LIMENTO ALLA „ PROVINCIA " PER GLI .ITTI BELLA SOCIETÀ AGRARI A ISTRIANA, Alle spettabili Podestarie dell' Istria Siccome le domande di sussidio per abbeveratoi avanzate a questa presidenza sino a tutto il decorso mese di maggio furono coperte quasi per intero col sussidio dello Stato e della Provincia del 1869, resta ancora da impiegarsi una buona parte del sussidio per abbeveratoi dell' anno corrente. Vengono perciò invitate tutte quelle Comuni dell' Istria che intendessero di riattare e di costruire abbeveratoi per animali a farne insinuazione entro il mese di agosto a. c. a questa presidenza appoggiando la loro domanda a piani e fabbisogni concreti. Dovranno inoltre indicare la quota colla quale le varie Comuni si obbligano di concorrere coi propri mezzi nella spesa preventivata. Domande successive all'agosto non potranno essere preso in nessuna considerazione. Andranno preferite quelle Comuni che dimostreranno di esserne le più povere e più bisognose di acqua. Rovigno 25 di Giugno 1870. La Presidenza. Studi sui corpuscoli del Cornalia eseguiti nel-F i. r. istituto bacologico sperimentale di Gorizia nell' anno 1869 dal prof. Federico Haberlandt e dal D.r E. Verson. » (Rovereto. V. Sottochiesa soldi 40.) Questo è il titolo di un interessante opuscolo di cui l'i. r. Ministero dell' Agricoltura fece dono alla Società agraria istriana di 300 copie. Furono largamente distribuite tra i Comizi, alcune Comuni ed alcuni privati ed i pochi esemplari che sono ancora distribuibili verranno consegnati a chi ne facesse domanda alla presidenza. PARTE UFFICIALE. Verbale della XVI. seduta di Presidoza. Rovigno 23 Marzo 1870. (Continuazione e fine vedi N. 1 Ij FI. Sussidio provinciale. Si proporrà d'impiegare questo sussidio o per completare il fondo per gli animali bovini, qualora contro la volontà della presidenza venisse diminuito a favore della mostra agraria triestina^ oppure per aumentare il fondo destinato ad abbeveratoi. f II. „ Supplimcnlo agrario. " La presidenza esporrà al Comitato tutte quelle circostanze di fatto, che risultano indubbiamente dagli alti e persino dalle parole del „ Supplimcnlo " e della ,, Provincia ", non si asterrà dal fare proposte lasciandone intieramente la iniziativa ai membri de! Comitato. Quello però che la presidenza intende non poss;i essere posto in dubbio è la verità del protocollo del Il Congresso agrario imperocché esso è la fedele riproduzione di quanto allora fu detto e deliberato. FUI. Si presenteranno infine alla discussione del Comitato gli statuti del Comizio di Pinguente e di Digitano la nomina di un segretario, la mostra agraria triestina e le finanze sociali. È levata la sechila alle ore 7 pom. N. 519. Verbale della I. seduta di Comitato Rovigno ai 7 di Aprile 1870. Presenti: Il Presidente sociale march. Giampaolo de Polesini— Il Cav. de Mayersbach rappresentante del Governo — L'assessore Dr. M. Campitela rappresentante la Giunta provinciale — Dr. Luigi liaison vice presidente — Antonio Covaz, Giuseppe Bortolo Volpi, Antonio Cecon direttoli — I membri di Comitato Sig. Tomaso Bembo, Angelo Cecon, Matteo Rismondo e Nicolò Rizzi — Il Dr. Piccoli funge da segretario. i. Alle ore 4 pom. il presidente sociale apre la seduta invitando innanzi tutto il Comitato a pas- &arc scila base de! §. 31 dello Statuto alla nomina d 'I proprio presidente. Vi riesce eletto ad unanimità il Sig. presidente marchese Giampaolo de Polesini. Su ciò è data lettura della nota luogotenenziale dd. 2 Aprile N. '-974 SI b. con cui facendo calcelo di una parte delle ragioni fatte valere dalla presidenza nella nota 27 dicembre 18G9 N. 46.) il Ministero fissa norme definitive pei Comitati di sovvenzione. Esso vuole P intervento di un commissario governativo e di un rappresentante della Giunta provinciale in tutti gli oggetti di sovvenzione dello Stato diggià specificati in nota anteriore, e dà al primo uii voto consultivo ed il diritto di volo sospensivo, ai secondo unicamente il voto consulfivo. La Luogotenenza si dichiara autorizzata inoltre di calmare la manifestata ripugnanza contro i'ir-tervento governativo, in quantochè esso non ha soltanto lo scopo di sorvegliare l'impiego dei danari dello Stalo, ma ben più di conoscere senza lunghi scritturazioni i bisogni della provincia. Assicura infine la Luogotenenza essere serio e fermo proposi! > del Ministero di promuovere di concerto colla Società Agraria coli'opera e col consiglio il progresso agrario della provincia. Il Cav. de Mayersbaeh ritiene che non sarà nui al caso di far uso del diritto di voto, e del res'.a assicura la Società che gl'intendimenti del Ministero sono tutti rivolti al bene dell'agricoltura e clic ♦ gli come suo rappresentante sarà lieto se potrà cooperare a questo scopo. L'assessore Dr. Compilala vede una divergenza tra le norme stabilite dal Ministero e le vedute delia Giunta provinciale, e di più scorge il rappresentante di questa ultima rivestito di minori diritti di quello de'lo Stato. Si riserva quindi di rapportare ai suoi mandanti perchè possano al caso provvedere. Non chiedendo altri la parola e dietro propo-Ma del v. p. Dr. Barsan si prende nota delle norme stabilite pei Comitati di sovvenzione, rilevando rhe se anche il Ministero volle esteso l'intervento (governativo contro il parere della presidenza ai più minuti affari in oggetto di sovvenzione, pure quanto ai diritti del rappresentante del Governo era stata l'atta piena giustizia alle ragioni addotte contro la idea di un Comitato comune pel Litorale e contro il diritto di voto deliberativo congiunto con voto .sospensivo. 3. II Sig. v. p. I)r. Luigi Barsan riferisce sopra quanto l'u operato dalla presidenza in seguito alle deliberazioni del congresso generale. La Presidenza comunicò le cariche sociali, fece conoscere al Ministero il voto della Società relativamente ad una strada ferrata che traversando la provincia la congiunge colla rete lerroviaria della Monarchia, alia Giunta provinciale il desiderio «Iella Società clic nella nomina del maestro agrario viaggiante si abbia a prescindere dalla condizione della conoscenza della lingua slava, ai Signori Dr. Suran ed A. Ghira l'invito di presentare prima del prossimo congresso concrete proposizioni per la mutua associazione contro i danni del fuoco. Fu inoltre dato mano alla compilazione ed alla stampa di un .. Annuario " sociale che conterrà tutti gli alti dell'ultimo congresso nonché le cose più importanti relative alla costituzione «fella Società. Quanto alla domanda di un istituto enologico sperimentale esserne stato affidato lo studio ai Sig. presidente march. Giampaolo Polesini, cui il v. p. pregava quindi di riferire. il Sig. Presidente dà lettura della domanda relativa da farsi al Ministero dell'Agricoltura, che approvata senza osservazione, viene firmata e spedita durante la seduta stessa. Il Sig. Cav. de JUayersbach nel mentre si dichiara perfetta niente d'accordo eolia domanda fatta al Ministero, vuole soltanto ricordare che lo Stato non dà «litro che sovvenz oni e non mantiene unicamente da se istituzioni agrarie. Ritiene pertanto che alla istituzione della stazione sperimentale di enologia dovrebbero concorrere tanto la Provincia che la Società Agraria Istriana. Il Sig. Cova: non trova la dichiarazione del rappresentante dello Stalo essere in armonia col fatto dell'istituto sperimentale di Gorizia di bachicultura che viene intieramente mantenuto a spese dello Stato. Se per la prevalenza della Con'ea di Gorizia iti fatto di bachicultura fu giusto il pensiero di istituirvi a spese dello Stato un relativo istituto sperimentale, essere pure atto di giustizia quello di dare alla nostra provincia un istituto enologico, dal momento che essa innegabilmente prevale per la coltura della vite. H Sig. assessore Dr. Campitela ritiene che anche la Provincia concorrerà ad opera di cotanta importanza, contuttoché egli non sia | er il momento in istato di dare in proposito una dichiarazione ufficiale. Il Sig. Presidente osserva per ultimo che I" esigere la concorrenza materiale dulia Società Agraria equivale ad un riliuto, imperocché le condizioni finanziarie della Società sono tali da non bastare i redditi che a coprire le spese di am inistrazione. Chiusa pertanto la discussione il Comitato prende notizia dell'operato della Presidenza e passa all'ordine del giorno. IV. Sovvenzioni dello Stalo per l'anno i870. a. Animali bovini. 11 segretario dà lettura di una relazione della presidenza relativa ai provvedimenti da essa proposti per migliorare l'allevamento degli animali bovini. Il Sig. Covaz ritiene il sentimento pubblico contrario al pensiero della presidenza di tenere nella provincia due razze bovine distinte, di lavoro l una, di latte l'altra. Posto a voti il primo punto della proposta della presidenza di prendere cioè notizia e di assentire ai proposti due provvedimenti per l'incremento dell' industria bovina, viene esso accettato ad unanimità di voti. L'altra proposta della presidenza di levare i fini. 500, che ii Ministero dell'agricoltura vorrebbe i torre dal sussidio destinato per la provincia per darli all'esposizione triestina, dal sussidio della pro-I vincia non viene accettata, ritenendosi di dover pre-ì levare questo iuiporto pel caso che venisse respinta la fatta rimostranz-t, dalla somma destinata per l'acquisto di animali. Quanto alla razza da latte viene rimessa la presidenza a raccogliere pareri e portare questo argomento prossima seduta di Comitato, e la fissazione delle giornate di esposizione viene lasciata alla deliberazione presidenziale. Data lettura del rapporto della presidenza al 31inistero dd. 17 marzo a. e. N. 424 /«. 09 relativamente all'esposizioni ed alla premiazione degli animali bovini (sub. /3), nonché della rimostranza IO marzo a. c. X. 97 e dell'istruzione relativa di pari data e numero (sub. /4 e /5), il Comitato ne prende notizia ed approva l'operato della presidenza. b. Bachicultuva. Premessa la esposizione dei pareri raccolti dalla presidenza e delle discussioni risultanti già da anteriori protocolli di sedute, il segretario dà lettura del rapporto 11 marzo a. c. X. 76, (sub. /b) col quale la presidenza chiese al Ministero dell' Agricoltura un sussidio di Ini. 9 10:09. il Comitato ne prende notizia ed approva il relativo operato della presidenza, rimettendo a quest'ultima di concretare l'avviso di concorso sulla base dei principi raccolti nel preletto parere, assoggettandolo al caso anche al parere di reputati ha-colili della Provincia. c. Abbeveratoi. Il segretario, riferisce sulle trattative e sulle disposizioni prese già 1' anno decorso intorno agli abbeveratoi e propone a nome della presidenza di chiedere al Ministero dell' Agricoltura per questo oggetto wn importo di fiorini 3000 e di aggiungervi inoltre il sussidio della Provincia del 1870 di (hi. 000. Il sig. Cav. de .ìfaijersbacli ritiene che la Società dovrebbe limitarsi a chiedere soltanto fni. 2500, che è appunto la metà della somma da ripartirsi per quest'oggetto tra l'Istria e Gorizia. Il sig. Presidente gli osserva che 1' Istria è una terza parte più grande, tre volte più povera e dieci volte più bisognosa di acqua della Contea di Gorizia, per cui una divisione del sussidio in due parti eguali non essere basata minimamente a ragioni di giustizia. Doversi anche aver riflesso alla circostanza che la provincia di Gorizia ebbe a fruire negli anni decorsi assai più dell' Istria di questo sussidio dello Stato. Essere per ultimo anche pensiero del Ministero di non ripartire i sussidi in proporzioni eguali tra le tre società del Litorale, e d' a-verlo esso dimostrato quando si trattò di ripartire il sussidio per animali bovini. Il sig. assessore Dr. Cam/nielli si associa alla proposta della presidenza e chiede soltanto che il modo, con cui s'intende d'impiegare quest' anno il sussidio della Provincia, sia i'atto conoscere alia Giunta provinciale. Su ciò viene accettata la proposta della presidenza. d. Macchine agrarie. Si delibera di chiedere un sussidio di fni 350 per l'acquieto di un aratro sottosuolo} di un aratro vignaiuolo, di un seminatore Corte Pallasio, di u a dozzina di tagliapalia semplici e d'un folatoio a cilindro. Quanto alla modalità d'impiego si mantengono quelle dell' anno decorso della rivendita di favore ia modo da ricuperare tutto l'importo anticipato dalla Società. Pel seminatore la presidenza dovrebbe rivolgersi al chiarissimo prof. Zanelli di Udine, e pel folatoio alla società Agraria di Lubiana. e. Letamai. Dietro proposta della Presidenza il Comitato delibera di chiedere un sussidio di fni. 359 per premi e per la compilazione e stampa di una memoria sui letamai, non contenendo ad avviso della Presidenza I' unica memoria che fu presentata dati sufficientemente concreti da servire di norma all' a-gricoltore nella costruzione di un letamaio semplice e razionale. La Presidenza assoggetterebbe quest' ultima memoria all' esame di speciale Comitato o referente, etl in caso che la stessa non fosse accettata, si dovrebbe rivolgersi al signor professore Carlo Oh Iseo della scuola agraria di Gorizia, che secondo il Signor Cavaliere de Mayersbach se ne era occupato nell' impiego della relativa sovvenzione di quella Società Agraria. f. Sementi. E accettata la proposta della presidenza di chiedere per quest' anno un sussidio di fni 100 per acquisto e distribuzione di sementi di foraggi d'ortaglie. Si dovrebbe in ispecialità far ricerca di semente di Sulla, rivolgendosi nel Napoletano stesso dal momento che le ripetute domande rivolte a Firenze restarono prive di effetto. g. f 'ivai di orli e vilicnUura. La Presidenza propone ed il Comitato delibera di chiedere in aggiunta al rilevante residuo dell' anno decorso un nuovo sussidio di fni. 180, da darsi pero non già alla Comuni, ma ai Comizi Agrari sulla base di concrete proposte degli stessi. h. Apicoltura. È acculata la proposta della Presidenza di chiedere un sussidio di fni CO per 1' acquisto di attrezzi accessori all' arnia a favo mobile, acquistata quest' anno. i. Pecore e formaggi. Viene deliberato di rinunciare per quest" anno a relativa domanda di sovvenzione restando ancora di impiegare quella del 1809. Nel giugno del 1S70 però la presidenza sarà al caso di presentare proposte concrete per 1' anno 1871. b. Statistica. fu seguito ad interpellanza del Signor Cavaliere de Mayersbach la Presidenza dichiara di assumere la compilazione della statistica delle derrate verso una sovvenzione di fni. 400. Una parte «li questo importo verrebbe eventualmente impiegato per l'ufficio statistico provinciale proposto dalla Camera di Commercio ed il resto per spese e rimunerazione inerenti alla compilazioni; della statistica, di cui resta incaricato il segretario. F. Nomina rlcl segretario. "V iene rimessa ad altra seduta non essendo intervenuto il numero ledale richiesto «I Ilo statuto ci per una valida deliberazione. FI. Evasione di statuti Comiziali. Per la stessa ragione anche questo argomento è rimesso ad altra seduta. FU, Presentazione di una memoria sui letamai. È rimessa al referato del sig. Dir. A. Covaz. FUI. Società enologica triestina. Lo statuto ne e rimesso all' esame del Signor Nicolò Rizzi. IX. Supplimento Agrario. E data lettura di uno scritto del Sig. D.r Antonio de Madonizza, con cui protesta solennemente contro la competenza del Comitato a toccare i «Jeliheiati e le alte attribuzioni del Congresso e chiede che la sua lettera sia conservata tra gli atti per essere comunicata ove occorresse al prossimo Congresso. Proposta quindi la questione se il Comitato possa ciò non ostante sentire la relazione della presidenza e possa emettere in tale argomento un giudizio, è avviso unanime di entrare nella relativa discussione, imperocché il Comitato non sarebbe già chiamato a deliberare sui deliberati del Congresso, ma unicamente a porgere un consiglio alla presidenza che vi si potrebbe appoggiare ove imperiose condizioni la costringessero a dover decampare da «pianto stabiliva il Congresso. Su ciò il v. p. D.r Barsan dà lettura del passo relativo del verbale dell' ultimo Congresso, e del deliberato di stampare e spedire a spese sociali un supplimento agrario ai Comuni, ai Comizi ed ai membri del Comitato e della presidenza. 11 verbale essere la fedele riproduzione di quanto esenzialmen-3e fu detto e deliberato al Congresso. Bastare il solo riflesso (die il Sig. Vascotti propose di spedire il supplimento a tutti i membri della società A-graria istriana, ma che il Sig. Presidente dichiarò che la spesa sarebbe incompatibile colle finanze sociali, per cui il Sig. Vascotti ritirò la sua mozione e fu accettata la proposta della presidenza. Se la presidenza ed il Congresso avessero voluto e potuto stampare 500 esemplari del Supplimento Io avrebbero fatto senza dubbio pei propri soci e non per quelli della „ Provincia. Ciò risulta anche dalle parole al Lettore nel 1. numero del Supplimento, parole che lette e stampate dalla redazione della " Provincia ,. doveano l'arie vedere che a carico della Società non s' intendevano porre che pochi e determinati esemplari. Che la mentovata redazione assentisse slla stampa per tal modo condizionata, lo si deduce da tre diverse considerazioni. In primo luogo Ietta la dichiarazione ufficiale della Presidenza, la redazione non fece eccezione e si accinse alla stampa. In secondo luogo la redazione stessa nel pubblicare il primo numero della „ Provincia " si rivolse ai propri lettori ed offri loro il dono di uiì Supplimento in compenso dell' appoggio accordato a quei giornale che ragionevolmente si deve intendere fatto da'la redazione stessa, e non già pagato dalla Società agraria istriana. In terzo luogo invitata quella redazione prima che scadesse il trimestre a presentare un conto, essa addebitò la Società dei soli 2'ò esemplari della „ Provincia " e del Supplimento spediti all'ufficio per conto sociale, per cui il nuovo conto, in cui si addebita la Società di tutti i 500 esemplari del ,, Supplimento, " viene combattuto inesorabilmente dal conto antecedente spedito e firmato dalla Redazione stessa. Ouand' anche però quella spettabile Redazione avesse creduto che tutti i 500 esemplari starebbero a carico di lla Società, ciò non pertanto la presidenza non dovrebbe pagare che le copie realmente percepite, perchè così deliberò il Congresso e perchè nessuno diede alla Redazione della,, Provincia " una commissione diversa. 1)' altra parte le sole copie finora ricevute costerebbero fui. 244 all' anno senza parlare di altre 72 copie del „ Supplimento " che si richiederebbero e questa esser una spesa incompatibile colle tenui entrate della Società. li'ufficio essere dolente infine di non aver fatto dapprincipio un contratto ufficiale colla redazione, ma ciò essere provenuto dalla erronea credenza che bastasse scrivere privatamente al Sig. I)r. A. de Ma don izza, il quale in ripetute conferenze private col segretario sociale parlava a nome delia redazione. Il Sig. Angelo Cccon di Dignano propone che si paghino soltanto le copie realmente percepite e che gli atti si stampino a Rovigno, constando che (imposizione, tiratura, carta, stampe e spedizione non cos'ertbbero per 100 esemplari che soli fili. 8 per numero, quindi fni. 19S2 senza contare le diminuite difficoltà di redazione ed i maggiori utili della pubblicazione che potrebbe a seconda dei casi o antecipare o ritardare. Il Sig. T. Bembo si associa pienamente a questa proposta. Il Sig. Presidente ritiene che essendo la spettabile Redazione in manifesto errore, essa decamperà senz'altro dalle sue pretese, per cui egli si assunse di comporre la cosa in via amichevole. Il dir. Ant. Cccon chiede che il Comitato si pronunci pel caso che la spettabile Redazione persistesse nelle sue pretese. Il Sig. A. Rizzi opina che non si possa né debba spendere tanto in quella pubblicazione, per cui ove la redazione persistesse nelle sue pretese, si dovrebbe cessare dal pubblicare il " Supplimento ,, Il Sig. Presidente fa dar lettura di tutta la corrispondenza relativa a questo argomento, e chiusa la discussione invila il Comitato a concretare !e sue vedute ed esso unanimemente dichiara: I. Essere la spettabile Redazione della "Provincia., in manifesto errore: y. \Ton doversi pagare 500 ma soltanto 93 copie del " Supplimento. „ 3. Essere la condotta della Presidenza regolare e pienamente conforme al deliberato del Congresso. 4. Ove la spettabile Redazione della " Provincia „ non decampasse dalle attuali vedute, rimettersi alla Presidenza di provvedere in modo più utile per la Società. Esauriti per tal modo tutti gli oggetti dell'ordine del giorno nè restando altro da petrattarsi è levata la seduta alle ore IO poni. DELLA MACCHINA ORLANDI PER L' INCUBAZIONE DELLE UOVA DEL BACO DA SETA. Togliamo dalV ollimo giornale agrario della Società di Rovereto alcuni dati del chiarissimo Crivelli inforno alla incubazione Orlandi, che ne sembrano meritevoli di attenzione, imperocché dagli slessi si potrebbe forse trarre argomento per proporne alla presidenza la introduzione coi sussidi dello Stalo. In questi anni, nei quali l'industria serica versa pur troppo in assai tristi condizioni, per i falliti raccolti dovuti a due fatali malattie, dalle quali viene colpito il baco da seta, la scienza non istette indolente, e dedicossi a tutto potere ad isolamela cagioae di esse, e a suggerire tutti quei mezzi possibilmente valevoli a combatterle, annientarle, e giunse a suggerirci (piai unica àncora di salute, la selezione delle farfalle, il loro isolamento nell'accoppiamento e nella deposizione delle uova, per ultimo l'ispezione col microscopio delle singole farfalle che le deposero. Da incontrastabili fatti, anche sopra una non piccola scala, il risultato di tal pratica corrispose all'aspettativa. Con ciò si verrà a capo di rigenerare la razza, di scongiurare la malattia nel serico prezioso insetto? Al tempo lasciamo la decisione. Kè colle mani in mano se ne stette la pratica: e studiò a surrogare coli'arte quanto mancherebbe al baco allevandolo in ischiavitù. Ammesso, si abbiano uova sane, la condizione fondamentale che le tiene presso per un felice allevamento del baco, è il modo della loro incubazione. Volendo seguire la nalura, alla quale affidò la farfalla la di lei discendenza, si dovrebbe lasciarle schiudere all'aria vitale di primavera, per la quale verdeggia la campagna, e mano a mano nascono gli insetti, e tosto hanno a portata il loro nutrimento. Eglino perciò incontrano tante cagioni che non tutte le uova anche deposte da una sola farfalla nascono contemporaneamente, sicché riescono ineguali, e pur troppo, nei bachi da seta allevandoli nelle baeherie, sarebbe cagione di non indifferenti e gravi inconvenienti. m Chi ha poche uova le fa nascere nel letto, chi ne ha molte col cammino colla stuffa, o con varie macchine ad olio o ad alcool a tal uopo inventate. Il primo mezzo colletto, sebbene non possa derivarne un danno, a dir vero vedendo l'uovo totalmente privo della pura aria, ci sembra ne debba soffrire l'insetto che darà; come i caloriferi col fuoco abbiano non pochi inconvenienti, questo è noto, né occorre più oltre tenerne parola; cosi dicasi delle macchine o a olio o ad alcool. A rimediare a lutti i sinistri, ai quali può andare incontro il baco da seta nel nascere, il Sig. Francesco Orlandi di Milano inventò una incubatrice, la quale e superiore a tutte quelle fin'ora conosciute, e presenta ogni requisito per far ischiudere le uova bombi-cine, senza correre il minimo pericolo di andare incontro a qualche sconcio. I principali requisiti sarebbero un omogeneo costante grado di caldo, ognora accompagnato dalla rinnovazione dell'aria, e da un dato grado di umidità. Cosi con essi si imita la natura la quale con qualunque caldo ha concomitante l'aria, che è sempre in moto, né manca d'umido, in ispecie nella primavera per le notti ancor lunghe, e per la rugiada che cade; stagione in cui nascono la maggior parta degli insetti. Ma tutti questi requisiti o condizioni, in natura non sono continue, nemmeno in una sol ora del giorno: tuttavia nascono gli insetti ma del certo non tutti, poiché alla provvidenza basta che qualche paia si salvi, così la razza è assicurata, e a questo saviamente provvide col render sì prolifiche le loro femmine, da poter surrogare quelli che non nascono, e quell'i che sono destinati a pascolo ad altri animali; ma per noi è della massima importanza che tutte le-uova dei bachi abbiano a nascere, che tutte diano un fruito a compenso delle cure e delle spese incontrate. Questo solo si ottiene circondando l'uovo costantemente, con tutte quelle condizioni, le quali sono le principali che fanno nascere l'insetto. E stantechè noi ebbimo a vedere prosperare dei bachi entro la incubatrice Orlandi in seguito alla quarta muta della pelle, tempo che mangiano della grossa, sicché abbisognano maggiormente dell aria, acciò nel loro interno avvenga la chimica combustione, così conchiudemmo, se ben vive e prospera un insetto, nato per vivere all'aperta in un sì l'atto ambiente, deve essere atto a far ischiudere 1' uovo dal quale nasce, avendo bisogno di un grado minimo di tale condizione Ciò premesso, veniamo a farvi la descrizione di questa nuova incubatrice, entro la quale si ponno far nascere e le uova appiccicate ai cartoni, e quelle sciolte. Essa è costituita di una cassa alta metro 1 per CO centimetri in quadro, grandezza capace a contenere 50 cartoni dell'ordinaria misura dei Giappone f> posti due a due orizzontalmente. Due pareti di essa sono in legno, le altre due hanno una vetriata da a-prirsi. (') L'inventore ne può costruire pur contenere perfido 200 cartoni come ce assunse diggia la commissione per l'anno venturo. Il caldo in essa si sviluppa dalla lucerna sferica alta 4 centimetri, e può contenere l'alcool, con cui si accende, bastante per 2-3 giorni; il meccanismo di questa è perfettamente simile alle nostre lampade ordinarie, col lucignolo a calzetta, che si alza e si abbassa a leva, ed è pure a corrente continua | d'aria, e questa fa sì che non spanda il minimo > I dorè, il lucignolo è marcato con un fdo rosso, e apparendo, è indizio di doverlo rinnovare: acciò la fiamma non vada punto soggetta a oscillare, è cir-cireondato da un tubo fatto di una fina tela metallica. A un lato porta la lucerna un tubetto di vetri, il quale indica la quantità dell'alcool consumati. Questa lucerna posa su un disco, che si alza ed abbassa da apposito ingranaggio, sita al disotto dell'incubatrice, sostenuto da ii.crocci chiamantisi traverse che partono dalla metà circa dei piedi che sorreggono la detta, e bai no un metro circa di altezza.. Sul fondo delia macchina havvi la trasmittrie in essa del calorico. Essa consiste di una tazza d'argilla colta, di figura prismatica schiacciata, con un loro nella [ arte mediana, il quale serve ad introdurvi il calorico della lucerna, e ci va appunto direttamente a percuotere, la sporgenza mediana prismatica che presenta il coperchio della tazza, pure in argilla e per processo della rarefazione lo comunica mediante quattro fori ai lati ad altrettanti tubi di zinco che imboccano in essi. Questi insensibilmente innalzandosi descrivendo un angolo acuto, vanno a toccare i cantoni della cassi e elevansi verticalmente lungo di essi e si sporgono all'infuori del coperchio della cassa per circa A centimetri, e terminano ni un cono con un piccolo foro. La posizione di questi tubi caloriferi è tale, che comparte equabilmente il calorico nell'interno della incubatrice, sicché non occorre di cambiare di posto i cartoni o le cassetti ne contenenti le uova sciolte, acciò più uniforme avvenga la nascita de'bachi. L'esposto vale a comprovare come la incubatrice viene scaldata. Quanto riguarda alla rinnovazione dell'aria nel di lei interno servono a cjuesto scopo quattro fori, sili ad ogni lato, l'uno d'incontro all'altro, ai quali imboccano altrettanti tubi di latta, e dall'esterno della incubatrice vanno appunto a soffiare alcuni centimetri al dissopra della tazza calorilera. All'esterno i tubi vengono chiusi da un'assicella che scorre a incastro; questa poi ha nel di lei mezzo un forellino, sicché anche chiusi i tubi che siano, un lìl d'aria in essa vi si introduce. Ora ecco in qual modo si svolge l'umidità nella incubatrice. Come ben sapete, lo spirito di vino non è privo di una parte acquea; questa nell'ardere si sviluppa in vapore, il quale viene assorbito dalla porosità della tazza d'argilla c tramandato diffuso entro la macchina. Questo sviluppo dell'umidità ha un importante vantaggio, che se il lucignolo fosse alzato di più di quanto occorre da avere una forte fiamma producente maggior calorico, si svilupperebbe maggior vapore acqueo, e questo poi venendo assorbito dalla tazza, indubbiamente mitiga la temperatura, da non iscon-ciare punto le uova che via via maturano, per dar vita al bachino. Del resto possiamo accertarvi, come allorché la fiamma della lampada, si è regolata, da produrre quel grado di caldo che occorre, la si può abbandonare anche per un intiero giorno, senza timore che si abbassi la temperatura entro l'incubatrice. Per introdurre nella cassa i cartoni servono due telai cubi, quello pei cartoni ha tesi vari nostrani di filo, sui quali posano, quello per le uova sciolte, ha varii cassetti il cui fondo è costituito da tante listarelle di legno, l'una dall'altra distante un centimetro circa. Acciò i cartoni e le uova sciolte che trovansi nella parte inferiore presso la tazza calorifero, non sentano maggior caldo degli altri, avvi un asse,' che meglio si direbbe tavolino, con quattro piedi alti circa 12 centimetri, i quali poggiano sul fondo dell'incubatrice, sul quale mediante due appositi registri scorrono i telai cubi sui quali sonvi le cassettine colle uova o i cartoni. L'asse costituente il tavolino n n tocca i lati della cassa, ma dista da essi 4 centimetri, e danno adito ad ascendere in essa il calorico trasmesso dalla tazza. L uscita del calorico dalla incubatrice, quello nei tubi caloriferi, come più sopra esposimo nel loro punto culminante, che termina in un cubo, hanno perciò un foro, quello che si diffonde in essa, acciò non abbia un'uscita subitanea, ecco come saviamente l'Orlandi vi pensò. Il coperchio della detta ò doppio, il superiore, che tutta la copre e un altro posto al di sotto di questo, è isolato come dissi del tavolino, e sta attaccato al coperchio superiore dal mezzo di una fascia di legno alta circa 5 centimetri. in cui sono praticati varii fori dai quali e-sce il calorico, e l'uscita totale di esso ha luogo da un'apertura posta ne! mezzo del vero coperchio, la quale si apre e chiude mediante una piastrella d'argilla cotta, che scorre a incastro, nel di lei mezzo poi havvi un forellino da dar passaggio, quando è chiusa ad evaporare il calorico. L avervi annunciata questa incubatrice, non posso a meno di assicurarvi che ci riuscì della massima soddisfazione pel nostro amor proprio, perchè fummo i primi a giudicarla, vantarne la di lei bontà, e a calorosamente raccomandarla; perchè al nostro debole giudizio tenne dietro quèllo dell'Onorevole Accademia Fisio-Medica-Statistica di Milano, del rispettabile Regio Istituto di scienze e lettere lombardo, e dell' amico e distinto bacologo nobile Alessandro Lon-donio. e del signor Ferdinando Ruzzi, che ambedue si servirono della incubatrice per le prove precoci di bachi, e ne furono oltremodo soddisfatti; per ultimo la raccomandò il cav. prof. Cornalia, e per 1 incubazione delle uova, come per procurare avanti il tempo la nascita delle farfalle, così esaminate, per poi giudicare se o no la partita de'bozzoli debbasi lasciarla sfarfallare per ottenere le uova (*). Godo poi rendervi noto, come l'Orlandi, il quale occupassi per 5 anni per poter raggiungere tutt'. i requisiti per la di lui incubatrice, da pienamente soddisfare i bachicultori, ebbe diggià molte commissioni per fornirne: cosi oltre venir premiato il d; lui merito, verrà compensato delle sue fatiche e delle spese che senza risparmio andò incontro. (") 11 prof. cav. Cornalia ara due volle alla settimana. ti;ae delle conferenze bacologiche, e in ispecie slle dominanti malati in » ciò per ordine d.illa Giunta Municipale. IL TARLO 0 TIGMJOLA. DELL* UVA. Non appena trovalo il rimedio contro 1' Oiilium. ceco comparire ut* altro flagello per le nostre vili. I! tarlo dell' uva dai francesi detto Coehilis della vigna, della famiglia delle Pyralis (e da distinguersi dalla Pyralis prò. priamente delta ) va facendo in corte posizioni dei nostri vitigni tali progressi, e va moltiplicandosi in un modo sì spaventoso. che se per 1' Oidium fa raccolta non consisteva che in poca uva secca, il verme ci lascierà dei grani vuoti di mosto, o sarà generoso se entro vi troveranno qualche po' di muffi o d' ;ueto. Molti furono i rimedi suggeriti fin qui; inutili i più, pochi di qualche successo, un soio radicale. Monsieur Ronlson assicura d'aver salvato le sue viti da questo verme roditore con inaffiamenli d'acqua di sapone, io l'ho trovata di nessun effetto; aftro suggerisce i fuochi notturni, ma con questi, verrebbero solo distrutti i maschi irrequieti, e resterebbero incolumi le farfalle più pacifiche e già fecondate. Altro insegna d' andar alla caccia e scacciare i grappoli, ove si scorge la bava, in cui s' avviluppa questo verme traditore. Anche questo rimedio é lungo e difficile, ma si potrebbe modificare col ricorrere alle pinzette colle quali si espellono i peli bianchi, e agguzzandone le punte stuzzicare nel suo covo il verme, e fattolo uscire schiacciarli il capo. Alberto Levi insegna di ripetere le vangature nei vignali 4 o 0 settimane prima o dopo la fioritura per distruggere le farfalle incappuciate nel suolo; raccomanda di levare subito dopo la vendemmia fe vecchie cortecce delle viti, cercarne le crisalidi ed abbracciarle, nettare diligentemente i vecchi pali, ai quale effetto basterà passarlo alla fiamma viva, o intonacarli di calce: distruggere in fine gli acini corrosi al tempo del raccolta E qui faccio osservare a quni vignaiuoli, che sceverano le uve nei campi, e gettano a terra i grani secchi od ammuffitti, non fan essi altro che seminare inimici per la ventura vendemmia. Un altro espediente è 1' acqua di tabacco, che costa nulla, e uccido il verme in pochi minuti. Bisogna immergervi le grate nelle quali si vedono le bave del verme, e non aver troppa fretta altrimenti non resta che assopito e dipo uno o due giorni rinasce. Anche questo rimedio ha 1' incovenienlo che bisogna aspettare che i grani sieni- abbastanza grossi altrimenti ne soffrirebbero, ed ecco che allora il verme ci ha di già fatti dei danni considerevoli. Se 1* acqua poi è troppo debile non lo uccide, p perciò necessita con qualche prova trovare quella giusta grossezza dell'acino, e quella giusta densità dell'acqua che basti per uccidere il verme, e lasciar intatto il grano. Ma infine quelli rimedi non sono al certo radicali, quantunque però i due ultimi potrebbero limitare alquanto i guasti di questa vendemmia. A Monsieur Raclet, semplice vignaiuolo francese, era riservala la gloria di salvare la Francia dai terribile insetto coli' a-i tjua bollente. Del quale rimedia dirò alcune cose in particolare. fi grado sommo di tal flagello in Francia si ebbe nel 1 s"i7. c fu allora che dal Ministero d'agricoltura e commercio furono mandate commissioni apposite nei paesi più maltrattati, ondo trovassero qualche rimedio, o M. V. Audoin computò che «el solo Maion, e Beaujolais il danno in 10 anni si poteva calcolare a 30 e più milioni di franchi. Il Governo dovette allora diminuire fa imposte e dir soccorsi alfe popolazioni di 20 e*mniui esclusifamecte vitiferi. La Commissione del resto non trovò per rimedio che la caccia delle farfalle, e fa raccolta delle uova, mezzi inefficaci affitto. Nel 184^ tutto cangiò, il vero rimedio fu trovato nell' invenzione semplice ed ingegnosa di M. Raclet; e fu 1" innaffiamento del tronco della vite coli' acqua bollente. Quando s' avvicina fa primavera, e che il gonfiarsi della vite annunzia l'ascesa degli umori nel tronco della steBsa, il piccolo verme abbandona i suoi covi profondi e sta aspettando fra le piccole ineguaglianze del tronco, che spuntino le gemmo e poi il frutto, che egli tosto divorerà. Questa prima comparsa delle larve ha luogo in marzo ed in aprile ed è allora che f acqua bollente le distrugge, e che molto poche sfuggono alla marte. Onde ottener questo non oecor altro che spruzzare con sequa bollente tutto il tronco, ossia il legno vecchio ed i sostegni della vite, poiché i giovani tralci non avendo fessure non cou-tengon mai alcun verme; e si osservò ottenersi maggior effetto col versare l'acjua cominciando dal basso e salendo alla cima. che viceversa. L'acqua bollente uccide tutte le piccole larve che tocca ed i! vapore raggiungendole noi loro covi i più nascosti, distrugge quelle che 1' acqua non ha fatto perire. Questo lavacro al primo aspetto sembra difficile, come sembrava nei primordi difficilissima la solforazione; ma se da V% anni vieti praticato ad intervalli in molte provincie della Francia, lavoro inerente alla vite, e perchè non potremmo additarlo noi pure ? Naturalmente che appena annunziato, l'inaffiamento id acqua calda fu discusso, criticato ; esso offendeva la vite, fa faceva morire, insteriliva i gei-mogli ; ma f esperienza ha prova'o irrevocabilmente: d. Che i' acqua bollente non porta alcun pregiudizio alla vite. 2. Che non vengono solo distrutte le crisalidi del verme, ma ben anco i molti altri insetti nocivi alla medesima. 3. Che distrugge un' infinità di vegetali parassiti, come mu- schi, licheni ecc. 4. Che impedisce la sortila dei tralci (bastardi) sul tronco della vile risparmiando così perdita di succhi alla stessa, e a noi la fatica di levameli. Veduti adunque questi vantaggi, Ministri, Prefeti, Comizi, o Società agrarie lo raccomandano, 1' adottano, e danno ricompense a chi lo pratica; nulla è dimenticato, onde diffonderlo per tutto; solo il vignaiuolo Raclet che l'aveva proposto vien posto in oblio e muore. Ma il Beaujolais si ricorda di lui. e vota una sottoscrizione per erigere un modesto monumento a chi avea salvato il principale prodotto della Francia dalla Pyralis e dal Coehilis o verme dell' uva. Molti furono i sistemi di caldaie costrutto a questo scopo, e nel 18 68 alla Villa modello di Villié-Margon fu intuito l'ultimo concorso a premi per coloro che facessero i migliori modelli di caldaie. Nove caldaie di diverto genere furono portate sul campo per esperimentarsi, e il primo premio lo ottenne quella di M. Mathias. Questa caldaia facilissima a portarsi, ha dato alla prova 145 litri d'acqua bollente in un' ora, consumando f5 chilogrammi di carbone. Essa c costrutta in modo, che ogni tra quarti di litro (misura di acqua bastante per il tronco di una vite bassa) che si estraggono di acqua bollente, ve ne vieti versato un litro intero di fredda per aver sempre acqua calda ed al medesimo grado, fi terzo di litro in più serve per supplire alla evaporazione e alla dispersione del liquide. Vedendo come il verme va sempre più progredendo, la Società Agraria loc?le certo vorrà affrettarsi a far acquisto d'un modello della caldaja Mathias, onde coloro che volessero provvedersi possano osservarlo, e farsene costruire d' eguali, o modificarlo secondo i bisogni. Speriamo che come la Francia adottò unanime e con incontrastabile successo la caldaja per distruggere fa Pyralis ed il Cochilis le nostre vallate pure adotteranno, ed i Comuni vitiferi tutti, vorranno prestarsi, onde generalizzare crii tutti i mezzi l'operazione, che fatta parzialmente riuscirebbe di poca o nissuna ulilità. IGIENE DELLE STALLE. Nelle stalle bisogna pensare a diverse cose per assicurare ai bestiami il loro benessere. 1. Nettezza della stalla. 2. Aereamente della medesima. 3. Preparazione dei mangimi (pastura), e loro amministrazione. 4. Nettezza dei bestiami. La stalla devesi pulire ogni mattina dal concio che vi accumulano i bestiami, perchè se restasse la lettiera imbevuta di orine e di sterco troppo lungamente nella stalla, la riempirebbero di cattivo odore che è dannoso agli animali se lo respirano. Alcuni contadini invece, nella stagione invernale, lasciando ammucchiati in fondo alla stalla ile-fami, perchè colla fermentazione che in essi si sviluppa, si riscalda la stalla e gli animali, dicono i contadini, non soffrono il freddò. Sappiano adunque i coltivatori che insieme al calore che si sviluppa dal concio ammucchiato nelle stalle, anco il puzzo si farà sentire, e ognuno avrà provato la mattina, entrando nella stalla, quanto sia difficile respirarvi che quasi ci sentiamo soffocare. Le bestie ancora costrette a respirare quell'aria soffocante soffrono assai senza poterlo dire al coltivatore perchè non parlano. La stalla deve essere mantenuta calda coi buoni serrami, e non col letame, il quale deve esser portato nella concimaia, il più presto che sia possibile. Bisogna poi ripulire tutte le mattine la mangiatoia, per la medesima ragione che noi facciamo .sciacquare i piatti dopo che furono insudiciati. Finalmente è necessario togliere tutte le ragnatele, perchè se queste insieme ai ragni cadono sul foraggio che viene mangiato dai bestiami, recano danno alla loro salute. L'aria che respiriamo entrando in una stalla si mostra sempre soffocante perlomeno di difficile respirazione. Bisogna dunque rinnovarla spesso o aprendo le finestre nelle ore fresche l'estate e nelle ore calde del verno. Le stalle elle meglio rispondono a questo bisogno sono quelle che hanno dei ventilatori, cioè piccole aperture in basso delle mura delle stalle stesse, dalle quali entran- do aria nuova scaccia via la vecchia, resa viziosa dalla respirazione e dalle immondezze degli animali. Lo stomaco degli animali ha bisogno di molti riguardi, ed è per questo che non è da trattarsi senza attenzione il governo del bestiame. Bisogna aver cura di seguire un orario regolato poi-modo, nel governare le bestie, che fra un pasto e l'altro vi sia tempo sufficiente a fare la digestione. E necessario ancora dare per quanto è possibile ai bestiami sempre la stessa quantità di foraggi freschi e secchi in tutte le stagioni, perchè il brusco passaggio da un cibo all'altro dispone Io stomaco a soffrire. Bisogna trinciare sempre i foraggi verdi e secchi, e per questi ultimi ho riscontrato chi1 da darli intieri a dargli spezzati al bestiame si guadagna un 20 per 0[Q. E la cosa è facile ad intendersi. Se io ti d'assi, o lettore, un piatto di carne e pane ben trinciato, potresti per ghiottoneria scegliere la carne fra il pane? Io ti dico di no, e mangeresti carne e pane tutto insieme. Ma se ti dessi la carne e il pane in grossi pezzi, tu. sei ghiotto, mangeresti la carne e lascieresti il pane. Così è dei bestiami, i quali se possono scegliere fra la paglia e il fieno, lasciano la paglia, che se ne va in rosume, e prendono il fieno che è migliore. Nel verno si usa dare al bestiame la paglia con radici fresche o di rape o di barbabietole. Se tutto è trinciato fine fine si mescola bene la sera per darlo la mattina, e si prepara la mattina per il pasto di mezzogiorno, e a mezzogiorno per quello della sera. Così il foraggio fresco si asciuga un poco cedendo parte della sua umidità al foraggio secco che si ammorbidisce. In una parola la cucina dei bestiami è la stanza ove sta un trinciapaglia ed una pila o tinozza grande in proporzione ove si pongono i foraggi trinciati a inzuppare ed ammorbidire. Chi non ha radici o erbaggi per 1' inverno, potrà dare al suo bestiame fieno e paglia finamente trinciati coli' aggiunta di farina di fave, di vecce o mochi, ed anco un poco di sale, il quale è vantaggioso assai al bestiame. Infine occorre tenere bene pulito il bestiame colle frequenti e ben curate strigliature mercè le quali il pelo si mantiene ben pulito, e quella polverina che vi si trova strigliando gli animali e che tanto li molesta arrecando loro un fastidio, viene ad essere portata via con vantaggio immenso delle bestie. Infatti fu detto, e con molta ragione, che la striglia è una seconda biada. Dunque striglia, bussola, buoni foraggi, aria pura nelle stalle e nettezza di esse e non si vedranno soffrire i nostri bestiami e d'inverno e d'estate e molto meno poi gli vedremo assaliti da certi piccoli insetti nel collo, che sono la prova più manifesta della loro vita veramente miserabilissima. (C. agr. Rovereto) TIP. DI GIUSEPPE TONDELLI. .NICOLO' de M.VDOtfIZZA Redatto™