima reciproca tra Jugoslavia e Stati Uniti - Undntervista di Koča Popovič sulhoperato della delegazione jugoslava alhONU La settimana politica jugos'lava è stata questa volta particolarmente intensa. Il Presidente della Repubblica ha presieduto un’importante consultazione economica. Prima ancora egli aveva ricevuto il Sotto-segretario. americano Robert Murphy che ha condotto alcuni giorni di conversazioni con i nostri dirigenti. Infine Koča Popovič, che guida la delegazione j-ugoslàva alle Nazioni Unite, ha concesso una intervista a Radio Belgrado sull’attuale momento politico. Nel corso della consultazione e-conomica tenutasi sabato a Belgrado è stato constatato che con lo sforzo per l’industrializzazione del Paese, attuato in condizioni straordinarie e difficili, è venuta a crearsi la base per l’ulteriore sviluppo economico e sociale. Gli invesstimenti relativamente alti e di tale struttura che assicurava i mezzi maggiori all’industria di base, mentre sviluppavano più lem tamente la produzione dei beni di consumo, frenavano inevitabilmente 10 elevamento del tenore di vita. Ciò comportava anche dei fenomeni negativi ed era fonte di difficoltà per quanto riguarda lo standard di vita degli operai e degli impiegati, e si avevano inoltre perturbamenti sul mercato. E’ stato pertanto accertato che i risultati dello sviluppo economico finora raggiunto consentono e impongono di impostare nel futuro la nostra politica economica sulle seguenti basi: 1) Necessita assicurare 11 consolidamento e il graduale aumento del tenore di vita dei lavoratori, conformemente alPaumento generale delle forze produttive e proporzionalmente alla produttività del lavoro dei singoli produttori. 2) Il livello e la struttura degli investimenti dovrebbero essere impostati in modo da portare all’eliminazione delle attuali sproporzioni. Il volume degli investimenti complessivi non dovrà oltrepassare nel futuro quei limiti oltre i quali verrebbero ad essere pregiudicati la stabilità e il graduale aumento del tenore di vita dei lavoratori. Affinchè i mezzi sociali disponibili nel loro complesso vengano impiegati quanto più razionalmente, è necessario attuare nella politica degli investimenti il principio di operare là dove si può conseguire un effetto più rapido per l’aumento del reddito nazionale. 3) Con un’adeguata ripartizione del reddito nazionale e degli investimenti, nonché con il rafforzamento delle riserve occorre assicurare una stabilizzazione quanto maggiore del mercato. 4) Con lo sviluppo. economico si dovrebbe assicurare l’iulieriore aumento riguardo a una partecipazio--ne indipendente e su piede di parità della nastra economia nazionale àlTeconómia mondiale mediante il rafforzamento degli scambi. 5) Nel settore dell’agricoltura si sono avuti negli ultimi anni indubbi Successi e la produzione è aumentata. Tutto ciò deve però essere considerato un inizio e non un punto d’&rrjivo. Occorre pertanto mobilitar tutte le forze della 'Campagna in uno sforzo ancora più intenso. 6) La collettività continuerà ad aiutare i territori regrediti conformemente ai principi, impostati in precedenza, della nostra politica e-conomica nel quadro della politica sociale generale. Nelle conclusioni dell ’importante consultazione è quindi detto che il sistema amministrativo va ulteriormente perfezionato per adeguarlo all’adempimento dei compiti suddetti. Ess'o dovrebbe assicurare in particolare che gli investimenti non esulino dai limiti pianificati e dalle direzioni stabilite, oltre ohe regolare il ritmo di consumo dei fondi a seconda delle possibilità materiali. Per l’eliminazione dei fenomeni negativi nel commercio, e in particolare per quanto riguarda i prodotti agricoli e l’ammasso, necessita intraprendere adeguate misure, quali la subordinazione del commercio al controllo dei consumatori, il miglioramento della rete degli ammassi e "eliminazione del sistema degli intermediari. • Sui colloqui e il soggiorno del Sottosegretario Murphy in Jugoslavia, sabato scorso è stato diramato un comunicato nel quale si afferma che «la visita del signor Murphy ha offerto Toocasione per un sincero e proficuo scambio di opinioni in merito a molte questioni di interesse comune per la Jugoslavia e gli Stati Uniti». «Quale risultato di questi colloqui — prosegue il comunicato •sono state appianate divergenze d'opinioni e si è addivenuti a una comprensione più chiara degli atteggiamenti reciproci. Ciò è stato conseguito in un’atmosfera molto cordiale e creerà una solida base per l’ulteriore collaborazione tra i due Paesi. Queste riunioni hanno offerto una nuova prova della fiducia e della stima reciproca stabilitesi negli ultimi anni». Nel comunicato si fa menzione degli incontri che il Sottosegretario americano ha avuto con il Maresciallo Tito e altri alti esponenti jugoslavi. Il signor Murphy, che è ripartito ieri, ha tenuto una conferenza stampa a Belgrado dichiarando di avere esaminato con i dirigenti jugoslavi la questione dell’attuazione dell’aiuto ed ha soggiunto che in questa occasione sono state eliminate alcune differenze nel modo di considerare il modo con cui questo programma viene realizzato e alcune questioni tecniche. Egli ha sottolineato che non vi sono state divergenze di al- cun gen'ere nella concezione del principio dell’aiuto. Rispondendo alle domande dei giornalisti, ii signor Murphy ha detto che sono- stati condotti colloqui anche in merito alla collaborazione jugoamericana nel campo de: 1 impiego deO'energia atomica a scopi di pade. Egli ha menzionato la possibilità che .alcuni scienziati jugoslavi visitino a questo scopo gli Stati Uniti. ’ In un’intervista col - corrispondente di Radiò Belgrado a New Jork, il capo della delegazione jugoslava alle Nazioni Unite, Koča Popovič, ha prospettato alcuni punti di vista sulla limitazione degli armamenti, la ammissione di nuovi membri al-l’ONU e altri problemi. Alla domanda se la delegazione jugoslava intende prendere qualche iniziativa precìsa ai fini del raggiungimento di un accordo sulla limitazione degli armm-enti, il Segretario di Stato agli Esteri ha risposto: «Secondo noi, impostare il problema attraverso Palternativa se prima attuare il controllo o pri- ma il disarmo, non è il modo migliore nè il più costruttivo. Per raggiungere il successo sarà in effetti necessario risolvere parallelamente l’uno e l’altro aspetto del grandioso problema. Così è stato sostenuto, del resto, nelle varie proposte intorno alle quali ha lavorato al sottocomitato per il disarmo. In primo luogo, l’elem'eno più positivo è stato appuntò quetso: che tot-te le proposte hanno cominciato ad concludersi in un piano comune e unico. Retrocedere ora da queste posizioni significherebbe ritornare in alto mare. Bisogna quindi integrare le quattro proposte esistenti — americana, sovietica, inglese e francese — e fonderle insieme con gli adattamenti necessari». Koča Popovič ha detto quindi che esistono le prospettive per una soluzione positiva della questione delle ammissioni all’Qnu di nuovi membri. «La delegazione jugoslava — egli ha soggiunto — si adopererà per quanto è nelle sue possibilità affinchè si giunga effettivamente a un accordo in proposito». Lustrazione obbligatoria rappresenta il primo di una serie di problemi scolastici attualmente all’esame delle commissioni per la riforma scolastica dell’Assemiblea Federale e dcll’Isfctuto Federale per le scuole ed i problemi educativi, come anche delle associazioni dei lavoratori culturali. E’ in preparazione la formazione di gruppi speciali per lo studio dettagliato. di questo problema poiché, nel quadro della riforma generale delle scuole, l’istruzione obbligatoria deve essere attuata prima della riforma nel sistema d’istruzione media e superiore. L’attuale grado di istruzione dei cittadini jugoslavi non corrisponde alle nuove necessità sociali. In Jugoslavia è stata eretta tutta una serie di organismi ed organizzazioni quale forma di amministrazione sociale degli affari dello stato e del-reconomia. I cittadini svolgono in dette organizzazioni i più svariati compiiti. Così ad esempio nel 1953, 26.121 cittadini erano membri di 352 comitati popolari distrettuali e 81.640 cittadini membri dei vari comitati comunali e locali. 14.000 erano i membri di 1.760 consigli dei oomii-tati popolari e distrettuali. Nello stesso anno 17.204 comitati scolastici contavano 136 mila membri e 157.874 lavoratori facevano parte di 7.588 consigli operai, mentre i comitati delle cooperative agricole erano costituiti da 68.688 cittadini. E se a questo aggiungiamo i cittadini IN SEGUITO ALLA VOTAZIONESULLA QUESTIONE ALGERINA in Fimcm ESCE DEL'ONU? L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso, venerdì sera, con 28 voti contro 27 e 5 asten-si>ni, di iscrivere al suo ordine del g-iorno la discussione sulla situazione in Algeria. La decisione e la votazione hanno portato ai ritiro della delegazione permanente Irances'e dall'Onu e ad una serie di polemiche basate su questioni di principio che poissono avere una grande influenza sul futuro del massimo organismo internazionale. Si sono avute però anche contraddizioni di posizioni e di voto per esempio da parte di quelle delegazioni che hanno riconosciuto come «affare interno dell’Inghilterra» !a questione di Cipro negando invece lo -stesso carattere alla questione algerina per la Francia. Qui evidentemente il voto non può essere considerato di principio, ma solo in funzione di opportunità politica. Ed in ciò il governo francese ha tutto il diritto di fare le sue rimostrante a quelle delegazioni ed a quei governi. Diritto che non ha, invece, verso gli stati che coerenti nelle due votazioni hanno fatto della lotta_contro il colonialismo una questione di principio. Altra contraddizione che potrebbe indicare una manovra è quella dispersione dei voti-delle delegazioni dell’America centrale e meridionale che nel caso di Cipro votarono compatte mentre per l’Algeria dosarono i loro pro, contro ed asten- IN MARGINE ALLE ELEZIONI IN BRASILE UN JMAlttjllMt, ALLH JSJjr.Z.lWlM 11-« IL CAPITALE STRANIERO al centro della lotta politica Le elezioni presidenziali svoltesi ora nel Brasile hanno un loro particolare valore che trascende i confini del paese’ per inquadrarsi nel travaglio che fermenta tutte le nazioni dell’America Latina nelle tendenze generali all’indipendenza economica ed al progresso sociale. Il Brasile, per estensione e popolazione, è il secondo stato del continente americano ed il primo dell’America Latina. Esso conta, infatti, 53 milioni di abitanti ed una superfìcie di 8.550.000 kilometri quadrati. Economicamente le ricchezze potenziali del territorio brasiliano sono in condizione di assicurare al paese un futuro di vastissimi sviluppi. Però il Brasile è anche la mecca del capitale straniero^ sia per gli investimenti, sia per i profitti che superano, nel cors'o di un anno, persino il 50% dei capitali investiti. Inoltre, solo ultimamente vi è stata una blanda regolamentazione per la esportazione degli utili. Facile / comprendere, come, in tal modo, la spogliazione da parte del capitale straniero sia fortissima, in quanto enormi capitali invece di venir reinvestiti nella produzione locale, passano all’estero nella classica forma di appropriazione dei sopraprofitti, cioè del semicoloniali-smo e dell’imperialismo finanziano. Comprensibile perciò che da parte del capitale straniero, dei «trusts» e dell’alta finanza internazionale si guardi al Brasile con particolare attenzione, per evitare che a Rio de Janeiro si formi un governo che possa limitare l’influenza del capitale straniero e, per la sua importanza di maggior stato dell’America Latina, ess’ere di esempio, e sprone, laddove movimenti nazionali sociali sono stati soffocati, ma non eliminati quali fattori politici potenziali. A questo punto si comprende perchè, da mesi, in Brasile si fos- se parlato con insistenza di un colpo di stato militare per impe" dire le elezioni presidenziali nelle quali, malgrado i brogli e le pressioni, la massa dei voti popolari poteva creare una situazione legale nella quale preparare provvedimenti legislativi contro il capitale straniero e contro l’esportazione dei sovraprofitti. Si comprende anche come, nella giornata elettorale, le voci di un probabile «pronunciamento» si fossero fatte piu insistenti. «Pronunciamento» che, s'i diceva, sarebbe stato inevitabile se il gruppo attualmente al potere fosse stato sconfitto. In questa situazione possono diventare comprensibili anche gli schieramenti eterogenei che hanno sostenuto i diversi candidati. Schieramenti dovuti più che ad ideologie politiche e di partito, a fattori contingènti, legati strettamente ad interessi economici e finanziari. Se così non fosse, per esempio, sarebbe difficile comprendere come le tre formazioni di sinistra (partito comunista semiclandestino —, partito socialista e partito dei lavoratori del Brasile) si siano trovati a lottare ai ferri corti per appoggiare candidati diversi. Infatti il socialdemocratico Kubitschek è stato appoggiato dai comunisti benché il partito socialdemocratico in Brasile altro non rappresenti che il maggiore partito conservatore. I socialisti, invece, hanno puntato sul generale Tavor, uno dei maggiori esponenti del colpo di mano militare che portò al rovesciamento di Vargas e candidato ufficiale dell’Unione Nazionale Democratica, contraria ad ogni limitazione dell’impiego di capitali stranieri nell’economia brasiliana. Senza contare che il candidato del partito So-cialprogr.essista, Ademar Baros, ha visto schierati contro gli uomini di Vargas benché ne abbia in gran parte fatto proprio il programma, mentre larga parte dei voti dell’ex partito laburista di Vargas hanno confluito su Plinio Salgado, capo delle ex camicie verdi fasciste che Vargas aveva ripudiate e sciolte. Come si vede la situazione degli schieramenti politici brasiliani è tutt’altro che chiara e, in fondo, non è che la logica conseguenza dell'inquietudine politica subentrata dopo il colpo di stato dell’agosto 1954. Già allora sì assistette al fatto che il vice presidente della repubblica, Cafe Filho, elemento di sinistra e seguace di Vargas, assunse il potere senza una propria .maggioranza parlamentare, poggiando sia sui raggruppamenti di deputati di destra Sia sui militari che avevano compiuto il «pronunciamento». Con il risultato di essersi inimicato destra e sinistra. Vi è chi si attende che le elezioni portino all’auspicata chiarificazione, però sono pochi in quanto non è svanito il timore di un colpo di stato militare e la campagna elettorale ha dimostrato che le alleanze realizzate attorno ai nomi dei vari candidati non erano un segno di fiducia fra i partiti coalizzati, ma semplicemente un episodio tattico contingente. Con la conseguenza che vinti e vincitori sono pronti a riprendere ognuno la propria libertà di azione non appena i motivi contingenti, indebolendosi nel periodo post elettorale, lasciano la via aperta ai sintomi di sfiducia, già denunciati pubblicamente. In fondo il timore del colpo di stato militare è il fattore che ha unito i politici. Che il Putsch si verifichi, o meno, dopo le elezioni il risultato sarà ugualmente quello di ammorbidire le alleanze e riaprire i problemi, riportandoli nel quadro dei singoli partiti e nel loro campo naturale della lotta pro o contro la libertà di sfruttamento del capitale straniero in Brasile. 1. V. sìoni in modo da rendere decisivo il loro peso. Ls jtessa considerazione, seppure con accento minore, si può faro sui voti del gruppo di paesi legati dal Patto Atlantico. Qui, se è comprensibile il voto della Grecia tesa-sperata per il problema coloniale di Cipro), non è invece chiaro l'astensione deirislanda. Stato che non ha problemi coloniali, che mai ha preso posizione contraria alle potenze colonialiste e che, sopratutto, non ha mai lasciato dubitare delle sue tendenze «atlantiche». Ed anche qui il governo di Parigi ha motivo per fondati sospetti di manovre di grandi potenze che, votando contro l’iscrizione all’Ordine del Giorno della questione Algerina., possono invece aver manovrato perchè tale iscrizione avvenisse attraverso il voto deilTsUnda e della Costarica. Discutere i problemi dell’Africa settentrionale era, ed è, invece un diritto ed un dovere delle Nazioni Unite in quanto si tratta di una questione attorno alla quale, in tutto il mondo, si sono uniti decine di stati e milioni di persone. Una questione che ha avvelenato le relazioni fra la Francia ed i paesi arabo asiati i non può essere up affare interno di nessuno, in quanto turba l’atmosfera internazionale e minaccia con ciò il consolidamento dè’la distensione. IL primo ministro francese, Faure ha affermato domenica che non esiste una «nazionalità» algerina. La sua affermazione, evidentemente, non può andare oltre la polemica. Basti pensare che esiste in Algeria una Assemblea Legislativa locale eletta in due Collegi: uno dei francesi sono solo migliaia e gli algerini gli indigeni. Entrambi i collegi sono rappresentati da 60 deputat, ciascuno senza tener' conto che i francesi sono solo migliaio e gli algerini milioni. Dunque, al contrario del territorio metropoliano, la stessa legge elettorale francese ammette, e riconosce, per l’Algeria una speciale categoria di cittadini discriminati in base alla loro origine, alla loro lingua ed alla loro nazionalità e non alla loro cittadinanza. Inoltre se in uno qualunque dei dipartimenti «francesi» da mesi fossero in armi 12.000 uomini, sostenuti dalla popolazione, e contro di loro il governo dovesse inviare ben 150.000 soldati e poliziotti tutto il mondo (governo francese compreso) parlerebbe di una «rivoluzione armata», mentre per l’Algeria non si è mai usato questo termine che è invece sostituito da quelli di «guerriglia» «rivolta» «lotta indipendentista» ecc. che nelle loro accessioni sono propri di tutte le battaglie dei popoli coloniali contro i dominatori stranieri. Le Nazioni Unite non potevano perciò cedere al ricatto di una grande potenza. Non discutendo sUll’Algeriià, tutte le oppressioni coloniali venivano automaticamente sanzionate da-1-l’Onu e con ciò legalizzate. Il che non è certo nelle funzioni delle Nazioni Unite. Possiamo comprendere i risentimenti del governo francese per il colpo inferto al suo prestigio. Non comprendiamo però la posizione da esso assunta contro l’Onu. Le colpe non sono a Lake Sucres. Esse sono, anzitutto, nell’Afrinca setten- trionale e neH’oséurantismo colonialista. Se poi Parigi vuol trovare unà sede in cui discutere sul suo terreno di principio e rinfacciare atti di «inimicizia» allora, pensiamo, non è verso l’Onu che si deve rivolgere ma verso i suoi alleati del Patto Atlantico i quali hanno pensato che quello che non si era fatto per la Gran Bretagna lo si poteva fare per Parigi. Perchè la politica dei blocchi è pronta a stritolare anche gli alleati minori. Quella la sede, non l’Onu dove i motivi di principio hanno la loro ragione d’essere se si vuole che le Nazioni Unite diventino Assise e Legge nella pacifica convivenza internazionale senza offese al prestigio di nessuno. E tantomeno della Francia. E con la salvaguardia dei diritti di tutti. Anche dei popoli dell’Africa del Nord. Questo, per Parigi, il termine del problema. Non altri. Nè per Parigi nè per l’Onu. VOCI STONATE «La distensione nel mondo una manovra da respingere » Rientrato da Bonn, dove si è incontrato con il cancelliere Adenauer, l’ex ’presidente de! governo liitalia-no Sceiba, in un discorso pronunciato a Guastalla, ha dichiarato ohe rallentamento della tensione non è altro ohe una manovra tattica da respingere poiché i cristiani debbono consolidare la fede nei loro ideali e opporsi al comuniSmo. Sceiba ha detto pure ohe la conferenza quadripartita di Ginevra ha dimostrato soltanto un mutamento dii tattica nella politica sovietica ed ha concluso accusando di eccessiva liberalità la politica interna ed estera del governo .Segni. Queste dichiarazioni, evidentemente suggerite dal Vaticano (poi chiariremo i motivi) sono state accolte, sia fin Italia, come altrove in Europa, con notevole sfavore perchè mille miglia lontane dal reale significato dell’attuale sviluppo politico nel inondo. Quasi contemporaneamente a Sceiba, il segretario della democrazia cristiana, Fanfani, dopo una visita ai suoi colleghi di partito della Germania occidentale, intervenendo a Salisburgo al nono congresso della «Nouvelle Equipe internationale», invitava i partiti cattolici europei a coordinare la loro azione al fine di accelerare il processo di integrazione economica e politica, dell’Europa occidentale. Il segretario della democrazia cristiana italiana ha fatto anzi di questa integrazione la condizione sane qua non della coesistenza e dell’aHentamente della tensione nel mondo. L’intervento di Fanfani alla «Nouvelle Equipe» e il viaggio di Soelba a Bonn giustificano a pieno la sensazione del disorientamento provocato dall’esito positivo ai fini della distensione, della missione di Adenauer a Mosca, dosorien lamento ohe è parbicolarmernte sentito nelle sfere del Vaticano. Ivi si è in aliar- A1 ANI DATAMI) PER USTE Branko Drašković, portavoce del Segretariato di Stato agli Affari Esteri, ha dichiarato venerdì alla consueta conferenza stampa settimanale che a Belgrado è stata accolta con compiacimento la recente dichiarazione del Ministro degli Esteri italiano, Martino, sullo svi-' luppo favorevole delle relazioni italo jugoslave. Rispondendo alle domande se il Governo jugoslavo abbia l’intenzione di ricordare l’anniversario dell’accordo triestino, Drašković ha affermato che il notevole progresso finora visto nei rapporti tra i due Paesi ricorda nel migliore dei modi questa ricorrenza. Intrattenendosi ancora sulle relazioni tra i due Paesi, egli ha espresso la speranza che verranno risolte anche le -difficoltà che esistano attualmente. MARTEDÌ’, 4. ottobre 1955 Preme 1« «En — Hre ABBONAMENTI: Annuo din. 426. semestrale din. 220, trimestrale din. 110 Spedizione in e. e. p. facenti parte delle varie commissioni economiche e dei comitati delle organizzazioni sociali e di massa (Unione Socialista, Sindacati, ecc.) avremo che al lavoro di tutti questi organismi ha partecipato direttamente oltre un milione di cittadini. La recente organizzazione degli organi di amministrazione locale includerà nel lavoro delle nuove comuni un numero ancora maggiore di persone. Per tale motivo un’insufficiente grado di educazione può divenire un serio intralcio all’ulteriore ingaggio di cittadini nelle più svariate forme di amministrazione sociale. D’altro canto un ostacolo non meno -grave è rappresentato dal dislivello esistente tra il grado di sviluppo tecnico della produzione e l’abilità professionale dei lavoratori nell’eoonomia, il 63 per cento dei quali è rappresentato da operai semiqualifioati e non qualificati. Tutti questi motivi esigono l’attuazone di un sistema minimo di istruzione scolastica obbligatoria di otto anni, tesi questa fondata -anche su motivi pedagogici, La nuova scuola ottenn-ale, già costituita in alcune città e centri maggiori, darà -ai ragazzi fino al 14 anno di età quel minimo necessario di istruzione e, anohe senza orientarli ad una determinata professione, farà in essi sorgere le attitudini al lavoro pratico. I problemi più difficili della polìtica scolastica sono rappresentati, oltre ohe dai problemi intrinseci dell’insegnamento, anche dalla lin-sufficiienza della rete Iscolastica e delle attrezzature. Infatti, dato il suo b-ass-o grado di sviluppo scolastico, la Jugoslavia sii trovava nell’anteguerra tra i paesi arretrati.' La scuola elemetare di 4 anni era in maggior parte l’unica ad essere frequentata dai larghi strati di cittadini. Ed il numero degli edi-sici scolastici aumentava lentamente. Così -ad esempio nel periodo dal 1938 al 1941 il numero delle scuole è salito dalle 8.357 alle 9.054 e quello degli allievi da 1.431,523 a 1.492.827. E per di più, le scuole già insufficienti, vennero distrutte durante la guerra per il 36 per cento. Dopo la liberazione il numero degli edifici delle scuole elementari è s-alita rapidamente: nelT-aipio 1953/54 ne avevamo 13.885. Nello stesso anno il numero delle ottenna-li era di 7.060. . Tuttavia fil compito affidato alle commissioni per la riforma scolastica non è facile e ancora molto rimane da fare acchè l’insufficiente base materiale e Feooessivo affollamento delle scuole nelle maggiori città cessino di rappresentare seri problemi, nello sviluppo della nostra scuola. me per il rapido sviluppo degli avvenimenti intemazionali, ned quali, ad eccezione fo-rs-e dei fatti in Argentina, nè il Vaticano, nè i partiti cattolici sono riusciti ad assumere, nè lo avrebbero potuto, un ruolo dirigente. Evidentemente il Vaticano vede nero anche là dove gli alitai vedono bianco. In particolare ciò che teme è che la coesistenza e l’allentamento della tensione eliminino daU’ordàne del giorno i piani per l’integraziane di una «piccola Europa cattolica» che dovrebbe sorgere, retta dal dogmatismo cattolico, dall’attuale comunità caribo- siderurgica europea. Le dichiarazioni dà Scel-ba e dii Fanfani segnano inoltre l’inizio di una nuova offensiva in seno al partito democristiano contro Segni e la sua politica. 11 Vaticano ha -affidato Fin-grato compito a Scelba quasi a volerlo punire per quegli «allentamenti» di cui si è reo «colpevole» al tempio in cui era presidente del governo. E’ stato scelto il momento opportuno, quando cioè il leader del partito socialista italiano Nerumi, concordi ìil presidente della repubblica ed il presidente del governo, si apprestava a recarsi in missione di buona volontà a Mosca e a Pechino e inoltre quando il ministro degli esteri Martino non escludeva un suo viaggio nella capitale sovietica qualora fosse espressamente invitato. Estremamente reazionario quindi Patteggiamento vaticano di cui si è fatto portavoce l’ex presidente del consiglio Sceiba. Reazionario perchè in netta opposizione a quelle che oggi- sono le tendenze generali dei popoli alla coesistenza ed alla collaborazione, condizioni queste indispensabili non solo per il benessere e per lo sviluppo, ma anche e soprattuto per la esistenza stessa dell’umanità. Negare la funzione distensiva del-l’inoontro quadripartito di Ginevra, significa misconoscere i già notevoli risultati ottenuti nel consolidamento della pace, significa voler far andare a ritroso il carro della storia, significa far ritornare il mondo nelle pericolose acque della -guerra fredda. Voci stonate perciò quelle di Fanfani e Sceiba; voci che ce lo auguriamo vivamente, siano destinate a non essere raccolte e a smascherare e ad isolare le forze che ancora si oppongono alla realizzazione delle aspirazioni di pace e di pacifica convivenza dei popoli del mondo. Armi per 1’ Egitto La decisione del governo del Cairo di acquistare armi pesanti dalla Cecoslovacchia in cambio dii fornitore di riso e cotone, come anche l’offerta dell’Uni-one sovietica di vendere armi all’Egitto, ha destato sorpresa -ed inquietudine presso li governi occidentali. A New York, Mac Millan, Dulles e Pinày hanno immediatamente inserito tra gli argomenti delle loro oonsultazi-oni, in vista della conferenza quadri-partita di Ginevra, anche la situazione nel Medio Oriente. Il sottosegretario dii stato americano Alien, esperto per i problemi dell’Africa e del Vicino -Oriente, si è immediatamente recato al Cairo. Gli ambasciatori di Stati Uniti, Francia e -Gran Bretagna hanno chiesto subito spiegazioni al presidente del -governo egiziano, Nasser. Evidentemente gli uomini politici delle tre potenze occidentali hanno completamente sottovalutalo i seri moniti giunti dal Cairo negli ultimi tre anni, moniti dai quali appariva che il governo egiziano non avrebbe potuto sopportare più a lungo le pressioni ed i ricatti che s-u di esso si esercitavano ogniqualvolta chiedeva armi aU’Occidente. 11 passo del governo del Cairo ha uri profondo significato politico e rappresenta un’importante -avvenimento ne-ll-o sviluppo della situazione nel Medio Oriente. Rispondendo alla tesi per cui l’acquisito di armi presso 1 paesi dell’Europa orientale aprirebbe la via all’egemonia sovietica nel Medio Oriente, Nasser ha dichiarato: «E’ proprio questo accordo commerciale, concluso con la Cecoslovacchia senza alcuna condizione e riserva, a segnare la fine della dominaz.one stran-.era nel nostro paese.» L'azione del governo egiziano lia costituito inoltre un precedente che ha trovato immediatamente seguito. Il consiglio della Lega araba ha invitato i paesi aderenti ad acquistare anche essi armi nell'Oriente europeo. La reazione occidentale, come dicemmo all’ini-zio, non si è fatta attendere. Si è detto subito ohe i’equi-li-brio nel Medio Oriente veniva minacciato e che l’offerta di armi all’Egitto da parte dei governi di Praga e di .Mosca era contraria allo spirito distensivo di Ginevra. Il fatto è che il settore del Medio Oriente era smora un feudo deha diplomazia occidentale, sia per l’importanza strategica che esso aveva nei quadro dei progetti di difesa concepiti dalle grandi potenze, sia per il .peso economico che gli deriva dai ricchissimi giacimenti di petrolio e di altre materie prime. Gli interessi delle maggiori potenze occidentali nel -Medio Oriente s-o-no sempre stati ben lontani -dal coincidere; di qui quindi l’impegno assunto da Stati Uniti, -Gran Bretagna e Francia nel 1950 -di consultarsi reciprocamente prima di fornire armi agli arabi e agli israeliani. Più die di mutare il rapporto di forze tra Stato d’Israele e paesi arabi, le tre potenze .temevano di turbare l’equilibrio dei reoi-prooi interessi in quel settore. Che sia stato effettivamente così lo dimostra il malcontento suscitato a Londra e ,a Parigi dalla notizia che gli Stati Uniti sono disposti,, dopo Faccordo fra II Cairo e Praga, a concedere agli egiziani un prestito di 10 milioni di dollari da impiegarsi anche per l’acquisito di armi. La penetrazione dell’influenza sovietica verrebbe così ad essere controllata. Il fatto è però che molte cose sono cambiate nella politica di Mosca verso il Medio Oriente. La politica della distensione è giunta anche al mondo arabo. Non sembra, d’altro canto che i’URSIS intenda appoggiare l’ostilità araba allo Stato d’Israele, -almeno a giudicare dalle vivaci reazioni della stampa sovietica alle dichiarazioni del capo delia delegazione siriana in visita -a Mosca, il quale aveva interpretato l’aippo-ggi-0 offerto .dai russi lallo sviluppo dai paesi arabi come un’appoggio alla loro lotta oontro lo Sitato d’Israele. Le reazioni dell’Occidente appaiono quindi non molto giustificate. L’Egitto ha il diritto di costituirsi un’esercito per difendere l’indipendenza da poco conquistata, ha il diritto di acquistare armi là dove vengono offerte le condizioni più convenienti, lia infine il .diritto di rifiutare l’adesione a patti militari che 10 condurrebbero nuovamente in uno stato di dipendenza poliffica da-H’estero. L'O.d.G. a Ginevra Il ministro degli esteri sovietico Molotov ha accolto i suggerimenti dei ministri degli esteri .delle tre potenze occidentali in merito alle questioni procedurali della conferenza quadripartita che si inizierà -a Ginevra il 27 ottobre prossimo. La segreteria della conferenza sarà affidata ad un rappresentante , sovietico. 11 ministro degli esteri francese, Pi-nay presiederà la prima seduta. I quattro ministri s.i alterneranno quindi- alla presidenza sino al termine dei lavori la cui durata è stata concordata fra un minimo di 15 •giorni e un massimo dii -tre settimane. La decisione più fimp-ori-ante è oomunque quella che riguarda l’ordine del giorno. Esso comprende le direttive elaborate dai- capi dei quattro governi e cioè — Primo: l’unificazione tedesca e la sicurezza europea; secondo: il disarmo; e terzo: rapporti tra Oriente e Occidente. La facilità con la quale le questioni tecnico-procedurali sono state risolte viene considerata di buon auspicio per l’esito della conferenza. NEL CAPOD ISTRI ANO PROGETTO DI MASSIMA per una bonifica integrale CAPODISTRIA. 3 — Con un fugace sguardo alla carta geologica deirisitria, delimitata a levante dal Carso e a mezzogiorno dalle alture ohe degradano verso il mare su Punta Salvore (il veodiio distretto di Capodiiistria) rileviamo ohe si tratta di uno strato uniforme arenario, coperto da notevoli ammassi di terreno argilloso, ricco di calcare e materiale organico. E' questa la zona più ricca dell’Istria, con colture intensive notevolmente estese. Il territorio dei comuni di Capodistria, Isola e Pirano beneficia inoltre di un mite clima mediterraneo ohe fa prosperare i vigneti, igli ortaggi primaticci e i frutteti. I dati degli ultimi anni ci indicano l’entità notevole di questo genere di prodotti: nel 1952 le cooperative hanno acquistato dai produttori agricoli 8 mila tonn., 11 mila tonn. nel 1953 e 15 mila tonn. lo scorso anno. UN PROBLEMA DI FONDO Gii sono però ancora vaste zone da sistemare e ridurre a coltura. Dette zone sono costituite da terreni alluvionali e si protendono nelle valli formate, nel corso dei secali, dai fiumi e dai torrenti, le cui acque portano a valle la .terra erosa dalle pioggie, depositandola alle foci. Queste zone, ora seoniooltivate o incolte, possono essere 'bonificate e portate a coltura, assicurando all’a-griootura nuove possibilità di coltivazione e nuove ricche fonti di red-diio. Si 'tratta della valle del Risano (in parte già bonificata e idricamente sistemata), della valle del Coma-lunga (ohe si sta bonificando), delle valli del Dragogna e del suo affluente Valdemi'ga, della zona di S'trugnano e di quella di s. Lucia. Nel retroterra ci sono poi 'alcune zone, che devono venir sottratte alle periodiche piene dei fiumi e dei torrenti sopra menzionati, con opportune opere di miglioramento fondiario. In tutto circa 8.200 ha di terreno fertilissimo, attualmente di scarso reddito, da valorizzare. COME SI INTENDE RISOLVERLO Una ispeciale Commissione, formata da tecnici di Capodistria e degli IsiUttutìi agrari di Lubiana ha studiato questo complesso problema in tutti i suoi aspetti. Il relativo progetto preliminare è già stato presentato agli organi competenti per l’approvazione. Il progetto preliminare prevede nella prima fase, da portare a termine entro 10 anni, la bonifica di 1.670 ha di terreno. Di questi, 1.390 verranno bonificati integralmente Esso è stato già approvato in linea di massima dagli organi competenti repubblicani e dovrà, ora, venir sviluppato nei dettagli di ogni singolo comprensorio. La bonifica integrale dii questa vasta zona comprende la costruzione di tutte le opere necessarie alla totale valorizzazione del fondo agrario per un aumento della produzione, per lo sviluppo del turismo lungo la costa, per il miglioramento delle condizioni igienioo-sanitarie delle località, ecc. Si tratta di opere di arginamento dei fiumi, degli altri corsi d’acqua che lo richiedono e del mare, nonché di 'Opere di prosciugamento e irrigazione, e in parte (60 ha) del prosciugamento dei bassi fondali sulla costa alle foci del Risano, iin vai Sitagnon, zona attualmente acquitrinosa e malsana. IL PROGETTO DI MASSIMA Il complesso è suddiviso nelle seguenti zone: Capodistria — Comprendente la bassa valle del Risano, Ancarano, la valle del Comalunga e le ex Saline di Capodisitria. In parte già bonificata e idricamente sistemata. Il territorio preso in considerazione circonda £ capoluogo del distretto per una estensione di 720 ettari, da bonificare integralmente. Il progetto prevede la valorizzazione di tutti 'gli elementi produttivi e uno sviluppo armonico dii tutte le attività economiche. La parte preponderante della zona bonificata verrà adibita a colture intensive, con opere 'di prosciugamento e irrigazione artificiale. L’area delle ex Saline, fra Capodi-s'tria e Semedela, dovrà’ essere elevata sopra il livello del mare, dando così la possibilità di un futuro sviluppo urbanistico. A nord di Capodistria, verso Ancarano la costa bjonificata verrà adattata lanche a scopi turistici, mentre nella vai Sta-gnon ,a oriente della città, verrà scavato, in connessione ale opere di prosciugamento alle foca del Risano, un canale che verrà adibito a peschiera. Si realizzerà così un’opera dhè risolverà 'tutto un complesso di problemi economici e urbanistici che da decenni attendono una soluzione che, oon £ rapido sviluppo del ca-poluoigo, è divenuta ormai inderogabile. Strugnano —■ Comprende 100 ha ohe richiedono, sempre secondo il progetto di massima, la sistemazione della fascia costiera e, innanzitutto, rirrigazione di questa zona particolarmente adatta alle colture primaticce. La sistemazione della costa incrementerà anche le capacità turistiche della riposante insenatura. S. Lucia — La zona a sud di PortoroBe, nei pressi di s. Lucia (40 ettari) verrà , bonificata con un insieme di 'Opere atte a incrementare la produzione agricola, migliorando così lanche le oondizidni igienico-sanitarie della zona turistica già esistente. Val Dragogna — L’ultima zona compresa nel progetto di miglioramento sood'iario della costa fra Punta Grossa e Punta Salvore, è costituita dalle valli del Dragogna e del Valderniga per un complesso dii 800 ha. Qui le opere di bonifiioa, consistenti, nella regolazione del corso inferiore dei due corsi d’acqua, sono state igiù iniziate qualche anno fa. Là zona è tuttavia ancora quasi tutta acquitrinosa. Una volta bonificata integralmente, permetterà il più ampio sviluppo alle colture intensive. Questo, nelle sue Knee generali, il progetto di massima. L’inizio dei lavori è previsto quanto prima, probabilmente già all’inizio della primavera prossima. M. C. NEL COMUNE DI UMAGO OTTIME PROSPETTIVE dell' imminente vendemmia u ■ • > 'A v'^ 1 f§pj|l : : ; ’ Dal 2 al 9 ottobre festeggiamo la Settimana della Madre e del fanciullo, £ cui inizio coincide oon la «Giornata intemazionale del bambino» che, quest’anno, ha per motto «La tutela del bambino è un dovere senza discriminazioni razziali, nazionali o religiose» (Art. 1 della Dichiarazione sui diritti dell’infanzia). OTTOBRE PER LE VIE DI FIUME FUNERALE ALL’ESTATE ' i- Ììl. .Vi;- : Y:-' Z::!- :• i Vx# ti:- Lti .-.v ^ tÉiillÉHi La Valle Dragogna, visita da Castelvenere Fiume, ottobre. L’autunno del nostro secolo non è più l’autunno d’una volta. Fa caldo ancora, ancora si gira in maniche di camicia, ancora si suda e si beve volentieri la dissettante birra. Però l’estate non c’è: l’abbiamo abbandonato, appar calendario al suo destino dieci giorni fa. Quando Berta filava, invece, l’autunno destava a Segna la sopita bora, faceva spazzare le avvizzite foglie, obbligava a tirare fuori naftalina soprabiti e cappotti e, spesso, incipriava il Monte Maggiore con la prima neve. Fatta tale premessa, avanti marsch! Turisti in diminuzione. Dopo I’«entrée» a valanga di quasi 3 milioni di viaggiatori tedeschi, au-sfuriaci, svìzzeri, inglesi, améripani italiani, ecc. e l’andirivieni di migliaia di vetture d’ogni marca e cilindrata, siamo giunti alla fase finale. Gli alberghi di Abbazia, Lavirana, Fiume, Crikvenica segnano sempre il «tutto esaurito», però questione di giorni: con l’ultimo sole caldo se ne andranno gli ultimi turisti. Bagni pochini, nonostante il bel tempo. Tutto colpa dei pescecani che infestano il golfo, e più ancora delle tragedie di Costabella e Ragusa, vittime delle quali una turista tedesca e un nostro studente. Cose rac-oappriccianti: meglio non pensare. Le Capitanerie di Fiume, Abbazia, Laurana, Crikvenica e icori quelle isolane e delTIstria sono in continue perlustrazioni. Due squali sono PROBLEMI DELLE NOSTRE CITTA’ DIPENDE DALL’INDUSTRIA IL BENESSERE Dl POLA POLA, 2 — La vita di Pola, il benessere della città, la sua industria soprattutto dipendono dal lavoro di 15.000 lavoratori — tanti sono gli abitanti attivi produttivamente nella capitale istriana. Ma se tutta la produzione pole-se, compresa quella artigiana, dipende da quindicimila operai ed impiegati, bisogna aggiungere tuttavia che l’econoimiiai cittadina dipende soprattutto dall’industria che fornisce l’ottanta per cento del reddito nazionale. Pola è dunque una città industriale. Se vogliamo procedere in questo ragionamento, dobbiamo ancora rilevare che, nello specifico settore dell’industria, due sono i collettivi che fanno la parte del leone: il cantiere navale «Scoglio Olivi» ea il Cementificio «Giulio Revelante». In questa rapida rassegna dell’industria poles'e, cominciamo dunque dagli stabilimenti maggiori. Nel corso di otto anni, dalla liberazione ad oggi di Pola, il cantiere navale ha costruito o ricostruito oltre 200 unità navali di piccolo, medio e grosso cabotaggio per la Marina mercantile, da guerra e fluviale. Si ricordano le sei navi passeggeri che portano il 'nome di altrettanti poeti, le quattro navi costruite quest’anno col nome di altrettante città, i tre natanti fluviali per il Danubio e gli altri sei in costruzione. Lo stesso panfilo deil’imperajtore etiopico «Brionli», già varato che sarà consegnato in novembre, quale prima unità della Marina da Guerra Etiopica, sarà presto seguito dal varo di una nuova nave ammiraglia jugoslava. Nella prossima primavera avrà luogo .il varo del primo tanker da 10.000 tonnellate per la Jugolinea. Si prevede la costruzione di un tramper da 10.000 tonnellate per la «Splošna Plovba» di Pirano e, probabilmente, una delle due nuove navi transoceaniche con le quali la Jugolinea di Fiume intende rafforzare la sua flotta. Per la prima volta questianno al Cantiere «Scoglio Olivi» si sono prodotti motori navali e saldatrici elettriche. L’Officina meccanica e motori è in corso di allestimento. Si amplia lo stabilimento della Fabbrica Cementi. Quest’anno vengono portati a termine due silos dei cinque in progetto, i depositi del klinger bianco ed i bunkers per i molini dei forni ■—■ un’opera che costa 90 milioni di dinari. La Fabbrica ha raggiunto intanto una produzione annuale di oltre 90 mila tonnellate di cemento. La prima fabbrica di vetro da laboratoria della Jugoslavia, quella di Pola, è entrata da alcuni mesi in funzione. Produce già oggi 700 chilogrammi di vetro al giorno e si prevede una produzione di 3 tonnellate. Sono stati garantiti gli investimenti per l’ulteriore allestimento degli impianti. Ottocento paia di scarpe al mese produce il Calzaturificio polese. Milleottocento chilogrammi di pasta produce ogni giorno, in due turni, la nuova fahbrica di pasta in via Kandier. La ex fabbrica lucchetti, trasformata in Fabbrica di prodotti meccanici, ha raggiunto una produzione di 30 unità, mentre l’anno corso ne produceva una dozzina. In dodici mesi, nel 1954, ha prodotto 72 tonnellate di ferramenta; quest’anno, nei primi sei mesi la produzione ha raggiunto le 58 tonnellate. In corso di sviluppo sono la fabbrica di mobili «Alfredo Štiglic», la fabbrica di prodotti alcoolici ed analcoolici «Dragonja». Ha conquistato tutti i mercati del Paese il Maglificio «Olga Ban». Vogliamo continuare? No, fermiamoci a questo punito e consideriamo un altro fatto. A Pola, quest’anno, era stato previsto l’inizio della costruzione, in località Tivoli, di un grande stabilimento per la separazione della silice, la produzione di piastrelle ed il taglio dei blocchi di pietra. Invece non si vede ancora nulla. Speriamo che questo" progetto non vada in fumo. A dare l’avvertimento, è stata la consultazione dei produttori della pietra di tutta la Jugoslavia, svoltasi nei giorni scorsi a Pola. Si è discusso e deciso ■sull’aumento della produzione di marmo per l’esportazione. La nostra terra, Soprattutto l’Ist ria, è ricchissima di pietra. Innumerevoli monumenti e palazzi e dighe e stazioni ferroviarie, nel mondo, da Venezia a Vienna, da Londra a Washington, sono costruiti con la pietra istriana. Per il 1960, è stato deciso che la produzione di marmo jugoslava dovrà raddoppiare. Mezzo per raggiungere il fine è la meccanizzazione. Per cui non ci resta che attendere e sperare che al di là di via Dignano, oltre il Ponte, inizi al più presto l’opera dei rnu- stati catturati a Rovigno e a Veglia, piccoli in verità, mentre a Fiume, due sono stati segnalati nel tratto Costabella—Preluca. Con la venuta dell’autunno, in città sì è ridestata l’attenzione per i combustibili. Le rivendite sono affollate, caratteristico è ritornato il brusio delle seghe circolari, cosa di ordinaria amministrazione è il notare cataste di legna o cumuli di lignite dinanzi agli stabili. La voce di protesta di molti elettori di Can-trida si è nuovamente elevata: non hanno una rivendita propria e sono costretti i a 'rivolgersi ne>l territorio «Gennari» per fare gli acquisti. Ne deriva una spesa superiore, di circa 500 dinari, per il trasporto, con l’aggiunta di una notevole perdita di tempo. A piè pari saltiamo da Contrida a Mattinisela. La magnifica baia sta divenendo un centro di divertimento di primo piano. Infatti è nelle intenzioni dei fiumani di centralizzare tritio pelin località: circhi, luna park, e affini. Un capace ristorante all’aperto è in piena funzione con massimo profitto. Da aggiungere che siamo vieini al prolungamento della linea filoviaria a Mantinscica. Come si può rilevare la baia sta mutandosi in una meta di grandi attrattive per i cittadini. Portiamoci ora al centro e prendiamo visione delle proteste di due lavoratori. Non sono d’accordo con la chiusura pomeridiana dei negozi di sabato e neppure con l’aumento delle tariffe dei barbieri, pure al sabato. Asseriscono: «I lavoratori del commercio hanno un orario consimile al nostro. Al caso sarebbe da discutere, e con punti piuttosto in nostro favore, la differenza di lavoro tra negozio e officina. Orbene, essi al sabato pomeriggio chiudono i battenti, mentre noi, al sabato, come negli altri giorni si lavora. normalmente. Se si deve far festa, sia festa pomeridiana per tutti! Perchè aumentano le tariffe al sabato i barbieri? Il sabato è un giorno come un altro. Il barbitonsore impiega lo stesso tempo e la stessa fatica che negli altri giorni, E non risulta che al sabato abbia superio-POLA, 2 — Dal 2 al 9 ottobre ri doveri fiscali. Allora? Ha più la- anche nella nostra città si celebra voro il sabato perchè vigilia di Zela «Settimana della Gioventù». E’ sta? Ma se fxa più lavoro ha mag- Iqgioo ohe alla buona riuscita di giio-rì entrate, quindi, seguendo la quest’inliziiativa siano interessate in- prassi commerciale e logica, volen- nanzttutto le organizzazioni giova- do pignolare sarebbe più giusto che vanili. Appunto per questo iil Co- venissero ridotte le tariffe in quanto mitaito della Gioventù popolare del un maggior lavoro offre un maggior ratori. Attendiamo la cerimonia per la pos'a della prima pietra. Attività della gioventù nel distretto di Pola distretto dii Pola ha pTeso l’iniziativa dii impegnare in un programma concreto di lavoro tutte le organizzazioni di base. A Rovigno le organizzazioni del Gfinnaslìo-lijceoi, del oonseSrvificlio «Mirna», delle «‘Bauxiti istriane», della Fahbrica tabacchi e delle altre aziende _ e istituzioni daranno spettacoli artistico culturali e indi- guadagno.» Personalmente siamo d’accordo coi due compagni e gradiremmo sentire il punto di vista della Camera del commercio e di quella dello Artigianato. Concludiamo questa nostra breve passeggiata per Fiume con la filovia. Si è scritto a sufficienza che le vetture filoviarie sono affollate nel- a-anno gare sportive a Canfanaro, a le ore di punta e che il super affol- _ nul- j.- r>_— T — - lamento danneggia il mezzo di loco- mozione. Ovviare all’inconveniente sarebbe possìbile soltanto qualora ci si attenesse alla scritta interna che indica il numero massimo delle persone di ospitare. Però nessuno si oppone al pigia pigia delle ore di punta e le vetture partono con le conseguenze che si possono immaginare. Secondo noi lo stesso prezzo è inadeguato al servizio. Non troviamo giusto ad esempio che uno pa-, ghi dieci dinari per viaggiare da Pečine—Plumbum fino a Cantrida Valle e Villa di Rovigno. La gioventù di queste località organizzerà anche azioni di lavoro volontario sugli obiettivi sportivi, A Pigino, Parenzo. Pinguente, Cerreto, Luipoglav, Antignama ecc. avranno parimenti luogo celebrazioni. solenni, spettacblEi artistieonioul-turali, manifestazioni sportive -ecc. Il Comitato della G. P. del Distretto di Pola ha preso anche le misure del caso per le elezioni dei nuovi comitati di base, che si svolgeranno dal 1. al 30 novembre prossimo. (circa 8 km.), come chi intende recarsi a Cantrida dalla Stazione ferroviaria. Ai tempi del vecchio tram cerano due tariffe: una fino ai Giardini pubblici e uri altra fino a Cantrida. Perchè noti ritornare alle due tariffe? Un prezzo da Pečine fino a Cantride un altro prezzo dalla Stazione a Cantrida. Guadagno per il cittadino e guadagno per l’azienda filoviaria. Infine utile per la manutenzione stessa delle vetture in quanto il tal cittadino, per risparmiare la somma, farà a piedi duecento-trecento metri per salire alla Stazione, cosa che oggi non avviene: prezzo unico... assalti di massa, dovunque e senza risparmio ... P. T. UMAGO, 3 — Siamo ormai alle porte della vendemmia. Ancora qualche bella giornata di benefico sole per fare, come si suol dire, qualche grado di più e l’uva inco-mincerà a colmare i capaci tini delle nostre cantine vinicole. Presso quella locale, perciò, si sta portando alacremente a termine gli ultimi preparativi per un buon successo della campagna acquisti, successo che certamente non mancherà dal momento che le esperienze degli scorsi anni costituiscono un buon aimmaeatramento. Sia il funzionamento organizzativo degli acquisti, sia quello amministrativo si sono ben consolidati, msntte il prestigio dell’azienda, a-rli occhi dei produttori, è cresciuto di anno in anno, grazie appun-to ai miglioramenti introdo'ti nell’organizzazione degli acquisti e nella politica dei prezzi. Per sincerarsene basti considerare i dati relativi alla stagione 1954, peralro abbastanza scarsa di prodotto a causa delle sfavorevoli condizioni atmosferiche. La Cantina ha acquistato, infatti, soltanto 20 vagoni circa di uva, che in compenso è stata però di qualità migliore. Il prezzo d’acquisto era di 1.90 din al grado per la Malvasia e 1,70 din per l’uva comune. Tali prezzi, che in passato hanno pienamente soddisfatto i nostri produttori, rimarranno in vigore anche per la prossima campagna acquisti. E’ giustificato, pertanto, prevedere che, a tali condizioni di vendita, la quantità d’uva, consegnata alla Cantina, aumenterà considerevolmente, ■ indipendentemente dal fatto che rimminente vendemmia si preannuncia molto più abbondante. Si ritiene, infatti, che la Cantina potrà contare su oltre 40 vagoni d’uva, vale a dire su oltre il 100% in più nei confronti dello scorso anno. / Queste rosee previsioni sono, in verità, del tu’to giustificate e non solo per il preannunciarsi di una buona annata. Le condizioni di pagamento, offerte ai produttori, sono, come già detto, del tutto soddisfacenti, tali ad ogni modo da garantire il pieno successo. Da tre anni in qua il sistema dei pagamenti funziona con piena soddisfazione di tutti. All’atto della consegna dell’uva, il produttore riceve un anticipo (da 10 a 15 din al kg), mentre il saldo viene liquidato dopo il realizzo. In tal modo i produttori ricevono un compenso, non solo adeguato ai prezzi in vi- BREVI Qua e là per 1* Istria L’apeTOsità di Fiume sii riflette nel fervore di lavoro che domina £ suo porto, in continuo incremento. ALBONA — I nuovi giacimenti di bauxite aperti quest’anno nel territorio di Albona hanno raggiunto nel corso di pochi mesi uno straordinario sviluppo; essi occupano -già 155 operai con una produzione calcolata ad oltre 58 milioni di dinari di valore. Vengono elaborati i piani per lapertura di nuove cave e per la meccanizzazione delle esistenti. * POLA — Hanno avuto inizio i lavori alla Posta centrale di Pola, per l’installazione di una moderna centrale telefonica automatica. La centrale entrerà in funzione nella prima mete. del prossimo anno e soddisferà tutte le esigenze degli oltre 600 abbonati cittadini. * POLA — Si è costituita a Pota l’associazione degli ufficiali della riserva del nuovo Distrettto Istriano. 27 membri fanno parte del nuovo comitato. Uno dei compiti futuri della associazione sarà quello di affiliare anche i sottufficiali di riserva che attuaunentie non hanno una propria organizzazione. * ARSIA — Nella valle di Pedena sono in corso i lavori di s'cavo, a sud della località di Dobrova, di un nuovo pozzo carbonifero. Finora sono state scavate gallerie per una lunghezza di tre chilometri. I geologi affermano che in questo Settore si trovano enormi riserve di carbone. • POLA — A Stoia, il più popolare stabilimento balneare di Pola, che ha chiuso i battenti all’inizio dell’autunno, sono affluiti nella scorsa estate oltre 20 mila bagnanti. Si calcola che gli altri bagni palesi, ovvero le spiagge aperte di Valcane, Val Saline e Saecorgiana, siano state frequentate da 70.000 bagnanti. * VALMAZZINGHI — La fabbrica di cemento di Valmazzinghi ha raggiunto quest’anno la capacità produttiva di 55 mila tonnellate. La fabbrica si trova in corso di ulteriore allargamento mentre gli esistenti impianti vengono rinnovati. Finora sono stati spesi a questo scopo 5 milioni di dinari in vaiata estera. « POLA — Il primo e due ottobre i . cacciatori della s'ocietà «Istria» di Pola hanno indetto una battuta di caccia sul territorio dell’estremo meridione dellTstria. Nel pomeriggio del giorno due, nei locali del caffè ristorante «Exelisior», si è svolta la lotteria con in palio i capi di selvaggina abbattuta. In fondo raccolto sarà devoluto allo sviluppo dell’economia venatoria della zona dipendente dalla società. * POLA — Nella vasta zona comprendente le località di Valcane, Monte Cassoni, Prostino, Monte Garrozza, Grega, e Monte Ghiro, verranno rimoschite le aree nielle quali le piantagioni effettuate dal 1948 in poi non hanno attecchito. L’impresa appaltatrice Sumarja ha richiesto per tale opera alla Mediazione Lavoro di Pola un centinaio di lavoratori. * POLA — *Arriverä in questi giorni al cantiere navale «Scoglio Olivi» una vecchia motonave battente bandiera Romena. Sarà sottoposta ad una radicale rinnovamento nell’.impianto motore e negli impianti elettrici. Avranno pure corto importanti lavori di carpenteria e falegnameria. Il rimodernamento della nave, che stazza 6500 tonnellate, sarà eseguito nel corso di 14 mesi corca. ASSEGNATI I PREMI AGLI ESPOSITORI DI DIGNANO DIGNANO, 2 — L’apposiita commissione, incaricata di svolgere accertamenti stui ajisultati conseguiti dai produttori, partecipanti alla recente esposizione agricola di Dignano, ha designato, dopo minuziose indagini, i vincitori di ogni categoria di prodótti. Nella- valutazione dei meriti si è tenuto conto dei risultati' rilevati presso ogni singolo.. La coojHiraltva «il. Maggio» d'i Dignano ha attenuto così il primo premio nella categoria dei cereali (51 mila din), mentre aH’agricolto-re Erman Mario, dia Pola, è andato *1 secondo premio (20.700 din). Sono stati premiati ancora: l’Econamia agricola cittadina di Pola (11.200 din), Antonio Suran e Ivo Brajkovič da Rovigno e Pero Vučelič da Pelai (10 nula din), mentre premi di consolazione da 5 mila din. sono Stati assegnati ad 8 altri produttori privati. Nella categoria delle tuberose un primo premio di 5 miila din è andato a Vjekoslav Varesco, da Car-nuzza. Fra i coltivatori di tabacco sono stati premiati invece la Cooperativa ugrioola «I. Maggio» di' Dignano e Alojz Seitié, da Kermed con 10 mila din ciascuno Nella categoria degli ortaggi il primo premio è stato appannaggio di Anton Levale, da Pola a pari merito con la Coi^perativa «I. Maggio1» di Dignano. Altri orticultori, fra cui iil Centro sperimentale di Fasana, sono stati premiati con somme di' denaro inferiori. Per la viticoltura sono stati premiati: la Cooperativa «P. Budicin» di Rovigno (47.800 din), Ivan Kohe da Barbana (34.000 din), Sebastiano Sponza da Rovigno (24.800 din) c altri 12 produttori fra cui la Cooperativa di Valle con somme inferiori. A PIRANO VARO AI CANTIERI PiiRANO, 1 — E’ soesa in mare dagli scali del Cantiere la seconda nave da pesca della serie in costruzione per conto delle imprese pe-chereccie «Ribic» dii Pirano e «Riba» dii Isola. Le caratteristiche del-riiimibarcazione sono: lunghezza dello scafo 16 m, potenza del motore 85 HP, velocità 8,5 miglia orarie. iFra i successi del lavoro dei Cantieri va annoverata anche la recente riparazione della motonave «iLa-bor», stazzante 350 tonn,, del compartimento marittimo di Pirano. L’unità è stata completamente rinnovata nelle attrezzature e negli arredamenti, nonché fornita di nuovi motori. Alle prove ha registrato.una velocità di 10 miglia orarie. La consegna della «iLa'bor» è ila quinta di una serie di cinque commesse del genere già eseguite, mentre alcune imbarcazioni sono attualmente an-oora in riparazione. gore all’atto, ma beneficiano — nel caso di maggior realizzo sul mercato fin del 10—20% in più, come è avvenuto per il prodotto consegnato alla Cantina lo scorso anno. Come si vede le prospettive della prossima vendemmia nel Comune di Umago sono ottime, sia per quanto riguarda la quantità come anche7 la qualità deltiuva che, mantenendosi il tempo al bello ancora qualche giorno, sarà equivalente o, quanto meno, di pochissimo inferiore a quella di una annata buona. A. C. Il Tribunale di Pola ha condannato certo Gabriele Geromella a 18 giorni di carcere. Il Geromella si è buscato tale pena per aver ingiuriato alcuni organi della Milizia e provocato disordini presso il mercato cittadino. All liquido di Bacco deve i 15 giorni di prigione che si è buscato certo Srečko Mustapić, di Pola. Egli, dopo essersi u-briacato, si comportava scorrettamente con il personale dell’osteria «Vrh» ed offendeva i nostri dirigenti statali e gli organi della Milizia. Sempre presso il Tribunale di Pola, ha avuto luogo il processo a carico di Stjepan Kolar, il quale, in istato euforico, a-veva provocato disordini, causando addirittura la fermata di un treno in corsa. E’ stato condannato alla pena pecunaria di dinari 500. A sei mesi di carcere duro è stato condannato il ventottenne Vlado Brajković, resosi colpevole del furto di 52 chilogrammi di piombo, sottratto nel magazzino dell’impresa «Sirovina» di Pola. Il Brajković, inoltre, aveva rivenduto il materiale rubato ad un’altra impresa di rottami, la «Otpad», facendosi così »pescare». * II- Tribunale di Albona ha giudificato in questi giorni il sacerdote Žulić Ivan, per il furto di circa 60 kw di energia elettrica. Lo Žulić aveva trovato il modo di usare l’energia elettrica senza che il suo contatore segnasse il consumo. Per tale motivo è stato CQndannàto alla ammenda di dinari 5000. Dattanayiafe CAPODISTRIA NASCITE: Debernardi Elvino di Antonio e Gregorič Jožefa; Brajda Andi 5i Marjan e Bizjak Dorica; Cerovac Rosanna di Antonio e Maršič Elisabetta; Babič Rosanna di Ivan e Balie Mila; Rubeža Fiorella di Ivan e Mahnič Maria; Batelič Loredana di Mate e Griparič Anna; Deigiusto Franco di Elio e Altin Enrica; Alesio Marianna di Alfredo e Mihelič Ruža; Vičič Bojana di Feliks e Mihalič Angela; Grbac Vinko di Joa-kin e Deluk Maria; Kleva Bruno di I-van e Kaligarič Maria; Benčič Drago di Raffaele e Andrioli Evelina; Kosovel Joško di Vinko e.Milovec Vera; Ostrouška Igor di Radoslav e Vitič Marianna; Prinčič Aliča di Vladimir e Humar Nada; Ivič Vlasta di Benjamin e Cus Maria; Lovrenčič Fabio di Venceslao e Bembič Anna; Kosir Hermina di Radoslav e Marčen Praga; Poberaj Tanja di Alojz e Komel Maria; Plahuta Gianni di Maria; Zerjul Tatjana di Rihard e Purger Olga; Korda Meri di Ruggero e Moratto Ernesta; Dodič Lea di Ivan e Frank Cristina; Prihaveo* Liliana di Jožef e Ser-goš Cvetka; Lovrečič Edi di Andrea o Mejak Maria; Viler Mariana di Antonio e Hrvatin Vida; Sorgo Edi di Antonio e Marušič Rosa; Miklavčič Valter di Antonio e Rožac Rosa; Jakulin Jadran di Vladislav e Mcvlja Maria; Gorella Lucia di Giusto e Fonda Rosita; Crneka Mirella di Jakob e Blaževič Maria; Verlič Bor di Jože e Nčnberbeh Lidia; Morgan Marinella - di Lorenzo e Korenika Maria; Pobega Nevi.a di Alcide e Babič Cristina; Medica Marino di Josip e Krota Lidia. MATRIMONI: Kramar Franc di anni 37, autista, con Zgone Jožefa di anni 30, cuoca; Kocjančič Jožef di anni 21, operaio, con Lovrečič Emilia di anni 21, casalinga; Kocjančič Antonio di anni 21, falegname, con Apollonio Silvia di anni 21, casalinga; Kocjančič Bruno di anni 24, operaio, con Koren Petra di anni 20, operaia; Prodan Ernest di anni 24, agricoltore, con Babič Lidia di anni 25, casalinga; Grižonič Antpn di anni 22, operaio, con Babudoji Bruna di anni 18, casalinga; Morgan Celestin di anni 26, operaio, con Mohorčič Silvana di anni 21, impiegata; Pobega Alcide di anni 26, agricoltore, con Babič Cristina di anni 24, casalinga; Baruoa Pavel di anni 20, cameriere, con Furlanič Rado-sla di anni 22, impiegata; Cunja Danilo di anni 28, fornaio, con Jakomin Arde-nia di anni 33, casalinga; Kocjančič Onorato di anni 26, operaio, con Bertok Maria di anni 20, operaia; Carev Peter di anni 41, impiegato, con Sei Jolanda di anni 30, impiegata. DECESSI; Vojvoda, nata Apollonio, Vittoria di anni 50. ISOLA MATRIMONI: Golójka Dušan di anni 19, minatore, con Krušuar Nella di anni 18, casalinga; Gricon Mihael di anni 50, agricoltore, con Sovič Lidia di anni 34, operaia; Snidaršič Franc di anni 29, radiotecnico, con Kobetič Dorotea di anni 23, contabile; Gregorič Zorko di anni 20. operaio, con Posega Bianca di anni 15, operaia. UMAGO MATRIMONI: Titonel Giuseppe di anni 26, agricoltore, con Sirotič Emilia di anni 21, casalinga; Jurjevič Libero di anni 32, agricoltore, con Benolič Luigia di anni 27, casalinga; Korenika Ermanno di anni 25, agricoltore, con Codilia Giuseppina di armi 22, operaia. Direttore LEO FUSILLI Vicedirettore responsabile MARIO BARAK Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria ESPERIENZE DELLA COMUNE NEL PAESE y ■ ESEMPIO TIPICO : NOVI SAD jjel continuo perfeziona-,jto del nostro sistema so-jle, una delle tappe più J,portanti è rappresentata Ila creazione delle Cornali passaggio al sistema Ila Comune è stato precela da tutto un lavoro pretorio che andava dalle 'ure organizzative alle di-,lSsioni. Ciò ha assicurato successo nell’iniziale fundamente dei nuovi comi-,j popolari distrettuali e ^articolar modo di quelli ----------------------- NUBIANA •Il ARTIGIANI Espongono ^UBIANA, fine settembre Circa 6000 mq di terreno ■no avuto il compito di o-:are i lavori che 380 artici hanno voluto esporre questa I Mostra Economici genere, tenutasi a Lu-} nel mese scorso. Magante rappresentati so-j falegnami (33) fabbri ;i eoe. Le opere esposte p di tutti i tipi, dal brac-e d’oro ai camions, da rili di tutte le qualità ai fattoli, e cosi via. jj!a mostra hanno preso ite anche gli artigiani del-one recentemente congiun-quali Erpelle-Costina, Albina, Gorizia, Ilirska Bica, Capodistria, Isola. rra gli artigiani premiati, jano posto Bolčič Anto-, (del distretto di Capodi-ja), Srebrnič Jožef (di 0va Gorizia), l’impresa izarstvo» di Divača, la prt» di Nuova Gorizia. A 5ti sono state assegnate le medaglie d’argento, atre con medaglie di bron-sono state premiate le Lese «Pohištvo» (Branik), ìrica» (Vučja Draga) lutoprevoz» (Sežana) e i artigiani Cuhaj e Zvan. nche questa I Móstra arena rientra nella serie ie manifestazioni celebra-organizzate in onore del orinale della liberazione, :ia il compito di dimostra-quanto è stato fatto, nel-cbito deH’artigianato, nel » guerra. ontemperaneamente allo appo della nostra indu-a. base di ogni economia, iei vari rami economici, ripianato ha percorso un uà cammino. Nella Repub-a Popolare di Slovenia ci a 15.700 officine artigia-10 mila artigiani qualifica 10 mila apprendisti, che ; il loro lavoro conltribui-10’ a migliorare lo stanai di vita del popolo ju-àavo, nello stess'o tempo cui completano la produce industriale, aggiungen-a questa i prodotti minuli cui non bisogna dimenare la grande importanza. In riconoscimento parti-are và inoltre agli arti-ri per il fatto che sono I ad educare il maggior tero di nuove forze di lari. Infatti, nessun ramo e-smico coltiva tanti ap-Bdisti, quanti l’artigiana- .artigianato sloveno ha tradizione vecchissima, da secoli, i vari mestieri ono tramandati di padre iglio. Nel prodotto arti- 0 si rispecchia la fierez-l’amore verso la propria essione, la capacità, il ), in poche parole, Panili colui che lo ha creato, vari comitati distrettua-ivrebbero dedicare mag-; attenzione all’artigia-. aiutare le officine nei sviluppo e mettere a disposizione adeguali ti finanziari. corderemo a questo proto il CPC di Tolmino ! ha investito ques,’an-12,500.000 dinari nell’arti-lato), di Gorizia (11 mi- 1 154 mila) e di Sežano Bilioni 923 mila), abbiamo sottolineare inche, anche se lo svilup-dell’industria ha danneggi il cosidetto artigiana- comunali, che vengono così ad avere sempre più peso nella loro funzione di cellula fondamentale del potere. Nei territori precedentemente appartenuti ai distretti di Zabalje e di Novi Sad si è formato un unico comitato popolare distrettuale. Ciò è avvenuto il 28 luglio scors'o, durante una riunione solenne dei rappresentari i della città e dei due ex distretti. Prima ancora c’erano state numerose riunioni e conferenze delle organizzazioni politiche. La quasi totalità dei cittadini vi aveva partecipato dibattendo i problemi che si prospettavano con la prevista riorganizzazione. Il territorio del nuovo distretto di Novi Sad ha una superficife di 2.132 kmq ed è diviso in 22 Comuni con complessivi 200 mila abitanti. Per l’ampiezza e il numero degli abitanti, il distretto di Novi Sad è fra i maggiori del Paese. Ad esso è affidato, fra l’altro, anche il ruolo di centro economico di una regione ben più vasta dei suoi confini amministrativi. Qui, ad ogni modo, ci interessa vedere soltanto quali sono i problemi da risolvere limitata-mente al suo perimetro territoriale. Com’è noto, Novi Sad è al centro di una vasta regione essenzialmente agricola. Lo sviluppo! dell’agricoltura è quindi il compito principale del distretto. Recenti dati statistici della sua superficie, la dividono, in cifra tonda, come segue: 148 mila ettari di terreno arabile, 21 mila a pascolo, 15 mila di boschi, 3.500 di vigneti e 741 ettari di frutteti. Il tutto è ser- RUBRICA FILATELICA Catalogo Sassone E’ uscita in elegante veste tipografica la XV. Edizione (1956) del Catalogo SASSONE, comprendente tre volu-mu: il Catologo Sassone dei francobolli d’Italia e d’Europa (750 pagine con copertina in materiale plastico al prezzo di L. 1.600), il Catalogo dei francobolli d’Italia e dei Paesi italiani (350pa-gine con copertina in materiale plastico al prezzo di L. 1.000) e il Catalogo Sassone dei francobolli d’Italia, Trieste e Vaticano (150 pagine con copertina a. colori, al prezza di L. 200). Ci è pervenuto in omaggio il secondo volume (Catalogo Sassone dei francobolli d’Italia e Paesi italiani), di cui i filatelici interessati potranno prendere personalmente visione in redazione. vito, oltre che da singole economie private, da 31 aziende demaniali, 55 cooperative a-gricole e da numerose stazioni enologiche e veterinarie. Bel complesso, si penserà a prima vista. Tuttavia incontriamo subito grossi problemi non appena si prendono in considerazione la superficie non coltivata e l’eccedenza di mano d’opera. Quest’ultima non desta proprio gravi preoccupazioni, ma certo è che nella campagna se ne parla spesso, anche perchè il processo di meccanizzazione ne accresce li numero di continuo. Dal’-tra parte, la terra non coltivata si aggira tuttora intorno a 22 mila ettari, cioè circa un decimo dell’intera superficie del distretto. E’ evidente che compito di quest’ultimo è partire al riscatto della terra inutilizzata e così consentire ad altre braccia di trovare un’occupazione. Ci vuole poi uno sforzo perimetrico a potenziare tutta l’economia agricola, la quale, nonostante impieghi oltre 50 mila contadini, dà un reddito di 8 miliardi 509 milioni di dinari contro i 45 miliardi 913 mi- lioni resi dall'industria che occupa solo 30 mila operai. Il rapporto, come si vede, è di gran lunga sfavorevole all’agricoltura: con circa il doppio di manodopera, rende circa 5 volte meno dell’industria, del resto, si serve di una attrezzatura spesso già sfruttata e in pessimo stato. Secondo i calcoli del distretto, ove fosse rinnovata, l’industria darebbe un reddito molto maggiore. Il potenziamento dell’industria, dunque, completa con lo sviluppo dell’agricolt.ura il quadro dei problemi capitali di Novi Sad. Ci sono poi altre questioni: l’artigianato, la rete commerciale, l’industria alberghiera, ma niente li fa differire dagli uguali probleL mi degli altri distretti. Ordinaria amministrazione, insomma. Intanto il comitato popolare del distretto di Novi Sad sta portando a termine un complesso lavoro di organizzazione e di studi. Mancano in parte i quadri specializzati necessari per condurre a fondo la battaglia per uno standard di vita più alto, ma si ritiene possibile crearli con l’assegnazione di borse di studio stimolatrici. C. Vidakov Sui n&siù stUeinU DUBROVNIK: il convento dei Francescani, costruito nel 1317 PROSSIMAMENTE MARGIT Il giovane foderatore Andreas è profondamente innamorato di Margit, pupilla de] ricco contadino Erik. Erik, a suo volta, vede nella fanciulla, appena sbocciata, la madre di questa che lui aveva, un tempo, tanto amato. E-gli intende sposarsi la ragazza, non appena questa s'arà maggiorenne. Margit, raccolta in casa del contadino e allevata con grandi cure non immagina assolutamente le mire del tutore. Essa ha occhi soltanto per il giovane Andreas, ma il suo a-more è contrastato dal vecchio Erik che tenta di impedire ogni contatto tra la sua pupilla e il povero foderato-re. Un giorno Andreas viene portato nella sua capanna ferito. Margit lo raggiunge fur tivamente e lo cura con a-more. In questo breve spazio di tempo i due giovani comprendono di appartenere uno all’altro. La fortuna gira la sua ruota dalla loro parte: uno zio di Andreas' muore, facendolo suo erede e ponendolo così in condizioni di tener testa a Erik. Mentre tutto il villaggio -»i sta festeggiando la notte di S. Giovanni, Erik attacca il ITINERARI DI FINE ESTÀ TE L* ftRCHITETTURA DEL VEMTO Sulla costa dalmata, dove tutto è istinto, la ricerca del sole e del riparo al vento ha creato un’ architettura compiuta e singolare (Nostro servizio) DUBROVNIK, fine settembre — Manca poco a mezzogiorno e il conto della gente seduta ai tavolini dello splendido caffè della «Placa» raguseo è presto fatto: \una ventina di persone in tutto, ivi compreso un gruppo di vocianti studenti francesi che discutono di orari e di partenze. «Chéri» dice seccata una ragazza dei capelli rossi al giovane che le sta accanto, «cheri, tu vois, je ne veux pas finir mes fours ioi». La ragazza non vuole finire ripetere «Chéri...». E’ cominciata la stagione dei venti, che in Dalmazia sono fortissimi. Orazio cantò lo scirocco dalmata, questo vento che nasce da qualche parte nella profondità del mare e s’innargenta fra gli ulivi: «agitatur turbidus Ha-drìae». Lo storico greco Procopio scrisse nel «De bello Gothico» che «In Dalmazia regna un vento aspro e violento. Quando soffia, nessuno può uscire per la strada. Tutto ciò che vive si ripara nelle case. La forza di questo CURIOSITÀ1 Gualtiero Jacapetti, il nato protagonista dii tante avventure, diciamo così, piccanti, ha scritto un memoriale. Egli è andato a Napoli a fare vedére questo suo memoriale a persona che poteva dajrgli oonsfgli editoriali. Un giornale di Napoli ha pubblicato nella sua cronaca mondana: «Notato al Vomero la presenza di Gualtiero J acopettì, oon grossa borsa, per affari. Non era oon lui la signora.» noreli e Kaf Vallone nel film «Sotto il segno di Venere» Il vemtinovenne Luigi Santini, otttadino italiano, ohe frequenta da cinque anni 1 f-stirato di Tecnologia di Belfast, restando sempre, pare, bocciato agli esami, è stato invitato a lasciare il paese. Motivo: insufficiente risultato accademico. L’amministrazione non rinnova il permesso di soggiorno a studenti che perdono tempo agli istituti sovvenzionati dallo Stato, cioè dai contribuenti inglesi. E’ la prima sanzione seria che viene adattata, da tempo, contro uno studente italiano fannullone. C’è voluta tutta la forza deiringhilterra, anzi del Commonwealth. i suoi giorni a Dubrovnik, vuole andarsene come hanno fatto quasi tutti i turisti che appena una settimana fa sovraccaricavano gli alberghi. 1 «Giochi estivi» che avevano ospitato complessi teatrali e singoli artisti stranieri si sono chiusi da un pezzo, le sfilate di moda e i grandi balli all’aperto sono ormai un ricordo. E’ l’ora di punta e la città è semideserto. Di tanto in tanto una folata di vento freddo spazza la «Placa», infine si fa tanto forte da costringerci a lasciare ì tavolini all’aperto. Dietro i vetri, il sole à ancora abbastanza forte, ma la francesina continua a vento solleva un cavaliere armato dalla testa ai piedi, lo fa turbinare nello spazio e lo abbatte al suolo morto». E’ la bora di Segna che ha ispirato gli arditi versi del poeta croato Strahimir Kranjčevič nelle sue «Odi corsare» e me-ravìgiato El Greco e Sthendal al tempo del loro viaggio in Dalmazia. Il vento che vediamo turbinare nella «Placa» può dunque■ vantare tutta una serie di citazioni e di attestati illustri. Noi però ci ostiniamo a credere che da queste parti il vento rappresenti molto più di quanto non si immagini: è un elemento importante del paesaggio dalmata, ma non inteso come una componente del colore locale, quanto invece come una forza motrice capace di influenzare usi e costumi e insamma tutta la vita del litorale. Sarabbe facile dimostrare che l’abbigliamento popolare delle isole e della costa, conservatosi inalterato da secoli, è il più indicato a proteggere dal vento. Ovvia come un’enunciazione lapalissiana è inóltre la constatazione che la conformazione della natura-costeGcorsi d’acqua e boschi .—- deve molto al vento del suo aspetto odierno. «Učini, Bože, da nikada Vjetar ne bude jer su naši dragi u opasnost». Fai o Signore, che non ci sia mai vento perchè i nostri cari sono in pericolo: così sta scritto rozzamente su una cappelletto eretta in cima a uno scoglio nei pressi di Dubrovnik. Di simili cappelletto sq ne incontrano lungo la costa dalmata ad ogni svolta della strada: alle volte sono fatte di quattro mura e un tetto con un altarino dentro, più spesso di un semplice cippo di pietra con sopra dipinta un’immagine sacra. Il tutto è semplice, spontaneo, ingenuo. L’uomo della costa, il «morlacco» confinato sulla roccia battuta dalle tempeste ha eretto queste cappéflette per scongiurare un pericolo o per ringraziare degli scampati pericoli nelle notti di pesca. Questo è in definitiva un riconoscere, un inchinarsi, alla potenza del vento. Il concetto di difesa dal vento presiede poi a tutta l’architettura dalmata si tratti di case e di edifici isolati che nelle cittadine. Prendiamo Trogir, O-miš, Šibenik, Sinj, paesi dal nome sonoro come i versi che Vladimir Nazor dedicò loro. Ad ogni angolo uno spettacolo nuovo si presenta a chi vi giunge. Là il muro di un giardino segue una curva capricciosa, qua una terrazzasi protende nell’aria in miracoli d’equilibrio. Archi, cottili, scalinate si rincorrono come in un gioco bizzarro; e il verde prorompe dappertutto, cresce tenace perfino sulle pietre. La casa dalmata è tutt’uno con la natura: capricciose Vuna e l’altra. Ma questa architettura dell’istinto tocca tuttavia singolari compiutezze. Essa è nata sulla misura dell’uomo, è l’espressione di una sua intima esigenza mediata dalla presenza del vento. A un attento esame ci si accor- ge che la casa, qui rappresenta un’unità a sè. Infatti è sempre volta controvento in-dipendetemente dal senso della strada. Se l’inclinazione del terreno consiglia un differente orientamento, si preferisce correggere il terreno nel senso voluto o rinunciare a costruire la casa. A nessuno sembra passare neppure lontanamente per la testa che il fabbricato debba allinearsi simmetricamente alla strada. Qui si cerca il sole, lo spazio libero, il riparo dal vento; se l’allineamento alla strada dovesse togliere qualcosa di tutto questo, allora le si volta tranquillamente le spalle. Ora si spiega quel che viene chiamato «il disordine tipico» dell’urbanistica nelle cittadine della Damazia. Non si creda comunque che le case di questi luoghi siano scomode o poco pratiche; pare, al contrario, che alla loro costruzione abbia presieduto un rigoroso concetto di funzionalità. Le Corbousier, il famoso architetto francese, ha fissato cinque punti essenziali per una costruzione ideale: scale, terrazza sul tétto, un piano separato dall’altro, finestre in profondità, facciata libera. Tutti questi elementi, quando più quando meno, si incontrano in tutte le costruzioni lungo questa costa adriatica. Ma queste case sanno spesso esulare dai limiti dell’architettura per entrare in un ordine che appartiene alla scultura. Il gioco e la plastica dei volumi e la armoniosa fusione di questi col paesaggio sono il frutto di un vir-tiwéiSfno impareggiabile. La maestrìa d,i diecine di artigiani della pietra che di generazione in generazione si sono tramandati, il mestiere, ha reso l’intera Dalmazia un grande monumento di travertino e di granito. Alle linee bizzarre e vivaci di tante viuzze di pietra si succedono i delicati ricami dei balconi e delle finestre, all’ombra delle chiese possenti come fortezza si ac-cantucciamo lindi cimiteri custoditi da statue leggiadre che sembrano piuttosto dover rinfrancare i vivi che cullare il sonno dei morti. E dappertutto predomina lo stesso motivo, la stessa preoccupazione: la ricerca del sole e la fuga dal vento. Una riprova elequente vien fornita dal maggior complesso architettonico della Dalmazia, da questa Ragusa che ha conservato pur tra l’influsso e la dominazione di diverse civiltà i motivi più genuini comuni a l’intera costa. Dominata da Bisanzio, poi dai Normanni e da. Venezia, erettasi. a libera Repubblica soppressa il secolo scorso dalle truppe napoleoniche, la città ha ,accolto •da .quéste varie civiltà quanto le era più congenito adattandolo alla propria natura. Oggi è storicamente documentato che Dubrovnik è stata costruita sulla base di una concezione urbanistica ben determinata. Il suo sviluppo, a partire dal Castelum della romana Lausium e fino al suo aspetto odierno, ha seguito le linee di un piano regolatore. Lo Statuto del 1273 fissava i punti essenziali di'un insieme urbanistico che è stato realizzato per intero. Un terribile terremoto lo distrusse poi nel 1667, ma la città fu ricostruita esattamente com’era prima. Non si costruisce un agglomerato urbano due volte in maniera identica nel corso di alcuni secoli, se non altro perchè bisogna adattarlo alle esigenze maturate nel frattempo. Il caso di Ragusa dev’essere più unico che raro; e se è successo, vuol dire che quest’urbanistica e la sua architettura sono le più adatte al clima e alla natura che le circonda. I destini dèlia città raguseo riposavano sul mare. 1 commercianti e i navigatori di secoli addietro conoscevano la violenza del vento come la temono ì pescatori d’oggi. L’impulso che muove gli uni e gli altri è lo stesso•: la difesa dalle furie di quest’elemento. Dubrovnik è sorta nelle forme e nei modi più adatti alla difesa dal vento. Quant’altro arricchisce è decora questo fattore determinante, è dovuto al gusto squisito, all’estro; allonimo di questa gente formatosi anche esso tra sole e vento. Il palazzo Divona Sponza, detto semplicemente la «Divona», è V espressione più eloquente dell’architettura dalmata. Attraverso i vetri, lo vediamo chiudere tutto un lato della «Placa». Le sue dinamiche arcate più che in omaggio atto stile rinascimentale sono sorte in funzione protettiva. Dalle finestre ogivali ai motivi decorativi, il complesso compositivo dell’edificio obbedisce a un criterio sommamente funzionale. Esso non appartiene nè al Rinascimento nè allo stile gotico veneziano, come a prima vista si. potrebbe supporre, ma all’architettura originale del litorale. Vi Vitroviamo infatti nobilitati al massimo i motivi che hanno spinto oscuri pescatori ad erìgere le cap-pellette che vediamo agli angoli di strada e a dar vita ai paesi della costa in un solo univoco modo. Naturalmente, la francesina che continua a ripetere «Chéri ...» non sa qual importanza abbia il vento su questa costa dell’Adriatico. G. RUGGER1 MH ■MB ' ” I primi tentativi nel campo della TV, risalgono al 1926. Nella foto J.L. Baird «guarda» nel primitivo apparecchio rivale. Ma anche questa volita rimane deluso. Margit si pone apertamente a fianco del suo innamorato e lo segue nei suoi possedimenti. Per vendicarsi, Erik da fuoco al bosco di Andreas', ma un vento contrario impedisce all’incendio di propagarsi nel senso voluto e manda le fiamme a distruggere il bosco di Erik. Il vecchio si dà allora, all'alcool, sperando di trovare in esso l’obbìo, ma invano. Una notte, ubriaco ed armato, si dirige alla volita dell’abitazione di Andreas. Dalla finestra vede la coppia felice. Furioso, punta il fucile s'u Andreas, ma un servo salva, involontariamente la vita al padrone, e muore. Sul posto del delitto giunge subito la polizia. L’assassino fugge nei boschi sperando di potersi salvare raggiungendo la montagna. Deve, però, attraversare un baratro. Il salto non gli riesce e và a sfracellarsi nel profondo a-bis'so, sotto gli occhi atterriti dei contadini e della polizia. Andreas e Margit guardano con pietà il corpo che le acque del fiume trasportano con sè. «Margit» è un film svedese interpretato da Inge Landgre (Margit), Peter Lindgren (Andreas), Arnold Sjostrand (Erik) e Naima Wif strand (madre di Erik). Regia di 'Ragnar Frisk. VERGINITÀ’ Gina, bella venditrice di giornali di uno sperduto paese di provincia, è scontenta del proprio modo di vivere. Decide di partecipare a un concorso di bellezza e parte per la città. In treno conosce un commesso viaggiatore, Franco, al quale si presenta come attrice cinematografica. Il giovanotto, però, capisce l’inganno e, pensando di aver a che fare con u-na ragazza poco seria, spera di vivere con lei una bella avventura. Se-nonchè la ragazza lo respinge e fugge. Al concorso Gina non viene eletta, ma Gastone Serano ed un suo amico la assumono quale modella. Alla pensione, dove và ad abitare, Gina conosce Mara, anche lei concorrente al concorso di bellezza e divenuta ormai l’amante di Gastone. Mara frequenta una scuola di recitazione dato ohe intende dedicarsi al teatro. I proprietari di una casa di mode propongono a Gina di lavorare per loro quale .indossatrice. La ragazza accetta. Gastone fa capire a Mara che non vuole avere più a che fare con lei e cessa di passare l’assegno necessario per frequentare la scuola di recitazione. Egli ama Gina, la quale non immagina minimamente che tra Serani e Mara sia esistito qualche legame amoroso, e le chiede nuovamente di posare per lui. Gina è felice; rifiuta le serie proposte di Franco, incontrato nuovamente, e crede nell’onestà di Gastone e del suo amico Pepe. Franco non si dà per vinto. Egli riesce a scoprire che Gastone e Pepe appartengono a una banda di commercianti di schiavi. Anche la proprietaria * della pensione, presso la quale abita Gina, fa parte della banda. Franco si reca da lei e la minaccia di denunciare tutti alla polizia se non gli dice subito dove si trova Gina. Le sue parole vengono sentite pure da Mara. Franco và nell’appartamento di Gastone, dove giunge appena in tempo per difendere Gina. Tra i due uomini ha inizio una zuffa. Ad un tratto, uno sparo pone fine alla gesta di Gastone: Mara ha ucciso il suo ex amante. Mentre Pepe e la proprietaria della pensione vengono arrestati, Mara si reca spontaneamente dalla polizia per confessare il proprio delitto. «Verginità» è un film italiano interpretato da Eleonora Rossi Drago, Irene Genna e Leonardo Cortese. Regia di Leonardo De Mitri. IL CERCHIO DI E. WALLACE co», d’altra parte si un nuovo settore e .ssibilità di prospe-quelle profession: o saputo trovare il o nell’ambito delle indizioni materiali, e sociali. MAVIL Nell’ufficio del gerente, un commesso presentò loro l’oggetto che la fanciulla aveva impegnato: era un piccolo idolo, una statuetta di Budda in oro. — Ho sobuto subodorato qualche cosa — disse il gerente, quando Parr si fece conoscere; — ella ha voluto solo dieci sterline, mentre questo pezzo ne vale cento, tome un soldo. — E che ragioni ha date? chiese Yale, che finora aveva ascoltato in silenzio. — Disse di trovarsi in un momentaneo bisogno; che era roba di tuo padre, il quale di queste curiosità ne aveva parecchie; e che voleva impegnarla per poco denaro per essere sicura di poterla riscattare più presto. — Lasciò il suo indirizzo? Che nome ha dato? — Anna Drummond, 29 Park Gate — disse il commesso. ______ Ma questo non è l’indirizzo di Froyant? — esclamò Yale prontamente. L’ispettore diede al gerente una ricevuta, e si mise in tasca la statuetta. — Andremo subito da questo signor Froyant — disse. Ma Sandro si intromise con disperazione: — Per l’amor del cielo, signor ispettore! non diamo dei fastidi a quella povera ragazza — supplicò. — Se c’è mezzo di mettere la cosa a tacere, provvederò io, a qualunque costo. Yale osservava attentamente il giovanotto e pareva interessarsi al caso. — Lei conosce la signorina Drummond? — domandò. Sandro accennò di sì. — Non è possibile, signor Beardmore — disse' l’ispettore Parr. — Debbo subito andare dal signor Froyant per sapere se questo oggetto è stato impegnato col suo consenso. — Allora se ne vada da solo — disse Sandro, furibondo. Egli non avrebbe mai potuto sopportare di essere testimonio dell’umiliazione di quella fanciulla. Era una cosa mostruosa. Yale fece del suo meglio per calmarlo; lo ricondusse nel suo studio, e tentò di distrarlo facendolo parlare d’altro. Stavano discorrendo così da un quarto d’ora, quando squillò il campanello del telefono. Era Parr che chiamava. — Ebbene? — domandò Yale. —Ho arrestato Anna Drummond, e domattina la denunzierò per furto — riferì laconicamente l’ispettore. Yale depose il ricevitore e si rivolse a Sandro. Questi aveva già indovinato. — L’ha arrestata? — disse. Yale accennò di sì. Il giovane aveva la faccia livida. __ Veda, Sandro ... — gli disse gentilmente Yale — forse lei è stato non meno di Froyant: quella ragazza è realmente una ladra . . . Ma Sandro proruppe ferocemente: — E che m’importa? — gridò. — Se anche fosse una ladra, se fosse un’assassina ... io l’amo! * Il giudice era un uomo di cuore, e si vedeva che questo caso lo addolorava; guardava ora Parr che, impassibile, sedeva al posto dei testimoni, ora alla fanciulla sul banco degli accusati; e questa gli pareva tanto fredda e padrona di sè quanto il teste d’accusa. — Si sa qualche cosa sul conto di questa donna? — domandò. Ed egli stesso sentì subito quanto fosse assurdo qualificare per «donna», quell’esile creatura che pareva ancora una bambina. — E’ già stata per qualche tempo tenuta d’occhio, vossignoria — rispose l’ispettore. — Ma non è mai caduta nelle mani della polizia prima d’ora. Il magistrato guardò ancora l’accusata dal di sopra degli occhiali: — Non posso capire come voi vi siate posta in questa terribile situazione — disse. — Una ragazza come voi che, a quanto pare, ha avuto l’educazione di una signorina, rendersi colpevole del furto di poche sterline . . . sebbene l’oggetto che avete rubato sia valutato una grossa somma, molto superiore a quella che la vostra disonestà ha lucrato. Safete citata a comparire per il giudizio quando sarà chiamato il vostro processo, nel quale si terrà conto che voi siete impregiudicata. La fanciulla s’inchinò leggermente; poi dal banco degli accusati fu condotta all’ufficio di polizia, mentre nell’aula si chiamava un’altra causa. Uscendo dal tribunale di polizia, Froyant esprimeva all’ispettore Parr, col quale si era accompagnato, tutto il suo disappunto perchè la ragazza non era stata rimandata in prigione. — Una donna come questa è un pericolo per la società — diceva la sua voce in falsetto. — Chi mi dice che non sia d’accordo con quei briganti che mi minacciano? Mi domandano quarantamila sterline! quarantamila sterline, capisce? Ma ora spetta a lei, ispettore, spetta a lei di vedere che non mi succeda alcun male. E’ suo dovere, suo sacrosanto dovere. — Ho udito, ho udito ... — fece l’ispettore, seccato. — Ma quella ragazza, sono persuaso che non ha mai sentito parlare del «Cerchio Rosso». E’ troppo giovane, che diavolo! — Giovane? — ghignò il vecchio. — Questa è appunto l’età in cui si debbono punire: fino a che sono giovani. Date loro addosso fin che son giovani, e ne farete fuori dei rispettabili cittadini. Froyant masticò ancora qualche cosa tra sè, poi, senza nemmeno un cenno di saluto, si mosse verso l’uscita dove un’automobile lo stava attendendo. 'L’ispettore lo seguì con un sorriso negli occhi; poi, voltandosi, sorprese lo sguardo di un giovanotto che stava fermo presso una porta degli uffici. i— Buon giorno, signor Beardmore — gli disse. — Attende di vedere la signorina? — Sì; la tratterranno ancora a lungo? — domandò Sandro, che appariva molto agitato. In quel moménto la porta si aprì e ne. uscì la fanciulla. Alla vista di Sandro, si fermò ed un breve rossore si diffuse sulla sua faccia pallida. — Era nella sala? — gli domandò subito. Egli accennò di sì, ed ella scosse la testa. — Non avrebbe dovuto venire —- disse, quasi corrucciata. — Come ha fatto a sapere? Chi glielo ha detto? Pareva non accorgersi della presenza dell’ispettore; ma, per la prima volta dopo il suo arrosto, dimostrava qualche segno di emo- ione che si sforzava di vincere. Arrossiva, impallidiva, e la sua voce •ra meno ferma del solito: — Md spìace che lei abbia saputo di tutto [uesto pasticcio — riprese — e mi spiace sopratutto che lei sia 'enuto qui. — Ma se non è vero ... A me lo può dire che non è vero — lisse Sandro con voce appassionata. — Non è stato un complotto, un infame complotto per rovinarla? Ma ella scosse la testa. — Non v’è stato nessun complotto, e io io rubato al signor Froyant — rispose freddamente. — Non lo crederò mai! — esclamò Sandrò, fuori di sè. — E’ mpossibile che lei abbia commesso un’azione così bassa e così tupida. Ella lo fissò per un istante, poi si rivolse a Parr: — Glielo dica ei, signor ispettore; forse lei sarà capace di convincerlo — disse. - Ho paura che non mi voglia credere. E con un piccolo cenno di saluto, si volse per riprendere la propria strada. Sandro la seguì. Giunti nei pressi di una stazione sotterranea jlla volle lasciarlo, ma egli la prese per un braccio e la trasse udietro, quasi violentemente. — Mi ascolti, Anna — le disse a denti stretti. — Io l’amo e Loglio sposarla. Non gliel’ho mai detto, ma lei lo ha già indovinato, o non voglio che lei si allontani da me. Non posso permetterglielo, »pisce? Io non credo che lei sia una ladra, io non credo . . . Tranquillamente la giovane si svincolò dalla sua stretta. — Signor Beardmore — lo interruppe a bassa voce — lei mi liventa stravagante, insensato . . . Lei; ora, mi ha detto quello che ion mi vuole permettere; ebbene, io dirò a lei che non le posso »ermettere di rovinarsi l’esistenza per un’infatuazione, come questa, >er una ladra confessa, come me. Lei di me non sa nulla, all’infuori che le sembro simpatica, e òhe mi ha incontrato qualche volta in ampagna; perciò è mio dovere di essere per lei come una madre . . . Suo malgrado, questa idea la fece sorridere. Continuò: — Un jiomo, forse, noi ci incontreremo di nuovo; e in quel giorno tutte (ueste fantasticherie romantiche le saranno passate. Addio. E scomparve nella sala d’aspètto, prima che egli avesse ritrovato a sua voce. Petrovič vince in chiusura la „Dai Tricorno all’ Adriatico,,- Allo stesso e a Della Santa le vittorie di tappa - Buone prove dei giovani PETROVIČ IRRESISTIBILE CAPODISTRIA, 2 — Veselm Petrovič, il numero uno dei ciclismo jugoslavo, lia dato un altra lampante pi'Ofvia. dielilä propria Superiorna in campo cutaisuoo nazionale, vincendo ai torza la quarta e piu Pena edizione delia orinai tradizionale corsa, in due tappe «Lai Tricorno an Adriatico», .terza od ultima prova dei campionato jugoslavo su strada per allettanti. li noto ciclista belgradese ha dimostrato chiaramente la propria superiorità sul numeroso lotto dei concorrenti. 'GII sono 'bastati solamente gli ultimi 20 chilometri della prima tappa da Podnanos a Postulila, per mettere ai sicuro la vittoria. Vedere il modo con cui ha piantato in asso oltre una ventina da corridori!', era davvero una soddisfazione. Lue colpi di pedale sulle prime rampe delia salita di Razdrto sono bastati per frazionare il plotone. Solo il goriziano Bajc giu ha resistito. Ma, dopo un’altro chilometro, con un’irresisibiibiie scatto anche Bajc veniva staccato. Megli untimi clinolmetri della prima tappa, condotti sotto le violenti sferzate della ‘bora dei Vipacco ohe, anziché Laccarlo, gli hanno permesso di raddoppiare il vantaggio conquistato un salita e di raggiungere il traguardo di Postunua con ben ITI’’ di vantaggio sugli immediati inseguitori. Nella seconda tappa, Postumia —■ Capodisitria, Petrovič non ha fatto altro ohe temersi in guardia, arrivando a Gapodistria con un gruppetto di 10 corridori. Sotto il .telone di arrivo, lui, conosciuto come la negazione del velocista, è riuscito, con una lunga volata, a conquistare il secondo posto, rimanendo battuto di poco dai guizzante Deliasamta, l’unico che è stato In grado di resistergli. Malgrado questa sua .brillante affermazione, Petrovič ha perduto il titola jugoslavo, ohe è andato al giovane corridore deh’Avala dii Belgrado, Miroslav Ješič. Sembra un’anomalia. Gosi Ješič, pur non essendosi piazzato nella corsa di Capodistria, ha vinto il .titolo, mentre Petrovič, il dominatore vero e proprio deve accontentarsi del quarto posto. La classifica del campionato è perciò irreale. Non rispecchia il valoré effettivo dei ciclisti jugoslavi sui quali fa spiooo Veselin Petrovič, di una classe superiore a tutti gli altri. Oltre a Petrovič, nella gara si sono affermati i già conosciuti Bajc, Bajlo, Flajs ed il redivivo polesano Valom, il quale sembra aver ritrovato la forma e lo scatto di due anni fa. Abbiamo lasciato per ultimo Dellasanta, perohè su di lui vogliamo spendere qualche parola m più. Innanzitutto bisogna mettere in rilievo che Dellas anta ha condotto una gara tanto generosa quanto sfortunata. Nella prima tappa, infatti, è sitato appiedato da due forature proprio nei momenti decisivi. A 'Gorizia, dopo la foratura, ha inseguito, assieme a Ješič, il gruppo per oltre 35 km. Rientrato dopo la dura sgroppata proprio sulle prime rampe di Razdrto, veniva appiedate» per la seconda volita. Con un morale depresso, Dellasanta ha percorso gli ultimi chilometri a passo turistico, così da ridursi a un distacco di un quarto d’ora. Colpito nelTa-mor proprio, egli ci 'ha dichiarato subito dono Tarrivo, ohe se oggi è andata male domani sarà lui il vincitore a Capodistria. Ed ha mantenuto la parola, vincendo nettamente la seconda tappa. Tuttavia Dellasanta, il più dotato ed Intelligente della Proleter, potrebbe rendere molto di più osservando un regime di vita più sobrio ed allenandosi con regolarità. Egli è candidato nuovamente per la nazionale jugoslava al Giro dell’Egitto. Se vorrà, andarci, dovrà prendere la cosa sul serio, perchè di concorrenti in campo jugoslavo ed anche in quello locale oggi ne ha molti. E solamente i migliori saranno prescelti. Esattamente alle ore II i 43 oi-clas'ti iscnjca, .appartenenti a 15 ciiuo ciclistici jugosiavi ed a uno austriaco, partivano sabato da Lovec per ìa prima tappa, one doveva ooncruuiersìi' a Rosirinma. Gruppo comparto smo a rvouariü, dóve rotava V UKSan, il quale doveva penare oltre OU Km panna ai neimare. Alcuni trazionamenti aei gruppo,, provocati da ciclisti di secondo piano, venivano sempre neutralizzali. fuetto di Lozui'K era il piu serro. ivia lui pure veniva raggiunto pruna ai Gorizia. Sulla saura uu Ga-stagnevizza il pietroso rondo stradare taceva strage di tubolari, fra i empia erano pure Geuasanta e Jesic. amie strade del Vi-pacco, rese piu impervie deli incessante bora che sottrava da tutte te direzioni, abbiamo assusuito al drammatico inseguimento dei due campioni, il gruppo intatti, apprefuttanuo delia siot-cuna eine aveva carpito i due tavorili, sr e subito impennato e, sotto la spinta dei vari Lapo, Vatio-c, Petrovič, Jugo, Laje, uergaqt e riajs, rilava ai oltre 40 allora, ki queste condizioni i inseguimento diventava durissimo. Ji distacco, dui oltre 1 rimaneva per lungo tempo immutato, baiamente nei pressi di \ quieto, con un Ultimo e rabbioso susseguirsi di scatti; i due riuscivano aa avvicinarsi al piotane di testa giunto ane prune rampe delia lunga santa di jiazdrbo. iö cicii-sù iacevano parte dei gruppo ali jesta. 'Gei piu noti mancava soie .Varga, ritiratosi nei pressi di Černiče per . . . macca. Non passavano nemmeno 5 minuti dai suo rientro, cne Leliasaoia, era costretto a scendere nuovamente di sena, causa la ruota anteriore sgomiata. Proprio m quei momento in gruppo si tilazlohaVa causa ila sterzata ut Petrovič. Ber un km solamente Bajc riusciva ad accodarsi ai ruggì,rivo, poi, uopo un amo scatto dei belgradese, amene lui cedeva, is Petrov» continuava sono la marcia, da lui chiusa tmooramiente sotto io striscione ai arrivo a Postu-mia. in meno di zu nm retrovie na guadagnano sugi, avversari 4 ii . Greuo a lui giungevano Leigaht, EaiiOsKar e -Daje, nicnuie coi caiacco ui un minuto .gì ungeva un gmp-peuo ai otto tuinuun, regolato m volata aa Lajio, cne superava piopiio sotto la Striscione a.arrivo Liajhik. Picigu e bauitsiuia giungevano con orne i3 m distacco. una foratura. La strada di Črni kal non perdonava. Almeno una decina da corridori, doveva scendere di sella per cambiare le gomme. A itiea-oa iU erano i componenti del gruppo di testa, compresi Brajnik, Gel-iasantia e Piciga. La situazione non cambiava sino all arrivo, dO've Dellasanta, con un guizzo, si imponeva. su Retrovie, piaga e tutti gii altri. ORDINE D’ARRIVO 1) Veselin Petrovič, Pa\tižan, , che ha compiuto i 144 km in 4 ore 34 24 ' aita media oraria di km 30,400; 2) Smercan, Fiume, a 4’11”, 3) Bergrmtj Odred; 4) bale, Nuova Gorizia, stesso tempo;, 3) Bajto, 'Aura, a 5 12 ; tì) Brajnik, Proleter; 7) Cotič, Partizan; 3) Zanoškar, Rug; O) Jugo, Piume; 10) Flajs, Odred, tutti con Ü tempo di Bajto. POSTUMIA — CAPODISTRIA 1) DeltmaMa S Uverio, - Proleter, che tu. compiuto i 133 km in 4 ore 00'’52'; 2) Petrovič; 3) Piciga; 4) Flajs; 5) Bajto; 0) Zanoškar; f) VaLOic; 3) Jugo; 9) Brajnik; 10) Colie, tutti con d tempo del vincitore. Arrivati 34. CLASSIFICA GENERALE 1) Petrovič Vesetin, Partizan, in ore 8,35'iti"; 2) Bajto Josip, (Zara, a 512 ; 3) Flajs, Odred; 4) Zano-škar, Hog; 5) Brajnik, Proleter; 0) Jugo-, Piume, tutti con il tempo di Bajio. 7) Cotič; 8) Bajc; 9) Volčič; 10) Misalf.nsky; 14) Piciga; 10) Dellasanta. HAJDUK — ZAGREB 3:0 (0:0). I campinomi dj Jugoslavia, si sono immediatamente ripresi dallo smacco subii» mercoledì scorso sui propino campo nell incontro di campionato |>er opera della Crvena zvezda, e sono andati domenica a vincere a Zagabria contro io Zagreb Tinoontro dei quarti di finale delia Coppa Maresciallo Tito. Da notare ene THajduk è sceso in campo privo dei .titolari dai grandi.' nomi di Vidpševič, Maltolto e Bro'keta, allineando ai loro positi le riserve Bego, Radovič e Esordiente Zanetič. Ed è stato proprio à’esor-diente a dare l'avvio alla vittoria dcl'lTlajduk, che alla fine ha assunto proporzioni abbastanza votan.-nose. CLASSIFICA A SQUADRE 1 Bartizan, 2) Proleter, 3) Fiume, 4) Odred, 5) Rog. Classifica finale del campionato dopo la terza prova: 1) Ješič Miroslav, Avaia di .'Belgrado, punti 35, Campione jugoslavo 1955. 2) bajk» Josiip, Zara, punti 33, 3) Jugo Damei, Fiume, punti 27, 4) Retrovie Veselin, punti 26, 5) Golič, punti 24, 9) Piciga, 20, 11) Dehasanta, 14, 15) Brajnik, 11. La partita sii è decisa al 25’ della ripresa, quando, su calcio d’angolo, ia palla perveniva a Zanetič, die Sii faceva luce nella mischia e batteva imparabilmente l’impotente Vacar. Cinque minuti più tardi, lo stesso giocatore, approfittando di un malinteso delia difesa dello Zagreb, spediva in fondo della rete dii Vuòar il secondo piallane. Imbaldanziti dal successo, gii spala tini continuavano nelTattacco ed ai 40’ realizzavano la terza rete con la riserva Bego. Come s| vede, sono state proprio le riserve che hanno deciso ia partita, che nei complesso ha visito un Hajduk tecnicamente superiore ma meno aggressivo dello Zagreb. Questuitìmo ha avuto più di una 'Occasione favorevole per portarsi in vantaggio nel primo tempo, ma i suoi attaccanti Medved e Benčič hanno dimostrato di avere un piede piuttosto' scentrato. Infatti i loro .tiri andavano a finire fuori o nelle braccia deiriaittentoi Vuluč. Nelle file dei vincitori si sono messi particolarmente in luce Vukas e Koikeza, in . quelle degli sconfitti Medved e Beseredi. Arbitro Božina di Slavonski Brod. Spettatori 5.000 circa. vittoria non è venuta perohè i suoi attaccanti sono stati meno decisi e precisi nelle azioni conclusive, l aliaci» delta Vojvodina ha manovrato .troppo, perdendo poi ai ino delie azioni propino netta rase conclusiva, per la qual cosa ia sqiiua ma non ..usonnottiabiie attesa detto Spartak na avuto buon gioco.. Gì riscontro, gli attacchi dello Spartak, piu rari, ciano liccamti ed andavano subito ai sodo. Già ai pruno minuto un gioco l anziano centroattacco loniasevte segnava con astuzia ia prima rete, favorita per i altro da uà errore detta ttttesa detta Vojvodina. j.o stesso Joiinasevic portava a due le reti per la propria squadra al IU delia ripresa, quando tramutava ah rete un calcio oh rigore 'giustamente concesso aeitjar-oitro belgradese Vasa Stefanovič. A nulla sono valsi i continua attacchi detta V ojvoama per ricuperare io'svantaggio'. La attesa detto ,Spartak na .tenuto duro sino atta ime, quando e sitata calorosamente ap-piaucuijta dagli iuuüu spettatori presenti in campo. SPARTAK - VOJVODINA 2:0 (1:0). — La Vojvodina continua nella serie delle prestazioni negative. A nulla è valsa la presenza in campo dei quattro nazionali Boskov, Krstič, Rajkov e Veselinovič nemmeno contro iil modesto Spartak. La BSiK - RADNIČKI 2M (1:0), — La partita delie occasioni perdute e stata quella dei quarti di tinaie di coppa tra Bsjs. e Baamicki. Infatti le due squadre hanno tatto a gara nei ehi sbaglia le più tacili occasiona aa xeitie. Josič, Jeii-savcic, Jezerkié, Piumcevió e Reita-kovic hanno avuto oggi sui piiedn almeno una decina di palloni ohe non chiedevano antro ohe di essere spediti un tondo .alia rete. Invece gtt attaccanti hanno voluto giocare per ii dirinčite, sbagliando re più tacili delia occasioni!, tutte e rie le ree sono nate da azioni complicatissime ed intricatissime, nelle quali i due attacchi si sono particolarmente distinti. La marcatura delle reti è iniziata al SS’ dei primo tempo oa jensavćič, il quale ripeteva la prodezza al 6 delia ripresa. Con due reti di vantaggio il LSK rallentava di ritmo delie già lente .azioni, permettentto; cori aio Raaid-tìkii da segnare il punto delia bandiera al ih' con Pri inčev jò. Nessuno si è distinto fra di BiSlK, nel quale il peggiore è stato il noto centroattacco .Markovič. Il miglior 'giocatore in campo è stato il mediano del CAMPIONATO JUGOSLAVO 1. Lega (giocato mercoledì) I RISULTATI: Dinamo — Zagreb Hajduk — Crvena zvezda Radnički — Sarajevo BSK — Vojvodina Spartak Partizan zeijezničar — Budućnost Velež — Proleter LA CLASSIFICA: Dinamo 5 4 10 Crv. zvezda 5 3 2 0 Velež 5 2 3 0 Partizan 5 3 11 Sarajevo 5 3 0 2 Radnički 5 - 3 - Spartak 5 2 12 Hajduk 5 2 0 3 BSK 5 12 2 Zagreb 5 2 0 3 Budućnost 5 2 0 3 Proleter 5 113 Željezničar 5 10 4 Vojvodina 5 0 2 3 I. Zona I RISULTATI; Metalac — Odred Trešnjevka — Nova Gorica 11:3 10:4 9:6 7:5 11:12 9:9 10:12 12:8 10:9 7:8 10:13 8:14 5:10 LA 3. GIORNATA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A Split — Lokomotiva Šibenik — Karlovac Segesta — Ljubljana Rijeèa — Branik SEMPRE L’ INTER IN TESTA LA CLASSIFICA: DELLA SANTA IN VOLATA SFORTUNATI I CAPODISTRIANI La Proleter si era presentata alla partenza come favorita, ma varie circostanze di forza maggiore non ■le hanno permesso di svolgere, nel pieno delle sue possibilità, quel ruolo. Bonin, uno dei migliori corridori, sofl|tiva! per un dinfior.tunio occorsogli pochi giorni prima della gara per cui ha dovuto ritirarsi dopo una cinquantina di chilometri. Il giovane Ricob-on, forse non amoora maturo per gare così impegnative, è sitato colto da malessere ed ha abbandonato neha prima taipoa. Il giovane Brajko, che ha dimostrato di poter 'gareggiare alla pari anche fra i dilettanti, è caduto rovinosamente a soli venti metri dal itra-guardo di Postumia, producendosi ferite e contusioni in tutto 'il corpo, così da non poter proseguire la gara. Metà squadra ha così dovuto abbandonare il campo prima della fine. Sono rimasti Brajnik, Dellasanta e Piciga a tener alto il no me della società. Come è già tradizione in questa gara. Brajnik è risultato ancora una volta il migliore di tutti. Con la sua coraggiosa ed intelligente prova, Brajnik è riuscito a tener tes ta :a tutti gli attacchi ed a piazzarsi infine onorevolmente al quinto posto in classifica. Piciga, troppo affaticato dopo questa sua prima stagione corsa nella categoria superiore, ha fatto quanto poteva nella prima tappa, mentre nella seoonda è risultato uno dei protagonisti, conquistando inoltre un’o-vio-i■ vaie terzo posto su1 traguardo di Capodistria. Domenica partenza della, ultima .tappa ane ore nove, brajko non patte causa le ferite riportate -.ah arrivo deità prima tappa. L invece allineato Varčne, leniosi pure e piuttosto seriamente la giornata precej dente, borio allineati ancora 3a corridori. Nove si sono ritmati. I RISULTATI: Atalanta — Torino Bologna — Novara Internazionale — Pro Patria Juventus — Fiorentina Napoli — Genoa Padova — Milan Roma — Spai Sampdoria — Lanerossi Triestina — Lazio 1:2 3:2 4:0 0:4 2:1 1:5 1:1 1:3 1:0 Poco fuori Postumia, viene data ia partenza volante. Gruppo compatto smo a Sežana. Suha strada di Divača i pruni frazionamenti, dovuti alla strada in pessime condi-ztonii. Ira .gli appiedati abbiamo notato Bergant e Petrovič, il piotane non reagiva oos/ccnè i due potevano rientrare io un batter d’octal». Prima di Ilirska bistrica, partiva, linsaiiuitato ospite; Ji gravane Zebovec dett’Odred dii Lubiana. Nessuno del plotone faceva il mimmo tentativo di riscossa, cossiohè Zèbovec, in soli 15 km, poteva prendersi ben 4’ idi vantaggio. A Podgrad, il gruppo, sotto la spinta di Dellasana, .particolarmente vi-, gilè in testa partiva alla riscossa. Bastavano meno di 20 km e l’avventura di 2ebovec finiva. A Kozina .passavano insieme 20 ciclisti, Ira i quali mancava Bergant, vittima ili LA CLASSIFICA: Inter 3 3 0 0 8:0 6 Fiorentina 3 2 1 0 7:2 5 Torino 3 2 1 0 7:2 5 Milan 3 2 0 1 14:6 4 Bologna 3 2 0 1 7:4 4 Roma 3 1 2 0 8:5 4 Spal 3 1 2 0 5:4 4 Triestina 3 1 1 1 2:2 3 Lazio 3 1 1 1 4:4 3 Napoli 3 1 1 1 4:4 3 Atalanta 3 1 1 1 7:7 3 Novara 3 1 0 2 3:5 2 Lanerossi 3 1 0 2 4:7 2 Juventus 3 0 2 1 3:7 2 Sampdoria 3 1 0 2 3:9 2 Genoa 3 0 1 2 5:9 1 Pro Patria 3 0 1 2 3:8 1 Padova 3 0 0 3 2:8 0 \ BOLOGNA — NOVARA 3:2 (0:1). — Una leggera prevalenza territoriale ha permesso al Novara di LEGA REPUBBLICANA SLOVENA ISOLA-MLADOST 1:1 (0:1) I RISULTATI: Slovan — Tabor Triglav — Krim Isola — Mladost Postojna — Grafičar 3:2 2:2 1:1 2:3 LA CLASSIFICA: Grafičar 4 4 0 0 12:7 8 Krim 4 3 10 15:4 7 Slovan 4 3 0 1 9:4 6 Triglav 4 2 11 18:6 5 Mladost 4 2 11 9:5 5 Ilirja 4 2 0 2 10:9 4 Isola 4 112 10:10 3 Postojna 4 10 3 6:10 2 Tabor 4 0 0 4 7:14 0 Capodistria 4 0 0 4 4:30 0 MLADOST: Moietić, Čufar, Ai-man, Kačefat, Komik, Bajžel, Aksen-tijević, Eržen, Jocif, Dornik, Aleš. ISOLA: Borojević, Karačić, To-gnon, Magdič, Sorgo, Tomljanovič, Felluga, Degano, Žaro, Černe, Lenardič. ARBITRO: Mikluš di Lubiana. MARCATORI: Eržen al 29’ e Tomljanovič al 5O’. Isola, 2 — Se si eccettuano i diverbi verso lo scader del termine, questa è stata nel complesso una buona partita. Alla maggior combattività ed irruenza dell’undici di Kranj, l’Isola ha opposto una evidente superiorità tecnica e un mag- _ gior doprinio individuale , e sul|la palla. Non vi sono stati periodi nei quali una squadra abbia dovuto subire Tiniziativa dell’altra. Tutti i 90’ sono stati tirati a pieno ritmo da ambo le parti. Certo è che, pur non mancando ■di incisività il quintetto isolano ha tirato poco in porta e più di una occasione non ha trovato conclusione, data l’efficacia della retroguer dia ospite. Alla stessa altezza non e stata la difesa isolana, alla quale deve addebitarsi Tunica Tete subita, - per aver lasciato completamente scoperto in una pericolosa situazione il mezzo-destro Eržen. Del quintetto isolano hanno particolarmente reso poco Felluga e Lenardič quesit’ultl-mo dotato di un buon tiro, peraltro fatto veder una sola vola. Nella mediana Magdič ci è parso più mobile dii Tomljanovilč, Sorgo, 'al solito, è stato il miglior uomo in campo. La prima occasione isolana viene mancata al 9’ da Felluga che, sotto porta, manda a lato. Al 12’ Boroje-viié esce incontro a un pallone, ma viene preceduto da Jocif che indirizza verso la porta vuota. Sorgo, di corsa salva sulla linea. La medesima situazione si ripete al 14’ sotto la porta del (Mladost ed è Ažman a salvare in angolo. Al 29, si ha la rete del Mladost. Il pallone è sulla sinistra. Accorrono ii difensori isolani, ma Jooif riesce a lanciare sulla destra ,dove Eržen del tutto scoperto, tira un rasoterra davvero poco potente òhe passa però sotto il corpo di Boroijevié, lanciatosi in tuffo. Al 5’ della ripresa Cerne, nell’attimo in culi sta per tirare in rete, viene fermato con le mani da Gufar e l’arbitro concede la massima punizione ohe Tomljanovič trasforma. Un’altra facile occasione viene sprecata al 32’ da Čeme, che manda a lato. L’arbitraggio di Miklauš è staio impeccabile. chiudere in vantaggio il primo tempo (l:B).,La rete azzurra è stata segnata da Piccioni al 25’ con un tiro da pochi passi, dopo aver superato Deirinnocenti e lo stesso portiere Giorcelli in uscita. Cappello, nel primo tempo, ha fallito un gol e prima dello scadere del tempo Savioni ha fatto altrettanto. Ili Tri-' La ripresa, dopo due tiri alti di Greco e di Bonafin al 13’ e al 20’. Bonafin ha realizzato il pareggio alla mezz’ora. Quattro minuti dopo Cappello, con un tiro di precisione ha portato in vantaggio il Bologna. Al 38’ Valentinuzzi ha totalizzato la vittoria petroniana su passaggio di La Forgia. Al 40’ un forte tiro diagonale di Arce è stato bloccato da Giorcelli. Al 43’ Savioni, con un tiro da fondo campo, ha raccorciato le distanze per i novaresi. INTERNAZIONALE -- PRO PA-Patria. Le quattro reti sono state con Celio, Fraschini e Campagnoli all’attacco, Masiero e Invernizzi nella mediana, e Foogaro fra i terzini ha superato con facilità la Pro- Piaitxia. Le quattro reti sono state segnate tutte nel primo tempo. Nella ripresa Tlnter ha mantenuto l’iniziativa, ma non è pervenuta più alla segnatura; Ha colpito però due volte i pali al 22’ con Fraschini e al 33’ con Skoglund. Il gioco corto dei bustesi ha consentito al quintetto nero-azzurro, con Skoglund in gran forma, di concertare pregevoli azioni, veloci in profondità e a largo respiro. L’attacco bustese è stato controllato con facilità dalla retroguardia interista. La prima rete è stata segnata dopo cinque minuti di gioco:' azione di Skoglund che, nei pressi dell’area di rigore, triangola con Fraschini e, ricevuto il pallone dal compagno, tira in porta, realizzando sulla destra dei portiere. Raddoppia il punteggio al 27, Fraschini, dopo un tiro di Skoglund sulla deslra. Lo svedese, superato un avversàrio, effettua un passaggio corto H centro e all’in-dietro: Frassini riceve, tira in porta e realizza. La terza rete, al 33’, è opera di Skoglund che intercetta un passaggio in profondità di Ma-siero. La quarta rete è segnata da Armano, al 40’, gneora su passaggio di Skloglund. LANE ROSSI VICENZA — SAMPDORIA 3:1 (1:0). Risultato regolare. I bianco-rossi hanno, giocato meglio per più di un’ora. La prima rete è di Höfling al 42’ dei primo terpo. A due minuti dalia ripresa veniva Segnata la seconda rete ad opera di Murolo. Un minuto dopo Motta, su azione personale, otteneva il erzo gol. Al 15’ la Sampdoria raccorciava le distanze con una rete di Firmani. Poi attaccava in prevalenza, ma senza esito. MILAN -- PADOVA 5:1 (4:0). — II Milan si è dimostrato nettamente superiore. Il Padova ha giocato forte tenendo duramente il campo. I rosso neri hanno iniziato -libito all’apertura di gara la girandola delle reti. Già al 1’ ha segnato Mariani che ha intercettato un tiro di punizione, tirato da Frignato. Al 15’ il Padova avrebbe po- tuto ottenere il pareggio con un calcio di rigore concesso dail’arbi-tro per un fallo s'u Beraldo in a-rea. Zorzito, però, ha calciato a lato. E’ quindi di nuovo il Milan a pervenire al successo al 15’ ancora con Mariani, su tiro piazzato da lontano. Al 40’ Nordahl ha portato a tre il vantaggio dei campioni, sfruttando un passaggio di Schiaffino. Al 41’ ha segnato ancora Nordahl. Nella ripresa al 15’ Azzini ha toccato in area con le mani il pallone. Il rigore è stato tirato da Dal Monte, che ha trasformato in .rete. Il Padova ha segnato la rete della bandierina al 22’ con Pison. FIORENTINA — JUVENTUS 4:0 (2:0). ■— Hanno segnato nel primo tempo Montuori al 3’ e Virgili al 17’. Nella ripresa. Magnini all’8’ e ancora Virgili a due minuti dalla fine. NAPOLI — GENOA 2:1 (0:0). — Hanno segnato nella ripres'a per il Napoli Amedei al 31’ e Ciccarelli al 44’, per il Genoa Frizzi al 36’, su calcio, di rigore. ROMA — SPAL 1:1 (0:1). — Rete di Novelli per la Spai al 44’ del primo tempo e pareggio della Roma per merito di Nyers al 33’ della ripresa. Al 21’ della ripresa il portiere della Spai, Persico ha parato un calcio di rigore tirato da Nyers, concesso per atterramento dello stesso Nyers da, parte del terzino. spallino Delfrati. TRIESTINA — LAZIO 1:0 (1:0). — Gol dì Luoenitini al 5' del primo tempo. Calci d’angolo 7:1 a favore della Lazio. Šibenik Lokomotiva Trešnjevka Odred Ljubljana Split Rijeka Branik Segesta Metalac Karlovac Nova Gorica 11:2 11:4 12:2 11:6 4:3 9:6 7:6 10:9 6:12 6:10 1:8 2:22 CALCIO INTERNAZIONALE Cecoslovacchia — Ungheria 1:3 (1:0) Danimarca — Inghilterra 1:5 (0:3) ATTIVITÀ’ DELLE «PARTIZAN» BUIE, 2 — Domenica scorsa le squadre di pallavolo, pallacanestro, pallamano e temniš' da tavolo del «Partizan» locale, hanno fatto trasferta a Pišimo, dove si sono incontrate con quelle della società consorella. Nella pallacanestro la vittoria è andata ai pisinotti, sia in campo maschile che femminile. Lo stesso neU’imcontro di pallamano femminile, mentre nella categoria maschile hanno vinto i buiesi per 18:8. Nella pallavolo e nel tennis da tavolo i pisinotti hanno, fatto la parte del leone, vincendo tutti gli incontri. A Miroslav Jošić il titolo I QUATTRO SEMIFINALISTI: di campione jugoslavo i»55 Haidufc,Crvena zvezda,Spartak eBsK Largo bottino sul campo di Pola Radnički Ristič. Arbitro Stefanovič. Spettatori 8.000 circa. I RISULTATI: Rudar — Pisino Li Albona — Buie 3:0(p.l ) Avijatičar — Umago 6:1 Scoglio Olivi — Dignano 8:1 CRVENA ZVEZDA - DINAMO 4:1. — Ci sono voluti i 'tempi supplementari per piegare ia Uniamo, venuta a Belgrado decisa a dimostrare che la sua posizione attuale di capolista delia classifica del campionato non è per niente immeritata. Infatti,' dopo un primo tempo di marca belgradese e coronato da una rete del noto frombo-giiiexe Toplak, la Dinamo reagiva nella ripresa e pareggiava le sorti con un tiro imparabile di Čajkovski. Appena nei tempi supplementari la Zvezda è riuscita a passare. Nel primo con due reti realizzate da Toplak e Zivaoovič e ned secondo con la quarta rete, segnata ancora da Toplak. Malgrado il forte passivo, la Dinamo La dimostrato di possedere una squadra ben registrata in tutti SCOGLIO OLIVI — DIGNANO 8:1 (1:1) SCOGLIO OLIVI: Rakić, Raste, Lorenzin, Crnoboiri, Vlačić, Ninče-vić, Oergnul, Marinov», Colic, GH-gorijević, Bujić. DIGNANO: Chiavellon, Moscarda, Giachin, Ferro I-, Lončarič, Ferro II,, Toffetti, Revelant, Pellin, Darbe, Rosin. MARCATORI: al 17’ (rigore), ai 47’ e al 59’ (rigore) Ninčević, al 24’ (rigore) Revelant, al 65’ Oergnul,al 67’ Bujić, al 69’ e 72’ Colie, all’84' Marinović. POLA, 2 — Uno spettacolo poco edificante quello mostrato dalle due squadre i un incontro infiorettato di rudezze reciproche. Ha vinto la squadra che aveva le ossa più dure, in quanto di tecnica e bel gioco non è il caso di parlare. 2:0 0:3 1:2 5:2 1:1 1:3 4:2 RUDAR — PISINO 1:1 (0:1) RUDAR: Brajković, Malavac, Gobbo, Cekada, Cvajner, Faraguna, Rajkovič, Fonovió, Privrat, Ongaro, Hrvatin. PISINO: Brajković I., Pilat, Bur-šić, Čuš, Brajković II., Mileta, Hre. lja, Lesjak, Martinčič, Pavlovič. Rigo. MARCATORI: al 14’ Pavlovič e al 90’ Rajkovič. ARSIA, 2 — I padroni di saca si sono lasciati sfuggire l’occasione di vincere comodamente, rimediando a malapena un pareggio allo scadere del tempo. La superiorità indiscussa è stata peraltro sterile. SOTTOLEGA DEL LITORALE Falsa partenza delle squadre istriane I RISULTATI: Olimpia — Nova Gorica b Jadran — Rudar (Idria) Primorje — Capodistria b Pirano — Branik (N. G.) 2:5 2:3 1:0 3:5 5:11 2 1:4 8:6 1:2 1:0 1:1 4:1 OLIMPIA — NUOVA GORICA b 2:5 (1:2) OLIMPIA: Pečarič, Kocjančič L, Goja, Pehavc, Bertok N., Kocjančič II., Bertok E., Bertok G., Ka-valič I., Furlanič, Kozlan, Apollonio. NOVA GORRICA b: Marinko, Prinčič, Batistič, Lasič, Sliber, Brajnik, Fajt, Blazina, Oblak, Zivkovič, Mermolja, Rupnik. MARCATORI: al 10’, 50’ e 64’ Zivkovič, al 25’ Bertok E., al 35' Fajt, al 56’ Blažina e all’83’ Bertok N. BERTOKI, 2 — Un vento fortissimo ha ostacolato il gioco che, pertanto, è stato di levatura tecnica molto scarsa. Anche il terreno di gioco, inadeguato per le s'ue minime dimensioni, ha influito negativamente. i reparti e degna del posto che occupa, in classifica. Nell’incontro di Coppa sono stati i suoi attaccanti a non approfittare delle buone occasioni lavute. AlTinioointro, che è stato arbitrato da Terzin dii Novi Sad, hanno assistito oltre 30.000 spettatori, fra i quali, numerosi i sostenitori della Dinamo. JADRAN — RUDAR 2:3 (2:2) i JADRAN: Gregorič S., Obad, Bordon, Toskan I., Kaligarič, Toskan II., Gregorič B., Klinec, Gregorič M., Piciga, Della Grave. RUDAR: Jereb, Mikuž, Galer, Patjance, Nanut, Pavšič, Lapajne, Crnoboja, Varda, Logar, Likar. MARCATORI: al 3’, al 28’ (rigore) e all’88’ Varda, .al 6’ Gregorič M., e al 26’ Della Grave. DEKANI, 2 — Partita tirata al massimo con i ventidue atleti che hanno profuso , il massimo delle forze. Il gioco è stato in genere e-quilibrato e alterno con una leggera superiorità territoriale dei padroni di casa, bilanciata peraltro da una maggiore incisività e sbri-gatezza degli ospiti. PRIMORJE — CAPODISTRIA b 1:0 (1:0) CAPODISTRIA b: Tedesco, Likar, Omahen, Močevar, Ttirčinovič, Vrčon, Mihelič, Vatovec, Kavalič II., Gombač, Klabot. AIDUSSINA, 2 — Da un’incontro combattuto, veloce e, nonostante il forte vento, di buon livello tecnico, i padroni di casa sono usci-ri vittoriosi di misura, grazie sopratutto ai pali che ben cinque volte hanno fermato la palla, a portiere battuto, e a un rigore, sprecato diagli ospiti. HOCHEY A ROTELLE UTILI della tournée del Marzotto POLA, settembre — «Non dimenticheremo mai l’accoglienza di. spontanea fraternità sportiva, di ospitalità e cordialità usataci nella vostra bella Pola. Quello che abbiamo provato qui, non ha precedenti nella cronistoria delle nostre tournée al--l’estero!...» Così si sono congedati da noi i valdagnesi del «Marzotto», alla partenza, dopo le partite con il «Pola» e con la «Cementi». «Non mi darò pace sinché non realizzerò questo mio sogno, che è quello di tutti i miei ragazzi», ci ha più volte affermato il gioviale allenatore valdagnese Piazzon, al quali si deve il «color della speranza» di cui si veste la sua squadra. Ed è una veste d’ottima fattura (pura lana «Marzotto») se sta indosso a quei cinque indiavolati hockeystl che in tre partite (Pola, Cementi e N. Gorizia) hanno infilato 26 reti agli antagonisti! Il quintetto dispone di quanto sì può desiderare -in un complesso rotellistico: Noro, il portiere che ormai ha sicuramente assestato sull’atletica schiena il numero 1 della nazionale azzurra, seconda nel mondo; Scavaaza, il terzino «stoper», un calmo e preciso giocatore, oltre al quale è molto difficile passare (tanto compassato in pista, tanto simpaticamente rumoroso in comiiva); De Franceschi, De Gerirne, e Sbalchìero costituiscono la forza di propulsione della squadra. In particolare De Franceschi che, con i suoi 18 anni saturi di fiato, energia, astuzia e sconcertante fiuto da rete, è giunto, quest’anno alla soglia nazionale. Per acquistare il titolo di campione d’Italia al «Marzotto» non manca che Pretto, il prestigioso centro attacco ancora in servizio militare. E poi questa «covata» di giovani entusiasti, guidati dall’ancor più entusiasta Piazzon, tenterà la scalata al titolo. Gli ostacoli non sono pochi però, per poter giungere alla vetta. E tra gli altri anche la grande rivalità del Modena, che la scorsa stagione ha «soffiato» il nazionale Marchetto con l’allettamento delle banconote. E’ il primo segno di professionismo che in Italia infirma il purissimo sport dell’hockey. E dire che il presidente del Modena è niente meno che il figlio del presiedente della Federazione rotellistica italiana! «Ma è proprio per questo che succedono queste porcherie...» — ci ha detto qualcuno dei nostri ospiti. «Ai vostri ragazzi manca sopratutto il palleggio e la sicurezza nel controllo della palla.» Abbiamo chiesto al ftimpatico Piazzon su che cosa basi la preparazione della sua squadra. Esaurientemente esauditi: «Prima di far impugnare la stecca ai giovani, faccio «leve»: di ragazzi-Essi devono mangiarsi molta strada, sapersi trovare sui pattini come » ■ passeggio in scarpette, sapere in teoria dall’A alla Z come si gioco l’hockey moderno. Appena allora > migliori possono entrare nella pisto da gioco. Così ho «fatto» tutti ‘ miei ragazzi. Ed anche adesso non tralasqio di. forzarli nel palleggio-in un cerchio di un metro devono volteggiare per. ore con la palla sullo stecca, sino all’esaurimento. «Sareste disposto a trascorrere un , * periodo per «lavorare» con le squadre polesi ed aggiornare i nostri allenatori?» «Con gran entusiasmo. E’ la pd" ma volta che vedo la Jugoslavia 6 ci tornerei volentieri. Avete del buon materiale da preparare. Il successo sarebbe certo.» Mé