La nostra Armata Nelle giornate in cui celebriamo il glav e del Durmitor diventava, nelI’Ar-Decennale della nostra Libertà ,ci sem- mata, un provetto telefonista, telegrafili ra doveroso dedicare un pensiero e una AL III. CONGRESSO DELL’UNIONE COMBATTENTI Gli ex combattenti jugoslavi per il trionfo della pace del mondo parola ai continuatori dei valorosi che accogliemmo trionfalmente in quei giorni di maggio del non iontano 1945, a quei nostri figli e padri che nelle divise più svariate e con le armi di quasi tutti gli arsenali del mondo, ormai da tempo usciti dai boschi e inquadrati nell’Armata, marciavano incalzando l’oc-cupatore, e portandoci l’agognata libertà. Sulle bocche di tutti allora erano due le parole, inscindibilmente legate: l’Armata e la Libertà. Oggi accanto al nome dell'Armata, che allora era tutto, sono venuti ad aggiungersene altri dell’edificazione, dell’elettrificazione, ma il nome dell’Armata, come allora alla Libertà, resta inscindibilmente legato al nome di indipendenza e alla salvaguardia di tutto ciò che abbiamo costruito. Senza l’Armata forse tutto ciò sarebbe stato vano, perchè oscura e presente era già la minaccia ai nostri confini. Eravamo fieri della nostra Armata nel 1945 e, non meno possiamo esserlo oggi a dieci anni da quella data. Lungo è stato il cammino percorso da quei giorni, difficili i compiti, collegati a quello principale della salvaguardia dell’indipendenza: modernizzazione, perfezionamento dei quadri di comando, educazione delle nuove classi di leva. E gli uomini — operai, contadini, studenti — che nella guerra avevano portato le proprie unità a centinaia di assalti vittoriosi, hanno lavorato in questi dieci anni con lo stesso entusiasmo sino al limite del possibile. Nei ginnasi, nelle università, ai corsi, alle scuole e alle accademie militari rinascevano i comandanti di ieri in ufficiali di una moderna Armata, pronti a condurre le proprie unità dotato dei più recenti ritrovati della tecnica. Nello steso tempo, con grande rapidità, il contadino della Šumadia, e della Posavina, il pastore del Perister, del Tri- Dopo essere sitata per sette giorni — come felicemente ebbe a dire lo stesso premier indiano, Nehru — la capitale dell’Asia e idelìTAfrica, Bandung, la città indonesiana che ha o-spitato la più (grande conferenza che la storia ricordi è ritornata alla sua vita normale. Ma se le sale del «Palazzo della pace» sono ora deserte, se le vie di Bandung non sono più animate come nell’ulitima settimana d’aprile, più che mai vitali sono i postulati formulati nel comunicato conclusivo, diramato dopo un’ampia, realistica e sincera disamina dei più importanti problemi di interesse non solo per i popoli dell’Africa, ma per il mondo intero. Il comunicato comune ohe il presidente della conferenza, Sastro Amidi o-dijo ha, a buon diritto, definito storico, indica chiaramente che i rappresentanti di un miliardo e mezzo di uomini, pari al 56 per cento dell’intera umanità, hanno ,trovato una piattaforma comune di attività intemazionale tanto nel campo economico e culturale quanto in quello politico. Il maggiore successo di Bandung Le celebrazioni del I Maggio Le manifestazioni centrali a Belgrado e nelle capitali delle viarie repubbliche hanno visto sfilare le tradizionali parate fra fitte ali di popolo plaudente. A Belgrado, per oltre due ore, sono sfilate dinanzi al Maresciallo Tito, Presidente della repubblica e Comandante supremo dell’Armata Popolare Jugoslava, le unità dell’Armiata e le fitte rappresentanze delle organizazioni sociali e sportive, unitamente ai collettivi di lavoro e ai premilitari. Il compagno Tito ha preso posto sulla tribuna d’onore, circondato dai compagni Moša Pijade, presidente dell’Assemblea popolare federale, Aleksandar RankoVič, Svetozar Vukmanović e Rodoljub Co-laković, vicepresidenti del Consiglio esecutivo federale. Avevano preso posto sulla tribuna anche il generale Ivan Gošnjak, segretario alla Difesa nazionale, il presidente dell’Assemblea popolare della Serbia, Petar Stambolič, ed il presidente deirUnione dei Sindacati della Jugoslavia, Djuro Salaj, assieme ad altri dirigenti e personalità della vita politica e sociale jugoslava. Erano presenti anche i capi delle rappresentanze diplomatiche straniere con gli addetti militari e la delegazione militare birmana, attualmente ospite del nostro Paese. La sfilata delle unità dell’Armata Popolare ha avuto inizio subito dopo che il maggior generale Ratko Sofijanié ha presentato il normale rapporto al Presidente della repubblica Maresciallo Tito. La parata si è iniziata fra le salve di cannone. Alla testa delle truppe marciavano il comandante e i membri dello Stato Maggiore, seguiti immediatamente dalle rappresentanze delle scuole elementari e delle varie armi. Le unità dell’Armata Popolare erano ' e-quipaggiate con armi leggere e pesanti di produzione nazionale ed ha particolarmente colpito la completezza tecnica delle unità antiaerea e delle artiglierie. sta, autista, pilota, marinaio, apprendendo, come i suoi compagni nella Lotta, sino all'automatismo, il maneggio delle armi. Migliaia di quadri qualificati ha dato l’Armata all’economia, migliaia di persone entrate nella stessa analfabeti ne sono uscito con larghe cognizioni della vita, educate nella fratellanza e con una ben formata coscienza socialista. Questo, oltre a migliaia di opere sociali alla cui costruzione l’Armata ha collaborato direttamente, hanno dato le nostre unita al popolo. Il popolo d’altra parte ha sopportato sacrifici non indilferenti per fornire la propria Armata dei mezzi più moderni della tecnica bellica. Non erano passati duo anni dalla fine della guerra che nelle fabbriche jugoslave veniva crealo al completo l’armamento per la fanteria. Da quella volta, di anno in anno, i’Ar-mata riceveva nuove armi e nuovi mezzi tecnici. La Patria le ha dato prima il mortaio, poi il cannone, il carro armato, la nave da guerra e infine l'aereo a reazione. L’industria bellica va compresa fra i maggiori giganti delia nostra edificaziono socialista. Accanto a Jablanica, Vinodol, Litostroj, Kade Končar, Vinca, Zenica e Lukavac sorgevano e si sviluppavano le opere dell’industria bellica e i loro ptodotti di alta qualità venivano dati dal popolo all'Armata. E so una volta nell’Armata entravano reclute analfabete con un infimo livello di educazione, oggi la loro percentuale diminuisce a passi di gigante e più facile, più perfetta si presenta la loro preparazione bellica e tecnica, di gran lunga migliori i risultati. In sostanza, come nella lotta, Armata e popolo si compendiano in una armonia perfetta e con un legame che non è simbolico, ma ha protonde radici nella reciprocità degli sforzi che uno compie per l’altro e nella conseguente riconoscenza. JB. Karjaktatevié come è stato rilevato nella parte conclusiva dei lavori da ■numerosi delegati, risiede comunque nella formulazione dei principi fondamentali sui quali deve svilupparsi attivamente l collaborazione internazionale. Quesiti principi eispriuiono un chiaro orientamento democratico. Loro caratteristica fondamentale sono: il rispetto della parità di diritti e la sovranità di tutti i popoli, la ferma resistenza ad ogni espansionismo, l’aspirazione attiva alla cooperazione tra tutti i popoli. E’ bensì vero che nella elaborazione di quesiti principi si sono manifestate notevoli divergenze sopratutto fra ’ aderenti e e-s-tranei a determinati patti militari, ma l’importante è ohe alla fine è prevalso un orientamento fondamentalmente extra-blocchi. Questo orientamento si manifesta sopratutto nella proclamazione del diritto di ogni paese alla difesa individuale e collettiva e nell’opposizione a tatti gli accordi di difesa collettiva che sono al servizio di una qualsiasi grande potenza. Nel comunicato comune è pure rilevato che gli sforzi dei popoli dell’Asia e dell’Africa sono parte integrante di quelli dell’intera umanità amante della pace. Manifestando la sua fedeltà alle Nazioni Unite, come struménto fondamentale del mantenimento dèlia piace intemazionale, la conferenza afro-asiatica ha però nello stesso tempo, e con pieno diritto, indicato alcune deficienze elementari che impediscono all’ONU di svolgere quel ruolo che da essa tatti i popoli del mondo si attendono. Si tratta in primo luogo delFiosuffi-cente universalità delle Nazioni U-nite. Tutta una serie idi paesi e milioni di uomini attendono tutit’ora di essere rappresentanti in seno al mas- «Soltamto oggi mi viene segnalato un riferimento all’Alleanza Tricolore Italiana che presiedo, apparso nel numero de.U’8 marzo di codesto giori-naile . . . Dovrei a questo punto rettificare le citazione del banale diario del defunto mio collega, Maresciallo Caviglia. Preferisco richiamarmi alla storia: ai bollettini militari del mio Paese, a quelli alleati, a quelli nemici. Sarà facile la consultazione e ootrà derivarne la certezza che in Africa Orientale, in Spagna, nel Dodecanese, in Libia, la fortuna ha voluto ohe io non conoscessi. sconfitte. Maresciallo d’Italia, Ettore Bastico.» (Da «Il Mondo» del 5 aprile a. s.) Ecco una autorevolissima conferma, attraverso uno degli «invitti» generali delle «mille battaglie coronate da altrettante vittorie» che il «glorioso» esercito italiano, nella sua storia ultra millenaria, mai ha conosciuto sconfitte. Questa è la tesi sostenuta su queste colonne e che ci ha fruttato gli sputi del «più u-mile fante d’Italia,» sotto le modeste spoglie di tenente colonnello di quell’esercito e Commendatore dei Santi Maurizio e Lazzaro. Ma in questo caso non è mancato in Italia chi, attribuendo a simili sputi il -giusto valore e significato, abbia dato al suo eccelso comandante la seguente risposta. «Si da il caso ohe io sia stato, per mia sfortuna, agli ordini del genera- li III. Congresso dell’Unione dei Combattenti della Jugoslavia, svoltosi la scorsa settimana a Lubiana, ha dedicato la maggior parte dei suoi lavori alle questioni riguardanti la conservazione e il consolidamento della pace nel mondo. Nulla di siriano, se consideriamo che il maggior peso dei passati cataclismi bellici è stato sopportato dagli uomini i cui rappresentanti sieidevano nella vasta sala deH’Hotel Union di Lubiana. Nè le aspirazioni degli ex-combattenti jugoslavi, che sono aspirazioni di pace, si differenziano da quelle che sono le aspirazioni di tutti gli ex-combattenti del mondo, come ha dichiarato allo stesso congresso il Presidente dell’Unione Intemazionale degli ex-comibattenti Vincent Aur-iol. Il compagno Ranković, relatore al Congresso, ha dedicato gran parte della sua espoisizione a un esame del-, la situazione intemazionale, constatando come la tensione nei rapporti intemazionali vada in un certo modo scemando, pur rappresentando la politica dei blocchi, un costante pericolo di riacutizzazione, pericolo che sita minando la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite, posta su principi di universalità e non di divisione. Il fatto stesso che una distensione è in atto, indica però come suda scena politica mondiale rappresentino un peso sempre maggiore quelle forze che sono, pratica-mente, -Feispreissione della coscienza delFu-manità pacifista. «Le dichia-razivni di Nuova Delhi e di Rangoon, fatte in occasione della visita del compagno Tito in Asia — ha rilevato Ranković — sono il miglior compendio alla politica anti-beìlioi- simo consesso intemazionale. La conferenza non è entrata nell’esame concreto del problema, ad esempio, dell’ammissione dèlia Cina, tuttavia è cosa certa ohe i delegati di Bandung si sono dichiarati in sostanza a favore di una quanto più sollecita suà soluzione. A Bandung è stato detto che FONU dovrebbe avere quel-F universalità che ha appunto caratterizzato la conferenza afro-asiatica. Il ruolo della prima conferenza afro-asiatica potrà comunque essere giustamente valutato soltanto dopo un certo periodo di tempo, quando si sarà dimostrata la concreta efficacia degli accordi contenuti nel comunicato comune e dell’intensa e vasta attività diplomatica che si è svolta a Bandung parallelamente ai lavori della conferenza. Tuttavia le prime azioni concrete, positive non si sono fatte attendere. La prima e la più importante fra queste l’iniziativa per colloqui diretti fra Stati U-niiti e Repubblica Popolare cinese per la pacificazione nelle acque di Formosa. Non meno importanti sono le visite reciproche che hanno preceduto e che seguiranno la conferenza Esse rappresentano indubbiamente un grande contributo alla conoscenza reciproca e all’avvicinamento dei popoli dell’Asia e dell’Africa. Concludendo .alla domanda quale risulta nel mondo la situazione dopo Bandung, si può rispondere serenamente ohe essa è migliore di quella che l’ha preceduta. Peroliè? Semplicemente perchè al mondo è apparsa una nuova valida conferma delle esistenti possibilità di pacifica e attiva convivenza intemazionale per il bene di tutta l’umanità. L’esempio di Bandung è di quelli che si debbano seguire. In Europa so-prataitto! le Bastico in Africa Settentrionale e non posso nascondere la mia sorpresa apprendendo dalla lettera del generale, che da El Alamein in poi, durante tutto il disastroso ripiegamento del 1943, io sarei stato vittima, assieme ai resti del corpo di spedizione italiano, di un miraggio . . . chissà che, andando in fondo, non venga fuori ohe non abbiamo perduto la guerra e che il sottoscritto sia passibile e meritevole di quei tribunali militari, tanto di moda per i giornalisti, per aver creduto di essere rimasto per tre anni in un campo di concentramento inglese in seguito a quella sconfitta ohe il generale Basilico evidentemente considera vittoria? Ed a proposito del generale Bastico e della Alleanza Tricolore e le sue finalità, mi vien fatto di ricordare un piccalo episodio, tino solo fra i tanti nella mia memoria: eravamo in piena ritirata dopo il disastro di El Alamein, eravamo arrivati stracchi, sporchi, disarmati ed affamati 'già quasi a Tripoli allorché il «fondatore dell’impero», con raro tempismo telegrafò al generale Bastico «che la situazione non era grave» perchè «Lui non la riteneva tale». Noi poveri soldati ritenemmo che al duce avesse dato di volta il cervello ma Basitico (da oggi lo chiamerò «rinviti»») ohe nessuno di noi in verità vedeva da molti mesi dal momento che affari vitali da sbrigare altrove lo avevamo tenuto lonta- sta, che trova un appoggio sempre maggiore, non solo da parte di nazioni e governi, ma anche da parte di tutta l’opinione pubblica mondiale.» La conferenza dei popoli afro-asiatici a Bandung e i suoi risultati, come pure la soluzione in atto del problema austriaco, oltre aid essere degli indici di una graduale ma costante affermazione della politica di pace, sono altresì fenomeni che incoraggiano e ohe permettono di guardare con maggior ottimismo allo sviluppo ulteriore d -i rapporti imter- II premier indiano Nehru ha reso noto di aver accondiscendo ad una richiesta del Governo cinese secondo cui Krishna M-emon, uno dei consiglieri principali del presidente del governo dellTndia, parta per Pechino per facilitare la soluzione della questione di Formosa. Il premier indiano ha rilevato ohe l’dinidia realize|rà trititi gli impegni previsiti nel comunicato finale delle conferenze dei paesi asiatici e africani. Parlando sul problema di Formosa, Nehru ha detto: «Intendiamo usufruire di tutte le occasioni per poter renderci utili». Da Washington un portavoce del Dipartimento di stato americano ha dichiarato che il Governo degli U-SA non ha preso ancora alcuna misura per convincersi quali siano le vere intenzioni delle Cina in relazione dell’offerta di Chu En Lai. E’ noto ohe il presidente del Governo cinese ha proposto recentemente colloqui diretti con gli USA ad fini di ridurre la tensione ini Estremo Oriente e particolarmente: nella regione di Formosa. Il portavoce ha aggiunto che finora neppure un paese si è assunto la funzione di mediatore ufficiale tra gli USA e la Cina come pure nessun stato si è offerto di farlo. Il rappresentante del Dipartimento di stato ha tuttavia rilevato ohe la Casa Bianca mantiene contatti con i rappresentanti diplomatici in Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia, Canada, Pakistan onde esaminare le passibilità reali di avere contatti diretti con. la Cina. «Il governo degli USA, ha proseguito il portavoce, non deve attendere il ritorno dell’ammiraglio Red-ford e del sottosegretario Robertsom che hanno avuto colloqui a Formosa con Chang Kai iShefc, per assumere una posizione in merito alla dichiarazione di Chu En Lai». Un giornalista ha chiesto al portavoce se Redfort e Robertson hanno proposto a Chang Kai Sheik di accondiscendere alla cessazione del fuoco nella regione di Formosa dopo di ohe il Governo degli USA invierebbe swllisola aerei e reparti di fanteria di marina. Il portavoce ha risposto di non aver udito menzionare simili proposte. La radio Pechino ha trasmesso un commento in occasione della conferenza stampa di Eisenhower. Nel commento di radio Pechino è detto ohe la cessazione del fuoco richiesta dagli Staiti Uniti ha per scopo di far desistere il popolo cinese dalle sue richièste per Formosa. Riferendosi a singole frasi della dichiarazione di Eisenhower, radio Pechino aggiunge: «Non vi è alcuna differenza tra la posizione esposta dal Dipartimento di stato americano il 23 aprile di quest’anno dalla posizione assunta attualmente dal presidente americano. Sia Foster Dulles che Eisenhower hanno evitato no dalla linea di fuoco non fu della stessa nostra idea e rispose al duce un telegramma storico. Lo ricordo ancora malgrado siano passati dodici anni perchè fu quel telegramma che mi fece capire tutto sui generali che mi comandavano approfittando del fatto ohe avevo venti anni soltanto. Diceva «Vostre parole costituiscono impegno d’onore per me et truppe». «Ebbene, come per le sconfitte anche i telegrammi ed i relativi impegni hanno valore soltanto per i sol- UN BUON «Tutto procede bene, normalmente; niente interruzioni dei lavori a Udine... ha detto Drašković a Belgrado. E l’eco presso la rappresentanza jugoslava ha risposto: ,La stampa locale vuòl falsare la verità con notizie tendenziose. ..’ Simile linguaggio non è certamente adoperato dal nostro rappresentante a Capodistria, che mai interferisce in ciò che scrivono la «Nostra Lotta» o la «Voce del Popolo» o i giornali di Lubiana che offendono tutti i giorni il nostro Vescovo, i morti e le persone che «osano» parlare del-rilsihria e delle condizioni della gente istriana in Zona «B». (Da «Il Piccolo Sera» del 18 aprile u. s.) Eqidentemente questo sfogo biliare dell’organo di Rino Alessi trae il pretesto anche dall’orazione fu- «La soddisfazione maggiore per noi — ha poi rilevato il oomipagno Ranković — sta nel fatto ohe la Jugoslavia in un simile sviluppo di rapporti intemazionali non ha svolto un ruolo di secondo piano, ma è stata un fattore attivo nella collaborazione intemazionale, sviluppandola in primo luogo nei Balcani, fra paesi a sistemi sociali divensi e concretandola in forme organizzative determinate. Dimostrata così la possibilità reale della politica dii coesistenza, la Jugoslavia si è fatta un propugnatore attivo della stessa, specie in quelle parti del mondo dove il pericolo di di ricordare la vera causa dell’attuale tensione, nel sattore di Formosa ed in Estremo Oriente e cioè Focaupazione di Formosa da parte delle teuppe americane. La posizione assunta da Radio Pechino rappresenta in realtà lo sviluppo di una nuova linea che già da alcuni giorni viene fatta propria dalla stampa e dalla propaganda cinese. Fine di tale linea è quello di creare una differenza tra «la tensione» che regna in Estremo Oriente e la «liberazione» di Formosa. La stampa conservatrice della vicina penisola, dop aver empiuto fu-namfoulisini retorici per -minimizzare, nel Decennale della Resistenza antifascista italiana, il significato sociale della Resistenza stessa si è venuta a trovare, a tre giorni di distanza dalle celebrazione del 25 a-prile, nella condizione di dover minimizzare anche i fattori politici antifascisti che hanno portato all’elezione del deputato Giovanni Gronchi alla presidenza della repubblica italiana. .Naturalmente, per cercare di sfuggire all’indicazione politica venuta dalla elezione eh Gronchi, stampa e partiti di destra e centro destra non esitano ad affermare che il nuovo presidente ha riunito sul suo nome il «largo suffragio di tutti i rami idei parlamento, dalla destra alla sinistra». Quasi -come per dire che invece dii un fatto politico di primaria importanza, l’elezione di un sincero antifascista alla presidenza della repubblica italiana rappresenta un successo di stima peT Giovanni Gronchi. Ma resta il fatto pòlitico che la direzione della democrazia cristiana (in attesa idi aperture parlamentari a destra) non è riuscita a riunire nemmeno i vati di tatti i suoi -deputati e senatori attorno al candidato ufficiale, Merzagora troppo noto per i su-oi legami con la Confi-nidustria e -le sue simpatie verso la desltra. Resta il fatto che le oorrenlji di sinistra -della D. C. ed -i singoli parlamentari democratici -del partito cattolico hanno prima rifiutato il v»oto a Mei-zagora, poi, dopo aver valorizzato con il proprio suffragio la can-di-idatara di -Granchi, la hanno imposta alla stessa -direzione -democristiana che si è vista correre il pericolo di -un membro del proprio partito eletto contro la idesigna-zione del partito stesso. dati che non il fanno poiché, :se la memoria non mi tradisce, do-po il telegramma noi prendemmo ancora batoste -da -orbi dato ohe il fucile 91 è scarsamente efficace contro i -carri armati da 35 tonnellate, ma il generale Bastico se ne tornò in Italia con un certa celerità e con tutto -il suo stato maggiore a -bordo di una nave che sventuratamente i suoi -soldati, i soli sconfitti, -non possedevano. Giovanni Buffa.»(Da «Il Mondo» del 12 aprile u. s.) CONSIGLIO nebre pubblicata su queste colonne in occasione della morte di mons. Ivan. Sirotič, da noi definito, a giusto titolo e con piena cognizione di causa, «il genio del male del quadrumvirato del covo di via Cavana mentre «Il Piccolo Sera» afferma che lo stesso è stato onorato da tutta Trieste il giorno dei funerali. Per quanto riflette l’accenno dello stesso giornale al suo «rappresentante a Capodistria», saremmo lieti che questo, «interferendo in ciò che scriviamo sul conto del Vescovo de «Il Piccolo», sui morti e sulle persone che , osano’ parlare del-l’istria e sulle condizioni della gente istriana in Zona B» ci fornisse le prove documentate che «vogliamo falsare la verità con notizie tendenziose.» attriti internazionali è maggiore. Continuare su questa via, è uno dei maggiori compiti che -la Jugoslavia si prefìgge, certa di avere -l’appoggio del proprio popolo, -dei propri ex-combattenti e di tutta l’opinione pubblica internazionale.» Passando a parlare dei compiiti interni delTUnio-ne Combattenti, il compagno Ranković ha sottolineato la grande opera svolta dalFUnione stessa per garantire una vita senza difficoltà agli orfani dei Caduti. La statistica effettuata (tra i due congressi - ha dimostrato -però che Fazione in questo senso non è stata condotta in profondità e ohe taitt’-ora rimangono -degli orfani ai quali bisognerebbe .dedicare maggiori cure. Non .minore è stata l’opera condotta dall’Unione, -in accordo con le altre organizzazioni, per l’educazione paramilitare -della popolazione -quando tale compito era attuale per la minaccia esistente ai nostri confini. Il Congresso ha deciso di proporre al Consiglio esecutivo Federale ■di considerare il 4 luglio giornata festiva, come giornata del combattente. In tale giorno nel 1941 si riunì il Comitato Centrale del Partito Comunista Jugoslavo, decidendo l’insurrezione armata del popolo jugoslavo. Il compagno Ranković è stato rieletto presidente dell’Unione, mentre il Congresso ha votato una mozione con la quale di compagno Tito viene eletto presidente onorario a vita dll’Unione. la Resistenza italiana Questa clamorosa rottura interna nel seno della D. C. difficilmente resterà senza conseguenze jjolitiche. Così come sarà ben difficile evitare le conseguenze politiche •— leggi rottura dell’attuale coalizione governativa — del fatto ohe liberali, socialdemocratici e repubblicani in nessuno dei quattro scrutini per i’e-leizione del presidente hanno affiancato i loro voti con il massimo partito di governo. Ciò rivela che si è avuto la creazione automatica, attorno a Gronchi, di una possibile nuova maggioranza governativa (-anche senza i voti -del partito -di Togliatti) con perno sulla D. C. ed il P. S. I. Alla ele-zione di Gronchi — checché ne -dicano i commentatori interessati — si è giunti a Montecitorio senza i voti della destra e del centro destra, persino contro i voti dei democristiani -di Pella, Togni e compagnia. Per rendersene conto, basta il computo aritmetico delle forze e del risultato. La D. C. contava,384 deputati, senatori e rappresentanti regionali. 194 erano i -deputati ed i senatori comunisti, 104 quelli del partito di Neoni. Totale 682. Gronchi ha avuto 658 voti. Il che indica che almeno 24 democristiani hanno votato contro. Poiché al nuovo presidente sono andati -senz’altro voti isolati della sinistra sociaideinocraticay -dei repubblicani e degli indipendenti di sinistra, è e--videmte che non solo Gronchi -non è sitato eletto con i voti di tutti i rami del parlamento ma la s-ua elezione segna la nascita di una coalizione di Centro sinistra «anche» contro una cinquantina dei parlamentari più retrivi dell’ala più conservatrice della D. C. Questa l’indicazione politica che scaturisce dall’analisi -delle cifre. Ma ce n’è un’altra, ancora più politica e direttamente sociale. Quella che deriva dal fatto che Gronchi, una settimana prima dell’elezione — celebrando la Resistenza alla Camera -dei Deputati — aveva tenuto un discorso ohe tutto fa ritenere intenzionalmente programmatico. Un discorso con un -programma antifascista e sociale che corrisponde proprio alla colorazione dello sohier-a-mento ohe è avvenuto poi sul suo nome. «La lotta di liberazione —r -disse allora Gronchi — e sitata un’esperienza vitale. Per quesito suo significato sii può sperare che quanto s.i inco-mm-ciò ad intravedere ed attuare nella lotta della Resistenza non sia un’esperienza conclusa». Un chiaro richiamo che fù anche una chiara affermazione di antifascismo. Ma Gronchi fù ancora più esplicito. Disse infatti «Il grande ideale ideila lotta di liberazione si realizzerà solo se le nuove classi -dirigenti italiane sapranno esser -pari ai loro compiti. La Resistenza può fare appello ad uno sforzo concorde per un costarne di democrazia -che si fondi sulla libertà e sulla giustizia sociale, che costituiscono l’atmosfera vivificatrice di ogni progresso». Così par-ia-n-do — con un programma antifascista e di riforme sociali — Gronchi sapeva che s-u quel programma avrebbe votato il Parlamento riunito e il parlamento ha votato. Alla coerenza dei partiti democratici ed antifascisti italiani e alla stéssa coerenza del gioco democratico parlamentare incombe di. tenerne conto perchè la vita interna e sociale della vicina penisola segni una battuta di arresto nel cammino, involutivo ohe ha portato alla rinascita del neofascismo sulle piazze e della tracotanza del padronato nelle fabbriche e nello stato. 17 GIORNI Ottimismo in Austria I-l due maggio si è iniziata a Vienna la conferenza degli ambasciatori delle quattro potenze occupanti l’Austria per p-rooedere alla stesura -definitiva -del 'trattato di stato austriaco. Il fatto che già nella prima giornata siano sitatè superate tutte le difficoltà procedurali e che si sia entrati nel vivo delle clausole del trattato ha fatto sorgere le più ottimistiche previsioni negli ambienti politici della capitale austriaca. I risultati della prima giornata, nella quale, secondo indiscrezioni, è stato raggiunto raccordo su 15 dei 58 articoli del trattato, hanno fatto avanzare l’ipotesi che la riunione dei quattro ministri degli esteri potrebbe avvenire già verso la metà di questo mese, riunione in cui sarebbe convalidata l’opera degli ambasciatori e che segnerebbe ■praticamente l’inizio dell’indipendenza austriaca. Difficoltà potrebbero sorgere attorno agli articoli 4, 17 e 35 riguardanti rispettivamente i rifugiati politici, le limitazioni al riarmo austriaco, e le proprietà ex tedesche. A proposito del-F articolo 4, i giornali della capitale austriaca fanno rilevare che i responsabili del Ballhaus non potrebbero mai firmare un trattato ohe contempli la riconsegna dei profughi ai paesi d’origine, il che equivarrebbe a venir meno alle nonne intemazionali sul diritto di asilo politico. La massima attenzione è pasta anohe sull’articolo 17 che riguarda il permesso oomeesso all’Austria di tenere sotto le armi 53 mila uomini. Ci si domanda a questo proposito nei circoli responsabili, come all’Austria, una volta divenuta libera e sovrana, postsa essere posta una limitazione per il suo riarmo. In ogni modo ned circoli ufficiosi si rileva che il governo Raab non ha nessuna intenzione di sollevare -tale questione, ritenendo sufficiente il contingente assegnato dal progetto di trattato di stato per la salvaguardia delle frontiere e dell’ordine interino. Caos a Saigon La situazione politica nella capitale del Viet Nam Meridionale diventa di giorno in giorno sempre più confusa. Secondo notizie pervenute alla fine della scorsa settimana, un non meglio identificato comitato rivoluzionario aveva deporto dalle sue funzioni l’imperatore — turista Ba-o Daj. Secondo le stesse notizie, a capo del suddetto comitato si trovava lo stesso primo ministro Van Diem. I contatti ristabiliti successivamente tra l’imperatore deposito e il presidente Diem, hanno suscitato la speranza in Bao Dai di poter annullare l’atto della deposizione come anche le più svariate supposizioni sui rapporti fra il reazionario presidente Diem e il predetto comitato rivoluzionario ohe, secondo le affermazioni di alcuni, sarebbe a tendenze marxiste. Intanto la situazione militare e politica evolve sempre più a favore del prim-o ministro Diem, seriamente avversato dai francesi L’-eiser-cito, fedele al governo, ha -nuovamente sconfitto le sette ribelli nei combattimenti avvenuti a Cholon e alla periferia di Saigon, combattimenti che hanno avuto quale conseguenza un centinaio di morti da entrambe le parti. La confusa situazione indocinese ha provocato uno screzio nei rapporti tra la Francia e il Vaticano. In alcune note diplomatiche il governo francese ha richiamato l’attenzione del Vaticano sulla necessità che lo stesso svolga una adeguato azione nei confronti del cardinale Spellmann che viene apertamente accusato dal governo francese di ingerenza negli affari interni delFIndocina co-n il suo appoggio al presidente Diem. Le misure adattate a Saigon dalle autorità francesi tendono per ora esclusivamente a proteggere i civili francesi. Forze blindate sono state dislocate nei punti -Strategici del quartiere europeo della città. In prossimità dello stesso sono apparsi manifestini scritti in francese e che dicono «colonialisti francesi, ritornate a casa vostra. I Viatnamini non sanno che farsene di voi. L’esercito del Viet Nam nulla ha da apprendere da coloro che so-no stati sconfitti a Diem Bien Phu.» \ Togliati sviene Alla manifestazione triestina del Primo Maggio, organizzata dai co-minformisti allo stadio Va-lmaura, ha parlato il leader comlnformista italiano Paimiro Togliatti. Egli ha dovuto sospendere per due volte il suo discorso a causa di un improvviso malore, dovuto- a insolazione che, oltre a ciò lo ha costretto a prolungare la sua permanenza a Trieste oltre il previsto. Tagli-atti ha parlato della situazione economica triestina e questo argomento gli ha offerto l’occasione per accennare ai rapporti con la Jugoslavia. Dopo aver auspicato contatti attivi con i popoli dtìlFEurapa Orientale egli ha affermato: «E’ precisamente con i popoli della Jugoslavia col governo e lo stato jugoslavo che,, in prima linea, dev’essere stabilito un regime di attiva collaborazione allo scopo di poter positivamente risolvere la questione triestina.» Consuntivo dopo Bandung Il maggior risialo nella lormolazione dei grioelpi sei quali deve poggiare la collaborazióne del mende BOTTA E RISPOSTA nazionali. UMIH MEDIATRICE per risela di Formosa IL NUOVO PRESIDENTE della Repubblica italiana Giovanni Gronchi e LA COMUNE A CITTANOVA Una soluzione che avrebbe salde basi economiche e politiche Nelle riunioni degli elettori dell’attuale comune di Cittanova, che hanno avuto luogo per discutere la creazione delle comuni nel territorio del distretto di Buie, solo il 10 per cento si è espresso a favore della unione del territorio cittano-vese alla futura comune di Uma-go. Tale presa di posizione degli abitanti di Cittanova a dintorni si basa su dati di fatto in base ai quali bisognerebbe porre nuovamente all’ordine dei giorno la formazione di una terza comune cioè quella di Cittanova. Le autorità comunali e le direzioni delle organizzazioni politiche di' Cittanova hanno a tale scopo steso una dettagliata relazione che mette in rilievo i dati favorevoli a tale tesi. La relazione prevede in primo luogo due soluzioni per la formazione della comune di Cittanova. Secondo la prima, della comune di Cittanova farebbero parte, oltre al territorio attuale, anche i villaggi del comune di Verteneglio che gravitano verso il mare e precisamente Villa Nova, Serbani superiore e inferiore, Scrignari, Pavici, Cat-tunari superiore e inferiore, Covri, Fiorini, Carse, Carigader, .Punta Stroligaria, e Balbia con un numero complessivo di 3.500 abitanti. Su tale territorio esistono le seguenti aziende: il maglificio «U. Gorian», l’impresa peschereccia «Zvijezda» registrata anche per l’importazione e l’esportazione, la Fabbrica di ghiaccio, la fabbrica laterizi «Sloboda», la fattoria statale modello «Mima», il vivaio di «Celega», la cooperativa agricola di produzione di Daila con oltre 1000 ettari di terra e con la propria cantina vino, torchio e parco macchine. agricole, la Cooperativa A-gricola di Cittanova con l’economia di oltre 300 ettari di terreno, 8 rivendite e parco macchine agricole, la filiale della «Vinoexport» di Umago, la Cooperativa vinicola con cantina dalla capacità di oltre 70 vagoni, la filiale della Istrabenz, la filiale della «Vodogradnja«, della «Trgopromet» e della «Meso-voce» e infine il Consorzio Bonifiche del Quieto. Il valore lordo della produzione delle aziende suelencate ammonterebbe a circa 300 milioni annui e a un miliardo e 300 milioni qualora si aggiunga il valore della produzione agricola del settore privato, compresi i paesi che ora fan- no parte del comune di Verteneglio. La seconda soluzione considera ii collegamento naturale esistente fra i paesi sulla riva sinistra del Quieto con Ciftanova, dalla quale distano circa 5 km. mentre sono distanti da Parenzo circa 12 km. Talle collegamento naturale deriva dalla inscindibile unità economica di tutta la Valle del Quieto, comprovata dal fatto che già ora la fattoria statale «Mirna» deve svolgere la propria attività su entrambe le rive del fiume. Oltre a ciò per tradizione atavica, Cittanova è sempre stata il mercato naturale dei pescatori di Abriga e di Torre di Parenzo nonché centro di smistamento dei loro prodotti verso i conservifici di Umago e Isola. In ogni caso, prendendo per base sia una che l’altra possibilità di soluzione, la futura comune cit-tanovense, con la sua attuale economia, ha vaste possibilità di sviluppo. Con il piano di quest’anno s'i prevede la costruzione di due-quattro barche per la pesca d’alto mare, il che raddoppierebbe le capacità produttive della «Zvezda ». Il maglificio intende allargare la propria produzione, fabbricando anche le reti per la pesca e a tale scopo ci sono già gli adeguati stanziamenti. Nel loro insieme, tali migliorie aumenterebbero di valóre della produzione lorda di oltre 50 milioni di dinari annui. Inoltre sono previsti gli stanziamenti, per il rispettivo perfezionamento della produzione, per la fabbrica laterizi «Sloboda», la fattoria «Mirna» e il vivaio di Celega. La posizione e le bellezze naturali di Cittanova rappresentano poi un elemento di fatto propizio allo sviluppo del turismo nella località, per cui è in programma la costituzione di un’impres'a alberghiera. Sarà costituita anche una azienda commerciale per perfezionare la distribuzione e il rifornimento delle merci. La futura comune potrebbe sfruttare i ricchi giacimenti di bauxite esistenti nel settore del suo territorio, meglio di quanto lo fa oggi l’impresa umaghese «Bauxit». Infine, per la ricca produzione enologica del territorio cittanovemse, nulla impedisce che ad esempio la filiale della umaghese «Vinoexport» sia trasformata in azienda autonoma. Anzi, secondo il parere degli agricoltori di Cittanova, tale trasformazione, sarebbe una condizione indispensabile per il completo sfruttamento delle moderne attrezzature cantiniere delle quali oggi dispone tale filiale. Sommando tutti questi dati di fatto, la conclusione logica è che la costituzione della comune di Cittanova ha solide basi economiche con vaste possibilità di sviluppo e di consolidamento. L'autogestione del popolo e dei produttori, che, nell’ambito di una comune più piccola ha maggiori possibilità di manifestarsi, non farebbe altro che accelerare tale normale processo di sviluppo economico. dott. Zoran Kompanjet L’ASSEMBLEA A CAPODISTRIA DELLA CUOCE ROSSA DEL COMUNE ; v ; L"' ■ . ; 991 ihbbh Un nuovo trasformatore viene montato a S. Canziano Rassegna paren L'agricoltura e ii turismo in notevole sviluppo PARENZO, 25 — Anche una breve rassegna dei risultati ottenuti nel Parentino permette di affermare tranquillamente che gli sforzi compiuti finora giustificano appieno le aspettative della popolazione e l’apporto da essa dato in ogni campo della vita sociale. I nostri villaggi dell’interno e le looaliità deila posta e della frutticoltura. Anche il cooperativismo. agricolo, dopo la riorganizzazione, ha registrato un generale miglioramento, anche se alcune cooperative continuano a dedicarsi, erroneamente, più al commercio che non alla produzione. Un problema del cooperativismo parentino è costituito ancora hanno ormai non solo risanato le dalle copoeratìwe agricole di lavoro profonde ferite ereditate dalla guer- che, attualmente sono 5 con 1.594 ra e dai lunghi anni di disammim-sltrazione pubblica anteguerra, ma hanno igià creato solide basi per l’ajwenire. E’ in quest’atmosfera, densa di soddisfazioni e intenti, si festeggia qui ii I. Maggio. Come si sa, il nerbo dell’economia parentiina è costituito dall’agri-còltura. A questa è stata dedicata, appunto, e lo sarà anche in avvenire la maggiore attenzione. La produzione agricola di questi ultimi anni, è aumentata considerevolmente, grazie soprattutto all'Iniziativa dei produttori stessi e allo stimolo ad essi dato da un giusto indirizzo economico degli organi e degli enti responsabili. Negli ultimi due anni, infatti, gli investimenti nell’agriool-tura hanno raggiunto la considerevole somma di 87,510.000 di dinari, dei quali 15,489.000 dai mezzi propri dalle cooperative agricole. La maggior parte di questi fondi è stata impiegata nella meccanizzazione del lavoro agricolo, nello sviluppo e nel potenziamento della viticoltura ettari di terra. La loro base materiale, come pure quella della forza lavoro, è in genere ottima, ma il loro indirizzo produttivo e economico, come pure la loro gestione, lascia tuttóra a desiderare. Questo fatto, però, non pregiudica affatto le pro- Asterischi rovignesi ROVIGNO — aprile. L’Ospizio dei Vecchi di Rovigno ospita 73 nonni e nonnine, tutti indistintamente provenienti dal secolo passato. Dopo una visita al ben mantenuto Istituto, diretto dal compagno Gian Giuricin, abbiamo voluto, fare alcuni calcoli. Sommando l’età di ciascun ospite della Casa si viene a sapere che tutti insieme hanno la bella età di 5.240 anni. L’età media è 72 anni. Diciotto vecchi e vecchie superano gli ottanta e ci sono anche quelli che hanno varcato i novanta e sono: 1 Venier Eufemia, Danilo CURIOSATE DI STAGIONE ALL’ESTREMO SUD DELLTSTRIA UNA NOTTE IN BARCA ALLA MINIERA DEI GRANCHI La zona piu' ricca del mondo per la pesca dei noti crostàcei POLA, aprile — Ho Sentito più volte volte raccontare dai pescatori le avventure vissute su quel-l’infido lembo di mare chiamato «La Pericolosa», a Capo Prornon-tore, dove il fondo sembra disegnato da una mano impazzita: Or pochi metri d’acqua, ora voragini nere, or mare lievemente increspato dalla corrente, poco dopo gorghi e risucchi che mettono in difficoltà anche barche grosse. Stanotte, ho voluto vedere con i miei occhi la zona, sedendo nella barca di «barba Mate» e «Luca zotto» e partecipando (per modo di dire) ad una battuta di pesca che in questo mese raggiunge l’apice Stagionale di rendimento. Vittime di turno, i granchi. Attorno tutto è calmo, dal mare alla notte stellata, al vento che tace: La superficie dell’acqua viene ti«|ta d’argento ad intervalli regolari dai fasci di luce del grande faro. «Bene, dico, noi andiamo questa sera a granchi ed io non so niente di essi. Parlatemene un pò, voi specialisti . . .» E’ così che faccio conoscenza con «graqzi» e «granzievole», attraverso l’illustrazione di Luca e barba Mate, tra una sigaretta ed un sorso dalla «chianta de nero», mentre lentamente vogano verso 5 posti preferiti. crostacei sul fondo. Uno alla volta essi finiscono nella barca, grazie alla sveltezza di Luca Mihovi-lovic, campione di «grampa» nella zona. Gli tengono fronte solamente barba Mate Jurlina, Jože e Guja Mezulic. Nelle notti di grazia, mezza tonnellata di granchi arrivava in terra, a bordo di ogni singola barca. Questa notte non si riuscirà a raggiungere questa altra quota in quanto barba Mate mi ha in tempo prevenuto: «Questo anno no ga-varemo chissà che butade. Quando che gavevimo i anni più propizi, però se doveva occuparse con più interesse a questa pesca e al’e-sportazion; qua noi gavemo miniere di valuta estera. Fino adesso se ga vendù a Trieste circa 1 vagon de roba, pescado dai ometi de A-briga, Parenzo, Rovigno, Bagnale e Promontore. L’ano scorso xè andai 5 vagoni; Trieste se ciol i mas’ci e Venezia le femine ...» E Toni «cagaja» è pronto a confermare la bella illustrazione del barba, precisando ancora: «Colla filiale dela «Kornat» de Sebenioo andemo assai meo avanti, menltre nasceva parecchi suff con la «Riba» de Fiume, per colpa dela qual ga- vemo dovù molar in mare, tempo indrio, due tónelate de gran-zi causa la maincansa del mezzo promesso per el trasporto». Parlano chiaro e senza mezze misure i nostri amici, con il linguaggio tipico dei pescatori, leale, aperto. Intanto centinaia di zampe appuntite e tenaglie rosate brilicano sul fondo dell’imbarcazione, facendo risuonare i gusci. Allunghiamo il collo per ammirare un magnifico fondo sabbioso, popolato da variopinti abitanti, messi in allarme dalla forte luce della lampada. Provo un forte desiderio di toccar terra al più presto quando vedo scorrere sotto la chiglia le roccie della «Pericolosa» e sento distinta-mente il mare ingrossarsi in lontananza e rompersi rumoroso sullo scoglio del faro piccolo, che alternativamente segna rosso. Solo le allegre battute dei pescatori riescono a distogliermi da quel proposito. Alfine, il ritorno s'ulla terrafer-quando il cielo impallidisce sopra al Velebit. Sono contento perchè stanotte ho fatto conoscenza con i granchi, i pescatoro e la «Pericolosa». La meno gradita, quest’ultima. R. FARINA Giuseppe, Drandic Martin, Spon-gia Grazia ed .il 96-enne Sponza Pietro, assiduo lettore de «La Voce del Popolo» e de «La nostra lotta», giornali che a voce alta ogni giorno legge ai suoi compagni. Nel pianoterra del Ginnasio di Rovigno si può dire sia allestito un piccolo Musèo storico ed archealogico. Ci Sono infatti lapidi marmoree, parti di capitelli, vasi, anfore, ecc. Una lapide votiva romana, scoperta nei pressi di Ca-roiba, porta la dedica a «Seixom-niai Leuciticai Polates» (I Polesi alla dea Sexsomnia Leucitica) che dovette essere una divinità indigena istriana. Essa è conosciuta soltanto da questa iscrizione. La desinenza «ai» invece di «ae» denota l’alta antichità della lapide, risalente al primo secolo dell’era volgare, A proposito di lapidi diremo, per la cronaca, che in questi giorni è stata rinvenuta presso Rovigno una lapide con iscrizione latina non ancora decifrata. Apparsa fra i sassi destinati al frantoio, è stata osservata da un intelligente operaio che l’ha subito messa da parte intuendone il valore archeologico. Il Comune di Rovigno conta 8.000 abitanti. In base alle statistiche abbiamo appreso che decessi e nascite in questo territorio, sono in diminuzione. Nel 1951 si ebbero 121 nati e 123 morti, nel 1952, 140 nati e. 83 morti; nel 1953, 110 nati e 76 morti; nel 1954 96 nati e 83 morti. Nel Macello Cittadino sono stati «giustiziati» in un anno 3.086 capi di grosso bestiame. Le superfici verdi di Rovigno si sono arricchite, nel 1954, di 1.800 nuovi alberi di pini e 143 alberi di cedro. S. G. spettive, dal momento che si tratta di difficoltà logiche e temporanee (mancanza di quadri capaci ecc.i che verranno superate gradualmente e con la buona , volontà, ohe non manca. Altri rami redditizi dell’economia parentina sano il turismo e la pesca. Ad essi si è prestata e si presta grande cura. Quanto fatto' a Parenzo, ad esèmpio, nel campo turistico costituisce un motivo di giustificata soddisfazione per tutta la cittadi-nonzo. Basti dire che l’attrezzatura alberghiera è in grado, quest anno, accogliere un numero quasi doppio di turisti nei, confronti di due anni fa. Notevoli progressi sono sitati fatti, poi, negli altri rami economici. La gestione sociale delle aziende si sta perfezionando sempre più ed, ha raggiunto anch’essa lusinghieri successi. E questo non è tutto. Con l’introduzione della gestione sociale nelle scuole e istituzioni del genere, la vita scolastica e culturale si è ampliata e approfondita, il ohe è visibile nel graduale passaggio in atto del periodo d’istruzione a sei e otto anni. Già aggi si contano, infatti, nel Parentino 14 scuole seiennali e 5 ottennali. Confortanti-sono poi i successi registrati nello sviluppo della cultura generale ed economica nei villaggi agricoli, mediante oorsi serali, conferenze e rappresentazioni teatrali e cinematografiche. Nel distretto di Parenzo hanno funzionato durante l’invemo scorso -28 corsi vari, cui hanno partecipato oltre 500 La scorsa settimana si è tenuta a Capodistria l’assemblea della CR del comune di Capodistria in cui è stata presentata la relazione concernente l’attività svolta da quella istituzione. L’opera della CR consiste nella formazione dei quadri sanitari ausiliari e nell’educazione delle mas’se popolari nel campo deU’igiene e della prevenzione sanitaria. Nei corsi sanitari, che sono stati organizzati negli'scorsi anni, sono state abilitate 110 infermiere ausiliarie, le quali prestano il loro aiuto nei servizi sanitari durante le manifestazioni di massa, come il Festival della gioventù, il Festival dei pompieri, per le va-, rie adunate, gite ecc. Per la diffusione della cultura sanitaria sono state organizzate varie conferenze sanitarie, rappresentazioni cinematografiche, divulgazione della stampa sanitaria e simili. Pure l’azione per donatori di sangue, che è stata organizzata nel mese di gennaio, ha avuto come risultato 50 donatori a Capodistria, che hanno donato complessivamente oltre dieci litri di sàngue. Per interessamento della CR, è stata iniziata nell’autunno scorso la costruzione del nuovo dispensario antitubercolare a Capodistria, per il quale ha contribuito la popolazione di tutto il distretto. Nel campo sociale la CR ha soccorso i meno abbienti con vestiario, viveri e denaro interessandosi anche per risolvere la loro posizione con interventi e consigli. Nell’assemblea sono state poste le basi per il lavoro futuro della CR che consiste nel miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie della città e dintorni, nell’incre-mento dell'educazione sanitaria della popolazione, nella lotta contro le malattie infettive e sociali — la tbc —, nella lotta contro Pal-coolismo e nelle speciali cure per la sanità dei giovani. Il nuovo comitato continuerà nell'opera di propaganda per 'e iscri zioni di nuovi s'oci, dato che il numero attuale è esige rispetto a quello degli abitanti. Per lo men i le persone che sano in rapporto ' di lavoro, dovrebbero iscriversi e collaborare sia nei propri collettivi di lavoro che nell’organizzazione della città. Incendio a'Capodistria persone. Fra questi suocessi va an- noverata anche l’apertura della scuola economica complementare ; di Visignano. Questi, in b^vé, i successi più notevoli, ma è intento unanime della popolazione, degli organi del potere e delle organizzazioni politiche continuare decisamente un’opera sistematica per lo sviluppo ulteriore del potenziale economico, del livello culturale e sociale di tutto il distretto. e. A CAPODISTRIA Progetti e proposte sulla questione del pane Da qualche tempo è sorto a Ca-podis'tria un «problema del pane». Tutti indistintamente i consumatori si lamentano della qualità del pane, sia esso bianco o integrale, e della sua distribuzione nei giorni di festa. Della cosa si sta interessando, come sempre sollecita delle necessità della cittadinanza, l'amministrazione popolare e si ritiene che il suo intervento riuscirà a risolvere la situazione creatasi nello approvvigionamento del pane. Da parte nostra abbiamo voluto parlare della cosa con il fornai, e precisamente con i dipendenti dell’impresa «Pane» che in città ge- E’ in febbraio che si apre la pe. 1 problema dei quadri nel turismo sca dei noti crostacei, incominciando dai maschi, i quali improvvisamente scompaiono in aprile per dar posto alle femmine. Queste, verso la fine dello stesso mese, giungono a raggrupparsi in acque poco profonde, vicino alla spiaggia, in grossi branchi detti «freghe». Quattro ed anche cinque vagoni possono esser caricati con una sola «frega», sulla quale si lavora preferibilmente al mattino. In questo periodo gli esemplari maggiori raggiungono il peso di 3 kg. ed anche come appetitosità s'ono all’apice. In giugno anche le femmine scompaiono, insabbiandosi sino ad un’altra primavera, mentre ricominciano a circolare grossi maschi, i quali però non sono più adatti come alimento, poiché muoiono appena fuori dell’acqua. In genere il granchio si nutre di insetti, pesciolini, alghe. Il suo più grande nemico è il polipo, che lo scoperchia con i suoi tentacoli, assorbendone poi il contenuto. Questa, in poche righe, la «biografia» della specie più gustosa e ricercata nel grande novero della famiglia dei granchi. Specie, che trova grande smercio a Trieste e Venezia, mercati riforniti principalmente dal frutto della pesca effettuata nella zona che va da Rovigno sino a Capo Promontore, ed aggirando lo stesso, sino a Lis'igna-no. La cosidetta «miniera» di questi crostacei, a noi molto noti, può esser considerata la costa da Veru-da (Pola) alle secche di Promontore. Nelle quali secche, alla «Pericolosa», proprio questa notte ci troviamo. Decine e decine di luci forano il manto della notte, rivelando altrettante imbarcazioni, o-gnuna con due pescatori, uno al remo l’altro alla «grampa», una specie di forca dal lunghissimo manico con la quale si raccolgono i Il problema dei quadri nel turismo risente delle molteplici difficoltà, di questo ramo della nostra attività economica. Sono difficoltà, diremo così, gestatorie in quanto nel periodo bellico specialmente, e nell’immediato dopoguerra — ammesso, ma non concesso che nella vecchia Jugoslavia si potesse parlare di una consistente organizzazione turistica e di un’aflermata tradizione, a parte, forse Dubrovnik, Rab, Bled e Abbazia — il turismo s’era ridotto alle forme più rudimentali o, semplicemente, era addirittura scomparso e la ripresa, molto recente, significò ricominciare quasi daccapo. Sarà bene, d’altra parte, dire subito che il problema dei quadri, se da noi riveste carattere specifico, e pertanto più acuto, angustia non meno altri paesi che, come la Svizzera, l’Italia, la Francia ecc. vantano tradizioni ben più antiche delle nostre ed esperienze certamente più ricche. Ciò è dovuto al fatto che il turismo è un’attività economica stagionale, per cui il personale fra un periodo di lavoro e l’altro è costretto, in genere, a impiegarsi altrove, spesso in rami non paralleli, o all’inattività, mentre quello fissò dei grandi alberghi e obiettivi turistici stabili, che è poi di norma il più qualificato, ma anche il meno numeroso, appare a ragione restio a lasciare un posto di lavoro garanti- to per un guadagno, momentaneamente magari più elevato, nelle località turistiche stagionali. Tutto sommato, quindi, sarebbe pura illusione pen-, sare di risolvere presto e radicalmente il problema sollevato nei presente articolo, problema che pur tuttavia si pone in tutta gravità ad ogni stagione. Ma c’è dell’altro, e qui si nasconde con ogni probabi-, lità di «busillis». Si tratta del fatto cioè che il turismo, il quale potrebbe divenire uno dei rami economici più redditizi, non ha trovato ancora il proprio posto nell’as-sestamento generale della nostra economia e, peggio ancora, nella mentalità della gente. Il più spesso lo si considera, infatti, attività di ripiego o contingente di determinate necessità momenta^' nee (fonte di divise estere, ecc.) senza tener conto che ii nostro paese possiede, più degli altri, i requisiti (bellezze naturali, varietà di clima, attrattive storiche e tutta una serie eterogenea di altri elementi) per fare del turismo una fonte stabile e ricca di lavoro e di reddito. Una questione più che altro soggettiva, dunque, che richiede però un discorso a parte, perchè appunto questa, diremo cosi, momen-taneità, o che dir si voglia contingenza, influisce negativamente anche sul problema dei quadri. Che fare in simile situazione?, è un interrogativo che le nostre organizzazioni turistiche si pongono da parecchio tempo, senza riuscire tuttavia a trovare, data la complessità del problema, rimedi molto efficaci. E’ ben vero che non pochi sforzi si non fatti in quel senso. Basti, infatti, ricordare i risultati véramente buoni ottenuti dalla Scuola media turistico-alberghi-era della Slovenia che incomincia finalmente a dare,, sebbene in misura ancona insufficente per le necessità in continuo aumento, giovani quadri teoricamente ben preparati; gli sforzi compiuti da alcune aziende turis-itico-alberghiere per impiegare stabilmente almeno il personale maggiormente qualificato (capisala, cuochi, baristi ecc.) a prezzo di oneri non indifferenti e altri ritrovati del genere. Ma ciò tanto più perchè le rilevanti necessità di personale da impiegare durante la stagione propizia, per l’indiffe7 renza o la mancanza di elementi locali, devono essere coperte alla meno peggio con, diremo così, l’importazione da altrove di materiale umano già setacciato. In attesa di un’auspicabile migliore impostazione del problema turistico, quale problema generale della no-sra economia (per inciso rileveremo qui che l’attuale stato di cose favorisce prio-rismi £ particolarismi locali che, provocando unaconcar-renza spesso sleale nella quale il meno versatole il debole ci rimette sempre, creano difficoltà superflue non in- differenti) ci preme attirare l’attenzione delle nostre or? ganizzazioni turistiche, degli enti e degli organismi responsabili su alcune indicazioni tratte dall’esperienza nostra e altrui che, qualora fossero attuate, potrebbero, a nostro avviso, costituire se non il toccasana miracoloso, almeno un rimedio più efficace di quanti siane stati tentati finora. Per comodità e chiarezza condenseremo due concetti. Anzitutto riteniamo che, visti i risultati ottenuti, sìa necessario insistere maggiormente sulle scuole turistico-alberghiere, aumentandone passibilmente il numero o, quanto meno, potenziandone l’efficenza. E qui le associazioni professionali interes-Sate, non esclusi i Sindacati, dovrebbero impegnarsi, cu ganicamente e a fondo. In secondò luogo crediamo nell’utilità degli scambi con l’estero, o dell’invio a periodi più o meno lunghi d’istruzione nelle località turistiche di maggior fama, special-mente svizzere, germaniche e francesi, di un certo numero di personale scelto fra il migliore e il più meritevole, in grado al suo rientro di trasmettere, agli altri quanto appreso. Questo non è tutto, benché ai fini della soluzione di un problema di fondo, qual’è quello dei quadri, significhi già mono. Altri ancora, aggiunti a questi, potrebbero essere i mezzi momentaneamente i più opportuni. Ne suggeriamo un paio. In primo luogo si potrebbe invogliare il personale a elevare maggiormente le proprie capacità professionali mediante un criterio di retribuzione che, più di quello attuale, costituisca uno stimolo efficace, fissando opportunamente, ad esempio,, la paga bas'e e dando la possibilità di guadagnare di più in proporzione all’effetto finanziario mensile, o ancor meglio, giornaliero; differenziando più nettamente il personale in possesso della qualifica da quello non qualificato ecc., tutte cose da formulare più precisamente nel regolamento tariffario. Altro incentivo potrebbe essere l’assegnazione, con criteri conseguenti, di premi di operosità. Questo per l’elevamento delle capacità professionali e, indirettamente, per attirare nell’attività turistica un maggior numero di persone, difficoltà anche questa del problema dei quadri. Per un maggiore reclutamento della manodopera sul posto, con tutti i vantaggi che ciò comporterebbe, bisogna interessare una cerchia molto più vasta di enti e organizzazioni, ampliandola all’Unione socialista, ai Sindacati, alla Gioventù, alle Società turistiche — specialmente a queste ultime — e ad altre istituzioni locali, il cui lavoro concentrico favorirebbe, poi, il più rapido formarsi di una! diremo così, mentalità turistica fra la popolazione, cui mancanza si fa, oggi, tanto sentire. itti la lamento. C’è quindi la qualità del pane che lascia a desiderare. E’ stabilito che il pane in vendita deve es'sere per l’80% integrale e per il restante 20% di tipo bianco. Il pane che dovrebbe essere bianco, però, bianco nan è. Il motivo? A parte il fatto che in queste ultime settimane il frumento conteneva una piccola porzione di saggina, difficilmente separabile, è ormai accertato che il mulino di Capodistria non è in grado di setacciare la farina come si richiederebbe. Quando infatti, la panificazione av-' viene con farine del mulino di Risana, il pane che dovrebbe essere bianco è effettivamente tale. Per quanto riguarda il pane integrale, questo non incontra il favore dei consumatori ove s'i tratti di farina fresca. Anche una buona farina bisogna che sia stagionata di almeno venti giorni affinchè si abbia una buona panificazione. Per l’appunto in questo ultimo tempo le scorte di frumento erano tali da non consentire che la farina potesse essere macinata e stagionata. Da parte loro, i fornai hanno cercato di rimediare mescolando le farine dei mulini di Capodistria e Risana, cosi si è notato subito un notevole miglioramento nei due tipi di pane attualmente in vendita. Il resto è di competenza del CPC. Esso dovrebbe adoperarsi affinchè vengano formate delle scorte di frumento sufficienti a garantire lo stagionamento della farina. Gli impianti di setacciamento del mulino cittadino andrebbero inoltre rinnovati.. Intanto prendiamo atto con soddisfazione che il CPD ha disposto la prossima apertura di 5—6 spacci per la vendita dei pane che garantiranno il regolare rifornimento sia nei giorni feriali che in quelli festivi. Si è svolto recentemente il processo, presso il Tribunale di Capodistria, a carico di* certo Flego Angelo, accusato di aver rubato 20 Kg, di zinco per un valore di dinari 24.292 e 53 piastrelle di ceramica del valore di dinari 8,268, all’impresa «I. Maggio» di Capodistria, presso la quale era impiegato. E* stato condannato a 9 mesi di arresto e al pagamento delle spese giudiziarie. Hrvatin Maria da Manžan ha dovuto rispondere dell’accusa di furto consumato nei locali del negozio dell’impresa «Soča». La Hrvatin ha sottratto infatti 4 camicie da notte per il valore di dinari 7820. Un mese di arresto è la pena che l’imputata dovrà scontare. Domenica, di buon mattino, dei pass ariti in piazza Tacco notavano che dalle fines,tre del caseggiato dove hanno sede l’ufficio progetti, e quelli di alcune imprese oammercia-li, uscivano delle nubi di fumo. Avvisati i vigili del fuoco -di Capodistria, giungevano prontamente sul posto, ma l’incendio aveva già assunto grandi proporzioni. I vigili, coadiuvati da volontari, si sono dovuti prodigare per più di due ore per circoscrivere, e domare l’mcen-dio. L’ufficio progetti è stato completamente distrutto. Dai primi accertamenti risulta ohe l’incendio ha potulto svilupparsi causa la difettosa costruzione del camino. Secondo le prime valutazioni, i danni ammontano a circa 3 milioni 'di dinari. SA Il Tribunale di Capodistria ha discusso pure la causa di Koren Vlado da Babiči imputato di aver sottratto alla cooperativa agricola di Babiči uno spruzza-toio e una ruota di carro da traino. Ha riportato la condanna a una ammenda di dinari 3.500 e al pagamento delle spese giudiziarie. A Pirano, nella scorsa settimana, hanno avuto luogo vari piccoli processi. Uno di questi si riferiva a Pec Orlando che ha causato delle lesioni a certo Jerman, colpendolo alla faccia. Il Pec è stato condannato a 25 giorni di arresto con la condizionale per anni 2. Dalla accusa di furto ha dovuto poi rispondere Štule Giovanni di . Isola. Egli ha sottratto un lavatoio e altri oggetti dall’Asilo infantile di Isola al quale era addetto in qualità di economo. E’ stato condannato a 1 mese e 15 giorni di arresto con la condizionale per anni 2. Per commercio illecito, certa Benedetti Maria, (si trattava di stracci fuori uso che la Benedetti acquistava per poi rivendere) è stata condannata a 1 mese di arresto con la condizionale per 2 anni. Datlonag-iafe CAPODISTRIA NASCITE: Cupin Adelia di Srečko stisce tre forni. Il quarto forno cittadino appartiene a privati. Il problema si presenta sotto vari a-spetti. Vediamo anzitutto come funziona la distribuzione. Che nei giorni festivi ci sia una certa difficoltà nel rifornire i consumatori è accertato. La colpa tuttavia non è da ascriversi ai forni, dai quali esce nè più nè meno la quantità di pane loro ordinata dai negozi. Sono quest’ultimi che in qualche modo mancano all’impegno verso i consumatori. E’ noto che nella feste alcuni negozi di alimentari dovrebbero restare aperti durante' le prime ore del mattino, stabilendo tra loro dei turni di «servizio». Succede però che per i motivi più svariati non tutti i negozi si attengono al turno, e basta che anche uno solo di quelli che dovrebbero essere aperti non lo sia, per determinare la caccia al -pane con relative code e affol- Stefančič Ida; Finderle Mario di Josip « Bernič Maria; Oražem Branko di Albino e Mire Anna; Zudič Giorgio di Albino e Zudič Jolanda; Bolčič Emilio di Antonio e Petričič Vittoria; Križman Graziano di Olivio e Lubianan Leonilda; Stipančič Marina di Just e Tuljak Lidia; Gregorič Marinella di Giovanni e Banica Valeria; Jerman Majda di Oreste e Jurinčič Teresa; čonč Rodolfo di Frane e Dolinšek Paola; Božič Marino di Ivan e Tomažič Maria;’ Kosban Graziella di Guido e Babič Anna; Mazzelli Milena di Ivan e Ivanek Ivanka; Muženič Edi di Ondina; Oštarič Marijan di Franc e Komočar Dragica; Skrlič Gianfranco di Ivan e Domjo Anna; Primožič Nevenka di Miro e Ražen Antonia; Pogačar Boris di Antonio e Čebalec Maria; Grozič Sergio di Drago e Grzinič Milka; Pertič Lino di Egidio e Gripanič Pierina; Terčon Mariana di Ludvik e Omahen Maria; Štrukelj Susanna di Leone e Zorko Veronica; Tuljak Egea di Franc e Flego Giustina. MATRIMONI: Plahuta Slavko di anni 23, commesso, con.Marsič Nerina di anni 20, casalinga; Smolnikar Ivan di anni 51, impiegato, con Tul Maria di anni 40, impiegata; Jerman Daniele di anni 23, cameriere, con Bembič Maria di anni 19, operaia; D’Ans Augusto di anni 24, operatore cinematografico, con Miglioranza Maria di anni 19, commessa; Bauk Andrej di anni 24, operaio, con Benčič Graziella di anni 17, casalinga. DECESSI: Kocjančič Stefania in Fili-stun, di anni 67. ISOLA MATRIMONI: Cernè Uros di anni 28, studente, con Kocjan Giuseppina di anni 28, infermiera; Delise Giovanni di anni 25, operaio, con Kosmina Alma di anni 22, commessa; Kobe Giorgio di anni 25, falegname, con Rode Anna di anni 27, operaia; Degrassi Lucio di anni 24, elettricista, con Kanalec Cecilia di anni 24, operaia; Šuran Anton di, anni 28, diplomato economista, con Kovačič Dragica di anni 30, farmaceuta diplomata; Sabadin Romano di anni 22, agricoltore, con Hrvatin Armida di anni 21, operaia; .Makarovič Ado di anni 52, impiegato, con Gogola Gabriella di anni 32, impiegata; Ugo Lucio di anni 26, elettri-cista, con Catarie Maria di anni 21, infermiera; Perentin Salvatore di anni 51, agricoltore, con Vranjac Ivana di anni 42, casalinga; Marmolja Radivoj di anni '31, automeccanico, con Višnjave Antonia di anni 32, impiegata. DECESSI: Puliese Giusto di anni 80; Trojan Angela di anni 80; Trojan Roberto di anni 77; Carbončič Giovanni di anni 79; Palčič Ivan di anni 59. PIRANO MATRIMONI: Belančič Luigi di anni 26, meccanico, con Ruzzier Ernesta di anni 24, cuoca; Martinčič Fred jan di anni 29, fuochista, con Jerman Floriana di anni 21, magazzinier?.. DECESSI: Dapretto Giorgina di anni 43. BUIE NASCITE: Gulič Rosanna di Bruno e Norbedo Antonia: Antonac Claudia di 'Marcello e Zubin Maria; Veaaaver Graziella di Enrico e Poropat Zora; Tuljak Nadia di Ernesto e Jugovac Maria; Demitri Sergio di Costante e' Pavat Carolina; Radin Ariella di Vittorio e Kocjančič Ernesta; Babič Rosanna di Giorgio e Zabbia Emma; Pribac Antonio di Rodolfo e Vesnaver Antonia; Damiani Claudio di Pietro e Clai Rosa; Jesenič Zdravko di Giovanni e Stefančič Slavica; Rihter Giorgio di Oreste e Jerebica Lucia; Babič Iginio di Nazario e Prodan Giuseppina. RINGRAZIAMENTO La sig. Braico Graziella di Isola esprime cordiali ringraziamenti al dott. Luciano Ferfoglia per le cure prestatele durante la sua degenza all’ospedale di Capodistria* complicate pettinature *ch' •rso dei migliori par-( v'er* di Lubiana del qu-( ’ Parleremo ampiamen-Prossimo numero del-giornale Vera . Claythorne disse: — Volete versare il tè, signorina Brent. La vecchia signorina rispose: No, fatelo voi, cara. Quella teiera è così pesante. E io ho perduto due matasse della mia lana grigia. E’ una seccatura. — si mosse verso il tavolino da tè. Ci fu un allegro tintinnio di porcellane. Tornò la normalità. Tè! il benedetto abituale tè d’ògni pomeriggio! Philip Lombard fece un’osservazione ilare. Biore rispose. Il dotti. Armstrong raccontò una storiella buffa. Il giudice Wargrave, eh« generalmente detestava il tè, lo sorseggiava, approvando. In questa atmosfera di improvvisa spensieratezza giunse Rogers. E Rogers era sconvolto. Disse nervosamente, indirizzandosi a casaccio: — Scusate, signori, ma sa qualcuno di voi che cosa sia avvenuto della cortina della stanza da bagno? Il capo di Lombard si levò di scatto. — La cortina della stanza da bagno? Che diamine volete dire, Rogers? E’ sparita, signore, completamente svanita. Er® in giro a tirare tutte le cortine a quella del gabin . . . della staaza da 1»agn« n«n era più lì. Il giudice chiese: — C’era questa mattina? — Oh, sì, signore. Biore domandò: — Che genere di cortina era? __ Di seta scarlatta. S’intonava co* 1* mattonelle resse. Lombard fece: — Ed è sparita? — Sparita, signore. Tutti si fissarono l’un l’altro. Biore disse, a fatica: — Ebbene . . . dopo, tutto . . . che cos’è? pazzia . . . ma così tutto è pazzia. Ad ogni modo, non ha importanza. Non si può uceidere nessuno con una cortina di seta. Non ci pensiamo più. Rogers disse: — Sì, signore, grazie, signore. — Uscì, chiudendosi dietro la porta. Nella stanza, di nuovo incombeva l’incubo della paura. Di nuovo, furtivamente, ciascuno sorvegliava l’altro. * Arrivò l’ora del pranzo, fu consumato il pasto, e sparecchiato. Un pasto assai semplice, per la maggior parte composto di cibi in scatola. Dopo, nel salotto, la tensione era quasi troppo fort« per esser« sopportata. Alle nove Emily Brent si alzò. — Vad« a l«tt«. Vera f«oo: — Vado a letto anch’io. L« duo donne salirono 1« scala seguite da Lombard • da Bl«ro. Fermi, in cima ai gradini, i due uomini attesero eh« le donne entrassero nelle rispettive stanze e chiudessero le porte. Udirono il rumore di due paletti tirati e di due chiavi girate nella serratura. Biore disse con un sorriso: — Non c’è davvero bisogno di consigliar loro di chiudere a chiave la porta di camera! Lombard osservò: — Bè, qu«ll« du« almeno stanno a pesto per la notte, ad ogni modo. Scese e l’altro lo seguì. « I quattro uomini andarono a letto un’ora più tardi. Salirono tutti insieme. Rogers, dalla sala da pranzo dove stava preparando la tavola per la prima colazione del giorno dopo, li vide salire. Li vide arrestarsi al pianerottolo »del piano superiore. Poi parlò la voce del giudice. — E’ inutile che vi consigli, signori, di chiudere a chiave le vostre porte. Biore disse: — E, per giunta, di mettere una sedia dietro la maniglia. C’è sempre modo di girar le serrature dal di fuori. Lombard mormorò: — Mio caro Biore, il guaio con voi è che ne sapete più del diavolo. II giudice salutò serio e grave: — Buona notte, signori mi auguro che ci si possa incontrare tutti sani e salvi al mattino. Rogers uscì dalla sala da pranzo e scivolò a metà strada su per le scale. Vide quattro figure passare attraverso quattro porte e udì girare quattro chiavi e tirare quattro paletti. Annuì col capo. — Così va bene — mormorò. Tornò nella sala da pranzo. Sì, tutto era pronto per il mattino. Gli occhi gli si arrestarono sullo specchio nel contro della tavola con sopra le se£te figure di porcellana. Un improvviso sorriso gli illuminò il volto. Mormorò: — Farò io in modo che nessuno faccia scherzi almeno stanotte, ad ogni modo. Attraversando la stanza chiuse a chiave la porta che dava alla dispensa. Poi passò attraverso l’altra porta che dava sul vestibolo, la ehiuse a chiave e si mise la chiave in tasca. Quindi, spense le luci, si affrettò su per le scale verso la nuova camera da letto. Non c’era che un solo possibile nascondiglio in quella camera, fa grande guardaroba: e ci guardò dentro immediatamente. Poi, chiusa a chiav® la porta e abbassato il paletto, si preparò per andar© a dormire « andava dicendo a se stesso: «Niente scherzetti con gli indiani ili porcellana, stanotte. Ci ho pensato io . . .» * Philip Lombard aveva l’abitudiae di svegliarsi all’alba. E così anche in quel particolare mattino. Si sollevò sul gomito e ascoltò. Il vento si era un pò calmato, ma soffiava ancora. Ma non si udiva rumore di pioggia. . . Alle otto il vento soffiava più forte, ma Lombard non l’udiva più. Si era riaddormentato. Alle nove e mezza sedeva sull’orlo del letto guardando l’orologio. So lo mise all’orecchio. Poi ritirò le labbra sui denti in quel curioso caratteristico sorriso da lupo. Disse a bassissima voce: — Mi pare che sia ora di provvedere in qualche modo a questa faccenda. Alle dieci meno venticinque bussava alla porta chiusa della camera di Biore. Questi aprì con cautela. Aveva i capelli arruffati e gli occhi ancora offuscati dal sonno. Philip Lombard gli disse affabilmente: — Fino a quest’ora dormite? Bè, significa che avete la coscienza pulita. Biore disse un pò secco: — Che succede? Lombard rispose: — Nessuno vi ha chiamalo o ha portato il tè. Sapete che ore sono? Biore si girò a guardare un piccolo orologio da viaggio sul tavolino da notte. Mormorò: — Venti minuti alle dieci! Non avrei creduto di poter dormire tanto. Dov’è Rogers? — E’ il caso di rispondere con l’eco: Dov’è? — Che volete dire? — fece l’altro, aspro. Lombard seguitò: — Voglio dire che manca Rogers. Non è in camera sua o altrove. E non è stata messa su l’acqua in cucina e neppure il fuoco è stato acceso. Bloro imprecò, a bassa voce. — Dove diavolo può essersi cacciato? Fuori per l’isola? Aspettate un momento che mi metta quolcosa addosso. Vedete intanto se gli altri sanno qualcosa. Philip Lombard assentì. Passò dall’una all’altra delle porte chiuse. Trovò Armstrong già alzato e quasi vestito. Il giudice Wargrave. corno Biore, dovette essere svegliato. Vera Claythorne era vestita. La camera di Emily Brent era vuota. La piccola compagnia cominciò a frugare per la casa. La camera di Rogers, come già si era accertato Philip Lombard, era vuota. Il letto era disfatto ancora, e il rasoio, la spugna e il sapone erano umidi. Lombard disse: — Per alzarsi, si è alzato. Vera suggerì con voce Bassa che tentava di rendere ferma • tranquilla: — Non credete che . . . stia nascosto in qualche posto . . . aspettandoci? Lombard rispose: — Mia cara ragazza, io sono pronto a pensare qualunque cosa, ® db ciascuno di noi! Il mio consiglio è*eh« ci si tenga uniti finché non lo troviamo. POI NON RIMASE La signorina Brent era di sopra nella camera da letto. Prese la Bibbia e andò a sedersi presso la finestra. Aprì il volume. Poi, dopo un minuto di esitazione, la mise da parte e si avvicinò alla toletta. Da un cassetto tirò fuori un piccolo taccuino rilegato in nero. L’aprì o cominciò a scrivere. «E’ avvenuta una cosa terribile. Il generale Macarthur è morto. (Suo cugino aveva sposato Elsie Mac Pherson). Non c’è dubbio che si tratti di un assassinio. Dopo la colazione il giudice ci ha fatto un discorso molto interessante. E’ convinto che l’assassino sia uno di noi. Questo significa che uno di noi è posseduto dal diavolo. Io l’avevo già sospettato. Ma di noi? Tutti se lo domandano. Io sola so . . .» Rimase seduta cosi senza muoversi, per un pò di tempo. Cli occhi le si fecero vaghi e opachi. La matita le si agitò convulsa fra lo dita. A grandi, tremanti, lettere maiuscole scrisse: «IL NOME! DELL’ASSASSINO E’ BEATRICE TAYLOR . . .» Chiuse gli occhi. D’improvviso, con un sussulto, si risvegliò. Guardò il taccuino. Con un’esclamazione di collera decifrò i caratteri inegualmente sgorbiati dell’ultima frase. Disse a bassa voce: — Ilo scritto io questo? Proprio io? sto diventando pazza: * La tempesta aumentò di violenza. Il vento fihchiava contro i fianchi della casa. Tutti erano nella sala di soggiorno. Sedevano svogliatamente, accalcati insieme. E, di soppiatto, si osservavano l’un l’altro. Quando Rogers entrò con il vassoio del tè, tutti sobbalzarono. Rogers domandò: — Devo tirare le cortine? Si rallegrerebbe la sala. Ricevuto il consenso, le cortine furono tirate e le lampade accese. Infatti la stanza si fece più allegra. Un pò dell’ombra che l’opprimeva si sollevò. Certo, domani, la tempesta sarebbe cessata e qualcuno avrebbe ptouto venire: un battello avrebbe dovuto giungere . . . f jOVEDI’ 5 maggio 1955 LA N*M*A LOTTA PACECHA 3 ASCOLTA E PARLA VII. LEZIONE j\SEGNANTE — Finora abbiamo parlato solamente di terze perone, dicendo cioè: he is (egli) 0 she is (ella), oppure abbiamo rivolto la parola a delle perone, dicendo: you are (tu sei, voi siete, Lei è). Impariamo ora % dire: I afn -io sono) e we are ; (n0i siamo). jOAN — This is Joan. Tom is here- j<0M — I am here. I am Tom. i yoU are Joan. LAN — 1 am Joan. I am h«re. LoM—JOAN — We are here. LqM — We ar« here. IjqAN — are here. Jon’s coat is on her bed. TOM — I take my hat off. Torn’s cigarettes are in his ro- JOAN — Tom and I take oui om. His table is in his room. hats off. Tom’s cigarettes are in a box. TOM — We take our hats off. That box is in his table. His INSEGNANTE — Tom dice: No: table is in his room. His ci- ci togliamo il cappello. garettes are in his room. They are in his room. Vili. LEZIONE INSEGNANTE — Oggi parliamo TOM — We take them off. JOAN — I take my coat off. TOM — I take my coat off. JOAN — Tom and I take oui coats off. ancora una volta di 'lom Grey TOM _ We take our coats off. d di sua sorella Joan. Di solito, essi non giungono insie- ! MARTIN Tom and Joan! fOM — Yes, we are here! REGNANTE — I am your te-Ljcher (>I vostro insegnante) Jßwyn. Morris. ;fOM — You are Gwyn Morris. iOAN — TI® is Gwyn Morris. fOM — She is Joan. LoM—JOAN — We are Tom and i J*80- ^segnante — you are Tom 'and Joan. They are Tom and joan. Nella lingua parlata però' ji abbreviano tali forme nel modo seguante: I’m Gwyn Mor- I r*S' I f OM — You’re Gwyn Morris. jOAN* — He’s Gwyn Morris. ilOVl — We’are Tom and Joan. INSEGNANTE — You’re Tom ! and Joan. They’re Tom and Joan. Sapete già indicare la presenza di qualcuno — di vostro padre, per esempio, diglielo: This is my father. Sa-! pete pure accennare al suo I cappdl0’ dicendo: This is his hat. Vediamo ora come si dice in inglese: «Ecco il cap-pcllo dl mio padre»: This is INSEGNANTE JOAN — We take them off. INSEGNAN — Consideriamo ora tali azioni dal mio punto di vista. Io dico a Joan e a Tom: «I say «good morning» to you, ed essi mi rispondono. JOAN — You say «good morning» to Tam and me. TOM — You say «good morning» to us. hello Tom and I say «hello ine per registrare le nostre le zioni. Joan arriva per prima, generalmente presto. Joan comes early. Tom arriva spesso in ritardo. Tom comes late. Joan is early. Tom is late. Quando, Joan arriva, se è mattina, le dico «buon giorno». I say «good morning», to her. INSEGNfAN _ You She says, «good morning» to tQ me me. Ella mi dice: «buon gior- JOAN no». Quando finalmente Tom si (q fa vedere gli dico: «buon gior- TOM _ ' We say , e con l’aiuto di al- ,—, a j -a , • . . . . . , ü X— X X1U X V— X X XX \ J V I *—» 1XV) X *—- X X XX u X X v_/l XIX XX . X- X'/Il X XX x xx — questa scatola. Se le prendo Pola ha dato circa 200 ese- tusiasmo e 1 eco dei succes- grammi. Dignano, Rovigno, ative A tutito ciò A aggiun_ cuni bifolchi riesce a » i .i /o ili rxvxi r\ Al o 1 Lì LI LI n ni 4 i a nini /-« i o 1 », nVi n i LI. olio I ) ni n K o v» v, n fe + 4 n dalla scatola, dico: I take these cigarettes from this box — prendo queste sigarette da questa scatola. Se poi metto questa scatola sul mio tavolo, dico: I put this box on my ta- ble. Quando tolgo questa scatola dal mio tavolo dico: I take this box off my table. I take my pen from my po- cket and I put it on my table. I take my pen from my po- cket and I put it on my table. X take my cigarettes and my cutori e circa 1.000 spettato- si è stato tale che i Galle- Pala, hanno fatto rivivere ga Nervazione che questa rarla. Si assiste 'allora alla ri. la piccola Dignano 80 e- sanesi, per fare un esempio nuove scene di folclore me secutori e 800 spettatori, Pa- —• e Gallesano è il più pic- . manifestazione culturale del- disperazione dei . diante commedie musicali, la nostra minoranza ha in- vale a dire di quelli che spe- lenzo 75 esecutori e 500 spet- colo villaggio ove vive la reportages, composizioni me- cantrato u pieno appoggio, culano sulla guerra fabbri- ........ ■ - --- ■ ..... — le simpatie, il plauso, il con- cando armi, arnesi che di- A dBjflBf WjfT “IST’ F** tributo dei compagni croa- ventano inutili tanto che mwm M e s^veni, delle autorità Trigeo si serva di un elmo popolari,, nello spirito della per fare i suoi bisogni. gg _______ m ______________ ja più schietta, vera, sentita SEAMO COSTRUÌ’ nel 60 dB* Iff SS RRtfR ^2jj* VMS Sfa dQ| BPWWflk B fratellanza. Quali sorprese a. C. un teatro per 80 mila 9M SS m B SUfr Wr SL O Jf WVII SI sMffitm B Ci serbano i Circoli che si persone. Poi, com’era in uso, dovranno- ancora cimentare dopo una serie di rappresen- sarsi di nuovo del- brillante, lo svaligiamento di un noto in questa gara? Gallesano si tazioni, cioè finita la «sta- Approfittando della somi- istituto di bellezza, prepara- prepara, cosi pure Capodi- gione», lo fece abbattere. I TRE MATTACCHIONI Durante un ricevimento La sala di lettura del Circolo Italiano di Cultura «Paolo Morgan», di Lubiana keys from my pocket. I put presso la contessa Turel, tre glianza di Pierre con Joe, es- to, in precedenza da Joe. Il si vanno con lui nel rifugio loro trucco viene scoperto. I mante raro. La polizia, agli del bandito. Mettono la casa tre mattacchioni vengono ordini del detective Sherlo- sottosopra, ma non riescono catturati dai banditi, mentre a trovare la pietra preziosa. Irene e Pierre riescono a my cigarettes in a box and I mattacchioni rubano un dia-put my keys on my table. I go to my mother’s room 1 take her book from her ro- koks, si mette Sùbito alla rioni and I put it in my room, cerca dei ladri. Il diamante Viceversa trovano i piani per fuggire. I take my letters off my ta- rimane però per poco ai mat-ble. I put my letters in my tacchioni. Il loro acerrimo bag. Vi segnalo ora due espres- avversario, Joe Papijon lo sioni che si riferiscono alle a- porta via. zioni di mettere o togliere in- I tre mattacchioni riescono dumenti. Si dice in inglese: I solo per una fortunata com-put my hat on — mi metto il binazione a sottrarsi alla cac-cappello, e I put my hat on — eia della polizia, nasconden-mi metto il cappello, e I put dosi nel carro di un panet-my coat on — mi metto il cap- Here. Ma quale è la loro sor-potto. Poi: I take my hat off presa quando si trovano nel — mi tolgo il cappello, i I ta- cortile della prigione. Il čarke my coat off — mi tolgo il ro infatti portava giornamen-cappotto. Vi descrivo ora ciò te il pane alle carceri, che ha luogo nello studio. Tom II detective, raggiante dal-takes his hat off. Joan takes [a gioia, diventato ricco perii her hat off. Tom and Joan ta- forte premio accordato dalla ke their hats off. They take contessa, ritiene di essere a their hats off. Tom takes his buon punto per sposare Ire-coat off. He takes it off. Tom ne> figlia del direttore delle takes his coat off. He takes it carceri. Ma essa è innamora-off. Joan takes her coat off. fa di Pierre, dal quale chiede She takes it off. Tom and Jo- protezione non appena conotake them offesi se li tolgo- sciuta la proposta del polizi-no. Joan e Tom, volete dire Otfo che invece ha l’appog-an take their coats off. They gi0 del padre di Irene. Irene voi stessi ai nostri lettori convince Pierre a lasciarsi quel che ha luogo quando ar- rinchiudere in prigione per rivate nello studio? rimanere accanto a lei. Per JOAN — Mr. Morris says: «Go- pura coincidenza, Pierre vie»-od morning» to me. ne rinchiuso proprio nella TOM — He says «Good morning» cella di fronte a quella in to me. cui si trovavano i tre mattac- JOAN—TOM — He says «Good chioni. Essi ingannati dalla morning» to us. grande somiglianza di Pier- INSEGNAN — Egli ci dice «bu- re con Joe, lo scambiano peron giorno», vero? n bandito riducendolo a mal JOAN—TOM — Yes, he says «Gd- partito a furia di busse. Gi-od morning» to us. unge però Irene, la quale INSEGNAN — Appena detto «bu- mette le cose in chiaro. Tutti on giorno» che cosa fate voi? e cinque escogitano un piano JOAN — I take my hat off. per scovare Joe ed imposses- Una inquadratura del film «Otel lo» che ha fruttato il premio a Orson Welles al festival di Cannes ARTISTI NOSTRI NELL’ “ATELIER,, di Slobodan Vullcevié ROVIGNO, — aprile — Non abbiamo scoperto Slobodan Vulićević come uomo, lo conoscevamo da tempo. Abbiamo voluto penetrare in qualcosa del suo intimo che finora ci era nascosto, ignoto: nella sua arte. Lo abbiamo pregato, vincendone la naturale modestia, di farci entrare almeno per pochi minuti nel 3UO atellier. Ponendogli le domande andavamo rovistando fra quella diecina di studi, schizzi e quadri che ha voluto mostrarci allineandoli per terra ai piedi della tavolozza. Una diecina ne abbiamo visto. I quadri di Vulićević Sono tanti, ma non li mostra ad alcuno. Bisogna rispettare il pudore deU’arte. Vulićević, che nel mondo artistico rovignese che pur vanta parecchi nomi noti, è considerato con rispetto, ha solamente 27 anni. Anche per la parte formale, umana, s’i distingue da molti artisti. Non posa, ecco tutto. E questo ci piace. Nativo di Cettigne, egli ha vissuto a Belgrado e Zagabria, ed è finito a Rovigno, ha terminato l’Accademia quest’anno. Ha avuto una vita quasi senza sussulti. Da 10 anni dipinge. Dice che l’Accademia gli ha dato poco o nulla, eccetto il diploma. Però, dice sempre Vulićević, gli ha portato via del tempo. Forse — diciamo noi — il suo non è un’antiaccademismo formale. E’ un’opinione contro le forme fisse. Infatti afferma, rispondendo alla domanda un poco alla moda circa l’appartenenza a determinate correnti o gusti: «Gli stili mi sono estranei, specie lo stile qualificato come «moderno». E’ un vocabolo che non dice quello che dovrebbe dire, e viene adoperato in tutte le salse». «Fondamentale è dipingere prosegne il pittore — esprimermi. Lo stile è solo casuale. Dipende dal sentimento: quindi la varietà. Lo stile è uno schema che non va. Non sono un anarchico dell'arte. Ascolto la voce di dentro». Vu-ličević chiede la varietà. In ciò egli trova una sua continuità artistica al di fuori delle correnti e degli «ismi». Resta la linea comunque della sua individualità artistica — ce lo dicono i quadri che vediamo — e restano pure i vari soggetti nelle varie forme secondo le varie impressioni che producono. Lui non vuol essere schiavo di ricette. Lo snobismo del «moderno» è un imbroglio. E dice testualmente: «L’uomo è moderno quando è sincero. Non esiste la «modernità1», ma solo la verità.» La sua vita pittorica iniziò con il paesaggio, la natura. Rimane questo ancor sempre il suo ideale. Purtroppo, dice, sono circa dieci anni che non torno al paesaggio. Con l’esperienza e la tecnica dipinge alcune cose fondamentali con le quali lotto da alcuni mesi. — Quali? Non lo dice. Forse allude alle scatole. Noi siamo d’accordo con lui che l’arte che non è legata alla vita non è arte. Ma poi lo sentiamo chiedersi: Ma che cosa è l’arte? Qui è difficile dare una risposta. Resta una risposta soggettiva, differente per ogni artista. Oppure, pensiamo noi, rimane un lungo cammino ancora dia percorrere? L’arte, comunque, è un banco di esperienza anche vitale per chi la coltiva. Ora veniamo a parlare ,di Mostre. Vulićević dice che le mostre non lo interessano come tali. Se le ha fatte, vi è stato spinto dalla necessità. Comunque Vulučević mostrerà alcuni suoi quadri nell’estate prossimo a Rovigno, in una Mostra collettiva. Ne riparleremo. Parlando degli altri nostri pittori Vulićević critica la mania di quelli che si attaccano solo alle grandi città. Le città sono invece insopportabili per lui. I! pittore può vivere ovunque. Lui, per esempio, è voluto fuggire ai disturbi e ai rumori. CICLISMO PRIMO MAGGIO CALCISTICO NE L CAPODISTRIANO HOCKEY A ROTELLE DUPLICE AFFERMAZIONE la DILLA «PROILETER» A MARIBOR » allo COPPA «AURORA „Jadran“ di Oehani Nazionale incompleta ai campionati del mondo Dellasanta primo sul traguardo - Alla società capodìstriana anche la vittoria disquadra La «Proleter» di Gapodiistria ha conseguito una nuova 'brillante, netta e meritata affermazione nella corsa cidistiea organizzata dal «Branik» di Maribor in occasione dei festeggiamenti per il 10. anniversario della Liberazione sul percorso Lubiana—Maribor di km 136. La vittoria della società capodi-striana è tanto più importante, in quanto ottenuta su un forte lotto di consorelle («Iliria», «Rog» e «Odred» di Lubiana, «Branik I« e «Branik II» di Maribor, «Nova Gorica», «Zara», «Fotckemika» e «Zagreb» di Zagabria), comprendenti tutti i migliori ciclisti di Slovenia e Croazia. I giovani ciclisti oapodistoni, ben preparajta, non hanno vinto solo grazie allo irresistibile spunto di Dellasanta sul rettilinea d’arrivo, ma soprattutto per la loro tenuta di gara, della quale sono stati sempre i movimentatoli ed i dominatori nel vero senso della parola. Basti, infatti, pensare ole il gruppo, giunto al traguardo con 14 unità, comprendeva ben quattro ciclisti della «Prole-ter» (Dellasanta, Piciga, Bonin e Visini in) e che Bešič, colto da crampi allo stomaco a meno di 30kim dall’arrivo, quando si trovava con i compagni di squadra nel plotone di testa, era il solo staccato. La palma del migliore va questa volita a VAsinltin, il longilineo campione repubblicano degli allievi, il quale ha tentato dopo Celje il colpo grosso con una fuga durata olt-re 40 km ed asauritasi, per crampi alle gambe, a soli 18 km dal traguardo, lo una comparsa, ma certamente uno Visinttin si è dimostrato ormai più preparato al gran salto nella categoria dei dilettanti, dove non sarà so- per i Giri d’Austria, Slovenia e Croazia e per i Campionati del mondo. Dei rimanenti concorrenti bisogna mettere in rilievo l’otlbima prova di Novak, della «Fotokemika» di Zagabria e Podmilliščak del «Branik I.» di' Maribor, ohe hanno tallonato senza perdere d’occhio Dellasanta per tutta la durata della corsa. Inferiore alle aspettative,- invece, ila prova di Bogovič, ohe è calato di tono nella seconda parte della gara, giungendo al traguardo oon oltre quattro minuti di distacco. LA CORSA Erano esattamente le 10,15 quando la lunga colonna dei ciclisti si metteva in marcia da Lubiana. Plotone compatto nei primi 30 km. No-valk era il primo a forare, ma rientrava nel gruppo dopo un furioso inseguimento. Il primo frazionamento avveniva sulla breve, ma ripida salita di Trojane, sulla quale gli scalatori tentavano di involarsi, senza però riuscire. In cima alla salita transitava primo Bogovič, seguito a ruota da Likovič e Bešič. Indi, in fila indiana, dal gruppo quasi completo. A Vransko il gruppo eia di nuovo compatto. Rientravano anche Bonin e Bešič, vittime di forature. Plotone al gran completo per le vie di Celje. Il caldo soffocante e la stretta vigilanza reciproca delle squadre frustrava sul nascere ogni tentativo di fuga. Dieci chilometri dopo Celje, Bogovič, Dellasanta, Novak e Visintin operavano un forte allungo, avvantaggiandosi di poche deoine di metr.i Sul cambio di turno Visintin premeva forte sui pedali. Mentre i primi tre preferivano farsi riassorbire dal gruppo, Visintin insisteva nell tenta- tivo. Con un passo superiore ai 40 km orari guadagnava presto terreno. A Stranice (40 km dall’amvo) il suo vantaggio era già di 2’. Per altri 20 km tale vantaggio rimaneva invariato. Su una delle cime dei saliscendi che portavano a Maribor uno spettatore rovesciava addosso a . Visintin un secchio di acqua. Ciò risultava poi fatale al corridore che, preso da crampi, perdeva terreno sino ad essere raggiunto a soli 18 km dal traguardo. Sulle salateli© degli ultimi km il gruppo si rompeva, frazionandosi in una decina di gruppetti. A Maribor giungevano contemporaneamente per primi 14 corridori. Ai 200 metri, Dellasanta scattava a vinceva nettamente su Novak e Podmilščafc alla ruota. Piciga finiva quinto, Visintin nono e Bonin ultimo del gruppo di testa. L’ORDINE D’ARRIVO 1) DELLASANTA SILVERIO, «Proleter» di Capodiìsitóai, che ha compiuto i 136 km del percorso in 4 ore 7’00’ alla media oraria di km 33, 2) NOVAK MARJAN, «Fo-tokemifca«, 3) PODMILŠČAK Frane, «Branik I.», 4) BAJLO Josip, «Zara», 5) PICIGA Rajko, «Proleter», 6—lì) a pari merito Visintin, Omerze!, Barak, Žižek, Bergant e Valant, 12) Žirovnik, 13) Božnik, 14) Bonin, tutti con il tempo del vincitore, 15) Flajs, 18) Bogovič, 21) Bešič. CAPODISTRIA, 2 — Organizzato dal Club calcistico «Aurora», che ha messo in pallio una Coppa per il primo classificato, si è svolto nei giorni 1 e 2 maggio un torneo calcistico. La manifestazione era inquadrata neìl’amlhito dei festeggiamenti della Festa del lavoro. AH’iniziativa hanno aderito anche la Stil di Capodistria, lo Jadran di Dekani e una rappresentanza della locale Guarnigione dell’A. iP. J. La prima giornata ha visto gli incontri Stil — Guarnigione A. P. J. e Jadran — Dekani, svoltisi con la formula deU’elimmazione diretta. Il primo incontro si è concluso con la vittoria della Stil per 2:1 (0:0), ottenuta grazie a un’intelligente tattica difensiva, facente affidamento sui contropiede. Lo Jadran invece ha battuto sul terreno di Dekani un’Aurora, stranamente apatica e inefficace, facendo leva sulla combattività e il cuore dei propri giocatori. Nelle finali per il 1. e 2. posto si sono incontrate poi allo Stadio di Capodistria le due vincenti delle eliminatorie, Stil e Jadran, mentre per il 3. e 4. posto hanno giocato Aurora e Guarnigione A. P. J. Gli incontri di finale sono stati preceduti da un partita fra due squadre pionieri dell’Aurora. Jadran - Stil 2:1 (0:0) Ber- To- Gre- LA CLASSIFICA PER SQUADRE I. PROLETER con Dellasanta, Piciga e Visintin in 12 ore 21’, 2) ROG di Lubiana con lo stesso tempo, 3) Fotakeraika dii Zagabria in 12 ore 25’26”, 4) Branik in 12 ore 26T9”, 5) Odred in 12 ore 34’25”. PS JADRAN: Gregorič S., Obad tok E., Toscan D., Kaligarič scan A., Gregorič B., Bertok G., goric M., Klinec, Prašnikar. STIL: Tedesco, Paškulin, Bole I., Benčič, Bertok, Gombač, Bole II., Škabar, Amber, Klasinc II., Klasinc I. ARBITRO: Sabadin E. di Capodistria. MARCATORI: al 51’ Bertok G., al 70’ Auber e al 75’ Prašnikar. Dopo un primo tempo a reti in- LA XXIX. GIORNATA DEL CAMPIONATO ITALIANO DI CALCIO — SERIE A Strepitosa vittoria deli' Udinese sui Milan Ij 'pareggio triestino a Bologna e la vittoria Fiorentina a Roma avvantaggiano i friulani DELLASANTA SILVERIO degli attori di primo piano. Dopo VÌBiintin la citazione di merito va a Bešič e Bonin, due duri lavoratori dèi pedale, ancora non a punto con la preparazione, ma coraggiosi e resistenti anohe nelle più dure avversità. Ambedue hanno forato nella .prima metà del percorso, riuscendo tuttavia a rientrale in gruppo con un inseguimento a 50 all’ora. Piciga ha fatto una gara giudiziosa, vigilando attentamente nelle prime posizioni ed attenendo un bel piazzamento nella volata finale. Anche lui, assieme a Visintin, sarà fra breve uno degli attori di primo piano nella categoria superiore. Questa volta vagliamo parlare per ultimo di Dellasanta, vincitore meritevole e previsto della corsa, proprio perché questo successo gli era necessario per ribadire la sua superiorità su tutti gli altri ciclisti jugoslavi, tranne Petrovič, ohe rimane tuttora il numero uno. Alla fine della gara Dellasanta era più fresco di prima della partenza, segno di una coscienziosa preparazione, ciò che fa ben sperare per le prossime ed impegnative gare. Se Dellasanta riuscirà a mantenere lo stato di forma attuale, sarà senza dubbio un insostituibile membro deäla rappresentativa jugoslava UDINESE — MILAN 3:2 (0:0) — Pur rimanendo priva del portiere Romano, che ha abbandonato il campo già al 6’ per un calcio ricevuto alla testa, sostituito fino 15’ della ripresa dal mediano destro Magli, l’Udinese ha battuto clamorosamente il Milan, sceso' in campò con tutti i grossi calibri stranieri e a ranghi completi. La vittoria dei friulani sul capolista li pone ora candidati alla vittoria finale. L’incontro ha dato vita a una contesa che ha assunto, particolarmente durante l’assenza di Romano, toni veramente drammatici. I padroni di calsa, menomati nel punto più delicato della formazione, non si sono lasciati prendere dallo sconforto, ma hanno investito con la maggiore e-nemgia e assaltato fino all’ultimo la retroguardia milanista, smorzando d’altra parte efficacemente ogni attacco. Il punteggio è, infatti, troppo modesto per esprimere i veri rapporti sul campo di gioie». I bianco neri udinesi hanno strabiliato non salo per combattività, ma anche e sopratutto per intelligenza di gioco, particolarmente nel secondo tempo1. Il Milan è stato addirittura travolto dall’insistente offensiva dei padroni di casa, che hanno dominato largamente per tutta la partita. Le due squadre si sono schierate nel seguente ordine: UDINESE: Romano, Zorzi, DellTnnocenti. Sniderò, Pinardi, Magli, Castaldo, Me-negotlti, Bettini, Selmosson, La Forgia. MILAN: Buffon, Silvestri, Za-gatti, Beraldo, Maldini, Fontana, Vi-cardicitto, Liedholm, Nordahl, Schiaffino, Frignami. Ecco alcune fasi: La partita assumeva subito grande combattività. Al 6’ Romano, tuffandosi sui piedi di Nordahl, veniva colpito al capo e doveva uscire qualche minuto dopo per rientrare appena al 15’ della ripresa, sostituito occasionalmente da Magli, a sua volta rimpiazzato da Menegotti. Il resto del primo tempo continuava poi sul medesimo tono, senza che le due squadre potessero tuttavia segnare. La ripresa cambiava radicalmente volito.' L’Udinese partiva subito all’attacco e già al 2’ Menegotti depositava nella rete di Buffon il palmo pallone. Al 6’ Beittmt portava a due le reti per i propri colori, ma su un’tmpTovlvisa rovesciata di fronte Vicariatto, al 7’, riduceva le distanze che La Forgia, al 17’ si incaricava di aumentare nuovamente. Ormai il Milan era prono, incapace di una reazione organizzata che potesse dare frutto. Al 36’ Schiaffino riusciva tuttavia a portare sul 3:2 il punteggio, riprendendo una palla quasi innocua, sfuggita alla presa del menomato Romano. BOLOGNA — TRIESTINA 1:1 (1:0) — La partita, giocata sabato scorso, s’è conclusa alla pari, ciò che rappresenta non solo, un’affermazione della Triestina, ma un servizio da questa reso alTUdinese (forse per-rifarsi di quel punto stoppato in casa sua?) che taglia fuori dalla concorrenza al secondo posto un avversario pericoloso come il Bologna. Ma avrebbe potuto terminare addirittura con . un vittoria dei .rossoalabardati, visita la scarsa prestazione dei petroniani. Le due squadre sono scese in campo nelle seguenti formazioni: Bologna: Giorcelli, Giovamnini, Fa-valli, Ballacci, Greco, Jenson, Valen-tinuzzi, Garcia, Pivatelli, Pozzan, Randon. Triestina: Soldan, Beloni, Valenti, Petagna, Nay, Ganzer, Lu-centdni, Curii, Secchi, Dorigo, Saib- batella. Il Bologna ha segnato già al 5’,-..ma Saibbatedla ristabiliva le sarti delTmconfcro all 77’. GENOA i— JUVENTUS 2:0 (2:0) — Con una delle sue imtraprendenti partite, il Genoa ha avuto ragione dela Juventus, scesa in campo incompleta. I bianconeri torinesi si sono battuti con impegno, ma sono mancati ali’attacco. La vittoria geno-ana avrebbe potuto assumere ben maggiori proporzioni se i suoi avanti non avessero sciupato nella ripresa tre facilissime occaisionLe se Viola non avesse salvato in extremis un situazione ormai disperata. Al 27’ la prima rete: Larsen allunga a Dal Monte cihe seove Frizzi sulla sinistra e questi insacca. Dodici minuti dopo la seconda rete: Carapellese centra da fondo campo, Opezzo manca rinitervento e Corso riprende al volo, segnando. ROMA — FIORENTINA 3:4 (2:2) — In un incontro al cardiopalma i viola hanno strappato in casa della Roma Tiritèra posta. La Fiorentina si è imposta sopratutto sul piano tattico, conducendo una gara intelligente molto redditizia. Al 3’ segnava Virgili per la Fiorentina, ma subito dopo Cavazzuti pareggiava (4’). Al 22’ Mariani portava nuovamente in vantaggio i viola, ma al 37’ Bortoletto si incaricava di ristabilire le sorti con una rovesciata su tiro di punizione di Celio. Nella ripresa era ancora la Fiorentina ad andare per prima in vantaggio con una rete di Segato al 6’. Pareggiava quindi ancora la Roma oon Celio, al IL X. CAMPIONATO PUGILISTICO DELLA CROAZIA METALAC (Zg) E fanno la parte del POLA leone I RISULTATI Bologna — Triestina Genoa — Juventus Inter — Catania Napoli — Lazio Novara — Atalanta Roma — Fiorentina Spai — Sampdoria Torino — Pro Patria Udinese — Milan LA CLASSIFICA 1:1 2:0 3:0 3:2 0:1 3:4 2:0 3:1 3:2 5 titoli ai zagabresi, 3 più 2 secondi e 1 terzo posto ai pugili locali POLA, 2 — Come previsto, il Metalac di Zagabria e il Pola hanno fatto la parte del leone nel X. Campionato repubblicano croato di pugilato. Cinque titoli al Metalac, tre più due secondi posti e un terzo al Pola, uno e un secondo posto allo Split, uno e un secondo posto al Rijeka di Fiume è il bilancio conclusivo. I polesi in verità sono stati un pò sfortunati nel sorteggio. Banovac, piazzatesi terzo nella sua categoria, è senz’altro superiore al secondo classificato, 'Mihajlovič della Lokomotiva di Vinkovci, dominato nettamente già al primo round da Tkalčič I. A confronto oon 'Banovac, Mihailovič è un manovale in fatto di boxe. Lo si è potato vedere durante rincontro Banovac-Tkaičić I. Ecco come sono andate le cose: Banovac doveva subire l’iniziativa delTaiwer-sario nella prima ripresa per effetto di una scarsa copertura e così per due terzi della seconda, finché non lo scuoteva con un fortissimo diretto e con un successivo cross al mento. Subito dopo riusciva a toccarlo nuovamente al mento, mettendolo in ©ridiente inferiorità, concretizzatasi poi al terzo round. Ciononostante, grazie anche alle straordinarie doti di incassatore, Tkalčič riusciva a conservare un leggero margine di vantaggio. In finale Tkalčič metteva fuori causa Mihajlovič già al primo round, conquistando il titolo contro un avversario di 'gran lunga inferiore a un Banovac, condannato al terzo posto, ohe però vale un secondo. Krstić, nei welter perdeva in finale con Tisanić con un leggero margine di punti, pur avendo vinto nettamente sul medesimo avversario cinica un mese fa. Berbakov, nei leggeri, ha vinto meritatamente I titolo in una categoria dove la concorrenza era fortissima, ciò che dà maggiore lustro alla sua affermazione. Iijin, nei gallo, ha -messo k. o. già al primo round Nožinić del Metalac di Sisak, laureandosi campione anohe lui, imitato da Bogumić ohe, boxando intelligentemente contro l’ottimo Banda della Lokomotiva di Zagabria, si è guadagnato i galloni, rivelandosi serio aspirante al titolo nei .prossimi campionati federali. In genere, però, questo campionato non ha offerto gran ohe interesse. Ha lasciato parecchio a deside- rare, infatti, sia in tecnica che in stile. I pugili delle categorie inferiori, eccezion, fatta per Iijin, Nožinić, Tkalčič II., Berbakov, Banovac e Tkalčič . si sono dimostrati poco agili e lenti nei riflessi, mentre la loro boxe è addirittura rudimentale. Nelle categorie superiori la qualità è indùbbiamente migliore, senza tuttavia eccellere. Molti sono stati i .pugili che non hanno potuto piazzarsi degnamente, perchè tagliati fuori da una scarsa preparazione fisica. Comunque i dirigenti e gli atleti del Pala, come pure gli appassionati di questo sport, tanto numerosi in città (ottomila spettatori hanno presenziato alle tre sarate di combattimenti!) possono essere soddisfati. Dev’essere così quando si consideri che 3 dei sei pugili locali, presentatisi ai campionati, sono' riusciti a Milan 29 15 9 5 59:31 39 Udinese 29 14 9 6 48:35 37 Roma 29 11 13 5 44:34 35 Bologna 29 13 9 7 49:40 35 Fiorentina 29 13 7 9 39:40 33 Juventus 29 10 12 7 48:44 32 Napoli 29 10 11 8 40:32 31 Torino 29 li 8 10 35:36 30 Inter 29 10 9 10 45:41 29 Sampdoria 29 9 10 10 39:35 28 Triestina 29 9 10 10 32:46 28 Atalanta 29 7 12 10 32:31 26 Genoa 29 7 12 10 28:31 26 Lazio 29 10 6 13 35:45 26 Catania 29 8 9 12 31:39 25 Novara 29 9 7 13 29:37 25 Spai 29 4 12 13 20:35 20 Pro Patria 29 5 7 17 23:44 17 conquistare il titolo di campione re-pubblicano e gli altri si sono piaz- zati onorevolmente. Anche l’organizzazione, curata come sempre al massimo dai solerti dirigenti polesi è stata ottima sotto .tatti gli aspetti L’arbitraggio di Nay, Petener, Barbieri, Jožič, Dušanec, Jurišič e Bajć è stato eccellente. 18’, ma Virgili segnava sei minuti dopo la quarta rete per la Fiorentina, assicurandole così la vittoria. ATALANTA — ( NOVARA LO (0:0) — Il primo quarto d’ora è vivace e combattuto con il Novara che manca alcune facili occasioni. Per il resto del primo tempo il gioco si mantiene veloce e alterno. Nella ripresa, invece, cala di tono. I.’Ata-lapta segna al 37’ la rete della vittoria: in una delle tante azioni senza mordente, Brugola serve Rasmussen ohe tira senza convinzione in porta, dove Pendibene, con minore convinzione ancora, si tuffa in ritardo, sfiorando la palla che finisce in rete. violate, condotto da ambo le parti con ritmo veloce, ma tatticamente prudente, le due squadre si sono date battaglia a fondo. Gli attacchi hanno acquisito, sia da una die dal-1 altra parte, maggiore efficacia. Più conclusivi degli avversari, i ragazzi di Dekani sono andati in vantaggio dopo pochi minuti della ripresa con un colpo di testa di Bertok G. su calcio d’angolo. Ma la Stil si riprendeva presto e contrattaccava decisamente, riuscendo alfine a ristabilire le sorti con uno spiovente di Auber. Lo stesso Auber, qualche minuto più tardi, per poco non segnava nuovamente. Su un traversone, dalla destra entrava in azione, ma scivolava su un pallone ohe sembrava già in rete e che usciva a lato per un soffio. Gli attacchi e contrattacchi si susseguivano quindi con lo stesso ritmo. Sia gli uni che gli aitai minacciavano a più riprese seriamente le reti opposte. Alila mezz’ora della ripresa, la contesa sembrava quanto mai indecisa, quando una travolgente a-ziòne dello Jadran sulla destra, spiaz- , zava la stratta difesa dello Stil e il pallone, crossato raso terra da Gregorič, veniva ripreso da Prašnikar che, sopraggiunta in velocità, metteva imparabilmente nel sacco. Sul 2:1 la Stil accelerava i propri attacchi, ma lo Jadran vigilava attentamente. Nell’ultimo quarto d’ora lo Stil cercava di raggiungere almeno il pareggio, però senza fortuna. I suoi attacchi venivano fermati, sebbene a fatica, dalla valida retroguardia di Dekani ohe era costretta più volte a risolvere situazioni molto intricate e pericolose nella propria area di rig-OTe. Pago del risultato, lo Jadran si manteneva in stretta difesa sino alla fine, manacciiamdo però talvolta la rete della Stil con veloci contropiede, su uno dei quali ,peT poco non andava nuovamente in vantaggio, ma Gregorič B. tirava di poco a lato. La fine trovava la Stil protesa ancora, ma invano all’attacco. La Jadran riportava così una meritata vittoria, frutto sopratutto di una volontà superlativa, che però non è mancate anche nel campo opposto. Le due squadre si sono . dimostrate di pari valore, sia per volume di gioco che tecnica. Ha vinto chi ha saputo sfruttare meglio le occasioni da rate. Nall’eilogio vanno accomunati comunque -tutti i venti-due atleti che,, pur non risparmiando energie, hanno mantenuto il loro comportamento al livello più alto della cavalleria sportiva. Aurora - Guarnigione APJ 5:0 (4:0) GUARNIGIONE APJ: Mundža, Mateček, Lukič, Markovič- Ilič, Bosnić, Pašić, Kolar, Hrlec, Zuza-revski, Zanko. AURORA: Dobrigna, Orlati L, Turčinović, Vatovec, Perini, Orlati II., Kavalič IL, Romani, Norbedo, Carini, Della Valle. MARCATORI: al 6’ e 40’ Norbedo, al 15’ Della Valle, al 39’ e 65’ Romani. I volonterosi, ma tecnicamente acerbi soldati della locale guarnigione delTAPJ, ben poco hanno potuto fare contro un’Aurora quasi completa nei ranghi (forse jrer la prima volta da due anni a questa parte) ohe, pur partendo al piccolo 'trotto, ha infilato nella prima mezz’ora ben quattro paloni nella rete di Mundža. I rari contrattacchi degli azzurri della Guarnigione, condotti in verità oon grande energia e buona volontà, non sono riusciti mai a minacciare da vicino la rete di Do-briigna. Assicurato orinai un largo margine, l’Aurora ha rallentato nella ripresa il ritmo delle proprie azioni, facendo vedere un po’ di fiacca che il sole, scortante, favoriva. Al 20’ Ramami, interrompeva la monotonia generale con una rete, l’unica del secondo tempo e T ultima dell’dncon-tro, dopodiché il gioco perdeva ulteriormente di interesse In precedenza, come abbiamo detto, si sono incontrate due formazioni di pionieri del vivaio aurorioo. Ecco alcuni dati delTintereSsaote confronto: ROSSI: Auber II., Koterle, Koda-rin, Puglisi, Giurman 1, (Ricobon), Fermo IL, Uršič, Filippi, Surian (Totto), Lonzar, Gorela. GIALLI: Cerut, Deponte, Cernac (Furlan), Rossi, Antonao, Pečarič, Ricobon (Pobega), Suplina-, Luglio, Giurman IL, Radico. ARBITRO: Suplina di Capodistria. MARCATORI: al 40’ e 49’ Filippi, al 58’ Ricobon. In due tempi di mezz’ora ciascuno i piccoli pionieri delTAurora hanno dato vita a un dinamico, quanto interessante incontro, che ha dato modo a parecchi di rivelare della stoffa per diventare buoni calciatori. I rossi hanno regolato per 3:0 i loro Colleglli gialli, ma la vittoria non j stata nè facile, nè tanto netta quanto il punteggio lascierebbe credere. I pivelli in maglia rossa hanno vinto sopraturto perchè hanno saputo sfruttare ogni occasione da rete, mentre gli avversari ne hanno sciupate altrettante. ISOLA — NAFTA 4:2 (1:0) PIRANO — 3 MAGGIO 1:3 (1:2) Guarnigione APJ Umago 2:1 (1:0) UMAGO: Colie, Jankovič, Vùko, Carrier, Tesovié, Bajć,' Bola, Petrovič, Zdelar, Reketi, Tosić. GUARNIGIONE APJ: Irga, Bu-gutovac, Petrovič, Brković, Herdedj, Paramentić, Moriisovski, Jemišek, Hri-s-tov, Tončič, Angelov. ARBITRO: Herdeljan. MARCATORI: al 20’ Tončič, al 60’ Hrisitov e all’85’ Zdelar (rigore). UMAGO, 2 — In un incontro, svoltosi quale manifestazione sportiva del I. Maggio, i militari della locale .guarnigione delTAPJ hanno battuto di stretta misura l’undici u-maighese, militante nella Sottolega istriana di Pala. Il 2:1 a favore dei primi è frutto anzitutto della grande budna volontà,, dimostrata dai soldati che hanno giocato a pieno ritmo dal principio alla fine. Il migliore uomo in campo è stato il portiere della guarnigione, Irga che si è fatto spesso applaudire. Bravo anche T'attacco ohe ha saputo più volte scompaginare la pur valida difesa umaghese, non riuscendo tuttavia a segnare di più solo grazie al grande ricupero di quest’ulitima. DelTUmago si può dire che, pur trovandosi in netta ascesa dopo la recente crisi, ancora non ha raggiunto la consistenza di gioco e di forma, sufficente a sostenere con successo prove maggiormente impegnative. Si aveva anche l’impressione che, essendo la partita amichevole, non si sia voluto impegnare troppo. Le reti sono state segnate al 20’ da Tončič e al 60’ da Hristov per i militari, mentre a ridurre le distanze ci pensava Zdelar, che realizzava la massima punizione, dreoretaita dall’arbitro all’85’ per una carica irregolare di un difensore della guarnigione ai danni di un attaccante umaghese. P■ r. PALLAVOLO AL CAPODISTRIA (A) il campionato distrettuale CAPODISTRIA, à — La settimana scorsa si è svolto a Capodistria il campionato distrettuale delle società Partizan di pallavaio, cui hanno partecipato Capodistria A e B, Pirano, Šmarje e Isola nella categoria maschile, e Pirano e Capodistria in quella femminile. Nella categoria maschile ha vinto la Partizan A di Capodistria, che ha battuto in finale il campio-pione dello scorso anno, Partizan di Pirano per 2:0 (15:3, 15:5). Nella categoria femminile ha vinto la Partizan di Pirano che ha battuto Capodistria per 2:1 (7:15, 15:7, 15:12). POLA, 3 — Come prestabilito dalla ’ Federazione jugoslava di hockey, il 30 aprile si sono date ap- i puntamento sulla pista del Pattinag- 1 gio le migliori stecche del nostro : hockey per la preparazione collegiale ai Campionati del mando. La co- : mitiva, formata da Mocenni, Batel, ] ipsa, Cobalti, Pelacchi, Pertot I., Tug, Lonzar, Stappi e Mauri, si tratterrà nella nostra città fino ai 10 c. m. Un po’ d’inquietudine ha portato fra gli organizzatori il richiamo | alle armi dei goriziani Bezeljak e Pertoit IL, per cui al loro posto sono stati convocati Celiò e Makuc. La Federazione ha cercato di ottenere una proroga al richiamo di Be- | zeljak e Pertot II. e, magari, di poter disporre del migliore nostro ho-ckeysta, Stellio Re,velante, attualmente in servizio di leva, senza per- I altro riuscire.E’ un. vero .peccato, J poiché oosì la nostra rappresentati- | va si vede privata dei suoi migliori elementi. Gli atleti sono agli ordini deli’al- « lenatore federale Angelo La Micela (H. C. Pola), ex valente difensore 1 dei colori locali. «Ci tengo principalmente a pre-parare la nostra rappresentativa — 3 ci ha deto cortesemente La Micela ( — curando di far fiato e assimilare un sistema particolare, in quanto II sono certo die ai mondiali si giocherà con un ritmo massacrante. Gli atleti seno sottoposti a un regime di j vita molto rigoroso. Si inizia al mat- ■ j tino presto con allenamenti sui pat- j tini, individuali e per squadre. Do- I pò la colazione e il riposo, nuovo ! lavoro tattico, pratico e teorico. Alla sera a letto molto presto. Ora in- I tendo alternare quanto sopra con ‘ esercizi ginnici e .passeggiate sostenute nelle pinate vicine. Tutti gli atleti si sottopongono disciplinatamente al regime di vita loro chiesto, applicandosi con serietà e disciplina , alla preparazione, ciò ohe mi facilita grandemente il lavoro, il successo del quale contribuisce di valido aiuto del compagno Gorse, segretario della Federazione jugosla- j va.» Dopo alcuni rilievi sul livello di ; preparazione, raggiunto dai giocato- | ri, l’allenatore La Micela ci comunica ohe la partenza per TItalia è fissata per TU maggio. La sede di residenza, in attesa di raggiungere Monza, dove sarà giocato il girone eliminatorio assieme a Belgio, Inghilterra e Danimarca, sarà Valda-gno, dove verrà giocata una partita amichevole con il quintetto del Mar-zotto. I. In occasione del Maggio, Festa del lavoro, e del Decennale della Liberazione la Dl PREBOLD TESSITURA E STAMPA col- con si felicita con i lettivi di lavoro e la popolazione tutta, augurando sempre maggiori successi nell’edificazione socialista. Offre sul mercato interno ed estero ogni genere di stoffa stampata per vestiti da donna, biancheria e pezzuole copricapo.