BČIKB BANCA Dl CREDITO Dl TRIESTE TRŽAŠKA KREDITNA BANKA FILIALA ČEDAD Ul. Carlo Alberto, 17 novi tednik Slovencev videmske pokrajine MOJA BANKA ČEDAD / CIVIDALE • Ul. Ristori 28 • Tel. (0432) 731190 • Fax 0432/730462 • Poštni predal / casella postale 92 • Poštnina plačana v gotovini / abbonamento postale gruppo 2/70% • Tednik / settimanale • Cena 1200 lir št. 43 (592) • Čedad, četrtek, 5. decembra 1991 bčIkb BANCA Dl CREDITO Dl TRIESTE TRŽAŠKA KREDITNA BANKA FILIALE Dl CIVIDALE Via Carlo Alberto, 17 MOJA BANKA ŠTUDIJSKI CENTER NEDIŽA PREDSTAVIL KNJIGO O VOJNI NA SLOVENSKEM Član Predsedstva gost Slovencev Predstavitev knjige "I giorni della Slovenia”, ki jo je na videmski Pokrajini pripravil Študijski center Nediža, je bila priložnost tudi za srečanje zastopstva videmskih Slovencev s članom Predsedstva Republike Slovenije Cirilom Zlobcem. Uglednemu gostu je predsednik SKGZ Viljem Černo orisal prizadevanja organizacije, da bi se posodobila in postala povezovalni element vseh Slovencev v tej pokrajini. Področni parlament naj bi bil izraz čimširšega izraza slovenskih predstavnikov, brez nikakršnih ideoloških ali drugih omejitev. Velika želja po kulturni in vsesplošni rasti, je bil mnenja Pavel Petricig, pa vse bolj pogosto trči v zid težav predvsem gmotne narave. Tako je tudi za dvojezični šolski center, ki je v nekaj letih presegel vsakršna pričakovanja in predstavlja danes stvarnost, ki jo ne gre spregledati ali podceniti. Ob tem se vse bolj kaže potreba po večnamenski dvorani, ki bi služila tako kulturnim, kakor tudi šolskim in družbenim dejavnostim Ciril Zlobec na srečanju na Pokrajini v Vidmu na Videmskem. O odnosih med Slovenci v zamejstvu je spregovoril Fabio Bonini, ki je izpostavil specifiko videmske narodnostne skupnosti. Sogovornikom je Ciril Zlobec obljubil, da bo o teh vprašanjih seznanil tudi predsednika Milana Kučana in k temu dodal, da v Sloveniji prepočasi sprejemajo spremembe, ki jih je zaznati v zamejstvu. Podpredsednik Pokrajine Cum pa je izrazil željo po večji konfrontaciji in informiranosti-med Slovenci in Italijani. Rudi Pavšič beri na strani 4 CON UN DOCUMENTO INVIATO AL PARLAMENTO Appello in Provincia per la nostra tutela Importante presa di posizione della Provincia riguardo la tutela della comunità slovena. Mercoledì scorso ha infatti votato (contrari Msi e Pii) questo documento. "Il Consiglio Provinciale preso atto che è necessario dare concrete risposte alle esigenze della minoranza slovena che vive in Italia; - constatato che i rapporti internazionali in questa parte dell'Europa sono finalmente improntati ai principi di democrazia e mutuo rispetto; - rilevato che in questo clima di rapporti internazionali la minoranza italiana che vive in Slovenia e Croazia ha il diritto di ottenere un trattamento omogeneo in qualsiasi parte del territorio essa si trovi, trattamento che deve essere qualitativamente di livello europeo; - ricordato che più volte in precedenza il consiglio provinciale si è pronunciato a favore di uno sviluppo della minoranza slovena che vive in Friuli; - tenuto altresì presente che numerosi enti locali direttamente interessati si sono più volte pronunciati affinchè vengano emanate ed applicate norme che permettano uno sviluppo socio-economico delle aree in cui vive la minoranza slovena; - rammentato che queste aree sono socialmente ed economicamente degradate; fa voti che il Parlamento approvi con sollecitudine una adeguata legge di tutela per la minoranza slovena in Italia; che tale legge preveda omogeneità di diritti e criteri ispiratori nel campo sodale-culturale ed economico per le comunità slovene nelle province di Trieste, Gorizia e Udine, nel rispetto delle volontà espresse dalle popolazioni interessate e recepite negli Statuti comunali. Che in via transitoria le provvidenze economiche attualmente previste per gli Sloveni della provincia di Trieste e Gorizia vengano estese anche alla provincia di Udine, in particolare con il riconoscimento ed un adeguato sostegno al Centro scolastico bilingue di San Pietro al Natisone". ES: ekonomski ukrepi in priznanje Slovenije Italija in Nemčija si bosta prizadevali, da do priznanja Slovenije in Hrvaške pride še pred božičem ali kvečjemu do novega leta. Če se Evropska skupnost o tem problemu ne bo zedinila, bosta obe državi priznali Slovenijo in Hrvaško tudi brez soglasja ostalih evropskih partnerjev. To je eden od glavnih sklepov, ki so jih predstavniki italijanske in nemške vlade sprejeli na vrhu v Bonnu. Andreotti je poudaril, da je Italija od vedno iskala rešitev spora v Jugoslaviji po miroljubni poti in s pogaja- nji, obenem pa je povedal, da Italija podpira sklep varnostnega sveta OZN, da pošlje modre čelade v Jugoslavijo. Ministrski svet Evropske skupnosti je medtem v Bruslju sprejel pozitivne kompenzacijske ukrepe. Z njimi skušajo izničiti negativne posledice, ki jih Bosna in Hercegovina, Makedonija, Hrvaška in Slovenija, torej tiste republike, ki sodelujejo v mirovnem procesu pod okriljem ES, čutijo zaradi uvedbe ekonomskih sankcij proti Jugoslaviji. VALMEC: LAVORATORI E SINDACATO Sl RITROVANO SENZA CONTROPARTE Scioperanti spiazzati I dipendenti della cooperativa Valmec non demordono. Continua infatti lo sciopero e l'assemblea permanente all'interno della fabbrica sita nella zona industriale di S. Pietro, iniziata il 21 novembre e motivata dal mancato pagamento delle ultime quattro mensilità e da una situazione societaria tutta da delineare. Ma un fatto nuovo ha cambiato le carte in tavola, spiazzando in primo luogo gli stessi operai. Il presidente del consiglio di amministrazione della cooperativa Valerio Simaz ha infatti convocato per giovedì 12 dicembre l'assemblea ordinaria dei soci. Ai primi punti dell'ordine del giorno figurano la revoca del consiglio di amministrazione, l'esclusione dei quattro nuovi soci motivata dal fatto che non si trovano in condizioni di prestare l'opera prevista dall'oggetto sociale, la riammissioni dei soci dimessi e l'ammissione di nuovi soci. Lunedì mattina serpeggiava malumore tra la ventina di dipendenti, riuniti nella mensa aziendale. Con loro c era Paolo Duriavig, il sindacalista della Fim-Cisl che sta seguendo passo per passo la situazione. Duriavig non andava troppo per il sottile: Per i dipendenti la convocazione dell'assem- blea, che sicuramente procederà all'esclusione dei nuovi soci, rappresenta una vera e propria mazzata: se prima avevamo di fronte una controparte, oggi questa non c’é più”. Erarinfatti sulla nuova dirigenza (che peraltro funge da prestanome di altri personaggi), rea di non rispettare le promesse formulate alcuni mesi fa riguardo prospettive di lavoro ed occupazionali, che si riversavano le critiche dei lavoratori e del sindacato. Oggi questi si ritrovano da una parte a non Michele Obit segue a pagina 2 Na Primorskem dnevniku stavka vseh novinarjev Novinarji Primorskega dnevnika stavkajo v znak protesta zoper upravo ZTT, ki je sindikalnemu odboru sporočila svojo odločitev, da začenja s postopkom za odpust 22 uslužbencev, od teh je 6 novinarjev Primorskega dnevnika (5 v Trstu, 1 v Gorici). V tiskovnem poročilu novinarji Primorskega dnevnika ugotavljajo, da takšno krčenje bo dodatno obubožalo vsebino časopisa in zato apelirajo na upravo ZTT in na samo SKGZ, naj povedo, kakšno perspektivo časopisa ponujata novinarjem in bralcem. Direkcija ZTT v svojem sporočilu pa ugotavlja, da takšna redukcija osebja predstavlja edino rešitev za nadaljne življenje Primorskega dnevnika. Quando la scuola sconfina In un convegno a Tar cento, le esperienze friulane, slovene e carinziane Cos'é il confine? A che cosa serve? si sono domandati gli alunni della scuola media di Nimis, e per saperlo senza dover ricorrere alle risposte stereotipe dei manuali hanno partecipato con le insegnanti di lettere e di educazione artistica ad un progetto didattico. Esso era basato sullo studio storico e geografico conclusosi con l'incontro con i loro coetanei dei centri di Villach in Carinzia e di Tolmin in Slovenia, con una recita poi registrata in videocassetta e con la redazione del libro "Piccola Europa ". Il tutto basato sull'esperienza concreta ed il confronto delle comunità confinanti. Per i ragazzi della scuola media di Tarvisio il confine é una realtà che fa parte della propria esperienza. Potrebbe essere un fatto ovvio e quotidiano, ma le insegnanti hanno problematizzato il fatto partendo direttamente dalla realtà linguistica della zona, dove é possibile constatare ogni giorno la presenza di tre lingue e di tre culture, con i relativi risvolti psicologici in seno alla classe. Le modificazioni etniche dall'inizio del secolo ad oggi hanno riguardato soprattutto i gruppi tedesco ed italiano, a scapito del primo, lasciando inalterata nella sostanza la consistenza del gruppo sloveno. L'esito constatabile é quello di un certo orgoglio per i ragazzi delle famiglie dove si parla il tedesco e di frustrazione e perfino vergogna per quelli di lingua slovena. Anche a Tarvisio ci sono state visite in Austria ed in Slovenia e si é toccata con mano la presenza di una regione interstatale dove vivono tradizioni simili. Così i canti, l'ambiente, l'architettura: nei quattro giorni d'incontro «■ constata la prof. Simona Bartoli - si sono infranti non pochi luoghi comuni, soprattutto grazie all'ospitalità offerta dalle famiglie. Il centro scolastico di Tolmin, per esempio, ha suscitato l'ammirazione per le dotazioni di cui é attrezzato. Molte sono state le relazioni svolte anche da parte carinziana e da parte slovena, sia di insegnanti che di dirigenti scolastici. Esse hanno dato l'idea di un grande lavoro che é solo agli inizi, a livello pionieristico e non sufficiente-mente sostenuto. La presenza del provveditore agli studi, Valerio Giurleo, più che un incoraggiamento, é una indicazione di lavoro. Così quella dell’assessore provinciale all'istruzione Giacomo Cum: da questi sconfinamenti della scuola nei paesi vicini si aspetta la rottura degli schemi sopravissuti a epoche ormai tramontate. Paolo Petricig segue a pagina 4 Prima lezione con Gombač 16. Benečanski kulturni dnevi Avrà luogo domani, venerdì 6 dicembre, la prima lezione dei XVI. Benečanski kulturni dnevi -Giornate culturali della Slavia italiana, un ciclo di tre conferenze organizzate dal Centro Studi Nediža di S. Pietro al Natisone. Il tema scelto quest'anno, che farà da filo conduttore alla manifestazione, é "L'idea nazionale slovena: movimenti politici, ruolo della lingua e della letteratura ". La prima lezione, che si terrà come le due seguenti alle ore 18 nella sala consiliare di S. Pietro, sarà tenuta da Boris Gombač, storico, direttore del Museo Nazionale di Lubiana, che parlerà di "Crescita e sviluppo del movimento nazionale presso gli Sloveni ". Seguirà, Venerdì 13, una conferenza della linguista e ordinario presso l'Università di Lubiana Breda Pogorelec che avrà come tema la lingua e l'identità slovena. comune di S. PIETRO RI HRUSOHt novi matajur Ad Azzida la prima tabella bilingue E’ stata collocata domenica scorsa la prima nuova tabella bilingue, in italiano e in dialetto sloveno, nel comune di S. Pietro al Natisone. Si trova ad Azzi-da/Ažla, all’imbocco della parte sud del paese. Volute daH’amministrazione co- munale, in particolare dalla maggioranza di Lista civica, per valorizzare la lingua e la cultura locale, le tabelle - quelle in italiano bianche, quelle in sloveno più piccole e gialle - dovrebbero essere ora collocate nel capoluogo e in ogni sua frazione. VALMEC: LAVORATORI E SINDACATI SI RITROVANO SENZA CONTROPARTE Scioperanti spiazzati dalla prima pagina sapere realmente quale sia il gruppo dirigente cui rivolgere le proprie richieste, dall'altra a non poter tornare al lavoro, vista la mancanza di fornitura di commesse. In questa situazione ingarbugliata, oltre che critica, Duriavig ha cercato di ritrovare, assieme ai lavoratori, il bandolo della matassa. E' stato deciso che lo sciopero ad oltranza rimanga in vigore, mentre é stata bloccata la portineria dello stabilimento dopo il tentativo di alcuni dirigenti di trasferire altrove dei macchinari. E’ stato richiesto quindi un incontro chiarificatore con Simaz, in attesa dell'assemblea del 12 dicembre. Da quest'ultima i dipendenti della Valmec non sembrano attendersi grandi novità. Duriavig ha infine proposto agli operai una raccolta di firme di mandati, nella prospettiva di un'azione legale che dovrebbe portare al sequestro cautelativo dei mac- I dipendenti della Valmec davanti allo stabilimento chinari o all'ingiunzione a pagare gli stipendi. In margine a questa vicenda da segnalare, fatto comunque rilevante, l’ordine del giorno di soste- gno e piena solidarietà agli operai della Valmec approvato all'unanimità venerdì scorso dal consiglio comunale di S. Pietro al Natisone. Michele Obit | V Tolmeču bo sedež večjezičnega centra Anpi ringrazia i due ide del monumento Durante una recente riunione della Segreteria provinciale del-l'Anpi é stata espressa unanime soddisfazione per i risultati della manifestazione tenutasi a Faedis in occasione dell’inaugurazione del monumento ai caduti cjvili e partigiani della Zona libera del Friuli orientale. E' stato posto l'accento sul particolare impegno cui si sono dedicati i progettisti, lo scomparso prof. Guido Tavagnac-co e l'arch. Fabio Tonerò di Bibio-ne ai quali l'Anpi rivolge un caloroso ringraziamento per la disponibilità dimostrata offrendo la loro preziosa opera senza alcun compenso. Analoghi riconoscimenti sono stati espressi a quanti hanno contribuito al buon esito dell'iniziativa. novi matajur Večmesečna polemika glede lokacije Mednarodnega večjezičnega centra, ki ga predvideva zakon za obmejna področja, se bliža epilogu. Akademski senat videmske univerze se je namreč izrekel v korist Tolmeča in s tem odvzel skoraj vse možnosti ostalim kandidatom: Špetru, Hu-minu, Codroipu in Trbižu. Za Tolmeč se je najprej opredelila strokovna komisija, ki ji je predsedoval prof. Gusmani. Ta je ocenila, da ima Tolmeč največ adutov, da lahko postane sedež Mednarodnega centra. Predvsem naj bi v tem kraju bili na razpolago primerni prostori, ki bi odgovarjali potrebam centra. Ob tem je sama Občina Tolmeč zagotovila določeno finančno kritje, ki je potrebno, da mednarodni organizem zaživi in postane operativen. Pozitivno mnenje, ki ga je izrekla strokovna komisija je osvojil tudi akademski senat. Nova Gorica, 2. decembra -Velike politične dileme pogosto odvračajo našo pozornost od drobnih vsakdanjih reči, ki pa v bistvu odločilno vplivajo na naše življenje, zlasti na tako imenovano kvaliteto bivanja. V Sloveniji tako še vedno na veliko premlevamo kdaj, kako in kdo nas bo v Evropi in po svetu prvi priznal, povsem na rob zavesti pa tlačimo spoznanje, da živimo v enem izmed najbolj onesnaženih okolij v Evropi. Število rek v katerih se lahko brez strahu kopate, je že manjše od števila držav, v katere lahko potujemo s slovenskim potnim listom. Zrak v večjih mestih je pogosto onesnažen preko vsake dopustne mere, zgolj emisija žveplovega dioksida iz šoštanj-skih termoelektrarn pa je enaka izpuhom S02 iz vseh avstrijskih dimnikov. Posledice kislega dežja so dobro vidne v gozdovih, kjer vse več dreves umira in ker so pobočja prepletena z vse manj korenin, se ob vsakem več-ju deževju vrstijo plazovi. Dokončna odločitev pa bo odvisna od mnenja, ki ga bo dal v naslednjih dneh upravni svet videmske univerze. V dobro obveščenih krogih pa so prepričani, da mnenje upravnega sveta ne bi smelo biti različno od akademskega senata in same strokovne komisije, zato je skoraj gotovo, da bo v Tolmeču sedež Mednarodnega večjezičnega središča. Remanzacco Biblioteca comunale 6 dicembre, ore 20.30 Incontro dibattito sul tema: Sloveni: cosi vicini, così lontani ■ Etnie, democrazia, pluralismo RELATORI: Riccardo Ruttar e Ferruccio Clavora, del circolo culturale "Studenci" Z razliko od drugih držav se Slovenija skorajda ne more izgovarjati na "druge". Zračni tokovi sicer prinesejo nekaj kislega dežja iz severnoitalijanskega industrijskega bazena in tudi Mura in Drava pritečeta k nam že dokaj onesnaženi, vse ostalo pa je naš "pridelek". Skorajda neverjetno se sliši, da večina krajev še vedno poskrbi za svoje odplake tako, da jih spelje do najbližjega vodotoka. Osebno že vrsto let spremljam mešane komisije za vodnogospodarska vprašanja in celo kot novinarju mi je narodno, ko italijanska stran stalno igra na iste karte očitka, glavna aduta pa sta ji potoček Koren, po katerem se pretakajo novogoriške odplake skozi Gorico v Sočo in kraška Reka, ki zasmraja Škocjanske jame in ogroža preskrbo Trsta s pitno vodo iz Timave (ki je v bistvu nadaljevanje Reke). V Sloveniji smo imeli tudi našo enačico Se-vesa: iz pokvarjenih transformatorjev, odvrženih kar v kraška brezna, se je iztekal strupeni Kakšna je slovenske Slovensko gospodarstvo je postavljeno pred pomembnimi in odločilnimi izzivi. Takšni zaključki so prišli na dan na posvetu o zdajšnjem položaju gospodarstva v Sloveniji, ki sta ga v goriškem Kulturnem domu pripravila Slovensko kulturno-gos-podarska zveza in Kmečka banka. Po pozdravnih besedah Perica in Lebana je Darko Bratina spregovoril o novih scenarijih v Evropi, kjer regionalizem dobiva vse pomembnejšo vlogo. Guverner Banke Slovenije Franc Arhar je predstavil obračun po 8. oktobru, ko je Slovenija začela uresničevati samostojni monetarni sistem. Ob tem je predstavil pogoje za sodelovanje tujega kapitala v slovenskem bančnem sistemu in izpostavil nekaj kočljivih vprašanj, povezanih s tujimi investicijami. Namestnica v ministrstvu za zunanje zadeva Vojka Ravbar je podčrtala predvsem udarec, ki ga je Slovenija deležna zaradi restriktivnih sankcij, ki jih je do ICB, zaradi katerega so mnogi oboleli in umrli, povzročal je genetske spremembe in podobne hude posledice. Značilno za Slovenijo v tej fazi ekološkega osveščanja pa je, da noče imeti niti naprav, s katerimi bi lahko začeli učinkovito odstranjevati nakopičene grehe preteklosti in škodljive ostanke sedanje proizvodnje. Pravo komedijo zmešnjav je sprožilo na primer odkritje, da so slovenska podjetja posebej zoprne odplake za drage denarje prepuščala v uničevanje bosan-kim smetarjem, ki pa za kaj takega sploh niso bili usposobljeni. Kot gesto dobre volje je nato slovenska vlada ukazala vrnitev sodov z raznoraznimi strupenimi kemikalijami nazaj v Slovenijo in jih nato kot mačka mlade spravljala na različne slepe tire železnice ter mrzlično iskala občino, ki bi bila pripravljena dovoliti gradnjo upepeljevalnika nevarnih odpadkov na njenem ozemlju. Seveda se take investicije vsi otepajo, zato pa nihče ne zaustavi proizvodnje v podjetjih, bodočnost ekonomije Jugoslavije vzela Evropska gospodarska skupnost. Ob tem je navedla program delovanja za podtopno odpravljanje prekomernih carinskih in drugih restrikcij glede uvoza. Predsednik videmske Trgovinske zbornice Gianni Bravo je v svojem posegu bil dokaj stvaren in se zavzel za takojšne sodelovanje med gospodarskimi partnerji iz Slovenije in F-JK. S tem v zvezi je predlagal tudi ustanovitev skupne slovensko-de-želne trgovinske zbornice in se zavzel za čimbolj stabilno slovensko vlado. Kako Evropa gleda na vprašanje Slovenije? O tem je spregovoril evropski parlamentarec Giorgio Rossetti, ki je priznal, da v Evropi niso še v celoti dojeli tega vprašanja. Potrebni so torej večji mednarodni posegi in tudi pomoč tistih držav, ki so se že od vsega začetka zavzele za samostojno Slovenijo. Rudi Pavšič kjer še naprej polnijo sode s strupenimi odplakami ali zlivajo le-te kar v reke. Odiseja sodov, ki so nam jih vrnili iz Bosne pa je sedaj že zapečateno: odpeljali jih bodo na Švedsko in jih sežgali v tamkajšnjih vpepeljeval-nikih. Prav poceni to ne bo, za politike pa vseeno ceneje, kot da bi si pred skorajšnjimi volitvami nakopali jezo volilcev. Toda v to kislo jabolko bo vendar potrebno enkrat ugrizniti. Ekologija v razvitem svet ni zgolj sanjarjenje o rožicah v skrbno pomotenih mestnih parkih je tudi industrija in to celo med najbolj donosnimi. Industrijski obrati brez čistilnih naprav so kot nedonošenčki in država, ki zna svoje ekološke zadrege odpravljati le na račun drugih, je prav takšna. Tega pogoja za priznanje nam sicer ne postavljajo članice EGS ali OZN: postaviti bi si ga morali sami. Kot pravico in kot dolžnost da živimo v zdravem okolju. In kot obveza, da za to poskrbimo sami.jonj Gomišček Odgovorni urednik: JOLE NAMOR Izdaja: Soc. Coop. Novi Matajur ar.l. Čedad / Cividale Fotostavek: ZTT Tiska: ED1GRAF Trst / Trieste Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 30.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za Slovenijo - Žiro račun 50101 - 601 - 85845 «ADIT» 61000 Ljubljana Vodnikova, 133 Tel. 554045 - 557185 Fax: 061/555343 letna naročnina 400. SLT posamezni izvod 10.— SLT OGLASI: 1 modulo 23 mm x 1 col Komercialni L. 25.000 + IVA 19% Ekologija ni zgolj sanjar janje o rožicah 1 " novi matajur | Mittelfest: ma quanto é costat Nel corso del consiglio regionale svoltosi la scorsa settimana, in seguito ad un'interrogazione del consigliere Giacomelli (Msi-Dn) il presidente della giunta Biasutti ha fornito le cifre di Mittelfest 1991, la manifestazione culturale che si é svolta questa estate a Ci-vidale sotto l’egida della Pentagonale (ora Esagonale) e che, secondo le intenzioni degli organizzato-ri, dovrebbe ripetersi nei prossimi anni, sempre a Cividale, con altre cinque edizioni. Il costo complessivo è stato di 3 miliardi e 300 milioni, rispetto ad una disponibilità di 2 miliardi e 900 milioni, mentre il contributo regionale ammontava a 1 miliardo e 828 milioni. Il disavanzo di 430 milioni, che la giunta ha deciso di coprire con la legge di bilancio per il 1992, é stato determinato - ha sostenuto Biasutti - dalla mancata acquisizione di quote di entrate non previste. A questo si devono aggiungere altri 270 milioni per costi d’Iva, che verranno recuperati nei prossimi anni. I quindicimila spettatori complessivi e l’alta qualità degli spettacoli hanno fatto del Mittelfest una manifestazione di grande successo e la giunta ritiene di mantenere l’iniziativa anche nei prossimi anni integrandola con altre realtà culturali ed artistiche della Regione. II consigliere Giacomelli non ha voluto entrare nei meriti artistici dell’iniziativa ed ha preso atto delle cifre. Gli orari dei musei cividalesi Cividale rimane punto di riferimento per visitatori vicini e lontani, durante il periodo invernale, anche senza la presenza di manifestazioni di richiamo internazionale. Rimangono, infatti, le attrattive di carattere storico, scientifico e culturale che ormai da anni la caratterizzano: in particolare i musei. Il Museo archeologico nazionale, in Piazza del Duomo, é aperto per le visite nei giorni feriali dalle 9 alle 13.30 ed in quelli festivi dalle 9 alle 12.30. L'ingresso é gratuito per gruppi scolastici, ragazzi fino a 18 anni ed adulti oltre i 60 anni. 11 Museo cristiano, annesso al Duomo, é aperto ogni giorno dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 19.30. L’ingresso é gratuito. 11 Tempietto longobardo, sito nel caratteristico Borgo Brossana, é a disposizione dei visitatori giornalmente dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 17.30. Riguardo l'ingresso, é prevista una riduzione del prezzo del biglietto per gruppi scolastici, studenti ed adulti oltre i 60 anni. Infine l’Ipogeo celtico, che si trova sotto una casa abitata, in Via monastero maggiore, é aperto nei giorni feriali dalle 9 alle 13 e dalle 15.30 alle 17.30, mentre rimane chiuso il lunedì pomeriggio e nei giorni festivi. Per l’ingresso, che é gratuito, ci si può rivolgere al bar "Al ponte" in via Paolino D'Aquileia. Sìmboli e fierezza I Croati del Molise protagonisti di una trasmissione televisiva Quando si parla di minoranze di popoli jugoslavi in Italia si pensa sempre e, direi, esclusivamente alla minoranza slovena della nostra regione, trascurando l’altra minoranza jugoslava presente, non da oggi, sul territorio della repubblica: penso alla minoranza croata che, da oltre 5 secoli, a seguito delle invasioni turche, vive in alcune zone del Molise a sudest di Roma. Questa comunità, un tempo abbastanza consistente -dalle 20 alle 30 mila persone nel secolo scorso - a causa della migrazione verso Roma, il nord, l’estero ed una politica non molto dissimile a quella che ben conosciamo nelle nostre terre, è ora ridotta a 5.000-6.000 persone abitanti in 3 paesi dell’entroterra molisano: Acquaviva Collecroce, in croato Živavoda Kruč, Montemitro (Mundimitar) e S. Felice (Štiflič), su di un territorio grande all’incir-ca come le nostre Valli. Questa comunità, che sembrava già condannata a puro ricordo storico ed episodio folcloristico, è stata vivace e intelligente protagonista, giorni fa, della trasmissione televisiva Unomattina con tre collegamenti con Acquaviva-Živa-voda, il maggiore dei tre centri della piccola Slavia appenninica. E’ difficile, certamente, da spettatore televisivo, dire quale sia la realtà vera nella quale questa comunità vive e opera; però, considerando che nella nostra civiltà l’immagine può addirittura creare una realtà, quanto si è visto sui teleschermi fa intravvedere perlomeno un nuovo approccio da par- te del potere verso tale problema ed un rapporto nuovo dei cittadini interessati - i Croati del Molise - con il loro passato ed il loro presente. Dato che ho visitato quelle terre una quindicina di anni fa, credo di poter parlare con cognizione di causa, iniziando dai simboli, primi rivelatori della presenza di una, due o anche più popolazioni sul territorio. Allora c erano soltanto timidi cartelli in legno all’ingresso dei comuni croati con scritte bilingui: Benvenuti - Dobrodošli e qualche scritta bilingue del tipo macelle-ria-mesniz, con la z. Oggi invece, le telecamere hanno presentato una ricca ed ampia segnaletica bilingue, mentre scritte bilingui appaiono sugli edifici pubblici, sui monumenti, ecc., la lingua croata è entrata nelle scuole, c’è un coro, un complesso fol-kloristico e c’è una cattedra universitaria di lingua serbocroata all’Università di Teramo, mentre 15 anni fa c erano studenti che dovevano sobbarcarsi un lungo viaggio fino all’Università di Padova per riappropriarsi della propria lingua nella sua completezza. Ma quanto mi ha colpito di più, oltre ai simboli, è la fierezza della propria identità ritrovata: gli intervistati, dal sindaco ai giovani, è emersa una grande fierezza di essere, oltre che cittadini di questa repubblica, eredi di una lingua e cultura diverse alle quali non si vuole assolutamente rinunciare. Perchè mai, viene da chiedersi, si dovrebbe rinunciare a qualcosa che rende più ricchi, più aperti alla cultura per avere in cambio che cosa? Il nulla, forse peggio del nulla, l’alienazione e la fuga dalla propria identità, da se stessi, come è successo per decenni nella nostra Benecia. Un parallelo con la nostra realtà s’impone: quante scritte bilingui abbiamo nelle Valli, in Val Resia, a Tarvisio, a Gorizia e Trieste, città, da secoli, anche slovene? Quanto si parla ancora di paleoslavo, di origini slave della nostra parlata, invece di chiamarla con il suo proprio nome, cioè dialetto del litorale/primorsko narečje, uno dei dialetti della lingua slovena? Ci auguriamo che, anche grazie alla legge di tutela delle lingue minoritarie che darà senz’altro nuovo impulso ai problemi relativi alla lingua e alle lingue in Italia, anche da noi le cose possano cambiare. All’appuntamento con l’Europa dobbiamo presentarci come cittadini, con una nostra individualità e non come individui senza una propria storia e una propria dignità. Qualcosa è cambiato, in questi anni, senza che noi ce ne accorgessimo, giorno per giorno: lo Stato nazionale, quindi Roma, è sempre meno condizionante, sempre più lontano, mentre l’Europa è sempre più condizionante, sempre più vicina. E l’Europa, per la sua stessa natura è multilingue, multiculturale e quindi portata naturalmente al rispetto di ogni lingua, di ogni cultura. Marino Vertovec Z željo po uporabni rezijanski slovnici 11., 12. in 13 decembra mednarodni strokovni posvet v Ravanci na pobudo Občine in v sodelovanju z drugimi ustanovami Prihodnji teden bo v Ravanci, v rezijanski dolini, zelo pomemben tridnevni mednarodni posvet na temo "Osnove za uporabno rezijansko slovnico". Sklicala ga je rezijanska občinska uprava, ki ga prireja v sodelovanju s Pokrajino Videm in s Gorsko skupnostjo Kanalske doline, predsedstvo Dežele F-JK je pa dala svoje pokroviteljstvo nad pobudo. "Naša želja je - nam je povedal župan Luigi Paletti - spodbuditi znanstvenike in strokovnjake, da se dogovorijo o enotni pisa- vi našega slovenskega dialekta". Podoben poskus je pred desetimi leti spodletel, sedaj so v Rezijo spet povabili strokovnjake z željo, da pride do konkretnih rezultatov. Če želimo ohraniti rezijanščino tudi pri mlajših generacijah, pravijo, ji moramo odpreti šolska vrata in se opirati na enotno pisavo in slovnico. Posvet bo v rezijanskem kulturnem domu 11., 12. in 13. decembra. Prvi dan bodo sprego- Ta rozajanska kulturska hiša na Varkoti (Ravanca) vorili sami Rezijani, župan paletti, uradnik Rotta, učiteljica Di Lenardo in župnik Ridolfi. 12. decembra pridejo na vrsto 3 univerzitetni profesorji Fac-hin Schiavi (Videm), Groen in Vermeer (Leyden) ter Gunter Spiess. V petek 13. decembra bodo prebrali svoje referate prof. Hamp (Univ. v Chicagu), Duličenko (Univ. Tartù), Sten-wijk (Univ. Leyden) in raziskovalec Pavle Merkù. Tajništvo posveta je na občini: tel 0433/53002; telefax 53392. 59 - LA PROIBIZIONE DELLA LINGUA SLOVENA NELLA VITA RELIGIOSA DELLA SLAVIA FRIULANA Una diffida inattesa al cappellano di Erbezzo Ci interessa per ora la precisa denunzia della rete spionistica stessa, come una trappola permanente, nelle Valli del Natisone. E’ un fenomeno che, nella sua specifica funzione corruttrice di ogni rapporto umano e cristiano, ha avuto inizio con il fascismo ed è continuato immutato fino ai giorni nostri, con gravi e sempre impunite violazioni dei diritti costituzionali propri di ogni cittadino e con l’offesa più subdola della carità cristiana nella comunità parrocchiale: i "migliori cristiani sono gli spioni! A chi fa capo questa indegna genia? Purtroppo al governo democratico italiano ed alla curia di Udine-Roma. C é una prova superiore all esperienza? Ebbene chi è stato nelle Valli del Natisone può confermare che lì siamo ancora in un regime di occupazione; la Costituzione nata dalla Resistenza è ancora in attesa delle leggi applicative. Ex carabinieri, ex militari dalla buona condotta "cattolica", "impiegati d’aziende locali" dice Nogara, ma molto meglio negozianti, artigiani, imprenditori di ogni genere, insegnanti sfornati dall'Istituto Magistrale di S. Pietro, chiunque abbia aspirazione ad una qualsiasi promozione economica e sociale, aggiungiamo i soliti preti ricattati per debolezze particolari, alcuni anche per una pietosa confusione tra politica e religione ecc., tutti costoro sono stati almeno avvicinati per una tale collaborazione. Altrove questo massiccio e clandestino dispiegamento di forze anticostituzionali si chiama mafia. Forse qualcosa sta cambiando, ma il male è già stato fatto e ciò che si potrà salvare sarà tanto poco appunto da non costituire più una minaccia all'integrità nazionale! E’ stata posta la domanda del perché nella Slavia vi siano così frequenti casi di collaborazionismo deteriore e fedifrago, anche fra il clero. La domanda vorrebbe sottintendere almeno il dubbio che ciò possa scaturire da un tratto di carattere, specifico del popolo sloveno. Ebbene qualsiasi popolo, posto in simili distrette ha i suoi delatori. Anzi, la presenza di questo triste fenomeno é il segno più evidente dell’oppressione cui è sottoposta la minoranza slovena da parte di una nazione che osa definirsi sua Patria. Poco importa che la grande politica non si interessi di quello che apparati specifici praticano sotto la più ampia copertura ed impunità. La delazione era comune sotto l’oppressione nazifascista! La risposta della Segreteria di Stato è un pilatesco rimando al mittente: "Restituisce il qui unito esposto non sembrando alla Segreteria di Stato poter entrare in questa materia"(l). Purtroppo chi risponde non è un modello da imitare e la risposta ha il senso di lasciar solo Nogara a cavarsi le castagne dal fuoco. Stillicidio Castagne bollenti sono, come al solito, Cramaro, Cuffolo ed altri. Uno che non si sarebbe mai aspettato d'incappare in una qualsiasi censura, anzi si aspettava un encomio solenne, è don Egidio Slob-be, capp. di Erbezzo. Viene tradotto in Questura dai Carabinieri. Spedisce in seguito una serie di appunti sdegnati da consegnare al Prefetto tramite l’Arcivescovo. "Ci tengo al mio onore di sacerdote italiano”. Un suo zio paterno predicò in lingua italiana prima ancora del 1866. Ha un fratello insegnante a Udine, nelle scuole di via Dante, che non conosce lo sloveno. Personalmente fu educato dai suoi familiari a non far uso dello sloveno in famiglia "e mi attengo anche presente-• mente, dopo dieci anni di permanenza nella Slavia Italiana, scrupolosamente”. Compita bene in lingua italiana, ebbe sempre votazioni positive e per questo fu consigliato di frequentare l’università. In politica ha sempre tenuto un comportamento equilibrato. Non conosce lo sloveno e per questo non andò a Codromaz nel 1919. A Subit tenne lezioni di lingua italiana. A Montemaggiore ha insegnato nelle elementari, "lavorando con vera passione a preparare un domani di italianità nelle anime giovanili ”. Non partecipò alla mozione del clero slavo contro mons. Rossi nel 1920, né al dono dell'anello. Non acquistò dottrine slovene, ”e mentre di mia iniziativa stavo pensando di adottare la dottrina italiana", venne l’ordine da Roma. "Firmai febbrilmente entusiasticamente". Il popolo purtroppo non é preparato ad un simile passaggio per mancanza di scuole. A Stermizza, frazione di Montemaggiore, da 5 anni la scuola è chiusa. Ad Erbezzo usa solo la lingua italiana. Rifiuta perciò l’accusa "d’aver mancato alla firma... Protestai allora ed oggi rinnovo la protesta ferma e solenne contro simile affermazione, contestando a chiunque il diritto di mentire". Si dice disgustato per la diffida (2). Faustino Nazzi Note: 1 - ACAU, Lingua Slava, Lettera di mons. Pizzardo a Nogara, del 23-2-1935. 2 - ASU, Sez. Pref., Busta 22, Fase. 79, Attività Clero Slavia, lettera del 28-5-1935. novi mata jur ŠPETRSK1 ČETRTOŠOLCI SO V LIGNANU OBISKALI DUBROVNIŠKE VRSTNIKE Solidarnostna gesta Vojne operacije na Hrvaškem postajajo iz dneva v dan bolj nečloveške in grozljivi dogodki, ki nam jih posredujejo televizijski posnetki, nas vse bolj prepričujejo, da je med sprtnimi stranmi zavladala prava krvoločna in bratomorna ihta. V teh nehumanih ubojih, na žalost, odigravajo prav otroci središčno vlogo. Za vsakega človeka, v katerem še prevladuje razum nad živalsko obsedenostjo, so posnetki o množičnih ubojih nedolžnih malčkov nesprejemljivi in težko si je zamisliti, da obstaja še kaj hujšega. S takšnimi občutki smo prihajali v Lignano, kjer je umeščenih nad 150 dubrovniških beguncev, zvečina mladih sirot, ki so v tem kraju, v koloniji ODA, našli varno zatočišče pred bombami in vojaškimi napadi. Že od njihovega prihoda so bili otroci, med katerimi je tudi 4 dojenčkov (3 so sirote), in njihovi spremljevalci deležni pozornosti in solidarnosti številnih posameznikov in skupin. Mednje sodijo tudi učenci četrtega razreda dvojezične osnovne šole iz Špetra, ki so ob spremstvu učiteljic in ravnateljice v ponedeljek obiskali dubrovniške vrstnike. S seboj so prinesli veliko zvezkov, risank, raznih šolskih o KSSTH" Špetrskt četrtošoltkl med raztovorjenjem kombija pripomočkov in nekaj oblek. Lepo je bilo videti, kako so naši beneški otroci nosili iz kombija male zabojčke in jih grmadili v uradu kolonije. Še bolj ganljivo pa je bilo, ko je skupina špetr-skih malčkov izročila upravnici šopek pisem, ki so jih špetrski otroci napisali svojim manj srečnim vrstnikom. Naša novinarska radovenost nas je silila, da smo prebrali nekaj teh pisem in verjemite nam, da je bilo težko zadržati ganjenost ob besedah, ki prihajajo iz srca. Dubrovniške sirote bodo ta pisma prebrali v naslednjih dneh, verjetno jih bodo dobili pod božičnim drevescem, ki ga pripravljajo v Lignanu. Prepričani smo, da jim bodo tudi te besede v delno uteho pred kruto usodo, ki jih je doletela. Prvič se je nanje znašla, ko jim je odvzela to, kar je najdražjega, družino. Drugič pa se je z njimi cinično poigrala in jim zrušila dom, kjer so bivali skupaj in si pomagali eden drugemu. R. Pavšič “Dnevi Slovenije” v središču pozornosti Knjiga "Dnevi Slovenije" ki je po zaslugi pisatelja in založnika Piera Del Giudice izšla pri založbi "e" je bila prejšnji teden priložnost za zanimivo debato na sedežu Pokrajine v palači Belgrado v Vidmu. Predstavitev knjige je priredil špetrski študijski center Ne-diža in na njej so sodelovali prof. Petricig, ki je uvodoma pozdravil Afds - Drenchia e Grimacco venerdì 6, ore 20.30 - Clodig incontro sul tema: TUMORI FEMMINILI: PREVENZIONE E CURA relatore: Pietro Marsiglio, aiuto primario divisione oncologica ospedale di Udine v slovenščini, odbornik Cum, pisatelj Del Giudice in član predsedstva republike Slovenije Ciril Zlobec. Knjiga je brez dvoma na strani Slovenije, slovenskega naroda, je med drugim dejal Del Giudice, vendar nosi v sebi vrsto dvomov. Slovenija nas je razočarala, ker se je sama odpovedala vodilni vlogi pri razreševanju "jugokrize". Deželni svetovalec zelenih Federico Rossi je nato vprašal Zlobca v kakšno Evropo želi vstopiti Slovenija, saj v sedanji prevladujejo zgolj ekonomski interesi .Ne gojimo iluzij niti do Evrope ne, je v odgovoru dejal Zlobec, vendar zagovarjamo našo pravico do samoodločbe, do lastne države. Kar se pa položaja v Jugoslaviji tiče je ocenil, da je poseg OZN nujen. La scuola e i confini segue dalla prima Il direttore didattico Sandro Coos tuttavia ammonisce sulle difficoltà burocratiche che mortificano l'operatività degli operatori scolastici. A conclusione va segnalata l'esperienza degli "sconfinamenti" (é il titolo del convegno di Tar-cento organizzato dal Centro Servizi e Spettacoli di Udine) letta da Živa Gruden: il Centro bilingue di S. Pietro al Natisone ha fatto di questi sconfinamenti un organico progetto didattico ed educativo, sia per gli alunni che per gli insegnanti, un luogo dove la cultura locale ed i popoli confinanti costituiscono l’area di interesse della nostra educazione. Paolo Petricig Le sorgenti curative in Val Resia Una grande ricchezza consolidata dalla tradizione e sperimentazione popolare Sin dall’antico tempo si sa che l’acqua é fonte di vita e che nulla vive senza di essa. Ogni essere vivente sulla terra istintivamente si pone alla sua ricerca quando ne ha bisogno. La Val Resia possiede una gran ricchezza, vi sono zone ■ in cui sgorgano sorgenti che secondo tradizione e sperimentazione popolare hanno proprietà curative. La gente del luogo, seguendo l’insegnamento antico, la usano, la indicano o consigliano a chi ne ha bisogno. Queste acque sono ricche di sali minerali e sostanze medicamentose che diluite nel terreno ad esse si associano a seconda delle zone in cui si trovano. Esse vengono attinte per problemi renali, malattie dell'apparato digerente, malattie debilitanti e per gli occhi, oppure come depurative per l’organismo. Le principali sorgenti si trovano nelle frazioni di S. Giorgio, Lipo-vac, Martignilas, Zamlin, Stolvizza e zone di Gniva. In questi ultimi anni molti turisti, botanici e professori naturisti sono venuti sia dal Friuli, da Trieste ed oltre confine a prendere queste acque per curarsi o per curare persone che ne avenano bisogno. Chissà se in un prossimo futuro questa naturale ricchezza che ci offre la terra resiana servirà per un buon incentivo per la nostra valle ?! Magari approfondendone lo studio e le caratteristiche di queste acque per un buon uso. Ci auguriamo che questo insegnamento della nostra gente antica non rimanga come pura tradizione popolare emarginata, ma che si realizzi in un uso concreto dato il grande interesse da parte di persone competenti e dati confermati. Silvana Paletti Zveza Slovencev: è una nuova La comunità slovena della provincia di Udine ha avviato ormai da più mesi un ampio dibattito, una riflessione sulle forme più adeguate ed efficaci di organizzazione. Il ripensamento oggi si impone per il livello di maturità politica e nazionale raggiunto, per la qualità e lo spessore delle iniziative culturali, scolastiche ed economiche messe in atto, per far fronte ai cambiamenti della società, così in Italia come in Slovenia, che ovviamente si riflettono anche sulla vita e sulle scelte della nostra comunità. Il dibattito è stato avviato sulla base di una proposta concreta elaborata dal comitato provinciale della SKGZ , sulla base dunque di una bozza che è molto articolata, anche se aperta a suggerimenti e miglioramenti, e che è stata recapitata a tutte le associazioni, circoli e singoli operatori. I mattoni per costruire dunque ci sono, così come la disponibilità delle realtà organizzate sinora consultate. La discussione comunque rimane, e credo rimarrà sempre, aperta. Ricette preco-stuite infatti non ce ne sono, si tratta di costruire qualcosa di nuovo, di inedito, e l’apporto costruttivo ed onesto di ogni singolo sloveno o organizzazione é prezioso. Il fine che ci prefiggiamo è di riannodare tutti i fili della complessa ed articolata realtà slovena della nostra provincia all’interno di una nuova organizzazione: la Zveza Slovencev videmske pokrajine. Un nuovo collegamento ed una nuova sintesi della nostra comunità, che comunque non intende so- stituirsi a circoli, associazioni e gruppi già esistenti. Questi continueranno ad operare autonomamente in base ai propri programmi e statuti. Semmai compito della Zveza Slovencev sarà quello di creare le condizioni e favorire la nascita di altre associazioni slovene ancora, o in quelle zone dove non ce ne sono, oppure in quei campi di interesse, per fare un esempio l'attività culturale e di animazione con gli adolescenti, dove non ci siamo ancora organizzati. La Zveza Slovencev, com’è noto ormai alla maggioranza nella nostra comunità, ha un proprio statuto in cui sono fissati obiettivi, struttura organizzativa, organismi dirigenti. Una volta costituita, una delle novità più grosse sta nell'allargamento della partecipazione e nell’adeguamento della procedura elettorale. Per la prima volta infatti viene offerta ad ogni sloveno che lo desideri e si riconosca nello statuto la possibilità di partecipare alle elezioni del consiglio provinciale. Questo poi voterà il consiglio direttivo. Tutti gli sloveni hanno il diritto di voto, inseriti naturalmente nel proprio circolo o associazione, se non lo sono possono chiedere l’iscrizione alle liste degli elettori. Allo stesso modo possono concorrere alla formazione delle liste elettorali, (jn) Chi desidera ulteriori informazioni, o ricevere lo statuto, si rivolga alla sede delle associazioni slovene di Cividale, in via IX Agosto, 8. Tel 731386. Za Zvezo Slovencev nadaljevanje pogovorov Skupno razmišljanje o reformi slovenske organiziranosti v videmski pokrajini se v teh dneh nadaljuje. Še bolj se bo pospešilo v prihodnjih dneh, saj so doslej že skoraj vsa društva oziroma organizacije ali že priredile ali vsaj sklicale skupščino, posvečeno prav razpravi o Zvezi Slovencev videmske pokrajine, ki jo želimo ustanoviti. Do srede 18. decembra naj bi se zaključil po sveh naših dolinah in vaseh krog posvetovanj in srečanj v okviru posameznih društev. Kdor nima še statuta ga lahko zaprosi na sedež pokrajinskega odbora SKGZ v Čedadu, kjer vsak zaveden Slovenec iz naše pokrajine lahko dobi vse druge informacije. Le na našem sedežu v Čedadu se lahko vpišejo v sezname volilcev tisti Slovenci iz Čedada in okoliških krajev ali celo iz Nadiških dolin, ki niso še včlanjeni v nobeno slovensko društvo. Vpisovanje je že v teku in bo možno le do 20. decembra, zato pohitite. Cilj je torej razširiti možnosti sodelovanja in participacije in v končni instanci okrepiti našo organizirano prisotnost na teritorju in našo medsebojno povezanost, kar hkrati pomeni doseči tudi večjo politično težo v odnosu z vsemi institucionalnimi in drugimi sogovorniki. Kako doseči ta cilj? S tem, da vsi Slovenci videmske pokrajine pristopijo k Zvezi Slovecev, imajo pravico voliti, kandidirati (in število list je neomejeno) in seveda biti izvoljeni. Kdor želi podrobnejše informacije se lahko obrne na sedež slovenskih organizacij v Čedadu, v Ul. IX Agosto,8. (Tel. 731386) lunsofflc ■ WA@SQ CAPODANNO A ROGAŠKA SLATINA NOVO LETO V ROGAŠKI SLATINI NATISONE VIAGGI CIVIDALE - ČEDAD Viale Libertà 50 - Tel. (0432) 731717 8 dni/7 noči) Lit. 600.000 Lit. 500.000 28/12/91 - 4/1/92 (8 giorni/7 notti Hotel DON AT (la cat. sup.) Hotel SAVA (la categoria) 29/12/91 - 1/1/92 (4 giomi/3 notti - 4 dni/3 noči) Hotel DON AT (la cat. sup.) Lit. 330.000 Hotel SAVA (la categoria) Lit. 310.000 La quota comprende: viaggio in pullman GT pedaggi compresi □ visita del Museo d’Arte Grafica □ il soggiorno nell’hotel prescelto in camere a due letti, trattamento di pensione completa □ concerto di gala di Capodanno con l’orchestra sinfonica di Celje □ cenone e festa di Capodanno. V ceni je všteto: potovanje z avtobusom in cestnine □ ogled muzeja Grafične umetnosti □ bivanje v izbranem hotelu v dvoposteljni sobi, s polnim penzijonom □ novoletni gala koncert s simfoničnim orkestrom iz Celja □ novoletna večerja in zabava. X— h □II £Bffiera do rilfrasiikUi Una nuova armonìa A Lusevera é stato inaugurato l’organo restaurato di Nocchini Nedijo 10. novemberja semò speka poslušali organo na novo storjen po tresu — "djelo od P. Nacchinl, od ljeta 1743 tou novi barški cjerkvi. Pouno judi to se zbralo te dan. U piskou Franz Compio!, ke u uči organo tou Mozarteum od Salizburga anu u je znan po delen svetu za njea velikost. U nam stuorou poslušati za rjes dan ljep program. U bi dan tek težak, a judje so rado poslušali. Katere u djau, ke ta muzika, takej ljepa, na ba tej perja, tej naše njive, tej naše ore tou jesen. Proi. Černo Viljem u pozdrav tou imanu naših judi kole: 'La nostra Comunità è orgogliosa di salutare le autorità presenti all'inaugurazione del restauro dell'organo di Pietro Nacchini del 1743, e di onorare tutti i convenuti e gli abitanti della Valle del Torre per aver deciso di festeggiare con noi. Un grazie particolare a nome dell'intera comunità a Gustavo e Francesco Zanin che hanno rifatto e consolidato l’organo. Questa inaugurazione è un'occasione per ripercorrere la nostra storia dal lontano vicariato degli Sloveni, sanzionato ITI settembre 1607 dal Patriarca Francesco Barbaro, agli oratori, ai sacelli, all’istituzione della cappellania di Lusevera il 28 aprile del 1738 coe- va all'organo, al terremoto, al futuro che ci aspetta. Eravamo un punto di frontiera nel passato e lo siamo tutt'oggi, siamo una comunità con una propria identità che può essere una risorsa, se inserita nell’alveo comunicativo e un plus culturale tra il Friuli e la Slovenia. Anche la posizione geografica, all’apparenza marginale, può divenire legame tra le terre contermini. E’ poi merito di Don Renzo Cal-ligaro, se la nostra comunità offre una base a nuove esperienze, se rilegge i segni nascosti o ignorati della nostra presenza in questi luoghi, se mette in luce la nostra espressione culturale che ancora esiste. Nella giornata del ringraziamento e di San Martino -—la nostra voce, la nostra specificità — identità ci appare preziosa, naturale, storica come le tante voci che usciranno dalle canne dell'organo fondendosi in concerto, pur mantenendo la varietà, la molteplicità dei suoni. E’ questa la nostra felicità di sorridere, di parlare, di cantare, di inventare, senza paura di aver un cuore. Così anche noi lentamente ci scopriamo e disoccultiamo il significato della nostra personalità storica e il patrimonio di lingua e tradizini per arricchire la cultura del Friuli, "compendio dell’universo ". Riteniamo che il pluralismo "di radici" può divenire un progetto valorizzante il bene proprio e quello del vicino, significa ritrovare il sentimento della propria vita e di quella degli altri. Anche la nostra voce, la nostra felicità viene dal passato, dalla storia, come queste voci dell’organo antico che pur dialoga al presente. E’ la cultura dei padri, è la peculiarità ripristinata, è la vita' che non va persa nè tolta, ma impreziosita o aggiunta a vantaggio di tutti. Anche l'odierna feconda esperienza esprime la nostra volontà e voce che vuole vivere. L’organo, preziosità d’arte musicale, è come la cultura materna del Torre, una ricchezza civile ed un progetto rivolto al futuro che si propone di intrecciare, armonizzare e ricercare espressioni, armonie, voci, suoni di vita e di originalità. Buoh Ioni Franzu Comploiu Gustavu anu Francescu Zaninu, arch. Gianni Avonu, vsien autoritadan, anu van, naši judje, ke daržite živu besjedu naših mater anu te starih, ke branete naše kraje, zemljo, ke na se ne zapusti, ke na ne zbljedi, ke na ne zaumri, a na zaživi tou vilazim!" Motiv iz Barda, ki ga /e naš fotoaparat ujel pred strašnim in uničujočim potresom iz leta 1976 L’organo dalla storia ai lavori di restauro Imamo spet orgle Verska skupnost v Bardu je v zadnjih tednih polno zaživela po velikih duhovnih in materialnih bolečinah, ki jih ji je pred petnajstimi leti povzročil potres. Komaj pred mesecem dni je namreč skupnost iz Barda in okoliških vasi spet lahko poslušala melodijo dragocenih orgel iz 1743. leta. Hudo poškodovane od potresa so jih samo letos lahko obnovili. In samo letos poleti so v Bardu dobili, kot je znano, novo cerkev. Razumljivo je torej, da se je zelo veliko ljudi in predstavnikov oblasti udeležilo koncerta ob vrnitvi obnovljenih orgel, ki tako kot cerkev simbolizirajo voljo tiste skupnosti živeti na svoji zemlji, v spoštovanju svojih tradicij in svojih korenin. Koncert posvečen Mozartu je bil v nabito polni cerkvi v nedeljo 10. novembra, ko je bil gost v Bardu znan pianist in profesor v Salzburgu, Franc Comploi. I DANNI MAGGIORI DELLE RECENTI ALLUVIONI SI SONO AVUTI A DEBELLIS Prima degli eventi sismici del 1976, l'organo posto oggi nella nuova chiesa di Lusevera, ottan-taquattresima opera uscita dal laboratorio veneziano di Pietro Nacchini, si trovava installato in una cantoria, sopra la porta d'ingresso della vecchia chiesa. Proveniva dal Duomo di Cormons e fu inaugurato con un concerto tenuto dal maestro pre' Genio Zanin per i festeggiamenti di S. Martino del 1933. Lo strumento era stato costruito nel 1743. La scritta "Fara", apparsa durante il restauro sulla tavola della meccanica dei registri, indica come probabile destinazione originaria dell'organo la cittadina di Forra d'Isonzo. I lavori di restauro sono stati eseguiti presso il laboratorio del-l'organaro Gustavo Zanin di Co-droipo. Sono consistiti, innanzi tutto, in un accurato esame dello strumento per accertare gli interventi subiti nei secoli e le condizioni fisiche e strutturali. Dopo il ripristino, il consolidamento e l'eventuale reintegrazione dei materiali e dei congegno meccanici, si é passati all'identificazio- ne storica e al riordino delle canne. L'organo é stato collocato, al termine del restauro, in un apposito vano ricavato nel presbiterio della nuova chiesa e racchiuso frontalmente da pannellature e grate lignee armonizzate con le linee architettoniche dell'edificio. Una diga pericolosa Le abbondanti piogge degli ultimi tempi stanno creando non pochi problemi a taluni insediamenti abitativi ed alla viabilità del comune di Taipana. In realtà tutto è cominciato col nubifragio di fine settembre che ha provocato i maggiori danni da che ci si ricordi. Sono franati dei tratti di strada che portano a Taipana, a Montemaggiore, Cornappo e Monteaperta, oltre ad un paio di frane lungo il Cornappo. I danni maggiori però si sono avuti a Debellis, dove si è temuto per la sorte del paese. Qui, infatti, è successo che il Cornappo ed i suoi affluenti si sono talmente ingrossati trasportando ghiaia fino a riempire la diga di proprietà delle Officine Bertoli che così ha provocato l’innalzamento del letto del Cornappo ed il conseguente straripamento dello stesso sulla strada e sui campi circostanti, investendo, dopo aver spazzato il debole argine, anche alcune case di Debellis. E da allora, ad ogni acquazzone, la storia si ripete con grande apprensione per gli abitanti di Debellis, ma anche di Cornappo e Monteaperta che spesso si ritrovano all’altezza della diga, bloccati dall’acqua sulla strada e devono rientrare a casa passando per Lusevera. Nei giorni dell’emergenza era stata ventilata l’ipotesi, da parte delle autorità, di abbattimento della diga, ma, evidentemente, certe ragioni (possiamo immaginare quali!) hanno prevalso rispetto a quelle della sicurezza della popolazione. E così, di colpo, a causa di questa diga, sarà necessario spendere centinaia di milioni fra sgombero materiale, ripristino sede stradale ed argini, senza contare i danni subiti dai privati come ad esempio Gino Cormons che si è ritrovato circa un metro d’acqua in casa. Con questo non intendo dire che senza diga non ci sarebbero stati danni in quei giorni, ma in- tendo affermare (e non sono certamente il solo) che molti di essi sono stati procurati "gratuitamente" dalla diga di proprietà delle Officine Bertoli di Udine. Comunque, durante questo periodo anche la squadra della Protezione Civile del nostro comune ha avuto modo di rendersi utile per quanto possibile, con sopralluoghi ed apposizione di segnalazioni nei tratti di strada danneggiati e con diversi interventi nella zona di Debellis, dallo sgombero e pulizia della strada principale alla rimozione di materiale ed abbattimento di piante pericolanti sul letto del torrente Cornappo in prossimità dell’abitato di Debellis. Così sono stati inaugurati nel migliore dei modi i mezzi e l’equipaggiamento assegnato di recente alla squadra, fra i quali spicca sicuramente il nuovo furgone fuoristrada il cui bisogno si era già manifestato in precedenti occasioni. Sandro Pascolo Volontari della Protezione civile a Debellis Alcuni del danni provocati dalle alluvioni ‘LUSEVERA NELL’ALTA VAL TORRE”, UN LIBRO VOLUTO DAL COMUNE Si volta pagina Bardo - Lusevera con la catena del monti “Musi" alle spalle E' uscito in queste settimane il libro "Lusevera nell’Alta Val Torre", un'opera molto curata nella veste tipografica, corredata di fotografie stupende, ma soprattutto ricca nel contenuto. Un'opera di ricerca scientifica e un passo avanti nella ricostruzione della storia della nostra valle. Meritano tanti complimenti sia i committenti (il comune di Lusevera) sia gli studiosi che hanno condotto le ricerche sui vari argomenti con competenza e con quella libertà che la scienza esige. Gli argomenti trattati vanno dall'aspetto geografico alla cultura, dalla lingua all'economia di quell'interessantissimo territorio che coincide col comune di Lusevera. Coloro che hanno affrontato i vari temi in discussione, hano raccolto i non molti studi precedenti e i documenti disponibili e li hanno elaborati proponendo una visione aperta e a volte problematica. E' questo — a mio parere — l'aspetto più positivo. E’ caduto il tabù che impediva di definire "sloveno" il linguaggio, i nomi di paesi e località, la cultura e la gente che da tanti secoli vive nella valle. E’ caduto il malvezzo di eliminare il problema della "minoranza" slovena dicendo che non esiste e lanciando contumelie e improperi contro chi non era disposto a fingere di non vederlo. E questa mi sembra una scelta non solo di scienza e di ragione, ma anche di carattere morale. Essa comporta come conseguenza immediata un modo di leggere i documenti e di interpretare i fatti che implica onestà intellettuale, rispetto e libertà. Libertà anche dall’autorità di chi ha creduto in passato di poter e dover imporre agli studiosi una visione "politica" dei problemi. Ma, come ebbe a dire B. Russel, "la verità è al di sopra della autorità umana". Tale libertà implica fra l'altro che non sempre si è in grado di dare una risposta definitiva al problema che si sta affrontando. E' dunque un libro "aperto" nel senso che è una tappa fondamentale di un progresso faticoso e di una liberazione da paure che paralizzavano il cervello e la volontà, un punto di arrivo molto importante. E anche un punto di partenza per modi nuovi e veri di esistere e costruire il futuro. Io spero e confido che questo bel libro aiuterà un pò tutti a prendere atto e rispettare fatti e persone. Spero che nel tarcentino le autorità ecclesiastiche e civili la smettano di passare davanti agli sloveni dell'Alta Val Torre facendo finta di non accorgersene. Perchè sono loro, la gente — anche se "òrjeni" sono loro il punto di arrivo della storia e la premessa di un futuro migliore. Sono loro la comunità, ed è lì che vive e si esprime la lingua e la cultura. Ed è nella sua lingua e cultura che la comunità ha depositato i prodotti del suo spirito, della sua storia, delle sue fatiche e delle sue speranze. Renzo Calligaro Tri male pravice za se posmeate KUO SE MIEU STORTI? V bi Svete Sent'Antone. Ma marna na me zbudila sederoc: "To zej zvonilo dvarkat. Von velieze, poj majše, ke nas na je segra ”. Se skočnou uns kove, se us-tanou, se stuorou brado, se se ljepo obou, se luožou še kravato anu se šou majše. Tou cjerkvi te babe so takale bleat anu so jo terale te-kej douo. Te boe Žuan blizu mene u kimou anu ta predičja tekej doua... Far u vorou, ke semo "gente di poca fede" anu u nas kleu... a to bo tekej mraz! Poten, ke ne fenešala predičja, speka te babe so nekej zabreale, to nieso tjele več jo finišate. Ja se mieu roke anu noe ledene. To me se zdielo, ke še Svete Sent'Antone u se tresè za mrazan. Po ne ure, Buoh Lone Bou, semò veljezli. Se šou ravan pit kej orčaa, tou kooperativo. Gusta na me ustavila: na me urpošila: "Si spieu kej še zame?". "Merke, Gusta - se djau - to bo ejtekej mraz, ke ja niese viedou čje man piete ali tres-te zobe". U ČJE BETE’ SPEKA REVERENDUM... Kle dan dan to popinginalo. Se šla operiat anu u bi Rafael. Se djala, kuo to je speka; te se usake dan orè po prau. "Se te parnesou kle kartele za u nedijo" u djau. A, ja, ja se čula ta na televi-zione. Semo popile dva peljn-kovca ukop anu zat u šou. Zvečar na paršla od djela lačena tej simpri tan pas, ta boa hči, na uledala te kartele, na je uzela tou rokah, na je pomerkala krivo anu na upro-sila: "Kuo to je tuole?". A, se djala u nedijo u čje speka betè reverendum. ORJENI TOU METROPOLI Smo paršli tou Milan oku osan zvecar. Smo parkegjali anu smo šli pit dan kozarac čarnega. Desat minude. Kar smo se varnili, smo ob-rietli našo auto prazno. So be nas okradli. "Ajeja, mamica, se djau: me nove oblačila, ke nijeso obou nančje dan bot. So me šle souze: souse so me nesli!" "Ma srakeca nova, u zase-der Guglielmin. Ta nova muda! Muoj soprabit, se sou še ta papežu z njen! Anu te nove libren, ke se kupou, se tuole so me ukradli!" Paulen u kuj stau, u nje mieu besjed. Bljed, u merkou tou prazno. Tiho smo a mer-kale; smo čakali, ke u reče kej. On u nje oper ust; u kuj merkou tou prazno. 'Paule, so te nešli soute?" "Ne pouno več!" u pomungulou. "So te nesli oblačila?" "Ne pouno več" "So te nesli librine ali tuo, ke se pisou?" "Ne, ne pouno več!" Žalostne smo bi anu prestrašeni. Smo se merkale te taa. Poten po tiho, smo speka a uprosili: "A kuo so te nesli?” Užjehoč, Paulen u nam pov-jedou: "So mi ukradli to kisalo rjepo! ". Alla conquista dello Jof di Montasio Cinque ragazzi lungo la poco frequentata via Dogna alla ricerca di emozioni più uniche che rare proprie spalle, ci si rende subito conto di essere immersi in un regno incantato di selvaggia bellezza: da una parte il fondo della Val Dogna che si fa sempre più piccolo, poi la Clapadorie, spaventoso canyon sotto di noi, del quale non riusciamo a intravedre il fondo, quindi la Cresta delle Lance, che affilatissima ed aerea parte dal Monte Curtisson e dopo un lungo tratto arriva allo Jof di Miez. La parte più impegnativa di tutto il percorso, viene detta Rampa, si tratta di circa 300 metri veramente ripidi. In questo tratto, si sono rivelati utili corda e moschettoni che Franco ha estratto prontamente dallo zaino assicurandoci contro eventuali cadute. Terminata la Rampa, merita fare una sosta (anche perchè si è stremati dalla fatica) in un luogo detto Belvedere, dal quale si gode un ottimo panorama. Prima di arrivare al Bivacco Su-ringar, si passa vicino ad una curiosa formazione naturale detta la "Sfinge", che ricorda molto quella egizia. Al Suringar, un bivacco in lamiera situato in posizione piuttosto ardita su una grande cengia, abbiamo trovato una simpatica coppia rii giovani, anch'essi intenzionati a pernottarvi ed abbiamo quindi deciso, dato che il bivacco non era in grado di ospitarci tutti, di dormire in una cavernetta situata un poco più in su. Purtroppo ci siamo dovuti adeguare ad un dormitorio piuttosto umido e abbondantemente ricoperto di... escrementi di camosci e stambecchi, ma nonostante tutto accogliente. Molto curiosa l'installazione di Franco, il quale ha tirato fuori dal suo cilindro magico (ovvero lo zaino) un martello ed ha piantato due chiodi alla parete della grotta, attaccandovi un'amaca e spiegandone le proprietà terapeutiche agli Stupefatti compagni. Il mattino seguente avrà cambiato totalmente parere. Terminati i suddetti lavori e dopo esserci adeguatamente rifocillati, abbiamo deciso di approf-fittare delle ottimali condizioni del tempo per salire in cima e gustarci le visioni con la bellezza della luce dorata del tramonto. Ed è stata un'idea azzeccata, in quanto proprio di visioni si è trattato, se non uniche, per lo meno alquanto rare a verificarsi. Sulla cima abbiamo assistito ad un rapido modificarsi delle condizioni atmosferiche, con delle nebbie provenienti dai versanti Nord della catena del Montasio-Jof Fuart, che velocemente oscuravano tutto, per poi aH'improvviso sparire, lasciando intravvedere paesaggi spettacolari. Su queste nebbie, i raggi del sole proiettavano le nostre ombre, le quali risultavano avvolte da una sorta di arcobaleno circolare quasi si trattase di spettri vaganti nel vuoto. Il mattino seguente, dopo una notte praticamente insonne in grotta, siamo scesi a Sella Nevea, modificando il programma iniziale che prevedeva la discesa lungo la via Amalia al rifugio Grego. Quest'anno l'escursione montana più bella e spettacolare per il sottoscritto è stata quella che abbiamo effettuato allo Jof di Montasio lungo la via Dogna. Quest’itinerario, come dice il nome, parte dal fondo della Val Dogna e si snoda lungo l'imponente parete occidentale del Montasio per un dislivello complessivo di circa 1900 metri. Noi abbiamo prudentemente deciso di compiere il tragitto in due giornate, per questo abbiamo effettuato un bivacco notturno sulla montagna. La via presenta un primo tratto di avvicinamento dapprima lungo i boschi, poi lungo pendìi sassosi abbastanza semplici, dopodiché punta su dritta lungo le incombenti e scure pareti, lasciando l'escursionista (forse è meglio dire alpinista in questo caso), quanto meno perplesso sui passaggi che dovrà intraprendere per arrivare in cima. Per nostra fortuna, assieme a noi (il nostro gruppo era composto da cinque persone) c'era anche Franco che aveva già effettuato questa salita diverse volte ed oltre a farci da guida, ci dava anche un certo affidamento. Bisogna dire al riguardo che la via, oltre ad essere molto poco frequentata, è anche poco segnalata ed è facile perdersi. Iniziati i primi tratti d'arrampicata e buttando lo sguardo alle Foto di gruppo prima della partenza per il Montasio A questo punto è doveroso ricordare la grande gentilezza dei due ragazzi incontrati al Suringar, i quali ci hanno prestato la loro macchina per ritornare a prendere le nostre due rimaste in Val Dogna. E questo a riprova del fatto che in montagna vecchi valori quali la cordialità e la fiducia verso il prossimo non cesseranno mai di esistere. Maurizio Buttazzoni Salita alla via Dogna. Sembrava una passeggiata... -v Oltre alle circa 500 poesie raccolte in un inedito Canzoniere e composte in lingua italiana, friulana e nella nostra parlata (po našem), sempre negli identici idiomi sto ultimando una raccolta di massime, proverbi, sentenze, modi di dire. Premetto subito è un nobile tentativo che m’auguro possa aver fortuna e consensi, se non altro per l'originalità data ai vari temi attinti attraverso la pur ricca storia e tradizione nostrana. Ne propongo alcuni nella parlata taipanese, con libera traduzione in lingua italiana: Hlaua ke malo na posluša, na jè te] ta od kuša. La testa che poco ascolta è come quella del caprone. Hrfè star, daril penetinio tou tebar. Il peccato vecchio, conserva la penitenza nel tino. Vrata ot paklà so simpre odperte. Le porte dell’inferno sono sempre aperte. Za mjete znance, ne posoje] soute. Per avere amici, non prestare soldi. Reče krive, ne rasto tej pokri-ve. Le cose storte, crescono come le ortiche. Pojedena roubeca, na te resta koj souzeca. Smangiucchiato l’avere, resta solo la lacrimuccia. Lopate an kose, nje majo jete rose. Le vanghe e le falci, non devono prendere la rugiada. Buojšte dan kruh s fadjoč, koj dna furtuna kradoč. Meglio un pane faticato, che una fortuna rubata. Vfenahte par sonco, velika nuoč par ohnjo. Natale al sole, Pasqua vicino al fuoco. Se usta ne moučo, mouhe ne fuščo. Se la bocca tace, le mosche ronzano. Adriano Noacco "Se vogliamo che il nostro comune conservi una speranza di sopravvivenza non solo dal punto di vista delle cifre, ma anche da quello della vitalità, bisogna concentrare i nostri sforzi sui bambini e ragazzi in modo tale che imparino a conoscere e ad amare l'ambiente ed il territorio che li circonda, sentendolo un domani come parte di se stessi.’’ Questa considerazione ha condizionato profondamente i programmi della Polisportiva che, conseguentemente, ha dedicato diverse iniziative ai più giovani cercando di coinvolgerli attivamente in manifestazioni che, oltre al puro e semplice divertimento e svago, implicavano un contatto ed una conoscenza della natura circostante. In quest'ottica sono state concepite alcune escursioni nei nostri boschi attraverso i vecchi sentieri e, naturalmente, sul Gran Monte. Così il 30 giugno scorso si sono radunati a Montemaggiore oltre venti fra adulti e ragazzi, per poi partire alla volta del Gran Monte (Breški Jalovec, metri 1613). La marcia non è stata difficile, grazie al sentiero bello e pulito. Natural- Per fare più bello ed interessante l'inserto "Od Tera do Prosnida", dedicato alle Valli del Torre e del Cor-nappo, rivolgiamo un invito a tutti gli interessati a collaborare con notizie, foto, racconti... Per informazioni potete rivolgervi a Sandro Pascolo per Taipana e Luisa Cher per Lusevera, oppure direttamente presso la nostra redazione in via Ristori, 28 a Cividale (tel. 731190). Šinje žalostne novice za našo vas. Infates on je umer Arturo Vazzaz, Tipanjen, lju-še poznan kako "Artureč To-desk". Tou te zadnje lieta je bi močno bolan; pouno krat je bi tou hardeh kondicjonah, ma on je zmiran liepo ošče-pou mašime za njeha močna volontat. Artureč on se njie maj pustou jetè nazat, ma se je zmiran potudou, za tuo ke je mou, za pomate judje, saj ni bi oženjen. An itako on je pomahou dou rikoverju, tou cierkue an je zmiran, kar je nijemou te impenje, hodou, z njeha paleco, okou po vase. Tou njeha zivjenje je bi dan bruan, vesel človek ke zlò rado se je počjakerou z ljudmi. Kar je bi mlad, tej pouno tipanjene, je mou jetè tou Zvicero za se vodenjate kruh. Inje ke to ha nije čjemo se sousje zavjedate od njeha ku-aletade, od njeha dobruote. Zbuohan drahe Artureč. Puj z “Todešk” vesel človek PET ŽENITK AN DVIJE ROJSTVE TOU ROMUNU TIPANA AN PO SVIETU OD MAJA SAM Ambra na daril mlado sestro Martino tou bračju Olvlna e Gerardo alla “prova" dopo il “si" Modi di dire OBIETTIVO DELLA POLISPORTIVA INSEGNARE AI RAGAZZI L’AMORE PER IL PROPRIO AMBIENTE a Taipana Una raccolta interessante Pujmò sousie ukup Usijen Smo zmiran srenčene kar mumò priložnost (okažjon) za pisate kej od ženitk ale rojstev. Od maja, kar smo žej kej poviedale, to jih je točjalo še nekej: pet ženitk an dvije roj-stve. Prej se je oženou Dario Vazzaz "Kulaveč”; njeha žena na se kliče Francoise an inje no stojò obeduaje dou Pise. Poten paj dvije ženitke tou Veškuor-še: Stefania Pascolo an Luca Piccini ke so šle stat dou po Laškem. An zat, tou žetnjak, Fausto Fabbrino "Belin ”, Veš-kuoršen se je oženou z Monico Coos, Tipajščeca. Noviče, ke so se djale "ja" par svete Trojice, inje no stojò tou Veškuorše an itako Tipanj enan bo špot za ke dan Veš-kuoršen on je njen "ukradou" dno te najliušeh rož. Še Pletiš-čenje so se paj razveselile, saj Danilo Michelizza je "useu” mente, chi più chi meno, tutti hanno fatto fatica però, alla fine, ci siamo ritrovati tutti in cima da dove si poteva godere uno splendido panorama. Al ritorno, a tutti è stata offerta pastasciutta e grigliata da parte dell’associazione "Montemaggiore più". L’altra escursione di quest'anno si è svolta il 6 ottobre scorso lungo la vecchia mulattiera che da Monteaperta porta alla sella Križ (1523). Anche qui la partecipazione è stata notevole con una decina di ragazzi e bambini, che sei adulti a stento riuscivano a tenere a freno. La camminata è stata un po' più lunga, anche se la pendenza era minore rispetto alla volta precedente, comunque, poco dopo mezzogiorno si è arrivati alla sella Križ dalla quale, in una favolosa giornata, si vedevano nitidissime anche le cime più lontane delle Alpi Giulie e Carniche, fino alle Dolomiti. L’escursione deve aver risvegliato un notevole appetito, tanto è vero che delle abbondanti riserve di cibo e bevande portate dai vari "sherpa” (Daniele, Ugo, Luigino, Sandro), al ritorno è rimasta solo qualche pallida traccia. E’ comunque esemplare che nessuno dei partecipanti abbia abbandonato rifiuti durante l'escursione: tutto è stato riportato a valle. Mi sento di poter dire che queste due prime esperienze in montagna si sono rivelate piacevoli, non solo per l'assenza di incidenti, ma anche per la partecipazione e l'interesse manifestato dai più giovani per la montagna e l’ambiente circostante, che fa ben sperare, genitori permettendo, per altre piacevoli esperienze nel corso del prossimo anno.(sp) želimo "Pozoranjen" Denis od Silvane an Rajka Mario Angelico Guerrero an no stojò tou Plestiščah. An Tipanjene? Sehurno no njeso spale. An itako Gerardo Vazzaz je oženou Olvino taz Savornjana an jo je parpejou u srenčje t paj oženou. Ne kle par nas, ma tou Kanadà, tou Toronte kje on živi zej od tresa san. Je pravem od Marjena Sabotig "Čufeč", ke tou žetnjak je useu Thereso Siila. Ma družina "Čufeč" na je mjela se sren-čjo: Mariou bratar Bepi, ke on živi zmiran tou Kanade, ma tou Thunder Bay, on je inje oòjà. Njemu anu žene Shirley je se rodiu dan liep seneč, ke on se kliče Paul Gregory. Au-gurje! Še dan fanteč se je rodiu Marisi Miscoria taz Prosnida, ke inje živi z možam Ugo dou Paulede. Puobeč on je zglo živ an se kliče Massimiliano. Te zadnje seneč ke on je paršou na sviet tou avošte on je Denis, Silvanen an Rajkov sin, ke no živo hor Pozorieh. Njen an usijen te auguramo pouno srencje. ...an kle počivamo na Kriškem sedlu - Una breve tappa a Sella Krii pouno Kle smo, utrujeni a veseli, na Bri/eškem Jaloucu -maggiore... Gita al Monte- Paul Gregory di Sabotig Giuseppe e Shirley Tipano. Še čje ženitke so be dou Savornjane, to njie mancalo baršana an te druhe tra-decjonalne reče an Štorje, ke so jih liepo parpravele Tipanjene. Še dan Tipanjen še je Un ex agente indaga sulla Riprendo la testata del giornale "La Prealpina", che così dice del nostro personaggio umile, coscienzoso e molto riservato: Giuseppe Coos, ex-agente di P.S. con l’hobby della scienza - Poliziotto in pensione indaga... sulla Natura. Questo sarebbe Giuseppe Coss (Bepo Rohjin), nativo di Taipana e residente a Granto-la (Varese), ora in pensione dopo aver militato per circa 30 anni nella Pubblica sicurezza presso varie sedi in Lombardia. Egli con l’occhio attento del poliziotto e la passione innata dei veri naturalisti, ha scavato con le proprie mani le pietre di mezza Italia, per dare alle stesse pietre quel senso conoscitivo avvolto nella loro storia geologica, attraverso ricerche, studi, scoperte, rivelazioni che l’anno messo in luce come eminente paleontologo, ovvero studioso di resti fossili di esseri ed organismi vegetali ed animali. Assieme all'appassionata consorte signora Maria Bruna, ha racimolato un vero patri- monio-collezione di reperti, tanti dei quali poi donati ad Enti e persone interessate. Ha presenziato ed indetto vari convegni, incontri didattici, tavole rotonde a livello nazionale ed internazionale, ottenendo significativi riconoscimenti da parte di autorità, scuole, enti culturali, fra i quali vale menzionare il cavalierato della repubblica per meriti altamente espressi nel campo della divulgazione scientifica. E non è poco per l’appassionato ed entusiasta cultore, fattosi da sè, previo quel carattere caparbio, volitivo, desideroso di scoprire, conoscere e riuscire nell’intento prefisso. Ciò va sicuramente a tutt’o-nore di Taipana, che sa di avere un figlio impegnato ancor adesso, malgrado la precaria salute, nel dare un apporto fattivo a questa branca della scienza naturale, in un mondo tutto fascino, immaginazione e storia ultra millenaria. Adriano Noacco Le usanze contadine in dicembre Dal calendario 1991 di Taipana, redatto da Adriano Noacco e realizzato grazie all’amministrazione comunale, estraiamo alcune righe dedicate alle usanze dei contadini nel mese di dicembre (Nauada decemberjua). La raccolta del fogliame (Parpravenje ot listja, an ste-ju). Tempo permettendo ed approfittando d'un maggior tempo libero, visti i principali lavori agricoli guasi conclusi, si soleva andare a ripulire i boschi, in specie quelli dove il manto erboso s'infoltiva duna caratteristica vegetazione (stejàr). Si falciava la suddetta erba (steja) e se la metteva in covone o meda (kopa), assieme al fogliame rastrellato (pora-bjèn) che poi radunato in fasce (brjemana) a tempo opportuno e alla bisogna si portava nei vari fienili (toblade). Serviva come lettiera ideale per il bestiame, quale copertura invernale di particolari semenzai o letti di ortaggi ed anche come concime da fare (hnojte). QUEST’ANNO TAIPANA HA OSPITATO CON SUCCESSO IL VENTESIMO INCONTRO DEGLI AMICI DELLA MONTAGNA L’uomo e la natura in festa Penso che quella del 9 giugno 1991 resterà per il nostro comune una data da ricordare. Raramente si sono riunite così tante persone per un incontro, divenuto poi festa. Sto parlando del 20° incontro degli amici della montagna, al quale hanno partecipato oltre 600 fra alpinisti, escursionisti o semplicemente amanti della montagna provenienti in massima parte dalla Slovenia, da Trieste e Gorizia, con una buona Tappresentan-za dalla Carinzia e con la deplorevole quasi totale assenza dei Friulani, che lascia intendere una scarsa propensione per le montagne delle quali la nostra regione è peraltro molto ricca. Ma parliamo dei presenti. Perchè questo incontro proprio a Taipana dove non esiste, se non a livelli di pochi ed in modo amatoriale, una vera e propria attività collegata all'alpinismo? La risposta sta nella coerenza dei promotori che scelgono ogni anno un territorio diverso e che per il 1991 hanno scelto la Benečija. E così il nostro comune ha accolto di buon grado l'onore e l’onere di ospitare per la prima volta, con tutte le incognite che avrebbero potuto esserci, questo 20° incontro di giubileo, anche per risvegliare nella nostra popolazione e nei nostri giovani tutti quei valori che nell’ambiente montano inducono, al di là di idee, nazionalità od altre barriere, gli uomini di incontrarsi per raccontare e vivere assieme intensi attimi di sincera gioia. La montagna è infatti un ambiente nel quale le fredde e spie- Un momento del 20. Incontro degli amici della montagna svoltosi a Taipana tate regole della vita di ogni giorno fanno posto ad altri ben più preziosi e nobili sentimenti come l’amicizia sincera, la cordialità, la tolleranza e l’altruismo che si avvertono anche nelle poche parole che si riesce a scambiare con persone sconosciute incontrate lungo qualche sentiero di montagna e che in città avremmo certamente ignorato. La montagna ci ripaga delle nostre fatiche e quando, a volte, il tempo è inclemente, ci chiede di aver pazienza e ci ripro- II balletto del gruppo folklorlstlco “Triglav” di Jesenice mette altre belle possibilità. Con essa si ha un rapporto naturale nel quale l’uomo, a dispetto di tutte le sue scoperte tecnologiche, è piccolo e fragile in balia della natura come all'inizio della sua esistenza. Tutto questo può benissimo essere sintetizzato in un pensiero di Julius Kugy che alla montagna, ma soprattutto alle Alpi Giulie, ha dedicato tutta la sua vita: "La base dell'alpinismo deve essere sempre il puro amore della natura e dei monti, un'intima penetrazione nella loro vita, nella loro essenza, nella loro anima." Dopo questa breve "escursione" con la mente, passiamo alla cronaca della giornata che ha visto fin dal primo mattino l’arrivo di diversi autobus ed automobili pieni di gente ansiosa di scoprire e conoscere le ricchezze naturali della nostra zona. Il programma proposto dalla Polisportiva prevedeva infatti 5 diverse escursioni delle quali 2 da Montemaggiore, rispettivamente verso la P.ta di Montemaggiore (Breški Jalovec mt. 1615) e verso le sorgenti del Nati-sone (Gnilice) e 3 da Taipana: verso la cascata dello Šlokot, verso la Šeroka dolina e verso il Zahum. Grazie ai cartelli di segnalazione, ma soprattutto alle "guide" Albino Zussino, Maurizio Buttazzo-ni, Franco Sabotig ed Ubaldo Noacco tutto si è risolto senza inci- denti e con soddisfazione dei partecipanti, in gran numero. Per i meno volonterosi, presso gli impianti sportivi del capoluogo funzionavano, fin dall'alba, i chioschi ristoratori! Così in un modo o nell'altro si è arrivati all’ora del pranzo, cui è immediatamente seguito un ricco e nutrito programma folkloristico - culturale preceduto dai discorsi di rito delle autorità intervenute, dal sindaco di Taipana, Armando Noacco, a quello di Tolmino, Viktor Klanjšček, al presidente della Comunità montana, Bruno Miotti, al vicesindaco di Idrija, Tomaž Pa- Dober tekll Dietro al fornelli, o meglio dietro alla griglia... Il saluto di Sandro Pascolo, attorniato dalle autorità všič, al presidente della SKGZ della provincia di Udine, Guglielmo Cerno, al presidente dell'Unione alpinistica slovena Andrej Brvar ed altri. Ebbene, tutti sono stati concordi nell’evidenziare la buona riuscita dell'incontro sia dal punto di vista organizzativo che da quello paesaggistico, riconoscendo al nostro comune quelle caratteristiche naturali che purtroppo noi abitanti del luogo abbiamo da sempre trascurato. Si sono poi esibiti i ballerini del gruppo folkloristico "Triglav" di Jesenice accompagnati dalla banda. Infine ha cantato il coro locale "Naše vasi" proponendo, dopo i brani di repertorio, anche il nuovo inno nazionale sloveno al quale tutti i presenti si sono uniti. La giornata si è prolungata, per effetto di iniziative musicali o canore spontanee, fino all'imbrunire. Da parte mia ed a nome di tutti coloro i quali hanno collaborato alla buona riuscita della manifestazione, mi sento in dovere di ringraziare tutti i partecipanti, in particolare due alpinisti, Vojko Slavec di Trieste e Vlado Klemše di Gorizia, che hanno attivamente collaborato prima alla programmazione e poi allo svolgimento dell’incontro. In particolare a Klemše un arrivederci con la promessa di includere Taipana ed il suo territorio nel percorso della "Verticale" del gruppo alpinistico sloveno di Trieste, che è una via segnalata che ha l’ambizioso proposito di collegare Muggia con Tarvisio passando per i sentieri e luoghi più caratteristici della nostra regione e del nostro comune. Sandro Pascolo Un altro momento di folklore novi matajur Nie vič sudu za ušafat... še bogatije V Čedade kopajo nimar, kopajo za ušafat velike bogatije, ki so nam jih pustil Rimljani an Langobardi. V saboto so genjal kopat na placu svetega Frančeška, kjer so bli ušafal stare ziduove, stare sude, keramične posode an druge zanimive stvari, ki pričajo o življenju Rimljanu. Na targu žen, al pa targ Paolo Diacono, kopajo pa le napri. Že vesta, de že vič liet od tega so bli na tem mestu ušafal kaselo uoz kamana nareto, ki bi muorla bit od Gisulfa, velikega vojvoda, capo, Langobardu, pru takuo zlati-njo an druge zanimive reči, ki po-tlè smo jih vidli na razstavi o Langobardih. Strokovnjaki pravejo, de na tistim kraju bi muorlo bit še kieki zlo uriednega, zatuo je nacionalni arheološki muzej iz Čedada an par miescu od tega začeu spet kopat. Do kada pa bojo die-lal? Če je ries, kar se prave po Čedade, bi muorli genjat okuole ženarja, saj jim zmanjkajo sudi, ki jih je dala Soprintendenza za tele izkopanine. Vsi se troštajo, de kaj-šan vetegne uon kar kor za prit do konca diela. Velika škoda bi bila deb' se muorlo pustit skrito v tleh tisto veliko bogatijo. ZANETO TOMASETIG IZ DEBENIJEGA JE DOPUNU 90 LIET ŽIVLJENJA __ Simanova koranina Devetdeset liet življenja je previč za tistega, ki ga neumno živi, ki ne pusti nič dobrega za-sabo, je pa premalo za tistega, ki je posvetiu svoje dielo an trud, svoje znanje, sarce an dobruote človeštvu, svojim bližnjim ljudem, prijateljem in neprijate-ljem. Za take želimo, da bi živeli celo venčnost an še ne bo za-dost. Med te zadnje spada naš jubilant, Zaneto Šimanov — za anagrafe Giovanni Tomasetig iz Debenjega. Na dan 31. oktobra lietos jih je dopunu celih 90 liet. Že an par liet živi pri hčerki Aniti u Galianu pri Čedadu. Pri hčeri je zadnje lieta živiela tudi ljubljena an draga žena Olga, ki je šla iz telega sveta 1. februarja 1989 in on še zmirij žaluje za njo, ker je v njih družini živela čednost, lepota in medsebojno kristijansko spoštovanje. Ljubezen in spoštovanje do bližnjih. Zaneto Šimanov je dielu do 80 liet zidar, spoštovan zidar. Vodil je z dragim, rajnkim gospodam Lavrenčičem puno kantierju po dreških vaseh. Zazidu je asilo na Lažeh, prav takuo v Zavartu, ak-vedot na Lažeh, pot v Zavart. Dielo njega uma in roke se bo poznalo še čez stuo an stuo liet tudi po druzih krajih Benečije. Kakuo je biu pošten, sem spo-znu miesca maja 1964. lieta. Takrat so ble volitve za prvi deželni svet (votazioni per il primo consiglio regionale) za Furlani-jo-Julijsko krajino. Ist sem biu kandidat za Region — in pred Svetim Štoblankom, gor par Ko-mardine, sem imeu po maši volilno zborovanje — komicijo. Kadar sem poviedu moje reči, moje argumente, sem uprašu, če mi kajšan lahko "da proti", če mi lahko nardi "kontraditorio". Med poslušalci se je oglasu mlad avokat, za sigurno pa nevi-em, če je biu že avokat. Dau sem mu v ruoke moj mikrofon in avokat je začeu govorit. Biu je Aldo Gus — Uršni iz Lombaja. Kontraditorij se je razviju na civilnem nivoju. To je takuo prevzelo Šimana, da nas je povabu na glaž vina u Komardinovo oštarijo. "Takuo muora bit. Ne se praskat med sabo, zavojo tega, ker jo vsak drugače misli. Tle muora-mo združit vse sile, da bomo lahko še kaj pomagali naši fari." Zaneto Šimanov je takrat po-kazou, da se je trieba držati strpnosti, tolerance, tudi med ljudmi, ki jo drugače mislijo, pa želijo obdržati živo našo skupnost. Zanetu Šimanovemu, čeglih z zamudo čestitamo tudi mi an mu voščimo, da bi kupe vzdignili kozarec za njega 100. rojstni dan. Kuražno, saj ste na dobri poti. Dorič Žalostno pismo taz Avstralije Prezagoda nas je zapustu Edo Briz - Bleutove družine iz Lombaja Iz Avstralije, iz mesta Melbourne v deželi Victoria, je paršla proti koncu meseca oktobra žalostna novica. Dol je po kratki, a ne ozdravljivi boliezni umru Edo Briz, Bleutove družine iz Lombaja. Imeu je 54 liet. Rajnik Edo se je biu rodiu na Čeginju. Njega tata je biu Šuoš-tarju iz Kraja, mama pa Bleuto-va iz Lombaja. Ko je začela vojna vihra, ko je začela uejska razsajat, je Edo paršu u Lombaj, kjer je postala njega teta, Bleu-tova Filumena, druga mama, za vse Bleutove otroke pa je biu kot brat. Takrat je imeu samuo pet liet. U Lombaju, kjer so ga imeli vsi radi, je zrasu u liepega puo-ba. Po uejski je šu u Avstralijo. Dol si je ustvaru svojo družino. Žena, doma iz Makedonije, mu je rodila dva otroka, hčer Suzy an sina Roberta, ki sta že poročena. Pred dobrimi tremi leti je biu paršu Edo obiskat svoje rojstne kraje. V tem letu dni se je vse zgodilo: umarla mu je mama na Ceginju. Umarla mu je druga mama, Filumena Bleutova v Lombaju. Za tri dni potem je šeu še on za njo. Ne bo počivu venčnega življenja v domači zemlji, pa tudi dol, kjer je živeu, je imeu puno par-jatelju. Za nje in za nas, ki smo ga poznali, za njega družino in žlahto pa bo živeu, kot bardak an pošten mož, v venčnem spominu. ih Ml Dante Alighieri je biu zlo poznan, important, pesnik, ki je živeu okuole lieta 1300. Napisu je "Divina Commedia", Božansko komedijo, an narbuj znan po usim svietu je njega “Paku - Inferno". Tu paku je pošju puno judi, ki tistega cajta so bli zlo poznani, ku Paolo in Frančeška, Conte Ugolino, Filippo Argenti, Farinata degli Uberti in Janeza iz Benečije. Tisti dan, ki se j' parka-zu Janez v paku, Zluodi-kapo je biu dobre volje, takuo de mu je pustiu veb-rat tist prestor, ki mu je biu buj ušeč. Na parvim kraju je videu puno judi, ki so hodil bosi gor po ardečim vogju. - Al se ustaviš tle? - ga j' poprašu Zluodi-kapo. - Oh tle pa ne, se previč tarpi - je jau hitro Janez. Na drugim kraju je biuo le vič judi, an so bli usi karvavi, ker an velik an debeu zluodi jih je s škor-jo flosku po harbatu. - Al se ustaviš tle? - ga j' nazaj poprašu Zluodi-kapo. - Oh ne, tle se le buj tarpi. - Ben nu, ku se takuo bojiš nomalo tarplienja, te pejem pa kjer se na nič tarpi - an mu je pokazu 'no veliko drekuovo jezero. Notar je biuo taužinte an taužinte judi, ki se jim je videlo samuo ramena in glavo. - Se ustavim tle - je jau subit Janez - mankul ne bom tarpeu. Pošaso počaso se j' po-brau v tisto čudno jezero an se začeu ogleduvat okuole, če zapozna kaj-šnega Benečana. Pa ni posalo pet minutu, kar Zluodi-kapo je zaueku: - Rikreacjon je končana, je paršla h koncu. Usedin-tase!!! Za 1992 2.000 vič Kot vsake lieto an lietos je paršu cajt za plačat naročnino, abonament Novega Matajurja. Za Italijo je vič liet ko-štala 30.000, za lieto 1992 bo kiekl vič: 32.000. Tuole je odloču, decidu, upravni svet naše kooperative, po-tlè ki je pregledu speže, ki smo jih lietos imiel an tiste, ki so predvidene za prihodnje lieto. Vse ratava buj draguo: karta, puošta an vse kar kor, za narest an giornal. 2.000 vič na lieto nie puno, če poštudierata de giornal vam hode vsak tie-dan. Potlè še 'na rieč: z naročnino paršparata 24.200 (vsaka številka košta 1.200, 47 številk na lieto - tarkaj jih napravemo - pride 56.400). Naročnino jo lahko plačata na našim uradu (ul. Ristori, 28 - Čedad) vsak dan od 8.30 do 17.30, v saboto od 8.30 do 12., al pa po puošti, kar vam pošjamo valja. Zgodovina... na špondi uoza Lohne tek' je tole SS-ovo tablo pofarbu na špondo od uoza narhujše vojaške niemške sile u času druge svetovne ujske, nie biu obedan drug, ku sam stari dielovac u kajšni niemški tovarni. More bit roka, ki je tuoi' lieta nazaj napisala ali namalala na telo dasko, je bla samuo drobna an biela ročica mlade madie ženske, ki je zaries tarpiela za usako ujsko na sviete an za vsako nasrecjo. Al pa je bla še buj minena ročica kajšnega pu-obcja, ki za tako parložnost so ga parsilili na dielo, kar usi so muorli pod Hitleriovim ukazam parpomat na kajšno stran niem-ško-sudaškim napadom na svi-et. Ostane pa ries, de tako uozilo se je u času druge svetovne ujske ulieklo po naših rečanskih potieh, ki so ble tenčas šele samuo s pieskom, z glerijo, pokrite an kolauoze od uoza so puščale tu sred adan sam, zdaržani, dug, zelen izik trave. U zgodbi ostane takuo an u naši domači zgodovini, de tel niemški, nacistični uoz, je okuole uozu po naših vaseh oborožene sudade. So bli navadni niemški miličniki, so ble SS an Kozaki, ki u tem času so takuo služili usakdanji kruh an so kradli po hišah an po kokošnjakih naših družin, pod vodstvom Hitlerjevih general jev. Sada če naši alpini, Mussoli-nieve čarne srajce an Emanueli-evi karabinierji so jim pomati an z njim kupe so tieli podluožt cieu sviet suojim krampjam, naj se na donas hvalijo... agresorji, napadauci za me so bili tud oni an otrokom resnico muora povi-edat. Talijani nieso imiel jajca za se upriet, branit an se polu-ožt slabemu čarnemu gospodarju. Drugi ljudje an drugi narodi med katerim Slovenci, so muorli se tue tud pruoti prehvaljenim Alpinam an samuo za branit suoje življenje, suoj duom, suojo hišo an družino. Pa takuo je ratalo, de so bli parsiljeni tele uoz tle pustiti, u naši Beneški Sloveniji. Nacisti so zgubili ujsko, fašisti tud z njim (golega čarnega dučeja so obiesli) an naši junaki Talijani so vargli tenčas njih puše u po-krive an lietieli se skrivat damu. Potle seviede tkaj naši domači fašisti kot dobri del naših Alpinu, kar use se je biuo že pomerilo an že Merikani so var-vali mejo, so se obliekli tu par- tizane, tu gladio an tu demokristjane, pru takuo naglo, so se začeli hvalit. Takuo so se nardi-li nadužni, takuo so očedli dol lužo an špote, pru takuo zaslužili palankico, 'lirette'' bi jau, skuoze Washington an Rim. Patrioti quore... na zamierta za Italijo!. Šponde telega uoza je kajšan naš domači Slovenj dol sneu an veulieku damu, skru jih je tu njega senik ta pod senuo an takuo jih deu na nuc. Donas adno telih sam jo posneu na telo sliko, kjer se mi zdi zanimiva za nas. Mislim, lohne tata od tistega puoba, ki je tole tablo učera namalu u kajšni niemški tovarni, glih gor na njo je on padu an umaru, atu uliu njega kri zadnje dni tiste umazane, druge sveto-une ujske. Puobič, njega sin, an-kul na bo tuolega viedu, ries je de na bo mu suoj ga tat vic objet. Parvi daž, ki je padu tist dan počaso je oprau uso kri, dol oplaknu takuo iz telih daski tud zadnji žalostni ardeči spomin. Adriano 13 Minimatajur 22 - SCHEDA STORICA Il risveglio degli Sloveni Contemporaneamente alle guerre che portarono all'unificazione ci furono nelle regioni slovene alcuni importanti cambiamenti. Le guerre cui facciamo cenno sono la seconda e la terza guerra di indipendenza, dette guerre italiane. Queste, perdute dall'Austria, provocarono una forte crisi politica nell'impero, crisi che ebbe ripercussioni nei paesi soggetti. A differenza di quanto era accaduto in Italia, dove era maturato un programma di unità attraverso la cacciata dello straniero, e dove in sostanza il programma ebbe realizzazione soprattutto per l’opera del Regno di Sardegna, nelle regioni slovene in quella fase storica un simile programma mancò. Si affermò invece quello di una maggiore coesione, anche di tipo federalistico, fra le regioni slovene. Esse erano, anche in senso amministrativo, in quanto esistevano i "parlamenti " regionali, le seguenti: la Kranjska (Carinzia), la Koroška (Ca-rinzia), la Štajerska (Stiria), la Primorska (Litorale) con Gorizia, Trieste e l’Istria. Dal punto di vista etnico le regioni abitate dagli sloveni erano plurietniche: in Carinzia e in Stiria era presente una maggioranza di lingua tedesca, nel Litorale, eccetto nel goriziano, prevalevano gli Italiani. Anche dal punto di vista elettorale, quando negli anni sessanta si sviluppò la corrente liberale, si assistette alla competizione fra le varie nazionalità con una prevalenza di quella tedesca. Va anche osservato che i "parlamenti" locali, ma anche il Rei-schsrat di Vienna, apparivano più simili a diete feudali che a veri organismi democratici. Il potere legislativo era in mano all'imperatore, ai delegati delle assemblee regionali ed al consiglio di stato, sostanzialmente di nomina imperiale. La crisi dell’assolutismo si risolse in quel modo. Nelle varie elezioni regionali si presentarono due momenti di competizione, il primo di carattere politico che vide lo scontro fra liberali e conservatori, il secondo di carattere nazionale, fra Sloveni e Tedeschi e, nella Primorska, con gli Italiani. Sotto l'aspetto nazionale gli Sloveni raccolsero i successi maggiori nella Kranjska, favoriti dalla composizione etnica. In questa regione nel 1861 si ebbero 13 eletti sloveni su 36, ma nel 1867 furono 25 su 36. Invece nella Koroška, nella Stiria ed in Istria non ci fu nel 1861 nessun eletto sloveno, a Gorizia ce ne furono 7 su 21. I liberali italiani si astennero scrivendo la parola nessuno sulla scheda. In seguito ad orientamenti più liberali il movimento politico sloveno ottenne ulteriori successi: alla fine degli anni ottanta la Kranjska potè avere un presidente regionale sloveno. I progressi politici furono sempre accompagnati da iniziative di carattere culturale. Esse furono uno dei fattori essenziali del risveglio sloveno ed una delle sue caratteristiche specifiche. La coscienza dell’unità linguistica degli Sloveni era infatti Suupifi 55-50. — V Curici, 15. naweiubra 1890. — Cui 30 kr. Cimi» iiut-vùiiikoui «dolutilo 1 gld. OO kr., ul) mojiičaiii in uarutmko ló kr., unuuroiliiik« 18 kr. »SLOVANSKA KNJIŽNICA*: .Slovanska kliiliovii - (ÀIIIKUIIUUHU HllàlUrtVKI l’ri'jujo In uiIjju ANDREJ GABRŠČEK. V Ishaju votila 1Q. dan v mesecu. /*% ve V GOKICI. fi . ' ■■■■■•' f “Biblioteca slava", il fascicolo mensile stampato a Gorizia il 15 novembre 1896 un dato recente e la lingua degli uffici, delle scuole e dell'alta cultura rimaneva il tedesco. La lotta degli intellettuali sloveni, dei sacerdoti, degli uomini d’impegno era più di ogni altra cosa una lotta per la lingua e poteva essere raccolta anche dalle classi popolari. Era la strada indicata dal Prešeren pochi anni prima. Fra le iniziative di successo per il risveglio culturale degli Sloveni ricorderemo le "čitalnice" e i "tabori". La guerra perduta del 1866 costrinse l’Austria a prendere la decisione di separare l'impero in due regni, il Regno d’Austria ed il Regno d’Ungheria, la cui unione era realizzata dalla figura dell’imperatore e da tre ministeri congiunti: esteri, guerra e finanze. Al Regno d’Austria rimasero l'Alta e Bassa Austria, il Salisburgo, la Stiria, la Primorska, la Dalmazia, il Tirolo, la Boemia, la Moravia, la Slesia, la Galizia e la Bukovina; al Regno d’Ungheria l’Ungheria stessa, la Croazia e la Slavonia. La divisione dei due regni fu considerata dagli Sloveni come un rafforzamento della nazionalità tedesca in Austria. Perciò prese piede l’idea federalista nelle regioni slovene. Non solo. Essa accentuò anche l’idea panslavista, cioè quella dell'aggregazione di tutte le regioni slave, dalla Croazia e più tardi alla Bosnia, in uno stato degli slavi del sud, Illiria o meglio Jugoslavia. E addirittura l'idea di una Grande Russia in cui si sarebbero ritrovati tutti i popoli slavi! Questa fase corrispose all'esito della guerra franco-prussiana (1870), che si concluse con l’unificazione tedesca nell’Impero Germanico, espressione di una nuova grande potenza, di fronte alle regioni slave centro meridionali, soggette allo straniero. Con il panslavismo gli intellettuali sloveni rivolsero sentimenti di simpatia verso la Russia, diffondendo l’interesse per la cultura russa, i canti popolari del grande paese slavo, l’alfabeto cirillico e perfino l'inno allo zar. L’espressione panslavismo rimase a lungo nel vocabolario politico europeo, evocando timori e ripulse. La parola slavo assunse allora anche un significato politico, perchè gli stati vicini sentirono più concreta l’idea dell’unione di diversi popoli slavi che quella di una Slovenia unita di cui esisteva, se esisteva, appena il nome. M.P. Un prete liberale: Giovanni Vogrig Giovanni Vogrig nacque a Cla-stra/Hlasta (S. Leonardo) il 30 luglio 1818 in una famiglia di un certo rilievo sociale. Il padre era deputato comunale (assessore), di tendenze liberali ed anticleriali, ed ebbe delle divergenze con i preti. Nonostante ciò fece intraprendere al figlio gli studi per diventare sacerdote. Fin da studente ebbe degli screzi per il suo carattere indipendente, ma fu apprezzato per la sua intelligenza. Divenuto sacerdote, divenne cooperatore presso la parrocchia di S. Leonardo, poi a Ca-stelmonte e a Moimacco. Nel 1848, come molti altri preti, parteggiò per la rivoluzione italiana. Tornò cappellano a S. Leonardo, ebbe impegni come precettore privato a Venezia, fu cappellano e maestro di scuola a Clastra. Il parroco di S. Leonardo ebbe a lamentarsi dei suoi atteggiamenti non del tutto ortodossi, accusandolo tra l'altro di celebrare la messa secca, malocchio di antica memoria. Fu poi a Codromaz (Prepotto) e, ancora come precettore privato, a S. Daniele e supplente al Liceo-Ginnasio di Udine. Prima ancora che esplodesse la questione romana Vogrig si schierò senza mezzi termini con le ragioni dei liberali italiani e dello stato e contro le posizioni del papa, scagliandosi in ogni occasione contro il potere temporale della Chiesa di Roma. Non si trattò tuttavia di semplice dissenso politico, ma maturò la convinzione che la Chiesa dovesse riformarsi per tornare alla semplicità del cristianesimo primitivo. Il suo astio si rivolse soprattutto contro l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Casasola, perseguitato dai liberali italiani. Vogrig, sostenitore dei preti dissidenti, si vide privato della facoltà di ascoltare la confessione, ma la goccia che fece traboccare il vaso fu la celebrazione del famoso matrimonio di Savogna. La questione era grave: in quei tempi lo Stato non riconosceva il matrimonio religioso e gli sposi di solito si sposavano due volte: una con rito civile ed una con quello religioso. Nel 1871 Vogrig celebrò il matrimonio di Rosa e Giovanni - che erano cognati e già sposati civilmente -nella chiesa di Savogna filiale della parrocchia di S. Pietro degli Slavi, senza la necessaria dispensa. La strada di Vernassino Stando al verbale del consiglio comunale di S. Pietro, la riunione del 10 marzo 1889 fu del tutto tranquilla. Erano presenti i consiglieri: 1. Jussa Giovanni, 2. Becia Luigi, 3. Bevilacqua Giuseppe, 4. Ma-rinig Valentino, 5. Gujon Eugenio, 6. Battaino Giuseppe, 7. Jussa Giovanni-Stefano, 8. Petricig Antonio, 9. Cosmacini Andrea, 10. Quarina Michele, 11. Pussini Andrea, 12. Venturini Giovanni, 13. Strazzo-lini Antonio, 14. Zujani Gerardo, 15. Cernoia Andrea, 16. Mattelig Antonio. Il sindaco facente funzione Giovanni Jussa, dichiarò aperta la seduta e passò alla trattazione del primo e quindi del secondo oggetto all’ordine del giorno e a quel punto entrarono altri due consiglieri, Stefano Jussig e Giuseppe Birtig. Chiese la parola il consigliere Strazzolini per lamentare che la delibera del 24 luglio 1888 non aveva avuto seguito: il consiglio era impegnato alla liquidazione dei lavori già eseguiti sulla strada di Vernassino. Strazzolini adoperò tutti i suoi argomenti per chieder la sospensione dei lavori su quella strada finché una commissione di cinque consiglieri non avesse prodotto la liquidazione richiesta e la presenza di un direttore dei lavori più energico ed economico. Gli rispose in senso opposto Zujani al cui intervento seguì un altro scambio di interventi. La proposta di Strazzolini messa ai voti, prevalse con 15 voti favorevoli, 2 contrari ed uno astenuto. Dal verbale della seduta successiva del 10 maggio 1889 risulta invece che la riunione del 10 marzo non era stata poi così tranquilla. I consiglieri Andrea Cer-noja e Giuseppe Birtig infatti affermano che nel corso della deliberazione c erano state delle irregolarità e che è stata violata la legge, in quanto la discussione non fu libera, ai consiglieri non fu concessa la parola, anzi proibita e minacciata dalla folla degli uditori, invitati per la famiglia del Consigliere Strazzolini, che con urli, fischie minaccie obbligaro- na unaPGiseril . * Luso»era„ + ir» y ‘"'•y&’ffmtppo Bergogna tóscysr ♦ roL. %■*+&?*** ittimia , •=(( „ * i •Cinebilt