Stefano Allegrezza1 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Abstract This paper aims to highlight how social transformation, in particular those introduced by the so-called digital revolution, have led to significant changes in the ways in which personal and family archives are managed and how this has produced a need for knowl- edge, skills and abilities in the archival domain – a real “archival need”, perhaps uncon- scious, perhaps not well identified but extremely concrete and urgent – which begins to be felt by everyone. This can be an extraordinary opportunity on the one hand to start a mass training plan on the topics of Personal Digital Archiving, on the other hand to bring everyone - even the “common” people – closer to the archival discipline and encourage the recognition of the profession of archivist. In this way the archival science would have the possibility to get out of the circumscribed ranks that have often characterized it and become a discipline recognized by all and with a well estabilished “social” dimension. Keywords: archival science, digital archives, personal archives, family archives, person- al digital archiving, personal records management L’IMPORTANZA DEGLI ARCHIVI DIGITALI DI PERSONA E DI FAMIGLIA PER UNA NUOVA PERCEZIONE DELLA DISCIPLINA ARCHIVISTICA Abstract L’articolo vuole mettere in evidenza come i mutamenti sociali, in particolare quelli introdotti dalla cosiddetta rivoluzione digitale, abbiano indotto significativi cambia- menti nelle modalità di gestione degli archivi personali e familiari e come questo abbia prodotto un bisogno di conoscenze, competenze e abilità del dominio archivi- stico – un vero proprio “bisogno di archivistica”, forse inconscio, forse non bene iden- tificato ma estremamente concreto ed urgente – che comincia ad essere avvertito da tutti. Questo può costituire una straordinaria opportunità da una parte per avviare una azione formativa di massa sui temi del Personal Digital Archiving, dall’altra per avvicinare tutti – anche le persone “comuni” – alla disciplina dell’archivistica e favo- rire il riconoscimento della professione dell’archivista. In questo modo l’archivistica avrebbe la possibilità di uscire dai ranghi circoscritti che l’hanno spesso caratterizzata ed assurgere a diventare una disciplina che possa essere riconosciuta da tutti ed avere una ben consolidata dimensione “sociale”. Keywords: archivistica, archivi digitali, archivi di persona, archivi personali, archivi fa- miliari, formazione archivistica 1 Stefano Allegrezza, Phd, University of Bologna (Italy). 58 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza POMEN OSEBNIH IN DRUŽINSKIH DIGITALNIH ARHIVOV ZA NOV POGLED NA ARHIVSKO VEDO Izvleček Ta prispevek želi osvetliti, kako so družbene preobrazbe, zlasti tiste, ki jih je uvedla tako imenovana digitalna revolucija, pripeljale do pomembnih sprememb v načinu upravlja- nja osebnih in družinskih arhivov in kako je to ustvarilo potrebo po znanju, spretnos- tih in sposobnostih v arhivski domeni - resnična “arhivska potreba”, morda nezavedna, morda ne dobro prepoznana, a izredno konkretna in nujna -, ki jo začnejo čutiti vsi. To je lahko izjemna priložnost na eni strani za začetek množičnega načrta usposabljanja na temo osebnega digitalnega arhiviranja, po drugi strani pa približati vsem - tudi “obi- čajnim” ljudem - arhivsko disciplino in spodbuditi prepoznavanje poklic arhivista. Na ta način bi arhivska znanost lahko izstopila iz opisanih vrst, ki so jo pogosto označevale, in postale disciplina, ki so jo prepoznali vsi in z dobro urejeno “družbeno” razsežnostjo. Ključne besede: arhivska znanost, digitalni arhivi, osebni arhivi, družinski arhivi, oseb- no digitalno arhiviranje, upravljanje z osebnimi zapisi 1 INTRODUZIONE I mutamenti sociali, in particolare quelli introdotti dalla cosiddetta rivoluzione digitale, hanno indotto significativi cambiamenti nelle modalità di formazione, gestione e con- servazione degli archivi personali e familiari, che da analogici si sono ormai trasformati in digitali; come si vedrà, questo sta producendo da una parte un interesse crescente da parte della comunità scientifica e professionale verso queste “nuove” tipologie di ar- chivi, dall’altra un bisogno di conoscenze, competenze e abilità del dominio archivistico – un vero proprio “bisogno di archivistica” – che comincia ad essere avvertito da tutti, anche dalle persone “comuni”. Si tratta di una grande opportunità per gli archivisti che possono re-immaginare e comunicare meglio la loro missione nella società, aiutando le persone e le famiglie a formare, gestire e conservare i propri archivi digitali. Al con- tempo, l’archivistica come disciplina ha ora la possibilità di uscire dai ranghi circoscritti che l’hanno spesso caratterizzata ed assurgere a diventare una disciplina la cui utilità sia compresa non solo dagli studiosi e dagli addetti ai lavori ma anche dalle persone comuni, assumendo una dimensione per così dire “sociale”. 2 ARCHIVISTICA, ARCHIVI ED ARCHIVISTI NELLA PERCEZIONE COMUNE Come vengono percepiti gli archivi dalle persone comuni? Cosa si immagina la gente quan- do pensa alla professione dell’archivista? E come viene percepita la disciplina dell’archi- vistica nell’immaginario collettivo? Si tratta domande alle quali si può dare una risposta partendo da alcune esperienze personali. Credo che sia una situazione comune a qualsiasi professore di archivistica quella che si presenta quando, alla domanda “Che cosa insegni?” che viene posta da qualche interlocutore, egli rispondono “Insegno archivistica”: come reazione il volto dell’interlocutore assume normalmente una espressione interrogativa, che rivela il fatto che non ha alcuna contezza di che cosa sia l’archivistica. Analoga espe- rienza è quella vissuta da coloro che esercitano la professione di “archivista”. Quando si chiede loro “Che lavoro fai” ed essi rispondono “L’archivista” oppure più semplicemente 59 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza “Mi occupo di archivi” quasi sempre l’interlocutore non ha benché minima cognizione di che cosa possa fare un archivista. Anzi, la maggior parte delle persone non sa neanche che esista una tale professione; per molti la figura dell’archivista è ancora avvolta nel buio, al contrario di altre figure professionali che ormai sono entrate nel bagaglio di conoscenze comuni (anche in ambito umanistico: si pensi al bibliotecario, all’archeologo, allo storico dell’arte, etc.). Perché invece la professione dell’archivista è così poco conosciuta? Quando poi si passa agli “archivi” le cose vanno ancora peggio. Nella migliore delle ipo- tesi nell’immaginario collettivo la parola “archivio” fa pensare ad una stanza buia e pri- va di finestre, nascosta da qualche parte in un seminterrato e accessibile attraverso una lunga scala, dove vengono ammassati schedari riempiti all’inverosimile, scatoloni con vecchie cartelle, pile disordinate di carte ingiallite e registri sbrindellati, tutti coperti da uno spesso strato di polvere. Se poi l’attenzione si sposta sugli “archivi digitali”, allora c’è il buio più totale e la maggior parte della gente non sa neanche come immaginarsi un archivio di siffatto genere (Patterson C., 2016). La situazione è ancora peggiore se il discorso verte sugli “archivi personali digitali” che costituiscono un vero e proprio og- getto misterioso per la maggior parte della gente; eppure tutte le persone, salvo ormai pochissime eccezioni, gestiscono archivi personali digitali. Nonostante le cose siano un po’ migliorate negli ultimi anni, grazie agli sforzi collettivi degli archivisti e delle Associazioni di archivisti che hanno messo in campo numerose iniziative per far conoscere gli archivi al grande pubblico, occorre ammettere che i risultati non sono ancora così lusinghieri. Tuttavia, la rivoluzione digitale che ha sconvolto il mondo degli ar- chivi trasformandoli da analogici in digitali potrebbe costituire una ottima leva per ribaltare completamente questa situazione e per ottenere un sensibile miglioramento della perce- zione degli archivi e della professione di archivista e per il riconoscimento dell’archivistica come disciplina fondamentale nella vita delle persone, e, quindi, di utilità “sociale”. 3 L’IMPATTO DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE SUGLI ARCHIVI PERSONALI E FAMILIARI Per comprendere il motivo di questa affermazione occorre partire da una riflessione di carattere generale su come negli ultimi due decenni si siano completamente trasfor- mati gli archivi di persona e di famiglia. Innumerevoli sono gli esempi che si potrebbero fare a tal proposito. Consideriamo, ad esempio, la porzione dell’archivio familiare che contiene la docu- mentazione attinente alla gestione finanziaria ed economica di una famiglia: ormai da qualche anno le bollette delle forniture dell’energia elettrica, del gas, dell’acqua e del telefono vengono inviate in formato digitale tramite e-mail oppure sono scaricabili dal sito web del fornitore; i rapporti con la banca sono anch’essi diventati digitali: sia le comunicazioni che gli estratti conto vengo trasmessi come allegati a messaggi di posta elettronica; i moduli per il pagamento delle tasse vengono resi disponibili in formato digitale nel “cassetto tributario”, così come le quietanze di pagamento una volta effet- tuati i relativi versamenti; la dichiarazione dei redditi è precompilata ed è disponibi- le sul sito dell’Agenzia delle Entrate, da dove si può eventualmente scaricare. Anche la gestione del condominio è diventata digitale: verbali delle assemblee, rendiconti, preventivi, riparti delle spese e moduli per il pagamento delle quote condominiali ven- gono ormai ricevuti quasi sempre in formato digitale. In Italia, dal 1 gennaio 2019 anche le fatture emesse nei confronti dei privati cittadini devono essere in formato digitale e vengono inviate tramite e-mail o posta elettronica certificata. Tutto ciò presuppone la presenza di un archivio digitale dove andare a collocare i documenti che di volta in volta vengono ricevuti o le copie di quelli trasmessi. 60 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Consideriamo ora la porzione dell’archivio personale o familiare che contiene la docu- mentazione attinente alla sfera relazionale, affettiva o sentimentale. Se fino alla fine dello scorso secolo era una consuetudine piuttosto diffusa – anche tra i giovani – scrivere a mano, imbustare, affrancare e spedire alle persone care delle lettere cartacee (Pe- trucci A., 2008), oggi la situazione è completamente cambiata perché tali lettere non si scrivono praticamente più e al loro posto si inviano e ricevono dei messaggi di posta elettronica (e-mail). Analogo discorso va fatto per le cartoline: se venti anni fa non era neanche lontanamente immaginabile poter rientrare da un luogo di villeggiatura senza aver inviato una cartolina agli amici e ai parenti (almeno quelli più importanti), oggi le cartoline non si inviano più perché al loro posto si scattano dei selfie che immedia- tamente vengono pubblicati sui social media affinché tutti possano “riceverle”, anche se solo virtualmente. Perfino i telegrammi, che nel passato hanno costituito il mezzo più utilizzato per comunicare notizie in tempi rapidi (si pensi ai telegrammi di condo- glianze o di felicitazioni) oggi sono stati “rimpiazzati” da altri strumenti che consentono di inviare comunicazioni pressoché in tempo reale, come gli SMS o i messaggi testuali o vocali inviati attraverso WhatsApp. In buona sostanza al posto di lettere, cartoline, telegrammi “fisici” oggi troviamo i loro corrispondenti digitali, ovvero e-mail, selfie, messaggi SMS, messaggi WhatsApp, etc. In qualunque archivio personale o familiare un posto di rilievo è sempre stato quello oc- cupato dall’archivio fotografico; fotografie scattate in occasione di gite, viaggi, vacanze, riunioni di famiglia, cerimonie, feste di compleanno, celebrazioni, eventi di qualunque genere e natura. Anche in questo campo si è verificata nel corso degli ultimi venti anni una trasformazione che è ormai pressoché completa: dall’avvento delle prime mac- chine fotografiche digitali, intorno al 1995-1996, il numero delle fotografie analogi- che scattate si è ridotto sempre più e contemporaneamente è aumentato in maniera esponenziale il numero di fotografie digitali scattate. Le fotografie che vengono scatta- te oggi sono ormai quasi esclusivamente in formato digitale e lo strumento principale per scattare fotografie non è più la macchina fotografica ma lo smartphone che tutti portano con sé e che è pronto, all’occorrenza, per scattare foto in qualsiasi momento e in qualsiasi situazione. Inoltre, grazie allo smartphone, è diventato sempre più facile produrre non solo fotografie, ma anche registrazioni video ed audio, per cui quando le persone partecipano ad un evento (si pensi, ad esempio, alla celebrazione di un ma- trimonio) non scattano più solo fotografie ma fanno anche delle riprese video. In que- sto modo gli archivi fotografici digitali si stanno di fatto trasformando in archivi digitali multimediali (ovvero archivi in cui accanto alle fotografie trovano posto i contenuti au- dio e i contenuti video). Negli archivi personali e familiari c’è solitamente un nucleo contenente la documen- tazione relativa alla sfera della salute: referti medici di varia natura, esami di labo- ratorio (esami del sangue, esami citologici ed istologici, etc.), terapie mediche, do- cumentazione iconografica (radiografie, ecografie, TAC, risonanze magnetiche, etc.), copie di cartelle cliniche e altra documentazione sanitaria. Ma anche nel mondo della sanità la rivoluzione digitale si è fatta strada da tempo. Solo per fare un esempio, nel passato quando si andava in ospedale per una radiografia, al termine dell’esame ve- niva consegnato al paziente un referto su carta e la radiografia su “lastra”. Oggi non è più così, perché le radiografie digitali hanno sostituito le vecchie “lastre” e vengono consegnate in formato digitale su supporto ottico (CD o DVD); tutto ciò va ad alimenta- re la porzione dell’archivio personale che contiene la storia clinica e che si sta anch’es- so trasformando in digitale. 61 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Negli archivi personali e familiari troviamo anche la documentazione che attiene al percorso formativo-educativo: ad esempio, gli appunti scolastici presi sui quaderni a righe o a quadretti utilizzati fin dal primo anno della scuola primaria (quella che nel passato si chiamava “scuola elementare”) o sui quadernoni delle scuole superiori, i disegni fatti sugli “album da disegno”, i risultati delle verifiche periodiche, le pagelle scolastiche, etc.; ma anche in questo settore la rivoluzione digitale si è fatta sentire e i maestri ed i professori non utilizzano più il registro di classe e il registro del docente ma assegnano i voti inserendoli direttamente nel sistema informatico di gestione dei documenti utilizzato dalla scuola; i genitori possono monitorare l’andamento dei loro figli semplicemente accedendo a tale sistema ed andando a leggere i voti conseguiti dai figli; alla fine dell’anno scolastico ad esse non vengono più consegnate le pagel- le “cartacee” perché queste vengono rese loro disponibili, in formato elettronico, sul sistema di gestione informatico dei documenti. Se lo desiderano, i genitori posso- no accedere per poter consultare i voti conseguiti dai loro figli e scaricare le pagelle scolastiche, ma questa operazione deve essere fatta prima che il gestore del sistema provveda alla revoca delle credenziali, e questo avviene regolarmente quando i figli cambiano scuola (ad esempio, perché si iscrivono ad un’altra scuola o perché passano da un ciclo di studi al successivo). Inoltre, molti dei lavori svolti dagli studenti vengono realizzati direttamente al computer, e salvati in formato digitale utilizzando gli spazi on-line messi a disposizione dalla scuola: anche in questo caso, quando lo studente cambia scuola o prosegue nel suo percorso di studi passando al grado superiore, l’ac- cesso a tale materiale viene perso. Vi è poi tutta una serie di documenti che negli archivi personali e familiari di qualche decennio fa erano sempre presenti in formato analogico e che oggi troviamo trasfor- mati in formato digitale. Basta pensare agli appunti che nel passato si prendevano sui taccuini e oggi si prendono utilizzando il computer o una delle tante “app” presenti sugli smartphone; agli impegni che nel passato si scrivevano sulla “vecchia” agenda cartacea e che oggi si scrivono su una delle varie agende elettroniche oggi disponibili, a partire da quelle disponibili sullo smartphone per arrivare a quelle accessibili sul web (si pensi a Google Calendar); ai numeri telefonici di amici e parenti che nel passato si appuntava- no sulla “vecchia” rubrica telefonica e che oggi si appuntano sulla rubrica del telefono cellulare (indubbiamente più comoda da consultare e tenere aggiornata); ai pensieri più intimi che nel passato venivano affidati al “vecchio” diario e che oggi vengono pub- blicati nei blog che, all’opposto, sono diventati il modo per rendere nota a tutti la pro- pria vita personale. Quelli appena visti sono solo alcuni degli innumerevoli esempi che si potrebbero fare, ma sono sufficienti per comprendere quale sia la portata della trasformazione prodotta negli archivi personali e familiari dalla rivoluzione digitale. I documenti che nel passato si sarebbero sedimentati su supporti analogici oggi si sedimentano su supporti digitali; inoltre, entrano a far parte di questi archivi nuove tipologie di “documenti” digitali – che nel passato non esistevano ma che non possono non essere presi in considerazione – come i siti web personali, i blog, i profili su Facebook, gli account su Twitter e tutte le altre forme di interazione sui vari social media. Appare evidente come un grande im- pulso a questa “trasformazione” sia stato dato negli ultimi dieci – dodici anni dall’enor- me diffusione dei dispositivi mobili (smartphone, tablet, phablet, etc.) che hanno reso estremamente semplice per chiunque produrre documenti di varia natura (non solo do- cumenti testuali ma anche immagini, registrazioni audio e video, etc.). 62 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza 4 COME LE PERSONE GESTISCONO I PROPRI ARCHIVI DIGITALI Diversi studi (Jones W., 2007; Becker D. et al., 2012) hanno mostrato come le modalità di gestione degli archivi digitali personali e familiari siano estremamente variegate: all’interno della stessa famiglia si possono incontrare comportamenti assai diversi e, addirittura, una stessa persona può passare da un estremo all’altro a seconda della tipo- logia di documenti. Ad esempio, si può essere estremamente ordinati nella gestione dei documenti contabili ed estremamente disordinati nella gestione dell’archivio fotogra- fico; oppure si può essere molto ordinati nell’organizzazione del proprio archivio digita- le e molto disordinati nella gestione dell’archivio cartaceo, o viceversa (Marshall, C. C., 2007). Tuttavia, in generale gli archivi digitali personali e familiari presentano alcune caratteristiche comuni che occorre tenere presenti al fine di individuare la strategia più efficace per la loro formazione, gestione e conservazione (Marshall C. C. 2008a, 2008b; Cushing, A.L., 2010). Una prima caratteristica è l’enorme (ed impossibile da preventivare fino a qualche tempo fa) aumento della loro dimensione. Se una ventina di anni fa per archiviare il materiale digitale personale era sufficiente disporre di memorie con una capa- cità di memorizzazione di qualche decina di MB (megabyte), oggi sono necessarie memorie con capacità dell’ordine del TB (terabyte). Questo è dovuto al fatto che i documenti digitali che le persone producono hanno dimensioni sempre più grandi. Basta pensare alle fotografie: nei primi anni del secolo XXI, le macchine fotografi- che digitali avevano risoluzioni dell’ordine del Megapixel (i valori tipici erano di 1, 1.3 o al massimo 2 Megapixel) e questo significava che le immagini scattate aveva- no dimensioni di qualche decina di kB (kilobyte); oggi le fotografie scattate con le macchine fotografiche o con i nostri smartphone attuali hanno dimensioni di decine di MB. Quindi nel giro di una quindicina di anni le dimensioni di una fotografia sono aumentate di un ordine di grandezza (dal kB al MB) ovvero di circa 1000 volte. Ma c’è di più: un video realizzato con uno smartphone di ultima generazione richiede uno spazio di memoria di decine di GB (gigabyte). Ecco, quindi, che la dimensione (quella che una volta si sarebbe chiamata “consistenza”) degli archivi personali e familiari è aumentata a dismisura; conseguentemente abbiamo bisogno di memorie per l’ar- chiviazione di tali documenti sempre più grandi. Basta pensare al fatto che agli inizi del XXI secolo, negli anni 2000 e 2001, le capacità di memorizzazione di cui avevamo bisogno erano dell’ordine delle decine di MB (qualcuno ricorderà i floppy disk da 1,44 MB) mentre oggi sono dell’ordine del TB: si tratta di un salto di ben due ordini di grandezza, ovvero di circa un milione di volte! Un secondo elemento che caratterizza gli archivi personali e familiari che si formano in ambiente digitale è la tendenza all’accumulo di quantità spesso incontrollabili di documenti. A questo proposito è stato coniata la locuzione “digital hoarding” o “accumulateur compulsif du numérique” (Chen, A., 2014), un vero e proprio distur- bo compulsivo da accumulo2 che spinge a raccogliere e salvare sui propri dispositivi di archiviazione qualunque oggetto digitale che sia in qualche modo riferibile alla propria vita personale e familiare: fotografie e video pubblicati da amici su Facebo- ok, registrazioni audio e video su Youtube, post e tweet pubblicati sui social media, messaggi SMS, messaggi WhatsApp, articoli di giornale e qualsiasi altro contenuto 2 Il “disturbo da accumulo” (in inglese hoarding disorder, definito in precedenza disposofobia, accumulo patologico seriale, accaparramento compulsivo, mentalità Messie o sillogomania) è un disturbo carat- terizzato da un bisogno compulsivo di acquisire una notevole quantità di beni, anche se inutili, perico- losi o insalubri. Cfr. il sito dell’Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), . 63 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza che possa essere ritenuto interessante (Library of Congress, 2013). Tutto viene ac- cumulato contribuendo all’aumento delle dimensioni dell’archivio, e, soprattutto, all’aumento del grado di disordine dello stesso. Si pensi ancora alle fotografie che le persone fanno in occasione di vacanze, viaggi di piacere o di lavoro, cerimonie ed altri eventi. Se una ventina di anni fa quando si andava in vacanza si portava con sé un paio di rullini fotografici (da 24 o 36 pose, per un totale, quindi, di 48 o 72 foto scattabili), oggi si va in vacanza con una scheda di memoria da 64 GB che, dopo i primi giorni, è già completamente piena; si ritorna da una settimana di vacanza con centinaia (se non addirittura migliaia) di fotografie. In questo modo la dimensione degli archivi personali cresce di anno in anno fino a diventare ingestibile. Un terzo elemento che si riscontra in quasi tutti gli archivi digitali personali o fa- miliari è la mancanza di un criterio logico di ordinamento nella fase di formazione dell’archivio. In linea generale, è possibile riscontrare come le persone “ammassa- no” letteralmente gli oggetti digitali in un’unica cartella (tipicamente la cartella “Documenti” del proprio computer) o in poche cartelle (ad esempio, le cartelle “po- sta in arrivo” e “posta inviata” nel sistema di posta elettronica) od anche in numero- se cartelle ma ordinate solo per materia (ad esempio, nel caso dell’archivio casalin- go, utilizzando una cartella per le bollette dell’energia elettrica, una cartella per le bollette del gas, una cartella per gli estratti conto della banca, etc.). Non vengono utilizzati altri criteri di ordinamento, ad esempio di tipo cronologico o numerico, che potrebbero contribuire a strutturare in maniera più corretta l’archivio. Questo è do- vuto da una parte alla mancanza di conoscenze archivistiche (che stanno diventando sempre più importanti nel “nuovo” mondo digitale); dall’altra all’indisponibilità di strumenti archivistici che possano aiutare i soggetti produttori a formare corret- tamente i propri archivi. Inoltre, ciò è dovuto anche alla fiducia riposta negli stru- menti tecnologici che fanno illudere che sia possibile recuperare quanto necessario semplicemente affidandosi alle funzioni di ricerca le quali, per quanto sofisticate esse siano, non saranno mai in grado di restituire i risultati accurati che si potreb- bero ottenere con un archivio correttamente formato. Il corretto ordinamento è di fondamentale importanza dal momento che l’assenza di un criterio di ordinamento conduce alla formazione di un archivio disordinato e molto difficile da “riordinare” in una fase successiva a quella della formazione. La conseguenza ovvia è che ciò conduce, inevitabilmente, all’impossibilità di ritrovare un certo documento nel mo- mento in cui esso risulta necessario. Di fronte alla domanda “Dove sta quella certa foto?” la maggior parte delle persone va nel panico e non sa come ritrovarla. Un quarto elemento che caratterizza gli archivi personali e familiari è la mancanza di operazioni di selezione e scarto. Una delle continue promesse della nostra at- tuale era digitale è l’idea che le persone saranno in grado di salvare ogni frammen- to di informazioni sulla loro vita e sulle loro famiglie e di chiamarle senza sforzo e senza interruzioni quando necessario (Cox, R. J., 2009). Il caso tipico è, anche in questo caso, quello delle fotografie: in occasione di eventi come matrimoni, feste, cerimonie, le persone scattano spesso una quantità notevole di fotografie. Grazie alla modalità di scatto di tipo “burst” (ripresa continua) di cui oggi sono dotate pra- ticamente tutte le fotocamere e gli smartphone, è possibile scattare più fotografie in rapida sequenza dello stesso soggetto: sin questo modo è possibile avere la quasi assoluta certezza che almeno in una fotografia tutti i soggetti vengano inquadrati con la posa migliore o il sorriso più smagliante (è il caso, ad esempio, della classi- ca foto di gruppo). Ovviamente, però, questo presuppone che delle decine di foto scattate e praticamente tutte uguali venga selezionata la foto migliore e vengano scartate tutte le altre. Ma chi compie queste operazioni di selezione e scarto? Quasi 64 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza nessuno, sia per mancanza di tempo che per mancanza di attitudini tecniche o per la convinzione che l’enorme capacità di memorizzazione dei supporti oggi disponibili renda possibile “archiviare tutto”; la conseguenza è che gli archivi – in particolar modo quelli fotografici – risultano “intasati” da decine o centinaia di fotografie qua- si identiche. Le operazioni di selezione e scarto hanno un’importanza crescente a fronte dell’enorme quantità di documenti digitali personali che vengono prodotti e che rischia di diventare velocemente ingestibile. Un’altra caratteristica che contraddistingue i soggetti produttori di archivi perso- nali digitali è la convinzione che tutto ciò che è oggi disponibile on-line lo sarà per sempre: post su Facebook, tweet su Twitter, fotografie condivise su Instagram, do- cumenti caricati su DropBox, messaggi di posta archiviati nella webmail. Invece così non è, e ci si rende conto di ciò solo quando il fornitore del servizio cessa la sua attività ed improvvisamente perdiamo tutti i preziosi contenuti depositati – spesso a pagamento – su tali servizi. Casi di questo genere sono stati numerosi negli ultimi anni: basta pensare alla perdita di buona parte dei contenuti archiviati su MySpace a causa di un non ben identificato guasto tecnico; alla chiusura del servizio di file ho- sting di Mega, che, da un giorno all’altro, improvvisamente è stato oscurato a causa di problemi con la giustizia – che han finito però per coinvolgere anche gli ignari utenti che utilizzavano il servizio in maniera del tutto legale; alla chiusura della se- zione del Microsoft Store dedicata agli e-book, che ha comportato la cancellazione di tutti gli e-book acquistati dagli utenti. Infine, un ultimo elemento che caratterizza gli archivi digitali sia in ambito persona- le che familiare è la totale mancanza di consapevolezza sui problemi dell’eredità di- gitale (Redwine G., 2015)3. e della conservazione digitale, e sul fatto che gli archivi digitali sono intrinsecamente più fragili rispetto ai corrispondenti analogici e quindi richiedono una “cura” maggiore4. Non è il caso, in questa sede, di entrare nel meri- to delle varie strategie di digital preservation che sono state proposte negli ultimi trenta anni nel tentativo di trovare una soluzione. Tuttavia, è importante osservare che si tratta di strategie che, indubbiamente, non sono alla portata delle persone “comuni” (Allegrezza, 2018). Infatti, chi ha, ad esempio, le competenze per porre rimedio alle conseguenze che si verificano quando il computer nel quale erano me- morizzati tutti i documenti (email ricevute ed inviate, relazioni, bozze di discorsi, fotografie, etc.) smette, improvvisamente, di funzionare portando nell’oblio tutto il prezioso materiale in esso contenuto? Chi è in grado di adottare, come sarebbe opportuno, strategie di duplicazione5 per scongiurare la perdita dei dati che si veri- 3 Il problema dell’eredità digitale fa si che sia estremamente difficile recuperare l’archivio digitale di una per- sona a distanza anche di pochi mesi dalla sua morte a causa del fatto che l’accesso a computer, smartphone, supporti di memorizzazione, caselle di posta elettronica, spazi virtuali sul cloud, etc. è quasi sempre protet- to da sistemi di controllo (tipicamente si tratta di credenziali di autenticazione come la coppia username e password). Se non si conoscono tali credenziali – che solitamente nessuno condivide con altri e che quindi si perdono con la morte del soggetto produttore – risulta impossibile per chiunque accedere al suo archivio. 4 Basta riflettere alla facilità con cui si conservavano le fotografie analogiche – anche per decine di anni – e, al contrario, alle difficoltà a cui si va incontro quando si cerca di conservare le fotografie digitali, tant’è che sta cominciando a prendere piede una strategia di conservazione digitale che prende il nome di “printing to paper”: sempre più spesso le persone ricominciano a stampare le fotografie a cui tengono in modo par- ticolare per assicurare loro un futuro meno incerto di quello a cui vanno incontro le foto digitali. 5 In alcuni casi si verifica, al contrario, una tendenza alla dispersione, ovvero a distribuire i contenuti dig- itali su più sistemi di memorizzazione, su più piattaforme, su più servizi; questa abitudine è giustificata il più delle volte dalla paura di perdere i contenuti digitali, per cui si fanno molteplici copie e gli stessi documenti si trovano duplicati, triplicati, quadruplicati su più supporti; tuttavia, se non correttamente gestita, genera inevitabilmente disordine e confusione. 65 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza fica in casi del genere? Chi sarebbe in grado di effettuare il riversamento diretto da un supporto di memorizzazione che sta diventando obsoleto ad uno più attuale per scongiurare la perdita dei documenti digitali memorizzati su tale supporto, o chi è in grado di effettuare il riversamento sostitutivo (la cd. “migrazione”) da un formato elettronico che sta diventando obsoleto verso uno più moderno? La conseguenza di tutto ciò è che molto probabilmente gli archivi digitali personali e familiari che si stanno formando in questi anni non sopravviveranno alla prova del tempo se alle persone, anche quelle “comuni”, non verranno forniti gli strumenti, in termini di conoscenze, competenze ed abilità, necessari per formare, gestire e conservare correttamente i propri archivi digitali. 5 IL CRESCENTE INTERESSE VERSO IL PERSONAL DIGITAL ARCHIVING L’interesse verso il tema del Personal Digital Archiving è cresciuto enormemente negli ultimi dieci anni6. I primi articoli scientifici che hanno affrontato la questione risalgono all’incirca alla metà degli anni 2000 ma è dal 2010, l’anno in cui si è tenuta la prima Personal Digital Archiving Conference presso l’Internet Archive a San Francisco (Califor- nia), che il dibattito scientifico si è molto allargato ed ha visto il proliferare di eventi e pubblicazioni in materia. Inoltre, numerose istituzioni, soprattutto negli Stati Uniti, hanno cominciato a pubblicare linee guida, materiali esplicativi comprensibili a tutti e di utilizzo immediato in materia di Personal Digital Archiving. Figura 1. Sezione del sito della Library of Congress dedicata al Personal Digital Archiving Tra di queste va citata innanzitutto la Library of Congress, che è stata ed è tuttora molto attiva negli studi in materia e nelle iniziative di sensibilizzazione degli utenti con un ap- proccio concreto e pratico. È capofila del National Digital Information Infrastructure and Preservation Program (NDIIPP) dedicato alla Digital Preservation. Un’apposita sezione del suo sito, attiva all’incirca dal 2007, è dedicata al Personal Archiving (si veda la Figura 1)7. In essa vengono resi disponibili una serie di materiali divulgativi che utilizzano un 6 Personal Digital Archiving è la locuzione con cui nel mondo anglosassone si fa riferimento a quella bran- ca dell’Archivistica che si occupa dell’archiviazione e della conservazione degli archivi di persona in am- biente digitale. 7 La sezione del sito della Library of Congress dedicata al Personal Archivingè raggiungibile all’indirizzo . 66 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza linguaggio semplice e comune, adatto ad un pubblico eterogeneo e spesso inesperto, e che risultano molto utili per sensibilizzare sul tema della conservazione degli archivi di persona; di particolare interesse è la sezione “How to Preserve Your Own Digital Ma- terials” che tratta distintamente le diverse tipologie di materiali digitali: “Digital Pho- tographs”, “Digital Audio”, “Digital Video”, “Electronic Mail”, “Personal Digital Records”, “Websites, Blogs and Social Media”. Lo stesso sito ospita dal 2011 il blog “The Signal - Digital Preservation”, che comprende una categoria dedicata al Personal Archiving. Dal 2010 inoltre la Library of Congress contribuisce, insieme ad altre istituzioni e università, all’organizzazione del Personal Digital Archiving Day, evento per il quale ha anche reso disponibile on-line un Personal Digital Archiving kit, rivolto a piccole organizzazioni e biblioteche, ma anche ai privati, contenente suggerimenti operativi e risorse per realiz- zare la manifestazione8. Anche la Columbia University Library mette a disposizione sul proprio sito web (si veda la Figura 2) interessanti risorse sulle questioni del Personal Digital Archiving; ad esem- pio, vi sono informazioni sulla gestione dei supporti di memorizzazione, sulle proce- dure di backup e recovery, sulla corretta denominazione dei file e delle cartelle, sulle procedure di migrazione, etc.9. Figura 2. La sezione del sito della Columbia University Library dedicata al Personal Digi- tal Archiving L’Association for Library Collections and Technical Services (ALCTS) – una divisione dell’A- merican Library Association (ALA) – ha reso disponibile in una sezione del proprio sito una serie di materiali dedicati al Personal Digital Archiving10. Le biblioteche della Purdue University pubblicano su un’apposita sezione denominata “Personal Digital Archiving: The basics. Preserve and secure your records of long-term value”, una serie di linee guida sul Personal Digital Archiving. Le linee guida sono suddi- vise in quattro aree tematiche: “The basics”, “Preservation by format”, “Secure storage”, “Computer history” (si veda la Figura 3)11. 8 Il digital preservation kit è disponibile all’indirizzo . 9 Cfr. . 10 Cfr. . 11 Cfr. . 67 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Figura 3. La sezione del sito della Purdue Universit dedicata al Personal Digital Archiving Le MIT Libraries mettono a disposizione una serie di “opuscoli” e pieghevoli che conten- gono informazioni utili e suggerimenti per la gestione dei propri archivi digitali perso- nali, come il pieghevole “Personal digital Archiving strategies” (si veda la Figura 4)12. Figura 4. La prima parte del pieghevole messo a disposizione dalle MIT Libraries Molto interessante e dettagliata è la sezione del sito delle biblioteche del Tri-College Consortium13 dedicata al Personal Digital Archiving (si veda la Figura 5). Essa rende di- sponibile una serie di guide operative che indicano come compiere operazioni solita- mente non alla portata di tutti, come scaricare l’archivio dei propri post da Facebook o l’archivio dei propri tweet da Twitter. La sezione è suddivisa in sotto-sezioni ciascuna delle quali prende in esame uno specifico tema come l’archiviazione delle email, delle fotografie, dei social media, dei siti web, dei contenuti audio e video14. 12 Disponibile all’indirizzo . 13 Il Tri-college Consortium è una collaborazione tra tre college privati di arti liberali nei sobborghi di Fil- adelfia: Bryn Mawr College, Haverford College e Swarthmore College. 14 Cfr. . 68 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Figura 5. La sezione del sito del TriCollege Libraries dedicata al Personal Digital Archiving Anche la Cornell University Library ha una sezione del proprio sito dedicata al tema del Personal Archiving con una guida sulle strategie e sulle risorse utili nella gestione dei propri archivi personali, nonché una sezione dedicata ai casi reali di perdita di archivi personali denominata molto significativamente “Real Life Horror Stories”15. Merita, infine, una segnalazione il sito “Save My Memories” realizzato dalla “Inter- national Imaging Industry Association” che fornisce importanti informazioni in par- ticolare sulla corretta gestione degli archivi fotografici digitali personali (si veda la Figura 6)16. Figura 6. Il sito di “Save My Memories” Di estremo interesse sotto il profilo scientifico per l’alta qualità delle relazioni presen- tate è la l’annuale conferenza internazionale sul Personal Digital Archiving (PDA Con- ference) che si tiene ininterrottamente dal 2010. È l’unica conferenza internazionale specificatamente incentrata sugli archivi digitali personali ed è quindi l’unico momen- to in cui gli studiosi che si occupano di questi temi possono confrontarsi. Le prime tre 15 Cfr. . 16 Cfr. . 69 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza edizioni della conferenza si sono tenute a San Francisco presso l’Internet Archive; le successive edizioni sono state ospitate da diverse istituzioni accademiche ma sempre negli Stati Uniti17. Per quanto riguarda l’Europa va menzionato il progetto PARADIGM (Personal Archives Accessible in Digital Media)18: condotto dalle Università di Oxford e Manchester negli anni 2005-2007, ha affrontato le problematiche relative alla conservazione di docu- menti digitali privati attraverso lo studio e la sperimentazione sugli archivi di alcuni politici britannici. Anche il progetto InterPares 3 (2007-2012)19 si è occupato della con- servazione di documenti personali in alcuni casi di studio, focalizzati sull’acquisizione di archivi e collezioni personali da parte di istituzioni archivistiche. Per quanto riguarda l’Italia, va segnalato il gruppo di lavoro “Commissione nazionale bi- blioteche speciali, archivi e biblioteche d’autore” dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) che ha elaborato le “Linee guida sul trattamento dei fondi personali”20 e, recente- mente, la costituzione del Centro di ricerca internazionale “Personal Digital Memories” presso l’Università degli Studi di Bologna. Negli ultimi anni sono apparse sul mercato anche diversi applicativi software pensati per agevolare le operazioni di formazione degli archivi digitali personali e familiari che possono costituire un buon ausilio anche nelle attività di gestione e conservazione. Uno dei primi, che merita una segnalazione se non altro per motivi storici, è MyLifeBits, un progetto sviluppato da Microsoft Research, la divisione di ricerca di Microsoft, che con- sente di registrare e gestire tutti gli eventi della vita di una persona, attraverso dati e piattaforme multimediali21. Ad esso ne sono seguiti diversi, come il BagIt File Packaging Format, un formato capace di supportare l’archiviazione e il trasferimento di strutture archivistiche costituite da contenuti digitali arbitrari, insieme con i corrispondenti me- tadati. Il nome deriva da “Bag it and tag it” con riferimento sia alla “borsa” necessaria per trasportare il “carico” (il contenuto arbitrario) che ai metadati (tag) necessari per documentare l’archiviazione e il trasporto della borsa. Nel 2018 il formato è stato rico- nosciuto standard IETF22. 17 Le edizioni che si sono susseguite fino ad oggi sono le seguenti: PDA 2010: Internet Archive, San Francis- co (California), 16 febbraio 2010; PDA 2011: Internet Archive, San Francisco (California), 24-25 febbraio 2011; PDA 2012: Internet Archive, San Francisco (California), 23-24 febbraio 2012; PDA 2013: University of Maryland (Maryland State), 21-22 febbraio 2013; PDA 2014: Indiana State Library, Indianapolis (Indi- ana State), 10-11 aprile 2014; PDA 2015: New York University (New York State), 24-26 aprile 2015; PDA 2016: University of Michigan (Michigan), 12-14 maggio 2016; PDA 2017: Stanford University (California), 29-31 marzo 2017; PDA 2018: University of Houston (Texas), 23-25 aprile 2018; PDA 2019: University of Pittsburgh (Pennsylvania), 2-4 maggio 2019. 18 Cfr. . 19 Cfr. . 20 Le linee guida sono disponibili, insieme ad altro matriale elaborato dal gruppo di lavoro, all’indirizzo . 21 Il progetto è stato sviluppato a partire dal 2003 dagli ingegneri informatici Gordon Bell e Jim Gemmell, e all’inizio è stato lo stesso Bell a raccogliere i dati del suo “vissuto”, sia dotandosi dalla Microsoft Sense- Cam (uno strumento con caratteristiche simili ad una fotocamera o videocamera, in grado di registrare ogni immagine o suono), sia raccogliendo ogni telefonata, fax o quant’altro; dopo una prima parte di archiviazione dei dati, la seconda parte del progetto si è occupata dello sviluppo di un software in grado di gestirli al meglio. Il progetto ha condotto alla pubblicazione, nel 2009, del libro Total Recall: How the E-memory Revolution Will Change Everything (Bell G., Gemmel J., 2009) che descrive i primi sei anni di vita del progetto. 22 La relativa RFC (Request for Comments) è disponibile all’indirizzo . 70 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza In Italia merita senz’altro una segnalazione la soluzione web based eMemory che si de- finisce come «la tua casa digitale con cui costruire, avere cura e far crescere ogni giorno il tuo patrimonio digitale in totale privacy: ricordi, documenti e memorie»23; degno di nota è anche l’applicativo Endless Map realizzato dall’azienda 3D Endless che «ha lo sco- po di tracciare e favorire la conservazione a tempo indefinito dei nostri file, cioè i file prodotti o ricevuti per scopi personali, familiari o per la nostra attività»24. Altre aziende stanno cominciando a produrre sistemi di gestione documentale specificamente pensa- ti per un uso personale. In conclusione, si registra negli ultimi anni un interesse sempre più marcato verso le tematiche del Personal Digital Archiving non solo da parte del mondo accademico ma anche da parte delle persone comuni; di conseguenza, anche le aziende produttrici di software hanno cominciato ad intravedere possibilità di business a sviluppare prodotti pensati per un settore che fino a solo una decina di anni fa era del tutto inesplorato. 6 L’ESIGENZA DI UNA “ALFABETIZZAZIONE ARCHIVISTICA” DI MASSA Come si è messo in evidenza nel paragrafo 4, gli archivi digitali di persona e di famiglia sono caratterizzati da elementi di forte criticità che incidono pesantemente sulle pos- sibilità di successo di una strategia di archiviazione e conservazione. In buona sostanza, con il passaggio al digitale la formazione e la gestione degli archivi personali e familia- ri è diventata più complessa rispetto a quella dei corrispondenti archivi analogici, così come la loro conservazione che costituisce una preoccupazione non solo per gli archi- visti ma – ormai da qualche anno – anche per le persone “comuni”, che sono i soggetti produttori di tali archivi25. Le persone hanno cominciato ad avvertire l’incapacità di gestire i propri archivi digitali e a comprendere che per riuscire in quest’attività – che all’inizio sembra banale ma poi si evidenzia in tutta la sua complessità – hanno bisogno di conoscenze, competenze, abilità e strumenti del dominio archivistico che prima, nel mondo analogico, non era- no necessari. Questi skill cominciano ad essere percepiti come indispensabili per poter gestire correttamente i propri archivi. Si tratta di un vero e proprio “bisogno di archivi- stica” che sta emergendo, un bisogno forse inconscio, forse non bene identificato ma estremamente concreto ed urgente. La caratteristica peculiare di questo “bisogno” è che riguarda sostanzialmente tutti, perché tutti – tranne poche eccezioni – producono archivi personali o familiari digitali e hanno la necessità di sapere come gestirli e come assicurare la loro conservazione nel tempo. Queste considerazioni non possono non sollecitare l’interesse degli archivisti che de- vono saper vedere le opportunità che possono nascere da questo “bisogno di archivi- stica” e che, soprattutto, non possono lasciarsi sfuggire questa straordinaria opportu- nità per lo sviluppo della disciplina. È necessario che gli archivisti “intercettino” questi bisogni e cominciare ad avviare innanzitutto percorsi di formazione – magari diffe- renziandoli per livello di istruzione, età, attività lavorativa, etc. – in grado di fornire a tutti le conoscenze e le competenze necessarie per gestire questa nuova “categoria” di archivi corredandole poi con azioni a sostegno del percorso intrapreso. Si tenga presente che la platea di allievi è potenzialmente illimitata, potendo spaziare dagli 23 Cfr. . 24 Cfr. . 25 archivi digitali e ciò porta da una parte all’ingenerarsi di un senso di impotenza, dall’altra all’individu- azione di soluzioni anche estemporanee, non valide sotto il profilo archivistico e il più delle volte non sostenibili nel tempo, che nella maggior parte dei casi porteranno alla perdita di tali archivi. 71 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza studenti della scuola primaria, a quelli della scuola secondaria, agli studenti univer- sitari, alla popolazione adulta, alle persone della terza età: tutti hanno la necessità di diventare archivisti digitali per sé stessi. Si potrebbe ripetere, in sostanza, quello che si è verificato negli ultimi due decenni con le conoscenze nel mondo dell’ICT, le cosiddette “competenze digitali”, che sono state colmate – almeno in parte – grazie alla proposta di corsi di “alfabetizzazione informa- tica”; si è trattato di un intervento formativo di massa che ha coinvolto buona parte della popolazione italiana e che ha consentito di ottenere significativi miglioramenti nell’innalzamento del livello generale di cultura digitale. Ma le competenze digitali da sole non sono sufficienti per la gestione degli archivi personali e familiari in ambiente digitale ed è arrivato il momento di sviluppare piani di formazione che abbiano come obiettivo quello di una “alfabetizzazione archivistica” di massa. Un’azione formativa efficace dovrebbe cominciare con il fornire le conoscenze – ancor- ché elementari – di archivistica, in particolare sugli elementi basilari quali il concetto di documento digitale, di fascicolo digitale, di vincolo archivistico; il ciclo di vita del docu- mento digitale; le fasi tradizionali dell’archivio nel passaggio dall’ambiente analogico a quello digitale; le caratteristiche e le criticità degli archivi di persona e di famiglia in ambiente digitale. È poi necessario fornire tutte le competenze relative alla fase di formazione dell’archi- vio digitale: i criteri di ordinamento in ambiente digitale; le regole per la denominazio- ne dei documenti e dei fascicoli digitali (naming rules), per la datazione dei documenti, per il versioning, per la metadatazione; i criteri per la scelta dei formati elettronici e dei supporti di memorizzazione; le modalità di utilizzo di titolari di classificazione perso- nali e familiari. Occorre poi fornire le competenze necessarie per la fase di gestione dell’archivio di- gitale personale, ed in particolare acquisire padronanza nell’utilizzo degli strumenti fondamentali per gestire il proprio archivio digitale. Questa “cassetta degli attrezzi” dovrebbe contenere almeno gli strumenti per la metadatazione in forme più o meno automatizzate; per la ricerca dei duplicati ed il confronto di testi ed immagini; per la ridenominazione automatica di file e cartelle; per la modifica degli attributi e dei meta- dati; per la creazione di copie di backup. Non possono mancare le conoscenze e le competenze in materia di conservazione dell’archivio digitale, affrontando argomenti quali: le minacce per la conservazione de- gli archivi digitali personali e familiari; il problema dell’eredità digitale; le strategie di conservazione digitale; le regole fondamentali per la conservazione a lungo termine degli archivi personali e familiari digitali. Infine, uno spazio sufficientemente ampio deve essere dedicato alle questioni della ge- stione e conservazione degli archivi di posta elettronica, che costituiscono una porzione rilevante degli archivi digitali di persona e di famiglia e che sono certamente tra quelli più difficili da gestire e da conservare nel tempo. Tra gli argomenti che sarebbe oppor- tuno affrontare si elencano: le modalità di gestione della posta elettronica (client di posta, webmail, etc.); le modalità di organizzazione dell’archivio di posta elettronica; le operazioni di selezione e scarto negli archivi di posta elettronica; le regole per una gestione etica e sostenibile della posta elettronica; i formati per la conservazione della posta elettronica; gli strumenti per la conservazione degli archivi di posta elettronica. 72 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Per quanto è dato di sapere, in Italia queste competenze non vengono impartite a nes- sun livello del sistema di istruzione scolastico o universitario. Non vi sono neanche agenzie formative pubbliche o private che offrano una formazione specifica su questi argomenti, eccezion fatta per l’Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI) che, nella seconda metà del 2019, proporrà il primo corso in Italia in materia di “Formazione, gestione, archiviazione e conservazione degli archivi di persona in ambiente digitale”. All’estero, invece, la situazione appare migliore. Nel mondo anglosassone sono già stati avviati i primi corsi di formazione sul Personal Digital Archiving aperti a tutti; ad esem- pio, il 16 maggio 2017, Sarah Mason della Bodleian Libraries ha tenuto il primo corso sul tema del “Personal Digital Archiving & Preservation” . Inoltre, come si è già visto, sono numerose le istituzioni che hanno pubblicato sui loro siti materiale informativo e di facile comprensione finalizzato ad una corretta gestione e conservazione degli ar- chivi personali e familiari, sia nella fase attiva (records management) che in quella non attiva (archives). 7 UNA STRAORDINARIA OPPORTUNITÀ PER LA DISCIPLINA DELL’ARCHIVISTICA L’intervento formativo delineato nel paragrafo precedente, oltre a colmare questo og- gettivo “bisogno di archivistica” che si sta rendendo sempre più evidente nella popola- zione, avrebbe come conseguenza indiretta – ma estremamente interessante – quella di avvicinare tutti, anche le persone comuni, alla disciplina dell’archivistica. In questo modo l’archivistica potrebbe diventare una disciplina la cui utilità non è percepita solo tra gli addetti ai lavori o solo in determinati ambienti ma che viene riconosciuta da tutta la società, al pari di altre discipline che oggi sono ormai entrate a far parte del bagaglio di conoscenze e competenze di tutti (si pensi, ad esempio, alla conoscenza delle lingue straniere, dell’informatica, etc.). Si tratterebbe, quindi, di una formidabile occasione per la percezione dell’utilità sociale dell’archivistica – che ad oggi non sembra avvenire o per lo meno avviene solo parzialmente e in maniera molto limitata – con effetti estre- mamente positivi sul riconoscimento della disciplina da parte non solo del mondo acca- demico ma dell’intera società. Si tratta di un’occasione che la comunità degli archivisti non può e non deve lasciarsi sfuggire. 8 CONCLUSIONI Come si è visto, i mutamenti sociali – ed in particolar modo quelli derivanti dalla rivolu- zione digitale che hanno così ampiamente trasformato gli archivi personali e familiari – hanno indotto in tutte le persone che gestiscono archivi digitali personali o familiari l’esigenza di acquisire conoscenze, competenze e abilità del dominio archivistico; que- sta è una straordinaria opportunità che gli archivisti debbono cogliere per avviare azio- ni formative su questi temi, in maniera da colmare un vuoto che altrimenti verrebbe colmato da altre professionalità. In questo modo l’archivistica avrebbe la possibilità di uscire dai ranghi circoscritti che l’hanno spesso caratterizzata ed assurgere a diventare una disciplina che possa essere riconosciuta da tutti ed avere una dimensione per così dire “sociale”. Si tratta di una prospettiva foriera di sviluppi estremamente interessanti e sulla quale occorrerà iniziare a riflettere seriamente. 73 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza 9 RIFERIMENTI Allegrezza S. (2018). The impact of digital transformation on private archives: what fu- ture for personal archives? in: Atlanti, vol. 28 (2018), n. 1, p. 79-90, ISSN: 2282-9709 Becker D., Nogues C. (2012). Saving-Over, Over-Saving, and the Future Mess of Writ- ers’ Digital Archives: A Survey Report on the Personal Digital Archiving Practices of Emerging Writers. The American Archivist: Fall/Winter 2012, Vol. 75, No. 2, pp. 482-513, Bell G., Gemmel J. (2009). Total Recall: How the E-memory Revolution Will Change Everything, Penguin Group USA, 2009, ISBN-13: 978-0525951346 Chen A. (2014). Disorder: Vocabularies of Hoarding in Personal Digital Archiving Prac- tices. Archivaria, p. 115-134, Nov. 2014. ISSN 1923-6409, . 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Personal Digital Archiving - DPC Technology Watch Report 15-01 De- cember 2015, in: DPC Technology Watch Series, . 74 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza SUMMARY How are archives perceived by ordinary people? What do people imagine when they think about the figure of the archivist? And how is archival science perceived in the col- lective imagination? Most people don’t know what archivist do and often don’t even know such a profession exists; for many the figure of the archivist is still shrouded in darkness, as opposed to other professional figures also in the humanistic field who are by now well known (such as the librarian, the archaeologist, the art historian, etc.). Why is the archivist profession so little known? Similarly, the concept of archives and the ar- chival discipline are very often unknown. Although things have improved a little in recent years, thanks to the collective efforts of archivists and archivist associations that have put in place numerous initiatives to make the archives known to the general public, we must admit that the results are not yet so exciting. However, the digital revolution that has upset the world of personal and family archives by transforming them from analog to digital could be a good lever to completely reverse this situation and to obtain a significant improvement in the perception of archives and archivists and for the recognition of archival science as a fundamental discipline in peo- ple’s lives. Generally speaking, personal and family digital archives have some common features that should be kept in mind, such as: the enormous increase in their size; the tendency to accumulate often uncontrollable amounts of documents (in this regard the term “dig- ital hoarding” was coined); the lack of a logical ordering criteria; the lack of appraisal and disposal operations; the conviction that everything that is available online today will always be there; the lack of awareness on the problems of digital heritage and dig- ital preservation and on the fact that digital archives require a major “curation” than analog ones. The interest in the subject of Personal Digital Archiving has grown enormously over the last ten years. The first scientific articles that dealt with the issue date back to around the mid-2000s but it is since 2010, the year in which the first Personal Digital Archiving Con- ference was held at the Internet Archive in San Francisco (California), that the scientific debate has greatly expanded and has seen the proliferation of events and publications on this subject. In addition, numerous institutions, especially in the United States, have begun to publish guidelines, explanatory materials that can be understood by every- one and are of immediate use in the field of Personal Digital Archiving. Among these, we must mention the Library of Congress, which has been and still is very active in the studies on the subject and in the initiatives to raise awareness among ordinary people with a concrete and practical approach. On its website it makes avail- able a series of informative materials that use a simple and common language, suit- able for a heterogeneous and often inexperienced public, and which are very useful. Worthy of note are also the Columbia University Library, the Association for Library Collections and Technical Services (ALCTS), the libraries of Purdue University, the MIT Libraries, the libraries of the Tri-College Consortium, the Cornell University Library. Fi- nally, the “Save My Memories” website created by the “International Imaging Industry Association” deserves a mention, providing important information, in particular, on the correct management of personal digital photo archives. Of great interest under the scientific profile for the high quality of the reports presented is the annual interna- tional conference on the Personal Digital Archiving (PDA Conference) which has been held continuously since 2010. 75 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza Personal and family digital archives are characterized by strong critical elements that heavily affect the chances of success of an archiving and conservation strategy. Basically, with the transition to digital, creating, managing and preserving personal and family archives has become more complex. People have begun to understand that if they want to succeed in this activity they need knowledge, skills, abilities and tools of the archival domain. These skills are perceived as indispensable in order to properly manage their archives. There is a real “need for archival skills” that is emerging, perhaps an uncon- scious need, perhaps not well identified but extremely concrete and urgent. The peculiar characteristic of this “need” is that it essentially concerns everyone, be- cause everyone – with a few exceptions – produces digital or personal family archives and they need to know how to manage them and how to ensure their preservation over time. Archivists cannot miss this extraordinary opportunity, but they must know to seize the right moment to “intercept” these needs and start training courses – differenti- ated according to the age and the needs of learners – in order to provide everyone with the right knowledge and skills to manage this new “category” of archives. Worth noting that the number of students is potentially unlimited, since they can range from primary school students, secondary school students, university students, the adult population and senior citizens: all of them need to become digital archivists of their archives. In essence, the time has come to develop training plans that aim to achieve mass archival literacy. This training plan would also have an indirect consequence in that of bringing everyone, even the ordinary people, closer to the discipline of archival science, and making them understand its usefulness. So archival science could become a discipline whose utility is not only perceived among the experts or only in certain environments but which is rec- ognized by the whole society, like other disciplines that today have now become part of the wealth of knowledge and skills of everybody (think, for example, of computer science, the knowledge of foreign languages, etc.). This is an opportunity that archivists must not miss, but must rather find a way to fill a void that would otherwise be filled by other professionals. In this way the archival discipline would have the possibility to get out of the restricted areas that have often characterized it and to rise to become a discipline recognized by all and with a very “social” dimension. Acceptance date: 11.08.2019 Typology: 1.02 Review Article 76 THE IMPORTANCE OF PERSONAL AND FAMILY DIGITAL ARCHIVES FOR A NEW PERCEPTION OF THE ARCHIVAL DISCIPLINE Stefano Allegrezza