■à-nkdrMt TASSA POSTALE PAGATA EDIZIONE DEL SABATO la nostra lotta ELL' U.A.I.S. DEL CIRCONDARIO ISTRIANO - TERRITORIO DI TRIESTE W la Repubblica Federativa Popolare jugoslava strenuo difensore dei nostri diritti DIREZIONE — REDAZIONE — AMMINISTRAZIONE: Riva Castelleone 2 •— CAPODISTRIA, telef. 138 ABBONAMENTI: Zona B: anno jugl. 600; semestre jugl. 340; trimestre jugl. 180. Zona A: anno L. 1400; semestre L. 740; trimestre L. 830. Jugoslavia anno din. 180; semestre din. 90; trimestre din. 50 JGL. 7. - L. 10. - DIN. 2 Cinto con*, nella Banca Istriana U -HO» A PE OASPERI PEL POPOLO ISTRIANO Un* imponente folla ha ascoltato il discorso del Capo del Governo Sloveno MARINKO Nella serata di ieri, Capodistria si è pavesata di tricolori stellati, italiani e sloveni. Per le vie della cittadina si osservava una animazione insolita. Si era sparsa la voce che arrivavano personalità in vista della repubblica popolare della Slovenia e di quella della Croazia, e precisamente il comp. Miha Marinko, presidente dei consiglio dei ministri della Slovenia ed il comp. Dušan Diminič, ministro dell areppublica croata. Masse di popolo entusiasta si riversavano da tutto il circondario usufruendo di tutti i mezzi di trasporto a disposizione. Molti sono rimasti a casa perchè non hanno potuto trovare un camion od autobus, pe rrecarsi a Capodistria. Alle sei pomeridiane la piazzi della Loggia era rigurgitante. Ormai tutti sentivano che in quella piazza dovevano venir pronunciate parole molto importanti per l’avve- I «successi» e gli «insuccessi» I nregime capitalistico, nelle bat- j taglie politiche difficilmente gli obiettivi dei partiti della classe dominante saranno chiaramente indicati. Generalmente gli scopi di una determinata lotta sono mascherati, circonfusi di patriottismo, di misticismo religioso, di sentimentalismo nazionale, razzismo o difesa di u-na «civiltà superiore». II reale conflitto di classe viene perciò ravvolto ih un involucro artificioso inteso ad ingannare il più gran numero possibile di uomini. Anche le attuali elezioni per il Comune di Trieste e circondario hanno avuto un impostazione e uno svolgimento artificioso ed i partiti della reazione imperialista sono riusciti a contrabbandarvi concreti interessi economici riguardanti un limitato gruppo di monopolizzatemi e sfruttatori sotto l’egida della difesa dell’italianità, della civiltà cristiana, della ipocrita libertà borghese. Il bilancio Stesso dei ,risultati delle elezioni per il Comune di Trieste è stato esteso con dati e cifre fittizi in modo che i partiti che hanno raccolto i maggiori frutti hanno potuto presentarli come risultati di una contesa di idee, di tendenze politiche, concezioni filosofiche e religiose, come la vittoria dello spirito sulla materia, della libertà sulla schiavitù e della civiltà sulla barbarie. I partiti del capitalismo che complessivamente hanno raccolto la maggioranza dei voti non hanno certamente avuto l’interesse di indicare con il vero nome il carattere dell’attuale battaglia elettorale e dei suoi risultati. E’ questo un segno anche della decadenza dei partiti della borghesia costretti ad avvinchiarsi all’inganno e Ma menzogna pur di tirar avanti. Ma.su questo terreno dell’ipocrisia, dell’inganno si sono messi purtroppo anche dirigenti che parlano e agiscono in nome dei lavoratori e, contrariamente al costume, han- 1 no combattuta la battaglia elettorale senza sincerità, senza schiettezza. II gruppo di Viđali mentre rompe la fratellanza italo-slava, tradisce gli sloveni dal punto di vista nazionale portandoli a votare per un partito e un simbolo dietro ai quali si nasconde la linea politica del ritorno di Trieste all'Italia, si esalta l’internazionalismo e si concorre con la stampa imperiaiista al rafforzamento della vergognosa campagna di denigrazione di tutto ciò che è slavo, si parla di vittoria sul Fronte Popolare Italo-Sla-vo, ma si tace sull’autentica vittoria del nazionalismo italiano, dell’imperialismo, sulla vittoria del fascisti aperti. Il Fronte Popolare Italo - Slavo si gracida è stato sconfitto, ha avuto soltanto quattromila voti. Il grande esperto ed insuperato condottiero di popoli Nicola Lenin ci insegna che durante l’ascesa del no sulle posizioni dei rivoluzionari, movimento operaio le masse passa-mentre durante le crisi,'he discese molti si ritirano in preda al panico, non credono piu alla ripresa, hanno sfiducia nella rivoluzione e rinnegano, spesso clamorosamente, i postulati rivoluzionari che prima avevano sostenuto. A Trieste questo fenomeno si presenta oggi nelle sue forme originali sì ma determinato dalle stesse azioni e reazioni e con le stesse conseguenze. Anche qui si rinnega la lotta passata, si rinuncia alle posizioni conquistate, si sconfessa la lotta rivoluzionaria per l’unione alla Jugoslavia, per l’inserimento di Trieste nel mondo socialista, si rinne- ga addirittura nei fatti, anche se non ancora nelle parole, il mondo socialista stesso nelle sue realizzazioni concrete: l’edificazione socialista nella Jugoslavia. Questo sarebbe il successo del partito comunista di Viđali; queste sarebbero le condizioni tramite le quali si sarebbe ottenuto il «successo». I liquidatori di ogni tempo e di analoghe situazioni situazioni hanno sempre avuto di questi successi. Il Fronte Popolare invece sarebbe sconfitto perchè si mantiene sulle posizioni di lotta, ha fiducia nella ripresa,- considera buona la situazione delle forze democratiche nel mondo, ha fiducia nella Jugoslavia, nella sua marcia verso il socialismo, nella tenace, indefettibile resistenza contro le forze coalizzate dell’impetrialismo. I lavoratori che hanno seguito Viđali e che ancor lo seguono riflettano: non cantino con lui vittoria. Non è vittoria l’aver frazionato, disgregato un grande fronte democratico, l’aver trasformata una grande parte dei lavoratori già pieno di spirito rivoluzionario in gente passiva o scarsamente animata di volontà di lotta. Non è vittoria per le forze democratiche, anche se è vittoria per Viđali e suoi amici frazionisti, l’aver, scambiato quantità rivoluzionaria per quantità socialdemocratica, l’aver perduto terreno nei rioni popolari per averne acquistato in quelli piccolo e medio borghesi. I trentacinquemila voti rappresentano una cifra modesta e di scarso specifico peso rivoluzionario rispetto alle forze esistenti qualche anno fa, ben numericamente superiori e con ben diverso spirito rivoluzionario. I tantissimi voti raccolti da Viđali nelle file della piccola e media borghesia, un partito comunista li raccoglie sole tanto quando crolla il capitalismo e le sue istituzioni sotto l’urto rivoluzionario, oppure quando un partito comunista di comunista non ha che il nome o poco più. Nel fatto concreto Viđali molla posizioni strategiche nei rioni proletari, perde comunisti autentici ed acquista borghesi dei rioni centrali. E’ questa la trasformazione qualitativa delle forze democratiche di Trieste, è questa la politica e la strada che portano alla trasformazione del movimento comunista in un movimento socialpatriottico. II Fronte Popolare Italo - Slavo ha il compito di denunciare alla classe operaia questo processo di deviazione, ha il compito e il dovere di spiegare ai lavoratori l’essenza vera dei fatti politici, essere guida dei comunisti che ancora vagano disorientati in un campo pieno di insidie e di compromessi. I dirigenti del Fronte Popolare lottano affinchè i lavoratori più coscienti ritornino al ragionamento, alla discussione e alla interpretazione dei fatti non attraverso demagogiche condìaviazioni ma mediante l’istrumento della scienza marxista-leninista. Viđali considera successo l’aver sbarcato dalla nave della democrazia triestina autentici combattenti per imbarcare nemici di classe truccati ed anche aperti. Nella storia del partito comunista dell’URSS si afferma che la vita del partito bolscevico è caratterizzata dalla storia della lotta e della disfatta dei piccoli borghesi, socialrivoluzionari, menscevichi, so-cialpatrioti. II movimento capeggiato da Viđali, contro la volontà della grandissima maggioranza dei suoi stessi aderenti che ancora non ha compreso dove si vuol finire, sta di- nire del nostr opopolo. Una risposta alle provocazioni degli imperialisti e dei loro servitori nell’Italia clerofascista di De Gas peri, nonché nella zona anglo-americana di Trieste, non poteva mancare. Questa risposta è stata data dai rappresentanti della nova Jugoslavia, i quali hanno espresso il fermo atteggiamento dei popoli jugoslavi. Questa risposta è stata data sopratutto dal nostro popolo. Da poco erano passate le sei quando giunsero gli ospiti graditi. Accolto da applausi frenetici e da ovazioni a Tito ed al Partito Comunista jugoslavo, il comp. Miha Marinko, seguito da altri ministri fra cui Giovanni Regent, Dušan Diminič, Ivan Maček e dal vice-presidente del Sabor della Croazia, Giuseppe Sestan. Erano presenti inoltre il comandante del distaccamento dell’A. J. col. Stane Potočnik, il capo dell’amministrazione militare dell’A. J. col. Lenac, nonché il segretario del P. C. del Territorio di Trieste il comp. Branko Babič. L’imponente comizio è stato a-perto dal comp^ Beltram, presidente del comitato circondariale, nonché segretario del PC per il circondario dell’Istria. Compagni considero come particolare onore poter salutare in mezzo a noi i rappresentanti della RPFJ che presenziano il nostro comizio. Con particolare affetto saluto il Presidente della RP Slovena e segretario del PC sloveno: comp. Miha Marinko, il vicepresidente del governo della RPS comp. Ivan Maček; il ministro del governo RPS Giovanni Regent; il ministro della RP Croata Diminič Dušan e il comp. Sestan Giuseppe vicepresidente del Parlamento della RP Croata. Il compagno Beltram dice pòi brevi parole in merito alla voracità dell’imperialismo“ italiano che vorrebbe nuovamente mettere le mani sulle nostre terre onde preparare le premesse per una nuova guerra contro l’oriente socialista. Cede quindi la paròla al comp. Marinko. Il di Marinko Compagni! Vi esprimo innanzitutto il mio compiacimento e quello dei miei compagni, dato mi si è finalmente presentata l’occasione di potervi visitare e salutare personalmente. Dopo tanti anni di lotta dura e tenace, che avete combattuto contro l’occupatore fascista e tedesco, di lunga lotta per l’annessione alla Jugoslavia, interdetta da tutte le forze imperialistiche, dopo questi anni di ricostruzione economica in simili incerte condizioni, mentre eravate in attesa dell’attuazione dell’imposto trattato di pace — abbiamo ardentemente desiderato di vedere ventando un movimento piccolo borghese con orientamento irredentistico. Il Fronte Popolare, guidato dal partito comunista, combatterà instancabilmente contro questo orientamento contro queste pericolose deviazioni, contro questi tradimenti ai danni dei lavoratori e della loro storica causa. Con una lotta intransigente, tenace ed incessante il Fronte Popolare Italo-Slavo si bàtterà affinchè l’opportunismo e il revisionismo sia sconfitto e allontanati dal movimento operaio i capitolardi ed i socialtraditori, fino all’autentico «successo» delle forze democratiche di Trieste. Questo è il suo compito d’onore. B. P. I N P I A Z Z A T I T O queste nostre terre, vedere come con il nostro aiuto andate sistemando le condizioni di vita, allo scopo di aiutarvi direttamente pure con consigli e riportando a voi le nostre esperienze. Vi porto il saluto cordiale del CC del PC della Slovenia, della direzione del Fronte di Liberazione e del governo della Repubblica popolare della Slovenia. Sinora non vi abbiamo visitato per motivi speciali. Il punt odi vista dei dirigenti della nuova Jugoslavia verso il territorio dove sloveni, croati ed italiani vivono insieme è noto. Nota è la lotta organizzata e condotta d aquesti dirigenti durante la seconda guerra mondiale per la liberazione di questo territorio. E* noto il conseguente principio democratico, il principio della lotta per la democrazia popolare, sulla base del quale abbiamo edificato e consolidato una compatta organizzazione politica di massa di ambedue le nazionalità soggiogate e doppresse in questo territorio. Sono noti i fini, per i quali abbiamo condotto la lotta, fini che conseguentemente attuiamo pure oggi nel settore del circondario istriano, senza tener conto del carattere provvisorio della situazione attuale. La realizzazione dei fini della nostra lotta di liberazione nazionale, della nostra rivoluzione democratica popolare è stata impossibilitata nel territorio triestino con l’ingiusto, forzato trattato di pace. Questo trattato l’abbiamo accettato solamente perchè siamo conseguenti nella lotta per la pace e per la sistemazione delle condizioni di vita postbelliche. Com eabbiamo accettato tale trattato di pace soltanto per circostanze forzate, così abbiamo voluto rimanere conseguenti e non abbiamo voluto dare l’occasione per creare t rbidi: abbiamo voluto che le condizioni del territorio triestino si sistemassero per quanto sarebbe possibile in base all’attuale trattato di pace. Per queste ragioni abbiamo pure evitato visite ufficiali ai distretti di Capodistria e Buie. Ora queste ragioni non esistono più. Risposta a De Gasperi Nessuna concessione Dall’altra parte della linea di demarcazione giungono negli ultimi tempi in visita ufficiale rappresentanti del governo italiano,' Essi giungono con l’intenzione di alimentare la demagogia elettorale e l’isterismo sciovinista che colà infuria. La nostra intenzione è invece del tutto diversa. Noi vogliamo stimolarvi ed aiutarvi nel vostro lavoro costruttivo, che pure sino ad oggi abbia costante-mente accompagnato ed indirizzato attraverso la nostra amministrazione militare. Se il signor De Gasperi, con la sua visita vuole confermare ufficialmente il proprio desidèrio per l’annessione del territorio di Trieste all’Italia, se vuole con ciò dimostrare che non si verrà a1’’attuazione delle decisioni, previste dal trattato di pace per questo territorio, intendano pure la nostra visita come cogliono. In ogni modo vi è una differenza sostanziale tra la nostra visita e la loro. La loro visita è una semplice temporanea demagogia elettorale, nella quale si dimostrano chiaramente le loro intenzioni di conquista, Non possono però dimostrare di aver fatto qualcosa per lo sviluppo economico di Trieste, per eliminare od almeno attenuare la crescente disoccupazio-1 ne, far valere i diritti democrati- ci del popolo, eliminare le ingiustizie politiche e sociali, che il popolo lavoratore del luogo deve sopportare, pe rnon parlare poi di qualche tentativo di por fine alla sottovalutazione degli Sloveni. La nostra cura per questi due distretti è invece di un carattere del tutto differente. Ciò è dimostrato dai fatti — completa libertà politica al popolo lavoratore, affermazione dei diritti di autonomia alle minoranze nazionali, non falsa democrazia borghese, ma reale democrazia popolare, nella quale il popolo lavoratore, attraverso i suoi rappresentanti si amministra e governa da se; ciò è dimostrato dal nostro aiuto economico in tutti i campi. Tutto ciò avviene malgrado il carattere provvisorio che viene prolungato da quelli dell’altra parte. Oggi si dimostra però già più chiaramente che coloro, che ci hanno imposto tale soluzione del problema di Trieste, come determinato d ’ trattato di pace, desiderano che questa non si avveri affatto. Ciò dimostra in modo stridente tutto il contenuto della farsa elettorale che è stata inscenata a Trieste. Il perchè non si sia giunti alla realizzazione del trattato di pace nel territorio di Trieste, credo sia oggi chiaro ad ogni singolo abitante di questo territorio. Ora che i partiti reazionari, sostenuti dal regime reazionario di Roma, hanno acceso una furiosa campagna per l’annessione del territorio di Trieste all’Italia e questa campagna viene stimolata persino dai rappresentanti ufficiali di quelle nazioni, che hanno firmato il trattato di pace intendono nuovamente porre questo problema all’ordine del giorno. In quest ocaso è chiaro che la Jugoslavia difenderà diritti e non potrà accettare nulla che potesse richieder „nuovi sacri-,, fici, nuove oppressioni su qualsiasi lembo del territorio sloveno. Farsa elettorale Voi siete oggi sotto l’impressione della commedia elettorale che è stata inscenata dalla reazione italiana nella zona A, sotto il protettorato dell’amministrazione militare angloamericana. Questa commedia è letteralmente sullo stampo della «democrazia» capitalista. Se confrontate questa «democrazia» con la nostra vera democrazia popolare, vedrete da una parte uno stridente mostro mascherato, sotto il quale si nasconde l’interesse degli usurpatori e soggiogatori amperialisti. Trieste è il fatto che la reazione imperialista abbia ricevuto un si rilevante aiuto obbiettivo allo scopo di poter inscenare questa commedia elettorale proprio da quella parte, dalla quale non se la avrebbe dovuta minimamente aspettare. Ricordate solamente che gli stessi, che oggi dirigono le elezioni, un anno fa non volevano nemmeno sentir parlare di elezioni, sebbene il forte movimento antifascista le avesse allora richieste decisamente. E’ comprensibile il perchè allora non abbiano voluto le elezioni. PUre gli attuali risultati elettorali nel comune di Trieste dimostrano abbastanza chiaramente quali sarebbero stati i risultati se le elezioni si fossero effettuate prima. E’ comprensibile che allora, con) il forte movimento antifascista nei solidi reciproci legami del popolo lavoratore di ambedue le nazionalità, Rimile contrafazioni quali ne siamo stati testimoni ora, non sarebbero state possibili. Parlando della politica fallimentare di Viđali il comp. Marinko dice: Opera nefasta dei frazionisti Vidalj e stato appoggiato dal Partito Comunista italiano pure con le visite ufficiali dei suoi rappresentanti, scoraggiando così le larghe masse del popolo lavoratore di ambedue le nazionalità, le quali erano prima fermamente indirizzate nella lotta antifascista ed ora hanno invece perso la fede e votato come le ha trasportate l’agitazion epdù forte. In conseguenza di ciò, hanno ricevuto i voti sloveni in maggior o minor misura, tutte le liste, dal partito di regime «cattolico» agli indipendentisti ed al gruppo di Sporer, che per motivi speculativi hanno scelto pure candidati sloveni, al-l’infuori di due liste italiane più o meno apertamente fasciste. Lo stesso vale pure per il gruppo di Viđali, poiché altrimenti nel rione di San Giacomo, nella famosa fortezza operaia antifascista, non sarebbe rimasto in minoranza. Ciò che non ha potuto ottenere tutta la forza della reazione, che era stata stimolata dall’ammini-strazione militare angloamericana durante tutti gli anni dopo la fine della guerra, è stato raggiunto dall’opera traditrice e scissionista di Viđali. Il gruppo di Viđali si è aggiudicato una triste gloria ed è giunto così lontano che nel proprio sciovinistico delirio comin-formista si trova sulle posizioni della reazione italiane, sulle posizioni del nazionalismo imperialista italiano. Il compagno Marinko fa quindi un confronto fra le elezioni in un paese borghese e quelle di un paese retto dal potere popolare come la Jugoslavia. Da una parte demagogia e corruzione e dall’altra l’affermazione della volontà del popolo lavoratore. Ha quindi parole di elogio per i combattenti della zona del TLT sotto amministrazione anglo-americana e si dice sicuro della loro fedeltà ai principi rivoluzionari data la loro grande esperienza dopo tanti anni di lotta contro le forze antipopolari di tutte le specie. Parlando dello intenso sforzo lavorativo che stanno conducendo attualmente i popoli della Jugoslavia, il comp, Marinko mette in risalto le enormi difficoltà che sono da superare specialmente dopo la Risoluzione del Cominform. Difficoltà però che non faranno deflettere di un palmo quei popoli che ora costruiscono il socialismo e che hanno saputo sconfiggere in guerra, a fianco idell’URRS il nazifascismo. Chiudendo il discorso Marinko aggiunge: La Jugoslavia in cammino Ci rendiamo pienamente conto che ciò sarà pure d’appoggio e d’aiuto per un celere sviluppo delle condizioni economico politiche dei distretti di Capodistria e Buie, che ciò sarà di grande aiuto e conforto ai combattenti del territori odi Trieste affinchè persista-, no nella loro difficile lotta contro l’imperialismo e la reazione sciovinista, per una vera fratellanza del popolo lavoratore di ambedue le nazionalità, per una vera libertà ed un potere popolare. Vi assicuro che la nuova Jugoslavia, sotto la guida di Tito rimarrà come nel passato conseguente e decisa sulla stessa via, com’è stata nella propria grande epopea della guerr adi liberazione e della rivoluzione popolare e come l’hanno glorificata e riconosciuta tutti i popoli amanti della libertà, con alla testa l’Unione Sovietica. Il prossimo avvenire di- DIMINIC mostrerà con i fatti che il Partito comunista jugoslavo è rimasto conseguente ai propri fini ed alle proprie tradizioni rivoluzionarie. In base a tali fatti indiscutibili chi è amante della libertà dovrà riconoscere quanto siano errati e< fatalmente dannosi per il movimento rivoluzionario di tutto il mondo gli inauditi attacchi dell’Unione Sovietica contro la Jugoslavia di Tito. Evviva la vera libertà popolare, l’uguaglianza dei popoli liberi, la concorde collaborazione internazionale e la lotta per la pace contro i fomentatori di guerra imperialistu Evviva la Jugoslavia socialista, sotto la provata, guida del compagno Tito! Il di Diminic , Al discorso del presidente del governo della repubblica slovena è seguito quello del ministro Dušan Diminic. Questi ha esordito salutando i presenti e mettendo quindi in rilievo che il popolo di queste terre ha combattuto tenacemente per; essere unito alla RFPJ. Se vi è rimasto fuori ciò non è avvenuto per colpa sua. Soltanto per amore della pace i popoli jugoslavi hanno consentito alla creazione del TLT. Il comp. Diminic è passato poi a danalizzare i due mondi che oggi si oppongono: da una parte vi è il monao socialista e dall’altra quello capitalista che sta disgregandosi. Voi — dice Diminic — potete vedere coi vostri occhi quel che sì fa ad occidente, nell’Italia, nel Territorio di Trieste. Dall’altra parte siete testimoni della costruzione del socialismo in Jugoslavia.» Quindi l’oratore ha caratterizzato he differenze fra te due zone del T. di T. Nella zona jugoslava tutte le conquiste della lotta di liberazione sono state mantenute; il potere popolare, la riforma agraria, la fratellanza ■ italo-slava. Dall’altra parte invece, tutte queste conquiste, quantunque ottenute anche con l’appoggio dell’Armata jugoslava, sono state liquidate ed il potere è stato Continua in pag. 2 AVVISO Notevoli esigenze tecniche ci costringono, contro le nostre previsioni, ai uscire nuovamente in eai-zione ridotta. Invitiamo i nostri lettori alla considerazione assicurandoli che la redazione sta occupandosi alacremente onde riportare it giornale alla sua consueta edizione. LA DIREZIONE La Nostra Lotta Cronache dal Circondari domenica ai torneo- sjto-btiva di Ca^ùdisiùa La domata della Coltura Fisica Grude manifestazione Popolare DISFUNZIONI ELIMINABILI AL SERVIZIO TELEFONICO Come già reso noto, domani a Capodistria si svolgerà la grande «Giornata della Cultura Fisica». Questa giornata che negli intendimenti della Segretaria dell’U. C. E. F. per l’Istria, sarà tenuta ogni anno, h|a un grande significato,,! poiché lo sport, già monopolio, nei tempi passati di ristretti gruppi di professionisti e. della borghesia, tende oggi, grazie all’interessamento del P. P., ad abbracciare le più larghe masse del popolo. Ogni piccolo villagggio ed ogni cità del nostro Circondario porte-ciperanno con il loro ginnasti, con i loro atleti, alla riuscita di questa grande giornata sportiva. Partecipano si saggi ginnici e alle competizioni sportive le scuole, che concludono con ciò l’anno scolastico e che avranno la parte principale nel programma ginnico, — tutte le organizzazioni giovanili, e sportive, gli sportivi della Difesa Popolare, e dell’Armata. Il ricco programma e la partecipazione dei ginnasti e sportivi di ogni ramo faranno di questa giornata la più bella festa ginnico-sportiva che si sia avuta nel nostro Circondario. La giornata della fisica dimon-strerà l’interessamento del Potere Popolare per la prepanazione della cultura fisica e dello sport tra le larghe masse lavoratrici continuando nel lavoro di elevazione culturale ed economica dei lavoratori. Si svilupperà così quello sport che essendo praticato dalle larghe masse, oltre eie adempiere al suo ruolo di educazione fisica, darà, anche dal punto di vista qualitativo, i migliori risultati. Da tutto il Circondario affluiranno a Capodistria gli spettatori per mezzo dei trasporti organizzati traile organizzazioni politiche e sportive locali. PROGRAMMA Ore 7—9: Prove generali dei saggi ginnici, ore 9: Penthatlon popolare maschile e femminile, ore 9: torneo pallacanestro femminile — preparazione Coppa Gandusio, ore 9: pallacanestro maschile »Targa Caduti Partigiani», ore 9.30: torneo pallavolo per la «Targa Ricostruìzone e case coop.», ore 9.30: arrivo della regata di canottaggio da Isola a Capodistria, ore 10: lev adel nuoto: maschile m. 100 a stile libero, femminile m. 50 a stile libero, ore 10: finale torneo di bocce sul campo di S. Canziano, ore 10: tiro alla fune: torneo per eliminazione a squadre, ore 11: sfilata degli sportivi per la città, ore 14.45: partenza corsa ciclistica per la «Targa La nostra lotta», ore 15: inizio saggi ginnici ed amletica (leggera con il seguente programma: a) rassegna di tutte le forze sportive, b) esercizio pionieri dai 6 ai 10 anni, c) esercizio pionieri dai 10 ai 14 anni, d) esercizio ginnaste dai 14 ai 18 anni, e) finali m. 100 piani maschili e m. 60 femminili; parteciperanno i primi arrivati nel penthatlon in una categoria gli atleti del- Istria e Trieste in un’altra categorie, f) corsa piana m. 1500 maschile, g) corsa piana m. 800 femminili, h) finali di tiro alla fune, i) ginnasti dai 18 anni in poi, l) giochi dei pioneiri, m) gare m. 200 piani femminili e 400 piani maschili, n) esercizio «Hej tovariši» per ginnasti e ginnaste, o) ginnastica attrezzistica, p) esercizio con cerchi, q) presentazione squadre di calcio, r) staffetta 4 x 100 maschile e femminile, s) esercizio «splende il sol», ore 18 circa: arrivo della corsa ciclistica al campo sportivo. Seguirà la premiazione degli atleti vincitori. Ore 21: incontro di calcio notturno. Da parecchio tempo a Capodi-sria si ripetono continue lamentele per li difettoso ed anche cattivo funzionamento della centrale telefonica. E, purtroppo, queste lagnanze sono giustificate, poiché spesso succede che, per avere una comunicazione, si deve attendere delle buone mezz’ore, ciò che causa perdite di tempo e quindi danno al lavoro in generale, quando non derivino altri inconvenienti più o meno gravi. Naturalmente il bersaglio di tutte le contumelie che vengono lanciate all’indirizzo del servizio telefonico, sono le compagne telefoniste del centralino che, poverette, sono addaffarate tutto il giorno per compiere il loro faticoso lavoro. La causa di questa difettosità, e invece da ricercarsi nell’insufficiente numero del personale addetto al centralino telefonico, che obbliga le compagne, addétte, ad un lavoro improbo che rovina loro il sistema nervoso con le conseguenti manchevolezze alle esigenze del servizio. NEL CAMPO DELLA PESCA UMAGHESE STRETTI NEL COOPERATIVISMO PER L’AUMENTO DELLA PRODUZIONE LA RISORTA COOPERATIVA PESCATORI DI UMAGO Anche ad Umago esiste una cooperativa di produzione, formata recentemente dai pescatori locali. Quanti sforzi e quanti travagli sia costata questa agli attuali componenti forse non è noto a tutti. Sarà bene perciò risalire in primi mesi del dopoguerra per convincersi della ferma volontà di questi pescatori e dell’interessamento del Potere popolare, che portarono alla cosituzione della nuova cooperativa risultata un modello nel suo genere. Nel 1945, subito doopo la liberazione, sebbene la costa della Isria, all’altezza di Umago, sia ricca di pesce, classificato di prima qualità dalle più esigenti cucine, i pescatori locali si battevano nelle angustie della miseria. Miseria che era la conseguenza di anni ed anni di brutale sfruttamento da parte di proprietär' privati, temuti gerarchi fascisti. Miseria che, in certo qualmo-do era aggravata dalla difficile situazione di ogni dopoguerra. Il Potere popolare, conscio del- Uotùriaua LA COPPA DE “LA NOSTRA LOTTA” MADRINA DEL CEN. CICL. ISTRIA Il neo costituito Centro Ciclistico Istria non ha voluto aspettare molto per far sentire ila sua voce nel campo dello sport- Infatti già domenica 19 c. m. in occasione della Giornata dello Sport Popolare il centro ciclistico ha organizzato sotto il patrocinio del nostro giornale la sua prima corsa ciclictica denominata «COPPA LA NOSTRA LOTTA». E’ significativo che la prima gara organizzata dal-nuovo sodalizio porti il nome del nostro giornale, augurio di un netto successo sportivo. Dal lato tecnico il percorso è abbastanza severo, sebbene il chilo-metraggio di 90 chilometri non sia eccessivo, ma si può star certi che le salite finali di Portorose e Spugnano, dopo aver superato quelle del Monte Toso e Castelvenere, si faranno sentire sui muscoli degli atleti, provocando una severa selezione per cui si potrà prevedere che al traguardo, posto sulla pista del nostro Campo sportivo, anche questo inaugurato per la prima volta da questo sport, i corridori giungeranno alquanto frazionati. Riproduciamo qui sotto il - regolamento generale della gara. Regolamento 1) Il centro ciclistico Istria indice e organizza per domenica 19 giugno una corsa ciclistica denominata «Coppa Nostra Lotta» libera a tutti i corridori dilettanti e allievi regolarmente affiliati all’UCEF e all’UCI. 2) La corsa si svolgerà sul percorso: Capodistria-Monte Toso-Castelvenere - Buie - Verteneglio -Cittanova - Daila - Umago - Siccio- OPERE PUBBLICHE A BUIE Di passaggio giorni fa per le strade di quella simpatica e caratteristica cittadina istriana che è Buie, abbiamo notato un certo fermento tra l’elemento femminile. Crocchi di donne discutevano animatamente e, dalla soddisfazione che si leggeva nei loro volti, l’argomento doveva essere per loro piacevole. Incuriositi • ci avvicinammo ad grupetto e chiedemmo ad una do loro cos’era che le faceva tanto discutere. Tutte assieme ci risposero che la Sezione affari comunali del CP aveva iniziato i lavori per 1 acostruzione di un lavatoio pubblico. Le donne ci esternarono la loro contentezza dicendo che finalmente non avranno da far più tanta fatica per lavare i loro panni in casa. Esse aggiunsero che tra breve nel vecchio rione di Villa sarà aperta una fontana pubblica cosicché tutti i cinque rioni della città avranno l’acqua. La vecchia nonna Vascotto Antonia, pure lei presente, tirando un sospiro di sollievo disse: »Che i disi quel che i le - S. Lucia - Isola - Capodistria con arrivo al campo sportivo dopo aver compiuto tre quarti di giro di pista, per un totale di 90 chilometri circa. 3) Il ritrovo dei concorrenti avrà luogo presso il campo sportivo alle ore 14.30. La partenza sarà data alle ore 15 precise. L’arrivo sarà previsto per le ore 18 circa. 4) Quale premio di rappresentanza verrà posta in palio una coppa offerta dal giornale «La Nostra Lotta», la quale verrà assegnata alla società con i migliori corridori classificati nei primi cinque. 5) Premi di classifica generale: I premio valore L. 6000, II premio valore L. 4500, III premio valore L. 4000, IV premio valore Lire 3000, V premio L. 2500, VI premio valore L- 2000, VII premio valore L. 1000, Vili premio L. 1000, IX premio valore L. 1000, X premio valore L. 1000. 6) La premiazione avrà luogo dopo terminata la gara. 7) Per quanto non contemplato in questo regolamento farà testo quello dell’UCI. —o— BARTALI parteciperà al giro di Francia Milano — E’ stato annunciato ufficialmente ieri sera a Milano che ii corridore ciclistico Gino Bartaii parteciperà al giro di Francia. —o— LA MOTTA BATTE CERDAN Detroit — La Motta ha battuto Cerdan per abbandono alla decima ripresa. ! la insostenibile situazione dei pescatori locali, riforni la allora neocostituita cooperativa, formata dopo molte difficoltà, di un’abbon-I dante attrezzatura confiscata a noti criminali fascisti. Questa cooperativa fu la prima a costituirsi nel nostro Circondario e grandi speranze erano riposte in essa. I suoi componenti erano dei nullatenenti e tutto avevano da guadagnare se fosse esistita tra essi la mutua collaborazione e 1 rettitudine necessaria per un miglioramento del loro tenore di vita, come conseguenza logica di una buona gestione della cooperativa. Le previsioni ottimistiche furono però smentite dai fatti che dimostrarono quanto scrupolosa deve essere la scelta dei membri delle cooperative di produzione se si vuole che da esse i membri traggano beneficio. Infatti parte dei componenti la nuova cooperativa si lasciarono influenzare dal noto Počekaj che, con le sue manovre ed intrighi, esercitò sugli elementi più deboli un’opera tanto deleteria che la cooperativa anziché produrre dei vantaggi e benefici ai suoi soci causò dei danni per la cattiva "e trascurata conservazione delle attrezzature di cui disponeva. Questa situazione fu resa possibile sopratutto perchè il Počekaj, dall’esterno aveva manovrato in modo da permettere che i pescatori, soggetti alla sua volontà, arrivassero ai posti direttivi. Derivarono cosi grandi danni alla cooperativa che vide la rovina della sua attrezzatura, data la intenzionale negligenza dei suoi dirigenti, intenti invece a curare i loro interessi personali con danno degli altri componenti. Dopo aver ultimato il loro ignobile compito i dirigenti, tra quali il tristemente famoso Marcello Gottardo seguitò da Elio Grassi e di altri, -abbandonarono improvvisamente la cooperativa, e, soddisfatti del danno arrecato ai loro' svisati compagni di lavoro, se ne andarono a fare gli esuli in Italia. anni che i fascisti in 25, me dispiasi soltanto che son vecia e che sul più bel me tocherà morir«. Cara .vecchia nonna Vascotto, quanto piacere ci ha fatto con le tue parole. Per noi vale più una frase come la tua, espressa nel tuo colorito dialetto veneto, che non tutti i discorsi e gli encomi del mondo. MOSTRA FOTOGRAFICA A CAPODISTRIA Sabato 11 corr. a 'Capodistria è stata inaugurata, alla presenza delle autorità popolari e di numerosi lavoratori, la mostra fotografica sulla «Lotta dei popoli Jugoslavi per l’edificazione del socialismo». Un compagno ha detto brevi parole sull’importanza di questa mostra che illustra alla popolazione locale gli sforzi di popoli della fraterna Jugoslavia in lotta per il raggiungimento di un migliore sistema so- La cooperativa naturalmente passò un grav eperiodo di crisi. L’attrezzatura fu lasciata in abbandono, non bastando le cure di qualche pescatore cosciente. La situazione era disastrosa. I pescatori nei primi mesi di questo anno si rivolsero al Potere popolare che già ripetute volte aveva dato loro aiuto. Da notarsi che già la cooperativa era debitrice verso il Potere popolare della somma di 1 milione tra lire e buoni colegati. Il Potere popolare superò le molte difficoltà che comportavano questi aiuti, considerando l’infelice situazione di questi onesti pescatori ricostituitisi in una nuova cooperativa, e consegnò loro un rilevante quantitativo di reti fatte pervenire da al Jugoslavia. Il Comitato popolare circondariale si interessò inoltre rifornirli di altro materiale acquistato su altri mercati. I pescatori, fedeli agli impegni assunti e fiduciosi nel potere popolare, prima dell’arrivo del restante materiale si erano già messi alabramente al lavoro per riparare ai danni provocati da coloro che li avevano ingannati. Ora abbiamo visto questi lavoratori lavorare felici e fiduciosi con negli occhi la sicurezza nell’avvenire. Il Potere popolare, quale fedele espressione della volontà e degli interessi dei lavoratori tutti, risolse cosi uno dei più cruciali problemi della pesca, che, oltre ad aumentare la produzione, migliora sensibilmente le condizioni di vita dei proletari del mare incamminandoli per quella nuova strada che dà la sicurezza di vita a chi onestamente lavora. AVVISO La direzione del teatro «Ristori» di Capodistria avverte : Tutti coloro che hanno acquistato il biglietto per lo spettacolo «Non ti conosco più», che doveva aver luogo sabato 11 scorso al Teatro Ristori - spettacolo che é stato so speso per cause impreviste - possono ottenere il rimborso verso presentazione del biglietto stesso alla cassa del Teatro ogni matttina dalle ore 10 alle 12. Il servizio telefonico risulterà certamente soddisfacente se la Direzione dei telefoni assumerà qualche altra telefonista, e se la popolazione tutta si limiterà ad usare il telefono soltanto nei casi di necessiti, evitando quelle interminabili telefonate che, oltre il resto, sono tanto antipatiche. IERI A CAPODISTRIA FOLLA IMPONENTE PER MARINKO E DIMINIC Cronaca nera spicciola Si dice che l’appetito viene mangiando e la voracità del guadagno ha riservato una sgradita sorpresa a Pitacco Margherita, Milos Bortolo, Argentin Maria, Stokovaz Anna ed altre pèrsone da Pirano. Esse infatti non si sono limitate al guadagno consentito dalle vigenti disposizioni sulica vendita dei liquori, ma hanno ecceduto fino a superare i prezzi fissati di oltre 400 Lire per ogni bottiglia di liquori venduta. Scoperti tali abusi illeciti, le stesse persone sono state denunciate per1 maggiorazione di prezzi. Un altro esempio, poco edificante, è offerto pure da una donna, certa Dolce Rina, la quale ha dimostrato di non possedere neppure i principi elementari dell’educazione e del rispetto che si addice agli organi e ecutivi del Potere Popolare, uno dei quali è la Difesa Popolare. Prova ne sia che la nominata Dolce ha inveito, perchè multata per la poca pulizia della sua bottega, contro la Difesa Popolare dicendo, con tono offensivo e di disprezzo, ai suoi membri: «Andate Voi prima a pulire le Vostre case!» Rimaniamo in attesa di conoscere come essa si discolperà delle sue parole e frasi di vilipendio verso la Difesa Popolare, quando sarà chiamata a rispondere per le stesse davanti al Tribunale del Popolo. E’ stata fermata dalla DP Locale e denunciata a piede libero, certa Bartole Domenica la quale, approfittando della mancanza per pochi giorni di lievito ulta piazza, è subito partita per Trieste dove ha acquistato detta merce a 300 Lire il kg. per poi rivenderla a Pirano a 1.000 Lire. Questo è uno fra i tanti esempi del come certi elementi, servendosi della borsa nera e con la speculazione, agiscono intenzionalmente perchè il nostro lavoro quotidiano rimanga infruttuoso e per sabotare le iniziative e l’operato del nostro Potere Popolare. Fortunatamente questi elementi nulla hanno in comune con i lavoratori piranesi e del nostro Circondario. Confidiamo che quanto prima simili elementi vengano individuati e puniti esemplarmente, poiché essi non hanno il diritto di beneficare del patrocinio del Potere Popolare e di godere i frutti delle quotidiane fatiche della classe o-peraia che si prodiga senza soste nel lavoro per il miglioramento delle condizioni di vita di tutta la collettività. Continuazione dalla 1 pag. passato nuovamente nelle mani della reazione e dei fascisti. «Noi abbiamo combattuto per la fratellanza — ha detto Diminic. Questo principio ci ha guidato nella lotta. Contro questo principio si sono levati i fascisti, i reazionari e purtroppo anche alcuni comunisti italiani.» L’oratore ha quindi esaminato la lotta sostenuta dal popolo lavoratore del territori oed ha affermato che a causa dell’unità questo è uscito sempre vittorioso da tutte le battaglie. Il comp. Diminic ha trattato quindi il problema delia Risoluzione dell’UI. «Che bisogno c’era di questa in Jugoslavia? Nessuno! La situazione in Jugoslavia non è cambiata. Il socialismo si costruisce come prima. Nell’industria, nel commercio ecc. tutto è ormai proprietà dello stato. La Risoluzione dice invece che vi si sviluppa il capitalismo. In Jugoslavia si potenziano le cooperative agricole di produzione. La risoluzione dice che vi si sviluppano i «kulak». L’aratore ha in seguito tratteggiato l’opera politica e diplomatica della Jugoslavia in campo internazionale, mettendo in risalto come essa abbia sempre mantenuto fede all’internazionalismo. Essa ha aiutato l’Albania, rinunciato alle riparazioni da parte della Bulgaria, dimezzato quelle ungheresi. Dove c’è il nazionalismo ? Forse all’interno? No! I presenti possono convincersi, essi stessi, che così non è. E qui il compagno Diminic cita cifre e fatti riguardanti il trattamento della fhinoranza italiana in Jugoslavia. Questi fatti e queste cifre testimoniano della politica lineare che viene realizzata nel campo dei rapporti fra le nazionalità. A tal punto l’oratore menziona le promesse di De Gasperi, il quale afferma che i diritti nazionali de gli sloveni in Italia saranno rispettati se lo saranno quelli degli italiani in Jugoslavia. «Noi invece — dice Diminic — diamo questi diritti incondizionatamente. Gl’italiani che vivono in Jugoslavia hanno combattuto per la libertà e perciò questi diritti spettano ad essi.» L’oratore ha poi espresso la meraviglia che certe posizioni del governo reazionarie in Italia vengano anche condivise da alcuni comunisti italiani. In seguito l’oratore ha enumerato tutti i disastri che sono stati provocati dalla Risoluzione in Grecia, nell’Albania ed a Trieste. Ha analizzato l’azione politica di Viđali ed infine ha espresso la certezza che presto tutto il proletariato triestino comprenderà tutto il male ch’è stato causato dal frazionismo vidaliano. Al termine del suo discorso il comp. Diminic ha affermato che non si cederà un police di terra. Egli ha concluso innegiando alla lotta contro l/im-perialismo ed alla Jugoslavia socialista. Il grande comizio, quale Capodistria non l’aveva ancor visto, è stato chiuso dal comp. Beltram. Questi ha ringraziato gli alti ospiti per le parole da essi pronunciate ed ha espresso la ferma decisione del potere popolare di continuare sulla strada che il popolo istriano, italiani e slavi, vuole percorrere. In chiusura a banda ha suonato l’internazionale, ascoltata entusiasticamente dai presenti, dopodiché il comizio si è sciolto. Ancora nella tarda serata Capodistria risuonava di canzoni di lotta, esprimendo così la sua decisione di non permettere mai più il ritorno al passato. UUi*nC dot Londra, — Secondo l’organo comunista «Daily Worker» le isole di Hoinan e di Formosa, al largo della costa meridionale cinese, sono attualmente teatro di una accanita lotta tra i comunisti ed i sostenitori del Kuomintang. «A Hainan — precisa il giornale — è in azione un’armata posta sotto il comando comunista i cui effettivi sono valutati a 25mila uomini divisi in tre divisioni. Questa armata che combatteva finora unicamente nelle regioni montagnose nell’interno del-lisola, si troverebbe ora non lontano dalla capitale Hoi Hao. Essa è in contatto con le forze comuniste del continente cinese». —o^- Sofia, - In decisione del plenum del partito comunista bulgaro in cui si accusa fra l’altro l’ex vicepresidente del Consiglio Kostov di aver dato prova «di duplicità verso la direzione del partito comunista bulgaro e prticolarmnte verso il suo capo presidente Dimitrov e verso la direzione del partito comunista bolscevico sovietico e del generalissimo Stalin», si dichiara che «dovranno essere fatti i passi necessari per ecludere Traiko Kostov dal comitato nazionale del ronte patriottico e privarlo del suo mandato di deputato». BRUXELLES — Il personale dei servizi pubblici farà stamane uno sciopero di un’ora dalle ore 10 alle 11 in segno di protesta contro la non attribuzione da parte del governo della gratifica per il permesso. Il personale dei servizi pubblici * Il reclama un quarto del trattamento mensile come gli impiegati dell’industria privata. Il governo ha accordato finora soltanto 500 franchi ed ha deciso che la questione sarà esaminata dopo le elezioni del 26 giugno. Gli scioperanti reclamano a loro volta una soluzione immediata. Allo sciopero di avvertimento partecipano ì lavoratori dei servizi comunali (gas, elettricità) i ferrovieri, il personale insegnante ed i membri della radio belga. —o— CELOVEC — Il fronte di liberazione della Carinzia slovana ha indirizzato al Consiglio dei Ministri degli esteri, a nome degli sloveni carinziani ed in rapporto con le discussioni del trattato di pace austriaco, un memoriale nel quale chiede l’unione di tutta la Carinzia slovena alla Jugoslavia. PARIGI — L’ambasciatore di Jugoslavia a Parigi Marko Ristič è stato ricevuto su sua richiesta, nel corso delle ultime giornate della conferenza (vale a dire mentre si discuteva a Palazzo Rosa la questi-ene del trattato di pace austriaco), da Robert Schuman dall’ambasciatore sovietico a Parigi Aleksarftlre Bogomolov, dal membro della delegazione britannica Lord Hendersen e dal membro americano della commissione dei sostituti per il trattato di pace austriaco Sam Reber. RASSEGNA SDNIDACALE PANORAMA SINDACALE (Le promesse elettorali e la realtà dei fatti) Non si può descrivere un panorama sindacale da una radiotrasmittente di Capodistria :-enze pi ì-ma dare uno sguardo magavi sintetico sulla situazione dei lavoratori e dei loro problemi del circondario dell’Istria. Ciò serve di base e di pietra li parag me per l’esame degli altri settori a noi vicini. Qui l’incessante opera dei lavoratori è orientata e basata sull’avvenire. Qui c’è la fiducia nel domani, la garanzia del progressivo miglioramento. Tutto si fa con una visione prospettica, senza presunzioni, con modestia ma con tenacia instancabile. I lavori di ri-costruzione, di miglioramento di tutta la vita economica e sociale fervono nella zona B del Territorio di Trieste. Lo provano i nuovi istituti democratici che continuamente si creano, lo dimostra il movimento dei materiali di ogni specie nel porto di Capodistria. La creazione della Camera degli architetti ingegneri e tecnici conferma come e su quali prospettive si sviluppino le attività nel circondario. A Monte di Capodistria, a Van-ganello, a Gazon a Marezego la gioventù lavoratrice dà migliaia e migliaia di ore di lavoro volontario per la costruzione di case cooperativistiche, per la sistemazione delle strade principali, per l’aiuto alle famiglie dei contadini scarsi di braccia, alle vedove e agli invalidi. Ad Isola, Strugnano e Portoro-se i giovani lavoratori, affiancati spesso da reparti militari della VUJA, concorrono con svariatissime attività al miglioramento di tutta la vita della zona B. I sindacati affiancando il Potere Popolare nel salvaguardare e consolidare i miglioramenti del tenore di vita generale intensificando la lotta contro gli speculatori e i profittatori, la lotta contro coloro che trasgrediscono alle leggi ed alle ordinanze ’el popolo sulla speculazione e sul sabotaggio economi- I ragazzi si preparano a diventare coscienti lavoratori attraverso le scuòle dei pionieri e mediante la democratizzazione delle scuole pubbliche con l’istituzione dei consigli dei genitori. Contrastano con queste opere costruttive, le attività e gli atteggiamenti dei cosiddetti «comunisti puri», quelli con la bocca piena di internazionalismo, ma che nella vita pratica fanno soltanto i commercianti, speculano su ogni cosa e partecipano sì alle gare di emulazioni ma con i pochi borsaneristi rimasti. Nel circondario dell’Istria i co-minformisti» sostenitori di Viđali aiutano la classe operaia dicendo male dei poteri popolari, mettendo in evidenza le obiettive difficoltà esistenti e negando, anche di fronte all’evidenza dei fatti, che queste vengano giorno per giorno superate. E fanno gli struzzi quando non possono far di peggio. Cosi come hanno fatto quei membri del Comitato aziendale della Fabbrica Macchine S. Andrea, i quali, invitati dai lavoratori della cooperativa di produzione agricola di Buie ad organizzare una visita collettiva di operai della! fabbrica all’azienda agricola, hanno risposto: «Gli operai non vengono in zona B perchè volete ingannarli, volete dimostrare loro che là va tutto bene, che i poteri sono nelle mani del popolo, che c’è libertà e democrazia». E’ questo l’ordine di Viđali, la linea della risoluzione del Comin-form, la politica dello struzzo. I lavoratori delle fabbriche, che sonò nel dubbio, non devono accertarsi che nel circondario del-l’Istrai si progredisce nell’interesse dei lavoratori, che qui c’è qualche cosa di concreto nelle mani di chi lavora, che gli sfruttatori sono pressocchè eliminati, gli speculatori messi al bando, e tante cose ancora per le quali gli operai di Trieste si battono . ___nnmo forpVlhp Vl- dali reclamare, con qualche successo, l’unificazione delle due zone del T. L. T. per consegnarle poi al «democratico e progressista» governo d’Italia? Bisogna persuadere i lavoratori sulla necessità di rinnegare tutte le lotte passate e le relative conquiste, ripudiare la situazione politico - sociale . del-l’Istria per poter contrapporre le «grandi conquiste» dei lavoratori italiani, le loro elevate posizioni sociali e politiche di cui pratica-mente a Trieste se ne ha un esempio. Nella zona A del Territorio di Trieste, sfumate che faranno le roboanti promesse elettorali dei partiti sciovinisti, resteranno le precarie situazioni delle categorie dei marittimi, dei metallurgici, degli addetti alle piccole e medie industrie, che vivono nella indigenza e nell’incertezza, sempre sotto la minaccia del licenziamen-l’ambiente dei lavoratori portuali perchè sentono fittizio l’attuale movimento portuale e vedono l’avvenire oscuro. La grande massa di disoccupati che assume i caratteri della cronicità nella zona A del Territorio di Trieste dà una triste fisionomia a tutta la situazione sindacale di questa città. Va aggiunto l’ennesimo saggio di democrazia impartito ai lavoratori dagli organi del G. M. A. nei recenti provvedimenti per la Cassa Ammalati, dove su sei posti assegnati ai rappresentanti dei lavoratori, quattro sono stati attribuiti alla Camera del Lavoro e due soli ai Sindacati Unici. La situazione dei pensionati, l’ostinata intransigenza nel rifiutare riparazione e giustizia ai licenziati politici, il carattere parziale del lodo arbitrale emesso per la vertenza sindacale dell’Uva sono altri fatti che concorrono a caratterizzare la situazione dei lavoratori di Trieste. Situazione che dovrebbe essere perpetuata ed aggravata col ritor- no a Trieste dello Stato italiano, così come propugnano i partiti della borghesia e delTimperialismo e con essi i revisionisti vidaliani. In Italia milioni di lavoratori sono senza lavoro. L’emigrazione stessa si è tradotta in una tragica beffa. Continuamente si smobilitano industrie e attività e in Italia, come a Trieste, dopo le sonanti promesse elettorali della Democrazia Cristiana e suoi satelliti, oggi si spreme il popolo riducendone le retribuzioni. Di qui gl iscioperi che esplodono uno dietro a1'’altro perchè la classe operaia ed i braccianti agricoli sono costretti scendere in lotta per difendere il minimo necessario all’esistenza, per difendere la farbbrica, per difendere il lavoro. Il deputato comunista Iginio Bprin caratterizza la situazione di Venezia e quella particolare del porto sottolineando che le banchine sono ancora rovinate, i magazzini non ricostruiti ed i lavoratori del porto da anni si stanno indebitando per vivere, mentre miliaia di altri lavoratori sono senza lavoro e la parte che lavora è costretta a ridurre le proprie prestazioni riducendo così il modesto guadagno. Lo sciopero dei braccianti agricoli tiene in tensione tutta la classe operaia italiana, mentre si accentua l’intransigenza degli agrari della CONFIDA sostenuti dalla feroce polizia di Sceiba, ed altre migliaia di lavoratori sono minacciate di rimanere senza lavoro. La crisi che particolarmente in que- I ste ultime settimane investe le numerose piccole e medie industrie determinata dalle prime concrete conseguenze del piano Marchall, la reazione degli operai e lo sciopero dei ottocentomiia edili sono altri indici di quale sia la ji situazione sindacale e politica in Italia. E’ chiaro che i lavoratori sono costretti a difendersi, non I intendendo sopportare le conse- guenze di una politica di asservimento all’imperialismo straniero che sta trasformando l’Italia in un’autentica colonia. Anche nell’Alto Adige, nel Trentino la stampa democratica denuncia situazioni sindacali o politiche che rassomigliano al medioevo. Nel modenese e nel polesine il terrore agrario viene esercitato da squadre di mazzieri che fanno rivivere i tempi delle bande fasciste dirette da De Vecchi e Italo Balbo. Dappertutto gli industriali e gli I agrari impiegano contro i lavoratori i gialli sindacati clericali e fanno agire i social-traditori in funzione di disgregatori della Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Vita durissima per i lavoratori italiani: tutti i giorni scorre sangue proletario in Italia e l’organizzazione sindacale classista è in continua battaglia per difendere' l’esistenza della classe operaia. Oggi, come ai tempi di Crispi, Rudini, Peloux, Mussolini il campione della democrazia nera, Sceiba, impiega ai danni dei lavoratori i sistemi del fascismo, e nella Valle Padana e in tante altre campagne d’Italia la lotta per la vita e per le libertà sindacali si fa di giorno in giorno più aspra; il crumiraggio diventa istituzione ufficiale e i neosquadristi operano protetti dalla legge, rinalberato insegne e gagliardetti, minacciano lavoratori, uccidono ed incendiano istituzioni proletarie. Il panorama non è completo, ma ciò non pertanto i lavoratori dell’Istria, di Trieste e d’Italia possono sempre trarre elementi importanti per comprendere quanto profondamente diverse siano le situazioni dei lavoratori che vivono al| di qua e al di là della cosiddetta «linea di demarcazione», e cosa rappresenti per la vita e l'avvenire dei lavoratori il possesso del potere politico, il potere popolare. B. Petronio