M 61-63. Bibliologia. E uscita 1' operelta = Statuti Municipali del Comune di Trieste che portano in fronte V anno 1150, editi a cura del Dr. Pietro Kandler, con prefazione storica ed indici. Trieste 1849, lipografia del Lloyd Austriaco. Proprieta deli' Editore == Volume in quarto di 152 pagine, del quale 44 sono della prefazione, 108 degli Statuti in testo originale latino ed Indici pure latini. Dignano. v. Collegio di Canonici. (Juis nescit primatu esse Hisloria legem ne quid fatsi dicere au-deat ? deinde ne quid veri non audeat ? ne qua suspicio gratiae sit in scribendo ? ne qua si-mullutis? Cicero. De Orat. I. II. CXV. Benche vivo in noi sia F amore della terra natale, e ben sconvenevole d' illustrarla con errori ed inesattezze che putano di menzogna, di cui talora convinto esser si possa. Esporro quindi quanto rilevasi da pubblici do-cumenti, che la tradizione non soccorre, riguardo al collegio di canonici, o capitolo, ignota essendo P epoca pre-cisa di sua istituzione. Monsig. Tommasini (Arch. Triest. pag. 486) dice : Consta il capitolo della collegiata d' un paroco, e tre canonici. Non si sa come in appresso fossero quatlro, se a tenore dei sacri canoni una collegiata non puo -a-verne meno di cinque compreso il paroco. Forse il vescovo fu tratto in errore dalla relazione fattagli, o si ap-poggio a qualche documento che tre li accennava. Forse cosi era in quel tempo e prima, fino dali' istituzione, e poscia sia stato aggiunto uno a quel numero, o per uni-formarsi alle prescrizioni, o per i bisogni deli' accresciuta popolazione. Un piovano, primaria dignita, e quattro canonici.... dice infatti Tentori; 5 canonici compreso il piovano.... scrive anche Busching. Ne indicazione tale trovasi nei documenti qui appresso citati. Questi esistono in una delle stampe che secondo il Dizionario del dialetto Veneziano di Giuseppe Boerio ( Venezia, 1829) pur si chiamavano sotto il governo veneto i processi civili stampati per lume de' giudici nelle decisioni delle cause, la quale raccolta porta nell' esterno : "Per la comunita e popolo di Dignano contro monsig. reve-rend. vescovo e capitolo dei reverendi canonici di PoIa„ in lite per esazione di decima oltre al convenuto, che fu dečka con giudizio seguitonelV eccellentiss. pien collegio a favore...... dei primi contro i secondi 1777, 2 giugno, come scorgesi per est< so nel fine del a raccolta stessa cui sta unito quel giudizio in foglio oolli Nri. 113 e 114 delle due pagine impresse. Non badisi agli errori di stampa che sono frequenti, li quali 1' intelligente lettore puo ridurre al vero testo. Conviene pero premettere a conoscenza del fatto che, nei tempi lontani la cura delle anime in Dignano fu amminislrata dai cononici di Pola, per cui loro corrispo-sta veniva la decima integrale, da quanto dicesi e cre-desi, in ogni prodotto. Coll'atto qui appresso fu pero ristretta la corrisponsione, tanto in quantita che in qua-lita, sicche, fino ali' anno 1810, in cui attesa 1' introdu-zione della fondiaria furono soppresse le decime eccle-siastiche, contribuivasi solo il 3% in natura delli pro-dotti di vino, frumento, orzo, legumi ed agnelli, a senso deli'atto medesimo. A carte 1 a 9 della raccolta sta compreso questo primo atto che vedesi riportato incompleto, e che viene trascritto soltanto nel principio fino al punto in cui accenna al capitolo di Dignano, e nel fine per conoscerne 1' epoca. S)................. „ Cum esset Lis, et controversia inter reverendum pa-„ trem, et D. D. Fratrem Thomam Ordinis Predicatorum... „ Episcopus polensis, et capitulum suum ex unam partem „ et Homines, et Comune de Addignano.....debitorum si- „ bi solvi per praedictos nominis, et Communem Addignani „ ipsi D. Episcopo, et suo capitulo....;. Qiiod praedicti ho-„ mineš et Comunem decimas male solvebant, et ipsis re- „ spondentibus, quod bene solvebant...... Qui habebant. „ Tandem suprascriptus D. Episcopus ac venerabilis viri „ d. praesbiteri... Frater archidiaconus, et... ecclesiae po-„ lensis procuratores, et sintiicis antedicti capituli consi-„ derantes quod praedicti homines, et Comunem Addi-„ gnani.... cum fuerit expoliati, et depredati ab Angaris „ quasi de omnibus ipsorum bonis, et faciant gra......Ad- „ dignani, et solvendo rectori suo partem salari sibi de- „ biti, quod ultra decimam quam solvunt...... ex suo ca- „ pitulo, et primiciam quod solvunt sacerdotibus, et ca-„ nonicis Addignani, et jam interdum solvunt et saepe...„ " .... Quibus omnibus et singulis dictus d. potestas „ Addignani auctoritatem suam, et dictis Comunis Addi-„ gnani interposuit, et decretum etc. " Actum Addignani in ecclesia Sancti Jacobi de „Trazera currenti anno Domini millesimo quadrigesimo „ vigesimo tertio, indiotione prima, die dominico penul-„ tirno mensis maii. Praesentibus....„ Dunque nel 1423, anzi ancora prima il capitolo e-sisleva. Non pero legalmente tanto nel foro civile quan-to nell' ecclesiastico, per quello che sembra dali' allro atto successivo del decembre 1594. In nessun luogo deli'atto essendosi nominato il titolare della chiesa, deve credersi che S. Giacomo delle Trisiere (Istria a. I. N. 41-42, pag. 169, col. 2; 170, col. 1) non piu fosse parocchiale, perche cosi sarebbe stata detta nella chiusa deli'atto stesso. A carte 10 a 13 della raccolta sta scritto. " In Christi Nomine Amen. Anno ejusdem Nativi-„tatis 1567, Indictione decima, die vero 30 Mensis ianuarii. „ Actum in Civitate Polae in Palatio Ressident. Rever. E-„piscopi, et Patriarchae Hierosolimitani praesentibus Testi-„ bus vocatis, et rogatis Rever. Dom. Christoforo Que-„rengo Archidiacono, et Canonico Polensi, et Vicario „ Generali Dom. Marino de Furlanis Canonico Polensi, et „ Mag. Prudentio Monaco de Venetiis, nec non Max. An-„ tonio de Angelis Tarentino ad praesens Adignani habi-„tatoribus etc.,, "Sendo gia per li mesi et anni addietro vertito li-„te, et differentia per et intra il Reverend. Vescovo di „Pola, et Patriarca Hierosolimitano sopra da una parte, „et dali'altra la Sp. Comunita del Castello d'Adignano „ di quella Diocese per causa, et occasione della elezio-„ne de Canonici, et Piovani della Chiesa di S. Biasio v Collegiata di detto luoco, onde e successo, che percio „ si sia dalle suddette Parti fatto ricorso al Sereniss. Pren-„cipe, et Illustr. Collegio deli' Inclita citta di Venezia. „ Perciocche si ha compreso, che da Sua Seren tž, et ;,predetti Illustr. Signori il loro desiderio sia ch'esse „ suddette Parti ponessero il fine al sudetto loro litiggio, „ e controversia con qualche buona composizione, e con-„cordio. Per tanto a giuste preghiere, et oneste sua-„ zioni de' Fedeli, et amorevoli operazioni del Magn., et „ Clariss. S. Sebastian Trevisan al presente Dignissimo „ Podesta d'Adignano, et suo Territorio meritiss. le sud-„ delte parti, et il Rever. Sig. Vescovo, e Patriarca so-„ pradetto, e 1' Intervenienti della Spettab. Comunita d' „Adignano. Cioe S. Domenico quond. Antonio Bonassin „ Giudice. S. Zuanne Tromba Sivico (meglio Sindico) Fi-„ glio di S. Andrea, e S. Andrea Tromba predetto quon-„ dam S. Zuanne, S. Mengolin Biasiol quond. Venier, S. „ Antonio quond. Niccolo Damian, S. Marco qu. Mattio de „ Marco, S. Antonio qu. Domenico Bonassin, S. Martin de „ Domenico Minquei Cittadini, et a cio per il general „ consiglio della sudetta Spetlabile Comunita Deputati, ca-„ dauna di esse parti spontaneamente promettendo, et sibi „ in vicim obbligandosi etc. esso Reverend. Monsignor in „ Bonis ejus Episcopatus pro se, et successoribus suis, et ;^essi Spettabili Intervenienti nelli Beni della suddetta „ Spet. Comunita di Adignano, quali sudJette Parti con- „stituite alla presenza delli sudetti Testimonj, et di me „ Canonico infrascritto sono devenute finalmente alla presente Composizione, et Accordo etc. " Che per li tempi venturi ogni, et qualunque volta ! „ occorrera, et alvenisse vacanza di benefizio alcuno in „ detta Chiesa Collegiata la suddetta Spet. Comunitš abbia „ Auttorita et Iibera facolta di sempre ellegger almeno tre „ Reverend. Sacerdoti di onesta vila, buona fama, et con-„ dizione per causa, et occasione della suddetta Creazio-„ ne, il qual suddetto Rever. Monsignor Vescovo, e Pa-„ triarca sia tenuto, et elleger debbi quello delli tre pro-„ posti per essa Spettab. Comunita per sua giusta coscien-„ za che ad ulile e beneficio sia di tutte le anime di que-„ sta Universita, come certamente cadauno si črede, et „veramente in sua Rever. Signoria si confidano. II qual „ poi di essi tre eletto Juxta li suddetti ordini per sua „ Rever. Signoria Canonicamente nel vacanle Beneficio sia „ instituito, et perche totalmente sia provisto a qualunque „ dilFerenzie, che in progrrsso di tempo nascer potesse-„ro, abbenche speriamo nell'Eterno Iddio non avvenira, „esse sudette Parti determinano, et sponte statuiscono, „ che il tutto sia sommariamente conosciuto, giudicato, et a inappellabilmente deffinito per il Rever. Patriarca di Ve-„nezia come Giudice in tal causa veramente deffinitivo. „ Promettendo esso suddetto Rever. Monsig. Vescovo ad „ essi Intervenienti per nome ut supra con ogni celerita „ accio sia il tutto con prestezza espedito, et a perfe-„ zione sigillato con minor spesa della sudetta Sp. Co-„ inunita percioche tanto piu presto si possa venir ad essa „ sudetta elezione di vacante luoco, mandar il presente „ Instromento, et composizione alli piedi del Beatissimo „ Padre, et oprar, che da Sua Santita quanto piu presto „ per sua Rever. Signoria si potra s' abbi di questa pre-„sente la confirmazione, accio mai piu in parte alcuna si „ possi ritrattare, imo con la grazia, e pace deli' Omni-„ potente Iddio viver, le quali cose tutte in questo pre-„ sente contenute le suddette ambidue Parti per se, et „successori suoi sibi invicem et vicissim ut supra obbli-„ gandosi, promettendo in alcun tempo se per alcun modo „mai contrafar, ne contravenir. Imo perfettamente man-„ tenir, et iuviolabilinente osservare, et tutto cio tenendo „ sempre fermo etc. L. D. " Ego Oscanius Pischerius Fil qu. Spet. D. Camilli „ Civis Rodigii Pubb. Imp. Aut. Not., ed ad praesens Ca-„ non. Adignani compositione inst. suprad. per Coadjuto-„ rem meuin in hanc publicam, et authenticam formam „ revelatum mea propria manu in fidem praemissum me „ subscripsi signumque meum a capite nominis mei ap-, posui consuetum. „ Et Eio Antonius Garlato (meglio Gorlalo) Pub. „ Ven. Aut. Not., et ad praesens Cons. Comunitatis Adi-„ gnani exemplum suprad. ex autentico existente Cancel-„ laria Comunitatis supradictae fideliter exemplavi, et in „ fidem me subscripsi etc. „ Quest'atto trascritto per piu ragioni, che fu pienamente confermato dal Breve pontificio che trovasi a carte 14 a 19 della raccolta piu detta, comincia Ad perpetuam rei memoriam Sacri Apostolatus Ministerio, e si chiude Datum Romae apud Sanctum Petrum sub Annulo Piscatoris die XIII Augusti 1567 Ponti-ficatus Nostri Anno secundo. Prima di entrare in proposito osservero frattanto che, se non vi fu errore dal singolare, relativo aH* uiti— monominato, al plurale, relativo a tutti, errore pero che non sembra sia corso dalla sintassi medesima della inte-stazione, praesentibus Testibus vocatis, et rogatis... ad praesens Adignani habitatoribus etc., quest'abla-tivo indicherebbe tutti quei testimoni abitatori allora di Dignano. Come poi fosse che li due primi, cioe 1'arci-diacono e vicario generale ed il Furlanis, ambo insieme canonici di Pola, vi stessero, non saprei dedurlo. Per evitare gli elfetti della inal'aria? Non čredo, giacche P atto porta la data del 30 gennaio 1567, quindi nella stagione invernale, non autunnale ne estiva nelle quali piu morboso e piu pronto e P influsso. Per rimedio a quegli elfetti gia provali e per cid ritornare in salute? Potrebb' essere. Beneficiari o titolari anche di Dignano non erano, perche tali pur sarebbero stati detti dal ca-nonico Pischerio che compilo quell' atto. Ne alcuno di cio si stupisca, o čreda ch' essere non potesse secondo quanto si vede ai giorni nostri o si sa che fosse anco in .tempi anteriori, mentre, pernotizia comunicatami dal-1' egregio signor Tommaso Luciani di Albona da un re-pertorio od indice degli atti capitolari di quel luogo, esistenti a mani del sacerdote Gio. Lorenzo Diminich, si rileva che, dal 1535 era canonico e pievano d1 Adi-gnano et vicario generale di monsignor vescovo certo monsignor Antonio Ricardi. Ne tal altro sorga ad opporre le disposizioni deli' allora gia compito e con-fermato Concilio di Trento, mentre vi possono essere dei časi eecezionali per cause particolari, anche senza offese per cio della legge. Difatti in uno dei registri paroc-chiali trovasi scritto 1606 a' di 9 luglio. lo pre Au-relio Lapis archidiacono et vicario generale de Pola entrai in possesso de c/uesta Pieue de Dignano, ove dal reverendo pre Antonio Sinosich ne fu ad- signato il presente libro...... Egli e ben soddisfa- cente di rilevare da queste sole notizie che canonici, arcidiaconi, e vicari generali di Pola abitassero ed aves-sero beneficio anche in Dignano, che quindi questa Pieve fosse onorifica e guadagnevole, e che cio tutto seguisse molto tempo dopo la instituzione del capitolo, la di cui prima memoria scritta videsi aversi finora dali' anno 1423. Quel Vescovo ed insieme patriarca gerosolimitano, nei di cui palazzo di residenza fu fatta la surrifeTita composizione, e Antonio Elio che secondo monsignor Tommasini (.Arch. Triest. pag. 479) comincio a reggere la diocesi di Pola nell' annq 1558, e (ibidem pag. 345) passo a quella di Capodistria. nei 1572. Nello Stato del Clero della Diocesi di Parenzo e Pola . . . . il principio di sua reggenza pero e indicato CPag- 5, col. 2.da) nei 1548. La di lui effigie ritratta in tela qui esiste presso il signor Angelo Benussi fu Giovanni, quale figlio di una delle ultime femmine della lamiglia Elio, la di cui linea mascolina si estinse inDomenico nelPottobre 1831.Ouesta famiglia ritenerdevesi qui stabilita nei tempo in cui il predetto Antonio sedeva nella cattedra episcopale di Pola. II primo atto e questo che in via legale canonica instituito dimostri il capitolo di Dignano, anche perche sancito dalla Bolla di S. Pio Ouinto, ne alcuno di ante-riore data fu prodotto nell' occasione che šaro per dire. Se non che nella piu citata stampa a carte 20e21 altro alto vi sta che oscura P esserto ed i fatti gia espo-sti. Anche questo trascrivo per esteso a piena cogni-zione della cosa. " Domenica 2.da Decembris 1594. „ Gongregato l'Honor. Consilio della Sp. Communita „ de Dignan nella Salla del Palazzo del Clar. Sig. Pode-„ sta dopo il terzo suono della Campana giusta P ordi-„ nario ove furono congregati Conseglieri al num. de 31. „ computata la persona di Sua Signoria Clar. e furon „ trattate le cose infrascritte. „ Mentre questa Terra era sottoposta alla citta di „ Pola, li canonici, e sacerdoti di quella celebravano, et „ officiavano in questo luoco a quali se gli dava sola-„ mente la Decima come oggidi si osserva, et non altro, „ et perche si smembrassimo da essa citta fu per li an-„ tecessori, e Vecchj di questo nostro Consiglio a per-„ suasione di quelli che erano interessati con Parentella, „ et altro presa parte, et consuetudine di tuor alli (čredo „ meglio altri) Sacerdoti pur di questo luoco con darli un „ Mozo di Formento, et uno de Orzo per ciascheduno, „ et le Priinicie de Animali minuti, che in quella Giuris-„ dizione nascevano; Ia qual Primizia de Fomento, et „ Orzo non ascendeva alla summa de quindese primiciali „ per uno, et pur vivevano da bonissimi esemplari, et „ Religiosi, quali vi (meglio si) confirmavano con questo „ Consiglio ogn' anno a tal carico conforme alli Privi-„ leggi comessi (meglio concessi) da Sua Serenita a que-„ sta Comunita, et perche per causa d'alcuni de nostri „ pur di questo Consiglio senza Auttorita di esso fecero „ un asserto compromesso... cio sotto il Clar. Sebastian „ Trivisano nostro Rettor allora, et fu ad un certo modo „ indebolita 1' Auttorita nostra che in loco di confirmarli „ di anno in anno sono fatti Canonici ad un certo modo „ in vita, li quali tenendo cio per valido senza segno „ d' umanita parlandosi deli' honor de cattivi tantum, et „ non de boni vana .... (forse meglio vanno introdu-„ cendo o spargendo) in questo miserabil popolo nove „ usanze e leggi, che non contenti di quaranta Primiziali „ de Formento, Orzo, et Agnelli come d' altre maggior „ utilila incerte, voglino introdurre, come hanno princi-„ piato P .opera di far che li Moza de Formento, et Orzo, „ siano dati loro colmi, et le Primizie d' agnelli sebben „ non .nascono in questa Giurisdizione tal che sempre, „ come si vede sono li poveri sudditi oppressi da loro. „ Pero pe"r obst. a tali ihnovissime sue imposizioni " L' andera Parte di littigare contra essi davanti B questo Foro, et Superiori, et anco a Venezia come a „Roma davanti Sua Santita, se fara bisogno, affine etc. Prospere N. 24) ¥J „ Contrarie „ 2 Ideo CaP,a ' C. Canc. Pret. "La presente fu estratta da una consimile esiste „ nell' Archivio del Rev. Capitolo di Dignano.„ Che se oscura tale atto 1' anteriore composizione di data 30 gennaio 1567, spande qualche luce d'altronde sulPIstoria del Capitolo non meno che del luogo. Al solo Consiglio Comunitativo apparisce da ambo que»ti atti che spettasse 1' elezioue dei propri Canonici, qualunque ne fosse stato i! modo d'istituzione e paga-mento, mentre 1'anteriore di data 30 maggio 1423, in cui trattasi di decima puramente, e quindi d' interesse generale, parla di uomini e comune di Dignano, cioe della concione o vicinia che voglia dirsi. Cosi fu sempre fino ai giorni nostri, quando ebbe vita quel corpo e vissero insieme li statuti municipali. (Vedi Istria a. IV. N. 35-36 pag. 140, coi, 2. o f >gho separato pag. 4, coi. 2., nei quali sta l'art. I.) avvertasi che a questo corpo non avevano diritto di entrarvi che gl' individui inasehi maggio-renni di molte famiglie, cioe parte di quelle che furono prime a formarlo (Arch. Triest. pag. 485, lin. uit.) e ! parte di quelle che in seguito furono aggregate. Dal numero dei congregati consiglieri a quello dei votanti vi e differenza di 5, e tanto potrebb'essere corso errore nella cifra delle Prospere da 29 a 24 quanto essersi, od essere stati, eccepiti dal votare quei 5 per parentela od altro. Appunto per cio il numero ristrelto dei congregati non adombri. Dalle parole Mentre c/uesta terra era sottoposta alla citta di Pola ecc.... et perche si smembrassimo da essa citta ecc..... potrebbe supporsi che fino da quel tempo avesse avuto luogo, se non 1' instituzione di un capitolo, cui sembr' alludere 1' iserizione qui appresso, al- meno quella di altri sacerdoti pur di c/uesto luoco..... contribuendo ad essi un mozo Ceha corrisponde a 5/i di staio Veneto ossia 5 misure locali dette stajuoli) difor-mento, et uno di orzo per ciascheduno. Chiascheduno non deve intendersi dei percipienti, ma dei contribuenti, li quali erano quei soli che tenevano buoi da lavoro, Et le primicie de animali minuti..... ch' erano un agnello i ali' anno e due formaggi per ogni possidente almeno N. 7 pecore da latte, coine rilevasi, oltre al fatto sussisten-te, anche dalle tabelle dimostrative (Fassioni ora dette con neologismo non italiano) in proposito rassegnate alle autorita superiori. Quindese di questi primiciali per uno sla scritto che avessero da principio, e quaranta nel 1594. Se quattro erano li beneficiati, come dice Tommasini, 60 dunque dovevano essere li contribuenti da principio; se 5, come parlano gli altri e gli ultimi fatti, 75. Nel 1594 pero 160, nel primo caso; 200 nel secondo erano li contribuenti da quanto si vede. Nell' anno corrente poi 192 sono le famiglie ossia li contribuenti di formento ed orzo, che percio hanno buoi da lavoro. E da notarsi per altro, anche a schiarimento di quanto sopra fu detto, che Motiš. Tommasini seriveva 200 anni circa ora sono, e percio 50 dopo il 1594, e che la contribuzione di queste due qualita di cereali con un mozo o % di staio o 5 misure locali si fa egualmente, tanto da chi un solo paio di buoi, quanto da chi pii ne tiene. Si confirmavano per c/uesto consiglio ogn'anno ccc..... E cosa, a vero dire, spiacevole di rimarcare in un atto che veste caratteri legali ed autentici, come dubbia e vacillante riesca, non meno 1'istituzione del capitolo tanto civilmente quanto canonicamente, che la validita deli'altro 30 gennaio 1567. Sacerdotibus et Canonicis Addignani dice P atto 30 maggio 1423, ed in altra raccolta a stainpa che porta nell'esterno L.L.CC. Dignan a carte 9 sta scritto: "Addi 12 luglio 1735. constituito in Officio ecc. il Rev. „ Sig. D. Andrea Manzin Proc., e Canevaro di questo „ Rev. Capitolo nomine proprio, e de Rev. Sig. Canoni-„ ci.... in aggiunta pure producono un proscritto con de-„cisione seguita nel secolo 1468 di c. 13 altre volte „ prodotte, ne queste con posterior Giuditio.....„ Dunque, e nel 1423, e nel 1468 erano gia canonici, se anche soltanto titolari, e percid capitolo esisteva, giacche il contributo delle cosi dette primizie facevasi a questo, e poi tra canonici le dividevano, come anche si seorge dai cenni quindese e (/uaranta nello stesso atto 1594. Coine la intendesse per fatto da lui riconosciuto, o la se gli avesse fatta intendere, P estensore deli' iserizione che leggesi nella lapide marmorea sulla porta che dal coro introduce nella sacrestia, non saprei. Vedano e de-cidano in proposito gl' intelligenti. Ecco quanto fa .al caso nostro. "D. O. M. Io. Dominico Juras. Ep. Polens. „Quod. Capitulo Insignis Collegiatae S. Blasii,' Adignani „sexto ab Institulione Soeeulo Almutias Decreverit. IV. Id. „ Decemb. MDCCXC„. Ouesto šesto secolo dali' istituzione di che deve intendersi? Del capitolo forse? Allora dal decimottavo, verso la di cui fine fu fatta P iserizione, si risalirebbe al duodecimo secolo, e quindi tre secoli piu addietro della prima memoria scritta nell'atto 30 maggio 1423, od almeno due deli'altra in quello del 1594, come portai le parole qui innanzi, per cui dovrebb' essere nel 1331. (Istria a iV. N. 35-36 pag. 138. coi. 1. o foglio separato pag. 2. coi. 1.) Comunque pero sia la faccenda, resa piu intralciata dali' inopportuno atto 1594, egli 6 certo che la elezione de Canonici, et Giovani della chiesa di S. Biasio Collegiata ... ebbe mai sempre effetto da quell' epoca1, come fu convenuto colPatto 30gennaio 1567. Alcun altro non vidi che diversamente indicasse, ne tradizione o voce alcuna in contrario udii. Nell'anno 1811 sotto i! regime Francese il consiglio municipale Cehe allora come accennai qui avanti e vedesi nell' art. I. non sussistevano gli statuti o quindi il consiglio comunitativo) passo ad eleger tre Reverend. Sacerdoti, uno dei quali eletti, dal vicario capitolare di Pola in sede vacante fu nomi-nato canonico, e questo fu 1' ultimo, tanto nella serie dei canonici che dei paroehi, in tal forma eletto. La morte di Don Giovanni Trornba, ultimo canonico paroco, seguita nel di 10 settembre 1836 segnd anche Io sciolgimento del capitolo. II successogli amministratore parocchiale Don Tommaso Belci canonico Io segui quat-tro anni dopo, cioe nel di 13 settembre 1840, cui prima di un anno tenne dietro nel di 25 luglio 1841 il canonico Don Cristoforo Damianis. II canonico Don Michele Benedetto Toffetti nel novembre 1842 passo alla concatte-drale di Pola con pari ma piu dignitoso titolo, e mori in patria nel di 19 febbraio 1845. Rimase solo il canonico Don Pasquale Furlani, che alla morte del Trornba era gia stato nominato decano ed ispeltore distrettuale scolastico, e dopo quella del Belci anche amministratore parocchiale. Furono destinati dei sussidiari fra li sacerdoti del luogo, e percio, ne la cura di anime, ne le ecclesiastiche funzioni ebbero a soffrire. La doltrina cristiana era, come il so-lito, lenuta nei di festivi prima del vespero, ed in |ogni sera della quaresima anche da buoni secolari. II zelante sacerdote di benemerita memoria Don Antonio Demarchi (che repentinamente passč a miglior vita nella sera delli 25 maržo 1848), uno dei sussidiari e destinato assistente parocchiale, spiegava in ogni domenica il sacro vangelo al popolo nella prima messa, e lo accompagnava con a-naloghi riflessi. II confessionale occupato era sempre, non abbandonato il letto degli infermi e moribondi. Con sovrana risoluzione 5 agosto 1843 fu soppres-so il capitolo. Dolorosa riusci la notizia, grave il fatto alla popolazione. Molte furono le pratiche per ritornarlo in vita; diverse le proposizioni. Tutto riusci vano. Devo assicurare pero che la mancanza di un documento qua-lunque constatante il dovere da parte del capitolo di uf-ficiare giornalmente la chiesa, abbia impedito al pio superiore diocesano d'interporsi per la ripristinazione del capitolo, come se ne dava cura, benigno accogliendo le istanza 'della popolazione. Dunque mi e pur forzaripe-terlo, 1' atto 1594 non e in tutto erroneo, qualunque sia stato 1' esito della con quello incoata pendenza, ed appena dali'atto 30 gennaio 1567 devesi ritenere 1'insti-tuzione legale e canonica del capitolo in qualsiasi modo prima stabilito, o nel 15.°, o nel 14.° o nel 12.° secolo, secondo gli atti diversi anteriportati. Oppresso piu dai mali che dali' eta fu costretto il canonico Furlani di chiedere dispensa dagl' incarichi ad-dossatigli ed insieme la competentegli pensione che ot-tenne e gode infermo per soli 50 giorni, defunto essendo nel di 11 agosto 1846. Allorche nel 1836 fu dalla podestaria locale annun-ciata la morte del paroco Tromba al rever.mo Ordinariato, ed accennata la disposizione di aprire, a norma deli'antica consuetudine e del concordato 30 gennaio 1567, concorso immediato per la nomina di un nuovo paroco, compiacquesi, con nota 19 settembre N. 697, 1' autorita diocesana sullodata di riscontrare, che secondo le "Auli-s che prescrizioni... qualunque sia la persona a cui spetla „il diritto di nomina a qualche parocchia od altro be-„nefizio, il concorso dev'essere sempre pubblicato dal-„ 1'Ordinariato, al quale devono essere presentate dai con-„ correnti le suppliche, che vengono poi trasmesse al „juspatrono, e se tale diritto ad una comunita le devono „ essere trasmesse mediante il rispettivo commissariato „ distrettuale sotto la presidenza del quale deve farsi „l'alto deli'.elezione. „ Riguardo poi alle parocchie vacanti alle chiese „ collegiate, fu precetlato dai superiori dicasteri che tali „ parocchie ed altri posti canonicali vacanti in delte chiese non debbano essere rimpiazzati finche non saranno ter-„ minativamente organizzati i singoli capitoli collegiali. ;;L'organizzazione pero dei: medesimi non potra aver „ luogo, anzi 1'Ordinariato non deve neppur farne il pro-„gelto aH'autorita Governativa finche non sara terminata „la liquidazione e legale, assicurazione delle rendite pro-„prie di ciaschedun capitolo.,, Ecco perche rimase vacante la parocchia per anni 10, ne fu mai riempito il vacuo successivamente lasciato dai canonici. Convien credere che le rassegnate tabelle dimostrative della rendita non assicurassero ad ogni canonico una congrua voluta dalle prescrizioni, se il capitolo fu soppresso colla surriferita sovrana risoluzione 1843. D'allora ebbero luogo le accennate trattative e proposizioni, il che tutto riuscito vano, come dissi, fu nel 1845, a tenore delle auliche prescrizioni qui innanzi ri-portata, dall'Ordinariato aperto il concorso a paroco, e ritenuto che le rendite tutte del capitolo passassero a questo, ed egli ne adempisse gli obblighi relativi per la cura deli' anime ed assistenza alla chiesa assumere do-vendo tre cooperatori, non compreso il cappellano di S. Ouirino (Istria a. I. N. 41-42 pag. 170 col. 2). Chiuso questo, e chiamato ali' esercizio del suo diritto di nomina il juspatrono comune, nel di 28 febbraio 1846, a voti unanimi dal consiglio comunale fu eletto il molto reverendo Don Giuseppe Angelini di Rovigno, figlio al sig. Dottore Giacomo i. r. commissario distrettuale cola, ed alla signora Anna de Volpi di Parenzo. L' autorita diocesana, circolare e governiale fecero plauso all'ottima scelta colla loro approvazione, e colla di lui nomina in decano ed ispettore distrettuale scolastico, che consigliere concistoriale era prima. Siccome trovavasi cancelliere vescovile, 1' adempi-mento delle cure officiose non gli permise di stabilire la sua venuta prima del 27 giugno 1846, onde nel 28 ottenere il possesso spirituale e temporale della da tanti anni vedova parocchia. E qui dovrei descrivere quanto di giulivo e festoso fu pro vato ed ebbe luogo in Dignano in quei due giorni; ma mi trovo prevenuto da penna migliore della mia (anno 1846, Osservatore Triestino Nro. 82) ed, a me cittadino, nulla lice di aggiungere ad ovvio di taccia qualunque. Non restami quindi, dopo fatto eco a quei sensi, che il par-ticolare mio tributo di paterna emozione agli ottimi di lui genitori, e di devozione alle virtu deli' edificante loro figlio. Li voti e le preghiere di questi, delli parocchiani, di me, degnisi il ciel,o pietoso di condurre a compimen-to, e di benedire insieme il pastore ed il gregge. Troppo benemerita e la memoria del paroco Tromba per li suoi concittadini, tale meglio, e piu ancora cara e rispettabile ella per me diviene, ben chiara fama ei lascio di se in provincia e fuori, perche non mi faccia dovere di riportare alcun che la onora nell' atto che chiudo quest' articolo. Ei fu dottore in sacra teologia, precettore pubblico in Conegliano, canonico della in quel tempo ancora cattedrale di Pola, canonico-paroco di questa insegne colle-giata chiesa di San Biagio, consigliere concistoriale, ispettore distrettuale scolastico, e decano. Nel di 10 settembre deli'anno 1836, come dissi, sessantasettimo deli' eta sua, dopo 34, due mesi e sei giorni di laboriosa ed oriorevole parocchiale carriera, fu tolto da Dio ali' amore e rispetto dei suoi parocchiani concittadini, per farlo riposare in suo grembo. I limiti di un foglio non permettono, il momento non lo esige, non e di me il farlo, ch' esser potrebbe sospetto di esagerazione, di me che con viva commo-zione mai sempre rammento eSsermi quell' esimio stato benigno vistruttore dai primi e piu materiali rudimenti fino alla rettorica, che cosi allora chiamavasi questa parte delPistruzione. Mi e dolce pero e doveroso trascrivere alcuni detti della breve orazione funebre..... parto del momento, che il sig. Alessandro Dr. Facchinetti, avvocato provinciale ora in Rovigno domiciliato, lesse appie della bara. Ouesta si compiacque di comunicarmi in iscritto assieme con una iscrizione che dalla carta passar doveva alla pietra. Cio per altro finora non permise di eseguire la, piu che di altri, raia ingratitudine, pubblica perche allora podesta, privata perche fui discepolo, onde non facilmente peritura resti la cara memoria di lui che con disinteres-se, zelo, ed amore fu la prima, e per piu anni, mia gui-da nello studio, e cui debbo di aver fatto in me aprire quei lumi che al cielo piacque donarmi. Comincio dunque il Dr. Facchinetti T uomo del „ secolo 18.vo, il parroco del secolo 19.no e la in quella „ bara . . . „ Ed in seguito disse: „ .... Dell'uomo, e del parroco che abbiamo perduto „ non restera che il nome e questo nome sempre caro, „ sempre venerato, sempre presente alla posterita formera „ la sua gloria .... Una vita indurata dallo studio, dalle „ fatiche, da una guerra eterna, colle proprie, e colle „ passioni degli uomini non serve che di scudo per ar-„ rivare alla vera immortalita. L'uomo ed il parroco, „al quale tributiamo questi ultimi uffizj, con questo scudo „ vi e giunto . . . . il vero merito di chi vive in due „ secoli consiste nel conoscere e profittare delle difFe-„ renze, ritenendo il migliore, o respingendo tutto cio „ che lo guasta, perche non vi e dubbio che corruptio „optimi perrima. Tale fu l'indole, questo fu il piano „ di Giovanni Tromba fino dai primi passi della sua car-„ riera nel mondo .... Guidatopoi all'altare dalla pieta, „ dalla religione, dalla dottrina, non fu egli avaro e ge-„ loso dei tesori che aveva raccolti, ma comincio subito „ a spargerli in Italia, finche chiamato alla patria dal „ proprio merito, che invano si studiava di nascondere, „ dedico all'istruzione tutto se stesso, per formare degli „ altri uomini sul suo modello, e servire a Dio come ha „ servito con tanto zelo fino al termine dei suoi giorni „ .... La sua vita fu un continuo marlirio nascosto „ sotto 1' aspetto di una dolcezza e lranquillita imperlur-„ babile . . . . Ne qui si limita tutto il suo merito pa-55 storale. Le pecorelle avevano in lui un' ottima guida ; »ma il culto e la časa del Signore, ma 1'ovile che do-„ veva contenere quest'amata sua gregia fu sempre la „ massima delle sue cure, e non vi fu fatica, pericolo, o „ danno che non abbia incontrato, sopportato, cimentato „ per decorarla. Oueste mura, questi altari, questi orna-„ menti ricorderanno anch'essi la nostra perdita dolorosa „ e se i segreti benefizi si cancellano talvolta dal cuore „ degl'ingrati, i monumenti materiali che restano, diran-„no sempre a chi vive, e chi vive lo dira ai figli e nipoti n che succederanno: Tutto (/uesto fu fatto ai tempi „delVuomo distinto, delVottimo ParrocoDr.Tromba....11 E qui dovrei enumerare quanto nella nostra chiesa si fece ai tempi di lui, ma, senza ripetere il gia detto, basta che si badi aH' epoche citate, e quei tempi riten-gansi dal di 4 luglio 1802 al 10 settembre 1836. Se non che, a maggiore conferma delle virtu che adornavano il defunto, ed adornano il condegno dilui successore paroco attuale, con giubilo trascrivo un brano del discorso tenuto dal secondo nel di 28 giugno 1846, ecj un' ode recitata a quell' occasionale convito. „ Ma prima di procedere piu in la, non posso, o „ fratelli, fare a meno di pronuziare innanzi a voi, con „ ingenua riverenza, un nome a tutti desiderabile, a nes-„ suno dimenticabile: un nome, che caro dev'essere ai „ vostri cuori sinceri ed alfettuosi, e suonare dolcissimo „ sulle labbra vostre, e questo nome e quello del Chia-„ rissimo Dottore Giovanni Tromba. Onore, pace, bene-„ dizione perennemente alla memoria di lui. Per tanta „ serie di anni fu egli vostro amoroso pastore, e durante „ questi anni seppe egli tanti meriti e tanta palma racco-„ gliere, e si risplendere per virtii, per pieta, per reli-„ gione, per dottrina, por zelo secondo la scienza e se-„ condo Dio, da meritar nome e plauso, non solo „ in questa, ma in ogni altra istriana citta. Nove anni „ e piu corsero dal di in cui, fra il compianto di tutta „ quanta questa popolazione, venia la sua salma commessa „al sepolcro; ma la sua memoria e ancor benedetta, „ e questi suoi figli hanno lagrime ancora per lui. E la „ commemorazione del benemerito Tromba non doveva „ venir intralasciata oggidi, in cui dopo il lasso di tanto „ tempo, io immeritevole entro di lui successore, e come „ che per tutt'i riguardi al di sotto di lui, vengo a se-„ dere sul seggio su! quale egli il Tromba cosi degna-„ mente sedette.„ Nel giorno in cui si conferisce al molto reverendo Don Giuseppe Angelini di Rovigno il possesso della pa-rocchia di Dignano, il Dr. Angelo Borghi, di lui estima-tore ed amico, dedicandolo agli amantissimi di lui geni-tori diceva: Ti scorti, ti guidi II Cielo ed il so!: II Ciel cui sorridi Col guardo e col cuor: II sol, cui affidi La greggia, e il pastor. II lupo, ramingo Dal bosco ali' ovil, E astuto e guardingo Disperi 1' asil; Tu il veglia da lunge Con P occhio, e il pensier E trovi, se giunge, Guardato il sentier; Lo insegua, Io vinca Tuo immenso poter Dei vari colubri Del lupo peggiori, Che i fonti, salubri, Che i paschi migliori, Dei prati, dei rivi, Nel sito men bel, Celati, furtivi Intridon di fiel; Illeso il tuo gregge, Pel Ciel che a te il die, Serbar fia tua legge, Onor di tua fe. Insisti, contendi Per tanta merce. NeIParduo cimento, Nell' aspro cammin, Non creder P evento Incerto, e il destin. Che acuto hai P ingegno, Hai conle virtu E il seggio ch' hai, degno Del merito fu. II voto li chiama Ti vuol di lassii. Hai fido al tuo fianco L' esempio eminente Del padre che franco Ti rende e valente, Hai Lei che beata (') Dei divi fra i cori Distinta, onorata D' insigni favori, Che i pregi niaggiori Ci fanno ammirar, Presenta al cospetto Di chi tutto puo Tuo gregge, e te elelto Che tanto qui amo! E non odi quel suono, quel cantioo, Con cui gli angeli al Trono dinante, Con insolito Osanna festante, Empion tutto di giubilo il Ciel! Anche 1' arpe a' celesti serbate, Fanno plauso al pastore novel. E non vedi gia fermo, e gia scritto, Che sara la tua fine felice! Terra e cielo esultando tel dice, Cielo e Terra non ponno mancar. Le vicine onde stesse giulive, Vartno a gara le sponde a baciar. Or t' affretta: deli'Alto i consigli, Segui e compi,. e '1 tuo gregge devoto, Pel suo Tromba le lagrime e'l voto, Oggi in le vide giunfo al suo fin. Sua onorata memoria soltanto,. Sia la meta, che additi il confin. Altre e migliori notizie avrei dato sui rispettivi og-se 1'altrui coridiscendenza in favorirmele, cono- ') Si riferisce ad una zia delPeletto, monaca Eremitana scalza, morta in opinione di santitat. ,J) Si allude al precessore parroco D.n Giovanni D.r Trom-ba, che onoro e fu onorato dai suoi parocchiani. scendo che a mio speciale vantaggio non scrivo, trovassi piu pronta e sicura nelle mie ricerche, le quali, come dissi piu volte, a null' altro tendono che ad illustrare la mia terra natale, e lasciare memorie di essa. Giovanni Andrea dalla Zonca. Materiali per l'antica Corografia di Parenzo. (comunicatidalmarch. F. de Polesini). (Continuazione). Item cappella Sancti Viti cum redditibus suis sci-licet cum terra et prato prope Ecclesiam et cum una vinea juxta vineam Selprolini, et vineam filiorum quon-dam magistri Jordani Tajaparte, et illa vinea reddit quar-tas ecclesiae annuatim. Item habet olivarium unum in vinea Costantini de Pirano. Item capitulum habet cappel-lam sancti Martini de Tridente cum terra quae est circa Ecclesiam. Item cappella Saiictae Mariae cum redditibus suis videlicet cum Insula Barbarana et cum uno pede olivario in vinea quondam Guicardi de Fabrigola. Item cappella Sanctae Agathae cum redditibus suis videlicet cum uno pede olivario in vinea quondam Guicardi de Fabrigola. Item habet capitulum unam vineam super locum quam Petrus dimisit capitulo. Item habet unam vineam in Fabrigola juxta vineam Bartholini et juxta vineam domi-nicae ^ de Stojano. Item habet unam vineam in Fabrigola juxta vineam Albertini Sartoris, et juxta vineam filiorum qm. Bartholini de Sterpete. Item una vinea in sancta Maria de Monte juxta viam et juxta ecclesiam cum ce-rasis scorbis et olivis. Item una vinea in Cosale juxta vineam Diaconi Symonis et juxta vineam fraternitatis sancti Michaelis. Item duo vinaeae in Casale apud vineam Stephani de Piasadino et vineam Leonardi de Federico. Item vinea in Monmerlo apud vineam Venerardi de Valle et juxta vineam filiorum qm. D. Adolperi. Item vinea una in eo-dem bono juxta viam quae vadit Montanani et juxta Ca-nicoli. Item vinea una in Valtizana juxta vineam Bartho-lomei Greci, ot apud vineam Martini de Unda. Item vinea una in Sulciglano juxta vineam Abbatiae Santi Petri de Sylva et juxta viam quae vadit ad Lamam in Sulciglano. Item vinea in Monidola juxta viam, et juxta vineam Frigaldi Piscatoris, et vinea quae fuit Pla-centini. Ilem vinea una in eodem bono juxta Lamam et juxta vineam Magistri Romadulfi Calgali. Item vinea una in Valtezana juxta vineam Guicardi, et vineam sancti Blasii. Item vinea una in eodem bono juxta viam, quae vadit Sulciglani ibi quoque. Item habit unam pe-tiam terrae quam tenet Albertinus datur a capitulo. Item Vodoricurn unum in Strugnano quod fuit Blasii Caphoni. Item in Lemo tres Piscariis. Item in Valle de Turre Ma-cias tres in piscariis. Item in Turre Veterani unam Val- lem cum........ intus. Item in valle S. Andreae de Traje- to in piscariis illis duas Macias. (Continuera). E-oc) o 3 ® § § § o § • a i • 3 I' SO 3 aci o ck5 ' a> » s o 93 r. CD CI § • C« 0 • 1 • 93 w a O s: 9- E S5 SO oo <• g n s sp ® ss f »i s 2 ® d- a ' i ' n o MOlOl s P O iS'"1 n 2 B 93 2. 3 a os "8 S 2 ® ™ 2- g 1 co ® a cb . 91 U . s. re "i . n . b" o o O o » -i oi a ® ro ~ — as ss a s O ^ S5 0 CD 1 ' m «5 tO "co k) >fe (fe -i jjt ~C1 rt co Ol o tO OT-aOT(fe<©-at>at>a O -a Jf o* W 00^OSjJTjfe Ol 00 rt* - " "rt" ** " 00 0iU05M»itii|ihi oo tO UNf O 00 rt ccMM-jitttjmc) rt o rt MOBMit' ^■jiOjfe ©^00 m. 03WUiMW rt -J 00 Ol —I ,00 ^OT tO Ul "rt~rt~rt"rt r. -a rt os os rt CO CD rt Ol O -a to to «© Ol o or tu M" tO M. CO OT CO OD tO CO CO I to o>*S to^-oo^ts 1 -J rt~ ^rt^rt" "rt "rt to rt (fe ot rt rt rt l CO O (fe -a rt 00 tO -a CO 8> W gl O) gi ifr OT I I o o m rt o oi tO jfe "rt "rt to to tn m oo rt to 00 eo cd cd m JJl Ot o (fe to rt 0 01 *OT tU Ol tO j2" to to «j "j Ol JD o -j ! 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