ANNO IV. Capodistria, 1 novembre 1870. N. iS on:: «W\C1 \ LÀ P il8 to*r:.,..j rt jiv ^10a\AkE DEGLI US T ERESSI CIVILI, ECONOMICI ED AJIlNISTRATltl 'iOi^ Jt JSitS5i\ li! cihMV <• • ' "' ' ' ' " "" ' ' '~!> »V ì\n»tif«mni» DELL'ISTRIA. Esce il I «d il l'6 d'ogni mese-. ASSOCI 1ZI0\IÌ per un. anao f.ni -T; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli aiibouameuli. si ricevono presso la Redazione. Sto fi[ :} . Articoli comunicati d'interesse generale si stampano er?-tuitamente; ali allri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi ?> per linea. — Lettere e denaro frunco alla Redazione — l'agamtfrvti anticipati. — Un numero separalo soldi 15. Ioli Ì.-JOO '•NliOXS >q oieoeoaop ut roi*Jfl9w»:iq avjqo siisr ?* -vi* -*' ' i - : >''■'■ iV .il' i , ' i.tid Jf la scuola agraria. Vi sono istituzioni, clie raccolgono d'ogni parte enfcnmii ed entusiasuìi. A sentirne parlare gli uòmini colti e gì1 incolti, parrebbe che a propugnarle fosse come rendere omaggio alla luce del sole, cioè tempo sprecato. Eppure, quando da questi amori ideali si viene atta prava di attestarli coi fatti, la calda fraseologia si agghiaccia di botto, e i se e i ma fanno intoppo al giudizio e alla volontà. Noi crediamo, che ciò dipenda dall' essere in molti l'ammirazione dei nuovi trovati sociali un muro convenzionalismo, un correr dietro alla moda, un voler parere, tanto da non buscarsi la taccia di codino o- c he di simile. La è una fede a parole: in cuore non v' ha che scetticismo. A queste riflessioni siamo condotti irresistibilmente, ogni qual volta riportiamo il pensiero, tra altro, a quell'eterno progetto della scuola agraria istriana. " 01 Prima che si ponesse ara on{ innanzi alcun che di concreto, non v' era bocca, da cui non finissero rumorose le figure retoriche, per invocarne la pronta attuazione, per battere chiunque avvisasse di provvedervi piuttosto domani che oggi, per esaltare il larghissimo frutto che se ne sarebbe ritratto. Ebbene; un bel giorno vi furono degli uomini dabbene (ingenui davverof); i quali si sono messi, sul serio, nel fermo proposito di tradurre la buona idea in una bella e pronta realtà. S'erano assicurati del concorso di un riccoi stabilimento, che mira- in gran parte allo stesso fine, e lo avevano anzi indotto ad assumersi còsi forti obbligazioni, che la scuola agraria istriana avrebbe potuto riuscire una delle più considerevoli d'Italia. Per poco denaro che altra corporazione avesse aggiunto, sì da formare un degno onorario al maestro, nulla sa- rebbe mancato. Poderi, orti, operai, locali di scuola, magazzini, officine, assistenza al docente, tufo era'provvednto. Perfino un progetto di regolamento della scuola, compilato con cura diligente sotto la guida di un distinto agronomo, e sminuzzato in ogni parte, per agevolare le relative discussioni e sanzioni, accompagnava questi solerti apprestamenti. Chi poteva dubitare di vederli accolti con soddisfazione e riconoscenza? Ma, ecco, che gli oratori di circostanza, chiamati a fare dopo aver tanto parlato, s'intorbidano, studiano pretesti per oppormi, accattano ausiliari d'inerzia a manca e a destra, compulsano effemeridi", per trovarvi qualche paradosso in dileggiò della scuola, e non si danno pace, finche non vedono morto e sepellito il progetto. Anzi, lo sepel-liscono ancor vivo, perchè tanta fu la furia di spicciarsene, che, ottenute due votazioni di fianco intorno ad esso, lo sottraggono disordinatamente a quella più concludente, che veniva chiesta da'chi lo portava, ed èra la votazione veramente essenziale, per decidere della sua esistenza. Pazienza I À questi lumi di luna, la è questa una virtù necessaria, per quanto si soglia schernirla ; la è una legge, a cui non si vergognano d'inchinarsi gli onesti cittadini, che al comune nemico non vogliono procurare compiacenza alcuna, e tutto sanno.' sacrificare alla suprema esigenza della concordia. Perciò, sórto appena l'altro pensiero di nominare un maestro d'agraria ambulante, sì che ogni luogo della provincia potesse avere un pezzo della scuola di cui parliamoi e rimanesse tolto ogni argomentò di gelosia, ci gode l'animo di vedere, come tutti i buoni compatrioti, compresi quelli, che avevano desiderato altra cosa, si affrettassero 0)0 a farvi plauso, stimassero o no, clie si fosse lasciato da parte il meglio,, per accontentarsi del buono. Ma nemmeno di tal modo si arrivò iin porto. Restò un piccolo scoglio, che si sarebbe potuto c-vitare assai facilmente, per riportarci in alto mare, a peregrinarvi chi sa quanto, ancora. E sì che non mancarono giudiziosi ragionatori, che misero a raido la vanità degli obbietti, e con forma cosà gaggia e temperata, da togliere occasione alla più sottile malevolenza di fantasticare ingiustizie, segnalare vittime, e atteggiarsi in loro difensori. Quale bisogno vero, infatti, che il maestro conosca, oltre l'italiano, anehe ìo «lavo ? Chi può mai figurarselo arringatore delle turbe? Che ne eapireUbero esse, cittadine o rurali ehe fossero, slave o italiane? Il maestro, necessariamente, avrà intorno a se i più colti, o i più dirozzati, e questi o parlano solo l'italiano, © io parlano, e in ogni modo lo intendono, quanto lo slavo. Come dunque arenare dentro a una pretesa così fatua, quale si fu quella di volere cosa inutile, e di volerla sebbene riconosciuta impossibile? Il vecchio scetticismo, sott'altre spoglie, ritornò in campo, e fu beato di lasciare aneora la seuo-la agraria eampata in aria, e di prolungarle così il periodo delle accademiche invocazioni. Ma noi non intendiamo di censurare soltanto' vogliamo pure, in mezzo a questo guajo, esprimere la modesta nostra opinione su quello ehe sarebbe a fare, per finirla colle tergiversazioni Vogliono per simmetria anche un pò1 di slavo? Glielo diano. Mettano a fianco del maestro un assistente che s'intenda dei nostri dialetti slavi. Non^trattandosi più di uno scienziato, da cui pretendere tutta questa filologia, non sarà difficile (li pescarlo fuori. E di tal guisa, eon un pò" di spesa di più, ci saremo liberati, almeno per questa partita, dalla noja delie simulate lamentazioni. Se l'argomento della scuola agraria ci richiamò alla memoria fatti che avremmo volentieri dimenticati., e ci persuaso, poi, a suggerire nuovamente la conciliazione, questo proviene dal ritenere noi, con piena sincerità di giudizio, importantissima per la nostra provincia quella istituzione, e indecoroso per noi tutti il non averla ancora, (piando altrp' provincie, che meno ne abbisognerebbero, e più ci stanno addietro per mezzi materiali e morali, l'hanno già da molto, e degnamente se ne compiacciono. I .ehfcìtxrqfiO .VI i\YY11 xa storia popolari; di trieste. Crediamo di far cosa grata ai Lettori della „ Provincia " riproducendo nelle sue colomxe una relaziottr che togliamo dal giornale il attedino, X. 257, sulla storia di Trieste, scritta dal chiaricatechista Don Jacopo Cavalli, ad uso di quelle smote popolari., ondi: così attestargli in qualche modo la nostra stima, e in pari tempo invogliare qualche nostro comprovinciale a dettare quella di tutta C Istria, perchè il libro possa servire nelle scuole della provincia ed il popolo vi apprenda la sua storia, che pur troppo viene ancora in oggi o ignorata o falsata. « Il consiglio passò quindi all'ultimo argomento posto all' ordine del giorno, a quello relativo al concorso peli' opera di Storia patria. L apposita commissione incaricata dello studio delle varie opere presentate, fa conoscere per bocca del suo relatore, l'on. dr. Vidacovich, d'aver ritenuta meritevole di preferenza l'opera presentata sotto la sigla M. S. ed il motto: Salve terra parens tilulis insignis et armi*. Pria peraltro di pretendere una definitiva de-liherazione, la commissione ha creduto bene d'inviare l'opera ali egregio ed ottimo nostro concittadino Costantino dr. Cuoiano, il quale s' assunse col patriottismo che lo distingue 1' esame dell' opera. Parlando nell' opera presentata sotto la sigla M. S. e col moto: Salve terraparens titulis insigtiis et armis, l'onorevole Dr. Cumano dice: * La breve prefazione tende a sviluppare nelle menti dei fanciulli i soavi concetti di madre e di patria, associando 1' uno all' altro guisa da fonderli insieme, e dimostra la necessità di studiare la situazione geografica, la etnologica, le vicende del luogo natio. E lavoro di ottima fattura dettato dal cuore, e che non può non cattivarsi la simpatia, la curiosità del giovanetto lettore. Nel quadro topografico di Trieste 1' autore mostrasi esperto dipintore e felioe. Tratteggiata a vivaci colori la posizione della città e degli immediati dintorni vi guida ad una altura d'onde quasi a volo di uccello dispiega all' occhio dell' allievo la vista del porto, del golfo, gli insegna il mare Adriatico che sia, mostragli i monti della Vena, i villaggi vicini, e Miramar, e Duino, la costa del Friuli, il campanile di Aquileja, l'isoletta di Grado. Yolgesi quindi verso mezzogiorno ed accennaido alla costa i-striana fa osservare come Trieste situata fra l'Istria ed il Friuli sia quasi un ponte di comunicazione fra le due Provincie. A questa indispensabile lezione corografica, l'autore, (sono espressioni dell'on. Dr. Cumano) fa seguire in poche «a acconcie parole nel II. Capitolo (La nostra origine) un bozzetto dei primi tempi dell'umanità, per discendere ai primi abitatori probabili della regione istro-tergestina, ed ai Traci; non ommettendo di accennare alle fisiche oondizioni ben diverse a quelle epoche ehe presentavano i luoghi discorsi Viene accennando come frattanto i romani andassero dilatando il loro dominio, ci porge notizia dei Galli invasori, delle lotte sostenute dai romani; racconta come apparissero questi Galli in Friuli e vi costruissero un castello a poca distanza da Aquileia, e ciocche ne seguisse. Descrive le guerre fra romani ed istriani impiegando anche il metodo aneddotico; le conseguenze della conquista romana; la incursione dei giapidi, il vallo costrutto all' Alpe Giulia ; le colonie piantate. Fa vedere per ultimo la verità dell' antico adagio dei triestini che con nobile alterigia si dicevano Romani puro sangue. Nel Cap. IV tratta l'autore della caduta dell'impero, e delle irruzioni dei barbari; e nel medesimo di- mostra le- condizioni di Trieste", svolge il motivo per cui dal Comune-fu eretta a Costantino una statua nel Campidoglio, e si fa strada a parlare del cristianesimo. Le irruzioni dei barbari sono trattate maestre olmente, e-senza mai dimenticare 1' assunto principale, gìj che concerne Trieste direttamente. Passati ancora in rivista, alcuni; altri capitoli dell'opera e rilevato il XIII nel quarte 1' autore prova- l'origine latina e l'italianità di Trieste, l'egregio Dr. Camallo aggiunge: Con questo ben condotto capitolo l'autore chiude la suo. storie» esposizione; ma* couscio* per-fttamente della? su» mis.-ibne; e- dello scopo didattico popolare del suo lavoro, non depone la penna senza trarre nella conclusione (C. XLY) gli utili ammaestrar nienti che ne risultano. Avverte alle cause- principali della decadenza di Trieste: invasioni dei barbari e-dissensioni cittadine: i barbari, noti tornei-anno più, ma i barbari d' oggidì che- ponilo- rotare- la patria a mal partito sono l'ignoranza!, il pregiudizio, i vizi e- le-passionili ; la fstruz ione e 1' educazione sono le armi per comi-Batterli e debellarli.. LI risorgimento- di Trieste è do vu-jto al lavoro; mediante-questo il suo commercio' che- ha-jappena un secolo- di vita, sollevolla al rango- dei principali emporei d'Europa: Non dimentichino, chiude 1' autore, l suoi figli la cura dei maggiori per conservasse lingua, costumi, cultura italiana, franchigie* e storici diritti. Tutti indistintamente- ponno- giovare alla pa-tria, ciascuno, in proporzione-de- propini mezzi d'ingegno o di censo. Sull' assieme dell' opera- l' egregio DV. Cbstantino fumano porta, il seguente giudizio-: L' autore nel corso-ilei suo lavoro ha mantenuto costantemente, mi pare; l'unità di concetto. Determinata, la sua- material stori-Ga, tenendo sempre in mira lo scopo- speciale cui: doveva dar opera, in modo piano-famigliare egli' espose gli avvenimenti onde Trieste- fu scena dagli antichi jtempi ai moderni, concatenando-valèntemente-le-cause ^che gli produssero, gli effetti che-necessariamente di dolevano seguire; allacciando insensibilmente-e-con belli' artifizio ai fatti propriamente municipali i momenti sterni più importanti delle vicine regioni da' quali e-panavano. Attinse sempre ad ottimi- fonti e-con senso critico seppe abilmente superare le- difficoltà di alcune epoche rischiarate appena' da fosca luce. >— La sua. bella corografia- di Triesté gll aprì il varco a-favellare delle origini delle sue- popolazioni senza distaccar- i dal tema strettamente narrativo- che- si è proposto, Haejndoci anzi conoscere anche-i'popoli vicini. E non solo ci presenta; metodicamente'un quadro delle condi-izioni politiche-di Trieste alle varie epoche; ma ci vie-Jne mostrando con evidenza materiale la-citta all' epoca (romana, all' epoca di mezzo, ai tempi recenti, ed usi, e costumi, e favella dei triestini; l'amo- costante di pa^ pia e di libertà che scaldano i loro petti, le virtù lo- I'ro ed i loro vizi. Dopo avere ancora-detto dello stile che il Cuma-ìo trova adattato alla intelligenza dei fanciulli e facile, ma spigliato e vivace; sicché la penna dell' autore Luando descrive si fa pennello, 1' egregio critico dell'ornerà conchiude: " Sembrami infine che* P autore abbia m modo lodevolissiino corrisposto ali suo compito, e che nell'opera! sua le scuole popolari avranno il libro desiderato ti:- (Questa-rei azione-fu vivamente applaudita dal Contiglio e dalle gallerie): In base quindi al proprio giudizio ed a quello manifestato da- un giudice tanfo idoneo e vale "ite quanto è appunto il Cumano l'or..Dr. Vidacovich propone al onsiglio: 1. che sia accordato all'autore della storia «ol motto: Salve terra parens titulis insignii et armis ii premio stabilito di f. 300; 2. che la delegazione sia incaricata, d'intendersi coli' autore circ» eventuali mo- ri! I dìficazioni,, e* di fare i passi necessarii affinchè' P uso dell' opera prescelta nelle civiche scuole, venga approvato, dalle superiori autorità; 3i che il Consiglio voglia esprimere ai sig. Dr. Costantino Cumano i proprii ringraziamenti pella compiacenza ajvuta. 11 consiglio- wpprwò arti' unanimità i tre punti pro-p&sti, dopo* ciie-1' osior.. referente- ebbe- accolta 1' emendai dell' o'ior. DV. Piccioli che 1' opera stessa abbia da essere proprietà del comune. Non dubitiamo peraltro che in compenso* di tale cessione assoluta di proprietà e- dell' ulteriore- fatica che richiederà, la modificazione di qualche passo indicato dallo stesso- Dr. CUmano, il consiglio vorrà dimostrare, compensando l'autore oltre al premio abbastanza meschino, eh' esso sa. apprezzare le- difficoltà;, la- faticai ed ili merito* dell' opera- medesima. Dopo» il voto del consiglio il sig. podestà apri la scheda suggellata e slconobbe 1'autore dell'opera premiato nella persona dell' abate Cavalli catechista presso le civiche scuole; La comunicazione- del nome dell'autore venne accompagnata dai bravo del consiglio) e dagli applausi della, galleria. novizie della-vendemmia. Continuiamo la nostra relazione del'a vendemmia t di quest' anno fatta in provincia, accogliendo con pia-! cere nelle nostre colónne tre lettere di gentilissimi cor-■ rispondenti di B'ufe, Pirano» e Ciltanova a cui porgia-, m>j i nostri ringraziamenti^ Si osserverà poi nell'articolo, che-segue ih data di Rovigno, tra l'altre cose di \ interesse municipale, anche un cenno sulla raccolta dei-. l'uve di quel luogo, il che serva per questa volta a ; soddisfare il desiderio dimostrato da alcuni nostri w mici.. Buje, ottobri-. Ckttivas vendemmia; un- terze meno del prodotto • dell'anno scorso, e non perchè la malattia o la tempe-l sta, che fece tanti, danni nelle vostre campagne, abbia \ colpite le nostre vigne, mai perchè la fioritura fu scar-: sa. — Cotesto problema di fisiologia della vite non 5 l'ho> saputo sciogliere :: perchè la pianta ha fiorito poco* quest' anno? Dove le concimazioni fossero regolari si potrebbe dire quando la mancasse per avventura un amiOj che la. causa della meno attiva-vitalità della pianai ta stia appunto nella;mancata concimazione, ma la fio-! ritura fu scarsa- tanto dei vigneti concimati quanto di ; quelli che non vedono mai una. palata;di concime. 11 problema, lo lascio quindi insoluto allo studio i dei più fini e studiosi osservatori, colla preghiera di farne nota la soluzione comunicandola a codesto giornale. — Quanto all' epoca della vendemmia, anche da noi si aspetta che P uva maturi, se non ben bene almeno-suf-ficienteniente perchè se ne-abbia un buon vino comune' da pasto, cho riesce dei migliori dell' Istria. Le vendemmie cominciarono dopo il 25 del settembre. La collina su cui è fabbricata la nostra città, sperone di arenaria bianca spinto tra due formazioni di calcare, si va rivestendo tutta di vigneti a palo secco. — Il terreno,, con tutto chè-l'inclinazione sia forte per una abbondante componente di argilla, resiste alla corosione delle acque — no i vi è bisogno quindi di livellare i terrazzi all' orizzonte, come bisogna che facciate voi, ma o-gni 6ei o dieci filari, a un metro un dall' altro, bast;s_ alzare una scarpa di due o più metri e sotto vi si fa. correre il fossetto. I nostri vignaiuoli sono abilissimi, e tengono la vi-gr a con cura e diligenza. Qualche possidente ha piantato a vigna nella terra rossa, e perchè nò? Che questa qualità di terreno sia adattato e favorevole anzi alla vite, non v'ha dubbio, perchè si vedono le vecchie piante, secolari, di quanta vigoria furono capaci, e pur senza ajuto di concimi ite diligenti colture. Lo scasso reale, questo è vero, nella terra rossa è costoso, perchè quasi da per tutto a due piedi si trova la roccia calcare, a strati sottili ma talvolta anche compatta. Bisogna romperla ed esportarla dal campo onde apparecchiare alle piante uno strato di almeno un metro di profondità. Con tutto ciò i frutti delle vigne dopo il quinto ann® della fatta piantagione, bastano a pagare gli interessi del capitale impiegato nello scasso, ed arrivo a dire che da quella superfìcie così coltivata non si riuscirebbe a cavare un eguale prodotto netto con nessun altro metodo di coltura. f. Cittanora, ottobre. Alla seconda metà del decorso settembre incominciò qui ed ebbe fine la scarsa vendemmia, minore, per certo di una metà, di quella dell' ar.no scorso; non arriviamo a fare le -400 barile (di 48 boccali). — II vino vecchio fu venduto la più parte in città: al-l'imi ne tengono ancora, non essendosi mai offerti compratori dal di fuori. I prezzi si tennero bassi, mentre anno passato erano saliti a fior. 18, qucsr' anno non si paga che fior. 8 a 12. Il vino nuovo lo abbiamo quasi tutto nelle nostre cantine. Del vino che qui si fàbbrica, il terrano sorpassa di un buon terzo il refosco. 11 sistema di coltura è quello a filari con sostegni viventi. P Pirano, ottobre. L' allegria della vendemmia, comincia qui da noi di buon'ora: ai primissimi di settembre si vendemmiarono le uve della collina, immature ben inteso, ed immature quelle della famosa valle di Sizziole, con tutto che fossero lasciate sui tralci dieci giorni più delle altre. Alla metà di settembre tutto ouello eh' era, era a casa, all'incirca 3,200,000 finiti d uve: % meno del prodotto dell'anno scorso ; e calcolando in ragione di -00 fonti d' uva per moro, il vino ricavatone arriva a 16 mila omeri, dei quali 14 mila di refosco. —* il prezzo medio delle uve in grappolo fu di fiorini 3'% al continojo pel refosco, a fiorini 2 per l'altre uve. Il vino si fa — si vende — e viene bevuto subito. Entro il mese venturo siate certo che poco se ne troverà a Pirano: tutto va per via di mare a Trieste e io si paga per ora fino a 3 fiorini l'orna (refòsco). La più grande quantità del nostro vino, come sapete, si ricava dai vigneti della valle di Sizziole, la più grande piantagione di viti (a vigna) della provincia; il vitigno è refosco. Il prodotto però di queste viti non è quel vino abboccato, ricco, spiritoso elei nostri colli, rei vostri eh' è tntt'uno, ma riesce invece vino morto al quale si dà molto colore per la macerazione prolungata nei tini. Viro di valle, lo si caratterizza, nò mai potrà essere migliore! Eppure io credo e grazie a Dio credono molti, che sia possibile farlo migliore e accrescere 3 a nostra ricchezza. Ma per arrivare a ciò, tara prima di tutto necessario, ohe tutti i proprietari, (è un idea vecchia ripetuta mille volte), si uniscono in consorzio per regolar il corso delle acque affinchè le vigne provvedute di un sistema di t'osse, non venghino danneggiate dall' umido | e sieno al sicuro dai trabocchi della Dragogna, per toma dei quali ogni anno si affretta la vendemmia, elio si fa quindi di uve acerbe. fA Pirano tali consorzi non sono novità, che abbisognino del loro tempo per farsi strada, per cui i oh e' e scusa che ne giustifichi il ritardo. Dove termina la valle cominciano le saline, la cui manutenzione viene pure affidata a una commissione eletta dal consorzio dei proprietari e guai se non fosse così. — Regolato una volta il corso delle acque, sarebbe da pensare a correggere il terreno, con studiati emendamenti, a migliorare la coltura della pianta, che, resi i moltissimi elogi che vanno dovuti ai nostri bravi vignaioli, pure abbisogna di qualche riforma, e finalmente dopo tutto questo si stuaierà seriamente il modo di fabbricare il vino ..... ma finché si vende a fiorini 9 all' emero appena spremuto, chi mai pensa che sia necessario occuparsi di tanti studi .... Verrà giorno però che ne saremo costretti. li. -j1 v d> ■') jf. .-v i i.r.n !r .ihri'ht'^b 9 ì»>-jmj.* itovi gito, i>ftot)re. (X). Molti de' nostri compatriota istriani si saranno maravigliati che la „ Provincia " non abbia fatto cenno alcuno sulla festività, eh' ebbe luogo il 12 settembre p. p., festività solenne, in cui il nostro egregio concittadino, signor Matteo dottor Campitelli, prestò il formale giuramento, quale primo podestà, eletto a norma del nuovo statuto, che regola il Comune di Rovigno con legge propria. Abbiamo rilevato che di questa giornata non vi venne data communicazione alcuna, da quelli, cui spettavi* il farlo ; e se codesto giornale non ha creduto di stampare la lunga e dettagliata descrizione, che si lesse nell'Osservatore triestino del 21 settembre, non so dargli torto ; purché trattandosi di avvenimento affatto provinciale, sarebbe sfata giusta la pretesa di una relazione da inserirsi in uu periodico, che ha il carattere veramente istriano. Tra tante e bellissime cose dette in quella circostanza non vi sarà sfuggito a! certo la manifestazione delle speranze, cbe qui si nutrono di un miglior avvenire economico, quando una ferrovia ci legherà alle arterie più importanti delia monarchia, e potrebbe anche darsi, che la nostra cètti»., situata fra Trieste e Fiume, divenga terzo scalo del commercio istriano. Avrete letto quanto sia grave il compito [del nostro podestà, ed egli lo sa; e siccome è uomo prestantis-mo, e patriot a di cuore e molto intelligente, speriamo tutto da lui. Ristorato il civico erario, data forza alla polizia locale, la nostra Rovigno, retta saggiamente a norma del nuovo statuto, rifiorirà, permettetemi la vecchia espressione, l'innovellata di novella fronda. Nulla posso dirvi della nostra Camera di Commercio ed Industria, perch'essa fa le sue eose nel più misterioso silenzio: nè io voglio esser quello che glielo turbi. Della Società Agraria Voi siete al caso di saperne più di me, che almeno due volte il mese ricevete le sue communicazioni per istaaipare nel Supplimento. Sento però vociferare in proposito (ma non ritenetelo per cosa certa) che la Direzione abbia in animo di sollevarvi l'anno venturo da quest' incarico per istamparlo sotto a suoi occhi. Le nostre vendemmie furono scarse, e vino in conseguenza ne abbiamo fatto in minor quantità di anno. L' olio poi sarà scarsissimo, che i nostri veramente stupendi olivi sono quasi spogli di frutta, farse perchè esausti dell' abbondante raccolto dell' anno passato. La pescagione delle sardelle è stata propizia, e si pagò il pesce ii pieni prezzi ; ma il guaio sta nel prezzo del sale, che è tuttora troppo alto e difficulta-questa industria, la quale si animerebbe maggiormente se la finanza volesse favorirla, ribassando ancora il prezzo del sale. '■ 0 . ' Per oggi ho finito, promettendovi in seguito altre relazioni di questa città, se le aggradirete, e vi saluto cordialmente. Dir/nano, ottobre 1S70. (B.) Ne volete una di zecca? Fra pochi giorni preparatevi a sentire le trombe di dorico. Con poche sonate tutto questo edificio di scettica civiltà, e di progresso mentitore, darà un tonfo, e si subisserà mandando un rombo e un sibilo spaventoso. Quel povero Regno d'Italia, che se ne sta là imbambolato a contemplare le vecchie mura di Roma, dentro le quali spera mettersi in quiete e in assetto, quel povero baggeo non sa cosa lo aspetta. Si prepara niente meno che una crociata por liberare il Papa dalla schiavitù degli italiani, ed e qui fra noi che si ordisce e si organizza la spedizione. Tre reverendi si sono già riuniti giorni addietro a Dignano, come i tre campioni del Rutti, e, mettendo «nsieme il loro senno, e la loro scaltrezza, hanno ordito il progetto cavalleresco di strappare ai suoi carnefici il Vicario di Dio. Non vi so dire ancora dove intendano condurlo, se a Monaco, ad Innsbruck, o fors'anche a Dignano, ma certamente in uno di questi tre luoghi. E sarebbe non piccola fortuna per Diguano se toccasse a lei di diventare la proprietà dei cattolici del globo. Con ciò essa dovrebbe naturalmente cessare di essere città istriana, e, con un territorio corrispondente al bisogno; dovrebbe essere separata dagli stati austriaci; poiché capirete bene, che quello stesso argomento che vale per T Italia, vale anelie per gli altri Stati, e il Papa, per essere indipèndente, ha bisogno dì una potestà temporale qui come là. Ma a questo i reverendi devono già averci pulsato, e non è difficile elio prima, o contemporaneamente al ratto di S. S. essi effettuino la conquista di un regno. Per ottenere tutte questo i mezzi divisati sono le preghiere pubbliche in tutte le chiese, ii lutto ostentato e le sospirose lamentazioni dal pergamo e dall'altare, la esaltazione del sentimento religioso e l'eccitamento delle sante ire di tutto il gregge dei fedeli, poi qualche miracolo di santo che suda o stilla non so che sangue, poi oboli e collette, poi suppliche al Governo di mettere un'armata a loro disposizione,-poi'róligiosi tumulti, o poi sassate, e chi sa cos'altro cóntro i miscredenti, e finalmente concentrazione di tutte le forze crociate, e marcia trionfale sopra Roma percuotendo a diritta e a manca, e atterrando tutti gli ostacoli. Rei colpo! E quel che verrà ancora, perchè Vappetito rrene mangiando ! L'ìstria è scielta dai reverendi per culla della grand' impresa, e la nostra provincia avrà la gloria imperitura di aver l'istaurata l'opera di Costantino, di Carlo, e di Matilde ecc. Nelle città la cosa andrà un po' meno liscia, e bisognerà destreggiare; ma nella campagna! là dove quei poveri villici non odono altra voce che quella del loro pastore, l'affare è sicuro, massime se si fa penetrare nei docili animi loro la verità che i beni dei miscredenti sono buona preda. Or dunque rallegratevi, che già uno dei reverendi s'è messo in pellegrinaggio, e, indettatosi con un suo Sancio Panza, provato in anteriori imprese, va a spargere per ogni casolare il grido d'allarme. O noi fortunati, che non avremo più ad invidiare la Mancia! , casse di risparmio posiaix Siccome noi ci proponiamo di far conoscere nella, nostra provincia le principali istituzioni economiche, fcfie vanno svolgendosi presso le nazioni più civili, e particolarmente in Italia, così crediamo di far cosa grata ai nostri lettori, desumendo dagli Annali del Ministero di agricoltura e commercio (ult. fascicolo) che si pubblicano per cura del governo italiano, quanto riguarda lo casse di risparmio postali. n Fra i progetti di legge recentemente sottoposti alla Camera dei Deputati ve n' ha uno dovuto insieme al Ministro delle finanze e a quelli dei lavori pubblici, e dell'agricoltura e commercio, che potrà avere un'influenza rilevantissima sul progresso economico, mirale e sociale del nostro paese; vogliamo accennare al progetto di legge sulla isti.uzione delle Casse di visoli** > postali. Come ognuno sa le casse di risparmio hanno il benefico uffizio di accogliere quei risparmii, che per i*. eseguità loro non potrebbero trovare collocamento nelle intraprese commerciali, industriali, ed agrarie, o nei grandi istituti di credito. L'Italia sotto quésto rispètto è assai al di sotto dell'Inghilterra, della Francia, della Germania, della Svizzera, dall' Olanda e de) Belgi". V'ha infatti ili Italia una Cassa per 120,763 abitanti, mentre in Ispagna ve n' ha una per 979,896 abitanti ; ma, in Inghilterra v' ha una cassa ogni 67;-!4 abitanti e negli altri paesi summentovati, la proporzione Varia da 10,000 a 35,000. Oltre a ciò le nostre 261 casse ili risparmio non sono bene distribuite; mentre l'Italia centrale ne ha 111 e l'Italia settentrionale 72, l'Italia meridionale (compresa la Sicilia) ne ha 10 e la Sardegna 2. Le sole Casse di risparmio lombarde hanno un movimento di capitali, che è circa la metà di quello complessivo verificatosi nel 1807 in tutte insieme Je casso italiane. Questa ineguale distribuzione priva un gran numero di cittadini, due terzi circa dell'intera popolazione, dei vantaggi di queste istituzioni. La relazione che precede il progetto in discorso calcola che soli 4 milioni di italiani hanno accanto a loro una cassa di risparmio; 4 altri milioni sono costretti a fare un viaggio, a perdere una giornata, per depositare i proprii risparmii nella cassa più vicina; l'i sono cosi lontani dalle casse di risparmio da non poterne approfittare quasi affatto. Non è quindi interamente colpa nostra se 1' abitudine del risparmio non è diffusa fra noi quanto in altri paesi. Che a questa grave deficienza possano provvedere Casse di risparmio private, non è da sperare. Lo spese da sottorporsi oltrepasserebbero d'assai i proventi che in móltissimi luoghi potrebbero attendere. Vi provvederanno invece perfettamente i nostri 2,843 ui-fizii di posta, divenuti, con lieve aumento di spesa, altrettante casse dì risparmio. Il primo conato di questa istituzione è dovuto al Sig.r Sikes, impiegato della Cassa di risparmio di Studderslìeld; esso fu subito accolto dal Giadstone che lo fece sanzionano del Parlamento. E mercè sua l'Inghilterra, dal 1S61 in qua, vide crescere le sue -Casse di risparmio da 618 a 4331. La stessa istituzione fu i-naugurata, l'anno scorso, nel Belgio e ne è vivissimo jl desiderio in Francia ed in altri paesi. Secondo il progetto di cui discorriamo, le Casse postali metteranno capo alla Cassa dei depositi e prestiti; anzi è propriamente questa che viene eretta in Gassa di risparmio, e gli uffizii postali non faranno, per questo rispetto, che rappresentarla presso i depositanti. I versamenti non saranno inferiori a L. 1, e potranno estendersi per multiplo,, etoè senza fi-azioni di lire, fino a L. 2000. Le somme versate oltre L, 1000» non porteranno interessi, e per quelle inferiori a L. 2.000) il saggio dell'interesse, saia il medesimo di quello stabilito dalla legge 17. maggio 1863 pei depositi, verrà cioè fissato ogni anno, da un' apposita Commissione, secondo le condizioni del marcato.. Ugni uffizio, di posta designatola! Regolamento»., non solo, rilancerà libretti, ma riceverà i versamenti successivi, e rimborserà le somme versate in ogni altro uffizio,. — Questo sistema segna un progresso su quella inglese, giacché, mentre in Inghilterra il Governo è solo garante verso i depositanti, questi avranno oltre la garanzia del Governo quella eziandio della Cassa dei depositi e prestiti, o, se vuoisi, Corpi morali, a cui es-i a fa credito.. E. il progetto nostro ha pure per I' appunto il vantaggio di dar modo alla Cassa dei Depositi e prestiti, ai venire più largamente in sussidio dei Comuni e delle Provincie. Era stato espresso ii timore che l'istituzioni delle * 'asse postali ordinata a questa guisa potesse nuocere alle Casse di risparmio esistenti, e s'era quindi proposto che le Casse postali fungessero come uffizi! di quelle e ad esse versassero i depositi avuti.. Ma questa proposta non potè essere a scolta, perchè- il Governo^ il; quale assume ili ogni ea» o parte di responsabilità in taccia ai depositanti, noti potrebbe consentire a versa-ie le somme affidategli a tutte le Casse di risparmio, presenti e future senza eccezione, nè sarebbe .agevole procedere a distinzioni,, soaza ùicorrere- nella taccia di inaugurare una nuova- specie di privilegii. Nulla è d' altra parte a temersi rispetto alle Casse di risparmio esistenti, giacché le Casse postali spiegheranno naturalmente la loro maggiore operosità in quei luoghi che sono ora sprovvisti eli Casse private; e il progressivo diffondersi della virtù del risparmio fornirà larga clientela alle une del pari ehe alle altre. In Inghilterra le Casse antiche hanno continualo a vivere e prosperare accanto alle nuove e così avvedrà, ne siamo certi, anche in Italia^ '•'uì-j-ju onnw i.';...ij-i il) i ai!ifu • >:•>» • :•> ut!r > un generoso appello'. Partecipiamo, con vera compiacenza, come siae si formato in CajKKlisti'ia un comitato di giovani, «•iti sta. a cuore- l'educazione del nostro popolo, e ciò allo scopo di provvederlo di' libri ameni, ed istruttivi senza procurargli il minimo dispendio: Con un generoso appello ai suoi concittadini, esso seppe già ammassare buona serqua di! utilissimi volumetti, che formeranno la delizia del nostro operajo, allorché nelle lunghe serate invernali si raccorrà colla sua famigliola attorno il benefico focolare. Sii quelle pagine ei potrà leggere e ! apprendere i fatti più gloriosi della nostra Italia, ispirarsi nel suo luminosissimo passato, insegnare ai figli l'amore verso questa Madre com-mune, e spronarli così a forti e* generosi propositi, perchè divengano un giorno buoni ed utili cittadini. Ecco l'appello e più sotto l'elenco dei libri ormai offerti in dono:: » Tra i varii scopi a cui mira la Società Ope-raja di Mutuo Soocorso, fondata non ha guari in Capodistria, vi ha pur quello di provvedere all'istruzione dei soci; ed uno de' mezzi indicati dall' esperienza per raggiungerlo, è certamente la lettura di buoni libri. Ma detta Società non ne possiede, nè può-procurarseli col denaro sociale, il quale viene destinato dagli statuti per le sole evenienze di malattia e di vecchiaja. Gli è perciò che il sottoscrìtto comitato, certo dfinterpret ire il saggio desiderio de' nostri operai,' la caldo appello a tutti coloro, nel cui animo suonai la parola progresso, affinchè vogliano regalare qualche- volumetto, di argomento e dizione appropriato, oppure contribuire qualla somma, che verrà ad essi suggerita dall'amore che portano alla benefica istituzione- Storia universale, economia politica, romanzi, trattàtelli di arti e mestieri, geografìa, igiene, tutto può essere mezzo potente a educare e ingentilirò il robusto, figlio, del lavoro-,. II sottoscritto- comitato, dopo di avere raccolte le firme, i libri e il denaro, si darà premura di rimettere ogni cosi alla direzione della Società Operaja di Mutuo Soccorso, procurando in pari* tempo, che venga esteso apposito regolamento per Fuso della progettata biblioteca sociale, r Capodistria, 1-4 ottobre 1870. Il Comitato. ELENCO- DEI LrBRI DONATI.. Storia. Fleury - Stori» sacra. Guicciardini - Storia d'Italia voi. 10. M Macchi - Almanacco storico d'Italia (cop. 2.) ,G. Colleoni - E milite romano - racconto italico. v i Ricotti - Corso di storia d'ItaJia, La Far ina - Storia d'Italia- dal 1845 fino alla promulgazione del Regno d'Italia, narrata al popolo. ; E. de Amicis - L'esercito italiano durante il colera del 1867 (copie quattro.) Anonimo - Il Faro'italiano - strenna popolare. I C: Cantù - La Lombardia nel secolo XVII. C. Combi - Porta orientale. » - Obn ni. etnografici sull' Istria. J. Bernardi - Lettere-sull'Istria. E. de Amicis. - La vita militare. G. Berri - Biografia d'illustri italiani. G. Boccardo-Le terre e le acque d'Italia. P. Yalussi - Caratteri della civiltà novella in Italia. N. Grego -1 Turchi a Cittanovai Gubernatis - Storia comparata degli usi nuziali in Italia.. Fleury - Storia della guerra d'Oriente (voi. 13.) Opere di vario argomento. Statuto fondamentale-del regno-d'Italia. Monnier - Notizie storiche sul brigantaggio. Almanacco militare illustrato^ Elementi di geometria. Caimi - Nuovo galateo. Frank - La morale per tutti. Rosa -1 discorsi di un maestro di villaggio a! popolo. G. Castro - Tratti di penna. Lavelli - La rivolta di Milano. Anonimo - Una notte in Roma. Anonimo - Lettere su Venezia. Chi non risica non rosica (Annuario.) C. Correnti -11 nipote del Vestà Verde (Annuario.) Miintegazza - Almanacco igienico. Cantoni - Almanacco agrario. - L'amico del contadino. ffà tii7i>rioO ih Vigano - L'operajo ecc. ecc. P. Cassani - Lezioni di meteorologia popolare, (razoletti - n Paolo v tragedia cristiana. Gabelsberger - Manuale di stenografia. N. Tommaseo - Pensieri sull'educazione. n - Pensieri moralL Bersezio - Biografia di re Vittorio Emanuele. Bonghi - Camillo Cavour. Ottolini - Castelfidardo. n - Prigioni e prigionieri. Anonimo -1 più illustri istriani al tempo della veneta repubblica. Smiles - Chi s'ajuta, Dio P&juta. Fant'ani - Una casa fiorentina da vendere, A. Paladini - La famiglia del soldato. » - L'Ape letteraria ossia raccolta di prose e poesie inedite di autori contemporanei italiani. Agabiti - Elementi di geometria. Giraud - La sorella del brigante. » - Insegnamento contemporaneo di lettura e scrittura. Tagliapietra - Poesie varie. I i! Y. de Castro - Gemme dell'antico testamento. n - Almanacco storico europeo. G. Boccardo - Saggi popolari sulle teorie e sulle applicazioni scientifiche. B ad in - Grotte e caverne (illustrato.) ti - Almanacco statistico europeo. n - Storiette tratte dalla vita degli animali. Alfieri - La tirannide. C. Costantini - Gioje e sofferenze della vita marina. Holmes Lee - Il retaggio fatale. v - Lo svegliarino per tutti (strenna.) Fachinetti Michele, istriano - Poesie e proso. Anonimo - La parzialità nell'educazione. Anonimo - La smaniglia di corallo. Delagrange Antonietta - Un episodio della vita di Guido Reni. Fusinato A. - Confessioni di un giovinotto alla moda. Babuder Giacomo, professore ginnasiale di Capodistria -Cenni intorno alla vita del marchese Girolamo Gravisi capodistriano. . J Viri Fiorini tre. Oblazioni in denaro. (Continua) l aurora boreale. Dopo le splendide giornate di settembre, appena cominciarono a soffiare più presso a queste regioni i venti del sud, fu un continuo susseguirsi di burrasche ricche di fenomeni elettro-magnetici che sventuratamente riuscirono fatali alla nostra città. Il fulmine cadde nel breve tempo di quindici giorni due volte sul nostro scoglio; rovinò quasi una casa di poveri campagnoli, per Ai una vecchia donna ottantenne rimase gravemente ferita, ed il giorno 24 lasciò morto sul colpo un giovane marinajo a bordo di un naviglio ancorato nel nostro porto. Quel giorno stesso P impeto furioso del vento si rinnovò più volte e da ponente e da tramontana, e la sera una splendida meteora, un' aurora boreale, coloriva di una luce rossastra vivissima i contorni delle nere nubi, che spinte da forti venti si mutavano rapidamente in forme fantastiche. La sera dopo verso le ore sette potemmo ammirare lo stesso fenomeno, ma a cielo sereno; Iti splendida meteora luminosa si stendeva per ampio Glo «creili© dell1 orizzonte e dal suo centro partivano raggi di diverso splendore in tutte le direzioni. Quale è la causa efficiente delle aurore boreali? Crediamo far cosa gradita ai nostri lettori col darne le seguenti notizie che togliamo dalla stupenda opera « la fisica del globo » dell'illustre professore Gerolamo Boccardo. Inoerta è finora la risposta che la scienza può dare. Il celebre Balley e HuraWld furono i primi ad asserire che quel fenomeno risulta da influenze magnetiche. Altri sostennero che le aurore boreali potrebbero non essere altro che una meteora puramente luminosa, vale a dire un effetto della luce solare riflessa dai congelati vapori che riempiono 1' atmosfera polare. Se non che il dottore Meray, lodato autore del Geos è sorto al impugnare questa teoria, e fa concorrere invece tre e-lementi alla produzione del fenomeno: un focolare luminoso, un apparato di riverberazione, una superficie; che rifletta la luce riverberata. Si troverebbe il primo di codesti elementi nel sole, il secondo nei ghiacci lucidi e brillanti che circondano l'asse polare sopra un raggio di 500 leghe; infine i vapori che sormontano quest' asse a grande altezza a forma di calotta sferica farebbero P ufficio della superficie bianca e riflettente, che da l'impressione della riverberazione, come fa la tela bianca nelle lanterne magiche e nei microscopi solari a fissare P immagine degli oggetti illuminati. Le aurore boreali, osserva il dotto autore, appariscono sempre nelle ore successive al tramonto o precedenti al sorgere del sole, che sono appunto quelle in eui 1' astro volge tutti i suoi raggi nelf emisfero opposto al nostro, talché, per la riflessione subita, vengono a penetrare nella nostra atmosfera. Senza ni egare punto l'influenza che gli accennati elementi esercitano sulla produzione e sullo sviluppo del meraviglioso fenomeno, noi non possiamo però ammettere, scrive il dotto Professore, che questi elementi sieno i soli che lo determinano, e che 1 aurora boreale debba circoscrìversi unicamente nei limiti di una meteora luminosa. Le perturbazioni magnetiche, con le ■quali questa si annunzia nelle bussole di osservatori posti a grandissime distanze dai luoghi che sono teatro del fenomeno, bastano (ci sembra) a palesare manifestamente che le apparenze luminose, le quali bensì lo accompagnano, non ne costituiscono punto però la vera essenza^ e che questa si collega intimamente, benché forse finora misteriosamente alle leggi ed alle vicissitudini del terrestre magnetismo. E chiude la sua lezione sul magnetismo: Così tutti i fenomeni, o signori, dei quali P atmosfera è il teatro^ fenomini termici, barometrici, ammo-metriei, elettrici, magnetici sono da intimi legami connessi, o concorrono insieme a determinare una delle più meravigliose e stupende meteore, di cui la Natura ci presenti il sublime spettacolo. Capodistria 26 ottobre 1870, la gita della società. operaja triestina di mutuo soccorso nella inostra cittì. Tra le più utili istituzioni, che dobbiamo alla nostra epoca, sono," senza dubbio, le Società di Mutuo Soccorso tra artieri ed operai, le quali, oltre lo scopo di sollevare il popolano dalla miseria, insegnandoli il vero mezzo di ajutarsi in caso di malattia e vecchiaja, senza stendere la mano, e farlo così consapevole della sua dignità, li apprendo- ole no la vera unione delli animi, la concordia dell' intendimenti. E l'unione e la concordia possono sole abbattere le viete istituzioni, sviluppare il germe del santo amore di patria, far progredire qualunque popolo, il meno incivilito. Queste idee ci si destarono in mento al vedere la festevole accoglienza fatta quivi dalla nostra Società operaja alla consorella di Trieste nel giorno 23 del mese decorso. I prolungati evviva alla fratellanza, ^Yrniìo-ne, alla concordia, che udimmo da mille e mille Libbra, non ci parvero i soliti evviva, di chi abituato alle sonore frasi di piazza si appaga del plauso passeggiero, ma un sentito e cordiale saluto di fratello a fratello, un manifesto desiderio di sempre più strignersi alla vicina Trieste-, ut» lusinghiero • i • r ti « • richiamo a communi e, care speranze. Facciamo voti pei: ciò che la gentile Società triestina e con essa i suoi concittadini, rinnovino ira noi le loro visite por istringere maggiormente quel patto di fratellanza, di unione, e di concordia, che con tanto amore il 23 m. d. venivan quivi ad inaugurare, certi della ospitale e sincera accoglienza, che sarà sempre loro per fare la giovane società nostra e l'intera sua patria. • ii'uxi «umu loth o ,oiuìiiii^b 3Ù> -v> - '.IL. GL - »«» eoa il) ìHopfi ioii »}u»aut in a irar/ivMùoonh •• >6 •>! • e. >'l , • • • i -------— olirmi ib ofomsód sKm JM;.iitnin«. w Usili* Ah CORRISPONDENTE DI GENOVA. - «inani <«««§1*0 r. (smitM w) nnotesu .oaomonet few- Accusiamo il ricevimento della pregiata Sua lettera', e La ringraziamo delle espressioni d,i simpatia eh'El-l.v volle accordare al nostro giornale. E vero ch'esso in > Articolar modo s'occupa dell' avanzamento economico di questo paese e però no accoglie con interesse jj li scritti. Circa poi il saggio progetto di Lei, crediamo utile riferire qui le parole eh Ella c'indirizza, le quali potranno forse un giorno produrre ottimo frutto, alle nostre costiere, ove parte di popolazione, vive, si può dire, dei prodotti del mare, ma- con grandissimi stenti e pericoli e molte volte a risico della stessa vita. « Nei mesi scorsi costituivasi in questa città un Comitato promotore di una nuova società, che dovrebbe assumere il titolo di Società anonima delta Pesca. Scopo della medesima, pare, sia di migliorare le condizioni di quella classe di operai, che vivono col frutto della pe ca, di regolari; questa con nonno speciali, per guisa d'i renderla più proficua e meno faticosa e provvedere in pari tempo al [la conservazione e moltiplicazione della specie. Il programma n'è assai interessante e promettente. L'Istria, che possiedo sì esteso litorale, i cui abitanti in grandissima, parte ritraggono dalla pesca i mezzi della loro sussistenza, non farebbe bene imitare l'e-t empio della Liguria, esaminare il programma anzi detto, farlo-suor* Certo che sì, ed anzi con maggior vantaggio, perciocché come sono scarsissimi di legna i -luì a .onera si aiobtrala ssnoa -iiùiidjmT & rollili,.a monti di Genova, altrettanto è povero di pesci il suo folfo, mentre il nostro Adriatico abbonda di ricche e i ottime pescagioni, n Riguardo poi ai dati, ch'Ella brama sulla nostra Capodistria, noi non potremmo altro che richiamarla a quel ricco enjporio di dati e di notizie e di titoli, eh' è la Bibliografia istriana stampata qui da un egregio nostro concittadino, emporio e miniera inesauribile per chiunque ami studiare con qualche vantaggio casa sua ed investigare nelle sue memorie il gloriosissimo! passato, e trarne lusinghiere speranze per l'avvenire. Altri dati, che sieno più certi, non li abbiamo che in iscritti parziali o sparsi nelle tre strenne della Porta Orientale, o in qualche almanacchetto anteriore al 59... di poi poco o nulla s' ò potuto, scrivere in vista delle condizioni affatto precarie ed eccezionali dei nostri luoghi.. Che Capodistria, come molti altri paesi della provincia, sia posta in un indirizzo migliore Le valga di prova la novella Associazione di Mutuo Soccorso tra operai, che dà ora bellissimi risultati e per l' aumento continuo de' contribuenti e per la esemplare armonia che vi regna tra i soci; così pure il maggior incremento che si riscontra nella coltura delle sue campagne, nell'operosità del suo contadino, e nell' occulata sorveglianza del signore. Circa poi a quello eh' Ella; vuol riferire in fine della sua lettera rapporto a scale socialia disparità di condizioni ecc. ecc., rammentisi del vecchio adagio che » il solo fumo va all'aria e l'aqua alla valle -o ciò che dice il Giusti nel notissimo suo Stivale (a pagine 65 edizione di Firenze) il quale vorremmo qui riportarle per intero se non fosse troppo lungo. Si conservi. Capodistria, ottobre 1870. La Redazione. 8 WW I " /Milli 181 i il JuJ if. I ii itUliT»: c --~--- - - : ' <•' Tutti i giornali di agricoltura del Regno portano relazioni dettagliate del primo congresso generale degli agricoltori italiani, che si tenne in Pistoja nello scorso settembre; ove per la prima volta si unirono a discutere problemi della più alta importanza tutti quelli cui sta a cuore il rifiorimento della scienza agraria d'Italia e il suo avvenire economico. La nostra provincia soltanto non vi era rappresentata, e non possiamo perciò astenerci dal manifestare la nostra sorpresa il nostro sconforto. Eppure la Presidenza della società agraria fece credere clie vi avrebbe inviati i suoi rappresentanti, mediante apposito manifesto, stampato- net Supplimento del 1" settembre, ma poi nessuno si mosse Bisognava andarci ! - fisin £m -cui :»n oj£-Oyfi£ oìLìvìui uh L «friud mercato uve in capodistria. n La piazza venne aperta il giorno 2ti settembre e furono vendute le seguenti quantità. Refosco funti 288,242 al prezzo medio di soldi 6 W-'00 Altre uve « 122,919 „ « . • 9 100 V " ,','JK ikl 3KM7&E DI OtUSEPPB tOTiTKL1X NICOLO-' de MADONIZZA Riti attore,