MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? Mojca Smolej Che fine ha fatto la memoria della coesistenza di molteplici edizioni delle grammatiche? Parole chiave: grammaticografia, teoría delle opinioni sulla lingua, storia della grammaticografia slovena DOI: 10.4312/ars.13.1.97-110 1 Introduzione La grammatica di Anton Janežič e rimasta in vigore per piu di mezzo secolo, fino al 1916, l'anno in cui e stata pubblicata la grammatica di Anton Breznik, indirizzata agli studenti delle scuole secondarie (Slovenska slovnica za srednje šole). L'opera di Breznik ha mantenuto il ruolo esclusivo di grammatica dominante (e unica) fino alledizione della cosiddetta grammatica dei quattro autori (slovnica štirih) nel 1956. A partire dal 1976, quindi di nuovo da quasi mezzo secolo, questa funzione e svolta dalla grammatica dello sloveno di Jože Toporišič (Slovenska slovnica). Tuttavia non e stato sempre cosí: prima del 1854 la situazione era assai diversa, piu liberale e pluralistica per quel che riguarda la coesistenza simultanea di diverse grammatiche. Nella prima meta del '800, infatti, un insegnante poteva scegliere tra quasi dieci grammatiche diverse. Nel presente contributo ci proponiamo quindi di tracciare la transizione da una molteplicita di grammatiche in passato alla situazione odierna che vede l'egemonia e la prevalenza di una sola grammatica ritenuta adeguata. Lo sguardo al passato e al presente sara ampliato con la teoria delle opinioni sulla lingua. 2 La teoria delle opinioni sulla lingua La teoria delle opinioni deriva dalla teoria mentalista sulla natura delle opinioni, riguardo alla quale le opinioni in un individuo vengono definite come una variabile intermedia tra lo stimolo e la risposta: si tratta di uno stato di prontezza di una persona a reagire allo stesso stimolo in modi diversi. Benché la stragrande maggioranza degli esperti ammetta l'importanza delle opinioni sulla lingua per i cambiamenti linguistici, solo pochi dedicano a questo aspetto ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES studi approfonditi nell'ambito delle proprie ricerche, il che desta sorpresa anche perché William Labov, il pioniere del campo, sia nella parte teorica (cfr. Weinrich et. all, 1968; Labov, 1972) che nella parte pratica della propria opera, presta molta attenzione proprio al problema della valutazione (Bitenc, 2016, 42). Conoscere e riconoscere le varie opinioni sulla lingua è estremamente importante per chi si occupa di linguistica applicata: se ne possono ricavare nozioni utili all'insegnamento scolastico e alla formazione dei docenti. L'utilità inoltre si riscontra anche negli studi della lingua in relazione al diritto e alla medicina nonché in tutti i campi di studio strettamente legati alla variazione linguistica, soprattutto quando una comunità linguistica accoglie in modo diverso lingue e varietà linguistiche diverse. Non conoscere le opinioni a riguardo sarebbe come se un medico non conoscesse i nomi popolari delle malattie e le convinzioni popolari legate ad esse (Bitenc, 2016, 42). 2 .1 La tripartizione delle opinioni sulla lingua Lo studio delle opinioni sulla lingua rivela la loro struttura tripartita, articolata in componenti cognitiva, emotiva e comportamentale. La componente cognitiva riguarda soprattutto i diversi modi di comprendere il "mondo" e le convinzioni su come sia strutturato (ad. es. la convinzione che oggigiorno la conoscenza dell'inglese sia indispensabile alla sopravvivenza e al successo nella vita, oppure la convinzione che le stazioni radio debbano provvedere a trasmettere una determinata percentuale di musica slovena). La componente emotiva si manifesta attraverso le emozioni del parlante riguardo a un determinato oggetto o concetto, su cui si incentra il suo pensiero (ad. es. atteggiamento negativo verso le persone provenienti dall'ex Jugoslavia che non parlano uno sloveno impeccabile; entusiasmo per una canzone cantata in dialetto ecc.). La componente emotiva è strettamente legata a quella comportamentale perché prevede una risposta ed induce all'azione (ad es. introduzione dell'insegnamento dell'inglese a partire dalla prima elementare; emanazione di una legge per stabilire la quota obbligatoria di musica slovena trasmessa dai canali radio). Soffermandoci ancora una volta sul perché dell'importanza dello studio di tutte e tre le componenti ci preme sottolineare il fatto che la conoscenza delle opinioni su una determinata lingua innanzitutto aiuta il linguista stesso nella pianificazione linguistica, dal momento che la consapevolezza delle proprie opinioni lo protegge dal cadere in una specie di dittatura linguistica, cioè una prescrizione proposta da una sola persona o da un gruppo di persone. La conoscenza delle opinioni sulla lingua ha inoltre una 98 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? portata sociale piu vasta in quanto l'atteggiamento verso la lingua, ovvero le opinioni su di essa nonché le norme socioculturali, costituiscono una parte della competenza comunicativa e di conseguenza hanno una forte influenza sulle interazioni (reazioni) intra-sociali, sia come causa sia come effetto. Nella continuazione dell'articolo ci dedicheremo alla presentazione delle opinioni sulla lingua in correlazione con la grammaticografia e la prescrizione accademica. Invece di seguire la cronologia logico-temporale dei fatti, partendo dai tempi piu remoti per avviarsi sempre di piu verso il momento presente, ci soffermeremo prima a ragionare sulla situazione attuale per paragonarla successivamente con epoche passate, risalendo in tempo fino al '500. Cercheremo cosí di accennare, in termini metaforici, a un'amnesia collettiva quasi completa, presente nei ragionamenti odierni, dell'esistenza di una pluralita di approcci nella grammaticografia di una volta. Tutto ció, almeno in parte, porta dei limiti allo sviluppo e alla crescita dell'attuale grammaticografia slovena. 3 II caso del maggiore lingüista e della sola e unica grammatica Per addentrarci meglio nell'argomento ci concentreremo per prima sul caso del linguista Jože Toporišič, che indubbiamente esercitó un forte influsso sulla pianificazione linguistica nei tempi recenti, e prenderemo come spunto alcune delle sue opere: la grammatica dello sloveno Slovenska slovnica (2000), il manuale di ortografia Slovenski pravopis (2007) e il manuale Jezikovni pogovori iz Sedem dni (2007). Toporišič era fortemente consapevole della propria sensibilita linguistica. Dal punto di vista metodologico le sue opere sono caratterizzate da uno stile divulgativo e moderato: l'intenzione e quella di trasmettere al lettore le regolarita di base e di spiegarne il perché, un aspetto senza dubbio utile. Anche se si tratta di contributi scritti, il lettore ha spesso la sensazione di assistere a un colloquio, o persino a un conversare rilassati, nei quali il professore non si dimentica di fare riferimento a quella che chiama «la mia sensibilita linguistica». (Žele, 2007, 6) Stupisce il fatto che Toporišič, sebbene sia fortemente consapevole della propria sensibilita linguistica e sebbene sottolinei il pericolo di incorrere in una pianificazione linguistica, frutto di una sola persona, tuttavia non disdegni, consapevolmente o inconsapevolmente, di proporre le proprie opinioni come norma generale. Sono eloquenti, in questo senso, le seguenti parole dello studioso, scritte sul manuale Jezikovni pogovori iz Sedem dni: 99 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES Non è quindi per niente strano che nell'estate del 1990 seguii (in TV naturalmente) il campionato mondiale di calcio, che quel anno si svolse in Italia. Ma il mio piacere calcistico veniva continuatamente disturbato, quasi al punto da farmi smettere di guardare le partite, da un giornalista troppo loquace (credo almeno che sia un giornalista), Stare, il quale esibiva la sua totale barbarie linguistica. Con il suo modo di fare, il 27 agosto dell'anno scorso mi spinse persino a prendere nota di alcune delle sue papere. [...] Stare purtroppo non rappresenta un fenomeno isolato: una pronuncia difettosa come la sua si sente facilmente anche dalla bocca del presidente della Repubblica, dal vescovo di Lubiana, dal presidente del parlamento o dal primo ministro nonché da tutti i suoi signori ministri, da quello della scienza a quello della difesa, per non parlare di non pochi loro coadiutori, o quant'altro loro siano. Sarebbe il caso che qualcuno spiegasse loro che cosi non va bene, che tale pronuncia indecente è segno di poco rispetto nei confronti di uno dei nostri valori più grandi, la nostra lingua madre, i cui diritti e il cui suono naturale a noi, sloveni, dovrebbero infondo stare a cuore. Noto con orrore un parlare trascurato anche nei miei colleghi di slavistica, sia al livello universitario che al livello di istruzione primaria e secondaria. (Toporišič (1991), 2007, 167-168)1 La citazione è particolarmente rilevante perché svela la convinzione di Toporišič, secondo cui nessuno sarebbe capace di parlare lo sloveno correttamente, nemmeno i suoi colleghi slavisti. Una tale riflessione è indubbiamente segno di un atteggiamento poco critico nei confronti della propria percezione monolitica della lingua, come l'unica grammaticalmente corretta. È una visione che pone in primo piano la prescrizione accademica rifiutando apertamente il pluralismo nell'ambito della grammaticografia e che, purtroppo, anche oggi risulta prevalente tra gli slovenisti. La memoria delle numerose e tra di loro diverse edizioni delle grammatiche è quasi completamente sbiadita. 3.1 La grammatica dello sloveno (Slovenska slovnica) di Jože Toporišič, 1976 Ancora oggi, la grammatica prevalentemente in uso è la grammatica dello sloveno di Jože Toporišič del 1976 (Slovenskaslovnica), che mantiene il primato da ben 40 anni. In tutto questo arco di tempo non si è profilata nessun'altra grammatica di riferimento 0 universitaria. Le uniche a comparire sono state grammatiche ad uso scolastico, fatte 1 Toporišič critica il modo in cui il giornalista pronunciava le preposizioni v, z/s, k/h, che faceva sempre seguire dalla semivocale. «Diceva quindi ve gol, ze spreminjanjem, ke vrataju ecc. Una pronuncia a tal punto incolta assolutamente non va elevata a norma. Ció significherebbe andare contro le tendenze della naturale pronuncia dello sloveno letterario.» (Toporišič (1991), 2007, 167) 100 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? maggíormente sul modello della grammatica di Toporišič (ad es. Slovenska slovnica in jezikovna vadnica di Franc Žagar). La presentazione della grammatica di Toporišič sul portale Fran2 in questo senso parla chiaro: In seguito alla sua pubblicazione la grammatica fu presto accolta dai linguisti come l'unica valida, mantenendo la funzione normativa fino ai giorni nostri, sebbene oggi i suoi contenuti e i modi di presentazione risultino piuttosto superati. Inoltre, si tratta tuttora della più completa e più ampiamente usata grammatica dello sloveno in assoluto: ad essa fanno riferimento gli studiosi dello sloveno sia nei saggi e nei manuali a carattere scientifico che in quelli a carattere divulgativo. Anche il grande pubblico spesso le attribuisce il ruolo normativo, mentre i consulenti linguistici la citano come fonte normativa per le proprie scelte. Fino ai tempi recenti i suoi contenuti hanno costituito la base per la maggior parte dei libri di testo da usare nelle scuole. Con la sua impronta strutturalista, essa rappresenta, nell'ambito sloveno, la totale rottura con la precedente linguistica tradizionale. [...] La grammatica ha esercitato un forte influsso sulla formazione e sullo sviluppo dello sloveno standard degli ultimi decenni, arrivando persino, a detta di alcuni critici, a frenare il naturale sviluppo della lingua.3 Ma sebbene sia considerata superata e oggetto di critiche per aver inibito il naturale sviluppo dello sloveno, tentativi riusciti di proporre un'altra grammatica di riferimento o universitaria non se ne sono avuti. Le cause del fenomeno sono probabilmente molteplici. 4 I fondatori e i precursori del fenomeno di una sola e unica grammatica Jože Toporišič non è che l'ultimo di una serie di linguisti sloveni prominenti: il fenomeno che vede l'affermarsi dell'egemonia di una sola grammatica puo essere infatti tracciato dal 1854, l'anno della pubblicazione della Grammatica slovena per usi domestici e scolastici di Anton Janežič (Slovenska slovnica za domačo in šolsko rabo). L'affermarsi di una sola grammatica considerata valida, come accennato in precedenza, puo essere frutto di molteplici fattori, tra cui il desiderio di codificare una lingua che diventi unitaria su tutto il territorio nazionale, e la grammatica che nel '800 di più riusci a raggiungere questo traguardo fu proprio quella di Janežič. 2 https://fran.si/ [12. 5. 2018]. 3 https://fran.si/slovnice-in-pravopisi/46/1976-toporisic [12. 5. 2018]. 101 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES 4 .1 Grammatica slovena per usi domestici e scolastici di Anton Janežič, 1954 Sebbene sia soltanto una grammatica scolastica, la Grammatica slovena per usi domestici e scolastici si classifica tra le piu influenti grammatiche slovene, dal momento che nella seconda meta dell' '800 riesce ad imporsi come principale grammatica di riferimento a carattere normativo. Ad ogni modo si tratta della grammatica dello sloveno che secondo l'opinione del tempo nettamente sorpasso le grammatiche precedenti. Nella seconda meta dell' '800 e agli inizi del '900, fino alla pubblicazione della grammatica di Breznik nel 1916, ebbe un'ampia diffusione con piu ristampe: la prima edizione risale al 1854, la seconda edizione (1963) e invece quella caratterizzata da maggiori ampliamenti e modifiche. Sebbene il suo autore la scrisse per proporla come grammatica ad uso scolastico nelle scuole di istruzione secondaria, lo fece con l'intenzione che potesse adempiere al ruolo di grammatica normativa di ampio impiego. Nella prefazione al volume l'autore svela l'intento della grammatica a descrivere la lingua di tutti gli sloveni. Per codificare la norma, infatti, Janežič si baso sugli usi linguistici presenti su tutto il territorio sloveno. Quando invece gli usi risultavano divergenti, basava le proprie decisioni sullo stato della lingua nei testi degli autori di epoche piu remote nonché sull'antico slavo ecclesiastico.4 Sebbene nello stesso periodo comparissero anche altre grammatiche (ad es. la grammatica di Fran Levstik Slovenski jezik po besednih vrstah nonché quella di Josip Šuman Slovenska slovnica po Miklošičevi primerjalni ecc.) non destarono l'interesse del pubblico, passando tutte inosservate. 4 . 2Grammatica slovena per scuole medie di Anton Breznik, 1916 Grammatica slovena per scuole medie (Slovenska slovnica za srednje šole), l'unica grammatica scolastica ad aver fortemente segnato la prima meta del 200 secolo, fu allo stesso tempo anche l'unica grammatica di quel periodo ampiamente usata. A differenza delle grammatiche precedenti la grammatica di Breznik dedicava piu spazio all'ortofonia, non dimenticandosi, pero, di affrontare i problemi di ortografia. La tendenza a illustrare le regolarita con esempi tratti da opere letterarie in Breznik e ancora piu forte che non da Janežič. La grammatica di Breznik, il cui influsso e visibile anche nella grammatica dei quattro autori (1956) nonché in quella di Toporišič, mantenne il suo primato per 40 anni. 4 https://fran.si/slovnice-in-pravopisi/26/18631854-janezic [12. 5. 2019]. 102 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? 4.3La grammatica dei quattro autori (Anton Bajec, Rudolf Kolarič, Mirko Rupel, Jakob Šolar), 1956 La grammatica dei quattro autori, il cui scopo era quello di completare e di ampliare le precedenti edizioni delle grammatiche scolastiche, svolse il ruolo di grammatica principale per 20 anni, fino alla pubblicazione della grammatica di Toporišič nel 1976. L'intenzione dei suoi autori era anche quella di proporla come prima grammatica normativa della nuova Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia. Per quel che riguarda l'ortografia si attenne al manuale di ortografia del 1950.5 La prescrizione normativa di una sola variante, spesso lontana dagli usi reali, il monopolio intenzionale o non di una sola grammatica, frutto di un solo autore, il più delle volte inibiscono lo sviluppo della lingua standard, siccome anche la descrizione e spesso anche la spiegazione altamente tecnica, detto nei termini della teoria delle opinioni sulla lingua, risultano troppo limitate, essendo fortemente legate alle opinioni di una sola persona. La lingua è inoltre oggetto di continui cambiamenti, di cui alcuni riescono a mantenersi, mentre gli altri sbiadiscono, sparendo cosi dalla memoria dei loro utenti. È percio necessaria una grammaticografia collettiva, che prenda in considerazione diversi punti di vista sulla descrizione grammaticale e codificazione da parte degli specialisti, nonché dia spazio a diversi approcci metodologici e teorici. I tempi in cui una sola grammatica alla volta poteva conquistarsi il ruolo di grammatica par excellence sono decisamente superati, sebbene ancora fortemente presenti nella memoria collettiva della linguistica slovena contemporanea, il che almeno parzialmente puo essere ascritto proprio al fatto di essersi abituati all'egemonia esclusiva della grammatica di Toporišič, che ormai dura da quasi 50 anni. Ma se si torna con la memoria indietro di alcuni secoli si puo notare che la percezione della lingua standard di allora era spesso assai diversa da quella odierna. Nel capitolo successivo si darà uno sguardo alla situazione nel sedicesimo secolo. 5 Come vengono ricordati alcuni ragionamenti passati sulla lingua letteraria slovena?6 Il sedicesimo secolo con la pubblicazione dei primi due libri scritti in sloveno, l'abecedario e il catechismo di Primož Trubar (Abecednik in Katekizem), fu di primaria importanza per la formazione e lo sviluppo dello sloveno letterario, nonché dello 5 https://fran.si/slovnice-in-pravopisi/42/1956-bajec-kolaric-rupel-solar [12. 5. 2019]. 6 Si è deciso di adoperare il termine standard per fare riferimento alla lingua letteraria moderna, mentre si è usata l'espressione lingua letteraria/sloveno letterario quando si è trattato di epoche più remote. Tutte e tre le espressioni stanno per quello che gli slovenisti maggiormente chiamano knjižni jezik. 103 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES sloveno in generale. Trabar e gli altri, che si sono cimentati nel difficile compito di mettere per iscritto una lingua i cui usi non erano ancora codificati, scelsero accuratamente quel codice linguistico che fosse comprensibile alla cerchia piu ampia possibile di persone. L'interessante processo di formazione della lingua letteraria e particolarmente rilevante per il tipo di questione che Trubar dovette risolvere subito da principio, cioe di scegliere come base della lingua slovena, in una realta dialettale eccezionalmente complessa e variegata, una variante che fosse abbastanza nota e comprensibile al numero piu ampio di utenti [...] Lopera dei protestanti e di conseguenza lo sloveno letterario si basarono sulla parlata della citta di Ljubljana, che essendo situata al crocevia dei due dialetti centrali, quello delle regioni di Gorenjska e di Dolenjska, diede vita a una variante particolare, con caratteristiche di entrambi i gruppi dialettali. (Pogorelec, 2011, 20) Trubar, Dalmatin, Bohoric, Krelj e altri autori dell'epoca si trovarono cosí davanti alla sfida di formare una lingua che raggiungesse la maggioranza. Il loro scopo non fu primariamente linguistico, bensí soprattutto religioso. Tuttavia, dal punto di vista linguistico il loro apporto principale e stato quello di averci lasciato, con le loro opere, una lingua scritta comune, composta sulla base di piu dialetti. Nel diciassettesimo secolo l'atteggiamento nei confronti dello sloveno letterario scritto si fa notare soprattutto attraverso le raccomandazioni ai predicatori, scritte nel 1672 da Janez Ludvik Schonleben e pubblicate nell'edizione cattolica dei vangeli e delle lettere degli apostoli (Evangelia inu lystuvi). Quando invece le parole esistono, e siccome ogni popolo gioisce piu del proprio che dell'altrui, abbiamo preferito attenerci agli usi popolari dei dintorni di Lubiana, piuttosto che introdurre quelli estranei alla gente di queste parti. Ma se qualcuno ai confini della Carniola, nelle vicinanze dei croati o degli italiani, preferisse delle parole usate nei propri luoghi, potra correggere a mano la propria edizione. [...] Si scrive, dunque, secondo le usanze della stirpe, ma si parla secondo le usanze della regione. (Pogorelec, 2011, 23-24) La citazione rivela un'opinione nei confronti dello sloveno letterario che oggi consideriamo molto moderna: l'obbiettivo della formazione della lingua letteraria comune ovvero del codice linguistico consiste nell'impegno a ottenere la comprensione e la comprensibilita. La funzione primaria della lingua letteraria scritta comune e quindi quella di garantire la riuscita della comunicazione. Questo aspetto viene sottolineato dal suggerimento di Schonleben, con cui invita i sacerdoti a seguire, nel parlare, le usanze della regione, ad avvicinarsi, cioe, al modo di parlare del popolo per facilitare la 104 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? comprensíone di quest'ultimo. Ma se un consiglio del genere risulta atteso, trattandosi della lingua parlata, è più sorprendente l'invito ai sacerdoti a modificare, a seconda del loro giudizio, persino parti del testo scritto. Questo atteggiamento potrebbe essere interpretato come una specie di ammissione della pluri-varietà all'interno dello sloveno letterario comune di allora, un atteggiamento che converrebbe forse introdurre anche nella considerazione dello sloveno letterario attuale. Se la pluri-varietà del diciassettesimo secolo riguardava soprattutto la lingua parlata, nella seconda metà del diciottesimo e nella prima metà del diciannovesimo secolo essa si manifestava anche sul piano della lingua scritta, ovvero letteraria. La suddivisione amministrativa del territorio sloveno nell'ambito della monarchia asburgica grossomodo in tre province maggiori, la Carniola, la Carinzia e la Stiria, influí anche sulla non unitarietà della lingua letteraria: si creó il distacco con la tradizione della lingua letteraria comune, iniziata nel sedicesimo secolo, che diede spazio all'affermazione di più varianti regionali di lingua letteraria, tra cui si vuole far ricordare in particolar modo la lingua letteraria dell'Oltremura. La provincia d'Oltremura era infatti politicamente e amministrativamente separata dal resto del territorio etnico sloveno. L'altro motivo che contribuí alla comparsa delle varianti regionali di lingua letteraria sta invece nel desiderio di vari intellettuali di avvicinare il mondo della lettura e dell'istruzione anche alle classi inferiori della società. Di conseguenza la lingua letteraria scritta adotta alcuni dei tratti dialettali caratteristici delle singole regioni: si assiste cosí alla nascita delle varianti letterarie carniolana, carinziana e stiriana. Nella varietà carinziana da principio esistevano soltanto le traduzioni del Catechismo, più tardi anche altri testi, tra cui la grammatica (Ozbalt Gutsman, 1777, pubblicata in più edizioni, e nel 1789 il Dizionario tedesco-sloveno con unappendice sloveno-tedesca7). I cambiamenti più visibili nella variante carinziana riguardano la fonetica (den al posto di dan 'giorno', besieda al posto di beseda 'parola') e il lessico (barati chiedere'). Tutte le varietà di quel periodo sono caratterizzate dalla presenza di parole composte secondo i principi della formazione delle parole in tedesco [...]. Una delle particolarità della varietà stiriana, presentata dalla grammatica di Jurij Dajnko (1824), consiste nell'impiego della desinenza -oj allo strumentale della prima declinazione femminile (ad. es. z vodoj al posto di z vodo (con (V) acqua)). Dajnko ebbe inoltre l'iniziativa di introdurre, nella scrittura, alcuni caratteri non latini. La lingua carniolana, invece, almeno in parte proseguiva la tradizione della lingua letteraria comune. I tratti carniolani venivano messi in rilievo soprattutto nelle grammatiche di Marko Pohlin (Kranjska 7 Nemsko-slovenki slovar s slovensko-nemskim dodatkom. 105 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES gramatika, 1768) e Fran Metelko (1825). Entrambi (anche se il secondo in misura limitata) erano favorevoli alla semplificazione di nessi consonantici. Oltre a ció introdussero delle novita nella scrittura. E particolarmente rilevante il fatto che le proposte dei due grammatici siano state criticate e respinte. Il motivo principale di tale reazione consisteva nel divario troppo grande tra le novita da loro proposte da un lato, e la tradizione, l'immagine visiva e la relativa percezione dell'estetica della lingua letteraria dall'altro. (Pogorelec, 2011, 121-122) Le varianti regionali rimangono in vigore fino alla primavera dei popoli nel 1848, quando le tendenze ad avere una lingua unitaria su tutto il territorio sloveno cominciano a farsi sempre piu forti. Il programma politico "Slovenia Unita" (Zedinjena Slovenija) richiedeva un uso libero della lingua slovena, che dovesse godere degli stessi diritti di quella tedesca. Tali richieste prevedevano un'unica lingua letteraria. Nel 1851 furono finalmente accettate alcune forme nuove (ad es. la desinenza -iga fu sostituita dalla desinenza -ega e la congiunzione de diede spazio alla variante da ecc.), ritenute piu adeguate e vicine alla maggioranza dei parlanti slovenofoni. Oltre alla varieta regionale della lingua letteraria si puó notare, fino al 1854 (l'anno della pubblicazione della grammatica di Janezic), anche una copiosa attivita editoriale che mise in circolazione le piu diverse grammatiche, la cui pubblicazione non puó essere ascritta soltanto alla suddivisione politica e amministrativa: dal 1768 al 1832, in poco piu di mezzo secolo, quindi, erano state pubblicate quasi 10 grammatiche scritte da: Pohlin, Gutsman, Zagajsek, Kopitar, Vodnik, Smigoc, Dajnko, Metelko e Murko. Esprimendoci in modo leggermente esagerato, possiamo di nuovo dire come un professore di sloveno di quell'epoca avesse a disposizione tutta una serie di grammatiche diverse dal punto di vista metodologico, ma complementari sotto il profilo teorico e didattico. Oggi una scelta del genere non esiste, il che e indubbiamente dovuto anche a una concezione diversa del ruolo della lingua letteraria, nonché all'intendimento degli standard della grammaticografia moderna, che basata sui corpora, dovrebbe essere frutto di lavoro collettivo, l'aspetto che, prendendo in considerazione almeno la situazione odierna, rappresenta una considerevole sfida. 6 Conclusioni: La memoria si e veramente persa? Si e detto, nei capitoli precedenti, che oggi la memoria della possibilita di una pluralita di approcci nell'ambito della grammaticografia slovena e completamente sbiadita, il che impoverisce e ostacola lo sviluppo di quest'ultima. Ma se si puó essere 106 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? plenamente d'accordo con la seconda parte della presente constatazione, conviene soffermarsi ancora una volta sulla sua prima parte: Che cosa si vuole suggerire dicendo che la memoria della pluralita di approcci nell'ambito della grammaticografia si e persa? Sarebbe ad ogni modo sbagliato pensare che si sia persa la consapevolezza e la conoscenza della storia della grammaticografia slovena. Proprio il contrario: la memoria e ancora molto viva e presente. L'aspetto che invece si e perso sta nella naturalezza e di conseguenza nella volonta di produrre una nuova grammatica (nuove grammatiche). Ne sono la conferma anche le parole dello slovenista Kozma Ahacic, che nel giugno del 2018 prese parte ai colloqui sulla nuova grammatica di riferimento dello sloveno contemporaneo. Alcuni giorni fa ho partecipato a un'interessante tavola rotonda in cui si e discusso della futura grammatica di riferimento dello sloveno, basata sui corpora. Ero stato invitato come autore delle ultime due grammatiche ad uso scolastico. Dopo un'ora di discussione la moderatrice ha posto una domanda del tutto logica: «Secondo voi chi potrebbe scrivere la nuova grammatica?» Ho trovato le risposte dei miei interlocutori abbastanza scioccanti, poiché si potrebbero riassumere in due parole: Qualcun altro. [...] Ma quel qualcun altro la maggioranza delle volte non ci sara o almeno non si materializzera presto in una comunita di ricercatori cosí piccola e ristretta come quella slovena. (Ahacic, 2018) La consapevolezza della necessita di concepire e di produrre una nuova grammatica o nuove grammatiche e presente, quello che manca e un atteggiamento proattivo, capace di trasformare i critici del corrente stato di grammaticografia in agenti e autori di grammatiche, nonché di sovrapporsi, usando l'espressione di Ahacic, all'attuale »qualcunaltrismo«. Oggigiorno il linguista si rende ben conto delle insidie della grammaticografia (ne abbiamo menzionate alcune nel primo capitolo, parlando della teoria delle opinioni sulla lingua), conosce in dettaglio lo sviluppo della lingua letteraria, quelle, purtroppo, di cui si e dimenticato, sono invece la sua capacita e potenzialita di contribuire alla nascita di un nuovo manuale normativo, che stiamo aspettando ormai da quasi mezzo secolo. Traduzione di: Mirjam Premrl Fonti e bibliografia Ahacic, K., Nekdo drug, Delo, 20. 6. 2018, https://www.delo.si/mnenja/gostujoce- pero/nekdo-drug- 62591.html [5. 7. 2018]. 107 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES Arhar Holdt, Š., Ahačič, K., Krapš Vodopivec, I., Krek, S., Stabej, M., Žaucer, R., Dobrovoljc, H., Gorjanc, V., Gantar, P., Nova slovnica: Kje smo in kam gremo. Slovenščina 2.0 6/2, 2018, pp. 1-32, http://dx.doi.org/10.4312/slo2.0.2018.2.1-32. Bitenc, M., Z jezikom na poti med Idrijskim in Ljubljano, Ljubljana 2016. Percy, C., Davidson, M. C. (eds.), The Languages of nation. Attitudes and Norms, Bristol 2012. Pogorelec, B., Zgodovina slovenskega knjižnega jeza, in: Jezikoslovni spisi 1 (ed. Ahačič, K.), Ljubljana 2011. Rebourcet, S., Le français standard et la norme: l'histoire d'une nationalisme linguistique et littéraire a la française, Communication, lettres et sciences du langage 2/1, 2008, pp. 107-118. Slovenske slovnice in pravopisi, Portal slovenskih slovnic in pravopisov od 1584 do danes (autori: Ahačič, K., Marušič, F., Žaucer, R.), https://fran.si/slovnice-in-pravopisi/ [5. 7. 2018]. Toporišič, J., Slovenska slovnica, Maribor 2000. Toporišič, J., Jezikovni pogovori iz Sedem dni, Maribor 2007. Toporišič, J., Slovenski pravopis, Ljubljana 2007. Vidovič Muha, A., Moč in nemoč knjižnega jezika, Ljubljana 2013. 108 MOJCA SMOLEJ / CHE FINE HA FATTO LA MEMORIA DELLA COESISTENZA DI MOLTEPLICI EDIZIONI DELLE GRAMMATICHE? Mojca Smolej Pozabljeni spomin na številne hkratne izdaje slovnic? Ključne besede: gramatikografija, teorija stališč do jezika, zgodovina gramatikografije na Slovenskem Prispevek se bo osredotočil na zgodovinski pregled izdajanja slovnic slovenskega jezika in na pojav »enoslovničarskega« stanja na področju gramatikografije. Za prelomno leto na področju pisanja in izdajanja slovnic velja leto 1854. Takrat je namreč izšla Slovenska slovnica s kratkim pregledom slovenskega slovstva ter z malim cirilskim in glagoliškim berilom za Slovence Antona Janežiča, ki je v slovničarstvo, vsaj na ravni gramatikografije, uvedla pojem monopolnosti in s tem povezan primat le ene in edine slovnice. Janežičeva slovnica je svojo veljavo obdržala vse do leta 1916 (torej več kot pol stoletja), ko je izšla Breznikova Slovenska slovnica za srednje šole. Vlogo vodilne (in edine) slovnice je slednja imela vse do leta 1956, ko je izšla tako imenovana slovnica štirih. Od leta 1976 do danes, torej zopet skoraj pol stoletja, vlogo ene in edine slovnice opravlja Slovenska slovnica Jožeta Toporišiča. Pred letom 1854 je bilo stanje povsem drugačno. Na neki način je bilo mnogo bolj svobodno oziroma pluralno v smislu števila izdanih slovnic. V prvi polovici 19. stoletja je lahko učitelj slovenskega jezika izbiral celo med 10 različnimi slovnicami. V prispevku se bomo torej osredotočili na pojav prehoda iz (pozabljenega) stanja številčnosti slovnic v danes prevladujoče stanje »ene in edino pravilne« slovnice. 109 ARS & HUMANITAS / STUDIJE / STUDIES Mojca Smolej Forgotten Memory of Numerous Synchronous Grammar Editions? Keywords: grammatography, theory of standpoints to language, history of grammatography in Slovenia The contribution focuses on the historical overview of the publication of Slovenian grammars and on the emergence of the "one-grammar" state of affairs in grammatography. The turning point in writing and publishing grammar books is 1854. It was then that Anton Janežič's Slovenska slovnica s kratkim pregledom slovenskega slovstva ter z malim cirilskim in glagoliškim berilom za Slovence was published and introduced to grammar writing, at least on the level of grammatography, the concept of monopoly and with it the primacy of the one and only grammar. Janežič's grammar maintained its influence until as late as 1916 (more than half a century), when Breznik's Slovenska slovnica za srednje šole was published. The latter had the role of the leading (and only) grammar until as late as 1956, when the so-called grammar of the four was published. From 1976 to today, again nearly half a century, the role of the one and only grammar has been performed by Jože Toporišič's grammar. Prior to 1854 the situation was entirely different. In some ways it was much freer or more plural in the sense of the number of published grammars. In the first half of the 19th century, a teacher of Slovenian could pick from as many as ten different grammars. The contribution focuses, then, on the occurrence of the transition from a (forgotten) state of grammar numerousness to today's predominant state of the "one and only correct" grammar. 110