ANNO VI.
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N. 22.
Soldi 10 al numero L' arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale Franco a domicilio L'annua, 9 ott. 79 — 25 sett. 80,
importa f. 3 e s. 20; La semestrale in proporzione. Fuori idem Il provento va a beneficio dell'Asilo d'Infanzia
L'UNIONE
CRONACA C APODI STRI ANA BIMENSILE
si pubblica ai 9 ed ai 25
Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Pavento è l'amministratore.
L'integrità di un giornale consiste uell'attenersi, con costanza ed energia, al vero, all'equità, alla moderatezza.
ANNIVERSARIO — 31 agosto 1444 — Muore Filippo Urinici 1 escili. — (V. Illustrazione).
LE FESTE DI OTRANTO
(<Corrispondenza di data 15 corr. inviata al Diritto di Roma).
Ieri, attratto dalla fama di grande oratore che gode monsignor Vincentini, vescovo di Conversano, venuto qui per la ricorrenza del quarto centenario dei Martiri otranlini, entrai in chiesa. Ciò mi costò fatica, poiché la cattedrale era piena, e giunto al posto, riservato per la stampa ero bagnato, come se allora uscissi dall'acqua.
Ma di tanta fatica fui ampiamente ricompensato. Che simpatica persona quel monsignore, che bravo oratore, che uomo di mondo! Se tutti i preti fossero come lui, se tutti avessero la stessa elevatezza di mente, la stessa conoscenza degli uomini e dei tempi, la stessa parola, facile elegante, persuasiva!...
Lui è attaccato alla sua religione, ma conosce bene che l'amore per la fede non può andar disgiunto dall'amore per la patria : e il tema della sua orazione fu appunto fede e patria.
Ad ascoltarlo, incantava ; ed erano lì fra tante persone gli onorevoli Paniera, Trincherà ed Acquaviva di Conversano, il senatore Tamborino, la rappresentanza del Consiglio Provinciale, i consiglieri comunali della città con a capo il loro sindaco, molti sindaci dei paesi circonvicini, i corrispondenti dell' Illustrazione Italiana e del Roma, del Diritto, della Gazzetta d'Italia, della Gazzetta Piemontese e della Destra di Lecce.
Erano presenti tutti i discendenti dei martiri d'Otranto, o dei guerrieri che vennero a liberarlo: e fra essi v'era un discedente del glorioso Primaldo. Il pover'uomo che fin pochi giorni addietro nulla sapeva di tal sua gloria, era entusiasmato, confuso, impacciato, allegro, in uno stato anormale ; forse doveva ripetere
APPENDICE
FIORELLINO DI PRIMAVERA*)
RACCONTO TEDESCO della signora A. GODIN di Monaco tradotto dalla «ignora OTTAVIA T. M. (prima traduzione italiana autorizzata)
Anni fa, trovandomi a Wiesbadeu secondo 1' ordinazione del mio medico, vi osservai in mezzo alla grande quantità di ammalati e di sani, un giovane, che passava molte ore all' aperto riposando sopra una sedia rullante. Un servo canuto spingeva quel picciolo veicolo ; il suo viso scarno e malinconico faceva spiccare vie più la bella testa del padrone, il cui atteggiamento naturale e il fresco colorito destavano sorpresa, mentre appariva chiaro che una sofferenza qualunque gli doveva aver tolto 1' uso d' una parte delle membra. Ancora più sorpresa destava 1' espressione di quei lineamenti animati dal fuoco degli sguardi,
fra sa : Sono io, o non sono io ? Poco discosto da lui ; più sicuri di se stessi sedevano il conte di Conversano, i signori Grassi, Paladini, de Raho e il marchese Miceli Picardi, che come vi dissi in altra mia, s'è mosso sin da Paola, per portare qui le armi del suo antenato Nicola Picardi, il quale per distrazione chiamai Nicola Miceli.
Bella coincidenza. A custodia di quelle armi, nella chiesa, era un prode, che alla battaglia di Maddaloni operò prodigi, e che Garibaldi in un'ordine del giorno chiamò eroe. Ora è guardia municipale. Si chiama Marino Catanzano.
Alle cinque del giorno, dalla casa municipale, mosse il corteggio di tutte le autorità e rappresentanze, per recarsi al colle della Minerva.
Apriva il corteggio una banda; veniva dopo il Sindaco di Lecce, portando un gonfalone su cui era scritto: IV Centenario pei Martiri d'Otranto ; dietro di lui il Sindaco d'Otranto e due consiglieri municipali portando la spada e gli elmi di casa Picardi, poi i discendenti de' martiri e liberatori d'Otranto, i consiglieri provinciali, la stampa, gli altri invitati, quindi un'altra banda. Per le vie si camminava a stento, tanta era la fola. Tutto il colle era una gran massa umana brulicante. Che vista d'incanto di lassù !
La chiesetta è modesta, piccolina. È parata semplicemente, e sullo spazio che le sta dinanzi son disposte le sedie per le rappresentanze, e la tribuna. Poco discosto s'erge il pennone sul quale è scritto : »Otranto ai „ suoi difensori, ai suoi martiri, non come „ volle, ma come potè. "
Primo a salire alla tribuna fu il signor De Viti de Marco, consigliere provinciale di Otranto, che in nome della città disse nobili parole agli invitati. Molto gradita sorpresa:
non ammorzato dai patimenti, e che mante-nevasi anche quando egli guardava persone e oggetti solo di passata. Poco lungi dal giardino dello stabilimento c' è un vivajo ombreggiato e fresco; e la sua piccola isola trovasi congiunta alla via del parco mediante un facile ponticello. Quell'isoletta io usavo nei pomeriggi, alle cinque, quando danno il salto all'acqua della grande fontana e quando comincia il concerto. In quel momento v' era là perfetta solitudine, e mi godevo liberamente la vista della folla sulla riva opposta. Ben presto osservai che io e il mio forestiere avevamo lo stesso gusto ; infatti ogni giorno al principio del concerto, il vecchio servitore faceva scorrere la seggiola all' ombra di un faggio, e poi si ritirava. Sebbene il paziente se ne rimanesse sempre solo, mai mi riuscì di sorprenderlo annoiato o tristo : ciò m' accresceva la simpatia per lui. — Chi poteva mai essere? Un officiale storpiato sul campo? Un infelice qualunque rovinato da qualche tremenda malattia? Talvolta mi sembrava chela memoria giungesse a darmi una risposta . . . avrei giurato di avere veduto altre volte quella
Monsignor Vincentini, venne ad ascoltare l'oratore civile, che era un membro del Parlamento italiano . L'on. Trincherà ebbe momenti felici.
La iscrizione composta dal sig. giudice De Simone, uno degli uomini più dotti della provincia, è questa :
»Chiunque tu sia, che vieni su questo colle della Minerva, ascolta; sono io, Otranto, che ti parlo.
»Nell'anno 1480 vivevo tranquilla, e dimenticata, quando sull'alba del 28 Luglio, mi vidi cinta di naviglio, e da schiere ottomane. M'intimarono la resa a buoni patti : li rifiutai, e non contai i nemici, sbarazzatami d'alcune centinaia di timidi presidiari, chiuse le porte, e gettatene in mare le chiavi, giurai di resistere sino all'estremo, fidente di salvare il regno e l'Italia dalla invasione col temporeggiare.
Tre giorni fui bombardata, ed ero armata di lance e di frecce.
Nel 1 d'Agosto cadevano diroccate le mie mura, eppur tenni da me lontano per altri 11 giorni il nemico.
Il 14, non avendo chi più valesse a difendermi, su cadaveri di 12 mila figli miei, egri o feriti, superstiti alla guerra ed alla strage, caddi.
Caddi; ma dopo 13 mesi Iddio mi liberò dalle mani de' nemici.
Ed oggi, 14 agosto 1880, richiamati alla mia memoria quanti più ho potuti nomi de' martiri e difensori miei, li ho scolpiti sulle tavole marmoree di questo tempio."
Intorno intorno, al disopra della cornice che decora gli altari nell' interno delia chiesa, erano posti gli stemmi, dipinti finora su cartone, ma che si faranno in marmo, di
fisonomia ... ma dove, ma quando? — Un giorno mentre sedevamo come al solito in ascolto della musica, sopraggiunse il medico, si fermò viciuo al paziente, scambiò seco lui alcune parole, e poi, scorgendomi, si diresse alla mia volta. Quando mi fu viciuo, prima ancora che lo interrogassi, egli lesse l'inchiesta nei miei occhi, ed esclamò maravigliato : — »Come!? ... ma colui perdinci è Rinaldo Iseu!" — »II nome è risonante . . . ma ella lo pronuncia come se dicesse : Quegli è Napoleone, oppure Ricardo Waguer, o nominasse altre simili celebrità mondiali. A me, ripeto, questo nome risuoua, ma nulla dice." — »Eppare col nominare il Wagner ellaha rasentato Tessero di quel giovane. Isen era appunto uno de' suoi migliori interpreti. Possibile che le sia sconosciuto il nome di un tenore tanto celebre?" — Allora compresi perchè quella fisonomia non mi fosse nuova: io non aveva conosciuto 1' artista di persona, ma ne aveva bensì veduto il ritratto sui fogli illustrati. — »Dunque quello stesso Isen (ripresi con interesse) che precipitò sì miseramente per rottura di un apparato scenico?" — ^Quello appunto. Egli
tutte le famiglie superstiti od estinte che s' è potuto sapere avessero parenti fra gli 800 martiri, fra i difensori o i liberatori d' Otranto. Quattro grandi tavole marmoree portano impressi i nomi della più parte dei valorosi che furono trucidati, che difesero o ripresero la città.
Dopo scoperta la lapide, il municipio d' Otranto, con gentile pensiero, offrì a tutti gì' invitati un piccolo album colle principali vedute de' monumenti d' Otranto, e colla medaglia commemorativa del 1481.
A sera vi fu un banchetto offerto dal Municipio agl'invitati. Parlarono il sindaco di Lecce in nome di quello d'Otranto (che in quel momento dovea seguire una processione) il deputato Panzera, presidente del Consiglio provinciale a nome della provincia, il signor Lubello, discendente di Primaldo; e poi lessero tre poesie 1' on. Trincherà, il cav. De Giorgi, chiaro nostro geologo, e il prof. Bini, direttore della Destra. Infine Nicola Lazzaro disse poche parole in nome della stampa.
S'era appena terminato di pranzare quando il primo petardo annunciò l'accensione dei fuochi artificiali.
Fu 1' evocazione più fantastica, ma anche più bella dell'eroica difesa d' Otranto, e della ripresa da parte dell'esercito napoletano. L'illusione fu perfetta, lo spettacolo magnifico. Lode al signor Sforza impiegato della ferrovia d' Otranto, che 1' ha saputo ideare a mettere in esecuzione.
E poi ?... Alle due dopo la mezzanotte la gente corre alla stazione ; un solo treno, a quell'ora trasporta 1300 persone.... Che dirvi dopo questo ?
Debbo ricordarvi solo che questa festa l'ha ideata il povero vecchio compagno di Settembrini, di Poerio ed altri illustri, il duca Castromediano e dirvi ancoraché il De Simone, dottissimo storico come archeologo, prepara un libro che illustrerà degnamente questa bella ricorrenza.
PENSIERI I)' UN PITTORE
(Cont. V. i N.i prec. dell'annata in corso)
I partiti rendono certi uomini tanto ciechi, che si fauuo un culto delle loro opinioni, adoperano le più innocenti frivolezze per convalidare le loro idee; e sono tanto tenaci nei loro propositi, che i fatti stessi non giovano a muoverli d'uu solo punto dalla loro cieca ostinazione.
I più buoni filosofi studiarono mezzi per liberare lo spirito dalle passioni, e i più buoni risultati li ottennero da coloro che non avevano cuore, per cui non le sentivano.
Voler giudicar tutti a norma di propri sentimenti è ingiustizia. Ognuno vede e sente in modo diverso in forza delle circostanze che li dominano. Il convenzionalismo tende a far dell' uomo una macchina, limita il sentimento
viene qui ogni auno, ed è noto anche ai fanciulli insieme al vecchio Giuseppe." — Echeggiavano ancora le ultime note della mandolinata, che io guardava sempre l'infelice non più sconosciuto. Oh, povero Isen ! dall' apice delia gloria precipitato nel nulla . . . privo di tutto . . . persino delle gambe e . . . solo ! — La sera era placida, ma c' era afa ; 1' acqua e le frondi perfettamente silenti invitavano a dolce riposo ; il cantante teneva aperto a sè dinanzi un libretto e leggeva; dei passeggeri solinghi apparivano di tratto in tratto e presto s' allontanavano. Tanto era il silenzio, che, mentre attendevo al lavoro da me allora allora ripreso, udii cadere il libretto dell'artista sull'erba. Alzati gli occhi, vidi che egli faceva per piegarsi onde raccoglierlo, ma il libretto era troppo lontano. M'avvicinai, lo raccolsi; e dopo di averglielo porto con lieve saluto, stavo per ritirarmi, quando egli : — „Grazie della sua bontà, egregia signora !" — Nel suono melodioso di quella voce v'era un certo che d' esitante, che mi fece soffermare ed egli riprese: — „Non potrebbe ella, così buona samaritana, favorirmi ancora per qualche istante
a formalità, e giudica chi sente di proprio impulso un ribelle; in forza di che la simulazione divenne una necessità per ben vivere. Da ciò si riesciva ad usare quel detto : esser fatta la parola per velare il pensiero, e l'uomo prudente deve tenere le labbra nel cuore.
L'amore ha tre moventi: ammiraziene, simpatia, e senso ; quando uno di questi moventi agisce, gli altri, come gelosi de' loro diritti, sollevano questione.
Per essere poeta non torna necessaria la celebrità; per essere poeta bastano gli eletti sentimenti del cuore ; per essere celebre occorre tanta arte che basti a far sì che questi sentimenti sieno apprezzati dagli altri. Per soddisfare al primo bisogno conviene un dono speciale di natura ; al secondo devi unire 1' orgoglio d' essere distinto.
Se divertirete col vostro ingegno, sarete applauditi; diversamente sarete compresi nel numero dei grulli.
Il sofista, in generale, è 1' avvocato delle proprie debolezze ; se Io fa per altri, lo fa sempre a caparra del proprio interesse.
Dalla scambievole stima e fiducia si genera amore ; in chi lo sappia conservare, felicità; da ciò il progresso civile e l'avvicinamento alla perfezione.
Mai 1' uomo che ricevette un beneficio sarà sinceramente grato : l'umiliazione alla quale si assoggettava ricevendolo, lo dispone al dispetto anzicchè alla gratitudine.
Per quanto uuo abbia studiato sui libri non sarà mai sicuro di quello che avrà imparato : solo col frequentare la società e col discernimento del quale lo arricchirà la pratica, potrà dalle altrui cognizioni calcolare di quanto egli sia al possesso; in caso diverso, se avrà buou senno, sarà sempre in dubbio di esprimere le proprie opinioni; se tardo d'ingegno, commetterà delle sciocchezze imperdonabili.
Sembra che sia proprio 1' indole delle società limitate che fa sviluppare negli uomini certi difetti, perchè si veggono di quelli che consumarono la vita nel gran mondo, i quali, per poco che si trattengano in un piccolo centro, diventano ambiziosi, rivaleggiatori, indiscreti, intriganti, pettegoloni.
Egli è un essere ridicolo colui che ha la disgrazia d'aver l'anima proclive a generose azioni, quando la fortuna non lo forniva dei mezzi necessari onde farsi conoscere coi fatti. E più riverito un sordido ricco che un generoso in miseria.
Lo spirito di parte, il fanatismo, l'ignoranza, la superbia sono le piaghe che infestano i piccoli luoghi. Gl'invalidi le posseggono tutte; che Dio ne guardi, scampi, e liberi.
(Continua)	B. Gianelli
. . . tanto più che noi possiamo riguardarci come vicini ?" — „Di buon grado", gli risposi, e mi sedetti sulla panca più prossima. — „In distanza, soggiunse egli con fare rispettoso, la di lei fisonomia ricorda quella di mia madre . . . particolarmente nell' espressione ... mi perdoni, sa; non vorrei con ciò aver commesso un' indiscrezione . . . forse ella si annoja." — »Quando si vede una vecchia signora, gli replicai sorridendo, è facile trovarle l'espressione dei lineamenti della propria madre: ciò proviene dalla dolcezza del cuore." — Continuammo a conversare ; a me facea letizia 1' enfasi colla quale egli afferrava tosto ogni briciolo d' argomento. Non era peraltro tanto giovane quanto sembrava da lontano o a prima vista: ora gli scorgevo dei solchettini sotto gli occhi e sulla froute. Tuttavia 1' aspetto di quella faccia era fresco, poiché da essa spri-gionavasi uua certa vivacità geniale a cancellare tosto le lievi impronte dell'età; solo quando taceva, una nube di mestizia gli velava la faccia, che era tutta liscia. Dopo questa prima conversazione, noi ci trovavamo insieme ogni giorno, sia nel parco, sia in
Argomento intimo cittadino
E dovere assoluto della stampa, per quanto piccola e fievole essa sia, di suggerire e raccomandare che venga dato inizio a tutte quelle istituzioni il cui effettuamene suole riuscire di pubblica utilità; a patto sempre che l'effet-tuameuto sia reso possibile e dalle condizioni locali e dai mezzi del Comune ; perchè altrimenti i suggerimenti e le raccomandazioni non sarebbero cosa seria.
Noi a questo dovere abbiamo sempre ottemperato, quando, dopo maturo esame del prò e del contra, ci persuadevamo della convenienza pratica della proposta; ed appunto la rigorosità delle nostre considerazioni fu il motivo che poche fossero le nostre proposte.
Ora dunque, col sistema testé esposto, siamo venuti nella persuasione che qui nessun inciampo (come dimostreremo) ci sarebbe al-l'istituzioue di una „Scuola serale per gli adulti analfabeti", colla quale offrire ad essi facile e piacevole occasione d' imparare a leggere, a scrivere, e a fare conti. Questo argomento lo abbiamo toccato altra volta e sotto altra rubrica; oggi lo ripigliamo perchè s'avvicina a gran passi la stagione propizia, la stagione, cioè, delle sere lunghe.
Sarebbe davvero mescere il ridicolo in un argomento per sua natura tanto serio, se ci facessimo a provare l'utilità di tale scuola. Quello invece, da cui non possiamo esonerarci, si è il porre in evidenza quanto essa sia pratica, e i modi, a nostro avviso meglio acconci, onde poter riuscire nell'intento. In ogui luogo, come è ben naturale, e specialmente nei piccoli, quando viene messa innanzi uua proposta, si corre tosto col pensiero alla somma a un bel circa necessaria, e poi alle possibili maniere di raggranellarla; ma nel caso nostro, per felice ventura, il grave ostacolo dei danari sparisce del tutto.
Infatti, valeudosi per esempio di un locale delle Scuole Popolari, sparirebbe la spesa dell' affitto ; rivolgendo preghiera alle persone meglio adatte per le loro convenienze private ad assumersi 1' istruzione gratuita (che divisa per turno non recherebbe loro molestia) e ch'esse di buon grado accetterebbero, sapendo di compiere così un' opera eminentemente filantropica, sparirebbe la spesa degli emolumenti ; e infine, dando l'incarico ad uno degli stessi scolari di accendere, spegnere, e pulire i lumi, sparirebbe pure la spesa di un inserviente. Rimarrebbe solo la spesa insignificante del petrolio, ma anche questa, attese le angustie del civico erario, potrebbe venir supplita da un circolo di cittadini agiati. Dunque a carico del Comune nemmeno un centesimo.
Siamo scosi a tali minuzie, perchè ci premeva di abbattere l'argomentazione più
qualche altro posto ameno e accessibile alla sua seggiola ; e mi recava grande stupore la piena rassegnazione con cui sopportava quello stato miserevole. Un po' alla volta venni a sapere che egli, quale figlio di famiglia cospicua, aveva ricevuto educazione squisita, eche prima di darsi all' arte era stato all' università; ma ora, come dissi, era solo, senza alcun parente: 1' unico avanzo della sua casa paterna, l'unico suo conforto, era il vecchio Giuseppe. Il tempo della mia cura volgeva alla fine, e quiudi doveva pensare al ritorno; con rammarico però mi preparavo a congedarmi da Isen, perchè mai ancora m'era avvenuto d'imbattermi in un giovane come lui tanto simpatico, ricco di fantasia e in pari tempo fornito di grande criterio. L' ultimo pomeriggio lo passammo d'intesa sul monte Nero; io vi giunsi la prima e trovai ancora vuoto il piazzale dinanzi al tempio. Quantunque il cielo fosse annuvolato, distinsi benissimo la catena drl Tauau e del Odenwald; ivi quel certo che di tristezza, che arieggiava da ogni parte, s'accordava pienamente coi miei pensieri, il cui corso fu d'improvviso interrotto dal rumore d' una carrozza.	(Continua)
sfavorevole, quella che talvolta basta sola a far tramontare le più importanti proposte, gettaudo la sfiducia negli animi.
Qui ora calza la richiesta (che probabilmente preveniamo) se ci sarebbero scolari. È facile rispondere. Molti dei nostri popolani adulti — apriamo qui subito una parentesi per non dimenticarci di dire cbe sarebbe inconsulto l'escludere i popolani non adulti, ma che per la loro età non possono più frequentare le Popolari — sono analfabeti; non pochi (lo sappiamo positivamente) ne sono quanto mai dolenti. Questi tali adunque (col tempo già, vedendo 1' utilità della scuola, si scuoterebbero auche alcuni degli apatici), qualora venissero informati della bella occasione di porre fine al danno e alla vergogna, che ora provano, sia per la sventatezza dei primi anni, sia per P egoismo dei genitori che li stornavano dalla scuola per averli seco al lavoro ; e qualora si spiegasse loro come il rimedio alla disgrazia
10	avrebbero con poca fatica e in breve tempo (per alcuni, e perchè si limiterebbero al leggere, e perchè alla mente più aperta s'unirebbe la volontà, basterebbe forse un anno solo), scemando di una sola ora, nelle lunghe sere, la lunga conversazione che fanno nella bottega del pizzicagnolo e del tabaccaio in cerca delle novità, e non sapendo in altro modo occupare
11	tempo — egli è certo che vi accorrerebbero ben volentieri.
Ma, in generale, a invitarli, a spiegare loro il grande beneficio, non sarebbe certo sufficente il consueto avviso sulle cantonate: occorrerebbe la viva voce ; e il mezzo più pratico più sollecito, sarebbe che il Municipio pregasse il sacerdote della prima messa a farsi ripetutamente anuuuziatore della lieta notizia.
E ora chiuderemo, osservando che nou sarebbe equo il sopraccaricare l'onorevole Deputazione Comunale, già tanto affollata di cure, colle attribuzioni inerenti alle pratiche d'iniziamento e di sorveglianza della detta scuola; ma che, ove questa nostra piccola semente giungesse a farsi pianta — evento che, per altro disinganno subito, riteniamo poco probabile — ad una apposita Commissione sarebbe d' affidare l'ingerenza.
Gfiurì Drammatico Nazionale
ANNO III
a)	1." Premio L.
b)	2." Premio
c)	1.° Premio L.
d)	2.° Premio
CONCORSO PER QUATTRO PREMI
MANIFESTO.
Il Giurì Drammatico Nazionale apre un terzo Concorso pei premj a giovani autori e a giovani attori.
I premj sono 2 per autori e 2 per attori, e cioè:
2,500) per lavori dram 1,500 ) matici 1,500) per giovani Attori 1,000) o Attrici Norme pel conferimento dei Premj a, b.
1.	Colla designazione di Giovani Autori, indipendentemente da una precisa determinazione di età, ma pur riferendosi ad un periodo di relativa giovinezza, intende il Giurì coloro, alla cui fantasia ben disposta ed educata può la distinzione di un Premio essere utile stimolo verso l'eccellenza nell'arte.— Gli scrittori quali, benché di età ancora giovane, abbiano già con altri lavori drammatici acquistata una riputazione nell'Arte, sono esclusi dal concorso ;
2.	I lavori dovranno essere d'invenzione dell' Autore, in lingua italiana, iuediti così per la recita come per la stampa;
3.	Saranno mandati al Giurì senza nome di Autore, avranno un motto nel frontispizio ; il nome e l'indirizzo dell' Autore saranno scritti entro unita scheda suggellata, al di fuori della quale sarà ripetuto il motto cotrasseguante il lavoro ; altra scheda aperta porterà un pseudoindirizzo, a scelta dell'Autore;
4.	Al manoscritto sarà unito o in moneta legale o in vaglia postale l'importo di L 2,
se il lavoro sia in un atto; di L. 5, se in più atti;
5.	Regolare ricevuta di quanto è indicato ai N. 3 e 4 sarà fatta tenere al pseudoindirizzo scelto dall' Autore ;
6.	L' Autore che si facesse conoscere, sarà escluso dal Concorso, perdendo la tassa di cui al N. 4;
7.	Il Giurì giudica secondo un duplice criterio. La lettura del lavoro somministra il primo criterio; e giusta questo i lavori sono dichiarati meritevoli o no dell' esperimento sulla scena; questo esperimeuto sulla scena somministra il secondo criterio.
8.	De' lavori giudicati meritevoli dell' esperimeuto della scena, il Giurì apre le schede, conosce il nome dell' Autore, e, salvo quanto è definito nell' articolo 1, provvede alle recite per mezzo esclusivamente delle Compagnie dei Capicomici, membri del Giurì. Del giudizio contrario degli altri lavori il Giuri manda avviso al pseudo-indirizzo degli Autori, i quali debbono provvedere a ritirare i rispettivi manoscritti e le schede suggellate mandaudo la ricevuta loro rilasciata come all'articolo 5 ;
9.	Il Giurì, d'accordo coi signori Capi-comici, membri del Giurì, fa procedere dette recite in quei modi e con quelle cure che valgano a rendere sicura e sincera la prova delle rappresentazioni; e del successo giudica valendosi di tutti i mezzi di cui dispone, come
giornali, i rapporti dei Capicomici, dei proprj Membri onorarj corrispondenti, o di straordinarj incaricati di riconosciuta competenza, ecc. ;
10.	I predetti signori Capicomici, membri del Giurì, hanno diritto ad un anno di privativa per la recita dei lavori premiati, giusta
termini dello Statuto. — Salvo tale diritto, restano agli Autori de' lavori premiati, tutti i diritti di proprietà letteraria, così per la recita come per la stampa.
Norma pel conferimento dei Premj c, d.
11.	Colla designazione di Giovani Attori, vuoisi intendere, indipendentemente da una precisa determinazione di età, Attori (dell' uno
0	dell' altro sesso), i quali siano ancora nel periodo della giovinezza, e che non sieno riesciti a conseguire posti di prime parti nelle più insigni compagnie drammatiche;
12.	I giovani Attori che vogliono concorrere debbono :
a)	Dichiararlo in iscritto al Giurì;
b)	Far tenere al Giurì attestati di Capi-comici intorno :
1.	Alla loro condotta morale;
2.	Alla loro disciplinatezza, al loro zelo, al loro valore come artisti. — Potranno mandare anche altre attestazioni, come lettere autorevoli, giornali, dichiarazioni dei Membri onorarj corrispondenti del Giurì, attestazioni di Autori o di altre persone competenti ecc. ;
13.	La dichiarazione, di cui all' allinea a, deve essere mandata al Giurì entro tre mesi dalla pubblicazione di questo Manifesto.
1	documenti di cui all' allinea b, possono essere mandati di poi, purché entro il termine di chiusura del Concorso, come nel seguente articolo 14;
14.	Il Concorso così per gli Autori come per gli Attori si chiude colla mezzanotte dell' ultimo sabato di Quaresima.
Il presente manifesto è stato approvato all' unanimità dal Giurì.
Milano, dalla sede del Giurì, Via Filo drammatici, N. 1, li 7 luglio 1880.
Pel Giuri
Il Precidente	II Segretario
Paolo Ferrari	G. Soldatini
QUINCI E QUINDI *
* *
Due nostri associati, ci hanno mosso interpellanza sulla interruzione dei »Quinci e Quindi" ; e noi siamo proprio cascati dalle nuvole. Infatti, molto meno stupore ci avrebbe recato 1' udire, per esempio, che ... la Turchia avesse ceduto Costantinopoli alla Bulgaria, di
quello che sentirci manifestare quel desiderio (non se l'abbiano a male) stravagantuccio. Ma tuttavia — non senza prima chiedere compatimento alla maggioranza di buon gusto, se la necessità d' empiere il foglietto ci rende corrivi — vogliamo accontentare la microscopica minoranza. Dopo tutto, anzi, nessuno stupore : dice bene il proverbio :
Varii sono degli uomini i capricci ;
A chi piaccion le torte e a chi i pasticci.
Mettiamo dunque in tavola il solito pasticcio stellato, e che il Cielo ce la mandi buona.
* *
Dal pasticcio alla quaresima del Dr. Tanner di Nuova-York, del quale adesso tanto si discorre, il passaggio è abbastanza ovvio. Quaranta giorui senza maggiare! Quaranta giorni, come direbbe il nostro popolo, de spas-sizzo de sior' Ana, è una bella, cioè una brutta tirata ! A proposito, sapete 1' origine del detto: sior' Ana spassizza, con cui il popolo esprime scherzosamente la fame ? Tutti no certo ; non è quindi inopportuno il raccontarla. C' era a Venezia, in ilio tempore, certa nobildonna Anna (ne ignoriamo il cognome), la quale, uscita di senno, essendo stata abbandonata dal marito dissoluto, che tenea alta carica in Oriente, non parlò più; ed i suoi vennero a capire che quando vedeva la fame in aria andava a passeggiare in una terrazza alla pubblica vista. Fattosi notorio il significato di quelle passeggiate, il popolo compose il gergo. — Parliamo dunque del celebre digiunatore. Già i nostri lettori dell' americanata ne hanno jiene le tasche: essi sanno che per scommessa e, secondo lui, anche a scopo scientifico, volle digiunare per ben quaranta giorni (28 giugno -6 agosto corr.), soltanto bevendo a piacere, chi dice acqua di fonte e chi dice un acqua di sua composizione, e sorvegliato in pubblico locale dagli interessati e dai due partiti medici sorti; e che vi riuscì. Dicono che il digiuuo fosse divenuto nel Dr. Tanner quasi una mania, che volesse fare esperimenti, anche collo stomaco della moglie, ma eh' ella se la sia data gambe, lasciandolo in Asso. Pervennero peraltro in Europa, da ultimo, vaghe voci di gherminella, di richiamo, et similia; basta, il tempo (nel quale tanti e tanti qui pongono ogni speranza) chiarirà la cosa. Del resto il fatto è possibile ; anche pochi giorni or sono si leggeva su per i giornali notizie di lunghi digiuni (la loro media ci pare fosse di venti giorni), avvenuti negli ultimi secoli; ma appena lette ci sfuggirono, ed ora di punto in bianco non ci è fattibile rintracciarle. Un fatto peraltro, accaduto a Milano nello scorso mese, ce lo ricordiamo. Fu uu muratore di Cusano (circ. di Monza) d'anni 26, che, condannato a quattro anni di carcere (per reato a noi ingnoto), dal primo giorno della pena non volle più saperne nè di cibi nè di bevande. Inutili i più svariati e ingegnosi tentativi; inutile persino la promessagli libertà; egli tenne duro, e morì in capo a ventidue giorni. Negli annali poi dei cacciatori istriani (secolo XVII), c'è un digiuno, con sola acqua, di ventiuove giorni, sostenuto da un giovane ventenne e raccontato per incidenza da mons. Naldini (che lo trasse dalla boca dello stesso giovane) nella sua Corografia ecclesiastica di Capodistria (Venezia, 1700), a carte 375; ed eccolo in poche parole. Sul cadere del 22 dicembre 1668, tornandosene a casa (a Valmorasa) Bortolo Gambozza dopo di avere cacciato, vede sviarsi il suo levriere e correre nel bosco ; gli tiene dietro, e lo segue per un buco che s'allarga in antro sotterraneo; ma, dopo pochi passi, trovando buio, fa per uscire, vede un "bivio, sbaglia sentiero e cade profondo, per rimanere sotterra ben ventiuove giorni (cioè fino al 20 gennaio) bevendo da un filo d'acqua che stillava dalla roccia, finché un fortunato evento fa che egli oda voci e che la sua venga udita. E mons. Naldini chiude il racconto così : „Quì si lambichino 1' ingegno i Fisici se la semplice acqua vaglia a sustentare
per più giorni ad un liuomo la vita. Questione che meritò gì' ingegnosi riflessi d'Alberto
Magno, degno Maestro d'Angelo delle scuole." *
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Dal medico americano passiamo ad uno del centro dell' Africa. Il conte Pietro Antonella uno degli esploratori dello Scioa — dove infelicemente regna S. M. sucidissima il re Menilek — aprendo uua cassa in cerca d'estratto di Liebig (mentre si trovava a Coricati, circa 300 chilometri lungi da Zeila, golfo d'Aden, diretto verso lo Scioa) fece scattare uua rivoltella che lo ferì al braccio destro. Uu abissino volea estrargli la palla con una penna di gallina ; ma egli mediante compresse fredde e arnica potè giungere nello Scioa. Ivi giunto (facciamo il sunto di unaletterada lui spedita alla propria famiglia in data di Lit-Marafià 29 marzo 1880, scritta colle quattro dita della sinistra) il re Menilek gli mandò una delle sue celebrità mediche, la quale esaminata la ferita a lungo, finì col dichiarare che applicando sul braccio un suo medanit (rimedio), la palla sarebbe tosto uscita anche se fosse stata nel ventre. Sorrise Antonelli, sorrise l'interprete, e sorrise il medico reale, che finì col chiedere il regalo d'una camicia. E Antonelli a scanso di ulteriori consulti per non rimanere senza camicie, fece dire al Re che certo la palla (che non si sentiva al tasto) doveva essere stata respinta dall'osso; ma in realtà egli la riteneva schiacciata e aderente all' osso.
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Per i gamberi la va male assai. È questa una notizia che a pochissimi qui riuscirà dolorosa, poiché qui gli appassionati per i gamberi si contano sulle dita. Si tratta che anche quelle bestiole hanno ora la loro epidemia ; un'epidemia fierissima, che mena strage in diversi luoghi; ma le notizie più desolanti
si hanno dalla Baviera.
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* * Notizia
Nella Comune di Muggia di questo Dipartimento, nacque nel dì 27 marzo p.p. uu infante con tre denti della grandezza e consistenza dei quali sono forniti i fanciulli di due iu tre anni. Avviso
A pubblica cognizione,si fa sapere che nella strada di Capodistria detta Calegaria vi è uu albergo all' insegua del Petit-Paris, nel quale si unisce all' offizio di trattoria un alloggio
decente pegli uomini e comodo pei cavalli. *
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Questa notizia e questo avviso non sono proprio freschissimi ; hanno invece la bellezza di seltautadue anni : li abbiamo riprodotti integralmente dal Foglio Periodico Istriano (1 aprile 1808), che qui si stampava sotto il patrocinio del Prefetto Calafati, quando era 1' Istria compresa nel Regno d'Italia, e Capodistria il capoluogo del Dipartimento; foglio che oramai qui rari pur troppo souo quelli che possono ricordarsi di avere letto o veduto quando usciva, rari precisamente come gli appassionati per i gamberi. L'insegua del Petit-Paris fu probabilmente suggerita dallo stesso Prefetto, perchè sappiamo che egli spesso ripeteva di voler ridurre Capodistria un Petit-Paris (cioè un piccolo Parigi) ; ed infatti, iu virtù della famosa „carta bianca", molte innovazioni fece, specialmente in fatto di ri stauri e di vie. Ci sono anzi varii aneddoti che risguardano il vivace Prefetto: chi li sa, ce li fornisca; ce ne
varremo in caso di recidiva quinciquiudiana. *
Finis corouat pasticcium !.... Perdonateci, di grazia, la noiosa verbosità. co
Illustrazione dell' anniversario
Brunelleschi fu nomato il rigeneratore dell'architettura. Fanciullo ancora, cominciò a modellare statuette e a inventare congegni; non garbando peraltro questa sua inclinazione al padre, notaio, che voleva
lo seguitasse nella professione, si provò a contrariarla, finché, veduta la pervicacia del fanciullo e crescendo sempre più d'importanza le manifestazioni del di lui ingegno (poscia conosciuto genio), si rassegnò, e gli fece usare una orifeceria, la cui arte a quel tempo era in grande onore. Ma Brunelleschi, datosi agli studii prediletti di prospettiva, matematica, scultura, meccanica ecc., e leggendo insieme i S. Padri e la Divina Commedia, lasciò ben presto 1' orificeria per spaziare alto. La sua opera, che fece sbalordire il mondo, fu la cupola di S. Maria del Fiore a Firenze. Essendo stati ivi convocati gli architetti di maggior nome si italiani che stranieri, per udire i loro consigli sul modo possibile di chiudere il tempio con una cupola
—	tempio che da un secolo era rimasto incompiuto per la morte del suo architetto Arnolfo di Lapo e perchè nessuno aveva osato di compierlo con una cupola
—	n' uscì una grande quantità d' opinioni disparate; e quando Brunelloschi, parlando ultimo, dichiarò che egli avrebbe fatto il lavoro senza alcun appoggio, e che la volta si sarebbe sostenuta pel proprio peso e per la sola forza di adesione di tutte le sue parti, lo cacciarono fuori credendolo impazzito. Brunelleschi peraltro seppe vincere l'opposizione degli ingenui, superare tutte le guerre degli invidiosi, e non far caso delle beffe degli ignoranti : e cosi compì la grandiosa opera. La cupola misura di diametro 42 metri, e la sua altezza dal suolo alla croce conta in. 110.88. Michelangelo, parlando di essa, dichiarò essere difficile imitare Brunelleschi, impossibile sorpassarlo.
—	Morì nel 1444 a sessantasette anni. Oltre che chiese e palazzi, fece fortezze e dighe ; e lasciò alcuni scritti d'arte e di letteratura.
Premio ministeriale. — Il Ministero italiano della pubblica istruzione, dietro parere del Consiglio Superiore, conferì al cav. Dr. Domenico Lovisato uu premio di L. 1000 per la parte già stampata delle Osservazioni geognostico-geologiche sulla Calabria. Fra pochi giorni il nostro Lovisato ritornerà in Calabria a continuare le ricerche.
La commedia del nostro giovane autore Alberto Gentili di Trieste, intitolata Fior di serra e fior di campo, ottenne a Roma, secondo l'unanime affermamento di quei gio-uali, pieno successo.
Esposizione universale a Roma negli anni 1885 e 86. L'idea fu messa innanzi dal sig. Cesare Orsini con analogo progetto, che incontrò la generale adesione. Cura le pratiche preparatorie il seguente Comitato : Don Felice Borghese — Don Placido Gabrielli — Don Leopoldo Torlonia — Comm. Edmondo Gioia — Cav. Angelo Morterra — Comm. Pietro Pericoli — Cav. Urbano Rattazzi — March. Giulio Mereghi — Comm. Eugenio D'Amico.
Congressi. — A Milano, dal 29 corr. al 4 p. v., sarà un congresso internazionale di beneficenza — a Torino, in settembre, ne saranno due : uno giuridico italiano e uno igienico internazionale — e a Genova, nello stesso mese, uno medico italiano; pel quale, dall'11 al 30, i medici godranno uu ribasso del 30 % suUe ferrovie del Reguo, e del 50 °/0 sui piroscafi.
Arresto e perquisizione. — La sera del 9 corr. arrestarono il sig. Giuseppe Segnan, e dopo gli perquisirono due volte l'abitazione.
Arresti e perquisizioni a Trieste. (Indipendente del 19 corr.). -- Ieri nelle prime ore del mattino, vennero dagli organi della Polizia arrestati i signori: Leone Levi, Giuseppe Manzani, Michele Grego ed Enrico Parenzani. Prima di procedere al loro arresto, gli stessi organi della Polizia sottoposero a minute perquisizioni le loro rispettive abitazioni. — Martedì, alle ore 2 % di notte, terminata la cena alla trattoria Berger al Belvedere, organizzata da apposito comitato per festeggiare il natalizio imperiale, ed alla quale intervennero circa 250 persone, fra cui il direttore di polizia sig. de Pichler, il sig. dirigente la luogotenenza cons. Pozzi, il contrammiraglio cav. de Pauer, da un ispettore delle guardie di polizia venne ordinato a 17 camerieri,
addetti al servizio della cena, di saldare i loro conti, e quindi, in nome della legge, fu ad essi inlimato l'arresto. Ci informano che l'arresto venne motivato dal fatto che i convitati nello spiegare la salvietta, appena sedutisi a mensa, rinvennero, stampato, un proclama che ci dicono di tenore sedizioso. Ieri mattina tredici dei camerieri vennero rimessi in libertà e quattro — cioè Giovanni Moggia, Luigi Fier, Gaetano Manzini ed Edoardo Barbati — trattenuti in arresto a disposizione dell'autorità. —(Indipendente del 22). Tre dei quattro camerieri del Restaurant al Belvedere, sotto il castello, arrestati la sera del 17 corr. e cioè Ed. Baraban, Luigi Fier e Gaetano Manzini, furono ieri posti in libertà.
Altra perquisizione a Trieste. — Fu
perquisita il 20 corr. l'abitazione del sig. Gervasoni, legatore di libri.
Lapide commemorativa. — Domenica 15 corr. a Mandriole (S. Alberto), provincia di Ravenna, venne inaugurata una lapide sulla casa Ravaglia, onde ricordare la morte ivi accaduta dell'eroica Annita Garibaldi.
Ernesto Bossi (Compagnia drammatica G. Brizzi) darà nel prossimo novembre dieci recite al Comunale di Trieste.
L' Alba, dopo quindici mesi di silenzio coattivo, ripiglia ora le sue pubblicazioni, coerente sempre al suo autico programma.
Orticoltura. — Dal 19 a tutto il 26 settembre p. v. avrà luogo a Firenze un' esposizione di frutta (escluse le uve) e di ortaggi, nel Giardino Speiimeutale della r. Società toscana di orticoltura. Sono invitati a prendervi parte tutti gli orticoltori italiani.
Analfabeti. — Anche in Austria-Ungheria, finalmente si conoscerà il numero degli analfabeti. Nel formulario pel censimento del 31 dicembre 1880 vi sarà la nuova rubrica: »Conoscenza del leggere e scrivere". — Altra nuova rubrica.poi sarà la »Lingua usata"; la quale, secondo la proposta parlamentare, avrebbe dovuto essere invece: »Lingua della famiglia".
Bersagliera. — Nella gara di bersaglio inaugurata solennemente a Siena, vinse il primo premio la contessa Maddalena Borghesi.
. LIBRI RECENTI
Prelezione a un corso di Storia della filosofia di Daniele Pallaveri. — Treviso, Zop-pelli ; in 8°, pag. 200.
Dell' Università e de' suoi studi. Ferdinando Coletti. — Padova, Randi ; 8° pag. 83.
Guerra al Genio, epistole di Erminia Bazzocbi. — Trieste, Appolonio; in 16". pag. 48.
Bollettino statistico municipale
di Luglio 1880
Anagrafe. — Nati (battezzati) 30; fanciulli 10 ; fanciulle 20 — Morti 27 ; maschi 3 (dei quali 2 carcerati) femmine 6; fanciulli 11; fanciulle 7. — Matrimonii 2. — Polizia. Denunzie in linea di polizia igienica 4 ; di edilizia 1 ; di annonaria 4, per contravvenzione all'ora di polizia 5; per furti 2; per nuoto fuori del luogo prescritto 2; per lesione d'onore 1; per corso smoderato 2; per malizioso danneggiamento 1 ; per eccessi 1 ; per contravvenzione all'ordine Municipale 1; per minaccio 1; per tener mano agli accattoni 1 ; Arresti per eccessi e truffa 6; per schiamazzi notturni 6, accattonaggio 7; per rissa 4; per furto 2; per maltrattamenti 2; per nuoto 1 ; per malizioso danneggiamento 1 ; per offesa all'impiegato della Pesa 1. - Sfrattati : 4; Usciti dall'i, r. Carcere 6; dei quali 4 triestini e 2 dalmati, — licenze per industria 3. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 8, per hi. 205 e 1. 75, al prezzo di soldi 44 al 1. Certificati per spedizione di vino 26, per hi. 38; dal. 4 ; 1. 4; di. 5 ; — di olio 24, recip. 32, Kg. 4958, gr. 750; — di pesce salato recip. 42, Kg. 1791 e gr. 500; Animali macellati: bovi 55, del peso di Kg. 11036, con Kg. 853 di sego ; vacche 8 del peso di Kg. 1212, con Kg. 82 di sego; vitelli 42; castrati 151; agnelli 3.
Corriere dell' Amministrazione
(dal 6 p. p. a tutto il 22 agosto corr.)
Orsera (Fontane). Conte Lazzaro Borisi (V anno) — Trieste. Dr. Lorenzo Lorenzutti (VI anno); Dr. Marco Tamaro (idem).