S. MARIA DI PALAZZOLO (RAVENNA) GIOVANNA BERMOND MONTANARI Museo Nazionale di Ravenna L ’isola di Palazzolo si configura in un dosso sabbioso, costituito da una duna ancora affiorante, che è stato individuato a p artire dal M ausoleo di Teodorico e che prosegue fino a scom parire sotto il recento dosso pinetale di S. Vitale. Il toponim o »Palazzolo« deriva da un piccolo palazzo fatto edificare, secondo le fonti, da Teodorico durante l’assedio che il re goto pose alla città di Ravenna. Nel 1966 u n a serie di sondaggi condotti a Nord di R avenna lungo lo scolo Via Cerba1 2 hanno perm esso di individuare le fondazioni di alcuni edifici disposti attorno ad una cappelletta, chiam ata il »rudere di Palazzolo« .8 Si tra tta di una piccola cappella in pessimo stato di conservazione eretta nel 1712 dall’abate di S. V itale, Giovanni Guido a ricordo della Chiesa di S. M aria di Palazzolo, che era stata edificata sopra i ruderi del Palazzo e successiva­ m ente d istru tta attorno al 1438 dalle orde di Niccolò Piccinino.3 La fonte più antica a cui possiamo attin g ere sia per le notizie relative al­ l ’edificio teodoriciano che la Chiesa di S. M aria in Palazzolo è il »Liber pon­ tificalis« di A ndrea A gnello .4 Il passo che si riporta riferisce che T eodorico. .. »et abiit ad A rim inum , et venit ex inde cum dorm onibus in P orte Lione, ubi postea palatium m odicum hedificare iussit in insula, non longe a litoris maris, ubi nunc m onasterio sancte M arie esse videtur, infra balneum non longe a Ravenna m iliario VI... E t nunc in nostris tem poribus preductum palatium servos meos dem olire iussi et Ravennam perduxi in hedificia dom us mee, quam a fundam entis hedificavi iure m aterno, que vocat domus presbiterialis«. Secondo l’Agnello »ii palatium modicum« venne costruito d u ran te l’assedio di R avenna e term inato attorno alla fine d ’agosto del 493, poco prim a della caduta della città avvenuta nel febbraio dell’anno sucessivo. Si trovava in »insula« e tale fatto è stato dim ostrato dai sondaggi del 1966 e dagli scavi 1 A. Roncuzzi, L. Veggi, C ontributi allo studio dell’evoluzione topografica ed id ro g rafica n el te rrito rio rav en n ate in ra p p o rto agli an tich i insediam enti, A t ti d e l C o n v e g n o I n te r n a z io n a le d i S tu d i s u lle A n tic h ità d i C la s s e (R avenna 1968) p. 108, fig. 8. 2 E d izio n e A r c h e o lo g ic a d e lla C a rta d ’I ta lia , Foglio 89 (R avenna, IGM, 1939) XI, N O, 1—2, 3. 3 G inanni, I s to r ia c iv ile e n a tu r a le d e lle P in e te R a v e n n a ti (Rom a 1774) p. 74. G. S a v in i, P e r i M o n u m e n ti e p e r la S to r ia d i R a v e n n a (R avenna 1914) p. 52. 4 A. Agnello, L ib e r P o n tif ic a lis E c­ c le s ia e R a v e n n a tis v ita di Jo h an n es X X I, ed. T esti R asponi (Bologna 1924) p. 106 sgg. Fig. 1. R av en n a. P ian ta del Paiazzolo di T eodorico Sl. 1. R avena. »Paiazzolo« T eo d erik a V elikega, n a č rt successivi. Al m om ento della costruzione teodoriciana il battente m arino si tro v av a a circo 250 m. dal dosso e l’edificio doveva trovarsi a circa 280 m. dal m are, non m olto lontano dal Portus Lionis. Agnello precisa la distanza da R avenna che era di sei miglia, la posizione del palazzo su di un’isola. Questo fu dem olito presum ibilm ente entro la prim a m età del IX secolo (Agnello morì poco prim a dell’anno 850) per opera dei servi di Agnello, che col m ateriale si costruì a R avenna la »domus presbiteria- lis«, dando le prim e notizie di un »m onasterium Sancte Marie« edificato »infra balneum «. A ttraverso i sondaggi com piuti nel 1966 sul lato sinistro dello scolo Via Cerba, si rinvennero le m ura in pietra che costituivano le fondazioni del pa­ lazzo. La pianta che fu tracciata mostrò che si trattav a di un edificio qua­ drangolare, che sem bra avere avuto due to rri angolari, m a probabilm ente ne doveva avere avuto quattro. Al centro stava u n a corte attorno alla quale si articolavano gli am bienti minori. Incerto su quale lato doveva ap rirsi la p o rta verso l’interno, m a presum ibilm ente doveva aprirsi sul lato Sud. La p ian ta che qui si presenta, è tracciata solo attraverso i sondaggi e potrà su b ire forse qualche variazione all’atto di uno scavo completo (fig. 1). A ppare chiaro fin da ora che è assai vicino alle piante delle ville fortificate, dislocate lungo il »limes renano e danubiano«. Tra v ari esempi, si cita a confronto la p ian ta della Villa di Süm eg in Pannonia,5 costruita nella seconda m età del III see. e la cui esistenza è accertata p er alm eno la durata di un secolo. Questa villa viene considerata villa e fortificazione nello stesso tempo, come stanno a dim ostrare le to rri ai quattro angoli. Nel 1967 fu eseguito uno scavo di accertam ento dell’angolo nord-est e si constatò che le fondazioni erano in p ietra d’Istria; qualche m ateriale fram ­ m entario, : ira cui un vaso d’im pasto di tipo barbarico conferm ano l’attrib u ­ zione di tu tto il complesso all’età teodoriciana. T ra le fondazioni furono anche rin v en u te delle sepolture, di cui resta difficili stabilire l’esatta cronologia, data la totale m ancanza di oggetti di corredo. N ell’estate del 1970, per conto del C om itato per l’esplorazione di Classe e del territo rio ravennate, si sono riprese le ricerche, prendendo come punto di partenza il rudere di Palazzolo attorno e dentro il quale si sono eseguiti lavori di scavo. I dati desunti sono di notevole interesse, per cui saranno proseguiti quanto prim a i lavori. Al m om ento attu ale si sono potuti esam inare i seguenti punti: il ru d ere di Palazzolo, la cui costruzione risale al 1712 ha le fondazioni che continuano fino ad 80 cm di profondità dall’attuale piano di cam pagna, prendendo come livello la porta del R udere stesso. A 2 m. di profondità, rispetto a questo livello, si è rinvenuto un piano di cocciopesto, sostenuto da »supensurae«. I pilastrini, form ati da m attoncini quadrangolari »bessales« m isurano di lato cm. 20 X 20 e sono intonacati ester­ nam ente. Sono disposti perpendicolarm ente al pavim ento con interassi di 70 cm. A lla som m ità delle »suspensurae« sono in seriti m attoni di 70 cm. X 70 cm. in modo che quattro di essi si uniscono al centro di ogni colonnina, l’altezza delle quali, com presi i m attoni e il coccippesto è di circa m, 1,10. Sul pavim ento superiore si è trovato uno strato di sabbia. 5 E. Thom as, R öm ische V illen in P annonien (B udapest 1964) pp. 114, fig. 51—52. Il pavim ento a cocciopesto appartiene ad un am biente di form a ottogonale irregolare, alle cui pareti si aprono dei cunicoli di varie m isure. Uno di questi nel lato verso Sud si ap re su di u n vano di circa m. 2,50 circa di lato, atto rn o al quale si sono rin v en u ti disposti su due lati form anti angolo dei laterizi cavi a sezione rettangolare, posti in opera fra la p arete grezza e 1’ intonaco, in fila continua, verticalm ente, p er riscaldere con aria calda l’am bien­ te .6 Il sistem a è noto n el mondo rom ano negli im pianti term ali. T racce di rivestim ento in m arm o rinvenuto sopra il cocciopesto fanno pensare all’esi­ stenza di una vasca, conseguentem ente si deduce che doveva tra tta rsi di un »calidarium «. L ’am biente con il riscaldam ento ottenuto m ediante »tubuli« ò a p arete potrebbe essere stato un »laconicum«, cioè quella p arte delle term e risev ata ai bagni a vapore. In questa successione si possono riconoscere un am biente per »calidarium « ed un »laconicum«, m a potrebbe tra tta rsi anche di u n am biente dedicato a »tepidiariam « e uno a »calidarium « .7 In am bedue queste possibili successioni di am bienti, si tra tta di riscaldam ento con intercapedini sia sotto il pavim ento che lungo le pareti. S’igiorano p er il m om ento dove siano ubicati gli altri am bienti ad uso te r­ m ale. Un altro emiciclo largo circa m. 1 si apre verso Ovest; vi si potrebbe forse riconoscere il »praefurnium «, cioè il condotto destinato ad avviaro uniform em ente i fum i caldi. Il ritrovam ento di u n »balneum « trova riscontro nel passo di A gnello già rip o rtato »ubi nunc m onasterium sancte M arie esse videtur, infra balneum , non longe ab R avenna . . . E sternam ente al rudere, verso Nord, estendendo lo scavo, si è messo in luce p a rte dell’edificio che h a finito per sovrapporsi ai ba­ gni e che è da identificarsi con la Chiesa di S. M aria in Palazzolo, la cui zona prezhiteriale fu sovrapposta al bagno. La p arte rim anente dei m uri dell’edificio resta al m om ento coperto dall’argine dello scolo V ia Cerba e sotto al Rudere. Allo stato attu ale delle ricerche si sono riconosciute tre fasi edilizie: la p rim a com prende i m uri conservati in elevato p e r u n ’ altezza di m. 0,50—0,60, sopra la quota del pavim ento in cocciopesto; corrispondono alla costruzione degli am bienti term ali e sono da considerare con ogni probabilità coevi al P a ­ lazzo. Dobbiamo ten er p resen te che il sistem a di riscaldam ento con le »balinae pensiles« e le relativ e fonti di calore si trovano abitualm ente in te rra te rispetto al piano di calpestio circostante l’edificio, per lim itare la dispersione del calore. I m u ri in elevato vanno quindi riten u ti relativi a tu tto l’im pianto. L a seconda fase si riconosce dalla presenza di m attoni di »tipo giulianeo« e potrebbe anche essere fissata nello stesso periodo della costruzione della chiesa di S. Vitale, atto rn o cioè alla m età del VI see.; potrebbe essere allora u n a riutilizzazione del bagno, m a potrebbe anche corrispondere a ll’inizio della costruzione del »M onasterium « Sancte M arie. L a terza fase dovrebbe com prendere solo il »M onasterium « e a questo edificio si dovranno a ttrib u ire le fondazioni che sono state scavate, p er potere tracciare alm eno nelle linee essenziali la p lanim etria della Chiesa. A questa fase appertengono il m uro di facciata e l’abside, che si configura in un serni- 6 G. Lugli, La tecnica edilizia rom a- 7 L. C rem a, L ’a rc h ite ttu ra rom ana, no (Rom a 1957) pp. 550, fig. 150. E nciclopedia Classica, vol. X II, (Torino 1959) p. 69 sgg. Fig. 2. R avenna. P ian ta della chiesa di S. Miaria di Palazzolo SI. 2. R avena. N ačrt cerkve S. M aria di Palazzolo cerchio irregolare, aggiunta ed ad attata al prim itivo edificio nel lato verso Est. Q uesta potrebbe anche essere stata aggiunta in età tardo bizantina o prerom anica. Sulla cronologia del »M onasterium «, uniche fonti sono o ltre quella già citata di Agnello, un docum ento dell’858. Si tra tta di una pergam ena, che rig u ard a una solenne concessione fatta d all’arcivescovo G iovanni VII al Mo­ nastero di S. M aria di Palazzolo: »idest insula quae vocatur P alatiolum in ter affines a duobus lateribus flum inis, qui vocatur P ad u s et Renus, e tertio latere m aris. A qu arto la te re fosso novo, in qua ipsum tu u m decoratissim um m ona­ steriu m fondatum esse v id etu r cum terris silvis . . . et edificiis a nobis construc­ tis... Sim ulque tib i gloriosissim a virgo, et v enerabili tuo tempo, quod in eadem insula situm est, offero... m onasterium ad tuum honorem constructum . .. quod m onasterium ad M em oriam Regis et ad F aru m noncupatur« .8 Secondo questo docum ento si possono fare alcune supposizioni sulla p ro ­ babile data di costruzione del »m onasterium «, che vivente A gnello già esisteva, quindi poteva essere stato edificato nella prim a m età del IX o forse risalire anche alla fine del V ili see. Sappiam o che Agnello m orì poco prim a dell'850 Il docum ento dell’850 tra tta n d o di... »edificiis a nobis constructis . ..« da p a rte dell’Arcivescovo G iovanni, fa po rre due ipotesi cioè che da lui fosse costruito o il »m onasterium « o la chiesa. E ’forse più logico pensare alla Chiesa, poiché il suddetto docum ento definisce il m onastero »decoratissim um « e ciò può fa r pensare si tra tta sse di un m onasterium nel senso di sacello- ricordo, già finem ente ornato quindi già esistente da tem po, m entre la Chiesa potrebbe essere u n ’aggiunta successiva. Se ti tien conto che il, predecessore di Giovanni, l’arcivescovo D eusdedit m orì n ell’850, si può postu lare che la Chiesa, sia da in ten d ersi fra gli »edificiis a nobis constructis« e quindi costrutta tra 1’1850 e l’858. E ’ probabile che i m u ri dell’edificio absidato a tre navate (fig. 2), messo in m inim a p arte in luce dai recenti scavi sia da fa r risalire a quegli anni. L ’esplorazione com pleta p re v ista nel corso del 1971 consertirà m aggiori preci­ sazioni sia per la plan im etria dell’intero m onum ento, che p er u n a sua collo- cazine in un am bito cronologico più definito .9 8 I docum enti d ’arch iv io m i sono sta ti g en tilm enti trasm essi d al Prof. M ons. M ario M azzotti, che v ivam ente rin g razio . 9 L e p ia n te sono sta te eseguite d al- l ’Ing. A. R oncuzzi, cui si deve la scoperta della zona archeologica di Palazzolo e che h a d ire tto queste p rim e ricerche. S. M a ria d i P a la z z o lo (R a v e n a ) L eta 1969 je v rsta sondažnih izkopov n a sev eru R avene vzdolž ulice via C erba om ogočila razp o zn ati tem elje n e k a te rih stavb, v obm očju kapelice, im enovane r u d e r e d i P a la z zo lo , k i je bila zg rajen a leta 1712 v spom in n a n ek d an jo cerkev S. M a r ia d i P a la z zo lo . T a je b ila porušena okoli le ta 1438. S tala je n a ru šev in ah palače, o k a te ri poroča v svojem L ib e r p o n tific a lis A n d rea Agnello, d a jo je d al zgraditi T eoderik (dograjena le ta 493). D alje izvem o iz istega vira, da je bila n a otoku — k a r so sondažni izkopi 1966 in n a d a ljn ja izk o p av an ja po trd ila — in d a jo je p rav A gnello dal p o ru šiti in z n jen im gradbenim m aterialo m zg radil v R av en i d o m u s p r e s b ite r ia lis , k a r se je zgodilo v p rv i polovici 9. sto letja (um rl je m alo po le tu 850). A gnello om enja n a tem m estu tu d i sam ostan sv. M arije in kopališče. Sonde, n a p ra v lje n e leta 1966, so pokazale, da je bila p alač a četverokotna, z dvoriščem n a sredi. Po izkopih sta izpričana dva stolpa, v e n d a r gre v erjetn o za štiri. Tloris je podoben v ilam vzdolž lim esa ob R enu in D onavi. Izk o p av an ja leta 1967 pa so izpričala, d a so tem elji iz istrsk eg a kam n a in da ves kom pleks res sp ad a v dobo T eoderika. P oleti 1970 so izkopavali v sam em r u d e r e d i P a la z z o lo in okoli njega. N aleteli so n a kopališče, ki ga om en ja Agnello, in m alo p ro ti severu odkopali del zgradbe, k i se da id en tificirati s cerkvijo S. M a r ia d i P a la z z o lo , k atere p resb iterialn i p as je b il postav ljen n ad kopališčem , kot tu d i poroča A gnello. Izko­ p a v a n ja se bodo n ad aljev ala; kolikor je znano doslej, je m oč govoriti o tre h g rad ­ b en ih fazah: p rv a je v e rje tn o istočasna s palačo, d ruga n ek ak o iz sred in e 6. st., tr e tja kasn o -b izan tin sk a ali predrom anska. C erkev sam o je po vsej v e rje tn o sti iz­ g rad il nadškof Iv an V II m ed letom 850 in 858. SAN SEVERO - CLASSE: MONASTERIUM ST. ROPHILI GIOVANNA BERMOND M ONTANARI M useo Nazionale di R avenna Fig. 1 in annesso Negli anni 1967—68— 69, parallelam ente alle ricerche svolte nell’am bito d ella Chiesa di S. Severo si sono svolti longitudinalm ente alla p arete Sud della C hiesa, »pars virorum « degli scavi al fine di m ettere il luce le fondam enta d e ll’edificio, che secondo il protostorico A ndrea Agnello, avrebbe costituito il prim itivo luogo di sepoltura del Santo. D all’A gnello tale sacello viene deno­ m in ato »m onasterium S ancti Rophili« ed è questo' il più antico ricordo che ci re sta di S. Ruffiilo, divenuto poi vescovo e p ro tetto re di Forlim popoli. Lo scavo ha messo in luce due am bienti, di cui il prim o con abside orientato Est-O vest, ovvero con un’orientazione opposta rispetto a quella della Chiesa successiva­ m ente costruita e unico esem pio finora nel ravennate; il secondo am biente adiacente al lato Sud del prim o, presenta una p ian ta di form a rettangolare (fig. 1 in anesso). Il rim aneggiam ento del I am biente, d u ran te la prim a affrettata ed em pi­ rica cam pagna di scavo, rende difficile rico stru ire una sequenza cronologica del­ la sua esistenza. In nessun conto è stata ten u ta la stratig rafia e i relativ i reperti. C onservava due tom be, di cui è già stata data notizia in altra sede.1 Il secondo am biente che pure conservava due sepolture è stato in p arte scavato in un mo­ m ento successivo e la relazione di scavo ci dà più possibilità critiche e relativ a­ m en te cronologiche. Ci pare chiaro che am bedue tali am bienti abbiano in origine fatto p arte d e l grande edificio di età rom ana, accertato sotto la Chiesa di San Severo. Äp-' pertenevano probabilm ente all’ala più m eridionale della costruzione, la cui' v ita e d u rata dagli ultim i anni del I secolo fino alla fine del IV secolo. Nel- l ’ultim o periodo riteniam o che in essa, forse div en u ta »domus episcopi«, deve' essersi inserita u n a »ecclesia domestica«, che gli scavi hanno accertato. Tale considerazione già espressa con alcuni dubbi d alla scrivente, nella prim a relazio­ ne dello scavo di San Severo, ha trovato in questi ultim i anni ulterio ri possibi­ lità di conferm a.2 1 M . M azzotti, P ro b lem i su l p rim iti­ vo cristianesim o n ella regione di Classe, in A t t i d e l C o n v e g n o I n te r n a z io n a le d i C la s s e (R avenna 1968) pp. 472 ss. Id., in XV C o rs o d i C u ltu r a s u ll’A r t e r a v e n n a te e ‘'b iz a n tin a (R avenna 1968) pp. 227 ss. 2 M. M azzotti, Il sacello di S. S e­ v ero in C lasse, in B o lle ttin o E c o n o m ic o d e lla C a m e r a d i c o m m e rc io , A. 25 n. 10 (ott. 1970) pp. 972—977; v. anche G. B er- m ond M o n tan ari, L a c h ie s a d i S . S e v e r o n e l te r r ito r io d i C la sse (Bologna 1863). 1 Fig. 2. R avenna. M osaico dal sacello di S. Severo (dopo lo strappo) SI. 2. R avena. M ozaik v cerkvi sv. Severa (po dvigu) Dei due am bienti, il prim o deve aver servito al m em ento della m orte di S. Severo, avvenuta circa alla m età del IV see. d. C., per una sepoltura di tipo fam igliare. Successivam ente, a giudicare dai lacerti musivi recuperati, fu pavi­ m entato a mosaico forse nei prim i decenni del VI see. Tale pavim entazione ha subito certam ente ulterio ri rappezzi, uno di questi (fig. 2 ) può essere datato sia dai caratteri d ell’iscrizione fram m entaria, sia dai m otivi decorativi, all’ V ili secolo. Si tra tta del lacerto rinvenuto presso la base di colonna, sul lato E st dell’edificio. Come am biente deve avere avuto con ogni probabilità a p ar­ tire dal VI see. una vita autonom a rispetto alla Chiesa e poi sussidiaria. Da destinazione del secondo am biente a sepolture è pure accertata dallo scavo, che ha restituito due tombe, il cui bordo è a livello del pavim ento musivo. In seguito allo strappo del mosaico si sono ritro v ati num erosi fram m enti di si­ gillata chiara (del tipo A, C, D), dei quali diversi erano anche nel sottofondo della tom ba del lato Ovest, che m ancava della pavim entazione. L'excursus cronologico di questa classe ceram ica non supera la fine del IV see., è quindi Bip. 3. R av en n a. M osaico dal sacello di S. Severo SI. 3. R avena. M ozaik iz cerk v e sv. Severa un term ine ante quem , per la successiva pavim entazione musiva. Questo mo­ saico piuttosto ben conservato presenta m otivi decorativi, che ricordano quelli della volta di S. V itale. L’uso di paste vitree, il colorismo m ovim entato del­ l’insiem e ci suggeriscono una cronologia che non supera la fine del V secolo. Po­ trem m o postulare l’ipotesi che in questo secondo am biente, sito in adiacenza di u n a »domus episcopi« vi potessero essere sepolti vescovi anteriori o im m edia­ tam ente sucessivi all’episcopato di Severo; l’esame dei resti um ani compiuto dall’Istituto di A ntropologia dell’U niversità di Bologna, non ha fornito elem enti particolarm ente p ro b ativ i.3 Sappiamo che il corpo di S. Severo fu in seguito alla costruzione della Chiesa trasportato »in m edia ecclesia« e in seguito trafu ­ gato. E’ possibile che lo stesso sia avvenuto p er i m orti del secondo am biente e che i resti accertati dallo scavo siano più ta rd i e non pertinenti. Il prim o sacello è costituito da un’aula rettangolare absidata; m isura di lunghezza m. 6,60, dal centro dell’abside m. 8,40; di larghezza m. 5,95. I m uri in m attoni rom ani hanno uno spessore di m. 0,75. L’apertura verso Est era form ata probabilm ente da un arco sostenuto da due colonne; solo di una si è potuta rinvenire in posto la base sotto la quale era stata riutilizzata una lastra sepolcrale classiaria, databile tra la fine del II e il III sec. d. C. Si può supporre che sistem andosi questa costruzione, sia stata recuperata da una vicina necropoli pagana, forse verso la fine del IV see. e, a questo periodo potrebbe farsi risalire la prim a sistem azione del sacello. Questo tro v a confer­ m a nel rinvenim ento a ll’interno di una m oneta di Licinio. Il m uro di fondazione nel lato Sud in cui è praticato l’accesso alla Chiesa, ha la risega poco più bassa della soglia e non s’immorso nei m uri perim etrali, si deve quindi considerare la probabilità che sia stata sistem ata u n a chiusura del sacello, in un periodo successivo alla costruzione dell Chiesa, che sappiam o consacrata nel 592. N el lato Nord adicente al nartece della Chiesa furono operate due porte in breccia nel m uro della larghezza di circa un m etro. Dalla p arte opposta u n ’a p e rtu ra portava al secondo sacello. In questo punto si rin ­ venne il tra tto di m osaico con m otivo a p elte (fig. 3) che è chiaro indizio di un passaggio largam ente usato. D avanti al prim o sacello si è rinvenuto u n m uro con andam ento obliquo in direzione Est, di cui si è sondata la prosecuzione, sino a m. 1,50 oltre l’abside dell’edificio rom ano. In corispondenza del m uro perim etrale del sacello, di fronte ad un probabile accesso tra la Chiesa e l’area dei sacelli, che forse possiamo am bedue definire col term ine di »monasteria«, si è trovato sotto un m uretto assai tardo (forse rinascim entale), un fram m ento di pavim ento musivo databile all’V ili—IX secolo con l’iscrizione »DEI ET SANCTI SEVERI«, proba­ bilm ente m essa a ricordo ed indicazione del passagio tra la Chiesa e l’ex tom ba del santo. L ’abside in m attoni rom ani, intonacato all’esterno faceva probabil­ m ente p arte di quell’insiem e di fondazioni, di cui si sono trovate tracce sul cocciopesto e che erano già state indicate come appartenenti ad »una ecclesia domestica«. La ricostruzione presentata dal Mazzotti, può essere nelle linee generali accettata, si suggerisce tu ttav ia di m odificare i l’attacco dell’abside, che non poteva essere la conclusione di un lungo corridoio. 3 M. M artuzzi V eronesi, E sam e (Istitu to di antropologia d e ll’U niversità antropologico dei resti scheletrici rin ve- di B ologna, 1968) pp. 3 ss. n u ti nel sacello della basilica di S. Severo Sa n S evero-C lasse: lîo n a sterïv.m S t. R ophili V letih 1967, 1968, 1969 so p araleln o z razisk av am i cerkve sv. S ev era vzdolž n je n e ju žn e stene p o tek ala izk o p av an ja zgradbe, k i n aj bi po poročilu A n d reja A gnello p re d s ta v lja la p rv o tn i p ro sto r svetnikovega groba, in n aj b i se im enovala M o n a steriu m St. R ophili. Iz k o p a v a n ja so o d k rila d v a prostora. V p rv em z apsido in o rie n ta c ijo V—Z sta b ila d v a grobova in tako tu d i v drugem p rav o k o tn em p ro ­ sto ru , k i je ležal ob ju žn i s tra n i prvega. Izgleda, d a sta oba p ro sto ra b ila p rv o tn o d el velik e rim sk e zgradbe, k i je b ila d o k u m en tiran a pod cerkvijo sv. S ev era in ki je služila od konca 1. do ko n ca 4. st. V to stavbo, k i je m orda postala dom us episcopi, se je v k lju čila ecclesia dom estica, ki je z izk o p av a n ji izpričana. P rv i od o m en jen ih d v eh p rostorov (v obeh so n a šli ostanke m ozaičnih ta l iz različn ih obdobij) je b il ob sm rti sv. S evera — okoli sre d in e 4. st. — p o rab ljen za pokop d ru žin sk eg a tipa. V d ru g em p ro sto ru p a b i la h k o bili pokopani škofje p re d ali neposredno po sv. Severu. V e n d a r je m ožno, d a so b ila n jih o v a tru p la, kot vem o za tru p lo sv. Severa, p ren ešen a v cerkev, ko je b ila ta z g ra je n a (posvečena leta 592).