clella grotta rinomata di Adelsberg nella Secondo la recente descrizione fatta dali’ I. R. Ingegnere circolare Aloise Schaffenrath, ed aumentata da J. SCHABER, Adelsberg. Appresso Massimiliano Schaeber. Z c> 'i x _ / / / 24991 7 Descrizione della grotta di Adelsberg. a strada carreggiabile alla grotta devia gia nel borgo di Adelsberg dalla strada comraerciale e passa dinanzi alla chiesa parochiale alquanto piu in la al piede dei sterili monti, che danno limite verso settentrione alla vallata Poik, con- traponendo il tetro aspetto d’ un’ arida contrada del Carso ai prati irrigati dal serpeggiante ti um e Poik (Pivka). N on lungi dal villaggio Otok grande apresi fra obliqui strati di rupi un’ antro in cui gettasi il fiume Poik per comparire poi nel grande Duomo situato nella grotta. Al pendio del monte e sov- rapposta a quest’ antro nell’ altezza di dieci ca- taste sopra il livello deli’ acqua, vedesi il rozzo ingresso alla grotta, munito d’ un cancello di ferro Ingresso al quale vi conduce un viale di tigli. Dalla borgata di Adelsberg sino ali’ ingresso della grotta evvi una distanza di 600 cataste ed e questo situato ali’ altezza di 300 cataste oltre alla superficie del mare. La sua bassa volta e 4 Via princi- pale della grotta priva d’ ornamenti e non fa suppore benclie in minima parte quegl’ impossanti atrii e quelle magnifiche sceniche decorazioni, che gl’interni spazj contengono. Vuolsi consigliare tutti i visitatori della grotta di riposare alquanto e refrigerarsi prima d’ entrarvi poich6 durante la stagione estiva la temperatura interna e molto pili bassa che 1’esterna e varia per circa 7 a 9 gradi R. A tutte le parti praticabili della grotta vi conduce comodo sentiero su cui non havvi pe- ricolo di sorta ed alle localita situate in bassura vi conducono scalinati di pietra. Dove poi al lato del sentiero vi sono degli abissi o antri ri- parano forti parapetti e balaustrate di solidissimo lavoro, ogni possibile pericolo. Non v’ e da tcmere la caduta dali’ alto delle volte d’ un qualche pezzo di balza o stalattite, avendone bastanti prove, che ne in conseguenza agli scoppj di mina fatti nell’ interno della grotta, ne durante forti terremoti non un sassolino si fosse mosso dali’ attuale suo pošto. La via principale nella grotta, che in piu luoghi si allarga in atrii spaziosi, si estende nella sua precipua direzione dal Sud-Ovest al Nord-Ost ed al sepolcro si divide in dne rami dei auali il maggiore, mantenendo il carattere della grotta principale prende la sua direzione verso 1’ Ost ossia Levante, si dilunga poscia verso Settentrione, poi al piede del monte Cal- vario, il punto piu lontano nella grotta, piega 5 verso 1’ Ovest e per fine al piede del rnonte Loibl si volge in una piu angusta grotta laterale, la quale per un traforo fatto nel 1856 si unisce altro ramo di via , clie come detto diparte dal Sepolcro mediante un piu ristretto e circonferente sentiero pošto a Settentrione. Serva questo succinto preliminare a schiari- lnento della direzione principale eioe di quella parte nella grotta clie va pro vvista di vie transitorie. Segue 1’ esatta descrizione delle sue singole partite. I. Spazi della grotta conosciuti prima deli’ anno 1819. Dieci cataste distante dali’ ingresso e segnata- mente per un cancello di ferro situato alla sini- stra parete di roccia, penetra nei sotterranei spazj 1’ ultima luce del giorno. E qui, che sotto quest’ apertura si vedono le acque del fiume Poik ; quale dal suo ingresso impoi continua il corso sotteraneo, ed il di cui romoreggiante sussurio odesi ancor per lungo tratto di tempo. Non lungi da questo luogo, salendo per nove gradini di pietra, si giunge ad un corridojo piu elevato, e piu largo , clie si volge verso Levante e dove il mormorio deli’ acqua per breve tempo ammutolisce. Q,uesto sentiero construito 6 Ponte nabirale II Poggiuolo II gramle Duonio a foggia di galleria s’ inalza e s’ allarga a poco a poco, odesi il rauco romoreggiare deli acqua, gli spazj s’ allargano di mano in mano ed eccoci ali’ ingresso del grande Duomo. II sentiero va abbassandosi per la scesa di tredici gradini di pietra sorpassando un’ arcata di roccia che forma un ponte naturale sotto il quale a destra si vede scorrere il liume Poik. Il suo corso dali’ ingresso fino nel Duomo dove esso scomparisce, dopo averlo percorso dal mezzogiorno al settentrione, forma la figura d’ una S- A fjuesto primo ponte naturale si unisce un secondo pošto sopra un’ alta eaverna nella (piale si puo discendere fino al fiume Poik e passando sopra questa volta naturale si giunge al poggiuolo da dove 1’ occhio va divagando pel piii bel punto di vista del Duomo. Eccoci a due terzi d’ altezza del maggior spazio della grotta. Questo magnifico, e dicasi pure incantevol atrio, sormontato da arcate di grigi ammassi di roccia, ha 1’altezza di 15 e la larghezza di 24 cataste ed e 25 cataste distante dali’ingresso. Viene percorso dal fiume Poik in direzione dal mezzogiorno al settentrione quale poscia in poca distanza volgendosi a Levante, va perdersi fra spaccature di rupi e dopo al- cune ore di corso sotteraneo sortendo della grotta di Kleinhausel (distante una stazione postale da Adelsberg) ricomparisce sotto il nome di Unz. Al di lh del menzionato ponte naturale, che si unisce alla parete posta ali’ Ovest del — 7 grande Duomo, vedesi il primo monumento erretto per cura del cavaliere Giuseppe di Lftwengreif, energico promottore di tutte queste scoperte sot- teranee. Questo monumento sta al luogo stesso da dove nell’ anno 1816. SM. 1’ Imperatore Frances- co 1 . graziosamente sidegnava osservare la grotta. Sopra lastra di marmo nero vedesi la se- guente inserizione: FRANCESCO L Imperatore d’ A u s t r i a, il giusto, il buono, il savio t»ui slette osservando Qucsfe sotterranee scene Dell’ cfiicicntc natura. Il 16 . maggio 1816 . Giuseppe cavaliere di Lovvengreif, I. E. cassiere circolare, In atto d’alta venerazione e fedelissima sudditenza Alla memoria dei presenti c posteri Quest’ avveniraento consacra. La galleria artificiale costruita nel 1856, nella parete lateral perpendicolare del Duomo, conduce dal sumenzionato monumento alla grotta Ferdinandea. Tale lavoro venne fatto per di- sposizione deli’ i. r. direttore d’ ufficio distrettuale, consigliere Valentino Mu mig. Lalunghezza importa 28 cataste e la larghezza una catasta corrente. Verso il termine della galleria va questa allargandosi in una piatiforma e da dove risulta bellissimo punto di vista. Dipartendo da qui, Mo- numento Francesco Galleria artificiale 8 e salendo per tre gradini, si giunge in un ve- stibolo il di cui spazio anteriore e occupato daL monumento Ferdinandeo: Q,ui comincia la nuova grotta Ferdinandea scoperta nel 1818 dalla guida Luca Čič. Per giungere dal monumento Francesco a quello di Ferdinando dovevasi, negli anni ante- cedenti al 1856, discendere sino al fondo della grotta ad ivi passare il fiume Poik; ma poiche a tempi di continuata pioggia le sue acque si gonfiavano ali’ eccesso ed innondavano il sovra- posto ponte di legno, avenne che spesse volte pel corso di piu settimane, 1’ accesso alla grotta sirendeva impossibile. La costruzione della galleria levb tale inconveniente e 1’accesso a tutti gli altri spazj della grotta non e piu dipendente, nč impedito, dali’ altezza dell’acqua. Per farsi una esatta idea della grandiosita del Duomo, non si ommetta di recarsi per la vecchia via, tutt’ ora conservata in buonissimo stato, e scendere fino a quella profonditk da dove la corrente del Poik tramanda un continuo mor- morio. Prima di arrivare al monumento Francesco, scende la via per 23 gradini, ad una piazzetta lk dove a sinistra si vede dietro ad un’ appoggio un’ antro oscuro alla di cul estremita passa un sentiero, largo un piede, che conduce ali’ anti- chissima grotta quale pel suo dificoltoso adito ben di rado viene visitata. Innoltrandosi da questa piazzetta per venti artificiali gradini di pietra, si 9 arriva sur un pianerottolo da dove si vedono le arcate dei due menzionati ponti naturali. Con- tinuando la via e scendendo per 33 gradini, si giunge ad un’ argine fatto ad arte e poscia al ponte erretto sopra il Poilc, lungo 14 e largo una catasta. Dal mezzo di questo ponte vedesi 1’ atrio del grande Duomo anche detto la grotta di Nettuno, degna d’amirazione. Dopo la scesa per 89 gradini per giungere a questo sito, continua il sentiero che conduce per altri 82 gradini di pietra, rnunito da un lato del appoggio di legno e dali’ altro di pareti di rupi, al monumento Ferdinandeo al quale si puo anche pervenire per via piu corta passando la galleria artificiale. TL Descrizione degli spazj di grotta scoperti nell’ anno 1818 . La nuova grotta, nominata anche la grotta Ferdinandea, ha capo al secondo monumento dedicato a SM. 1’ Imperatore Ferdinando, che come Principe ereditario e Ke d’ Ungheria il 17 Agosto deli’ anno 1819 visitava questa nuova scoperta sotterranea fatta, come gia detto, nell’ anno antecedente dalla guida Čič. Mo¬ numento Ferdi¬ nandeo 10 — Leggesi qui la seguente inscrizione: In questi cavernosi atrii Di niagico aspetto E dove dal stalattitc Sorgon colone petrce, Oui da lontan paesi Mustri vi entrarono. Ma pria d’ ogni altro Di Cesare il figlio FERNANDO. II 17. agosto 1819. Hueber scolpi. Lowengreif pose. Procedendo in šalita dal monumento e pas- sando rasente il piccolo pergamo intonacato di grigio stalattite, il sentiero va ristringendosi e sbocca in un’ ampio atrio denominato la beeclieria. , ' . In (luesto spazio deli’ altezza di 24 piedi, freg- bccclieria ja a / o giato di stalattiti bianco-grigi si vedono forma- zioni di stalattiti rassomiglianti a lardoni ed a cotenne di lardo, da dove il visitatore giunge ad ima magnifica grotta laterale ricchissima di stalattiti e variopinte formazioni. Il sentiero d’ entrata e stretto, basso, šale e scende a vicenda ma nulla di meno e comodo e passa per partite adorne di bianchi scintilanti stalattiti, dove vi si presenta nna bella testa antica, che merita essere veduta ed animirata. H giardino Piu innanzi si giunge ad un’ atrio basso nomi- inglcse nato il giardino inglese. Degna d’ammirazione vi h 1’incrostazione deli’ arcate superiore alta 7 piedi pendente 5 piedi aLTingiue cosi pure, il suolo, che per la quantita delle candide e scintilanti 11 formazioni di stalattiti minuti, rifulge, brilla e riluce. Sopra piano sentiero e passando per un corridojo che a vicenda s’alza e s’ abbassa, si giunge al cosidetto scavo dei diamanti in eni si vede pendere dali’ alto una formazione di stalattite a foggia di sottili cannelle, clie raffigurano la piog- gia cadente. Illuminando (juesta grotta a giusto metodo si presenta allo sguardo una scena di magico effetto. Per natural affatto asciuto sentiero si passa dinanzi a formazioni di bianco - grigi stalattiti e si arriva al cosidetto Delfino, che propriamente Leone dovrebbesi nominare e dietro quale e si- tuata verso mezzogiorno una piccola ma inter- essantissima parte della grotta, che per solito non viene visitata. Avanzandosi alquanto in šalita da questo luogo, si vedono degli stalattiti rassomi- glianti a salami ed a funghi. Tanto la forma di questi stalattiti quanto il loro color rosso, frammisto al bianco, merita essere veduto. Qui termina la grotta laterale dove alla parete vi sono da leggere piu migliaja di nomi e bene spesso accade che fr a* questi si trovi il nome d’un caro amico. Di passaggio si viene al cosidetto Trono la di cui parte superiore, scintilante e fulgida, ar- ride ali’ entrante visitatore Questa formazione e 187 cataste distante dali’ ingresso principale della grotta. Ritornando per lo stesso sentiero che con- Lo scavo dei diamanti 11 delfino 11 trono 12 duce al giardino inglese e da questo alla bec- cheria, si perviene nel corridojo principale, che sbocca in un’ angusto spazio da dove si viene ad Statua ima formazione di stalattiti rassomigliante alla S. Maria statua della Madonna col bambino. Illuminando la parte anteriore di questa formazione, ricade la sua ombra alla retrostante parete e fa apparire una bellissima figura, che merita essere veduta. Qui 1’atrio si apre e diviene piu spazioso arrivando sino ali’ altezza di 30 piedi. Lo sta- lattite e bianco ed i massi di pietra che formano il soffitto, si sormentano in strati dando un aspetto di forma gotica. II suolo e quasi del tutto asciuto, l’atrio spazioso e ventilato. Da (piesto punto in poi il sentiero si abbassa e ri- stringe •— passa dinanzi ad un pošto dove spira incontro F aria piu pura del giorno ed eccovi alla cosidetta cascata dove i bianco-grigi stalattiti e la loro formazione meritano particolar osser- vazione. E qui, che la natura volle formare uno stalattite deli’ altezza di cinque piedi e della grossezza di cinque pollici di collore nericcio, come se tale fosse cresciuto dal suolo ed isolato. La rassomiglianza di questo stalattite a quel tronco ferrato, che come testimonio e reliquia de tempi andati vedesi oggidi ancora vicino alla Il tronco piazza di S. Stefan o in Vienna, ha fatto per ferrato analogia cosi nominare questa formazione. Da questo luogo in poi F atrio va per breve distanza 13 — elevandosi sino alFaltezza di 30 piedi. Fra le varie figure rapressentate dallo stalattite di can- giante colore, si perviene su buon sentiero sa- lendo tre gradini, per un corridojo stretto, ma nulla di meno comodo, in un’ ampio spazio or- nato di stalatite clie e un atrio alto 30 piedi in cui i pezzi di rupi ed i toreggianti massi di pietra eeitano somma meraviglia. Continua la via s op ra un argine limitato da un lato da parete di balze e dali’ altro di appoggi, fra stalattiti bianco-rossi, ad una pro- spettiva dove usando ben disposta illuminazione, vede si, da un altezza di 30 piedi comparire un biancastro chiarore, simile ali’ aurora boreale. L’ aurora Per questa stessa via si giunge alla cosidetta boreale sedia di S. Pietro. Per ottimo sentiero rassicurato da appoggio e salendo per due gradini, si passa innanzi ad una grotta laterale che sta in relazione colla sala da ballo, per poi arrivare in un magnifico atrio alto 40 piedi. Dilungandosi da qui e salendo per due scalini indi scendendo per altri venti e passando vicino alla cosidetta prigione si perviene alla La prigione sotteranea meraviglia della natura, cioe alFampia sala da ballo anche nominata: il piazzale della La sala da giostra. ballo ossia E questo 28 cataste discosto dali’ ingresso; '* ^"11 a importa 60 cataste di lunghezza e 15 cataste di giostra larghezza ed e sormentato da un soffitto di balza a foggia arcata in misura di 42 cataste. Piano 14 — (irotta laterale ed orizzontale e il suolo, l’aria che ivi spira e purissima ed havvi in vicinanza deli’ acqua fresca potabile. Questo e il sito precipuo dove ali’ occasione deli’ annua festa della grotta (il lunedi di Pente- coste) concorrono i forestieri in numero di 7 a 800 e si divertono danzando al suono di ben ordinata orchestra. Alla meta della sala da ballo nella sinistra parete, si vedo un’ apertura alta 15 pollici, per la quale passando a carpone in distanza di 10 piedi, si perviene in un basso salotto parallelo alla sumenzionata sala da ballo. Questo salotto e piano, alto 15 e largo 4 cataste; vedonsi quivi sopra elevazione molte scintilanti cristalisazioni e specialmente delle bianche petrificazioni cal- caree, che sono sorprendenti. Passando a stento per alcuni stretti viotoli e per antri, si esce poi nella vicinanza della gia detta prigione. Procedendo innanzi dalla sala da ballo e salendo per 3 gradini a dcstra, vedonsi bellis- sime bianche brillanti colonne ed una pili grande colonna di stalattiti, quale sciolta dalla sottoposta sua mota si appoggia ad un’ altra sua simile vicina. Piii avanti vi sono bellissime formazioni di stalattiti in diverse grandezze e di vario colorito e si arriva poi in un’ atrio doli’ altczza di 24 piedi, ricco anche questo di variopinti stalattiti. Per buono e piano sentiero si giunge alla cosidetta piccola campana e passando dinanzi a 15 — strati di balza rivestiti di bianco stalagmite, si entrain un’alto spazio che per ogni do ve e semi- nato di pietre lucicanti; qualo spazio a poco a poco si va chiudendo. Da questo luogo continua la via per uno strctto passaggio alto 5 piedi, che passa dinanzi ali’ Altare e riesce poi alla cosidetta campana grande. Consiste questa di materia stalattitica e forma grata sorpresa udendone i ripetuti rauchi tocchi che in grande lontananza si possono udiro simili a quelli d’una campana di metallo. Passando da questa situazione per un’antro ripieno di fusti di colonne formati di stalattiti, alti 24 piedi, si arriva per un’argine artifieiale di hmghezza 24 cataste ad un luogo dello stesso antro dovc dali’ alto pende una pefrca forma- zione nominata: la lumiera ossia, il lustvo; degna d’esser veduta. Per un’ altro argine lungo 10 cataste, si passa dinanzi ad un bianco stalattite di 5 cataste in circonfcrcnza, e si giunge in uno spazioso atrio da dove in brevc distanza si ravvisa la cosidetta fontana formata di candido conglomc- rato petrefatto da cui in alto ascende un rosso stalattite a foggia di zampillo d’acqua. Volgendosi a manca vedesi una stretta e bassa scavata nella quale passando per brillante suolo circondato da giallastre pareti di colore della cera, ad innoltrandosi sino ad una bassura che pone termine a questo ramo di grotta, si perviene al cosidetto ripostiglio della cera, cosi La campana grande La lumiera ossia il bistro La fontana 16 Ripostiglio delta cera La carbo- naja L’ iinina- gine Le mumie denominato e por colore e per la formazione dei pendenti stalattiti. In continuazione della via principale si ar- riva ad un luogo nominato il chiaror di luna, la dove le guide mediante 1’ illuininazione ada- tata in alto pošto, vogliono rappresentare il levar della luna. Da qui per via laterata da brillanti stalattiti si giunge alla eosidetta carbonaja. Pre- sentasi qui al visitatore un’ atrio spazioso oriz- zontale in cui il lume fa comparire gli oggetti di color grigio-chiaro; l'aria e pura e si ode, come nella maggior parte delle localita sottera- nee il gocciolar deli’ acqua. Piu innanzi trovasi il quadro, ossia 1’imma- gine, oggetto di meraviglia per tutti coloro che visitano la*grotta, ed & questo 460 cataste dis- costo dali’ ingresso. La massa colonniforme alta 36 piedi, che dali’ alto in giii non del tutto ar- riva colla sua formazione petrea al suolo, sembra essere divisa alla metk Nella parte superiore della colonna vedesi un parallelogramma profon- dato per 3 pollici in una bianca piastra, che di- cesi il quadro ossia 1’ immagine, quale, sia ri- guardo ali’ artificiale suo aspetto, sia per lo strano operare della natura, merita non esser sorpassato. Piu innanzi a destra il visitatore vedra 1’ organo, oggetto composto di molti sottili stalattiti. Le mumie ritte. Queste formazioni di sta¬ lattiti sono 500 cataste discoste dali’ ingresso ed ofrono, accompagnate di ben disposta illumina- zione, un bellissimo aspetto; il colore e bianco- — 17 rossiccio. cangiante in grigio ed il suolo h on- deggiato. A destra, sottoposto a queste mumie e pre- cisamente sotto la maggiore, avvi un passaggio, che si unisce ali’ artefatto sentiero a sinestra. Tutto 1’ atrio che contiene queste forrna- zioni e limitato da ignude gi’igie pareti di rupi, alle quali alla sinistra parte appariscono dei Tbelli stalattiti. Per solido ad asciuto terreno il visitatore jj g C p«i cro giunge alla vista del sepolcro discosto 525 ca- tastc dali’ ingresso. E questa una massa di sta¬ lattiti pendenti dali’ alto, che sembra nei tempi futuri voler riempire tutto questo spazio. Tale spazio e oggidi alto 27 piedi e sopra terreno di forma ondeggiata pompeggiano ma- gnifiche bianche colonne cannellate; a sinistra del sepolcro si vede un’ isolato stallagmite, detto 1’ obelisco. Dali’ anzi detto sepolcro si devia dalla grotta Ferdinandea che si cstende versoLevante e oltre la quale si fara poscia a questo luogo ritorno. Prendendo la direzione a sinistra si entra in una bassa grotta lateralc la di cui apcrtura si rifcrisce ad epoca di fausto avvenimento por la storia della grotta di Adclsberg in generale, cioe la presenza delle LL. JJ. RR. Maestii l’Im- peratore Francesco Giuseppe I. e 1’ augustu sposa, Imperatrice Elisabetta, dalle quali augustissime persone gli eccelsi nomi assunse. Passando fra rottami di balze e di stalattiti 2 tirottu Francesco Giuseppe ed Elisabetta 18 II piccolo molite calvario si animirano le estese formazioni petree di color bianco e rosso, parte delle quali spontanee vi stanno ed altre di color rosso dalle bianclie pa- reti prorompono. In distanza di 16 cataste dali’ ingresso il passaggio va ristringendosi di mano in mano finche poi in distanza di 36 cataste questo quasi del tutto si cliiude, Questo stretto passaggio seppe Parte allargare. Dietro questa gola si perviene ad un’ atrio alto 8 e largo 9 cataste in cui i bianchi stalat- titi cominciano coprirsi a strati di rosse croste. Dopo essere discesi por tre gradini e montati per una piccola scesa, si viene ad un pogetto dove trovasi una colonna di color čarne deli’ al- tezza di 3 cataste. Non si ommetta di osservare i bei panneggiamenti alla parete retroposta i di cui colori cangianti passano dal candido bianco sino al rosa. Dieciotto cataste distante dal anzidetto punto, arriva il visitatore in un atrio piu spazioso da dove volgendo lo sguardo ali’ indietro vedra tutto a pieno lo spazio, cbe per le sue impossanti ed aggruppate formazioni petrificate, ottenne il nome di piccolo monte calvario. Si giunge poi ad un perforo mediante il quale nell’ anno 1856 due grotte laterali furono unite. Questo lavoro esegui il signor Eunike ed e lungo 6 cataste e 3 piedi, largo 5 cataste, 5 piedi e 6 pollici. Scendendo in distanza di 14 cataste dietro il perforo, si giunge per un gradino, ad una 19 colonna di candido bianco colore della grossezza di 3 pollici e deli’altezza di 9 piedi, situata a destra della via. Si raccomanda al visitatore di non sorpassare le bianche cortine, che in ogni rapporto meritano essere vedute. Innoltrandosi per altre 25 cataste e dopo aver vedute delle bellissime colonne il di eui splendore puo dirsi abbagliante, vedesi in alto delle Drapperie biancbissime non piu grosse di quattro linee. Da qui in poi si abbassa la volta cosicche alla distanza di 14 cataste questa non lik piu di 5 piedi d’altezza. Dopo šaliti 6 gradini si vedono alla parte superiore della volta pendenti cannucce di formazione calcarea, clie rassomi- La pioggia gliano alla pioggia. Due cataste piu oltrc ; a mano destra, si vede in una nicchia un gruppo clie rassomiglia Le a due dormenti fanciulle. Le teste sono bianche dormcnti e rosso bruno k il vestito. fanciulle Qui 1’atrio si allarga e giunge successiva- mente ali’ altezza di 7 ed alla larghezza di 4 cataste. I massi di pietra stanno sormontati in forma d’arco acuto e lo pareti sono incrostate di bellissimi bianchi stalattiti clie vanno can- giando il loro colore sino al bruno oscuro il tutto lucicante e simile al puro cristallo. La via prendc volta a sinistra e si passa sotto un masso di stalattiti lungo 9 piedi deno- La spada di minato la spada di Damocle, da dove si per- Damocle viene per un sentiero, ricchissimo di interessanti 2 * — 20 formazioni stalattite, lungo 27 cataste, ali’ uscita della via, che sbocca in un largo spazio di grotta. Per tre rivolte continua la via in šalita e giunge ad uno dei piu bei punti della grotta, detto il Belvedere. E questo un cono di figura rotonda e di 5 cataste in circonferenza, su cui conducono alla piana superficie 5 gradini scal- pellati nello stesso cono. Previa soscrizione, a perenne memoria dei posteri, consacrava 1’ i. r. aulico consigliere Conte Andrea di Hohemvarth, il fausto avvenimento della presenza delle LL. JJ. RR. Maesta Fran- cesco Giuseppe I. ed Elisabetta, nel giorno 11. Maržo 1857, ponendo un monumento in forma di piramide ottusa, costruito di patrio marmo nero sulla quale si legge: Reduci da gita trionfal le di cui vie paterno amor, grazia e clcmeuza, incanccllabil scgnarono; dopo aperta qucsta grotta che gli anglisti nonii ottenne, FRANCESCO GIUSEPPE I. ed ELISABETTA qui trnttener si compiacqucro 1’11. Maržo 1857. — 21 — A tergo della piramide si vede 1’inscrizione: Anminzi questo marino ai posteri la gioja c ganili o dei prcsenti. Trenta cataste distante dal Belvedere e il pozzo a goccia. II sentiero che vi conduce e gravoso e eorre per terreno lucicantc di color grigio-nero, passando innanzi a gocciolate pareti, frammenti di pietra ed oltre a spelonche, ma 1’ aspetto del cono mozzato, formato di rossa e lucente massa stalattite, ricompensa ogni fatica. Quosto cono dilatato in circonferenza al piede i di cui circostanti oggetti a destra stanno sott’ acqua e che alla superficie ha un bacino della larghezza d’un piede, e situato in un atrio alto ristretto, dove dali' altezza di 60 piedi si vede continuamente precipitare un lilo d’acqua nello stesso bacino. Le goccie zampillanti oltre il bacino scorrono alla superficie del cono quale per tal motivo aumenta il suo vohune. Piu bella colonna di stalattite la natura non avrebbe potuto produrre! Riguardo al pozzo a goccia, dice Schaffen- rath, esserc veramente meraviglioso, che dopo il corso di 13 anni dacche egli per ordine di S. M. 1’ Imperatrice faceva i disegni delle diverse vedute nella grotta ed in quale occasione vide per la prima volta il menzionato cono, questo non si sia aumentato di molto, abbia bensi can- giato di colore poichc il candido bianco di allora II pozzo a goccia 22 sia presentemente cangiato in rosso. Cio che riguarda lo eampillo deli’ acqua, questo in tal periodo non abbia rimosso la primitiva sua di- rezione, ne sia stato interotto e nemeno di- minuito. La contemplazione deli’ atrio e le varie for- mazioni stalattite, le loro figure e colori, il risto- rante cffetto deli’ ottima acqua non distolga il visitatore’ dali’ osservare il bacino situato a manca e cosi pure il cosidetto Tartaro , che vedesi a destra. Continuando la via si passa dinanzi a due stalagmiti sporgenti in fuori a foggia di cu- pola dove le gocciolanti masse calcaree intonaca- rono le rosse pareti; qui si vede a destra un Il sentiero sentiero laterale', che per i precipitati massi di laterale p a l Z e e stalattiti di cui e ingombro, dificile ne fa il cainmino. A manca per suolo coperto di frammenti di mpi, questa via principale sempre piii si ri- stringe ed abbassa. Anche il rozzo sentiero gia per natura argilloso e lubrico diviene faticoso. Salendo e scendendo a stento e passando innanzi a formazioni petree che rappresentano un cortinaggio di color bruno-grigio, si arriva finalmente a quel luogo che dalla sua origine II bacino ebbe il nome di Bacino. La forma di questo rassomiglia ad un imbuto. Il diametro superiore da una sponda ali’ altra vien calcolato a 12 e la profondita a 5 cataste. Le pareti laterali sono levigate pari al ghiaccio ed a tempi di conti- nuata pioggia la superficie deli’ acqua sorpassa — 23 — 1’orlo di reeinto e bagna i circostanti siti fino al pozzo a goccia. E 1’anzidetto sentiero ovvero corridojo la- terale a destra, un’atrio d’orrida montata — le sue volte di rupi sono alte e basse a vicenda ■— su questa via si vedono pocchi stalattiti e sem- bra che la natura abbia voluto condannare questo luogo al ribrezzo; oltre zolle e massi arriva il visitatore al cosidetto Tartaro. E questo un’ antro ermo, calvo ad orrido, ripieno d’ acqua senz’ altra visibile communicazione. Questi due punti finali sono 1300 cataste discosti dali’ ingresso principale, non avuto ri- guardo alle gi’otte lat er ali, ma bensi percor- rendo la via precipua. Facendo ritorno al Belvcdere da dove con- tinuando il cammino si perviene ali’ Eremita, uno stalattite alto 5 piedi, che isolato giace sopra una sommita. Dieci cataste discoste dali’ Eremita si arriva sulla piana vctta del monte Loibl. Por otto avvolgimenti si scende da questo monte arrivando poscia sopra un’ argine oriz- zontale della larghezza di una catasta da dove volgendo lo sguardo ali’ indietro, si ravvisa tutto il pendio del monte Loibl, che ha 1’ aspetto d’ una cascata d’acqua. L’altezza dello spazio e di 40 cataste. A sinistra deli’ argine vedesi un per- tugio oltre al quale sparisce 1’ acqua che abbon- dante scorre dal monte Loibl. A tempi di con- tinuata pioggia 1’ acqua precipita dali’ alto e dal monte a guisa di torrento. Tartaro r eremita Il monte Loibl 24 Da questo argine si šale per dne avvolgi- menti sopra una scala di dieci gradini ad un piano, da dove si vede un gruppo di colonne e dei torreggianti ammassi di pietre. Fra gl’ impos- santi colossi se ne osserva uno in mezzo alla di S. Stefan o cui cima sorge un piu piccolo stalattite accom- pagnato da ambe le parti da un’altro simile. La rossomiglianza di questo stalattite al busto di S. Stefano, cosi lo fece denominare. A sinistra di questo luogo si vede una grotta laterale che mette uscita alla vetta del monte Calvario ed e questa ricca di belle formazioni. E qui cbe si devia dalla grotta Francesco Giuseppe ed Elisabetta per progredire in ap- presso di 20 cataste dal S. Stefano sino al piede del monte Calvario. II dottore Schmidi descrive quest’ interes- sante punto come segue: II monte calvarico (cosi denominato per i molti stalagmiti dai quali volevasi vedere raffi- gui'ato il convoglio che šaliva al Golgota e cosi pure dali’ altare situato sulla sua cima) comincia la sua elevazione entro la cosidetta propria porta (due grandi stalagmiti) e va salendo sucessiva- mente in tre piancrotti, sino ali’altezza di 192 piedi. II pianerotto inferiore h erto; passando innanzi alla testa di morto ed al S. Nicolo (bel- lissimo bianco stalagmite) si perviene al piane¬ rotto di mezzo dove attigua al cammino 6 collo- cata la piu alta fra le colonne di stalattite con- tenute in questa caverna. 25 — Ha questa 1’altezza di 5 cataste e raffigura lin’ nomo clie porta una donna sul monte. Quest altura e il punto piii interessante in tutta la caverna. Gli aggruppamenti delle molte e colossali colonne di variato colore e splen- denti, danno lina bellissima prospettiva. Giunto al picde del terzo pianerotto il visitatore volge 10 sguardo indietro e vedra la magnifica scena. Le guide chiamano questa bella partita: il Duomo di Milano. La terza colonna di maggior altezza, situata al terzo pianerotto, dicesi: il Faro (fanale) di Trieste. Il terzo pianerotto e circondato da una qnantita di piccoli stalagmiti di abbagliante bianchezza. Sulla cima di questo pianerotto vedesi un grandissimo masso di balza detto 1’ Arca di Noe sulla quale si vede un’ im- menso numero di nomi ed inscrizioni. Sulla stessa cima vi sono dei sedili posti alla lonta- nanza di 1072 cataste dali ingresso principale della grotta. S. M. 1’ Arciduchessa Maria Luigia, Duchessa di Parma etc. degnavasi trattener in questo luogo 11 giorno 4. Giugno 1830, permettendo clie 1’alto suo nome venisse anche segnato sull’ Arca di Noe. La via a tracciata in modo di dover salire a sinistra sul terzo pianerotto e volgendosi poi a destra dal luogo dove sono i sedili, si prende la direzione verso 1’altare grande, scendendo al Duomo di Milano. L’altar grande; il termine di questo sot- terraneo spettacolo della natura, ultimo punto 26 II viale tli colonne ossia il colonnato II gravoso passaggio La carta geografka d’illuminazione, e un’ altura triangolare elevata alla destra parete laterale della cavema; per ogni dove e seminata di bianchi stalagmiti, che col bruno color del terreno e dello sfondo for- mano bellissimo pittoresco contrasto. Dali’ alto vedonsi pendere molti stalattiti. Da qui si fara ritorno al Sepolcro passando dal monte Calvario per Fingresso principale della grotta ferdinandea. II viale di colonne e una tila di colonne poste a traverso della via. Da epiesto luogo, in distanza di 52 cataste, si arriva al gravoso pas- saggio della lunghezza di 32 cataste. In questo spazio alto 30 piedi si presenta allo sguardo del visitatore una scena veramente orribile. Si ve- dono colonne di stalattite precipitate dali’ alto e sulle quali in posizione verticale torreggiano altri massi di stalattiti. Da ambe le parti 1’adito e guazzato dell’acqua, ma tale gravoso passag- gio pub essere scansato prendendo la via por un’ apertura stretta 4 ed alta 2 piedi, onde ritor- nare sulla via battuta. Alquanto piu lungi dali’ anzidetto passaggio gravoso, si vede alla sinistra delle pareti di rupi grigio-bianche, delle rovine e dei frammenti sor- montati, ed a destra poi le piu variate forma- zioni di stalattiti, fra quali una colonna, che per 10 passato era di candidissimo colore bianco, ora poi dal continuo gocciolar di materia calcarea, 11 color rosso acquista. Eccoci alla cosidetta carta geografica. Si vedono qui due biancliissime colonne cannollate, — 27 — alte 45 pletli, delle quali una ha 4 e 1’altra 3 cataste in circonferenza. Queste sono situate in un’ atrio deli’ altezza di 14 cataste. La via con- tinua e conduce in un’ ampio atrio di rupi dove in alto, a sinistra, si vede 1’ingresso ad una grotta laterale chiuso raediante un cancello di ferro, e questa h la grotta Arciduca Giovarmi. In continuazione di via si apre a destra una grotta laterale. Piu in la si vede la scimi- tara, detta la sciabola turca. E questo uno dei piu memorabili stalattiti contenuti nella grotta. Pende esso dali’ alto ed h al di sopra largo 8 ed al di sotto 5 pollici. In distanza di 76 ca¬ taste si perviene alla pescheria ed e questa una divisione d’aspetto pittoresco. Vedesi qui il pešce Rombo, 1’Astaco, il To- sone d’oro, il Leone dormente e la grande cas- cata d’acqua. In lontananza di altre 6 cataste si vede a sinistra il cosidetto Guardiano della grotta; una colonna di stalattite la di cui parte superiore rassomiglia ad una testa. Avanzando il passo per altre 16 cataste si viene alla Cavallerizza nel di cui mezzo sta ritto un pilastro di stalattite, simile a quelli che di consueto si vedono nelle scuole di maneggio. Dirimpetto a questo pilastro a destra vi h una sala alta 30 piedi, in cui alla distanza di 625 cataste dali’ ingresso si presenta allo sguardo la cosidetta Cortina, oggetto sorprendente e degno d’alta ammirazione. Questa memorabile forma- zione e alta 9 piedi e della grossezza di 4 linee La sciabola turca La cava- lerizza —• 28 — — essa pende 1 a 3 piedi allontanata dalla pa- rctc. Sorprendente 6 la sua strisciata guarni- zione, larga 4 pollici di color bruno rosso; 1’ orlo ondeggiato e cpiasi volante ad intaglio, lo splen- dente bianco ed il natural n on cit 6 trasparentc suo panncggiamento. E ben certo clie ogni forestiere, amico dcllc meraviglie sotteranee, provera somma sorpresa al veder simili prodigi del creato. Dirimpetto alla cortina vi sono delle grandi effusioni. petre- fatte, tutte di color rosso sopra grigio fondo di rupe ed alle quali si diede il nome di Stia o di Tetto di paglia. Alla sortita di quest’ atrio e Il con- situata una singola rupe con in mezzo un per- fessionalc tugio, e questa dicesi il Confessionale. Segue la colonna a canone, discosta 600 cataste dali’ ingresso. Questa e bianca lucida e sonora ne e suono motivato dal battervi sopra. La colonna La sua misura e di 18 piedi d’ altezza, ha 3 ca- a canonc taste, 1 piede e 6 pollici in circonferenza; quindi 6 piedi e 4 pollici in diametro. Merita spocialmente esser veduta la se- guente rossa incrostazione calcarea, che viene denominata: il Mare rosso. Scogli dirupati in stalattiti di bianco e gri- 11 grande gio colore, formano un corridojo la dove si vedo cipresso il grande Cipresso alto 18 piedi ed in diametro di 18 pollici Vicino a questo sta il piccolo ci¬ presso. j A , Da qui a 10 cataste di lontananza, si viene scamisciate alle scamisciate; schcrzo magnifico della natura. — 29 — Sono qixeste 550 cataste allontanate dali’ ingresso, bianche di materia finissima e trasparente •—■ in- tagliate ed ornate di una piccola guarnizione, presentano persino pieglie e panneggiamento natur ale. Non si ommetta osservare qui attentamente la posizione degli strati di pietra della parete. Allontanandosi dalle scamisciate si osserva Mcmo- a destra un grande ammasso di stalattiti che rabile cir- forma la maggior colonna della grotta. conferenza . a diametro Ha questa 10 cataste di circonterenza, ( j, n co _ quindi 19 a 20 cataste in diametro e 1’altezza ionna di di 15 piedi. stallattiie Considerando clie in conseguenza alle espe- rienze fatte pel corso d’ un’ anno, la materia cal- carea stillante non formi maggior inerostazione che in pollice cubo, non si sorpassera con in- diferenza questa formazione, anzi il visitatore vorra quivi fermarsi ed ammirare il colosso. In lontananza di 15 cataste si viene al sepolero, ed e questo il punto dove il visitatore, allorquando prendeva la volta verso la grotta Francesco Giuseppe ed Elisabetta, deviava dalla via principale della grotta ferdinandea. Ritornando si passa pei giadeseritti spazj, pei quali il visitatore giungeva sino a questo luogo, che e il limite delle meraviglie della na¬ tura contenute nella grotta di Adelsberg. Typografia di Giuseppe Blasnik in Lubiana. NARODNA IN UNIVERZITETNA KNJIŽNICA